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Scheda PDF - Suoni e strumenti

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TESTAREA<br />

AREA<br />

FENDER MARCUS<br />

MILLER JAZZ BASS<br />

Basso elettrico solid body<br />

Jacopo Giuliano<br />

Lo strumento scelto per questo test è il basso elettrico Fender Marcus<br />

Miller Jazz Bass, modello dedicato al mitico bassista/compositore/<br />

produttore americano e introdotto sul mercato quasi dieci anni fa. Come<br />

molti indubbiamente sanno, lo stile di Marcus Miller è una combinazione<br />

esplosiva di Groove (con la G maiuscola!!!), notevole gusto melodico e<br />

incredibile abilità tecnica, caratteristiche che hanno fatto di lui uno degli<br />

esponenti del basso elettrico più conosciuti e apprezzati al mondo.<br />

Estratto dalla sua custodia morbida (in dotazione), il<br />

basso elettrico Fender Marcus Miller Jazz Bass mette<br />

subito in risalto il suo carattere forte e diretto; ci troviamo<br />

di fronte a uno strumento maturo, ampiamente collaudato,<br />

al quale sono state apportate modifiche che aumentano<br />

notevolmente le prestazioni. Il punto di partenza è<br />

il Fender Jazz Bass degli anni Settanta (per la precisione<br />

un modello del 1977, da sempre strumento principale di<br />

Marcus), con corpo in frassino, essenza che conferisce<br />

una timbrica particolarmente ricca e un attacco notevole.<br />

La finitura poliuretanica dello strumento oggetto del nostro<br />

test è trasparente e priva di imperfezioni. Ricordiamo<br />

inoltre che Fender offre come finiture alternative per<br />

questo strumento il sunburst a tre toni e l’olimpic white.<br />

Il manico è realizzato in unico pezzo in acero e presenta<br />

un profilo a “C” piuttosto accentuato, cosa che garantisce<br />

una piacevole sensazione di riempimento della mano<br />

sinistra, unitamente a una discreta maneggevolezza. Sul<br />

retro del manico è stata applicata la classica striscia in<br />

noce, a seguito dell’inserimento del trussrod regolabile.<br />

Tale tecnica costruttiva consente di evitare<br />

incrinature causate dalla torsione interna<br />

del truss-rod tra manico e tastiera. Come in<br />

tutti i modelli di Jazz Bass nati dal ’75 in<br />

poi, il manico è avvitato al body tramite tre<br />

viti e piastra in metallo denominata “Micro<br />

Tilt”. La tastiera, tutt’uno con il manico in<br />

acero, presenta una scala di 34” e un raggio<br />

di curvatura di 7,25”; e ospita 20 tasti di<br />

dimensioni medie. I segnatasti sono in<br />

madreperla ed è presente il binding<br />

bianco lungo tutta la tastiera. Sulla<br />

paletta, oltre alla fi rma di Marcus<br />

Miller, troviamo l’abbassacorde<br />

circolare per le corde di Re e Sol<br />

e l’accesso per la regolazione<br />

del truss-rod. Le meccaniche<br />

sono le classiche Vintage Style<br />

cromate ad azione “reverse”.<br />

Il ponte, anch’esso cromato, è<br />

giugno<br />

49


TESTAREA<br />

l’arcinoto Leo Quan Badass Bass II: grazie alle sue<br />

eccellenti doti di solidità e funzionalità è stato impiegato<br />

numerose volte (allora come oggi) sui bassi<br />

Fender come rimpiazzo del ponte standard al fine di<br />

aumentare l’attacco e il sustain delle note.<br />

La parte elettrica, come da copione, è costituita<br />

da due pick-up Fender vintage-style a bobina<br />

singola, collocati con spaziatura anni ’70, ossia<br />

maggiormente distanziati tra loro rispetto ai Jazz<br />

Bass prodotti nel decennio precedente. L’elettronica<br />

è attiva e prevede i seguenti controlli: due volumi<br />

(uno per ogni pick-up), due controlli per acuti e<br />

bassi (l’EQ è di tipo boost-only) e un mini-switch<br />

per disattivare l’elettronica.<br />

Sul body è collocato un battipenna in plastica nera<br />

(tre strati) dalla forma un po’ inusuale: dovendo<br />

modificare il proprio strumento per l’installazione<br />

dell’elettronica attiva, Marcus decise di allargare<br />

semplicemente la cavità sul corpo predisposta per<br />

i controlli, montare i componenti necessari e infine<br />

coprire il tutto con battipenna appositamente realizzato.<br />

Da notare che l’ultima porzione di battipenna,<br />

immediatamente sotto il ponte, è separata dal resto<br />

e dispone di quattro viti: rimuovendola è possibile<br />

scoprire il vano dove è collocata la batteria da<br />

9 Volt che alimenta la circuitazione. Altre caratteristiche<br />

presenti su questo strumento, per volere<br />

di Marcus Miller stesso, sono le due manopole in<br />

metallo cromato per i due volumi, le due manopole<br />

in plastica nera per i toni e la copertura cromata per<br />

il pick-up al manico.<br />

IL TEST<br />

Ci troviamo di fronte a uno strumento dal carattere<br />

ben delineato, deciso e che non perde certo<br />

occasione per farsi notare. Abbiamo testato il basso<br />

collegandolo al nostro abituale sistema di amplificazione,<br />

costituito da una testata abbinata a una<br />

cassa 4 x 10” più tweeter.<br />

La timbrica globale che abbiamo rilevato al primo<br />

ascolto è degna di nota: con entrambi i pick-up attivati<br />

e il circuito di preamplificazione inserito (magari<br />

aggiungendo una modesta dose di bassi e acuti)<br />

viene prodotta una timbrica rotonda,<br />

brillante e ben defi nita. Coloro che<br />

ascoltano e conoscono i dischi<br />

in cui ha suonato Marcus Miller,<br />

avranno l’opportunità di riconoscere<br />

questo sound inconfondibile, così<br />

naturalmente impostato sulla<br />

straordinaria chiarezza delle frequenze<br />

alte e sulla profondità di bassi potenti.<br />

Agendo sui potenziometri in senso orario,<br />

quindi incrementando bassi e acuti, il timbro<br />

diventa ancor più potente e penetrante,<br />

al punto da dover fare attenzione a non<br />

Caratteristiche del modello in prova<br />

Strumento<br />

Marca<br />

Nazionalita<br />

Paese di costruzione<br />

Finitura<br />

Corpo<br />

Manico<br />

Scala<br />

Tastiera<br />

Basso elettrico solid body<br />

Fender<br />

U.S.A.<br />

Giappone<br />

Raggio di curvatura 7,25”<br />

Tasti<br />

Larghezza al capotasto<br />

Larghezza al 12° tasto<br />

Spessore al capotasto<br />

Spessore al 12° tasto<br />

Larghezza al ponte<br />

Meccaniche<br />

Ponte<br />

Battipenna<br />

Pick-ups<br />

Circuitazione<br />

Controlli<br />

Dotazioni<br />

Poliuretanica<br />

Frassino, 2 pezzi<br />

Acero, un pezzo unico con profilo<br />

a “C”<br />

34” (864 mm)<br />

In acero, binding bianco e<br />

segnatasti in madreperla<br />

20, Medium Jumbo<br />

38mm<br />

57,5 mm<br />

28 mm<br />

26,5 mm<br />

61 mm<br />

Vintage Style Reverse, cromate<br />

Leo Quan Badass II, cromato<br />

In plastica a 3 strati (nero/bianco/nero)<br />

2 Vintage Jazz Bass single coil<br />

Attiva (boost only)<br />

Volume (x 2), boost alti (+15 a<br />

6,4 kHz), boost bassi (+20 a 40<br />

Hz), switch attivo/passivo<br />

Custodia morbida<br />

Fender M. Miller V Jazz Bass<br />

Non c’è quattro senza cinque<br />

A seguito del successo ottenuto con lo strumento a<br />

quattro corde, l’introduzione di un modello a cinque<br />

corde era una naturale conseguenza. Il progetto nacque<br />

nell’agosto del 2001 e Marcus espose ai tecnici Fender le<br />

caratteristiche fondamentali dello strumento che intendeva<br />

realizzare. Come per il quattro corde, il punto di partenza<br />

è stato il suo Jazz Bass del 1977 con corpo in frassino,<br />

manico e tastiera in acero. Marcus desiderava una<br />

minor spaziatura delle corde al capotasto e un<br />

manico leggermente più sottile, senza compromettere<br />

lo string spacing al ponte.<br />

Al fi ne di ottenere una perfetta stabilità del<br />

manico e ottime doti risonanti (soprattutto per<br />

quel che concerne la quinta corda), sono state<br />

inserite nel manico due barre denominate PosiFlex<br />

(grafi te avvolta in uno strato d’acero, brevetto<br />

esclusivo Fender), inoltre il manico è saldamente<br />

ancorato al body tramite una piastra metallica a 5<br />

viti e, su di esso, poggia una tastiera in acero a<br />

20 tasti e raggio di curvatura di 7,25 pollici. La paletta, al<br />

pari di tutti i più recenti bassi Fender a cinque corde, è in<br />

confi gurazione 4+1 ed è dotata di due abbassacorde (uno<br />

per il Si ed il Mi, l’altro per le restanti corde). Il ponte presenta<br />

un design sorprendentemente semplice ma è realizzato<br />

con estrema cura: la combinazione di metalli come l’acciaio<br />

e lo zinco garantiscono un’ottima trasmissione sonora ed<br />

è possibile montare le corde sia convenzionalmente, sul<br />

ponte, sia attraverso il corpo. Per quel che concerne la parte<br />

elettrica, dopo aver sperimentato svariati modelli di pick-up,<br />

si è deciso di utilizzare i classici single-coil, mentre il layout<br />

dei controlli è lo stesso utilizzato sul modello a quattro corde<br />

(2 volumi, boost per bassi e acuti e selettore attivo/passivo).<br />

Per ottenere maggior headroom, il tutto è alimentato a18<br />

Volt, tramite due batterie da 9 Volt. In conclusione, uno<br />

strumento a cinque corde semplice, funzionale e versatile in<br />

qualunque contesto. Lo stesso Marcus Miller afferma: “Se<br />

Fender avesse realizzato un cinque corde nel 1977, sarebbe<br />

stato così”.<br />

giugno<br />

50


GUITAR RIG 3<br />

esagerare con le basse frequenze (+20dB a 40Hz<br />

non sono certo pochi!) per non rischiare di mandare<br />

in sovraccarico l’amplificatore. Il pick-up al manico,<br />

se usato da solo, genera una timbrica adatta all’uso<br />

del plettro e a linee di basso in stile “motown”, con<br />

una naturale tendenza ad esaltare le basse frequenze,<br />

mentre il pick-up al ponte è perfetto per funky<br />

grooves in pizzicato e, naturalmente, per eseguire<br />

fraseggi e parti soliste di vario genere.<br />

Disinserendo la sezione di preamplificazione,<br />

tramite il mini-switch, si ottiene un timbro più<br />

caldo, con meno spinta sulle basse e con maggiore<br />

evidenza delle frequenze medio-alte; insomma<br />

quella timbrica tipicamente Jazz Bass, rotonda e<br />

presente, che conosciamo ormai bene. Un appunto:<br />

in modalità passiva sono operativi solo i controlli di<br />

volume; se mai dovesse uscire una nuova versione<br />

di questo strumento sarebbe utile poter disporre<br />

di un controllo di tono che consenta di scurire o<br />

schiarire la timbrica dello strumento, sia in modalità<br />

passiva che attiva,.<br />

Dal punto di vista della maneggevolezza il Fender<br />

Marcus Miller Jazz Bass è relativamente leggero,<br />

ben equilibrato anche quando utilizzato con la<br />

tracolla. La tastiera, nonostante il raggio di curvatura<br />

accentuato, è veloce e precisa e si presta a<br />

settaggi di corde molto bassi. Suonando in slap ho<br />

incontrato qualche diffi coltà dovendo appoggiare il<br />

palmo della mano sulla placca metallica che copre<br />

il pick-up al manico… semplicemente per mancanza<br />

di abitudine. Ciò non costituisce alcun problema<br />

in quanto è possibile rimuoverla in pochi secondi.<br />

CONCLUSIONI<br />

Il basso elettrico Fender Marcus Miller Jazz Bass è<br />

uno strumento affi dabile e ben realizzato, con ottime<br />

qualità timbriche e costruttive (come è sempre<br />

lecito aspettarsi da un prodottio fi rmato Fender).<br />

Uno strumento dedicato a un’utenza di amatori<br />

evoluti e a tutti quei professionisti che desiderino<br />

avere un basso estremamente versatile, che però<br />

nel funk e nella fusion contemporanea trovi la sua<br />

più logica collocazione.<br />

Il Fender Marcus Miller Jazz Bass costa al pubblico<br />

1.684,00 euro, Iva inclusa.<br />

Gli <strong>strumenti</strong> Fender sono distribuiti, in Italia,<br />

da M. Casale Bauer - tel. 051.766648 -<br />

www.casalebauer.com - info@casalebauer.com<br />

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