Volterra e la sua arte - MEMO :: SoftHrod

Anno VI - N°2 Giugno 2011
Volterra
e la sua arte

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Nel nome dell’arte
Questo numero di Fondazione
& Volterra esce concomitante
con l’apertura della
mostra: “Attraverso il Novecento.
Mino Rosi: l’artista, la
collezione da Fattori a Morandi”.
Un’occasione duplice:
da una parte riproporre
a Volterra una importante
mostra d’arte, dopo quella
del Medioevo, degli Etruschi,
dell’alabastro e del De Witte.
Dall’altra, accendere un importante
riflettore sull’arte del
Novecento. Periodo storico
valorizzato, parallelamente,
anche da un altro artista volterrano,
lo scultore Raffaello
Consortini. E difatti, nei giorni
scorsi, si è aperta una mostra
permanente dedicata alle
sculture del Consortini.
Mostra realizzata
nella casa natale
dell’artista, in Borgo
San Giusto a Volterra.
Un sottile filo che
unisce queste due figure
artistiche: Rosi
e Consortini, legate
peraltro anche dal
comune lavoro nella
chiesa di Larderello
dove Rosi ha realizzato
la vetrata laterale
e Consortini due
statue sacre. Il tutto
sotto la “supervisione”
dell’architetto
Michelucci, autore
della chiesa.
Ma gli argomenti che riguardano
l’arte, in questo numero
della rivista, proseguono con
un articolo che “fotografa”
l’attuale situazione delle visite
alla mostra della Torre di
Pisa in Alabastro di Volterra,
mostra che resterà aperta
fino al 15 settembre nel salone
espositivo dell’ex ospedale
civile.
Teleriscaldamento a Volterra,
potrebbe davvero diventare
una realtà. Ecco dunque un
intervento chiarificatore sul
progetto di ricerca geotermica
finanziato dalla Fondazione.
Per il momento un augurio di
buona lettura a tutti e di una
calda e serena estate.
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La geotermia a Volterra. È realtà
Attraverso il Novecento
Consortini si... mostra
La catalogazione delle urne etrusche
I successi della Torre
La notte illuminata di Andrea Bocelli
Fondazione news
16 Il “mitico”1859
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dell’Art. 7 Reg.18 maggio 1942 n. 1369.

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Fondazione e Territorio:
guardare con ottimismo al futuro
Come è noto quest’anno non usciranno i
bandi erogativi, ciò nonostante proseguono
molti interventi a sostegno dei progetti di terzi
secondo una diversa modalità di selezione
Il comunicato ufficiale della
Fondazione CRV, relativo
ai “bandi erogativi”, emesso
nell’aprile 2011, è ormai noto.
Esso chiarisce che nell’anno
in corso tali “bandi” non usciranno
e che, quindi, dovremo
attendere, per il nuovo bando,
il giugno 2012, con l’auspicio
che nel frattempo siano almeno
in parte rimosse le cause
che hanno causato l’interruzione,
per tornare di nuovo a
quella consuetudine virtuosa
che ha consentito finora di
sostenere una molteplicità di
iniziative di “progetti terzi” sui
territori ove insistono le attività
della conferitaria CRV SpA,
per un importo di poco inferiore
ai trenta milioni di euro.
Nonostante si percepiscano
segnali di ripresa economica
su scala mondiale ed europea,
la situazione dei mercati
finanziari globali ed anche nazionali,
resta molto incerta e
difficile è prevederne la fine.
Tale situazione induce tutti i
soggetti coinvolti ad agire con
grande prudenza. Poiché la
nostra Fondazione trae le proprie
risorse da due fonti principali:
dall’attivo del bilancio
annuale della CRV SpA (nella
quale detiene il 75% delle
azioni), e dagli investimenti
finanziari del proprio capitale,
le ripercussioni negative sono
assai evidenti.
Nel primo caso, cioè la situazione
della CRV SpA, occorre
chiarire che essa, nella temperie
che ha colpito negli ultimi
anni il sistema bancario internazionale
e nazionale, si trova
in una condizione di buona
salute, con un bilancio in sostanziale
pareggio, che le ha
consentito il mantenimento
degli organici, la realizzazione
del progetto di trasformazione
organizzativa interna, e, sostanzialmente,
il ruolo di motore
e sostegno all’imprenditoria
locale e di protezione del risparmio
delle famiglie, evitando
azioni di tipo speculativo.
In tale contesto la Fondazione
ha svolto un ruolo importantissimo
procedendo ad una importante
ricapitalizzazione della
CRV SpA, ricapitalizzazione
auspicata dalla Banca d’Italia
in tutto il settore nazionale, ma
ancora scarsamente adottata.
La “politica” della Fondazione
guarda quindi alla sua conferitaria
CRV SpA, come una madre
sagace accudisce alla propria
famiglia. Il mantenimento
ed incremento del personale
dipendente e delle attività bancarie
costituisce l’investimento
sociale di maggiore rilevanza
strategica per la Fondazione
nell’ottica del mantenimento
dell’autonomia e del suo radicamento
territoriale.
Allo stesso tempo la Fondazione
ha messo in atto una
strategia di consolidamento e
autonomia economica interna
che, unitamente alla presenza
della CRV SpA, le consente
un ruolo importante (qualche
volta decisivo) nello sviluppo
del territorio e nel garantire
un’elevata qualità della vita
delle popolazioni e della città
di Volterra.
Nonostante il temporaneo
stop ai nuovi bandi di erogazione,
proseguono molti interventi
a sostegno dei “progetti
di terzi”, secondo una diversa
modalità di selezione dei
medesimi, ben chiarita dal
comunicato, e facilmente acquisibile
presso gli Uffici della
Fondazione. Prosegue invece
l’attività di liquidazione dei
progetti finanziati con risorse
degli anni precedenti e dei
progetti propri.
Il binomio “banca+fondazione”
è la vera ricchezza del nostro
territorio, anche di fronte a una
lunga depauperazione degli
organici in importanti realtà
industriali e dei servizi. Privilegiare
la Cassa di Risparmio
di Volterra vuol dire anche favorire
il territorio medesimo attraverso
la ricaduta di investimenti
derivanti dagli utili delle
attività bancaria.
Gli Organi tutti della Fondazione
hanno raggiunto nel tempo
un alto grado di coesione interna
e forti dei traguardi conseguiti
si accingono a superare
le sfide del presente guardando
con ottimismo al futuro.
Spiccano, tra tutti, alcuni progetti
sostenuti dalla Fondazione
che potranno contribuire a
dare al territorio e alla città di
Volterra un volto nuovo, valorizzandone
la vocazione d’essere
una delle città d’Italia più
conosciute nel mondo, per la
sua storia, la sua arte e il suo
“stile di vita”:
una viabilità più sicura e veloce
capace di collegare l’intero
sistema dei trasporti: su
gomma, nave, treno, aereo;
l’uso di energia rinnovabile
come fonte di calore per il teleriscaldamento
urbano con
emissioni nocive “zero” nell’atmosfera;
investimenti nella sanità
e nelle riabilitazioni per il
traguardo dell’eccellenza; investimenti
nella scuola di ogni
ordine e grado; investimenti
sul patrimonio artistico (compreso
il restauro e la fruibilità
della Badia camaldolese), con
la realizzazione di un grande
centro culturale polifunzionale
nell’ex ospedale e Centro Studi
s. Maria Maddalena; rilancio
internazionale della scuola di
alta formazione; sostegno per
le infrastrutture della città (acqua,
segnaletica, patrimonio
artistico, patrimonio enogastronomico
del folklore e delle
tradizioni, dello sport, dell’artigianato,
del turismo e degli
eventi d’arte…); progetti ambiziosi,
ma non “sogni”. Starà
ad ognuno di noi e poi a tutti
insieme, oltre le polemiche, le
inerzie, che molto frequentemente
condizionano le azioni
quotidiane, fare “massa critica”
per trasformare la speranza
in realtà.
(c.g)

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La geotermia
a Volterra è una cosa vera!
Terminato lo studio di fattibilità per la ricerca
di un bacino geotermico utile
per la realizzazione del teleriscaldamento.
Vediamo di che cosa si tratta
di Carlo Groppi
Da poche settimane si è concluso
il lungo iter dello studio
di prefattibilità finanziato dalla
Fondazione CRV e coordinato
dal CEGL (Centro d’Eccellenza
per la Geotermia di Larderello)
con la partecipazione
dell’Università degli Studi di
Pisa, Dipartimento Scienze
della Terra; dell’Università la
Sapienza di Roma, Dipartimento
Scienze della terra; e
dalla Tecno System
Info-Geo, per il teleriscaldamento
della città di Volterra.
Il progetto (che veniva seguito
da una “Commissione di studio
della Fondazione”), è stato
discusso e approvato dal CdA
e dall’OdI della Fondazione
e presentato ufficialmente al
Comune di Volterra ed all’ASL
5, il sei maggio 2011, per le ulteriori
fasi progettuali ed esecutive.
Si è trattato di un avvenimento
molto importante dal quale
potranno discendere profonde
trasformazioni sociali ed eco-

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nomiche per Volterra
e gran parte del suo
territorio, come hanno
ormai dimostrato i
teleriscaldamenti già
realizzati nei comuni di
Pomarance (PI), Castelnuovo
di Val di Cecina
(PI), Monterotondo
Marittimo (GR), Santa
Fiora (GR), mentre è in
corso la realizzazione
nel comune di Montieri
(GR) e in fase progettuale
nei comuni di:
Radicondoli (SI), Chiusdino
(SI), Monteverdi
Marittimo (PI) e Massa
Marittima (GR).
Il totale delle utenze
allacciate è di 4794, il
volume riscaldato di
1.500.000 mc., òa CO2/
anno non emessa nell’atmosfera:
27.500 tn.
Dobbiamo inoltre dire che
l’energia geotermica, oltre alla
produzione di energia elettrica
e calore per riscaldamento
urbano, è utilizzata per multiformi
applicazioni industriali:
serricoltura, vivaismo, pescicoltura,
caseifici, salumifici,
e il suo impiego si sta estendendo
in tutto il mondo, unitamente
a quello di tutte le altre
forme di energia rinnovabile.
Oggi è addirittura ipotizzabile
un futuro energetico mondiale
nel quale le energie rinnovabili
coprano l’80% del fabbisogno
totale. Non a caso, recentemente,
è stato avviato un
progetto di teleriscaldamento
urbano (Montieri, GR) inserito
nel progetto GEOCOM della
Comunità Europea insieme a
Galanta (Slovacchia) e Morahalom
(Ungheria). Proprio in
Ungheria, a Szentlorinc (sudovest)
è stato inaugurato un
impianto di teleriscaldamento
geotermico della potenza di
3,1 megawatt di energia termica
per circa 900 abitazioni.
Il costo complessivo del progetto
è pari a circa 11,6 milioni
di euro. Infine ricordiamo che
è nato l’International Geothermal
Business Coalition tra
le principali associazioni del
settore geotermico d’Europa,
Stati Uniti, Canada, Australia e
Cile con obiettivo di accelerare
lo sviluppo delle tecnologie
geotermiche e coordinarne le
politiche sul piano internazionale.
E’ in questo scenario che si
colloca il progetto per il teleriscaldamento
geotermico
di Volterra, di una città, non
dimentichiamolo, che ha una
risonanza su scala mondiale.
La complessità del “progetto”
consente soltanto un breve
accenno. In esso sono contenute
due ipotesi: attingere la
risorsa da una fonte nota (Enel
Green Power, impianto nel Comune
di Pomarance); reperire
la risorsa direttamente nel sottosuolo
dell’area volterrana.
Ognuna di queste ipotesi ha
pregi e difetti. In particolare
per i differenti costi di realizzazione:
circa 41 milioni di euro
nel primo caso; tra i 12 ed i 18
milioni di euro (compresi tre
pozzi perforati, due di emungimento
dell’acqua ed uno
per la reiniezione dei reflui nel
serbatoio), nel secondo caso.
Il “progetto” ha messo in luce
l’esistenza di un’area favorevole
al reperimento dell’acqua
geotermica a media entalpia
(tra i 50 ed i 60 °C), distante
circa 6 km. da Volterra, nella
zona di Palagio d’Era, alla
profondità relativamente modesta,
tra i 300 e gli 800 metri.
Si tratta di un grande serbatoio
geotermico che si ricarica naturalmente
e la cui vita è prevedibile
nell’ordine di decine o
centinaia di anni. Allo stato dei
fatti, per avere una certezza
sulle caratteristiche dei liquidi
geotermici, occorrerà sviluppare
ulteriormente il progetto
perforando almeno due pozzetti
termometrici al tetto del
serbatoio individuato. E’ dunque
il momento di agire, in primo
luogo da parte del Comune
di Volterra, supportato da
altri Enti e Istituzioni: ultimare
il progetto; acquisire i permessi
di ricerca e coltivazione
sull’area indicata o addivenire
ad accordi con il possessore
attuale; avviare con le Istituzioni
locali, nazionali ed europee
la ricerca dei finanziamenti. La
sfida per rendere il pianeta
“più pulito” e vivibile passa
attraverso il progressivo incremento
delle energie rinnovabili
e l’alta tecnologia innovativa.
E’ importante che Volterra
partecipi a questa “sfida” che,
non dimentichiamolo, porterà
all’ammortamento dell’intero
investimento nel giro di circa
due decenni; porterà fin da subito
un risparmio sostanzioso
per gli utenti; fino a prevedere,
una volta ammortizzati i costi
di realizzazione, l’abbattimento
di percentuali a due cifre
sulle bollette. Insomma: un
grande affare per tutti i cittadini!

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Attraverso il Novecento
Palazzo dei Priori ospita la mostra dedicata alla collezione
Mino e Giovanni Rosi. Oltre 130 le opere esposte.
L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 9 ottobre
di Gianna Fabbrizi
Oltre centotrenta opere compongono
la mostra dedicata
alle passioni e alle opere di
Mino Rosi, artista volterrano
(1913- 1995), che si inaugura
il 18 di giugno nelle sale del
Palazzo dei Priori di Volterra
e si prolungherà fino al 9 ottobre.
La mostra “Attraverso il Novecento.
Mino Rosi: l’artista
e la collezione da Fattori a
Morandi”, curata da Nicola
Micieli e promossa dal
Comitato Esposizioni 2011
composto dal Comune di
Volterra, Fondazione Cassa
di Risparmio di Volterra e
Consorzio Turistico Volterra
Valdicecina Valdera, vuole
essere una particolare panoramica
dell’arte del Novecento
attraverso le opere e la collezione
dell’artista volterrano.
Grazie alla sua approfondita
conoscenza dell’arte e alla
sua polivalente personalità,
con le sue opere e la sua collezione,
si è potuto delineare
un quadro esauriente dei tanti
interessi artistici e culturali
che hanno contrassegnato
il contesto artistico toscano
e italiano del Novecento. In
particolare il periodo che va
dagli anni Venti alla fine degli
anni Cinquanta. L’artista
Rosi, curioso di tutte le tecniche
e attivo nei diversi settori
della ricerca e dell’applicazione
artistica (dal disegno
all’incisione, dall’acquarello
all’olio, al pastello, dalla ceramica
alla vetrata al mosaico),
è stato anche un importante
e attivo animatore artistico e
culturale, svolgendo un ruolo
fondamentale specialmente
a Pisa e in Toscana nel trentennio
ricordato. Nella sua
storia di artista non è davvero
possibile scindere il ragionamento
sulle opere con quello
sulle frequentazioni artistiche
e le iniziative culturali, inclusa
la componente collezionistica
che è parte cospicua della
raccolta “Mino e Giovanni
Rosi” donata alla Fondazione
Cassa di Risparmio di Volterra
ed oggi fulcro della mostra.
Il percorso espositivo presenta
i nuclei cronologicamente
scanditi delle sue opere
esponibili (incisioni, disegni,
dipinti, acquarelli, pastelli e
piccoli mosaici) e le opere
del Novecento toscano e italiano
incluse nella collezione
e in prestito da altri enti toscani,
essendo la stragrande
maggioranza di queste legate
a un rapporto personale di
Rosi con gli artisti.
Per comprendere a fondo le
radici culturali e artistiche
che hanno fatto nascere la
passione di Rosi per l’arte,
l’esposizione comprende
dipinti, disegni, incisioni e
sculture di artisti toscani e
italiani, attivi nella prima metà
del Novecento: Soffici, Rosai,
Viani, Viviani, Bartolini, Mirko
e Afro Basaldella, Carrà, De
Pisis, Guttuso, Mafai, Morandi
e Sassu, per fare alcuni
nomi. Oltre ad una piccola
sezione dedicata all’arte della
fine dell’Ottocento e degli
inizi del Novecento, che più
si è rivelata significativa per
Mino Rosi, partendo da album,
disegni, incisioni e dipinti
di Giovanni Fattori fino
ad arrivare ai dipinti di Luigi e
Francesco Gioli.
Titolo: “Attraverso il Novecento. Mino Rosi: l’artista e la collezione
da Fattori a Morandi”
Sede espositiva: Volterra, Palazzo dei Priori
Inaugurazione mostra: 18 giugno 2011 ore 10.30
Apertura al pubblico: 18 giugno – 9 ottobre 2011
Orario: tutti i giorni dalle 10.30 alle 17.30
Aperture notturne: 25 giugno; 9 luglio; 6 agosto 2011.
Ingresso mostra: intero € 5; ridotti € 4; scuole € 3; famiglia (2
adulti + 2 bambini sopra i 6 anni) € 12
Curatore della mostra e del catalogo: Nicola Micieli
Comitato scientifico: Pierluigi Carofano; Giulia Cavallo; Alessandro
Furiesi; Amedeo Mercurio; Nicola Micieli.
Numero delle opere esposte: oltre 130

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In mostra le opere
del Novecento italiano
Nelle sale espositive di Palazzo
dei Priori corrono parallelamente
i nuclei cronologicamente
scanditi delle
opere esponibili di Mino Rosi
(incisioni, disegni, dipinti,
acquarelli, pastelli e piccoli
mosaici) e le opere del Novecento
toscano e italiano
incluse nella collezione e in
prestito da altri enti toscani.
Nello specifico le opere del
Rosi collezionista e connoisseur
d’arte comprendono
dipinti, disegni, incisioni
e sculture di artisti toscani
e italiani, attivi nella prima
metà del Novecento: Soffici,
Rosai, Viani, Viviani, Bartolini,
Mirko e Afro Basaldella,
Carrà, De Pisis, Guttuso,
Mafai, Morandi e Sassu. Una
piccola sezione è dedicata
all’arte della fine dell’Ottocento
e degli inizi del Novecento,
che più si è rivelata
significativa per Mino Rosi,
partendo da album, disegni,
incisioni e dipinti di Giovanni
Fattori fino ad arrivare ai
dipinti di Luigi e Francesco
Gioli.
Si propone una piccola, ma
estremamente qualificata,
rappresentanza delle ope-
re d’arte antica raccolte da
Rosi con estremo gusto,
esponendo dipinti e disegni,
ad oggi sconosciuti al grande
pubblico, di artisti come
Solimena, Cambiaso, Bernini
e Salviati.
Enti promotori: Comitato Esposizioni 2011 composto da Comune
di Volterra, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e Consorzio
Turistico Volterra Valdicecina Valdera
Contributo di: Cassa Risparmio di Volterra S.p.A.
Catalogo: Bandecchi & Vivaldi - Pontedera
Progetto e allestimento: Irene Taddei – Volterra
Progetto grafico: Irene Taddei – Volterra
Ufficio Stampa: Ilogo
Informazioni: tel.: +39 0588 86099; fax: +39 0588 91270;
info@volterraesposizioni.it
Sito Web: www.volterraesposizioni.it

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Le ragioni
di una mostra
Si ritiene importante far emergere
nel suo insieme la polivalente
personalità di Rosi e
offrire un quadro esauriente
dei numerosi interessi artistici
e culturali che ne hanno contrassegnato
la presenza nel
contesto toscano e italiano,
per oltre un trentennio, tra lo
scorcio degli anni Venti e la
fine degli anni Cinquanta.
Nei primi anni Sessanta, con
la prematura scomparsa del
figlio Giovanni, Rosi diradava
sin quasi al silenzio l’operatività
artistica e le presenze
espositive, per dedicarsi da
educatore ai giovani dell’Istituto
d’Arte di Pisa, che egli ha
diretto fino al pensionamento.
Solo allo scorcio degli anni
Settanta avvertì nuovamente il
bisogno di dipingere. Riprese
dunque a farlo, come sempre
ponendo alla base della pittura
l’esercizio del disegno, che
era in lui fluviale e di prestigiosa
qualità.
La sua diversa stagione umana
e il mutato clima culturale in
cui si verificava il “ritorno alla
pittura” inducevano in Rosi un
diverso mondo di visione, che
fondato sempre sui temi del
paesaggio naturale e antropico,
degli oggetti di frequentazione
quotidiana, delle figure
utilizzate anche in termini allegorici,
si apre però a variazioni
considerevoli del linguaggio e
non di rado anche a una certa
visionarietà dell’immagine.
Il disegno si fa più minuto e
analitico, il colore si schiarisce
e perde la corporeità della materia,
attingendo vertici di straordinaria
qualità nel ciclo dei
pastelli, suggeriti anche dai
viaggi nell’Europa del Nord e
in particolare lo studio di Turner.
il professor Nicola Miceli,
curatore scientifico della
mostra, racconta
come è nata la rassegna
Nato a Volterra il 9 giugno del
1913, fin dall’epoca della sua
formazione artistica Mino Rosi
concilia gli usuali studi artistici
con letture e frequentazioni di
grande significato formativo.
Nel 1935 consegue il diploma
presso l’Istituto d’Arte di Porta
Romana a Firenze e inizia
subito ad insegnare presso il
Liceo Artistico di Volterra. Da
quel momento il suo impegno
nell’insegnamento continua
Mino Rosi un artista,
un critico e giornalista
senza interruzione
per molti decenni,
segnando profondamente
la storia
di istituti e scuole
toscane, in particolare
dell’Istituto
d’Arte di Pisa da lui
stesso fondato nel
1962.
Pa r a l l e l a m e n t e
all’impegno didattico,
Mino Rosi
affronta e sviluppa
diversi tipi di
ricerche artistiche
relazionandosi costantemente
con
le maggiori figure
di artisti del suo
tempo, da Soffici a
Ponti, da De Pisis
a Guttuso e Morandi, senza
dimenticare l’apporto di artisti
come Sassu, Severini, Sironi,
Viani e Viviani. Dagli anni Trenta
agli anni Cinquanta del Novecento
vive al centro di una
complessa rete di relazioni
personali che, da una parte,
arricchiscono i risultati della
sua personalissima ricerca
artistica e che, dall’altra, sono
capaci di portare i riflessi vivi
della più avanzata arte europea
in centri allora considerati
minori, come Pisa e Volterra.
Dai primi anni Cinquanta comincia
una nuova esperienza,
legata alla lavorazione diretta
del mosaico e della vetrata
istoriata i cui principali risultati
si possono ammirare nel transetto
della Collegiata di Casole
d’Elsa, nelle absidi del Duomo
e di San Michele in Borgo
di Pisa e nel Rosone della Cattedrale
di Santa Maria Assunta
di Volterra (1990).
Critico d’arte dal gusto raffinato
e attento, Mino Rosi ricopre
anche importanti incarichi
istituzionali e ministeriali, e,
in particolare dopo la morte
del figlio Giovanni avvenuta al
termine degli anni Cinquanta
che ne esaurisce per quasi
vent’anni la vena artistica, si
dedica principalmente all’insegnamento
e alla cura di numerose
pubblicazioni d’arte.
Alla fine degli anni Settanta
riscopre il desiderio di tornare
alla pittura, realizzando pastelli
e acquarelli dal forte incanto
poetico.
Mino Rosi muore il 17 maggio
1995 a Siena.

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Il Comitato
Scientifico
Il Comitato Scientifico della
mostra “Attraverso il Novecento”
è composto da:
Nicola Micieli, curatore della
mostra e del catalogo;
Pierluigi Carofano;
Giulia Cavallo;
Alessandro Furiesi;
Amedeo Mercurio.
Inoltre, il catalogo della mostra
prevede, oltre ai testi curati
dai componenti del Comitato
Scientifico, un saggio introduttivo
dello storico dell’arte
del Novecento Giorgio Di
Genova e una testimonianza
dell’artista Mino Trafeli.
Per visitare la mostra
basta andare nel
Palazzo dei Priori
La mostra sarà allestita negli
spazi espositivi di Palazzo
dei Priori, il più antico palazzo
pubblico della toscana,
restaurato e da circa sei anni
adibito, al terzo e al quarto piano,
a spazio per mostre d’arte.
Luogo estremamente visitato
del turismo volterrano, il Palazzo
offre una cornice architettonica
dall’alto valore storico e
dall’indubbio prestigio, dove
negli ultimi anni si sono tenute
mostre di significativa qualità
scientifica e dai buoni risultati
di visitatori: “Volterra d’oro e
di pietra” nel 2006 (a cura di
Mariagiulia Burresi e di Antonino
Calca); “Etruschi di Volterra”
nel 2007 – 2008 (a cura
di Gabriele Cateni), “Alabastri
a Volterra” nel 2008 (a cura di
Ilario Luperini e Roberto Paolo
Ciardi), “Pieter de Witte – Pietro
Candido. Un pittore del
Cinquecento tra Volterra e Monaco”
nel 2009 (a cura di Mariagiulia
Burresi e Alessandro
Cecchi). In occasione di alcune
di queste mostre sono state
esposte opere in prestito dai
più importanti musei italiani
ed europei, dai Musei Vaticani
al Museo di Capodimonte di
Napoli, dal Louvre agli Staatlische
Museen zu Berlin, passando
attraverso l’Alte Pinakothek
di Monaco di Baviera.
In occasione della mostra “Attraverso
il Novecento”, organizzata
dal Comitato Esposizioni
2011, si intende sfruttare
gli ampi spazi del Palazzo dei
Priori sviluppando il percorso
del visitatore in senso cronologico
e ponendo le opere di
Mino Rosi in un costante e fecondo
colloquio diretto con le
opere degli altri artisti del Novecento.
Alcuni spazi più piccoli dei
due piani espositivi, periferici
rispetto al percorso principale,
saranno invece dedicati a dei
temi collaterali alla sequenza
cronologia, ma significativi
per una giusta comprensione
dell’artista e del collezionista
Rosi: la collezione di arte antica
di Mino Rosi; la fine dell’Ottocento
e gli inizi del Novecento
nell’esperienza di Mino
Rosi; Luigi Bartolini; i mosaici
e le vetrate di Mino Rosi.

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Consortini si...
mostra
Raffaello ha finalmente un museo dove sono esposte
oltre 40 sue opere. Un museo permanente allestito
nella sua casa in Borgo San Giusto a Volterra
dove lui modellava e creava i suoi personaggi
di Gianna Fabbrizi
La Mostra Permanente-Casa Museo
inaugurata con oltre mille presenze
Dopo anni di impegno e lavori,
in ottemperanza alle volontà testamentarie
dell’artista Raffaello
Consortini e della sorella, signora
Pia, la Parrocchia di San Giusto,
beneficiaria dell’eredità Consortini,
ha aperto la Mostra Permanente
nella Casa Consortini, situata a
Volterra in Borgo San Giusto. Alcuni
giorni fa sono state inaugurate
le prime sale della mostra permanente.
Oltre quaranta le opere
dello scultore volterrano in esposizione.
Opere realizzare nell’arco
temporaneo dagli anni Venti ai
Ecco chi era Raffaello Consortini
Raffaello Consortini nasce a Volterra
il 18 maggio 1908. Oltre ad
una naturale disposizione al disegno
e alla modellazione, l’acquisizione
di una notevole abilità
tecnica lo pongono all’attenzione
dei maestri che incontrerà nel suo
percorso di studi: Giacomo Padovan,
alla Scuola d’Arte di Volterra
e poi a Firenze; Giuseppe Graziosi
al Liceo Artistico; Libero Andreotti
all’Istituto d’Arte di Porta Romana
e infine Italo Griselli all’Accademia
di Belle Arte che frequenta dal
1933 al 1936. Il giovane Consortini
nei suoi anni fiorentini, è richiesto
come aiuto dai suoi stessi professori
e convince Antonio Maraini ad
più recenti anni Duemila. A selezionare
il materiale artistico una
commissione scientifica composta
da: Professoressa Laura
Felici; e dalla dottoressa Ornella
Casazza, già direttrice del Museo
degli Argenti di Firenze. L’apertura
di questa nuova struttura museale
rappresenta, per Volterra, la
prima vera esposizione di opere
del Novecento. La vista al Museo
è su prenotazione presso:
+393929131179, oppure:
+393487679708.
accettare le sue sculture alla Prima
Sindacale fiorentina del 1933,
ma anche ad esporle nel Padiglione
centrale, vicino a quelle di
Libero Andreotti. Le opere sacre
di Consortini sono un riferimento
costante del percorso decorativo
del dopoguerra che hanno un precedente
nella Deposizione con cui
Raffaello nel 1933 vince la borsa
di studio all’Accademia fiorentina.
Consortini ha come riferimento i
modelli dell’Arte toscana che arricchiscono
il suo linguaggio come
nella Natività, nel San Giovannino,
nei Santi Protettori del Duomo di
Volterra. Raffaello Consortini muore
a Volterra il 22 ottobre 2000.
Si è conclusa la 2° edizione del
concorso di scultura dedicato
a “Raffaello Consortini” con la
premiazione dei tre finalisti. Il
tema era: “La Natività”.Il primo
premio è andato ad uno studente
dell’Istituto Statale d’Arte
ddi Volterra, Luca Moretti, che
ha intascato l’assegno di mille
euro. Ha concorso con un opera
in terracotta patinata intitolata:
“Fukushima”. La motivazione
con cui la giuria esaminatrice ha
assegnato il primo premio è la
seguente:”Per la notevole realizzazione
tecnica e per la suggestiva
espressività.” “E’ una somma
che destinerò alla mia istruzione
- dice Luca Moretti – credo che
continuerò i miei studi e andrò
all’Università. Per la realizzazione
dell’opera mi sono ispirato
alla tragedia giapponese. Guardando
la telvisione, ho ascoltato
le testimonianze di quelle madri
che in quei momenti drammatici
hanno portato in salvo e protetto
i loro figli.” Il secondo premio,
un assegno da 500 euro, se
l’è aggiudicato Miriam Vaccari
dell’Accademia delle Belle Arti
di Carrara, con un opera in terracotta
dal titolo:”Gommone con
natività”. La motivazione con
cui la giuria esaminatrice ha assegnato
il secondo premio è la
seguente:”Da un’impressionistica
realizzazione che rende il
dramma di una tragedia attuale.”
Il terzo premio, un assegno di
250 euro, è andato a Cristiano
Meini, dell’Accademia delle Belle
Arti, con un’opera in terracotta
patinata dal titolo:”Natività – Matrice
– pianta”. La motivazione
con cui la giuria esaminatrice
ha assegnato il terzo premio è
la seguente: ”Il basso rilievo in
terracotta patinata esprime con
reale crudezza l’idea originaria
del parto.” Sono state segnalate
cinque opere di altrettanti
studenti: Valeria Rugi dell’Istituto
Statale d’Arte di Firense;
Raffaele Battiati, David Pronker,
Lorenzo e Michele Galluzzi,
tutti e tre dell’Istituto Statale
d’Arte di Volterra e Claudia
Barsacchi dell’Accademia delle
Belle Arti di Carrara. Le segnalazioni
hanno la seguente
motivazione: ”Per le alte qualità
tecniche ed espressive.”
Quest’anno hanno partecipato
26 studenti provenienti
dall’Accademia delle Belle Arti
di Carrara, dall’Istituto Statale
d’Arte di Pisa, Firenze e Volterra.
In concorso 22 opere
giudicate da una commissione
composta da: Don Paolo
Ferrini (presidente), parroco di
San Giusto; dottoressa Ornella
Casazza, già direttrice del Museo
degli Argenti di Firenze;
professoressa Laura Felici, insegnante;
professoressa Lilia
Silvi, assessore alla cultura
Comune di Volterra; professor
Luciano Nesi, Fondazione
CRV; dottor Amedeo Mercurio,
soprintendente BAPSE Pisa
e Livorno; professor Ferdinando
Cerri, insegnante e Sandro
Giustarini, amministratore eredità
Consortini. Durante la premiazione
sono state annunciate
le novità dell’edizione 2012
del concorso di scultura. Il
concorso si divide in due: uno
sempre dedicato alla scultura
che avrà come tema “l’uomo rinascimentale,
l’uomo al centro
dell’universo”. L’altro premio,
in onore alla città di Volterra e
all’artista Raffaello Consortini,
dedicato all’alabastro.

11
La catalogazione
delle urne etrusche
A settembre la conclusione del
progetto voluto dal Comitato
Gabriele Cateni
di Cristina Ginesi
E’ in corso la catalogazione
delle urne del Museo Guarnacci
commissionata dal “Comitato
Gabriele Cateni - Un
etruscologo per Volterra” costituito
da Fondazione CRV,
Provincia di Pisa, Comune di
Volterra, Associazione degli
Amici dei Musei e dei Monumenti
Volterrani, che si concluderà
a fine settembre.
La dott.essa Cinzia Rampazzo
di Padova, vincitrice di un
concorso indetto dal Comitato
circa un anno fa, dovrà portare
a termine questo lavoro di
notevole spessore scientifico.
“ Alla fine del mio incarico tutte
le urne del museo saranno
catalogate. Si tratta di completare
un percorso – spiega
Rampazzo – iniziato anni fa
con il primo volume Complessi
tombali del 1975, a cui
seguì due anni più tardi un secondo
volume Urne volterrane
2 – Il Museo Guarnacci, dove
seguendo l’esposizione
museale
erano schedate le
urne delle sale nel
pianterreno. Il terzo
volume delle Urne
volterrane a cura
di Gabriele Cateni
venne pubblicato
nel 1986 e conteneva
le urne di quattro sale del
primo piano. Una volta conclusa
questa catalogazione
totale uscirà un quarto testo –
sottolinea la dottoressa – con
la schedatura completa delle
urne che stanno lungo le pareti
del giardino e in magazzino”.
Un lavoro rilevante che diventerà
un valido strumento per
gli studiosi e che permetterà
una maggiore conoscenza del
grande patrimonio archeologico
della città “Prima di tutto è
stato necessario identificare le
urne per ricostruire la provenienza,
in questa fase ho tro-
vato un sostegno prezioso nei
documenti del Museo e della
Biblioteca Guarnacci, insieme
ai testi di Enrico Fiumi. Quindi
sono passata alla compilazione
delle schede – conclude
Rampazzo - descrizione, datazione
basata sugli stili, indicazione
della bottega se possibile,
misure, foto, dati tecnici,
materiale e parte bibliografica.
Vorrei infine ringraziare il personale
del Museo Guarnacci
per la piena collaborazione e
disponibilità”.
Cinzia Rampazzo
una vita per
l’archeologia
Ha frequentato il Liceo Scientifico
Statale E. Curiel a Padova
ed in seguito l’Università Ca’
Foscari di Venezia laureandosi
in Conservazione dei Beni Culturali
(indirizzo archeologico) nel
2003 con una tesi in Etruscologia
dal titolo “Le colonne etrusche
nelle rappresentazioni figurate”.
Tra settembre 2001 e giugno
2002 ha usufruito di una borsa
di studio presso l’University of
Manchester nell’ambito del programma
di scambio Erasmus.
Ha conseguito la Laurea Magistrale
in Conservazione dei Beni
Archeologici nel 2006 in Etruscologia
con una tesi dal titolo “La
colonna tuscanica in Vitruvio e
nelle testimonianze archeologiche”
(voto 110 e lode).
Nel corso dell’a./a. 2007/2008 ha
conseguito il diploma di Specializzazione
in Archeologia (indirizzo
Archeologia Classica) presso
l’Università degli Studi di Bologna
con una tesi di Etruscologia
dal titolo “Analisi di un contesto
etrusco arcaico: i materiali dalla
casa in località S. Antonio a Cerveteri”
(voto 70/70 e lode).
E’ iscritta al Dottorato in “Storia
Antica e Archeologia, Storia
dell’Arte” (XIV ciclo) presso
l’Università Ca’ Foscari di Venezia,
con un progetto di ricerca
dal titolo: “Alle origini della
Limitatio: tracce di suddivisioni
agrarie in Etruria”.
Nel maggio 2009 ha vinto una
borsa di studio bandita dall’Istituto
Nazionale di Studi Etruschi ed
Italici.
Nel corso degli aa./aa. 2009/2010
- 2010/2011 è stata selezionata
come tutor didattico dalla facoltà
di Lettere e Filosofia dell’Università
Ca’ Foscari di Venezia, per i
corsi di laurea in Conservazione
e Gestione di beni ed attività culturali
e in Conservazione dei beni
culturali - percorso archeologico.
Ha partecipato a numerosi scavi
con le Università di Venezia,
Bologna e Udine, in Italia (Cerveteri,
Sovana, Aquileia, Torcello
- Ve) e all’estero (antica Burnum,
oggi nei pressi di Chistagne in
Croazia). Dal 2006 lavora come
Libero Professionista nel campo
dell’Archeologia (scavi e sorveglianze
archeologiche, indagini
preliminari archivistiche, carotaggi,
ecc.) e in cantieri distribuiti nei
territori di Veneto, Lombardia ed
Emilia Romagna e Toscana.

12
I successi della Torre
Record di visitatori e la medaglia di Giorgio
Napolitano per la più grande opera d’arte in
alabastro al mondo
di Cristina Ginesi
In poco più di un mese (20
aprile - 29 maggio 2011)
dall’apertura della mostra “La
Torre pendente in alabastro di
Volterra – La più grande opera
d’arte in alabastro al mondo”
ha oltrepassato i 42.000 visitatori.
Un risultato eccezionale
che conferma la validità di un
progetto che vuole promuovere
la bellezza e la maestria dell’
artigianato alabastrino attraverso
un’opera di indiscusso
valore artistico.
Alla Torre è stata assegnata
un’onorificenza speciale: LA
MEDAGLIA DEL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA, consegnata
a Renato Casini presidente
dell’associazione AR-
TEINBOTTEGA che ha curato
la realizzazione del progetto.
Si tratta di un premio importante
che celebra l’egregio lavoro
svolto fino ad oggi dagli
artigiani di Arteinbottega, dal
presidente Casini e dagli Enti
e Istituzioni, tra cui la Fondazione
Cassa di Risparmio di
Volterra, che hanno sostenuto
l’iniziativa. “Sono emozionato
per il riconoscimento che il
Presidente Giorgio Napolitano
ci ha voluto assegnare, in occasione
della mostra “La Torre
Pendente in Alabastro di Volterra
– afferma Renato Casini
– credo che l’attestato ricevuto
sia il frutto dell’impegno da
parte degli artigiani che hanno
creduto fermamente nel progetto
e che credono tutti i giorni
nella loro attività artigianale.
Se non ci fosse stata questa
dedizione – conclude - sicuramente
non sarebbe arrivata la
medaglia che il Presidente della
Repubblica ci ha destinato”.
La mostra rimarrà aperta fino al
15 settembre, poi la Torre partirà
per la Russia. Il capolavoro
dell’artigianato volterrano sarà
in esposizione nei prestigiosi
magazzini GUM nella celebre
Piazza Rossa di Mosca. Con
questa operazione l’opera
Primaziale Pisana dà inizio a
quel viaggio, stabilito fin dalla
concezione del progetto, che
porterà la Torre in vari paesi
del mondo.
Al progetto hanno contribuito:
l’Opera Primaziale Pisana proprietaria
del manufatto, la Provincia
di Pisa, la Fondazione
Cassa di Risparmio di Volterra,
il Comune di Volterra, la Cassa
di Risparmio di Volterra Spa,
il Consorzio Turistico Volterra
Valdicecina Valdera.
Sponsor: ENEL GREEN PO-
WER, SAT AEROPORTO PISA,
KNAUF.
Dell’opera è stato realizzato
uno SPOT PROMOZIONALE
girato da uno dei più grandi direttori
della fotografia a livello
mondiale, NICOLA PECORINI,
collaboratore di registi del calibro
di Oliver Stone, Bernardo
Bertolucci, Roman Polanski e
Terry Gilliam. È uno dei maggiori
esperti mondiali nell’uso
della Steadicam, e ha lavorato
proprio in qualità di operatore
steadicam in produzioni cult,
come Ladyhawke (1983, regia
di Richard Donner, con Vittorio
Storaro alla fotografia),
Phenomena (1983, regia di
Dario Argento), e French Kiss
(1994, di Lawrence Kasdan),
e nei videoclip di Neil Young,
Simon & Garfunkel, Bruce
Springsteen, Aerosmith, Eric
Clapton & B.BKing. Per due
giorni la Torre è stata al centro
di un vero e proprio set
cinematografico, un teatro
di posa completo, allestito
appositamente per esaltare
la preziosità e la bellezza del
manufatto. “E’ un’opera assolutamente
folle, ma fantastica
- spiega Pecorini alla fine delle
riprese – sono contento di
essere riuscito a vederla da vicino
e di aver partecipato alla
promozione di questo progetto.
Sono sicuro che una tale
opera di amore e abilità manuale
non potrà non essere
apprezzata ovunque andrà”
Oltre agli spot previsti che
sono tre (30, 60, 90 secondi)
è in fase di elaborazione un
DVD dai contenuti speciali
sulla lavorazione della Torre,
che sarà disponibile a breve.
20 APRILE / 15 SETTEMBRE
INGRESSO GRATUITO
EX OSPEDALE CIVILE
PIAZZA SAN GIOVANNI
VOLTERRA
ORARIO tutti i giorni dalle ore
10,00 alle ore 13,00 e dalle ore
15,00 alle ore 19,00.

La notte illuminata
di Andrea Bocelli
foto Giovanni De Sandre
L’artista è stato il protagonista dell’evento
“Andrea Bocelli, Notte illuminata – Omaggio
alla sua terra” che si è svolto a Volterra.
I due Capolavori
“Complimenti sentiti, è una vera
opera d’arte!” inizia con queste
parole, accarezzando la “Torre
pendente in alabastro di Volterra”,
la visita di Andrea Bocelli a
Volterra, accompagnato da tutti
gli artigani che hanno realizzato
il manufatto. Il celebre tenore
dopo la sosta al capolavoro in
alabastro, ha raggiunto il Centro
Studi Santa Maria Maddalena
foto Massimo Gentili
gremito da numerosi fan, anche
stranieri, per presentare il video
girato per “Notte Illuminata”.
Un successo per l’iniziativa, confermato
dagli scroscianti applausi
seguiti al video e alle parole di
Andrea che ha ribadito il legame
profondo con la sua terra e il desiderio
di farla conoscere sempre
di più nel mondo
Andrea Bocelli il celebre tenore
di fama internazionale è
stato a Volterra il 27 Maggio
nelle sale del Centro Studi S.
Maria Maddalena, messo gentilmente
a disposizione dalla
Fondazione Cassa di Risparmio
di Volterra, per presentare
il video di “Notte illuminata”,
un progetto partito lo scorso
anno che ha già raggiunto i
più grandi palcoscenici internazionali.
Nell’occasione il
sindaco di Volterra Marco Buselli,
ha consegnato all’artista
la statuetta dell’Ombra della
Sera, come riconoscimento
del suo ruolo di ambasciatore
di Volterra, Lajatico, Peccioli e
Pomarance, nel mondo.
Con “Notte Illuminata” Bocelli
ha voluto far conoscere, oltre
ai capolavori musicali del repertorio
sette-ottocentesco,
anche una porzione di territorio
toscano da lui particolarmente
amato. Il progetto
infatti, ha visto la realizzazione
di alcuni video diretti Alberto
Bartalini (architetto che con
Andrea e suo fratello Alberto ha
già dato vita al celebre progetto
quinquennale del “Teatro del Silenzio”)
visibili sulla pagina facebook
ufficiale girati nel Volterrano,
in Valdera e in Valdicecina,
ossia nella terra natale di
Andrea, e di un magazine che
ha sostituito il normale libretto
di sala e contiene, nelle sue oltre
130 pagine, fotografie evocative
dei territori toscani vicini
al tenore quali: Lajatico, Volterra,
con la Badia Camaldolese
e il Teatro Romano, Pomarance,
Peccioli accompagnati da
testi scritti ad hoc dal giornalista
e autore Giorgio De Martino.
I paesaggi e le bellezze
storiche e artistiche di queste
terre sono entrate in alcuni dei
teatri più importanti del mondo:
dal Philharmonie München
di Monaco, al Philarmonie di
Berlino, dal Laeisz-Musikhalle
di Amburgo, fino al Metropolitan
di New York.
All’organizzazione della giornata
volterrana hanno contribuito
il Comune di Volterra, capofila
dell’iniziativa, il Comune
di Lajatico, la Fondazione Cassa
di Risparmio di Volterra, la
Cassa di Risparmio di Volterra
S.p.a., il Teatro del Silenzio, il
Consorzio Turistico Volterra
Valdicecina Valdera.

14
La tazza d’Arianna, CD, edito
2009, con 14 brani cantati e
strumentali, durata 45 minuti,
catalogo di 28 pagine, in italiano
e inglese, s.i.p. Si trova
nelle librerie di Volterra e nei
negozi specializzati. Si omette
una pur minima recensione da
quanto la bellezza di questo
CD risalta nel pur vasto mondo
della musica popolare toscana
e che magistralmente
descrive uno dei maggiori studiosi
italiani, Pietro Clemente,
nel testo allegato.
Il CD è nato per la volontà
di alcuni sponsor
Istituzionali e privati, tra
i quali La Fondazione
CRV. I realizzatori sono:
Mino Trafeli, Valerio
Di Pasquale (Grafica);
Studio Creativo Dumase
(Impaginazione);
David Dainelli (Arrangiamenti,
Registrazione
e Mixaggio); Gabriele
Caldini (Mastering-No
Gravity); Accademia
della Musica Città di
Volterra (Produzione);
Susan Jennifer Glasspool
(Traduzioni dall’italiano);
Riccardo Raspi (Voce); Giampaolo
Bartalozzi (Chitarra e
voce): Jamie Lazzara (Violino
e lira); Aldo Martolini (Chitarra,
mandolino e voce); David
Dainelli (Chitarra, fisarmonica,
basso, flauto, percussioni e
voce). Hanno avuto un ruolo
importante: Circolo di Studio
“Che liberi siam già”; Coretto
dei Pinguini per l’esecuzione
del pezzo “Nel mese di giugno”;
Sara Lottini nel brano
“Io nel vederti o cara”); Angelo
Lippi per la consulenza.
Michele Fontanelli, Lacrime
di sangue, Pomarance
tra fascismo e antifascismo,
1918-1943, Edito
da La Comunità di Pomarance,
pp. 128, 2011.
Mancava tra le numerose
pubblicazioni di storia locale
un lavoro di ricerca
centrato sul periodo fascista
in uno dei più importanti
Comuni dell’alta Val
di Cecina: Pomarance.
La vicinanza degli eventi,
le limitazioni imposte dalla
privacy, la scarsità del
materiale e la sua dispersione,
la rarefazione delle
fonti orali e fotografiche costituivano
il limite più consistente.
In più, si tratta di una storia,
anche se breve, alla quale si
continua spesso a guardare
“ideologicamente” e non con
il distacco dovuto quando si
cerca la verità. Ma Fontanelli
ha superato brillantemente
ostacoli e fatiche riuscendo a
darci un’immagine esaustiva,
imparziale di quel periodo
tragico, e seppur fermando
la sua trattazione all’agosto
del 1943, riesce a farci intuire
cosa sarebbe accaduto nei
drammatici due anni seguenti,
durante l’agonia del fascismo.
Il libro si trova in tutte le librerie
della Val di Cecina e il ricavato
sarà devoluto in opere di beneficienza.
Volterra
Sulla vetta del colle che sovrasta
le vallate del Cecina e dell’Era,
arroccata nel vento, grumo di pietra,
sta Volterra, solitaria guardiana
di una terra che sa di sale
e fuma di mistero.
Sulle pendici delle balze erbose
mi accoglie spalancato l’arco etrusco
con le impietrite teste dei nemici,
e l’antica fortezza già contesa
da Francesco Ferrucci e Maramaldo.
Ci incontreremo a Piazza dei Priori,
tra facciate che sembrano murare
gli angusti sbocchi delle vie adiacenti
tra bifore leggiadre di palazzi austeri
dagli archivolti levigati e incisi,
mentre l’aria pungente della sera
darà vita illusoria ai corpi stesi
sui coperchi delle urne cinerarie
e la luce nuova ai vasi alabastrini
nel buoi polveroso del museo.
Dal terrapieno che domina la valle
terra e cielo saranno senza limite
e le anime nostre senza tempo
nell’ombra colorata della sera.
Gabriele Tristano Oppo
Arezzo
25 Aprile 1945 sempre. Ricordi
partigiani, edito da ANPI sezione
di Volterra, con il contributo
della Fondazione CRV, 2010 +
mappa dei luoghi ove operò la
XXIII Brigata Garibaldi, “Guido
Boscaglia” e dove caddero i
partigiani volterrani. Si tratta di
un piccolo denso documento
che vuol rivolgersi, in modo
semplice ed emotivamente
coinvolgente per le immagini
e la grafica, ai “giovanissimi”
che ‘spesso ignorano a quale
prezzo fu pagata la Libertà di
cui oggi godono’. Un viaggio
nella memoria che invoglia a
ripercorrere i luoghi, conoscere
i fatti, approfondire le biografie
e gli eventi che videro
protagonisti i partigiani di Volterra.

15
A Volterra riuniti più grandi
scienziati internazionali
Marisa Roberto, la ricercatrice volterrana
emigrata negli States ha organizzato un
importante convegno sugli effetti dell’alcool.
di Cristina Ginesi
“E’ con immensa soddisfazione
che mi congratulo con Volterra
per l’eccellente riuscita di
questo congresso che e’ nato
qui nella nostra città” Con queste
parole la scienziata Marisa
Roberto da anni impegnata in
rilevanti ricerche scientifiche
a San Diego negli USA, commenta
la seconda edizione del
Congresso “Alcoholism and
Stress: A Framework for Future
Treatment Strategies” che si
è tenuta dal 3 al 6 maggio al
Centro Studi Santa Maria Maddalena
di Volterra con il contributo
della Fondazione Cassa
di Risparmio di Volterra e della
Cassa di Risparmio di Volterra
S.p.a. Un grande successo
con circa 200 partecipanti di
varia nazionalità provenienti
da 17 Paesi diversi, che non
hanno mancato di visitare la
città etrusca e le sue bellezze
storiche e artistiche. “La scelta
di Volterra, già in occasione
del primo convegno del 2008
– sottolinea Marisa - si è rivelata
un valore aggiunto per i
ricercatori poiché viene loro
offerta la possibilità di soggiornare,
con i loro accompagnatori,
in uno dei luoghi più belli
e suggestivi della Toscana, di
cui all’estero sono molto apprezzate
storia e cultura” Una
quattro giorni di intenso lavoro
dove sono stati discussi i
nuovi risultati generati da studi
di genetica, biomedicina e
farmacologia “Come previsto
e con soddisfazione, come organizzatrice
di questo secondo
congresso, posso affermare
che negli ultimi tre anni si
e’ lavorato molto sull’aspetto
terapeutico e i nuovi risultati
dimostrano un’alta correlazione
tra stress ambientale
e sviluppo di dipendenza da
alcool e altre sostanze stupefacenti
- continua Roberto - restano
ancora molte domande
a cui rispondere perché non
si conoscono ancora le interazioni
specifiche tra stress
ambientale e fattori ereditabili
nello sviluppo dell’alcolismo.
La conoscenza della natura di
questa interazione rappresenta
una delle maggiori sfide nel
campo della ricerca e potrebbe
fornire un aiuto immenso
per lo sviluppo delle strategie
preventive e i rimedi farmacoterapeutici.”
Alla riuscita del
convegno hanno contribuito il
Comune di Volterra in qualità
di ente patrocinante, il Consorzio
Turistico Volterra Valdicecina
Valdera, Arte in Bottega
Volterra, il Rotary Club Volterra
e la Croce Rossa Italiana Comitato
Locale di Volterra.
MARISA ROBERTO CAVALIERE DELLA
REPUBBLICA
Il 4 maggio a Marisa Roberto, nella Sala del Consiglio nel
Palazzo dei Priori di Volterra, è stato assegnato il titolo di
Cavaliere della Repubblica, un’onorificenza conferita dal
Presidente Giorgio Napolitano. Un riconoscimento italiano
che segue quello americano dello scorso anno, quando
Marisa ha ricevuto alla Casa Bianca, il prestigioso PE-
CASE (Presidential Early Career Award for Scientists and
Engineers) AWARD, un premio conferito dal Presidente
Barak Obama ai migliori giovani ricercatori. Gratificazioni
che si aggiungono a un curriculum di tutto rispetto per una
volterrana che sta ottenendo prestigiosi risultati negli Stati
Uniti. Marisa nata a Volterra si è laureata a Pisa in Scienze
Biologiche, dove ha anche conseguito il Dottorato di
Ricerca in Neuoroscience
di Base. Nel 2001 si è trasferita
come Post-doctoral
al The Scripps Research
Institute (TSRI) San Diego,
CA) e dal 2005 ha un
ruolo di Associate Professor
nel Committee on The
Neurobiology of Addictive
Disorders (CNAD). Nel
2005, ha ottenuto il Young
Investigator Award dalla
Societa’ Americana di Alcologia,
la Research on
Alcoholism (RSA).

16
Il “mitico” 1859, in Toscana
Piccola cronaca risorgimentale
da un comunello del “contado”
volterrano (V)
A cura di C. Groppi
1859 - 16 agosto. L’Assemblea
Costituente Toscana proclama
la decadenza dell’ex casa regnante,
dinastia dei Lorena,
e quattro giorni dopo vota
l’incorporazione della regione
nel Regno costituzionale della
Sardegna di Vittorio Emanuele
II. A Volterra si dimette il gonfaloniere
Tito Cangini e la domenica
22 settembre viene acclamato
gonfaloniere Nicolò Maffei,
nominato con decreto del
giorno precedente. Il Governo
della Toscana, presieduto da
Bettino Ricasoli, comunica al
popolo che “...l’Assemblea dei
rappresentanti della Toscana
ha deliberato all’unanimità
che la decaduta Casa Austro-
Lorenese non poteva essere
richiamata né ricevuta a regnare
nel nostro paese e che
il fermo voto della Toscana è
quello di far parte di un forte
regno costituzionale sotto lo
scettro di re Vittorio Emanuele...La
esclusione perpetua
dell’assolutismo austriaco e
l’acclamazione del principato
costituzionale e italiano sono
ormai le due basi del diritto
pubblico del nostro Stato”.
1859 - 15 settembre. Mentre
le condizioni politiche della
Toscana sono argomento di
compiacenza per il Governo,
non altrettanto si può dire per
quelle sociali, che generano
diffidenza e malumore in ampi
strati di popolazione come avverte
una preoccupata circolare
della Prefettura di Pisa: “...I
furti si commettono in proporzione
non lieve nelle città e più
ancora nelle campagne; anco
le violenze a mano armata si
notano in qualche remota parte
dello Stato e non diminuisce
il vagabondaggio
di gente, che invoca
la carità senza
rinunziare al delitto...specialmente
nelle campagne,
il furto ebbe da un
pezzo per la inerzia
del passato Governo
estese proporzioni,
ed il contadino
che si vede
rapito il frutto dei
propri sudori, crede il Governo
senza forza per difenderlo,
e ne mormora e non ci si affida”.
Perciò si invitano le autorità
locali e le forze dell’ordine
alla massima attenzione: “...si
guardino i precettati, si rompano
le fila segrete di quelle
associazioni delittuose infiltrate
quasi in ogni provincia, si
perlustrino le strade, si punisca
ed impedisca la questua
proibita, si rimandino al loro
paese i vagabondi e gli sconosciuti
che non danno conto di
se, si perquisiscano i sospetti
possessori di prodotti campestri,
si dia soccorso ai contadini
contro le invasioni di ladri
nei campi. La polizia indaghi
e spenda quanto occorre per
essere informata e per prevenire
quanto è possibile, o almeno
per non lasciare nelle tenebre
il delitto ed il suo autore.
Si faccia insomma tutto quello
che importa per frenare il male
e per dimostrare al popolo che
la libertà non vuol dire violazione
impunita delle leggi e che
il Governo non patteggia coi
ladri e coi facinorosi”.
1859 - 30 ottobre e 6 novembre.
Elezioni comunali in Toscana
secondo nuove disposizioni
che ampliano il campo
Ricostruzione dei fatti del 27 aprile 1859 in Piazza dell’Indipendenza a Firenze. In
primo piano, a sinistra, i ritratti dei due protagonisti Bettino Ricasoli e Giuseppe
Dolfi. Da qui mosse il corteo, dietro alla carrozza con il vessillo tricolore, per
Piazza della Signoria.
delle eleggibilità rispetto al
precedente Regolamento del
1849 che, tuttavia, contemplava
il voto delle donne, voto che
a Castelnuovo fu effettivamente
esercitato nell’ottobre 1850,
a mezzo plico sigillato, da due
donne colte e benestanti. Il
numero dei componenti il consiglio
municipale deve essere
comprensivo del Gonfaloniere,
dei priori, dei consiglieri
e dei supplenti in ragione di
uno per ogni tre consiglieri; e
da questo numero il Governo
sceglierà il Gonfaloniere. A
Castelnuovo Leopoldo Birelli,
fratello di Giovanni conduttore
del Molin Vecchio di Pavone,
prende il posto di Giuseppe
Ghilli. Le elezioni non devono
essere state molto partecipate
perché in una lettera del
giorno seguente leggiamo
che “...a cagione del tempo
le nostre elezioni sono andate
assai male a Pomarance per
cui il mio disegno era di levata
portarmi costassù a Castelnuovo...so
che i montecastellini
parimenti non comparvero,
nonostante ti prego annunziarmi
le risultanze e su chi cade
la candidatura...”. Il numero
dei consiglieri di Castelnuovo
è 13 mentre 5 sono i supplenti.
Poco dopo c’è un ricorso degli
elettori di Montecastelli che
dichiarano di non aver notato
i manifesti affissi e che il Pavone
aveva l’acqua alta e pertanto
non si passava. Pochi giorni
dopo le elezioni, il 23 novembre,
il presidente del consiglio
dei ministri e ministro dell’interno,
Bettino Ricasoli, diramava
dalla stamperia reale di
Firenze il seguente proclama:
“Regnando S.M. Vittorio Emanuele
II, il R. Governo della
Toscana, considerando come
con le votazioni avvenute il
30 ottobre e il di 6 novembre,
siano rimaste elette le rappresentanze
di tutti i comuni della
Toscana; considerando come
sia utile e conveniente che i
nuovi consigli comunali, verificate
che abbiano le elezioni,
assumano la direzione delle
amministrazioni delle rispettive
comunità al cominciare
del nuovo anno, decreta: art.
1. Al primo gennaio del prossimo
anno 1860 entreranno
in ufficio le rappresentanze
comunali elettive e procedendo
alla nomina del Magistrato
dei Priori, si costituiranno nei
modi e colle forme prescritte
dalle leggi vigenti. Art. 2. Il ministro
dell’Interno è incaricato
della esecuzione del presente
decreto.” (continua)