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BELLA VITA present: Do you remenber the pirate radio by Bruno Baldassarri

Donna Impresa Magazine/Bella Vita: Do you remenber the pirate radio? tutto su http://www.donnaimpresa.com con Bruno Baldassarri alias Captain Jack, Leonardo Rececconi, Stefano Castori, Willy Frenquellucci, Mario Mazzaferro, Nicolino Sassi, Fabrizio Eugeni, Fabio Castori e Fabio Di Fabio. Sergio Menghini e Viola Valentino http://www.captainjack.it

Donna Impresa Magazine/Bella Vita: Do you remenber the pirate radio? tutto su http://www.donnaimpresa.com con Bruno Baldassarri alias Captain Jack, Leonardo Rececconi, Stefano Castori, Willy Frenquellucci, Mario Mazzaferro, Nicolino Sassi, Fabrizio Eugeni, Fabio Castori e Fabio Di Fabio. Sergio Menghini e Viola Valentino http://www.captainjack.it

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DOYOU<br />

THE <strong>pirate</strong> RADIO<br />

“Tutti ti dicono di stare con i piedi per terra, di non sognare ad occhi aperti e di<br />

vivere la vita con razionalità. Prima sei troppo giovane per farlo e poi sei troppo<br />

vecchio per cambiare tutto!!!. Ti sei mai chiesto perché? Il perché è semplice... se<br />

tutti smettessimo di voler navigare in acque tranquille, il mondo sarebbe finalmente<br />

pieno di pirati. Noi siamo gli antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli<br />

antipatici. Noi siamo gli Antagonisti ... Noi siamo pirati. Parola di Capitano ...<br />

”<br />

rubrica a cura<br />

<strong>Bruno</strong> Romano <strong>Baldassarri</strong> alias Captain Jack<br />

nella foto: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo<br />

(inricordodiLeo)<br />

“Tu forse non lo sai ma chi, come me, ha scelto di abitare in un piccolo appartamento,<br />

sa cosa vuol dire avere esigenze di spazio. O perlomeno sa che cosa significhi non<br />

avere “un luogo” dove riporre tutto quanto abbia un valore simbolico circa il nostro<br />

vissuto. Capita allora che le cose vengano assiepate ovunque capiti, pur di non<br />

smarrirle. Ed è così che ieri pomeriggio al fine di trovare “degna dimora” all’ennesima<br />

serie di CD appena acquistati da un sito on-line, un’altra di quelle destinate a dare<br />

continuità alla mia collezione privata, che ho deciso di metter mano alla mia libreria.<br />

Nel creare spazio, eliminando cianfrusaglie degne delle tasche di “Eta Beta”, la mia<br />

attenzione cade su una audiocassetta di colore grigio-nero. Nessuna annotazione,<br />

nessuna lista di titoli di canzoni <strong>present</strong>i al suo interno, solo una data: 17 Maggio<br />

1979. Anche la cassetta, a guardarla bene, non è una normale cassetta: è la mitica<br />

Memorex C120 al Cromo, quelle che si aprivano come i Ciack dei registi e ne<br />

riproduceva il suono. Così come anche la data, non è una data a caso, infatti il 17<br />

Maggio è il giorno del mio compleanno… ma riguardo al contenuto, gran mistero.<br />

Preso dalla curiosità, demagnetizzo la piastra del mio impianto stereo (nell’era digitale<br />

chi ascolta più le cassette?), introduco il nastro, e schiaccio … Play. Due secondi e la<br />

cassetta parte ….“Radio Milano International … H(iiiiii)it Parade!” (E’ un jingle)<br />

L’introduzione o, se vogliamo, la parte pre-registrata di una trasmissione classica e<br />

popolarissima di quel periodo. Poi, una voce ….“Vista la condizione in cui si trovava 7<br />

giorni fa (la hit parade), abbiamo somministrato mega-dosi di aspirina alla nostra<br />

astronave durante quest’ultima settimana ed oggi i nostri turbogetti ci permetteranno<br />

ancora una volta di viaggiare velocissimi … !!!!!” … Sei tu!! Il mitico Leonardo Re<br />

Cecconi, per i tantissimi “Leopardo”, uno dei miti della mia gioventù (come ricorderai,<br />

le <strong>radio</strong>, cosiddette “pirata” hanno prodotto in quel tempo una vera e propria<br />

rivoluzione sociale e nuovi modi di esprimersi e di comunicare). Istantaneamente, un<br />

nodo alla gola. Molti ricordi in quell’istante si sovrappongono nei miei pensieri … i“salti<br />

mortali” che facevo con i miei amici per ricevere il segnale di Radio Milano<br />

International: partenza in bici da casa direzione colle San Lorenzo, munito di<br />

<strong>radio</strong>registratore Sony per ascoltare e registrare la hit parade di RMI la mitica “Soul<br />

Train Disco Dance”. La tua voce inconfondibile resterà sempre impressa nelle mia<br />

mente, ora anche grazie a questo cimelio. Vorrei che tu sapessi , ed ecco perché sono<br />

qui a scriverti, che sei stato sempre la mia fonte continua di ispirazione nel mio vagare<br />

nel mare dell’etere, l’esempio irraggiungibile. Ricordo in particolare un episodio di cui<br />

tu probabilmente non conserverai memoria, o che comunque certamente non<br />

rammenterai con la mia medesima intensità … ovvero quando, in occasione della<br />

Fiera Campionaria di Milano, nel lontano 1978, ti ho conosciuto. Ricordo come fosse<br />

ieri quel giorno quando, partenza di buon’ora con un mio amico, venimmo a visitare lo<br />

stand di Radio Milano International. Fosti proprio tu a venirci incontro … umilmente…<br />

così come farebbe un amico, non un mito, perché quello eri, e sei, nell’immaginario<br />

collettivo. Ti dirò di più, tale era la genuinità nel modo di porgerti che avvertii subito un<br />

senso profondo di condivisione, di fiducia, tanto da chiederti un consiglio, così come si<br />

fa con un fratello maggiore insomma. Palese che in quel momento mi aspettassi<br />

sincerità, sebbene sperassi in cuor mio, sono sincero, di ricevere un tuo plauso perché<br />

quello, in quel preciso momento della mia vita, sarebbe servito a rinvigorire il mio<br />

sogno: diventare un deejay-voice. E fu così che porgendoti il mio inseparabile<br />

walkman con la registrazione di un mio programma (già in produzione a Radio Cosmo<br />

International, la <strong>radio</strong> con cui ho iniziato il mio percorso <strong>radio</strong>fonico), dopo aver<br />

ascoltato uno stralcio di quel nastro mi dicesti: “Il mondo non era ancora pronto ad<br />

accogliere un’altra astronave, ma che nell’oceano dell’etere ci sarebbe sempre stato<br />

un veliero pronto ad accogliere un capitano coraggioso di provarci”. Da quel giorno<br />

smisi di essere <strong>Bruno</strong> <strong>Baldassarri</strong> e diventai, <strong>radio</strong>fonicamente parlando, Captain<br />

Jack. Grazie di tutto, Maestro”.<br />

scritto in un momento di commossa nostalgia il 17/12/2013<br />

Jack<br />

soultraindiscodance<br />

Leopardo è prematuramente scomparso (era nato nel 1953)nel gennaio 2004 a<br />

causa di un male incurabile, in silenzio ed in punta di piedi, quasi a non voler<br />

disturbare nessuno … ma lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile. Oggi di<br />

lui rimane il ricordo, un ricordo che perpetuerà in eterno, perché i “Miti” non<br />

muoiono mai.<br />

<strong>by</strong> www.CAPT<br />

CaroamicotiscrivoAIN JACK.it<br />

ELLA<strong>VITA</strong><br />

voice & fashion 2013/14<br />

www.donnaimpresa.com 103


Radio Fermo uno - Fermo<br />

Comenasceuna<strong>radio</strong>libera<br />

<strong>the</strong>history<br />

«Amo la <strong>radio</strong> perché arriva dalla gente / entra nelle case e ci parla direttamente / se una<br />

<strong>radio</strong> è libera, ma libera veramente / piace ancor di più perché libera la mente»...<br />

Dalla metà degli anni '60 stava montando nei giovani in tutta Europa una<br />

voglia di <strong>radio</strong>, intesa come sorgente di intrattenimento, musica e anche<br />

informazione non controllata dai vari governi. Nel paese europeo leader allora<br />

nella libertà e nel progresso dei costumi, la Gran Bretagna, questa voglia era<br />

stata soddisfatta dalle cosiddette <strong>radio</strong> pirata (Radio Caroline, Radio Veronica)<br />

e la stessa cosa avveniva in altri paesi del Nord Europa.<br />

La Rai, in Italia rispose a questa esigenza lanciando nel proprio<br />

palinsesto programmi decisamente di “rottura” alla tradizionale<br />

programmazione ingessata: trasmissioni come Bandiera Gialla, Per voi<br />

giovani, Alto gradimento, Hit-Parade, Supersonic, sono ancora vive nei<br />

ricordi degli odierni 60enni. Come peraltro fece la BBC con le storiche<br />

trasmissioni musicali Ready Steady Go!, Saturday Club o Top Of The<br />

Pops. Una seconda opportunità per i ragazzi italiani era rap<strong>present</strong>ata<br />

da due <strong>radio</strong> straniere che trasmettevano<br />

in lingua italiana, e che avevano iniziato<br />

una programmazione orientata ai giovani e<br />

alla musica, con un linguaggio dinamico e<br />

del tutto nuovo, era Radio Montecarlo (che<br />

trasmette dal marzo del 1966 dal<br />

principato di Monaco, diretta da Noel<br />

Coutisson con ai microfoni deejay che<br />

sarebbero stati imitati per i 30anni<br />

successivi, come il grande Herbert Pagani,<br />

Robertino, Federico L'Olandese Volante,<br />

Awanagana, Luisella Berrino). Unica<br />

grande limitazione di Radio Montecarlo, la<br />

trasmissione in onde medie, con un<br />

trasmettitore potentissimo, si, ma ricevibile<br />

solo sulla costa tirrenica del nostro paese.<br />

Insieme a Radio Capodistria (sul versante<br />

istrano), era una <strong>radio</strong> che proponeva un<br />

nuovo stile di conduzione, vivace,<br />

spezzato nel ritmo, che sarebbe stato poi<br />

assorbito dalla RAI con il celebre<br />

programma Supersonic. A parte queste<br />

due realtà “anomale” , c'era anche<br />

qualcosa che la <strong>radio</strong> ufficiale non poteva<br />

permettersi o permettersi solo in parte, la<br />

comunicazione bidirezionale attraverso la<br />

sinergia con il telefono: Salvo forse un<br />

unico caso: "Chiamate Roma 3131", dove<br />

però cose tipo “dedico questo disco a<br />

Mariaconamore,oaNonna Pina perché<br />

guarisca in fretta” non erano certo<br />

consentite. All’inizio degli anni '70 si crearono le condizioni per la<br />

<strong>radio</strong>fonia privata nei principali paesi europei, con l'Italia in prima fila per<br />

numero di emittenti e numero di ascoltatori . Questo faceva seguito alle<br />

dure contestazioni del 68’ e successivamente del 72, anni in cui la voce<br />

operaia e giovanile fece tremare e cadere numerosi governi. Nelle<br />

rivendicazioni di quegli anni c’era il grande desiderio di crescita della<br />

libertà individuale, ed oggi possiamo dirlo, anche il desiderio di poter<br />

scegliere in autonomia le fonti di informazione. Già dal 1974 l'attacco al<br />

Disco Menia Radio Cosmo International<br />

<strong>by</strong> Captain Jack & Fabrizio Eugeni<br />

monopolio in Italia era nell'aria e numerosi operatori si stavano<br />

preparando a sfidare la legge e incunearsi nelle sua contraddizioni. La<br />

prima in assoluto ad iniziare le trasmissioni è stata Radio Parma, il 1<br />

gennaio del 1975. Protagonisti della storica iniziativa sono stati Virgilio<br />

Menozzi, l'imprenditore che finanziò l'avventura (poi protagonista anche<br />

della nascita di Radio Roma), il giornalista Carlo Drapkind che ne era il<br />

direttore responsabile e l'esperto <strong>radio</strong>amatore di Parma Marco Toni<br />

che curò e realizzò la parte tecnica, mettendo<br />

in funzione un trasmettitore di potenza<br />

relativamente limitata (22W) ma sufficiente per<br />

coprire la maggior parte della città emiliana. Il<br />

palinsesto, come per tutte le <strong>radio</strong> dei primi<br />

tempi, era assai completo e debitore del<br />

modello RAI, con programmi di informazione,<br />

approfondimenti e cronache locali. Dai<br />

microfoni di Radio Parma sono usciti alcuni<br />

operatori che hanno poi fatto carriera in altre<br />

<strong>radio</strong> o altri settori, come Gabriele Majo o<br />

Mauro Coruzzi, diventato poi celebre, non solo<br />

nel mondo della <strong>radio</strong>, con lo pseudonimo e il<br />

travestimento di Platinette. Segui Radio<br />

Milano International (marzo 1975) e Radio<br />

Roma (16 giugno 1975). Tre <strong>radio</strong> che<br />

continuano a trasmettere ancora oggi, (Radio<br />

Milano International è ora Radio 101 One O<br />

One). In pochi anni, o forse pochi mesi, tutte le<br />

frequenze disponibili, almeno nelle grandi<br />

città, vennero occupate da decine di <strong>radio</strong><br />

libere, anzi non era frequente il caso di<br />

frequenze occupate da due <strong>radio</strong>, di <strong>radio</strong> che<br />

trasmettevano volutamente fuori dalle regole,<br />

in sovramodulazione, per sopravanzare le<br />

altre <strong>radio</strong> vicine e che, anche in un'area<br />

contigua, trasmettevano sulla stessa<br />

frequenza. Per coprire le ventiquattrore<br />

naturalmente la musica era fondamentale.<br />

Sarebbe stato difficile riempire il palinsesto<br />

soltanto con trasmissioni autoprodotte, con<br />

inchieste giornalistiche o con tutte le altre tipologie di trasmissioni che<br />

faceva tipicamente la <strong>radio</strong> di Stato, quindi il palinsesto della <strong>radio</strong> libere<br />

era essenzialmente costituito da musica di vari generi e stili, strutturata<br />

per rubriche (la rubrica di musica classica e di jazz, l'immancabile<br />

rubrica di musica lirica, e così via), naturalmente tanto rock, tanti<br />

cantautori, e la musica del momento. La selezione tra le <strong>radio</strong> però non<br />

è stata tale da liberare le frequenze, e l'affollamento <strong>radio</strong>fonico degli<br />

inizi è rimasto poi cristallizzato per sempre, insieme alla confusione e<br />

MARIO<br />

MAZZAFERRO<br />

"Erano gli anni ’70, si ritornava a casa<br />

dalla scuola in pullman ed il sabato si<br />

poteva ascoltare alla <strong>radio</strong> nazionale le<br />

prime classifiche <strong>radio</strong>foniche ed i primi<br />

brani rock e funky d’oltreoceano,<br />

l’emozione e l’attesa era sempre molta. La<br />

notte prima di addormentarsi ci si<br />

sintonizzava sulle frequenze di Radio<br />

Luxembourg e ci si cullava sulle note<br />

fantastiche di quelle musiche e quelle voci<br />

di DJ che stavano cambiando la nostra<br />

vita e i nostri gusti. Caso volle che nel<br />

1974 sotto la palazzina dove abitavo<br />

nacque una discoteca, il Disco Faleria,<br />

quella delle piccole discoteche era una<br />

moda che in quel periodo si allargò in molti<br />

paesi dell’entroterra fermano, in quel<br />

contesto i miei pomeriggi li dedicavo<br />

anche ad origliare dalle uscite di sicurezza del locale per ascoltare i primi rudimentali<br />

mixaggi del Dj che provava le scalette e le novita’ d’importazione che nella discoteca<br />

venivano lanciate per prime, prima ancora della <strong>radio</strong> ufficiale. Da lì a poco, frequentando<br />

la discoteca, stando sempre piu’ spesso, prima appoggiato alla consolle, poi entrando al<br />

suo interno per curiosare facendo amicizia col Dj “compaesano”per giunta, entrai nelle<br />

grazie della dirigenza e iniziai a fare il secondo, era solo per i lenti , ma il grande passo<br />

venne fatto. Prosegui con Il Francis Club era il 1975, locale piu esclusivo poco piu’ lontano<br />

dal mio paese di li a poco come Dj ufficiale. Nel frattempo, gli studi superiori in Fermo mi<br />

portarono a conoscere alcuni ragazzi che mi proposero di entrare in uno staff di Dj<br />

<strong>radio</strong>fonici per condurre una trasmissione presso gli studi di Radio Fermo Uno, una locale<br />

<strong>radio</strong> emergente. Mettemmo su un programma condotto una volta a testa dalle 14,00 alle<br />

15,00 di ogni giorno durante la settimana mentre il sabato a rotazione vi era una classifica<br />

dei meglio brani graditi dagli ascoltatori. Nacquero cosi La Open Sesame e la Trans Disco<br />

Dance. Assieme a me il compianto Mario Rossetti nostro mentore ed ispiratore, Willy<br />

Franchellucci, Angelo Traini, Gianni Belletti. La passione sopra ogni cosa per la musica ci<br />

uni per diversi anni, i brani venivano suonati dalla nostra consolle tappezzata di cartoni per<br />

le uova (prima forma di insonorizzazione) si mixava con piatti Thorens senza regolazione<br />

con a supporto i primi “Bobinoni” Revox e registratori a cassette Teac da dove passavano i<br />

Jingle pubblicitari che venivano montati su cassette a nastro con molto lavoro di “pause e<br />

rec.” Le nostre passioni ebbero molti riscontri di apprezzamenti e notorietà che in quel<br />

periodo ci imbarazzavano non poco , non eravamo pronti e preparati ad essere additati<br />

come star, cosa che oggi viene cercata da molti partendo anche dalla più piccola<br />

pubblicazione su FB. Ci sarebbe molto da dire , ma manca lo spazio per farlo, la Radio<br />

che ricordo nacque cosi, poche cose , pochi amici , molta tenacia e tutto questo creo’ un<br />

mondo fatto di sogni e passioni oggi non piu’ replicabili. La tecnologia, la multimedialita’, i<br />

social network, nulla potranno fare per evocare le palpitazioni pioneristiche che quel tempo<br />

ha creato e ci ha lasciato.<br />

WILLYFRANQUELLUCCI<br />

Radio Fermo uno - Fermo<br />

"La voce roca, a volte stridula ma quasi sempre imponente e spesso soffocata dal suo<br />

stesso impeto....è proprio lui Leonardo Re Cecconi per i più Leopardo voce storica di<br />

Radio Milano International il vero e indiscusso numero uno, maestro e mito della mia<br />

gioventù <strong>radio</strong>fonica. Ricordo le peripezie che facevo per ascoltare e registrare il Soul<br />

Train quando nel lontano 1977 mi trovavo a Milano per il servizio militare. Ancora oggi<br />

riascoltando le sue trasmissioni <strong>radio</strong>foniche dalle vecchie cassette TDK (conservate con<br />

cura maniacale) mi vengono i brividi,lo spettacolo era lui nel suo modo di annunciare<br />

ogni brano,il suo stile era inenarrabile e affinchè lo si possa capire a fondo occorre<br />

ascoltare la sua<br />

performance poichè non<br />

ci sono parole adeguate<br />

per descriverla. Tutti<br />

hanno cercato di imitare<br />

e trovare ispirazione da<br />

quello che è stato il<br />

miglior dj <strong>radio</strong>fonico<br />

italiano. Leopardo è<br />

stato unico speciale e<br />

irripetibile.Grazie Leo<br />

per quanto ci hai dato. Il<br />

ruggito continua..."<br />

alla sovrapposizione di frequenze,<br />

regolamentate dalla legge Mammì degli anni<br />

'80, ma tutt'ora in attesa di applicazione. Nel<br />

1976 aprire una <strong>radio</strong> in Italia era una<br />

operazione al limite della legalità, anche se,<br />

come si vede nel seguito, assai frequente e<br />

destinata ad espandersi ulteriormente.<br />

<strong>Do</strong>ve prima trasmettevano tre <strong>radio</strong>, più<br />

Radio Vaticana e Radio Montecarlo, Radio<br />

San Marino e Radio Capodistria, ora<br />

trasmettevano più di 100 <strong>radio</strong>, e mentre le<br />

trasmissioni musicali sulle <strong>radio</strong> di stato<br />

arrivavano a due tre ore al giorno, le <strong>radio</strong><br />

libere coprivano con la musica (trasmissioni<br />

o nastri pre-registrati) anche l'ottanta per<br />

cento della programmazione. Insomma una<br />

moltiplicazione delle trasmissioni di musica,<br />

una moltiplicazione dei generi di musica<br />

trasmessi, una moltiplicazione dei musicisti<br />

che trovavano uno sbocco su una qualche<br />

<strong>radio</strong>, e quindi un aumento della vendita di<br />

dischi, della copia di dischi, allora su<br />

cassetta, insomma la stessa situazione di<br />

ora, con le <strong>radio</strong> al posto di Napster o<br />

Winmx, E-mule, Torrent … ecc. le cassette al<br />

posto dei CD-ROM e dei masterizzatori.<br />

L'unica differenza è che ora le vendite di<br />

dischi diminuiscono del 10% all'anno mentre<br />

allora aumentavano in percentuale anche<br />

maggiore. Teoricamente la musica da<br />

trasmettere doveva essere comunicata alla<br />

società autori ed editori, a cui doveva essere<br />

spedita la scaletta di ogni giorno di<br />

trasmissione, e alla quale dovevano essere<br />

versati i diritti per le trasmissioni.<br />

Naturalmente nessuna <strong>radio</strong> libera si<br />

sognava di versare diritti, anche perché in<br />

generale erano autofinanziate e chi vi<br />

lavorava, non solo lavorava gratuitamente,<br />

ma contribuiva anche ai costi fissi della <strong>radio</strong>,<br />

che erano poi soltanto attrezzature (antenna<br />

e altro) e costo dei locali, se non si era<br />

ospitati da qualche organizzazione. Nel 1976<br />

la Corte Costituzionale tornò sull'argomento<br />

per rispondere a numerose eccezioni di<br />

incostituzionalità o richieste di parere di<br />

pretori di tutta Italia e dichiarò inammissibili,<br />

con la storica sentenza 202/1976 del 28<br />

luglio 1976, le parti delle leggi in vigore che<br />

vietavano le trasmissioni in ambito locale,<br />

confermando la interpretazione estensiva<br />

della legge 103/1975 e dando il via definitivo<br />

alla <strong>radio</strong>fonia privata in Italia. Era questo il<br />

cosiddetto "Far-West dell'etere", tollerato dai<br />

governi degli anni '80. Nella <strong>radio</strong>fonia<br />

privata degli anni 70 il problema era invece<br />

rap<strong>present</strong>ato dall'eccessivo affollamento<br />

nelle grandi città e dalla parallela assenza<br />

totale di un piano delle frequenze, essendo il<br />

quadro legislativo ancora quello dei tempi del<br />

monopolio. A quasi 40 anni di distanza,<br />

nessuno pensa più alle <strong>radio</strong> come <strong>radio</strong><br />

libere, ma solo come <strong>radio</strong> commerciali. E<br />

purtroppo proprio le esigenze commerciali<br />

hanno livellato lo standard verso i gusti<br />

musicali più comuni, e hanno allontanato<br />

ogni velleità di sperimentazione. Mi piace<br />

pensare che un giorno i "pirati" torneranno ...<br />

di <strong>Bruno</strong> Romano <strong>Baldassarri</strong> alias CaptainJack<br />

www.donnaimpresa.com 103


FABIO DI FABIO<br />

Radio Cosmo International - Monsanpietro Morico<br />

Ribelle ed estroverso come il mio caschetto, ero uno di quei ragazzi la cui età consentiva di<br />

acciuffare al volo l'esistenza del periodo delle Radio Libere. Fondai con i miei amici di allora:<br />

Andrea, Maurizio, Mauro ed Emo ,"Radio Eco" che successivamente diventò Radio Cosmo<br />

International (RCI). Un'esperienza fantastica e temo purtroppo irripetibile. Io ero un po' il jolly<br />

della situazione per la mia duttilità... per la mia capacità di prestarmi a ricoprire una moltitudine di<br />

ruoli... un tuttofare, insomma. Aprire una <strong>radio</strong> libera a quei tempi non era difficile, bastava una<br />

piccola modifica al modulatore dell'apparecchio CB, un amplificatore, anche di pochi watt, una<br />

frequenza libera, cioè non ancora occupata da un'altra <strong>radio</strong>, un'antenna, alcune elettroniche<br />

non molto costose come mixer, microfono, cuffie, giradischi, registratore a cassette o<br />

eventualmente a bobine, ma soprattutto un gruppo di amici disposti a coprire le ventiquattrore<br />

della giornata, o perlomeno la maggior parte di esse, perché la prima differenza con la <strong>radio</strong><br />

ufficiale era che la <strong>radio</strong> libera era sempre disponibile e sempre pronta a farti compagnia ma<br />

soprattutto si trasmetteva sempre perché, se la frequenza veniva lasciata libera anche per solo<br />

una mezz'ora, veniva immediatamente occupata da qualche altra <strong>radio</strong>. Per molti, come me, il<br />

fenomeno tutto italiano delle <strong>radio</strong> libere è quello cantato e mitizzato dal cinema in film come “I<br />

cento passi” di Giordana o “Radiofreccia” di Ligabue che hanno rap<strong>present</strong>ato innanzi tutto la<br />

dimostrazione delle potenzialità politiche e di controinformazione della <strong>radio</strong>, in quel periodo; in<br />

secondo luogo, l'espressione delle potenzialità estetiche, amatoriali solo ad origine, di una<br />

programmazione “altra” rispetto a quella dell'allora monopolio di Stato. Una era la <strong>radio</strong> libera<br />

“politica”, l'altro la <strong>radio</strong> libera “estetica”: la prima ha perduto peso, negli anni, preferendo la<br />

politica altre strategie di comunicazione, con poche, radicali eccezioni; la seconda ha plasmato il<br />

fenomeno delle <strong>radio</strong> private commerciali. Non meno importante, e ciò assumendo ad inciso un<br />

verso della poesia di <strong>Do</strong>lci: “Esisto anch’io”, il sottolineare la voglia che c’era da parte di alcuni<br />

giovani di distinguersi dalla massa e andare controcorrente. Il prendere coscienza della coincidenza dell'origine “provinciale” del fenomeno<br />

Radio: a suggerire, senza eccessive difficoltà, che la provincia, poco rap<strong>present</strong>ata dai media d'antan (come oggi, forse: e chissà che Internet<br />

non abbia definitivamente riequilibrato le cose), poteva cullare il nostro desiderio di “libertà”.<br />

NICOLINO SASSI<br />

Radio Canale7eMagic98 Fm - Montappone (Fermo)<br />

"Eravamo non ancora ventenni quando di notte ascoltando “Radio Luxemboug”, ci siamo lasciati convincere dall’idea di creare un <strong>radio</strong> tutta<br />

nostra, che usasse un linguaggio nuovo, fresco, spontaneo, familiare che parlasse di noi, della nuova generazione. Così noi sognavamo,<br />

“ragazzi di ieri”, il nostro futuro, gettando uno sguardo al di là dei confini nazionali! Era davvero inimitabile, inconfondibile e direi del tutto<br />

innovativo il piglio con il quale i dj internazionali sapevano fare <strong>radio</strong>, difficile non innamorasi di quelle voci dal tono caldo e profondo, e la<br />

musica di cui riuscivamo a cogliere, forse solo il ritmo catturava pienamente le nostre più profonde emozioni di giovani in cerca della propria<br />

identità. Sembra strano parlarne oggi come di una “rivoluzione” quella che stavamo per fare, ma è proprio così che tutto è cominciato! Io, e<br />

insieme a me pochi altri amici, volevamo aprire una finestra su quel mondo sconosciuto ai più; le piccole <strong>radio</strong> locali non avevano idea di come<br />

sarebbe cambiato il progetto <strong>radio</strong>fonico di li a qualche anno: anche il pubblico italiano si sarebbe lasciato conquistare dalla melodia briosa<br />

della musica “d’importazione”, i dj sarebbero diventati i veri protagonisti della loro “fascia” quotidiana. Volevamo a tutti i costi questo<br />

cambiamento! Pieni di energia ed entusiasmo, iniziammo a frequentare una <strong>radio</strong> locale, quel tanto per acquisire l’esperienza necessaria che<br />

ci avrebbe poi permesso di camminare da soli verso la realizzazione di un grande progetto. Nel 1978 abbiamo così fondato Radio Canale 7,<br />

una stazione ben strutturata, con attrezzature all’avanguardia, un trasmettitore da 800W e un<br />

palinsesto dove spiccavano programmi innovativi che di lì a poco cominciarono finalmente ad<br />

incuriosire e richiamare l’attenzione di un pubblico sempre più vasto. Dagli esordi del tutto fatto<br />

in casa (ricordo ancora le nottate trascorse in sala registrazione a preparare spot, Jingles e le<br />

mitiche pizze per il non stop music) Radio canale 7 sarebbe diventata MAGIC 98FM. Con il<br />

tempo gli ascoltatori iniziarono a fidarsi di noi, a conoscerci, ad amarci, eravamo riusciti a<br />

creare una <strong>radio</strong> diversa dalla solita “<strong>radio</strong> all’italiana”. I brani musicali internazionali stavano<br />

diventando più familiari a tutti, come familiari erano ormai Jingles realizzati negli States, le voci<br />

di famosi doppiatori cui affidavamo la realizzazione di spot pubblicitari e non ultime le nostre<br />

voci,Nicolino, Fabio, Claudio, Remo e così di tantissimi altri ragazzi e ragazze che con<br />

competenza e professionalità hanno contribuito al successo della <strong>radio</strong> e che ancora oggi<br />

ricordo con molta stima ed affetto. Ho trascorso ben oltre 20 anni delle mia vita dietro ad un<br />

microfono, e il ricordo di questi, oggi mi lascia dentro una forte emozione ed anche un po’ di<br />

nostalgia... per tutti questi anni ringrazio i migliaia di ascoltatori che si sintonizzavano ogni<br />

giorno sulle nostre frequenze e con un pizzico di orgoglio mi piace poter pensare che nel<br />

nostro piccolo siamo stati grandi...!!!"<br />

DEDICATO A LEO<br />

"Un ruggito e… lo spettacolo iniziava. Si, perché parlare di Leopardo e soprattutto ascoltarlo<br />

era come assistere ad uno spettacolo. <strong>Do</strong>tato di una voce inconfondibile, particolare, capace<br />

di adattarla ad ogni disco che proponeva, magari anticipandolo con il suo storico fischio o il<br />

suo canticchiare … era spettacolo puro! Credo ci sia poco da dire, Leonardo è stato un DJ<br />

modello per chi si è cimentato in <strong>radio</strong>. Alla guida della “sua” astronave, dotata di una consolle<br />

dai cursori infuocati, era un fuoriclasse dell’etere, il numero 1. Un ruggisaluto Leo".<br />

STEFANO CASTORI<br />

Radio Onda Picena- Fermo<br />

Era il lontano 1975 quando nasceva Radio Città Campagna, sotto un<br />

garage della circonvallazione nord, a Fermo. Era la prima <strong>radio</strong> italiana<br />

insieme ad una milanese e una anconetana, ed è qui che inizio il mio<br />

percorso <strong>radio</strong>fonico. Il nostro intento era quello di unire la gente, e non<br />

di dividerla come anche oggi troppo spesso accade. Devo dire che<br />

riuscimmo nel nostro buon proposito di creare unità, tanto che la nostra<br />

emittente era seguita da giovani sia di sinistra che di destra legati tra loro<br />

dalla musica. Grande musica, grande gente, grande professionalità.<br />

Essenzialmente Radio Città Campagna rivoluzionò il modo di ascoltare<br />

la <strong>radio</strong> e fece da apripista alle tante molteplici voci libere che seguirono<br />

nell'etere nonostante anche le difficoltà che nacquero, e che erano<br />

inevitabili per quei tempi, soprattutto in relazione a motivi di carattere<br />

tecnico poiché all'epoca non c'era un'industria nazionale specializzata<br />

nella costruzione di apparecchiature <strong>radio</strong>foniche. Si era costretti ad<br />

usare un vecchio impianto valvolare, un residuato bellico… d'altro canto<br />

era anche difficile trovare a Fermo e limitrofe, tecnici specializzati<br />

nell'alta frequenza, tuttavia non ci mancava l'entusiasmo e portammo<br />

ugualmente a termine l'impresa. Uno dei primissimi jingle come sigla, un<br />

percorso singolare attraverso l’esperienza <strong>radio</strong>fonica milanese da me<br />

fatta per circa tre mesi... un passaggio continuo tra <strong>radio</strong>, <strong>present</strong>azioni<br />

di concerti, feci tutta la tournee a quei tempi di Alice, Lino Banfi ecc. I passaggi erano continui nelle <strong>radio</strong>: Radiofermo Uno, Radio One, Radio Sem<br />

Stereocivitanova e Radio City per concludere il mio percorso nell'etere con Radio Onda . Ora riproviamo con il web, Radio Italian Cup. Esperienza<br />

massima (sorride compiaciuto e commosso)le 10 puntate di jazz registrate in Basilicata e mandate in nazionale (c'è un appassionato della Provincia<br />

di Macerata che ha ancora tutte le puntate registrate)... Fra i miei cavalli di battaglia, nella mia primissima esperienza <strong>radio</strong>fonica, Burt Bacharach<br />

che successivamente fu inserito, insieme ad altri, nelle programmazioni dei giovani dell'epoca … (pura follia) eppure con enorme successo. L'amore<br />

per la <strong>radio</strong> non è mai archiviato ci saranno sorprese nel futuro… ancora oggi nel mio cuore vive il ricordo di bellissime esperienze ed io non posso<br />

fare altro che ringraziare tutti quelli che mi ricordano nei bui pomeriggi di club 101.<br />

FABIO CASTORI<br />

Radio Fermo uno - Radio Onda - Fermo<br />

Radio libera. Un concetto giurassico oggi considerato dai più benevoli<br />

vintage, ma allora era completamente rivoluzionario. Bastava avere un<br />

mixer, due piatti e un microfono. Alzavi i cursori, la magia si accendeva e<br />

la tua musica, le tue parole, da una cittadina qualsiasi, volavano<br />

nell’etere fino a Bologna, Firenze, Bari, persino dall’altra parte<br />

dell’Adriatico, in Jugoslavia, in Albania. Non c’erano limiti, perché,<br />

nonostante quell’utopica idea si stesse diffondendo a macchia d’olio,<br />

c’era spazio per tutti e non c’erano davvero confini. Forse allora, noi che<br />

siamo stati protagonisti di quell’avventura, non ci siamo resi conto che<br />

stavamo scrivendo una pagina di storia destinata a cambiare per sempre<br />

il mondo dei media e della comunicazione. A quei tempi ero il cucciolo di<br />

una nidiata di dj e di conduttori <strong>radio</strong>fonici che sarebbero diventati dei<br />

veri e propri miti. Poco più che adolescente, nel 1976, mi ero fatto le<br />

ossa nella <strong>radio</strong> dei rockettari, Radio Città Campagna. Appena un anno<br />

dopo era arrivata la chiamata della <strong>radio</strong> rivale, Radio Fermo Uno, per<br />

entrare a far parte degli speaker del programma cult della musica disco<br />

“Open Sesame”. Queste due emittenti erano state tra le prime <strong>radio</strong><br />

libere italianee-sediuna, oggi, magari qualcuno non conosce neanche<br />

l’esistenza e della seconda si ha un’immagine totalmente diversa da<br />

quella della fine degli anni ’70 - erano due realtà avanguardistiche che<br />

dettavano legge e dispensavano prestigio a chiunque ne facesse parte.<br />

Forse, per la mia età, gli ormoni erano fin troppo <strong>present</strong>i dentro di me e<br />

la mia voce profonda, anomala per un ragazzino, aveva attirato<br />

l’attenzione di quelli che allora erano i numeri uno. Così la mia parola<br />

d’ordine divenne: “ Rabbiusbiccofexendevermoscex”. Era un<br />

divertente scioglilingua inventato da uno degli ideatori di Open Sesame,<br />

il compianto Mario “Marvil” Rossetti. Era privo di senso logico, ma<br />

suonava divinamente. Un po’ come il “Prisencolinensinainciusol” di Celentano. Era stato coniato, mettendo insieme una serie di parole che preferisco<br />

non ripetere. Se Leopardo poteva essere paragonato al Maradona della <strong>radio</strong>, Marvil, purtroppo con fortune alterne, era quanto meno il Roberto<br />

Baggio della situazione: geniale, originale e coinvolgente. A me, a neanche tre mesi dalla sua scomparsa, piace ricordarlo così. Così come mi piace<br />

ricordare quando tutti insieme ci ritrovavamo in sala di registrazione per selezionare quelli che sarebbero stati i successi da suonare alla <strong>radio</strong>.<br />

Perché, strano ma vero, eravamo noi a scegliere - in base alla bellezza del brano - e non le major discografiche, non le multinazionali della musica,<br />

che hanno imposto nell’ultimo ventennio i dischi da passare alla <strong>radio</strong>. Forse citare una strofa scritta da Eugenio Finardi è fin troppo banale: ma<br />

quella <strong>radio</strong> era libera, ma libera veramente.


FABRIZIO EUGENI<br />

Radio Cosmo International<br />

Monsanpietro Morico - Radio Flowers<br />

La mia storia si intreccia inevitabilmente con quella<br />

della <strong>radio</strong> e con <strong>Bruno</strong> Romano <strong>Baldassarri</strong> Alias Jack<br />

(sorride)... E come accaduto per molte invenzioni, la<br />

sua nascita avveniva in un garage pieno di attrezzi e<br />

genialità, in una soffitta o, come nel caso di Radio<br />

Cosmo International, in una torretta antica situata nelle<br />

cinta di un piccolo paesino di provincia ove si respirava<br />

l’odore della storia. TASTO ON. E la musica partiva, o<br />

meglio, la magia partiva. Sì perché con i mezzi di<br />

diffusione di allora, quello era: magia. Pura,<br />

coinvolgente, sperimentale magia. Persone che<br />

s'incontravano liberamente per condividere lo stesso<br />

interesse per la musica, o ragazzi che s'improvvisano<br />

speaker <strong>radio</strong>fonici con un trasmettitore casalingo da 5<br />

watt. Una grande illusione di libertà dissolta dai<br />

network e dalle nuove leggi sulle frequenze, insieme<br />

allo spam pubblicitario e la globalizzazione di oggi.<br />

Non ci siamo mai preoccupati della copertura del<br />

servizio. A quei tempi l’etere era “pulito” e la frequenza<br />

scelta da Radio Cosmo International, sembrava non<br />

incontrasse ostacoli. Oggi siamo abituati ai lettori Cd,<br />

ai file musicali, migliaia di canzoni vengono archiviate<br />

e ascoltate attraverso apparecchi tascabili e diffuse<br />

dalla più moderne apparecchiature. Noi, a quel tempo,<br />

no. Tutta la nostra “sala di produzione” era formata da<br />

due giradischi piazzati su un tavolo di fianco al<br />

trasmettitore, questo contenuto in un rack di ferro. I<br />

dischi erano nostri, ognuno di noi metteva in campo<br />

quanto di meglio avesse acquistato e dunque quanto<br />

di meglio consigliasse la propria esperienza in campo<br />

musicale. Quello che girava sul piatto, prima ancora<br />

che un disco, era una parte di noi. La nostra anima.<br />

Come “disk jockey” ci davamo il turno, l'offerta<br />

<strong>radio</strong>fonica, ben lungi dall'essere un vero palinsesto, si<br />

alternava solo in relazione al tempo che ognuno di noi<br />

aveva a disposizione, dal buonsenso e la cura nella<br />

scelta dei brani che coerentemente si alternavano in<br />

scaletta e, non di meno, dalla individuale, nostra<br />

capacità di narrare... altro che regole di mercato!! Non<br />

dimenticherò mai le nostre dirette, le nostre risate, la<br />

nostra grande energia... Spesso penso alle serate<br />

insieme, alle chiacchiere cazzeggiate, ai consigli che<br />

dispensavamo. E alla nostra curiosità, il giusto<br />

distacco che sapevamo dare alle cose pur di<br />

mantenere coeso il team, l'amicizia fra noi. Penso a<br />

come mettevamo l’anima in tutto quello che facevamo,<br />

penso alla nostra espressione quando parlavamo al<br />

microfono... E penso a quanto eravamo meravigliosi. I<br />

ricordi sono tantissimi e scrivere è difficile. Avevamo<br />

un’aria così serena, ieri.<br />

SERGIO<br />

MENGHINI<br />

Direttore Artistico Radio Subasio - Assisi<br />

E’ una giornata uggiosa, ci troviamo tra le colline<br />

umbre sopra Spoleto nella bellissima residenza<br />

della Principessa <strong>Do</strong>ris Pignatelli che ci ha<br />

gentilmente ospitato in compagnia di Sergio<br />

Menghini Direttore Artistico di Radio Subasio,<br />

una <strong>radio</strong> che è la storia dell’etere in Italia. “Ogni<br />

musica o suono che non dipinge nulla… è solo<br />

rumore. Perché? Perché il suono e la musica<br />

che escono dalle antenne di Radio Subasio è<br />

squisitamente raffinata.”<br />

Bene… visto che siamo stati in passato colleghi... ci diamo del tu… Ti volevo chiedere<br />

come e quando nasce Radio Subasio?<br />

Radio Subasio nasce nel lontano 1976 ed il nostro suono è a tutt'oggi ritenuto eccellente.<br />

Quindi possiamo annoverarla tra le prime Radio Libere ?<br />

Non proprio… Radio Subasio nasce dopo l’avvento di Radio Milano International, ma la<br />

seconda <strong>radio</strong> per il centro Italia lo siamo stati certamente… diciamo pure che in quel tempo<br />

abbiamo sacrificato il primato a Radio Out, della quale oggi abbiamo assorbito le frequenze<br />

pur mantenendo quella forte identità che ci ha sempre caratterizzati.<br />

Dal passato arriviamo al <strong>present</strong>e… come è cambiato il modo di fare <strong>radio</strong> rispetto agli<br />

inizi?<br />

Il format è cambiato moltissimo sia in termini di riorganizzazione dei palinsesti che della<br />

programmazione musicale. Abbiamo adeguato il linguaggio al mood della <strong>radio</strong> e, in<br />

generale, alla <strong>radio</strong> del millennio. La <strong>radio</strong> di allora, si chiamava privata perché era in grado di<br />

fare quello che l’egemonia Rai non era ad allora in grado di fare… Si pensi che le<br />

programmazioni di maggior successo di allora erano le “dediche”… oggi è la pubblicità il<br />

fattore principale, è quella che detta le regole anche se personalmente tento di modellare la<br />

Nella foto: Momenti di una intervista con Sergio Menghini e <strong>Bruno</strong> Romano <strong>Baldassarri</strong> alias Captain Jack<br />

la programmazione ad un modello vicino a quello<br />

che erano le radici delle vecchie <strong>radio</strong>,<br />

mantenendo una certa cultura di base ed<br />

accontentando un po’ tutti. Ritengo, e questo lo<br />

dico con rammarico, che si sia perso un po’ il<br />

gusto della cosa popolare… ma haimè… devo<br />

anch’io sottostare a certe regole di mercato<br />

sebbene a volte mi vadano un po’ strette. Poi<br />

bisogna sempre cercare di stare un passo avanti<br />

dal punto di vista musicale tant’è vero che Radio<br />

Subasio attualmente ricopre un indice di ascolto<br />

di circa 1800000 ascoltatori che per il centro Italia<br />

(Toscana –Marche – Lazio - Umbria e di trafugo<br />

su poche altre regioni) rap<strong>present</strong>ano comunque<br />

numeri ragguardevoli. Share che ci premia sia per<br />

la nostra capacità di organizzare una capillare<br />

copertura nelle regioni del centro Italia quanto per<br />

la nostra fedeltà e ci suggerisce che ci muoviamo<br />

nella giusta direzione.<br />

Allora nel 2015 da quello che abbiamo capito<br />

Radio Subasio compie 40 anni … diventa<br />

maggiorenne (qualche sorriso tra i <strong>present</strong>i)<br />

… Una curiosità Sergio … come è cambiata la<br />

<strong>radio</strong> rispetto agli inizi dal punto di vista<br />

tecnico? … E come sarà a parer tuo, la <strong>radio</strong><br />

del futuro, hai già un'idea?<br />

E' veramente difficile rispondere a questa<br />

domanda, perchè la tecnologia e i mezzi vanno<br />

ad una velocità spaventosa. Se solo poco tempo<br />

fa la <strong>radio</strong> era a volte l'unico mezzo per ascoltare<br />

musica, programmi, ecc... adesso siamo invasi da<br />

mezzi di comunicazione di qualsiasi tipo. Vedo<br />

una <strong>radio</strong> di parola, piuttosto che musicale. Ma<br />

comunque con una sua identità precisa e<br />

specifica. Forse con meno numeri, ma con tanta<br />

fedeltà. Sinceramente a me fa un po' sorridere<br />

ascoltare tutta questa serie di “jukebox” che si<br />

definiscono “<strong>radio</strong>”. La <strong>radio</strong> è anche e soprattutto<br />

qualcuno che ti parla, qualcuno che ti intrattiene,<br />

qualcuno che ha un rapporto con te ascoltatore.<br />

In relazione invece alla domanda su come siano<br />

cambiate le <strong>radio</strong> dal punto di vista più<br />

propriamente tecnico rispondo attraverso un<br />

piccolo aneddoto che penso ricalchi la realtà di<br />

molte della <strong>radio</strong> di allora e di quanti, come me,<br />

hanno iniziato la propria avventura <strong>radio</strong>fonica in<br />

piccoli garage, ovviamente insonorizzati, così<br />

come era usanza, dai classici cartoni delle uova.<br />

Lo ricordo come fosse ieri... avevo due piatti, un<br />

mixer e un ragno che discendeva dalle molteplici<br />

ragnatele, questo tanto per disegnare il quadro<br />

reale dei tempi ... E se non ci fosse stata questa<br />

sorta di situazione oggi non staremmo qui a<br />

parlare di una certa evoluzione. Oggi <strong>radio</strong><br />

Subasio dal punto di vista tecnico e tecnologico è<br />

all’avanguardia per la purezza del suono al quale<br />

lavora giornalmente un team molto competente.<br />

Sergio … Adesso parliamo del format più<br />

importante della <strong>radio</strong>... Qual è il genere<br />

musicale al quale sei maggiormente legato o,<br />

se vogliamo, quale, la musica che ascolti<br />

volentieri e quello che la Radio Subasio passa<br />

nel suo palinsesto giornaliero ?<br />

Per quanto riguarda me, posso dirti subito che<br />

ascolto la musica italiana, quella dei cantautori…<br />

per ciò che concerne il palinsesto invece, tenendo<br />

conto che siamo un gruppo di persone che<br />

lavorano su un prodotto che arriva<br />

settimanalmente, va da sé che tutto sia scelto in<br />

www.donnaimpresa.com 109


ase ai gusti dei nostri ascoltatori: sono le<br />

persone che ci ascoltano a darci gli input oltre<br />

ovviamente a tutto quanto ci suggerisca le<br />

classifiche e/o provenga dai talent show capaci<br />

di produrre nuove realtà musicali. E comunque<br />

i maggiori artisti (quelli più popolari, per<br />

intenderci) hanno un posto rilevante nel nostro<br />

palinsesto giornaliero. In termini di percentuali<br />

posso dirti che la musica italiana ricopre circa il<br />

75 % della pianificazione. In base ai gusti dei<br />

nostri ascoltatori: sono le persone che ci<br />

ascoltano a darci gli input oltre ovviamente a<br />

tutto quanto ci suggerisca le classifiche e/o<br />

provenga dai talent show capaci di produrre<br />

nuove realtà musicali. E comunque i maggiori<br />

artisti (quelli più popolari, per intenderci) hanno<br />

un posto rilevante nel nostro palinsesto<br />

giornaliero. In termini di percentuali posso dirti<br />

che la musica italiana ricopre circa il 75 % della<br />

pianificazione.<br />

Raccontaci la tua esperienza come<br />

“animale da palco” ( i <strong>present</strong>i<br />

sogghignano) come <strong>present</strong>atore…<br />

Ho iniziato nel 1981 in un teatro di Perugia per<br />

uno spettacolo di Radio Subasio, quasi per<br />

caso. Ogni anno mettevamo (in diverse<br />

location) in gara tutte le canzoni di Sanremo,<br />

facevamo il dopo festival, ospitando<br />

ovviamente gli artisti che erano in gara… poi è<br />

accaduto che per arrivare al festeggiamento<br />

del 35ennale di Radio Subasio, allo ZooMarine<br />

di Roma nel 2011 nel quale avevo ospiti circa<br />

35 artisti per il dopo Sanremo, mi sono<br />

improvvisato <strong>present</strong>atore… esperienza che<br />

successivamente ho replicato sulla scia<br />

dell’entusiasmo del mio… se così lo possiamo<br />

definire, debutto (sorride compiaciuto)…<br />

Rammento che il vincitore di quella prima<br />

edizione fu Roberto Vecchioni mentre l’ultimo<br />

trionfo, cronologicamente parlando, è quello di<br />

Emma.<br />

Per il 40ennale, Sergio, avete in serbo<br />

qualcosa di spettacolare da proporre?<br />

Vedremo … sicuramente si, ma è ancora<br />

presto per programmare il tutto.. e comunque<br />

sappi sin da ora che sarai graditissimo ospite...<br />

Beh, che dire… è stato davvero<br />

emozionante intervistare Sergio Menghini<br />

Direttore Artistico di Radio Subasio… una<br />

delle <strong>radio</strong> più longeve dell’etere<br />

moderno…<br />

Il libro di<br />

Sergio<br />

ambientato<br />

tra<br />

l’Umbria,<br />

Parigi,<br />

Venezia,<br />

New York,<br />

Londra, La<br />

mer è il<br />

racconto di<br />

una<br />

rinascita.<br />

<strong>Do</strong>po un primo esordio musicale nel<br />

lontano 1968, con il nome di<br />

Virginia, con il 45 giri Dixie (prodotto<br />

dal grandissimo Gino Paoli) e la<br />

formazione di un duo musicale<br />

Renzo & Virginia, la sua attività<br />

continuò insieme all'allora marito<br />

(Riccardo Fogli) con cui ha<br />

pubblicato nel giugno del 1970 il<br />

singolo Zan zan/I 10 comandamenti<br />

dell'amore, si è poi dedicata<br />

all'attività di fotomodella.<br />

Conseguentemente ad alcune<br />

esperienze nel campo della musica<br />

e della moda, ha raggiunto il<br />

successo nel 1979 con il 45 giri<br />

Comprami, proseguito nei primi anni<br />

ottanta con i brani Sei una bomba,<br />

Anche noi facciamo pace,<br />

Sera coi<br />

fiocchi eGiorno popolare e<br />

culminato con le partecipazioni al<br />

Festival di Sanremo 1982 e 1983<br />

rispettivamente con Romantici e<br />

Arriva arriva. Nello stesso decennio<br />

è stata anche tra le protagoniste di<br />

festival musicali estivi come il<br />

Festivalbar e Un disco per l'estate.<br />

VIOLA<br />

VALENTINO<br />

In compagnia di una grande artista del panorama<br />

musicale italiano, icona degli anni 80 Viola Valentino. La<br />

incontriamo per saper di più di questo suo ultimo singolo<br />

uscito ad ottobre: Rose e Chanel e del beast in uscita a<br />

dicembre.<br />

Rose e Chanel, vivere per raccontare è il sottotitolo. E' un brano che parla d'amore, amore<br />

universale inteso come amore fra due esseri umani e anche come amore per il sociale.<br />

La rosa è un fiore bellissimo un simbolo che si usa spesso per rap<strong>present</strong>are l'amore, ma che<br />

nonostante sia così bella ha anche molte spine, come l 'amore che è anche sofferenza, le storie<br />

nascono e muoiono. Chanel è invece il simbolo dell' estrema femminilità, sappiamo bene che<br />

Merylin andava a letto con 5 gocce di Chanel!<br />

Vorremo sentirti raccontare un po' di quelli che sono i tuoi progetti futuri. Sorride dicendo ...<br />

Quello di fermarmi e riflettere, è dal 2011/2012 che sono in continuo movimento producendo tanti<br />

brani, brani che parlano di vita e storie reali, vissute da me in prima persona o da persone che ho<br />

avuto il piacere che attraversassero il mio cammino. Brani completamente differenti l'uno dall' altro<br />

per i loro ritmi che spaziano dal pop a richiami tango e mi fermo per mantenere viva la curiosità<br />

della scoperta del nuovo album. Sono più di 60 mila i clic ricevuti in una settimana dal brano<br />

"Stronza" che racconta con estremo coraggio delle realtà talmente vere ,popolari che ha fatto si<br />

che facessi un altro centro!,un brano senza neanche un video ma con una semplicissima<br />

immagine, queste sono delle grandi soddisfazioni per un' artista come anche dal brano<br />

"Dimenticare mai" è nata un altra soddisfazione l' incontro di Giovanni Germanelli e Francesco<br />

Mignogna con i quali collaboro attualmente.<br />

Quindi ci sembra di capire che questo beast sarà speciale...<br />

Di certo sarà speciale e complicato ma completo spaziando dal passato al <strong>present</strong>e al futuro molto<br />

pieno perché sarà doppio.<br />

Io direi che sarebbe il caso che tu ci dessi 3 aggettivi per invogliarci a comprarlo!<br />

Piacevole, significativo , indispensabile (per una disco di tutto rispetto).<br />

di Marco Scorza _ Fashion Editor/Stylist _ info@fashionadvices.com<br />

www.donnaimpresa.com 111


trattoria:<br />

DA ANTONIA<br />

Via della Stazione, 56 _ 63023 Marina Palmense _ Fermo (Italy) T. +39 0734 53103<br />

La cucina segue il ritmo delle stagioni e riserva la massima attenzione a una<br />

materia prima di assoluta qualità che trasforma in piatti esteticamente molto<br />

belli e curati, ricchi di gusti e di sapori, espressione di matura intelligenza<br />

gastronomica. Non vi aspettate dunque di trovare un locale di lusso e<br />

globalizzato, perché la Trattoria da Antonia ha il concetto del pesce appena<br />

pescato, quello che ti invoglia ed emoziona , dal pesce azzurro ai crostacei e<br />

ai crudi pesci più tipici in linea con la stagionalità del mare Adriatico. Una<br />

cucina di pesce che rispetta la tradizione della trattoria di pesce tipica<br />

marchigiana.

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