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ARENAVIRUS - Sezione di Microbiologia

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Microbiology Upgrade<br />

O.E. Varnier<br />

<strong>ARENAVIRUS</strong><br />

GENERALITÀ<br />

Gli arenavirus sono stati scoperti recentemente, causano<br />

infezioni croniche nei ro<strong>di</strong>tori e l’uomo si infetta venendo a<br />

contatto con gli escrementi e presenta una forma grave <strong>di</strong><br />

febbre emorragica. Almeno sei arenavirus causano malattia<br />

nell’uomo: Lassa, Junin, Machupo, Guanarito, Sabia e il virus<br />

della coriomeningite linfocitaria (LCMV).<br />

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA<br />

Gli arenavirus sono classificati in due gruppi principali:<br />

vecchio mondo e nuovo mondo.<br />

Virus<br />

LCMV<br />

Lassa<br />

Mopiea<br />

Mobala<br />

Ippy<br />

Vecchio Mondo<br />

Paese<br />

Europa Asia Americhe<br />

Africa Occidentale<br />

Sud Africa<br />

Africa centrale<br />

Africa centrale<br />

2. Goccioline. Ci sono poche evidenze che suppor-tano<br />

quest’idea, ma è possibile che l’arenavirus nelle<br />

goccioline, entrando in contatto con le membrane mucose,<br />

sia infettivo.<br />

3. Contatto con il sangue dei ro<strong>di</strong>tori. Il sangue può essere<br />

un meccanismo <strong>di</strong> trasmissione più efficace dell’aerosol e<br />

delle goccioline.<br />

CORIOMENENGITE LINFOCITARIA<br />

Il virus LCMV negli umani ha un’incubazione tra una e tre<br />

settimane. Le infezioni includono uno spettro dall’asintomatico,<br />

al mite o al moderatamente severo con manifestazioni del<br />

SNC includendo la menengite asettica. La severità della<br />

infezione <strong>di</strong>pende dalla dose e dalla <strong>di</strong>rezione del virus, la<br />

fatalità è rara. Inoltre, non è stato riportato nessun caso in cui<br />

la trasmissione avvenisse tra persona e persona.<br />

Un’infezione tipica inizia con febbre, malessere, debolezza e<br />

forte mal <strong>di</strong> testa. L’anoressia, la nausea e lo stor<strong>di</strong>mento sono<br />

molto comuni. Circa il 50% dei pazienti possono esibire una<br />

combinazione <strong>di</strong> mal <strong>di</strong> gola e vomito.<br />

Junin<br />

Machupo<br />

Guanarito<br />

Tacaribe<br />

Amapari<br />

Flexal<br />

Pichinde<br />

Latino<br />

Parana<br />

Tamiami<br />

Nuovo Mondo<br />

Argentina<br />

Bolivia<br />

Venezuela<br />

Trinidad<br />

Brasile<br />

Brasile<br />

Columbia<br />

Bolivia, Brasile<br />

Paraguay<br />

Florida<br />

MALATTIE E PATOGENESI<br />

Infezione e Trasmissione. Una caratteristica degli arenavirus<br />

è la loro abilità a causare infezioni persistenti e acute nei<br />

loro naturali ospiti: i ro<strong>di</strong>tori.<br />

La sintesi dei componenti virali avviene senza alterazioni delle<br />

cellule essenziali dell’ospite; le macro-molecole e la crescita<br />

del virione avviene senza nessun effetto citopatico, la<br />

replicazione e il processo <strong>di</strong> assemblaggio degli arenavirus<br />

sembra agevolare l’inse<strong>di</strong>amento dell’infezione permanente. Si<br />

crede che l’introduzione dell’infezione da parte <strong>di</strong> molti virus<br />

avvenga sulla superficie delle cellule epiteliali come quelle che<br />

rivestono il tratto respiratorio e gastro-intestinale. Non si sa se<br />

l’ingresso e il rilascio dell’are-navirus dalle cellule epiteliali<br />

avvenga o sulla superficie apicale o su quella basolaterale<br />

della cellula. La modalità e il rilascio <strong>di</strong> questi virus in termini <strong>di</strong><br />

patogenesi dell’infezione virale non è ancora nota.<br />

MECCANISMO DI TRASMISSIONE<br />

Le modalità <strong>di</strong> trasmissione degli arenavirus all’uomo non sono<br />

ben note, finora sono state esplorate tre possibilità:<br />

1. Aerosol. Gli aerosol derivanti dall’emissione <strong>di</strong> urina<br />

infetta da parte <strong>di</strong> ro<strong>di</strong>tori infettati sono considerati la via<br />

più importante <strong>di</strong> trasmissione degli arenavirus.<br />

Quest’ipotesi è supportata sia da evidenze <strong>di</strong>rette sia<br />

in<strong>di</strong>rette. Stu<strong>di</strong> sull’infezione da arenavirus hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato che l’infezione può essere indotta esponendo<br />

potenziali ospiti a particelle <strong>di</strong> aerosol. Alcune persone<br />

sono state colpite dall’infezione entrando in stanze<br />

contaminate .<br />

Fig. 1 Epidemiologia degli arenavirus nel mondo<br />

FEBBRE DI LASSA<br />

Il virus della febbre <strong>di</strong> Lassa normalmente infetta le vie mucose<br />

umane, i tagli e le abrasioni. Un’incubazione da 1 a 3<br />

settimane precede l’infezione. La manifesta-zione<br />

dell’infezione virale è caratterizzata da sintomi generalizzati<br />

includenti febbre alta, dolore alle artico-lazioni, dolore alla<br />

schiena e mal <strong>di</strong> testa acuto. All’ammissione in ospedale, i casi<br />

più gravi progre<strong>di</strong>-scono con vomito e <strong>di</strong>arrea. Alcuni pazienti<br />

sviluppano gravi edemi polmonari, la sindrome da stress<br />

respira-torio nell’adulto e lo shock ipodermico. Le manifestazioni<br />

neurologiche acute hanno un range compreso tra la<br />

sor<strong>di</strong>tà e l’encefalopatia moderata o severa. Altre<br />

manifestazioni neurologiche includono confusione lieve e<br />

tremori o coma. Il 15-20% dei pazienti esibiscono gravi<br />

emorragie manifestate con gengive sangui-nolente, emorragie<br />

gastrointestinali e congiuntivite emorragica. I casi <strong>di</strong> morte in<br />

pazienti ricoverati in ospedale sono pari al 16%.<br />

FEBBRE EMORRAGICA ARGENTINA E BOLIVIANA<br />

A seguito <strong>di</strong> un’incubazione <strong>di</strong> 20 giorni si sviluppa una<br />

malattia non specifica consistente <strong>di</strong> malessere, febbre alta,<br />

dolore lombare e debolezza addominale. In casi gravi<br />

l’interessamento del SN e gastrointestinale è manifestato con<br />

nausea, vomito, tremori e convulsioni. Infatti il 50% dei pazienti<br />

ha sintomi neurologici acuti come tremori alle mani e alla<br />

lingua. In contrasto con la febbre <strong>di</strong> Lassa, la febbre<br />

emorragica è frequente. C’è il 15% <strong>di</strong> morte in AHF e il 60% in<br />

BHF. I casi <strong>di</strong> morte <strong>di</strong>mostrano collassi vascolari e shock<br />

ipotensivo.<br />

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O.E. Varnier<br />

ha attività polimerasica. Poichè le estremità 5’ <strong>di</strong> entrambi i<br />

segmenti L ed S contengono RNA+, sono considerati virus ad<br />

RNA con polarità bi-valente, tuttavia non hanno attività <strong>di</strong><br />

traduzioneproteica, in quanto le estremità 5’ sono strettamente<br />

legate alla proteina N e non hanno il Cap. Le sequenze<br />

co<strong>di</strong>ficanti presenti in queste rregioni sono espresse da RNAm<br />

trascritti dall’estremità 3’ del filamento complemen-tare, che è<br />

un interme<strong>di</strong>o replicativo. Mentre le sequenze co<strong>di</strong>ficanti delle<br />

regioni senso sono espresse da RNAm trascritti <strong>di</strong>rettamente<br />

dalla estremità 3’ del genoma.<br />

Fig.2 Schema <strong>di</strong> un arenavirus<br />

MORFOLOGIA<br />

I virioni sono provvisti <strong>di</strong> pericap-side ed hanno forme<br />

pleiomorfe frequentemente sferiche, con <strong>di</strong>ametri <strong>di</strong> 50-300<br />

nm. Le spine, che sono costituite da 2 glicoproteine (G1 e G2),<br />

sono irregolari nella forma e nella <strong>di</strong>stibuzione. All’interno si<br />

osservano due strutture circolari (nucleocapsi<strong>di</strong>) <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

<strong>di</strong>verse e contenenti una singola molecola <strong>di</strong> RNA.<br />

Caratteristica è la presenza <strong>di</strong> ribosomi, inglobati nel virione<br />

durante la maturazione, che conferiscono un aspetto<br />

sabbioso (dal latino arenaceus = sabbioso).<br />

Le principali proteine maggiori del nucleocapside, che sono<br />

simili nella forma e nella funzione in tutti gli arenavirus, sono<br />

tre: la nucleoproteina N costituisce circa il 70% delle proteine<br />

totali, possiede <strong>di</strong>versi determinati antigenici ed ha una attività<br />

protein-chinasica nel LCMV. Il virione contiene il 20% <strong>di</strong> lipi<strong>di</strong> e<br />

il 2% <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> nucleici.<br />

Fig 4. Genoma degli arenavirus<br />

NUCLEOCAPSIDE<br />

Il Nucleocapside è costituito da due strutture circolari chiuse <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni (640-1300 nm). Ognuna <strong>di</strong> queste classi a<br />

sua volta corrisponde ad una <strong>di</strong>versa classe <strong>di</strong>mensionale del<br />

genoma ad RNA. I nucleo-capsi<strong>di</strong> sono <strong>di</strong> 3 o 4 nm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro<br />

e mostrano un aspetto a filo <strong>di</strong> perle che suggerisce la<br />

presenza <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> subunità globulari<br />

Fig. 3. Virione al microscopio elettronico<br />

GENOMA.<br />

Il genoma degli arenavirus è ad RNA a polarità negativa,<br />

presente in due segmenti subgenomici designati L (large<br />

2,4x10 bp) e S (small 1,3x10 bp). Ogni segmento è composto<br />

da due moduli <strong>di</strong> lettura non-sovrapposti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa polarità.<br />

L’estremità 5’ del segmento S co<strong>di</strong>fica il precursore della<br />

glicoproteina, mentre quella <strong>di</strong> L la proteina Z. L’estremità 3’ <strong>di</strong><br />

S co<strong>di</strong>fica la proteina N, mentre quella <strong>di</strong> L la proteina L, che<br />

Fig 5. Schema della trascrizione e traduzione degli<br />

arenavirus.<br />

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RIBOSOMI<br />

Una caratteristica <strong>di</strong>stintiva degli arenavirus è la presenza <strong>di</strong><br />

strutture interne <strong>di</strong> tipo granulare <strong>di</strong> 20-25 nm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro. Da<br />

questo aspetto granulare deriva il nome del virus. Si ritiene che<br />

questi componenti interni siano ribosomi derivati da cellule<br />

ospiti. I ribosomi virali sono in<strong>di</strong>stinguibili da quelli delle cellule<br />

non infettate, contengono le subunità ribosomiali 60, 40, 28 e<br />

18S e sono capaci <strong>di</strong> effettuare la sintesi proteica. Non sono<br />

un componente essenziale delle particelle infettive. Si ritiene<br />

che i ribosomi possano essere incorporati nei virioni durante il<br />

processo <strong>di</strong> replicazione come il risultato <strong>di</strong> una mancanza <strong>di</strong><br />

specificità nel processo <strong>di</strong> assemblaggio.<br />

REPLICAZIONE<br />

Gli arenavirus producono progenie virale con una minima<br />

perturbazione della cellula ospite. Il ciclo <strong>di</strong> replicazione è<br />

lento e spesso sono necessari 2/3 giorni per avere la massima<br />

produzione del virus. La bassa velocità <strong>di</strong> replicazione e<br />

l’incapacità <strong>di</strong> utilizzare parte delle sintesi macromolecolari<br />

dell’ospite (in genere non danno effetto citopatico) hanno<br />

ostacolato la compren-sione dei dettagli molecolari della<br />

riproduzione. L’adsorbimento alla cellula ospite avviene<br />

probabil-mente tra una glicoproteina del pericapside ed un<br />

recettore cellulare, ma non è noto quale glicoproteina del virus<br />

sia coinvolta nei fenomeni <strong>di</strong> fusione delle membrane. Sono<br />

stati ipotizzati due possibili mecca-nismi tramite i quali avviene<br />

l’ingresso della ribonu-cleoproteina nel citoplasma, che sono:<br />

1. la fusione del pericapside virale con la membrana<br />

plasmatica, fenomeno me<strong>di</strong>ato da una glicoproteina virale.<br />

2. fagocitosi del virione seguita dalle fusioni delle membrane<br />

del pericapside virale e del fago-soma.<br />

La trascrizione inizia al terminale 3’ dei due RNA (S e L), che<br />

sono a polarità negativa, e si ottengono rispettivamente le<br />

proteine N e L, previa formazione <strong>di</strong> mRNA corrispondenti<br />

(trascrizione primaria). Tali proteine determinano aumentati<br />

livelli <strong>di</strong> trascrizione dell’RNA. Quin<strong>di</strong> sono trascritti e tradotti i<br />

geni delle glicoproteine (RNA S) e del gene S (RNA L).<br />

Utilizzan-do i filamenti positivi quali stampi si formano gli RNA<br />

negativi, insieme alle proteine strutturali, ed il tutto viene<br />

assemblato nel virione. La latenza tra assorbi-mento e<br />

penetrazione e la produzione <strong>di</strong> una progenie virale è <strong>di</strong> 3/8<br />

ore, il tempo <strong>di</strong> massima produzione virale <strong>di</strong>pende dalla<br />

temperatura (36°C) e dalla quanti-tà infettante (molteplicità<br />

d’infezione), con un picco dopo 36 ore dall’infezione.<br />

In esperimenti condotti con inibitori della sintesi proteica, solo<br />

l’mRNA per la nucleoproteina è stato trovato acumulato nella<br />

cellula infetta. Si è visto che per molti arenavirus stu<strong>di</strong>ati, la<br />

sintesi delle glicopro-teine non è necessaria all’inizio<br />

dell’infezione, quando vengono sintetizzate le proteine N e L.<br />

La sintesi dell’mRNA per le glicoproteine avviene usando<br />

come stampo l’interme<strong>di</strong>o replicativo dell’RNA (RNA+).<br />

Nell’instaurarsi <strong>di</strong> una infezione persistente pare importante un<br />

rallentamento o ad<strong>di</strong>rittura un arresto della sintesi delle<br />

O.E. Varnier<br />

glicoproteine e dei loro mRNA. In vitro è stato osservato che le<br />

cellule con infezione persistente presentano scarse<br />

glicoproteine e una bassa produzione <strong>di</strong> particelle virali, ma<br />

una elevata quantità <strong>di</strong> nucleocapsi<strong>di</strong> nel plasma<br />

.<br />

NH 2 ------------GPC---------------COOH<br />

CLIVAGGIO<br />

NH 2 ---G1---COOH NH 2 -----G2----COOH<br />

In vivo invece questo non è confermato. La mancata sintesi <strong>di</strong><br />

glicoproteine può essere un meccanismo per eludere il<br />

sistema immunitario, tuttavia la proteina N è espressa sulla<br />

superficie delle cellule ed è antigenica. La massima<br />

produzione <strong>di</strong> nucleoproteine si ha 48-72 ore dopo l’infezione<br />

mentre la massima produzione <strong>di</strong> glicoproteine si ha 60 ore<br />

dopo, dopo<strong>di</strong>chè la produzione inizia a declinare.<br />

Viene prodotto un unico polipeptide (la glicoproteina GPC),<br />

successivamente clivato per dare origine alle glicoproteine G1<br />

e G2, entrambe espresse sulla superficie del virione maturo.<br />

G1 e G2 derivano rispettivamente dalla porzione<br />

amminoterminale e da quella carbossiterminale <strong>di</strong> GPC.<br />

Non è noto cosa induca il passaggio dalla trascrizione primaria<br />

(cioè produzione <strong>di</strong> mRNA, N e L) alla trascrizione secondaria<br />

(produzione <strong>di</strong> RNA negativo e delle glicoproteine). Gli inibitori<br />

della sintesi del DNA non hanno effetto sulla replicazione<br />

virale. L’actinomicina e l’alfa-amantina sembrano impe<strong>di</strong>re le<br />

fasi finali dello assemblaggio, ma non la sintesi proteica virale.<br />

È noto che il virus gemma attraverso la membrana plasmatica<br />

ma nulla è noto su tali processi maturativi.<br />

DIAGNOSI<br />

Diagnosi precoce. Una <strong>di</strong>agnosi precoce è essenziale per il<br />

trat-tamento <strong>di</strong> malattie come la Febbre <strong>di</strong> Lassa perchè prima<br />

inizia il trattamento dopo l’infezione, migliori sono le probabilità<br />

<strong>di</strong> sopravvivenza. Uno stu<strong>di</strong>o del 1986 sul trattamento della<br />

febbre <strong>di</strong> Lassa con ribavirina mostrò che se il livello <strong>di</strong> AST<br />

nel siero del paziente era oltre un valore soglia e/o se c’era<br />

viremia, il paziente aveva maggiori probabilità <strong>di</strong> decesso. È<br />

pure importante la <strong>di</strong>agnosi conclusiva, poichè i primi sintomi<br />

<strong>di</strong> febbre emorragica possono coincidere con quelli della<br />

malaria, tifo e influen-za, per le quali le cure <strong>di</strong>fferiscono<br />

totalmente. I meto<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zio-nali <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi sono:<br />

1. Isolamento del virus: è il modo <strong>di</strong>retto per la<br />

determinazione del virus. Viene prelevato un campione <strong>di</strong><br />

siero, probabilmente conte-nente il virus che viene fatto<br />

crescere in coltura. Vengono impiegati anticorpi fluorescenti<br />

per l’identificazione del virus. Poichè<br />

frequentemente i virus isolati sono letali, le prove <strong>di</strong><br />

isolamento virale devono essere effettuate in laboratori<br />

attrezzati in quanto è elevato il rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong> infezioni<br />

accidentali. Esso richiede circa una settimana per il<br />

completamento.<br />

2. Rilevamento <strong>di</strong> anticorpi specifici: Si ricerca la presenza<br />

<strong>di</strong> anticorpi specifici per il virus me<strong>di</strong>ante prove <strong>di</strong><br />

immunofluorescenza o <strong>di</strong> neutralizzazione.<br />

PREVENZIONE E TRATTAMENTO<br />

Due sono le vie seguite:<br />

A. Controllo dei ro<strong>di</strong>tori: gli ospiti naturali della maggior<br />

parte degli arenavirus sono i ro<strong>di</strong>tori (ratti, topi, ecc.).<br />

Infatti in una epidemia più del 30% dei ro<strong>di</strong>tori può essere<br />

infettato da arenavirus. Una volta infettati i ro<strong>di</strong>tori, che<br />

<strong>di</strong>ffondono l’infezione tramite le urine. Il meto-do migliore<br />

per porre limitare la <strong>di</strong>ffusione della infezione da<br />

arenavirus, è <strong>di</strong> eliminare la presenza <strong>di</strong> ro<strong>di</strong>tori nelle<br />

abitazioni.<br />

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O.E. Varnier<br />

Fig. 7 Ciclo vitale degli arenavirus<br />

B) Vaccinazione: produrre vaccini in grado <strong>di</strong> attenuare la<br />

virulenza degli arenavirus o <strong>di</strong> proteggere dall’infezione è<br />

attualmente quasi impossibile. La biologia molecolare<br />

degli are-navirus è poco nota ed inoltre solo in alcuni<br />

laboratori sono attrezzati con livelli <strong>di</strong> sicurez-za tali da<br />

consentire <strong>di</strong> effettuare esperimenti. Un potenziale<br />

vaccino, preparato con il virus vaccinico mo<strong>di</strong>ficato per<br />

esprimere il gene co<strong>di</strong>ficante la glicoprot eina del virus <strong>di</strong><br />

Lassa, ha indotto protezione nelle cavie e nelle scimmie.<br />

TERAPIA<br />

Il farmaco <strong>di</strong> scelta è la ribavirina, che ha una maggior<br />

efficacia se somministrato precocemente.<br />

Aggiornato il 7 gennaio 2007<br />

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