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Apprendimento Motorio

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Capitolo nono


Relazioni tra percezione e<br />

movimento<br />

• Sono di fondamentale importanza per la<br />

comprensione e il controllo dell’attività motoria.<br />

• Secondo Thelen (1986) e von Hofsted (1990) nei primi<br />

anni di vita le interconnessioni tra sistema percettivo e<br />

sistema motorio sarebbero molto intense e<br />

procederebbero parallelamente e in maniera<br />

interdipendente.<br />

• Esiste una sorta di doppio legame tra il movimento e<br />

l’ambiente in cui questo viene effettuato, dato che<br />

questi ultimi può condizionare in maniera radicale<br />

l’esecuzione dell’atto motorio stesso.


Vie percettive<br />

• Vie sensoriali: possono agire isolatamente o in<br />

parallelo e fornirci un’immagine più articolata;<br />

• Recettori posti nelle articolazioni, nei muscoli e nella<br />

pelle: inviano al sistema precise coordinate sullo stato<br />

e sulla posizione degli arti durante l’esecuzione del<br />

movimento;<br />

• Sistema vestibolare: fornisce continue informazioni<br />

sulla posizione e l’orientamento del capo e del corpo.<br />

• Vista canale percettivo prioritario


Trevarthen (1968)<br />

• Esistono due distinti sistemi strutturalmente diversi e operanti in<br />

parallelo:<br />

• Visione ambientaleimpiegato per la rilevazione dello spazio<br />

extracorporeo e serve ad individuare la posizione spaziale degli oggetti,<br />

orientare il proprio corpo e guidare i propri movimento nello spazio.<br />

• Visione focaledeputato alla precisa analisi di piccole aree spaziali<br />

all’interno delle quali avverrebbero il riconoscimento e la<br />

discriminazione degli stimoli presenti.<br />

• Secondo l’ipotesi di Trevarthen, un sistema visivo fornirebbe<br />

l’informazione riguardo a dove sono gli stimoli, l’altro sistema<br />

informerebbe riguardo a quali stimoli sono,<br />

• La visione ambientale sarebbe esercitata dalla parte periferica della<br />

retina.<br />

• Tale ipotesi sarebbe stata confermata anche dallo studio di Foley e<br />

McChesney (1976).


Percezione e attenzione<br />

• Posner, Nissen, Ogden (1978) hanno dimostrato che<br />

percezione e attenzione sono tra loro separabili e che è<br />

possibile orientare l’attenzione in posizioni spaziali<br />

diverse da quelle sulle quali è focalizzato lo sguardo.


Esperimento di Posner, Nissen,<br />

Ogden (1978)<br />

• L’esperimento consisteva nella presentazione di un pre-stimolo seguito<br />

da uno stimolo.<br />

• Ai partecipanti veniva chiesto di discriminare le diverse intensità<br />

luminose dello stimolo e di emettere una risposta motoria nel più breve<br />

tempo possibile. Veniva inoltre chiesto ai partecipanti di mantenere lo<br />

sguardo fisso in un punto al centro dello schermo.<br />

• Il pre-stimolo poteva essere di tre tipi: una crocetta, una freccia<br />

orientata a destra o una freccia orientata a sinistra. Ai partecipanti era<br />

stato comunicato nelle istruzioni che nell’80% dei casi la freccia<br />

avrebbe indicato la posizione in cui sarebbe poi comparso lo stimolo.<br />

• Nel caso della crocetta, invece, lo stimolo poteva apparire<br />

indifferentemente a destra o a sinistra.


Esperimento di Posner, Nissen,<br />

Ogden (1978)<br />

• Si venivano a creare in questo modo tre condizioni possibili:<br />

• Condizione neutra: il soggetto non ha alcuna aspettativa circa la<br />

successiva posizione dello stimolo<br />

• Condizione positiva: l’aspettativa indotta dal pre-stimolo è<br />

confermata dall’apparizione dello stimolo nella parte indicata dalla<br />

freccia<br />

• Condizione negativa: l’aspettativa viene disattesa


Esperimento di Posner, Nissen,<br />

Ogden (1978)<br />

• I risultati dimostrarono che la<br />

condizione positiva<br />

comportava tempi di reazione<br />

più veloci rispetto a quella<br />

neutra e a quella negativa,<br />

che risultava in assoluto<br />

quella più lenta.<br />

• Questi risultati sono stati<br />

letti come una conferma<br />

all’ipotesi che un processo di<br />

ri-orientamento<br />

dell’attenzione comporta una<br />

maggiore difficoltà<br />

nell’esecuzione di un compito<br />

percettivo motorio.


Rapporto tra percezione e<br />

attenzione<br />

• Può esserci una corretta percezione senza<br />

l’intervento dell’attenzione:<br />

• percezione passiva<br />

• Elaborazioni successive dello stimolo percepito=lente<br />

e difficoltose<br />

• L’attenzione può essere posta volontariamente su di<br />

una posizione diversa da quella sulla quale è<br />

orientato lo sguardo.


Esperimento di Nicoletti e Umiltà<br />

(1989)<br />

• In uno studio di Nicoletti e Umiltà (1989) ai soggetti venivano presentati sei box su uno<br />

schermo e il target, una forma geometrica, poteva essere presentato all’interno di uno di<br />

questi.<br />

• In un esperimento i soggetti dovevano fissare una croce al centro dello schermo e le<br />

risposte col tasto sinistro erano più rapide se lo stimolo era presentato in uno dei tre box<br />

che stavano più a sinistra rispetto alla fissazione, mentre le risposte col tasto destro erano<br />

più rapide quando il target era in uno dei tre box che stavano più a destra.<br />

• In un altro esperimento i soggetti dovevano fissare una croce a destra o a sinistra<br />

dell’interno display, ma orientare l’attenzione al centro dello schermo.<br />

• Gli stessi risultati dell’esperimento precedente furono osservati, suggerendo che la<br />

codifica spaziale dipende dalla posizione del focus attenzionale e non da quella dello<br />

sguardo.<br />

• In un ulteriore esperimento, i soggetti dovevano prestare attenzione a dei piccoli<br />

quadratini che venivano presentati fra due box. Indipendentemente dalla posizione<br />

assoluta del quadratino atteso e dal box che conteneva il target, le risposte erano più<br />

rapide se il target era presentato a sinistra del quadratino atteso, e viceversa per target<br />

presentati a destra. Tali risultati sembravano indicare che il focus attenzionale ha un<br />

ruolo importante nel codificare gli stimoli come “destri” o ”sinistri”. Gli autori conclusero<br />

che il fatto di dirigere l’attenzione in un punto dello spazio determina una organizzazione<br />

percettiva destra-sinistra del display e degli stimoli in esso (Nicoletti e Umilta, 1989)


Relazioni gerarchiche tra le<br />

differenti vie sensoriali<br />

• Anche quando le diverse percezioni sensoriali afferiscono<br />

normalmente al sistema centrale, le percezioni visive svolgono<br />

un ruolo prioritario.<br />

• Questo è stato dimostrato da diversi esperimenti:<br />

• Jordan (1972) priorità delle percezioni visive anche in situazione<br />

in cui la modalità visiva dovrebbe essere secondaria.<br />

• Colavita (1974) quando una informazione acustica e una visiva<br />

vengono presentate insieme, soltanto la visiva ha accesso agli stadi<br />

di elaborazione, mentre la prima non raggiunge il livello di<br />

consapevolezza.<br />

• Lackner (1977) after effect=adattamento in risposta ad un<br />

conflitto tra differenti percezioni sensoriali.<br />

• Howarth (1978) esercizi di riscaldamento compiuti da un atleta<br />

prima della gara potrebbero avere una finalità di ricalibratura tra le<br />

diverse percezioni sensoriali.

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