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072<br />
testo di<br />
Matteo Brogi,<br />
fotografie di<br />
Gianluigi Guiotto<br />
Nata come<br />
arma d’ordinanza<br />
dell’esercito<br />
cecoslovacco,<br />
la pistola a<br />
chiusura labile<br />
Vz. 82 è passata<br />
al mercato<br />
civile con il nome di modello<br />
83. Imponendosi come arma<br />
d’impostazione tradizionale in<br />
un segmento al momento sovraffollato<br />
di strumenti super<br />
tecnologici<br />
Sulla destra del<br />
carrello-otturatore<br />
è presente la finestra<br />
d’espulsione<br />
con l’unghia elastica<br />
dell’estrattore<br />
Ordinanza in<br />
doppio petto<br />
La Cecoslovacchia, dei vari Paesi<br />
appartenuti al Patto di Varsavia,<br />
è sempre stato uno dei più autonomi,<br />
indipendenti, quasi renitenti ad<br />
accettare le implicazioni che l’appartenenza<br />
al blocco dominato dall’Unione<br />
Sovietica comportava. Questa originalità,<br />
che porterà a fatti tristemente noti come<br />
l’epilogo della cosiddetta Primavera di<br />
Praga, permise di mantenere un’industria<br />
ben viva e diversificata nonostante l’invadenza<br />
del sistema comunista. La semiautomatica<br />
che presentiamo in questa occasione<br />
costituisce uno dei tanti esempi<br />
di rifiuto dell’omologazione sovietica che<br />
i cecoslovacchi seppero portare avanti e<br />
difendere nonostante tutto.<br />
Il rifiuto della Makarov<br />
La pistola CZ 83 affonda le proprie origini<br />
nel progetto che l’esercito cecoslovacco<br />
pianificò ad inizio anni 80 e trovò la sua<br />
realizzazione nel lancio e nella successiva<br />
adozione del modello Vz. 82 (dove Vz. sta<br />
semplicemente a indicare “Vzor”, ovvero<br />
la parola “modello” in lingua ceca); questa<br />
pistola andò a sostituire come arma<br />
Il cane e-<br />
sterno, dalla<br />
cresta ben dimensionata,<br />
agisce sulla<br />
testa del percussore,<br />
di<br />
tipo inerziale<br />
da fianco il precedente Vz. 52, in linea dal<br />
1952 e in quel trentennio prodotto in oltre<br />
200.000 esemplari. Rispetto a questo,<br />
il modello 82 presentava l’adozione di un<br />
nuovo calibro (il più moderno 9x18 mm<br />
Makarov in sostituzione del 7,62x25 mm<br />
Tokarev) e una significativa semplificazione<br />
produttiva, con la chiusura a rulli<br />
del mod. 52 sostituita da una più banale<br />
chiusura labile a massa perfettamente in<br />
grado di gestire le pressioni sviluppate<br />
dal calibro che, nel frattempo, si era imposto<br />
come standard delle forze militari<br />
d’Oltrecortina. L’esercito cecoslovacco<br />
avrebbe potuto facilmente adeguarsi<br />
alle esigenze di uniformità del Patto<br />
CZ 83 calibro .380 ACP
073<br />
La CZ modello 83<br />
in calibro .380 ACP<br />
<strong>Armi</strong> corte
074<br />
Makarov, il calibro e la pistola<br />
Le mire del modello 83 prevedono tacca e<br />
mirino non registrabili con tre punti bianchi<br />
tipo Combat; sulla parte superiore del<br />
fusto è presente una bindellina zigrinata<br />
La cartuccia 9x18 mm Makarov fu sviluppata nel 1951 per sostituire il calibro<br />
7,62x25 mm Tokarev dell’omonima pistola Tokarev TT-33, dotazione da fianco delle<br />
truppe sovietiche nel corso della Seconda guerra mondiale. Sviluppata a partire<br />
dal calibro 9 mm Ultra introdotto sul finire del conflitto dalla Germania, si poneva<br />
come alternativa più potente rispetto al 9x17 mm (9 corto) che poteva essere ancora<br />
adottato da armi a chiusura labile. Nonostante il calibro nominale di 9 mm, il 9 mm<br />
Makarov presenta un diametro della palla di 9,22 mm che ne impedisce l’impiego<br />
su armi camerate per sparare il 9 mm Nato, calibro d’ordinanza dell’Alleanza Atlantica.<br />
Questo fu espressamente voluto per evitare che la cartuccia sovietica potesse<br />
essere eventualmente impiegata dal nemico occidentale. A livello di prestazioni, il<br />
calibro Makarov presenta pressioni e velocità nettamente inferiori rispetto a quello<br />
Nato così da poter essere utilizzato anche in armi a chiusura labile. La pistola<br />
Makarov (PM, pistolet Makarova) andò a sostituire la Tokarev TT-33, assimilando<br />
molti dei principi alla base della Walther PP di cui alcuni autori la considerano una<br />
copia maggiorata. Semplice nella progettazione e ancor più nella fattura, fu usata<br />
estensivamente come arma da fianco delle truppe sovietiche e dei Paesi del Patto<br />
di Varsavia fino al 2003, anno in cui è stata sostituita come arma d’ordinanza dalla<br />
Yarygin PYa (6P35 Pistolet Yarygina). Resta tuttora molto diffusa in aree che furono<br />
d’influenza sovietica e dove si combattono guerre “povere”. Oltre che in URSS, fu<br />
prodotta (e talvolta ancora lo è) nella Repubblica Popolare Cinese da Norinco, in<br />
DDR e in Bulgaria. In particolare, gli esemplari cinesi (ribattezzati Type 59) furono<br />
realizzati in acciaio stampato e bruniti mediante l’azione di sali.<br />
Esemplari di surplus militare hanno recentemente invaso gli Stati Uniti, dove hanno<br />
trovato un ottimo mercato come arma di back up e per il porto occulto. Essendo armi<br />
prodotte a partire dal 1951 e in Stati che non esistono più, rientrano nella tipologia<br />
normata dalla Federal Firearms License type 3 (meglio conosciuta come licenza<br />
Curio&Relic); a questa categoria di armi appartengono tutte quelle prodotte da oltre<br />
50 anni (ma non le repliche) così come quelle certificate d’interesse culturale, artistico<br />
o storico. Per queste armi negli Usa è possibile ottenere una specifica licenza<br />
che facilita collezionismo e transazioni.<br />
adottando la pistola PM Makarov,<br />
ordinanza in Unione Sovietica, e la relativa<br />
cartuccia ma, confermando la propria<br />
attitudine a essere voce fuori dal coro,<br />
sviluppò tanto una pistola nuova che<br />
un’evoluzione della cartuccia (Pistolovy<br />
Naboj Vz. 82) che, pur dimensionalmente<br />
sovrapponibile al 9x18 mm, sviluppava<br />
pressioni e velocità superiori. La nuova<br />
arma, battezzata modello 82 perché in<br />
produzione da quell’anno, risulterà essere<br />
assai più raffinata (e costosa) di quella<br />
sovietica ma la surclassava, e continua a<br />
farlo, per ergonomia, precisione e potenza<br />
di fuoco (<strong>12</strong> i colpi nel caricatore standard<br />
a differenza degli 8 della Makarov).<br />
La pistola Vz. 82 darà successivamente<br />
ispirazione alla realizzazione di un’arma<br />
civile – il modello 83 di cui ci accingiamo<br />
a parlare – e, grazie alla sua modernità,<br />
riuscirà ad affacciarsi al nuovo millennio<br />
con molte carte ancora da giocare. Non è<br />
un caso, infatti, che il produttore e il suo<br />
importatore italiano continuino a proporla<br />
sul mercato nazionale.<br />
L’arrivo della 83<br />
A pochi anni dalla sua comparsa, la produzione<br />
della piccola CZ si concentra sul<br />
modello 83, che rispetto alla versione militare<br />
presenta finiture più raffinate e una<br />
maggior disponibilità di calibri: al 9x18<br />
mm, infatti, si sono affiancati il 9 mm<br />
Browning (9 corto, .380 ACP) e il 7,65<br />
La sicura, ambidestra, blocca carrello e cane<br />
armato, in quella configurazione cocked and<br />
locked d’ispirazione 1911<br />
mm Browning (.32 ACP) che strizzano<br />
l’occhio all’Occidente, all’economia di<br />
mercato e a tutti quei modelli commerciali<br />
e di sviluppo che in epoca sovietica<br />
erano avversati. Proprio questi calibri,<br />
in particolare il .380 che tanto successo<br />
CZ 83 calibro .380 ACP
075<br />
sta riscuotendo in questi anni, hanno<br />
ampliato a dismisura le potenzialità<br />
d’impiego e di diffusione del modello 83.<br />
In calibro .380 ACP è quindi l’arma che<br />
abbiamo provato; <strong>Bignami</strong>, l’importatore<br />
nazionale, la presenta comunque anche<br />
nella sua variante in 7,65 millimetri.<br />
Il vano del caricatore, in grado di ospitare <strong>12</strong> colpi nell’arma calibro 9 millimetri<br />
Ad arma smontata è evidente<br />
il sistema di chiusura<br />
labile con la canna<br />
assicurata al fusto; la<br />
molla di recupero scorre<br />
attorno alla canna<br />
stessa<br />
Canna fissa<br />
L’arma, come descritto, dispone di un<br />
sistema di chiusura labile a massa con<br />
canna fissa ancorata al fusto e molla di<br />
recupero montata attorno alla canna. Si<br />
tratta di un sistema semplice, mutuato da<br />
Walther, che consente di facilitare le operazioni<br />
produttive pur essendo più che<br />
commisurato alle pressioni in gioco sia<br />
con la cartuccia di Makarov che con quelle<br />
di Browning. La canna fissa, per di più,<br />
garantisce un’accuratezza<br />
Il modello<br />
difficile da riscontrare con<br />
83 dispone<br />
armi a chiusura geometrica<br />
e canna basculante<br />
di hold open<br />
automatico<br />
e presenta caratteristiche<br />
che lascia<br />
d’eccellenza quali la cromatura<br />
interna e rigature<br />
il carrello<br />
in apertura<br />
di tipo poligonale, in<br />
dopo l’esplosione<br />
stile Glock. Il sistema di<br />
smontaggio è molto simile<br />
a quello delle pistole<br />
dell’ultimo<br />
colpo contenuto<br />
nel<br />
Walther della serie PP, con<br />
il ponticello del grilletto<br />
caricatore<br />
che, nella sua porzione<br />
anteriore, va ad assicurare<br />
il vincolo tra fusto e<br />
carrello-otturatore.<br />
Il carrello ha la tipica conformazione<br />
chiusa delle semiautomatiche di calibro<br />
non esuberante e presenta un’unghia<br />
esterna elastica che provvede all’estrazione<br />
del bossolo dalla camera di cartuccia;<br />
l’espulsore è invece ricavato sul fusto. La<br />
percussione è affidata a un classico percussore<br />
inerziale comandato da un cane<br />
che presenta una cresta ben pronunciata<br />
e fornita di risalti utili a facilitarne presa<br />
e azionamento mediante il polpastrello<br />
del pollice.<br />
La costruzione del modello 83 prevede la<br />
scelta di blocchi d’acciaio sia per il fusto<br />
sia per il carrello, ben lavorati con macchine<br />
a controllo numerico e rifiniti in<br />
maniera ben più che dignitosa. Modeste<br />
sono solo le guancette nere, in materiale<br />
plastico, semplici anche se efficaci, che<br />
ricordano molto l’originale destinazione<br />
militare dell’arma.<br />
<strong>Armi</strong> corte
076<br />
Vista della parte inferiore del<br />
carrello; è evidente come l’arma<br />
sia ricavata dal pieno per<br />
asportazione di materiale. Le<br />
finiture sono abbastanza grossolane<br />
ma la fattura risulta comunque<br />
di buona qualità<br />
Porto cocked and locked<br />
Il sistema di scatto ricalca quello del<br />
modello 75 e prevede un’azione mista<br />
singola e doppia efficace e godibile in<br />
ogni condizione di tiro. Peculiare la dotazione<br />
di sicurezze, che in questa pistola<br />
prevede unicamente la sicura manuale<br />
al carrello (ambidestra così come il pulsante<br />
di sgancio del caricatore) che va<br />
a bloccare anche quest’ultimo; l’inserimento<br />
della sicura è possibile con il cane<br />
armato così da consentire il porto cocked<br />
and locked tipico della famiglia 1911.<br />
Una caratteristica che rende il modello<br />
83 un punto di riferimento interessante<br />
sul mercato americano. Mancano sia<br />
l’abbatticane sia la sicura al percussore e<br />
quella al caricatore, così da consentire lo<br />
sparo anche quando il contenitore non<br />
sia correttamente alloggiato nella propria<br />
sede. A questo proposito si può forse dire<br />
che questa scelta risente della maturità<br />
del progetto ma, d’altro canto, non si può<br />
negare che queste caratteristiche facilitino<br />
l’impiego operativo dell’arma.<br />
La dotazione delle mire prevede tacca e<br />
mirino tipo combat a tre punti bianchi,<br />
con la tacca inserita in un alloggiamento<br />
a coda di rondine e il mirino in una sede<br />
dove il bloccaggio dell’appendice è demandato<br />
ad una spina elastica passante.<br />
Rispetto ad armi della stessa categoria,<br />
la pistola CZ presenta almeno due punti<br />
di originalità. Anzitutto le dimensioni,<br />
che la rendono più ingombrante sia della<br />
Makarov cui in qualche modo s’ispira<br />
(11 mm la differenza in lunghezza) sia ad<br />
altre armi concorrenti per destinazione<br />
e prestazioni. Secondariamente il peso,<br />
che nel confronto con la pistola sovietica<br />
registra 70 grammi in più (un buon 10%<br />
della massa) e ben oltre se paragonato ad<br />
armi di concezione più moderna. Qui è<br />
necessario valutare con un minimo d’attenzione<br />
la destinazione della piccola CZ.<br />
Vista del ponticello, mobile, il cui azionamento<br />
consente di svincolare il carrello<br />
dal fusto; il pulsante di sgancio<br />
del caricatore è presente su entrambi<br />
i lati del fusto<br />
CZ 83 calibro .380 ACP<br />
La sicura manuale, ambidestra
077<br />
CZ modello 83 cal. .380 ACP<br />
Vista laterale destra<br />
dell’arma<br />
L’autore della prova al tiro<br />
Costruttore: CZ (Ceska Zbrojovka),<br />
www.czub.cz<br />
Importatore: <strong>Bignami</strong>, tel. 0471<br />
803.000, www.bignami.it<br />
Modello: 83<br />
Tipo: pistola semiautomatica a<br />
chiusura labile<br />
Calibro: .380 ACP<br />
Destinazione d’uso: difesa personale<br />
Caricatore: bifilare da <strong>12</strong> colpi<br />
Sistema di scatto: azione singola e<br />
doppia<br />
Percussione: cane esterno,<br />
percussore inerziale<br />
Organi di mira: mire fisse tipo Combat<br />
Sicurezze: leva manuale ambidestra<br />
Lunghezza canna: 97 mm<br />
Lunghezza totale: 172 mm<br />
Materiale del fusto: acciaio<br />
Finitura: brunitura lucida<br />
Peso: 800 g<br />
Prezzo: 561 euro<br />
Robusto dna militare<br />
Arma completamente realizzata in acciaio,<br />
il modello 83 nasce come arma militare<br />
e non si avvale degli ultimi ritrovati in<br />
termini di materiali e processi industriali,<br />
proponendosi quindi come una pistola<br />
d’impostazione piuttosto tradizionale,<br />
decisamente pesante se confrontata con<br />
altre armi della stessa categoria di calibro;<br />
la tendenza più recente, infatti, tende a<br />
privilegiare per i calibri meno potenti,<br />
quindi idonei all’impiego di chiusure di<br />
tipo labile, impostazioni completamente<br />
differenti. Si pensi, solo per esemplificare,<br />
alla Ruger LCP e alla Kahr P380, entrambe<br />
sotto i 300 grammi di peso, o alle Bersa<br />
Thunder 380, Sig Sauer P232 e 238, Taurus<br />
58, tutte semiautomatiche la cui massa si<br />
attesta attorno al mezzo chilo; è facile intuire<br />
come il modello 83 di CZ, con i suoi<br />
800 grammi, costituisca tutta un’altra categoria<br />
d’arma, categoria alla quale appartiene<br />
– tra le altre – l’italianissima Beretta<br />
modello 84 Cheetah (650 grammi circa),<br />
non a caso coeva del Vz. 82 (l’introduzione<br />
risale al 1975). Ciò premesso, ci sembra di<br />
poter dire che la CZ vada a inserirsi in un<br />
segmento di mercato attualmente poco<br />
frequentato a causa dell’estremizzazione<br />
delle richieste degli operatori: si va, infatti,<br />
in scioltezza dalle esigenze tipiche dell’impiego<br />
professionale (che privilegia armi<br />
massicce in calibri prestanti) a quelle assai<br />
più contenute di chi necessiti di un’arma<br />
di back up o da portare occultata, per cui<br />
le Ruger e le Kahr di cui si scriveva sono<br />
la quintessenza. Verrebbe quindi da dire<br />
che, essendo un’arma di calibro tutto sommato<br />
contenuto, il modello 83 sia in un<br />
certo senso fuori mercato: troppo pesante,<br />
troppo ingombrante per essere portata in<br />
contesti dove l’occultabilità conti davvero,<br />
troppo poco potente dove la dimensione<br />
non conta e quel che importa sono le<br />
prestazioni balistiche. Ciò premesso, è doveroso<br />
sottolineare come questa pistola sia<br />
estremamente godibile allo sparo, manifesti<br />
un rinculo assolutamente dominabile<br />
e consenta di ottenere rosate a 15 metri,<br />
come quella pubblicata a corredo di queste<br />
considerazioni, che non hanno nulla da invidiare<br />
ad armi full size, certamente difficili<br />
Rosata di 5 colpi ottenuta a mano libera a<br />
15 metri con munizionamento commerciale<br />
Geco con palla FMJ da 95 grani<br />
da ottenere con le più piccole realizzazioni<br />
oggi sul mercato. Da non disdegnare neanche<br />
l’autonomia, che con i suoi <strong>12</strong> colpi<br />
distanzia nettamente le due piccole di cui<br />
si è appena parlato (in entrambi i casi, 6<br />
colpi) e pure le pistole di taglia immediatamente<br />
superiore come la Sig Sauer P232 e<br />
altre, che difficilmente superano gli 8 colpi;<br />
qualcosa di meglio rescono a fare solo la<br />
Beretta 84 (13 colpi) e la Taurus 58 (ben 19<br />
colpi). Il modello 83 si presenta quindi come<br />
uno strumento atipico per la sua netta<br />
impostazione tradizionale, estremamente<br />
attuale per qualità meccaniche e balistiche<br />
di prim’ordine.<br />
<strong>Armi</strong> corte<br />
LM