guida pratica per impostare una strategia brevettuale - RIDITT
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Ministero delle Attività Produttive<br />
Ufficio Italiano Brevetti e Marchi<br />
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE<br />
UNA STRATEGIA<br />
BREVETTUALE<br />
Direzione Politiche e Progetti<br />
di Intervento<br />
Servizio E-Business<br />
e Proprietà Industriale
Indice<br />
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE UNA STRATEGIA BREVETTUALE<br />
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1<br />
A Strategie di gestione<br />
dell’informazione <strong>brevettuale</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . 2<br />
B Strategie <strong>per</strong> l’acquisizione<br />
dei diritti di esclusiva <strong>brevettuale</strong> . . . . . . . . . . . 7<br />
C Strategie di creazione e gestione<br />
del portafoglio <strong>brevettuale</strong> . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13<br />
D Strategie di mercato e concorrenziali . . . .15
Introduzione<br />
Questa <strong>guida</strong> vuole essere un vademecum <strong>per</strong> chi intende tutelare le innovazioni<br />
della propria azienda avvalendosi in modo efficace degli strumenti della proprietà<br />
industriale . La <strong>guida</strong> si rivolge soprattutto ai piccoli imprenditori che non<br />
dispongono di es<strong>per</strong>ti, siano essi impiegati nelle aziende o siano essi consulenti<br />
esterni, e che desiderano sfruttare al massimo l’innovazione creata nel quadro<br />
delle attività aziendali. Potrà essere utile anche a quegli inventori che cercano il<br />
miglior modo di trasformare in valore economico la propria invenzione.<br />
Una azienda innovativa che desidera brevettare le proprie invenzioni si confronta<br />
con il sistema <strong>brevettuale</strong> in vari modi. Generalmente ha la necessità di<br />
migliorare le proprie strategie nell’ambito dell’ informazione, nell’ottenimento<br />
dei brevetti sui vari mercati dove svolge o intende svolgere attività economiche<br />
e commerciali e <strong>per</strong> la gestione economica e concorrenziale dei brevetti.<br />
Questa <strong>guida</strong> dunque vuole rispondere alle domande di coloro che , <strong>per</strong> la prima<br />
volta, si avvicinano al mondo <strong>brevettuale</strong> e cioè:<br />
“la mia è veramente un’ invenzione? vale la pena proteggerla?”<br />
“A cosa vado incontro in quanto a costi, tempi e difficoltà?”<br />
Essa non intende invece sostituire il lavoro di consulenti es<strong>per</strong>ti nella materia,<br />
ma si prefigge di aiutare l’utente nella prima fase del difficile e lungo processo<br />
che incontra chi vuole mettere in o<strong>per</strong>a <strong>una</strong> buona gestione dei brevetti.<br />
Strategie di gestione dei brevetti<br />
Le strategie <strong>per</strong> <strong>una</strong> corretta gestione dei brevetti si possono dividere in quattro<br />
settori:<br />
A) strategie di gestione dell’informazione <strong>brevettuale</strong><br />
B) strategie <strong>per</strong> l’acquisizione dei diritti di esclusiva <strong>brevettuale</strong><br />
C) strategie di creazione e gestione del portafoglio <strong>brevettuale</strong><br />
D) strategie di mercato e concorrenziali.<br />
1
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE UNA STRATEGIA BREVETTUALE<br />
A<br />
Strategie di gestione<br />
dell’informazione <strong>brevettuale</strong><br />
Per gestire bene i brevetti e le invenzioni è necessaria in primis <strong>una</strong> corretta<br />
gestione dell’informazione che costituisce il punto di partenza di <strong>una</strong> gestione<br />
efficace ed economica della propria innovazione, di <strong>una</strong> oculata presa di decisione<br />
e di definizione della propria attività economica.<br />
Nell’ultimo secolo lo sviluppo delle invenzioni ha seguito il passo dello sviluppo<br />
industriale e l’informazione <strong>brevettuale</strong> si è adeguata a questa crescita. Le banche<br />
dati brevettuali oggi contengono e mettono a disposizione del pubblico<br />
decine di milioni di documenti brevettuali. E’ diventato importante sa<strong>per</strong>e trovare<br />
e utilizzare efficacemente l’informazione ivi contenuta.<br />
La funzione informativa del brevetto<br />
Brevettare significa anche dare origine ad <strong>una</strong> pubblicazione a contenuto tecnico<br />
legale. Si sostanzia in due parti principali. La prima a cui si possono accompagnare<br />
se necessario dei disegni, è costituita dalla descrizione dell’oggetto dell’invenzione<br />
il cui fine principale è quello di rendere possibile la realizzazione<br />
dell’invenzione da parte di qualsiasi terzo interessato. La seconda è costituita<br />
dalle rivendicazioni in cui il richiedente definisce l’invenzione e che cosa effettivamente<br />
vuole proteggere. Nel fornire tutti i dati e i riferimenti si deve tenere<br />
presente che la descrizione è destinata al tecnico “es<strong>per</strong>to” del ramo e contiene<br />
quelle informazioni necessarie affinché quest’ultimo possa realizzare l’invenzione.<br />
Mentre sarà opportuno mantenere riservate tutte le ulteriori informazioni e<br />
dati che potranno anche essere oggetto, se si vuole, di un contratto di know how<br />
connesso ad un eventuale contratto di licenza. Alcuni paesi <strong>per</strong> altro al fine di<br />
evitare o limitare tali pratiche richiedono che il richiedente descriva il miglior<br />
metodo di realizzazione dell’invenzione.<br />
Prodotti della pubblicazione<br />
Quando la pubblicazione è divenuta accessibile al pubblico produce effetti legali<br />
e pratici. Il principale effetto legale è quello di disporre della possibilità di<br />
agire nei confronti di un’eventuale contraffazione con riferimento a quanto<br />
rivendicato. Inoltre ogni brevetto venendo a far parte dello stato della tecnica<br />
costituisce <strong>per</strong> tutto quanto è in esso divulgato un’anteriorità nei confronti di<br />
tutte le invenzioni successive.<br />
2<br />
Effetto dissuasivo<br />
Il principale effetto pratico che si ottiene attraverso il rilascio di un brevetto è<br />
quello di dissuadere i concorrenti dall’imitare l’invenzione ponendosi in <strong>una</strong><br />
competizione diretta basata sul prezzo. Infatti la competizione sul prezzo inferiore<br />
andrebbe a tutto svantaggio dell’autore dell’invenzione che, al contrario<br />
del concorrente imitatore, deve recu<strong>per</strong>are i costi della ricerca e sviluppo.
STRATEGIE DI GESTIONE<br />
DELL’INFORMAZIONE BREVETTUALE<br />
Attraverso <strong>una</strong> valida invenzione brevettata si può, con riferimento al mercato<br />
della stessa invenzione, erigere <strong>una</strong> vera e propria barriera alla messa sul<br />
mercato.<br />
Creazione di un’immagine aziendale<br />
La presenza di un’azienda nelle banche dati brevettuali con un cospicuo portafoglio<br />
può, accompagnata ad <strong>una</strong> politica <strong>brevettuale</strong> coerente e ben condotta,<br />
contribuire a creare e migliorare l’immagine aziendale. Questa serve non solo ad<br />
attrarre capitale da investire e a richiamare partners commerciali ma anche <strong>per</strong><br />
attirare nell’azienda <strong>per</strong>sonale competente e qualificato <strong>per</strong> i settori di ricerca e<br />
sviluppo e <strong>per</strong> incentivare quello già presente.<br />
Creazione di un effetto pubblicitario<br />
Il possesso di un brevetto può essere ben speso anche nei confronti dei consumatori<br />
attraverso la pubblicità e un’oculata politica di sinergia con il brand che,<br />
sfruttando il <strong>per</strong>iodo di esclusiva, tende a legare questo all’idea innovativa.<br />
Questa, se ben impostata, può attrarre il pubblico anche ben oltre la scadenza<br />
3
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE UNA STRATEGIA BREVETTUALE<br />
del brevetto. Detenere o aver detenuto un brevetto ha senza dubbio <strong>una</strong> notevole<br />
presa nei confronti dei consumatori del proprio settore.<br />
Fonte d’informazione<br />
L’informazione <strong>brevettuale</strong> è utile in particolare <strong>per</strong>:<br />
• sa<strong>per</strong>e se sussistono le basi <strong>per</strong> brevettare <strong>una</strong> invenzione,<br />
• sorvegliare le attività innovative di concorrenti,<br />
• evitare conflitti con concorrenti,<br />
• acquisire nuove tecnologie.<br />
4<br />
Acquisizione dell’informazione <strong>brevettuale</strong><br />
Il mezzo migliore <strong>per</strong> accedere alla documentazione <strong>brevettuale</strong> è la classificazione<br />
internazionale dei brevetti (CIB) oltre ad altri sistemi di classificazione<br />
specifici a settori tecnici. Grazie alla pubblicazione delle domande,<br />
si sono venute a creare delle banche dati contenenti <strong>una</strong> larga parte della<br />
conoscenza tecnologica. La rivoluzione informatica dell’ultimo decennio ha<br />
poi ulteriormente accentuato l’utilità di queste banche dati. La CIB serve a<br />
rendere facilmente fruibile questo immenso patrimonio mondiale di informazioni<br />
tecniche, contenute nei documenti brevettuali (brevetti e modelli<br />
di utilità).
STRATEGIE DI GESTIONE<br />
DELL’INFORMAZIONE BREVETTUALE<br />
Attualmente la CIB è usata da più di 100 Uffici brevetti <strong>per</strong> classificare i loro<br />
documenti brevettuali. La CIB suddivide la tecnologia in 8 sezioni identificate<br />
da un titolo ed un simbolo, suddivise in sottosezioni, classi, sottoclassi,<br />
gruppi e sottogruppi. Ogn<strong>una</strong> delle suddivisioni viene poi identificata attraverso<br />
dei simboli composti da lettere e numeri.<br />
Una breve introduzione alla CIB è disponibile al sito<br />
http://it.espacenet.com oppure www.wipo.int<br />
Le banche dati brevettuali sono realizzate e gestite dai maggiori uffici brevettuali<br />
statali del mondo. Tali banche dati sono disponibili sul mercato gratuitamente<br />
o a pagamento, a seconda delle prestazioni che possono offrire.<br />
Con il fatto che oramai quasi tutte le banche dati sono state messe a disposizione<br />
in Internet, i mezzi <strong>per</strong> ricercare sono accessibili a tutti.<br />
Tra le principali banche gratuite accessibili on line segnaliamo la banca dati<br />
gestita dall’Ufficio Europeo dei Brevetti, nota col nome di Espacenet, che<br />
contiene, oltre i brevetti rilasciati dallo stesso ufficio europeo, i brevetti<br />
internazionali PCT, i brevetti USA, canadesi, giapponesi e quelli nazionali<br />
di stati europei <strong>per</strong> un totale di circa 60 paesi ed è accessibile all’indirizzo<br />
http://it.espacenet.com. La banca dati gestita dall’ufficio brevetti e marchi<br />
degli Stati Unititi, che contiene solo brevetti rilasciati dallo stesso ufficio, è<br />
accessibile all’indirizzo www.uspto.gov/web/menu/search.html. Il sito della<br />
banca dati dell’ufficio dei brevetti giapponese è www.Ipdl.jpo.go.jp<br />
mentre quello dell’ufficio brevetti e marchi tedesco è www.patentblatt.de<br />
Segnaliamo anche alcune banche dati a pagamento:<br />
delphion www.delphion.com<br />
derwent information www.derwent.com<br />
STN international www.stn-international.de<br />
patolis – e www.patolis-e.patolis.co.jp<br />
che offrono servizi non disponibili su quelle gratuite.<br />
Nel caso di <strong>una</strong> <strong>per</strong>sona poco es<strong>per</strong>ta, <strong>una</strong> ricerca <strong>brevettuale</strong> potrebbe<br />
cominciare da <strong>una</strong> ricerca nominativa finalizzata ad ottenere un elenco dei<br />
brevetti depositati dai propri concorrenti. Questo <strong>per</strong>mette di conoscere<br />
quali potrebbero essere le ultime innovazioni realizzate dalla concorrenza<br />
diretta. Analizzando tale documentazione si può individuare qual sono i filoni<br />
di ricerca su cui lavorano maggiormente dei concorrenti. Ove le soluzioni<br />
adottate non siano comunque soddisfacenti, si può passare ad <strong>una</strong> ricerca<br />
<strong>per</strong> settore tecnologico, facendo <strong>una</strong> ricerca sull’intero stato dell’arte <strong>per</strong><br />
quanto riguarda soluzioni date da un altro al problema in oggetto. Si ottiene<br />
così un elenco a livello mondiale di tutti i brevetti pubblicati che riguardano<br />
le più svariate soluzioni che al problema individuato sono state date. Tra<br />
questi potrebbe emergere <strong>una</strong> soluzione soddisfacente atta ad essere trasferita<br />
alla nostra applicazione qualora, naturalmente, il brevetto non risulti più<br />
in vita. Nel caso comunque questo risulti attivo, si potranno utilizzare le<br />
informazioni rinvenute <strong>per</strong> elaborare <strong>una</strong> propria soluzione soddisfacente; è<br />
attraverso un’attività di rielaborazione e sintesi di cognizioni già presenti che<br />
5
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE UNA STRATEGIA BREVETTUALE<br />
la maggior parte delle idee innovative vengono alla luce. Sviluppata <strong>una</strong> propria<br />
soluzione, si deve attuare un’ulteriore ricerca di anteriorità <strong>per</strong> valutarne<br />
l’originalità e, ove non emerga nulla di rilevante, si può attivare la propria<br />
divisione tecnica <strong>per</strong> la fase s<strong>per</strong>imentale realizzando un prototipo, <strong>per</strong> passare<br />
poi alla ulteriore fase della brevettazione dell’invenzione.<br />
Le finalità della ricerca <strong>brevettuale</strong> possono anche essere altre. È importante<br />
avere ben chiaro sin dall’inizio non solo il grado di approfondimento della<br />
ricerca, ma anche, quale ne sia la finalità poiché le banche dati da consultare<br />
possono variare secondo gli obbiettivi che ci si propone.<br />
Partire da un insieme di dati già selezionati è senza dubbio un buon inizio<br />
<strong>per</strong> questo è importante, prima di cominciare, mettere insieme tutti i dati di<br />
cui si dispone sull’argomento.<br />
Per accrescere notevolmente le possibilità di successo della ricerca è importante<br />
stilare <strong>una</strong> lista di tutti i sinonimi dei termini della ricerca.<br />
Le maggiori banche dati utilizzano solo la lingua inglese ed è importante <strong>per</strong>ciò<br />
che tutti questi termini siano tradotti. Più corretta è questa o<strong>per</strong>azione<br />
più aumentano le possibilità di successo della ricerca.<br />
Il fatto che <strong>una</strong> ricerca <strong>brevettuale</strong> non conduca a risultati non deve<br />
essere inteso come assenza di un’anteriorità. Nella maggior parte dei<br />
paesi esiste un <strong>per</strong>iodo (che può arrivare fino a 18 mesi) in cui le domande<br />
depositate non sono pubblicamente disponibili. Inoltre, ove la finalità<br />
della ricerca sia il deposito di un nuovo brevetto, sarà opportuno<br />
effettuare ricerche di anteriorità avendo presente anche pubblicazioni di<br />
settore.<br />
Le PATLIB<br />
Oltre la possibilità di effettuare ricerche <strong>per</strong> proprio conto direttamente<br />
sulla rete web è possibile <strong>per</strong> coloro che necessitano di informazioni in<br />
campo <strong>brevettuale</strong> ricorrere ai servizi forniti dai centri di consultazione <strong>brevettuale</strong><br />
(PATLIB). Questi centri hanno accesso a tutti le principali banche<br />
dati brevettuali e possono fornire servizi di documentazione a costi contenuti.<br />
6
STRATEGIE PER UN’ACQUISIZIONE<br />
DEI DIRITTI DI ESCLUSIVA<br />
BREVETTUALI<br />
B<br />
Strategie <strong>per</strong> l’acquisizione<br />
dei diritti di esclusiva <strong>brevettuale</strong><br />
Cos’è un brevetto<br />
Il brevetto è un titolo che uno Stato concede ad un inventore o a chi possiede i<br />
diritti di proprietà di <strong>una</strong> invenzione e dà diritto di escludere altri dal realizzare<br />
l’invenzione <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo di tempo limitato.<br />
Un imprenditore che ottiene un brevetto <strong>per</strong> <strong>una</strong> sua invenzione ha diritto alla<br />
protezione e allo sfruttamento esclusivo della stessa <strong>per</strong> un <strong>per</strong>iodo di 20 anni<br />
dal deposito della domanda, salvi i diritti dei terzi precedentemente acquisiti.<br />
Il momento giusto <strong>per</strong> brevettare<br />
È importante scegliere oculatamente il momento opportuno <strong>per</strong> depositare <strong>una</strong><br />
domanda di brevetto e tale momento dipende dal grado di sviluppo dell’oggetto<br />
dell’invenzione.<br />
Nella maggior parte dei casi è meglio depositare non appena l’invenzione è adeguatamente<br />
definita e può essere descritta con un massimo di dettagli tecnici <strong>per</strong><br />
evitare di essere preceduti da qualche concorrente che ha lavorato sullo stesso<br />
filone e fosse giunto <strong>per</strong> proprio conto allo stesso risultato.<br />
Ancora meglio sarebbe poter mantenere il segreto fino a che un prototipo, nei<br />
casi in cui questo facesse parte del piano di sviluppo aziendale, sia stato prodotto<br />
e testato. Spesso, infatti, dopo prove fatte su un prototipo, l’invenzione deve<br />
essere modificata, <strong>per</strong>fezionata in alcuni suoi elementi essenziali tanto da dovere<br />
riformulare la domanda di brevetto. Comunque <strong>per</strong> invenzioni particolarmente<br />
innovative è meglio prendersi quanto più tempo possibile <strong>per</strong> realizzare<br />
un prototipo e verificarne l’effettiva preparazione <strong>per</strong> l’immissione sul mercato.<br />
Molti brevetti non vengono effettivamente sfruttati <strong>per</strong>ché l’invenzione non<br />
risponde a necessità pratiche produttive. Inoltre, quanti più dettagli tecnici relativi<br />
all’invenzione si possono mettere nella domanda di brevetto tanto maggiore<br />
è la possibilità di arrivare a su<strong>per</strong>are l’esame di merito che viene fatto <strong>per</strong> verificare<br />
i criteri di brevettabilità. Questo è ancora più necessario <strong>per</strong> invenzioni in<br />
campi tecnici affollati.<br />
La medesima <strong>strategia</strong> di deposito rapido si segue nel caso in cui si voglia ottenere<br />
un supporto finanziario <strong>per</strong> sviluppare l’invenzione o commercializzarla<br />
tramite licenze.<br />
I costi <strong>per</strong> ottenere e mantenere un brevetto<br />
Brevettare non sempre risulta economico, in particolare quando si vuole estendere<br />
la tutela <strong>brevettuale</strong> in un numero elevato di paesi. Per brevettare un’invenzione<br />
si devono sostenere costi costituiti da tasse di deposito e tasse <strong>per</strong> il<br />
mantenimento in vita. A questi costi si devono aggiungere i compensi dei consulenti,<br />
ove si decida di ricorrere all’ausilio di es<strong>per</strong>ti, i costi connessi all’effet-<br />
7
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE UNA STRATEGIA BREVETTUALE<br />
tuazione della ricerca di anteriorità, e i costi relativi alle traduzioni e agli agenti<br />
esteri nel caso si decida estendere la protezione in altri paesi.<br />
Per quanto riguarda le tasse <strong>per</strong> il rilascio di un brevetto italiano, esse comprendono<br />
quelle di deposito, di pubblicazione e stampa e le prime tre annualità.<br />
La tassa <strong>per</strong> il mantenimento in vita, che è dovuta dal quarto anno, è annuale<br />
ed aumenta con il procedere degli anni 1 .<br />
Le tasse dovute nel corso della procedura di rilascio di un brevetto europeo comprendono<br />
la tassa di deposito, quella <strong>per</strong> la ricerca delle anteriorità, la tassa di<br />
designazione che varia in base al numero dei Paesi, la tassa d’esame ed infine la<br />
tassa di concessione. Dalla concessione in poi, si deve pagare la tassa annuale <strong>per</strong><br />
il mantenimento in vita del brevetto in Italia e in altri paesi europei prescelti.<br />
Ogni paese ha <strong>una</strong> politica propria <strong>per</strong> le tasse di rinnovo.<br />
La decisione se affrontare o meno questi costi dovrebbe essere fatta dopo <strong>una</strong><br />
valutazione dinamica delle possibilità di sviluppo del brevetto.<br />
Modello di utilità<br />
Per alcune invenzioni vale la pena di considerare il modello di utilità qualora<br />
non si desideri mantenere la tutela <strong>per</strong> più di 10 anni. Infatti la durata di tutela<br />
più breve è in <strong>pratica</strong> la differenza maggiore che presenta rispetto al brevetto di<br />
invenzione. A questo si deve aggiungere che vi è un piccolo risparmio nei costi<br />
correlati alla procedura. Tuttavia alcuni tipi di invenzioni sono tutelabili<br />
mediante brevetto, ma non mediante modello di utilità.<br />
Si può utilizzare un brevetto <strong>per</strong> modello di utilità anche in numerosi paesi esteri<br />
in cui tale forma di tutela è anche prevista, mentre negli altri casi si può proteggere<br />
un’invenzione con un brevetto anche se in Italia si è depositato inizialmente<br />
un modello di utilità.<br />
Per alcune invenzioni che si desidera comunque tutelare mediante brevetto<br />
europeo può essere vantaggioso partire da un deposito di modello d’utilità italiano<br />
che viene poi esteso come brevetto europeo e, dopo la concessione di questo,<br />
il modello di utilità viene abbandonato.<br />
Dove è valido il brevetto<br />
Il brevetto mantiene un principio di territorialità ed è concesso da un’autorità<br />
nazionale o sopranazionale, ma è efficace solamente nell’ambito territoriale dello<br />
Stato che lo ha rilasciato, salvo pochissime eccezioni, <strong>per</strong> esempio il caso della<br />
tutela reciproca offerta fra Italia e San Marino.<br />
8<br />
1<br />
Si segnala a tal proposito che la<br />
Legge Finanziaria 2006 introduce<br />
l’abrogazione di tutte le tasse<br />
<strong>per</strong> i brevetti. Pertanto si rimanda<br />
alle future norme applicative.<br />
Quindi il proprietario di <strong>una</strong> invenzione <strong>per</strong> tutelare questa oltre i confini nazionali<br />
deve presentare <strong>una</strong> domanda di brevetto presso l’Ufficio Brevetti di ciascuno<br />
Stato in cui vuole ottenere la tutela e ottem<strong>per</strong>are ai requisiti legali previsti<br />
in quel paese.
STRATEGIE PER L’ACQUISIZIONE<br />
DEI DIRITTI DI ESCLUSIVA<br />
BREVETTUALI<br />
Per facilitare l’iter piuttosto articolato che bisogna seguire esistono alcune convenzioni<br />
internazionali.<br />
La Convenzione di Parigi <strong>per</strong> la tutela della proprietà industriale ha introdotto<br />
i principi della reciprocità e della priorità unionista .<br />
Per il principio di reciprocità ogni Stato membro garantisce in materia di proprietà<br />
industriale ai cittadini degli altri Stati membri la stessa protezione accordata<br />
ai propri cittadini.<br />
Il principio della priorità vale <strong>per</strong> marchi, brevetti, modelli di utilità e disegni<br />
industriali, e <strong>per</strong>mette a chi abbia già depositato in Italia <strong>una</strong> domanda di brevetto<br />
o di modello di utilità di poter effettuare in altri Stati membri entro il termine<br />
di un anno, il deposito di <strong>una</strong> domanda di brevetto o modello di utilità<br />
aventi <strong>per</strong> oggetto la stessa invenzione senza che la pubblicazione della domanda<br />
italiana sia di danno. Ai fini della tutela i brevetti o modelli di utilità esteri assumeranno<br />
come data di deposito originaria quella del primo deposito italiano. La<br />
priorità risolve in parte i problemi del proprietario di un’invenzione che intende<br />
tutelare la sua idea oltre l’ambito nazionale.<br />
Se è vero che, grazie alla priorità unionista, viene facilitata la procedura di deposito<br />
di domande di brevetto in altri Stati unionisti, sta di fatto che il richiedente<br />
deve comunque prendere decisioni, preparare e depositare i vari documenti<br />
necessari presso i vari uffici brevetti esteri entro il termine di un anno con tutti<br />
i problemi connessi come quelli di traduzione nelle varie lingue, di rappresentanza<br />
mediante un agente locale, di pagamento delle tasse di deposito presso gli<br />
uffici situati in luoghi diversi, ecc.<br />
A ciò si deve aggiungere che, molto spesso, il richiedente non sa se la sua invenzione<br />
soddisfi i requisiti della novità e dell’ originalità in un determinato paese.<br />
Deve inoltre, entro il termine stabilito, valutare e calcolare gli eventuali ritorni<br />
di mercato che potrebbero scaturire dall’estensione della tutela all’estero.<br />
Per aiutare i proprietari di invenzioni a far fronte a tali problemi residui esiste il<br />
PCT (Patent Coo<strong>per</strong>ation Treaty): ovvero Trattato di Coo<strong>per</strong>azione in materia<br />
di brevetti. Questo sistema costituisce <strong>una</strong> specie di procedura unificata di<br />
deposito, che offre <strong>una</strong> serie di vantaggi.<br />
• Per tutelare un’invenzione si effettua un unico deposito presso un cosiddetto<br />
“Ufficio brevetti ricevente” in <strong>una</strong> sola lingua di lavoro, <strong>per</strong> l’Italia la scelta è<br />
tra inglese, francese, tedesco<br />
• si può usufruire dei servizi di un consulente abilitato del proprio paese<br />
• viene fatta un’unica pubblicazione internazionale della domanda di brevetto<br />
• viene fatta <strong>una</strong> ricerca di anteriorità da parte di un ufficio che dispone dei<br />
mezzi tecnici particolarmente elaborati che porta alla stesura di un rapporto di<br />
ricerca accompagnato da un primo rapporto sulla brevettabilità dell’invenzione,<br />
grazie al quale il richiedente potrà fare tutte le sue opportune valutazioni<br />
se proseguire o no la procedura di brevettazione<br />
• qualora si desideri, si può richiedere un esame preliminare più completo che<br />
<strong>per</strong>mette eventualmente di adattare la domanda di brevetto in modo tale da<br />
9
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE UNA STRATEGIA BREVETTUALE<br />
farle soddisfare i requisiti di brevettabilità e potere così facilitare le procedure<br />
di concessione in molti Stati esteri<br />
• benché si abbia lo svantaggio che alla fine della procedura PCT non si possa<br />
arrivare alla concessione di un brevetto, che resta di competenza esclusiva dei<br />
singoli Uffici brevetti nazionali, seguendo questa procedura si ottiene uno spostamento<br />
temporale dell’ingresso nelle procedure di brevettazione di stati esteri<br />
in <strong>pratica</strong> di 20 oppure 30 mesi dalla data di priorità al quale è collegato un<br />
dilazionamento delle spese di brevettazione all’estero.<br />
Seguendo la procedura PCT è anche possibile alla fine entrare nella procedura<br />
di brevettazione europea e di altri gruppi di paesi in Asia e Africa.<br />
Uno svantaggio del PCT è che esso ritarda in <strong>pratica</strong> la concessione del brevetto<br />
<strong>per</strong> cui esso produce più tardi i suoi effetti sui terzi. Un altro svantaggio è che<br />
i suoi passi di procedura hanno tasse più elevate e talvolta aumenta i costi globali<br />
della procedura di brevettazione. In certi casi, <strong>per</strong> alcuni particolari paesi,<br />
non conviene seguire la procedura PCT.<br />
Integrata nella Convenzione di Parigi e nel PCT, la Convezione di Monaco sul brevetto<br />
europeo prevede <strong>una</strong> procedura unificata di rilascio di brevetti <strong>per</strong> un grande<br />
numero di Stati europei (oltre 30 ad oggi). Una domanda di brevetto europea si<br />
può depositare sia direttamente, oppure entro l’anno di priorità dal deposito di un<br />
brevetto italiano. Benché la concessione del brevetto avvenga <strong>per</strong> mezzo di un’unica<br />
procedura di esame, dopo la concessione il brevetto viene mantenuto separatamente<br />
nei vari Stati europei. Infatti al termine di questa procedura un titolare è proprietario<br />
in <strong>pratica</strong> di tanti brevetti <strong>per</strong> quanti Stati ha richiesto la tutela. Ognuno<br />
di essi sarà indipendente dall’altro e avrà validità <strong>per</strong> il relativo territorio.<br />
Ad esempio, il titolare di un brevetto in Italia può scegliere di presentare la<br />
domanda di Brevetto europeo immediatamente o entro 12 mesi dal deposito di<br />
<strong>una</strong> domanda di brevetto in Italia e ottenere brevetti validi in quei soli stati<br />
membri della Convenzione <strong>per</strong> cui ne abbia necessità.<br />
La procedura di concessione di un Brevetto europeo ha inizio con il deposito<br />
della relativa domanda redatta in inglese, francese o tedesco direttamente<br />
all’Ufficio Europeo dei Brevetti oppure presso l’Ufficio Italiano dei Brevetti e<br />
Marchi che, <strong>per</strong> i richiedenti italiani, provvede a trasmettere tale domanda<br />
all’Ufficio Europeo.<br />
La durata del Brevetto europeo è di 20 anni a decorrere dalla data di deposito<br />
della domanda. I suoi effetti sono determinati, in ognuno dei Paesi <strong>per</strong> i quali è<br />
rilasciato, dall’ordinamento giuridico nazionale dello Stato stesso.<br />
Il Brevetto europeo può rappresentare un’autonoma domanda di brevetto o<br />
essere inserito come brevetto regionale all’interno di <strong>una</strong> domanda di brevetto<br />
internazionale PCT.<br />
10<br />
I vantaggi del sistema del brevetto europeo sono molti e apprezzati dalle aziende.<br />
• Grazie a questa via centralizzata si possono ottenere brevetti <strong>per</strong> le proprie
STRATEGIE PER L’ACQUISIZIONE<br />
DEI DIRITTI DI ESCLUSIVA<br />
BREVETTUALI<br />
invenzioni in modo più semplice ed economico, non dovendo intraprendere<br />
procedure di brevettazione in parallelo avanti ogni ufficio brevetti nazionale.<br />
• L’esame <strong>brevettuale</strong> a cui è sottoposta ogni domanda di brevetto rafforza la<br />
certezza giuridica della validità di un brevetto europeo rispetto <strong>per</strong> esempio ad<br />
un brevetto nazionale italiano.<br />
• Benché l’italiano non sia <strong>una</strong> lingua di procedura <strong>per</strong> il sistema del brevetto<br />
europeo, comunque <strong>per</strong> tutta la durata della procedura si lavora solo in <strong>una</strong><br />
lingua, con notevoli risparmi <strong>per</strong> le traduzioni che vengono richieste solo <strong>per</strong><br />
quei paesi in cui si desidera la protezione e dopo la concessione.<br />
• La procedura viene seguita da un solo consulente <strong>brevettuale</strong> di fiducia senza<br />
la necessità di nominarne uno <strong>per</strong> ogni paese.<br />
• Nel caso di invenzioni che si prospettano come importanti può risultare utile,<br />
dal punto di vista di un ritorno economico del brevetto di designare anche<br />
l’Italia al deposito di <strong>una</strong> domanda di brevetto europeo <strong>per</strong> prolungarne <strong>pratica</strong>mente<br />
la vita di circa 1 anno, sfruttando al massimo l’anno di priorità<br />
prima di depositare <strong>una</strong> domanda europea.<br />
Dove brevettare<br />
Dato l’elevato costo <strong>per</strong> il deposito all’estero di <strong>una</strong> domanda di brevetto e la sua<br />
eventuale difesa, <strong>una</strong> decisione di estendere la tutela di un’invenzione all’estero<br />
si basa in primo luogo su considerazioni commerciali, come ad esempio la previsione<br />
di quale può essere il fatturato e gli utili <strong>per</strong> il prodotto in questione<br />
oppure quale può essere la situazione concorrenziale, se i concorrenti venissero<br />
oppure no esclusi da quel mercato.<br />
Entrano in conto anche valutazioni su quali sono i Paesi con i mercati più importanti<br />
o i più importanti produttori <strong>per</strong> il proprio settore d’azienda oppure qual è il rapporto<br />
costo beneficio <strong>per</strong> un certo paese tra costi di brevettazione e ricavi, o ancora<br />
l’esistenza di <strong>una</strong> succursale d’azienda o l’esistenza di un accordo di licenza.<br />
Ma anche considerazioni tecniche e legali sono importanti:<br />
• l’esistenza o no di <strong>una</strong> tecnologia nel paese che rende le aziende in grado di<br />
riprodurre l’invenzione<br />
• il costo e la difficoltà di tutelare il brevetto in caso di violazione<br />
• la capacità di concorrenti potenziali in un determinato paese di svolgere le attività<br />
di esportazione illecite in mercati interessanti.<br />
Parlando in termini generali, se vale la pena depositare un brevetto all’estero,<br />
allora quantomeno devono essere presi in considerazione i principali paesi industrializzati<br />
con i quali le aziende italiane hanno intensi scambi, vale a dire USA,<br />
Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia.<br />
Con l’aumento dell’interesse economico dell’invenzione entrano in gioco anche<br />
altri paesi.<br />
Per la maggior parte delle invenzioni vale la pena prendere in considerazione<br />
nell’ordine: altri importanti paesi europei, Canada, Australia, Nuova Zelanda e<br />
Sud Africa (protezione <strong>brevettuale</strong> forte e non troppo costosa); Taiwan e Corea<br />
11
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE UNA STRATEGIA BREVETTUALE<br />
del Sud (mercati importanti, brevetti difficili da ottenere e far valere, costosi); i<br />
principali paesi sudamericani (protezione debole e poco costosa); infine la<br />
Russia. Merita <strong>una</strong> nota a parte la Cina, che risulta oggi essere un forte mercato<br />
<strong>per</strong> prodotti industriali e di consumo, mercato nel quale molti prodotti anche<br />
italiani sono stati contraffatti, ma anche mercato rispetto al quale le nostre<br />
imprese si sono meno protette rispetto a quelle di altri paesi europei (le domande<br />
di registrazione <strong>per</strong> brevetti di origine italiana risultano attualmente essere al<br />
di sotto del volume potenziale).<br />
Altro paese emergente da non sottovalutare nel predisporre <strong>una</strong> <strong>strategia</strong> <strong>brevettuale</strong><br />
è l’India.<br />
Nello scegliere le vie da utilizzare <strong>per</strong> la tutela nei vari paesi interessanti non si<br />
può prescindere da <strong>una</strong> scelta oculata delle procedure esistenti, tenendo conto<br />
di vari fattori quali: tipo di invenzione, il suo stadio di sviluppo, distribuzione<br />
dei costi, attività svolte dai concorrenti.<br />
Partnership con Università<br />
e Centri di ricerca pubblici<br />
12<br />
Nel caso <strong>una</strong> azienda intenda partecipare<br />
ad un progetto di ricerca nel<br />
quale siano implicati anche ricercatori<br />
che hanno rapporti di lavoro o di<br />
collaborazione oppure siano dipendenti<br />
di centri o enti di ricerca pubblici,<br />
è importante <strong>per</strong> i responsabili<br />
aziendali rendersi conto delle situazioni<br />
contrattuali che si possono presentare<br />
a seconda dei vari paesi in cui<br />
lavorano i ricercatori. Sono necessarie<br />
alcune precauzioni prima di iniziare<br />
il progetto <strong>per</strong> evitare brutte<br />
sorprese alla conclusione del progetto.<br />
Si tratta principalmente di definire<br />
regole contrattuali precise sulla<br />
proprietà intellettuale relativa ai<br />
risultati della ricerca. Per fare questo<br />
è buona regola verificare all’inizio<br />
chi sono gli effettivi titolari dei diritti brevettuali in base alle leggi dei vari paesi<br />
in cui o<strong>per</strong>ano i ricercatori. Mentre la questione della proprietà delle invenzioni<br />
è abbastanza chiara quando si tratta di inventori che sono dipendenti da aziende<br />
private; nel caso si tratti di inventori che sono ricercatori di strutture pubbliche<br />
la proprietà delle invenzioni fatte non è così armonizzata e le leggi nazionali<br />
regolano la questione della titolarità in modo diverso. In alcuni paesi i proprietari<br />
possono essere le strutture pubbliche nelle quali viene realizzata la ricerca<br />
mentre in altri paesi il ricercatore risulta proprietario della propria invenzione.<br />
Altri paesi adottano invece posizioni intermedie.
STRATEGIE DI CREAZIONE<br />
E GESTIONE<br />
DEL PORTAFOGLIO BREVETTUALE<br />
C<br />
Strategie di creazione e gestione<br />
del portafoglio <strong>brevettuale</strong><br />
Contrariamente a quanto credono in molti, un brevetto non è origine di reddito,<br />
solo <strong>per</strong> il fatto di possederlo, anzi esso costituisce <strong>per</strong> il suo proprietario quasi<br />
esclusivamente un costo all’inizio della sua vita e tale può rimanere se il suo titolare<br />
non è in grado di attuare <strong>una</strong> <strong>strategia</strong> volta a valorizzarlo economicamente.<br />
Poiché acquisire un brevetto in un numero più o meno grande di paesi può<br />
diventare particolarmente oneroso, il più delle volte, ricavarne un reddito<br />
deve essere <strong>una</strong> delle prime mète che un imprenditore si deve prefiggere.<br />
A monte di tutte queste considerazioni sta il fatto che è necessario convincersi<br />
che solo investendo nella proprietà industriale si può ottenere un reddito<br />
significativo da essa. E’ <strong>una</strong> regola statistica generale che solamente<br />
meno del 5% dei brevetti di un portafoglio produce reddito. Con tale reddito<br />
bisogna essere in grado di coprire i costi correlati alla brevettazione di<br />
tutte le invenzioni che costituiscono il portafoglio <strong>brevettuale</strong>, compresi<br />
anche quelli che non risultano produttivi, ma che causano solo costo.<br />
Perché un’azienda lavori efficacemente con un portafoglio <strong>brevettuale</strong> è<br />
necessario conoscere ed applicare alcuni principi. La buona gestione di un<br />
portafoglio <strong>brevettuale</strong> significa integrare la conoscenza della propria proprietà<br />
intellettuale nella <strong>strategia</strong> aziendale sia a breve che a lungo termine,<br />
nelle prese di decisioni, nelle attività commerciali e significa anche disporre<br />
di corrette conoscenze e di moderni strumenti di gestione.<br />
Una delle prime domande <strong>per</strong> la quale i responsabili di un’azienda dovrebbero<br />
avere <strong>una</strong> risposta chiara è <strong>per</strong>ché vogliono o debbono avere brevetti. I<br />
motivi possono essere scelti tra i seguenti:<br />
- <strong>per</strong> la loro funzione di tutela, infatti mediante essi è possibile:<br />
• ricavare un vantaggio competitivo<br />
• impedire la copia e l’usurpazione delle proprie invenzioni<br />
• sbarrare ai concorrenti la via della brevettazione.<br />
- Perché riducono i rischi provenienti da attività intraprese da terzi<br />
• impedendo o rendendo difficile a terzi la realizzazione di alcune attività commerciali<br />
• creando legami mediante accordi di licenza<br />
• mettendo in grado di agire attivamente contro concorrenti.<br />
- Perché i brevetti si possono sfruttare<br />
• <strong>per</strong> il prestigio che danno ad <strong>una</strong> azienda<br />
• <strong>per</strong> la quota di mercato che fanno acquisire e mantenere<br />
• <strong>per</strong> l’aiuto che danno alla commercializzazione dei propri prodotti.<br />
Ovviamente lo sfruttamento di un brevetto mediante la messa in o<strong>per</strong>a dei<br />
13
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE UNA STRATEGIA BREVETTUALE<br />
principi appena accennati non è cosa facile da realizzare. Per prima cosa è<br />
necessario affidarsi ad es<strong>per</strong>ti di tali attività e <strong>per</strong> seconda cosa è necessario<br />
modificare la politica aziendale <strong>per</strong>ché stimoli e supporti la creazione di un<br />
portafoglio <strong>brevettuale</strong>. In <strong>pratica</strong>, in Italia sono ancora pochissime le aziende<br />
che dispongono di un portafoglio <strong>brevettuale</strong> considerevole e sono ancora<br />
meno gli es<strong>per</strong>ti in grado di gestire i portafogli brevettuali aziendali.<br />
Comunque alcuni mezzi che indicano la via da intraprendere possono essere<br />
qui riassunti, senza avere la pretesa di sostituire il lavoro di es<strong>per</strong>ti:<br />
a) <strong>per</strong> primo si deve misurare la propria posizione rispetto alle altre aziende<br />
concorrenti del proprio settore di attività, definendo gli indici che rendano<br />
trasparenti le cifre e chiara la traduzione dei dati <strong>per</strong> quelli che debbono<br />
prendere le decisioni. Questo può essere fatto utilizzando metodi di analisi<br />
appropriati a questo settore;<br />
b) è necessario quindi valutare il valore del proprio portafoglio <strong>brevettuale</strong><br />
utilizzando metodi di valutazione semplici e che possano essere di immediata<br />
comprensione <strong>per</strong> chi deve prendere le decisioni.<br />
In questo contesto è importante potere determinare l’adeguatezza dei mezzi<br />
finanziari che si vogliono mettere in campo <strong>per</strong> investire nella gestione della<br />
propria proprietà industriale. Non sempre risulta chiaro ai responsabili di<br />
azienda quale possa essere un investimento ragionevole e quando si su<strong>per</strong>ano<br />
certi limiti. Una regola empirica, e basata su es<strong>per</strong>ienze di aziende molto<br />
attive brevettualmente, è porsi come obiettivo di investire annualmente <strong>una</strong><br />
somma pari ad <strong>una</strong> <strong>per</strong>centuale di quanto si spende in ricerca e sviluppo.<br />
Tale <strong>per</strong>centuale non dovrebbe essere inferiore al tasso di royalty <strong>per</strong> contratti<br />
di licenza che esiste nel proprio settore tecnologico.<br />
c) Disporre di strumenti di informazione adeguati ed efficaci all’interno dell’azienda<br />
che <strong>per</strong>mettano <strong>una</strong> migliore circolazione delle informazioni mantenendo<br />
la necessaria riservatezza.<br />
A questo punto è importante dare alcuni criteri che <strong>per</strong>mettano anche di<br />
prendere le necessarie decisioni che coinvolgono anche la conoscenza del<br />
portafoglio <strong>brevettuale</strong> di cui si dispone.<br />
Partendo da fattori quali la conoscenza di<br />
a) dove si trova <strong>una</strong> azienda con<br />
• le sue forze e debolezze<br />
• il suo portafoglio <strong>brevettuale</strong><br />
• lo stato dell’arte del settore<br />
• e i suoi prodotti.<br />
14<br />
b) dove si trova la concorrenza con<br />
• i prodotti<br />
• il suo portafoglio <strong>brevettuale</strong><br />
• conoscenze di mercato.
STRATEGIE DI CREAZIONE<br />
E GESTIONE<br />
DEL PORTAFOGLIO BREVETTUALE<br />
D<br />
Strategie di mercato<br />
e concorrenziali<br />
Un brevetto ha <strong>una</strong> sua funzione nel settore delle strategie di mercato e della<br />
concorrenza. Le aziende devono mettere in atto strategie che sfruttino i brevetti<br />
del loro portafoglio <strong>per</strong> migliorare la loro posizione competitiva, prendendo<br />
in considerazione fattori di politica aziendale industriale e commerciale, elementi<br />
di carattere legale e di carattere tecnico-scientifico.<br />
È importante che chi gestisce un’azienda sia in grado di prendere decisioni strategiche<br />
che tengano conto della proprietà industriale dell’azienda. Inoltre <strong>una</strong><br />
corretta gestione necessariamente implica che ci sia qualcuno che decida veramente<br />
e che si senta responsabile delle attività di brevettazione e, più in generale,<br />
di creare un proprio portafoglio <strong>brevettuale</strong>. Questo deve avvenire in base<br />
alle considerazioni che sono state sopra elencate e che tengano conto anche di<br />
collaborazioni commerciali, di buone conoscenze delle dinamiche commerciali<br />
e della concorrenza, di capacità di licenze e di attivazione dei brevetti, di <strong>una</strong><br />
velocità di azione, di conoscenze delle strategie globali aziendali e delle conoscenze<br />
degli strumenti di gestione del portafoglio <strong>brevettuale</strong>.<br />
In sostanza, <strong>una</strong> buona <strong>strategia</strong> di gestione <strong>brevettuale</strong> riflette <strong>una</strong> adeguata<br />
conoscenza delle tendenze a lungo termine del mercato, dei propri vantaggi<br />
competitivi attuali e previsti, delle informazioni sui prodotti attuali e futuri, dei<br />
propri siti di produzione e di distribuzione e di quelli dei concorrenti.<br />
È anche necessario conoscere bene quali possono essere gli sbagli, anche frequenti,<br />
che possono inficiare <strong>una</strong> buona <strong>strategia</strong> di gestione <strong>brevettuale</strong> e di<br />
commercializzazione e mettere a rischio gli sforzi di investimento fatti:<br />
• si disdegna o si ignora <strong>una</strong> invenzione,<br />
• <strong>una</strong> domanda di brevetto è depositata troppo tardi,<br />
• il testo della domanda di brevetto è redatto male<br />
• le rivendicazioni hanno portata troppo limitata oppure di tipo sbagliato<br />
• il deposito della domanda è fatto in paesi sbagliati<br />
• le scadenze non sono rispettate o le tasse non sono pagate correttamente o <strong>per</strong><br />
nulla,<br />
• le procedure di brevettazione sono seguite male o in modo disinformato,<br />
• i motivi originari che hanno spinto a brevettare ormai dimenticati nell’azienda<br />
• la contraffazione di un proprio brevetto non è riconosciuta.<br />
Con queste basi si può intraprendere <strong>una</strong> buona attività di commercializzazione<br />
della proprietà industriale. Una commercializzazione è bene applicata quando<br />
sfrutta il supporto dei vantaggi competitivi di <strong>una</strong> azienda. Una azienda che<br />
investe in innovazione e la protegge si garantisce capacità e risorse su<strong>per</strong>iori con<br />
posizioni commerciali vantaggiose con effetti di maggiore soddisfazione dei<br />
clienti, maggiore lealtà, maggiore quota di mercato e maggior profitto.<br />
Nella commercializzazione debbono essere coinvolti gli inventori. Un inventore<br />
es<strong>per</strong>to che abbia già es<strong>per</strong>ienza di preparazione e di procedure di brevettazione,<br />
i responsabili del marketing e della vendita, i responsabili tecnici e i<br />
15
GUIDA PRATICA<br />
PER IMPOSTARE UNA STRATEGIA BREVETTUALE<br />
responsabili della gestione del portafoglio <strong>brevettuale</strong>, includendo il consulente<br />
in proprietà industriale interno o esterno. Sono necessarie riunioni regolari <strong>per</strong><br />
definire e mettere in atto la <strong>strategia</strong> di commercializzazione.<br />
Alcuni criteri che si possono dare allo scopo di generare valore dal proprio portafoglio<br />
<strong>brevettuale</strong> è quello di attuare <strong>una</strong> politica di cessione/scambio di licenze<br />
con altre aziende. Non sempre è utile tenere inattivi brevetti in settori che<br />
forse non costituiscono il cuore delle attività dell’azienda. In questi casi è meglio<br />
attivarsi <strong>per</strong> contattare potenziali acquirenti e non disdegnare di cedere in licenza<br />
anche ad un concorrente un brevetto che si tiene nel cassetto, il quale comunque<br />
genera dei costi nel corso della sua esistenza.<br />
Un’altra soluzione <strong>per</strong> rendere redditizio un brevetto è quello di creare <strong>una</strong> attività<br />
sfruttando capitali che sono resi disponibili da “business angels” o “venture<br />
capitalists”. Anche in questo caso è opportuno affidarsi a <strong>per</strong>sone es<strong>per</strong>te <strong>per</strong><br />
evitare che nascano problemi dovuti a contratti male impostati o che non tengano<br />
conto di fattori che in un secondo tempo risultino importanti.<br />
Non bisogna disdegnare di introdurre <strong>una</strong> politica aziendale che premi le attività<br />
di innovazione e di segnalazione di invenzioni. Infatti è importante rendersi<br />
conto che anche descrizioni di concetti tecnici possono diventare la base di<br />
invenzioni brevettabili. Un’altra politica che un’azienda dovrebbe favorire è la<br />
cosiddetta politica <strong>brevettuale</strong> del “bastone e della carota”. La carota corrisponde<br />
ad <strong>una</strong> identificazione di opportunità di trasferimenti di tecnologie, di<br />
brevetti che possono essere dati in licenza e che possano portare nuovi redditi.<br />
Il bastone corrisponde all’identificazione di contraffattori di tecnologie di proprietà<br />
della propria azienda. Al contraffattore può essere rifiutato l’uso della tecnologia<br />
contraffatta oppure gli può essere offerta in licenza e la decisione deve<br />
essere presa principalmente basandosi su considerazioni economiche che portino<br />
vantaggi alla propria attività economica e imprenditoriale.<br />
16
a cura di<br />
Mario De Grandis e Francesca Paganelli<br />
con il coordinamento di<br />
Stefania Gliubich<br />
su<strong>per</strong>visione dell'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi<br />
Maria Ludovica Agrò (Direttore)<br />
e Daniela Carosi<br />
un ringraziamento a<br />
Bruno Cinquantini<br />
<strong>per</strong> la collaborazione<br />
Credit<br />
IPI - Viale M.llo Pilsudski, 124 - 00197 Roma<br />
Tel. (+39)06 809721 - www.ipi.it<br />
Realizzazione<br />
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Via Germanico, 197 - Roma<br />
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Gennaio 2006