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vela - Mare Nostrum

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Vela<br />

di Antonio Mannu<br />

Vela tradizionale<br />

VELALONGA,<br />

VINETTA CUP E<br />

TROFEO<br />

FERRANDO,<br />

REGATA DEI<br />

LEGIONARI<br />

Durante gli ultimi mesi<br />

del 1999 si sono svolte,<br />

in diversi luoghi della<br />

Sardegna, delle regate essenzialmente<br />

riservate ad imbarcazioni<br />

a <strong>vela</strong> latina o tradizionali,<br />

nella fattispecie la Velalonga a<br />

La Maddalena, il Trofeo<br />

Peppino Ferrando e la Vinetta<br />

Cup a Carloforte e la Regata<br />

dei Legionari a Porto Rotondo.<br />

La quinta edizione della<br />

Velalonga, manifestazione organizzata<br />

dalla Sezione Velica<br />

della Marina Militare della<br />

Maddalena, è stata disputata<br />

domenica 26 settembre, registrando<br />

un notevole successo<br />

di partecipazione, con ben quaranta<br />

imbarcazioni a mare. Alla<br />

regata, disputata in una bella<br />

giornata di sole con una buona<br />

brezza, hanno partecipato, oltre<br />

ad imbarcazioni armate a <strong>vela</strong><br />

latina e a barche classiche,<br />

anche moderne imbarcazioni<br />

da crociera e monotipo della<br />

classe J24 e Micropomo. Tra le<br />

barche classiche di oltre 10<br />

metri di lunghezza si è imposto<br />

il Guam, seguito dal Fil Rouge<br />

e dal Penelope, uno splendido<br />

Sangermani della Marina<br />

Miltare. Nella classe tra gli 8 e<br />

i 10 metri invece successo del<br />

Vasara, secondo posto per il<br />

Mentor Liceo Classico, barca<br />

scuola del Liceo Classico<br />

Giuseppe Garibaldi di La<br />

38<br />

Maddalena, affidata al prof.<br />

Antonello Camarda, insegnante<br />

di filosofia e pedagogia<br />

dell’Istituto, che cura anche i<br />

corsi di <strong>vela</strong>, totalmente gratuiti,<br />

rivolti agli studenti del<br />

Liceo. A bordo col professor<br />

Camarda nove allievi del quinto<br />

anno. Tra le barche più piccole<br />

vittoria del francese<br />

Papyrus. Tra le vele latine soltanto<br />

il Nuovo Aquilone di<br />

Enzo Di Fraia, ammiraglia della<br />

flotta sarda di vele latine, è riuscito<br />

a concludere la prova,<br />

mentre tra le più piccine vittoria<br />

dell’Anna di Marco Acciaro,<br />

una lancetta di4 metri e 80 che<br />

ha regatato in condizioni veramente<br />

al limite per un simile<br />

guscio di noce. Tra i monotipo<br />

a <strong>vela</strong> latina della classe G,<br />

l’Alubè si è imposto sulla<br />

Gazzetta. La Velalonga, ormai<br />

un appuntamento tradizionale<br />

della stagione velica autunnale,<br />

si distingue anche per l’aspetto<br />

didattico e di diffusione dello<br />

sport velico tra i giovani.<br />

Difatti, oltre alla partecipazione<br />

dell’imbarcazione del<br />

Classico di La Maddalena, va<br />

sottolineata la presenza, a<br />

bordo di due Micropomo della<br />

Marina Militare, di studenti<br />

del Nautico di La Maddalena e<br />

del Liceo Classico di Olbia. Il<br />

fine settimana successivo, dall’altra<br />

parte della Sardegna e<br />

precisamente a Carloforte, con<br />

il Trofeo Peppino Ferrando e la<br />

Vinetta Cup, si è chiusa la stagione<br />

isolana 1999 di regate<br />

riservate ad imbarcazioni con<br />

armo latino. La vittoria assoluta<br />

in tempo correto è andata, in<br />

entrambi i casi alla lancia<br />

Francesca, timonata dalla giovanissima<br />

Francesca Napoli,<br />

anche se il Trofeo Peppino<br />

Ferrando, che va all’imbarcazione<br />

prima classificata in<br />

tempo reale, è andato al veloce<br />

Eos del comandante Pietro<br />

Luigi Cossu, come sempre affidato<br />

ad Angelo “Concas”<br />

Corrias. Le due regate sono<br />

state disputate in condizioni<br />

meteo molto diverse: vento leggero<br />

il sabato per il Trofeo<br />

Ferrando, scirocco allegro al<br />

principio, poi attenuatosi<br />

durante lo svolgimento della<br />

gara, per la Vinetta. Nella regata<br />

del sabato, tra le lance, alle<br />

spalle della Francesca, l’Altair<br />

dell’Istituto Nautico di<br />

Carloforte, seguito dal S.<br />

Giuseppe di Antonio Aste, lancetta<br />

“spagnola” costruita dal<br />

suo armatore. Tra le guzzette<br />

vinceva invece Luisella di<br />

Franco Cerchi, davanti al Solky<br />

e a Calasettana, mentre nella<br />

classe gozzi si imponeva<br />

l’Antioco il Moro 1di Bernardo<br />

Dessì. Secondo posto per l’Eos,<br />

seguito dal Giuseppe Padre di<br />

Salvatore Aste. Alla Vinetta<br />

Cup sempre prima Francesca<br />

tra le lance, con il San<br />

Giuseppe e l’Altair in posizioni<br />

invertite rispetto al Trofeo<br />

Ferrando. Ancora Luisella vittoriosa<br />

tra le guzzette, con<br />

Calasettana in seconda posizione<br />

e Solky terzo. Anche tra i<br />

gozzi protagonista e vincitore<br />

l’Antioco il Moro 1, mentre il<br />

Quinto da Masque di Raffaele<br />

La Picca si classificava secondo<br />

con il Luigi Padre di Adolfo<br />

Simonetti in terza posizione.<br />

Conclusione delle regate d’autunno<br />

per barche tradizionali il<br />

31 di ottobre a Porto Rotondo<br />

con l’ormai classica Regata dei<br />

Legionari, giunta quest’anno<br />

alla sesta edizione. Organizzata<br />

La Regata dei Legionari è nata per ricordare un marinaio. Fin dal suo esordio<br />

Gianmarco vi ha partecipato. Quella di quest’anno è stata la sua ultima regata, a<br />

bordo dell’ Eole, barca francese giunta a Porto Rotondo dalla vicina Corsica. Su<br />

quello scafo bianco Gianmarco, un marinaio, ha fatto la sua ultima bolina.<br />

Gianmarco Borea d’Olmo, nato a Roma il 20 maggio 1921, ci ha lasciato il 13 dicembre<br />

1999. Non gli è riuscito, forse non ha voluto, d’accompagnarci nel tanto atteso, annunciato,<br />

gridato 2000. Di origini sanremesi vive tra Roma e Sanremo gran parte della sua<br />

vita di terra, poi, dopo il 65, a bordo del Vistona, barca superba. Il suo sogno di giovane<br />

è il volo, a vent’anni un incidente aereo gli porta via un braccio. Sostituisce le ali con le<br />

vele, il mare diventa passione e mestiere. Nel<br />

1974 fonda, con alcuni amici, il Centro Vela<br />

d’Altura, vera fucina di navigatori e appassionati.<br />

Nel 1982 fonda “I Venturieri”, scuola di mare e di<br />

<strong>vela</strong>, mirata soprattutto ai giovani. Quando l’età<br />

avanza e svernare sul Vistona diventa pesante<br />

anche per lui, compra una casa a Chioggia dalla<br />

quale, aprendo la porta, vede la sua barca.<br />

Trascorre sei mesi a terra e sei mesi per mare.<br />

Naviga, per un mese, anche nell’estate dello scorso<br />

anno. A Porto Rotondo, in ottobre, è lui ma ha<br />

l’aria stanca. Regata comunque. Sapeva di barche<br />

e di mare tantissimo. Di barche ha scritto splendide<br />

storie. Era un marinaio.<br />

39


Vela<br />

dallo Yacht Club Porto<br />

Rotondo, con la collaborazione<br />

del Comitato dei Legionari, la<br />

manifestazione è dedicata alla<br />

memoria di Andrea Campesi,<br />

per oltre vent’anni nostromo<br />

del Marina di Porto Rotondo,<br />

profondo conoscitore della storia<br />

e della tradizione della marineria.<br />

Andrea chiamava abitualmente<br />

legionari i ragazzi<br />

che prestavano servizio, permanente<br />

o stagionale, presso il<br />

Marina; da qui il nome della<br />

Regata. Due le giornate in cui<br />

si è svolta la manifestazione:<br />

sabato 30 ottobre si sono<br />

disputate le sfide con la formula<br />

del match race, la stessa che<br />

viene usata nelle regate di<br />

Coppa America. In pratica due<br />

barche uguali, l’un contro l’altra<br />

armate, che si sfidano,<br />

senza esclusione di colpi, perlomeno<br />

quelli ammessi dalle<br />

regole di regata, lungo un percorso<br />

a bastone. Le regate son<br />

state corse a bordo delle lance<br />

monotipo a <strong>vela</strong> latina Guzzetta<br />

e Alubé. Probabilmente una<br />

prima mondiale nel mondo del<br />

match race. Vittoria dell’equipaggio<br />

rappresentante del<br />

Circolo del <strong>Mare</strong> di Fertilia che<br />

si è imposto sull’equipaggio<br />

stintinese, con i due equipaggi<br />

padroni di casa di Porto<br />

Rotondo1 e 2 in terza e quarta<br />

posizione. Il giorno successivo<br />

33 barche in mare, impegnate<br />

su tre percorsi diversi, percorsi<br />

scelti di comune accordo tra le<br />

barche impegnate in sfide a<br />

due o più, la formula vincente<br />

che, sin dall’esordio, ha caratterizzato<br />

la Regata dei Legionari.<br />

In pratica, per permettere a<br />

tutti i partecipanti, anche i<br />

meno competitivi, di provare<br />

comunque l’emozione della<br />

gara, ogni barca può lanciare il<br />

guanto della sfida ad uno o più<br />

avversari. Le barche sfidate<br />

possono accettare o meno,<br />

oppure chiedere, se ritengono<br />

di essere decisamente meno<br />

veloci,un vantaggio o compenso.<br />

I premi, messi in palio dagli<br />

sfidanti, sono di ogni tipo: nel<br />

passato sono stati anche messi<br />

in palio capi di bestiame. Tra le<br />

grandi vele latine andava a vincere,<br />

in una sfida a tre con<br />

l’Asinara Libera e il Nuovo<br />

Aquilone, la vecchia Maria di<br />

Giampiero Degortes, mentre<br />

tra le piccole l’Astronarka batteva<br />

Anna. Una sfida era riservata<br />

alle barche portate da una<br />

coppia: il Selamat di Gertraud<br />

e Giambattista batteva il<br />

Goodenwind di Carla e Pietro.<br />

Penelope, il Sangermani della<br />

Marina Militare, vinceva la<br />

sfida col Mehala e con il<br />

Nicopeja, ma si aggiudicava<br />

anche la vittoria assoluta della<br />

Regata, battendo Hilde e Om<br />

Ka Hye. Da ricordare sono<br />

anche le piccolissime Antonio<br />

Padre di Leonardo Varchetta e<br />

il Zilibrik di Faggio, oltre al<br />

Nakuda di Folino e al Millelire<br />

del Nautico di La Maddalena,<br />

che, anche quest’anno si è<br />

aggiudicato il Trofeo Challenge<br />

dei Legionari, che non va,<br />

come di consueto, al vincitore<br />

della regata ma all’equipaggio<br />

con età media inferiore. Infine<br />

menzione speciale per<br />

l’Ajaccina, barca non tradizionale<br />

ma ammessa per virtù: era<br />

la barca di Andrea Campesi. A<br />

portarla lungo il percorso di<br />

gara Orazio Giammò e Claudio<br />

Germinasi, amici di Andrea.<br />

OPTIMIST<br />

di dimensioni lilipuzziane, che per il secondo anno consecutivo,<br />

si è tenuta una manifesta-<br />

PORTO ROTONDO, si dan battaglia a mare, in una<br />

BOSA, ALGHERO sorta di incruenta, ma rumorosa<br />

zione di grande successo, con<br />

guerra navale, combattuta a<br />

suon di strambate e di virate.<br />

circa sessanta velisti in erba in<br />

regata. Oppure un’altra occasione<br />

ve la può dare Alghero,<br />

Immaginate un po’ voi, Immaginato. Bene, se vi volete<br />

appassionati di mare, frequentatori<br />

di campi di do, che questi giovanissimi e la scuola <strong>vela</strong> dello Yacht Club<br />

godere lo spettacolo, splendi-<br />

dove è attiva, per tutto l’anno,<br />

regata, nottambuli forzati di<br />

questi ultimi mesi di Louis<br />

Vuitton e America’s Cup, lettori<br />

attenti di riviste nautiche,<br />

croceristi. Immaginate che<br />

effetto che fa vedere una piccola<br />

orda di bambine e bambini,<br />

più di sei anni all’anagrafe e<br />

meno di dodici, a bordo di<br />

altrettanto minuscole imbarcazioni,<br />

dal look vere e proprie<br />

vasche da bagno, munite di una<br />

sola, unica <strong>vela</strong>, anche questa<br />

battaglieri velisti riescono a<br />

creare, venite ad assistere ad<br />

una delle regate della classe<br />

Optimist che, regolarmente, si<br />

tengono in Sardegna. Potete<br />

farlo sia al nord che al sud dell’isola,<br />

magari in occasione del<br />

campionato zonale, che qui da<br />

noi coincide col campionato<br />

sardo, che quest’anno si è tenuto<br />

a Porto Rotondo, oppure, ed<br />

è un’occasione ghiotta per<br />

grandi e piccini, a Bosa, dove,<br />

Alghero, vero vivaio per molti<br />

dei ragazzi algheresi e sassaresi<br />

che amano e praticano questo<br />

meraviglioso sport. Chissà,<br />

forse avrete la possibilità di<br />

ammirare le evoluzioni di un<br />

futuro campione, perché non<br />

v’è dubbio alcuno sul fatto che,<br />

oggi come oggi, i giovani talenti<br />

della <strong>vela</strong> mondiale abbiano<br />

tutti mosso i loro primi bordi su<br />

di un Optimist, tra l’altro<br />

imbarcazione considerata idea-<br />

40<br />

41


Vela<br />

le dal grande navigatore e scrittore<br />

francese Bernard<br />

Moitessier come barca scuola<br />

per principianti assoluti, sia<br />

giovanissimi che adulti. Ma<br />

cominciamo con ordine a dare<br />

notizia di cosa è successo nelle<br />

regate di Optimist che hanno<br />

concluso il 1999. Prima di<br />

tutto ricordiamo il risultato del<br />

Campionato Zonale, organizzato<br />

dallo Yacht Club Porto<br />

Rotondo, disputato sabato 18 e<br />

domenica 19 settembre, che ha<br />

visto una partecipazione eccezionale,<br />

con circa ottanta barche<br />

in mare. A vincere il titolo<br />

Riccardo Pinna, dello Yacht<br />

Club Cagliari, che si è imposto<br />

su due iscritti al medesimo<br />

sodalizio: Enrico Strazzera,<br />

secondo classificato, e<br />

Giuseppe Calli, terzo. A questa<br />

manifestazione ha fatto seguito<br />

la seconda edizione del<br />

“Meeting Città di Bosa”, anche<br />

questa un grande successo con<br />

circa sessanta minivelisti in<br />

regata, un successo che ha<br />

quasi commosso Pietro Sanna,<br />

presidente ed anima del<br />

Circolo Nautico Bosa: “La partecipazione<br />

è quadruplicata<br />

rispetto allo scorso anno: cinquantasei<br />

bambini in mare, un<br />

vero spettacolo” ci ha detto un<br />

Sanna che non stava più nella<br />

pelle “Sono queste le cose che<br />

mi danno lo stimolo per andare<br />

avanti, per continuare ad occuparmi<br />

del Circolo. Questa è,<br />

insieme al Trofeo Città di Bosa,<br />

regata per vele latine che organizziamo<br />

a Settembre, la manifestazione<br />

a cui teniamo di più<br />

e sulla cui crescita vogliamo<br />

puntare.” Ugualmente entusiasta<br />

Guido Ricetto, responsabile<br />

zonale per gli juniores, che<br />

dice: “Bosa ha una collocazione<br />

ideale per organizzare regate di<br />

Optimist. La possibilità di mettere<br />

il campo di gara a ridosso<br />

della diga frangiflutti permette<br />

di regatare virtualmente anche<br />

con vento teso in tutta sicurezza<br />

e, inoltre, il fatto di trovarsi a<br />

metà strada tra il sud e il nord<br />

è un fatto che facilità la partecipazione.<br />

Bosa poi è bellissima<br />

e l’ospitalità è stata eccellente.<br />

Sono certo che il meeting ha<br />

un grande futuro” Risultati: 1°<br />

Martina Vitello (LNI<br />

Carloforte); 2° Fabio Mongile<br />

(YC Alghero); 3° Andrea<br />

Fancellu (YC Alghero). Tra i<br />

cadetti, i più giovani tra i giovani,<br />

ancora primo un carlofortino,<br />

Giancarlo Borghero, sempre<br />

della LNI, seguito da<br />

Lorena Paddeu, YC Alghero, e<br />

da Michael Tremante, cadetto<br />

dello Yacht Club Porto Rotondo<br />

e acerrimo avversario della piccola<br />

Lorena, a pari merito con<br />

Alberto Diana del Circolo<br />

Nautico Calasetta. Ma dobbiamo<br />

anche ricordare che queste<br />

regate hanno segnato l’esordio<br />

agonistico del più giovane regatante<br />

sardo, probabilmente di<br />

tutti i tempi: Pompilio Parodi,<br />

sei anni compiuti il giorno<br />

prima: non sa ancora<br />

leggere,anche se Guido Ricetto<br />

gli ha regalato, nell’occasione,<br />

un manuale del piccolo<br />

Optimista a fumetti. E infine<br />

arriviamo ad Alghero dove,<br />

organizzata dallo Yacht Club<br />

Alghero, in collaborazione con<br />

la BNL, si è tenuta la Regata<br />

Theleton 1999, alla quale<br />

erano ammessi Optimist ed<br />

Equipe. La regata è stata anche<br />

occasione per ripetere un’esperienza<br />

già fatta lo scorso anno e<br />

che aveva avuto un grande successo:<br />

il gemellaggio tra lo<br />

Yacht Club Alghero e lo Yacht<br />

Club Porto Rotondo, ai quali,<br />

quest’anno, si è unita anche la<br />

LNI di Porto Torres. Il vincitore<br />

della Regata Theleton è stato<br />

Andrea Fancellu, YC Alghero,<br />

seguito da Fulvio Mongile,<br />

sempre YC Alghero, con<br />

Michael Tremante, come già<br />

detto portacolori dello YC P.to<br />

Rotondo in terza posizione. Tra<br />

gli allievi della LNI di Porto<br />

Torres il migliore è stato<br />

Alessandro Sabino, decimo<br />

classificato. E anche ad<br />

Alghero non poteva mancare<br />

Pompilio che però, dopo aver<br />

eroicamente stretto i denti, ha<br />

rinunciato alla regata perché, a<br />

causa del troppo allenamento,<br />

“mi fanno male le gambe”. Sarà<br />

per la prossima volta.<br />

42


Vela<br />

Alghero<br />

Zonale J24<br />

CIRCUITO ZONALE J24 1999<br />

TROFEO ALGHERO<br />

CHALLENGE 1999<br />

Com’è ormai da qualche<br />

anno una consuetudine,<br />

anche nel 1999, la serie<br />

dei campionati d’altura del<br />

Nord Sardegna si è conclusa<br />

con le regate algheresi, seppure,<br />

in realtà, il Trofeo Challenge<br />

Nord Ovest di Alghero, organizzato<br />

dalla locale sezione della<br />

Lega Navale Italiana, sia considerato<br />

più il campionato di<br />

apertura della stagione che<br />

quello conclusivo. E difatti, non<br />

a caso, la partecipazione a questa<br />

manifestazione è valida,<br />

insieme al campionato che si<br />

organizza a fine inverno-inizio<br />

primavera a Porto Torres e a<br />

quello stintinese, che si disputa<br />

all’inizio della stagione estiva,<br />

come prova di qualificazione<br />

della Top Sail Cup, una interessante<br />

manifestazione a squadre<br />

che si disputerà a Stintino al<br />

principio della prossima estate.<br />

Ma torniamo ad Alghero ed al<br />

Trofeo Challenge Nord Ovest,<br />

cominciato il 31 di ottobre e<br />

concluso domenica 5 dicembre.<br />

La vittoria, dopo quattro regate<br />

valide, è andata al velocissimo<br />

Este 24 Isotex, come sempre<br />

timonato dall’algherese Roberto<br />

Sechi, che si è aggiudicato tre<br />

primi posti e un terzo. Secondo<br />

alle spalle dell’Isotex, e sin dall’inizio<br />

suo diretto inseguitore, il<br />

Finalmente primo di Angelo<br />

Fassio, affidato alle amorose<br />

cure di Alessandro Cabras.<br />

Terzo classificato il Velalife di<br />

Francesco Tanda, che si è<br />

anche aggiudicato il primo piazzamento<br />

nella sua classe. Alle<br />

regate hanno partecipato anche<br />

due imbarcazioni non stazzate,<br />

il Peter Pan e lo E=Mc2, che<br />

hanno gareggiato con classifica<br />

a parte nella classe Charlie. La<br />

premiazione, in grande stile e<br />

con Cino Ricci ospite d’eccezione,<br />

che avrebbe dovuto commentare<br />

in diretta le immagini<br />

virtuali, diffuse via Internet, di<br />

una delle regate di Luna Rossa<br />

con Stars & Stripes, poi annullata,<br />

si è tenuta presso il Poco<br />

Loco, un locale algherese sponsor<br />

della manifestazione, insieme<br />

al negozio di nautica Onda<br />

Blù, all’agenzia di viaggi<br />

Shardana Tours e alla gioielleria<br />

Selva. Il Trofeo Challenge Nord<br />

Ovest ha inoltre avuto il sostegno<br />

dell’Amministrazione Provinciale<br />

di Sassari.<br />

Classifica finale: Classe IMS:<br />

1° Isotex-Vento dell’Este; 2°<br />

Finalmente primo; 3° Velalife;<br />

4° Albatroz-Bureau System; 5°<br />

Madifra; 6° Parabà-White &<br />

Green; 7° El Mantaro; 8°<br />

Picka; 9° Graal; 10° Tex; 11°<br />

Toubege; 12° Birba; Classe<br />

Charlie: 1° Peter Pan; 2°<br />

E=Mc2;<br />

Dal 21 novembre al 19<br />

dicembre, organizzate<br />

dalla sezione Golfo<br />

dell'Asinara della Lega Navale<br />

Italiana, si sono svolte, a Porto<br />

Torres, le regate valide per la terza<br />

manche del Circuito Zonale 1999<br />

della classe J24. La vittoria finale<br />

è andata al Wile & Coyote del<br />

cagliaritano Piero Loddo, affidato<br />

alle cure dell'olbiese Angelo Usai.<br />

Al secondo posto si è invece classificato<br />

Jadine, dell'omonimo<br />

consorzio, timonato da Angelo<br />

Corrias. Terzo classificato nel<br />

centro turritano, il Breeze del<br />

Circolo Nautico Arzachena, timonato<br />

da Salvatore Orecchioni. Il<br />

Circuito Zonale nel suo complesso,<br />

disputato in 36 regate che si<br />

sono svolte ad Oristano, Olbia e,<br />

appunto, Porto Torres, è stato<br />

vinto dal Jadine del Circolo<br />

Nautico Calasetta, con a bordo,<br />

oltre al timoniere Angelo Corrias,<br />

Ezio Diana, Enrico Zedda, Luigi<br />

Lai e Marco Atzori. Secondo<br />

posto assoluto per il Breeze del<br />

Circolo Nautico Arzachena, con<br />

66 punti. Terzo il vincitore della<br />

terza manche, il Wile & Coyote,<br />

rappresentante dello Yacht Club<br />

Cagliari, con 68 punti. La prima<br />

manche del circuito, disputata ad<br />

Oristano, aveva visto la vittoria a<br />

pari merito del Jadine e di Mr<br />

Frescone, con Punto Rosso in<br />

terza posizione. Ad Olbia invece<br />

affermazione del Botta Dritta di<br />

Mariolino Di Fraia, con Jadine al<br />

secondo posto e Punto Rosso<br />

sempre terzo. Da segnalare la presenza<br />

in acqua, a Porto Torres, del<br />

J24 Before Christ, dell'Istituto<br />

Tecnico Nautico "M. Paglietti",<br />

affidato all'istruttore federale<br />

della LNI Mirko Coghene, già<br />

studente presso l'Istituto, con<br />

equipaggio studentesco.<br />

L'edizione 2000 del Circuito<br />

Zonale J24 ha avuto inizio, con la<br />

prima manche disputata a<br />

Cannigione ed organizzata dal<br />

Club Nautico Arzachena, domenica<br />

16 gennaio. Si è conclusa,<br />

domenica 27 febbraio, con la vittoria<br />

di Ciao Palau timonata dal<br />

maddalenino Mariolino Di Fraia<br />

che schierava a bordo l'equipaggio<br />

più o meno ufficiale del mitico<br />

Botta Dritta IV. Dietro Ciao<br />

Palau si è piazzato Gradasso, il<br />

J24 di Alberto Floris e Stefano<br />

Pelz, condotto dal campione<br />

sardo 1999 Antonello Ciabatti.<br />

Terzo il Wile & Coyote di Piero<br />

Loddo, che aveva al timone uno<br />

dei timonieri leader della classe,<br />

l'olbiese Angelo Usai. Una novità<br />

prevista dal calendario del circuito,<br />

rispetto agli anni passati, era<br />

quella di disputare l'ultima giornata<br />

di regate con prove match<br />

race. Purtroppo questo non è<br />

stato possibile dato che si è riusciti<br />

a portare a termine soltanto cinque<br />

regate di flotta. Ottima infine<br />

l'organizzazione del Club Nautico<br />

Arzachena, unanime il plauso dei<br />

partecipanti e del segretario della<br />

classe Vito Pace, particolarmente<br />

colpiti dall'eccellenza delle<br />

merende post regata, basate su<br />

semplicissime, squisite pennete<br />

al pomodoro. Cannigione é stato<br />

talmente apprezzato che si è<br />

anche fatto cenno alla possibilità<br />

di renderlo base fissa per la flotta<br />

sarda di J24, luogo deputato per<br />

disputare il circuito zonale della<br />

classe. Di quest'intenzione ha<br />

parlato brevemente il presidente<br />

del Club Nautico Arzachena Pier<br />

Sesto Demuro, in un momento<br />

della cerimonia di premiazione.<br />

Le regate del circuito zonale 2000<br />

riprenderanno con la seconda<br />

manche, che si disputerà ad<br />

Olbia, per l'organizzazione del<br />

Circolo Nautico Olbia. La classifica<br />

finale della prima manche: 1°<br />

Ciao Palau; 2° Gradasso; 3° Wile<br />

& Coyote; 4° Paco; 5° Talia; 6°<br />

Corsara; 7° Jadine; 8 ° Breeze; 9°<br />

Zu Paulu; 10° John Wayne; 11°<br />

Punto Rosso; 12° Tersicore; 13°<br />

Calliope.<br />

45


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Vela<br />

Altura<br />

TROFEO ARMANDO<br />

DELLA VALENTINA<br />

La tradizione è stata confermata:<br />

Caesar di Luciano Dubois<br />

ha fatto tris, aggiudicandosi,<br />

per la terza volta, il trofeo<br />

Armando Della Valentina, una<br />

classica di <strong>vela</strong> d’altura organizzata<br />

dallo Yacht Club Cagliari,<br />

che si disputa, ormai da otto<br />

anni, in memoria del primo<br />

presidente della III zona. L’ “Xyacht<br />

332” di Dubois è stato il<br />

grande protagonista della manifestazione,<br />

precedendo in classifica<br />

generale, La Tartaruga di<br />

Giovanni Marchetti e X-Light<br />

di Sandro Spiga.<br />

Caesar, timonato da Mario<br />

Orlich, con l’armatore Luciano<br />

Dubois, Daniele Ciabatti,<br />

Salvatore Paderi, Giandomenico<br />

Murru, Matteo Murenu in<br />

equipaggio, ha vinto la prima<br />

prova, mentre, nella seconda<br />

regata, la vittoria è andata a La<br />

Tartaruga, con al timone<br />

Antonello Fenu, che si è imposto<br />

davanti ad X-Light, per l’occasione<br />

condotto da Nello<br />

Stinca. Caesar, oltre ad aver<br />

vinto il prestigioso trofeo messo<br />

di Sergio Casano<br />

Foto di Sandro Re<br />

in palio dal circolo di Marina<br />

Piccola, ha suggellato la sua<br />

supremazia vincendo anche<br />

nella classe Regata, dove ha<br />

staccato in graduatoria il<br />

secondo classificato X-Light e<br />

il Corsaro del carlofortino<br />

Dario Grosso, terzo di classe.<br />

Tra le barche del raggruppamento<br />

Crociera ha primeggiato<br />

La Tartaruga, che ha lasciato<br />

nella sua scia Beauty di<br />

Leonardo Bonsignore e<br />

Rebecca di Giuseppe Fanni.<br />

Combattuta e molto tecnica la<br />

seconda prova, che ha avuto,<br />

come scenario il golfo degli<br />

Angeli. Gli equipaggi hanno<br />

ingaggiato, fin dalla partenza,<br />

una serie di duelli, grazie anche<br />

alle buone condizioni meteorologiche.<br />

Il vento, infatti, durante<br />

questa decisiva regata, non è<br />

mai mancato, soffiando anzi ad<br />

una buona intensità, e permettendo<br />

agli equipaggi di ben<br />

misurarsi su un percorso a<br />

bastone di dodici miglia.<br />

Classifica assoluta: 1) Caesar<br />

di Luciano Dubois, 2)<br />

Tartaruga di Giovanni Marchetti,<br />

3) X-Light di Sandro<br />

Spiga, 4) Corsaro di Dario<br />

Grosso, 5) Veletta di Franco<br />

Cacciapaglia, 6) Rebecca di<br />

Giuseppe Fanni, 7) Beauty di<br />

Leonardo Bonsignore, 8) Vermentino<br />

di Patrizio Bina, 9)<br />

Sirbon di Alberto Floris, 10)<br />

Professor Balanzone di Luigi<br />

Lisci.<br />

A gonfie vele<br />

Walter Pasella, organizzatore e<br />

ideatore del FESTIVAL DELLA<br />

VELA.<br />

FESTIVAL DELLA<br />

VELA<br />

Cagliari, prima domenica d’ottobre:<br />

tutti in barca per salutare<br />

l’estate, ormai agli sgoccioli,<br />

almeno stando al calendario. Il<br />

messaggio lanciato dallo Yacht<br />

Club Cagliari è stato recepito,<br />

questa volta massicciamente,<br />

non solo dagli accaniti, capaci<br />

di lunghe trasferte ed alzataccie<br />

per regatare, ma anche<br />

dagli appassionati più tiepidi, i<br />

cosiddetti velisti della domenica,<br />

che in barca vanno per passeggiare,<br />

godersi il sole, riposare.<br />

Festival della <strong>vela</strong>: un successone!<br />

Son state quasi duecento<br />

le imbarcazioni, tra derive,<br />

cabinati, windsurf e catamarani,<br />

che hanno sfilato regatando<br />

davanti al Poetto, in<br />

occasione della decima edizione,<br />

regalando un colpo d’occhio<br />

eccezionale agli appassionati<br />

ed agli aficionados della<br />

tintarella oltre stagione.<br />

Spettacolare la partenza, data<br />

ad appena mezzo miglio dalla<br />

spiaggia, che ha permesso di<br />

ammirare dalla costa la gran<br />

varietà di barche e lo sfoggio di<br />

vele variopinte, come quelle<br />

delle tavole o gli spinnaker<br />

delle barche d’altura, in contrasto<br />

con quelle bianche delle<br />

derive. Tra la flotta multicolore<br />

spiccava Antares, un Silhoute<br />

Mark costruito in Inghilterra<br />

poco più di trent’anni fa, armato<br />

con fiocco e randa di color<br />

rosso vivo: “Ognuno si è sbizzarrito<br />

come ha voluto e potuto”<br />

dice Walter Pasella, organizzatore<br />

e ideatore della spettacolare<br />

kermesse velica che, in<br />

piccolo, vorrebbe ricalcare la<br />

Barcolana di Trieste “in perfetta<br />

sintonia con la formula e lo<br />

spirito del Festival, che pone in<br />

secondo piano gli aspetti agonistici<br />

e competitivi. L’importante,<br />

per chi prende parte a<br />

questa manifestazione, è andare<br />

a <strong>vela</strong>”.<br />

Il Festival della <strong>vela</strong> è infatti un<br />

happening sportivo, che si svolge<br />

ogni anno per salutare l’estate<br />

e suggellare la stagione, ma<br />

anche una festa. Una festa che<br />

non si conclude in mare: la<br />

manifestazione ha avuto un<br />

seguito, in serata, nei locali<br />

dello Yacht Club di Marina<br />

Piccola.<br />

49


Vela<br />

MEMORIAL<br />

PIERO CIABATTI<br />

Una manifestazione di rilievo<br />

riservata alle derive è il<br />

Memorial Piero Ciabatti, nato<br />

per ricordare l’ex presidente<br />

dello Yacht Club Cagliari,<br />

scomparso cinque anni fa.<br />

Quest’anno, nell’occasione<br />

della quinta edizione, i partecipanti,<br />

nelle varie classi ammesse,<br />

son stati numerosissimi:<br />

ben 83 equipaggi provenienti,<br />

per la prima volta, da tutti i circoli<br />

della Sardegna. La regata si<br />

è corsa l’8 dicembre.<br />

Nella classe 4.20 a salire sul<br />

primo gradino del podio è stato<br />

l’equipaggio algherese composto<br />

da Giorgio Catta e Marco<br />

Fertuzzi che, nel settembre del<br />

99, si è laureato campione<br />

sardo della classe. Alle spalle<br />

dell’equipaggio della Lega<br />

Navale di Alghero troviamo<br />

ancora dei catalani: i compagni<br />

di circolo Catta e Floris, seguiti<br />

dal duo cagliaritano formato<br />

da Todesco e Carboni.<br />

La classe col maggior numero<br />

di partecipanti è stata quella<br />

degli Optimist con ben trentacinque<br />

barche a mare. Primo<br />

sul traguardo è stato Giuseppe<br />

Calli dello Yacht Club Cagliari,<br />

che ha preceduto Alberto<br />

Peluffo e Riccardo Pinna.<br />

Nella classe olimpica dei 4.70<br />

successo del tandem composto<br />

da Michele Abis e Stefano<br />

Congiu, portacolori del circolo<br />

organizzatore della manifestazione,<br />

che ha battuto il duo<br />

Musanti-Carreras con l’ equipaggio<br />

del Circolo Nautico<br />

Oristano, formato da Puxeddu<br />

e Paliaga, in terza posizione.<br />

Tra i Laser, invece, ha vinto<br />

Roberto Usai, che ha lasciato<br />

nella sua scia il vecchio e inossidabile<br />

Mario Orlich, da diversi<br />

lustri leader sardo del singolo<br />

olimpico.<br />

Ma al Poetto hanno sfrecciato<br />

anche gli Hobie Cat 16, catamarani<br />

ormai diffusissimi a<br />

Cagliari, dove il Windsurfing<br />

Club Cagliari vanta appunto la<br />

flotta più numerosa di catamarani<br />

in Sardegna. Tra gli Hobie<br />

Cat si è imposto l’equipaggio<br />

composto da Antonello<br />

Ciabatti e Salvatore Paderi, del<br />

Windsurfing Club, davanti a<br />

Roberto Caddeo e Pierpaolo<br />

Massoni, sempre del W.C.C.<br />

TROFEO BUCCARI<br />

Giunto quest’anno all’undicesima<br />

edizione il Trofeo<br />

Challenge Buccari, che prende<br />

il nome dall’omonimo istituto<br />

nautico cagliaritano, è diventato,<br />

ormai da tempo, un appuntamento<br />

fisso per gli equipaggi che<br />

regatano sulla deriva della classe<br />

4.20. Una regata avvincente e<br />

combattuta, quella disputata<br />

domenica 28 novembre nelle<br />

acque del golfo degli Angeli, che<br />

ha visto la partecipazione di<br />

venti equipaggi provenienti da<br />

diversi circoli isolani.<br />

La gara, articolata in quattro<br />

prove, si è tenuta in condizioni<br />

meteorologiche difficili, maestrale<br />

e onda formata, ed è<br />

stata dominata dagli equipaggi<br />

dello Yacht Club Cagliari. Ad<br />

aggiudicarsi la vittoria finale, è<br />

stato infatti l’equipaggio femminile<br />

del club di Marina<br />

Piccola, composto da Ilaria<br />

Mura e Enrica Tuveri, due<br />

volte prime al traguardo, che ha<br />

preceduto quello formato da<br />

Mirko Todesco e Nicoletta<br />

Carboni.<br />

Ma il Trofeo Buccari è andato<br />

ai carlofortini Mario Maurandi<br />

e Andrea Aste, quinti in classifica<br />

generale, studenti presso l’<br />

istituto nautico di Carloforte. Il<br />

regolamento della manifestazione<br />

infatti prevede tassativamente<br />

che il Trofeo sia assegnato<br />

ad un equipaggio che frequenta<br />

una scuola marinara.<br />

Classifica generale: 1) Mura-<br />

Tuveri (Y.C. Cagliari), 2)<br />

Todesco-Carboni (Y.C. Cagliari),<br />

3) Floris-Bonsignore (Y.C.<br />

Cagliari),4) Marica-Russo<br />

(Y.C. Cagliari), 5) Maurandi-<br />

Aste (Carloforte), 6) Ginocchio-Belgramo<br />

(Genova), 7)<br />

Nicolini-Amorino (Y.C. Cagliari),<br />

8) Congiu-Farina (Istituto<br />

Nautico Buccari), 9)Calvi-<br />

Casazza (Camogli), 10) Napoli-<br />

Grasso (Carloforte).<br />

Numerosa ed entusiasta<br />

partecipazione alle<br />

manifestazioni di fine estate.<br />

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50<br />

51


Vela<br />

Cagliari<br />

di Sergio Casano<br />

Foto di Sandro Re<br />

Ottantadue imbarcazioni,<br />

la maggior parte con<br />

a bordo equipaggi composti<br />

da velisti della domenica<br />

che di solito non partecipano<br />

alle regate. Erano proprio tantissimi<br />

i partecipanti alla prima<br />

edizione di "Cagliari e le sue<br />

coste", una spettacolare regata<br />

non agonistica disputata il 24 e<br />

25 settembre nelle acque del<br />

golfo degli Angeli, ma anche<br />

una manifestazione a carattere<br />

promozionale che si propone di<br />

valorizzare e far scoprire, a<br />

cagliaritani e visitatori, la zona<br />

del porto e il tratto di mare che<br />

gli sta di fronte: "Inizialmente<br />

avevamo posto un limite alle<br />

iscrizioni – dice Luciano<br />

Randaccio, commissario dell'azienda<br />

autonoma di soggiorno e<br />

turismo di Cagliari, organizzatrice<br />

della manifestazione<br />

insieme con il Comune di<br />

Cagliari, Event Group e lo<br />

Yacht Club Cagliari – ma poi<br />

abbiamo dovuto cedere alle<br />

richieste degli armatori e velisti<br />

che hanno risposto in modo<br />

massiccio all'iniziativa.<br />

Rispetto alle previsioni della<br />

vigilia, abbiamo registrato il<br />

doppio degli iscritti. Cagliari e<br />

le sue coste è una manifestazione<br />

che vuole avvicinare la<br />

e le sue coste<br />

città alla <strong>vela</strong>, al mare e alle<br />

barche, ma anche valorizzare e<br />

rendere viva la zona del porto.<br />

Per questo motivo abbiamo<br />

pensato ad un evento non solo<br />

a carattere sportivo, ma ad<br />

offrire anche altro: il molo<br />

Ichnusa, che ha ospitato la<br />

grande flotta delle imbarcazioni<br />

da diporto, si è trasformato in<br />

una sorta di villaggio turisticogastronomico,<br />

con chioschi e<br />

gazebo che proponevano degustazioni<br />

di prodotti tipici. I visitatori<br />

son stati tantissimi e<br />

siamo molto soddisfatti" Ed<br />

effettivamente il molo dietro la<br />

Capitaneria di porto è stato letteralmente<br />

invaso dai cagliaritani,<br />

appassionati di <strong>vela</strong> e non,<br />

particolarmente nella giornata<br />

finale, che si è conclusa con un<br />

concerto di Umberto Smaila e i<br />

Cabeza Loca. Due le regate<br />

disputate, entrambe in condizioni<br />

meteo ottimali.<br />

Spettacolare la prima che ha<br />

avuto come scenario l'imboccatura<br />

del porto, solitamente crocevia<br />

delle navi passeggeri e<br />

mercantili. Come d'incanto, a<br />

metà mattina, quando è salito il<br />

vento termico, il tratto di mare<br />

antistante il porto si è colorato<br />

di tantissime vele. Le imbarcazioni,<br />

quasi in fila indiana,<br />

hanno puntato subito la prua<br />

verso Capo Sant'Elia per poi<br />

superare Calamosca e presentarsi<br />

al Poetto, ancora affollato<br />

di bagnanti. Poi, girata la boa<br />

del Margine Rosso, il ritorno al<br />

porto. La seconda regata, invece,<br />

si è disputata su di un percorso<br />

a triangolo, posizionato<br />

tra il porto canale e Capo<br />

Sant'Elia.<br />

Archiviata la prima edizione, la<br />

macchina organizzativa pensa<br />

già a quella del 2000, che<br />

dovrebbe avere un respiro<br />

internazionale, con tappe a<br />

Montecarlo e Porto Cervo.<br />

Il comandante Pagliettini con<br />

Luciano Randaccio.<br />

52


Immersioni<br />

Testo e foto di<br />

Giampiero Dore<br />

Pesci cani, pinne<br />

e vecchi merletti<br />

Comincia quasi sempre<br />

con uno sguardo al<br />

meteo ed una telefonata<br />

ai soliti fidati compagni di<br />

immersione. Domani? Risposta<br />

scontata, ci si accorda sull’orario<br />

e sul luogo. Check delle<br />

attrezzature subacquee e fotografiche.<br />

Mattino, occhiata<br />

speranzosa al tempo. C’è un<br />

po’ di vento. Si, ma dove<br />

andiamo è ridosso. Carichiamo<br />

le attrezzature, un caffè e<br />

si parte. Ci sono poche cose<br />

che uniscono come il condividere<br />

una grande passione.<br />

Non ricordo se anche quel<br />

sabato di maggio sia andata<br />

così, ma è molto probabile.<br />

Con due amici, Pierfranco<br />

Gaias e Toto Porcu, si era<br />

deciso di andare a fare un<br />

tuffo alla grotta della<br />

Madonnina. Varato il gommone<br />

a Tramariglio si fa rotta per<br />

Capo Caccia. Ancora all’interno<br />

della cala vediamo un<br />

esemplare di Rhizostoma pulmo,<br />

una bellissima medusa, ci<br />

fermiamo e scendiamo in acqua<br />

per fotografarla. La giornata<br />

promette bene. Appena<br />

doppiata la torre del Tramariglio<br />

intravediamo qualcosa<br />

che emerge dalla superficie<br />

leggermente increspata. Ci<br />

avviciniamo a dare un’occhiata.<br />

Poffarbacco! uno squalo.<br />

Forse la prima parola non era<br />

proprio poffarbacco, ma esprimeva<br />

comunque sorpresa.<br />

Toto a questo punto pronuncia<br />

una frase divenuta poi storica:<br />

“Datemi la macchina per<br />

carità!!”, l’afferra e si tuffa. Io<br />

lo seguo e Pierfranco rimane<br />

alla manovra. Davanti a noi,<br />

nell’acqua un po’ torbida,<br />

vediamo la grande coda che si<br />

muove lentamente. Ora si gira<br />

di lato, Madonna quant’è<br />

lungo! Col battito cardiaco<br />

leggermente accelerato iniziamo<br />

a scattare come matti, è<br />

un’emozione unica. Il nostro<br />

soggetto per fortuna appartiene<br />

ad una specie (Cetorhinus<br />

maximus) totalmente innocua.<br />

Infatti Nasolungo (non potevamo<br />

non dargli un nome!)<br />

sembra avere l’unica preoccupazione<br />

di nuotare con la<br />

bocca spalancata a filtrare<br />

plancton e non essendo noi<br />

plancton, al massimo necton,<br />

non ci degna minimamente.<br />

Noi invece lo degnamo eccome<br />

e cerchiamo di stargli dietro<br />

a forza di pinne. Dopo<br />

pochi minuti capiamo che le<br />

sue funzionano molto meglio<br />

delle nostre e cambiamo strategia.<br />

Lui è più veloce ma noi<br />

siamo più furbi, lo aspettiamo<br />

al varco precedendolo col<br />

gommone.<br />

Il gioco a rimpiattino dura fino<br />

alla fine delle pellicole a<br />

disposizione, senza che Nasolungo<br />

dia il minimo segno di<br />

fastidio. Fine della storia e<br />

tutti a casa ad aspettare fino al<br />

Lunedì sera per avere i rulli<br />

sviluppati. Un’attesa interminabile.<br />

Per un bel po’ di tempo abbiamo<br />

mantenuto la convinzione<br />

che la presenza del Cetorino<br />

all’interno della baia di Porto<br />

Conte fosse del tutto eccezionale.<br />

Averlo fotografato? uno<br />

scoop.<br />

Poi un amico mi fece avere un<br />

interessante lavoro scientifico<br />

della Professoressa Rina<br />

Monti, docente di Zoologia<br />

presso l’Università degli Studi<br />

di Sassari, intitolato “ESPLO-<br />

RAZIONI TALASSOGRAFI-<br />

CHE LUNGO LE COSTE<br />

DELLA SARDEGNA SET-<br />

TENTRIONALE” datato<br />

1910. Sorpresa!<br />

Nella baia di Porto Conte, nei<br />

mesi di maggio e giugno di<br />

quell’anno furono catturati<br />

ben tre esemplari di Cetorhinus<br />

maximus, allora chiamato<br />

Selache maxima.<br />

Dunque la presenza di questi<br />

divoratori di plancton all’interno<br />

di Porto Conte non è poi<br />

così rara. Forse è proprio questo<br />

il vero scoop!!<br />

Scrive la Professoressa Monti:<br />

“Da Alghero si giunge a Porto<br />

Conte per via di mare in 3 ore<br />

con barche a <strong>vela</strong>, quando il<br />

vento sia favorevole. Per la via<br />

di terra, lungo una rotabile che<br />

ci porta alla Cantoniera ed alla<br />

Dogana, bastano due ore di carrozza......”<br />

“......Quando giungiamo alla<br />

Cantoniera in riva al mare, non<br />

c’è che una piccola <strong>vela</strong> nel<br />

Golfo deserto, proprio sotto il<br />

Capo verso la grotta, è una<br />

barca raccoglitrice di guano......<br />

.... Facciamo una prima esplorazione<br />

lungo la spiaggia, tra gli<br />

scogli calcari ora rossi ora ferrigni,<br />

ora bianco - grigi, talvolta<br />

scolpiti ed erosi dalle onde,<br />

altre volte lisciati, arrotondati,<br />

sforacchiati dalle foladi.....<br />

Tutto il littorale, là dove è sabbioso,<br />

appare ricchissimo di<br />

oluturie (es. Holothuria tubulosa)<br />

di ossa di seppia (Sepia officinalis)<br />

e di innumerevoli grandi<br />

valve cuoriformi di pinne<br />

(Pinna nobilis).<br />

Un guscio di pescatori algheresi<br />

ammaina presso la banchina<br />

non lungi dalla cantoniera, è la<br />

barca a <strong>vela</strong> che noi attendiamo<br />

per dragare nel Golfo.<br />

A forza di remi, perché il vento<br />

è contrario, navighiamo verso il<br />

golfo del Tramariglio, mentre il<br />

sole tramonta dietro Capo<br />

Caccia, e le lunghe ombre della<br />

montagna si proiettano sullo<br />

specchio increspato del Golfo.<br />

Dopo aver pescato coi retini<br />

planctonici tanto in superficie<br />

che in profondità, lanciamo la<br />

draga piccola per rastrellare il<br />

fondo del Golfo. Dopo mezz’ora<br />

salpiamo la draga, che coi vegetali<br />

ci riporta oloturie ed echini<br />

(Strongylocentrotus lividus) ed<br />

abbondanti Aplisie (Aplisia<br />

punctata) che lasciano nei fissativi<br />

una bella tinta violacea,<br />

insieme ad eleganti crostacei<br />

trasparenti (Palaemon xiphies).<br />

Al Tramariglio giriamo attorno<br />

alle reti deposte per la pesca dei<br />

palamiti, raccogliendo nella<br />

sabbia ed in mezzo alla<br />

Posidonia caulini numerosi<br />

minuti ragni di mare, che spiccano<br />

per il loro colore rosso<br />

intenso (Pontarachna punctulum)<br />

e poi altri piccolissimi<br />

esseri, classificabili solo al<br />

microscopio (Copepoda).<br />

Il libeccio rinfresca e noi per<br />

affrettare il ritorno spieghiamo<br />

la gran <strong>vela</strong> latina, profittando<br />

del vento quasi in poppa.<br />

La barca fila benissimo e trascina<br />

rapidamente la draga fino<br />

all’asse di Porto Conte, nella<br />

direzione della Cantoniera,<br />

portandoci nuovi materiali analoghi<br />

a quelli accennati.<br />

Torniamo a casa Piccardi sull’imbrunire,<br />

mentre gli algheresi<br />

fuoriescono dal Golfo per gettare<br />

nella notte le reti ai pesci.<br />

Il nostro materiale fresco, raccolto<br />

in bacinelle, manda fosforescenze<br />

intermittenti, come se<br />

fosse sparso di lucciole.<br />

Scendiamo ancora nella notte<br />

nera verso il mare, lanciamo il<br />

retino dalla banchina nell’acqua,<br />

a diverse riprese, e sempre<br />

lo ritiriamo fosforescente per<br />

punti luminosi verdognoli e per<br />

chiazze di luce bianca lattiginosa;<br />

le luci sono intermittenti,<br />

compaiono e spariscono mentre<br />

le acque del mare, sbattute dal<br />

retino, diventano luminose,<br />

anche nei punti dove non si<br />

offriva ai nostri occhi questo<br />

fenomeno sempre impressionante<br />

.......<br />

54<br />

55


Immersioni<br />

..... Al mattino usciamo mentre<br />

i cardellini cantano sui fiori, e<br />

le allodole si librano nell’aria.<br />

Vicino alla riva troviamo, nelle<br />

acque tranquille, delle belle<br />

meduse, che facilmente possiamo<br />

raccogliere coll’aiuto di una<br />

bacinella (genere Rhizostoma).<br />

Frughiamo a lungo fra gli scogli<br />

sommersi, dove sono numerose<br />

le rose di mare, rosse attinie<br />

(Actinia equina) fortemente<br />

attaccate agli scogli, qualche<br />

volta annidate nelle piccole<br />

insenature. Insieme anemoni di<br />

mare (Anemonia sulcata) dai<br />

lunghi tentacoli giallo brunastri,<br />

che si tingono in verde<br />

appena fissati. Mentre inseguo<br />

grossi granchi, che sfuggono<br />

alla caccia (genere carcinus)<br />

trovo appiccicate agli scogli elegantissime<br />

planarie marine, che<br />

sembrano lembi di nero velluto<br />

(Pseudoceros velutinus).<br />

Arrivano i pescatori algheresi<br />

che ci portano insieme a triglie<br />

(Mullus barbatus), ombrine<br />

(Umbrina cirrosa) e sardelle<br />

(Clupea pilchardus) bellissimi<br />

pesci volanti dalle tinte metalliche<br />

(Exocoetus volitans).<br />

La barca a <strong>vela</strong> ci conduce verso<br />

il fondo del golfo, in direzione<br />

di S. Imbenia, dove affiorano le<br />

rovine dell’antica città romana;<br />

i retini di seta in superficie non<br />

riportano plancton, questo è<br />

invece abbondante ad una<br />

profondità di 10 metri. Fra la<br />

messe (l’abbondante ricavato di<br />

un’attività n.d.r.) noto la frequenza<br />

della Pontarachna e di<br />

un bellissimo crostaceo verde.<br />

Al ritorno sul piccolo molo troviamo<br />

un magnifico esemplare<br />

di palombo (Mustelus laecis)<br />

catturato nella notte fra<br />

Alghero e Capo Caccia da altro<br />

pescatore, e poi barche che<br />

riportano aragoste (Palinurus<br />

vulgaris). Tutti i pescatori mi<br />

assicurano che il Golfo è ricco<br />

di pesci, e ciascuno conosce i<br />

luoghi più adatti ove tendere le<br />

reti.<br />

Non mancano tonni e palamidi;<br />

in caccia di preda vi giungono<br />

anche diverse specie di pesci<br />

cani. Appunto a Porto Conte<br />

nelle reti destinate ai tonni vennero<br />

quest’anno catturati tre<br />

esemplari di Selache maxima,<br />

che molto raramente venne trovata<br />

nei nostri mari.......<br />

Il primo esemplare da me osservato<br />

era lungo m. 2,60 con<br />

colore bruno tendente al bluastro<br />

dorsalmente e bianco ventralmente.<br />

Il secondo, pescato il<br />

1 Maggio, lungo m.3,30 con<br />

colore bruno dorsalmente e<br />

pelle ruvida; tutti e due sventrati<br />

dai pescatori prima di portarli<br />

al mercato. Un terzo esemplare<br />

di Selache fu catturato il 23<br />

Giugno; della lunghezza di<br />

m.4,30 e del peso di Kg.240.<br />

L’enorme squalo molto temuto<br />

dai pescatori, portato integro al<br />

mercato, venne da me acquistato<br />

per l’Istituto di Zoologia, allo<br />

scopo di studiarne gli organi<br />

interni”.<br />

Da “Esplorazioni Talassografiche lungo le coste della<br />

Sardegna Settentrionale” 1910.<br />

“.... Porto Conte è un meraviglioso porto naturale, ben<br />

riparato da quasi tutti i venti, lungo oltre sei chilometri<br />

e largo circa tre, con profondità di circa cinque<br />

metri presso la riva, e da dieci a venti e più nel mezzo.<br />

Esso costituisce un rifugio sicuro non solo per le navi<br />

durante le tempeste, ma anche per molti organismi<br />

acquatici che in certi periodi vi si addensano in grande<br />

quantità e si offrono perciò mirabilmente allo studio<br />

biologico. D’altra parte esso si presta allo studio di molteplici<br />

problemi geofisici e fisico - biologici per la complessa<br />

costituzione dei terreni adiacenti, composti di<br />

formazioni Paleozoiche, Triassiche, Giuralisiche,<br />

Cretacee, Quaternarie, la vicinanza dell’ardua Nurra<br />

irta di insoluti problemi geologici e zoologici, l’adiacenza<br />

delle grotte di Nettuno e dell’Altare che offrono<br />

campo ad indagini speleologiche ed idrospeleologiche.<br />

Il facile accesso anche dalla parte di terra al mare libero,<br />

non privo di scogli e di isole deserte, quali l’isola<br />

Foradada e l’isola Piana, adatte per speciali ricerche, e<br />

di punti di imbarco e sbarco per osservazioni quali la<br />

Cala Viola ed il Porticciuolo; la vicinanza dello stagno<br />

di Calich e del lago Barace, adatti per osservazioni<br />

comparative di ordine biologico, infine la possibilità di<br />

collegarsi col semaforo di Capo Caccia e di fare qui<br />

osservazioni meteorologiche, mi han fatto pensare che<br />

Porto Conte potrebbe essere sede di una stazione fisicobiologica.”<br />

A volte i sogni diventano realtà, occorre solo un po’ di<br />

pazienza. Sono trascorsi 90 anni da quando la<br />

Professoressa Monti scriveva queste righe. Oggi a<br />

Portoconte è attivo un importante Centro di ricerca,<br />

il lago di Baratz è divenuto riserva naturale, il comprensorio<br />

di Capo Caccia ospita il “Parco Naturale<br />

Regionale di Porto Conte” e tutta l’area è inserita nel<br />

progetto di creazione della Riserva Marina di Capo<br />

Caccia e Isola Piana.<br />

Lo squalo elefante, questo sconosciuto.<br />

La caratteristica generale degli squaliformi è<br />

quella di avere solitamente corpo fusiforme,<br />

con fessure branchiali in posizione laterale.<br />

Tipicamente sono buoni nuotatori e molti<br />

conducono vita pelagica.<br />

Con il termine generico di “pescecane” vengono<br />

chiamate diverse specie, per cui non è<br />

possibile individuare a chi dovrebbe competere<br />

con esattezza: il nome è usato solitamente<br />

per indicare squali pericolosi per l’uomo.<br />

La pericolosità per l’uomo è accertata<br />

per i generi Odantaspis, Isurus, Lamna,<br />

Carcharodon, Carcharinus, Sphyrna, tutti rappresentati<br />

anche in Mediterraneo.<br />

Il Cetorino (Cetorhinus maximus), meglio<br />

noto come squalo elefante, è una specie<br />

pelagica assolutamente innocua. Gli esemplari<br />

giovani sono riconoscibili per la presenza<br />

di una caratteristica protuberanza in corrispondenza<br />

del muso, simile ad una piccola<br />

proboscide, da qui il nome di squalo elefante.<br />

La protuberanza sparisce col tempo ed il<br />

muso assume la definitiva forma tronco-conica.<br />

Di grandi dimensioni, può superare i 12<br />

metri di lunghezza, è facilmente riconoscibile<br />

per le grandi aperture branchiali che si<br />

estendono fin quasi alla linea mediana ventrale<br />

e dorsale. Altrettanto caratteristico è il<br />

suo modo di alimentarsi, infatti il Cetorino<br />

nuota a fauci spalancate filtrando l’acqua tramite<br />

le frange cornee ricche di muco situate<br />

negli archi branchiali. Il plancton catturato<br />

viene successivamente deglutito assieme al<br />

muco, tramite robuste contrazioni.<br />

57


Vela giovane<br />

L’entusiasmante<br />

stagione Optimist<br />

1999 in Sardegna<br />

Testo e foto di<br />

Paolo Ajello<br />

Il 1999 è stato decisamente<br />

un anno boom, per quanto<br />

concerne l’attività della<br />

classe Optimist, la piccola deriva<br />

sulla quale imparano i segreti<br />

della <strong>vela</strong> i giovanissimi. Il<br />

successo, lo scorso autunno a<br />

Bosa, del secondo Meeting<br />

Zonale Optimist, con oltre sessanta<br />

partecipanti, è la miglior<br />

testimonianza di una crescita<br />

entusiasmante. L’instancabile<br />

lavoro dei responsabili ed<br />

istruttori delle scuole <strong>vela</strong> dei<br />

circoli sardi, pur se spesso<br />

osteggiato da difficoltà, ha<br />

certo dato i frutti sperati, ma<br />

un motivo determinante di<br />

questo miglioramento sta<br />

anche nella riorganizzazione<br />

del settore giovanile della 3°<br />

zona Fiv, con un sostanziale<br />

cambiamento nella distribuzione<br />

degli allenamenti e degli<br />

incontri regionali. Infatti in<br />

Sardegna, il limitato numero di<br />

società e la scarsità di praticanti,<br />

han fatto si che allenamenti<br />

e raduni tecnici, abbiano avuto,<br />

fino ad ora, prevalentemente<br />

carattere regionale, concentrando<br />

i partecipanti in un<br />

unico luogo, determinando per<br />

molti difficoltà di spostamento,<br />

con la conseguenza della scarsa<br />

partecipazione. La novità di<br />

quest’anno è rappresentata<br />

dallo sviluppo degli allenamenti<br />

interclub, ristretti ai circoli<br />

collocati in una stessa area,<br />

quindi molto più agevoli in termini<br />

di distanza per i partecipanti<br />

e le famiglie, e ben distribuiti<br />

tra le società che si assumono,<br />

a turno, l’onere di organizzarli.<br />

Attualmente sono una<br />

dozzina i circoli che, attraverso<br />

le scuole di <strong>vela</strong>, riescono a<br />

portare i propri soci alle regate.<br />

I velisti in erba provengono,<br />

principalmente, da Alghero,<br />

Stintino, P. Torres e P. Rotondo<br />

nel Nord Sardegna e da<br />

Oristano, La Caletta,<br />

Carloforte, Calasetta e Cagliari<br />

nella Sardegna meridionale.<br />

Recentemente altri circoli,<br />

come quelli di Bosa e La<br />

Maddalena, hanno cominciato<br />

a partecipare alle manifestazioni<br />

della classe. Ed è a Bosa, che<br />

indubbiamente gode di una<br />

collocazione geografica intermedia<br />

che, dopo un allenamento<br />

aperto a tutti i circoli sardi,<br />

si sono tirate le somme dell’attività<br />

stagionale. Il punto della<br />

situazione è stato tracciato da<br />

Guido Ricetto e Guido<br />

Todesco, tecnici della 3° Zona:<br />

il problema maggiore degli optimisti<br />

sardi è, da sempre, la<br />

scarsità di confronti, causata<br />

dalle difficoltà, anche economiche,<br />

che i nostri atleti incontrano<br />

per andare a far regate<br />

nella penisola. Il livello tecnico<br />

rimane così stazionario, e<br />

anche i migliori non crescono<br />

Nuove tecniche per rallentare<br />

bruscamente la barca.<br />

come potrebbero. I rimedi sono<br />

due: portare squadre e atleti di<br />

un certo livello a regatare in<br />

Sardegna, viceversa caricare<br />

armi e bagagli sulla nave e<br />

andare a far pratica ed esperienza<br />

sui campi di regata d’oltremare.<br />

La posta in gioco è<br />

fondamentale per il futuro velico<br />

e nautico della nostra isola:<br />

la classe Optimist è indubbiamente<br />

la fucina dei velisti di<br />

domani e le carenze di preparazione,<br />

aggiornamento e allenamento<br />

di allievi ed istruttori di<br />

oggi, sarà all’origine dei cattivi<br />

risultati di domani. Non possono<br />

esservi dubbi sul fatto che,<br />

in un territorio ideale, per la<br />

sua situazione geografica, climatica<br />

e meteorologica, alla<br />

pratica dello sport velico,<br />

occorra rimboccarsi le maniche<br />

Si prova l’andatura in poppa.<br />

e mettersi al lavoro. Una straordinaria<br />

occasione di crescita<br />

per atleti ed istruttori si è presentata<br />

il 20 e 21 Novembre,<br />

con l’organizzazione, a Cagliari,<br />

di un allenamento condotto da<br />

Marcello Turchi, tecnico<br />

Optimist di grande levatura<br />

tecnica, e Andrea Madaffari,<br />

attuale preparatore atletico<br />

Altre fasi delle esercitazioni alle<br />

andature portanti.<br />

L’allenamento è valso anche<br />

come prezioso aggiornamento<br />

per gli istruttori dei ragazzi.<br />

della nazionale di <strong>vela</strong> nonché,<br />

a suo tempo, del Moro di<br />

Venezia. Per gli istruttori e gli<br />

allievi che vi hanno preso parte,<br />

l’allenamento è stata occasione<br />

di una forte iniezione di cognizioni<br />

tecniche e spirito competitivo,<br />

con un occhio particolare<br />

alla preparazione fisico-atletica,<br />

durante un fine settimana<br />

Una fase dell’allenamento di novembre a Cagliari,<br />

caratterizzato da freddo intenso e vento.<br />

con temperatura rigida e vento<br />

deciso fino ai 30 nodi. I nostri<br />

ragazzi si sono dimostrati indifferenti<br />

alle avverse condizioni<br />

climatiche rimanendo in mare<br />

anche per quattro ore al giorno.<br />

Resta ora da sfruttare questo<br />

momento propizio. I circoli e la<br />

Federazione devono incrementare<br />

e sviluppare le scuole <strong>vela</strong><br />

e i gruppi agonistici. Il futuro<br />

della Sardegna velica dipende<br />

dal lavoro di oggi, reso ancor<br />

più felice dal forte interesse<br />

suscitato da Luna Rossa.<br />

58


Vela giovane<br />

Intervista a Marcello<br />

Turchi e Andrea Madaffari<br />

Marcello Turchi<br />

M.N. Marcello Turchi come hai<br />

trovato i ragazzi della 3° Zona?<br />

M.T. Hanno l’età giusta per iniziare<br />

l’attività agonistica, anche<br />

se l’età di 11-12 anni è caratterizzata<br />

da una limitata resistenza<br />

alla fatica, vi è quindi una<br />

notevole possibilità di miglioramento.<br />

Il 60% degli scafi di cui<br />

disponete è certamente competitivo<br />

e da questo lato vi sono<br />

pochi problemi. Col vento forte<br />

di questi giorni i ragazzi si sono<br />

dimostrati dei buoni marinai,<br />

navigando con tranquillità, grazie<br />

alla dimestichezza con queste<br />

condizioni, comuni in Sardegna.<br />

Sfortunatamente per voi<br />

questa situazione meteo non è<br />

molto frequente nelle regate<br />

nazionali per cui occorre insistere<br />

sui fondamentali tecnici<br />

anche con venti leggeri, nei<br />

quali manifestano ancora notevoli<br />

carenze, dimostrando una<br />

scarsa costanza nel momento<br />

in cui il vento cala.<br />

M.N. L’Italia è mondiale da tre<br />

anni, come far ricadere questo<br />

Andrea Madaffari mentre cura<br />

l’esecuzione di un esercizio.<br />

Dopo aver curato la<br />

preparazione atletica<br />

dell’equipaggio del Moro di<br />

Venezia, ora il tecnico si occupa<br />

della squadra olimpica.<br />

Marcello Turchi (a sinistra)<br />

coordina le esercitazioni. Il<br />

tecnico federale ha allenato la<br />

nazionale Optimist portandola<br />

alla vittoria nelle ultime tre<br />

edizioni dei mondiali individuali.<br />

grande bagaglio di esperienza e<br />

abilità su circoli e zone?<br />

M.T. Occorre offrire maggiori<br />

possibilità di confronto tra gli<br />

atleti di alto livello e gli altri. In<br />

questo modo si possono trasmettere<br />

le nozioni e trovare i<br />

nuovi talenti. Anche gli allenamenti<br />

comuni sono un buon<br />

veicolo di miglioramento.<br />

Occorre comunque fare un<br />

lavoro metodico, continuo e<br />

progressivo, solo questo farà<br />

fare un salto di qualità a questi<br />

ragazzi. Raggiunto un buon<br />

livello, bisogna fare esperienza,<br />

così come fanno gli atleti della<br />

penisola che frequentano continuamente<br />

il circuito di regate<br />

ad alto livello. È importantissimo<br />

uscire fuori, rimanendo qua<br />

c’è il rischio che si formi soltanto<br />

il navigante. Occorrono<br />

poi regate verifica di allenamento<br />

e un continuo controllo<br />

dei risultati.<br />

M.N. Questo allenamento si è<br />

ri<strong>vela</strong>to molto produttivo, si<br />

pensa di ripetere queste esperienze<br />

più regolarmente?<br />

M.T. È auspicabile, ma si possono<br />

concordare esperienze<br />

simili con altri circoli, anche<br />

del Nord Italia, che possano<br />

offrire ospitalità a condizioni<br />

molto vantaggiose.<br />

M.N. La risonanza sui media<br />

dei tre mondiali Optimist italiani<br />

è stata quasi nulla: come far si<br />

che la <strong>vela</strong> in Italia non sia visibile<br />

solo alla Coppa America?<br />

M.T. All’ultimo mondiale in<br />

Martinica la situazione è leggermente<br />

migliorata ma il confronto<br />

con quanto avviene all’estero<br />

è perdente. I francesi in<br />

Martinica hanno pubblicato un<br />

libro costituito dagli articoli<br />

sulle regate e tutti i giorni avevamo<br />

un intervista della televisione<br />

locale che trasmetteva,<br />

grazie allo sponsor, un servizio<br />

giornaliero nell’ora di punta. Al<br />

mondiale di tre anni fa in<br />

Sardegna non c’è stata la stessa<br />

attenzione, giusto Beppe<br />

Barnao lo seguì per La Gazzetta<br />

dello Sport, mentre TMC ne<br />

approfittò come vetrina per<br />

altri personaggi della <strong>vela</strong> più<br />

televisiva. Bisognerebbe accedere<br />

ai programmi televisivi più<br />

seguiti, vedi l’esempio di<br />

Soldini.<br />

Andrea Madaffari<br />

M.N. Andrea Madaffari, qual è<br />

l’importanza della preparazione<br />

atletica per i giovanissimi nella<br />

<strong>vela</strong>?<br />

A.M. È importantissima, sia<br />

per il miglioramento delle prestazioni<br />

del ragazzo come la<br />

resistenza alla fatica, sia perché<br />

migliora le possibilità di sfruttamento<br />

della barca. Occorre<br />

poi considerare che i piccoli<br />

velisti sono nell’età dello sviluppo<br />

e hanno bisogno di adeguare<br />

la propria muscolatura ai<br />

nuovi sforzi richiesti.<br />

M.N. È possibile richiamare<br />

l’interesse delle famiglie sul<br />

nostro sport e difenderlo dalla<br />

concorrenza di altri sport considerati<br />

più atletici?<br />

A.M. Per molti anni siamo stati<br />

convinti e abbiamo cercato di<br />

convincere la gente del fatto<br />

che la <strong>vela</strong> fosse uno sport<br />

diverso. La verità è che è uno<br />

sport come gli altri, con lo stesso<br />

impegno atletico e uguali<br />

possibilità di ottenere risultati e<br />

benefici. La <strong>vela</strong> matura la<br />

conoscenza dell’ambiente e, in<br />

Sardegna, può essere praticata<br />

tutto l’anno, con un approccio<br />

fisico che la rende simile agli<br />

altri sport. Va quindi allontanata<br />

l’idea diffusa che si tratti di<br />

SAIL DESIGN<br />

uno sport stagionale in cui si<br />

sta sempre seduti. È uno sport<br />

duro che da miglioramenti solo<br />

con l’allenamento. Dà quello<br />

che danno altri sport, con in<br />

più un rapporto stretto con gli<br />

elementi naturali, il vento e il<br />

mare, che vanno interpretati in<br />

continuazione. Inoltre presuppone<br />

un approccio tecnico col<br />

mezzo, quello del cacciavite in<br />

mano, che ha una grande rilevanza.<br />

Tutto ciò è molto educativo.<br />

M.N. Ci sono nuovi ausili alla<br />

preparazione atletica del velista<br />

da parte di scienza e tecnologia?<br />

A.M. La <strong>vela</strong> è cambiata. Oggi<br />

i migliori velisti del mondo<br />

hanno corrispondenza fisica<br />

con atleti di pari livello degli<br />

altri sport. C’è, anche nella<br />

<strong>vela</strong>, una corsa ad adeguare le<br />

metodologie di allenamento<br />

con una preparazione atletica<br />

molto intensa, che ad alti livelli<br />

non può più essere esclusa.<br />

Sul fronte tecnologico sono<br />

stati sviluppati simulatori specifici,<br />

con lettura elettronica<br />

del momento raddrizzante esercitato<br />

dai derivisti. C’è inoltre<br />

una cura maggiore dell’alimentazione<br />

e un lavoro di miglioramento<br />

delle possibilità di recupero<br />

da fatiche intense, questo<br />

Le riprese in mare sono utilissime<br />

per la valutazione e la correzione<br />

degli errori.<br />

per la consuetudine da parte<br />

dei comitati di effettuare più<br />

prove ravvicinate. Oggi chi<br />

recupera meglio può vincere un<br />

olimpiade.<br />

M.N. Il futuro della Sardegna<br />

velica, come lo vedi?<br />

A.M. Si tratta di lavorare per<br />

un buon presente, i risultati<br />

agonistici verranno. Le condizioni<br />

ambientali sono estremamente<br />

favorevoli per un ottimo<br />

futuro.<br />

• Produzione vele da regata e da crociera<br />

• Manutenzione e riparazione<br />

• Lavaggio<br />

• Tappezzeria nautica<br />

• Teli copribarca<br />

• Tensostrutture<br />

• Abbigliamento tecnico personalizzato<br />

• Scritte adesive<br />

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60<br />

61


Porti<br />

di Antonio Ruju<br />

Il porto<br />

vale la pena di insistere?<br />

Atutti noi, intossicati di<br />

mare e di barche, il<br />

fatto che i centri abitati<br />

ubicati lungo le coste della<br />

Sardegna siano dotati di approdi<br />

sicuri, con tutti i servizi, ben<br />

amministrati, con tariffe<br />

abbordabili, ben collegati con<br />

il sistema di trasporti pubblici,<br />

pare in testa alla lista delle<br />

cose da fare, qui e oggi, nella<br />

nostra isola.<br />

Tuttavia, dato che nella maggior<br />

parte dei casi i porti vengono<br />

realizzati con danaro<br />

pubblico, a parte l’esame dei<br />

molti fattori di convenienza e<br />

priorità (ambientali, paesaggistici,<br />

di equilibrio delle coste)<br />

ritengo sia opportuna qualche<br />

riflessione preliminare sulle<br />

questioni strutturali ed economiche<br />

legate a questo tipo di<br />

infrastruttura che, soprattutto<br />

quando la si associa a una città<br />

o paese costiero diviene, come<br />

esperienze ormai consolidate<br />

hanno ampiamente dimostrato,<br />

un consistente acceleratore<br />

dei processi di sviluppo.<br />

Infatti, nei confronti del tessuto<br />

urbano, il porto può assumere<br />

contemporaneamente il<br />

ruolo di grande spazio di servizio,<br />

oltre a quello di luogo di<br />

scambio economico e culturale,<br />

in posizione baricentrica tra<br />

struttura urbana, hinterland e<br />

mondo esterno, incidendo<br />

quindi in modo determinante<br />

sul modello di sviluppo socioeconomico<br />

ed urbanistico nel<br />

quale viene inserito.<br />

Quando si valuta l’opportunità<br />

di costruire un nuovo porto o di<br />

potenziarne uno esistente,<br />

vanno dunque considerati e<br />

valutati vari parametri: alcuni<br />

legati all’economicità e redditività<br />

della gestione in senso<br />

stretto, altri ad utilità indirette,<br />

indotte e/o marginali, capaci di<br />

interagire con l’ambiente ricettore.<br />

• La positività del bilancio di<br />

gestione in senso stretto, limitato<br />

quindi alla fornitura di<br />

ormeggi e all’erogazione dei<br />

servizi primari di banchina.<br />

• Il valore del porto come piattaforma<br />

di svolgimento e commercializzazione<br />

di attività e<br />

servizi complementari (artigianali<br />

e professionali).<br />

• Le potenzialità del porto in<br />

quanto spazio di relazione e<br />

62


Porti<br />

64<br />

Capacità attuali e prevedibili del sistema<br />

portuale sardo per il naviglio minore<br />

(diporto nautico e pesca)<br />

STRUTTURE DI PRIMO LIVELLO<br />

Totale capacità attuale 7.341<br />

Totale capacità attesa 15.781<br />

IMPIANTI PRIVATI E APPRODI DI<br />

SECONDO LIVELLO<br />

Totale capacità attuale 6.570<br />

Totale capacità attesa 9.835<br />

Totale complessivo capacità attuale 13.911<br />

Totale complessivo capacità attesa 25.616<br />

mediazione, o come supporto<br />

per grandi manifestazioni e<br />

avvenimenti sportivi.<br />

• La capacità del porto di divenire<br />

polo mercantile in senso<br />

lato, e di promozione e commercializzazione<br />

del prodotto<br />

turistico.<br />

• Il porto come spazio di aggregazione<br />

urbana.<br />

Va osservato come, di questi<br />

temi, solo il primo o al più i<br />

primi due, siano suscettibili di<br />

canalizzazione finanziaria e<br />

possano quindi venire ascritti<br />

alla sfera gestionale dell’impianto<br />

e alle possibilità di<br />

remunerazione del capitale<br />

investito per la costruzione dell’opera.<br />

È invece evidente che<br />

gli ultimi tre attengono più specificamente<br />

alla sfera delle possibili<br />

ricadute economiche sul<br />

contesto generale.<br />

Non v’è dubbio che l’insediamento<br />

di un migliaio di posti<br />

barca, in contatto con una<br />

struttura urbana, comporta un<br />

impatto positivo sull’economia<br />

locale. Occorre però attrarre gli<br />

utenti, e questo si può ottenere<br />

con una offerta di servizi definita,<br />

completa e costante, proposta<br />

all’utenza attraverso<br />

canali pubblicitari e di informazione,<br />

insieme ad una organizzazione<br />

di attività promozionali<br />

quali regate, gare di pesca,<br />

raduni, mostre, e quant’altro.<br />

Altri fattori incentivanti sono la<br />

qualità dell’offerta e l’integrazione<br />

dell’ambiente portuale<br />

con quello urbano e naturale,<br />

la suscettività dell’ambiente<br />

portuale ad essere impiegato<br />

come uno spazio aperto per<br />

passeggiare, fare shopping,<br />

socializzare e ristorarsi.<br />

Completa la rosa di offerte l’esistenza,<br />

all’interno o in prossimità<br />

del porto, di richiami di<br />

tipo ludico o culturale, quali<br />

centri ricreativi, palestre,<br />

discoteche, sale conferenze e<br />

l’esistenza di attività e servizi in<br />

offerta come escursioni in<br />

barca, centro velico, noleggio<br />

barche, pesca in mare aperto,<br />

noleggio di biciclette.<br />

Il porto si trasforma così in un<br />

centro di servizi e attività del<br />

tempo libero per una ampia<br />

gamma di consumatori, non<br />

limitato quindi necessariamente<br />

ai soli utenti dei posti barca.<br />

Le grandi regate veliche, le<br />

gare di pesca sportiva, raduni e<br />

mostre di barche d’epoca, fiere<br />

dell’usato, seminari e congressi<br />

legati all’oceanografia, archeologia<br />

subacquea, attività federali<br />

di associazioni sportive,<br />

costituiscono importanti occasioni<br />

di introiti sia per il sistema<br />

portuale, che per quello<br />

ricettivo di area in generale.<br />

Alcune attività quali regate di<br />

club, scuole di <strong>vela</strong>, corsi per<br />

patenti nautiche, corsi di<br />

immersione, possono costituire<br />

attrazioni permanenti estese<br />

all’intero arco dell’anno e divenire<br />

importanti elementi di<br />

vitalizzazione ed attrazione<br />

capaci di generare ulteriori<br />

fenomeni di sviluppo.<br />

Da non sottovalutare, in<br />

aggiunta, il fatto che i porti e i<br />

loro servizi entrano senza alcun<br />

costo nelle pubblicazioni specializzate<br />

dei rami di attività<br />

collegati. Questo ultimo aspetto,<br />

se si considerano gli alti<br />

costi rappresentati oggi dalla<br />

pubblicità, rappresenta indubbiamente<br />

un beneficio indiretto<br />

di notevole valenza.<br />

Infine il porto, al di là della sua<br />

funzione di servizio al diporto<br />

nautico e di incentivo allo sviluppo<br />

dell’attività turistica, rappresenta<br />

spesso un’occasione<br />

irripetibile, per un centro urbano,<br />

per recuperare o accrescere<br />

il livello di qualità ambientale,<br />

troppo spesso compromesso da<br />

una crescita casuale, grazie alla<br />

sua capacità di generare una<br />

naturale spinta alla riqualificazione<br />

e rifunzionalizzazione<br />

della città.<br />

Per dare un’idea delle potenzialità<br />

del settore pubblichiamo la<br />

seguente tabella riassuntiva,<br />

che riporta le capienze dei porti<br />

presenti nella nostra isola, sia<br />

pubblici che privati, secondo<br />

una valutazione della situazione<br />

attuale, ed in base alle prospettive<br />

che la Regione<br />

Sardegna sta attualmente mettendo<br />

a fuoco.<br />

In Sardegna e nel mondo<br />

www.mondoradio.com<br />

Sassari: 102.00 Mhz; Olbia: 88.600 Mhz; Porto Cervo: 101.200 Mhz;<br />

Porto Torres: 94.200 Mhz; Alghero: 99.500 Mhz; Nuoro: 100.00 Mhz;<br />

Bosa: 102.00 Mhz; Oristano: 87.700 Mhz; Fluminimaggiore: 95.00<br />

Mhz; Cagliari Interland: 87.700 Mhz


Vela latina<br />

Vela latina<br />

da<br />

La Regata della Vela Latina<br />

di Stintino è diventata,<br />

ormai da anni, un degli<br />

appuntamenti obbligati della<br />

stagione per gli appassionati<br />

delle barche tradizionali, e questo<br />

non soltanto in Sardegna<br />

ma anche a livello nazionale ed<br />

internazionale.<br />

Stintino è infatti un’occasione<br />

unica, per chi subisce il fascino<br />

delle imbarcazioni classiche,<br />

sia per la bellezza del campo di<br />

gara che per il numero e la<br />

varietà degli scafi a <strong>vela</strong> latina<br />

che vi partecipano.<br />

La Regata non è una manifestazione<br />

di antica tradizione<br />

popolare: ha soltanto 17 anni,<br />

ed è nata grazie al fortunato<br />

connubio tra la passione di<br />

alcuni diportisti, poco più di<br />

una decina all’inizio, che avevan<br />

mantenuto vive le loro barche<br />

a <strong>vela</strong> latina, e una felice<br />

intuizione dei soci della<br />

Cooperativa Turistica Stintino.<br />

Questi, stimolati dalla presenza,<br />

ormai unica in Sardegna, di<br />

una vera e propria piccola flottiglia<br />

di gozzi e guzzette ancora<br />

in efficienza velica, pensaron<br />

bene di organizzare la prima<br />

edizione della Regata. Dodici<br />

barche vi parteciparono e il<br />

successo fù immediato. Oggi la<br />

Regata è cresciuta enormemente,<br />

sono nate altre e numerose<br />

manifestazioni analoghe e<br />

66<br />

diporto<br />

Iª parte<br />

la costruzione di nuovi scafi, la<br />

conservazione ed il restauro, a<br />

volte attento, a volte un po’<br />

approssimativo, di autentici<br />

gioielli della nostra marineria,<br />

la realizzazione di vele per questo<br />

armo, antico e un po’ rudimentale,<br />

ma efficiente ed elegante<br />

nella sua semplicità,<br />

hanno subito un impulso notevole,<br />

salvandolo dalla scomparsa<br />

e dall’oblio.<br />

È questo indubbiamente il<br />

merito di chi ha voluto la<br />

Regata e si è impegnato, negli<br />

anni, per farla crescere.<br />

L’attenzione alla conservazione<br />

di una tipologia di scafi tradizionali,<br />

definiti “imbarcazioni<br />

onerarie o da lavoro” nel regolamento<br />

di ammissione alla<br />

Regata, è infatti di primaria<br />

importanza<br />

Tuttavia la regata di Stintino, e<br />

le altre manifestazioni simili che<br />

l’anno seguita, hanno anche<br />

accelerato l’evoluzione e la trasformazione,<br />

peraltro già in atto,<br />

di questo antico e nobile armo<br />

dalle caratteristiche consolidate<br />

da una lunga tradizione, in qualche<br />

cosa di un po’ diverso.<br />

di Luigi Scotti<br />

Il gozzetto Mariù in navigazione:<br />

si notano il modesto piano velico<br />

e il dritto di prua inclinato in<br />

avanti tipici delle barche costruite<br />

negli anni 70.<br />

Analizzando infatti la maggior<br />

parte delle barche che partecipano<br />

oggi alle gare di <strong>vela</strong> latina,<br />

ci si accorge che, se si<br />

escludono alcuni scafi d’epoca<br />

accuratamente restaurati, esse<br />

non sono più imbarcazioni da<br />

lavoro. Si tratta invece di scafi<br />

da diporto, alcuni dei quali<br />

sono trasformati in vere e proprie<br />

macchine da regata, perdendo<br />

molto della genuinità<br />

originale.<br />

Questo fenomeno però non va<br />

visto solo in senso negativo.<br />

Si deve invece riconoscere che,<br />

come già spesso si è verificato<br />

nella storia dello yachting, dalla<br />

tradizione si è sviluppata, con<br />

continuità, la <strong>vela</strong> latina da<br />

diporto, e che alcune delle<br />

nuove costruzioni non hanno<br />

niente da invidiare, per eleganza<br />

e qualità nautiche, agli scafi<br />

storici dai quali discendono.<br />

Questo è una fatto di cui<br />

occorre prendere atto. È ormai<br />

necessario distinguere attentamente<br />

le barche d’epoca o le<br />

repliche costruite e mantenute<br />

con in mente la salvaguardia<br />

del patrimonio storico, dagli<br />

scafi realizzati o riarmati per<br />

l’attività agonistica, riconoscendo<br />

a ciascuno i meriti che gli<br />

competono.<br />

Osservare più da vicino queste<br />

barche, vedere come si sono<br />

modificate nel corso degli ultimi<br />

decenni, è lo scopo di questo<br />

articolo a puntate.<br />

LA VELA ED IL<br />

REMO<br />

A inizio secolo, il gozzo da lavoro<br />

classico dei pescatori stintinesi,<br />

presumibilmente di origine<br />

ligure e molto simile allo<br />

“schifetto” carlofortino, è un<br />

tipo di scafo ben definito, le cui<br />

caratteristiche, maturate in una<br />

lunga tradizione, differiscono<br />

assai poco da un esemplare<br />

all’altro.<br />

Non è una barca grande: la lunghezza<br />

tipica è di 22 o 24<br />

“palmi” che corrispondono a<br />

circa 6 metri, 6 metri e mezzo.<br />

Di costruzione robusta, il gozzo<br />

ha prora e poppa entrambe<br />

rastremate, ed una generosa<br />

larghezza (1/3 della lunghezza<br />

secondo regola dei mastri d’ascia).<br />

I dritti di prora e poppa sono<br />

verticali o leggermente rientrati,<br />

e quello di prora si prolunga<br />

in una elegante impennaccia.<br />

Nonostante le piccole dimensioni<br />

il gozzo stintinese è pontato<br />

da prora a poppa, con la<br />

coperta protetta da una generosa<br />

falchetta che dà allo scafo<br />

un aspetto marino e sicuro.<br />

Anche l’armo è dimensionato<br />

secondo semplici regole: l’albero<br />

è lungo circa quanto lo<br />

scafo, l’antenna una volta e<br />

mezzo e lo “spigone” (bompresso)<br />

circa un terzo. Vela e fiocco<br />

sono tagliati di conseguenza.<br />

L’attrezzatura, poi, è davvero<br />

elementare: non ci sono praticamente<br />

ferramenta, né sartie<br />

o altre manovre fisse.<br />

Soltanto legature, cime e pochi<br />

bozzelli di legno tengono insieme<br />

le varie parti e ne consentono<br />

la manovra.<br />

Accanto ai gozzi vi sono le “guzzette”,<br />

di costruzione più leggera,<br />

a volte con la poppa a specchio,<br />

non hanno un vero e proprio<br />

ponte di coperta, ma soltanto<br />

un piano di seduta intestato<br />

all’interno delle fiancate<br />

che spesso è privo di ombrinali<br />

per lo scarico dell’acqua all’esterno.<br />

Nella terminologia dei<br />

vecchi pescatori la distinzione<br />

è precisa: “guzzo” è la barca<br />

robusta, pontata, da mare;<br />

“guzzetta”, indipendentemente<br />

La S. Costantino del 1906, nonostante il<br />

recente restauro, è uno dei rarissimi<br />

gozzi stintinesi che conservano le<br />

caratteristiche originali. Si notino le vele<br />

di cotone.<br />

dalla forma dello scafo, è la<br />

barca leggera, non pontata,<br />

adatta ad uscite più brevi e con<br />

tempo buono.<br />

A Stintino, allora caratterizzato<br />

da economia poverissima, legata<br />

esclusivamente alla pesca,<br />

raramente si costruivano<br />

imbarcazioni più grandi. Poco<br />

diversa era la situazione negli<br />

altri paesi rivieraschi della<br />

Sardegna: anche le “spagnolette”<br />

di Alghero e Bosa, sebbene<br />

caratterizzate da una carena<br />

leggermente più profonda e da<br />

alcune differenze di carattere<br />

estetico, corrispondono sostanzialmente<br />

al gozzo nelle proporzioni<br />

e nell’impiego: la pesca<br />

costiera con i tramagli e le<br />

nasse.<br />

L’unico centro che si distingueva<br />

per l’economia più ricca e<br />

per la presenza di famiglie<br />

armatoriali e di importanti can-<br />

67


Vela latina<br />

tieri era Carloforte. Là venivano<br />

costruite in gran numero<br />

unità a <strong>vela</strong> latina anche di<br />

dimensioni maggiori, come le<br />

bilancelle utilizzate per la<br />

pesca al largo ed i battelli destinati<br />

al trasporto.<br />

L’AVVENTO DEL<br />

MOTORE<br />

Nel secondo dopoguerra, la diffusione<br />

dei motori a combustione<br />

interna modificò, in<br />

Quinto da Masque in una foto del 1999:<br />

splendido esempio di bilancella carlofortina. Si<br />

nota la ricerca agonistica nel piano velico<br />

sovradimensionato e realizzato con tessuto<br />

ultraleggero.<br />

modo rilevante, le caratteristiche<br />

dei gozzi da pesca stintinesi.<br />

Il primo a farne le spese fu il<br />

piano velico: l’armatura restava<br />

a bordo, smontata, solo come<br />

mezzo di emergenza; per diminuire<br />

l’ingombro di alberi e<br />

antenne, questi vennero drasticamente<br />

accorciati, con la conseguente<br />

riduzione del piano<br />

velico. In seguito si modificarono<br />

anche gli scafi.<br />

La carena originale del gozzo,<br />

con il volume concentrato al<br />

centro e le estremità, specialmente<br />

la poppa, sottili e scavate<br />

era adatta ai mezzi di propulsione<br />

allora disponibili: la <strong>vela</strong><br />

e i remi.<br />

I motori misero a disposizione<br />

potenze molto maggiori, ed i<br />

gozzi tradizionali, navigando a<br />

motore tendevano vistosamente<br />

ad immergere troppo la loro<br />

poppa sottile.<br />

Per ovviare a questo difetto i<br />

maestri d’ascia cominciarono a<br />

costruire barche con la poppa<br />

più voluminosa.<br />

Intanto, grazie anche al maggior<br />

benessere economico, le<br />

dimensioni medie delle barche<br />

da pesca aumentarono, e contemporaneamente,<br />

forse per<br />

dare un’impressione di velocità<br />

più apparente che reale, venne<br />

di moda il dritto di prora inclinato<br />

in avanti, anziché verticale.<br />

Con queste modifiche gli scafi<br />

venivano a perdere, sia a poppa<br />

che a prora, proprio quelle parti<br />

sottili della carena che nella<br />

navigazione a <strong>vela</strong> svolgono una<br />

importante azione di deriva, ed<br />

anche, a mio avviso, gran parte<br />

dell’eleganza e dell’armoniosità<br />

delle forme originali.<br />

Dagli anni 60 in poi, con la crescente<br />

diffusione del turismo<br />

nautico, molti gozzi da pesca<br />

che avevano già subito questo<br />

tipo di modifiche vennero convertiti<br />

al diporto, ed altri furono<br />

costruiti apposta, seguendo<br />

sempre la stessa tendenza.<br />

In conseguenza di questa evoluzione,<br />

alle prime edizioni<br />

della regata di Stintino negli<br />

anni 80, ben pochi erano gli<br />

scafi che potevano vantare di<br />

aver conservato le caratteristiche<br />

originali, e praticamente<br />

nessuno aveva un piano velico<br />

adeguato.<br />

FINE Iª PARTE<br />

linee d’acqua di un gozzo classico: si<br />

osservi l’assottigliamento delle linee<br />

sotto il galleggiamento alle estremità<br />

di prora ed a poppa.


Conchiglie<br />

Conchiglie nel<br />

di Paolo Ajello<br />

Golfo dell’Asinara<br />

Alfredo Camoglio, veterinario<br />

di Porto Torres,<br />

per tutta la sua vita si è<br />

dedicato alla raccolta delle<br />

conchiglie, realizzando nel<br />

tempo una straordinaria collezione,<br />

presentata al pubblico in<br />

diverse occasioni: l’ultima la<br />

scorsa estate a Stintino, grazie<br />

anche alla collaborazione e al<br />

lavoro di allestimento realizzato<br />

dai figli Luisella, Vincenzo e<br />

Alessandro, anch’essi appassionati<br />

e, si spera, prosecutori dell’opera<br />

paterna. Il dott. Camoglio,<br />

che oggi ha superato gli<br />

ottanta anni, ha accumulato in<br />

casa un fantastico patrimonio<br />

scientifico: sia percorrendo, nel<br />

tempo libero, le coste del Golfo<br />

dell’Asinara, ma anche raccogliendo<br />

esemplari provenienti<br />

dal resto del mondo. Un materiale<br />

che ha catalogato puntigliosamente,<br />

arrivando ad una<br />

collezione di oltre due milioni<br />

di conchiglie, la maggior parte<br />

provenienti dal bacino mediterraneo.<br />

La collezione del dott.<br />

Camoglio è veramente uno<br />

spettacolo che desta stupore:<br />

migliaia di gusci rigorosamente<br />

ordinati e catalogati, con precise<br />

indicazioni scientifiche, riunite<br />

in gruppi e con la indicazione<br />

puntigliosa del numero di<br />

esemplari posseduti, in alcuni<br />

casi anche cinquemila della<br />

stessa specie per contenitore.<br />

Anche chi non ha un interesse<br />

70<br />

specifico per l’aspetto scientifico<br />

della collezione, ma distingue<br />

appena le arselle dai bocconi<br />

e dalle patelle, non può<br />

non venire impressionato dalla<br />

ricchezza di forme e colori e<br />

anche dalla bellezza dell’allestimento,<br />

che presenta diversi<br />

richiami alla tradizione marittima<br />

del golfo dell’Asinara. Il<br />

grande numero di visitatori,<br />

oltre undicimila nelle due<br />

mostre presentate a Stintino e<br />

Porto Torres, e la risonanza<br />

suscitata in ciascuna occasione<br />

in cui la collezione è stata presentata<br />

al pubblico, sono il<br />

miglior attestato del suo valore.<br />

Nel futuro di questa raccolta vi<br />

sono certo altre esposizioni itineranti,<br />

ma si pensa anche ad<br />

una sede permanente: potrebbe<br />

dar vita ad un vero e proprio<br />

museo di storia naturale del<br />

mare, ancora assente in<br />

Sardegna.<br />

LE CONCHIGLIE:<br />

UNA PASSIONE<br />

MILLENARIA.<br />

La passione per le conchiglie<br />

risale alla preistoria. La bellezza<br />

e originalità di questi resti di<br />

organismi marini hanno sempre<br />

suscitato l’ammirazione e il<br />

desiderio dell’uomo che ne ha<br />

fatto, da lungo tempo, oggetto<br />

L’allestimento di Stintino, curato<br />

dai figli di Alfredo Camoglio, ha<br />

per tema alcuni fra gli elementi<br />

della tradizione marinara<br />

mediterranea come la pesca e la<br />

<strong>vela</strong> latina.<br />

di raccolta e di commercio.<br />

Piccole raccolte di conchiglie<br />

sono state ritrovate in scavi<br />

preistorici e proprio l’uomo<br />

preistorico, oltre che per il loro<br />

valore estetico, le utilizzava<br />

anche come utensili, con funzioni<br />

differenti a seconda della<br />

forma. L’interesse si spinse fino<br />

all’esigenza di catalogarle e<br />

denominarle secondo un ordine<br />

preciso. Fu Aristotele a dare<br />

i primi nomi di carattere scientifico,<br />

alcuni dei quali vengono<br />

utilizzati ancora adesso. Dal<br />

punto di vista naturalistico le<br />

conchiglie costituiscono lo


Conchiglie<br />

Il numero di esemplari e la<br />

precisa catalogazione sono<br />

alcune delle caratteristiche che<br />

rendono interessante questa<br />

mostra, in alcuni dei contenitori<br />

sono radunati anche migliaia di<br />

esemplari.<br />

scheletro esterno, detto esoscheletro,<br />

di alcuni gruppi<br />

appartenenti al regno animale,<br />

in stragrande maggioranza<br />

Molluschi che, nel corso della<br />

loro vita, producono, intorno<br />

alla loro epidermide, questo<br />

guscio costituito nella quasi<br />

totalità dei casi da carbonato di<br />

calcio. La base della classificazione<br />

sistematica, come per gli<br />

altri organismi viventi, è la specie;<br />

esistono più di 50.000 specie<br />

di molluschi. Le specie fra<br />

loro affini sono raggruppate nel<br />

genere, i generi in famiglie e<br />

queste in ordini che a loro volta<br />

si riuniscono nella classe. Il<br />

nome scientifico è costituito da<br />

due parole latine: la prima definisce<br />

il genere e il secondo la<br />

specie di appartenenza di quell’individuo;<br />

per esempio la bellissima<br />

e grande nacchera<br />

nostrana è chiamata Pinna<br />

nobilis. La malacologia è la<br />

scienza che studia le conchiglie.<br />

Iniziare a raccogliere conchiglie<br />

è piuttosto facile se si<br />

vive vicino al mare; più impegnativo<br />

è classificarle e conservarle<br />

adeguatamente; per far<br />

questo consigliamo di utilizzare<br />

dei testi specializzati o, ancora<br />

meglio, di chiedere l’aiuto di un<br />

amico più esperto. Il fior di<br />

conio del collezionista è l’esemplare<br />

raccolto vivo, che va poi<br />

successivamente trattato per<br />

renderlo conservabile.<br />

IPERURANIO comunicazione & immagine<br />

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Centro specializzato lenti progressive<br />

La mostra è divisa in due sezioni: una riguardante le conchiglie del Golfo dell’Asinara e l’altra il resto del<br />

mondo con un’attenzione particolare per le aree tropicali. Nelle foto l’allestimento nel centro culturale di<br />

Stintino.<br />

ARZACHENA: v.le Costa Smeralda 74 - Tel./fax 078 983 302<br />

BAJA SARDINIA: Piazzetta Centrale - Tel. 078 999 386<br />

E-mail: otticaangius@tiscalinet.it<br />

72

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