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22 MOTTA VISCONTI<br />

IL BLOG DI “PUNTO DI VISTA” È PUDIVI BLOG www.pudivi.it Punto di Vista • Marzo 2010<br />

All’incontro sulla crisi promosso dai circoli locali, è stata lanciata una proposta coraggiosa che si sta diffondendo a macchia d’olio<br />

Rifondazione sposa la “Decrescita Felice”<br />

Parola d’ordine: reagire di fronte alla recessione economica attraverso un calo<br />

dei consumi. Come? Iniziando a sperimentare i Gruppi di Acquisto Solidali (GAS)<br />

L<br />

di Damiano Negri<br />

tunità di ripensamento delle<br />

logiche produttive ed economiche<br />

che condizionano la<br />

nostra società, giunte - si dice<br />

- ad un punto di “non ritorno”<br />

dal quale potrebbe generarsi<br />

qualcosa di nuovo.<br />

Reagire sì, ma come? E, soprattutto,<br />

quale formula alternativa<br />

al tanto decantato<br />

“sviluppo”, inteso come accelerazione<br />

dei consumi (del<br />

territorio, delle risorse naturali,<br />

dei combustibili fossili<br />

ecc.) possiamo proporre già<br />

da oggi senza passare per<br />

utopistici visionari o negazionisti<br />

del progresso?<br />

consiliare del<br />

Municipio di Casorate, ed è<br />

in questa occasione che il<br />

partito si è detto favorevole<br />

ai principi al Movimento per<br />

la Decrescita Felice (MDF).<br />

SI POTREBBE spiegare sinteticamente<br />

che cosa sia il<br />

teorema di fondo che sottende<br />

la Decrescita Felice andando<br />

a vedere che cos'è il<br />

suo esatto contrario, ovvero<br />

quella “crescita infelice” rappresentata<br />

dalla corsa al rialzo<br />

del Prodotto Interno Lordo<br />

che, secondo i fautori del<br />

MDF, non dimostra affatto<br />

«la correlazione tra crescita<br />

economica e benessere<br />

diffuso, anzi esistono situazioni<br />

frequenti in cui, ad un<br />

aumento del Prodotto interno<br />

lordo (PIL), si riscontra<br />

una diminuzione della qualità<br />

della vita».<br />

In sostanza, il PIL «non costituisce<br />

uno stimatore del-<br />

«Esistono situazioni<br />

frequenti in<br />

cui, ad un aumento<br />

del Prodotto interno<br />

lordo (PIL), si<br />

riscontra una<br />

diminuzione della<br />

qualità della vita»<br />

E’ PROPRIO questa la do-<br />

manda alla<br />

quale ha cercato<br />

di rispondere<br />

l'incontro<br />

promosso dai<br />

circoli di Rifondazione<br />

Comunista di<br />

Motta, Casorate<br />

e comuni<br />

limitrofi che si<br />

è svolto mercoledì<br />

3 marzo<br />

scorso, presso<br />

la Sala<br />

la crescita dei beni prodotti,<br />

ma della quantità di prodotti<br />

scambiati con il denaro».<br />

Esso non misurerebbe,<br />

pertanto, la crescita dei beni<br />

e del benessere, ma solo quella<br />

delle merci e degli scambi<br />

di tipo mercantile.<br />

CITANDO Wikipedia, «i sostenitori<br />

del MDF ritengono<br />

che vi siano casi piuttosto<br />

frequenti in cui attraverso<br />

processi di auto-consumo,<br />

di risparmio energetico<br />

e di relazioni di scambio che<br />

non transitino necessariamente<br />

per il mercato, si verifichi<br />

un incremento della<br />

qualità della vita materiale<br />

associata ad una diminuzione<br />

del PIL. Viene auspicato<br />

quindi l'aumento del<br />

benessere riducendo il PIL<br />

tramite autosufficienza e<br />

produzione<br />

in proprio.<br />

Un esempio<br />

classico è<br />

quello dell'economia<br />

contadina».<br />

DETTA CO-<br />

SÌ, la formula<br />

della decrescita<br />

felice si<br />

potrebbe osservare<br />

con<br />

diffidenza ma<br />

a parola d'ordine è “reagire”<br />

di fronte alla crisi,<br />

intesa come oppor-<br />

ciò non ha<br />

impedito al Movimento di<br />

espandersi gradualmente,<br />

rafforzarsi nella convinzione<br />

della propria fattibilità e infine<br />

costituirsi ufficialmente<br />

come associazione il 15 dicembre<br />

2007 a Rimini, segno<br />

che (probabilmente) non si<br />

tratti soltanto di un sogno di<br />

pochi.<br />

MA IL VERO cavallo di battaglia<br />

della decrescita felice,<br />

capace di smuovere anche i<br />

più scettici, è rappresentato<br />

dalla semplice esemplificazione<br />

di come certe logiche<br />

consumistiche, frutto di decenni<br />

di processi produttivi<br />

raffinatisi uno sull'altro, abbiano<br />

creato “un mostro”<br />

che ha perso di vista gli scopi<br />

primari: il soddisfacimento<br />

delle necessità primarie ad un<br />

costo equo.<br />

Volendo portare un esempio,<br />

«si fa il paragone tra un<br />

“DECRESCITA FELICE”, cosa propone:<br />

• Punta alla produzione alimentare<br />

locale a chilometri zero;<br />

• Propone la difesa dell’ambiente<br />

bloccando il consumo di territorio<br />

e dando priorità alla ristrutturazione<br />

di edifici già esistenti (con particolare<br />

attenzione all’efficienza energetica<br />

e al risparmio di risorse);<br />

• Promuove l’interscambio di relazioni<br />

all’interno della propria comunità,<br />

tassello fondamentale per ricostruire<br />

un tessuto sociale di individui che oggi<br />

non interagiscono abbastanza.<br />

• DecrescitaFase1<br />

La prima cosa da fare per<br />

“decrescere” è procurarsi il<br />

cibo nel posto più vicino al<br />

luogo di residenza: chi abita in<br />

campagna è fortunato. Procurarsi<br />

per prima cosa la frutta<br />

e la verdura a poca distanza<br />

da casa presso orti propri<br />

oppure acquistando dalle<br />

aziende agricole, consente di<br />

tagliare DA SUBITO un consumo<br />

abnorme di petrolio e<br />

rimettere DA SUBITO in movimento<br />

il commercio locale.<br />

DI FRONTE a uno scenario<br />

denso di realtà produttive che<br />

si dibattono tra mille difficoltà,<br />

cercando una via d'uscita<br />

alla crisi industriale, senza<br />

contare l'effetto recessivo a<br />

cascata su investimenti e potere<br />

d'acquisto delle famiglie,<br />

la scelta coraggiosa di puntare<br />

alla decrescita felice e<br />

all'autoproduzione certamente<br />

ha una valenza più simbolica<br />

che effettiva e come<br />

ogni ‘rivoluzione culturale’<br />

avrà bisogno di tempo per<br />

vasetto di yogurt autoprodotto,<br />

al prezzo del solo latte,<br />

ed uno di produzione industriale.<br />

Si conteggia il costo<br />

di produzione, trasporto<br />

e smaltimento finale di contenuto,<br />

contenitore ed imballaggi,<br />

ed i costi ecologici e<br />

sociali indotti, dal consumo<br />

di carburante, smaltimento e<br />

riciclaggio dei rifiuti agli<br />

aspetti sanitari ed ambientali<br />

derivati, considerando<br />

tutte le ricadute economiche<br />

collaterali».<br />

PER QUESTO MOTIVO, «il<br />

manifesto del movimento<br />

esemplifica come un normale<br />

prodotto alimentare commerciale<br />

coinvolga un giro<br />

sproporzionato di risorse,<br />

che vanno ad incidere non<br />

solo sullo stesso prodotto<br />

finale, e sul suo prezzo al<br />

consumo, ma ancora di più<br />

sull'intero sistema».<br />

DECRESCITA FELICE / 2 • Dalla decrescita ai Gruppi di Acquisto: la fase operativa<br />

Radici: «La decrescita non significa<br />

“avere di meno” ma avere di meglio»<br />

«L<br />

a decrescita felice<br />

significa incremento<br />

della<br />

qualità della vita e utilizzo<br />

razionale delle risorse».<br />

Per Gianni Radici, portavoce<br />

locale di Rifondazione,<br />

basta questo semplice concetto<br />

per introdurre l'incontro<br />

del 3 marzo“Crisi:<br />

dalle proteste, le proposte”,<br />

una soluzione per tracciare<br />

le linee guida di un futuro<br />

in cambiamento che ci riguarda<br />

e che (volenti o<br />

nolenti) comporterà una<br />

drastico cambiamento del<br />

nostro stile di vita.<br />

FRAGOLE<br />

DI STAGIONE<br />

Un chilo di fragole coltivate<br />

a Motta Visconti comprate<br />

in stagione (maggio, giugno,<br />

luglio), necessitano di<br />

0,2 litri di petrolio per la<br />

movimentazione sui mercati<br />

della provincia.<br />

FRAGOLE NON<br />

DI STAGIONE<br />

Se sono prodotte oltremare<br />

e trasportate in<br />

aereo per essere vendute<br />

in marzo, per un chilo<br />

ci vogliono 4,9 litri<br />

di petrolio (qualcosa<br />

come 25 volte di più!).<br />

rafforzarsi. «Ma è comunque<br />

una strada da tentare», ha<br />

detto Radici, «perché parlare<br />

ad esempio di "orto familiare",<br />

coltivandosi in proprio<br />

frutta e verdura, può far<br />

diminuire la domanda di<br />

questa merce nei canali ufficiali,<br />

consentendo ai cittadini<br />

di mangiare meglio e generando<br />

il ciclo virtuoso della<br />

decrescita felice».<br />

All'opposto, quali sono gli<br />

effetti negativi di una crescita<br />

spasmodica?<br />

PER QUESTO motivo, giocoforza,<br />

nell'ottica di un indirizzo<br />

più “autarchico” della<br />

società, «dove l'autosufficienza<br />

e quindi l'auto-produzione<br />

devono giocare un<br />

ruolo forte», la decrescita felice<br />

punta alla produzione alimentare<br />

locale a chilometri<br />

zero, propone la difesa dell'ambiente<br />

bloccando il consumo<br />

di territorio e dando<br />

priorità alla ristrutturazione di<br />

edifici già esistenti (con grande<br />

attenzione all'efficienza<br />

energetica e al risparmio) e<br />

promuove l'interscambio di<br />

relazioni all'interno della propria<br />

comunità, tassello fondamentale<br />

per ricostruire un<br />

tessuto sociale di individui<br />

che attualmente non interagiscono<br />

abbastanza, nel reciproco<br />

interesse.<br />

(Citazioni: Wikipedia)<br />

Lo speciale prosegue qui<br />

sotto e alla pagina di fronte<br />

Prodotti fuori<br />

stagione? MAI!<br />

«ABBIAMO un<br />

bisogno inarrestabile<br />

di risorse<br />

da trasformare<br />

in merci,<br />

consumandole con velocità<br />

maggiore di quelle che esse<br />

stesse hanno a disposizione<br />

per potersi rigenerare,<br />

oltretutto aumentando i rifiuti<br />

e buttando via sempre<br />

più in fretta quello che abbiamo»:<br />

dal punto di vista<br />

sociale procuriamo un<br />

danno a noi stessi, sottraiamo<br />

il necessario ai poveri<br />

del pianeta e impoveriamo<br />

il pianeta di risorse<br />

fondamentali.<br />

Continua a pagina 23<br />

Il sito del Movimento: www.decrescitafelice.it<br />

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