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CICLO REPLICATIVO - Sezione di Microbiologia

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SCUOLA <strong>di</strong> MEDIDHE e FARMACEUTICHE<br />

2013<br />

REPLICAZIONE dei VIRUS<br />

Prof. Oliviero E. Varnier<br />

WWW.MICROBIOLOGIA.UNIGE.IT <strong>Sezione</strong> <strong>di</strong> <strong>Microbiologia</strong> – Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chirurgiche Diagnostiche Integrate (DISC)<br />

<strong>CICLO</strong> <strong>REPLICATIVO</strong><br />

ADSORBIMENT<br />

O<br />

2<br />

1


ADSORBIMENTO<br />

Alcuni virus richiedono, per il loro adsorbimento sulla<br />

cellula, l’interazione con molecole secondarie definite<br />

corecettori.<br />

HIV utilizza alcune proteine <strong>di</strong> trans-membrana,<br />

associate alle proteine G (proteine che usano il GDP<br />

per controllare il loro ciclo <strong>di</strong> “segnalazione”), che<br />

hanno come ligan<strong>di</strong> naturali le chemochine.<br />

3<br />

ADSORBIMENTO<br />

Gli antirecettori virali sono glicoproteine nei virus<br />

provvisti <strong>di</strong> involucro pericapsi<strong>di</strong>co o proteine del<br />

capside nei virus nu<strong>di</strong>.<br />

In molti virus con pericapside, gli antirecettori si<br />

presentano come proiezioni che sporgono da questa<br />

struttura;<br />

i virus nu<strong>di</strong> possono presentare gli antirecettori ubicati<br />

in rientranze che solcano la superficie del virione.<br />

4<br />

2


Adsorbimento<br />

Le interazioni che gli antirecettori virali instaurano<br />

con i recettori presenti sulla cellula ospite sono <strong>di</strong><br />

tipo sterico.<br />

La complementarietà spaziale permette la formazione<br />

<strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong> legami deboli che, nel loro<br />

insieme, portano all’adsorbimento stabile del virione<br />

alla cellula.<br />

Affinché ciò avvenga, è necessario un ambiente<br />

abbastanza ricco <strong>di</strong> ioni capaci <strong>di</strong> neutralizzare le<br />

cariche <strong>di</strong> superficie delle strutture complementari, in<br />

modo da ridurne la repulsione elettrostatica.<br />

5<br />

ADSORBIMENTO<br />

L’adsorbimento è un processo in<strong>di</strong>pendente dalla<br />

temperatura e non richiede l’intervento <strong>di</strong> reazioni che<br />

producono energia.<br />

Per molti virus nu<strong>di</strong> questa fase rappresenta un processo<br />

irreversibile poiché causa, nella struttura del<br />

virione, delle alterazioni che fanno perdere al virus la<br />

sua capacità infettante: è fondamentale che al processo<br />

<strong>di</strong> adsorbimento segua la fase <strong>di</strong> penetrazione.<br />

6<br />

3


ADSORBIMENTO<br />

I poliovirus, in seguito all’adsorbimento, perdono una<br />

proteina del capside <strong>di</strong>ventando così suscettibili alle<br />

ribonucleasi e proteasi cellulari.<br />

Talvolta, se all’adsorbimento non segue la penetrazione,<br />

i virus possono ristaccarsi integri e infettare altre<br />

cellule.<br />

È questo il caso <strong>di</strong> ortomixovirus e paramixovirus,<br />

sul cui pericapside si trovano, oltre agli antirecettori,<br />

anche varie molecole <strong>di</strong> un’altra glicoproteina dotata <strong>di</strong><br />

attività enzimatica capace <strong>di</strong> scindere il legame tra<br />

virus e cellula.<br />

7<br />

ADSORBIMENTO<br />

Oltre al meccanismo <strong>di</strong> entrata, me<strong>di</strong>ato dalla<br />

interazione recettore-antirecettore, alcuni virus posno<br />

entrare all’interno della cellula ospite dopo essersi<br />

complessati con anticorpi virus-specifici presenti in<br />

quantità “sub-neutralizzanti”.<br />

Il virus così rivestito può essere catturato dai recettori<br />

per le immunoglobuline presenti sulla superficie<br />

della cellula.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> infezione, anticorpo-me<strong>di</strong>ata, è stato<br />

osservato per i virus West Nile, Dengue, influenza A<br />

e HIV-1.<br />

8<br />

4


ADSORBIMENTO<br />

L’esistenza <strong>di</strong> un meccanismo alternativo <strong>di</strong><br />

entrata suggerisce che, in assenza <strong>di</strong> una<br />

risposta immunitaria capace <strong>di</strong> produrre elevati<br />

titoli <strong>di</strong> anticorpi neutralizzanti…..<br />

….alcuni virus non richiedono la presenza <strong>di</strong><br />

un recettore cellulare per entrare all’interno<br />

della cellula ospite e sono potenzialmente<br />

capaci <strong>di</strong> allargare il proprio tropismo.<br />

9<br />

PENETRAZIONE<br />

Subito dopo l’adsorbimento, il virus penetra nella<br />

cellula attraverso <strong>di</strong>versi meccanismi che richiedono<br />

l’impiego <strong>di</strong> energia da parte della cellula.<br />

I virus con pericapside hanno un doppio strato<br />

fosfolipi<strong>di</strong>co che circonda il nucleocapside.<br />

L’entrata <strong>di</strong> questi virus all’interno della cellula<br />

prevede la fusione del pericapside virale con la<br />

membrana cellulare attraverso un processo me<strong>di</strong>ato<br />

dalle glicoproteine virali presenti sulla superficie del<br />

virione.<br />

10<br />

5


PENETRAZIONE<br />

Diversi virusi possiedono glicoproteine fusogene<br />

che facilitano questo processo.<br />

Fra queste, la glicoproteina gp41 <strong>di</strong> HIV, la proteina<br />

GP2 del virus Ebola e la proteina HA2 del virus<br />

influenzale, la quale viene attivata dal pH acido<br />

degli endosomi.<br />

Il virus influenzale, a <strong>di</strong>fferenza della maggior parte<br />

dei virus rivestiti, penetra me<strong>di</strong>ante un processo <strong>di</strong><br />

endocitosi, pertanto la fusione avviene con la<br />

membrana dell’endosoma.<br />

L’entrata dei virus nu<strong>di</strong> all’interno della cellula ospite<br />

avviene principalmente me<strong>di</strong>ante endocitosi me<strong>di</strong>ata<br />

da recettore.<br />

11<br />

ADSORBIMENTO<br />

12<br />

6


ADSORBIMENTO<br />

temperatura in<strong>di</strong>pendente<br />

richiede proteine d’adesione a proteine cellulari<br />

recettori cellulari<br />

13<br />

PENETRAZIONE DI VIRUS CON PERICAPSIDE<br />

Herpesvirus, paramyxovirus, HIV<br />

14<br />

7


PENETRAZIONE DI VIRUS CON PERICAPSIDE<br />

15<br />

Fusione<br />

con la<br />

membrana<br />

plasmatica<br />

fusione con le<br />

membrane<br />

endosomiche<br />

aci<strong>di</strong>che<br />

Entrata via endosomi<br />

16<br />

8


PENETRAZIONE DI VIRUS CON PERICAPSIDE<br />

from Schaechter et al, Mechanisms of Microbial Disease, 3rd ed, 1998<br />

17<br />

LA PENETRAZIONE DEL VIRUS VIA ENDOSOMI<br />

SINONIMI:<br />

VIROPESSI / ENDOCITOSI / PINOCITOSI<br />

18<br />

9


LA PENETRAZIONE DEI VIRUS SENZA PARICAPSIDE<br />

entrata <strong>di</strong>rettamente<br />

attraverso la membrana<br />

plasmatica<br />

19<br />

LA PENETRAZIONE DI VIRUS NUDI VIA ENDOSOMI<br />

Nel caso del poliovirus, un virus nudo appartenente<br />

alla famiglia Picornaviridae, è stato proposto un<br />

meccanismo <strong>di</strong> penetrazione alternativo che consiste<br />

nella traslocazione dell’RNA virale attraverso la<br />

membrana citoplasmatica.<br />

A seguito dell’adsorbimento del virus alla cellula<br />

ospite, una proteina virale andrebbe a formare un<br />

poro a livello della membrana cellulare attraverso il<br />

quale l’RNA virale verrebbe introdotto nel citoplasma.<br />

20<br />

10


LA PENETRAZIONE DI VIRUS NUDI VIA ENDOSOMI<br />

21<br />

ADSORBIMENTO, PENETRAZIONE E SCAPSIDAZIONE<br />

a) Adsorbimento b) Endocitosi c) Penetrazione d) scapsidazione<br />

22<br />

11


MECCANISMI DI ENTRATA<br />

Figura 33.1 Meccanismi <strong>di</strong> entrata per <strong>di</strong>verse classi <strong>di</strong> virus. I virus con pericapside<br />

possono entrare o me<strong>di</strong>ante fusione (1 e 2) oppure me<strong>di</strong>ante endocitosi seguita da un<br />

processo <strong>di</strong> fusione con la membrana endosomiale (3). I virus nu<strong>di</strong>, come i picornavirus<br />

23<br />

(4), penetrano all’interno della cellula me<strong>di</strong>ante un processo <strong>di</strong> endocitosi.<br />

SCAPSIDAZIONE<br />

Gli eventi che seguono l’entrata del virus e precedono<br />

la replicazione del genoma virale costituiscono il<br />

processo <strong>di</strong> scapsidazione, attraverso il quale il<br />

genoma virale si separa dalle proteine che lo<br />

rivestono.<br />

Questo evento, nel caso del poliovirus, potrebbe<br />

essere strettamente associato alla fase <strong>di</strong> penetrazione,<br />

dal momento che, potrebbe essere solo<br />

l’acido nucleico a traslocare all’interno del<br />

citoplasma.<br />

24<br />

12


SCAPSIDAZIONE<br />

Altri virus si ritrovano all’interno della cellula ospite<br />

come complesso nucleoproteico, e <strong>di</strong> conseguenza<br />

richiedono una fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>sassemblaggio per liberare<br />

il proprio genoma.<br />

Per molti virus le proteine si <strong>di</strong>saggregano spontaneamente<br />

o per l’intervento <strong>di</strong> proteasi cellulari; in<br />

alcuni virus che penetrano per endocitosi, la<br />

scapsidazione può avvenire per azione <strong>di</strong> enzimi<br />

lisosomiali che si riversano all’interno dei vacuoli<br />

fagocitari.<br />

25<br />

SITI <strong>di</strong> REPLICAZIONE<br />

Dopo la fase <strong>di</strong> scapsidazione, il genoma virale può<br />

rimanere a livello del citoplasma o essere trasportato<br />

nel nucleo.<br />

La maggior parte dei virus a RNA si replicano nel<br />

citoplasma della cellula ospite, perché la loro replicazione,<br />

che avviene me<strong>di</strong>ante l’RNA polimerasi-RNA<br />

<strong>di</strong>pendente associata all’RNA virale, non richiede<br />

fattori nucleari.<br />

Al contrario, la maggior parte dei virus a DNA, i<br />

retrovirus, gli hepadnavirus e alcuni virus a RNA,<br />

come il virus influenzale, devono entrare nel nucleo<br />

della cellula poiché la loro replicazione richiede l’uso<br />

<strong>di</strong> enzimi e altri fattori che sono presenti nel nucleo<br />

della cellula.<br />

26<br />

13


SITI <strong>di</strong> REPLICAZIONE<br />

I virus che presentano una fase nucleare devono<br />

attraversare non solo la membrana plasmatica e/o<br />

endosomiale, ma debbono superare anche la membrana<br />

nucleare.<br />

Quest’ultima è costituita da una doppia membrana<br />

all’interno della quale si trova il complesso del poro,<br />

che presenta più <strong>di</strong> 50 <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> nucleoporine<br />

che regolano il trasporto <strong>di</strong> macromolecole verso<br />

l’interno ed esterno del nucleo.<br />

Questi meccanismi <strong>di</strong> trasporto, così come i segnali<br />

che li regolano, sono utilizzati da molti virus per far<br />

penetrare il proprio complesso ribonucleoproteico nel<br />

nucleo della cellula<br />

27<br />

SITI <strong>di</strong> REPLICAZIONE<br />

Particelle virali con massimo 39 nm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro<br />

possono essere trasportate attraverso il complesso<br />

del poro.<br />

Virus e capsi<strong>di</strong> <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni possono<br />

teoricamente attraversare il complesso del poro<br />

senza essere necessariamente “<strong>di</strong>sassemblati” a<br />

livello citoplasmatico.<br />

Il parvovirus (<strong>di</strong>ametro 18-24 nm) e il capside del<br />

virus dell’epatite B (<strong>di</strong>ametro 36 nm) sono, con molta<br />

probabilità, importati intatti nel nucleo.<br />

28<br />

14


ESPRESSIONE E REPLICAZIONE DEL GENOMA<br />

Una volta che il genoma virale si è liberato del capside<br />

e ha raggiunto la propria sede, inizia la sintesi delle<br />

macromolecole virali.<br />

Il risultato fi nale <strong>di</strong> questo processo è la produzione <strong>di</strong><br />

numerose copie <strong>di</strong> componenti strutturali e genomici<br />

necessari per la formazione della nuova progenie.<br />

Per raggiungere questo obiettivo i virus devono sfruttare<br />

l’apparato biosintetico cellulare.<br />

29<br />

SINTESI PROTEICA<br />

La funzione che più <strong>di</strong>pende dalla cellula è la sintesi proteica,<br />

che è effettuata integralmente dagli apparati cellulari proteinosintetici.<br />

I virus devono presentare ai ribosomi cellulari i propri mRNA in<br />

modo tale che questi vengano riconosciuti e subito tradotti.<br />

La cellula impone delle limitazioni al virus, in quanto sintetizza i<br />

propri messaggeri solo nel nucleo e solo su stampi <strong>di</strong> DNA.<br />

I virus a DNA che sono in grado <strong>di</strong> raggiungere il nucleo possono<br />

sfruttare gli enzimi cellulari per produrre gli mRNA;<br />

gli altri virus presentano un genoma che può esso stesso<br />

funzionare da messaggero oppure debbono avere i propri enzimi<br />

capaci <strong>di</strong> sintetizzare gli mRNA.<br />

Inoltre l’apparato biosintetico cellulare può tradurre solo mRNA<br />

monocistronici, in quanto i ribosomi non sono in grado <strong>di</strong><br />

riconoscere segnali <strong>di</strong> inizio interni alla molecola <strong>di</strong> mRNA.<br />

30<br />

15


SINTESI PROTEICA<br />

La fase che più <strong>di</strong>pende dalla cellula ospite è la sintesi<br />

proteica, che viene effettuata integralmente dagli apparati<br />

proteinosintetici cellulari.<br />

I virus devono presentare ai ribosomi cellulari i propri<br />

mRNA in modo tale che questi vengano riconosciuti e<br />

tradotti.<br />

La cellula impone delle limitazioni al virus, in quanto<br />

sintetizza i propri messaggeri solo nel nucleo e solo su<br />

stampi <strong>di</strong> DNA:<br />

i virus a DNA che sono in grado <strong>di</strong> raggiungere il nucleo<br />

possono sfruttare gli enzimi cellulari per produrre mRNA;<br />

gli altri virus presentano un genoma «messaggero» o<br />

debbono avere i propri enzimi capaci <strong>di</strong> sintetizzare gli<br />

mRNA.<br />

31<br />

SINTESI PROTEICA<br />

Ne consegue che i virus debbono sintetizzare:<br />

un mRNA per ogni singola proteina, come avviene per il<br />

virus infl uenzale,<br />

un mRNA contenente l’informazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi geni, che<br />

viene tradotto sotto forma <strong>di</strong> precursore poliproteico<br />

successivamente scisso da proteasi virali e/o cellulari<br />

nelle singole proteine.<br />

32<br />

16


ESPRESSIONE DEL GENOMA VIRALE<br />

Nella cellula infetta l’espressione del genoma virale è<br />

in competizione con una miriade <strong>di</strong> geni cellulari che<br />

devono essere trascritti e tradotti.<br />

Per poter superare questo ostacolo molti virus<br />

inibiscono la sintesi delle proteine cellulari<br />

<strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente.<br />

il virus dell’influenza blocca lo splicing e<br />

l’esportazione degli mRNA cellulari dal nucleo al<br />

citoplasma;<br />

altri virus, invece, producono un’enorme quantità <strong>di</strong><br />

messaggeri che sono favoriti nel processo <strong>di</strong><br />

traduzione.<br />

33<br />

Principali strategie replicative dei virus a RNA<br />

L’RNA virale monofilamento (ssRNA)<br />

a polarità positiva viene imme<strong>di</strong>atamente<br />

tradotto;<br />

l’RNA virale a polarità negativa<br />

necessita <strong>di</strong> essere trascritto da una<br />

RNA-polimerasi RNA <strong>di</strong>pendente.<br />

Nei retrovirus la trascrittasi inversa<br />

(RT) retrotrascrive l’RNA virale in una<br />

doppia catena <strong>di</strong> DNA (dsDNA).<br />

34<br />

17


REPLICAZIONE VIRALE: CLASSIFICAZIONE<br />

35<br />

18

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