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Non si spende più:acquisti - La Tribuna

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Molinella<br />

News<br />

Valle la Vallazza<br />

Nel territorio molinellese, l’unica superstite testimonianza del tipico ambiente<br />

naturale è la Valle Vallazza, un’area di 85 ettari di proprietà della<br />

Cooperativa “G. Massarenti”, <strong>si</strong>tuata sulla strada, che da Molinella conduce<br />

a Selva Malvezzi. Benché minacciati da un’urbanizzazione incombente,<br />

vi sopravvivono tipi di flora e di fauna caratteristici delle zone<br />

umide. Entro un perimetro delimitato dai pioppi, un fitto intrico di canne<br />

palustri e di tife cinge d’interno un vasto specchio d’acqua, su cui galleggiano<br />

numerose varietà di ninfee e di lenticchie d’acqua (la comune “nadrela”).<br />

È l’habitat ideale per rane, tartarughe, biscie ed altri rettili acquatici.<br />

Qui nidificano abitualmente folaghe, svas<strong>si</strong> e diverse specie di<br />

anatre, talvolta ci <strong>si</strong> può imbattere in qualche maestoso esemplare di airone<br />

cenerino. Anche le aree di rispetto lungo i canali e gli inva<strong>si</strong> fluviali<br />

possono essere con<strong>si</strong>derate come ambienti umidi. All’interno degli argini e<br />

nelle golene libere da colture <strong>si</strong> riscontra un’avifauna e una vegetazione<br />

di analoga tipologia. In alcune zone poderali sorgono infine i vecchi maceri<br />

(masadur), le vasche un tempo utilizzate per la macerazione della<br />

canapa. Molti, per la verità, furono interrati quando decadde quel genere<br />

di lavorazione agricola, ma quelli ancora e<strong>si</strong>stenti costituiscono un <strong>si</strong>stema<br />

biologico di insospettabile ricchezza, contraddistinto dalla presenza<br />

di querce e salici capitozzati, di canneti e di fiori campestri, testuggini,<br />

libellule e sgargianti farfalle.<br />

Molinella,<br />

la piscina<br />

comunale<br />

inaugurata<br />

nel 1933<br />

News<br />

Flora e fauna<br />

Nella pianura tra Bologna e<br />

Ferrara, il territorio del Comune<br />

di Molinella, as<strong>si</strong>eme a<br />

quelli dei vicini comuni di Malalbergo,<br />

Medicina e Argenta,<br />

detiene ancora una sorta<br />

di primato relativamente alla<br />

presenza, all’abbondanza e<br />

alla diver<strong>si</strong>tà di specie vegetali<br />

e animali legate agli ambienti<br />

acquatici, quali paludi,<br />

risaie e cor<strong>si</strong> d’acqua, che<br />

un tempo <strong>si</strong> estendevano<br />

sulla maggior parte del territorio.<br />

Ma forse non<br />

tutti sanno che<br />

proprio il<br />

comprensorio<br />

di<br />

Molinella<br />

detiene<br />

un altro<br />

interessante<br />

primato a<br />

livello nazionale:<br />

quello del numero<br />

di imprenditori<br />

agricoli che hanno deciso di<br />

assecondare la “secolare e<br />

naturale vocazione” del territorio<br />

ripristinando nel corso<br />

degli anni ’90 qua<strong>si</strong> 300<br />

ettari di zone umide permanenti<br />

e di prati umidi (zone<br />

umide temporanee) su seminativi<br />

ritirati dalla produzione<br />

in applicazione del Regolamento<br />

(CEE) 2078/92 allo<br />

scopo di creare ambienti idonei<br />

a garantire la sopravvivenza<br />

e la riproduzione della<br />

fauna e della flora selvatiche.<br />

Quindi la fauna e la flora sel-<br />

vatiche delle zone umide non<br />

sono più vestigia del passato<br />

ma elementi di un eco<strong>si</strong>stema<br />

in lenta ma costante ripresa<br />

che testimoniano la<br />

concretezza del nuovo ruolo<br />

assunto da alcuni imprenditori<br />

agricoli nella salvaguardia<br />

e nella gestione delle risorse<br />

naturali del territorio.<br />

Particolare attenzione meritano<br />

le specie co<strong>si</strong>ddette alloctone<br />

o esotiche cioè a<br />

quelle specie non originarie<br />

dei nostri ambienti.<br />

A questo<br />

gruppo appartengono,<br />

oltre a<br />

specie<br />

da<br />

secoli<br />

naturalizzate<br />

per scopi<br />

alimentari<br />

quali il Pomodoro<br />

e il Mais, anche<br />

animali come la Nutria, il Siluro<br />

e il Gambero americano,<br />

o vegetali come il Paspalum<br />

distichum e l’Amorpha fruticosa.<br />

Alcune delle suddette<br />

specie, la cui colonizzazione<br />

è molto recente o addirittura<br />

in corso, hanno spesso rilevanti<br />

effetti negativi sulle comunità<br />

vegetali e animali delle<br />

zone umide che <strong>si</strong> vorrebbero<br />

favorire e il loro controllo<br />

richiede un elevato impegno<br />

a cui tutti, Amministrazioni<br />

pubbliche e cittadini, devono<br />

contribuire.<br />

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Pag. 15 - FP/LT - 21-29/3/2006

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