di Antonio Todde - biblioteca franzoniana
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Arte<br />
Giovanni Ardy, un pittore eroe<br />
<strong>di</strong> <strong>Antonio</strong> <strong>Todde</strong><br />
Pittore, illustratore, caricaturista, ritrattista,<br />
eroe della Grande Guerra, Giovanni Ardy<br />
nasce a Genova il 18 gennaio 1885.<br />
Il padre Lodovico Francesco è professore <strong>di</strong> latino e greco<br />
al “Regio Liceo-Ginnasio Andrea D’Oria”, all’epoca nello<br />
Stradone Sant’Agostino, in Sarzano. Ha un fratello, Silvio,<br />
minore <strong>di</strong> due anni. Silvio Ardy ricoprirà la carica <strong>di</strong><br />
Segretario Generale del Comune <strong>di</strong> Genova dal 1929 al<br />
1945 e, dal gennaio 1929 al <strong>di</strong>cembre 1936, sarà anche<br />
<strong>di</strong>rettore della rivista “Genova”.<br />
Compie gli stu<strong>di</strong> classici al Convitto Nazionale Colombo.<br />
Compagno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e amico è Orlando Grosso: futuro pittore,<br />
negli anni Venti istituirà e <strong>di</strong>rigerà l’Ufficio <strong>di</strong> Belle<br />
Arti del Comune <strong>di</strong> Genova. Insieme ricevono le prime<br />
lezioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e pittura da un singolare insegnante:<br />
Mastro Eligio, nome d’arte <strong>di</strong> Angelo Raffaele Pintore, già<br />
nel 1864 caricaturista del perio<strong>di</strong>co <strong>di</strong> cronaca locale e<br />
<strong>di</strong> costume Le Piccole miserie (Rivista settimanale <strong>di</strong> ciò<br />
che si vede e non si vede, <strong>di</strong>retta e compilata da una<br />
società <strong>di</strong> ben-<strong>di</strong>centi), come certifica il certosino censimento<br />
(1389 testate) condotto da Roberto Beccaria,<br />
conservatore della Civica Biblioteca Berio <strong>di</strong> Genova, e<br />
co<strong>di</strong>ficato nel 1994 nel poderoso volume I perio<strong>di</strong>ci genovesi<br />
dal 1473 al 1899. In Vita d’Arte del maggio/giugno<br />
1919 Orlando Grosso ne tratteggerà un pittoresco<br />
ritratto: «Pintore: un vecchio pittore <strong>di</strong> soggetti storici,<br />
una gustosissima personalità del mondo artistico genovese,<br />
ridotto nella più nera miseria pur avendo un’invi<strong>di</strong>abile<br />
cultura archeologica».<br />
Abilissimo nel <strong>di</strong>segno e dotato <strong>di</strong> un acuto spirito satirico,<br />
il giovane Ardy, ancora sui banchi del Liceo, orna<br />
i suoi quaderni con accattivanti “pupazzetti” finemente<br />
schizzati sotto i titoli <strong>di</strong> Storia sacra, Quadri storici, Quadri<br />
più o meno storici: tra i personaggi più illustri, vi effigia<br />
un Cristoforo Colombo alle prese con il celebre uovo,<br />
un Napoleone Bonaparte a Mosca e, facendosi vin<strong>di</strong>ce<br />
della città natia («Ahi, Genovesi, uomini <strong>di</strong>versi/ d’o-<br />
La firma dell’artista.<br />
A fronte<br />
Autoritratto.<br />
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gne costume e pien’ d’ogni magagna,/ perché non siete<br />
voi del mondo spersi?», Inf. XXXIII, 151-153), un Dante<br />
Alighieri “preso a calci” ai pie<strong>di</strong> della Lanterna (!).<br />
Terminato il Liceo, frequenta i corsi dell’Accademia Ligustica<br />
<strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Genova. Scomparsi prematuramente<br />
i genitori, prosegue gli stu<strong>di</strong> artistici presso la Regia<br />
Accademia Albertina: è allievo <strong>di</strong> Giacomo Grosso,<br />
figura eminente nella cultura italiana ed europea della<br />
fine dell’Ottocento, paesaggista e ritrattista raffinato. Come<br />
risulta da un attestato dell’Accademia del <strong>di</strong>cembre<br />
1909, supera con il massimo della <strong>di</strong>stinzione tutti gli<br />
esami delle materie <strong>di</strong> insegnamento (Storia dell’Arte, Ornato,<br />
Anatomia, Figura, Pittura, Architettura, Prospettiva,<br />
Plastica), riportando sei primi premi, due medaglie<br />
d’oro, una medaglia d’argento e un premio-acquisto. Consegue<br />
la licenza al termine del Corso Superiore <strong>di</strong> Pittura<br />
nel 1908.<br />
Vince, a Genova, il “Concorso per stu<strong>di</strong> e copia dall’antico”<br />
ban<strong>di</strong>to dal Municipio il 27 luglio 1911, che mette<br />
in palio «una borsa <strong>di</strong> viaggio e un premio»: ottiene<br />
«un assegno <strong>di</strong> lire 400 sui fon<strong>di</strong> del lascito De Ferrari<br />
Brignole Sale per la visita all’Esposizione Internazionale<br />
<strong>di</strong> Roma del 1911, oltre ad un premio supplettivo <strong>di</strong><br />
lire 300 per alcuni stu<strong>di</strong> ed una relazione da lui compilata<br />
intorno alle impressioni avute nella visita dell’Esposizione<br />
stessa» (comunicazione del 5 giugno 1912 dell’Ufficio<br />
<strong>di</strong> Belle Arti e Archivio Storico, a firma dell’Assessore<br />
Giuseppe Vitali).<br />
Compie un viaggio in Toscana e in Umbria. E’ affascinato<br />
dai paesaggi senesi, volterriani, perugini, costellati<br />
dai turriti castelli me<strong>di</strong>oevali, testimoni <strong>di</strong> un passato<br />
glorioso. “Il Comune” influenza romanticamente la sua<br />
pittura. Castelli, mura, cavalieri in armi, condottieri, eserciti,<br />
battaglie, rivivono nei suoi <strong>di</strong>pinti: Sobborgo Me<strong>di</strong>oevale,<br />
La Campana del Comune, Ambasceria, Bande<br />
<strong>di</strong> Campagna, Assalto notturno, Colpo <strong>di</strong> mano, Tumulto,<br />
Battaglia.<br />
La Campana del Comune è esposta al “Concorso Stefano<br />
Ussi” a Firenze: «Egli ha <strong>di</strong>pinto una città intera irta<br />
<strong>di</strong> torri. Sotto le mura è arrivato il nemico e sta per darne<br />
l’assalto. La campana del Comune chiama a raccolta<br />
dando l’allarme. La folla si versa dai viottoli tortuosi<br />
nell’arteria principale. I <strong>di</strong>fensori stanno già prendendo<br />
i loro posti <strong>di</strong> combattimento lungo le mura. Nella folla<br />
passa il momento terribile. E’ la confusione, è lo scompiglio,<br />
è un vociare confuso che s’agita sotto la minaccia<br />
improvvisa! Tela <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>pinta con un<br />
equilibrio veramente raro in un giovane», scriverà l’amico<br />
pittore Aroldo Bonzagni. Nel 1953 il <strong>di</strong>pinto verrà donato<br />
Scenette “più o meno” storiche. Inchiostri su carta.<br />
Cartolina <strong>di</strong>pinta.<br />
68 Arte
al Comune <strong>di</strong> Genova dal fratello Silvio. Il Sindaco Vittorio<br />
Pertusio, in una lettera <strong>di</strong> accettazione e <strong>di</strong> ringraziamento<br />
del 9 giugno, ricorderà al donatore che «il Suo<br />
eroico fratello è già degnamente rappresentato nella Civica<br />
Galleria d’Arte Moderna col quadro Sobborgo Me<strong>di</strong>oevale».<br />
Si orienta verso la “pittura storica”, della quale avverte<br />
l’alto valore etico. Sente “il mestiere <strong>di</strong> pittore” come una<br />
missione: realizza composizioni narrative solenni, imponenti,<br />
epiche, percorse da un forte lirismo, gran<strong>di</strong>ose<br />
e, al contempo, minuziose nei particolari («da ricordare<br />
i fiamminghi», noterà Adelina Zandrino, la sensibile<br />
pittrice genovese). Il taglio è nuovo e personale, le<br />
tonalità sono austere. Evoca la Roma Imperiale: Ritorno<br />
dall’Oriente, Ritorno dall’Illiria, Trionfo. Rivive episo<strong>di</strong> della<br />
Storia Sacra: Salomè, Susanna al bagno, L’Adultera,<br />
Gesù sulle acque, Pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> San Domenico, Pre<strong>di</strong>cazione<br />
<strong>di</strong> San Giacomo. Dipinge paesaggi e scene <strong>di</strong><br />
genere: Lucciana (Corsica), Càsole d’Elsa (Siena), La terra,<br />
Estate, Tramonto, Uscita dalla Messa (Càsole d’Elsa),<br />
Il ladro.<br />
Nel 1912 si trasferisce a Milano. Entra in contatto con<br />
i giovani artisti che gravitano attorno all’Accademia <strong>di</strong> Brera:<br />
Umberto Boccioni, Luigi Russolo, Carlo Carrà, Romolo<br />
Romani, Achille Funi, Aroldo Bonzagni. Collabora a “La<br />
Lettura”, mensile del “Corriere della Sera”, a “Il Secolo<br />
XX”, “rivista mensile illustrata” dell’e<strong>di</strong>tore Treves, a “La<br />
Grande Illustrazione”, fondata a Pescara dal pittore, litografo<br />
e ceramista Basilio Cascella. Alla pittura e all’illustrazione<br />
unisce la satira e l’umorismo, <strong>di</strong>segnando<br />
per i perio<strong>di</strong>ci “…A quel paese!” e “In Tramway”. E realizza<br />
bozzetti pubblicitari per aeroplani, automobili, prodotti<br />
assicurativi e, a Genova, vincendo il relativo concorso,<br />
per l’Albergo Diurno <strong>di</strong> piazza De Ferrari.<br />
Si de<strong>di</strong>ca al ritratto. Ha stu<strong>di</strong>o in via Plinio: «Quivi convennero<br />
i migliori artisti e inten<strong>di</strong>tori d’arte, attratti dalla<br />
sua vivida intelligenza, dal fervore <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> lotta,<br />
ed insieme dalla meravigliosa serenità e mitezza <strong>di</strong> carattere,<br />
che ne facevano uno degli artisti più equilibrati<br />
e più seri della intellettualità milanese. A Milano cominciò<br />
appunto quel lavoro intenso, pro<strong>di</strong>gioso, infaticabile, che<br />
gli fruttò in pochi anni una ricchissima produzione ed<br />
un buon nome <strong>di</strong> artista: schivo della pubblicità, evitando<br />
tutto ciò che potesse rappresentare un inutile sciupìo <strong>di</strong><br />
forze, egli filava <strong>di</strong>ritto alla sua méta», ricorda, in un suo<br />
scritto del marzo 1920, il pittore e ritrattista Federico Garibol<strong>di</strong>,<br />
genovese <strong>di</strong> nascita, attivo tra Milano e Varese.<br />
Nell’autunno 1912, nelle sale del Cova, il caffè più à la<br />
page della vita artistica e intellettuale milanese, parte-<br />
Gli Alleati, cartolina a colori.<br />
Bozzetto per l’albergo <strong>di</strong>urno <strong>di</strong> piazza De Ferrari.<br />
Arte<br />
69
cipa con Ritorno dall’Oriente alla “Mostra dei rifiutati”<br />
(“Mostra Pittura Scoltura Rifiutata”), allestita per protesta<br />
contro l’ambiente accademico <strong>di</strong> Brera. Organizzatore<br />
della manifestazione è Aroldo Bonzagni, “il Grosz<br />
italiano”: autore <strong>di</strong> caustiche tavole <strong>di</strong> critica sociale e<br />
<strong>di</strong> costume, con il 1914, esonerato dal servizio militare<br />
a causa <strong>di</strong> una grave forma <strong>di</strong> sinovite ad un ginocchio,<br />
conduce una feroce campagna antitedesca con <strong>di</strong>segni<br />
satirici su vari giornali e riviste.<br />
Ferve il tumultuoso <strong>di</strong>battito nazionale su neutralità o intervento.<br />
A Milano, sui muri delle case, compare, insistita,<br />
una scritta enigmatica: Viva Ver<strong>di</strong>! Morte Aida! Ma<br />
i milanesi sanno leggerla: Viva Vittorio Emanuele Re D’Italia!<br />
Morte All’Imperatore D’Austria! Un canto irredentistico<br />
domina i cortei con cadenza marziale: «A-mòr-teil-Frànz!<br />
Vi-và-O-ber-dàn!». Sul “Corriere dei Piccoli”, il<br />
supplemento illustrato del “Corriere della Sera”, fondato<br />
nel <strong>di</strong>cembre 1908, Attilio (Attilio Mussino) illustra i<br />
sogni profetici del bambino Schizzo popolati <strong>di</strong> eroiche<br />
imprese patriottiche. E <strong>Antonio</strong> Rubino vi racconta le fantasiose<br />
beffe del conta<strong>di</strong>nello Italino ai danni dell’arciduca<br />
Kartofel Otto, in virtù delle quali i repressivi decreti<br />
regio-imperiali si tramutano in impreviste esaltazioni del<br />
tricolore.<br />
Si schiera apertamente per l’intervento. Illustra gli Inni<br />
d’Italia (Inno <strong>di</strong> Mameli, Inno <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong>, Marcia Reale),<br />
I fasti militari dei Finanzieri d’Italia, l’Italia in armi.<br />
Disegna le cartoline patriottiche degli Eserciti Alleati.<br />
Alla vigilia della guerra, è invitato a collaborare all’album<br />
satirico Gli Unni…e gli altri, «idee e motti» del comme<strong>di</strong>ografo<br />
Giannino Antona Traversi, e<strong>di</strong>to a Milano da Ravà<br />
nell’aprile 1915, dove gli Unni sono gli austriaci e i<br />
tedeschi e gli altri i popoli da essi calpestati. Il fortunato<br />
titolo è suggerito da un’acquaforte <strong>di</strong> Goya: la n.77,<br />
Unos à otros (Gli uni agli altri) dei Caprichos. L’album è<br />
composto da trentaquattro gran<strong>di</strong> tavole, violentemente<br />
antiaustriache, affidate ai maggiori pittori-illustratori italiani<br />
del tempo: oltre ad Ardy, Bonzagni, autore anche<br />
della copertina, Amero Cagnoni, caposcuola del “Guerin<br />
Meschino”, e il suo successore Aldo Mazza, il cartellonista<br />
Marcello Dudovich, il caricaturista e scrittore<br />
Enrico Sacchetti, il poliedrico Leonardo Dudreville, il futurista<br />
Luigi Daniele Crespi, il copertinista déco Renzo<br />
Ventura, Sergio Tofano (Sto, il creatore del Signor Bonaventura).<br />
L’e<strong>di</strong>zione viene pubblicizzata sui maggiori<br />
quoti<strong>di</strong>ani italiani e stranieri.<br />
Il 23 maggio 1915 l’Italia <strong>di</strong>chiara guerra all’Austria-Ungheria.<br />
La notte tra il 23 e il 24 le nostre avanguar<strong>di</strong>e varcano<br />
la frontiera austriaca. Il 24 l’esercito italiano è in marcia.<br />
Ardy presenta domanda <strong>di</strong> arruolamento: «Ill.mo Sig.<br />
Comandante del Distretto <strong>di</strong> Milano. Il sottoscritto, a suo<br />
tempo riformato alla leva, desiderando essere ammesso ai<br />
corsi speciali accelerati per la nomina ad Ufficiale <strong>di</strong> complemento,<br />
chiede una visita me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> revisione. Milano,<br />
70 Arte
Trionfo, olio su tela.<br />
Tumulto, olio su tela.<br />
A fronte<br />
Càsole d’Elsa (Siena), olio su tela.<br />
Arte<br />
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9 giugno 1915». Gli viene offerto un posto <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnatore<br />
in uno stabilimento industriale ausiliario dell’Esercito: Egli,<br />
però, <strong>di</strong>sdegna <strong>di</strong> restare nelle retrovie e chiede <strong>di</strong> essere<br />
ammesso al Corso Ufficiali dell’Accademia Militare <strong>di</strong> Caserta.<br />
Al termine del corso, è nominato Sottotenente <strong>di</strong> complemento<br />
ed inviato in zona <strong>di</strong> combattimento. È assegnato<br />
alla “Brigata Roma”. È sul Carso a quota 208 sud, poi sul<br />
Pasubio e sul Monte Maio.<br />
Appassionato <strong>di</strong> tecnica militare, nei momenti <strong>di</strong> riposo<br />
in trincea re<strong>di</strong>ge l’originale stu<strong>di</strong>o Mimetismo e Mascheramento<br />
in guerra. Il lavoro gli vale, troppo tar<strong>di</strong>, per<br />
la fine prematura, la chiamata al Comando Supremo. Il<br />
29 agosto 1917, nell’attacco alla quota 778, combattendo<br />
con valore, cade sulla Bainsizza. Nello stesso reggimento,<br />
a qualche centinaia <strong>di</strong> metri, combatte il fratello Silvio,<br />
Aiutante Maggiore del III Battaglione.<br />
Su “Il Secolo XX” del 1° febbraio 1918, Bonzagni, nel commosso<br />
necrologio Giovanni Ardy, un pittore morto combattendo,<br />
rievoca «la vita dell’amico infinitamente caro,<br />
morto al fronte combattendo eroicamente» e annunzia che<br />
«è stato proposto per la medaglia d’argento per la sua morte<br />
gloriosa!». E il 28 giugno 1918 il Comando del Deposito<br />
79° Reggimento Fanteria, in Verona, in<strong>di</strong>rizza alla Famiglia<br />
Ardy la comunicazione ufficiale: «Il Ministero della<br />
Guerra ha inviato a questo Comando, per essere inoltrata<br />
alla famiglia, una copia della <strong>di</strong>spensa 39a in data<br />
20 Giugno 1918 del Boll. Uff. contenente il Decreto Luogot.<br />
13 Giugno 1918 col quale è stata concessa la medaglia<br />
d’argento al valor militare alla gloriosa memoria del<br />
Sottotenente nel 79° Fanteria Ardy Sig. Giovanni <strong>di</strong> Lodovico.<br />
Nell’ottemperare all’or<strong>di</strong>ne ministeriale, questo Comando<br />
sente il bisogno <strong>di</strong> rendersi interprete presso la famiglia<br />
del Valoroso Estinto del sentimento <strong>di</strong> tutti i militari<br />
del 79° Reggimento Fanteria i quali tributano alla memoria<br />
<strong>di</strong> Lui gratitu<strong>di</strong>ne perenne e riverente ammirazione<br />
per le gesta onde fu accresciuta <strong>di</strong> una pagina fulgi<strong>di</strong>ssima<br />
la storia del glorioso Reggimento». Dice la motivazione:<br />
«Sprezzante del pericolo, con slancio e ar<strong>di</strong>re,<br />
conduceva il proprio plotone all’assalto <strong>di</strong> una forte posizione,<br />
attraverso un terreno fortemente ed intensamente<br />
battuto. Colpito a morte da granata nemica, dava fino all’ultimo<br />
istante mirabile prova <strong>di</strong> grande forza d’animo».<br />
La famiglia Ardy annovera altri due figli eroici: il Sottotenente<br />
Agostino Ardy del 34° Fanteria, scomparso il 24<br />
ottobre 1915 sul Monte Sabotino, e il Sottotenente Gioffredo<br />
Ardy del 232° Fanteria, deceduto nell’Ospedale da<br />
campo 238 nel novembre 1918 per le ferite riportate in<br />
combattimento.<br />
E un prestigioso riconoscimento giunge anche per l’artista.<br />
Il 30 Giugno 1920 il Presidente dell’Accademia Ligustica<br />
così comunica a Silvio Ardy: «Mi pregio partecipare<br />
alla S.V. Ill.ma che quest’Accademia, sul rapporto<br />
<strong>di</strong> apposita Commissione, a tenore delle sue Leggi, ha<br />
nominato, per acclamazione, il pittore Giovanni Ardy, ho-<br />
72 Arte
noris causa Accademico <strong>di</strong> Merito per la Classe <strong>di</strong> Pittura.<br />
Le conquiste nel campo dell’Arte e le eccelse virtù<br />
<strong>di</strong> Citta<strong>di</strong>no e <strong>di</strong> Soldato che <strong>di</strong>stinsero il nobile ed eroico<br />
Artista lo resero ben meritevole dell’attestato <strong>di</strong> ammirazione<br />
tributatogli dalla nostra Accademia, orgogliosa<br />
<strong>di</strong> annoverare il nome <strong>di</strong> Giovanni Ardy nella falange<br />
degli Eroici suoi Figli che si immolarono per la grandezza<br />
della Patria. Le trasmetto, in rotolo raccomandato, il Diploma<br />
conferito al compianto, glorioso <strong>di</strong> Lei congiunto<br />
e Le presento i più <strong>di</strong>stinti ossequi».<br />
Mostre pubbliche delle sue opere vengono allestite, a Varese,<br />
al Palazzo Municipale, nel 1920, e a Genova, al Palazzo<br />
Rosso nel 1925 e al Circolo della Stampa, in piazza<br />
De Ferrari, nel 1937. Il 9 gennaio 1939 la Città <strong>di</strong> Milano<br />
gli de<strong>di</strong>ca una via. A Genova, nel 1986, un suo bel<br />
<strong>di</strong>pinto, Giovane donna, è esposto nella mostra “genova,<br />
il Novecento”, curata da Giuseppe Marcenaro con il<br />
patrocinio della Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Genova e Imperia,<br />
al Centro dei Liguri, in piazza Faralli.<br />
Carica <strong>di</strong> Cavalleria, acquerello su cartone.<br />
Autoritratto, olio su tela con medaglia al valor militare.<br />
A fronte<br />
Ritratto <strong>di</strong> Maria Ar<strong>di</strong>gò Ardy, olio su tela.<br />
(sotto) Nu<strong>di</strong>no <strong>di</strong> schiena, olio su tela.<br />
Arte<br />
73