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RIVISTA 4 - Mare Nostrum

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30<br />

Estremo Nord<br />

della Sardegna,<br />

quasi Corsica.<br />

Santa Teresa Gallura<br />

é un luogo di<br />

affascinante bellezza<br />

dove la<br />

natura é ancora<br />

viva e il suo dominare<br />

le Bocche di<br />

Bonifacio la<br />

rende, giustamente,<br />

fiera e<br />

imponente.<br />

Vivere questo<br />

borgo marinaro é<br />

piacevole e interessante,<br />

d’estate<br />

Le Bocche di Bonifacio, passaggio di mare tra Corsica e Sardegna, da<br />

per le magnifiche<br />

sempre son conosciute e temute dai naviganti. Quando, specie nei mesi<br />

spiagge e il divertimento,<br />

fuori sta-<br />

invernali, il maestrale soffia impetuoso contro la corrente, il mare delle<br />

Bocche ribolle e si infuria e i molti ostacoli alla navigazione diventano insidie<br />

gione perché é qui<br />

pericolose. I naufragi in passato non erano infrequenti. Uno per tutti viene ancora<br />

che la Gallura<br />

ricordato, quello della nave da guerra Semillante, avvenuto sugli scogli dell’isola<br />

incontra il mare<br />

di Lavezzi il 15 febbraio del 1855. Perirono 750 persone tra soldati e marinai. La<br />

più selvaggio dandoci<br />

uno scenario<br />

nave era diretta a Sebastopoli per portare truppe fresche alla guerra di Crimea. Più<br />

di recente, sei anni fa, un traghetto francese finì di notte sull’isola di Barrettini, a<br />

naturalistico<br />

sud di Santa Maria. Tre anni fa una nave da carico greca affondò contro gli scogli<br />

unico e spettacolare.<br />

di Lavezzi. Fortunatamente trasportava granaglie. Nelle Bocche si trovano le isole<br />

Santa<br />

corse di Lavezzi, riserva marina, e di Cavallo, paradiso esclusivo per vacanzieri<br />

d’alto bordo. La parte orientale é orlata dalle isole settentrionali dell’arcipelago<br />

maddalenino, oggi parco nazionale: Spargi, Razzoli, Budelli e Santa Maria. La<br />

costa settentrionale della Sardegna e quella meridionale della Corsica sono zone<br />

di grande bellezza e ad alta vocazione turistica. Cosa accadrebbe se, un brutto<br />

giorno, una delle tante navi che trasportano carichi pericolosi attraverso il canale<br />

dovesse naufragare? Da qualche anno Italia e Francia non permettono più alle<br />

Teresa<br />

loro navi che trasportano materiali a rischio ambientale di transitare attraverso<br />

le Bocche. Anche l’Enel, dopo tante pressioni, esige che le navi che trasportano<br />

carichi pericolosi destinati alle sue centrali non passino per quel tratto di mare.<br />

Ma navi con carichi pericolosi continuano a transitarvi giornalmente. Spesso<br />

si tratta di vecchie carrette con bassi standard di sicurezza. Sabato 8 luglio a<br />

Santa Teresa c’é stata una manifestazione a favore della chiusura totale delle<br />

Bocche di Bonifacio al transito di qualsiasi nave che trasporti carichi pericolosi<br />

come petrolio, gas o sostanze chimiche. La manifestazione, indetta da WWF e<br />

Gallura<br />

Legambiente, prevedeva il blocco simbolico del passaggio tra Razzoli e Lavezzi.<br />

Vi hanno aderito Greenpeace e Sardinia Natzione e vi avrebbe dovuto prender<br />

parte anche Vittorio Emanuele di Savoia, proprietario di una splendida villa a<br />

Cavallo. Ma le Bocche, fedeli alla loro fama, l’8 di luglio erano agitate. La<br />

manifestazione si è limitata ad una breve uscita dal porto di Santa Teresa di<br />

alcuni barconi, qualche canoa e qualche barca a vela, sventolio di bandiere, molte<br />

presenze e la richiesta perentoria di impedire che nel Canale, che si vuole nettu e<br />

viu, continuino a passare navi che trasportano veleni per l’ambiente.<br />

Antonio Mannu<br />

31


IMMERSIONI<br />

A<br />

LONGOSARDO<br />

Per chi ama le immersioni sulle secche in mare aperto, vere e proprie<br />

prima è di evitare possibilmente il fai da te e di appoggiarsi ad un buon<br />

isole di vita, scegliere il mare di Santa Teresa Gallura è quasi obbligatorio.<br />

Non esiste un altro tratto di mare in grado di offrire tanti punti<br />

per l’attività subacquea.<br />

centro immersioni, la seconda è di essere in buona forma fisica ed allenati<br />

di immersione e tutti di così grande interesse. Oltre ai siti più noti e celebrati<br />

ci sono infatti un numero incredibile di scogli isolati e secche non ancora<br />

1 - La secca del Diavolo<br />

“aperti” al turismo subacqueo di massa e per questo motivo tutt’oggi molto<br />

Circa un miglio ad ovest di Capo Testa il fondale si solleva in una estesa<br />

integri. Esiste una sola persona che può dire di conoscere tutto o quasi tutto<br />

secca con cappello a 7 metri. Il massiccio è composto da ciclopici massi di<br />

quello che esiste sotto quel mare blù intenso e gli ha dedicato 25 anni della<br />

granito accatastati sul substrato che creano anfratti e gallerie molto ampie.<br />

sua vita. Non esiste migliore guida di Joshi Keisel per accompagnarci in<br />

Anche se la secca è tutta molto interessante, la parte migliore è a libeccio.<br />

questo breve tour sui punti di immersione. Personaggio schivo e riservato,<br />

Si inzia a vedere molto pesce intorno ai 20 metri di profondità. Oltre<br />

Joshi non ama tanto la chiacchera quanto le cose concrete e probabilmente<br />

alla moltitudine di piccoli pinnuti che gironzola senza meta apparente,<br />

non gradirà di essere citato in queste righe, ma tant’è, un piccolo omaggio<br />

le profonde tane ospitano saraghi, corvine, mustelle e cernie non grandi<br />

gli è dovuto.<br />

ma numerose. Già dai 27 metri i massi sono ornati dai ventagli delle<br />

Dal momento che il mare delle bocche è famoso per le improvvise buriane<br />

gorgonie rosse che sono una costante in tutto questo tratto di costa.<br />

da maestrale e per l’intensità della corrente che spesso somiglia ad un vero<br />

La sua posizione al largo della costa e la presenza quasi continua di<br />

32 e proprio fiume in piena, valgono senz’altro un paio di raccomandazioni: la<br />

correnti sostenute, rendono la secca del diavolo territorio di caccia ideale<br />

33


La Gerardia savaglia,<br />

chimata normalmente<br />

corallo<br />

nero, non ha in<br />

realtà nulla a che<br />

fare con i coralli.<br />

Le colonie si<br />

sviluppano sfruttando<br />

la struttura<br />

cornea di altre<br />

gorgonie ricprendola<br />

progressivamente.<br />

La colonia nella<br />

foto è la più<br />

grande conosciuta<br />

a profondità<br />

consentite<br />

per l’immersione<br />

sportiva<br />

per ricciole, palamite e dentici che difficilmente<br />

si fanno desiderare. Occhio<br />

quindi all’orizzonte subacqueo.<br />

2 - Secca delle cernie<br />

La secca si trova a circa 500 metri<br />

ad ovest del faro di Capo Testa. Nella<br />

parte esposta a Nord, intorno ai 13<br />

metri di profondità, si apre un bel passaggio<br />

che attraversa il cappello. Si<br />

giunge quindi ad un canalone lungo una<br />

ventina di metri e largo circa quattro<br />

che progressivamente arriva a 32 metri.<br />

A partire dai 20 metri le pareti sono<br />

ornate da belle gorgonie e da fitte colonie<br />

di Parazooanthus. Giunti alla fine<br />

del canalone, sulla parete destra si apre<br />

una bella grotta ricca di spugne<br />

incrostanti e madreporari. Proseguendo<br />

in senso orario si arriva ad un bellissimo<br />

arco con grandi ventagli di<br />

gorgonie. Per il ritorno all’ancora è<br />

consigliabile proseguire in senso orario<br />

diminuendo progressivamente la profondità<br />

ed esplorando le pareti della<br />

secca che offrono ancora spunti di<br />

grande interesse.<br />

3 - Secca Ombrello<br />

La secca si trova circa 700 metri a<br />

sud-ovest di Capo Testa. Scendendo<br />

verso il fondo, si comprende immediatamente<br />

da cosa derivi il nome di Secca<br />

Ombrello, infatti il profilo della secca 5 - La Balena<br />

ricorda quello di un enorme ombrello Il punto di immersione è situato in<br />

aperto rivolto a nord. Si inizia l’esplorazione<br />

percorrendo il lato esterno in Balena. Questo è un buon punto di<br />

corrispondenza della roccia detta della<br />

senso antiorario. Si incontra subito una ridosso quando le condizioni del mare<br />

Dove la schiena muore sul fondale la risalita si può ancora esplorare una<br />

paretina con bellissime gorgonie gialle non consentono di recarsi sulle meravigliose<br />

secche di Capo Testa. Tuttavia<br />

della parete che ci si para dinanzi, è tanti colori e parazooanthus, alternati<br />

detritico, prima di iniziare l’eplorazione bella parete con gorgonie, spugne dai<br />

e quindi una profonda fenditura, spesso<br />

popolata da saraghi, con le pareti riccamente<br />

concrezionate. Si prosegue verso un’immersione di ripiego in quanto<br />

è frequente avvistare bei dentici. La Per ritornare all’ancora si risale attra-<br />

la Balena non deve essere considerata<br />

bene osservare l’orizzonte in quanto in un contrasto cromatico straordinario.<br />

sud fino ad arrivare, intorno ai 22 metri, offre tantissimi motivi di interesse. Ci<br />

parete, estrema propaggine della secca versando la schiena della balena senza<br />

ad una frana composta da grossi massi. si ancora a ridosso della costa su un<br />

della balena, è molto bella e fittamente tralasciare l’esplorazione degli anfratti<br />

Esplorando con la torcia i numerosissimi<br />

anfratti, non mancheranno le sor-<br />

esplorano alcuni grossi massi isolati<br />

Completata l’esplorazione si ritorna parete rocciosa.<br />

fondale di una decina di metri e si<br />

ornata dai ventagli delle paramuricee. e delle fenditure che si aprono nella<br />

prese. Ritornando verso l’ancora ci si che si trovano a poca distanza dal punto<br />

verso la schiena appena lasciata dove<br />

dirige a nord, attraversando il punto più di ancoraggio, quindi costeggiando la<br />

è possibile esplorare l’interno di una 6 - Punta Contessa<br />

stretto della secca, fino ad una bella schiena che è la naturale prosecuzione<br />

grotta molto interessante. Proseguendo, Sul lato esterno occidentale della Punta<br />

spaccatura dove dimorano numerosi della costa emersa, ci si dirige verso il<br />

il fondale è molto movimentato ed il la profondità giunge rapidamente<br />

rametti di corallo rosso di nessun interesse<br />

commerciale. E vivamente sconsivamente<br />

fino ad arrivare a 32 metri.<br />

zarre. Prima di iniziare il percorso per ergono straordinarie guglie che arrilargo.<br />

La profondità aumenta progressi-<br />

granito mostra delle forme a volte biz-<br />

intorno ai 35 metri. Dal fondo si<br />

34 35<br />

gliati come souvenir ! Il giro prosegue<br />

costeggiando la parete esposta a nord,<br />

ornata da eunicelle e interamente ricoperta<br />

da una ricchissima fauna bentonica.<br />

4 - Le ancore Spagnole<br />

Poco fuori da Capo Testa si trovano<br />

due scogli emergenti chiamati Scogli<br />

di Passaggio. Il punto di immersione<br />

si trova in prossimità dello scoglio che<br />

guarda verso Cala Spinosa. Una volta<br />

sul fondo ci si dirige verso est dove<br />

su un fondale di 24 metri si trovano<br />

due ancore spagnole con alcuni metri<br />

di catena. Ad una decina di metri dalle<br />

ancore, in direzione nord ovest si erge<br />

un grosso masso granitico ornato da<br />

belle paramuricee ed attraversato da un<br />

tunnel abbastanza ampio e meritevole<br />

di una esplorazione. Una volta fuori<br />

dal tunnel si arriva ad una parete quasi<br />

interamente colonizzata da parazooanthus<br />

e successivamente ad una franata<br />

che degrada progressivamente fino a<br />

40 metri. Si conduce l’esplorazione dei<br />

numerosi anfratti tenendosi intorno ai<br />

30 metri e quindi ci si dirige ad est in<br />

direzione di alcuni massi isolati dalle<br />

forme molto belle. Poi ancora a sud<br />

fino a ritrovare le ancore spagnole e la<br />

via del ritorno per la risalita.<br />

Le gorgonie rosse<br />

(Paramuricea<br />

chamaleon) sono<br />

una costante in<br />

tutti i fondali del<br />

mare di Gallura.<br />

I loro grandi ventagli<br />

si aprono<br />

alla corrente<br />

offrendo la massima<br />

superficie<br />

possibile per facilitare<br />

la cattura<br />

delle particelle<br />

trasportate dal<br />

flusso d’acqua


Il mare di<br />

S.Teresa Gallura<br />

è famoso per la<br />

pesca del corallo,<br />

un tempo molto<br />

praticata. Negli<br />

anni i banchi di<br />

corallo si sono<br />

impoveriti ed oggi<br />

sono pochi i<br />

corallari che<br />

ancora vi si dedicano.<br />

Nei fondali<br />

prospicienti a<br />

Capo Testa non è<br />

raro vedere volte<br />

di roccia fittamente<br />

popolate<br />

da piccole colonie,<br />

spettacolari<br />

ma di nessun<br />

valore commerciale<br />

La Cicala di mare<br />

o Magnosa<br />

(Schyllarides<br />

latus), amante<br />

degli anfratti più<br />

reconditi, data la<br />

sua sempre maggiore<br />

rarità, è<br />

elencata fra le<br />

specie protette<br />

vano a pochi metri dalla superficie del<br />

mare. Il punto di immersione è situato a<br />

circa 100 metri dalla riva. Il fondo che<br />

dall’alto appare piatto è in realtà profondamente<br />

fessurato e presenta ampie<br />

cavità oscure dentro le quali la vita<br />

sottomarina esplode in mille colori.<br />

Già intorno ai 20 metri, sulle pareti<br />

dei massi esposte a nord, si inziano<br />

a vedere discreti ventagli di Paramuricea<br />

chamaleon, Eunicella cavolini ed<br />

Eunicella singularis oltre a grandissime<br />

colonie di Parazooanthus axinellae, e<br />

ancora madreporari, spugne, briozoi ed<br />

sione e la densità delle gorgonie rosse<br />

aumenta mentre le altre due specie tendono<br />

a scomparire. Questo sito è in<br />

grado di regalare ancora l’emozionante<br />

visione di piccole volte di roccia fittamente<br />

popolate da bei rametti di corallo<br />

rosso perfettamente conservate.<br />

7 - La grande Gerardia<br />

Diciamo subito che questa è forse l’immersione<br />

più carica di fascino che si<br />

può fare nei mari della Sardegna. Il<br />

punto di immersione è situato poco a<br />

largo del porto di Santa Teresa Gallura.<br />

composto da rocce alternate a detrito e<br />

da grossi massi isolati. Sono ovunque<br />

presenti grandi spugne Axinella cannabina<br />

che ornano il fondale con i loro<br />

candelabri color giallo o arancio, straordinari<br />

concrezionamenti di alghe calcaree<br />

come il Lithophillum expansum<br />

di un meraviglioso rosa antico, gorgonie<br />

Eunicelle e Paramuricee ed un<br />

nutrito numero di saraghi e tanute. Ma<br />

il piatto forte dell’immersione è sicuramente<br />

costituito da due grandi colonie<br />

di Gerardia savaglia, nota come corallo<br />

nero, anche se col corallo non ha nulla<br />

commerciale. I due grandi rami sono<br />

insediati a 35 e 32 metri di profondità<br />

sulla parete a nord ovest di un grosso<br />

massiccio granitico che si alza dal<br />

fondo per una diecina di metri e sono<br />

circondati da belle paramuricee che al<br />

confronto appaiono minuscole. Lo spettacolo<br />

è senza alcuna esagerazione straordinario,<br />

più che osservare si rimane<br />

quasi in adorazione. Sperariamo vivamente<br />

che a nessun cretino venga mai<br />

in mente di portarsi a casa questa meraviglia.<br />

36 idrozoi. Più in profondità la dimen-<br />

Il fondale è poco movimentato ed è<br />

a che fare anche da un punto di vista<br />

37


Negli ultimi anni<br />

in tutto il Mediterraneo<br />

occidentale<br />

si assiste al<br />

triste fenomeno<br />

della moria delle<br />

Paramuricee. La<br />

causa non è<br />

ancora stata definitamente<br />

chiarita<br />

anche se i<br />

ricercatori sono<br />

già in grado di<br />

formulare diverse<br />

ipotesi<br />

la Concessionaria Mercedes-<br />

Benz Vi invita a scoprire le<br />

grandi opportunità che la sua<br />

struttura d’avanguardia, organizzata<br />

con criteri assolutamente<br />

innovativi è in grado di proporre<br />

a chi preferisce guardare il<br />

mondo dalla prospettiva<br />

migliore.<br />

38<br />

8 - Il relitto della Marmorata<br />

Oltrepassata Punta del Falcone, al principio<br />

della grande spiaggia della Marmorata,<br />

emergono le strutture di un<br />

relitto affondato nel 1978 che prende il<br />

nome dall’omonima spiaggia. Questa è<br />

un’immersione che offre il gran fascino<br />

delle immersioni sui relitti pur essendo<br />

abbastanza semplice. Si ancora l’imbarcazione<br />

sul fondo sabbioso situato<br />

a 20/22 metri di profondità oppure<br />

direttamente alle sovrastrutture emergenti<br />

del relitto. Lo scafo, vista la data<br />

recente del naufragio ed il substrato<br />

sabbioso sul quale poggia, è molto ben<br />

conservato e si trova in posizione di<br />

navigazione con le grandi eliche sporgenti<br />

dalla sabbia a 21 metri di profondità.<br />

Come qualsiasi corpo sommerso<br />

dal mare, il relitto è stato colonizzato<br />

da una fauna bentonica molto ricca<br />

e diversificata che aggiunge una ulteriore<br />

nota di interesse all’immersione.<br />

L’esplorazione dell’interno del relitto<br />

è come sempre sconsigliata in quanto<br />

i rischi e gli imprevisti sono molto<br />

numerosi. Non c’è motivo sufficente<br />

per trasformare una piacevole passeggiata<br />

in una tragedia.<br />

Giampiero Dore<br />

Concessionaria ufficiale Mercedes-Benz<br />

SERVIZIO MERCEDES-BENZ FINANZIARIA (MERFINA) S.P.A.<br />

Z. ind.le Predda Niedda Nord - Strada 2 - Sassari - Tel. (079) 262645/262747


La Regata della Definizioni, dalla stampa nazionale<br />

ed internazionale, ne sono molto forte legato ai ricordi più belli<br />

anche alla nostra manifestazione, sia posito della storia e delle tradizioni<br />

Senza dubbio ad un rapporto affettivo<br />

fuga dal mare della nostra gente, grazie riempire quel vuoto culturale a pro-<br />

Vela Latina:<br />

Piero Ajello fa il state date tante per la Regata della mia infanzia, quando le estati non<br />

avviato finalmente a conclusione. marinare che nell’Europa Settentrionale,<br />

punto della 18^<br />

edizione.<br />

della Vela Latina,: “la più importante<br />

regata di vela latina del Mediterraneo”,<br />

“la grande classica della vela latina”<br />

e, per Stintino la località da sempre<br />

che la ospita, “la capitale della vela<br />

latina” e la “Mecca o il Paradiso della<br />

vela latina”. Tuttavia la definizione più<br />

rispondente è forse quella che Pasquale<br />

Chessa ha coniato per il settimanale<br />

Panorama: “la madre di tutte le regate<br />

a vela latina”.<br />

Madre perché non solo è stata la prima<br />

in assoluto, quella che ha dato origine<br />

al grande fenomeno del rilancio della<br />

vela latina , ma anche perché essa<br />

stessa ha generato una lunga serie di<br />

figlie, regate cioè nate con la stessa<br />

formula e riservate allo stesso tipo di<br />

imbarcazioni, i tradizionali legni mediterranei<br />

armati a vela latina.<br />

Oggi questo tipo di manifestazioni,<br />

organizzate generalmente dagli stessi<br />

appassionati folgorati a Stintino, si<br />

stanno diffondendo a macchia d’olio in<br />

tutto il Mediterraneo, da Barcellona a<br />

Genova, da Ajaccio a Sorrento per non<br />

parlare della intensa stagione della Sardegna,<br />

ma Stintino rimane sempre la<br />

capitale delle vela latina e quest’anno<br />

rinnoverà il rito della Regata, come<br />

sempre l’ultimo fine settimana di<br />

agosto e precisamente dal 24 al 27.<br />

Piero Ajello ha fondato la Regata della<br />

Vela Latina nel 1983 coinvolgendo<br />

parenti, amici e conoscenti nel tentativo<br />

di salvare la flotta di vele latine stintinesi,<br />

l’ultima sopravvissuta in Italia,<br />

e da allora non si è più fermato arruolando<br />

nella flotta storica che sfila ogni<br />

anno a Stintino una moltitudine di<br />

imbarcazioni provenienti da ogni<br />

angolo del <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong>.<br />

Attualmente ricopre l’incarico di Presidente<br />

del Comitato Organizzatore: a<br />

diciassette anni di distanza da quella<br />

prima edizione, gli abbiamo chiesto di<br />

fare il punto della situazione e delineare<br />

il futuro della vela latina.<br />

A cosa si deve l’origine di questa<br />

erano concepibili se non trascorse a<br />

bordo dei gozzi stintinesi.<br />

Credo però che, accanto a ciò, l’idea<br />

più importante di quei giorni dell’estate<br />

83 sia stata la consapevolezza che<br />

queste nostre vecchie barche erano<br />

rimaste le ultime in Italia a non avere<br />

mai ammainato la gloriosa vela latina,<br />

che a Stintino poteva sembrare abituale<br />

ma che in realtà rappresentava<br />

un “relitto vivente” di grande importanza,<br />

vista la storia antichissima e<br />

straordinaria di questo armamento. La<br />

1^ Regata della Vela Latina ha rappresentato<br />

la prima pietra di un progetto<br />

ambizioso, teso a salvaguardare e a<br />

rilanciare questo tipo di armamento e<br />

di imbarcazioni come parte importantissima<br />

della storia della navigazione<br />

e simbolo stesso delle nostre comunità<br />

marinare.<br />

E ora, alle soglie della diciottesima<br />

edizione, questo progetto a che punto<br />

è arrivato?<br />

Un punto molto buono direi, visto che<br />

dalle dodici imbarcazioni dell’83 si<br />

arrivati ai cento scafi storici che quest’anno<br />

pensiamo di iscrivere in rappresentanza<br />

di una serie disparata di porti<br />

di tradizione di tutto il Mediterraneo.<br />

Una cosa mi preme sottolineare, non<br />

senza una punta di orgoglio: per la<br />

prima volta la Sardegna e i Sardi si<br />

trovano al centro di un vero e proprio<br />

fenomeno di cultura marinara che essi<br />

stessi hanno generato e che ora sta<br />

facendo scuola in tutto il resto del<br />

Mediterraneo, niente male per una terra<br />

che sinora era stata definita inguaribilmente<br />

diffidente del mare. Oggi qualunque<br />

armatore o associazione di vela<br />

latina sogna di venire a Stintino ed<br />

alcuni di questi hanno compiuto negli<br />

anni passati delle traversate memorabili<br />

e avventurose pur di essere presenti alla<br />

Regata della Vela Latina. Tuttavia, in<br />

termini numerici, la partecipazione più<br />

significativa resta quella dei porti sardi<br />

grazie al riarmo di una flotta storica<br />

Quali sono state le iniziative più<br />

recenti legate alla Regata della Vela<br />

Latina?<br />

Agli inizi di giugno, su invito della<br />

Città di Ajaccio, abbiamo organizzato<br />

nel capoluogo della Corsica la regata<br />

Ajacciu 2000, una sorta di esportazione<br />

della nostra manifestazione in terra<br />

corsa all’insegna del progetto interreg<br />

di collaborazione fra le due isole. In<br />

occasione della manifestazione ajaccina<br />

è stata presentata ufficialmente alla<br />

stampa l’Associazione Vela Latina Tradizionale,<br />

che abbiamo costituito con<br />

un gruppo di appassionati per dare<br />

unità e forza al fenomeno vela latina a<br />

livello nazionale.<br />

Quali sono le prospettive future del<br />

“fenomeno vela latina”?<br />

Ormai il rischio che questo armamento<br />

storico si estingua è definitivamente tramontato.<br />

Paradossalmente si prospetta<br />

un rischio opposto, cioè che la rinascita<br />

della vela latina non sia più controllabile<br />

e possa dar luogo a fenomeni spuri,<br />

in pratica a commistioni fra l’antico e il<br />

moderno che possono in qualche modo<br />

inquinare il valore del lavoro sin qui<br />

fatto. Non bisogna dimenticare che il<br />

segreto della Regata della Vela Latina<br />

sta nel principio fondamentale delle<br />

Norme di Ammissione che recita “la<br />

competizione non può essere considerata<br />

il fine ultimo ma solamente il<br />

mezzo per salvaguardare le imbarcazioni<br />

classiche e d’epoca a vela latina”.<br />

Tutte le manifestazioni analoghe alla<br />

Regata che rispettano questo fondamentale<br />

principio hanno delle chances<br />

di andare avanti chi invece punta tutto<br />

sulla competizione fine a se stessa è<br />

destinato a rimanere al palo.<br />

Per ciò che riguarda le prospettive di<br />

crescita della nostra rassegna c’è da<br />

dire che la vela latina rappresenta l’armamento<br />

mediterraneo per eccellenza<br />

e dunque c’è già chi parla di Stintino<br />

come di una piccola Brest mediterranea:<br />

non c’è dubbio che la Regata<br />

con straordinari risultati, è stato<br />

riempito di raduni come Brest, in Bretagna,<br />

che oggi sono diventati veri e<br />

propri fenomeni di massa.<br />

Partendo da questo punto il ragionamento<br />

è presto fatto: abbiamo i numeri<br />

per dare alla Sardegna una posizione<br />

di leadership assoluta, per ciò che<br />

riguarda l’Europa Meridionale ed il<br />

Mediterraneo, nel mondo della cultura<br />

e delle tradizioni marinare, attraverso<br />

un ulteriore crescita della manifestazione<br />

ma anche altre e diverse iniziative<br />

di carattere soprattutto culturale.<br />

Un progetto di questo genere non può<br />

essere portato avanti senza il sostegno<br />

della comunità e degli enti locali, nessuno<br />

escluso: in particolare la Regione<br />

Autonoma della Sardegna rappresenta<br />

un interlocutore indispensabile senza il<br />

cui sostegno si rischia di regalare ad<br />

altri, sicuramente non sardi, un’iniziativa<br />

di valore culturale e anche d’immagine<br />

che ormai fa gola a tante località<br />

del Mediterraneo.<br />

E per la Regata di quest’anno, quali<br />

sono le più importanti novità?<br />

Abbiamo inserito alcune novità come la<br />

sfilata di apertura degli equipaggi e la<br />

sfilata notturna delle vele latine.<br />

Sarà replicata la Banchina dei Velieri<br />

e potenziata la rassegna di tradizioni e<br />

artigianato della Sardegna con un buon<br />

numero di stand per le quali aspettiamo<br />

circa trentamila visitatori. Naturalmente<br />

non mancheranno le serate musicali<br />

e conviviali ma le più importanti<br />

novità di quest’anno saranno due: la<br />

prima riguarda la partecipazione, assolutamente<br />

inedita, di una lancia<br />

tunisina di 8 metri la Marina Cap<br />

di Monastir (patrocinata dall’Ufficio<br />

Nazionale del Turismo della Tunisia) e<br />

la seconda riguarda l’uscita del libro<br />

ufficiale sulla Regata, a firma di Mario<br />

Marzari per i tipi della Carlo Delfino<br />

Editore che rappresenta il nostro modo<br />

di celebrare la Regata del 2000.<br />

Simone Poddighe<br />

40 Regata?<br />

imponente: credo che il periodo della<br />

è stata la prima manifestazione a<br />

41<br />

L’INTERVISTA<br />

L’INTERVISTA


TRADIZIONI<br />

DI MARE<br />

A Cagliari<br />

arrivano i<br />

Le imbarcazioni<br />

standard sono<br />

lunghe 12,66<br />

metri e larghe<br />

1,06. Sono<br />

sospinte da venti<br />

atleti , i quali<br />

usano pagaie<br />

lunghe da un<br />

metro a un metro<br />

e mezzo, e larghe<br />

quasi venti centimetri,<br />

mentre<br />

l’imbarcazione a<br />

poppa tiene la<br />

Per la prima volta a Cagliari sono dei tamburini, ruolo fondamentale di<br />

direzione con un<br />

approdati i dragoni, le imbarcazioni<br />

orientali con la testa e la persone. E’ il tamburino che infatti dà<br />

ogni equipaggio composto da ventidue<br />

remo lungo circa<br />

tre metri.<br />

coda a forma di drago.<br />

il tempo ai compagni che si affrontano<br />

Nelle acque del canale di Terramaini,<br />

nell’ultimo week-end di maggio, si è<br />

disputato il 1° Festival di Dragon Boat,<br />

una disciplina sportiva diffusa in tutto il<br />

mondo, che si pratica su imbarcazioni<br />

che ricalcano le antiche canoe cinesi.<br />

Un successo, la spettacolare manifestazione<br />

organizzata dal team Kayak Sardegna,<br />

che ha rilanciato il canale che<br />

costeggia le saline e l’asse mediano del<br />

capoluogo isolano, da alcuni anni in<br />

fase di bonifica. Son stati infatti ben<br />

ventisei gli equipaggi che hanno partecipato<br />

alla serie di gare, tra circoli<br />

a pagaiate: “L’Adesione è stata massiccia<br />

- dice Giorgio Carboni, presidente<br />

del Team Kayak Sardegna, il patron<br />

della manifestazione che ha portato per<br />

la prima volta i dragoni a Cagliari<br />

– senz’altro al di là delle previsioni<br />

della vigilia. Le imbarcazioni e il tipo<br />

di gare, isomma hanno entusiasmato i<br />

concorrenti che si sono così cimentati<br />

con le antiche canoe cinesi dal fascino<br />

misterioso”.<br />

Le imbarcazioni standard sono lunghe<br />

12,66 metri e larghe 1,06. Sono<br />

sospinte da venti atleti , i quali usano<br />

Dragoni<br />

nautici, palestre, scuole, cral aziendali pagaie lunghe da un metro a un metro e<br />

e, persino, Forze armate. Il Festival è mezzo, e larghe quasi venti centimetri,<br />

iniziato nelle acque del primo tratto mentre l’imbarcazione a poppa tiene la<br />

del canale che fiancheggia gli impianti direzione con un remo lungo circa tre<br />

della società sportiva della Ferrini, di metri.<br />

fronte allo stagno del Montelargius, Il tam-tam del tamburino si è udito<br />

dove stanno nidificando i fenicotteri lungo tutto il canale di Terramaini,<br />

42<br />

rosa.<br />

Le gare sono state scandite dal ritmo<br />

restituito alla città dopo la bonifica,<br />

assiepato da una folla entusiasta, che<br />

43


ha visto sfrecciare i dragoni colorati<br />

con a bordo equipaggi composti da<br />

venti persone. Team nutriti con uomini,<br />

donne, bambini. Alcuni, come quello<br />

dello Yacht Club Cagliari, completamente<br />

femminile, se si fa eccezione<br />

per il presidente Alberto Floris, unico<br />

uomo a bordo.Le gare si sono svolte<br />

a cronometro e gli equipaggi si sono<br />

misurati su un percorso di 250 metri.<br />

Tre le imbarcazioni a disposizione<br />

delle ventisei squadre, oltre quattrocento<br />

complessivamente i partecipanti.<br />

Per la cronaca, ad aggiudicarsi il 1°<br />

Festival Dragon Boat è stato il team<br />

della Lega Navale Cagliari (1’08”), che<br />

ha preceduto l’Istituto Nautico Buccali<br />

(1’11”), Team Kayak Sardegna (1’14”),<br />

Vigili del Fuoco (1’15”), Palestra Monserrato<br />

(1’16”).<br />

Sergio Casano<br />

DRAGON BOAT<br />

Le origini del Dragon Boat risalgono<br />

a oltre 2000 anni fa quando,<br />

narra una leggenda, il poeta e<br />

statista cinese Qu Yuan si gettò<br />

nel fiume Mi-Lo con un atto<br />

disperato per protestare contro<br />

le vessazioni cui veniva sottoposto<br />

il suo popolo dal governo<br />

di allora. I pescatori, saputa la<br />

notizia, si lanciarono con grandi<br />

barche alla ricerca del corpo di<br />

Qu Yuan sbattendo con forza le<br />

acque del fiume per allontanare<br />

i pesci. Da allora è nata la tradizione<br />

che ricorda quel giorno<br />

e si celebra in tutto l’Oriente il<br />

quinto giorno della quinta luna<br />

con il Festival del Dragon Boat.<br />

Dal 1976 la Hong Kong Tourist<br />

Association ha lanciato questa<br />

attività tradizionale come disciplina<br />

sportiva. Nel 1990 è stata<br />

fondata l’European Dragon Boat<br />

Federation, mentre un anno<br />

dopo, a Hong Kong, dodici<br />

nazioni, tra cui l’Italia hanno<br />

fondato la International Dragon<br />

Boat Federation, che oggi conta<br />

– in tutti e cinque continenti –<br />

ben trentotto nazioni affiliate.<br />

CLUB<br />

44 45


VELA<br />

Il fascino dell’altura<br />

REGATA DELLE<br />

e dal vento. Nonostante l’avaria, che<br />

CENTOMIGLIA<br />

ha rischiato di far disalberare l’albero,<br />

X-Light di Sandro Spiga e Tartaruga a causa dell’allentamento di una sartia,<br />

di Gianni Marchetti ancora grandi protagoniste<br />

l’imbarcazione che sventola il guidone<br />

nella vela d’altura. Le due della Lega Navale di Cagliari, è riuscita<br />

imbarcazioni, già mattatrici delle regate a concludere la regata e a vincere.<br />

invernali, hanno dominato nella Regata Una regata durissima, la settima edizione<br />

delle Centomiglia, la maratona sul<br />

delle Centomiglia organizzata<br />

mare che si è disputata tra il 10 e l’11 dalla Società Canottieri Ichnusa, non<br />

giugno nel Golfo di Cagliari. X-Light, solo per le condizioni un po’ anomale<br />

con al timone Roberto Pardini (che del tempo ma anche per il lungo<br />

è stato affiancato, oltre che dall’armatore,<br />

percorso che supera, con i bordeggi,<br />

da Massimo Contu, Giando-<br />

senz’altro le centomiglia. Le imbarca-<br />

menico Murru, Tommy Canzini, Toto zione, infatti, si sono affrontate su un<br />

Sussarello e Roberto Meloni) si è ipotetico triangolo che va da occidente<br />

imposta per il secondo anno consecutivo<br />

ad oriente: partite dall’imboccatura del<br />

nella classe Regata, davanti a Porto di Cagliari nella prima mattina di<br />

Tomahawk di Giuseppe Covacivich. sabato 10, le barche hanno fatto rotta<br />

Una marcia in più rispetto alle altre verso l’Isola Rossa (Teulada) per poi<br />

imbarcazioni, quella di X-Light, che si puntare la prua verso l’isola dei cavoli<br />

è aggiudicata la manifestazione anche (Villasimius) e far ritorno a Cagliari<br />

in tempo reale, dopo circa diciannove domenica mattina. Alcune sono giunte<br />

ore di navigazione.<br />

al traguardo poco prima dell’alba,<br />

Nella classe Crociera, successo di Tartaruga<br />

come X-Light e Tomahawk, altre dopo<br />

condotta da Antonello Fenu mezzogiorno. Una maratona sul mare<br />

(Gianni Marchetti, Tore Turco, Ezio insomma che ha impegnato gli equipaggi<br />

Diana, Giuseppe Cherchi, Paolo<br />

per circa 24 ore. Il record stabi-<br />

Perotti: questi gli altri componenti lito nel 94 da Sirah di Marco serra, che<br />

dell’equipaggio), che hanno preceduto coprì il percorso in poco più di 16 ore,<br />

Settimo Sole di Paulis e Vermentino non è stato superato. Questa volta sembrava<br />

ci fossero tutti i presupposti, con-<br />

di Bina. Il Comet 1050, reduce dal<br />

Una marcia in più<br />

Trofeo Accademia Navale di Livorno, siderato il vento di maestrale che, però,<br />

rispetto alle altre<br />

ha dovuto fare i conti (così come non è stato costante, lasciando spazio<br />

imbarcazioni,<br />

altre imbarcazioni, che poi sono state durante la notte ai temporali.<br />

quella di X-Light,<br />

costrette al ritiro) con il maltempo che Classifiche. Regate:1) X-Light di<br />

che si è aggiudicata<br />

la mani-<br />

CAGLIARI – CARLOFORTE<br />

ha condizionato non poco i concorrenti. Spiga, 2) Tomahawk di Covacivich, 3)<br />

Tartaruga, infatti, a causa di un temporale,<br />

che imperversava di fronte a Porto celli, 5)Tocomegiro di Plaisant; Cro-<br />

Sola di Marongiu, 4) X-Live di Fanfestazione<br />

anche<br />

X-Light di Sandro Spiga e La Tartaruga di Gianni Marchetti sembrano non aver rivali. Dopo<br />

in tempo reale,<br />

il successo ottenuto nella Regata delle Centomiglia, hanno fatto il bis anche nella Cagliari –<br />

Columbu (nella costa sud occidentale, ciera: 1) La Tartaruga di Marchetti, 2)<br />

dopo circa diciannove<br />

ore di navi-<br />

Lega Navale che si è disputata tra il 23 e il 24 giugno.<br />

Carloforte, la maratona sul mare (sessanta miglia) organizzata dalla sezione cagliaritana della<br />

non lontano da Sarroch) ha dovuto Settimo Sole di Paulis, 3) Vermentino<br />

ammainare lo spinnaker, perché strappato<br />

dalle raffiche causate dal groppo 5) Joker di Costa.<br />

di Bina, 4) Professor Balanzone di Lixi,<br />

gazione.<br />

X-Light, nella classe Regata, si è imposta davanti a Tomahawk di Giuseppe Covacivich e Restless<br />

46 di Antonio Delogu, ha vinto anche il trofeo Challenger Livio Cois, assegnato all’imbarcazione 47


Marina del Sole<br />

Porto di Cagliari<br />

Molo Sant’ Elmo<br />

Divisione di<br />

che si è aggiudicata per tre volte la<br />

manifestazione.<br />

Nella classe Crociera, successo di Tartaruga<br />

di Gianni Marchetti. Il Comet<br />

1050 timonato da Antonello Fenu ha<br />

battuto Vermentino di Patrizio Bina e<br />

professor Balanzone di Luigi Lisci.<br />

Una regata impegnativa, la Cagliari<br />

– Carloforte, che si è disputata in<br />

buona parte in notturna. Le imbarcazioni,<br />

infatti, sono partite nel primo<br />

pomeriggio (alle 15.45) di venerdì 25<br />

dal porto di Cagliari e hanno raggiunto<br />

l’isola di San Pietro nelle prime ore<br />

dell’alba del giorno dopo. La prima a<br />

presentarsi al traguardo è stata proprio<br />

X-Light timonata dallo stesso armatore,<br />

che ha coperto il percorso in poco più<br />

di 11 ore, seguito a un miglio e mezzo<br />

da Tomahawk. Il vento, nella prima<br />

parte della regata, ha agevolato l’andatura<br />

delle imbarcazioni: dopo aver<br />

girato da libeccio a maestrale, però,<br />

è un po’ scemato, rallentando così il<br />

passo degli altri scafi, che hanno raggiunto<br />

il traguardo poco prima del<br />

pomeriggio.<br />

Classifica. Regata: 1) X-Light di<br />

Sandro Spiga, 2) Tomahawk di Giuseppe<br />

Covacivich, 3) Restless di Antonio<br />

Delogu, 4) Settimo Sole di Olindo<br />

Paulis.<br />

Crociera. 1) Tartaruga di Gianni Marchetti,<br />

2) Vermentino di Patrizio Bina,<br />

3) Professor Balanzone di Luigi Lisci,<br />

4) Isabel di Bruno Serra, 5)Madrisca di<br />

Oscar Ruggeri.<br />

Sergio Casano<br />

APPRODO TURISTICO E CENTRO DI SERVIZIO E<br />

ASSISTENZA PER LA NAUTICA DA DIPORTO<br />

Alaggio, varo, movimentazione<br />

e rimessaggio di<br />

imbarcazioni sino a<br />

40 tonnellate<br />

POSTI BARCA 150<br />

Esordio intenso nel 2000 per la classe<br />

J24. Durante i primi mesi dell’anno son<br />

state disputate la prima e la seconda<br />

manche del circuito zonale, nonché il campionato<br />

sardo di match race, svolto sui monotipo<br />

della classe. La prima manche, organizzata<br />

dal Club Nautico Arzachena, è stata disputata<br />

nel golfo di Arzachena, di fronte al villaggio di<br />

Cannigione e si é conclusa a fine febbraio. La<br />

vittoria é andata al J 24 Ciao Palau che, sin<br />

dall’inizio delle regate, ha schierato a bordo<br />

l’equipaggio del Botta Dritta IV, capitanato dal<br />

maddalenino Mariolino Di Fraia. Alle spalle di<br />

Di Fraia si é classificato il campione sardo in<br />

carica, Antonello “Pinzello” Ciabatti, a bordo<br />

del J24 Gradasso. Al terzo posto il Wile &<br />

Coyote di Piero Loddo, affidato all’olbiese<br />

Angelo Usai. La prima manche della classe ha<br />

dovuto fare i conti con il maestrale che, soffiando<br />

spesso con troppa intensità, ha determinato<br />

l’annullamento di alcune prove. Al<br />

termine delle regate, in vista del previsto campionato<br />

sardo match race, son state disputate<br />

alcune gare con questa formula. La vittoria<br />

é andata al Breeze, del Club Nautico Arzachena,<br />

timonato da Salvatore Orecchioni. Ma<br />

le vere stelle dei match race arzachenesi sono<br />

stati i giovani Aurelio Bini e Giampaolo Bianco,<br />

rispettivamente portacolori della Lega Navale<br />

di Olbia e del Club Nautico Arzachena: hanno<br />

dimostrato grinta e determinazione, mettendo<br />

in difficoltà i timonieri più titolati. Le regate<br />

dei J24 son proseguite con la seconda manche<br />

del circuito, che si é conclusa ad Olbia il 16<br />

di aprile. Vittoria finale del Wile & Coyote di<br />

Piero Loddo, condotto dall’olbiese Angelo<br />

Usai. Secondo posto di Paco, la barca del<br />

segretario zonale della classe Vito Pace, timonata<br />

alternativamente da Peppino Murgia e<br />

da Davide Gessa; terza posizione per Breeze<br />

del Club Nautico Arzachena, con Salvatore<br />

Orecchioni alla barra. Anche durante le regate<br />

olbiesi il maestrale ha soffiato con grande<br />

intensità, tanto che, in un caso, una delle prove<br />

previste é stata annullata. Durante alcune<br />

regate si é assistito a dei numeri da rodeo,<br />

a causa delle bizze dello spinnaker che ha<br />

preso la mano ad alcuni timonieri. Vi sono<br />

state alcune spettacolari straorzate e strapuggiate,<br />

come testimoniano le foto del servizio.<br />

Infine l’attività agonistica dei J24 si é conclusa<br />

con il campionato sardo match race, disputato<br />

sempre ad Olbia il 29 e 30 di aprile, nell’ambito<br />

del criterium Trofeo Città di Olbia.<br />

Il titolo di campione zonale della specialità é<br />

andato all’equipaggio di Angelo Corrias, formato<br />

dal timoniere e da Marco Atzori, Enrico<br />

Zedda, Antioco Orrù e Giuseppe Taras, ma il<br />

criterium é stato vinto da Mariolino Di Fraia,<br />

insieme a Luca Montella, Stefano Manca,<br />

Mirko Lattanzi e Andrea Tirotto. Questi due<br />

equipaggi, con qualche sostituzione, hanno<br />

poi partecipato al criterium nazionale match<br />

race, svoltosi a Rimini dal 22 al 25 di giugno.<br />

L’equipaggio capitanato da Di Fraia, che per<br />

Andrea Tirotto a prua e regatava in rappresentanza<br />

della 14a zona, alla quale appartiene<br />

la sezione velica della LNI de La Maddalena, ha<br />

conquistato il quarto posto assoluto; mentre<br />

l’equipaggio con Angelo Corrias al timone,<br />

campione sardo in carica, a Rimini per rappresentare<br />

la zona sarda, la terza, ha terminato<br />

le regate al decimo posto. Il criterium,<br />

al quale han preso parte 13 timonieri in rappresentanza<br />

delle diverse zone della Federazione<br />

Italiana Vela, é stato vinto dall’equipaggio<br />

di Furio Benussi. Ancora da segnalare il buon<br />

risultato finale, quattordicesimi su settanta<br />

concorrenti, dell’unico equipaggio sardo presente<br />

al campionato italiano della classe J24,<br />

disputato a Cala Galera al principio di giugno.<br />

A rappresentarci il solito Botta Dritta di<br />

Mariolino Di Fraia, con Luca Montella tattico,<br />

Andrea Montella alla regolazione delle vele,<br />

l’algherese Giorgio Maggioni, unico non maddalenino<br />

a bordo, alle drizze e Andrea Tirotto<br />

a prua. Il campionato é stato vinto dal triestino<br />

Lorenzo Bressani alla barra del Parimor<br />

Elfa. La classifica finale della prima manche: 1°<br />

Ciao Palau; 2° Gradasso; 3° Wile & Coyote;<br />

4° Paco; 5° Talia; 6° Corsara; 7° Jadine; 8 °<br />

Breeze; 9° Zu Paulu; 10° John Wayne; 11°<br />

Punto Rosso; 12° Tersicore; 13° Calliope. La<br />

classifica finale della seconda manche: 1° Wile<br />

& Coyote; 2° Paco; 3° Breeze; 4° Ciao Palau;<br />

5° Punto Rosso; 6° Jadine; 7° Corsara; 8°<br />

Mollalosso; 9° Zu Paulu; 10° Blue; 11° Talia;<br />

12° Tersicore.<br />

Antonio Mannu<br />

J 24<br />

In basso, Jadine e qui<br />

sotto Mollalosso<br />

Calata dei Mercedari<br />

Loc. Su Siccu<br />

Tel. 070 308730<br />

Cantieri del Sole S.r.l.<br />

l’occasione schierava Luca Montella alla tattica,<br />

48 Andrea Montella alla regolazione delle vele e<br />

49


Regate del mare<br />

pecie da Marsiglia. Dalla nostra isola<br />

sono giunte quattro lance, equamente<br />

distribuite tra il capo di su e quello<br />

di giu. Da Fertilia e da Stintino sono<br />

nostrum<br />

arrivate Alubé, che ha vinto la regata,<br />

e Guzzetta, le due lance performanti<br />

progettate e in gran parte costruite dall’ing.<br />

Luigi Scotti. Da Carloforte provenivano<br />

l’Altair e l’Aurora, anch’esse<br />

Durante questa primavera la vela<br />

latina ha varcato le acque sarde<br />

due lance molto belle e veloci, una<br />

ed é sbarcata, grazie anche alla<br />

di proprietà dell’Istituto Nautico della<br />

presenza cospicua di imbarcazioni provenienti<br />

dall’isola, in Corsica e in Liguria.<br />

A onor del vero in Liguria, da un<br />

paio d’anni, viene organizzata a Sestri<br />

Levante una regata riservata ad imbarcazioni<br />

con armo latino; la partecipazione<br />

é però sempre stata limitata ad<br />

imbarcazioni locali, in particolare gli<br />

splendidi gozzi cornigiotti, tipici della<br />

riviera di levante, che lo scorso anno<br />

é stato possibile ammirare anche a Stintino.<br />

La manifestazione corsa si é svolta<br />

ad Ajaccio il 2 e il 3 di giugno, nell’occasione<br />

della festa di S.Erasmo,<br />

patrono dei pescatori ad Ajaccio e<br />

in diverse località mediterranee (in<br />

Sardegna é venerato ad Alghero) e<br />

del nord Europa, dove é conosciuto<br />

come Sant’Elmo. Una delegazione del<br />

Comune di Stintino, capitanata dal sindaco<br />

e dall’assessore alla cultura Antonio<br />

Diana, accompagnata da Piero e<br />

cittadina sardo-ligure, l’altra del carlofortino<br />

Antonello Aste. Dalla Francia<br />

sono arrivate il Mija, un gozzo, e quattro<br />

bette , particolari imbarcazioni da<br />

pesca costiera a fondo piatto, simili<br />

nello scafo ai nostri cius, usati per<br />

pescare negli stagni di Cabras e Santa<br />

Giusta, nelle lagune e nelle baie ben<br />

protette. Come appunto la rada di Marsiglia,<br />

sin dal secolo scorso territorio di<br />

pesca delle bette. Infine le barche liguri,<br />

capitanate dal Barracuda di Roberto<br />

Cecconi, alla cui presenza, sia della<br />

barca che del Cecconi e famiglia, siamo<br />

ormai piacevolmente abituati in Sardegna,<br />

e i tre bellissimi gozzi cornigiotti:<br />

“U Can Neigru”, timonato da<br />

Franco Remagnino, che si é classificato<br />

al terzo posto, insieme al Biancamaro<br />

e al San Giuseppe; per finire con tre<br />

piccoli gozzi, il San Carlo e l’Ulisse<br />

nero e l’Ulisse bianco, e con Chiara, riservata a questo tipo di imbarcazioni. In alto, l’Ulisse a<br />

Paolo Ajello, organizzatori della regata<br />

un gozzo costruito a Carloforte ma da Calasetta però, tra i luoghi dove si va a Calasetta qualche<br />

stintinese, si é recata in Corsica su<br />

tempo ormai in Liguria. Il Raduno delle vela latina, vanta un primato: é la capitale<br />

delle lancette, che sono in realtà sia<br />

anno fa<br />

invito di Joseph Frigara, presidente zione. Terzo posto per il Nonno Pep, In alto, la cittadina<br />

vecchia di<br />

zioni collaterali volute per arricchire piccoli gozzi che vere e proprie lance in<br />

Vele Latine era una delle manifesta-<br />

In basso la festa<br />

della Societe Nautique d’Ajaccio e timonato da Antonio Diana. Quindi la<br />

di Sant’Erasmo<br />

vicepresidente della federazione velica Santo Stefano di Demelas, Futura di Ajaccio e sotto<br />

il programma di festeggiamenti messo miniatura, con armo latino, caratterizzate<br />

da una lunghezza fuori tutto infe-<br />

francese. Con la delegazione stintinese Giau, Nonno Baciccia di La Mattina, il<br />

in piedi a Boccadasse per celebrare<br />

patrono dei pescatori<br />

di Ajaccio<br />

vele latine all’ombra<br />

di una nave a<br />

anche una dozzina di imbarcazioni Vanessa di Francesco Caracciolo, appositamente<br />

acquistata per l’occasione e<br />

un ceppo familiare tipico della località Calasetta, organizzato dal locale circolo<br />

una riunione della famiglia Dodero, riore ai cinque metri. Da sei anni a<br />

provenienti da Stintino e Porto Torres.<br />

Ad Ajaccio sono state disputate due<br />

Genova<br />

con l’equipaggio formato da allievi dell’Istituto<br />

Nautico di Porto Torres, il<br />

alla navigazione, nel tempo si é sparso mavera delle lancette, che quest’anno é<br />

genovese che, dedito alla vita di mare e nautico, si tiene un campionato di pri-<br />

regate, entrambe nella splendida baia,<br />

la prima a ridosso della città e dei Maistrale di Marie Fichou, una delle In basso, Alubè<br />

per il mondo. I Dodero sono arrivati stato vinto dall’Ulisse di Nazario Fisanotti,<br />

il gigante delle lancette, lungo<br />

bastioni della fortificazione. La vittoria due barche corse in gara, l’Asinara vincitrice a<br />

in gran numero, provenienti dal Sud<br />

finale é andata al San Vincenzo II di Libera di Giancarlo Acciaro, ribattezzato<br />

Acciaru dagli ajaccini, il Maria<br />

dal Belgio e da tutta Italia. La vittoria tato dal 13 al 27 di maggio nell’arco<br />

Genova<br />

America, dalla Francia, dalla Spagna, ben 4 metri e 78. Al campionato, dispu-<br />

Francesco Greco, un gozzo di circa otto<br />

metri che ha fatto a vela la traversata di Giampiero Degortes, la lancetta Zio<br />

nell’unica regata che é stato possibile di cinque prove, hanno preso parte<br />

da Porto Torres ad Ajaccio. In equipaggio<br />

insieme all’armatore il fratello dalina di Elisabeth Rossi Albertini, l’al-<br />

Alubé, col secondo posto della gemella tore 1° di Salvatore Scopelliti, un vero<br />

Silvestro di Stefano Garau e Guen-<br />

disputare é andata alla lancia di Fertilia nove lancette. La più piccola? Il Salva-<br />

Gavino, il figlio Vincenzo e il sassarese tra barca corsa partecipante. A Genova<br />

Guzzetta e U Can Neigru in terza posizione.<br />

Per finire il nostro gran tour tra 83 centimetri. La classifica finale vede,<br />

guscio di noce di appena 3 metri e<br />

Giuseppe Lavarra. Il S. Vincenzo II invece, in occasione del Raduno delle<br />

ha stravinto la prima regata, mentre si Vele Latine-trofeo Challenge Dodero,<br />

le vele latine torniamo in Sardegna, alle spalle dell’Ulisse, nell’ordine: Speranza,<br />

Paco, Geo, Aquila dei 7 mari,<br />

é dovuto accontentare del terzo posto organizzato dallo Yacht Club Italiano<br />

pur se in un lembo di Sardegna molto<br />

nella seconda prova, vinta dall’Aquila e dalla Pro Loco Maris Boccadasse,<br />

“ligure”. Stiamo parlando di Calasetta, Terry, Antonio, Salvatore 1° e Centauro.<br />

di <strong>Mare</strong> dello stintinese Antonello son giunte barche, oltre che dalla Sardegna,<br />

anche dalla Francia, nella fattis-<br />

dove ogni anno si organizza una regata<br />

Antonio Mannu<br />

una delle patrie sarde della vela latina,<br />

50 Scano, classificatasi in seconda posi-<br />

51


VELA<br />

A destra, Finalmente<br />

1°<br />

In basso, Breeze e<br />

sotto Aera<br />

Stintino<br />

Olbia<br />

Porto Torres<br />

Altura nel Nord Sardegna: si comincia<br />

il 5 marzo con la regata d’esordio del<br />

Trofeo Comandante Michele Acciaro,<br />

organizzato dalla sezione Golfo dell’Asinara<br />

della Lega Navale Italiana, aperto ad imbarcazioni<br />

con stazza IMS. L’ottava edizione del<br />

Trofeo, una delle manifestazioni valide per l’assegnazione<br />

del titolo di campione zonale d’altura,<br />

si é conclusa con la classica regata da<br />

Porto Torres a Castelsardo e con la vittoria di<br />

Isotex-Vento dell’Este, l’Este 24 condotto dall’algherese<br />

Roberto Sechi. Il primo posto nella<br />

prova finale é andato però al piccolo Robelgiò<br />

di Edoardo Vivarelli, imbarcazione olbiese.<br />

Sfortunato nell’ultima regata Finalmente 1°,<br />

detentore del titolo di campione zonale d’altura<br />

e in testa alla classifica del Trofeo Acciaro<br />

sino all’ultima prova. A causa del cattivo piazzamento<br />

nell’ultima regata, unica prova del<br />

Trofeo a non poter essere scartata, ha visto<br />

compromesso il successo finale e si é dovuto<br />

accontentare del secondo posto. Sulla validità<br />

della formula che prevede che una specifica<br />

prova di una serie di regate non possa<br />

essere scartata c’é stata qualche polemica. Alla<br />

Porto Torres-Castelsardo sono state ammesse<br />

anche barche non stazzate, con equipaggio<br />

formato da non tesserati con la sola eccezione<br />

del timoniere. Un’iniziativa volta ad incentivare<br />

32 miglia: Porto Rotondo-isole dei Monacisecca<br />

di Tre Monti-Porto Rotondo. La vittoria<br />

é andata al Ligeia, il Benetau-Figarò del maddalenino<br />

Pasquale La Pera, che<br />

aveva a bordo, oltre all’armatore,<br />

Mirko Ugo,<br />

Antonello<br />

T o v o ,<br />

Antonio S a l l u s t i o ,<br />

C h i c c o Tirotto e Mirko<br />

L a t t a n z i . Secondo posto per Isola<br />

d’Elba, quarter tonner di Claudio Germiniasi,<br />

e piazza d’onore per i francesi di Erzerun,<br />

capitanati dallo skipper Loic Herrou. Tra i multiscafi<br />

vittoria dello statunitense Bear Cat, salpato<br />

un paio di anni fa da Charleston, South<br />

Carolina. A bordo Tom Bohanon, di Littleton,<br />

Colorado, la sua famiglia e un amico scozzese.<br />

Ottima l’organizzazione dello Yacht Club<br />

Porto Rotondo. Nel frattempo, a Stintino,<br />

archiviata con la vittoria del Finalmente 1°<br />

la prima regata, proseguiva il campionato e,<br />

nella seconda prova, disputata a fine maggio,<br />

disputa su un percorso particolarmente affascinante:<br />

il periplo dell’isola dell’Asinara. Giunta<br />

quest’anno alla sua terza edizione la Top Sail<br />

Cup é caratterizzata dalle partenze scaglionate.<br />

Il compenso che le barche più grandi<br />

debbono pagare alle meno veloci viene calcolato<br />

in anticipo; partono quindi per prime<br />

le barche più piccole seguite, man mano,<br />

dalle barche più veloci. L’edizione 2000 si é<br />

conclusa con la vittoria del Kiriok di Antonio<br />

Umberto Lo Monaco. Il successo del Kiriok,<br />

unitamente al secondo posto di Itaca Billellera<br />

di Fulvio Princivalle, entrambe portacolori del<br />

Circolo Nautico Torres, hanno aggiudicato al<br />

CNT il prestigioso trofeo. Il periplo dell’Asinara<br />

é stato particolarmente impegnativo a<br />

causa del forte vento di grecale (nord-est)<br />

che, in alcuni tratti della regata, ha superato<br />

i 35 nodi di intensità. Vi sono stati danni ed<br />

alcuni ritiri, come quello dell’Ariel di Alberto<br />

Roggero, che ha rotto la randa. Difficile il<br />

passaggio a Punta Scorno, dove la flotta ha<br />

incontrato mare molto formato. Delle difficoltà<br />

hanno profittato Kiriok e Itaca Billellera,<br />

che proprio a Punta Scorno hanno preso il<br />

comando della regata, superando il Velalife<br />

di Francesco Tanda, sino a quel momento<br />

sempre in testa. In conclusione vittoria della<br />

squadra del CNT, secondo posto per la squadra<br />

della Lega Navale di Alghero, formata da<br />

Isotex, Atrevida e Picka, terza posizione per<br />

la LNI sez Golfo dell’Asinara, con Ariel, Extralarge<br />

e Velalife, quindi lo Yacht Club Sassari<br />

e il Circolo del <strong>Mare</strong> di Fertilia. Ordine d’arrivo<br />

della regata: 1° Kiriok; 2° Itaca Billellera;<br />

3° Velalife; 4° Isotex; 5° Bellatrix; 6° Picka; 7°<br />

Ariel; 8° Extralarge; 9° Joubarbe; 10° Atrevida;<br />

11° Wooloomooloo Too.<br />

Infine la stagione dell’altura nel settentrione<br />

dell’isola si é conclusa, per il momento, con la<br />

quinta edizione del Trofeo Artevela Memorial<br />

Cinzia Cocco, disputato ad Olbia domenica<br />

9 luglio sotto un forte vento di maestrale.<br />

Vittoria dell’Aera di Salvatore Serra con Aurelio<br />

Bini al timone, l’armatore alla regolazione<br />

della randa, Giorgio Fois e Vittorio Degortes<br />

alla regolazione delle vele di prua e i fratelli<br />

Maurizio e Danilo Deiana rispettivamente alle<br />

drizze e prodiere. l’Aera ha vinto un regata<br />

dura ed impegnativa, soprattutto nel tratto di<br />

bolina che ha riportato la flotta dentro il golfo<br />

di Olbia, dopo aver girato una boa posizionata<br />

nella parte meridionale dell’isola di Tavolara.<br />

Secondo posto per Isotex-Vento dell’Este,<br />

timonato dall’algherese Roberto Sechi che,<br />

durante il lato con vento largo, ha raggiunto<br />

velocità molto alte. Altrettanto ha fatto il vin-<br />

Usai. Secondo tra i J Breeze del Club Nautico<br />

la partecipazione dei tanti appassionati che, vinceva il Kiriok di Antonio Umberto Lo<br />

In alto, Isotex<br />

Arzachena, condotto da Salvatore Orecchioni,<br />

per diversi motivi, non appartengono a sodalizi<br />

nautici e non hanno la tessera federale. in testa alla classifica. Breve la durata della lea-<br />

Monaco, che, grazie a questo risultato, balzava<br />

Vento dell’Este<br />

mentre Blue di Nicola Campus terminava al<br />

terzo posto. Tra gli stazzati IMS Robelgiò di<br />

La classifica finale del Trofeo Michele Acciaro: dership del piccolo disegno di Sciomachen.<br />

Edoardo Vivarelli si classificava in terza posizione,<br />

mentre tra i non stazzati ha vinto Sorojo<br />

1° Isotex-Vento dell’Este; 2° Finalmente 1°; 3° L’ultima prova valida, disputata il 4 di giugno,<br />

Ariel; 4° Xamamina; 5° Arca; 6° Robelgiò- andava infatti al diretto avversario del Kiriok, il<br />

di Salvatore Eretta, l’unica della sua classe a<br />

Geogramma; 7° Picka; 8°Velalife; 9° Extralarge; Finalmente 1° di Angelo Fassio, come sempre<br />

terminare la gara. Le condizioni meteo, a tratti<br />

10° Noa Noa; 11° Toubegé; 12° Woolloomoolloo<br />

Too; 13° Obelix; 14° Zinzura; 15° trofeo dalla passata edizione. Con questo suc-<br />

timonato da Alessandro Cabras, detentore del<br />

molto dure, hanno costretto diverse barche<br />

al ritiro. Da menzionare comunque la prova<br />

Colombo; 16° Maestrale.<br />

cesso, e dopo l’annullamento della quarta ed<br />

del Barbel, altra barca non stazzata che, pur<br />

Concluso il Trofeo Acciaro é trascorso circa un ultima prova in calendario, Finalmente 1° si<br />

ritirandosi dalla regata, é rientrata in porto a<br />

mese prima che prendesse l’avvio, a Stintino, assicurava la vittoria finale. Piazza d’onore per<br />

vela: a volte di necessità si fa virtù: Barbel é<br />

il Campionato Golfo dell’Asinara, organizzato Itaca Billellera di Fulvio Princivalle, prima classificata<br />

nella classe regata, mentre il Kiriok di<br />

infatti una lancia con deriva priva di motore. A<br />

dal Circolo Nautico Torres. In concomitanza<br />

sera, presso la sede del Circolo Nautico Olbia,<br />

con l’esordio del campionato stintinese si é Antonio Umberto Lo Monaco terminava in<br />

organizzatore della manifestazione insieme alla<br />

tenuta, a Porto Rotondo, una affollata ed interessante<br />

manifestazione, l’Estiva Cup, giunta pionato Golfo dell’Asinara: 1° Finalmente 1°<br />

terza posizione. La classifica finale del Cam-<br />

sezione olbiese della Lega Navale Italiana, si é<br />

tenuta la premiazione dei vincitori della regata<br />

quest’anno alla terza edizione. Sponsorizzata pt. 43.50; 2° Itaca Billellera pt. 40.00; 3° Kiriok<br />

e dei vincitori dell’ estemporanea di pittura,<br />

dal salumificio Levoni e organizzata dallo Yacht pt. 35.25; 4° Bellatrix pt. 31.00; 5° Isotex pt.<br />

un evento che si affianca alla regata velica<br />

Club Porto Rotondo, in collaborazione con 27.00; 6° La Joubarbe pt. 25.00; 7° Picka pt.<br />

nel ricordo di Cinzia Cocco, giovane artista<br />

la Lega Navale di Santa Teresa e l’Ecole de 24.00; 8° Extralarge pt. 22.00; 9° Noa Noa pt.<br />

olbiese appassionata di barche e di vela, alla cui<br />

Voile Grand Sud Plaisance di Porto Vecchio, 21.00; 10° Tex pt. 14.00; 11° Viking pt. 16.00;<br />

memoria il Trofeo Artevela é dedicato. La classifica<br />

finale IMS: 1° Aera; 2° Isotex; 3° Robel-<br />

l’Estiva Cup é una regata internazionale che 12° Atrevida pt. 11.00; 13° Puntanegra III pt.<br />

prevede la partenza da Porto Rotondo alla 0; 14° Gheppio pt. 0; 15° Gughi pt. 0.<br />

giò; 4° Escape; 5° On Ka Hye; 6° Play Boat;<br />

volta di Santa Teresa di Gallura, quindi prua Al Kiriok bastavano la Top Sail Cup e poche<br />

7° Imagine; 8° Ariele; 9° Bernie; 10° Katrina;<br />

in Corsica verso Porto Vecchio e conclusione settimane per prendersi una rivincita. La<br />

11° Kissmet; 12° Gioconda; 13° Blue Star; 14°<br />

della regata col ritorno a Porto Rotondo. Top Sail Cup, organizzata dal Circolo Nautico<br />

Calyx; 15° Play Off; 16° Miticonovantuno; 17°<br />

Quest’anno però, a causa del maestrale, la Torres, dalla Lega Navale di Alghero e dalla<br />

Crevole; 18° Tessa; 19° Giancagi.<br />

flotta dell’Estiva Cup si é dovuta accontentare<br />

di una sola regata su un percorso di é una interessante regata a squadre che si<br />

Vito Pace, nell’occasione affidato ad Angelo<br />

sezione Golfo dell’Asinara della Lega Navale,<br />

citore nella classe J 24, il Paco-Babitours di<br />

Antonio Mannu<br />

52 53


Giro di Sardegna<br />

Dopo un anno di interruzione il Giro<br />

di Sardegna e Corsica, anche se in<br />

Corsica ci si é limitati ad una sola<br />

tappa a Bonifacio, é tornato con i G34, nuove<br />

barche acquistate lo scorso anno da Cino<br />

Ricci ed utilizzate per il Giro d’Italia del 1999,<br />

al loro esordio al Giro di Sardegna. Una<br />

serie di novità, rispetto ai Jod, le barche utilizzate<br />

sinora. Ad esempio l’albero rotante e<br />

i ballast, serbatoi d’acqua che permettono di<br />

avere oltre settecento chili di zavorra mobile<br />

sopravvento e il cui uso é vietato durante<br />

le prove su percorsi a bastone. Un giro che<br />

é partito da Oristano, dove son state disputate<br />

due regate a bastone, e si é concluso<br />

vela<br />

a Porto Rotondo, dopo quasi una settimana<br />

di pochissimo vento e due giornate di maestrale<br />

serio e teso. A vincere il giro é stata<br />

la barca della Marina Militare, timonata da<br />

Andrea Rachelli, con Pierluigi Omboni e il<br />

palaese Evero Niccolini, unico sardo a bordo,<br />

alle vele di prua, Michelangelo Casadei alla<br />

randa, Pietro Martucci skipper, Nicholas Dal<br />

Ferro e Ennio Castellini a prua. Un ottimo<br />

equipaggio che ha certamente sfruttato la<br />

conoscenza del mezzo acquisita durante il<br />

Giro d’Italia dello scorso anno. Al secondo<br />

posto é arrivata Oristano, affidata allo skipper<br />

bielorusso Uladzimir Siamenau, con in<br />

equipaggio Gianmario Camedda, Marco<br />

Dorascenzi, Gianmario Fais, Riccardo Lalla,<br />

Francesca Mariani e Gian Michele Pilo. Terza<br />

Iglesias, portata in regata da Mario Di Fraia<br />

e da un equipaggio che si é costantemente<br />

alternato, formato da maddalenini e sulcitani<br />

(Sant’Antioco e Iglesias). Un giro quasi tutto<br />

con pochissimo vento, abbiamo detto, con<br />

una tappa a motore, quella da Oristano ad<br />

Alghero, e diverse porzioni di altre tappe con<br />

le vele nei sacchi. Soltanto alla fine, una volta<br />

giunti a Bonifacio, é arrivato il maestrale e<br />

la tappa finale, che ha portato la flotta dei<br />

G34 sino a Porto Rotondo, é stata veramente<br />

spettacolare. Partenza al mattino dal porto<br />

corso, partenza scaglionata a causa dell’impossibilità<br />

di piazzare una linea di partenza<br />

a mare a causa del mare mosso, e poi via,<br />

volando tra gli spruzzi, alla volta delle isole<br />

dell’arcipelago prima e della Costa Smeralda<br />

poi. Impressionante la prova della barca di<br />

Bonifacio, affidata allo skipper bretone Lionel<br />

Pean che ha di recente battuto, con il catamarano<br />

Mari Cha, il record di traversata atlantica<br />

a vela. Partita per ultima, con entrambi i ballast<br />

pieni d’acqua che la incollavano al mare<br />

come a dei binari, ha iniziato a volare ad<br />

almeno due o tre nodi di velocità in più degli<br />

avversari, in un mare di schiuma e di spruzzi<br />

che, a tratti, copriva quasi completamente la<br />

barca: oltre venti nodi la velocità raggiunta;<br />

grande difficoltà per i gommoni, con a bordo<br />

fotografi e cameramen, nello star dietro alle<br />

barche durante il tratto corso nelle Bocche di<br />

Bonifacio. Il giorno successivo, a conclusione<br />

della manifestazione, si sarebbero dovute<br />

disputare due regate, una aperta soltanto alle<br />

barche del giro ed una, valida per l’assegnazione<br />

dell’Autoprestige BMW Trophy, aperta<br />

anche a barche “normali” con stazza IMS. Purtroppo<br />

le due regate, una delle quali regolarmente<br />

partita, sono state annullate perché<br />

alcune delle boe di percorso se ne sono<br />

andate a spasso sospinte dal forte vento. Non<br />

poteva che accadere altrimenti dato che le<br />

boe venivano calate utilizzando come zavorra<br />

delle semplici pietre; fintantoché il vento<br />

é stato quasi assente le pietre son bastate.<br />

Non appena ha fatto capolino il maestrale le<br />

boe sono scappate. Per una manifestazione<br />

del genere, che coinvolge sponsor, organiz-<br />

zatori locali, televisioni e giornali, garantire il<br />

corretto posizionamento di un campo di gara<br />

dovrebbe essere il minimo. Purtroppo così<br />

non é stato e si spera che in futuro l’organizzazione<br />

di Cino Ricci, per altri versi puntuale<br />

ed efficiente, ponga rimedio. In fin dei conti si<br />

tratta solo di acquistare alcune ancore e qualche<br />

spezzone di catena. Soddisfatti comunque<br />

per l’esito della manifestazione sia Carmelo<br />

Mereu, presidente di Sardegna Grandi Eventi<br />

ed organizzatore del giro, che gli sponsor<br />

coinvolti nella promozione della regata. La<br />

classifica finale del Giro di Sardegna e Corsica:<br />

1° Marina Militare; 2° Oristano 60,50; 3°<br />

Cagliari; 4° Iglesias; 5° Bonifacio; 6° Arzachena;<br />

7° Alghero-Riviera del Corallo; 8° Regione<br />

Sardegna; 9° Porto Torres; 10° Alghero-Lega<br />

Navale Italiana.<br />

Antonio Mannu<br />

Cagliari<br />

Via Riva Villasanta, 220 - Tel./Fax 070/506427<br />

Nell’altra pagina, Oristano che ha conquistato la piazza d’onore<br />

In alto, Marina Militare dominatrice del Giro<br />

Sotto, Bonifacio<br />

SCRITTE ADESIVE PER LA NAUTICA<br />

STRISCIONI PUBBLICITARI<br />

CARTELLONISTICA<br />

54 55


CAMPIONATO<br />

D’EUROPA MOTO<br />

D’ACQUA<br />

Non solo formula uno del mare la categoria Freestyle, con moto a<br />

spettacolare, si è aggiudicato la prova D’Aquila. Il primo si è dovuto ritirare<br />

nella prova quartese ma si<br />

ma anche moto d’acqua. due posti (runabout) e monoposto<br />

europea Federico Buffacchi, campione<br />

mondiale in carica. Il pilota è abbondantemente riscattato a Su<br />

L’acquodromo di Su Siccu, in piedi (stand up). E il capoluogo<br />

nel cuore della città, una settimana<br />

prima del Gran Premio del Meditterraneo<br />

di motonautica, ha ospitato<br />

il Grand Prix Sardegna 2000, valido<br />

come prima tappa del campionato<br />

europeo di moto d’acqua. Un grande<br />

successo di pubblico, la spettacolare<br />

manifestazione organizzata dall’Associazione<br />

Neptune Club con il<br />

patrocinio degli assessorati allo sport<br />

del Comune di Cagliari e della<br />

Regione, della Provincia e la collaborazione<br />

dell’Autorità portuale, che si<br />

è disputato a Cagliari.<br />

Sessanta i piloti in gara provenienti<br />

da diversi paesi europei che si sono<br />

dati battaglia per due giorni – il<br />

24 e il 25 giugno – nelle classi 785<br />

cagliaritano, come accaduto l’anno<br />

scorso nella motonautica, ha ancora<br />

una volta rispettato la tradizione,<br />

portando fortuna ai colori italiani.<br />

Ad aggiudicarsi tutte e tre le specialità<br />

sono stati infatti i piloti azzurri,<br />

che hanno sconfitto il francese Didier<br />

Navarro, campione del mondo in<br />

carica e super favorito alla vittoria.<br />

Nella classe 785 cc. successo del<br />

ravennate Alberto Monti, che si è<br />

imposto davanti ad Alberto Aloisi<br />

di Cervia e al transalpino Didier<br />

Navarro. Nei 1200 cc., invece,<br />

affermazione di Lorenzo Benaglia,<br />

anch’esso romagnolo, che ha preceduto<br />

il milanese Cesare Vismara e il<br />

piemontese Gimmi Bosio.<br />

romano, che si è imposto davanti al<br />

padovano Giampaolo Marcante e al<br />

tedesco Sascha Bonness, ha scatenato<br />

con le sue evoluzioni l’entusiasmo del<br />

pubblico che ha invaso per due giorni<br />

i moli e le tribune allestite sul lungomare<br />

Colombo.<br />

Quasi in contemporanea, mentre si<br />

disputava la tappa europea, nelle<br />

acque del litorale di Quartu si è<br />

svolta una tappa del campionato italiano<br />

endurance open 1200 super<br />

stock. Grande protagonista Mattia<br />

Fracasso, che si è aggiudicato<br />

entrambe le due prove in programma.<br />

Alla prova tricolore, organizzata<br />

dal Neptune Club, hanno<br />

partecipato anche due bikers isolani:<br />

Siccu conquistando il terzo posto<br />

mentre il secondo ha fatto registrare<br />

un sesto e un settimo posto. Un buon<br />

risultato per Gianni D’Aquila che ha<br />

appena 16 anni ed era all’esordio in<br />

un campionato tricolore.<br />

Le moto d’acqua hanno lasciato<br />

Cagliari per approdare a Gallipoli,<br />

dove è in programma la quarta tappa<br />

europea, ma a Su Siccu si riaccendono<br />

i motori sulla F1 inshore, che<br />

ricandida Cagliari per il terzo anno<br />

consecutivo come capitale mondiale<br />

della motonautica. Venti team al via,<br />

guidati dal campione iridato Guido<br />

Cappellini, protagonista delle passate<br />

edizioni.<br />

Sergio Casano<br />

56 cc., 1200 cc.runabout super stock e Nel freestyle, senz’altro la classe più<br />

Marco Sorrentino e Gianni<br />

57


Festival<br />

della<br />

Vela<br />

ha funzionato considerata la massiccia<br />

partecipazione degli appassionati che,<br />

nonostante il mare mosso, non si sono<br />

lasciati pregare per scendere in mare”.<br />

Un colpo d’occhio eccezionale, quello<br />

del Festival della vela, per le migliaia<br />

di bagnanti che, tre giorni prima dell’inizio<br />

dell’estate, hanno affollato la<br />

spiaggia del Poetto. Poco prima di mezzogiorno,<br />

improvvisamente il mare si è<br />

colorato di vele: quasi in fila indiana,<br />

infatti, le imbarcazioni hanno effettuato<br />

una sorta di parata in tutto il litorale del<br />

Poetto.<br />

Tre i percorsi previsti: i piccoli Optimist<br />

sono arrivati fino all’Ospedale<br />

Marino, le derive hanno raggiunto<br />

lo stabilimento balneare delle Saline,<br />

mentre i cabinati hanno girato la boa<br />

posizionata a Torre Foxi, di fronte al<br />

Margine Rosso.<br />

Un percorso tutto sommato tranquillo<br />

per i regalanti che tuttavia hanno<br />

dovuto fare i conti con il mare formato<br />

che ha causato piccole avarie alle<br />

imbarcazioni. Nonostante il carattere<br />

non agonistico della manifestazione,<br />

che ricalca un po’ la famosa Barcolana<br />

di Trieste, gli organizzatori hanno<br />

voluto dare un simbolico riconoscimento<br />

ai vincitori di ogni classe che<br />

in serata, dopo la cerimonia delle premiazioni,<br />

hanno partecipato nella sede<br />

del circolo di Marina Piccola ad una<br />

cena campidanese a base di malloreddus,<br />

salsiccia, formaggio e vino. Questi<br />

gli equipaggi vincitori:<br />

Optimist: Enrico Strazzera; 4.20:<br />

Davide Todesco – Valentina Amorino;<br />

Europa: Riccardo Piseddu; 4.70<br />

Michele e Marco Abis; Hobbie Cat:<br />

Gabriele Loy – Giuseppe Castiglione;<br />

Tornado: Pintor – Strazzera.<br />

Sergio Casano<br />

Alla manifestazione,<br />

giunta<br />

ormai all’undicesima<br />

edizione,<br />

hanno infatti<br />

partecipato oltre<br />

centotrenta<br />

imbarcazioni, tra<br />

derive, multiscafi<br />

e cabinati.<br />

Tutti in barca per salutare che, solitamente, non hanno l’oppor<br />

l’estate ormai alle porte. Era tunità di partecipare a vere e proprie<br />

questo lo spirito del Festival regate.<br />

58<br />

della vela che si è disputato (domenica<br />

18 giugno) nelle acque del<br />

Poetto. Il messaggio lanciato dallo<br />

Yacht Club Cagliari, che organizza<br />

da tanti anni l’happening sportivo, è<br />

stato recepito in pieno dai velisti, non<br />

solo dai professionisti ma anche da<br />

coloro che utilizzano la barca a vela<br />

per crociera, per fare passeggiate,<br />

i cosiddetti velisti della domenica<br />

Alla manifestazione, giunta ormai<br />

all’undicesima edizione, hanno<br />

infatti partecipato oltre centotrenta<br />

imbarcazioni, tra derive, multiscafi e<br />

cabinati: “E’ stata una grande festa<br />

del mare – dice Alberto Floris, presidente<br />

dello Yacht Club Cagliari<br />

– un’occasione per stare insieme e<br />

fare una veleggiata senza competizione.<br />

La formula, ancora una volta,<br />

59


CHIA<br />

alla spiaggia del Giudeo di Chia sono<br />

approdati non solo i campioni del surf<br />

da onda ma anche gli specialisti del<br />

neonato kitesurf, il windsurf trainato da<br />

una sorta di aquilone a forma di paracadute.<br />

Una pattuglia che ha dato spettacolo,<br />

quella giunta dall’isola di Maui,<br />

alle migliaia di persone che hanno<br />

invaso le caratteristiche dune di Chia.<br />

Ad esibirsi sono stati campioni come<br />

Mike Waltze, il primo “re di Hookipa”,<br />

Matt Schweitzer, figlio dell’inventore<br />

del windsurfing e pluricampione<br />

mondiale di Free Style, Maurizio<br />

Toscano, pluricampione di kitesurf,<br />

Mark Angulo, già vincitore dell’Aloha<br />

Classic e inventore delle più radicali<br />

manovre sulle onde dell’ultimo decennio,<br />

e Jace Panebianco, newyorkese trapiantato<br />

a Maui e considerato il più<br />

promettente dei nuovi giovani.<br />

Della squadra hawaiana hanno fatto<br />

parte anche due italiani che da alcuni<br />

anni risiedono nell’isola di Maui: Francesco<br />

Moretti e Simone Vannucci.<br />

Da oltre oceano è giunto poi anche<br />

uno spettacolare poker rosa con atlete<br />

quali la bellissima Samantha Batt, e<br />

Sulla cresta delle onde: la Sardegna<br />

come le Hawai. Per sei<br />

Classic<br />

giorni, dal 20 al 25 aprile, nel<br />

mezzo della festività pasquali, il mare<br />

del Comune di Domusdemaria (che<br />

dista una cinquantina di chilometri da<br />

Cagliari), sulla costa occidentale, ha<br />

Per sei giorni, dal<br />

20 al 25 aprile, il<br />

mare del Comune<br />

di Domusdemaria<br />

ha ospitato la<br />

Chia Classic<br />

2000, la Kermesse<br />

di vela, surf e windsurf.<br />

ospitato la Chia Classic 2000, la Kermesse<br />

di vela, surf e windsurf, organizzata<br />

dall’Associazione Cultura Wave<br />

Sardegna. Già tappa riconosciuta del<br />

PWA World Tour Sardinia International<br />

97 e di qualificazione PWA nel 98<br />

e 99, la manifestazione giunge all’undicesima<br />

edizione, ha assunto quest’anno<br />

una dimensione più internazionale con<br />

60<br />

il gemellaggio tra la Sardegna e Maui,<br />

l’isola più bella delle Hawai, famosa<br />

per il surf da onda.<br />

E nello specchio di mare di fronte<br />

61


le funamboliche Kristy Tracy, Karen<br />

Grant e Silvia Marret, che si sono<br />

affrontate in una sfida all’ultima onda<br />

nel wavesaling, nel surfing e kitesurf.<br />

Gare spettacolari e molto tecniche,<br />

quelle del surf da onda e kitesurf (battezzato<br />

in Italia in una gara ufficiale<br />

proprio a Chia) che hanno scatenato<br />

l’entusiasmo non solo degli spettatori<br />

locali ma anche di tantissimi turisti che<br />

sono giunti in Sardegna per il ponte<br />

pasquale.<br />

Per la cronaca, in campo maschile, il<br />

toscano Roberto Ricci è riuscito a competere<br />

con i surfisti hawaiani, tanto da<br />

essere nominato dalla speciale giuria<br />

internazionale come il miglior italiano<br />

tra le onde. Classe, personalità, stile<br />

inconfondibile, Ricci si è aggiudicato<br />

il trofeo Swatch man, che contemplava<br />

tre discipline surf, windsurf e kitesurf.<br />

La sua supremazia non è stata mai<br />

in discussione, nonostante la concorrenza<br />

dei surfisti locali come Vincenzo<br />

Ganadu, giovane autore sassarese degli<br />

originali trofei che sono stati assegnati<br />

ai vincitori, Diddo Giani, Francesco<br />

Porcella, e di quelli giunti dalla penisola<br />

come Pietro Paciotto, Carlo Rutelli<br />

e Giorgio Giorni. Quest’ultimo vincitore<br />

della regata di windsurf con percorso<br />

natura (non più le classiche boe<br />

ma gli scogli) che si è snodata fino al<br />

faro di Capo Spartivento.<br />

Il gemellaggio tra la sardegna e l’isola<br />

di Maui ha funzionato. Le onde, seppur<br />

di spessore inferiore rispetto a quelle<br />

dell’Oceano, hanno consentito ai parte-<br />

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sia sul surf che nel kitesurf. E,<br />

per quest’ultima specialità, considerato<br />

il successo che ha riscosso, gli organizzatori<br />

hanno chiesto la candidatura<br />

per il campionato del mondo del prossimo<br />

anno. La sfida, insomma, continua<br />

sino all’ultima onda del mare di Chia,<br />

somigliante sempre più a quello delle<br />

Hawaii.<br />

Sergio Casano<br />

Il favoloso ristorante<br />

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Arbatax<br />

nata per il mare<br />

tolì, ma piuttosto a luoghi lontani: in<br />

effetti, dagli studi etimologici sul toponimo<br />

si suppone un’origine araba, arba<br />

‘at ‘ashar = quattordici, o più presumibilmente<br />

punica, arba = quattro, se si<br />

considera capo Bellavista quale quarto a<br />

partire da Cagliari, e cioè dopo Carbonara,<br />

Sferracavallo, Ferrato. Ma il suo<br />

porto era più che altro uno scalo, un rifugio<br />

durante le tempeste, una stazione di<br />

pesca: il vero porto allora era quello di<br />

Sulci (forse nello stagno di Tortolì), inoltre<br />

esisteva un buon punto di approdo<br />

nella vicina caletta dei Genovesi, anche<br />

se per imbarcazioni di piccola stazza.<br />

Per il resto Arbatax era molto esposta a<br />

correnti marine e venti di N-NE; eppure<br />

la necessità di collegamenti marittimi<br />

dell’Ogliastra, soprattutto con Cagliari,<br />

è stata molto sentita per le enormi difficoltà<br />

nei collegamenti via terra. Poiché le<br />

condizioni di approdo non erano molto<br />

buone (tant’è vero che con il mare ingrossato<br />

le navi dovevano volgersi verso<br />

Cagliari o Golfo Aranci), intorno al 1850<br />

lo stesso Cavour si interessò al porto;<br />

ma allora si decise per la riapertura di<br />

quello nello stagno di Tortolì, soluzione<br />

vista come la più sicura ed economica.<br />

I lavori per il porto inizieranno solo ai<br />

primi del ‘900, quando i binari ferroviari<br />

arrivano ad Arbatax passando su un<br />

ponte girevole, oggi in disuso, che passa<br />

sopra l’imbocco per la cala dei Genovesi.<br />

I colori del piazzale delle Rocce<br />

Rosse sono l’emblema di Arbatax. La<br />

costruzione del porto è costata “la vita”<br />

alla bellissima collina che degradava<br />

dolcemente verso il mare, posta proprio<br />

affianco al molo di levante. A partire dal<br />

1930 circa la sua roccia venne utilizzata<br />

per ricavarne il materiale di riporto per<br />

la costruzione del molo. La cava rimase<br />

aperta sino agli anni ’70, e venne lasciata<br />

così come la vediamo ora: una roccia<br />

mutilata che ancora si protende verso<br />

il mare con i suoi porfidi rossi che la<br />

rendono famosa. Uno scempio, è vero,<br />

che però ha prodotto un luogo affascinante,<br />

meraviglioso: all’alba il sole va a<br />

nascere tra i porfidi e la collina, quasi<br />

volta, e la perfetta acustica tra l’abbraccio<br />

roccioso è quella che ha sentito fino a<br />

pochi anni fa il festival “Rocce Rosse &<br />

Blues”, splendido connubio tra musica e<br />

natura. Tra il piazzale delle Rocce Rosse<br />

e Cala Moresca è situata una bellissima<br />

collina dove crescono specie vegetali<br />

quali euforbia, fichi d’india, lentischi,<br />

olivastro, ginestra, fillirea e pini di rimboschimento,<br />

piantati sicuramente con<br />

l’intenzione di utilizzarli quale materia<br />

prima per la Cartiera. Se si segue questo<br />

percorso, per la verità abbandonato alla<br />

propria sorte, che dopo un ampio spiazzo<br />

verdeggiante da cui godere della vista<br />

sul porto e sul piazzale delle Rocce<br />

Rosse, si arriva sino alla sommità, sino<br />

a trovarsi di fronte al faro di Bellavista,<br />

voluto dal conte Cavour, dove si ergeva<br />

la torre di Larga Vista (fine 1500), che a<br />

differenza delle altre torri costiere ogliastrine<br />

non era armata. Il faro inaugurato<br />

nel 1866, appartiene a quelli di prima<br />

classe, rinnovato negli anni ’50, ha una<br />

portata luminosa di 36 miglia, ed è uno<br />

L’Ogliastra è stata definita già tra in particolare su una delle bellezze<br />

nel 1500 ‘un’isola nell’isola’ per marine ogliastrine, nella frazione di Tortolì:<br />

Arbatax. Chi ha visitato Arbatax<br />

l’asprezza dei rilievi, gli ostacoli<br />

nell’approdo, che lo hanno reso territorio<br />

conserva nella mente un colore in par-<br />

attraversabile solo a costo di mille ticolare, il rosso dei porfidi che si sta-<br />

difficoltà; ma allo stesso tempo è anche gliano sul mare. Proprio queste rocce<br />

‘scrigno di tesori culturali ancora da scoprire’.<br />

con le fasce di grigio, rosso e antracite<br />

Questo, infatti, è uno dei luoghi in tutte le loro sfumature caratterizzano<br />

della Sardegna in cui la natura è protagonista.<br />

Arbatax; il colore del mare e della vege-<br />

Così anche la sua gente conserva tazione completano la tavolozza del-<br />

i ‘tempi’ tipici della vita dei sardi: uno l’estate mediterranea. La nascita di Arbatax<br />

stile di vita invidiato da molti, soprattutto<br />

è legata indissolubilmente al mare:<br />

quando, come ora, sopraggiunge già in età medievale era un importante<br />

l’estate, che qui dura da maggio ad ottobre,<br />

approdo, i pisani la nominavano nel<br />

e ci si può godere anche nei ritagli 1316, e così alcune carte geografiche<br />

di tempo un mare stupendo e incontaminato.<br />

La nostra attenzione si concen-<br />

fa certo pensare ad una frazione di Tor-<br />

a volerli unire in un tutt’uno come una dei pochi fari di prima categoria pre-<br />

del XV e XVI secolo; il suo nome non<br />

64 65


senti in Italia. ‘Su faru’ era famoso per la<br />

vista di cui gode; domina su Cala Moresca,<br />

piccolo angolo di paradiso: in qualsiasi<br />

periodo dell’anno la si veda, offre<br />

sempre ai suoi spettatori acque cristalline<br />

e fresche, dai colori che sembrano<br />

voler ammaliare i presenti e convincerli<br />

ad un bagno; le rocce, poi, cambiano<br />

fisionomia con il tempo: i filoni di granodiorite,<br />

porfido e spessartite sembrano<br />

in continua lotta con le forze erosive del<br />

mare. I primi insediamenti del centro<br />

abitato sono degli inizi del ‘900, in<br />

seguito all’immigrazione dei pescatori<br />

ponzesi, attratti dalla pescosità dei suoi<br />

mari; le abitazioni sorgono abbarbicate<br />

sulla collina antistante a Cala Moresca,<br />

che fiancheggia lo splendido scenario<br />

delle Rocce Rosse. Tra le emergenze<br />

architettoniche degne di nota, la torre di<br />

san Michele: di mole massiccia, larga<br />

dieci metri, alta tredici, la sua esistenza<br />

è attestata dal 1572, ed era una torre<br />

armata di cannone di ferro, autorizzata<br />

a sparare contro ogni imbarcazione che<br />

non rispondesse al suono degli strumenti<br />

a fiato. Le torri costiere servivano anche<br />

per soccorrere i naufraghi, fornire servizio<br />

sanitario e reprimere il contrabbando:<br />

la torre era anche sede della<br />

dogana per la riscossione del diritto di<br />

gabella sulle merci che entravano e uscivano<br />

dal porto. Il forte legame che unisce<br />

da sempre l’uomo al mare diviene indissolubile<br />

se questo vive su un’isola: è<br />

un legame che vince anche le grandi<br />

distanze; ancora più forte se si vive in un<br />

luogo come l’Ogliastra, ‘isola nell’isola’.<br />

Così, per noi che da sempre abbiamo<br />

vissuto e respirato questi luoghi, è piacevole<br />

almeno per una volta parlare della<br />

nostra terra guardando a tutte le meraviglie<br />

che sono a disposizione di chi le<br />

vuole scoprire.<br />

Un marina moderno e con<br />

tutti i sevizi necessari<br />

per il diportista più esigente.<br />

La cittadina di Arbatax<br />

e le coste vicine sono meta di<br />

molti croceristi che alla Marina<br />

di Arbatax possono trovare un<br />

approdo sicuro e con la possibilità<br />

di avere tutta l’assistenza<br />

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67


Archeosub<br />

Di EDOARDO RICCARDI<br />

archeologo subacqueo<br />

Nell’area mediterranea, come<br />

testimoniano ormai centinaia di<br />

ritrovamenti, fin dall’antichità,<br />

fervevano importanti scambi commerciali<br />

che utilizzavano le navi come mezzo<br />

di trasporto privilegiato.<br />

E dentro le navi, per il piacere di quanti,<br />

esperti o semplici appassionati, si interessano<br />

all’archeologia subacquea, dalle<br />

anfore ai pani di piombo, dalle ceramiche<br />

ai semplici utensili di bordo, trovano<br />

posto tutta una serie di oggetti che rendono,<br />

spesso, indimenticabile il primo<br />

ritrovamento.<br />

Il mare antistante Olbia, e quindi anche<br />

le coste limitrofe all’ingresso del grande<br />

golfo, con gli importanti ritrovamenti<br />

anche recenti, sono un’ulteriore dimostrazione<br />

dell’importanza della città<br />

stessa, come centro degli scambi e dei<br />

traffici esistenti con le altre marinerie.<br />

La Soprintendenza Archeologica per le<br />

Provincie di Sassari e Nuoro, si è sempre<br />

distinta per l’interesse verso l’archeologia<br />

subacquea, ed in particolare ha organizzato<br />

annuali campagne di censimento<br />

e di controllo dei siti di interesse storico,<br />

segnalati da subacquei e pescatori.<br />

Basata su un’idea del prof. Rubens<br />

D’Oriano e di Egidio Trainito, e con<br />

l’appoggio di partners altamente motivati<br />

e competenti, quali il Centro Sub<br />

Tavolara, la rivista AQUA, e l’Ente Sardo<br />

per L’Industria Turistica, la Soprintendenza<br />

ha promosso, dal 1995, le campagne<br />

Archeosub, una nuova formula<br />

di intervento volta a ridurre i rischi di<br />

destituzione dei numerosi relitti presenti<br />

nell’area.<br />

Il primo intervento che abbiamo effettuato<br />

è stato sul relitto del siciliano del<br />

1995, ed i risultati sono stati così positivi<br />

da far meritare alla Soprintendenza<br />

l’alto riconoscimento del premio Centro<br />

Progetti al servizio dei Cittadini, promosso<br />

dal Dipartimento della Funzione<br />

Pubblica della Presidenza del Consiglio<br />

dei Ministri.<br />

Nel 1996 siamo intervenuti sul relitto<br />

medioevale della seconda isola, nel<br />

1997/98 abbiamo iniziato i lavori, ancora<br />

in corso, sui frammenti di una grossa<br />

nave oneraria romana a Capo Coda<br />

Cavallo.<br />

Dopo cinque anni di esperienze si può<br />

dire che la formula funziona egregiamente<br />

a tutti i livelli: la Soprintendenza<br />

studia e protegge i siti a rischio, ed i<br />

subacquei appassionati sono coinvolti e<br />

si divertono da matti.<br />

Ma a parte la soddisfazione generale<br />

per l’esito delle due campagne, il ritrovamento,<br />

sempre, di nuovi indizi e la<br />

raccolta di ulteriori informazioni, il maggior<br />

risultato è stato quello dell’intesa<br />

tra subacquei, esperti archeologi ed Enti<br />

Statali; il loro sodalizio ha salvato da<br />

quasi certa sparizione molti preziosi<br />

reperti ed ha contribuito ad approfondire,<br />

incrementare e migliorare l’approccio e<br />

BEACH CONTEST<br />

Si dovrebbe trovare una via di mezzo per<br />

interessare di più il pubblico posizionando i<br />

“campi” di regata vicino alla spiaggia. Con<br />

la partenza tipo “Le Mans” le regate prima<br />

erano una sorta di autoscontro”.<br />

Il pubblico, che ha letteralmente invaso l’arenile<br />

del Poetto, ha potuto ammirare più da<br />

vicino gli “Hobie”, sabato 27, nella regata<br />

in notturna. I catamarani, dotati di speciali<br />

lumicini fosforescenti, hanno “sfilato” sotto<br />

le stelle in una sorta di passerella nello specchio<br />

di mare tra la Sella del diavolo e lo<br />

stabilimento balneare del D’Aquila, che ha<br />

ospitato per quattro giorni la grande kermesse<br />

a metà tra musica e sport organizzata<br />

dal Windsurfing Club con la collaborazione<br />

dell’Associazione Idea <strong>Mare</strong> e il patrocinio<br />

dell’Assessorato allo sport del Comune di<br />

Cagliari.<br />

Nella passata edizione, infatti, la formula prevedeva<br />

la partenza direttamente sulla spiaggia:<br />

dopo il via dallo starter, i regalanti<br />

spingevano di corsa il proprio catamarano<br />

verso l’acqua e iniziavano la prova. Quest’anno,<br />

invece, le regate si sono disputate<br />

lontano dalla spiaggia, con il classico<br />

percorso a bastone.<br />

Ma il Beach Contest<br />

non<br />

ha<br />

L’equipaggio cagliaritano composto da<br />

Antonello Ciabatti e Salvatore Paderi<br />

è stato il grande protagonista della<br />

Regata nazionale riservata alla classe Hobie<br />

Cat 16 che si è disputata il 27 e 28 maggio<br />

nelle acque del Poetto. Il team portacolori<br />

del Windsurfing Club Cagliari ha vinto la<br />

manifestazione, inserita nel Beach Contest,<br />

dopo essersi aggiudicato tre delle quattro<br />

prove in programma. Un trionfo, quello di<br />

Ciabatti e Paderi, che si sono presi il lusso di<br />

scartare in classifica un terzo posto ottenuto<br />

nella seconda prova. Ma l’impresa maggiore<br />

per l’equipaggio isolano, leader in Sardegna<br />

tra i catamarani , è stata quella di aver battuto<br />

i genovesi Edward Griesmeyer e Stefan<br />

Canepa, più volte campioni italiani ed europei<br />

offerto<br />

solo lo<br />

spettacolo<br />

degli acrobatici<br />

catamarani:<br />

l’interesse per l’archeologia subacquea.<br />

a scendere<br />

e sempre grandi mattatori nelle regate nazionali<br />

ed internazionali di Cagliari. Griesmeyer- in mare sono stati anche le tavole<br />

Articolo fornito dal Centro Sub Tavolara<br />

Canepa, che sono giunti tre volte secondi a vela della classe Funboard. Quattro le<br />

al traguardo, scartando un ottavo posto, si prove disputate, che hanno decretato il suc-<br />

Foto di Egidio Trainito e Stefano Cellini<br />

sono dovuti accontentare della seconda posizione<br />

in classifica, precedendo l’equipaggio<br />

cesso del cagliaritano Davide Calatri portacolori<br />

del circolo organizzatore che grazie a<br />

giuliano formato da Edy Campagnaro e Elena due primi e un terzo posto, si è imposto<br />

CENTRO<br />

Pischianz. In quarta posizione il campione italiano<br />

Roberto Marassi con a prua Giorgio Andrea Caproni, Andrea Busanca e Sergio<br />

davanti ai compagni di club Alessandro Aste,<br />

Melis, seguito dai laziali (ma dalle chiare Angioli, vincitore nel 1999 del Circuito nazionale<br />

Funboard.<br />

ASSOCIATO<br />

origini sarde) Cristina Chessa e Giuseppe<br />

SUB SARDEGNA DIVING<br />

Centro Sub Tavolara<br />

Brotzu. Alla Regata nazionale Hobie Cat 16, Classifiche Hobie Cat 16: 1) Ciabatti – Paderi<br />

che è stata inserita nel Beach Contest, la (W.C. Cagliari), 2) Griesmeyer – Canepa<br />

via Molara, 4<br />

kermesse di sport e musica erede della Merit (R.C. Genovese), 3) Campagnaro – Pischianz<br />

TAVOLARA<br />

07020 Porto San Paolo<br />

Cup che ha preso il via due giorni prima (Marina Julia), 4) Marassi – Melis (Marina<br />

Il Centro opera a porto San Paolo dal 1985 ed<br />

Tel. 0789/40360<br />

delle regate tricolori dei catamarani, hanno Julia), 5) Chessa – Brotzu (A. Vela Sabazia),<br />

essendo un 5 star IDC PADI DIVE CENTER<br />

partecipato una trentina di equipaggi provenienti<br />

da diversi circoli italiani: “Rispetto – Pilotta (W.C. Cagliari), 8) Canzini – Congiu<br />

6) Loy – Palombo (W.C. Cagliari), 7) Gessa<br />

svolge tutti i corsi della didattica PADI fino al<br />

Fax 0789/40186<br />

livello di istruttore subaqueo.<br />

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alle precedenti edizioni della Merit Cup – (W.C. Cagliari), 9) Caddeo – Massoni (W.C.<br />

Aperto tutto l’anno<br />

dice Antonello Ciabatti – le prove sono state Cagliari), 10) Caboni – Piludu (W.C. Cagliari).<br />

E-mail: info@csubtavolara.com<br />

68 meno spettacolari ma molto più tecniche.<br />

Sergio Casano 69


Non solo le vele variopinte si è improvvisamente colorato di<br />

gnere neozelandese di 52 anni, conosciuto<br />

in tutto il mondo per i suoi<br />

delle barche colorano il aquiloni dalle più svariate forme<br />

Poetto, diventato da qualche e dimensioni: polipi, pesci, uccelli,<br />

aquiloni tridimensionali che riproducono<br />

anno uno splendido palcoscenico orsacchiotti, farfalle, draghi. Come<br />

solitamente animali e perché ha<br />

naturale. L’ormai mitica “Sesta fermata”<br />

lo scorso anno, a fare la parte del<br />

dedicato la sua vita all’aquilonismo da<br />

della spiaggia cagliaritana, leone è stato megalite, l’aquilone più<br />

trazione moderno: da circa trent’anni,<br />

per il terzo anno consecutivo, ha grande del mondo di oltre 900 metri<br />

infatti, costruisce aquiloni per professione.<br />

ospitato il raduno internazionale quadri di superficie. Una specie di<br />

A Cagliari, dove è arrivato con<br />

organizzato dall’Associazione Aquilandia.<br />

mostro a forma di insetto preistorico<br />

il suo team, Lynn ha voluto cimentarsi<br />

Domenica 28 maggio, il cielo creato 5 anni fa da Peter Lynn, inge-<br />

anche con un’altra disciplina spettaco-<br />

lare, legata anch’essa all’aquilone, il<br />

kitesurfing, la tavola a vela trainata da<br />

una sorta di paracadute che ha la forma<br />

di aquilone: “Dalle mie parti il vento<br />

è molto più forte – dice Peter Lynn -<br />

rispetto a quello che ho incontrato a<br />

Cagliari. Quando il vento soffia a intensità<br />

notevoli può essere pericoloso per<br />

il kitesurfing che, vedrete, si diffonderà<br />

tantissimo anche in Sardegna, dove vi<br />

sono le condizioni ideali per praticare<br />

questa disciplina. Il vento è quello<br />

giusto e il mare cristallino è molto invitante<br />

per essere trascinati sulla tavola<br />

da un aquilone”.<br />

E, oltre alle evoluzioni aeree degli<br />

aquiloni, che sono stati seguiti da una<br />

grande folla straripante, composta prevalentemente<br />

da bambini, durante la<br />

grande festa di Aquilandia si è potuto<br />

assistere alle acrobazie mozzafiato del<br />

kitesurfing, nuovo divertimento per gli<br />

appassionati degli sport nautici. Una<br />

vera e propria pattuglia acrobatica<br />

quella degli specialisti di kitesurfing,<br />

formata non solo da neozelandesi<br />

(insieme con Peter Lynn, oltre alla sua<br />

fidanzata Stephanie Gamble, anch’essa<br />

atleta professionista, c’era anche Ken<br />

Hartill, grande amico del costruttore<br />

di Megalite e appassionato di aquilonismo)<br />

ma anche da tanti surfisti provenienti<br />

dalle Hawaii, come “Flash”<br />

Marcus Austin, originario della Florida<br />

ma da tanto tempo residente nell’isola<br />

di Maui. Con loro anche Max Bo, un<br />

italiano che ormai da anni ha messo<br />

anche lui radici nella famosa isola oceanica,<br />

dove il surf da onda e il kitesurfing<br />

è lo sport più diffuso.<br />

VOLANTI<br />

70 Sergio Casano 71<br />

AQUILONI<br />

E SURF


La Lega Navale Italiana<br />

sezione Golfo<br />

dell’Asinara già da<br />

diversi anni organizza<br />

il Viaggio del<br />

Postale. La manifestazione,<br />

che quest’anno<br />

si svolge dal<br />

21 al 30 di luglio a<br />

Porto Torres e Stintino,<br />

è una rievocazione<br />

storica del<br />

servizio postale via<br />

mare attivo tra<br />

queste località fino<br />

agli anni 30. Le<br />

imbarcazioni usate<br />

per il trasporto della<br />

posta, ufficializzata<br />

da un annullo<br />

postale vero e<br />

proprio (Dispaccio<br />

Straordinario Marinaro),<br />

saranno dei<br />

gozzi in legno<br />

armati con vela<br />

latina. La storia e<br />

le motivazioni di<br />

questa manifestazione<br />

si rintracciano<br />

in questo racconto<br />

storico del<br />

“postale” che introduce<br />

la cartella<br />

stampa che gli amici<br />

della Lega Navale<br />

Italiana sezione<br />

Golfo dell’Asinara<br />

ci hanno fatto avere<br />

e le immagini<br />

dell’annullo postale<br />

e dei disegni di<br />

Filippo Sanna socio<br />

della Lega.<br />

Dispaccio Straordinario Marinaro<br />

Il Viaggio del Postale<br />

Con la realizzazione sull’isola<br />

dell’Asinara delle strutture del<br />

lazzaretto e del penitenziario,<br />

le 45 famiglie di pescatori e pastori<br />

furono costrette a trasferirsi sull’estremo<br />

lembo della Sardegna.<br />

Era il 15 Agosto 1885, data di nascita<br />

di Stintino.<br />

Questo nuovo insediamento non aveva<br />

alcun collegamento viario con il centro<br />

abitato più vicino, Porto Torres. Per<br />

garantire la fornitura dei beni primari,<br />

l’unico mezzo era la barca a vela. Presumibilmente<br />

nel 1890 fu istituito il<br />

primo servizio di collegamento commerciale<br />

e con questo il servizio<br />

postale. Più avanti nel 1909 Clemente<br />

Bonifacino, nato all’Asinara nel borgo<br />

marinaro di Cala d’Oliva il 23 settembre<br />

1879, si mise in cerca di una barca<br />

adatta al servizio di collegamento con<br />

Porto Torres. Trovò e acquistò a Carloforte<br />

l’imbarcazione che voleva; una<br />

classica Carlofortina di robusta costruzione,<br />

con circa 20 anni di vita e<br />

la battezzò “Buona Difesa” in onore<br />

della Madonna della Difesa, protettrice<br />

di Stintino. L’imbarcazione era una<br />

“Bilancella”, armata a vela latina, lunga<br />

15 metri e larga 5, con 12 tonnellate<br />

di stazza con un’antenna di 20 metri<br />

e un bompresso di 7 metri. La coperta<br />

era pontata ed aveva due stive, una a<br />

prua ed una a poppa, e una zavorra<br />

di circa 2 tonnellate (ciottoli prelevati<br />

dalla spiagge delle saline).<br />

Il servizio comprendeva il trasporto<br />

di passeggeri, merci e il “contratto”<br />

postale tra Stintino e Porto Torres, cosi<br />

come risulta da incarico documentato<br />

datato, 1° gennaio 1926. Clementino<br />

Bonifacino tutte le mattine, alle otto, si<br />

recava all’ufficio postale, prendeva in<br />

consegna il sacco sigillato della posta<br />

e partiva a vele spiegate verso Porto<br />

Torres.<br />

Clementino era capobarca e armatore,<br />

con lui erano imbarcati: Gerolamo<br />

Bonifacino, marinaio e fratello di Clementino;<br />

fortunato Bonifacino, mozzo<br />

e figlio di Clementino; Gavino Diana,<br />

mozzo e nipote di Clementino.<br />

Fortunato Bonifacino, che nel 1928<br />

aveva 14 anni, ancora oggi ci racconta,<br />

con dovizia di particolari, la vita di quel<br />

borgo allora legata a doppio filo con<br />

questo mezzo di comunicazione.<br />

La “Buona Difesa”, nel periodo estivo,<br />

portava a Stintino i primi turisti chiamati<br />

allora “li bagnanti”, fra questi<br />

possiamo ricordare gli Azzera Mossa,<br />

I Berlinguer, I Calligaris, I Vallero<br />

Branca, I Ricci Manunta, I Segni e altri<br />

ancora.<br />

Il “contratto” postale, ottomila lire<br />

annue, prevedeva che da aprile a settembre<br />

il servizio postale fosse giornaliero,<br />

mentre per i restanti mesi<br />

trisettimanale.<br />

Quando a causa del maltempo il<br />

“postale” non viaggiava, veniva preso<br />

a nolo un cavallo di proprietà di un<br />

certo Baingio Maddau (dell’Ovile del<br />

Mercante), che al costo di lire 20 trasportava<br />

la sola posta e compiva il tragitto<br />

in circa 4 ore.<br />

Talvolta quando il sacco della posta<br />

era più leggero, Clementino Bonifacino<br />

affidava il compito a una persona di<br />

piena fiducia, certo Giovanni Battista<br />

Denegri che per lire 5 andava e tornava<br />

da Porto Torres a piedi e con le scarpe<br />

appese al collo, scarpe che poi calzava<br />

all’ingresso di Porto Torres per non<br />

consumarne le suole (costo risolatura<br />

scarpe lire 1).<br />

L’apertura della strada, allora carrareccia,<br />

verso la fine degli anni venti<br />

decretò la fine del servizio postale via<br />

mare.<br />

Nel 1932 Bonifacino cercò di utilizzare<br />

l’imbarcazione per il trasporto merci<br />

e passeggeri da e per Porto Torres.<br />

L’attività però non risultò più remunerativa<br />

per cui la “Buona Difesa”<br />

venne lasciata ancorata ed inutilizzata<br />

per diversi anni all’entrata del canale<br />

di “Stintino Mannu” con la prua verso<br />

il mare, esposta ai venti da sud che<br />

ne minarono fortemente la calafatura<br />

dell’opera morta. Fu quindi venduta ad<br />

una persona di Palau e durante il viaggio<br />

di trasferimento, in una giornata di<br />

leggera brezza di Levante, con a bordo<br />

il nuovo proprietario e Gerolamo Bonifacino<br />

che lo accompagnava, all’altezza<br />

di “Fiume Santo”, imbarcò acqua e<br />

andò ingloriosamente a fondo. I due<br />

marinai si salvarono sul battellino di<br />

servizio che avevano a rimorchio. Quel<br />

trasferimento segnò la fine della<br />

“Buona Difesa”.<br />

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