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Presentazione - Ospedale Luigi Sacco

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<strong>Presentazione</strong><br />

Questo fascicolo è parte di una iniziativa congiunta tra la ASL<br />

Città di Milano, l’Azienda Ospedaliera L. <strong>Sacco</strong> e l’Istituto di<br />

Malattie Infettive e Tropicali dell’Università di Milano che hanno<br />

ritenuto utile unire le specifiche competenze per poter mettere<br />

a disposizione del cittadino le migliori opportunità per informarsi,<br />

diagnosticare e curare tempestivamente eventuali infezioni<br />

tropicali.<br />

L’opuscolo che viene offerto vuole rappresentare una utile guida.<br />

Vi consigliamo di leggerlo attentamente: ne vale la pena perché,<br />

abitualmente, bastano poche e semplici attenzioni per godersi il<br />

viaggio in buona salute e tornare indenni in città.<br />

Se poi avete dubbi o domande prima di partire o problemi al<br />

rientro, rivolgetevi direttamente agli indirizzi riportati<br />

nell’ultima pagina.<br />

Il Direttore Generale Il Direttore Generale Il Direttore<br />

ASL Città di Milano Az. Osp. L. <strong>Sacco</strong> Milano Istituto Malattie<br />

Dr. A. Mobilia Dr. C. Pampari Infettive Tropicali<br />

Prof. M. Moroni


Introduzione pag. 1<br />

Norme generali di comportamento pag. 2<br />

Malattie a trasmissione fecale-orale pag. 10<br />

Diarrea del viaggiatore pag. 10<br />

Epatite A pag. 13<br />

Febbre tifoide pag. 15<br />

Colera pag. 17<br />

Epatite E pag. 19<br />

Norme di comportamento pag. 20<br />

Malaria pag. 22<br />

Profilassi antimalarica comportamentale pag. 26<br />

Malattie trasmesse attraverso i rapporti sessuali pag. 28<br />

Vaccinazioni internazionali pag. 30<br />

Difterite pag. 30<br />

Tetano pag. 32<br />

Epatite A pag. 33<br />

Epatite B pag. 34<br />

Rabbia pag. 36<br />

Febbre gialla pag. 39<br />

Meningite Meningococcica pag. 42<br />

Consigli in breve per il viaggio pag. 44<br />

State per affrontare un viaggio in un Paese<br />

tropicale o subtropicale, per turismo o per<br />

motivi professionali.<br />

Siete in possesso dei biglietti aerei, avete<br />

pianificato l’itinerario, avete stabilito a grandi linee cosa<br />

metterete in valigia: abiti, qualche libro,<br />

creme solari.<br />

Ma cosa sapete del paese che state per<br />

visitare?<br />

Certamente avete con voi anche una guida<br />

turistica con favolose fotografie di luoghi suggestivi, ma siete<br />

sicuri di sapere tutto su come avere cura della vostra salute anche<br />

in luoghi così diversi dai nostri?<br />

Questo opuscolo intende illustrare brevemente i<br />

principali problemi di carattere sanitario del<br />

viaggiatore internazionale e fornire un<br />

vademecum sui più utili comportamenti da<br />

seguire prima, durante e dopo il viaggio.<br />

Indirizzi utili pag. 47


Per i viaggiatori internazionali, soprattutto per coloro che<br />

hanno scelto i tropici come loro<br />

meta, informarsi bene e seguire<br />

norme comportamentali utili a<br />

ridurre il rischio di contrarre<br />

infezioni è importante quanto le<br />

vaccinazioni e la profilassi con i<br />

farmaci (chemioprofilassi).<br />

Innanzitutto va ricordato che lo stress da<br />

viaggio, la brusca modificazione delle condizioni<br />

climatiche, degli usi e delle abitudini alimentari<br />

richiedono un certo adattamento.<br />

E’ buona regola evitare di mangiare<br />

eccessivamente; nei climi caldi gli effetti<br />

del cibo e soprattutto dell’alcol si fanno<br />

sentire maggiormente.<br />

Nei primi giorni dopo l’arrivo in un paese a<br />

clima caldo è consigliabile non esporsi a lungo ai raggi solari<br />

per evitare colpi di sole (che si manifestano con cute fredda,<br />

pallida, umida, senso di svenimento e calo di pressione) e<br />

colpi di calore (mal di testa, cute secca, calda, arrossata,<br />

febbre elevata).<br />

In questi casi è opportuno il riposo in ambiente fresco e ventilato<br />

e l’applicazione di impacchi freddi. E’ comunque consigliato<br />

rivolgersi al medico appena possibile.<br />

L’esposizione al sole durante il soggiorno deve essere evitata<br />

soprattutto se si stanno assumendo farmaci, in<br />

particolare gli antibiotici (es. doxiciclina e<br />

ciprofloxacina), al fine di evitare reazioni<br />

indesiderate a livello cutaneo.<br />

L’esposizione al sole, come è noto,<br />

può indurre la comparsa di eritemi solari,<br />

orticarie, dermatiti o favorire malattie più gravi<br />

come i tumori della cute; è, quindi, essenziale<br />

utilizzare sempre creme ad alta protezione.<br />

E’ importante mantenere un’accurata igiene della pelle<br />

soprattutto in caso di sudorazione abbondante, curando la pulizia<br />

personale e lavandosi frequentemente.<br />

In particolare ricordate di lavare sempre accuratamente le mani<br />

prima di mangiare e dopo esservi recati in bagno, in modo da<br />

ridurre il rischio di acquisire malattie a<br />

trasmissione fecale- orale.


E’ bene evitare l’uso di deodoranti o profumi che possono<br />

provocare reazioni fototossiche (ovvero problemi alla pelle<br />

dopo esposizione al sole), ma soprattutto attirare gli insetti.<br />

Gli insetti sono una delle più comuni fonti d’infezione; è<br />

importante quindi mettere in atto tutte le misure<br />

comportamentali volte ad evitare le punture di insetto<br />

(v. “profilassi antimalarica comportamentale“)<br />

Le persone che ricordano di aver avuto reazioni<br />

allergiche in seguito a punture di insetto (api,<br />

vespe...) devono porre particolare attenzione alle<br />

misure preventive e munirsi dei farmaci usati abitualmente.<br />

In caso di ferite o lesioni cutanee, anche piccole, lavate<br />

abbondantemente con acqua e sapone la<br />

zona interessata e disinfettatela<br />

accuratamente.<br />

E’ buona norma non camminare mai a piedi<br />

nudi o con i soli sandali ed usare invece<br />

sempre calzature chiuse.<br />

Evitate, se possibile, contatti con animali, che possono anche<br />

trasmettere gravi malattie, come ad esempio la<br />

rabbia.<br />

Se malauguratamente doveste essere morsi da<br />

un animale, recatevi subito presso la struttura<br />

sanitaria più vicina.<br />

Il morso di animale (cane, gatto, scimmia), infatti, può comportare<br />

non solo la trasmissione di malattie rare o “esotiche”, ma più<br />

frequentemente infezioni comuni causate da batteri presenti nella<br />

saliva dell’animale stesso e che necessitano di un’adeguata terapia<br />

antibiotica.<br />

Piante, bacche, radici e funghi possono essere<br />

pericolosi: prima di toccarli (o mangiarli), raccogliete<br />

corrette informazioni e fidatevi solo di veri esperti!<br />

Anche gli specchi d’acqua possono celare insidie.<br />

In alcuni possono essere presenti<br />

molluschi, animali e pesci velenosi o<br />

carnivori, evitate quindi di fare il<br />

bagno da soli e di andare al largo se<br />

non conoscete il posto.


In alcuni Paesi Africani e in alcune regioni dell’Estremo<br />

Oriente esiste una malattia denominata schistosomiasi.<br />

Si trasmette tramite il contatto con larve invisibili che<br />

vivono nelle acque dolci. Si tratta di una malattia cronica,<br />

che può evolvere anche in modo severo.<br />

Non lasciatevi, pertanto, ingannare dalla suggestione del<br />

paesaggio e dalle acque apparentemente incontaminate:<br />

immergersi in acque dolci può, in realtà, essere molto<br />

pericoloso!<br />

Cave e grotte abitate da pipistrelli possono<br />

essere fonte di malattie acquisite per via<br />

inalatoria (ad esempio l’istoplasmosi); esse si<br />

manifestano con febbre elevata, tosse, difficoltà a<br />

respirare.<br />

Questi sintomi compaiono dopo pochi giorni oppure qualche<br />

settimana dopo aver soggiornato in tali ambienti.<br />

Le feci dei pipistrelli contengono, infatti, microrganismi che,<br />

saturando l’aria contenuta nelle grotte, possono essere<br />

inalati e causare problemi di tipo respiratorio.<br />

Oltre alle malattie cosiddette tropicali, esistono altre<br />

situazioni potenzialmente a rischio; una delle cause principali<br />

di problemi sanitari all’estero è rappresentata dagli incidenti<br />

stradali.<br />

In molte aree del mondo, infatti, le strade non sono asfaltate e le<br />

vetture sono scarsamente controllate: viaggiare in macchina può<br />

rappresentare, pertanto, un vero e proprio rischio.<br />

Evitate di guidare nelle ore notturne, soprattutto fuori città e su<br />

strade poco frequentate: per un banale guasto al motore si<br />

potrebbe attendere un soccorso per ore.<br />

Prima di intraprendere un viaggio in macchina controllate<br />

attentamente le condizioni dell’assicurazione; informatevi sulle<br />

norme di circolazione, che potrebbero<br />

essere diverse da quelle in vigore in Italia e<br />

sulla possibilità di approvvigionamento di<br />

carburante.<br />

Se assumete regolarmente medicine a causa di una malattia di cui<br />

siete affetti (per esempio ipertensione arteriosa, epilessia,<br />

malattie reumatologiche, malattie dello stomaco, malattie<br />

cardiologiche, infezione da HIV) informate sempre il vostro<br />

medico prima di partire. E’, infatti, importante che proseguiate<br />

l’assunzione della vostra abituale terapia anche<br />

durante il soggiorno all’estero e soprattutto che,<br />

prima di partire, vengano escluse potenziali e<br />

pericolose incompatibilità con le misure di profilassi<br />

(vaccinazioni o farmaci) relative al viaggio.


Le donne che assumono contraccettivi orali possono avere<br />

problemi di adattamento al nuovo fuso orario.<br />

Un utile espediente per non sbagliare può<br />

consistere nell’utilizzare due orologi<br />

riservandone uno per l’assunzione della pillola,<br />

oppure adottare gradualmente l’ora locale<br />

modificando di non più di sessanta minuti al<br />

giorno il momento dell’assunzione.<br />

Le modificazioni climatiche possono comportare alterazioni<br />

del ciclo mestruale, caratterizzate per lo più dalla mancanza<br />

del ciclo (amenorrea); non c’è una cura specifica e il ciclo si<br />

regolarizzerà entro qualche settimana dopo il rientro.<br />

La gravidanza di per sé non è una controindicazione assoluta<br />

per intraprendere un viaggio in aree tropicali.<br />

Tuttavia tale stato rende la donna più esposta al rischio di<br />

contrarre patologie pericolose per se stessa e per il<br />

bambino. La donna in gravidanza deve quindi valutare la reale<br />

necessità di intraprendere un viaggio in aree tropicali.<br />

E’ importante, comunque, che il medico curante o lo<br />

specialista siano informati della gravidanza, in quanto alcune<br />

chemioprofilassi e vaccinazioni abitualmente raccomandate<br />

sono controindicate in gravidanza.<br />

In funzione della meta, della tipologia del viaggio e della sua<br />

durata, è consigliabile portare con sé una piccola farmacia da<br />

viaggio:<br />

kit da pronto soccorso (disinfettante, bende, cerotti,<br />

forbici, cotone, termometro)<br />

repellenti contro zanzare ed altri insetti<br />

creme solari ad alta protezione<br />

disinfettanti per acqua (ad esempio euclorina)<br />

farmaci antipiretici (ad esempio il paracetamolo)<br />

pomate per le punture di insetto<br />

antidolorifici (quelli da voi normalmente utilizzati)<br />

i farmaci abituali se soffrite di malattie croniche<br />

qualche siringa di plastica in confezione sterile<br />

(presidio non facilmente reperibile)<br />

antidiarroici


Che cosa fare?<br />

Sono le infezioni che più frequentemente colpiscono i<br />

viaggiatori: sono provocate dall’ingestione<br />

di cibo o bevande contaminate da agenti<br />

infettivi (virus, batteri, parassiti) e<br />

generalmente si manifestano con sintomi a<br />

carico dell’apparato digerente (nausea,<br />

vomito, dolori addominali, diarrea, flatulenza).<br />

Che cos’é?<br />

La diarrea del viaggiatore (vendetta di<br />

Montezuma, maledizione del faraone...)<br />

rappresenta in assoluto il problema<br />

sanitario più frequente per il turista.<br />

Sebbene sia causata da microrganismi diversi (virus, batteri,<br />

protozoi, vermi), clinicamente i sintomi sono simili:<br />

l’infezione si presenta con un esordio acuto, caratterizzato<br />

dalla comparsa improvvisa di scariche più o meno numerose e<br />

variamente associate ad altri sintomi quali nausea, vomito,<br />

dolori addominali, febbre.<br />

Nella maggior parte dei casi i disturbi si risolvono in qualche giorno<br />

senza l’utilizzo di medicinali. In teoria, quindi, non vi è stretta<br />

indicazione medica all’assunzione di farmaci. Due o tre giorni di<br />

malessere possono tuttavia creare disagi, soprattutto se il<br />

soggiorno prevede continui spostamenti e non garantisce la<br />

disponibilità di servizi igienici.<br />

In questi casi è utile assumere un antidiarroico, secondo modalità<br />

che il medico vi illustrerà prima della partenza.<br />

I farmaci antidiarroici bloccano momentaneamente le scariche, ma<br />

non risolvono l’infezione: vanno utilizzati pertanto solo se<br />

strettamente necessario. E’ invece opportuno ricorrere<br />

all’intervento di un medico in gravidanza, in età pediatrica, in<br />

presenza di febbre elevata, sangue nelle feci, o qualora la<br />

sintomatologia non si risolvesse in pochi giorni: in questi casi l’uso<br />

di antidiarroici è controindicato e può essere invece necessaria<br />

l’assunzione di un antibiotico a scopo terapeutico.<br />

L’assunzione di antibiotici per prevenire la diarrea,<br />

benché spesso efficace, non é consigliabile nella<br />

maggior parte dei casi per varie ragioni:<br />

• gli antibiotici non sono efficaci contro tutti gli<br />

agenti microbici che causano diarrea del viaggiatore (es. virus e<br />

protozoi)<br />

• il rischio di effetti collaterali legato alla profilassi antibiotica<br />

supera il potenziale beneficio


• l’ampio utilizzo di antibiotici può causare infezioni da<br />

germi resistenti agli antibiotici stessi e quindi<br />

difficilmente curabili.<br />

L’assunzione preventiva di antibiotici è consigliata solo per<br />

chi assume regolarmente farmaci che riducono<br />

l’acidità dello stomaco (ranitidina, omeprazolo) o<br />

altri farmaci per malattie croniche (per esempio<br />

l’epilessia) o per viaggi di lavoro di breve durata (2-4 giorni).<br />

Questa pratica va comunque sempre discussa con il vostro<br />

medico prima della partenza.<br />

Al fine di reintegrare le perdite idro-saline<br />

dovute alla diarrea, è fondamentale introdurre<br />

molti liquidi (acqua imbottigliata o bollita, succhi<br />

di frutta, tè) finchè non scompare il sintomo<br />

della sete.<br />

E’ possibile preparare una buona soluzione reidratante<br />

mescolando 6 cucchiaini da caffè di zucchero, 1 di sale da<br />

cucina, 1 di bicarbonato (se possibile) e il succo di 2 arance o<br />

di 1 pompelmo, in 1 litro di acqua.<br />

In caso di diarrea è meglio preferire bevande non gassate<br />

per evitare la distensione intestinale, cibi liquidi e<br />

facilmente digeribili per non sovraccaricare l’intestino e cibi<br />

salati per trattenere maggiormente l’acqua. Solo dopo<br />

qualche giorno è consigliabile reintrodurre cibi solidi<br />

preferendo quelli ad elevato potere adsorbente (pane, riso,<br />

patate).<br />

Che cos’é?<br />

E’ una malattia acuta del fegato, causata da un<br />

virus (HAV) diffuso in tutto il mondo,<br />

soprattutto nelle aree tropicali e subtropicali.<br />

L’infezione si trasmette per via fecale-orale, cioè attraverso<br />

l’ingestione di acqua o cibo (soprattutto frutti di mare crudi o poco<br />

cotti) contaminato da materiale fecale contenente il virus.<br />

La malattia si manifesta dopo alcune settimane dal contagio con un<br />

quadro clinico variabile: possono essere presenti malessere,<br />

stanchezza, diarrea, vomito, febbre e, segno più tipico, ittero<br />

(colorazione giallastra degli occhi e della pelle) associato a feci<br />

chiare e urine scure.<br />

Rischio da moderato ad alto


Che cosa fare?<br />

Sebbene l’epatite da virus A guarisca senza conseguenze<br />

nella maggior parte dei casi, in alcuni soggetti, soprattutto<br />

adulti, è possibile un’evoluzione grave.<br />

Il metodo più efficace per prevenire<br />

la malattia è la vaccinazione ed è<br />

consigliata a tutti i viaggiatori non<br />

immuni che si recano in aree<br />

endemiche.<br />

Sono disponibili diversi vaccini, efficaci e ben tollerati, da<br />

somministrarsi per via intramuscolare. La prima dose induce<br />

un’elevata risposta anticorpale entro 3 settimane (circa nel<br />

90% dei soggetti) e un’immunità che dura 1 anno; la seconda<br />

dose, da effettuarsi dopo 6-12 mesi, è necessaria per<br />

conferire un’immunità più duratura (oltre 10 anni).<br />

Il vaccino anti–epatite A è oggi disponibile anche in<br />

associazione con il vaccino contro l’epatite B (vd. epatite B).<br />

Esiste anche il vaccino pediatrico per i bambini di età<br />

compresa fra i 5 mesi e i 10 anni.<br />

Questi vaccini, che garantiscono un’elevata sicurezza,<br />

possono essere somministrati contemporaneamente ad altri.<br />

Che cos’è?<br />

Si tratta di<br />

un’infezione causata<br />

da un batterio<br />

appartenente al<br />

genere Salmonella,<br />

che si trasmette per<br />

via fecale-orale.<br />

L’infezione è endemica nei paesi in via di sviluppo, soprattutto nel<br />

sub-continente indiano, nel Nord Africa e in Africa Occidentale.<br />

La sintomatologia è severa, caratterizzata da febbre elevata e<br />

marcata prostrazione. Contrariamente alle altre infezioni a<br />

trasmissione fecale-orale, la diarrea non è un sintomo frequente.<br />

Che cosa fare?<br />

La vaccinazione antitifica è consigliata ai viaggiatori che prevedono<br />

di soggiornare in zone endemiche (Asia, Africa, America Latina)<br />

ma soprattutto dove le condizioni igieniche sono scarse, in caso di<br />

viaggi al di fuori delle usuali mete turistiche e di soggiorni<br />

prolungati.


Sono attualmente disponibili due tipi di vaccino: il primo è<br />

iniettabile, attivo verso la sola Salmonella typhi; il secondo è<br />

orale, attivo oltre che verso la Salmonella typhi anche<br />

contro le Salmonelle del paratifo A e B.<br />

La vaccinazione antitifica deve essere terminata almeno una<br />

settimana prima della somministrazione della profilassi<br />

antimalarica in quanto l’una potrebbe ridurre l’efficacia dell’altra.<br />

Il vaccino iniettabile è efficace dopo una sola<br />

somministrazione e protegge per oltre 3 anni nell’80-90%<br />

dei casi; questo è utilizzato per lo più in soggetti con difese<br />

immunitarie ridotte o affetti da particolari patologie<br />

croniche.<br />

Il vaccino orale prevede l’assunzione di 3 capsule o bustine a<br />

digiuno a giorni alterni. L’immunità si ottiene dopo circa<br />

10-14 giorni e dura 3 anni.<br />

La risposta anticorpale è difficilmente valutabile in quanto<br />

dipende da meccanismi locali e generalmente si ottiene nel<br />

60-70% dei casi.<br />

Questo vaccino è sicuro, praticamente privo di effetti<br />

collaterali e ha un’ottima tollerabilità.<br />

Per queste caratteristiche e per il suo più ampio spettro<br />

d’azione, è preferibile, ove possibile, al primo.<br />

Si ricorda che la vaccinazione, pur<br />

proteggendo dalla malattia specifica, non può<br />

far trascurare le normali precauzioni<br />

igieniche da adottare nei confronti di tutti i cibi, in quanto<br />

le patologie trasmesse con gli alimenti sono molto numerose.<br />

Che cos’è?<br />

E’ una malattia infettiva acuta a trasmissione fecale - orale,<br />

altamente contagiosa, provocata da una tossina prodotta da un<br />

batterio chiamato Vibrio cholerae.<br />

L’infezione viene acquisita mangiando cibi<br />

(soprattutto pesci o crostacei crudi, verdura<br />

poco cotta) o bevendo acqua contaminata da<br />

feci eliminate da soggetti ammalati.<br />

L’India e le regioni asiatiche in generale sono le aree a maggior<br />

rischio di contrarre il colera, benché la malattia sia presente in<br />

tutte le regioni a clima caldo-umido.<br />

I sintomi si manifestano improvvisamente con diarrea acquosa ma<br />

senza dolori addominali; le perdite di liquidi sono tali da poter<br />

causare una importante e grave disidratazione.


I viaggiatori internazionali presentano generalmente un<br />

basso rischio di contrarre questa<br />

infezione già solo rispettando le più<br />

elementari norme igieniche.<br />

Che cosa fare?<br />

La vaccinazione intramuscolare attualmente disponibile<br />

offre una protezione molto bassa (solo nel 40-50% dei casi)<br />

ed esiste la possibilità che il soggetto vaccinato rimanga<br />

portatore sano di vibrione colerico.<br />

I nuovi vaccini orali messi in commercio in Europa hanno<br />

invece un tasso di protezione di circa il 70% dall’ottavo<br />

giorno e fino a 6 mesi dopo la vaccinazione.<br />

Il vaccino non è solitamente indicato nel<br />

viaggiatore internazionale, se non in<br />

situazioni particolari (missionari, soggetti<br />

diretti in zone epidemiche).<br />

Che cos’è?<br />

Si tratta di una malattia acuta del fegato causata da un virus<br />

(HEV), scoperto recentemente (1990).<br />

Questa malattia è diffusa nelle regioni a clima caldo-umido e fra<br />

popolazioni di basso livello socio-economico nei Paesi del Sud-Est<br />

Asiatico, in India e in Nepal.<br />

Le modalità di trasmissione sono sovrapponibili a quelle dell’epatite<br />

A.<br />

Come nelle altre infezioni del fegato, si manifesta con malessere,<br />

stanchezza, diarrea, vomito, febbre, colorazione giallastra della<br />

pelle e degli occhi associata a feci chiare e urine scure.<br />

L’epatite E guarisce senza conseguenze nella maggior parte dei<br />

casi. Tuttavia, può evolvere in modo molto grave nella donna in<br />

gravidanza, in cui la mortalità raggiunge il 25%.<br />

Che cosa fare?<br />

Non esiste a tutt’oggi un vaccino disponibile e, date le modalità di<br />

trasmissione, seguire le corrette norme comportamentali igienicosanitarie<br />

costituisce il più importante mezzo di prevenzione.


La migliore prevenzione consiste nel prestare attenzione a<br />

quello che si mangia ricordando che non tutto il cibo<br />

appetibile è sicuro. Pertanto non sempre conviene mangiare<br />

quando, dove e tutto ciò che si vorrebbe.<br />

La prevenzione di tutte le infezioni a trasmissione fecaleorale<br />

si basa su alcune regole fondamentali che è bene<br />

osservare:<br />

Consumare tutti gli alimenti a base di pesce,<br />

carne, crostacei, selvaggina solo se ben cotti<br />

e di recente cottura e quindi ancora caldi :<br />

(il cibo cotto e tenuto a temperatura ambiente per più di<br />

quattro-cinque ore costituisce uno dei più<br />

importanti veicoli di infezione).<br />

Evitare di consumare la verdura cruda e la frutta che<br />

non può essere sbucciata.<br />

Consumare solo acqua o altre bevande (vino, birra, caffè, the)<br />

contenute in bottiglie sigillate, oppure bollire l’acqua da bere per<br />

almeno tre minuti; qualora ciò non fosse possibile, è<br />

opportuno disinfettarla con compresse iodate o<br />

filtrarla con filtri appositi.<br />

Evitare il ghiaccio aggiunto alle bevande.<br />

Evitare il latte e i latticini, se non si é certi che siano stati<br />

preparati igienicamente ovvero che siano stati<br />

pastorizzati e refrigerati in maniera adeguata.<br />

Fare attenzione ai cibi contenenti uova, soprattutto se poco<br />

cotte, quali la maionese, le salse, alcuni dessert.<br />

Non consumare cibo venduto per strada.<br />

Utilizzare acqua imbottigliata per la pulizia dei<br />

e per assumere i medicinali.<br />

denti<br />

Non consumare gelati non confezionati.<br />

Durante un attacco di diarrea evitare di preparare cibi o bevande<br />

per altre persone.


Che cos’è?<br />

E’ un’infezione parassitaria causata da microrganismi detti<br />

plasmodi, trasmessi da zanzare del genere Anopheles, che<br />

pungono preferibilmente di notte, al crepuscolo e all’alba.<br />

La sintomatologia inizia dopo un periodo di<br />

incubazione variabile (da 7 a più di 28 giorni<br />

dalla puntura infettante) e consiste in febbre elevata,<br />

brividi e sudorazione, accompagnati da sintomi aspecifici<br />

come stanchezza, cefalea, nausea, vomito.<br />

La malaria è presente in una vasta area del globo terrestre,<br />

che comprende gran parte dei territori della fascia tropicale<br />

e subtropicale, l’Africa subsahariana in particolare (vedi<br />

figura).<br />

Si stima che al mondo vi siano ogni anno 300-500 milioni di<br />

casi di malattia con circa 3 milioni di morti. Oltre ad essere<br />

uno dei principali problemi sanitari nei Paesi in via di sviluppo<br />

la malaria rappresenta un’importante patologia da<br />

importazione per il viaggiatore internazionale.<br />

In Lombardia, in particolare, si è assistito ad un notevole<br />

incremento (superiore al 100%) dei casi di malaria di<br />

importazione a partire dall’inizio degli anni ‘90.<br />

Che cosa fare?<br />

Esistono quattro tipi di plasmodi che possono provocare la malaria,<br />

più o meno pericolosi e differentemente distribuiti nelle diverse<br />

regioni del mondo (v. figura).<br />

A<br />

C<br />

A<br />

C<br />

Alto rischio<br />

Medio rischio<br />

No rischio<br />

L’area A corrisponde a quelle zone dove la malaria “perniciosa”,<br />

ovvero la forma maligna e mortale se non rapidamente curata, è<br />

assente, oppure il plasmodio che la determina è sensibile a tutti i<br />

farmaci antimalarici.<br />

L’area B include le zone dove la malaria è più diffusa e il<br />

plasmodio presenta una discreta resistenza alla clorochina.<br />

L’area C corrisponde alle zone in cui la resistenza del plasmodio ai<br />

farmaci antimalarici è molto elevata.<br />

A<br />

B<br />

A<br />

C<br />

C<br />

B


Il rischio di contrarre la malattia varia quindi<br />

da paese a paese, a seconda del periodo<br />

dell’anno, dell’altitudine, della zona visitata<br />

(rurale o urbana).<br />

La prima norma che un viaggiatore deve<br />

rispettare è quella di proteggersi<br />

adeguatamente ed efficacemente dalle<br />

punture delle zanzare (vedi “profilassi<br />

antimalarica comportamentale”).<br />

Per prevenire l’insorgenza della malattia è necessario<br />

associare alle norme comportamentali l’assunzione di farmaci<br />

antimalarici.<br />

La profilassi farmacologica deve essere iniziata una<br />

settimana prima della partenza e proseguita per tutta la<br />

durata del soggiorno, sino a 4 settimane dopo il rientro.<br />

La posologia varia a seconda del tipo di farmaco assunto.<br />

I farmaci utilizzati sono: clorochina, proguanil, meflochina e<br />

doxiciclina.<br />

L’assunzione regolare e corretta della profilassi consigliata riduce<br />

di molto (sino al 90%) il rischio di contrarre la malattia; va<br />

comunque ricordato che nessun farmaco, anche se assunto nei<br />

tempi e alle dosi corrette, garantisce una protezione del 100%;<br />

qualora si contragga l’infezione nonostante la chemioprofilassi, i<br />

sintomi possono però essere più sfumati.<br />

Esistono categorie di soggetti in cui l’infezione<br />

potrebbe decorrere in modo particolarmente grave:<br />

bambini piccoli e donne gravide in cui si ha rischio di<br />

aborto e parto prematuro.<br />

A causa della gravità della malaria e del rischio di una sua rapida<br />

evoluzione infausta se non viene prontamente riconosciuta e<br />

trattata, è importante ricorrere in tempi<br />

brevi ad una struttura sanitaria<br />

competente in caso di febbre al ritorno<br />

da<br />

un soggiorno in aree endemiche.<br />

Tutti hanno precise indicazioni, controindicazioni ed effetti<br />

collaterali: è importante, pertanto, non autoprescriversi<br />

questi farmaci ma ricorrere sempre al consiglio di<br />

specialisti.


Le zanzare che trasmettono la malaria hanno un volo<br />

silenzioso e pungono preferibilmente tra il tramonto e l’alba;<br />

la loro puntura non provoca né dolore né prurito.<br />

E’ possibile proteggersi adeguatamente ed efficacemente<br />

dalle punture di zanzara e quindi evitare l’infezione da<br />

plasmodio, attuando le seguenti linee di comportamento:<br />

nelle ore serali e nelle prime ore del mattino,<br />

indossare abiti che coprano la maggior parte del<br />

corpo (pantaloni lunghi, camicie a manica lunga) e<br />

che siano sufficientemente spessi<br />

indossare abiti chiari in quanto le zanzare sono<br />

attirate dai colori scuri<br />

evitare profumi e dopobarba: tali prodotti<br />

attirano le zanzare<br />

applicare repellenti per insetti sulla cute esposta<br />

(da sconsigliarsi sotto i 2 anni, in gravidanza e<br />

durante l’allattamento), evitando le mucose e le<br />

eventuali lesioni<br />

utilizzare prodotti a base di dietiltoluamide ogni<br />

4-8 ore tenendo conto che la sudorazione ne<br />

elimina l’efficacia<br />

ricordare che l’efficacia dei prodotti a base di<br />

estratti vegetali o essenze floreali non è<br />

sufficientemente documentata<br />

prima di coricarsi, nebulizzare nell’ambiente un<br />

insetticida a base di piretro o di permetrina,<br />

direttamente oppure utilizzando gli appositi<br />

diffusori elettrici con piastrine o le serpentine da<br />

bruciare<br />

verificare che le zanzariere alle finestre e intorno<br />

ai letti siano integre e ben posizionate; possono<br />

essere eventualmente impregnate con insetticida<br />

a base di piretro, permetrina o deltametrina.


Esistono numerose malattie che possono essere trasmesse<br />

attraverso i rapporti sessuali, soprattutto con partner<br />

occasionali: infezioni erpetiche, sifilide, gonorrea, epatite B,<br />

infezione da HIV (AIDS) , condilomi ….<br />

E’ bene sapere che la maggior parte delle<br />

persone con l’infezione da HIV risiede nei Paesi<br />

tropicali, in particolare nei Paesi Africani e del<br />

Sud-Est Asiatico.<br />

L’ Organizzazione Mondiale per la Sanità stima che su un totale di<br />

circa 40 milioni di persone infettate con il<br />

virus HIV nel mondo, più di 30 milioni<br />

vivono in Africa e nel Sud-Est Asiatico.<br />

Questo significa che in alcuni Paesi<br />

l’infezione è così diffusa che una persona<br />

ogni 4-6 è sieropositiva.<br />

Avere rapporti sessuali con partner locali è quindi ad alto rischio e<br />

l’unico modo per evitare o quantomeno ridurre il<br />

rischio di infezione, consiste nell’utilizzare il<br />

preservativo sempre e nel modo adeguato,<br />

ricordando che va indossato sin dall’inizio del<br />

rapporto.<br />

E’ consigliabile acquistare i preservativi prima della partenza (non<br />

sempre è possibile acquistarli all’estero) e conservarli in modo<br />

adeguato.<br />

Prevalenza HIV negli adulti


Cosa sono e come funzionano?<br />

I vaccini hanno lo scopo di rendere<br />

l’organismo “immune”, ovvero protetto dalle<br />

infezioni contro cui sono stati prodotti.<br />

Sono costituiti da microrganismi opportunamente trattati o<br />

anche solo da parti di essi, che, inoculati nell’organismo,<br />

stimolano la produzione di anticorpi che proteggano dalla<br />

malattia trasmessa da quello stesso microrganismo.<br />

Per ottenere una protezione adeguata occorre vaccinarsi in<br />

tempo utile, ovvero almeno 2-3 settimane prima della<br />

partenza: in questo modo, infatti, il nostro organismo ha il<br />

tempo necessario per produrre gli anticorpi in quantità<br />

adeguata.<br />

Che cos’è?<br />

La difterite è una malattia diffusa in tutto il mondo, causata<br />

da batteri (alcuni ceppi di Corynebacterium diphteriae)<br />

capaci di produrre una tossina.La trasmissione avviene per<br />

via aerea, inalando secrezioni nasali, faringee ed oculari<br />

eliminate da persone infette o portatori sani.<br />

La malattia è caratterizzata da febbre, mal di gola con difficoltà e<br />

dolore alla deglutizione.<br />

I viaggiatori internazionali non presentano particolari rischi di<br />

contrarre questa malattia a meno che non si rechino in zone dove<br />

vi siano situazioni epidemiche (recentemente si è registrata<br />

un’epidemia che ha colpito alcuni stati dell’ex Unione Sovietica).<br />

Che cosa fare?<br />

In Italia la vaccinazione è obbligatoria dal 1939 per tutti i nuovi<br />

nati, viene effettuata con il vaccino bivalente DT (difteritetetano)<br />

o trivalente DTP (difterite-tetano-pertosse).<br />

Per i soggetti adulti si utilizza il vaccino combinato DT per adulti,<br />

che contiene un dosaggio di anatossina difterica 10-20 volte<br />

inferiore a quello pediatrico.<br />

Per i viaggiatori che si recano in aree<br />

epidemiche è necessaria una dose di<br />

richiamo con DT se l’ultima dose è stata<br />

somministrata da più di 10 anni.Un ciclo<br />

di<br />

almeno due dosi con DT a distanza di 1 mese una dall’altra deve<br />

essere somministrato ai viaggiatori diretti verso zone di accertato<br />

rischio, nati prima dell’obbligo vaccinale o che non siano mai stati<br />

vaccinati.


Che cos’è?<br />

E’ una malattia infettiva acuta, con interessamento<br />

neurologico, causata dalla tossina prodotta da Clostridium<br />

tetani, microrganismo ubiquitario presente nel suolo.<br />

L’infezione si può verificare sia attraverso ferite della cute<br />

o delle mucose, soprattutto se inquinate da terriccio o da<br />

corpi estranei, sia per traumatismi che possono passare<br />

inosservati.<br />

Che cosa fare?<br />

In Italia, il vaccino disponibile è costituito dalla tossina tetanica<br />

ed è sicuro ed efficace. La vaccinazione è obbligatoria per i nuovi<br />

nati ed è somministrata in associazione al tossoide difterico.<br />

La vaccinazione è raccomandata a tutti i viaggiatori<br />

indipendentemente dal paese visitato e dal periodo di permanenza,<br />

utilizzando lo stesso dosaggio sia per il bambino che per l’adulto.<br />

Dovrebbero essere sottoposti ad un richiamo tutti gli adulti che<br />

hanno un ciclo vaccinale di base completo se sono trascorsi 8-10<br />

anni dall’ultima somministrazione.<br />

La malattia è caratterizzata da sintomi aspecifici quali<br />

cefalea, febbre, irrequietezza e, in fase conclamata, da<br />

spasmi muscolari localizzati o generalizzati.<br />

La mortalità è elevata.<br />

Per la descrizione della<br />

malattia vedi paragrafo<br />

“Malattie a trasmissione<br />

fecale-orale”<br />

I viaggiatori internazionali non sono maggiormente esposti al<br />

rischio di contrarre la patologia rispetto<br />

alla popolazione generale; il viaggio<br />

rappresenta solo una buona occasione<br />

per aggiornare la vaccinazione.


Che cosa fare?<br />

In Italia la vaccinazione è obbligatoria per tutti i nuovi nati<br />

Il vaccino è raccomandato anche per il personale<br />

sanitario ed altre categorie a rischio.<br />

Che cos’è?<br />

Rischio da moderato ad alto<br />

L’epatite B è una malattia acuta del fegato causata da un<br />

virus (HBV). E’ diffusa in tutto il mondo, ma soprattutto in<br />

Estremo Oriente, Africa e Sud America.<br />

Il virus dell’epatite B si trasmette tramite i rapporti<br />

sessuali e i contatti di sangue e quindi può essere trasmesso<br />

attraverso lo scambio di siringhe, agopuntura, tatuaggi,<br />

piercing se praticati con strumenti non accuratamente<br />

sterilizzati.<br />

I vaccini attualmente in commercio, somministrati<br />

per via intramuscolare in 3 dosi (0-1-6 mesi), sono efficaci,<br />

sicuri e forniscono una protezione in oltre il 95% dei<br />

soggetti vaccinati al termine di un ciclo vaccinale completo.<br />

La protezione inizia dopo la seconda dose e si mantiene a<br />

lungo (in soggetti normalmente immunocompetenti almeno<br />

10 anni).<br />

Oltre i 10 anni, prima di un eventuale richiamo, è consigliabile<br />

controllare il titolo anticorpale.<br />

Questa vaccinazione non è consigliata a tutti i viaggiatori<br />

internazionali ma solamente in situazioni particolari quali, ad<br />

esempio, un soggiorno prolungato.<br />

E’ da poco disponibile un vaccino combinato antiepatite A e B<br />

che prevede un ciclo di vaccinazione a 0-1-6 mesi.<br />

L’immunità fornita dal vaccino combinato è sovrapponibile a<br />

quella derivante a seguito dell’utilizzo di vaccini monovalenti.


Fortunatamente sono rari i casi di rabbia riportati in<br />

viaggiatori internazionali, tuttavia è importante ricordare<br />

che in molti Paesi la lotta contro il randagismo e la<br />

vaccinazione dei cani sono poco diffusi (per esempio in India<br />

e in Messico).<br />

Che cosa fare?<br />

Il vaccino oggi disponibile è costituito da virus inattivati,<br />

somministrato per via intramuscolare nel deltoide.<br />

Esso può essere utilizzato come profilassi pre-esposizione<br />

ma anche in caso di avvenuta esposizione (post-esposizione).<br />

Che cos’è?<br />

Paesi dove la rabbia è presente<br />

Paesi dove la rabbia non è presente<br />

Paesi per cui mancano informazioni<br />

La rabbia è una grave malattia a esito sempre fatale,<br />

causata da un virus, che viene trasmesso attraverso la saliva<br />

in seguito a morso di un animale infetto<br />

(animali sia domestici che selvatici, tra cui<br />

cani, volpi, lupi, ma anche procioni, scoiattoli,<br />

scimmie ed altri mammiferi morsicanti e<br />

alcune popolazioni di pipistrelli).<br />

La vaccinazione è utilizzata a scopo preventivo (preesposizione)<br />

solo per particolari gruppi di viaggiatori che<br />

prevedano di entrare in stretto contatto con<br />

animali (es.: veterinari, escursionisti, ciclisti) o<br />

che possano trovarsi a più di 24/48 ore di<br />

distanza da una struttura sanitaria in grado di<br />

vaccinare.<br />

In questo caso lo schema vaccinale è costituito da 3 dosi<br />

seguite da un richiamo dopo 3 anni solo in caso di persistenza<br />

del rischio.<br />

E’ buona norma, per tutti i viaggiatori, astenersi<br />

dall’accarezzare o giocare con cani randagi o animali<br />

selvatici.


Qualora però si venga morsi o leccati su una ferita o su<br />

mucose da animali, si dovrà attuare un’accurata detersione<br />

della ferita con acqua e sapone al fine di<br />

rimuovere la saliva presente.<br />

E’ necessario poi recarsi, il più rapidamente possibile, al più<br />

vicino ospedale per l’eventuale trattamento antirabbico<br />

(post-esposizione), la cui opportunità sarà valutata caso per<br />

caso a seconda della specie animale in causa,<br />

dell’area geografica e delle circostanze<br />

dell’esposizione.<br />

Che cos’è?<br />

Diffusione della malattia<br />

La profilassi post-esposizione prevede 5 dosi di vaccino in<br />

28 giorni, cominciando non appena possibile,<br />

contemporaneamente alla somministrazione di<br />

immunoglobuline specifiche in un'unica dose.<br />

La febbre gialla è una malattia virale trasmessa dalla puntura<br />

della zanzara Aedes, insetto con abitudini diurne (punge, cioé,<br />

durante il giorno).<br />

Si manifesta con febbre alta associata a una<br />

grave forma di epatite. La pelle e gli occhi<br />

possono assumere un colorito giallastro<br />

(ittero). La mortalità è elevata.<br />

L’infezione è endemica nell’ Africa sub-sahariana e in Sud<br />

America.


Che cosa fare?<br />

La vaccinazione, detta anche “antiamarillica”, è l’unico mezzo<br />

efficace per prevenire questa malattia.<br />

Si effettua con un’iniezione sottocutanea e l’immunità inizia<br />

10 giorni dopo la somministrazione, rimanendo valida per 10<br />

anni.<br />

Essa è richiesta obbligatoriamente ai soggetti oltre l’anno di<br />

vita per l’ingresso in alcuni paesi (soprattutto nella zona<br />

dell’Africa sub-sahariana).<br />

In molti altri paesi dove la malattia non esiste è necessario il<br />

certificato di vaccinazione solo se il viaggiatore ha<br />

soggiornato o è transitato in paesi a rischio.<br />

Per tutte le aeree endemiche (parte del Sud<br />

America e del Centro Africa) è consigliata la<br />

vaccinazione indipendentemente dal fatto che<br />

questa sia obbligatoria o meno per l’ingresso<br />

nel paese.<br />

Si ricorda, infatti, che in molti paesi dove la vaccinazione<br />

non è richiesta con obbligatorietà esiste un rischio reale di<br />

contrarre la malattia.<br />

In seguito al vaccino, anche se raramente, si possono avere<br />

reazioni generali come cefalea, mialgia e febbre moderata,<br />

fra il 5° ed il 12° giorno dopo la vaccinazione.<br />

Qualora ciò si verifichi si consiglia un trattamento<br />

sintomatico.<br />

Le controindicazioni alla vaccinazione sono quelle comuni a<br />

tutti i vaccini (malattie infettive in atto, neoplasie, ecc.) ed<br />

altre più specifiche, quali una accertata allergia alle proteine<br />

dell’uovo e affezioni neurologiche evolutive.<br />

La controindicazione è estesa ai bambini sotto i 9 mesi di vita,<br />

alle donne in gravidanza ed alle persone con deficit<br />

immunitario.<br />

In tutti questi casi è peraltro vivamente sconsigliato recarsi<br />

in paesi dove la febbre gialla è presente in forma endemica.<br />

La vaccinazione può essere effettuata solo nei centri<br />

autorizzati dal Ministero della Salute ed è registrata su un<br />

libretto internazionale di vaccinazione con firma del medico<br />

vaccinatore.<br />

Qualora la vaccinazione sia richiesta come<br />

obbligatoria ma esistano delle controindicazioni<br />

mediche all’effettuazione della stessa, può essere rilasciato<br />

dalle autorità sanitarie competenti un certificato d’esonero.


La malattia inizia bruscamente con febbre elevata, cefalea,<br />

vomito e rigidità del capo e del collo.<br />

E’ una malattia grave, non raramente mortale se non curata<br />

tempestivamente, che può causare danni permanenti.<br />

Che cosa fare?<br />

Che cos’è?<br />

Si tratta di una infezione diffusa in tutto il mondo<br />

particolarmente frequente nei paesi tropicali, soprattutto in<br />

Africa (la “cintura del Sahel”), in cui ogni anno si registrano<br />

numerosi casi di meningite in particolare durante la stagione<br />

secca (tra dicembre e giugno).<br />

E’ causata da un batterio, la Neisseria<br />

meningitidis (o meningococco), trasmissibile<br />

attraverso le vie respiratorie (starnuti, colpi di<br />

tosse, goccioline di saliva).<br />

Il vaccino in uso è costituito da parti del batterio e fornisce<br />

una protezione specifica.<br />

La somministrazione, effettuata per via sottocutanea, ha un<br />

periodo di validità di 3 anni.<br />

Il vaccino è sicuro, altamente immunogeno e ben tollerato.<br />

Esso può essere somministrato contemporaneamente<br />

ad altri vaccini purché vengano utilizzati siti di iniezione diversi.<br />

E’ indicato nei viaggiatori diretti in zone<br />

endemiche o in cui è in corso un’epidemia di<br />

meningite.


sottoporre all’attenzione di uno specialista di<br />

un centro vaccinale l’itinerario del viaggio<br />

valutare quindi l’opportunità di effettuare<br />

vaccinazioni quali :<br />

anti-epatite A<br />

anti-epatite B<br />

anti-tifica<br />

anti-difto-tetanica<br />

anti-rabbica<br />

anti- meningococcica<br />

anti-colerica<br />

cominciare una chemioprofilassi antimalarica<br />

se indicata<br />

effettuare eventuali vaccinazioni obbligatorie<br />

(febbre gialla)<br />

utilizzare abiti coprenti, soprattutto al<br />

tramonto<br />

mantenere le finestre chiuse e utilizzare zanzariere, in<br />

particolare dal tramonto all’alba<br />

evitare frutta non sbucciata, verdura cruda,<br />

bevande non sigillate, ghiaccio<br />

evitare bagni in acqua dolce<br />

lavarsi le mani accuratamente<br />

soprattutto prima dei pasti e dopo aver<br />

utilizzato i servizi igienici.<br />

preparare la farmacia da viaggio<br />

preparare creme solari e repellenti per insetti<br />

evitare contatti con animali


non sospendere la profilassi antimalarica<br />

che deve essere assunta per altre 4<br />

settimane dopo il rientro<br />

segnalare al proprio medico eventuali<br />

malattie cutanee, malattie veneree, febbre, diarrea<br />

o dimagrimento eccessivo, che potrebbero essere<br />

messi in relazione al viaggio effettuato anche<br />

parecchi mesi prima.<br />

NB: ogni tipo di febbre che compare nell’arco di 2-3 mesi dal<br />

rientro, deve far pensare in primo luogo alla malaria.<br />

Chi manifesta un episodio febbrile deve quindi<br />

recarsi in un ospedale per praticare l’esame<br />

emoscopico (è sufficiente una goccia di<br />

sangue prelevata da un polpastrello), anche se<br />

durante il viaggio ha eseguito correttamente<br />

la profilassi antimalarica.<br />

Presso il Pronto Soccorso dell’<strong>Ospedale</strong> L. <strong>Sacco</strong> è sempre<br />

presente un medico infettivologo in grado di valutare<br />

eventuali patologie contratte durante il viaggio (v. indirizzi<br />

utili).<br />

Centro di Profilassi Internazionale ASL Città di<br />

Milano Via Statuto n. 5 (Per informazioni, visite specislisti<br />

c h<br />

Tel. 02 / 8578.3853/54 Fax 02 / 290.076.30<br />

Sito internet www.asl.milano.it<br />

Per informazioni e vaccinazioni l’accesso è libero,<br />

senza prenotazione dal Lunedì al Venerdì<br />

Le vaccinazioni sono a pagamento<br />

orari: dalle ore 8,30 alle ore 12.00<br />

dalle ore 13,30 alle ore 15.00<br />

Servizio di diagnosi e cura delle Malattie Tropicali-<br />

<strong>Ospedale</strong> L. <strong>Sacco</strong>-Università di Milano Via G.B. Grassi<br />

n. 74

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