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ITALIA<br />
MONCLER SI PREPARA ALLA BORSA<br />
MIGLIORA L’EBITDA 2010<br />
DI FASHION BOX<br />
Remo Ruffini<br />
Moncler si prepara a sbarcare in<br />
Piazza Affari. La società di outerwear<br />
famosa per i suoi piumini, francese di<br />
origine, ma oramai pienamente italiana<br />
di adozione, ha presentato infatti a<br />
Borsa Italiana la domanda di ammissione<br />
alla quotazione sul Mercato<br />
Telematico Azionario e ha richiesto<br />
alla Consob l’autorizzazione alla pubblicazione<br />
del prospetto informativo<br />
relativo all’Ipo.<br />
“La quotazione è un progetto a cui<br />
abbiamo iniziato a pensare concretamente<br />
qualche tempo fa, con l’intento<br />
di rafforzare ulteriormente<br />
l’azienda e accelerare quel processo di<br />
internazionalizzazione iniziato negli<br />
ultimi anni. La Borsa è un passo quasi<br />
indispensab<strong>il</strong>e per un gruppo come <strong>il</strong><br />
nostro che voglia acquisire una visib<strong>il</strong>ità<br />
internazionale”, ha detto Remo<br />
Ruffini, presidente e direttore creativo<br />
Gruppo Moncler. Il gruppo Moncler,<br />
che al suo interno ha anche i marchi<br />
Henry Cottons, Marina Yachting,<br />
Coast Weber&Ahaus oltre alla licenza<br />
18CRR81 Cerruti, ha chiuso <strong>il</strong> 2010<br />
con ricavi pari a 429 m<strong>il</strong>ioni di euro,<br />
in crescita del 15% rispetto al 2009.<br />
L’Ebitda ha raggiunto i 102 m<strong>il</strong>ioni<br />
di euro (+32,4%), con un ut<strong>il</strong>e netto<br />
balzato del 48% a 52 m<strong>il</strong>ioni di euro.<br />
Per <strong>il</strong> 2011 non si fanno ancora previsioni,<br />
ma Ruffini ha sottolineato che<br />
la strategia di crescita “sarà focalizzata<br />
sullo sv<strong>il</strong>uppo di Moncler sui mercati<br />
internazionali, sul rafforzamento<br />
del canale reta<strong>il</strong> e sull’ampliamento<br />
della gamma di prodotti offerti, oltre<br />
che su un ulteriore consolidamento<br />
della divisione altri marchi sul mercato<br />
italiano e su alcuni mercati internazionali”.<br />
“Ancora non si sa una data<br />
prevista per lo sbarco in Piazza Affari<br />
- conclude Ruffini - ad oggi è prematuro<br />
parlarne, anche perché <strong>il</strong> timing<br />
dipenderà dalle autorizzazioni delle<br />
autorità competenti”. Attenzione poi,<br />
perché non sono esclusi colpi di scena<br />
dell’ultimo momento. Si sa infatti che<br />
nel caso in cui sia un fondo di investimento<br />
(in questo caso Carlyle) a<br />
quotare un’azienda c’è sempre la possib<strong>il</strong>ità<br />
di un dual track, cioè di una<br />
negoziazione in parallelo per una vendita<br />
tout court del brand ad un altro<br />
fondo di investimento o investitore<br />
industriale rinunciando così alla quotazione.<br />
Un esempio su tutti è stata la<br />
mancata quotazione di Ferretti Group<br />
nel 2007, quando all’ultimo momento<br />
<strong>il</strong> fondo Permira, anziché quotare<br />
l’azienda nautica, l’ha rivenduta in<br />
blocco al fondo Candover (azionista<br />
anche di Technogym), che poi per la<br />
crisi è uscito totalmente dall’investimento,<br />
lasciando spazio alle banche.<br />
Incomincia a dare i primi frutti <strong>il</strong> processo<br />
di riorganizzazione del Gruppo<br />
Fashion Box, che dal 2010 è controllato<br />
dalla Equibox holding dei fratelli<br />
Sinigaglia. L’Ebitda è infatti cresciuto<br />
dai 27,5 m<strong>il</strong>ioni del 2009, a 31,5 m<strong>il</strong>ioni,<br />
con un’incidenza di circa <strong>il</strong> 13% sul<br />
fatturato, che nel 2010 si è attestato<br />
a 243 m<strong>il</strong>ioni. “I risultati dipendono<br />
dalla riorganizzazione messa in atto -<br />
ha affermato l’AD del gruppo Matteo<br />
Sinigaglia – e posso dire di essere soddisfatto<br />
delle nostre performance 2010.<br />
Abbiamo infatti riqualificato <strong>il</strong> reta<strong>il</strong><br />
aprendo nuovi punti vendita e ampliando<br />
la diffusione del nuovo concept dei<br />
nostri flagship store, molto più “emozionale”.<br />
Per <strong>il</strong> 2011 proseguiremo con<br />
queste azioni, pianificando nuove aperture<br />
in Asia e completando <strong>il</strong> restyling<br />
del flagship di Barcellona”. Quest’anno<br />
sarà poi <strong>il</strong> 30esimo anniversario di<br />
Fashion Box, proprietaria di Replay,<br />
Replay&Sons, We are Replay, Red seal<br />
e White seal, ricorrenza che l’azienda<br />
celebrerà in grande st<strong>il</strong>e. “Tra le altre<br />
cose, realizzeremo anche un jeans iconografico<br />
– ci ha ancora spiegato l’AD<br />
– che chiameremo “30 Years” e che sarà<br />
in edizione limitata di 300 pezzi per<br />
l’uomo e 300 pezzi per la donna”.<br />
Matteo Sinigaglia<br />
BELSTAFF, I MALENOTTI CEDONO A LABELUX<br />
Che Clothing Company, l’azienda proprietaria<br />
del marchio Belstaff, fosse in<br />
crisi finanziaria si sapeva, cosi come<br />
si sapeva che per risolverla sarebbe<br />
stato necessario l’ingresso di un socio e<br />
soprattutto di risorse fresche. L’azienda<br />
era infatti gravata da un pesante indebitamento,<br />
pari a circa 50 m<strong>il</strong>ioni per<br />
un fatturato di poco superiore ai 70<br />
m<strong>il</strong>ioni. E così dopo un susseguirsi di<br />
voci Belstaff avrebbe finalmente trovato<br />
un acquirente. Il pretendente, secondo<br />
indiscrezioni giornalistiche, sarebbe<br />
Labelux group, holding austriaca<br />
della famiglia Reimann che già ha in<br />
portafoglio i marchi Bally, Derek Lam<br />
e Zagliani, che acquisirebbe, per una<br />
cifra attorno ai 40 m<strong>il</strong>ioni, <strong>il</strong> 100% del<br />
capitale di Clothing Company. Con<br />
quest’operazione la famiglia Malenotti<br />
dovrebbe uscire di scena lasciando così<br />
al fondo <strong>il</strong> compito di r<strong>il</strong>anciare Belstaff<br />
in Italia e sv<strong>il</strong>upparlo all’estero. Alla<br />
guida dell’azienda dovrebbe rimanere<br />
invece Michel Lhoste, che ricopre la<br />
carica di DG da alcuni mesi, inserito<br />
con <strong>il</strong> supporto dalle banche (Unicredit<br />
di gran lunga la più esposta) proprio<br />
per favorire <strong>il</strong> passaggio di proprietà<br />
dell’azienda.<br />
6 PAMBIANCOWEEK 28 apr<strong>il</strong>e 2011