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Redazione: Diego Piovani<br />

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2012 AGOSTO/SETTEMBRE n. 7<br />

Per la nuova evangelizzazione<br />

Mons. Bettazzi: “una chiesa povera e libera”<br />

p. GABRIELE FERRARI, sx<br />

Le tentazioni insidiose<br />

Al momento dell’apertura del<br />

conc<strong>il</strong>io Vaticano II, papa Giovanni<br />

nel suo indimenticab<strong>il</strong>e<br />

discorso aveva messo sulle labbra<br />

della chiesa la parola di Pietro<br />

alla porta del tempio: “Non<br />

ho né oro né argento, ma ti do<br />

quello che ho: nel nome di Gesù<br />

Cristo Nazareno, alzati e cammina”.<br />

La chiesa al suo nascere<br />

era una chiesa povera, di poveri<br />

e per i poveri.<br />

E nel corso del conc<strong>il</strong>io la<br />

chiesa ha riscoperto questa sua<br />

caratteristica: “Come Cristo ha<br />

compiuto la redenzione attraverso<br />

la povertà e le persecuzioni,<br />

così pure la chiesa è chiamata a<br />

prendere la stessa via per comunicare<br />

agli uomini i frutti della<br />

salvezza. E quantunque per<br />

compiere la sua missione abbia<br />

bisogno di mezzi umani, essa<br />

non è costituita per cercare la<br />

gloria terrena, bensì per diffondere,<br />

anche con <strong>il</strong> suo esempio,<br />

l’um<strong>il</strong>tà e l’abnegazione”.<br />

Questo splendido testo del documento<br />

conc<strong>il</strong>iare sulla chiesa,<br />

troppo presto dimenticato, era <strong>il</strong><br />

punto di arrivo di una riflessione<br />

cresciuta nel corso del conc<strong>il</strong>io<br />

e che aveva raccolto molti consensi,<br />

grazie all’intervento di un<br />

grande padre conc<strong>il</strong>iare, <strong>il</strong> card.<br />

Lercaro, che metteva in r<strong>il</strong>ievo<br />

la necessità per la chiesa di vincere<br />

le suggestioni del potere e<br />

di combattere contro le tentazioni<br />

della società opulenta, che<br />

insidia in maniera pericolosa lo<br />

spirito e la pratica della povertà<br />

evangelica richiesta alla chiesa.<br />

foto archivio MS / Bangladesh<br />

i a m o<br />

ormai<br />

vicini alla<br />

celebrazione<br />

del<br />

sinodo<br />

dei vescovi<br />

sulla<br />

“nuova<br />

evangelizzazione”<br />

e<br />

all’apertura<br />

dell’anno della<br />

fede, che <strong>il</strong><br />

Papa ha indetto<br />

per aiutare tutti a<br />

rinsaldare quella relazione<br />

fondamentale<br />

con Dio che chiamiamo<br />

fede. La fede è la<br />

fiduciosa consegna di noi stessi<br />

a Colui che può e sa guidare la<br />

nostra vita.<br />

M<br />

S<br />

ercoledì 4 luglio, al Cern<br />

di Ginevra, è stata annunciata<br />

la rivelazione tanto<br />

attesa: la conferma del bosone<br />

di Higgs, all’interno del<br />

cosiddetto Modello Standard<br />

nella fisica teorica. Con astuzia<br />

giornalistica - esagerata<br />

- l’hanno chiamata particella<br />

di Dio. Ne aveva avuto l’intuizione<br />

lo scienziato britannico<br />

Peter Higgs, oggi ottantenne,<br />

quasi cinquant’anni fa; perciò<br />

<strong>il</strong> nome ufficiale della scoperta<br />

è particella di Higgs, che però<br />

suona male...<br />

“L’espressione «particella<br />

di Dio» - scrive <strong>il</strong> fisico Carlo<br />

Rovelli su Domenica di Il Sole<br />

24 Ore (8 luglio 2012) - è una<br />

detestab<strong>il</strong>e invenzione giornalistica.<br />

Fa orrore a tutti i fisici<br />

e anche alle persone con senso<br />

religioso. L’origine dell’espressione<br />

è un libro che <strong>il</strong> fisico Leon<br />

Lederman voleva intitolare<br />

The God-dam particle, cioè<br />

«Maledetta particella», in riferimento<br />

alla sua elusività. L’editore,<br />

con fiuto commerciale ma<br />

pochissimo buon gusto, ha tolto<br />

<strong>il</strong> dam, lasciando «The God<br />

particle», la particella di Dio:<br />

titolo senza senso, ma che attira<br />

<strong>il</strong> pubblico. Si chiama «Particella<br />

di Higgs» e non è né più<br />

Cosa ci aspettiamo?<br />

Che cosa uscirà dal sinodo dei<br />

vescovi non lo possiamo sapere.<br />

Speriamo che esso stimoli un<br />

impegno corale delle comunità<br />

cristiane per condividere con<br />

tutti la gioia di essere cristiani:<br />

sia con quelli che ancora non<br />

conoscono la speranza cristiana<br />

della Pasqua sia con quei<br />

nostri fratelli e sorelle che non<br />

la sentono più e che si sono s<strong>il</strong>enziosamente<br />

allontanati dalla<br />

chiesa.<br />

Così ci attendiamo che si ravvivi<br />

anche la coscienza missionaria<br />

del popolo di Dio e che<br />

la chiesa si rimetta coraggiosamente<br />

sulle strade del mondo<br />

per portare a tutti <strong>il</strong> vangelo del<br />

Regno, la lieta notizia cioè che<br />

Dio è all’opera in mezzo a noi e<br />

che ha vinto ogni nostra morte.<br />

SE ANCHE IL CREATORE HA IL DNA<br />

Quella “benedetta” particella di Dio...<br />

né meno figlia di Dio di tutte le<br />

altre particelle che costituiscono<br />

<strong>il</strong> mondo”.<br />

In effetti, la nuova strab<strong>il</strong>iante<br />

rivelazione - che ci permette<br />

di comprendere un po’ meglio<br />

la natura del creato - non<br />

è altro che una «particella»<br />

dell’immensa creazione di Dio,<br />

che tanto ammiriamo e che ci<br />

resta ancora tanto misteriosa.<br />

Cosa penserà <strong>il</strong> Padreterno<br />

di tutto questo nostro clamore?<br />

Lo immagino. Avrà sorriso<br />

sotto i baffi, nel suo infinito<br />

umorismo divino. “Ma sì, «particella<br />

di Dio»! E non la chiamino<br />

«maledetta». Perché l’ho<br />

inventata dall’inizio, quando<br />

ancora non esisteva niente. Ce<br />

l’avevo bene in mente quando<br />

ho fatto tutto dal nulla, secondo<br />

<strong>il</strong> mio Modello Standard.<br />

Vogliamo bene<br />

a “madre” chiesa<br />

Non ci nascondiamo che questa<br />

speranza è per molto legata alla<br />

capacità della chiesa di rinnovarsi.<br />

Non solo di rifarsi <strong>il</strong> look, come<br />

una vecchia signora che vuol<br />

essere ancora piacente, ma di rinascere,<br />

di lasciarsi nuovamente<br />

generare - come diceva Gesù a<br />

Nicodemo - dal soffio dello Spirito,<br />

dalla Parola e dalla forza del<br />

mistero che essa celebra.<br />

In questi ultimi tempi siamo<br />

stati spettatori di vicende e di<br />

fenomeni che provocano una<br />

caduta della credib<strong>il</strong>ità della<br />

chiesa e che hanno fatto dire al<br />

Papa parole molto pesanti. Non<br />

possiamo chiudere gli occhi su<br />

questi aspetti dolorosi della nostra<br />

chiesa. Essa è e continua<br />

a essere nostra “madre”: e per<br />

p. MARCELLO STORGATO, sx<br />

Poi ho messo tutto nelle mani<br />

dell’uomo e della donna.<br />

Perché anch’essi godessero nel<br />

cercare, scoprire, gustare tutto<br />

<strong>il</strong> buono che ho creato per loro.<br />

Li ho fatti a mia immagine: più<br />

scovano e meglio è... Alla fine,<br />

scoprono che <strong>il</strong> Creatore ha fatto<br />

le cose intelligentemente, a<br />

meno che abbiano pregiudizi<br />

nei miei confronti...”.<br />

Una sorta di dna di Dio? A<br />

parte la complessa realtà che<br />

la fac<strong>il</strong>e abbreviazione nasconde<br />

(Acido DesossiriboNucleico,<br />

l’acido che contiene le informazioni<br />

genetiche di ogni essere<br />

vivente), la domanda ha un<br />

senso, all’interno del Modello<br />

Standard di Dio. È un dna Trinitario,<br />

secondo la rivelazione<br />

che ci ha fatto Gesù Cristo, <strong>il</strong><br />

Verbo fatto Uomo, e che possiede<br />

anche <strong>il</strong> dna dell’essere<br />

umano.<br />

Così anche noi, oltre al dna<br />

umano e scoprib<strong>il</strong>e dagli scienziati,<br />

abbiamo un dna divino<br />

e trinitario, individuab<strong>il</strong>e solo<br />

con l’occhio della fede. Rientriamo<br />

- per dono gratuito - in<br />

quel Modello Standard che Dio<br />

ha inventato per l’umanità intera,<br />

da accogliere e vivere con<br />

felicità. Siamo davvero «particelle<br />

di Dio»!<br />

■<br />

questo noi le vogliamo bene, ci<br />

impegniamo e preghiamo perché<br />

ritrovi <strong>il</strong> volto giovane e affascinante<br />

che aveva quando è nata<br />

dalla pasqua di Gesù.<br />

Una chiesa evangelizzata<br />

Purtroppo e non solo nei secoli<br />

passati, la chiesa ha ceduto alla<br />

tentazione del potere e ha dimenticato<br />

la chiamata alla povertà<br />

evangelica. Oggi la crisi mondiale<br />

e quella che sta attraversando<br />

la chiesa richiedono con forza un<br />

ritorno alla “chiesa dei poveri”.<br />

Che senso avrebbe progettare<br />

una “nuova evangelizzazione”,<br />

se la chiesa non si lasciasse essa<br />

stessa evangelizzare dalla forza<br />

della Parola, dall’esempio del<br />

suo fondatore e dalla storia?<br />

Una chiesa ricca, potente e imponente,<br />

che cede alla tentazione<br />

del prestigio, della spettacolarità<br />

e del trionfalismo, che vuole<br />

competere con <strong>il</strong> mondo, non solo<br />

non è credib<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> mondo<br />

d’oggi, ma non può pretendere<br />

di continuare la missione di Colui<br />

che “da ricco che era si è fatto<br />

povero”. La dissonanza è troppo<br />

forte e <strong>il</strong> mondo la coglie come<br />

un’intollerab<strong>il</strong>e incoerenza.<br />

La “nuova evangelizzazione”<br />

richiede um<strong>il</strong>tà, l’um<strong>il</strong>tà di Dio.<br />

Ce l’ha ricordato uno dei pochi<br />

padri conc<strong>il</strong>iari ancora viventi,<br />

mons. Luigi Bettazzi che, alla<br />

domanda che cosa sia la “nuova<br />

evangelizzazione” ha risposto:<br />

“Una chiesa povera e libera”. ■<br />

Dedichiamo questo numero<br />

alla missione culturale dei<br />

saveriani nelle nazioni asiatiche.<br />

Nella foto, p. Sergio<br />

Targa, missionario in Bangladesh<br />

e membro del Centro<br />

Studi Asiatico.<br />

7<br />

ANNO 65°<br />

2012 agosto/settembre n.<br />

Lo spread dei sentimenti<br />

Fratel Giorgi, missionario degli “angeli negri”<br />

Sull’Italo del Mozambico<br />

Andrea Facchetti di Viadana è sacerdote<br />

Missione nelle culture dell’Asia<br />

I cinque saveriani del Centro Studi Asiatico<br />

Educare per guarire<br />

Siria: dialogo e riconc<strong>il</strong>iazione sono un’urgenza<br />

2<br />

3<br />

4/5<br />

6


2<br />

missione FAMIGLIA<br />

ccoci di nuovo a raccontarvi<br />

qualcosa della nostra<br />

vita a Laranjeiras do Sul, nel<br />

Bras<strong>il</strong>e meridionale. Siamo con<br />

i missionari saveriani p. Mario<br />

Tognali (bresciano), p. Gabriele<br />

Guarnieri (cremonese) e p. Diego<br />

Pelizzari (bergamasco). Da<br />

alcuni mesi stiamo scrivendo su<br />

questa rubrica dedicata alla “famiglia<br />

missionaria”.<br />

2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

Rimpiangendo la sanità italiana<br />

Ma le feste bras<strong>il</strong>iane sono tutta un’altra cosa! ALE & ALE ANDREOLI<br />

E<br />

MISSIONE BAMBINI<br />

FRATEL GELLO GIORGI<br />

Il missionario degli angeli negri<br />

I<br />

petenti, ma non c’è <strong>il</strong> “medico<br />

di fiducia”, e ancor meno “<strong>il</strong><br />

mio pediatra”! Se stanno male,<br />

i bambini vanno in ospedale (tipo<br />

pronto soccorso che è sempre<br />

gratuito, tranne i fine settimana),<br />

o da un medico privato. Solo<br />

che la nostra pediatra privata<br />

non ha un recapito, un cellulare,<br />

una ma<strong>il</strong>... Devo telefonare alla<br />

segretaria e prendere appuntamento.<br />

Sono già quattro giorni<br />

che aspettiamo questo benedetto<br />

appuntamento per la piccola Miriam.<br />

Sento nostalgia del nostro<br />

pediatra marchigiano…<br />

Con gli indio kaingang<br />

Alessandro - Sì, siamo alle<br />

prese con l’influenza. Dopo<br />

Francesco, sono stato io a cadere<br />

steso sul letto: tre giorni con<br />

39 di febbre. Padre Diego dice<br />

che oltre all’influenza mi sono<br />

preso una “stancata”. In effetti,<br />

<strong>il</strong> giorno prima di finire “steso”,<br />

eravamo stati al v<strong>il</strong>laggio degli<br />

indio kaingang, invitati alla festa<br />

Fratel Gello Giorgi, nato a Fratterosa<br />

(PU) <strong>il</strong> 28.8.1911 e morto<br />

a Parma <strong>il</strong> 24.6.2002<br />

POF, sx<br />

n Sierra Leone, nazione dell’Africa occidentale, le infermità<br />

sono ritenute opera degli spiriti, vendetta di streghe e stregoni,<br />

cioè del diavolo. Per risolvere <strong>il</strong> problema si va prima dal fattucchiere;<br />

poi alla fine, si va anche dal dottore. È proprio qui che<br />

lavora <strong>il</strong> missionario saveriano marchigiano fratel Gello, dottore di<br />

professione.<br />

Una malattia frequente è la lebbra. Sono soprattutto i bambini a<br />

commuoverlo: seri e tristi ma teneri, con la loro faccina invecchiata.<br />

Quando <strong>il</strong> dottore li accarezza, i loro occhietti smorti br<strong>il</strong>lano<br />

di gioia. Chissà da quanto tempo sono al lebbrosario, lontani dalla<br />

mamma... Dopo la visita al lebbrosario, fratel Gello torna al suo posto<br />

di lavoro, vicino alla scuola cattolica<br />

di Shenge. Al suo ambulatorio<br />

c’è sempre la f<strong>il</strong>a dei malati.<br />

La notte scrive: ”Al chiaro della<br />

lampada a petrolio non sono solo.<br />

Gli scarafaggi girano da padroni<br />

sopra e sotto <strong>il</strong> letto. Le formiche<br />

fanno f<strong>il</strong>a indiana fino alla scatola<br />

dello zucchero e riescono a entrarvi.<br />

Qualche ruggito nella foresta mi<br />

fa rizzare le orecchie. Vedo topi in<br />

agguato e nella grossa fessura del<br />

tetto due rondini difendono la prole<br />

che pigola”. C’è anche qualcuno<br />

che viene a disturbare; come quel<br />

pitone lungo sei metri, entrato nella<br />

capanna. Ma <strong>il</strong> buon Dio l’aveva<br />

protetto e l’intruso se ne era andato<br />

per i fatti suoi.<br />

Un giorno arriva in un v<strong>il</strong>laggio<br />

per visitare un bambino malato.<br />

Ma <strong>il</strong> bambino peggiora, e nonostante<br />

tutto se ne va. Tutti piangono<br />

e gridano per <strong>il</strong> dolore. Fratel<br />

Gello, anche lui triste, ricorda la<br />

supplica del papà africano al pittore europeo, di mettere qualche<br />

angelo negro nel quadro della Madonna: “Pittore, ti voglio parlare,<br />

mentre dipingi…” (“Angeli negri” di Fausto Leali).<br />

Racconta anche la storiella di Tambà, un suo vicino di casa che si<br />

accorge che nel suo campo sparisce tutto. Sospettando di un giovane,<br />

gli dà un sacco di legnate. Ma un mattino vede una scimmia<br />

che sta mangiando un bel mango e comincia l’inseguimento. La<br />

scimmia scappa in chiesa e Tambà dietro. Ma lei, più ag<strong>il</strong>e, riesce a<br />

raggiungere <strong>il</strong> branco delle scimmie, che si fanno un sacco di risate...<br />

alla faccia di Tambà.<br />

Dopo aver lavorato come medico in Sierra leone per molti anni,<br />

per fratel Gello arriva <strong>il</strong> giorno di lasciare l’Africa. Torna in Italia e<br />

continua <strong>il</strong> suo servizio di medico missionario, ma non dimentica<br />

mai la Sierra Leone.<br />

■<br />

missione GIOVANI<br />

Non c’è <strong>il</strong> medico di fiducia<br />

Alessandra - A luglio ci è parso<br />

di tornare a sei mesi fa, quando<br />

la nostra famiglia era - 24<br />

ore su 24 - “tutti insieme appassionatamente”:<br />

le scuole infatti<br />

erano chiuse per le vacanze...<br />

invernali. E mentre in Italia siete<br />

alle prese con “Caronte” e “Lucifero”,<br />

qui siamo con maglie di<br />

lana e combattiamo l’influenza!<br />

Abbiamo conosciuto da vicino<br />

la sanità bras<strong>il</strong>iana: naturalmente,<br />

da questo punto di vista, ci<br />

troviamo meglio in Italia! Non<br />

che qui manchino dottori comnternet,<br />

chat, social network,<br />

televisioni… Sono<br />

i mezzi principali che i giovani<br />

d’oggi usano per informarsi<br />

e comunicare tra loro. Tutti sanno<br />

tutto di tutti (così sembra!).<br />

Pensieri, opinioni, stati d’animo<br />

vengono messi in piazza e non<br />

solo in modo virtuale. Se da un<br />

lato la comunicazione corre veloce,<br />

dall’altra spesso sembra di<br />

stare dentro un “grande fratello”<br />

permanente. Anche i sentimenti<br />

sono sbandierati ai quattro venti:<br />

esternare diventa importante<br />

per essere commentati e apprezzati,<br />

per stare al centro del gioco<br />

e dell’attenzione.<br />

Non è giusto demonizzare e<br />

condannare, ma una riflessione<br />

ci sta. Esiste ancora la cura dei<br />

sentimenti? C’è spazio per coltivare<br />

rapporti veri e forti, lontano<br />

da tastiere di computer e smartphone?<br />

Questi strumenti aiutano,<br />

o nascondono insicurezze e<br />

solitudini? L’amore è ancora un<br />

modello o è diventato uno strumento<br />

“usa e getta”?<br />

Nonostante qualche ragionevole<br />

dubbio, credo che la vita<br />

reale sia molto più bella di ciò<br />

che si legge e si sente. Però la<br />

tendenza al “tutto e subito” ormai<br />

è consolidata ed è diffic<strong>il</strong>e<br />

contrastarla. L’educazione è importante,<br />

ma non risolve. Forse<br />

c’è più urgenza di testimonianze;<br />

forse bisogna che gli adulti<br />

tornino a fare… gli adulti. E sic-<br />

missione e spirito<br />

Lo spread dei sentimenti<br />

I<br />

organizzata per commemorare<br />

l’inizio della conquista sostanziale<br />

della loro terra, che in modo<br />

formale era stata riconosciuta<br />

come proprietà degli indio. Alcune<br />

settimane fa, infatti, sono<br />

iniziate a uscire le famiglie degli<br />

“occupanti <strong>il</strong>legali”.<br />

Era una giornata bellissima:<br />

senza una nuvola in cielo, sembrava<br />

primavera. Siamo arrivati<br />

al v<strong>il</strong>laggio che già gli uomini<br />

stavano cucinando <strong>il</strong> churrasco,<br />

la carne alla brace. Ma<br />

non pensate alla carbonella…<br />

Avevano scavato due fossati nel<br />

terreno, riempiti di tronchi che<br />

bruciavano e sopra - non esagero<br />

- avevano sistemato almeno<br />

500 pali (lunghi come lance) a<br />

mo’ di spiedini, ciascuno con <strong>il</strong><br />

suo pezzo di carne inf<strong>il</strong>zato che<br />

pesava minimo 2 ch<strong>il</strong>i. Roba da<br />

non credere!<br />

All’ora del pranzo, tutti in f<strong>il</strong>a,<br />

ognuno con <strong>il</strong> piatto e le posate<br />

portate da casa, pronti a prendere<br />

<strong>il</strong> proprio pezzo di carne. Poi,<br />

man mano, ognuno andava via<br />

con <strong>il</strong> suo “spiedino” che conficcava<br />

a terra, mangiando all’ombra<br />

di un albero…<br />

Anche noi abbiamo pranzato<br />

insieme al “popolo” e ci siamo<br />

fac<strong>il</strong>mente adattati. Soprattutto<br />

Miriam che, in quanto a mangiare,<br />

si è fatta una<br />

buona fama (chiedete<br />

ai missionari!);<br />

lei si trova a proprio<br />

agio soprattutto nei<br />

v<strong>il</strong>laggi.<br />

In ogni caso, la<br />

giornata è andata<br />

così: arrivo alle 9;<br />

santa Messa sotto <strong>il</strong><br />

sole; attesa del pranzo;<br />

dopo pranzo,<br />

una partita di calcio<br />

sotto <strong>il</strong> sole (non ho<br />

potuto rinunciare<br />

all’invito; aggiungo<br />

che non ho più l’età<br />

di un ragazzo…).<br />

Ed ecco che tornati<br />

a casa, mi sono ritrovato<br />

con la febbre.<br />

Insomma, mi è<br />

costata cara la festa!<br />

Anche se, devo dire,<br />

ne è valsa la pena:<br />

un bel giorno di fraternità<br />

e amicizia!<br />

La festa di fine scuola<br />

Alessandra - Proprio così: domenica<br />

scorsa Ale era “fuori gioco”:<br />

ha fatto compagnia alla nostra<br />

nazionale di calcio sconfitta<br />

dalla Spagna; giornata nera per<br />

<strong>il</strong> povero Ale! Io invece scorrazzavo<br />

i bimbi per la famosa “festa<br />

juninha”, la festa di giugno per<br />

la fine della scuola, qui particolarmente<br />

sentita. I bambini hanno<br />

danzato balli tipici e si sono<br />

divertiti tanto.<br />

Miriam era vestita st<strong>il</strong>e “cowboy”<br />

(più si scende al sud del<br />

come bisogna iniziare per primi,<br />

riporto qui una storia realmente<br />

accaduta.<br />

Una parabola d’amore. Luca<br />

e S<strong>il</strong>via si conoscono quando<br />

la maggiore età è iniziata da poco.<br />

Tra loro c’è intesa e voglia di<br />

camminare insieme. S<strong>il</strong>via lavora<br />

nella piccola azienda di famiglia<br />

ed è impegnata nel gruppo<br />

scout; Luca studia per la laurea<br />

in ingegneria. Gli anni passano e<br />

<strong>il</strong> loro amore cresce mano nella<br />

mano, bello e pieno di vita.<br />

Ma dopo la laurea di Luca la<br />

situazione si complica. Luca e<br />

S<strong>il</strong>via perdono quella luce negli<br />

occhi tipica degli innamorati;<br />

dopo sei anni di cammino, sembrano<br />

avere aspettative diverse<br />

dal proprio futuro. Si lasciano,<br />

con tutte le sofferenze che derivano<br />

da questa decisione.<br />

I contatti riprendono dopo due<br />

anni. Luca e S<strong>il</strong>via tornano a parlarsi...<br />

Entrambi hanno avuto la<br />

fortuna di trovare altre persone<br />

con cui condividere la propria vita.<br />

Luca è con Marta, S<strong>il</strong>via con<br />

Fabio, ma la simpatia reciproca<br />

INTENZIONE MISSIONARIA<br />

E PREGHIERA DEL MESE<br />

I giovani si rendano disponib<strong>il</strong>i<br />

a proclamare e testimoniare<br />

<strong>il</strong> vangelo sino agli<br />

estremi confini della terra.<br />

I politici agiscano sempre<br />

con onestà, integrità e amore<br />

alla verità.<br />

Uccelli: “La vocazione missionaria<br />

è la più nob<strong>il</strong>e<br />

e grande”.<br />

Il churrasco, lo spiedo bras<strong>il</strong>iano che gli indio kaingang<br />

hanno cucinato nel loro v<strong>il</strong>laggio<br />

Bras<strong>il</strong>e, più è forte l’influenza<br />

culturale “gaucha”, quella per<br />

intenderci del cowboy nella prateria).<br />

Francesco invece era <strong>il</strong><br />

“noivo”, ossia lo sposo protagonista<br />

della quadriglia; anche se<br />

era ancora raffreddato, non ha<br />

potuto rinunciare!<br />

A farmi compagnia è venuta<br />

anche un’amica. Così, in amicizia,<br />

la festa è stata bella anche<br />

per noi... mamme! Con affetto,<br />

auguriamo anche a voi tutti di<br />

passare le ferie in compagnia di<br />

amici e di persone amate. ■<br />

DIEGO PIOVANI - giornale@saveriani.bs.it<br />

rimane. Poi, l’imponderab<strong>il</strong>e.<br />

Luca telefona a S<strong>il</strong>via per dirle<br />

che gli è stato diagnosticato un<br />

tumore. Lei è stordita: vorrebbe<br />

raccontargli del matrimonio con<br />

Fabio e della nascita della loro<br />

bambina, Sara. I mesi scorrono;<br />

Luca sta sempre peggio. In ospedale<br />

chiede a Marta di telefonare<br />

a S<strong>il</strong>via: vuole conoscere la sua<br />

bambina.<br />

Mamma e figlia sono da Luca,<br />

mentre Marta s’unisce a lui<br />

in matrimonio tenendolo per<br />

mano nel letto d’ospedale: vuole<br />

essere la sua sposa anche se<br />

solo per poche ore. A trent’anni,<br />

Luca raggiunge <strong>il</strong> cielo e S<strong>il</strong>via<br />

su facebook scrive: “Vola, Luca,<br />

lassù nel cielo. Veglia su Marta<br />

e Sara. Sarai sempre nel mio<br />

cuore”.<br />

Luca, S<strong>il</strong>via e Marta hanno<br />

amato, sofferto e perdonato. La<br />

loro storia non è solo dolore, ma<br />

la prova che è possib<strong>il</strong>e spalancare<br />

<strong>il</strong> nostro cuore, nonostante<br />

gli sgambetti della vita, nonostante<br />

l’orgoglio e la sofferenza.<br />

Hanno amato senza voler troppo<br />

capire, senza farsi troppe domande,<br />

rinnegando la logica<br />

umana. Senza paura di esagerare,<br />

l’esempio d’amore dimostrato<br />

da questi giovani è una parabola<br />

di vangelo, vissuta nel frenetico<br />

mondo di oggi, in cui non<br />

esiste ancora uno spread per misurare<br />

i sentimenti. ■


Padre Fabio è superiore religioso<br />

di una decina di missionari<br />

saveriani che lavorano nella<br />

regione settentrionale del Mozambico.<br />

Ci racconta <strong>il</strong> viaggio<br />

in treno da Dondo e Sena. Un<br />

viaggio indimenticab<strong>il</strong>e!<br />

ompro <strong>il</strong> biglietto martedì<br />

mattina alla stazione di<br />

Dondo. Il treno parte alle ore 20<br />

e mi consigliano di arrivare cinque<br />

minuti prima. Dopo cena, p.<br />

Enrique mi accompagna in macchina<br />

alla stazione e sono lì alle<br />

19,45. Ho una borsa e una scatola<br />

di cartone con le cose da consegnare<br />

alle tre missioni del nord. Il<br />

treno arriva verso le 20,30 e alle<br />

21 tenta la partenza; dico “tenta”,<br />

perché per tre volte avanza per<br />

500 metri e poi torna indietro. La<br />

quarta volta è quella buona!<br />

I miei compagni di viaggio<br />

Viaggio nell’unica carrozza<br />

di seconda classe; le altre sono<br />

di terza; la prima non esiste. Sono<br />

in uno scompartimento con<br />

sei cuccette; gli altri passeggeri<br />

sono una ragazza con <strong>il</strong> moroso,<br />

altri due giovani e una vecchietta<br />

che viene messa nella cuccetta<br />

più alta insieme a due sacchi<br />

(probab<strong>il</strong>mente di manioca), che<br />

<strong>il</strong> capotreno aveva assolutamente<br />

proibito di far entrare nello<br />

scompartimento. La vecchietta<br />

va fino a Moatize, ultima fermata<br />

del viaggio. Rimane appollaiata<br />

2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

Viaggio sull’Italo del Mozambico<br />

Un sunto del riassunto di quanto è accaduto p. FABIO D’AGOSTINA, sx<br />

C<br />

Velocità massima: 48 Km/h<br />

Chiedo informazioni al personale<br />

delle ferrovie sulle condizioni<br />

del treno. Gent<strong>il</strong>mente mi<br />

spiegano <strong>il</strong> guasto che c’era stato<br />

e che <strong>il</strong> forte rallentamento degli<br />

ultimi ch<strong>il</strong>ometri era dovuto al<br />

fatto che c’era un tratto in leggera<br />

salita e le rotaie erano bagnalassù<br />

tutto <strong>il</strong> viaggio, scendendo<br />

due volte per andare in bagno. Io<br />

rimango in piedi fino alle 22,30;<br />

poi mi stendo in cuccetta.<br />

Qui non esiste molto <strong>il</strong> senso<br />

della privacy. Gli altri compagni<br />

di viaggio chiacchierano e<br />

riescono a trovare argomenti per<br />

conversare ore f<strong>il</strong>ate, mentre la<br />

ragazza e <strong>il</strong> moroso ascoltano<br />

musica romantica con <strong>il</strong> cellulare,<br />

che sembra avere un amplificatore<br />

degno di un concerto dei Rolling<br />

Stones e una batteria che non<br />

si <strong>scarica</strong> mai! Riesco comunque<br />

a sonnecchiare e nel dormiveglia<br />

imparo a memoria una canzone<br />

che i due riascoltano per decine e<br />

decine di volte. Alle prossime ferie<br />

in Italia ve la posso cantare...<br />

Fermate, guasti, avarie...<br />

Verso mezzanotte mi accorgo<br />

che <strong>il</strong> treno si ferma, anche per<br />

una certa agitazione che c’è in<br />

carrozza. Sento che parlano di<br />

un’avaria molto seria. Non ci<br />

faccio tanto caso perché voglio<br />

dormire. Al mattino, verso le<br />

cinque e mezza, <strong>il</strong> treno riprende<br />

la sua corsa e alle 6,15 si ferma.<br />

Guardo fuori dal finestrino<br />

e vedo la scritta della stazione:<br />

Mwanza. Dalle 21,15 della sera<br />

prima alle 6,15 avevamo percorso<br />

appena 90 ch<strong>il</strong>ometri!<br />

Il guasto della locomotiva si era<br />

verificato a Derunde, 20 ch<strong>il</strong>ometri<br />

prima, e avevano dovuto sostituirla<br />

con un’altra che era partita<br />

LAICATO SAVERIANO<br />

No’etre... in parmigiano vuol dire “noi”<br />

è possib<strong>il</strong>e vivere come fratelli e sorelle del mondo<br />

VITTORIO e MARIELE<br />

Non poteva uscire titolo migliore: “noi” non è un proposito<br />

per distinguersi, per dire nostro, mio o tuo. “Noi” è vivere<br />

in fraternità e in comunione con <strong>il</strong> mondo intero. “No’etre”<br />

esprime <strong>il</strong> centro della casa di fraternità di Parma, esperienza<br />

unica di vita in comunità, che i laici saveriani di Desio e Vicenza<br />

hanno avuto modo di conoscere l’ultima domenica di<br />

maggio, in occasione dell’incontro mens<strong>il</strong>e con i laici saveriani<br />

di Parma.<br />

I laici delle tre città hanno cominciato un percorso insieme,<br />

approfondendo alcuni temi della dottrina sociale della chiesa,<br />

secondo <strong>il</strong> programma deciso per l’anno in corso. La novità<br />

di questo percorso è stata quindi quella di coinvolgere diversi<br />

gruppi e individui che già frequentano i missionari saveriani<br />

nelle diverse città.<br />

Invitati dai coniugi Volta Paolo e Giovanna, abbiamo conosciuto<br />

meglio la loro esperienza di comunità, di cui già nelle<br />

“chiacchierate” di incontri precedenti avevamo assaporato la<br />

bellezza. Abbiamo anche avuto l’occasione di ascoltare coloro<br />

che con Paolo e Giovanna condividono gli spazi della casa<br />

in via Mentana a Parma. In particolare alcuni giovani della città,<br />

provenienti da realtà diverse e maturate nel tempo, grazie<br />

ad esperienze comunitarie e missionarie, frutto di quelle<br />

scelte piene di vita che scaturiscono dalla fede.<br />

Non è fac<strong>il</strong>e raccontare queste scelte di vita, cosa ha spinto<br />

queste persone a riunirsi in un “noi” che sa di “per sempre”:<br />

ognuno di noi custodisce la gioia della loro testimonianza.<br />

Ciò che emoziona è senz’altro l’impegno e la pulsione a vivere<br />

la città in modo diverso, nella ricerca quotidiana di incontrare<br />

gli altri.<br />

Questo ha portato, per esempio, ad accogliere una ragazza-madre<br />

africana uscita da una storia di prostituzione, con<br />

la sua bambina. Ora madre e figlia stanno vivendo una nuova<br />

vita: affermazione di un miracolo pieno di speranza.<br />

È stato bello aver incontrato questi volti, pieni di gioia e voglia<br />

di donarsi. Rimane impresso nel cuore <strong>il</strong> rapporto tra le<br />

diverse generazioni presenti nella casa, ognuno con la voglia<br />

di ascoltarsi, riconoscendo nel prossimo una nuova strada da<br />

seguire vincendo ogni falso limite.<br />

Ringraziamo <strong>il</strong> Signore di aver incontrato i coniugi saveriani<br />

Paolo e Giovanna che da una vita riescono a portare<br />

avanti e realizzare <strong>il</strong> dono di essere veri “fratelli e sorelle”<br />

del mondo.<br />

da Dondo. Solo che anche quella<br />

appena arrivata non era in eccellenti<br />

condizioni; avevano dovuto<br />

togliere dell’olio da quella guasta<br />

per metterlo nel compressore (per<br />

i freni?) della seconda.<br />

Da Mwanza si riparte bene<br />

per un tratto; poi ci si ferma di<br />

nuovo e si riparte a stento con<br />

una velocità attorno ai 10 Km/h.<br />

Meno male che arriviamo a<br />

Inhaminga (157 ch<strong>il</strong>ometri da<br />

Dondo) e sono già le 10,30. A<br />

questo punto non so che fare. Ce<br />

la farà <strong>il</strong> treno ad arrivare a Sena?<br />

Scendo per prendere un altro<br />

mezzo, continuando per strada?<br />

Ma a Inhaminga è molto diffic<strong>il</strong>e<br />

trovare mezzi di trasporto; bisogna<br />

tentare l’autostop...<br />

ANDREA FACCHETTI<br />

DI VIADANA<br />

È stato ordinato sacerdote<br />

nel santuario “San Guido Conforti”<br />

a Parma, <strong>il</strong> giovane originario<br />

di Viadana (MN) Andrea<br />

Facchetti. L’ordinazione presieduta<br />

dal vescovo di Cremona<br />

mons. Lafranconi, è avvenuta<br />

sabato pomeriggio 30 giugno;<br />

domenica 1° luglio <strong>il</strong> neo sacerdote<br />

ha celebrato la santa Messa<br />

nella chiesa parrocchiale di<br />

Viadana, affollata da famigliari<br />

e amici, soprattutto giovani.<br />

“Ho scoperto la vocazione<br />

missionaria - racconta p. Andrea<br />

- durante l’università, grazie<br />

alla meditazione della Parola<br />

di Dio e a diverse esperienze<br />

di volontariato in Bras<strong>il</strong>e.<br />

L’incontro con <strong>il</strong> vangelo e con<br />

i poveri mi ha fatto comprendere<br />

che <strong>il</strong> Signore mi chiamava<br />

a seguirlo”. All’inizio di settembre<br />

p. Andrea parte per <strong>il</strong><br />

Mozambico, la missione che ha<br />

voluto mostrare anche nel suo<br />

“ricordino” di ordinazione (vedi<br />

foto). Auguri, Andrea, e ogni<br />

tanto scrivici come va...! ■<br />

LA MISSIONE DEI SAVERIANI<br />

Nella casa saveriana di Tavernerio<br />

(Como), circondata da cedri<br />

secolari e giovani tigli, dal<br />

VITA SAVERIANA<br />

te di rugiada,<br />

motivo per <strong>il</strong><br />

quale le ruote<br />

pattinavano,<br />

scivolavano<br />

girando a<br />

vuoto; ma da<br />

Inhaminga<br />

non ci sarebbero<br />

più stati<br />

problemi!<br />

Rimango in<br />

treno sperando<br />

nella buona<br />

stella. Si riparte<br />

dopo le 11 e<br />

stavolta <strong>il</strong> treno<br />

va. Calcolo<br />

che raggiunge<br />

la velocità di<br />

48 Km/h. Le<br />

stazioni non<br />

sono molte,<br />

ma in tutte ci<br />

si ferma almeno mezz’ora, tanto<br />

per caricare e <strong>scarica</strong>re i materiali<br />

dai vagoni merce.<br />

A Magagade, ultima stazione<br />

prima di Sena, un giovane<br />

del mio scompartimento vede<br />

che c’è una macchina ferma in<br />

strada con i suoi amici, partiti da<br />

Beira al mattino. Combina con<br />

loro e mi propone se voglio fare<br />

gli ultimi ch<strong>il</strong>ometri in macchina<br />

per guadagnare una o due ore.<br />

15 al 29 luglio, si sono ritrovati<br />

37 saveriani, tre saveriane e un<br />

laico saveriano, tutti “invitati<br />

speciali” al convegno sulla missione,<br />

inclusi i 5 della direzione<br />

generale dell’istituto. Un mosaico<br />

di missionari e missionarie<br />

provenienti da paesi diversi,<br />

un segno chiaro del nuovo<br />

volto della congregazione, di<br />

come <strong>il</strong> carisma di san Guido<br />

ha trovato dimora nelle nazioni<br />

in cui i saveriani vivono per<br />

annunciare <strong>il</strong> vangelo.<br />

“L’iniziativa è in linea con<br />

la recente canonizzazione del<br />

fondatore san Guido Conforti,<br />

come risposta alla chiamata<br />

della chiesa alla nuova evangelizzazione<br />

e a celebrare l’anno<br />

della fede, nel 50° anniversario<br />

dal conc<strong>il</strong>io Vaticano II”,<br />

ha detto <strong>il</strong> superiore generale<br />

p. Rino Benzoni. L’obiettivo<br />

del convegno: “Dare nuova<br />

energia, nuove modalità, nuova<br />

creatività e carica spirituale<br />

all’audace progetto del nostro<br />

fondatore”. Così sia! ■<br />

LA SERENITà DI P. FAVARIN<br />

All’età di 66 anni, <strong>il</strong> mattino<br />

del 12 giugno 2012 è passato<br />

alla vita eterna p. Sergio Favarin,<br />

originario di S. Martino di<br />

Padre Sergio Favarin: S. Martino di<br />

Lupari (PD) - Parma (12 giugno 2012)<br />

Per p. Fabio D’Agostina <strong>il</strong> viaggio tra<br />

Dondo e Sena, in Mozambico, non è stato<br />

proprio di... “prima classe”<br />

Scendiamo insieme e mi accompagnano<br />

fino alla casa parrocchiale<br />

di Sena: sono le quattro<br />

del pomeriggio.<br />

Penso alla Tav e al nuovo treno<br />

Italo, di cui ho letto le prodezze<br />

su internet qualche giorno<br />

prima. Ma sarà vero?<br />

PS - Tranqu<strong>il</strong>li: nonostante i<br />

contrattempi, mi resta sempre<br />

tempo per fare <strong>il</strong> missionario! ■<br />

Lupari (diocesi di Treviso). Era<br />

a Parma da oltre un anno, nel<br />

ripetuto tentativo di curare un<br />

tumore progressivo. Nella sofferta<br />

malattia ha testimoniato<br />

una pazienza eroica, chiedendo<br />

ai confratelli di implorare<br />

per lui solo “<strong>il</strong> miracolo della<br />

serenità e della fiducia in Dio”.<br />

Entrato nella scuola apostolica<br />

di Vicenza a 12 anni, a<br />

18 anni è diventato saveriano<br />

e a 27 sacerdote. Andato in<br />

Burundi nel 1980, ed espulso<br />

con tutti i confratelli l’anno<br />

seguente, ha svolto la sua missione<br />

in Camerun e Ciad nella<br />

pastorale, nella formazione e<br />

come superiore dei saveriani<br />

nella regione.<br />

È sepolto a Rivalta (Torino),<br />

dove la famiglia era migrata<br />

per lavoro. Riposi nella pace. ■<br />

CHILETTI,<br />

ARDENTE MISSIONARIA<br />

Il 5 luglio,<br />

per leucemia,<br />

è improvvisamente<br />

venuta<br />

meno<br />

la sorella saveriana<br />

Anna<br />

Ch<strong>il</strong>etti,<br />

ardente ed<br />

entusiasta<br />

missionaria.<br />

Aveva fatto<br />

parte del<br />

primo gruppo<br />

di saveriane<br />

arrivate in Bras<strong>il</strong>e nel<br />

1957. Questa sua ultima foto<br />

è stata scattata durante la<br />

santa Messa vespertina di domenica<br />

1° luglio nella parrocchia<br />

“Nostra Signora Aus<strong>il</strong>iatrice”<br />

a Londrina. È stata sepolta<br />

a Jaguapità. ■<br />

3


4<br />

DUE PAESI ISLAMICI<br />

2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

L’IMPATTO CON IL BANGLADESH<br />

La dignità umana degli intoccab<strong>il</strong>i<br />

S<br />

p. SERGIO TARGA, sx<br />

ono arrivato in Bangladesh all’inizio del 1992. L’impatto<br />

è stato tremendo; non mi aspettavo una realtà del<br />

genere: povertà, mendicanti, traffico, confusione, bambini da<br />

tutte le parti, case fatiscenti… Adesso <strong>il</strong> Bangladesh non è più<br />

quello di venti anni fa; è migliorato. Ma allora...<br />

Il mio cuore è sempre con i “rishi”<br />

Dal 2000 lavoro con la popolazione rishi, i cosiddetti fuoricasta,<br />

dediti alla lavorazione della pelle e marchiati con <strong>il</strong> segno<br />

dell’intoccab<strong>il</strong>ità. Una situazione che non dovrebbe più esistere<br />

per legge, ma che continua a perdurare nella tradizione e nella<br />

mentalità della gente, soprattutto in ambito rurale.<br />

Ho trascorso sei anni a Chuknagar: una presenza nuova per i<br />

saveriani, a stretto contatto con <strong>il</strong> mondo hindu, completamente<br />

non cristiano. Il campo di lavoro era la formazione: portavamo<br />

avanti una dozzina di piccole scuole nei v<strong>il</strong>laggi rishi, seguendo<br />

lo studio dei ragazzi e la formazione dei loro genitori.<br />

Da alcuni anni vivo e lavoro nella parrocchia di Borodol, la<br />

cui popolazione proviene dal gruppo dei fuoricasta, convertita<br />

al cristianesimo fin dal 1937 per opera dei gesuiti arrivati da<br />

Calcutta.<br />

La dignità umana da ricostruire<br />

Il fulcro del mio impegno è la dignità umana. Cerco di ricostruire<br />

una dignità umana che è stata rovinata in tanti secoli di<br />

discriminazione razziale di casta. I rishi e altri gruppi “intoccab<strong>il</strong>i”<br />

sono considerati una “sottoforma” di esseri umani. E<br />

ciò ha provocato in loro complessi d’inferiorità, ferite psicologiche<br />

che devono essere sanate. Proprio a motivo di questo<br />

complesso, generalmente questa gente tende a nascondersi,<br />

non rivela la propria provenienza sociale e culturale.<br />

La mia attività prevede di ridare dignità, partendo dall’affermazione<br />

positiva della propria identità, con orgoglio e senza<br />

paura. È <strong>il</strong> primo passo per superare la memoria storica<br />

che hanno alle spalle. Dignità e identità: sono i due elementi<br />

su cui batto e che inserisco in tutte le salse... E mi sembra sia<br />

un compito appropriato anche per un missionario, perché la<br />

stessa cosa ha fatto Gesù con noi.<br />

■<br />

Padre Sergio Targa in mezzo ad alcuni fuoricasta rishi, in Bangladesh<br />

MISSIONE SAVERIANA NELLE CULTURE DELL’ASIA<br />

INDONESIA, NAZIONE IN DIALOGO<br />

è stata la scelta più adatta anche per me<br />

ono in Indonesia dal 1999. Mai avrei pensato di vivere<br />

come missionario in una nazione musulmana. La mia<br />

preferenza era per la Cina o <strong>il</strong> Vietnam..., di ispirazione buddhista.<br />

Ma ho accettato volentieri e anche adesso non ho alcun<br />

rimpianto, perché ho scoperto la bellezza di questo mondo.<br />

Credo che sia stata una scelta a me adatta.<br />

La scoperta della religione islamica sta soprattutto nella conoscenza<br />

di persone musulmane. Ci sono tante persone con<br />

cui costruire un rapporto di amicizia e di fraternità, anche se<br />

di religione diversa. C’è una fetta di umanità positiva e buona<br />

con cui si può convivere e condividere anche partendo da<br />

religioni diverse.<br />

Formare gli indonesiani alla missione<br />

Dopo una bella<br />

esperienza missionaria<br />

vissuta nelle<br />

isole Mentawai,<br />

nel 2006 sono approdato<br />

a Jakarta,<br />

una città di oltre 15<br />

m<strong>il</strong>ioni di abitanti<br />

(diffic<strong>il</strong>e calcolarli!),<br />

trafficatissima,<br />

piena di inquinamento<br />

e rumore.<br />

CONOSCIAMOLI<br />

I DUE SAVERIANI LOMBARDI SI RACCONTANO...<br />

Padre Sergio Targa, bresciano<br />

Sono di Castrezzato, un paese della provincia di Brescia. Sono entrato dai saveriani a<br />

Brescia in prima media, nel 1975. Mio “reclutatore” è stato p. Gianni Abeni, anche lui<br />

bresciano. Era passato nella nostra scuola elementare e aveva fatto vedere un f<strong>il</strong>m sulle<br />

missioni e le foto delle tigri. Così anch’io avevo pensato di voler fare <strong>il</strong> missionario, senza<br />

sapere di cosa si trattasse.<br />

Anch’io ho frequentato le scuole superiori a Cremona, <strong>il</strong> noviziato ad Ancona, gli studi<br />

di f<strong>il</strong>osofia e di teologia a Parma. Sono diventato sacerdote nel 1989. Il primo anno<br />

da sacerdote l’ho trascorso a Parma: la domenica andavo a celebrare Messa in tre piccoli<br />

paesi sugli Appennini Parmensi. Poi la partenza per <strong>il</strong> Bangladesh...<br />

Padre Matteo Rebecchi, cremonese<br />

Sono cremonese di Pizzighettone. Ho conosciuto i saveriani verso la fine del liceo in un<br />

campo di lavoro per raccogliere stracci, ferro e carta per costruire pozzi in Africa. È stato <strong>il</strong><br />

primo contatto con <strong>il</strong> mondo della missione ed è nato in me <strong>il</strong> desiderio di fare qualcosa per<br />

i poveri. Poi, pian piano, si è chiarito <strong>il</strong> desiderio che avevo: dare tutto per la missione.<br />

Ho anche capito che <strong>il</strong> vangelo va vissuto nel quotidiano; che amare i fratelli non significa<br />

soltanto occuparsi dei poveri lontani, ma anche amare concretamente le persone di<br />

casa, aiutando nei lavori domestici o stando a chiacchierare con i genitori. Sono entrato<br />

dai saveriani a 26 anni e dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1998, sono stato mandato<br />

in Indonesia. E da allora...<br />

S<br />

p. MATTEO REBECCHI, sx<br />

Padre Matteo Rebecchi, a<br />

destra, con p. Francesco<br />

Marini, partecipano a un<br />

incontro interreligioso<br />

Vivo in una comunità<br />

di formazione<br />

con trenta giovani<br />

saveriani indonesiani<br />

che si stanno<br />

preparando a diventare<br />

missionari. In questo ruolo sono chiamato ad aiutare<br />

dei fratelli indonesiani a scoprire l’ideale della missione e a<br />

prepararsi per portare Cristo a chi non lo conosce, fuori dai<br />

confini dell’Indonesia.<br />

È una responsab<strong>il</strong>ità molto forte, a cui mi sento inadeguato,<br />

ma è anche affascinante perché condivido la passione per la<br />

missione con persone che iniziano a sognarla e che la vivranno<br />

nel concreto in tante parti del mondo. È come accompagnare<br />

questi amici facendoli diventare sempre più partecipi di<br />

quell’ideale che ha appassionato me e tanti altri.<br />

La bellezza del carisma saveriano<br />

E c’è anche una novità che non mi aspettavo: la possib<strong>il</strong>ità<br />

di incontrare a Jakarta gruppi di dialogo interreligioso. Ci sono<br />

tanti gruppi aperti al dialogo, anche musulmani. È fac<strong>il</strong>e<br />

e bello vedersi per incontri più o meno formali che portano a<br />

instaurare amicizie profonde.<br />

In questo si percepisce la bellezza del carisma saveriano,<br />

cioè annunciare <strong>il</strong> vangelo ai non cristiani. Il nostro carisma<br />

ci spinge ad avvicinare queste persone per far loro percepire<br />

che anch’esse sono amate da Dio, salvate da Cristo, pur non<br />

essendone consapevoli. È un’esperienza nuova, della quale<br />

ringrazio chi mi ha dato la possib<strong>il</strong>ità di viverla. Sono sempre<br />

più convinto che in Indonesia la presenza saveriana è necessaria<br />

e ci arricchisce.<br />

Un’esperienza d’incontro<br />

Desidero raccontare un’esperienza<br />

avvenuta a Jakarta. È la dimostrazione<br />

di ciò che <strong>il</strong> vangelo opera quando<br />

viene messo in pratica.<br />

Con gli studenti saveriani avevamo<br />

programmato un incontro a cadenza<br />

mens<strong>il</strong>e con i musulmani. Un giorno<br />

abbiamo incontrato un predicatore islamico,<br />

insieme alla sua famiglia, che erano<br />

venuti a condividere con noi <strong>il</strong> digiuno<br />

islamico nel nostro tempo di quaresima.<br />

Li abbiamo ascoltati e prima di andare<br />

via la signora ci ha detto: “Stasera<br />

non abbiamo solo dialogato, non ci siamo<br />

scambiati solo idee e opinioni sulle<br />

rispettive fedi religiose. Stasera ci siamo<br />

trovati come un’unica famiglia…”.<br />

Sono rimasto colpito e mi è sembrato<br />

che quella sera si fosse realizzato<br />

ciò che san Guido Conforti sempre<br />

diceva: “Fare del mondo un’unica famiglia<br />

umana nuova”. Questi incontri<br />

ci aiutano a farci sentire fratelli gli uni<br />

con gli altri.<br />

■<br />

IL PAESE CATTOLICO<br />

FILIPPINE, NAZIONE CRISTIANA<br />

Un altro modo di vivere fede e vangelo<br />

D<br />

I<br />

opo dieci anni intensi in Messico, avrei dovuto andare in<br />

Sierra Leone. Invece i superiori, all’inizio del 2000, mi<br />

hanno destinato alle F<strong>il</strong>ippine, in Asia: tutto un altro mondo!<br />

Non è stato fac<strong>il</strong>e iniziare, studiare un’altra lingua, adattarsi<br />

a una cultura così diversa. Ma ringrazio <strong>il</strong> Signore, perché<br />

qualsiasi situazione e luogo possono essere <strong>il</strong> posto giusto per<br />

essere fedeli al vangelo e dire una parola di Gesù.<br />

Siamo nell’unico Paese cattolico dell’Asia e si respira la<br />

sfida dell’evangelizzazione asiatica. Riceviamo questa sfida<br />

con una certa apertura di mente. Vediamo la bellezza di questo<br />

incontro e crediamo che <strong>il</strong> vangelo possa dire qualcosa anche<br />

alle nazioni e alle religioni dell’Asia, cercando di essere sempre<br />

meno “straniero” e più asiatico.<br />

Una devozione quasi... fisica<br />

Le persone cercano e accolgono Dio in tanti modi diversi, per<br />

non parlare delle lingue che sono tante e aiutano a capire alcune<br />

caratteristiche della natura umana: è un arricchimento che non<br />

finisce mai. Ho notato<br />

che c’è un modo<br />

di vivere la fede<br />

molto originale (ad<br />

esempio, mettere un<br />

fazzoletto, toccare<br />

le statue dei santi...).<br />

C’è una relazione<br />

molto concreta ed<br />

esperienziale con <strong>il</strong><br />

sacro, una relazione<br />

molto affettiva,<br />

quasi fanatica.<br />

C’è un episodio<br />

concreto che mi<br />

ha fatto aprire gli<br />

occhi e mi ha portato<br />

a non giudicare,<br />

ma a lasciare<br />

che ciascun popolo<br />

faccia <strong>il</strong> suo<br />

cammino verso <strong>il</strong><br />

I CINQUE SAVERIANI DEL “CENTRO STUDI ASIATICO”<br />

l Centro Studi Asiatico (CSA) è nato in Giappone in<br />

seguito all’Esortazione post-sinodale “Ecclesia in<br />

Asia” (1999), in cui si afferma che “<strong>il</strong> dialogo è una parte<br />

essenziale della missione evangelizzatrice della chiesa; è<br />

perciò importante per la chiesa in Asia fornire modelli appropriati<br />

di dialogo”. Anche noi saveriani abbiamo iniziato<br />

a riflettere. Avevamo già <strong>il</strong> centro di Shinmeizan, però<br />

volevamo fare qualcosa di più…<br />

Nel frattempo era arrivato in Giappone p. Tiziano Tosolini,<br />

<strong>il</strong> tipo giusto al momento giusto. Dopo aver appreso<br />

<strong>il</strong> mestiere all’università dei Verbiti a Nagoia, egli ha avviato<br />

questo centro saveriano di studi, di cui è <strong>il</strong> coordinatore<br />

e l’anima. Ha lo scopo di studiare i fenomeni religiosi<br />

e sociologici, con un rappresentante per ogni nazione<br />

dell’Asia dove sono i saveriani: Bangladesh, F<strong>il</strong>ippine,<br />

Giappone, Indonesia, Taiwan-Cina; presto si unirà anche<br />

un rappresentante dalla Tha<strong>il</strong>andia, l’ultima missione<br />

aperta dai saveriani in Asia.<br />

Una volta l’anno si ritrovano, scelgono un tema, lo studiano,<br />

comunicano attraverso internet e producono una<br />

pubblicazione in inglese. Quest’anno hanno avuto <strong>il</strong> loro<br />

10° incontro e uscirà <strong>il</strong> 10° volume. L’incontro si è tenuto<br />

a Brescia perché qui c’è <strong>il</strong> Centro Saveriano d’Animazione<br />

<strong>Missionari</strong>a (CSAM), che è un centro culturale ed editoriale<br />

storico della congregazione saveriana.<br />

Inoltre, c’è la pubblicazione trimestrale dei “Quaderni<br />

del CSA”, che raccoglie articoli su tematiche importanti<br />

della missione in Asia. Le pubblicazioni sono apprezzate<br />

anche nel mondo accademico in Asia, Europa e America.<br />

Qualcosa di sim<strong>il</strong>e sta per nascere anche tra i saveriani che<br />

lavorano nelle nazioni dell’Africa.<br />

■<br />

Siamo felici di far conoscere a tutti i nostri lettori un’importante<br />

iniziativa dei saveriani nel contesto Asiatico, attraverso<br />

i volti e le voci di coloro che la portano avanti con<br />

dedizione ed entusiasmo missionario (ndr).<br />

p. EUGENIO PULCINI, sx<br />

Padre Eugenio Pulcini,<br />

con una famiglia<br />

f<strong>il</strong>ippina in<br />

vesti... natalizie<br />

p. LUIGI MENEGAZZO, sx<br />

Incontro CSA, Brescia, luglio 2012 (foto F. Raffaini)<br />

Signore con le caratteristiche e la cultura che possiede. Partecipavo<br />

agli esercizi spirituali con alcuni sacerdoti f<strong>il</strong>ippini;<br />

io ero l’unico straniero. Dopo cena, nel s<strong>il</strong>enzio della chiesa,<br />

più volte ho visto <strong>il</strong> vescovo f<strong>il</strong>ippino che pregava, seduto<br />

vicino alle statue di san Giuseppe e della Madonna: c’era una<br />

dimensione fisica nella preghiera, un qualcosa che si può notare<br />

in tante persone e manifestazioni. È un modo diverso di<br />

vivere <strong>il</strong> rapporto con <strong>il</strong> sacro, forse meno intellettuale, forse<br />

più esperienziale e più vivo.<br />

Formazione missionaria e impegno sociale<br />

In questi anni sono impegnato qui a Man<strong>il</strong>a nella formazione<br />

degli studenti saveriani di teologia, giovani di varie nazionalità.<br />

È una bella avventura perché <strong>il</strong> futuro della congregazione<br />

passa proprio da loro. Ho incontrato tanti confratelli che<br />

vogliono bene alla nostra famiglia, al nostro fondatore, alla<br />

loro vocazione. Insieme cerchiamo di crescere nell’impegno<br />

e nella convinzione che quello che abbiamo e che siamo, l’abbiamo<br />

ricevuto da Dio e da san Guido Conforti.<br />

Oltre alla formazione, mi dedico anche alla pastorale missionaria.<br />

Ho avuto la possib<strong>il</strong>ità di lavorare in uno degli slum<br />

più poveri e problematici di Quezon City. Un’esperienza<br />

molto intensa sotto tanti aspetti. Direi che mi sono un po’ divertito,<br />

dal punto di vista missionario, con attività interessanti<br />

e impegnative. Non è che sia andato tutto bene; non è stato<br />

un trionfo; ma ho dei bei ricordi con i giovani e gli adulti,<br />

con i gruppi biblici e con le cooperative di microcredito che<br />

funzionano ancora. Cercando di avere una visione non legata<br />

al business, ma alla logica evangelica, con impegno e onestà,<br />

ma anche con carità e solidarietà, è possib<strong>il</strong>e costruire insieme<br />

qualcosa di ut<strong>il</strong>e, con un senso di nuova speranza per <strong>il</strong><br />

futuro.<br />

■<br />

CONOSCIAMOLI<br />

Padre Eugenio Pulcini si racconta...<br />

Sono bergamasco e sono entrato nel seminario saveriano<br />

di Alzano Lombardo nel 1971 per frequentare le<br />

medie. Di quegli anni ho tanti bei ricordi. Poi a Cremona<br />

per le magistrali; <strong>il</strong> noviziato ad Ancona; la f<strong>il</strong>osofia e i<br />

due anni di teologia a Parma; gli ultimi anni di teologia<br />

in Messico nel 1984.<br />

Ordinato sacerdote nel 1986 a Parma, sono tornato in<br />

Messico per altri dieci anni. Sono stati anni indimenticab<strong>il</strong>i.<br />

Ho lavorato nella formazione degli aspiranti alla<br />

missione e dei giovani saveriani messicani, ma sono stati<br />

anni intensi anche dal punto di vista pastorale, con belle<br />

esperienze con le comunità di base. Ho vivo <strong>il</strong> ricordo<br />

del popolo messicano, della capacità di accoglienza e<br />

della loro fede incoraggiante.<br />

DUE PAESI “ESTREMI”<br />

INCULTURAZIONE IN GIAPPONE<br />

Sofferenza e domande sulla felicità<br />

S<br />

p. TIZIANO TOSOLINI, sx<br />

ono stato inviato in Giappone nel 1999. Ho studiato<br />

per due anni la lingua ed è sorta l’idea di inserirmi come<br />

missionario nel campo culturale, che è attività abbastanza<br />

nuova per i saveriani in missione.<br />

Ho iniziato dall’aspetto f<strong>il</strong>osofico, studiando gli scritti dei<br />

f<strong>il</strong>osofi della scuola di Kyoto che avevano una formazione<br />

buddhista, totalmente nuova per me. Perciò ho studiato a fondo<br />

<strong>il</strong> buddhismo per capire su quali radici basavano <strong>il</strong> loro ragionamento.<br />

Sembra una fatica astratta, invece poi mi è risultata<br />

molto ut<strong>il</strong>e, perché grazie a questi f<strong>il</strong>osofi sono riuscito a<br />

capire qualcosa dell’ambiente giapponese.<br />

La sofferenza è parte della vita<br />

L’ambiente giapponese è fatto di sopportazione… Soprattutto<br />

quest’anno, molti in Occidente sono rimasti colpiti dalla<br />

doc<strong>il</strong>ità con cui i giapponesi hanno vissuto la triplice tragedia<br />

del terremoto - tsunami - nucleare. Ciò ha radici nel buddhismo,<br />

per <strong>il</strong> quale la vita non è stab<strong>il</strong>e, non ricerca la felicità,<br />

ma accetta <strong>il</strong> cambiamento. È una visione di mondo che a noi<br />

dovrebbe far riflettere. L’Occidente cerca a tutti i costi la felicità<br />

come ideale primario: l’Oriente non la cerca, ma accetta<br />

la sofferenza come una condizione normale della propria vita,<br />

pur rifuggendola. Ma quando questa arriva non impreca contro<br />

alcun Dio, perché sa che la vita è così.<br />

Nella cultura giapponese c’è l’assenza di alcuni concetti che<br />

noi diamo per scontati, e questo ostacola un po’ la nostra missione:<br />

ad esempio, mancano i concetti di trascendenza, di Dio unico,<br />

di perdono, di tempo… Un Dio al di là della vita umana ai<br />

giapponesi non serve; non interessa un Dio che non è tra loro.<br />

La via asiatica del discepolo e maestro<br />

Anche quando noi cristiani diciamo che “Dio è amore”, in<br />

Giappone è<br />

un’espressione<br />

che<br />

dice poco,<br />

perché esiste<br />

sì la parola,<br />

ma<br />

non <strong>il</strong> concetto<br />

(così<br />

è anche<br />

per “libertà”).<br />

Sono<br />

scontri concettuali<br />

ed<br />

Padre Tiziano Tosolini al Centro studi<br />

asiatico di Osaka, in Giappone<br />

esistenziali.<br />

Noi missionari<br />

tentiamo<br />

di dare un annuncio che poi viene f<strong>il</strong>trato attraverso queste<br />

“mancanze culturali”.<br />

La difficoltà quindi di spiegare che “Dio ci vuole bene, che<br />

cammina accanto a noi, che ci perdona e sostiene...”, non riusciamo<br />

a superarla con le parole, ma attraverso la via asiatica<br />

del rapporto tra discepolo - maestro. Loro si fidano delle tue<br />

parole, ma vogliono vedere quanto queste parole hanno coinvolto<br />

anche la tua vita, non solo la tua intelligenza. È un annuncio<br />

vitale, a cui loro tengono molto di più.<br />

Da dove viene questa felicità?<br />

I saveriani in Giappone svolgono diverse attività. Oltre al<br />

dialogo interculturale, c’è <strong>il</strong> dialogo interreligioso conosciuto<br />

grazie al lavoro di p. Franco Sottocornola e della saveriana<br />

sr. Maria De Giorgi. Siamo impegnati nella vita pastorale delle<br />

parrocchie, ma anche nell’insegnamento (dalle scuole materne<br />

all’università).<br />

Gli as<strong>il</strong>i sono importanti perché i bambini che frequentano<br />

per la maggior parte non sono cristiani. Avere un bambino<br />

significa avere dei genitori che per la prima volta entrano<br />

in contatto con un missionario, con una chiesa, con una statua<br />

della Madonna, con una preghiera…<br />

È la sfida del futuro, perché cosa rimarrà a questi bambini<br />

dopo la scuola materna, nessuno lo sa. Ma credo rimarrà in<br />

loro <strong>il</strong> sentimento di un’atmosfera, in cui si sono trovati bene,<br />

tranqu<strong>il</strong>li e gioiosi insieme ad altri bambini. E chissà che<br />

da questa gioia non nasca la curiosità di sapere da dove viene<br />

questa felicità, e magari interrogarsi in futuro… Una felicità<br />

che noi diciamo “arriva da Dio”.<br />

Sicuramente, <strong>il</strong> Giappone è una sfida per tutti noi missionari.<br />

Noi l’abbiamo accolta e speriamo che anche altri l’accolgano<br />

dopo di noi.<br />

■<br />

2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

LA MISSIONE CINESE DI TAIWAN<br />

Una proposta promessa e realizzata<br />

S<br />

ono approdato a Taiwan nel 1997 e vivo nella comunità<br />

saveriana di Taipei. Il nostro servizio missionario è articolato<br />

un po’ in base alle capacità e agli interessi dei confratelli.<br />

Avviene molto attraverso la presenza personale, non avendo noi<br />

saveriani opere sociali come ospedali o scuole. L’opera con cui<br />

ci presentiamo è la parrocchia e cerchiamo di rendere questo<br />

ambiente sereno e fraterno. Mi dedico anche all’insegnamento<br />

teologico e biblico.<br />

La continua sorpresa dei missionari<br />

La vita in una città<br />

cinese è più frenetica<br />

di quanto lo sia in<br />

una città italiana. Ci<br />

sono sempre incontri,<br />

più o meno previsti,<br />

con persone di tutti i<br />

tipi, interessate ad apprendere<br />

e a conoscere<br />

meglio la fede che<br />

hanno abbracciato. In<br />

questo senso ci sono<br />

continue richieste di<br />

informazioni.<br />

p. FABRIZIO TOSOLINI, sx<br />

Padre Fabrizio Tosolini,<br />

con la mamma S<strong>il</strong>vana, a Taipei<br />

Anche nell’insegnare<br />

mi rendo conto<br />

quali sono le cose che<br />

agli studenti interessano<br />

di più. Hanno un approccio alla bibbia molto spirituale:<br />

non riescono a distinguere l’ora di scuola dall’ora di ritiro<br />

spirituale. Per loro leggere / studiare la bibbia e pregare sono<br />

realtà molto vicine. Noi che distinguiamo l’approccio scolastico<br />

dalla lectio divina, rimaniamo sorpresi da questo loro<br />

atteggiamento.<br />

Ci sono storie interessanti. Un giovane universitario entra in<br />

chiesa e si mette seduto a leggere i suoi libri e anche la bibbia,<br />

a metà strada tra meditazione e preghiera. Un altro signore<br />

ha bussato alle porte della chiesa mentre celebravo la Messa<br />

chiedendo: “Posso diventare cattolico?”. È un operatore ecologico<br />

del comune, una persona semplice che non suona mai <strong>il</strong><br />

campanello; lui grida dal cort<strong>il</strong>e... e bisogna rispondergli così.<br />

Ma si vede che è felice!<br />

Parlare di speranza fa bene<br />

A Taiwan c’è vera libertà religiosa: s’incontrano tutte le<br />

esperienze possib<strong>il</strong>i, c’è rispetto reciproco e nessuno critica<br />

la religione altrui. A volte sugli autobus si trova scritto a caratteri<br />

pubblicitari, “Gesù ti ama”. E non desta meraviglia. Non<br />

di rado anche i funerali avvicinano alla fede, perché sentono i<br />

cristiani parlare di speranza e questo fa bene, in un ambiente<br />

in cui la paura degli spiriti antenati rende la vita non serena...<br />

Insomma, noi missionari abbiamo la percezione di avere<br />

una proposta da fare, con al centro valori come la speranza<br />

e la libertà interiore, la fraternità e la comunione... Nel grande<br />

supermarket di offerte religiose, noi ci qualifichiamo con<br />

un’offerta precisa, capaci non solo di prometterla, ma di realizzarla.<br />

■<br />

CONOSCIAMOLI<br />

I DUE TOSOLINI SI RACCONTANO...<br />

Padre Fabrizio Tosolini, <strong>il</strong> maggiore<br />

Sono nato a Tricesimo, in Friuli, nel 1956. Conoscendo<br />

<strong>il</strong> saveriano p. Sisto Da Rold, ho pensato che forse potevo<br />

diventare missionario! Nel 1967 sono entrato nella<br />

scuola saveriana di Udine e ho seguito tutto <strong>il</strong> curriculum<br />

fino al 1981, quando sono stato ordinato sacerdote,<br />

nel 50° della morte del nostro santo fondatore.<br />

Nel 1982 sono andato a Roma per frequentare <strong>il</strong> Biblico<br />

e poi insegnare Sacra Scrittura ai teologi saveriani<br />

di Parma. Dal 1993 al ‘96 sono stato rettore dello Csam,<br />

nella nuova sede di Brescia: ambiente culturalmente<br />

ricco e stimolante anche per le nostre attività saveriane.<br />

Poi, dal 1997, a Taipei...<br />

Padre Tiziano Tosolini, <strong>il</strong> minore<br />

Sono <strong>il</strong> fratello minore di p. Fabrizio. Sono entrato<br />

dai saveriani nel 1976, anno del terremoto in Friuli: è<br />

stato un anno... movimentato, con tanti compagni che<br />

sono tornati a casa. Anch’io ho seguito tutto l’iter formativo<br />

dei saveriani, diventando sacerdote nel 1989.<br />

Poi ho insegnato f<strong>il</strong>osofia in Scozia e a Londra, dove<br />

ho anche terminato <strong>il</strong> dottorato in f<strong>il</strong>osofia. Nel 1996,<br />

per sei mesi, ho insegnato anche in Sierra Leone: c’era<br />

la guerra e gli insegnanti se n’erano andati. Con gli<br />

studenti abbiamo cercato di capire che senso avesse<br />

studiare f<strong>il</strong>osofia in tempo di guerra. È stato un tentativo<br />

di f<strong>il</strong>osofia applicata alla missione. Nel 1999 mi<br />

hanno inviato in Giappone...<br />

5


6<br />

SUD/NORD NOTIZIE<br />

Un po’ di giustizia<br />

● Argentina: condannati ex<br />

dittatori. Gli ex dittatori argentini<br />

Jorge Videla e Reynaldo Bignone<br />

sono stati condannati a 50<br />

e 15 anni di carcere con l’accusa<br />

di aver autorizzato la sistematica<br />

sottrazione di neonati, figli<br />

di desaparecidos tra <strong>il</strong> 1976<br />

e <strong>il</strong> 1983. Vittime erano le donne<br />

detenute in stato di gravidanza.<br />

Furono un migliaio i neonati<br />

sottratti ai legittimi genitori; di<br />

questi solo un centinaio hanno<br />

scoperto la verità sul loro passato.<br />

Sono stati condannati anche<br />

altri sette esponenti della giunta<br />

m<strong>il</strong>itare.<br />

● Congo RD: condannato Lubanga!<br />

“La condanna a 14 anni<br />

di carcere per Thomas Lubanga<br />

è un buon segnale della volontà<br />

di lottare contro l’impunità, ma<br />

anche una consolazione per tutte<br />

le famiglie che piangono i figli<br />

morti”. Lo ha detto <strong>il</strong> direttore<br />

dell’organizzazione congolese<br />

dei diritti umani “Voci dei senza<br />

voce”, dopo la sentenza della<br />

Corte penale internazionale.<br />

Il tribunale con sede all’Aja<br />

aveva riconosciuto <strong>il</strong> fondatore<br />

e dirigente dell’Unione dei patrioti<br />

congolesi (Upc) “colpevole<br />

di crimini di guerra”, tra cui <strong>il</strong><br />

reclutamento di bambini solda-<br />

MISSIONI NOTIZIE<br />

A voce alta!<br />

● Congo RD: un Paese in guerra.<br />

La popolazione del Nord Kivu<br />

continua a vivere al ritmo degli<br />

spari dei kalashnikov. Da alcuni<br />

mesi, si verificano violenti<br />

scontri tra l’esercito e un nuovo<br />

gruppo armato, <strong>il</strong> Movimento<br />

del 23 marzo (M23), che ha l’appoggio<br />

del regime ruandese. I<br />

vescovi congolesi più volte hanno<br />

annunciato l’avvio di una vasta<br />

campagna di sensib<strong>il</strong>izzazione<br />

in tutte le parrocchie. “Le popolazioni<br />

devono rendersi conto<br />

che <strong>il</strong> nostro paese è in guerra e<br />

la comunità internazionale deve<br />

sapere che <strong>il</strong> popolo congolese<br />

non vuole lo sgretolamento.<br />

L’integrità del territorio nazionale<br />

non è negoziab<strong>il</strong>e!”.<br />

● Burundi: tesoro da far fruttare.<br />

“L’indipendenza nazionale<br />

è un dono di Dio che sta a<br />

noi far fruttificare”. Il messaggio<br />

dei vescovi burundesi è stato<br />

letto in tutte le chiese domenica<br />

1° luglio, nel 50° anniversario<br />

dall’indipendenza del Paese.<br />

“Grazie all’indipendenza, i<br />

burundesi hanno ricevuto diversi<br />

doni: <strong>il</strong> diritto di cittadinanza<br />

e di parola, l’autonomia politica<br />

e amministrativa, la libertà organizzativa.<br />

Spesso, invece di far<br />

progredire democrazia ed economia,<br />

abbiamo messo al primo<br />

posto le etnie, la provenienza sociale<br />

e le appartenenze. Possiamo<br />

2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

Educare per guarire<br />

ti. La condanna rappresenta solo<br />

la prima tappa sul lungo percorso<br />

di giustizia per le vittime<br />

dell’Ituri.<br />

■<br />

Thomas Lubanga è stato condannato a<br />

14 anni di carcere per crimini di guerra<br />

In chiaroscuro...<br />

● Libia: un Paese unito. Il giornalista<br />

di Bengasi Farid Adly ha<br />

commentato gli sv<strong>il</strong>uppi politici<br />

in Libia. “La vittoria di Mahmoud<br />

Jibr<strong>il</strong> era prevedib<strong>il</strong>e ed è<br />

arrivata anche per motivi economici<br />

e sociali. Ora bisogna consentire<br />

al paese di entrare in una<br />

solida fase di transizione e inter-<br />

far fruttare i tesori che <strong>il</strong> Signore<br />

ci ha affidato, impegnandoci con<br />

determinazione a servire <strong>il</strong> nostro<br />

Paese”.<br />

■<br />

Novità<br />

e appuntamenti<br />

● Nuovo Segretario e Presidente.<br />

Benedetto XVI ha accolto la<br />

rinuncia presentata, per raggiunti<br />

limiti di età, da mons. Piergiuseppe<br />

Vacchelli come Segretario<br />

aggiunto della Congregazione<br />

per l’evangelizzazione dei popoli<br />

e Presidente delle Pontificie<br />

opere missionarie. Al suo posto,<br />

ha chiamato mons. Protase Rugambwa,<br />

vescovo di Kigoma, in<br />

Tanzania. A mons. Protase, 52<br />

anni, auguriamo “buon lavoro”<br />

per la missione.<br />

● Bangladesh: nuovo vescovo<br />

di Khulna. Su “L’Osservatore<br />

Romano” del 4 maggio 2012 è<br />

apparso <strong>il</strong> comunicato sulla nomina<br />

del vescovo di Khulna, in<br />

Bangladesh. Il nuovo vescovo è<br />

mons. Romen Boiragi, del clero<br />

locale, originario di Shelabunia,<br />

la missione fondata e guidata dai<br />

Invitiamo i lettori, dotati di computer e internet,<br />

a consultare la MISNA (Agenzia missionaria<br />

di informazione) per allargare la mente al mondo intero: www.misna.org<br />

Visitate anche <strong>il</strong> nostro sito www.saverianibrescia.com per leggere tutte<br />

le notizie, le testimonianze e le proposte del nostro mens<strong>il</strong>e, comprese le<br />

edizioni locali e la versione in <strong>formato</strong> pdf.<br />

Infine, segnaliamo <strong>il</strong> rinnovato sito della Direzione<br />

generale dei saveriani: www.saveriani.com<br />

pagina a cura di DIEGO PIOVANI<br />

venire su alcune questioni decisive:<br />

un’economia non più dipendente<br />

solo dal petrolio e fondata<br />

sullo sv<strong>il</strong>uppo dell’agricoltura<br />

e la realizzazione di infrastrutture”.<br />

Per Adly la vittoria di Jibr<strong>il</strong> è<br />

stata anche la vittoria delle donne.<br />

“Contro chi vent<strong>il</strong>ava l’ipotesi<br />

di introdurre la sharia, le donne<br />

hanno dato <strong>il</strong> loro contributo<br />

a mantenere la Libia lungo un<br />

solco diverso”.<br />

● Rio+20: molte parole, pochi<br />

fatti. La Conferenza sullo sv<strong>il</strong>uppo<br />

sostenib<strong>il</strong>e, denominata<br />

Rio+20 in quanto svoltasi a 20<br />

anni di distanza dal vertice della<br />

terra di Rio de Janeiro 1992,<br />

per i rappresentanti dei popoli<br />

è stato un buco nell’acqua. Il<br />

documento finale è considerato<br />

privo di doveri e senza visione<br />

del futuro, vago per non impegnare<br />

i governi sui temi sostanziali.<br />

“Nella misura in cui la crisi<br />

si aggrava, le multinazionali<br />

procedono contro i diritti dei<br />

popoli, la democrazia e la natura,<br />

sequestrando i beni comuni<br />

dell’umanità”.<br />

● Investimenti... emergenti. In<br />

Africa, gli investimenti stranieri<br />

provenienti dai paesi emergenti<br />

saveriani p. Francesco Tomaselli<br />

e p. Marino Rigon, ai margini<br />

della foresta vergine sul Golfo<br />

del Bengala. Mons. Romen,<br />

57 anni e sacerdote dal 1985, è<br />

stato consacrato vescovo nella<br />

cattedrale di Khulna <strong>il</strong> 15 giugno<br />

scorso, come terzo successore<br />

di mons. Dante Battaglierin,<br />

pioniere saveriano in Bangladesh.<br />

Nella foto mons. Romen<br />

tra p. Marino Rigon (sinistra)<br />

e p. Mimmo Pietanza.<br />

● L’Instrumentum del Sinodo.<br />

“Bisogna cercare nuovi metodi<br />

per trasmettere all’uomo contemporaneo<br />

la perenne verità di<br />

Gesù... Il rinnovato dinamismo<br />

delle comunità cristiane darà un<br />

nuovo impulso anche all’attività<br />

missionaria, urgente oggi più<br />

che mai, considerato l’alto numero<br />

di persone che non conoscono<br />

Gesù non solamente in<br />

terre lontane, ma anche nei Paesi<br />

di antica evangelizzazione”.<br />

È quanto scrive mons. Eterovic,<br />

nella prefazione allo strumento<br />

di lavoro del Sinodo dei vescovi<br />

sul tema “La nuova evangelizzazione<br />

per la trasmissione della<br />

fede cristiana”, in programma<br />

dal 7 al 28 ottobre 2012.<br />

● Per la salvaguardia del creato.<br />

Si celebra <strong>il</strong> 1° settembre 2012<br />

la settima Giornata per la salva-<br />

<strong>il</strong> mondo in casa<br />

Alcuni ragazzi che vivono negli slum vicino alla ferrovia a Dhaka, in Bangladesh;<br />

sono 250 m<strong>il</strong>ioni i “bambini di strada” in tutto <strong>il</strong> mondo (foto di A. Suhud)<br />

● Cina: catechisti a 80 anni!<br />

Grazie all’impegno missionario<br />

del parroco don Zhang Tian<br />

Lu e dei fedeli della parrocchia<br />

di Yong Ning, dedicata al Sacro<br />

Cuore, che si trova alla perifehanno<br />

superato quelli delle potenze<br />

tradizionali dell’Europa e<br />

del Nord America. Se si considerano<br />

i “nuovi progetti” a guidare<br />

la classifica sono Cina, India,<br />

Sudafrica, Corea del Sud e Isole<br />

Mauritius. Una crescita economica<br />

più forte, l’attuazione di<br />

riforme e un aumento dei prezzi<br />

delle materie prime esportate<br />

potrebbero spingere gli investimenti<br />

stranieri fino a 100 m<strong>il</strong>iardi<br />

di dollari entro <strong>il</strong> 2014.<br />

Ne hanno beneficiato anche<br />

Ghana e Mozambico, dove è cominciata<br />

l’estrazione di greggio<br />

e sono stati scoperti importanti<br />

giacimenti di idrocarburi.<br />

MESSAGGIO DALLE CHIESE<br />

“DIALOGO E RICONCILIAZIONE<br />

Sono UN’URGENZA”<br />

GREGORIO III LAHAM<br />

Gregorio III Laham, Patriarca dei greco-melkiti di Damasco, ha lanciato<br />

un appello nel mezzo di una crisi infinita.<br />

I siriani, grazie alla loro lunga storia, possono risolvere questa crisi pericolosa<br />

aiutandosi a vicenda, attraverso l’amore e <strong>il</strong> perdono. Lanciamo un<br />

appello urgente per <strong>il</strong> dialogo, la riconc<strong>il</strong>iazione, la pace: questa è una delle<br />

lingue più rare, che molti non vogliono ascoltare. Noi cristiani, ai quali è<br />

stato affidato <strong>il</strong> vangelo della pace, ci sentiamo chiamati a promuoverla.
<br />

I pericoli maggiori in Siria oggi sono l’anarchia, la mancanza di sicurezza<br />

e l’afflusso massiccio di armi e denaro da molte parti che indebolisce<br />

anche la voce della moderazione. La violenza genera violenza e<br />

raggiunge tutti i cittadini, senza distinzione di razza, religione o colore<br />

politico. In tale contesto, i cristiani vivono gli stessi pericoli, ma sono<br />

l’anello più debole. Indifesi, sono i più vulnerab<strong>il</strong>i allo sfruttamento,<br />

all’estorsione, al sequestro di persona, agli abusi. Pur non essendoci<br />

alcun conflitto tra cristiani e musulmani, i cristiani sono tra le vittime<br />

del caos e della mancanza di sicurezza.
<br />

La chiesa chiede riforme, libertà, democrazia, lotta contro la corruzione,<br />

sostegno allo sv<strong>il</strong>uppo, libertà di parola. La chiesa, ha sempre rifuggito<br />

<strong>il</strong> settarismo, evitando di schierarsi e puntando ai valori etici ed<br />

evangelici, ma abbiamo bisogno del sostegno del Papa e ci auguriamo<br />

che la sua visita in Libano sia d’aiuto alla Siria, perché <strong>il</strong> conflitto possa<br />

cessare e <strong>il</strong> paese rifiorire.<br />

guardia del creato che quest’anno<br />

ha come titolo: “Educare alla<br />

custodia del creato per sanare le<br />

ferite della terra”. All’inizio del<br />

messaggio, si legge: “Celebrare<br />

questa Giornata significa rendere<br />

grazie al Creatore di vivere su<br />

una terra feconda e meravigliosa,<br />

senza dimenticare le ferite<br />

che possono essere guarite solo<br />

da coscienze animate dalla giustizia<br />

e da mani solidali. L’amore<br />

che sgorga dal cuore di Dio si<br />

manifesta nella bellezza del creato,<br />

a noi affidato come dono e responsab<strong>il</strong>ità”.<br />

■<br />

Una storia speciale<br />

● Bangladesh: bambini in strada.<br />

In tutto <strong>il</strong> mondo sono 250<br />

m<strong>il</strong>ioni i “bambini di strada”: totalmente<br />

emarginati vivono, lavorano<br />

e dormono in strada. Secondo<br />

l’organizzazione spagnola<br />

Plan, in Bangladesh sono circa<br />

700m<strong>il</strong>a e si prevede che entro<br />

<strong>il</strong> 2014 saranno più di un m<strong>il</strong>ione.<br />

A Dhaka, l’80% dei minori<br />

è maschio, tuttavia la situazione<br />

è particolarmente grave per le<br />

bambine, che subiscono la pressione<br />

della prostituzione. Anche<br />

i missionari saveriani, con p. Tobanelli<br />

ad esempio, sono impegnati<br />

nell’assistenza e nel recupero<br />

a una vita più dignitosa. ■<br />

ria di Pechino, <strong>il</strong> 5 luglio 26 catecumeni<br />

di un v<strong>il</strong>laggio sperduto<br />

della zona sono stati battezzati.<br />

I loro principali catechisti sono<br />

stati una coppia di ottantenni,<br />

battezzati nell’agosto dell’anno<br />

scorso. Il loro commento per<br />

l’evento è stato: “Noi siamo<br />

semplici contadini, quindi siamo<br />

convinti che non è merito nostro,<br />

ma dello Spirito Santo”.<br />

Da quando è arrivato nella parrocchia,<br />

<strong>il</strong> parroco don Zhang invita<br />

sempre decine di fedeli laici<br />

a partecipare alla comunità<br />

ecclesiale di base, ogni giovedì,<br />

per condividere la Sacra Scrittura<br />

e <strong>il</strong> catechismo. L’ultimo giovedì<br />

del mese celebra anche la<br />

Messa. La situazione locale è<br />

complicata dalla diffusione di<br />

una setta protestante, ma i cattolici<br />

si sono guadagnati <strong>il</strong> rispetto<br />

della gente e anche delle autorità<br />

locali cinesi.<br />


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

lettera dal direttore<br />

p. Marcello Storgato<br />

MISSIONARI SAVERIANI<br />

Via Piamarta 9 - 25121 Brescia<br />

E-Ma<strong>il</strong>: giornale@saveriani.bs.it<br />

Pagina web: saveriani.bs.it/missionari_giornale<br />

Cari lettori e lettrici,<br />

siamo già al numero di agosto / settembre; un numero unico<br />

per i due mesi (come è stato anche per i mesi di giugno / luglio), che<br />

ha portato questo nostro mens<strong>il</strong>e da undici a dieci numeri annuali. Abbiamo<br />

fatto questa scelta di riduzione a malincuore, sapendo quanto<br />

sia atteso “<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>” nelle vostre case.<br />

Qui sotto, come vuole la legge italiana, pubblichiamo <strong>il</strong> sommario<br />

del “b<strong>il</strong>ancio d’esercizio” per l’anno 2011. Non è di fac<strong>il</strong>e lettura. Soprattutto<br />

non rende ragione di tutte le attività dello Csam (Centro Saveriano<br />

d’Animazione <strong>Missionari</strong>a) di Brescia; in particolare: le tre riviste<br />

mens<strong>il</strong>i “<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>”, “Missione Oggi”, “Cem Mondialità”,<br />

lo studio “Videomission”, la Libreria dei popoli, e l’ufficio amministrativo<br />

della cooperativa.<br />

Purtroppo, anche <strong>il</strong> 2011 si è chiuso con un passivo consistente. E<br />

questo, nonostante la grande generosità vostra, cari amici lettori, di cui<br />

vi ringraziamo immensamente e che vi preghiamo di continuare, procurando<br />

anche nuovi amici e amiche.<br />

Con riconoscenza,<br />

p. Marcello, sx<br />

IL BILANCIO<br />

C.S.A.M R.e.a. 33471 Albo cooperativa A<br />

100377 B<strong>il</strong>ancio d’esercizio al 31.12.2011<br />

in forma abbr. ex art. 2435 bis C.C.<br />

Stato Patrimoniale<br />

ATTIVO 31.12.2011 31.12.2010<br />

B) IMMOBILIZZAZIONI:<br />

I. immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali 33.167 33.167<br />

meno fondi di ammortamento 33.167 33.167<br />

II. immob<strong>il</strong>izzazioni materiali 673.261 668.544<br />

meno fondi di ammortamento 651.055 638.553<br />

immob<strong>il</strong>izzaz. materiali nette 22.205 29.991<br />

III. immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie 5.165 5.165<br />

TOTALE B) 27.370 35.155<br />

C) ATTIVO CIRCOLANTE:<br />

I. rimanenze 424.232 615.315<br />

II. crediti 272.278 377.615<br />

IV. disponib<strong>il</strong>ità liquide 139.757 168.013<br />

TOTALE C) 836.267 1.160.943<br />

D) RATEI E RISCONTI ATTIVI 1.275 650<br />

TOTALE PATRIMONIALE ATTIVO 864.912 1.196.748<br />

PASSIVO 31.12.2011 31.12.2010<br />

A) PATRIMONIO NETTO:<br />

I. capitale sociale 216.325 216.325<br />

IV. riserva legale 51.320 265.400<br />

VII. altre riserve 130.000 0<br />

X: ut<strong>il</strong>e (perdita) dell'esercizio -383.897 -214.080<br />

TOTALE A) 13.748 267.645<br />

B) FONDI PER RISCHI ED ONERI 31.585 65.088<br />

C) TFR LAVORO SUBORDINATO 142.650 125.897<br />

D) DEBITI 667.088 728.445<br />

di cui esigib<strong>il</strong>i oltre l'esercizio successivo 426.595 426.595<br />

E) RATEI E RISCONTI PASSIVI 9.842 9.673<br />

TOTALE PATRIMONIALE PASSIVO 864.912 1.196.748<br />

Conto Economico 31.12.2011 31.12.2010<br />

A) VALORE DELLA PRODUZIONE:<br />

1. RICAVI VENDITE PRESTAZIONI 952.748 1.062.115<br />

5. ALTRI RICAVI E PROVENTI 142.650 178.118<br />

TOTALE A) 1.095.398 1.240.233<br />

B) COSTI DELLA PRODUZIONE:<br />

6. MATERIE PRIME, CONSUMO, MERCI 227.150 455.706<br />

7. PER SERVIZI 639.318 705.812<br />

8. PER GODIMENTO BENI DI TERZI 13.672 11.024<br />

9. PER IL PERSONALE 334.115 359.970<br />

9a) stipendi 250.655 276.617<br />

9b) oneri sociali 51.904 54.334<br />

9c) trattamento di fine rapporto 18.701 16.649<br />

9e) altri costi 12.855 12.370<br />

10. AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI 12.502 16.054<br />

10a) ammortamen. immob<strong>il</strong>izz. immateriali 0 2.760<br />

10b) ammortam. immob<strong>il</strong>izz. materiali 12.502 13.294<br />

11. VAR.. RIMAN. MAT. PRIME, SUSS., CONSUMO E MERCI 191.083 -147.234<br />

12. ACCANTONAMENTI PER RISCHI 10.000 0<br />

14. ONERI DIVERSI DI GESTIONE 49.492 48.294<br />

TOTALE B) 1.477.332 1.449.626<br />

DIFFER TRA VALORE E COSTI PRODUZ (A-B) -381.934 -209.393<br />

C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI:<br />

16. ALTRI PROVENTI FINANZIARI 331 241<br />

16d) proventi finanz. diversi dai precedenti 331 241<br />

17. INTERESSI PASSIVI E ALTRI ONERI FINANZ. 2.293 2.119<br />

TOTALE C) (15+16-17) -1.963 -1.878<br />

E) PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI:<br />

20. PROVENTI 0 51<br />

21. ONERI 0 32<br />

TOTALE E) (20-21) 0 19<br />

RISULTATO PRIMA IMPOSTE (A-B+/-C+/-D+/-E) -383.897 -211.252<br />

22. IMPOSTE SUL REDDITO DELL'ESERCIZIO 2.828<br />

23. UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO -383.897 -214.080<br />

solidarietÀ<br />

DIALOGO E SOLIDARIETÀ<br />

I MISSIONARI SCRIVONO<br />

Quando un missionario malato chiede <strong>il</strong> “miracolo”<br />

È la lettera confidenziale, che p. Sergio ha voluto scrivere ai confratelli<br />

saveriani <strong>il</strong> 16 gennaio scorso sulla sua situazione di salute: come un<br />

“testamento” fisico-spirituale, prima della morte (12 giugno 2012).<br />

Carissimi, ecco le ultimissime. Questo è <strong>il</strong> risultato dell’incontro con<br />

<strong>il</strong> dottore che mi segue: “Dobbiamo ricominciare!”. Io con le chemio;<br />

voi con la preghiera! Continuerò a mettere la mia fiducia in Dio e nella<br />

medicina, nonostante l’insuccesso del primo tentativo.<br />

La spiegazione è questa: le cellule situate più in profondità nel mediastino<br />

non sono state toccate dalla radio. Il male è ripartito presto, appena<br />

20 giorni dalla fine delle radio. Ora si prevede un turno di tre chemio<br />

ogni tre settimane con altri farmaci, da somministrare in tre giorni.<br />

Conclusione: le prospettive di guarigione sono piuttosto grigie.<br />

Il primo miracolo da chiedere è la serenità e la fiducia in<br />

Dio, che non mi sono mai mancate in questi mesi. Il sogno di<br />

tornare in missione lo metto nel cassetto; ci spero sempre,<br />

ma solo Dio sa quando.<br />

Per <strong>il</strong> resto, ripeto quanto crediamo: “Sia che viviamo sia<br />

che moriamo, apparteniamo al Signore!” (Rm 14,8). E ripeto una strofa del salmo 41: “Perché<br />

ti rattristi anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza<br />

del mio volto e mio Dio”. Saluti cari e m<strong>il</strong>le grazie per la preghiera e l’affetto.<br />

p. Sergio Favarin, sx - Parma<br />

Un buon consiglio dal santuario “San Conforti”!<br />

Carissimi, diceva bene Paul Claudel, “che <strong>il</strong> solo modo per sfuggire la giustizia è darsi in braccio alla misericordia”.<br />

Questa impedisce che della religione appaia soltanto <strong>il</strong> duro guscio di norme negative ed esteriori. Chi<br />

non sa insegnare se non questo, senza palesare <strong>il</strong> contenuto d’amore e di misericordia, è come colui che si appropria<br />

delle chiavi della scienza di Dio senza penetrarvi, e ne impedisce l’ingresso anche ad altri (cf Lc 11,52).<br />

Ho scritto questo pensiero per esprimere la mia gioia nel vedervi entrare nel confessionale così spesso.<br />

Proprio vero è che “chi si confessa bene, si confessa spesso”. Arrivederci!<br />

p. Giuseppe Viotti, sx - Santuario Conforti, Parma<br />

PS - padre Viotti è uno dei confessori stab<strong>il</strong>i in santuario, sempre a disposizione dei devoti fedeli.<br />

Bangkok: la casa per i saveriani, presa in affitto<br />

Cari amici, a luglio non siamo andati a scuola di lingua tha<strong>il</strong>andese: p.<br />

Thierry e io ci siamo presi un mese di “vacanza”. Avevamo la prima e<br />

l’ultima settimana del mese occupate da un corso sul buddhismo (tenuto<br />

dalla saveriana Maria De Giorgi, venuta dal Giappone) e dagli esercizi<br />

spirituali. Così siamo stati costretti (?) a marinare la scuola. Non a malincuore,<br />

perché stavo... scoppiando.<br />

All’inizio di giugno ci siamo trasferiti nella casa che abbiamo preso in<br />

affitto. Dalla foto potete farvi un’idea. La cucina è all’esterno, dietro casa,<br />

come si usa in Tha<strong>il</strong>andia. Nella casetta di fianco ci sono due stanzette<br />

e un bagno, che riserviamo agli ospiti, quando arriveranno.<br />

Le saveriane ci hanno fatto conoscere una brava signora che ha accettato<br />

di venire a cucinare e fare le pulizie. Il suo lavoro è prezioso, perché<br />

ci permette di concentrarci sullo studio senza perderci in altre cose.<br />

Siamo anche... in rete e la connessione funziona bene. Perciò nei fine settimana mi trovate su Skype per<br />

qualche ora del pomeriggio (dalle 3 alle 5, ora italiana), all’indirizzo “matiaparma”. Vi ricordo<br />

ogni giorno nella preghiera e aspetto qualche vostra notizia. Con affetto,<br />

p. Giovanni Matteazzi, sx - Bangkok, Tha<strong>il</strong>andia (matia_sx@yahoo.it)<br />

FILIPPINE: MICRO PRESTITI DI SVILUPPO<br />

“Sitio M<strong>il</strong>itar” è un quartiere della Grande Man<strong>il</strong>a, abitato<br />

da oltre 10m<strong>il</strong>a persone molto povere. I missionari<br />

saveriani vi lavorano da 13 anni, dedicandosi alla pastorale<br />

e al miglioramento delle condizioni di vita, secondo<br />

lo spirito del vangelo.<br />

A Natale del 2004, p. Eugenio Pulcini ha lanciato <strong>il</strong> progetto<br />

di solidarietà “Sagip-kapwa - Salva prossimo”, per<br />

aiutare le famiglie povere ad avviare piccole attività che<br />

possano garantire una minima sicurezza alle famiglie.<br />

Questo avviene attraverso un fondo per micro-crediti,<br />

che possono arrivare fino a 25 euro, da restituire in 100<br />

giorni. In questi anni 375 famiglie hanno usufruito beneficamente<br />

di questo fondo, restituendo fedelmente la<br />

somma ricevuta e mettendo a deposito un piccolo risparmio<br />

giornaliero per garantire <strong>il</strong> futuro. Anche i bambini<br />

sono coinvolti in piccoli risparmi, che educano alla responsab<strong>il</strong>ità<br />

famigliare.<br />

I saveriani aiutano anche gli studenti poveri ad affrontare<br />

le spese per la scuola (libri e rette). L’educazione è <strong>il</strong> miglior<br />

contributo alla speranza per le nuove generazioni.<br />

P. Eugenio Pulcini, p. Giacomo Rigali e p. Yohanes Purnomo<br />

chiedono agli amici lettori un contributo di 15m<strong>il</strong>a<br />

euro, per consolidare <strong>il</strong> fondo di micro-credito e <strong>il</strong> fondo<br />

studenti del progetto “Salva prossimo”, e ringraziano<br />

per la vostra generosità.<br />

Le volontarie del progetto “Salva prossimo” al “Sitio M<strong>il</strong>itar” di Man<strong>il</strong>a,<br />

iniziato e curato da p. Eugenio Pulcini, con p. Yohanes<br />

Padre Sergio Favarin, al centro, sulle tombe<br />

dei martiri saveriani in Burundi<br />

piccoli progetti<br />

7/2012 - FILIPPINE<br />

Micro prestiti per lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

I missionari saveriani che lavorano al “Sitio<br />

M<strong>il</strong>itar”, uno dei quartieri più poveri di Man<strong>il</strong>a,<br />

chiedono un contributo per consolidare e<br />

rafforzare <strong>il</strong> fondo per micro prestiti alle famiglie<br />

e per l’istruzione scolastica dei bambini,<br />

per un futuro più dignitoso, per 15.000 euro.<br />

• Responsab<strong>il</strong>i del progetto sono p. Eugenio<br />

Pulcini, p. Giacomo Rigali e p. Yoanes<br />

Purnomo.<br />

6/2012 - BURUNDI<br />

Nuovo tetto a Gisanze<br />

La casa dei missionari a Gisanze (Burundi),<br />

costruita 75 anni fa, è in pericolo per l’attacco<br />

di termiti. Il vescovo ha sostituito i mattoni<br />

crudi di muri e pareti. Ora chiede un aiuto<br />

per soffitto e tetto in lamiere, per un costo di<br />

10.000 euro. Ogni contributo è benvenuto.<br />

• Responsab<strong>il</strong>i del progetto sono p. Modesto<br />

Todeschi (superiore), mons. Joachim,<br />

abbé Rwasa.<br />

Chi desidera partecipare alla realizzazione di<br />

questi progetti, può ut<strong>il</strong>izzare l’accluso Conto corrente<br />

postale, oppure può inviare l’offerta su C/c.p.<br />

o bonifico direttamente a:<br />

“Associazione <strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong> Onlus”<br />

Viale S. Martino 8 - 43123 PARMA<br />

C/c 1004361281 (Cod. fiscale 92166010345)<br />

IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281<br />

Si prega di specificare l’intenzione e <strong>il</strong> numero<br />

di Progetto. Grazie.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

ALZANO<br />

24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4<br />

Tel. 035 513343 - Fax 035 511210<br />

E-ma<strong>il</strong>: saveriani.bg@tin.it - C/c. postale 233247<br />

8<br />

Un cammino di fede in allegria<br />

Pellegrinaggio al santuario “Conforti” di Parma ANNA FLAMMINIO<br />

S<br />

abato 2 giugno siamo<br />

partiti da Alzano per <strong>il</strong><br />

pellegrinaggio a Parma. Sul<br />

pullman p. Nello Berton è stato<br />

l’animatore del gruppo; abbiamo<br />

recitato <strong>il</strong> santo Rosario e in seguito<br />

abbiamo seguito un video<br />

sulla vita e l’opera di san Guido<br />

Conforti. Ovviamente, non<br />

sono mancati i canti religiosi, i<br />

più belli del nostro repertorio,<br />

quelli che ci accompagnano nel<br />

percorso di fede da quando eravamo<br />

fanciulli.<br />

Alle radici della fede<br />

L’atmosfera di allegria e di fede<br />

aleggiava sul cammino, fino<br />

alla casa madre dei saveriani,<br />

dove siamo stati accolti da p. Ermanno<br />

Ferro, rettore del santuario<br />

e archivista delle “Memorie<br />

Confortiane”.<br />

Pellegrinaggio al santuario “Conforti” di Parma / 2<br />

I<br />

l pellegrinaggio a Parma<br />

con i missionari è diventato<br />

un ritorno alle radici del<br />

mio personale rapporto con Dio.<br />

Santa Teresa, san Guido e <strong>il</strong> Crocifisso<br />

hanno donato nuova linfa<br />

alla mia fede, per riportarmi<br />

indietro nel tempo e inviarmi un<br />

messaggio semplice: “Torna ad<br />

amare Gesù, a pregare la Madonna,<br />

affidandoti a loro come<br />

eri solita fare da bambina”. In<br />

questo luogo ho sentito l’incanto,<br />

la semplicità, <strong>il</strong> desiderio di<br />

consolidare la fede attraverso la<br />

preghiera, una forte motivazione<br />

per affrontare ogni prova, per<br />

superare la disperazione che ho<br />

provato accompagnando per alcuni<br />

anni mio marito nei reparti<br />

di oncologia.<br />

Il pensiero per<br />

tutti i missionari<br />

La visita al piano<br />

superiore della casa<br />

saveriana ha riservato<br />

al gruppo dei pellegrini<br />

un nuovo momento<br />

di raccoglimento nella<br />

“cappella dei martiri”,<br />

così particolare e unica.<br />

Il pensiero di ognuno<br />

è andato ai missionari<br />

che hanno ricevuto la<br />

benedizione per andare<br />

a diffondere <strong>il</strong> vangelo a<br />

tutti i popoli del mondo,<br />

al ricordo di quanti non<br />

sono tornati e di quanti<br />

sono lontani, ad affron-<br />

Gli amici di Alzano al gran completo davanti alla casa madre dei saveriani a Parma<br />

dove <strong>il</strong> 2 giugno si sono recati in pellegrinaggio, guidati da p. Nello Berton<br />

tare condizioni di vita non paragonab<strong>il</strong>i<br />

alle comodità del nostro<br />

vivere quotidiano.<br />

Conosciamo personalmente<br />

molti missionari; alcuni pellegrini<br />

sono legati anche da<br />

parentela con fratelli e cugini<br />

missionari bergamaschi: in<br />

Bangladesh p. Enzo Valoti; in<br />

Bras<strong>il</strong>e p. Ilario Trapletti e tanti<br />

altri... Il gruppo missionario<br />

di Alzano Lombardo, inoltre,<br />

è stato seguito per alcuni anni<br />

da p. Leonardo Raffaini che attualmente<br />

svolge la sua opera a<br />

Bogotà, in Colombia.<br />

In cerchio, per mano<br />

La visita alla camera dove<br />

mons. Conforti è andato incontro<br />

al Signore è stata emozionante.<br />

Padre Ermanno Ferro <strong>il</strong>lustra ai pellegrini di Alzano<br />

i segreti del santuario “Conforti” di Parma<br />

A. FLAMMINIO<br />

Mi sono avvicinata, ho toccato<br />

<strong>il</strong> cuscino, ho affidato alla protezione<br />

del nostro santo <strong>il</strong> ricordo,<br />

ancora recente, dello spegnersi<br />

di una vita. La commozione e la<br />

meraviglia nel sostare nella “sala<br />

rossa”, con la scrivania su cui <strong>il</strong><br />

santo ha scritto le sue lettere ai<br />

missionari, erano tangib<strong>il</strong>i. Alcuni<br />

si sono fermati a lungo in<br />

s<strong>il</strong>enzio e in preghiera, ammirando<br />

ogni segno della presenza<br />

di un uomo straordinario.<br />

La Messa è stata concelebrata<br />

da p. Ermanno Ferro, p. Giuseppe<br />

Pulcini, p. Giovanni Carrara<br />

e p. Stefano Berton. Nella<br />

preghiera dei fedeli ognuno ha<br />

espresso i pensieri e le parole<br />

che sentiva nell’animo, affidando<br />

a Dio le preoccupazioni<br />

quotidiane. Abbiamo<br />

avvertito la presenza e<br />

la forza della fede, che<br />

si è manifestata anche<br />

formando un grande<br />

cerchio e tenendoci per<br />

mano, come usano fare<br />

in America latina.<br />

Tutti siamo chiamati a<br />

testimoniare quel dono<br />

di fede che abbiamo ricevuto<br />

da Dio, a condividere<br />

la vita missionaria<br />

anche nella nostra quotidianità,<br />

a ringraziare <strong>il</strong><br />

Signore per questa esperienza<br />

mistica, che ci è<br />

stata offerta accettando<br />

l’invito di partecipare al<br />

pellegrinaggio. ■<br />

Un messaggio missionario<br />

Nella chiesa si è spontaneamente<br />

creata un’atmosfera di<br />

raccoglimento e di stupore: tutti<br />

i partecipanti ammiravano s<strong>il</strong>enziosi<br />

<strong>il</strong> colorato mosaico dell’abside<br />

e la tomba di san Guido<br />

Conforti, in marmo nero. Nel<br />

mosaico ammiriamo al centro<br />

le immagini di Dio Padre, dello<br />

Spirito Santo e un trono con<br />

la Madonna e Gesù Bambino,<br />

adagiati su nuvole rosa. Ai due<br />

lati sono raffigurati tre santi: san<br />

Giuseppe, san Saverio, san Fogolla;<br />

san Paolo, santa Teresina,<br />

san Conforti.<br />

L’altare è sorretto da una scultura<br />

in legno con un globo centrale,<br />

che rappresenta <strong>il</strong> mondo<br />

con i suoi continenti, appoggiato<br />

sopra mani intrecciate; al lato<br />

destro sono scolpite foglie di<br />

palma e a sinistra rami di ulivo.<br />

Anche l’ambone in legno invia<br />

un messaggio missionario con<br />

la rappresentazione di un volto<br />

per ogni continente, sovrastato<br />

da una colomba dorata, che ha<br />

un foro nell’ala destra.<br />

Padre Ermanno ci ha <strong>il</strong>lustrato<br />

com’è sorta la casa madre e ci<br />

ha raccontato alcuni punti importanti<br />

della vita del fondatore<br />

dei saveriani.<br />

L’emozione di santa Teresina<br />

Nel vedere santa Teresa di Lisieux,<br />

mi sono sentita particolarmente<br />

emozionata, perché <strong>il</strong> mio<br />

secondo nome è proprio Teresa.<br />

Ho ricordato quando ho scoperto<br />

l’esistenza della santa leggendo<br />

“La novella del santo bevitore”<br />

di Joseph Roth. Da allora ho<br />

pensato a santa Teresina come a<br />

una mia protettrice e per anni ho<br />

letto ai miei alunni questo piccolo<br />

libro, per portarli a riflettere<br />

sul problema dell’alcolismo.<br />

Un giorno, per caso, ho trovato<br />

a Bergamo una chiesetta dedicata<br />

a santa Teresa di Lisieux;<br />

ricordo la mia preghiera in un<br />

periodo di grande sofferenza e di<br />

sconforto. Santa Teresa ha ascoltato<br />

la mia supplica, ha letto nel<br />

mio animo, mi ha riportato alla<br />

fede, mi ha donato l’amicizia di<br />

suor Lucia Pedrinazzi che, presentandomi<br />

p. Leonardo Raffaini,<br />

mi ha offerto la possib<strong>il</strong>ità di<br />

frequentare <strong>il</strong> gruppo missionario<br />

di Alzano.<br />

La devozione a san Guido<br />

Quel giorno ero davanti alla<br />

tomba del santo, che porta <strong>il</strong> nome<br />

a me caro di mio padre. Davanti<br />

a san Guido e a santa Teresa<br />

mi sono sentita riconc<strong>il</strong>iata con la<br />

fede e con la chiesa, molto vicina<br />

al mio passato di insegnante, alla<br />

mia infanzia quando frequentavo<br />

l’as<strong>il</strong>o delle suore missionarie<br />

del quartiere di Genova, dove sono<br />

nata e cresciuta. Ho provato<br />

nuovamente quella fede sincera,<br />

magica di quando da bambina affidavo<br />

alla Madonna i miei piccoli<br />

problemi quotidiani.<br />

E infine la sorpresa: san Guido<br />

pregava e parlava ogni mattina<br />

con <strong>il</strong> Crocifisso che attualmente<br />

si trova nella navata laterale<br />

del santuario. Ancora ritorna<br />

alla mente un ricordo di gioventù,<br />

quando passavo a salutare <strong>il</strong><br />

“Cristo Nero” della chiesa di S.<br />

Maria di Castello, nella quale ho<br />

ricevuto <strong>il</strong> battesimo. ■<br />

(continua a lato)<br />

AMAZZONIA: CHIESA COMUNITARIA<br />

p. ILARIO TRAPLETTI, sx<br />

In Amazzonia, si chiama mutirão un’azione comunitaria in cui i caboclos<br />

(contadini) si uniscono per lavorare la terra di uno di loro che<br />

è malato e non può sostenere la famiglia. Naturalmente è un lavoro<br />

gratuito e fatto con amore. È una pratica molto diffusa ed è l’aspetto<br />

più bello della vita comunitaria: tutti insieme per aiutare tutti.<br />

Questo modo di agire l’abbiamo applicato anche alla vita ecclesiale<br />

delle comunità. Quando diciamo una chiesa em mutirão intendiamo la<br />

piena partecipazione dei laici alla conduzione della comunità, in modo<br />

che tutti si sentano responsab<strong>il</strong>i e uniti nell’impegno per le varie attività.<br />

Non è sempre fac<strong>il</strong>e, perché l’egoismo e l’individualismo sono sempre<br />

dietro l’angolo. Ma è bello vedere la gente povera che fa squadra<br />

per costruire la cappella, per fare una piantagione di riso o di frutta,<br />

per aiutare un povero malato che dev’essere trasportato in città...<br />

Una chiesa em mutirão significa anche che le decisioni sui programmi<br />

sono prese insieme, con <strong>il</strong> contributo<br />

di tutti. E <strong>il</strong> sacerdote? È uno di loro, con<br />

le sue responsab<strong>il</strong>ità specifiche; ma non<br />

è uno che fa tutto e “comanda”. Non<br />

voglio idealizzare, ma questo è <strong>il</strong> cammino<br />

che ci ha indicato la teologia della liberazione,<br />

attraverso le comunità ecclesiali<br />

di base: una chiesa più nostra e popolare,<br />

più povera e attiva, che trova <strong>il</strong><br />

suo centro nella famiglia, “piccola chiesa<br />

domestica”.<br />

La nostra speranza è che i tempi moderni,<br />

che soffiano anche qui in Bras<strong>il</strong>e,<br />

non travolgano tutto questo lavoro che<br />

ci entusiasma e ci anima sempre di più.<br />

Padre Trapletti offre agli amici bergamaschi<br />

la “jaka”, un bel frutto dolce e profumato,<br />

volgarmente noto come “frutto dello sciacallo”


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

BRESCIA<br />

25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9<br />

Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781<br />

E-ma<strong>il</strong>: giornale@saveriani.bs.it - C/c. postale 216259<br />

8<br />

Un’estate piena di incontri<br />

Molti ospiti graditi e l’impegno per <strong>il</strong> 2013 a cura di p. M. STORGATO, sx<br />

I<br />

l periodo estivo ha visto un<br />

bel via vai nella casa dei<br />

saveriani di Brescia. Quest’anno<br />

sarà ricordato per le presenze<br />

internazionali. Sono stati nostri<br />

ospiti per un mese p. Antonius<br />

Wahyudiyanto, superiore dei saveriani<br />

in Indonesia, e p. Zacharie<br />

Tamejon, saveriano camerunese<br />

e missionario in Colombia.<br />

È arrivato anche Jacques Zirirane,<br />

uno studente congolese che<br />

completerà la tesi in teologia. E<br />

ci hanno fatto gradita visita alcuni<br />

saveriani bresciani che hanno<br />

trascorso un tempo di riposo in<br />

famiglia: p. Gianni Pedrotti, p.<br />

Riccardo Tobanelli, p. Claudio<br />

Codenotti, p. Sergio Targa, p.<br />

Gianni Brentegani.<br />

I rappresentanti del Centro Studi Asiatico (CSA) dal 1° al 7 luglio sono stati ospiti<br />

dello Csam di Brescia; con loro, <strong>il</strong> vicario generale p. Luigi Menegazzo<br />

La festa di solidarietà 2012<br />

Video, preghiera, canti e tanti premi...<br />

è<br />

stata un successo l’iniziativa<br />

di solidarietà 2012,<br />

organizzata dai missionari saveriani<br />

di Brescia, che si è svolta<br />

domenica 10 giugno a San Cristo.<br />

Nata due anni fa con l’intento<br />

di sensib<strong>il</strong>izzare lettori,<br />

abbonati e amici sull’importanza<br />

dell’informazione per l’ideale<br />

missionario, anche questa terza<br />

edizione ha visto la presenza di<br />

un bel numero di partecipanti.<br />

A loro si sono uniti anche<br />

alcuni ex allievi saveriani che<br />

nelle aule e nei chiostri di San<br />

Cristo hanno studiato, giocato e<br />

intrapreso un cammino di formazione<br />

missionaria.<br />

San Conforti e...<br />

“La Mirabella”<br />

Il bel pomeriggio è iniziato<br />

con l’accoglienza degli ospiti<br />

che si sono ritrovati nella sala<br />

del Romanino per assistere alla<br />

proiezione di un video, firmato<br />

“Videomission” e curato da p.<br />

Fiorenzo Raffaini, sulla canonizzazione<br />

di san Guido Conforti,<br />

fondatore dei saveriani. È stata<br />

l’occasione per tornare con <strong>il</strong><br />

cuore e <strong>il</strong> ricordo alle emozioni<br />

di quelle giornate romane (22-24<br />

ottobre 2011) e per ribadire l’importanza<br />

di avere un amico in<br />

più tra la schiera dei santi.<br />

Dopo questa parte introduttiva,<br />

p. Giovanni Viola, presente<br />

a Brescia negli anni in cui era<br />

attiva la scuola media e attualmente<br />

nella casa madre di Parma,<br />

ha celebrato nella chiesa di<br />

San Cristo la Messa del Corpus<br />

Domini. È stato un buon motivo<br />

per ricordare tutti i saveriani bresciani<br />

defunti e in particolare p.<br />

Pietro Marchesi a 27 anni dalla<br />

sua morte (14 giugno 1985).<br />

La celebrazione ha goduto di<br />

un valore aggiunto grazie alla<br />

presenza del coro “La Mirabella”<br />

di Paderno Franciacorta, diretto<br />

dal maestro Sergio Franchi, che<br />

ha interpretato alcuni brani della<br />

Il coro “La Mirabella” di Paderno Franciacorta ha impreziosito la festa di solidarietà<br />

2012, <strong>il</strong> 10 giugno a San Cristo; a destra, p. Giovanni Viola ha celebrato<br />

la Messa per gli amici ed ex alunni saveriani<br />

L’evento internazionale<br />

Dal 1° al 7 luglio, corridoi e<br />

stanze dello Csam di Brescia si<br />

sono animati grazie ai rappresentanti<br />

del Centro Studi Asiatici<br />

(CSA), venuti per fare un b<strong>il</strong>ancio<br />

del 2012 e programmare<br />

<strong>il</strong> prossimo anno.<br />

L’incontro asiatico è avvenuto<br />

a Brescia perché qui c’è un<br />

centro culturale ed editoriale<br />

storico della congregazione. Accompagnati<br />

dal vicario generale<br />

p. Luigi Menegazzo, sono arrivati<br />

i rappresentanti delle cinque<br />

missioni saveriane in Asia: p.<br />

Sergio Targa dal Bangladesh; p.<br />

Eugenio Pulcini dalle F<strong>il</strong>ippine;<br />

p. Tiziano Tosolini dal Giappone;<br />

p. Matteo Rebecchi dall’Indonesia;<br />

p. Fabrizio Tosolini da<br />

Taiwan. Si spera che presto possa<br />

aggiungersi anche un rappre-<br />

DIEGO PIOVANI<br />

tradizione religiosa. Le qualità<br />

del coro sono state apprezzate<br />

dai partecipanti alla festa, che<br />

hanno calorosamente applaudito<br />

un breve programma eseguito a<br />

conclusione della Messa.<br />

Tutti contenti o consolati!<br />

Un rapido cambio di microfono<br />

e di intrattenitori sul palco<br />

ha portato al momento atteso:<br />

l’estrazione dei premi abbinati ai<br />

biglietti distribuiti nei mesi scorsi,<br />

anche attraverso “<strong>Missionari</strong><br />

<strong>Saveriani</strong>”. C’è chi ha vinto, c’è<br />

chi no, c’è chi si è… “consolato”<br />

con i cosiddetti premi minori.<br />

I più fortunati se ne sono andati<br />

con tanti sorrisi e un bel pacco-dono<br />

tra le mani, gli altri hanno<br />

potuto rifarsi con <strong>il</strong> buffet che<br />

ha concluso <strong>il</strong> pomeriggio, incluse<br />

le buone c<strong>il</strong>iegie dell’albero<br />

piantato dagli antenati saveriani<br />

sul colle di San Cristo. Nemmeno<br />

<strong>il</strong> temporale serale ha rovinato<br />

questa bella festa d’amicizia<br />

e d’affetto. L’appuntamento è per<br />

l’anno prossimo! ■<br />

sentante della nuova missione<br />

saveriana in Tha<strong>il</strong>andia.<br />

Ogni anno <strong>il</strong> CSA produce un<br />

volume di studi su un tema prescelto<br />

e pubblica i “Quaderni”,<br />

a scadenza trimestrale, dove si<br />

raccolgono articoli su tematiche<br />

generali che riguardano la<br />

missione. Le pubblicazioni sono<br />

apprezzate anche nel mondo accademico.<br />

Per apprendere l’italiano<br />

I due studenti di lingua italiana<br />

hanno preso lezioni da insegnanti<br />

collaudati: i coniugi Massimo<br />

ed Ermida. Riportiamo le impressioni<br />

dei due... apprendisti.<br />

Padre Antonius - “Sono contento<br />

di essere qui: mi sento in<br />

famiglia. È bello vedere <strong>il</strong> lavoro<br />

culturale che i saveriani<br />

di Brescia compiono a servizio<br />

dell’animazione missionaria. Ho<br />

sentito che anche a Brescia c’è <strong>il</strong><br />

problema del sovraffollamento<br />

nel carcere di Canton Mombello,<br />

e che i giovani sono interessati<br />

alla “movida”, ma ci sono<br />

anche tanti giovani impegnati e<br />

sensib<strong>il</strong>i alle missioni. Mi sarebbe<br />

piaciuto parlare con le persone<br />

per sapere cosa pensano del<br />

prossimo sinodo diocesano, ma<br />

non ho avuto tempo di farlo”.<br />

Padre Zacharie - “Il centro<br />

saveriano di Brescia è un grande<br />

centro culturale: anche questo è<br />

un modo importante di fare missione.<br />

Nelle missioni si pensa<br />

che in Europa non ci sia molto da<br />

fare per i missionari; mi sono accorto<br />

che non è così. I confratelli<br />

di Brescia sono sensib<strong>il</strong>i e attenti<br />

a tanti problemi mondiali. Ho<br />

apprezzato molto anche la partecipazione<br />

dei laici; ne abbiamo<br />

conosciuti alcuni ed è stato davvero<br />

piacevole incontrarli”.<br />

UN PREMIO ALLA CONVIVENZA<br />

Padre Zacharie Tamejon<br />

(a sinistra) e p. Antonius<br />

Whayudiyanto, per un<br />

mese studenti di lingua<br />

italiana dai saveriani<br />

di Brescia<br />

Pronti per l’anno<br />

2012-2013<br />

Dall’11 al 14 luglio, invece,<br />

sono stati i saveriani di Brescia a<br />

migrare, anche se non molto lontano.<br />

Sono stati ospiti delle missionarie<br />

comboniane a San Felice<br />

del Benaco per affrontare la programmazione<br />

delle loro attività<br />

per l’anno 2012 - 2013. Con noi<br />

otto saveriani dello Csam c’erano<br />

<strong>il</strong> superiore dei saveriani in Italia<br />

e <strong>il</strong> suo vice: p. Rosario Giannattasio<br />

e p. Ulisse Zanoletti. Un segno<br />

dell’importanza che <strong>il</strong> centro<br />

di Brescia ha nella nostra congregazione<br />

missionaria.<br />

Abbiamo pensato soprattutto<br />

al futuro delle nostre iniziative:<br />

i tre mens<strong>il</strong>i Missione Oggi,<br />

Cem Mondialità, <strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>,<br />

che hanno bisogno di incrementare<br />

gli abbonati; <strong>il</strong> servizio<br />

di Videomission, così importante<br />

nell’era digitale; la Libreria<br />

dei popoli, che vorremmo sempre<br />

più frequentata, soprattutto<br />

dai bresciani, che possono usufruire<br />

del parcheggio interno per<br />

donarsi libri di valore culturale e<br />

mondiale... Chiediamo la collaborazione<br />

di tutti voi amici, che<br />

ci seguite da vicino. ■<br />

p. MARCELLO STORGATO, sx<br />

Padre Marcello - uno per tutti - ringrazia per <strong>il</strong><br />

riconoscimento dato dalla “Bangla Academy” di Brescia<br />

Un pomeriggio<br />

di festa con musica<br />

e balli, domenica<br />

10 giugno: un’occasione<br />

organizzata<br />

dalla “Bangla<br />

Academy” di Brescia<br />

all’oratorio di<br />

Santa Maria in S<strong>il</strong>va<br />

(Via Sardegna),<br />

per assegnare un<br />

riconoscimento a<br />

persone che “si sono<br />

distinte per <strong>il</strong><br />

loro prezioso contributo<br />

nel campo<br />

delle politiche<br />

dell’integrazione,<br />

del volontariato e<br />

della cultura”.<br />

Il riconoscimento<br />

è consistito in una decorosa “targa”, semplice ma espressiva della<br />

riconoscenza che i cittadini bangladeshi hanno voluto manifestare<br />

verso alcuni cittadini bresciani “per l’impegno a favore dell’integrazione<br />

e la diffusione di una cultura di convivenza”.<br />

Le targhe sono state consegnate a Giosi Conte Archetti, Giovanni<br />

Boccacci, Diallo Ibrahima, Franco Valenti, don Fabio Corazzina, Roberto<br />

Ranieri, p. Marcello Storgato. A nome di tutti i premiati, ho avuto<br />

l’onore di ringraziare, prima in lingua bengalese e poi in italiano, gli<br />

organizzatori e <strong>il</strong> vasto pubblico presente.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

CAGLIARI<br />

08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9<br />

Tel. 340 0840200<br />

E-ma<strong>il</strong>: saverianisardegna@tiscali.it - C/c. postale 207084<br />

8<br />

Sulle orme di un “santo vivente”<br />

Pellegrinaggio a Laconi con amici e delegate p. DINO MARCONI, sx<br />

I<br />

l 2 giugno s’è svolto<br />

l’annuale pellegrinaggio<br />

missionario degli amici e delle<br />

delegate missionarie a Laconi<br />

(Nuoro), <strong>il</strong> paese natale di<br />

sant’Ignazio (1701-1781). Chi<br />

è partito da Cagliari è passato<br />

anche da Gesturi, paese natale<br />

del beato fra Nicola da Gesturi<br />

(1882-1958), oltre che del saveriano<br />

p. Ferdinando Abis, attualmente<br />

missionario in Indonesia.<br />

Possiamo dire che siamo passati<br />

sulle orme di due santi cappuccini,<br />

vissuti in tempi diversi,<br />

ma entrambi questuanti per le<br />

vie di Cagliari e nei paesi agricoli<br />

dove si sono sv<strong>il</strong>uppati i Monti<br />

granatici.<br />

La Sardegna del settecento<br />

La scrittrice Grazia Deledda<br />

definì fra Ignazio da Laconi<br />

“l’uomo più ricordato del settecento<br />

sardo”. In quel tempo,<br />

la vita economica e sociale dei<br />

sardi era ostacolata da insistenti<br />

carestie e malattie, oltre che<br />

dall’isolamento. Per evitare<br />

l’usura sulle sementi, nel sette-<br />

cento si diffusero i Monti granatici,<br />

istituzioni consorziali<br />

agricole che, prestando <strong>il</strong> grano<br />

senza strozzinaggio, costituivano<br />

una risposta efficace alle<br />

condizioni naturali e sociali della<br />

Sardegna di allora.<br />

Significativa è la testimonianza<br />

del pastore protestante Giuseppe<br />

Feus, cappellano del reggimento<br />

di fanteria tedesco in Sardegna,<br />

che nel 1773 scriveva a un amico<br />

in Germania: “Noi vediamo<br />

mendicare tutti i giorni un santo<br />

vivente, un frate cappuccino che<br />

pare abbia fatto molti miracoli,<br />

acquistando la venerazione dei<br />

suoi corregionali”.<br />

Carità, ma solo<br />

quella “giusta”<br />

In noviziato, fra Ignazio aveva<br />

imparato lo spirito francescano<br />

degli um<strong>il</strong>i e faticosi servizi<br />

per la comunità e per i bisognosi<br />

quando, salendo le scale con una<br />

pesante anfora d’acqua, domandò<br />

aiuto alla Madonna esposta<br />

sulla scala. La Madre di Gesù gli<br />

ricordò la sofferenza del Figlio<br />

Saluto la bella Sardegna<br />

Dopo sei anni intensi torno in Africa<br />

S<br />

aluto tutte le persone incontrate<br />

in questi sei anni,<br />

veloci e intensi trascorsi in terra<br />

di Sardegna, con questa convinzione:<br />

“la missione è sempre<br />

un dono di grazia del Signore!”.<br />

Non guardo indietro, ma mi lancio<br />

verso <strong>il</strong> futuro che si chiama<br />

per me: repubblica democratica<br />

del Congo, in Africa.<br />

Protagonista della missione<br />

non sono io ma Dio, che è lì da<br />

sempre, e ora mi sta aspettando<br />

per riabbracciarmi nel volto di<br />

tanti fratelli e sorelle congolesi,<br />

perché anch’io possa continuare a<br />

dare <strong>il</strong> mio contributo all’avvento<br />

del suo regno! Mi butto in questa<br />

avventura “fidandomi di Dio”,<br />

cercando di testimoniare l’amore<br />

che Lui ha per ciascuno di noi!<br />

Confermo: non è fac<strong>il</strong>e!<br />

Certamente i sentimenti che riempiono<br />

<strong>il</strong> mio cuore in quest’ultimo<br />

periodo, sono tanti: alcuni<br />

sono anche contrastanti, ma penso<br />

siano tutti veri! Pensavo che<br />

“sarebbe stato più fac<strong>il</strong>e” partire<br />

questa volta, visto che è un ritorno<br />

alla missione che ho già conosciuto<br />

e in cui ho già lavorato.<br />

Ma non è proprio così! Sento<br />

<strong>il</strong> distacco dai legami, dalle persone,<br />

dai tanti giovani che ho incontrato<br />

in questi anni: cammini<br />

di formazione missionaria, esperienze<br />

condivise, momenti di festa<br />

e di preghiera; momenti anche<br />

diffic<strong>il</strong>i, ma tutti significativi!<br />

Ringrazio tutti, per avermi accolto<br />

e sopportato, e per aver<br />

condiviso con me un tratto di<br />

strada! Nel mio piccolo ho cercato<br />

di “contagiare” con la passione<br />

per la missione! Non so se<br />

ci sono riuscito, ma di sicuro ci<br />

ho provato! Grazie ai confratel-<br />

Padre Roberto Salvadori, dopo sei anni lascia<br />

la Sardegna per tornare in Congo Rd<br />

in croce. Fra Ignazio ha vissuto<br />

lo spirito francescano percorrendo<br />

le strade di Cagliari come<br />

questuante della carità, donata e<br />

ricevuta.<br />

Nelle raffigurazioni, Ignazio<br />

porta in spalla la bisaccia bianca<br />

del frate questuante, compito<br />

che i superiori gli avevano affidato<br />

nel 1741. Ma lui rifiutava<br />

ogni elemosina che fosse frutto<br />

di ingiustizia. Si racconta che<br />

<strong>il</strong> santo frate non si recasse a<br />

elemosinare da un certo Gioacchino<br />

Franchino, arricchitosi<br />

con l’usura. Dopo le lamentele<br />

dell’interessato con <strong>il</strong> guardiano<br />

del convento, fra Ignazio per<br />

obbedienza si recò a questuare<br />

anche da lui, ma in strada dalla<br />

sua bisaccia cominciò a colare<br />

sangue.<br />

Portando la bisaccia ai piedi<br />

del padre guardiano, gli disse:<br />

“Ecco <strong>il</strong> sangue dei poveri!”.<br />

La bisaccia insanguinata di fra<br />

Ignazio da Laconi e i Monti<br />

granatici ancor oggi ci invitano<br />

all’impegno della solidarietà e<br />

della carità genuina.<br />

p. ROBY SALVADORI, sx<br />

li della comunità saveriana che<br />

mi hanno sempre voluto bene;<br />

grazie a coloro che si sono fidati<br />

di me; grazie a coloro che hanno<br />

pregato per me! Quando sono<br />

arrivato dalla missione, qualcuno<br />

mi aveva detto che la Sardegna<br />

ha qualcosa di unico e particolare<br />

e che non sarebbe stato<br />

fac<strong>il</strong>e “lasciarla”! Devo confermare<br />

questa piccola “profezia”.<br />

Grazie, caro popolo sardo!<br />

La Sardegna è bellissima, lo<br />

sappiamo. Ma ancor di più la<br />

gente sarda, attaccata alla propria<br />

terra e fiera di esserlo! Gente<br />

generosa e accogliente, gente<br />

di cuore, che affronta le difficoltà<br />

della vita con molta dignità<br />

e sa sempre “rimboccarsi le maniche”!<br />

Grazie per questa vostra<br />

testimonianza di vita. E grazie a<br />

Dio perché ci ha fatto incontrare,<br />

amare e sognare insieme!<br />

La vita deve andare avanti e<br />

continueremo a viverla. Tutti noi<br />

vogliamo farlo con gioia, apertura<br />

e desiderio di annunciare e testimoniare<br />

la presenza di Cristo<br />

che tutto può, tutto vuole e tutto<br />

ama, anche attraverso di noi!<br />

Buona missione a tutti! Con affetto<br />

e profonda riconoscenza, un<br />

abbraccio forte! “Mungu awabariki”<br />

- Dio vi benedica! ■<br />

Delegate missionarie e amici dei saveriani in Sardegna <strong>il</strong> 2 giugno,<br />

in pellegrinaggio a Laconi, paese natale del santo francescano fra Ignazio<br />

La Messa e la visita<br />

al parco<br />

A Laconi, nella tarda mattinata,<br />

abbiamo fatto la salita in<br />

corteo fino alla chiesa dei cappuccini<br />

con le bandiere dei paesi<br />

delle nostre missioni e la meditazione<br />

di p. Virginio. La Messa<br />

è stata celebrata nella chiesetta<br />

dell’oasi francescana da p. Roberto<br />

Salvadori.<br />

Nel pomeriggio abbiamo visitato,<br />

dietro la casa natale di fra<br />

Ignazio, <strong>il</strong> parco di Aymerich<br />

con i resti del castello degli ultimi<br />

signori di Laconi del ‘700,<br />

con le sue grotte, cascatelle e<br />

laghetti. Il cancello del giardino<br />

botanico nascondeva la curva,<br />

ad angolo retto, del sentiero di<br />

uscita dal parco e invitava a perdersi<br />

nei sentieri, ripercorrendo<br />

lo stesso tratto varie volte.<br />

Dobbiamo le nostre scuse a Rita<br />

M<strong>il</strong>ia, che per la fretta non è stata<br />

attesa dall’autobus. Ci impegniamo<br />

a rifare <strong>il</strong> pellegrinaggio in auto<br />

con lei e la sua amica. ■<br />

UnA BELLA GIORNATA INSIEME<br />

Immagini del pellegrinaggio a Laconi<br />

Sole, sorrisi, preghiera e bandiere sono state<br />

le caratteristiche del pellegrinaggio 2012 a Laconi.<br />

p. D. MARCONI, sx<br />

Padre Roberto Salvadori durante l’omelia nell’oasi francescana di<br />

Laconi, ai pellegrini amici e delegate.<br />

Padre Giuseppe<br />

Marzarotto<br />

con l’ostensorio;<br />

dietro a lui padre<br />

Simoncelli e<br />

padre Marconi.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

CREMONA<br />

26100 CREMONA CR - Via Bonomelli, 81<br />

Tel. 0372 456267 - Fax 0372 39699<br />

E-ma<strong>il</strong>: saveriani.cr@virg<strong>il</strong>io.it - C/c. postale 00272260<br />

Padre Calvi, missionario pioniere<br />

8<br />

Da Corte de’ Frati alle Mentawai in Indonesia p. AUGUSTO LUCA, sx<br />

P<br />

adre Angelo Calvi, salito al<br />

cielo l’11 maggio all’età di<br />

92 anni, è stato uno dei pionieri<br />

delle isole Mentawai, in Indonesia.<br />

Lui e <strong>il</strong> fratello Piero erano<br />

nati a Corte de’ Frati: Piero nel<br />

1917 e Angelo nel 1919.<br />

Nel 1930 i saveriani avevano<br />

aperto la casa di Grumone per <strong>il</strong><br />

ginnasio superiore. Per gli abitanti<br />

di Corte de’ Frati fu l’occasione<br />

di vedere nel loro paese<br />

qualche missionario. Non poté<br />

sfuggire all’attenzione la figura<br />

dignitosa e amab<strong>il</strong>e del rettore,<br />

p. Callisto Vanzin, così come<br />

non sfuggì al giovane Piero Calvi,<br />

che a quattordici anni faceva<br />

l’apprendista presso lo zio calzolaio<br />

provetto.<br />

abato 12 maggio, a Rivarolo<br />

Mantovano, paese natale<br />

di p. S<strong>il</strong>vestro Volta, è stato<br />

presentato “Il forte di Mwakete”,<br />

romanzo postumo scritto<br />

nel 1965 quando p. S<strong>il</strong>vestro,<br />

in qualità di medico, fu invitato<br />

in Tanzania a dirigere l’ospedale<br />

della diocesi di Mwanza.<br />

Lo sbarco a Shiberut nel 1954<br />

I missionari andavano in Cina<br />

a convertire i cinesi e quest’idea<br />

aveva affascinato <strong>il</strong> giovane Piero.<br />

Certamente ne parlò al suo<br />

parroco e questi al rettore della<br />

scuola di Grumone. Così, nel<br />

1933 Piero partì per la casa apostolica<br />

di Vicenza per diventare<br />

missionario, seguito due anni dopo<br />

dal fratello minore Angelo. I<br />

due fratelli celebrarono la prima<br />

Messa insieme <strong>il</strong> 1° marzo 1947.<br />

Poi, però, per sei anni rimasero<br />

divisi, fino al 1954 quando partirono<br />

per l’Indonesia, insieme a<br />

fratel Genesio Tosi.<br />

I saveriani erano arrivati in Indonesia<br />

nel 1951, cacciati dalla<br />

Cina. Erano in otto! Nel 1954<br />

decisero di inviare alcuni missionari<br />

nelle isole Mentawai, a 130<br />

ch<strong>il</strong>ometri da Sumatra, dove una<br />

popolazione ancora primitiva poteva<br />

aprirsi al vangelo. I pionieri<br />

furono p. Aurelio Canizzaro e i<br />

due fratelli Calvi. Padre Angelo<br />

scrisse: “Quando arrivammo, Siberut<br />

era uno stagno tra <strong>il</strong> mare e<br />

“Il forte di Mwakete”<br />

Il romanzo postumo di p. S<strong>il</strong>vestro Volta<br />

S<br />

re l’idea di un’umanità frag<strong>il</strong>e<br />

e fallib<strong>il</strong>e, eppure proprio<br />

per questo degna di amore,<br />

di considerazione, di pietà.<br />

Non è affatto automatico che un<br />

missionario, come lui fu a tutti<br />

gli effetti, allarghi <strong>il</strong> raggio<br />

d’azione della sua missione ai<br />

territori virtuali della coscienza.<br />

Eppure, è esattamente quello che<br />

emerge da questo romanzo.<br />

Attraverso tre generazioni, le<br />

vicende private di una famiglia<br />

si stagliano sullo sfondo di eventi<br />

e luoghi remoti (le due guerre<br />

mondiali e la colonia africana<br />

del Tanganika). Lo sguardo<br />

femmin<strong>il</strong>e che prevale rivela<br />

un grumo di angosce e frustrazioni,<br />

di piccole vittorie e grandi<br />

sconfitte, esito dello scontro<br />

Padre Luca ha partecipato alla presentazione del romanzo postumo di p. S<strong>il</strong>vestro<br />

Volta “Il forte di Mwakete”, a Rivarolo Mantovano; con lui c’era anche p. Sandro<br />

Parmiggiani. A destra, la copertina del libro postumo di p. Volta<br />

la collina. La nostra sede provvisoria<br />

era <strong>il</strong> magazzino di un<br />

mercante cinese dove regnavano<br />

i topi; c’era anche una capra e<br />

tanta puzza da morirne”.<br />

I primi dieci battesimi<br />

Il giorno dopo, sotto una tettoia<br />

improvvisata, i missionari<br />

stab<strong>il</strong>irono una cappella. Il pavimento<br />

era coperto da mezzo metro<br />

di sterco solidificato; la zona<br />

circostante era un acquitrino naturale,<br />

focolaio di malaria. Negli<br />

spazi asciutti, qualche palma di<br />

cocco. Oltre l’acquitrino, <strong>il</strong> mare<br />

e la foresta. Gli unici cristiani<br />

erano loro tre missionari. Ma a<br />

Natale, sotto l’improvvisata tettoia,<br />

i mentawaiani accorsero<br />

da ogni parte, in perizoma, con<br />

i fiori sui capelli e i tatuaggi in<br />

viso, sul petto e lungo le braccia.<br />

Tutti seguirono con curiosità le<br />

cerimonie della notte.<br />

a cura di p. A. LUCA, sx<br />

Storia di coscienza umana<br />

Il romanzo rappresenta un lascito<br />

di enorme importanza per<br />

valutare l’opera complessiva di<br />

p. S<strong>il</strong>vestro Volta. Prima di tutto,<br />

è un’opera costituita da eventi<br />

esistenziali, da volontà morale,<br />

da riflessione sull’uomo.<br />

Tutti i suoi scritti, che spaziano<br />

dalla saggistica alla letteratura,<br />

dimostrano dell’autodell’idealità<br />

con la realtà. Ne<br />

deriva una sorta di storia e geografia<br />

della coscienza umana,<br />

nella sua osc<strong>il</strong>lazione continua<br />

fra anima e psiche. Fa da perno<br />

<strong>il</strong> forte m<strong>il</strong>itare del titolo, con la<br />

sua lunga, persistente, simbolica<br />

ombra.<br />

Medico, missionario, scrittore<br />

S<strong>il</strong>vestro Volta, nato a Rivarolo<br />

Mantovano <strong>il</strong> 26 febbraio<br />

1910, morì a Parma <strong>il</strong> 31 ottobre<br />

1979. Fu missionario, medico,<br />

scrittore e f<strong>il</strong>osofo. La sua<br />

vocazione lo portò in Cina, in<br />

Africa, in America Latina - oppure<br />

in luoghi ancor più remoti<br />

come sono i recessi dell’uomo<br />

e dell’umanità. Chi lo definì<br />

esploratore instancab<strong>il</strong>e, non<br />

poté dimenticarne l’assiduità da<br />

buon pastore e apostolo.<br />

Qualificato curatore dei corpi<br />

nonché dell’anima, intraprese<br />

con la scrittura una sorta di prosecuzione<br />

del suo lavoro di ricerca<br />

umanistica e umanitaria. Più<br />

volte premiato per i suoi scritti,<br />

ci lascia opere che spaziano dalla<br />

narrativa al teatro, dalla psicologia<br />

alla f<strong>il</strong>osofia. “Il forte di<br />

Mwakete” è opera della maturità<br />

e rappresenta la sintesi della sua<br />

genialità di letterato e della sua<br />

ricchezza spirituale. ■<br />

Per informazioni e acquisto<br />

(20 €), www.fondazionesanguanini.it/scheda.<br />

asp?idprod=114&idpadrerif=<br />

I fratelli Calvi: p. Angelo (a sinistra) e<br />

p. Piero si sono ora riabbracciati in paradiso<br />

“Avevamo detto che quella era<br />

la notte in cui era nato un personaggio<br />

santo che si chiama Gesù.<br />

Dopo la Messa, parecchi ci dissero<br />

che volevano conoscere meglio<br />

Gesù e così organizzammo degli<br />

incontri. Si parlò del battesimo e<br />

qualche mamma lo chiese per <strong>il</strong><br />

suo bambino: in quella notte battezzammo<br />

dieci bambini”.<br />

Il ritorno in Italia<br />

Nel 1957, p. Angelo è a Padang,<br />

nella capitale di Sumatra<br />

e centro della missione dei saveriani.<br />

L’eccessivo lavoro e la<br />

malaria l’avevano costretto a<br />

rifugiarsi nella casa del vescovo.<br />

Quando p. Angelo riprese le<br />

forze fu mandato di nuovo nelle<br />

Mentawai, ma più a sud, a Shikakap,<br />

dove si voleva stab<strong>il</strong>ire<br />

un nuovo centro missionario.<br />

Vi rimase sei anni e vide fiorire<br />

<strong>il</strong> cristianesimo. I missionari<br />

cattolici avevano fatto un’ottima<br />

impressione sulla popolazione,<br />

ma sulle conversioni ebbero<br />

anche influenza le direttive del<br />

governo che riconosceva solo tre<br />

grandi religioni: islam, cattolicesimo<br />

e protestantesimo. Dopo sei<br />

anni venne mandato nella missione<br />

di Pekambaru a Sumatra,<br />

dove c’erano numerosi cristiani<br />

e scuole molto frequentate.<br />

Nel 1965, p. Angelo venne<br />

richiamato in Italia. A Parma<br />

è stato economo della casa, un<br />

lavoro um<strong>il</strong>e che egli portava<br />

avanti quasi senza dare nell’occhio.<br />

Di quel tempo si ricorda<br />

che era l’autista del rettore, p.<br />

Rosolino Rossi. Lo portava dovunque,<br />

con grande disponib<strong>il</strong>ità.<br />

Fu in uno di questi viaggi che<br />

p. Rossi morì.<br />

Padre Angelo allora venne<br />

mandato a Genova-Pegli come<br />

rettore della casa, sede di saveriani<br />

anziani o con poca salute. ■<br />

(continua nel riquadro)<br />

BONTà D’ ANIMO E DISPONIBILITà<br />

P. Angelo Calvi, missionario pioniere / 2<br />

p. A. LUCA, sx<br />

Nel 1983 p. Angelo scrive al superiore generale in risposta agli auguri<br />

ricevuti per <strong>il</strong> nuovo incarico e al ringraziamento per la disponib<strong>il</strong>ità<br />

dimostrata. “Sono io che devo ringraziare per la fiducia che mi<br />

avete dimostrato. Ho sempre amato tanto la congregazione e ben volentieri<br />

cerco di lavorare e di eseguire del mio meglio i compiti affidatimi;<br />

ma se credete bene che io mi metta in disparte per lasciare <strong>il</strong> posto<br />

ad altri confratelli, ditemelo con tutta libertà. Credo fermamente<br />

che la congregazione si può servire sempre, con eguale entusiasmo,<br />

in qualsiasi incombenza”.<br />

In seguito, p. Angelo fu trasferito a Tavernerio, prima rettore e poi<br />

economo, passando con semplicità da un compito all’altro. Verso la<br />

fine dell’anno scorso, p. Angelo aveva cominciato a soffrire di vari disturbi.<br />

Si è creduto opportuno portarlo alla casa madre di Parma per<br />

un’assistenza continua. Qui ha passato i suoi ultimi mesi di vita, soffrendo<br />

in s<strong>il</strong>enzio e in piena serenità. Un gruppo dei suoi compaesani<br />

è venuto a fargli visita, segno che si era fatto voler bene da tutti.<br />

Padre Angelo si è distinto per bontà d’animo, per un tratto gent<strong>il</strong>e<br />

che attirava le simpatie, per un amore intenso verso la sua famiglia missionaria<br />

e per uno zelo che lo<br />

rendeva sempre pronto a ogni<br />

impegno e a ogni fatica. Era<br />

modesto e um<strong>il</strong>e; è vissuto accanto<br />

ai confratelli con amab<strong>il</strong>ità<br />

e senza pretendere, anzi<br />

fuggendo ogni dimostrazione<br />

che lo mettesse in mostra.<br />

Ora nel cielo ha la sua ricompensa<br />

di servo buono e fedele<br />

che ha vissuto bene la sua giornata.<br />

Riposi nella pace!<br />

P. Angelo Calvi, saveriano di Corte de’<br />

Frati, con <strong>il</strong> superiore dei saveriani di<br />

Cremona p. Pierluigi, in una foto recente


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

DESIO<br />

20033 DESIO MB - Via Don M<strong>il</strong>ani, 2<br />

Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274<br />

E-ma<strong>il</strong>: desio@saveriani.it - C/c. postale 00358200<br />

8<br />

La festa dei popoli 2012<br />

Un appuntamento aperto al territorio<br />

L<br />

a festa dei popoli 2012,<br />

giunta alla 20ª edizione, si<br />

è tenuta presso la casa saveriana<br />

di Desio tra l’11 e <strong>il</strong> 13 maggio e<br />

come sempre ha richiamato tante<br />

persone. Il tema di quest’anno<br />

era: “Ricerca della pace tra cambiamenti<br />

e contraddizioni”.<br />

Il gruppo “Rete speranza” ha<br />

pensato alla cucina, ma per la<br />

prima volta la festa si è aperta alla<br />

città, grazie alla collaborazione<br />

del comitato di quartiere San<br />

Giovanni Battista, dell’associazione<br />

Calabresi e Grecani “Nicola<br />

Argiropulo”, del Giardino<br />

della legalità, dell’università del<br />

tempo libero, di Legambiente.<br />

È stata la dimostrazione di come<br />

questo appuntamento sia diventato<br />

veramente un punto di<br />

incontro e di coinvolgimento di<br />

molte realtà del territorio.<br />

La marcia della pace a Desio<br />

La festa dei popoli è anche e<br />

soprattutto festa dell’incontro e<br />

della conoscenza delle realtà locali<br />

con le quali dialogare, per<br />

MATTEO TRABATTONI<br />

“Se prendo le ali dell’aurora...”<br />

Dalla Brianza in partenza per <strong>il</strong> Congo<br />

N<br />

el salmo 138 leggiamo:<br />

“Se prendo le ali dell’aurora<br />

per abitare all’estremità del<br />

mare, anche là mi guida la tua<br />

mano”. Il contesto è l’amore infinito<br />

di Dio: se anche noi volessimo<br />

scappare da Dio, Lui ci<br />

è sempre accanto. Mi piace leggere<br />

queste parole in un ambito<br />

“personale”, legato alla situazione<br />

che sto vivendo.<br />

Un pezzo di strada insieme<br />

Sono arrivato a Desio a settembre<br />

2009 per sostituire p. Claudio<br />

Codenotti che partiva per <strong>il</strong><br />

Giappone. Ora è arrivato anche<br />

per me <strong>il</strong> momento di una<br />

nuova destinazione: <strong>il</strong> Congo.<br />

Tre anni sono passati<br />

in fretta! Ho avuto alcune<br />

difficoltà, specialmente<br />

nel “passaggio delle consegne”,<br />

che è stato troppo veloce.<br />

All’inizio, conoscere<br />

le persone e i vari gruppi, e<br />

organizzare le attività, non<br />

è stato semplice.<br />

Ringrazio tutti della pazienza<br />

avuta per farmi entrare<br />

con serenità nel percorso<br />

già compiuto, per dare<br />

una continuità nel cambiamento.<br />

Abbiamo fatto<br />

tante cose (servizio presso<br />

le suore di Madre Teresa,<br />

festa missionaria per gli<br />

giungere a un obiettivo comune,<br />

ovvero, la “ricerca della pace<br />

tra cambiamenti e contraddizioni”<br />

che <strong>il</strong> nostro territorio sta<br />

attraversando. Da anni ormai la<br />

festa dei popoli è una presenza<br />

costante e significativa nella<br />

vita della città, tanto più che<br />

quest’anno l’amministrazione<br />

comunale ha voluto far rientrare<br />

la festa tra le iniziative della<br />

rassegna “Culturando”, dedicata<br />

alla multiculturalità.<br />

Anche la ventesima edizione<br />

della festa ha avuto diversi momenti<br />

clou. Il primo è stata la<br />

partecipazione alla “marcia della<br />

pace”, tenutasi per le strade<br />

di Desio <strong>il</strong> pomeriggio di sabato<br />

12 maggio: numerosi cittadini,<br />

associazioni e gruppi, rappresentanti<br />

delle comunità straniere<br />

presenti sul territorio, hanno<br />

sf<strong>il</strong>ato assieme per la città. Pakistani<br />

e giapponesi, rumeni e<br />

italiani, uno accanto all’altro,<br />

hanno portato una vera testimonianza<br />

di pace per le strade di<br />

Desio.<br />

oratori, collaborazione nei decanati,<br />

incontri dei giovani cristiani<br />

e musulmani…) e tante ne rimangono<br />

da fare per animare la<br />

Brianza.<br />

Ringrazio <strong>il</strong> Signore per questo<br />

periodo di animazione missionaria<br />

trascorso qui. Ho capito quanto<br />

ci sia bisogno di giovani che si<br />

interessino delle missioni; quanta<br />

sete c’è di fare qualcosa per le<br />

missioni e anche di intraprendere<br />

nuove strade “missionarie”.<br />

Padre Stefano Della Pietra, nella foto con p. Claudio Codenotti,<br />

dopo tre anni lascia la comunità saveriana di Desio;<br />

a fine anno raggiungerà la missione in Congo<br />

La Messa sotto <strong>il</strong> tendone<br />

Il momento più importante di<br />

tutto <strong>il</strong> weekend è stata, senza<br />

dubbio, la celebrazione Eucaristica<br />

di domenica mattina, celebrata<br />

da p. Ernesto Moriel che,<br />

causa maltempo, si è svolta sotto<br />

<strong>il</strong> tendone anziché all’aperto, e<br />

che ha visto una grande affluenza<br />

di fedeli nonostante <strong>il</strong> violento<br />

acquazzone.<br />

Davanti all’altare improvvisato,<br />

risaltava una grande croce<br />

missionaria, sulla quale era stata<br />

posta la frase “Date testimonianza”,<br />

monito a tutti i fedeli di<br />

essere i primi “missionari” della<br />

parola del Signore. Questo monito<br />

è stato accolto con la preghiera<br />

dei fedeli in diverse lingue,<br />

a sottolineare <strong>il</strong> messaggio<br />

di universalità della preghiera. Il<br />

coro della parrocchia di san Giovanni<br />

Battista ha accompagnato<br />

i canti dell’assemblea..<br />

Il messaggio finale, letto da p.<br />

Stefano, partente per <strong>il</strong> Congo, è<br />

stato un invito a rispondere “sì”<br />

alla chiamata per la missione, in<br />

p. STEFANO DELLA PIETRA, sx<br />

“Farò dono di voi<br />

ai congolesi”<br />

Le parole del salmo, “Se prendo<br />

le ali dell’aurora per abitare<br />

all’estremità del mare...”, mi<br />

fanno venire in mente <strong>il</strong> viaggio:<br />

<strong>il</strong> viaggio verso l’Italia dopo<br />

l’esperienza in missione; <strong>il</strong> viaggio<br />

verso <strong>il</strong> Congo dopo l’esperienza<br />

in Italia. È un viaggio sulle<br />

“ali dell’aurora”, sulle ali della<br />

vita e della storia… È un viaggio<br />

aperto al futuro: non so dove<br />

mi porta <strong>il</strong> vento. Ma una cosa<br />

so: “anche là mi guida la tua<br />

mano”. Già, dovunque mi trovi,<br />

la mano di Dio mi guida. Mi ha<br />

guidato a Desio, mi guiderà in<br />

Congo!<br />

Le esperienze vissute in questi<br />

anni in Italia faranno da<br />

base per le prossime. Sono<br />

sicuro che quando sarò in<br />

Congo, ricorderò tutti voi,<br />

perché ogni incontro è un<br />

dono di Dio. Perciò penso<br />

di essere chiamato anche a<br />

fare dono di voi a coloro ai<br />

quali sono mandato.<br />

Ringrazio tutti coloro<br />

che hanno fatto un po’ di<br />

strada con me in questi anni.<br />

In particolare, mi piace<br />

ricordare l’esperienza<br />

di amicizia con alcune famiglie<br />

musulmane che frequentano<br />

la casa dei saveriani.<br />

Arrivederci a tutti. Ci<br />

vediamo in Congo! ■<br />

Raggi colorati, segno di speranza e rinascita del pianeta terra: uno dei gesti significativi<br />

della festa dei popoli organizzata dai saveriani di Desio<br />

qualunque modo e in qualunque<br />

situazione.<br />

Raggi colorati di speranza<br />

Un altro momento importante<br />

della festa è stato <strong>il</strong> gesto della<br />

pace, organizzato dal gruppo dei<br />

giovani cristiani e musulmani,<br />

con la collaborazione di Legambiente.<br />

È stato lanciato un gesto<br />

di provocazione, ricordando alcuni<br />

aspetti preoccupanti, come<br />

la fame nel mondo, l’inquinamento,<br />

la costruzione di una diga<br />

in Argentina, che ha costretto<br />

gli indio ad abbandonare la propria<br />

terra.<br />

Così, dal palco, sono partiti<br />

dei raggi colorati in segno di<br />

speranza e di rinascita per questo<br />

nostro pianeta. Dobbiamo essere<br />

seminatori di pace. E quale<br />

miglior gesto, se non <strong>il</strong> dono di<br />

un sacchettino con piccoli semi?<br />

È stato piantato nel giardino un<br />

albero di cachi che, nella cultura<br />

giapponese, sta a indicare la<br />

rinascita.<br />

Sono stati tre giorni di servizio<br />

e di festa, di gioia e riflessione.<br />

Abbiamo dormito poco, ma la<br />

gioia di vivere l’evento in pieno<br />

è una sensazione bellissima, che<br />

carica di energie nuove. L’appuntamento<br />

è per l’anno prossimo!<br />

■<br />

L’Eucaristia per la festa dei popoli 2012<br />

è stata celebrata da p. Ernesto Moriel<br />

sotto <strong>il</strong> tendone causa maltempo, ma<br />

la partecipazione è stata numerosa<br />

PADRE ROSaRIO SALUTA TUTTI<br />

PAOLA FARINA<br />

Il rettore dei saveriani p. Rosario Giannattasio<br />

ha lasciato Desio per Parma, dove ha sede<br />

la casa madre, per svolgere un servizio importante:<br />

è stato nominato superiore dei saveriani<br />

per l’Italia. “Mi dispiace lasciare Desio”,<br />

ammette.<br />

Originario di Salerno, dopo un’esperienza<br />

di missione in Colombia e diversi anni trascorsi<br />

a Brescia, p. Rosario era arrivato a Desio<br />

due anni e mezzo fa. “L’impatto non è stato<br />

fac<strong>il</strong>e”, confessa. “Ma sono bastati pochi mesi,<br />

per conoscere persone aperte, in grado di<br />

mettersi in gioco. Lascio amici e compagni di<br />

cammino. Abbiamo lavorato insieme condividendo<br />

valori comuni”. Diverse le iniziative<br />

promosse: “È stato molto importante <strong>il</strong> dialogo<br />

con gli amici musulmani; siamo cresciuti Padre Rosario ha lasciato<br />

nel dialogo e nel rispetto reciproco; abbiamo Desio e ora è a Parma<br />

fatto un bel cammino di fede”.<br />

Padre Rosario è soddisfatto anche dell’organizzazione della festa<br />

dei popoli, che si tiene tutti gli anni a maggio. “Con <strong>il</strong> tempo, è diventata<br />

la festa della città. Con <strong>il</strong> sindaco Roberto Corti e l’assessore<br />

Cristina Redi abbiamo lavorato bene. Sono contento della sensib<strong>il</strong>ità<br />

dimostrata dall’amministrazione e sono soddisfatto per i tanti volontari<br />

che ci hanno aiutato”.<br />

Un’altra soddisfazione è stata l’accoglienza ai profughi. “È stata<br />

una tappa per crescere, anche se meno appariscente rispetto ad altre<br />

iniziative. Auguro ai Desiani di proseguire su questa strada: la chiesa<br />

è bella quando è formata da religiosi e laici che lavorano in sinergia.<br />

A tutti gli amici della Brianza dico di rimanere sempre aperti al vangelo<br />

e alla vita”.<br />

Diamo <strong>il</strong> “benvenuto” a p. Carmelo Boesso, nominato rettore della<br />

comunità saveriana di Desio. Padovano di nascita, era rettore a Udine.<br />

Nei prossimi mesi lui stesso si presenterà ai lettori e amici.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

FRIULI<br />

33100 UDINE UD - Via Monte S. Michele, 70<br />

Tel. 0432 471818 - E-ma<strong>il</strong>: udine@saveriani.it<br />

- C/c. postale 210336<br />

8<br />

Una lettera dal Camerun<br />

Ho ripreso <strong>il</strong> bastone del pellegrino<br />

C<br />

ari amici, mi trovo di nuovo<br />

in sede, a Douala, dopo<br />

diversi mesi di viaggi. Continuo<br />

<strong>il</strong> mio servizio di animazione e<br />

di coordinamento delle comunità<br />

saveriane in Camerun e in<br />

Ciad. Il capitolo dei saveriani in<br />

Camerun mi ha chiesto di continuare<br />

per altri quattro anni. Non<br />

era certo nelle mie aspirazioni,<br />

ma ho accettato perché ho sentito<br />

l’unanimità dei miei confratelli<br />

e perché vorrei far andare<br />

avanti alcuni “cantieri” messi in<br />

piedi. E ho ripreso <strong>il</strong> bastone del<br />

pellegrino.<br />

p. ARMANDO COLETTO, sx<br />

Consiglieri giovani e bravi<br />

Febbraio e marzo li ho passati<br />

in Ciad; c’era un bisogno nella<br />

nostra comunità di Bongor (da<br />

dove sono stato “rapito” quattro<br />

anni fa). Ne ho approfittato<br />

anche per visitare le comunità<br />

saveriane del Ciad e del Camerun<br />

settentrionale. Devo farlo<br />

due volte all’anno, per seguire<br />

la vita e i problemi da vicino. È<br />

sempre una bella esperienza <strong>il</strong><br />

contatto ravvicinato con i miei<br />

confratelli missionari e con la<br />

loro vita concreta.<br />

In quel periodo si è tenuta anche<br />

la nostra riunione di “consiglio”,<br />

cha ha luogo tre volte<br />

l’anno: nel governo della regione<br />

saveriana sono infatti assistito<br />

da quattro confratelli, nuovi di<br />

zecca, tutti giovani e bravissimi!<br />

È <strong>il</strong> momento di prendere alcune<br />

decisioni concrete e orientamenti<br />

sulla missione, sulle persone e<br />

su certe situazioni delicate. Poi,<br />

tocca a me applicare i provvedimenti<br />

e gli orientamenti presi.<br />

Il cristianesimo in Ciad<br />

Un’esperienza nuova che ho<br />

vissuto è stata la partecipazione<br />

a un’assemblea speciale, quella<br />

dei responsab<strong>il</strong>i di tutte le congregazioni<br />

religiose presenti in<br />

Ciad. Eravamo una quarantina<br />

di persone. Ho ascoltato le preoccupazioni<br />

maggiori, condivise<br />

da tutti coloro che lavorano da<br />

anni nell’evangelizzazione e nella<br />

promozione umana in questa<br />

nazione.<br />

Il cristianesimo è minoritario<br />

rispetto alle religioni tradizionali<br />

e all’islam, e ha difficoltà a<br />

diffondersi nelle culture locali:<br />

<strong>il</strong> legame tra la fede e la vita è<br />

spesso molto frag<strong>il</strong>e. C’è poca<br />

incidenza sulle realtà sociali e<br />

Appuntamento da non perdere<br />

Il 23 settembre a Udine festa dei famigliari p. FIORENZO RAFFAINI, sx<br />

Q<br />

uando penso alla festa dei<br />

famigliari dei saveriani<br />

friulani la mente corre lontano,<br />

al giorno in cui ho messo piede<br />

nella casa di via Monte San<br />

Michele. Qui ho iniziato la mia<br />

attività di animatore vocazionale<br />

girando nelle scuole e nelle<br />

parrocchie dove ho incontrato<br />

centinaia di ragazzi e famiglie.<br />

Qualcuno di loro è arrivato fino<br />

al sacerdozio.<br />

Ho incontrato anche i parenti<br />

di chi era già missionario, come<br />

Teresa, mamma di p. Ermanno<br />

Ferro, Grazia Maria, mamma di<br />

p. Mario Cruder, i fratelli di p.<br />

Pio Devoti, mio insegnante in<br />

teologia, e altri ancora.<br />

Una storia per ogni famiglia<br />

Non posso dimenticare i genitori,<br />

i fratelli e le sorelle dei miei<br />

compagni di teologia a Parma,<br />

tra i quali Clemente e Maria, genitori<br />

del compianto p. Roberto<br />

Dal Forno, e Rosa, mamma di p.<br />

Claudio Marano che è stata fino<br />

in Burundi per visitare <strong>il</strong> figlio…<br />

C’è poi Maria Rom<strong>il</strong>da, mamma<br />

di p. Em<strong>il</strong>io Iurman, pescato da<br />

p. Gianni Pedrotti a Scale di<br />

Grimacco sul confine con la ex<br />

Jugoslavia, dove papà Faustino<br />

aveva dei terreni; Dino, papà di<br />

p. Edi Foschiatto, che con sorriso<br />

sornione mi ha offerto del<br />

picolit e poi mi ha osservato per<br />

vedere se capivo cosa stessi bevendo.<br />

Con i fratelli di p. Paolo Codutti,<br />

mio compagno di missione<br />

a Shabunda in Congo, abbiamo<br />

spesso fatto discorsi impegnativi<br />

sulla chiesa e la missione.<br />

Indimenticab<strong>il</strong>e è la cara figura<br />

di p. Renzo Bon, conosciuto a<br />

K<strong>il</strong>iba nel 1976: suo papà Ercole<br />

era vig<strong>il</strong>e urbano a Udine,<br />

mentre mamma Valburga l’ha<br />

accompagnato per anni con le<br />

sue preghiere. C’era <strong>il</strong> papà di<br />

p. Lorenzo Mattiussi, Celestino,<br />

da cui si andava ad aggiustare i<br />

legamenti…<br />

Legami forti come i friulani…<br />

Ciò che più mi ha colpito in<br />

questi anni è <strong>il</strong> legame che si è<br />

creato tra queste persone: un legame<br />

di amicizia, solidarietà e<br />

preghiera. Molti sono già volati<br />

in paradiso e queste circostanze<br />

hanno unito ancora di più la<br />

grande famiglia dei famigliari<br />

dei missionari friulani con belle<br />

iniziative, come l’incontro mens<strong>il</strong>e<br />

di preghiera nella casa di<br />

Udine. Nel momento di lutto e<br />

dolore, è straordinaria la solidarietà<br />

delle altre famiglie, che non<br />

fanno mai mancare vicinanza e<br />

sostegno.<br />

Durante la festa annuale c’è<br />

un clima che sprigiona sincera<br />

attenzione e simpatia per un<br />

ideale che ha apparentato tutti<br />

in un legame forte e sincero di<br />

condivisione cristiana, di impegno<br />

d’amore verso tutti: l’ideale<br />

missionario.<br />

Questo ideale, che è anche uno<br />

st<strong>il</strong>e di vita, ha permeato e tras<strong>formato</strong><br />

la vita di tutti, parenti,<br />

figli, fratelli, nipoti e missionari.<br />

Grazie di cuore per questo impagab<strong>il</strong>e<br />

dono.<br />

■<br />

L’appuntamento con i famigliari dei saveriani friulani è per domenica 23 settembre 2012; non mancate, vi aspettiamo numerosi!<br />

Il friulano p. Armando Coletto, secondo a sinistra, è stato riconfermato superiore<br />

dei saveriani in Camerun e Ciad: con lui collabora una squadra nuova di zecca!<br />

politiche. Ma se l’analisi è chiara,<br />

le strategie da seguire sono<br />

meno evidenti: bisogna continuare<br />

a cercare.<br />

Dopo la grande veglia di Pasqua,<br />

con battesimi e celebrazione<br />

di matrimoni, mi sono<br />

rimesso in strada per tornare in<br />

Camerun verso Yaoundé e Douala,<br />

passando per le comunità<br />

di Bafoussam, dove abbiamo<br />

anche una quindicina di giovani<br />

che si preparano a diventare<br />

missionari. Ci vuole una giornata<br />

intera di corriera nel migliore<br />

dei casi, e una nottata in treno<br />

per arrivare alla capitale Yaoundé.<br />

Ormai conosco <strong>il</strong> percorso<br />

a memoria… Tutto è andato per<br />

<strong>il</strong> meglio, anche se la fatica si<br />

fa sentire, così come la voglia<br />

di tornare alla base per fermarsi<br />

un po’.<br />

L’umanità cresce con l’unità<br />

A Yaoundé ho partecipato a<br />

un altro incontro con un gruppo<br />

di religiosi e religiose. Stiamo<br />

cercando di mettere in piedi un<br />

osservatorio nazionale per la<br />

giustizia e la pace. L’avevo proposto<br />

l’anno scorso; l’idea ha<br />

fatto <strong>il</strong> suo cammino e quest’anno<br />

alcuni istituti hanno aderito.<br />

Si tratta di un gruppetto di persone<br />

che segue gli avvenimenti<br />

più significativi del Paese sotto<br />

l’aspetto dei diritti umani, della<br />

gestione politica ed economica,<br />

per fornire ai religiosi materiale<br />

documentato per un’analisi della<br />

situazione, per la formazione<br />

delle coscienze e anche per denunciare<br />

eventuali derive... La<br />

sensib<strong>il</strong>ità è ancora debole in<br />

questo campo e si rischia di farsi<br />

complici di certe situazioni a<br />

causa del s<strong>il</strong>enzio.<br />

Come vedete, le riunioni non<br />

mancano, sperando che servano<br />

a qualcosa, a far crescere l’intesa<br />

e <strong>il</strong> lavoro fatto insieme, la fraternità<br />

e <strong>il</strong> regno di Dio, come<br />

si dice nel linguaggio biblico.<br />

L’umanità cresce nella misura in<br />

cui cresce l’unità. ■<br />

BISOGNa CREDERE... PRATICAMENTE!<br />

san GUIDO CONFORTI<br />

Abbiamo ricevuto l’abito santo della fede nel giorno del nostro battesimo,<br />

ma questo abito è necessario perfezionarlo con l’esercizio degli<br />

atti relativi, per cui la fede nostra da abituale che è, deve diventare<br />

attuale, informando e vivificando tutti gli atti della nostra vita. Non<br />

basta avere la fede per essere giustificati al cospetto del Signore; ma è<br />

necessario vivere la vita della fede, che si manifesta nelle opere.<br />

Vivere la vita della fede vuol dire giudicare ogni cosa secondo i suoi<br />

infallib<strong>il</strong>i comandi, approvare ciò che essa approva e condannare ciò<br />

che essa condanna. Non basta credere, ma bisogna vivere in conformità<br />

della propria fede, interrogarla in tutti gli incontri, in tutte le contingenze<br />

della vita e regolarsi non secondo l’andazzo del tempo, non secondo<br />

le esigenze delle passioni sregolate, ma secondo i suoi insegnamenti,<br />

con la persuasione di seguire la verità e di praticare la giustizia.<br />

Non basta credere speculativamente, ma bisogna anche credere<br />

praticamente, vale a dire senza arrossire di fronte agli scettici e ai miscredenti.<br />

È necessario che la fede informi tutti i pensieri della nostra<br />

mente, tutti gli affetti del nostro cuore. È necessario che la nostra vita<br />

e le nostre opere siano l’eco della nostra fede. Non basta che l’immagine<br />

adorab<strong>il</strong>e del Crocifisso adorni le pareti delle nostre case perché<br />

si possa dire che là regna Cristo. È necessario di più: che <strong>il</strong> suo spirito<br />

santifichi i membri delle nostre famiglie.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

MACOMER<br />

08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9<br />

Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706<br />

E-ma<strong>il</strong>: saverianisardegna@tiscali.it - C/c. postale 207084<br />

Sulle orme di un “santo vivente”<br />

8<br />

Pellegrinaggio a Laconi con amici e delegate p. DINO MARCONI, sx<br />

I<br />

l 2 giugno s’è svolto<br />

l’annuale pellegrinaggio<br />

missionario degli amici e delle<br />

delegate missionarie a Laconi<br />

(Nuoro), <strong>il</strong> paese natale di<br />

sant’Ignazio (1701-1781). Chi<br />

è partito da Cagliari è passato<br />

anche da Gesturi, paese natale<br />

del beato fra Nicola da Gesturi<br />

(1882-1958), oltre che del saveriano<br />

p. Ferdinando Abis, attualmente<br />

missionario in Indonesia.<br />

Possiamo dire che siamo passati<br />

sulle orme di due santi cappuccini,<br />

vissuti in tempi diversi,<br />

ma entrambi questuanti per le<br />

vie di Cagliari e nei paesi agricoli<br />

dove si sono sv<strong>il</strong>uppati i Monti<br />

granatici.<br />

La Sardegna del settecento<br />

La scrittrice Grazia Deledda<br />

definì fra Ignazio da Laconi<br />

“l’uomo più ricordato del settecento<br />

sardo”. In quel tempo,<br />

la vita economica e sociale dei<br />

sardi era ostacolata da insistenti<br />

carestie e malattie, oltre che<br />

dall’isolamento. Per evitare<br />

l’usura sulle sementi, nel sette-<br />

cento si diffusero i Monti granatici,<br />

istituzioni consorziali<br />

agricole che, prestando <strong>il</strong> grano<br />

senza strozzinaggio, costituivano<br />

una risposta efficace alle<br />

condizioni naturali e sociali della<br />

Sardegna di allora.<br />

Significativa è la testimonianza<br />

del pastore protestante Giuseppe<br />

Feus, cappellano del reggimento<br />

di fanteria tedesco in Sardegna,<br />

che nel 1773 scriveva a un amico<br />

in Germania: “Noi vediamo<br />

mendicare tutti i giorni un santo<br />

vivente, un frate cappuccino che<br />

pare abbia fatto molti miracoli,<br />

acquistando la venerazione dei<br />

suoi corregionali”.<br />

Carità, ma solo<br />

quella “giusta”<br />

In noviziato, fra Ignazio aveva<br />

imparato lo spirito francescano<br />

degli um<strong>il</strong>i e faticosi servizi<br />

per la comunità e per i bisognosi<br />

quando, salendo le scale con una<br />

pesante anfora d’acqua, domandò<br />

aiuto alla Madonna esposta<br />

sulla scala. La Madre di Gesù gli<br />

ricordò la sofferenza del Figlio<br />

Saluto la bella Sardegna<br />

Dopo sei anni intensi torno in Africa<br />

S<br />

aluto tutte le persone incontrate<br />

in questi sei anni,<br />

veloci e intensi trascorsi in terra<br />

di Sardegna, con questa convinzione:<br />

“la missione è sempre<br />

un dono di grazia del Signore!”.<br />

Non guardo indietro, ma mi lancio<br />

verso <strong>il</strong> futuro che si chiama<br />

per me: repubblica democratica<br />

del Congo, in Africa.<br />

Protagonista della missione<br />

non sono io ma Dio, che è lì da<br />

sempre, e ora mi sta aspettando<br />

per riabbracciarmi nel volto di<br />

tanti fratelli e sorelle congolesi,<br />

perché anch’io possa continuare a<br />

dare <strong>il</strong> mio contributo all’avvento<br />

del suo regno! Mi butto in questa<br />

avventura “fidandomi di Dio”,<br />

cercando di testimoniare l’amore<br />

che Lui ha per ciascuno di noi!<br />

Confermo: non è fac<strong>il</strong>e!<br />

Certamente i sentimenti che riempiono<br />

<strong>il</strong> mio cuore in quest’ultimo<br />

periodo, sono tanti: alcuni<br />

sono anche contrastanti, ma penso<br />

siano tutti veri! Pensavo che<br />

“sarebbe stato più fac<strong>il</strong>e” partire<br />

questa volta, visto che è un ritorno<br />

alla missione che ho già conosciuto<br />

e in cui ho già lavorato.<br />

Ma non è proprio così! Sento<br />

<strong>il</strong> distacco dai legami, dalle persone,<br />

dai tanti giovani che ho incontrato<br />

in questi anni: cammini<br />

di formazione missionaria, esperienze<br />

condivise, momenti di festa<br />

e di preghiera; momenti anche<br />

diffic<strong>il</strong>i, ma tutti significativi!<br />

Ringrazio tutti, per avermi accolto<br />

e sopportato, e per aver<br />

condiviso con me un tratto di<br />

strada! Nel mio piccolo ho cercato<br />

di “contagiare” con la passione<br />

per la missione! Non so se<br />

ci sono riuscito, ma di sicuro ci<br />

ho provato! Grazie ai confratel-<br />

Padre Roberto Salvadori, dopo sei anni lascia<br />

la Sardegna per tornare in Congo Rd<br />

in croce. Fra Ignazio ha vissuto<br />

lo spirito francescano percorrendo<br />

le strade di Cagliari come<br />

questuante della carità, donata e<br />

ricevuta.<br />

Nelle raffigurazioni, Ignazio<br />

porta in spalla la bisaccia bianca<br />

del frate questuante, compito<br />

che i superiori gli avevano affidato<br />

nel 1741. Ma lui rifiutava<br />

ogni elemosina che fosse frutto<br />

di ingiustizia. Si racconta che<br />

<strong>il</strong> santo frate non si recasse a<br />

elemosinare da un certo Gioacchino<br />

Franchino, arricchitosi<br />

con l’usura. Dopo le lamentele<br />

dell’interessato con <strong>il</strong> guardiano<br />

del convento, fra Ignazio per<br />

obbedienza si recò a questuare<br />

anche da lui, ma in strada dalla<br />

sua bisaccia cominciò a colare<br />

sangue.<br />

Portando la bisaccia ai piedi<br />

del padre guardiano, gli disse:<br />

“Ecco <strong>il</strong> sangue dei poveri!”.<br />

La bisaccia insanguinata di fra<br />

Ignazio da Laconi e i Monti<br />

granatici ancor oggi ci invitano<br />

all’impegno della solidarietà e<br />

della carità genuina.<br />

p. ROBY SALVADORI, sx<br />

li della comunità saveriana che<br />

mi hanno sempre voluto bene;<br />

grazie a coloro che si sono fidati<br />

di me; grazie a coloro che hanno<br />

pregato per me! Quando sono<br />

arrivato dalla missione, qualcuno<br />

mi aveva detto che la Sardegna<br />

ha qualcosa di unico e particolare<br />

e che non sarebbe stato<br />

fac<strong>il</strong>e “lasciarla”! Devo confermare<br />

questa piccola “profezia”.<br />

Grazie, caro popolo sardo!<br />

La Sardegna è bellissima, lo<br />

sappiamo. Ma ancor di più la<br />

gente sarda, attaccata alla propria<br />

terra e fiera di esserlo! Gente<br />

generosa e accogliente, gente<br />

di cuore, che affronta le difficoltà<br />

della vita con molta dignità<br />

e sa sempre “rimboccarsi le maniche”!<br />

Grazie per questa vostra<br />

testimonianza di vita. E grazie a<br />

Dio perché ci ha fatto incontrare,<br />

amare e sognare insieme!<br />

La vita deve andare avanti e<br />

continueremo a viverla. Tutti noi<br />

vogliamo farlo con gioia, apertura<br />

e desiderio di annunciare e testimoniare<br />

la presenza di Cristo<br />

che tutto può, tutto vuole e tutto<br />

ama, anche attraverso di noi!<br />

Buona missione a tutti! Con affetto<br />

e profonda riconoscenza, un<br />

abbraccio forte! “Mungu awabariki”<br />

- Dio vi benedica! ■<br />

Delegate missionarie e amici dei saveriani in Sardegna <strong>il</strong> 2 giugno,<br />

in pellegrinaggio a Laconi, paese natale del santo francescano fra Ignazio<br />

La Messa e la visita<br />

al parco<br />

A Laconi, nella tarda mattinata,<br />

abbiamo fatto la salita in<br />

corteo fino alla chiesa dei cappuccini<br />

con le bandiere dei paesi<br />

delle nostre missioni e la meditazione<br />

di p. Virginio. La Messa<br />

è stata celebrata nella chiesetta<br />

dell’oasi francescana da p. Roberto<br />

Salvadori.<br />

Nel pomeriggio abbiamo visitato,<br />

dietro la casa natale di fra<br />

Ignazio, <strong>il</strong> parco di Aymerich<br />

con i resti del castello degli ultimi<br />

signori di Laconi del ‘700,<br />

con le sue grotte, cascatelle e<br />

laghetti. Il cancello del giardino<br />

botanico nascondeva la curva,<br />

ad angolo retto, del sentiero di<br />

uscita dal parco e invitava a perdersi<br />

nei sentieri, ripercorrendo<br />

lo stesso tratto varie volte.<br />

Dobbiamo le nostre scuse a Rita<br />

M<strong>il</strong>ia, che per la fretta non è stata<br />

attesa dall’autobus. Ci impegniamo<br />

a rifare <strong>il</strong> pellegrinaggio in auto<br />

con lei e la sua amica. ■<br />

UnA BELLA GIORNATA INSIEME<br />

Immagini del pellegrinaggio a Laconi<br />

Sole, sorrisi, preghiera e bandiere sono state<br />

le caratteristiche del pellegrinaggio 2012 a Laconi.<br />

p. D. MARCONI, sx<br />

Padre Roberto Salvadori durante l’omelia nell’oasi francescana di<br />

Laconi, ai pellegrini amici e delegate.<br />

Padre Giuseppe<br />

Marzarotto<br />

con l’ostensorio;<br />

dietro a lui padre<br />

Simoncelli e<br />

padre Marconi.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

MARCHE<br />

60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40<br />

Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639<br />

E-ma<strong>il</strong>: ancona@saveriani.it - C/c. postale 330605<br />

8<br />

Un appuntamento sempre atteso<br />

Alla festa dei benefattori, offrendo se stessi<br />

S<br />

apere che un evento si verificherà<br />

“perché c’è sempre<br />

stato” ai bambini piace. È un<br />

punto fermo che dà sicurezza,<br />

attorno al quale ruotano le tante<br />

variab<strong>il</strong>i di ogni momento. Per<br />

gli anziani, invece, costituisce<br />

uno dei p<strong>il</strong>astri e non può mancare,<br />

altrimenti viene a crollare<br />

un pezzetto della loro vita.<br />

Le due mani di Dio<br />

Ritiro con adolescenti anconetani<br />

S’<br />

DIARIO DELLA COMUNITà<br />

SPAZIO GIOVANI<br />

è svolto a inizio maggio<br />

l’incontro di due giorni<br />

con circa 30 adolescenti della<br />

diocesi di Ancona che ogni tanto<br />

si incontrano dai saveriani. Il<br />

tema dell’incontro era racchiuso<br />

in una domanda: “Che cosa è la<br />

sessualità?”. Si è trattato quindi<br />

di approfondire un argomento<br />

molto importante per i ragazzi<br />

di oggi.<br />

Che cos’è la sessualità?<br />

Dopo una breve presentazione<br />

reciproca, tanto per conoscerci<br />

meglio, abbiamo lanciato <strong>il</strong> tema<br />

attraverso provocazioni che<br />

partivano da spot pubblicitari sul<br />

modo in cui si parla di sessualità<br />

nei mezzi di comunicazione.<br />

Padre Piermario Tassi serve ai<br />

tavoli durante la festa dei benefattori<br />

che si è tenuta nella<br />

casa dei saveriani di Ancona<br />

Abbiamo analizzato come la<br />

televisione, i giornali e le riviste<br />

usano e mettono in mostra<br />

<strong>il</strong> corpo, parlano e intendono la<br />

sessualità, e come i ragazzi stessi<br />

la intendono. Il confronto ha<br />

permesso di renderci conto di<br />

quanta confusione regni tra gli<br />

adolescenti sull’argomento, soprattutto<br />

tra sessualità e sesso,<br />

tra istinti e affetti...<br />

Un momento interessante è<br />

stato quando è stato chiesto ai<br />

ragazzi e alle ragazze separatamente<br />

di esprimere un’opinione<br />

su chi è un “maschio vero” e chi<br />

è una “femmina vera”. Questa<br />

attività ha messo in luce un paragone<br />

con <strong>il</strong> quale noi pensiamo<br />

di capire chi siamo, soprattutto<br />

Alcuni adolescenti di Ancona con p. Tonini durante i lavori di gruppo<br />

della due giorni che si è tenuta presso i saveriani<br />

ILARIA BASTIANELLI<br />

Così è la festa dei benefattori<br />

nella comunità dei saveriani ad<br />

Ancona. Sapere di ritrovarsi ogni<br />

anno, scambiare le immancab<strong>il</strong>i<br />

quattro chiacchiere, celebrare<br />

p. SERGE TCHATCHE, sx<br />

in confronto con l’altro. Cioè:<br />

“Sono maschio perché tu sei<br />

femmina” o viceversa. La giornata<br />

di sabato si è chiusa con<br />

momenti di gioco e con la preghiera<br />

della sera.<br />

Come le due mani<br />

del dipinto<br />

La domenica è iniziata sulle<br />

note della canzone: “Ora vado<br />

sulla mia strada con l’amore tuo<br />

che mi guida, o Signore ovunque<br />

io vada, resta accanto a me”. Con<br />

queste parole abbiamo approfondito<br />

la domanda che si cela sotto<br />

la sicurezza di sapere che cosa è<br />

la sessualità: “Chi sono io?”.<br />

Abbiamo scoperto, infatti,<br />

che la sessualità non è solo una<br />

funzione, ma un modo di essere;<br />

è quel che sono dalla nascita e<br />

che dirà sempre chi sono e chi<br />

sarò. Maschio e femmina sono<br />

come le due mani con le quali<br />

<strong>il</strong> Signore scrive la storia della<br />

salvezza.<br />

Siamo chiamati a essere segni<br />

dell’amore di Dio, come le due<br />

mani che <strong>il</strong> dipinto di Rembrandt<br />

- “<strong>il</strong> figliol prodigo” - raffigura<br />

in modo mirab<strong>il</strong>e: una mano<br />

femmin<strong>il</strong>e più tenera e delicata,<br />

e una mano masch<strong>il</strong>e più forte e<br />

rassicurante.<br />

La “due giorni” si è chiusa<br />

con la celebrazione Eucaristica<br />

e <strong>il</strong> pranzo della domenica, condiviso<br />

tra ragazzi e ragazze, in<br />

fraternità. Ci siamo dati appuntamento<br />

alla prossima occasione<br />

per continuare la scoperta di ciò<br />

che fa la nostra identità. ■<br />

insieme l’Eucaristia e continuare<br />

con <strong>il</strong> pranzo... è diventato “un<br />

rito”. I gesti si ripetono e ogni<br />

anno si comprende una sfumatura<br />

di questo incontro; e ogni<br />

anno compare qualche volto<br />

nuovo.<br />

A colpi di poesie…<br />

Il clima di quest’anno era particolarmente<br />

gioioso, tra brindisi<br />

e poesie jesine: un vero “duello”<br />

all’ultima rima. Il poeta Dellabella<br />

Roberto ci ha tutti rapiti<br />

con i suoi versi, già raccolti in<br />

tre pubblicazioni che gli fanno<br />

onore. Il Dellabella è un uomo<br />

magnanimo, tanto che ha messo<br />

in vendita i suoi volumi devolvendo<br />

le offerte raccolte ai “cari<br />

missionari che mi hanno fin da<br />

bambino educato”. Sì, è davvero<br />

una storia curiosa: quel bambino<br />

che fu educato e istruito dai saveriani,<br />

ha sempre continuato a<br />

seguire con <strong>il</strong> cuore i missionari<br />

e a sostenerli.<br />

Ma non possiamo dimenticare<br />

<strong>il</strong> suo “rivale”, <strong>il</strong> sig. Galeazzi<br />

Nazareno, la cui bravura ce lo<br />

fa ricordare presente ogni anno,<br />

<strong>il</strong> poeta che intreccia i nomi dei<br />

missionari saveriani della comunità<br />

di Ancona con le loro qualità:<br />

da p. Narciso a p. Enzo, passando<br />

per p. Serge e p. Claudio,<br />

senza dimenticare p. Alberto.<br />

Ha veramente una grande prontezza<br />

per improvvisare rime e<br />

Quando le mani tremeranno...<br />

ROBERTO DELLABELLA<br />

Pubblichiamo una poesia in lingua che <strong>il</strong> poeta e amico Roberto ha<br />

composto e recitato alla festa dei benefattori, presso la comunità saveriana<br />

di Ancona.<br />

Quando …<br />

Ie mani del vostro vecchio<br />

saranno tremolanti,<br />

non scordatevi …<br />

quante volte passarono<br />

dolci amorose carezze<br />

suI vostro volto bambino;<br />

quante volte hanno sorretto<br />

<strong>il</strong> vostro passo insicuro…<br />

Quanto lavoro<br />

è passato pesante<br />

tra quelle dita ormai stanche<br />

per amore.<br />

Pensate …<br />

quante volte si sono giunte<br />

in accorata supplicante preghiera,<br />

per voi: mani protettrici<br />

mani di Dio poste suI vostro capo.<br />

Quando …<br />

Ie mani del vostro vecchio<br />

saranno tremolanti<br />

ponetele, giunte,<br />

tra Ie vostre mani salde:<br />

per un attimo non tremeranno più.<br />

Sarà la vostra ricambiata carezza,<br />

la vostra gratitudine;<br />

nell’espressione commossa<br />

che leggerete nei suoi occhi.<br />

potrete cogliere ancora una volta<br />

un abbraccio d’amore.<br />

assonanze del tutto adatte. Sono<br />

attinte direttamente dal cuore di<br />

questo benefattore, che ha messo<br />

a frutto i suoi talenti… E noi lo<br />

ringraziamo perché ogni anno ce<br />

ne fa un bel regalo.<br />

Il dono più grande<br />

Erano presenti anche Nadia e<br />

Fabio Pirani, benefattori al 100<br />

per cento! Sono i genitori del<br />

giovane Diego che ora sta studiando<br />

con i saveriani in Camerun<br />

per diventare sacerdote missionario.<br />

Quale dono più grande<br />

potevano offrire? Un figlio! Ma<br />

non solo questo, perché aiutano<br />

in ogni necessità i saveriani<br />

di Ancona, dal mantenimento<br />

dell’orto ai lavori della casa.<br />

In questa giornata così particolare,<br />

Fabio ha servito tutti gli<br />

invitati e ha aiutato in cucina le<br />

bravissime cuoche Valeria e Mirella.<br />

Pensate che anche lo zio<br />

di Diego - pasticcere - ha offerto<br />

<strong>il</strong> suo contributo, regalando<br />

un’enorme torta per addolcire la<br />

chiusura del pranzo.<br />

Benefattori possiamo essere<br />

tutti, perché ognuno di noi può<br />

aiutare secondo le proprie capacità<br />

e qualità, anche se abbiamo<br />

poco tempo a disposizione. Tutti<br />

siamo preziosi per la crescita<br />

di tutti e i saveriani vogliono ricordarcelo<br />

ogni anno dedicandoci<br />

una festa! Grazie per tutti i vostri<br />

aiuti!<br />

■<br />

Basta un microfono per scatenare<br />

la battaglia, a colpi di rime e poesie…


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

PARMA<br />

43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8<br />

Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502<br />

E-ma<strong>il</strong>: renzo.larcher@ema<strong>il</strong>.it - C/c. postale 153437<br />

8<br />

Andrea Facchetti è sacerdote!<br />

Ordinazione a Parma, prima Messa a Viadana<br />

M<br />

ons. Lafranconi, vescovo<br />

di Cremona, ha rivolto<br />

questo augurio a p. Andrea Facchetti,<br />

missionario saveriano<br />

di Viadana ordinato sacerdote<br />

sabato 30 giugno nel santuario<br />

San Guido Conforti a Parma:<br />

“Parti per <strong>il</strong> Mozambico con la<br />

certezza che Dio è con te, e che<br />

lo è sempre stato fin dal momento<br />

in cui sei stato concepito nel<br />

grembo materno. Sarà lui a darti<br />

la forza di dire le parole radicali<br />

e diffic<strong>il</strong>i del vangelo”.<br />

Hanno concelebrato mons.<br />

Biguzzi, vescovo emerito di<br />

Makeni, <strong>il</strong> superiore per l’Italia<br />

p. Rosario e <strong>il</strong> rettore p. Ulisse,<br />

l’arciprete di Viadana mons. Floriano<br />

Danini e una sessantina tra<br />

saveriani e sacerdoti diocesani di<br />

Parma e Cremona.<br />

La vocazione dove batte <strong>il</strong> cuore<br />

Padre Pancani da 50 anni prete missionario a cura di p. RENZO LARCHER, sx<br />

è<br />

stata festa grande al santuario<br />

“San Guido Conforti”<br />

venerdì 29 giugno. Nel<br />

contesto della solennità degli<br />

apostoli Pietro e Paolo, ha festeggiato<br />

tra noi <strong>il</strong> 50° di ordinazione<br />

sacerdotale p. Otello<br />

Pancani, saveriano originario di<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />

Da 45 anni in Indonesia<br />

Nell’ampia omelia, <strong>il</strong> missionario<br />

ha ricordato anzitutto<br />

le origini della sua vocazione.<br />

“Perché mi sono fatto prete? Ho<br />

seguito un’esigenza del cuore, a<br />

cui non sono riuscito a resistere<br />

e che perdura insistente fino<br />

a oggi. Sentivo che <strong>il</strong> mio cuore<br />

batteva lì, e dove batte <strong>il</strong> cuore<br />

c’è la propria vocazione, cioè<br />

la propria identità, la propria<br />

felicità”. Quel 29 giugno 1962<br />

a essere ordinati preti per la<br />

diocesi Reggiana erano diciotto<br />

giovani; 50 anni dopo, alcuni di<br />

loro erano attorno all’altare con<br />

p. Otello.<br />

Destinato come coadiutore a<br />

Correggio, in quegli anni di grazia<br />

della celebrazione del conc<strong>il</strong>io<br />

Vaticano II, p. Otello ha maturato<br />

la sua vocazione missionaria saveriana.<br />

Dopo l’anno di noviziato<br />

a Nizza Monferrato, <strong>il</strong> 3 ottobre<br />

1966 diventa saveriano con la<br />

professione dei voti a Parma e<br />

Una festa<br />

davvero mondiale…<br />

La liturgia di ordinazione del<br />

giovane viadanese è stata una vera<br />

festa che ha coinvolto <strong>il</strong> mondo:<br />

dai canti in diverse lingue e<br />

ritmati dai tamburi, ai compagni<br />

di studio provenienti da sei nazioni<br />

(Congo, Sierra Leone, Bras<strong>il</strong>e,<br />

Messico, Burundi, Indonesia)<br />

e vestiti nei loro abiti colorati,<br />

all’assemblea dove, accanto ai fedeli<br />

di Viadana, hanno preso posto<br />

gli amici del campo nomadi.<br />

La celebrazione è iniziata alle<br />

18: padre Andrea era insieme ai<br />

genitori Lorenzo e Carla e alla<br />

sorella Valeria. Dietro di loro<br />

c’erano centinaia di amici: gli<br />

scout di Viadana 1, i parrocchiani<br />

dell’Immacolata di Parma e<br />

Torr<strong>il</strong>e, i ragazzi della comunità<br />

“Il focolare” di Ancona...<br />

“Costruisci la comunione”<br />

Padre Rosario ha ringraziato<br />

mons. Lafranconi per la sua<br />

presenza e ha ricordato la grande<br />

tradizione missionaria della<br />

chiesa cremonese. Dopo la proclamazione<br />

del vangelo è avvenuta<br />

la chiamata: suggestivo <strong>il</strong><br />

gesto di padre Andrea che prima<br />

l’anno successivo parte per la missione<br />

in Indonesia. Qui p. Otello<br />

ci lavora ininterrottamente da 45<br />

anni… Un servizio alla missione<br />

reso in forme diverse, ma sempre<br />

con dedizione ed entusiasmo.<br />

“L’Indonesia è la nazione musulmana<br />

più grande del mondo,<br />

con una presenza dell’87%. Per<br />

legge, lo Stato garantisce libertà<br />

a sei grandi religioni. Non posso<br />

che ammirare la maturità,<br />

l’equ<strong>il</strong>ibrio, <strong>il</strong> coraggio e <strong>il</strong> cuore<br />

grande di questa nazione, che<br />

già dal 1945 si è aperto a culture<br />

e religioni diverse. Una luce che<br />

Il reggiano p. Otello Pancani<br />

ha festeggaito 50 anni<br />

di ordinazione sacerdotale<br />

CLAUDIO RASOLI<br />

di rispondere “Eccomi!”, ha abbracciato<br />

la mamma e <strong>il</strong> papà.<br />

Nell’omelia <strong>il</strong> vescovo ha<br />

ricordato che per custodire la<br />

propria vocazione è necessario<br />

godere della compagnia di Dio<br />

e di quella degli uomini. “La vita<br />

di comunità, sia religiosa che<br />

missionaria, ti aiuterà a formare<br />

la tua identità di presbitero. Non<br />

smettere mai di essere costruttore<br />

di comunione”.<br />

È quindi iniziata la liturgia di<br />

ordinazione, con l’assunzione da<br />

parte del giovane Andrea degli<br />

impegni sacerdotali, <strong>il</strong> canto delle<br />

litanie dei santi, l’imposizione<br />

delle mani da parte del vescovo<br />

e di tutti i preti presenti e infine<br />

la preghiera di ordinazione.<br />

In ginocchio, l’ordinando ha<br />

seguito con grande intensità<br />

tutte le fasi del rito. Quando si<br />

è alzato, era finalmente sacerdote!<br />

Così ha potuto vestirsi con la<br />

stola e la casula, è stato unto con<br />

<strong>il</strong> sacro Crisma e gli è stato consegnato<br />

<strong>il</strong> pane e <strong>il</strong> vino per la<br />

è necessario far risplendere anche<br />

negli altri continenti, Europa<br />

compresa”.<br />

“L’anima mia magnifica<br />

<strong>il</strong> Signore”<br />

Padre Otello ha <strong>il</strong>lustrato <strong>il</strong><br />

cammino della chiesa indonesiana<br />

in tutto questo tempo, individuando<br />

tre fasi di sv<strong>il</strong>uppo. Pur<br />

rimanendo tuttora un “piccolo<br />

gregge” dal punto di vista numerico,<br />

la comunità cristiana,<br />

sotto la guida di pastori locali,<br />

rimane un importante punto di<br />

riferimento per l’intera nazione,<br />

in grado di offrire numerose e<br />

qualificate vocazioni anche di<br />

carattere missionario.<br />

“Oggi, dopo cinquant’anni di<br />

vita presbiterale, per esprimere<br />

nel modo migliore i miei sentimenti<br />

mi unisco di nuovo alla<br />

Madonna per proclamare <strong>il</strong> Magnificat:<br />

«L’anima mia magnifica<br />

<strong>il</strong> Signore, perché ha guardato alla<br />

bassezza della sua serva... Grandi<br />

cose ha fatto in me l’Onnipotente.<br />

Grande <strong>il</strong> suo nome!»”.<br />

Nel clima diffic<strong>il</strong>e del nostro<br />

tempo, che sembra aver smarrito<br />

<strong>il</strong> valore delle scelte definitive, è<br />

bello celebrare la fedeltà del Signore<br />

nella vita dei suoi servi e<br />

delle sue serve, risorsa spirituale<br />

per tutta la chiesa. Grazie, p.<br />

Otello!<br />

■<br />

Il saveriano di Viadana, Andrea Facchetti, con famigliari e saveriani<br />

dopo l’ordinazione sacerdotale ricevuta <strong>il</strong> 30 giugno da mons. Lafranconi,<br />

vescovo di Cremona, nel santuario “Conforti” di Parma<br />

celebrazione Eucaristica. Infine<br />

la tensione si è sciolta con <strong>il</strong> lungo<br />

abbraccio di pace tra <strong>il</strong> neo<br />

sacerdote e tutti i celebranti.<br />

“In Mozambico ti aspettano”<br />

Prima della benedizione finale,<br />

ha preso la parola p. Carlo<br />

Girola, appena tornato da una<br />

visita in Mozambico: “Ti stanno<br />

aspettando, caro Andrea, e<br />

ti vogliono già bene. Sarai nella<br />

missione di p. Bruno Boschetti,<br />

morto proprio <strong>il</strong> giorno della<br />

tua professione religiosa. Da<br />

parte del consiglio pastorale di<br />

Dondo, offro a tua mamma una<br />

stoffa colorata che solitamente le<br />

donne usano come vestito. A tuo<br />

padre volevano regalare un capretto,<br />

ma sarebbe stato diffic<strong>il</strong>e<br />

portarlo in Italia...”.<br />

Padre Andrea ha ringraziato i<br />

suoi amici non credenti: “la vostra<br />

presenza ci impone una testimonianza<br />

più verace”. Parole<br />

d’affetto le ha rivolte alla sua<br />

famiglia, a mons. Biguzzi e al<br />

vescovo Lafranconi: “l’imposizione<br />

delle tue mani mi legherà<br />

per sempre alla chiesa cremonese”.<br />

“Ringrazio <strong>il</strong> popolo del<br />

Mozambico - ha concluso - che<br />

mi ha già accolto con affetto;<br />

prego Dio che mi tenga sempre<br />

um<strong>il</strong>e”.<br />

■<br />

LA GITA DEL GAMS A RAVENNA<br />

PAOLA CURTI<br />

A metà maggio, in una giornata piena di sole, noi “ragazze” del<br />

Gams, accompagnate da qualche marito compiacente, dai saveriani<br />

p. Ulisse, p. Ermanno, p. Sergio e dagli ultimi arrivati allo studentato<br />

teologico, siamo andate in gita a Ravenna. Perché a Ravenna? È una<br />

città ricca di storia, di monumenti e segni che ricordano <strong>il</strong> suo passato<br />

cristiano, ma soprattutto perché è stata la prima sede episcopale di<br />

san Guido Conforti.<br />

Dopo una mattinata culturale in giro per la città, siamo partiti alla<br />

volta della casa saveriana di San Pietro in Vincoli, accolti da p. Nardo<br />

e dagli altri confratelli con gioiosa ospitalità. Qui abbiamo vissuto con<br />

intensità e raccoglimento la nostra celebrazione Eucaristica. Anche <strong>il</strong><br />

pranzo è stato speciale, per <strong>il</strong> contenuto e per l’atmosfera gioiosa.<br />

Poi ci siamo tutti ritrovati nello stupendo parco per un momento di<br />

riposo. Padre Ermanno ne ha approfittato per approfondire le nostre<br />

conoscenze sulla vita di san Guido a Ravenna.<br />

Poi siamo partite per Bertinoro, <strong>il</strong> balcone della Romagna. Il tesoro<br />

del suo borgo antico lo abbiamo conquistato con qualche fatica,<br />

perché <strong>il</strong> paese si trova arroccato sulla collina. Ma ne valeva la pena<br />

per <strong>il</strong> panorama che allunga lo sguardo fino al mare… Nella rocca, ex<br />

sede vescov<strong>il</strong>e fino a non molti anni orsono, abbiamo visitato <strong>il</strong> museo<br />

interreligioso, centro internazionale per lo studio e la conservazione<br />

dell’arredo sacro e del costume religioso.<br />

Tornati a Parma, riconoscenti al Signore per la bella giornata passata<br />

assieme, ci siamo salutate dandoci l’arrivederci a settembre.<br />

Il Gams di Parma e i suoi accompagnatori<br />

in gita a Ravenna, a conclusione dell’anno<br />

di attività missionaria


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

PIACENZA<br />

25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9<br />

Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781<br />

E-ma<strong>il</strong>: giornale@saveriani.bs.it - C/c. postale 216259<br />

8<br />

Una cena di solidarietà<br />

A Capanne di Cosola, per i bambini del Bras<strong>il</strong>e p. GESUINO PIREDDA, sx<br />

N<br />

el mese di maggio, secondo<br />

una tradizione ormai<br />

consolidata, a Capanne di Cosola<br />

(AL) si è celebrato l’incontro<br />

conviviale per ricordare <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e<br />

che sta a cuore a ciascuno<br />

di noi. La cena aveva l’obiettivo<br />

di creare un ponte di solidarietà<br />

con i bambini di strada di<br />

Canavieiras e di contribuire alla<br />

costruzione di una casa d’accoglienza<br />

per l’infanzia a Buerarema,<br />

in Bras<strong>il</strong>e.<br />

La bella mostra fotografica<br />

Abbiamo vissuto alcune ore<br />

con gioia e fam<strong>il</strong>iarità, come tra<br />

amici che da tempo condividono<br />

gli stessi ideali. Ma è stato anche<br />

un incontro molto emozionante<br />

per la mostra fotografica allestita<br />

nelle sale di Capanne di Cosola,<br />

dove le immagini esposte sottolineavano<br />

<strong>il</strong> degrado ambientale<br />

e una povertà evidente, mascherata<br />

solo dal sorriso dei bambini,<br />

vittime innocenti dello stato<br />

di abbandono ma bisognosi di<br />

La vocazione dove batte <strong>il</strong> cuore<br />

Padre Pancani da 50 anni prete missionario a cura di p. RENZO LARCHER, sx<br />

è<br />

stata festa grande al santuario<br />

“San Guido Conforti”<br />

venerdì 29 giugno. Nel<br />

contesto della solennità degli<br />

apostoli Pietro e Paolo, ha festeggiato<br />

tra noi <strong>il</strong> 50° di ordinazione<br />

sacerdotale p. Otello<br />

Pancani, saveriano originario di<br />

Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />

Da 45 anni in Indonesia<br />

Nell’ampia omelia, <strong>il</strong> missionario<br />

ha ricordato anzitutto<br />

le origini della sua vocazione.<br />

“Perché mi sono fatto prete? Ho<br />

seguito un’esigenza del cuore, a<br />

cui non sono riuscito a resistere<br />

e che perdura insistente fino<br />

a oggi. Sentivo che <strong>il</strong> mio cuore<br />

batteva lì, e dove batte <strong>il</strong> cuore<br />

c’è la propria vocazione, cioè<br />

la propria identità, la propria<br />

felicità”. Quel 29 giugno 1962<br />

a essere ordinati preti per la<br />

diocesi Reggiana erano diciotto<br />

giovani; 50 anni dopo, alcuni di<br />

loro erano attorno all’altare con<br />

p. Otello.<br />

Destinato come coadiutore a<br />

Correggio, in quegli anni di grazia<br />

della celebrazione del conc<strong>il</strong>io<br />

Vaticano II, p. Otello ha maturato<br />

la sua vocazione missionaria saveriana.<br />

Dopo l’anno di noviziato<br />

a Nizza Monferrato, <strong>il</strong> 3 ottobre<br />

1966 diventa saveriano con la<br />

professione dei voti a Parma e<br />

affetto e solidarietà.<br />

Nella parte più povera della<br />

città di Buerarema si sta costruendo<br />

una casa d’accoglienza.<br />

L’associazione “Agape” si è<br />

fatta promotrice di questa iniziativa,<br />

perché <strong>il</strong> senso della solidarietà<br />

possa continuare e concretizzarsi<br />

con un aiuto finanziario.<br />

Don Enzo, parroco di Pej di Zerba<br />

(PC), e Lucia, anima e cuore<br />

di questa iniziativa, si fanno ogni<br />

anno messaggeri del nostro amore<br />

per questa missione e messaggeri<br />

di speranza per quei piccoli.<br />

La medesima scena si presenta<br />

a Canavieiras, dove vengono<br />

aiutati un centinaio di bambini<br />

con le adozioni a distanza. Anche<br />

qui c’è la stessa povertà e lo<br />

stesso stato di abbandono… A<br />

rompere <strong>il</strong> senso di tristezza, ci<br />

sono i bambini sempre festanti<br />

che si fanno incontro a don Enzo<br />

e a Lucia.<br />

l’anno successivo parte per la missione<br />

in Indonesia. Qui p. Otello<br />

ci lavora ininterrottamente da 45<br />

anni… Un servizio alla missione<br />

reso in forme diverse, ma sempre<br />

con dedizione ed entusiasmo.<br />

“L’Indonesia è la nazione musulmana<br />

più grande del mondo,<br />

con una presenza dell’87%. Per<br />

legge, lo Stato garantisce libertà<br />

a sei grandi religioni. Non posso<br />

che ammirare la maturità,<br />

l’equ<strong>il</strong>ibrio, <strong>il</strong> coraggio e <strong>il</strong> cuore<br />

grande di questa nazione, che<br />

già dal 1945 si è aperto a culture<br />

e religioni diverse. Una luce che<br />

Il reggiano p. Otello Pancani<br />

ha festeggaito 50 anni<br />

di ordinazione sacerdotale<br />

Tanti amici delle missioni<br />

La cena è iniziata con <strong>il</strong> saluto<br />

di don Enzo che ha ringraziato<br />

i generosi benefattori, sempre<br />

attenti attraverso gesti di solidarietà<br />

nei confronti dell’associazione<br />

“Agape”, ultimo avamposto<br />

del volontariato diocesano. È<br />

intervenuto anche Cristos Chlapanidos,<br />

segretario dell’associazione,<br />

che ha riferito <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio<br />

amministrativo annuale e le varie<br />

iniziative realizzate. È seguita<br />

poi la sentita testimonianza<br />

di Flavio Bertoletti di Fidenza<br />

(PR), che ha voluto rendersi<br />

conto di persona della situazione<br />

recandosi in Bras<strong>il</strong>e.<br />

Erano presenti mons. Pietro<br />

Coletto di Bobbio e <strong>il</strong> cancelliere<br />

della curia diocesana mons.<br />

Mario Poggi, a ribadire la sensib<strong>il</strong>ità<br />

e l’attenzione della diocesi<br />

alla missione, e l’amico immancab<strong>il</strong>e<br />

mons. Pietro Zanocco di<br />

Tortona. Ho partecipato anch’io,<br />

che da anni condivido la stessa<br />

esperienza missionaria di don<br />

Enzo e Lucia, assieme all’infaticab<strong>il</strong>e<br />

sorella Chiara di Assisi.<br />

è necessario far risplendere anche<br />

negli altri continenti, Europa<br />

compresa”.<br />

“L’anima mia magnifica<br />

<strong>il</strong> Signore”<br />

Padre Otello ha <strong>il</strong>lustrato <strong>il</strong><br />

cammino della chiesa indonesiana<br />

in tutto questo tempo, individuando<br />

tre fasi di sv<strong>il</strong>uppo. Pur<br />

rimanendo tuttora un “piccolo<br />

gregge” dal punto di vista numerico,<br />

la comunità cristiana,<br />

sotto la guida di pastori locali,<br />

rimane un importante punto di<br />

riferimento per l’intera nazione,<br />

in grado di offrire numerose e<br />

qualificate vocazioni anche di<br />

carattere missionario.<br />

“Oggi, dopo cinquant’anni di<br />

vita presbiterale, per esprimere<br />

nel modo migliore i miei sentimenti<br />

mi unisco di nuovo alla<br />

Madonna per proclamare <strong>il</strong> Magnificat:<br />

«L’anima mia magnifica<br />

<strong>il</strong> Signore, perché ha guardato alla<br />

bassezza della sua serva... Grandi<br />

cose ha fatto in me l’Onnipotente.<br />

Grande <strong>il</strong> suo nome!»”.<br />

Nel clima diffic<strong>il</strong>e del nostro<br />

tempo, che sembra aver smarrito<br />

<strong>il</strong> valore delle scelte definitive, è<br />

bello celebrare la fedeltà del Signore<br />

nella vita dei suoi servi e<br />

delle sue serve, risorsa spirituale<br />

per tutta la chiesa. Grazie, p.<br />

Otello!<br />

■<br />

MISSIONE E PREGHIERA<br />

Lucia Marcheselli con don Enzo insieme<br />

ad alcuni bambini, in Bras<strong>il</strong>e; la cena solidale<br />

a Capanne di Cosola (AL) ha aiutato anche loro<br />

Un’aria di bontà e speranza<br />

A dare risalto alla cena con<br />

una particolare benedizione<br />

c’era anche <strong>il</strong> vescovo di Tortona<br />

mons. Martino Canessa. Ha<br />

ringraziato don Enzo e Lucia per<br />

questa loro testimonianza di fede<br />

e di amore, esortandoli a continuare.<br />

Ha confidato di aver respirato<br />

un’aria di bontà e ha perorato<br />

la causa della speranza<br />

per tutti i bambini: “Organizziamo<br />

la speranza, sfondiamo i muri<br />

della notte e insieme lavoriamo<br />

per offrire a tutti un mondo<br />

di libertà dalla fame, dalla miseria<br />

e dall’ignoranza”.<br />

A 1.500 metri d’altitudine, accanto<br />

alla cappella degli alpini,<br />

non potevano mancare i cori<br />

di montagna per suggellare la<br />

bella serata. Quando l’amore si<br />

fa canto significa che <strong>il</strong> battello<br />

della speranza ha lasciato <strong>il</strong> molo<br />

verso altri lidi, qualunque essi<br />

siano. Il nostro cuore sia sempre<br />

aperto a tutti.<br />

Chi desidera contattare don<br />

Enzo o Lucia può telefonare al<br />

numero 349 2852675 o visitare<br />

<strong>il</strong> sito web www.associazioneagape.it<br />

■<br />

LA BELLEZZA DELLA VITA CRISTIANA<br />

M. ANNA MARIA CàNOPI, osb<br />

benedettineisolasangiulio@ngi.it<br />

La vacanza è l’occasione<br />

favorevole per<br />

ritemprarsi nelle forze<br />

del corpo e dello spirito,<br />

per gustare e contemplare<br />

la bellezza<br />

della natura e dell’arte,<br />

per dedicare più<br />

spazio all’amicizia e<br />

alla fraternità; soprattutto<br />

per fermarsi a<br />

“considerare”… Questo<br />

è un verbo tanto<br />

caro a san Benedetto<br />

che nella sua Regola<br />

invita a prendere consapevolezza di chi siamo, dove andiamo, cosa<br />

desideriamo, cosa cerchiamo veramente.<br />

Sono tutte domande che ci interpellano direttamente e che attendono<br />

ogni giorno una risposta sincera da parte nostra. Nella vita<br />

spirituale non si vive di rendita; la vita spirituale non è questione di<br />

“commercio”, ma slancio d’amore. Ogni giorno si ricomincia, perché<br />

si sente l’esigenza di impegnarsi con più alacrità, vincendo ogni forma<br />

di pigrizia e di indolenza.<br />

La vita, infatti, è un cammino che non è né fac<strong>il</strong>e, né trionfale: esige<br />

un’esperienza quotidiana di fatica, di prova sostenuta. Una vita autenticamente<br />

cristiana richiede una reale resistenza al maligno, alle tentazioni<br />

del mondo, all’egoismo, alla banalità, alla superficialità. La vita<br />

cristiana non è una scalata per campioni, che aspirano a raggiungere la<br />

vetta per ottenere un primato, ma è un’um<strong>il</strong>e ascesi per pellegrini che<br />

si sentono spinti a perseverare, attratti dalla bellezza della mèta.<br />

Avendo nel cuore questo grande desiderio, allora affrontiamo insieme<br />

la fatica del viaggio, sostenendoci ed esortandoci a vicenda, perché<br />

nessuno venga meno lungo la via. Grande perciò dovrà essere la<br />

vig<strong>il</strong>anza e la custodia vicendevole, per ridare all’uomo la coscienza<br />

vera della propria dignità, per fargli riscoprire la bellezza della vita<br />

intesa come “servizio”.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

Una cena di solidarietà<br />

PIEMONTE<br />

e liguria<br />

20033 DESIO MI - Via Don M<strong>il</strong>ani, 2<br />

Tel. 0362 630591 - Fax 0362 301980<br />

E-ma<strong>il</strong>: desio@saveriani.it - C/c. postale 00358200<br />

Lucia Marcheselli con don Enzo insieme<br />

ad alcuni bambini, in Bras<strong>il</strong>e; la cena solidale<br />

a Capanne di Cosola (AL) ha aiutato anche loro<br />

8<br />

A Capanne di Cosola, per i bambini del Bras<strong>il</strong>e p. GESUINO PIREDDA, sx<br />

N<br />

el mese di maggio, secondo<br />

una tradizione ormai<br />

consolidata, a Capanne di Cosola<br />

(AL) si è celebrato l’incontro<br />

conviviale per ricordare <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e<br />

che sta a cuore a ciascuno<br />

di noi. La cena aveva l’obiettivo<br />

di creare un ponte di solidarietà<br />

con i bambini di strada di<br />

Canavieiras e di contribuire alla<br />

costruzione di una casa d’accoglienza<br />

per l’infanzia a Buerarema,<br />

in Bras<strong>il</strong>e.<br />

La bella mostra fotografica<br />

Abbiamo vissuto alcune ore<br />

con gioia e fam<strong>il</strong>iarità, come tra<br />

amici che da tempo condividono<br />

gli stessi ideali. Ma è stato anche<br />

un incontro molto emozionante<br />

per la mostra fotografica allestita<br />

nelle sale di Capanne di Cosola,<br />

dove le immagini esposte sottolineavano<br />

<strong>il</strong> degrado ambientale<br />

Un ricordo di p. Sergio Favarin<br />

Veneto di nascita, ma piemontese d’adozione p. AUGUSTO LUCA, sx<br />

P<br />

adre Sergio Favarin era nato<br />

a Lovari di S. Martino<br />

di Lupari (PD) <strong>il</strong> 12 apr<strong>il</strong>e 1946.<br />

Entrato dai saveriani a Vicenza<br />

a dodici anni, è stato ordinato<br />

sacerdote <strong>il</strong> 30 settembre 1973.<br />

Nel 1974 torna a Vicenza, come<br />

animatore dei ragazzi, un compito<br />

che svolge per quattro anni.<br />

Dal Burundi<br />

al Camerun-Ciad<br />

Nel 1980 sbarca in Burundi,<br />

ma la sua permanenza dura<br />

poco, a causa delle ost<strong>il</strong>ità del<br />

governo, che espelle tutti i saveriani<br />

dal Paese. Padre Sergio<br />

si trasferisce in Camerun-Ciad,<br />

Padre Sergio Favarin, a sinistra, con p. Vidal in Burundi<br />

nel 2005 per un incontro tra gli animatori saveriani<br />

in Africa; i bambini non mancano mai…<br />

una missione aperta nel 1982,<br />

proprio per inviarvi i confratelli<br />

espulsi dal Burundi. Dopo<br />

un periodo di studio della nuova<br />

lingua (mussey), p. Sergio si<br />

trova nella missione di Gunu-<br />

Gaya, in Ciad. Dal 1986 assume<br />

<strong>il</strong> compito della formazione dei<br />

catechisti e dell’organizzazione<br />

del catecumenato e nel 1991 è<br />

eletto superiore dei saveriani in<br />

Camerun-Ciad.<br />

Nel 1993, in un articolo su<br />

“<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>”, egli racconta<br />

di una nuova parrocchia<br />

affidata dal vescovo ai saveriani<br />

alla periferia di Douala, con la<br />

chiesa dedicata al Sacro Cuore<br />

di Gesù. “Non è<br />

solo un luogo di<br />

culto, ma serve per<br />

gli incontri, i corsi,<br />

la catechesi, gli<br />

esercizi spirituali,<br />

le manifestazioni<br />

religiose, sociali e<br />

culturali”.<br />

“Posso fare<br />

qualcosa di bello”<br />

Padre Sergio viene<br />

rieletto superiore<br />

una seconda volta<br />

e nel 1997 è nominato<br />

rettore nella<br />

comunità degli<br />

studenti saveriani<br />

di f<strong>il</strong>osofia a Yaoundé,<br />

poi trasferita a<br />

Bafoussam. Padre<br />

Sergio vi rimane<br />

e una povertà evidente, mascherata<br />

solo dal sorriso dei bambini,<br />

vittime innocenti dello stato<br />

di abbandono ma bisognosi di<br />

affetto e solidarietà.<br />

Nella parte più povera della<br />

città di Buerarema si sta costruendo<br />

una casa d’accoglienza.<br />

L’associazione “Agape” si è<br />

fatta promotrice di questa iniziativa,<br />

perché <strong>il</strong> senso della solidarietà<br />

possa continuare e concretizzarsi<br />

con un aiuto finanziario.<br />

Don Enzo, parroco di Pej<br />

di Zerba (PC), e Lucia, anima e<br />

cuore di questa iniziativa, si fanno<br />

ogni anno messaggeri del nostro<br />

amore per questa missione e<br />

messaggeri di speranza per quei<br />

piccoli.<br />

La medesima scena si presenta<br />

a Canavieiras, dove vengono<br />

aiutati un centinaio di bambini<br />

con le adozioni a distanza. Anche<br />

qui c’è la stessa povertà e lo<br />

stesso stato di abbandono… A<br />

rompere <strong>il</strong> senso di tristezza, ci<br />

sono i bambini sempre festanti<br />

che si fanno incontro a don Enzo<br />

e a Lucia.<br />

per quattro anni, dedicandosi<br />

all’apostolato con gioia e belle<br />

prospettive.<br />

Scrive: “Il bene che si può fare<br />

per la gente è immenso. Questo<br />

lavoro e questa missione mi<br />

piacciono, sento che posso fare<br />

qualcosa di bello per la chiesa.<br />

Ho scoperto che non me la cavo<br />

male con la pianificazione del<br />

lavoro e nel trattare con i collaboratori…”.<br />

La grande fiducia in Dio<br />

Nel pieno di queste attività, <strong>il</strong><br />

Signore lo ha fermato sulla strada.<br />

Padre Sergio è dovuto tornare<br />

in Italia in apr<strong>il</strong>e 2011, conscio<br />

della malattia che l’aveva colpito.<br />

Accettando tutto con serenità,<br />

scrive: “Continuerò a mettere la<br />

mia fiducia in Dio e nella medicina,<br />

nonostante l’insuccesso del<br />

primo tentativo. Le prospettive<br />

di guarire sono piuttosto grigie.<br />

Il primo miracolo da chiedere<br />

è la serenità e la fiducia in Dio<br />

che non mi sono mai mancate in<br />

questi mesi. Il sogno di ritornare<br />

in missione lo metto nel cassetto;<br />

ci spero sempre, ma solo Dio<br />

sa quando…”.<br />

Questo è <strong>il</strong> testamento spirituale<br />

di p. Sergio che ci ha lasciato<br />

<strong>il</strong> 12 giugno. La sua fiducia<br />

in Dio resta per noi un esempio<br />

mirab<strong>il</strong>e di zelo apostolico,<br />

di bontà e di abbandono f<strong>il</strong>iale<br />

alla divina Provvidenza. È stato<br />

sepolto a Rivalta (Torino), dove<br />

abitano i famigliari. ■<br />

Tanti amici delle missioni<br />

La cena è iniziata con <strong>il</strong> saluto<br />

di don Enzo che ha ringraziato<br />

i generosi benefattori, sempre<br />

attenti attraverso gesti di solidarietà<br />

nei confronti dell’associazione<br />

“Agape”, ultimo avamposto<br />

del volontariato diocesano. È<br />

intervenuto anche Cristos Chlapanidos,<br />

segretario dell’associazione,<br />

che ha riferito <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio<br />

amministrativo annuale e le varie<br />

iniziative realizzate. È seguita<br />

poi la sentita testimonianza<br />

di Flavio Bertoletti di Fidenza<br />

(PR), che ha voluto rendersi<br />

conto di persona della situazione<br />

recandosi in Bras<strong>il</strong>e.<br />

Erano presenti mons. Pietro<br />

Coletto di Bobbio e <strong>il</strong> cancelliere<br />

della curia diocesana mons.<br />

Mario Poggi, a ribadire la sensib<strong>il</strong>ità<br />

e l’attenzione della diocesi<br />

alla missione, e l’amico immancab<strong>il</strong>e<br />

mons. Pietro Zanocco di<br />

Tortona. Ho partecipato anch’io,<br />

che da anni condivido la stessa<br />

esperienza missionaria di don<br />

Enzo e Lucia, assieme all’infaticab<strong>il</strong>e<br />

sorella Chiara di Assisi.<br />

MISSIONE E PREGHIERA / 27<br />

Un’aria di bontà e speranza<br />

A dare risalto alla cena con<br />

una particolare benedizione<br />

c’era anche <strong>il</strong> vescovo di Tortona<br />

mons. Martino Canessa. Ha<br />

ringraziato don Enzo e Lucia per<br />

questa loro testimonianza di fede<br />

e di amore, esortandoli a continuare.<br />

Ha confidato di aver respirato<br />

un’aria di bontà e ha perorato<br />

la causa della speranza<br />

per tutti i bambini: “Organizziamo<br />

la speranza, sfondiamo i muri<br />

della notte e insieme lavoriamo<br />

per offrire a tutti un mondo<br />

di libertà dalla fame, dalla miseria<br />

e dall’ignoranza”.<br />

A 1.500 metri d’altitudine, accanto<br />

alla cappella degli alpini,<br />

non potevano mancare i cori<br />

di montagna per suggellare la<br />

bella serata. Quando l’amore si<br />

fa canto significa che <strong>il</strong> battello<br />

della speranza ha lasciato <strong>il</strong> molo<br />

verso altri lidi, qualunque essi<br />

siano. Il nostro cuore sia sempre<br />

aperto a tutti.<br />

Chi desidera contattare don<br />

Enzo o Lucia può telefonare al<br />

numero 349 2852675 o visitare<br />

<strong>il</strong> sito web www.associazioneagape.it<br />

■<br />

LA BELLEZZA DELLA VITA CRISTIANA<br />

M. ANNA MARIA CàNOPI, osb<br />

benedettineisolasangiulio@ngi.it<br />

La vacanza è l’occasione<br />

favorevole per<br />

ritemprarsi nelle forze<br />

del corpo e dello spirito,<br />

per gustare e contemplare<br />

la bellezza<br />

della natura e dell’arte,<br />

per dedicare più<br />

spazio all’amicizia e<br />

alla fraternità; soprattutto<br />

per fermarsi a<br />

“considerare”… Questo<br />

è un verbo tanto<br />

caro a san Benedetto<br />

che nella sua Regola<br />

invita a prendere consapevolezza di chi siamo, dove andiamo, cosa<br />

desideriamo, cosa cerchiamo veramente.<br />

Sono tutte domande che ci interpellano direttamente e che attendono<br />

ogni giorno una risposta sincera da parte nostra. Nella vita<br />

spirituale non si vive di rendita; la vita spirituale non è questione di<br />

“commercio”, ma slancio d’amore. Ogni giorno si ricomincia, perché<br />

si sente l’esigenza di impegnarsi con più alacrità, vincendo ogni forma<br />

di pigrizia e di indolenza.<br />

La vita, infatti, è un cammino che non è né fac<strong>il</strong>e, né trionfale: esige<br />

un’esperienza quotidiana di fatica, di prova sostenuta. Una vita autenticamente<br />

cristiana richiede una reale resistenza al maligno, alle tentazioni<br />

del mondo, all’egoismo, alla banalità, alla superficialità. La vita<br />

cristiana non è una scalata per campioni, che aspirano a raggiungere la<br />

vetta per ottenere un primato, ma è un’um<strong>il</strong>e ascesi per pellegrini che<br />

si sentono spinti a perseverare, attratti dalla bellezza della mèta.<br />

Avendo nel cuore questo grande desiderio, allora affrontiamo insieme<br />

la fatica del viaggio, sostenendoci ed esortandoci a vicenda, perché<br />

nessuno venga meno lungo la via. Grande perciò dovrà essere la<br />

vig<strong>il</strong>anza e la custodia vicendevole, per ridare all’uomo la coscienza<br />

vera della propria dignità, per fargli riscoprire la bellezza della vita<br />

intesa come “servizio”.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

PUGLIA<br />

74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15<br />

Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558<br />

E-ma<strong>il</strong>: saveriani-ta@libero.it - C/c. postale 10423747<br />

8<br />

Sono passati a trovarci...<br />

“Sono in Bras<strong>il</strong>e da più di cinquant’anni”<br />

S<br />

ono nata a Taranto, ma<br />

trasferita a Montemesola<br />

durante la guerra. A 19 anni sono<br />

entrata dalle saveriane e nel<br />

1958, subito dopo la professione<br />

dei voti religiosi, sono partita<br />

per <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e. Sono stata 10 anni<br />

al sud, nel Paranà; poi sono passata<br />

al nord, in Amazzonia, dove<br />

sono stata 40 anni nella diocesi<br />

di Abaetetuba. Dal 2007 sono in<br />

una missione nella regione del<br />

Maranão.<br />

Tra i figli degli schiavi<br />

Nel Maranão la maggior parte<br />

della popolazione è composta dai<br />

discendenti degli schiavi deportati<br />

dall’Africa. La condizione<br />

sociale è molto precaria e la gente<br />

è molto povera. Gli unici posti<br />

di lavoro sono legati alla pubblica<br />

amministrazione che cambia<br />

continuamente. Il cibo base è la<br />

manioca che tutti usano al posto<br />

del pane; poi ci sono <strong>il</strong> riso e i<br />

Sono passati a trovarci / 2<br />

“Il vangelo nella società giapponese”<br />

I<br />

n Giappone non è fac<strong>il</strong>e<br />

accogliere <strong>il</strong> messaggio<br />

cristiano. Bisogna inventare <strong>il</strong><br />

punto di partenza e trovare un<br />

contatto con la società. Uno dei<br />

punti di partenza classici è senza<br />

dubbio <strong>il</strong> mondo della scuola.<br />

Lavoro negli as<strong>il</strong>i e in qualche<br />

modo sono aiutato a inserirmi<br />

nella società; altrimenti, come<br />

e dove lo annuncio <strong>il</strong> vangelo?<br />

Altri saveriani hanno percorso<br />

altre vie, facendo un po’ di tutto:<br />

c’è anche chi è andato a lavorare<br />

nelle fabbriche per cercare<br />

uno spazio, per creare occasioni<br />

di incontro. Questa è una cosa<br />

bella perché presuppone tanta<br />

creatività.<br />

Il lavoro in as<strong>il</strong>i e scuole<br />

L’azione missionaria consiste<br />

sostanzialmente nella testimonianza<br />

personale. Bisogna fare<br />

fagioli. La ricchezza consiste nel<br />

possedere bestiame; perciò un<br />

padre che vuole garantire l’avvenire<br />

al figlio gli regala un bue.<br />

Gli abitanti della missione sono<br />

circa 12m<strong>il</strong>a, ma in un territorio<br />

vastissimo e le distanze sono<br />

enormi. Quasi nessuno ha un riferimento<br />

religioso cristiano. Finito<br />

<strong>il</strong> tempo della schiavitù, queste<br />

persone si sono riunite evitando<br />

<strong>il</strong> contatto con le città vicine dalle<br />

quali si sentivano escluse. Ancora<br />

oggi sentono questo distacco e<br />

dicono: “Lì non ci andiamo perché<br />

non ci accettano”. Si tratta di<br />

un gruppo che è stato lasciato ai<br />

margini della società.<br />

Una missione “nuova”<br />

Per noi saveriane questa è<br />

una missione “nuova”. Quando<br />

mi hanno mandata a Serrano<br />

do Maranão, tutti si meravigliavano<br />

e dicevano che non esiste<br />

un inferno peggiore! Ero molto<br />

come Gesù che, quando lo invitavano<br />

a mangiare, approfittava<br />

per parlare con la gente e stare<br />

con loro. Diversamente da altri<br />

paesi, in Giappone non si possono<br />

fare opere caritative, semplicemente<br />

perché non ce n’è<br />

bisogno!<br />

C’è una “fame” di vangelo,<br />

che però non è esplicitata. E<br />

quindi bisogna cercare di far<br />

capire cos’è questa “fame”. Per<br />

questo, una delle strade rimane<br />

<strong>il</strong> mondo della scuola, dell’educazione,<br />

perché così si entra in<br />

contatto con i bambini e i loro<br />

genitori; così si riesce a dire<br />

qualcosa.<br />

In Giappone i saveriani lavorano<br />

soprattutto negli as<strong>il</strong>i; ma<br />

insegniamo anche nelle scuole.<br />

La principale incidenza che la<br />

chiesa cattolica ha nella società<br />

giapponese passa attraverso<br />

Il saveriano tarantino p. Giovanni<br />

D’Elia, missionario in Giappone,<br />

battezza un catecumeno giapponese<br />

VITA RUSSO, mM<br />

preoccupata, però pensavo che<br />

anche loro sono popolo di Dio e<br />

bisogna riscattarli. La missione<br />

sarebbe stata diffic<strong>il</strong>e, ma è Dio<br />

che la porta avanti…<br />

A Serrano c’era da iniziare<br />

da zero e noi saveriane ci siamo<br />

imposte che per <strong>il</strong> primo anno<br />

non avremmo preso alcuna decisione:<br />

avremmo guardato, visitato<br />

le famiglie, constatato cosa<br />

sanno e cosa non sanno, di cosa<br />

realmente hanno bisogno…, per<br />

poi compiere le nostre scelte. E<br />

così abbiamo fatto.<br />

Investire sui giovani<br />

Abbiamo capito che con gli<br />

adulti si riusciva a fare poco e allora<br />

abbiamo investito le nostre<br />

energie sui bambini e sui giovani<br />

che sono più aperti. Ora, grazie<br />

a Dio, nel giro di quattro anni, la<br />

chiesa si riempie e ci sono dodici<br />

gruppi di laici che si incontrano<br />

nelle famiglie per l’evangeliz-<br />

p. GIOVANNI D’ELIA, sx<br />

l’educazione. La scuola cattolica<br />

gode di una buona fama e i genitori<br />

iscrivono volentieri i bambini<br />

nelle nostre scuole cattoliche,<br />

che seguono i programmi<br />

governativi, a cui aggiungono le<br />

caratteristiche proprie.<br />

Il seme diventerà albero<br />

Un grande sforzo che rimane<br />

da fare riguarda la traduzione in<br />

lingua giapponese dei testi cristiani<br />

importanti, soprattutto a<br />

livello biblico. Secondo <strong>il</strong> mio<br />

punto di vista, questo è un terreno<br />

in cui sarebbe necessario investire.<br />

Sarebbe bello e ut<strong>il</strong>e se i<br />

testi dei Padri della chiesa venissero<br />

tradotti in giapponese.<br />

Anche se c’è una buona proporzione<br />

tra <strong>il</strong> numero dei cristiani<br />

e <strong>il</strong> numero dei preti, la chiesa<br />

rimane ancora un piccolo seme,<br />

quasi insignificante, all’interno<br />

della vita della nazione. Chissà<br />

che in futuro non diventi un<br />

albero con molti frutti! Di fatto<br />

ci sono varie nazioni asiatiche<br />

dove l’evangelizzazione si sta<br />

sv<strong>il</strong>uppando molto: <strong>il</strong> Vietnam,<br />

la Corea del sud, la Cambogia...<br />

Qui la chiesa sta crescendo notevolmente.<br />

Noi saveriani, con la nostra<br />

presenza e <strong>il</strong> nostro servizio, stiamo<br />

cercando con um<strong>il</strong>tà di essere<br />

un piccolo segno della presenza<br />

del regno di Dio in mezzo al<br />

popolo giapponese. È una missione<br />

nella “pazienza”. ■<br />

Nel periodo estivo i missionari e le missionarie rientrano in famiglia<br />

per un po’ di riposo, per qualche visita medica e per incontrare<br />

parenti e amici. Con chi è passato a trovarci, abbiamo<br />

trascorso un po’ di tempo e abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa<br />

della loro esperienza missionaria.<br />

Abbiamo raccolto qualche “briciola” di queste conversazioni<br />

che, con gioia, condividiamo con voi, amici lettori, a cui sta a<br />

cuore Gesù, <strong>il</strong> suo vangelo e la missione della chiesa.<br />

p. Piero Pierobon, sx<br />

La saveriana Vita Russo, da più di 50 anni missionaria in Bras<strong>il</strong>e,<br />

con un nipote e con p. Michele D’Erchie, suo compaesano<br />

zazione. Si tratta di un lavoro di<br />

formazione che portiamo avanti<br />

senza forzare i tempi.<br />

I giovani hanno dato esempio di<br />

responsab<strong>il</strong>ità anche quando una<br />

nostra sorella si è assentata per sei<br />

mesi: sono andati avanti da soli!<br />

Anche <strong>il</strong> vescovo ha detto: “Se sono<br />

andati avanti da soli, vuol dire<br />

che andranno avanti”. Davvero <strong>il</strong><br />

Signore sta lavorando molto.<br />

SONO PASSATI A TROVARCI / 3<br />

Siate solidali con <strong>il</strong> Congo!<br />

GIUSY ROMANAZZO, mM<br />

Sono missionaria in Congo, nazione ricca di risorse naturali, anche se<br />

la maggior parte della gente vive nella miseria! La condizione del nostro<br />

popolo è molto precaria. Dal punto di vista economico e sociale la<br />

gente è abbandonata a se stessa, manca l’assistenza sanitaria e anche<br />

le scuole funzionano poco. Per questo la gente è obbligata a fare con<br />

le proprie poche forze... In tale contesto, la chiesa rimane oggi l’unico<br />

punto di riferimento verso cui rivolgere la propria speranza.<br />

Come missionarie, siamo impegnate nell’assistenza in campo sanitario,<br />

sociale e pastorale. Ora siamo una ventina, comprese le quattro<br />

sorelle in Burundi. Siamo una presenza in mezzo ai nostri fratelli<br />

bisognosi, in una chiesa che ha avuto anche i suoi martiri: se si dà fastidio<br />

è un buon segno!<br />

Tra le sfide emergenti, la prima è senza dubbio l’annuncio: è necessario<br />

annunciare tutta la verità alla gente! L’altra è quella di sapersi<br />

mettere accanto a loro e lavorare con loro. Di bello c’è che anche la<br />

chiesa africana è missionaria. Abbiamo saveriane congolesi in Amazzonia,<br />

in Camerun e in Ciad…<br />

Anche l’Africa si sta aprendo<br />

alla solidarietà della missione.<br />

Alle nostre antiche chiese<br />

dell’Occidente, direi di essere<br />

solidali! Non createvi un mondo<br />

vostro, con tutto quello che<br />

potete avere e godere. Si può<br />

essere solidali in tanti modi,<br />

prima di tutto vivendo coerentemente<br />

la vita cristiana senza<br />

sprechi. Poi inviterei i cristiani<br />

a sentire i congolesi come propri<br />

fratelli, anche se sono lontani.<br />

Insieme si può vivere in<br />

sintonia di fede, di speranza e<br />

di carità!<br />

L’esempio del Bras<strong>il</strong>e<br />

Le sfide odierne della missione<br />

ci spingono a essere costantemente<br />

aggiornate, perché le cose<br />

cambiano in tutti i sensi. Come<br />

cammino di fede, stiamo proponendo<br />

l’iniziazione cristiana,<br />

per cui è essenziale incontrarsi<br />

con Gesù Cristo e con <strong>il</strong> vangelo.<br />

Conoscere Gesù, sapere chi<br />

è, essere suo amico, discepolo e<br />

missionario allo stesso tempo…<br />

Poi viene tutto <strong>il</strong> resto. Credo che<br />

sia realmente la strada giusta da<br />

percorrere in questo momento.<br />

E mi sembra sia necessario anche<br />

per la chiesa qui in Europa,<br />

dove bisogna ridare una risposta<br />

personale a Cristo e alla sua Parola.<br />

Non basta essere battezzati!<br />

In questo, forse, la chiesa del<br />

Bras<strong>il</strong>e, con i laici molto impegnati,<br />

avrebbe qualcosa da insegnare.<br />

■<br />

La saveriana Giusy Romanazzo<br />

di Locorotondo, a destra,<br />

con <strong>il</strong> fratello e la cognata


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

Una lettera dal Camerun<br />

Ho ripreso <strong>il</strong> bastone del pellegrino<br />

C<br />

ari amici, mi trovo di nuovo<br />

in sede, a Douala, dopo<br />

diversi mesi di viaggi. Continuo<br />

<strong>il</strong> mio servizio di animazione e<br />

di coordinamento delle comunità<br />

saveriane in Camerun e in Ciad. Il<br />

capitolo dei saveriani in Camerun<br />

mi ha chiesto di continuare per<br />

altri quattro anni. Non era certo<br />

nelle mie aspirazioni, ma ho accettato<br />

perché ho sentito l’unanimità<br />

dei miei confratelli e perché<br />

vorrei far andare avanti alcuni<br />

“cantieri” messi in piedi. E ho ripreso<br />

<strong>il</strong> bastone del pellegrino.<br />

La festa delle famiglie<br />

Crescono i figli... tra lavoro e festa<br />

D<br />

La piantina di bas<strong>il</strong>ico<br />

Mentre i genitori partecipavano<br />

a una conferenza formativa, i<br />

figli, divisi in fasce di età, seguivano<br />

un percorso preparato apposta<br />

per loro. Attraverso giochi<br />

e attività, erano invitati a riflettere<br />

sullo stesso tema dei genitori.<br />

Erano guidati da un’equipe di<br />

animatori e animatrici, costituita<br />

per l’occasione da giovani proomenica<br />

6 maggio si è<br />

svolta, al parco della mondialità<br />

di Gallico Superiore, la<br />

festa diocesana delle famiglie<br />

per concludere <strong>il</strong> percorso promosso<br />

dall’ufficio diocesano<br />

famiglia in preparazione al VII<br />

incontro internazionale delle<br />

famiglie, tenutosi a M<strong>il</strong>ano dal<br />

30 maggio al 3 giugno con <strong>il</strong><br />

tema: “La famiglia: <strong>il</strong> lavoro e<br />

la festa”.<br />

L’obiettivo della giornata è<br />

stato quello di coinvolgere l’intera<br />

famiglia che è chiamata a<br />

REGGIO<br />

CALABRIA<br />

89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze<br />

Santuario Madonna della Grazia<br />

Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-ma<strong>il</strong>: saverianigallico@libero.it - C/c. postale 10444891<br />

mettersi in relazione con le altre<br />

famiglie, ma anche a pregare, a<br />

riflettere e a divertirsi.<br />

p. ARMANDO COLETTO, sx<br />

Consiglieri giovani e bravi<br />

Febbraio e marzo li ho passati<br />

in Ciad; c’era un bisogno nella<br />

nostra comunità di Bongor (da<br />

dove sono stato “rapito” quattro<br />

anni fa). Ne ho approfittato anche<br />

per visitare le comunità saveriane<br />

del Ciad e del Camerun settentrionale.<br />

Devo farlo due volte all’anno,<br />

per seguire la vita e i problemi<br />

da vicino. È sempre una bella<br />

esperienza <strong>il</strong> contatto ravvicinato<br />

con i miei confratelli missionari e<br />

con la loro vita concreta.<br />

In quel periodo si è tenuta anche<br />

la nostra riunione di “consiglio”,<br />

cha ha luogo tre volte<br />

l’anno: nel governo della regione<br />

saveriana sono infatti assistito<br />

da quattro confratelli, nuovi di<br />

zecca, tutti giovani e bravissimi!<br />

È <strong>il</strong> momento di prendere alcune<br />

decisioni concrete e orientamenti<br />

sulla missione, sulle persone e<br />

su certe situazioni delicate. Poi,<br />

tocca a me applicare i provvedimenti<br />

e gli orientamenti presi.<br />

Il cristianesimo in Ciad<br />

Un’esperienza nuova che ho<br />

www.avveniredicalabria.it<br />

venienti dalla parrocchia Maria<br />

Santissima del Rosario di V<strong>il</strong>la<br />

San Giovanni, da Sant’Antonio<br />

di Reggio Calabria e dall’oratorio<br />

salesiano di Bova Marina.<br />

Al termine di questa intensa<br />

giornata è stata donata a ogni<br />

famiglia una piantina di bas<strong>il</strong>ico<br />

con le seguenti istruzioni per<br />

l’uso: “Curare durante la settimana<br />

per godere del suo profumo<br />

la domenica”, per indicare<br />

che <strong>il</strong> culmine del lavoro settimanale<br />

è la domenica, giorno<br />

del Signore, da cui parte e verso<br />

cui converge tutta la nostra vita<br />

cristiana.<br />

■<br />

Il friulano p. Armando Coletto, secondo a sinistra, è stato riconfermato superiore<br />

dei saveriani in Camerun e Ciad: con lui collabora una squadra nuova di zecca!<br />

vissuto è stata la partecipazione a<br />

un’assemblea speciale, quella dei<br />

responsab<strong>il</strong>i di tutte le congregazioni<br />

religiose presenti in Ciad.<br />

Eravamo una quarantina di persone.<br />

Ho ascoltato le preoccupazioni<br />

maggiori, condivise da tutti coloro<br />

che lavorano da anni nell’evangelizzazione<br />

e nella promozione<br />

umana in questa nazione.<br />

Il cristianesimo è minoritario<br />

rispetto alle religioni tradizionali<br />

e all’islam, e ha difficoltà a<br />

diffondersi nelle culture locali:<br />

<strong>il</strong> legame tra la fede e la vita è<br />

spesso molto frag<strong>il</strong>e. C’è poca<br />

incidenza sulle realtà sociali e<br />

politiche. Ma se l’analisi è chiara,<br />

le strategie da seguire sono<br />

meno evidenti: bisogna continuare<br />

a cercare.<br />

Dopo la grande veglia di Pasqua,<br />

con battesimi e celebrazione<br />

di matrimoni, mi sono<br />

rimesso in strada per tornare in<br />

Camerun verso Yaoundé e Douala,<br />

passando per le comunità di<br />

Bafoussam, dove abbiamo anche<br />

una quindicina di giovani che si<br />

preparano a diventare missionari.<br />

Ci vuole una giornata intera<br />

di corriera nel migliore dei casi,<br />

e una nottata in treno per arrivare<br />

alla capitale Yaoundé. Ormai<br />

conosco <strong>il</strong> percorso a memoria…<br />

Tutto è andato per <strong>il</strong> meglio, anche<br />

se la fatica si fa sentire, così<br />

come la voglia di tornare alla<br />

base per fermarsi un po’.<br />

L’umanità cresce con l’unità<br />

A Yaoundé ho partecipato a<br />

un altro incontro con un gruppo<br />

di religiosi e religiose. Stiamo<br />

cercando di mettere in piedi un<br />

osservatorio nazionale per la<br />

giustizia e la pace. L’avevo proposto<br />

l’anno scorso; l’idea ha<br />

fatto <strong>il</strong> suo cammino e quest’anno<br />

alcuni istituti hanno aderito.<br />

Si tratta di un gruppetto di persone<br />

che segue gli avvenimenti<br />

più significativi del Paese sotto<br />

l’aspetto dei diritti umani, della<br />

gestione politica ed economica,<br />

per fornire ai religiosi materiale<br />

documentato per un’analisi della<br />

situazione, per la formazione<br />

delle coscienze e anche per denunciare<br />

eventuali derive... La<br />

sensib<strong>il</strong>ità è ancora debole in<br />

questo campo e si rischia di farsi<br />

complici di certe situazioni a<br />

causa del s<strong>il</strong>enzio.<br />

Come vedete, le riunioni non<br />

mancano, sperando che servano<br />

a qualcosa, a far crescere l’intesa<br />

e <strong>il</strong> lavoro fatto insieme, la fraternità<br />

e <strong>il</strong> regno di Dio, come<br />

si dice nel linguaggio biblico.<br />

L’umanità cresce nella misura in<br />

cui cresce l’unità. ■<br />

8<br />

Nell’anfiteatro del parco della mondialità <strong>il</strong> vescovo mons. Luigi Mondello<br />

ha celebrato la Messa per la festa diocesana delle famiglie.<br />

Hanno partecipato tante famiglie alla Festa diocesana che si è svolta al parco<br />

della mondialità dei saveriani di Gallico Superiore.<br />

BISOGNa CREDERE... PRATICAMENTE!<br />

san GUIDO CONFORTI<br />

Abbiamo ricevuto l’abito santo della fede nel giorno del nostro battesimo,<br />

ma questo abito è necessario perfezionarlo con l’esercizio degli<br />

atti relativi, per cui la fede nostra da abituale che è, deve diventare<br />

attuale, informando e vivificando tutti gli atti della nostra vita. Non<br />

basta avere la fede per essere giustificati al cospetto del Signore; ma è<br />

necessario vivere la vita della fede, che si manifesta nelle opere.<br />

Vivere la vita della fede vuol dire giudicare ogni cosa secondo i suoi<br />

infallib<strong>il</strong>i comandi, approvare ciò che essa approva e condannare ciò<br />

che essa condanna. Non basta credere, ma bisogna vivere in conformità<br />

della propria fede, interrogarla in tutti gli incontri, in tutte le contingenze<br />

della vita e regolarsi non secondo l’andazzo del tempo, non secondo<br />

le esigenze delle passioni sregolate, ma secondo i suoi insegnamenti,<br />

con la persuasione di seguire la verità e di praticare la giustizia.<br />

Non basta credere speculativamente, ma bisogna anche credere<br />

praticamente, vale a dire senza arrossire di fronte agli scettici e ai miscredenti.<br />

È necessario che la fede informi tutti i pensieri della nostra<br />

mente, tutti gli affetti del nostro cuore. È necessario che la nostra vita<br />

e le nostre opere siano l’eco della nostra fede. Non basta che l’immagine<br />

adorab<strong>il</strong>e del Crocifisso adorni le pareti delle nostre case perché<br />

si possa dire che là regna Cristo. È necessario di più: che <strong>il</strong> suo spirito<br />

santifichi i membri delle nostre famiglie.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

ROMA<br />

00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287<br />

Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925<br />

E-ma<strong>il</strong>: ivanmarchesin@hotma<strong>il</strong>.com - C/c. postale 45206000<br />

8<br />

“Dottore” in... teologia biblica<br />

Intervista al saveriano p. Vitus Rubianto<br />

M<br />

ercoledì 20 giugno p. Vitus<br />

Rubianto - giovane<br />

saveriano di origine indonesiana<br />

- ha br<strong>il</strong>lantemente terminato<br />

i suoi studi, conseguendo <strong>il</strong> “dottorato”<br />

in teologia biblica. Ci<br />

siamo trovati in tanti - saveriani<br />

e saveriane, conoscenti e amici<br />

venuti anche da Verona e da<br />

Taranto - all’università Gregoriana<br />

per ascoltare l’esposizione<br />

della tesi di p. Vitus, <strong>il</strong> cui titolo<br />

era: “La figura del seme e <strong>il</strong> suo<br />

compimento. Analisi della parabola<br />

in Marco 4,1-34”.<br />

Un lavoro inedito e prezioso<br />

Padre Vitus ha fatto una sintesi<br />

del lavoro a cui si è dedicato in<br />

questi anni di studio. L’originalità<br />

della sua ricerca sta nell’aver<br />

accostato due brani del vangelo<br />

di Marco: quello delle parabole<br />

(capitolo 4) e <strong>il</strong> discorso apocalittico<br />

(capitolo 13). Finora, nessun<br />

altro aveva fatto tale confronto,<br />

con tanta profondità. Il<br />

Di passaggio a Roma da Cipro<br />

Come missionario, sono annunciatore<br />

A<br />

rrivando dall’isola di Cipro,<br />

ho sostato al collegio<br />

“Conforti” di via Aurelia, come<br />

spesso faccio quando passo<br />

per Roma. Dopo aver lavorato<br />

in Terrasanta per tre anni, sono<br />

ora da un anno a Cipro per dare<br />

una mano ai francescani che sono<br />

nell’isola da vari secoli.<br />

Nella Cipro divisa<br />

Cipro continua ad avere un<br />

confine che separa la zona greca<br />

ortodossa-cristiana, che corrisponde<br />

al 75% dell’isola, da<br />

quella invasa dai turchi, con<br />

splendide spiagge che attirano<br />

migliaia di vacanzieri. Oltre<br />

all’invasione turistica, è sopraggiunta<br />

l’invasione di migranti da<br />

tanti altri paesi.<br />

Io mi occupo di loro, insieme<br />

ad altri due sacerdoti: siamo al<br />

servizio pastorale dei vari gruppi<br />

etnici che vivono a Nicosia, la<br />

capitale dell’isola. È una realtà<br />

tipicamente missionaria. Do una<br />

mano anche nella nunziatura,<br />

essendo io l’unico italiano, per i<br />

contatti con l’ambasciata italiana<br />

e con i gruppi di lingua inglese.<br />

Ma non faccio “<strong>il</strong> nunzio”; faccio<br />

“l’annunciatore”, come ogni<br />

buon missionario.<br />

Io sono missionario e sono felice<br />

di appartenere alla famiglia<br />

saveriana di san Guido Conforti,<br />

pastore universale. I superiori<br />

hanno rinnovato per me <strong>il</strong> contratto<br />

con <strong>il</strong> custode di Terrasanta,<br />

<strong>il</strong> francescano p. Pierbattista<br />

Pizzaballa per un altro anno di<br />

Padre Vito Scagliuso nella parrocchia Holy Cross Parish, a Cipro<br />

p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx<br />

discorso delle parabole parla del<br />

seme, cioè dell’inizio; <strong>il</strong> discorso<br />

apocalittico parla dei segni<br />

degli ultimi tempi, cioè della fine.<br />

I due capitoli possono essere<br />

accostati per descrivere la vicenda<br />

umana di Gesù, come seme<br />

che muore per dare la vita.<br />

Dopo l’esposizione di p. Vitus,<br />

i professori presenti (moderatore<br />

e secondo relatore) hanno<br />

dato le loro valutazioni e osservazioni<br />

critiche. Si sono congratulati<br />

per <strong>il</strong> lavoro svolto con<br />

competenza e precisione, offrendo<br />

un contributo nuovo alla ricerca<br />

biblica. È stata aperta una<br />

strada che potrà, in futuro, essere<br />

ripresa e percorsa da altri.<br />

Alla fine p. Vitus ha ringraziato<br />

non solo i professori e gli studenti<br />

che in questi anni lo hanno<br />

accompagnato, ma anche la famiglia<br />

saveriana e gli amici per<br />

l’appoggio e la fiducia ricevuti.<br />

Abbiamo terminato con una bella<br />

preghiera cantata in lingua ebraica.<br />

Ma per festeggiare al meglio<br />

questo importante risultato, ci<br />

siamo ritrovati tutti insieme a cena<br />

e qui ho intervistato p. Vitus.<br />

Perché hai fatto<br />

un dottorato?<br />

All’inizio non avevo questa<br />

intenzione. A Jakarta insegnavo<br />

Sacra Scrittura da cinque anni.<br />

L’università mi ha chiesto di proseguire<br />

gli studi, ma a quell’epoca<br />

ero anche <strong>formato</strong>re degli studenti<br />

saveriani di f<strong>il</strong>osofia. Così,<br />

dopo un paio di anni sono venuto<br />

a Roma, non solo per studiare,<br />

ma anche per partecipare al convegno<br />

sulla spiritualità e al capitolo<br />

generale.<br />

Come mai hai scelto questo<br />

tema?<br />

In un primo momento volevo<br />

approfondire l’inculturazione negli<br />

Atti degli apostoli, ma non ho<br />

trovato un professore disposto a<br />

seguirmi. Il prof. Roland Mey-<br />

p. VITO SCAGLIUSO, sx<br />

servizio, fino all’estate del 2013.<br />

Hanno bisogno di me e di altri sacerdoti<br />

missionari che sentono la<br />

vocazione di provvedere alle necessità<br />

di migliaia di persone arrivate<br />

da paesi lontani, che bussano<br />

alla porta in cerca di un riferimento<br />

spirituale e di un intervento<br />

umanitario per <strong>il</strong> rispetto delle<br />

loro persone e dei loro diritti.<br />

Con i migranti in Terrasanta<br />

Come missionario, sempre alle<br />

dipendenze della “Custodia<br />

francescana di Terrasanta”, ho<br />

lavorato per un anno in Giudea<br />

(a Gerusalemme e a Betlemme)<br />

e per due in Gal<strong>il</strong>ea (a Tiberiade<br />

e a Nazareth). In tutti i posti<br />

ho avuto in cura pastorale i fedeli<br />

provenienti dall’Asia (cingalesi,<br />

indiani, birmani, bengalesi<br />

e f<strong>il</strong>ippini), e quelli venuti<br />

dall’Africa (nigeriani, camerunesi<br />

e tanti altri). A questi vanno<br />

aggiunti gli ottom<strong>il</strong>a soldati<br />

dell’Onu, molti dei quali erano<br />

latino-americani.<br />

La gente è felice di incontrare<br />

un sacerdote missionario e spesso<br />

ringrazia con queste parole:<br />

“Grazie, padre per essere qui,<br />

perché abbiamo bisogno di te e<br />

dell’aiuto di Dio!”<br />

Se venite in pellegrinaggio a<br />

Cipro, sarò felice di incontrarvi<br />

e di accompagnarvi (padrevito@<br />

ma<strong>il</strong>.com).<br />

■<br />

net, uno dei fondatori del<br />

metodo della retorica biblica,<br />

mi ha suggerito <strong>il</strong> tema<br />

sul vangelo di Marco a<br />

cui applicare <strong>il</strong> suo metodo.<br />

E ho accettato…<br />

Quali sono state<br />

le difficoltà?<br />

La prima difficoltà è<br />

aver dovuto studiare varie<br />

lingue, oltre all’italiano.<br />

La seconda è stata praticare<br />

la metodologia dell’analisi<br />

retorica con un certo rigore.<br />

È come se avessi imparato<br />

un nuovo mestiere.<br />

Allo stesso tempo ho avuto<br />

molta fiducia nel professore<br />

che mi seguiva, <strong>il</strong> quale<br />

fin dall’inizio mi ha chiesto<br />

molto e ha avuto fiducia<br />

in me, coinvolgendomi<br />

nel suo progetto. Infatti, ho<br />

tradotto dal francese all’inglese<br />

quattro suoi libri. Tale sforzo mi<br />

ha obbligato a entrare completamente<br />

nel suo metodo.<br />

Allora ti ha convinto?<br />

Direi proprio di sì. Ho anche<br />

partecipato, qui a Roma, a due<br />

convegni internazionali sulla retorica<br />

biblica e ho potuto conoscere<br />

tanti studiosi. Mi sono trovato<br />

a mio agio, inserito in un<br />

gruppo internazionale di varie<br />

persone che usano lo stesso metodo<br />

ideato da p. Roland. Questo<br />

contatto con altri esegeti è importante<br />

per avere un confronto<br />

che arricchisce e sostiene nel<br />

cammino.<br />

■<br />

(continua nel riquadro)<br />

DA STUDENTE A INSEGNANTE<br />

Intervista al saveriano p. Vitus Rubianto / 2<br />

Continuiamo la chiacchierata con p. Vitus…<br />

Il saveriano indonesiano<br />

p. Vitus Rubianto ha discusso<br />

la tesi di dottorato in<br />

teologia biblica all’università<br />

Gregoriana di Roma, ottenendo<br />

apprezzamenti e consensi<br />

a cura di p. F. ROTA MARTIR, sx<br />

La soddisfazione più grande?<br />

Scrivere una tesi non è fac<strong>il</strong>e, ancor meno nel campo biblico, dopo<br />

secoli di ricerca. È stata una bella soddisfazione poter offrire qualcosa<br />

di nuovo. La stessa università Gregoriana ha riconosciuto che si tratta<br />

di un contributo originale alla ricerca sulla retorica biblica.<br />

Cosa farai ora?<br />

Torno in Indonesia, a Jakarta, per riprendere l’insegnamento e divulgare<br />

qualcosa che là è del tutto sconosciuto: la metodologia della<br />

retorica biblica.<br />

Desideri ringraziare qualcuno in particolare?<br />

Oltre a tutti coloro che ho già nominato <strong>il</strong> giorno della discussione<br />

della tesi, desidero ringraziare la mia famiglia in Indonesia, e in particolare<br />

mia mamma che mi ha sostenuto con la sua pazienza e la sua<br />

preghiera. Vorrei riprendere la preghiera del salmo 131, che mi ha rasserenato<br />

nella sua semplicità divina e materna.<br />

“Signore, non si esalta <strong>il</strong> mio cuore né i miei occhi guardano in alto;<br />

non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. Io invece<br />

resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua<br />

madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. Israele attenda<br />

<strong>il</strong> Signore, da ora e per sempre” (salmo 131).<br />

L’importante giornata si è conclusa con una cena presso la casa dei saveriani di Roma,<br />

insieme a professori e confratelli, che si sono congratulati<br />

con p. Vitus per <strong>il</strong> traguardo raggiunto, e agli amici di Verona (nella foto)


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

ROMAGNA<br />

48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7<br />

Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811<br />

E-ma<strong>il</strong>: saveriani.spv@libero.it - C/c. postale 13591482<br />

Abbiamo una missione in comune<br />

La festa con amici e benefattori romagnoli<br />

D<br />

omenica 17 giugno, come<br />

annunciato, i saveriani di<br />

San Pietro in Vincoli si sono<br />

riuniti con gli amici e i benefattori<br />

per un pomeriggio di festa<br />

e fraternità. Ci è sembrato doveroso,<br />

infatti, ringraziare tutti voi<br />

per quello che fate per noi con<br />

le vostre preghiere e i vostri sacrifici<br />

anche materiali. Alla celebrazione<br />

era presente anche p.<br />

Luigi Menegazzo, vice superiore<br />

generale, venuto da Roma.<br />

Siamo senza dubbio in un momento<br />

di crisi economica, ma <strong>il</strong><br />

Signore non ci ha mai abbandonato<br />

e voi siete strumenti nelle<br />

sue mani per la missione che<br />

abbiamo in comune: portare la<br />

Buona Novella di Cristo a tutti<br />

coloro che ancora non lo conoscono.<br />

Desidero condividere <strong>il</strong><br />

racconto dei momenti trascorsi<br />

insieme con chi non ha potuto<br />

partecipare alla festa.<br />

Un seme nel nostro cuore<br />

Alle 16 abbiamo celebrato<br />

l’Eucaristia, presieduta da p.<br />

Carlo Pozzobon, ex superiore<br />

dei saveriani in Italia, che negli<br />

ultimi anni è sempre stato presente<br />

in questa occasione. Padre<br />

Carlo nell’omelia ha ringraziato<br />

tutti gli amici e benefattori<br />

che ci seguono attraverso le pagine<br />

di “<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>”.<br />

Poi, ha preso lo spunto dal vangelo<br />

della domenica per parlare<br />

del granello di senapa, che noi<br />

p. LINO SGARBOSSA, sx<br />

portiamo nel nostro cuore, e del<br />

regno di Dio che cresce per la<br />

divina Provvidenza.<br />

Ognuno di noi deve impegnarsi<br />

a far crescere quel seme,<br />

sapendo che non è solo a proprio<br />

vantaggio, ma per tutto <strong>il</strong><br />

mondo. Tutti siamo chiamati a<br />

testimoniare <strong>il</strong> regno nel mondo<br />

d’oggi, a farlo crescere nei<br />

giovani e ad aiutare la chiesa e<br />

i suoi missionari che partono e<br />

si impegnano a incrementare nel<br />

mondo la presenza dell’amore<br />

di Dio.<br />

Tre feste in una!<br />

È stata anche un’occasione<br />

speciale per ringraziare Dio per<br />

la sua Provvidenza. Infatti, si ce-<br />

lebravano gli 80 anni di presenza<br />

dei saveriani a San Pietro in Vincoli.<br />

In questa casa, donata dalle<br />

signorine Vignuzzi esattamente<br />

nel 1932, sono stati formati tanti<br />

giovani saveriani che sono partiti<br />

per le diverse missioni loro<br />

affidate nel mondo.<br />

Al termine dell’Eucaristia, p.<br />

Giuseppe Nardo, superiore della<br />

comunità di San Pietro in Vincoli,<br />

ha ricordato che p. Ildo Chiari<br />

quest’anno celebra <strong>il</strong> 65° anniversario<br />

della sua ordinazione<br />

sacerdotale. Un grande applauso<br />

ha sottolineato la stima e l’affetto<br />

di tutti i presenti per p. Ildo<br />

che in questa casa ha lavorato<br />

per più di quarant’anni, testimoniando<br />

nel migliore dei modi <strong>il</strong><br />

nostro ideale missionario.<br />

Le parole di don Ugo<br />

Il parroco emerito di San Pietro<br />

in Vincoli, don Ugo Atenioli, ha<br />

ringraziato tutti i saveriani passati<br />

e presenti per <strong>il</strong> loro servizio e<br />

la loro disponib<strong>il</strong>ità nel ministero<br />

in parrocchia e in diocesi, sempre<br />

pronti a collaborare in qualsiasi<br />

momento con i sacerdoti per <strong>il</strong><br />

bene dei fedeli e per la diffusione<br />

del carisma missionario.<br />

Dopo la Messa, ci siamo riuniti<br />

in fraterna convivenza nel<br />

parco davanti casa per gustare,<br />

a suon di fisarmonica, i bocconcini<br />

preparati dalle nostre cuoche<br />

Tiziana e Claudia. Un grazie<br />

sentito va anche a loro che per<br />

molti giorni si sono prodigate<br />

nella preparazione delle squisite<br />

specialità romagnole. ■<br />

8<br />

San Conforti a Ravenna e Forlì<br />

L’urna con le spoglie in pellegrinaggio a ottobre p. L. SGARBOSSA, sx<br />

L’<br />

La chiesa dei saveriani di San Pietro in Vincoli gremita di amici e benefattori,<br />

domenica 17 giugno per la festa annuale di ringraziamento.<br />

anno della fede, indetto da<br />

papa Benedetto XVI, inizierà<br />

l’11 ottobre, in coincidenza<br />

con <strong>il</strong> 50° anniversario dell’apertura<br />

del conc<strong>il</strong>io Vaticano II. La<br />

conclusione è prevista <strong>il</strong> 24 novembre<br />

del 2013.<br />

Un anno della fede speciale<br />

Nella diocesi di Ravenna-<br />

Cervia, per iniziativa della<br />

“Commissione Conforti”, l’anno<br />

dedicato alla fede si aprirà<br />

venerdì 12 ottobre alle 20,30 e<br />

sarà davvero speciale. Infatti,<br />

prenderà <strong>il</strong> via in quel giorno <strong>il</strong><br />

pellegrinaggio dell’urna di san<br />

Guido Conforti, con l’arrivo da<br />

Parma nella bas<strong>il</strong>ica di Classe<br />

e con l’assemblea diocesana<br />

d’inizio anno.<br />

Il pellegrinaggio si concluderà<br />

domenica 21 ottobre nella cattedrale<br />

di Ravenna, alla presenza<br />

degli studenti teologi saveriani<br />

di Parma che animeranno la veglia<br />

missionaria.<br />

Le spoglie mortali del santo,<br />

già arcivescovo di Ravenna fra<br />

Il libro di p. Camera su san Guido<br />

Conforti può essere acquistato anche<br />

durante <strong>il</strong> pellegrinaggio delle reliquie<br />

del santo nelle diocesi di Ravenna e<br />

Forlì, dal 12 al 21 ottobre 2012<br />

<strong>il</strong> 1902 e <strong>il</strong> 1904 e fondatore dei<br />

missionari saveriani, saranno accolte<br />

di giorno in giorno presso<br />

i diversi vicariati della diocesi,<br />

all’interno di una delle chiese<br />

parrocchiali.<br />

Di parrocchia in parrocchia<br />

L’urna del santo Conforti sarà<br />

presente anche nella cattedrale di<br />

Forlì e in alcune parrocchie della<br />

diocesi di Forlì-Bertinoro,<br />

in particolare nella parrocchia<br />

“Maria Aus<strong>il</strong>iatrice” del quartiere<br />

“La Cava”. Il programma<br />

completo è pubblicato nel riquadro<br />

a fianco.<br />

In ogni occasione sarà presente<br />

p. Guglielmo Camera, postulatore<br />

della causa di canonizzazione.<br />

I fedeli delle comunità<br />

parrocchiali potranno venerare<br />

le reliquie. Sarà possib<strong>il</strong>e acquistare<br />

articoli religiosi legati a<br />

mons. Conforti e in particolare <strong>il</strong><br />

libro “San Guido Conforti. Maestro<br />

e modello di vita per i suoi<br />

figli e le sue figlie di Ravenna”,<br />

scritto da p. Camera. ■<br />

Il clima primaver<strong>il</strong>e ha<br />

permesso di organizzare<br />

<strong>il</strong> rinfresco all’aperto e la<br />

festa è stata un successo completo...<br />

anche p. Ildo Chiari<br />

sembra essere d’accordo!<br />

IL RITORNO DI SAN GUIDO<br />

Dieci giorni tra Ravenna e Forlì<br />

p. LINO SGARBOSSA, sx<br />

L’urna di san Guido Conforti sarà in pellegrinaggio per le vie delle nostre<br />

parrocchie romagnole da 12 al 21 ottobre. Ecco date, luoghi e orari.<br />

Venerdì 12 ottobre - S. Apollinare in Classe<br />

Alle 20,30 arrivo dell’urna da Parma. Assemblea diocesana d’inizio anno<br />

e avvio, a livello locale, dell’anno della fede. Presiede l’arcivescovo<br />

mons. Verucchi<br />

Sabato 13 ottobre - Vicariato di Portomaggiore, chiesa S. Maria Assunta<br />

Domenica 14 ottobre - Vicariato di Argenta, chiesa San Nicolò<br />

Lunedì 15 ottobre - Vicariato di Mezzano, chiesa Natività di Maria<br />

Santissima, Piangipane<br />

Martedì 16 ottobre - Vicariato del Mare, chiesa San Giuseppe, Marina<br />

di Ravenna<br />

Mercoledì 17 ottobre - Vicariato di Cervia, concattedrale S. Maria Assunta,<br />

Cervia<br />

Giovedì 18 - sabato 20 - Diocesi di Forlì-Bertinoro:<br />

San Pietro in Vincoli (giovedì), cattedrale di Forlì (venerdì), vicariato<br />

di Cava (sabato mattina).<br />

Sabato 20 ottobre - Vicariato di Ravenna<br />

ore 16: arrivo dell’urna del santo nella chiesa dell’Opera Santa Teresa<br />

di Ravenna, dove rimarrà anche per la Messa prefestiva<br />

ore 20,30: veglia missionaria e processione verso la cattedrale, animata<br />

dagli studenti saveriani di Parma, con omelia del superiore generale<br />

dei saveriani<br />

Domenica 21 ottobre - l’urna sarà esposta in cattedrale dal mattino;<br />

alle 16 celebrazione conclusiva presieduta da mons. Verucchi.<br />

Nei vicariati, è previsto <strong>il</strong> seguente programma: 17 - 17,30 arrivo<br />

dell’urna con accoglienza; 18 - 18,30 celebrazione Eucaristica e venerazione<br />

delle reliquie. La mattinata seguente: Messa, confessioni, visita<br />

di gruppi dalle parrocchie del vicariato. Nel pomeriggio, partenza<br />

per <strong>il</strong> vicariato che segue.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

SALERNO<br />

84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4<br />

Tel. 089 792051 - Fax 089 796284<br />

E-ma<strong>il</strong>: saverianisa@tiscalinet.it - C/c. postale 00205849<br />

8<br />

“Forza Juveeee! Gooool!”<br />

Padre Nazzareno Corradini, se non ci fosse... p. OLIVIERO FERRO, sx<br />

U<br />

n tifoso bianconero speciale<br />

quest’anno festeggia<br />

<strong>il</strong> cinquantesimo di ordinazione<br />

sacerdotale (28 ottobre<br />

1962 - 2012). È p. Nazzareno<br />

Corradini, juventino nel cuore,<br />

ma saveriano al 100 per cento.<br />

La sua passione per <strong>il</strong> calcio lo<br />

rende felice, come tutto quello<br />

che fa durante la giornata. Chi<br />

lo cerca, si sente rispondere: “È<br />

uscito; torna fra poco…!”. Ma<br />

procediamo con ordine.<br />

In giro per l’Italia saveriana<br />

Padre Nazzareno è nato nel<br />

1933 in un paesino della bassa<br />

Reggiana, a S. Martino di Guastalla.<br />

Voleva essere “confortino”,<br />

ma è diventato saveriano e<br />

prete nel 1962. Ha lavorato nella<br />

casa di Massa a Vallo della Lucania<br />

e ha girato l’Italia saveriana.<br />

L’ho conosciuto al noviziato di<br />

Nizza Monferrato (Asti) nell’ottobre<br />

del 1970. Là veramente<br />

correva dappertutto e ci faceva<br />

Prete missionario da 65 anni<br />

Campa, Cavallo... che gli anni crescono<br />

I<br />

l sottotitolo non è irriguardoso<br />

per una persona che<br />

quest’anno festeggia i 65 anni di<br />

sacerdozio. Non capita a tutti. In<br />

questo caso <strong>il</strong> festeggiato è padre<br />

Francesco Cavallo, nato a Bari 92<br />

anni orsono, ma domic<strong>il</strong>iato alla<br />

casa saveriana di Salerno e in perenne<br />

contatto con <strong>il</strong> buon Dio.<br />

Siamo “ciucci” di fronte a lui<br />

La sua giornata è molto regolare.<br />

Si alza presto per pregare,<br />

poi celebra l’Eucaristia con la<br />

comunità e si ferma a pregare<br />

ancora un po’. La colazione gli<br />

serve per dare un po’ di forza<br />

al corpo, dopo aver rinforzato<br />

lo spirito. E via, nel suo ufficio,<br />

per ascoltare persone che vengono<br />

da tante parti d’Italia per<br />

esporgli i problemi, chiedere<br />

una preghiera, un consiglio, una<br />

benedizione.<br />

È una processione continua.<br />

Sembra non stancarsi mai. Anche<br />

nel pomeriggio è sempre là,<br />

pronto con <strong>il</strong> suo sorriso delicato<br />

e la voce fleb<strong>il</strong>e ma profonda, a<br />

dire che <strong>il</strong> Signore è vicino a ogni<br />

persona e non ci abbandona mai.<br />

Quando inizia <strong>il</strong> caldo, sale al<br />

monte della Madonna, l’abbazia<br />

di Montevergine, sopra Avellino.<br />

Là c’è l’aria buona e anche lì, la<br />

storia continua. Spesso lui ci dice<br />

che non bisogna dimenticarsi<br />

di “tirare <strong>il</strong> fiato”, aggiungendo<br />

<strong>il</strong> suo saluto: “Felicità”. Noi lo<br />

compagnia quando andavamo<br />

alla vendemmia e alla potatura<br />

delle viti. Giocava anche con noi<br />

a pallone.<br />

Poi è finito in Bras<strong>il</strong>e e da<br />

vari anni si trova qui a Salerno.<br />

In un’intervista a Radio Stella,<br />

la radio di Salerno, ha detto<br />

che segue i gruppi di preghiera,<br />

i malati e gli anziani, e che è<br />

sempre pronto a dare una mano<br />

ai parroci. Il periodo che ricorda<br />

con particolare commozione<br />

è quello vissuto in Bras<strong>il</strong>e dal<br />

1980 al 1994.<br />

Quindici anni in Bras<strong>il</strong>e<br />

Il Bras<strong>il</strong>e è un paese stupendo<br />

e giovane. La fede della gente è<br />

molto vivace, ricca di impegno<br />

cristiano. I missionari offrono<br />

un’importante collaborazione e<br />

animazione alle comunità ecclesiali<br />

di base. Nella sua parrocchia<br />

ce n’erano 35, che <strong>il</strong> missionario<br />

visitava una volta al mese.<br />

In ognuna era presente <strong>il</strong> gruppo<br />

guardiamo dal basso in alto, siamo<br />

“ciucci” di fronte a lui, che<br />

è “un Cavallo di razza”. Molti<br />

saveriani lo hanno conosciuto,<br />

Padre Francesco Cavallo <strong>il</strong> 17 agosto<br />

ha tagliato <strong>il</strong> traguardo dei 65 anni<br />

di sacerdozio, e non<br />

ha intenzione di fermarsi…<br />

liturgico, quello della catechesi,<br />

chi si interessava dell’assistenza<br />

e dell’economia.<br />

Una delle preoccupazioni dei<br />

missionari è moltiplicare i centri<br />

di sanità per far fronte alle emergenze.<br />

Un altro problema molto<br />

grave è quello della terra. A causa<br />

del’urbanizzazione, molte persone<br />

vanno in città. Però poi devono<br />

tornare e cercare di avere un<br />

pezzo di terra, lottando contro <strong>il</strong><br />

latifondismo dei grandi proprietari.<br />

I missionari lavorano anche<br />

perché la gente possa diventare<br />

proprietaria di un pezzo di terra.<br />

Infine, <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e è un paese<br />

multi etnico. Padre Nazzareno<br />

ricorda con molta simpatia i discendenti<br />

degli emigrati italiani<br />

che vivono con gioia la loro fede<br />

nella vita quotidiana.<br />

Barzellette e preghiere<br />

Se vai in giro per Salerno e<br />

dintorni, è diffic<strong>il</strong>e trovare qualcuno<br />

che non conosca p. Nazza-<br />

p. OLIVIERO FERRO, sx<br />

sia nel noviziato a Nizza Monferrato<br />

(Asti), dove era “maestro”,<br />

sia negli Stati Uniti, dove<br />

ha lavorato per molti anni. E<br />

ognuno ha un ricordo particolare<br />

che conserva gelosamente nel<br />

proprio cuore.<br />

È <strong>il</strong> nostro patriarca!<br />

Qualcuno lo ascolta con più<br />

attenzione, anche perché si trova<br />

di fronte a lui a tavola, al momento<br />

del pasto. Noi, un po’ def<strong>il</strong>ati,<br />

ci permettiamo di scherzare:<br />

è <strong>il</strong> nostro “patriarca”. Certo<br />

non ha ancora l’età di Abramo,<br />

Isacco e Giacobbe, ma spesso<br />

fa come Mosè: resta sul monte<br />

a pregare per noi. Qualche volta<br />

gli teniamo le braccia alzate,<br />

quando si stanca.<br />

Ma non molla mai. Continua,<br />

perché dice che “bisogna morire<br />

sulla breccia”. Non è ancora tempo.<br />

Il Signore lo conservi ancora<br />

a lungo per continuare a fare <strong>il</strong><br />

bene! E anche noi, seguendo <strong>il</strong><br />

suo <strong>il</strong>luminato esempio, cerchiamo<br />

di fare qualcosa di buono.<br />

So già cosa dirà quando leggerà<br />

queste righe scritte per lui, in<br />

incognito... A volte sembra che<br />

non ascolti; però <strong>il</strong> suo sorrisino<br />

sotto i baffi (che non ha), la dice<br />

lunga. Capisce, ma vuole lasciarci<br />

un po’ nel dubbio. Insomma<br />

conduce lui la danza e noi, da<br />

bravi “ciucci”, continuiamo ad<br />

andare a scuola del “Cavallo”. ■<br />

reno. Anche i gelatai<br />

gli offrono una coppa<br />

per rinfrescarlo<br />

nelle sue continue<br />

camminate, condite<br />

di consigli, barzellette,<br />

preghiere e<br />

tanto altro.<br />

Speciale è la sua<br />

cura per gli artisti di<br />

ogni genere. Anche<br />

lui è un artista sui<br />

generis. Non dipinge,<br />

ma si d<strong>il</strong>etta a<br />

fare disegni. Gli basta<br />

un pezzo di carta<br />

e le sue riflessioni<br />

diventano un piccolo<br />

capolavoro. I malati<br />

e gli anziani, le<br />

vecchiette e i poveri<br />

sono i destinatari delle sue visite.<br />

Li incoraggia e cerca di farli<br />

star bene con qualche barzelletta<br />

e qualche preghiera. Frequenta<br />

gruppi di preghiera e torna sempre<br />

con qualche caramella che<br />

condivide con i confratelli.<br />

Ce ne basta uno!<br />

Padre Nazzareno è sempre in<br />

movimento: una volta si diceva<br />

che aveva <strong>il</strong> “santo zelo”! Dice<br />

a fratel Renato in portineria: “Io<br />

esco; vado fuori, ma poi torno”.<br />

Quando arriva qualche persona<br />

nuova in casa, è subito là a fare<br />

Il reggiano p. Nazzareno Corradini, salernitano<br />

d’adozione, festeggia in ottobre <strong>il</strong> 50° di ordinazione<br />

sacerdotale… Ad multos annos!<br />

accoglienza e quattro risate. Lo<br />

si sente in tutta la casa.<br />

Ma lui è un vero saveriano,<br />

sempre pronto a dare una mano<br />

dappertutto, per le Messe e le<br />

confessioni, soprattutto al suo<br />

parroco di San Paolo. Insomma,<br />

se non ci fosse padre Nazzareno,<br />

bisognerebbe inventarlo...<br />

Per fortuna che nessuno l’ha<br />

brevettato. Ce ne basta uno e ce<br />

lo teniamo caro! Per questo, anche<br />

noi diciamo, su consiglio di<br />

padre Cavallo: “Ad multos annos!<br />

…e non dimenticarti di tirare<br />

<strong>il</strong> fiato. Felicità!”. ■<br />

FESTA DEI POPOLI A SALERNO<br />

p. OLIVIERO FERRO, sx<br />

Quarta edizione della “festa dei popoli” a Salerno. Si è partiti<br />

dall’incontro di storie e volti, si è passati poi al racconto e infine al<br />

confronto: per conoscersi, aprirsi alla scoperta dell’altro e della sua<br />

storia. Ora abbiamo aggiunto un altro passo: valorizzare quanto nella<br />

storia delle nostre comunità è frutto dell’incontro/scontro con altre<br />

culture. Lo scopo è rielaborare l’esperienza - a volte pacifica e a volte<br />

traumatica - per riuscire a trovare quei punti di contatto che permettono<br />

di parlare <strong>il</strong> comune linguaggio della convivenza pacifica.<br />

“Anche tu, pure io” - questo <strong>il</strong> titolo della festa dei popoli di domenica<br />

17 giugno scorso. È lo stupore che si prova nell’incontrare persone<br />

apparentemente diverse da noi, lontane nello st<strong>il</strong>e di vita e nei valori,<br />

ma con cui scopriamo di avere tanto in comune.<br />

La festa è stata preceduta da un convegno sul tema: “Sono forse<br />

io <strong>il</strong> custode di mio fratello?”, che si è svolto nella sala del Gonfalone<br />

del comune di Salerno. Vi hanno partecipato come “testimoni” gli studenti<br />

dell’associazione “Rondine Cittadella di Pace” di Arezzo.<br />

Alla festa vera e propria, preparata con la collaborazione dell’ufficio<br />

migranti, del centro missionario e della Caritas, hanno partecipato anche<br />

i rappresentanti delle varie etnie che vivono a Salerno, con i loro<br />

stand. Dopo la preghiera interreligiosa, è iniziato lo spettacolo multicolore<br />

di canti, balli e rappresentazioni teatrali: un arcobaleno di colori,<br />

di profumi, di suoni, di vita. Ci siamo tutti sentiti parte di un mondo<br />

diverso, ma bello. Un’esperienza da ripetere e da vivere ogni giorno.<br />

L’edizione 2012 della festa dei popoli a Salerno è stata un successo<br />

di colori, musica, balli e storie di vita


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15<br />

Tel. 031 426007 - Fax 031 360304<br />

E-ma<strong>il</strong>: comunita@tavernerio-saveriani.it<br />

C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6<br />

TAVERNERIO<br />

Il nonno e i nipotini bras<strong>il</strong>iani<br />

In pensione per loro, senza pentimenti EUGENIO CARRETTA (1)<br />

E<br />

ra stato mio fratello saveriano,<br />

p. Giuseppe Caretta,<br />

a incoraggiare mia figlia Elisabetta<br />

ad adottare dei bimbi bras<strong>il</strong>iani.<br />

Lei e suo marito, ancora<br />

senza prole, finirono con adottarne<br />

tre. Quando Elisabetta rientrò<br />

in Italia con <strong>il</strong> terzo figlio,<br />

i primi già giravano per casa da<br />

qualche anno.<br />

Thiago e la svolta personale!<br />

Thiago, aveva tre anni ed era<br />

affetto da tetraparesi mista. Fui<br />

molto colpito dal suo arrivo, più<br />

che essere nonno per la terza volta.<br />

Thiago ha suscitato in me un<br />

soprassalto di emozioni e di preoccupazioni:<br />

da una parte, <strong>il</strong> suo<br />

sorriso aperto e accattivante mi<br />

stregava, dall’altra, mi intrigava <strong>il</strong><br />

desiderio di aiutare a crescere quel<br />

bambino, incapace di camminare.<br />

Le domande che Thiago mi<br />

faceva salire dentro andavano<br />

stranamente a incrociarsi con <strong>il</strong><br />

fatto che io avevo 61 anni, da 45<br />

portavo avanti un’attività e fino<br />

a quel momento avevo sempre<br />

accantonato l’eventualità di ritirarmi<br />

in pensione. Alla fine mi<br />

decisi: lasciai l’attività lavorativa<br />

e iniziai a frequentare quotidianamente<br />

la casa di mia figlia, dando<br />

una mano dove potevo. Mi sono<br />

trovato a imparare su internet le<br />

favole per <strong>il</strong> più piccolo!<br />

Nuovi spazi della missione<br />

Il parco si anima di colori e volti giovani<br />

Q<br />

uest’anno la primavera si è<br />

fatta attendere. Ma quando<br />

è divampata, nel centro di spiritualità<br />

missionaria a Tavernerio<br />

ha prodotto una ricchezza di<br />

verde e di colori. Gruppi di ragazzi<br />

e adolescenti sempre più<br />

numerosi si sono mossi nel nostro<br />

parco, insieme agli animatori<br />

parrocchiali, che si prendono<br />

cura di loro. Sono una moltitudine,<br />

si spostano spinti dall’immaginazione,<br />

attenti a cogliere<br />

<strong>il</strong> bello della natura e del cielo<br />

terso… Sono vogliosi di sentirsi<br />

loro i missionari che, insieme,<br />

pregano Gesù per i bambini che<br />

stanno peggio.<br />

Ecologia della missione<br />

Lo stupore, alla loro età, “si<br />

taglia ancora a fette”. Quando<br />

Giovanni Paolo II aveva inco-<br />

raggiato i missionari a costruire<br />

“nuovi areopaghi della missione”,<br />

intendeva certo cose molto<br />

serie e innovative.<br />

Non aveva in mente le centinaia<br />

di ragazzi e adolescenti che si<br />

sarebbero avvicendati proprio qui,<br />

negli spazi aperti sotto l’ombra di<br />

alberi secolari, accanto alle aiuole<br />

curate con gusto da p. Franco, p.<br />

Marco e fratel Domenico.<br />

Credo che tocchi a noi missionari<br />

indicare la presenza di<br />

una popolazione che non è stata<br />

ancora intaccata dai condizionamenti<br />

della vita. Credo tocchi a<br />

noi missionari scoprire quella<br />

porzione del popolo di Dio che<br />

non è ancora lesionata dalle brutture<br />

di una cultura nella quale<br />

non si concede fiducia a nessuno:<br />

ragazze e ragazzi disponib<strong>il</strong>i<br />

a fare ecologia nella missione.<br />

La Provvidenza ci ha aiutato<br />

Attorno alla famiglia di mia figlia<br />

si è <strong>formato</strong> un gruppetto di<br />

persone solidali. Si è interessata<br />

anche l’associazione italiana assistenza<br />

spastici di Busto Arsizio.<br />

Tutto ciò mi riempiva <strong>il</strong> cuore di<br />

gioia e gratitudine. Quando <strong>il</strong> nipotino<br />

accennò a muovere i primi<br />

passi, lo accompagnai nel reparto<br />

giochi di un supermercato della<br />

zona. Che spavento! Thiago era<br />

così eccitato ed euforico, che<br />

quasi non riuscivo a frenarlo.<br />

Ma quel giorno iniziò un<br />

miglioramento. Nonostante le<br />

difficoltà dell’inserimento, avevamo<br />

la sensazione che la Provvidenza<br />

non fosse assente. Al<br />

contrario, più di una volta sembrava<br />

darci puntualmente una<br />

mano. Un esempio: mia figlia<br />

lavorava in un centro di formazione<br />

professionale distante da<br />

casa, ma Thiago aveva bisogno<br />

di assistenza e quella distanza<br />

avrebbe comportato tanti disagi<br />

per lui. Ebbene, quando Thiago<br />

entrò nella nostra famiglia, la<br />

regione Lombardia trasferì <strong>il</strong><br />

centro di formazione a 100 me-<br />

p. LINO MAGGIONI, sx<br />

Un annuncio d’altri tempi<br />

Penso anche che <strong>il</strong> dovere<br />

di noi missionari sia quello di<br />

rinfrancare la gente; anche voi,<br />

cari amici. Dobbiamo assicurarvi<br />

che la felicità dei piccoli<br />

è invincib<strong>il</strong>e, che figli e nipoti<br />

ci invogliano a guardare avanti.<br />

Ci incoraggiano a ridare grande<br />

visib<strong>il</strong>ità ai piccoli gesti missionari,<br />

ai segni che accendono<br />

l’immaginario comune dei<br />

bambini.<br />

Sembra quasi un annuncio<br />

d’altri tempi. Invece, nel parco<br />

del centro di spiritualità missionaria<br />

di Tavernerio opera uno<br />

spazio della missione, a cielo<br />

aperto. È piccolo, ma diffonde<br />

aromi di bellezza, bontà e speranza,<br />

racchiusi nel vangelo di<br />

Dio, che vuole sentirsi chiamare<br />

con <strong>il</strong> nome di “Papà”. ■<br />

La famiglia al completo: Nando Annoni con la sposa Elisabetta e i quattro figli Maria<br />

Elena, Everton, Emerson e Thiago; <strong>il</strong> nonno Eugenio Carretta,<br />

fratello di p. Giuseppe ha scattato la foto<br />

tri dalla casa di Elisabetta.<br />

Ogni difficoltà era superata<br />

In seguito, quando cercavamo<br />

un as<strong>il</strong>o per Thiago, entrò (provvidenzialmente)<br />

in vigore la legge<br />

che consente di aprire piccoli<br />

“as<strong>il</strong>i nido” anche nei condomini.<br />

Mia figlia si accordò con due sposine,<br />

di cui una era maestra d’as<strong>il</strong>o<br />

in cerca di lavoro. La regione<br />

accordò <strong>il</strong> consenso per l’apertura<br />

di un as<strong>il</strong>o nido nel condominio e<br />

così <strong>il</strong> mattino <strong>il</strong> piccolo Thiago<br />

scendeva al piano di sotto e iniziava<br />

subito a giocare con i figli<br />

della responsab<strong>il</strong>e dell’as<strong>il</strong>o. Nel<br />

pomeriggio entravo in scena io e,<br />

insieme a Thiago, venivano aiutati<br />

anche altri piccoli.<br />

Il tempo scorreva e si avvicinava<br />

<strong>il</strong> passaggio di Thiago alla<br />

scuola materna. Ci vennero in<br />

aiuto le suore di Maria Aus<strong>il</strong>iatrice<br />

che erano a due ch<strong>il</strong>ometri<br />

di distanza. La superiora, i servizi<br />

sociali del comune e <strong>il</strong> parroco<br />

furono d’accordo nell’assumere<br />

una maestra d’as<strong>il</strong>o, con preparazione<br />

specifica per bambini<br />

con difficoltà. Un altro problema<br />

era risolto...<br />

La quarta arrivata!<br />

Quanta speranza attorno al piccolo<br />

Thiago! Ciascuno dava una<br />

mano, come <strong>il</strong> professor Brunner<br />

di Bas<strong>il</strong>ea che, con un coraggioso<br />

intervento chirurgico, ha contribuito<br />

a cancellare le deformità<br />

scheletriche di Thiago, aiutandolo<br />

a camminare normalmente.<br />

Dopo la guarigione di Thiago,<br />

mia figlia Elisabetta diede<br />

alla luce Maria Elena, sua figlia<br />

naturale. Ora in casa erano presenti<br />

due donne. Così, ho pensato<br />

di farmi da parte, trovando <strong>il</strong><br />

tempo necessario per ringraziare<br />

sant’Antonio, di cui sono molto<br />

devoto e al quale devo soprattutto<br />

la decisione di andare in pensione<br />

per rivolgere <strong>il</strong> mio affetto<br />

ai bambini in difficoltà. ■<br />

(1) Una curiosità anagrafica: La nostra<br />

famiglia per metà ha una sola “R”,<br />

l’altra metà è con due “RR”. Io sono stato<br />

registrato a Gallarate nel 1957 con due<br />

“RR”, perciò sono Carretta Eugenio. Mio<br />

fratello, invece, venuto dal Veneto nella<br />

prima ondata, è p. Caretta Giuseppe...<br />

AMICI DAVVERO SPECIALI<br />

Il parco dei saveriani rifiorisce in primavera<br />

Che bello sdraiarsi nell’erba per parlare,<br />

giocare e guardare <strong>il</strong> cielo terso!<br />

p. L. MAGGIONI, sx<br />

La Messa all’aperto, all’ombra<br />

di un bell’albero, contribuisce<br />

a rafforzare <strong>il</strong> contatto con Dio<br />

e con la natura…<br />

8<br />

I virgulti della missione! È bello vedere bambini, adolescenti, giovani e famiglie che scelgono<br />

<strong>il</strong> parco dei saveriani di Tavernerio per staccare un po’ dalla vita frenetica di ogni giorno.


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

VICENZA<br />

36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119<br />

Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376<br />

E-ma<strong>il</strong>: vicenza@saveriani.it - C/c. postale 13616362<br />

è bello educarci alla speranza<br />

Successo saveriano al festival biblico<br />

S<br />

i è conclusa <strong>il</strong> 27 maggio<br />

l’ottava edizione del festival<br />

biblico, organizzato dalla società<br />

San Paolo e dalla diocesi di<br />

Vicenza, con <strong>il</strong> titolo “Non abbiate<br />

paura”. Collaboravano numerose<br />

istituzioni pubbliche, sociali<br />

e culturali. Anche i saveriani erano<br />

presenti con alcune iniziative<br />

e <strong>il</strong> successo è stato chiaro.<br />

A conclusione del festival<br />

biblico, è stato incoraggiante<br />

<strong>il</strong> giudizio della direzione sulla<br />

partecipazione dei saveriani:<br />

“Speriamo che si intensifichi<br />

sempre più anche per i prossimi<br />

anni questa collaborazione. Con<br />

la vostra bella presenza vi siete<br />

inseriti in un programma della<br />

diocesi, ma con tutto <strong>il</strong> vostro<br />

carisma. Grazie!”.<br />

Fiducia in sé e negli altri<br />

Il primo appuntamento si è<br />

svolto domenica 20 maggio. I<br />

giovani di Vicenza interessati alla<br />

missione si sono incontrati con<br />

quelli di Salerno, arrivati apposta<br />

per lo spettacolo “Liberi di volare”,<br />

portato in scena con successo<br />

al teatro comunale di Vicenza davanti<br />

a 600 persone. È stato uno<br />

scambio di esperienze e di vita.<br />

È giusto interrogarci se vogliamo<br />

stare accanto ai poveri,<br />

ma soprattutto ai giovani poveri,<br />

perché essere con loro rappresenta<br />

una sfida alla nostra vita,<br />

alle nostre abitudini, alle nostre<br />

scelte e ai nostri modi di essere.<br />

Gesù ha vissuto e insegnato proprio<br />

questo: vivere in comunione,<br />

con amicizia, libertà e sobrietà e<br />

mettere al servizio di Dio e dei<br />

fratelli i doni da lui ricevuti.<br />

Dobbiamo riuscire a trasmettere<br />

la speranza a tutti, ma soprattutto<br />

alle generazioni di domani,<br />

CATERINA e PIETRO DAL SANTO<br />

perché le paure si superano solo<br />

così. Infatti, se si viene educati<br />

alla speranza si riacquista la fiducia<br />

in se stessi e negli altri.<br />

La speranza e <strong>il</strong> coraggio<br />

di san Guido Conforti<br />

Il secondo appuntamento si<br />

è svolto <strong>il</strong> 23 maggio nella sala<br />

grande dei saveriani di viale<br />

Trento, dove don Angelo Manfredi,<br />

specialista e grande conoscitore<br />

della vita di mons. Conforti,<br />

ha tenuto una bella conferenza.<br />

Don Angelo ci ha parlato<br />

di Guido Conforti trentenne,<br />

vicario generale della diocesi di<br />

Parma e fondatore dell’istituto<br />

dei missionari saveriani. Nella<br />

sua vita fatta di successi e fallimenti,<br />

la paura emerge in periodi<br />

precisi: durante la malattia<br />

giovan<strong>il</strong>e quando rischiò di non<br />

poter diventare sacerdote, e al<br />

Il ricordo di p. Sergio Favarin<br />

momento delle sue dimissioni<br />

da vescovo di Ravenna, sempre<br />

per problemi di salute.<br />

Il Conforti accusa i colpi ma<br />

riparte sempre con coraggio.<br />

Anche l’invio dei suoi primi due<br />

missionari in Cina si rivelò un<br />

fallimento: p. Caio Rastelli muore<br />

di tifo e p. Odoardo Manini,<br />

sconvolto dalle difficoltà, torna<br />

in Italia. Tutto questo però non<br />

arriva a scoraggiare <strong>il</strong> Conforti;<br />

anzi, da quegli episodi <strong>il</strong> fondatore<br />

dei saveriani trae quella forza<br />

di dire che <strong>il</strong> martirio è un elemento<br />

da tener sempre presente<br />

per chi vive la vita missionaria.<br />

Nel Conforti, la speranza è la<br />

base del coraggio; è la grazia che<br />

attecchisce nel cuore. Egli infatti<br />

riparte sempre con coraggio dopo<br />

ogni insuccesso. Avere bisogno<br />

degli altri è per lui segno di<br />

speranza.<br />

■<br />

Don Angelo Manfredi, insegnante<br />

di storia della chiesa, ha tenuto l’incontro<br />

su san Guido Conforti durante <strong>il</strong> festival<br />

biblico 2012 dai saveriani di Vicenza<br />

I giovani di Salerno con p. Simone<br />

Piccolo e p. François Noah protagonisti<br />

dello spettacolo “Liberi di volare”,<br />

portato in scena nell’ambito<br />

del festival biblico di Vicenza 2012<br />

8<br />

Animatore missionario a Vicenza negli anni ‘70 p. AUGUSTO LUCA, sx<br />

P<br />

adre Sergio Favarin era nato<br />

a Lovari di S. Martino<br />

di Lupari (PD) <strong>il</strong> 12 apr<strong>il</strong>e 1946.<br />

Entrato dai saveriani a Vicenza a<br />

dodici anni, è stato ordinato sacerdote<br />

<strong>il</strong> 30 settembre 1973. Nel<br />

1974 torna a Vicenza, come animatore<br />

dei ragazzi, un compito<br />

che svolge per quattro anni.<br />

Dal Burundi<br />

al Camerun-Ciad<br />

Nel 1980 sbarca in Burundi,<br />

ma la sua permanenza dura<br />

poco, a causa delle ost<strong>il</strong>ità del<br />

governo, che espelle tutti i saveriani<br />

dal Paese. Padre Sergio<br />

si trasferisce in Camerun-Ciad,<br />

Padre Sergio Favarin, a sinistra, con p. Vidal in Burundi<br />

nel 2005 per un incontro tra gli animatori saveriani<br />

in Africa; i bambini non mancano mai…<br />

una missione aperta nel 1982,<br />

proprio per inviarvi i confratelli<br />

espulsi dal Burundi. Dopo un<br />

periodo di studio della nuova lingua<br />

(mussey), p. Sergio si trova<br />

nella missione di Gunu-Gaya, in<br />

Ciad. Dal 1986 assume <strong>il</strong> compito<br />

della formazione dei catechisti<br />

e dell’organizzazione del catecumenato<br />

e nel 1991 è eletto<br />

superiore dei saveriani in Camerun-Ciad.<br />

Nel 1993, in un articolo su<br />

“<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>”, egli racconta<br />

di una nuova parrocchia<br />

affidata dal vescovo ai saveriani<br />

alla periferia di Douala, con<br />

la chiesa dedicata al Sacro Cuore<br />

di Gesù. “Non<br />

è solo un luogo di<br />

culto, ma serve per<br />

gli incontri, i corsi,<br />

la catechesi, gli<br />

esercizi spirituali,<br />

le manifestazioni<br />

religiose, sociali e<br />

culturali”.<br />

“Posso fare<br />

qualcosa di bello”<br />

Padre Sergio viene<br />

rieletto superiore<br />

una seconda volta<br />

e nel 1997 è nominato<br />

rettore nella<br />

comunità degli<br />

studenti saveriani<br />

di f<strong>il</strong>osofia a Yaoundé,<br />

poi trasferita<br />

a Bafoussam. Padre<br />

Sergio vi rima-<br />

ne per quattro anni, dedicandosi<br />

all’apostolato con gioia e belle<br />

prospettive.<br />

Scrive: “Il bene che si può fare<br />

per la gente è immenso. Questo<br />

lavoro e questa missione mi<br />

piacciono, sento che posso fare<br />

qualcosa di bello per la chiesa.<br />

Ho scoperto che non me la cavo<br />

male con la pianificazione del<br />

lavoro e nel trattare con i collaboratori…”.<br />

La grande fiducia in Dio<br />

Nel pieno di queste attività, <strong>il</strong><br />

Signore lo ha fermato sulla strada.<br />

Padre Sergio è dovuto tornare<br />

in Italia in apr<strong>il</strong>e 2011, conscio<br />

della malattia che l’aveva colpito.<br />

Accettando tutto con serenità,<br />

scrive: “Continuerò a mettere<br />

la mia fiducia in Dio e nella medicina,<br />

nonostante l’insuccesso<br />

del primo tentativo. Le prospettive<br />

di guarire sono piuttosto grigie.<br />

Il primo miracolo da chiedere<br />

è la serenità e la fiducia in Dio<br />

che non mi sono mai mancate in<br />

questi mesi. Il sogno di ritornare<br />

in missione lo metto nel cassetto;<br />

ci spero sempre, ma solo Dio<br />

sa quando…”.<br />

Questo è <strong>il</strong> testamento spirituale<br />

di p. Sergio che ci ha lasciato<br />

<strong>il</strong> 12 giugno. La sua fiducia in<br />

Dio resta per noi un esempio mirab<strong>il</strong>e<br />

di zelo apostolico, di bontà<br />

e di abbandono f<strong>il</strong>iale alla divina<br />

Provvidenza. È stato sepolto<br />

a Rivalta (Torino), dove abitano i<br />

famigliari.<br />

■<br />

UNA BELLA ESPERIENZA DI FAMIGLIA<br />

EMANUELA LORENZI<br />

Il gruppo “Famiglie per la missione” nel mese di giugno si è riunito<br />

per <strong>il</strong> consueto incontro di fine anno. Questo gruppo abbastanza<br />

numeroso è composto da genitori e da figli di diverse età e ognuno<br />

compie un cammino diverso. Molte volte si concepisce che l’educazione<br />

sia un passaggio di valori che dall’alto deve scendere verso <strong>il</strong> basso,<br />

ma non sempre avviene così. Spesso, la formazione è reciproca, cioè<br />

donare gli uni agli altri i propri valori ed esperienze.<br />

Il gruppo dei genitori attraverso una scenetta famigliare hanno voluto<br />

narrare ai loro figli che cos’è la sobrietà e come loro l’hanno vissuta. I<br />

figli più piccoli hanno presentato una canzone e dei cartelloni in cui veniva<br />

sottolineato che i bambini di tutto <strong>il</strong> mondo hanno gli stessi diritti;<br />

hanno poi letto alcuni articoli della “carta dei diritti dei bambini”.<br />

Il gruppo degli adolescenti con un video preparato da loro si sono<br />

presentati uno per uno. Hanno detto che l’amicizia, resa più forte dal<br />

cammino fatto durante l’anno, li ha aiutati a superare tante timidezze<br />

e ad avere <strong>il</strong> coraggio di andare nelle strade del centro di Vicenza<br />

per chiedere ai passanti che cosa fosse per loro la felicità.<br />

È stata una bella domenica, perché abbiamo sperimentato che lo<br />

scambio tra genitori e figli ha fatto crescere tutti e che si può imparare<br />

tanto da tutti, anche dai più piccoli.<br />

La band dei chitarristi composta da papà e figlio si è esibita all’incontro del gruppo<br />

“Famiglie per la missione” che ha chiuso l’anno formativo


2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />

ZELARINO<br />

30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16<br />

Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410<br />

E-ma<strong>il</strong>: zelarino@saveriani.it - C/c. postale 228304<br />

Un ricordo di p. Sergio Favarin<br />

L’ultima lettera: testamento e impegno<br />

P<br />

adre Sergio Favarin, di Lovari<br />

di S. Martino di Lupari<br />

(PD), nella diocesi di Treviso,<br />

ci ha lasciato <strong>il</strong> 12 giugno. Aveva<br />

66 anni, di cui quasi 30 passati<br />

nella missione in Africa. È stato<br />

studente a Zelarino tra <strong>il</strong> 1961<br />

e <strong>il</strong> 1963.<br />

I quattordici mesi di malattia<br />

con le dolorose cure di chemioterapia<br />

non hanno turbato la sua<br />

serenità interiore né gli hanno<br />

tolto l’accattivante sorriso. Per<br />

lui <strong>il</strong> vangelo è stata una “buona<br />

notizia” anzitutto da vivere e<br />

poi da comunicare agli altri con<br />

gioia e con ogni mezzo possib<strong>il</strong>e.<br />

La sua lettera con gli auguri<br />

di Pasqua è un po’ un testamento<br />

e un po’ un impegno per continuare<br />

a lavorare insieme per <strong>il</strong><br />

regno di Dio. Nel ricordarlo ci<br />

sembra opportuno pubblicare<br />

quella lettera.<br />

La sua lettera di Pasqua:<br />

“Il miracolo già ottenuto”<br />

Caro p. Franco, grazie della<br />

tua amicizia e delle tue preghiere:<br />

le metto tutte nella mia “valigetta<br />

da viaggio”, come <strong>il</strong> pellegrino<br />

che percorre un sentiero<br />

di montagna che a volte è fac<strong>il</strong>e<br />

e a volte scabroso! In ogni caso<br />

non siamo soli, siamo tutti in<br />

buona compagnia… come i discepoli<br />

di Emmaus. Seguiamo <strong>il</strong><br />

Cristo vincitore di ogni male. Il<br />

suo passaggio sia anche <strong>il</strong> nostro<br />

passaggio!<br />

“Grazie”, è la parola più ripetuta<br />

in questo anno di prova.<br />

Grazie a Dio e ai suoi santi,<br />

che mi accompagnano nella<br />

Divertimento e solidarietà<br />

La festa per le missioni a Zelarino<br />

I<br />

l tempo è stato incerto durante<br />

tutta la settimana, ma<br />

domenica 20 maggio <strong>il</strong> sole si è<br />

alzato con un’allegria primaver<strong>il</strong>e,<br />

ben promettendo per la giornata.<br />

In parrocchia si sono celebrate<br />

le sante Messe durante le<br />

quali le persone hanno espresso<br />

la propria stima, simpatia e solidarietà<br />

per i saveriani.<br />

La chiesa a porte aperte<br />

Al pranzo in casa hanno partecipato<br />

130 persone, oltre ai<br />

volontari. Le famiglie giovani,<br />

con i loro frugoletti divertiti o<br />

intimiditi, facevano pensare al<br />

recente congresso internazionale<br />

della famiglia a M<strong>il</strong>ano.<br />

Le consuete manifestazioni ricreative<br />

- cavalli, carrozze, minizoo<br />

- si sono svolte solo in tarda<br />

mattinata e nel primo pomeriggio.<br />

Verso le ore 16, improvvisi nuvoloni<br />

neri hanno invitato la gente<br />

ad affrettarsi verso casa per controllare<br />

le finestre, mentre i cavalli<br />

con le carrozze e gli animali dello<br />

zoo sono tornati velocemente alle<br />

proprie sicure abitazioni.<br />

Nonostante questa interruzione,<br />

l’esito della giornata è stato<br />

positivo. Quanto raccolto l’abbiamo<br />

mandato a fratel Lucio<br />

Gregato, saveriano di Cavasagra<br />

(TV), impegnato nella costruzione<br />

di un salone - chiesa nella missione<br />

di Luvungi, nella repubblica<br />

democratica del Congo.<br />

È stata felice anche la scelta<br />

d’aver tenuto aperta la chiesa,<br />

con l’invito alla gente ad entrarvi<br />

per un momento di preghiera. Le<br />

costituzioni dei saveriani affermano:<br />

“La preghiera è la prima<br />

attività del missionario”; «Il primo<br />

aiuto al missionario è la preghiera».<br />

Mentre <strong>il</strong> vangelo dice:<br />

“Pregate <strong>il</strong> Padrone della messe<br />

che mandi operai…” (Mt 9,37;<br />

a cura di p. FRANCO LIZZIT, sx<br />

lotta tra me e “mia sorella malattia”!<br />

Grazie a voi, confratelli,<br />

famigliari, amici, medici e infermieri,<br />

che con <strong>il</strong> vostro affetto,<br />

le parole e le visite collaborate<br />

alla mia serenità! Questo è un<br />

miracolo già ottenuto!<br />

Mi sembra che la prova abbia<br />

accelerato in me un cammino<br />

di fede, durante <strong>il</strong> quale ho scoperto<br />

per esperienza la vicinanza<br />

di Dio che è Padre, che mi ha<br />

amato permettendo che suo Figlio<br />

passasse per prove ben più<br />

grandi delle mie. È un Padre che<br />

conosce, prima che io lo esprima,<br />

<strong>il</strong> grande desiderio che ho<br />

di guarire per servirlo ancora in<br />

missione!<br />

Le vostre parole, i vostri messaggi<br />

e le lettere mi fanno capire<br />

che la mia prova ha suscitato<br />

p. FRANCO LIZZIT, sx<br />

Lc 10,2). E infatti varie persone<br />

hanno apprezzato l’iniziativa e<br />

sono entrate, sostando in profondo<br />

raccoglimento.<br />

L’aiuto alla missione<br />

di Luvungi<br />

Ringraziando, fratel Lucio ha<br />

scritto una breve lettera.<br />

Rev.do don Daniele e comunità<br />

parrocchiale di Zelarino, attraverso<br />

i saveriani ho ricevuto la<br />

vostra generosa offerta di 2.500<br />

euro per le sale polivalenti in costruzione<br />

nella missione di Luvungi,<br />

che quest’anno festeggia<br />

i 60 anni dalla sua fondazione.<br />

Vi ringrazio vivamente da parte<br />

della nostra comunità di Luvungi,<br />

che non dimenticherà mai <strong>il</strong><br />

vostro aiuto per la costruzione<br />

della loro cappella di v<strong>il</strong>laggio e<br />

ricambia con la preghiera. Vi saluto<br />

cordialmente,<br />

fratel Lucio Gregato<br />

anche in voi una fede<br />

più grande in Dio e la<br />

vostra preghiera si è<br />

fatta più vera e urgente<br />

presso di lui! Questo<br />

anno non è stato<br />

inut<strong>il</strong>e: sono sempre<br />

“missionario”, ma in<br />

altro modo!<br />

Camminiamo insieme<br />

nella fiducia in<br />

Dio, pregando e sperando!<br />

Lui è Padre:<br />

vede e provvederà…<br />

Tra qualche giorno<br />

“compio un anno”<br />

dal mio arrivo in Italia<br />

per le cure. Sembra<br />

poco, sembra tanto,<br />

ma è stato “bello<br />

e fecondo”! Spero di<br />

avere l’occasione di<br />

rivedervi per lodare<br />

Dio insieme… E sarà<br />

una grande gioia!<br />

Vostro,<br />

p. Sergio Favarin, sx<br />

Padre Sergio Favarin, a sinistra, con p. Vidal in Burundi<br />

nel 2005 per un incontro tra gli animatori saveriani<br />

in Africa; p. Sergio, originario di Padova,<br />

è salito al cielo <strong>il</strong> 12 giugno 2012<br />

Festa per famigliari e benefattori<br />

Domenica 23 settembre, a Zelarino<br />

Domenica 23 settembre si svolgerà <strong>il</strong> tradizionale incontro con<br />

i famigliari dei missionari veneziani e i benefattori. Il programma<br />

prevede l’arrivo alle ore 10; alle 10.30 l’incontro informativo<br />

sulle missioni saveriane; alle 11.30 la celebrazione della Messa.<br />

Seguirà <strong>il</strong> pranzo.<br />

Confermate la vostra partecipazione entro <strong>il</strong> 17 settembre, telefonando<br />

al numero 041 907261 o mandando un fax al numero<br />

041 5460410 o via e-ma<strong>il</strong> all’indirizzo: zelarino@saveriani.it<br />

SAVERIANI A JESOLO, SENZA... MARE<br />

p. FRANCO LIZZIT, sx<br />

Da tanti anni la domenica i saveriani vanno a Jesolo, ma non si tratta<br />

di ferie… Danno una mano nelle parrocchie di Jesolo Sacro Cuore<br />

e dei Santi Liberale e Mauro, dove aumenta <strong>il</strong> numero delle celebrazioni<br />

per la presenza di tanti turisti che, anche in vacanze, desiderano<br />

partecipare.<br />

In alcune zone, per fac<strong>il</strong>itare la partecipazione dei fedeli, la Messa<br />

è celebrata all’aperto. È <strong>il</strong> caso di V<strong>il</strong>la S. Leopoldo. La casa appartiene<br />

alle diocesi tedesche e <strong>il</strong> parco antistante offre uno spazio ampio<br />

e ombreggiato che don Francesco, primo parroco di Jesolo Sacro Cuore,<br />

ha usato per le celebrazioni domenicali estive, sognando sempre la<br />

costruzione di una vera chiesa in zona. Don Italo, parroco da 17 anni,<br />

vuole coprire l’edificio dedicato al Cuore Immacolato di Maria, ma in<br />

attesa di una… copertura finanziaria, continua a celebrare all’aperto.<br />

La gente che vi partecipa proviene da ogni parte d’Italia. Lo si nota<br />

dall’accento di chi legge le letture... È bella questa unità nella diversità.<br />

I chierichetti poi sono dei veterani: gli ultimi due, Mario di 86 anni<br />

e Carlo di 83, hanno voluto rivivere i tempi della giovinezza. Si sono<br />

affiancati a loro Jacopo e Matteo, due ragazzi di Treviso.<br />

Tra i numerosi partecipanti ci sono sempre tanti bambini in carrozzina<br />

o in braccio ai genitori. La loro presenza crea una vivacità unica<br />

e una grande forza d’intercessione. Quest’atmosfera continui e si rafforzi<br />

<strong>il</strong> prossimo anno nella chiesa nuova.<br />

8<br />

C’erano tante famiglie alla festa per le missioni 2012 e i più piccoli si sono divertiti con l’immancab<strong>il</strong>e minizoo<br />

I saveriani di Zelarino nel periodo estivo vanno a Jesolo per celebrare Messa in alcune<br />

parrocchie affollate di turisti; i chierichetti sono di tutte le età e l’Eucaristia<br />

è rigorosamente all’aperto; nella foto, p. Franco Lizzit

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