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ANNO 9 - NUMERO 32 Autunno 2004 - Okinawa goju-ryu

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Tora Kan Dojo Anno 9° n. <strong>32</strong><br />

di Ylenia Bastianelli<br />

I o e mio cugino Edoardo,da un pò di tempo<br />

frequentiamo un dojo di karate.La cosa per me è<br />

nata per gioco,come d’altronde un pò tutte le cose e<br />

le decisioni che ho fatte e prese nella mia vita,<br />

quando qualche tempo fa, entrando in palestra, ho<br />

letto un avviso con su scritto che nei giorni 18-19-<br />

20 giugno ci sarebbe stato uno stage al tempio zen<br />

del maestro F.T.Guareschi a Salsomaggiore.<br />

Appena l’ho letto mi sono detta subito”io<br />

vado” (come se non aspettassi altro) e, mettendomi<br />

d’accordo con Edoardo,abbiamo deciso di andare e<br />

ci siamo iscritti.<br />

I primi giorni ero molto eccitata<br />

non vedevo l’ora di partire,ma<br />

nello stesso tempo non avevo idea<br />

di cosa mi avesse spinto a voler<br />

andare, visto che non mi ero mai<br />

allontanata da casa.<br />

Finalmente sono partita, lo stage<br />

è iniziato (e purtroppo già finito) i<br />

giorni sono volati,e ora sono qui a<br />

cercare di scrivere, con molta difficoltà,<br />

le mie sensazioni.<br />

Dico con molta difficoltà poichè,<br />

anche se sembrerà strano,dentro<br />

di me sento che questi tre giorni<br />

a Fudenji mi hanno dato qualcosa<br />

di grande ma non riesco a cogliere<br />

cosa sia (pensate un pò a metterlo<br />

per iscritto).<br />

Appena arrivati, abbiamo sistemato i bagagli e io<br />

ero molto nervosa,dopo di che il mio maestro ci ha<br />

fatto una breve introduzione sullo zen e così abbiamo<br />

fatto il nostro primo periodo di meditazione.<br />

Lo zen è meditazione:stai seduto su dei cuscini<br />

chiamati zafu, gambe incrociate, mani raccolte<br />

sotto l’ombelico,schiena dritta,testa spinta verso<br />

l’alto e mento rientrato....ecco, questa è la postura<br />

dello zen. Purtoppo, cosa sia lo zen e a cosa serva,<br />

forse non l’ho capito realmente (forse sarà stato<br />

anche per mancanza di concentrazione,o per<br />

impreparazione psico-fisica, ma non riuscivo a provare<br />

quelle sensazioni di “rilassatezza” che mi<br />

dicevano avrei potuto provare).<br />

La prima mattina ci siamo alzati alle 4.40 e alle<br />

5.10 eravamo seduti in Zazen ,con la presenza del<br />

maestro Guareschi che, purtroppo, non essendoci la<br />

giusta atmosfera che lo zen richiede,ha pensato che<br />

la sua presenza non fosse necessaria.Qualcuno ci è<br />

rimasto male,ma io credo che il gesto del maestro<br />

ci sia servito e ci ha aiutati a migliorare la nostra<br />

disciplina per tutto il resto dello stage.<br />

Infatti abbiamo continuato con il supporto del mio<br />

maestro (sensei Paolo Taigo Spongia), e dopo circa<br />

mezz’ora di Zazen abbiamo praticato Kinhin<br />

(meditazione camminando dove si mantiene<br />

sempre la stessa postura facendo<br />

dei piccolissimi passi). Terminato<br />

il Kinhin,abbiamo ripreso i nostri<br />

posti ed è cominciata la cerimonia<br />

del pasto delmattino, ci hanno dato<br />

tre ciotole e ,dopo aver recitato<br />

i sutra per ringraziare del cibo<br />

che ci veniva servito, ci venivano<br />

riempite di riso e verdure.La<br />

consumazione del pasto avveniva<br />

(per quanto ci era possibile, specialmente<br />

a noi più giovani) in<br />

perfetto silenzio.<br />

Essendo per alcuni la prima volta,<br />

pur in un clima di perfetto di silenzio,il<br />

mio maestro ci dava tutte<br />

le necessarie indicazioni per portare<br />

a termine la cerimonia (certo<br />

per me è stata un esperienza stranissima visto che a<br />

casa durante i pasti è forse il momento in cui parlo<br />

di più...o guardo la televisione).<br />

Finita la cerimonia siamo tornati al campo,ci siamo<br />

cambiati e, finalmente, abbiamo praticato il nostro<br />

karate.<br />

Il giorno seguente,stessa prassi, tranne la sveglia<br />

(un’ora prima).<br />

Finito lo zen, cercavo sempre di sforzarmi a capire<br />

il significato profondo di questa disciplina, ma più<br />

dell’essere meravigliata e piacevolmente<br />

affascinata da quell’atmosfera irreale, come ho già<br />

detto prima, non sono mai riuscita a impadronirmi<br />

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