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Fig. 1 - Pagina principale di Mach Five insieme di note di un programma comprende vari layer, che corrispondono ad esempio alle varie dinamiche con cui è suonato uno strumento reale. Aumentando la pressione sulla tastiera entreranno in funzione di volta in volta vari layer, facendoci passare dai campionamenti pp fino a quelli ff, rispettando dunque le sfumature timbriche ottenibili con uno strumento al variare della forza con cui è suonato. Le varie librerie presenti in commercio, indipendentemente dal formato, si presentano come un’unione di sample (le cellule), layer (le membra) e i programmi (l’intero corpo) che, per essere convertite e risuonate, richiedono un’elaborazione più o meno complessa per rispettare l’organizzazione del formato originale. Da utente di Logic, molte delle mie library sono in formato EXS, e qui non ci sono molti problemi, a patto che la cartella in cui sono contenuti i sample sia la stessa in cui è contenuto il programma stesso. Se così non è, Mach Five chiede sempre la locazione dei campioni dimostrandosi incapace di fare una ricerca locale, e questa cosa è seccante. È vero che, sapendolo prima, si può integrare in una cartella comune ogni singolo programma con i sample relativi, ma in questo caso non è prevista una ricerca filtrata e il programma dovrà essere cercato spulciando nella selva di campioni allegati. Nella Figura 3 si vede la fase di caricamento di un programma EXS: una volta trovato il suono desiderato (in evidenza) si deve anche puntare la cartella che contiene i campioni, come si vede nella Figura 4. Il tempo impiegato per la conversione è nullo, ma quello necessario alla ricerca fisica del programma provoca un discreto rallentamento nello svolgimento del lavoro. Fig. 2 - Pagina di caricamento (loading) [computer music & project studio ] maggio 2009 31
software motu mach five 2 Fig. 3 - Caricamento di un Passiamo adesso al caricamento di una library in formato AKAI. In questo caso le cose vanno molto meglio, sia programma in formato EXS che si parta da un CD, sia che s’intenda caricare una libreria residente sull’hard disk. La conversione è eccellente e non ci sono sorprese: chiunque abbia una libreria AKAI usando Mach Five la riporterà alla luce in modo trasparente. Un’altra prova che ho fatto è stata con il formato Samplecell, e anche qui vale quanto di non positivo è emerso col formato EXS: una volta trovato il programma bisogna sempre puntare alla cartella che contiene i campioni. Talvolta, in presenza di librerie complesse, questa ricerca manuale può diventare massacrante. Inoltre la libreria deve essere caricata come se risiedesse in un disco esterno (anche se sta comoda nel vostro hard disk). Una volta trovato quello che vi serve è buona norma disattivare virtualmente i dischi non realmente utilizzati ma montati da Mach Five, per evitare di trovarsi la pagina di loading sepolta dai volumi virtuali. L’ultimo test è stato realizzato con i campioni della libreria Gigastudio, in cui l’importazione è filata liscia senza alcun problema. Anche le library incluse devono essere montate come un volume virtuale, ma in questo caso l’organizzazione generale in famiglie è naturalmente più razionale. Library Un altro aspetto fondamentale per la valutazione del prodotto è l’analisi dei suoni forniti in dotazione e contenuti in quattro DVD dual layer da 8 GB ciascuno. All’interno di 32 maggio 2009 questi DVD non c’è altro che un documento unico che è l’immagine disco, montata all’occorrenza come disco virtuale contenente l’intera sezione della libreria. Le librerie sono divise in quattro grandi volumi: • DVD 1 – Universal Loops & Instruments • DVD 2 – Mach Five Concert Grand • DVD 3 – High - Resolution & Surround Instruments • DVD 4 – VSL Orchestra Mach Five Edition Sul primo disco si trova un vero universo sonoro: batterie, archi, fiati, loop, pianoforti, synth, effetti… insomma, veramente di tutto. La qualità generale è buona, con punte discrete nelle chitarre acustiche, negli <strong>strumenti</strong> etnici e in qualche campione classico, fino ad arrivare a suoni assai bruttini (le chitarre elettriche, i drum kit e i pianoforti gridano vendetta) che sembrano inseriti nella libreria solo per riempire gli spazi. Non vorrei che questa critica fosse intesa come un giudizio malevolo, ma la qualità generale dei suoni offerti nelle library della concorrenza è talmente alta che il confronto con Mach Five talvolta è imbarazzante. Personalmente avrei preferito su questo volume un po’ meno materiale, scelto però con un occhio più critico. D’altra parte è vero che in questo DVD si può trovare veramente di tutto e per produzioni di livello medio o per provini da realizzare in fretta non c’è veramente altro che si possa desiderare: la vastità dei suoni a disposizione fa perdonare qualche evidente lacuna qualitativa. Il volume 2 è interamente dedicato ai pianoforti, campionati a 192 kHz a 24 bit. Francamente non sono mai riuscito a suonare in modo efficiente il campionamento principale di piano se non in sessioni abbastanza snellite allo scopo: su Digital Performer c’è qualche problema di rallentamento generale, mentre su Logic si devono usare valori di buffer piuttosto alti. Non ho provato con un hard disk a 10.000 rpm, che probabilmente potrebbe essere l’unica chance per rendere più fluido lo streaming. Un’altra cosa un po’ discutibile è la gestione strana della key velocity dei layer, che sembra ottimizzata per tastiere non pesate. Suonando il piano di Mach Five con un Kawai MP9500 non sono mai riuscito a ottenere un suono ai massimi livelli dinamici se non pestando come un fabbro. Il giudizio sul suono è ottimo, con un particolare gradimento riservato alla gestione della risonanza generale dello strumento, ottenuta con strati impressionanti di layer sovrapposti che evidenziano un gran lavoro di campionamento e un gran lavoro nella loro organizzazione. Messo a confronto con plug-in dedicati, Mach Five ha avuto la meglio su tutti, sbaragliando concorrenti molto [computer music & project studio ]
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