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Redazione: Diego Piovani<br />
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2012 AGOSTO/SETTEMBRE n. 7<br />
Per la nuova evangelizzazione<br />
Mons. Bettazzi: “una chiesa povera e libera”<br />
p. GABRIELE FERRARI, sx<br />
Le tentazioni insidiose<br />
Al momento dell’apertura del<br />
conc<strong>il</strong>io Vaticano II, papa Giovanni<br />
nel suo indimenticab<strong>il</strong>e<br />
discorso aveva messo sulle labbra<br />
della chiesa la parola di Pietro<br />
alla porta del tempio: “Non<br />
ho né oro né argento, ma ti do<br />
quello che ho: nel nome di Gesù<br />
Cristo Nazareno, alzati e cammina”.<br />
La chiesa al suo nascere<br />
era una chiesa povera, di poveri<br />
e per i poveri.<br />
E nel corso del conc<strong>il</strong>io la<br />
chiesa ha riscoperto questa sua<br />
caratteristica: “Come Cristo ha<br />
compiuto la redenzione attraverso<br />
la povertà e le persecuzioni,<br />
così pure la chiesa è chiamata a<br />
prendere la stessa via per comunicare<br />
agli uomini i frutti della<br />
salvezza. E quantunque per<br />
compiere la sua missione abbia<br />
bisogno di mezzi umani, essa<br />
non è costituita per cercare la<br />
gloria terrena, bensì per diffondere,<br />
anche con <strong>il</strong> suo esempio,<br />
l’um<strong>il</strong>tà e l’abnegazione”.<br />
Questo splendido testo del documento<br />
conc<strong>il</strong>iare sulla chiesa,<br />
troppo presto dimenticato, era <strong>il</strong><br />
punto di arrivo di una riflessione<br />
cresciuta nel corso del conc<strong>il</strong>io<br />
e che aveva raccolto molti consensi,<br />
grazie all’intervento di un<br />
grande padre conc<strong>il</strong>iare, <strong>il</strong> card.<br />
Lercaro, che metteva in r<strong>il</strong>ievo<br />
la necessità per la chiesa di vincere<br />
le suggestioni del potere e<br />
di combattere contro le tentazioni<br />
della società opulenta, che<br />
insidia in maniera pericolosa lo<br />
spirito e la pratica della povertà<br />
evangelica richiesta alla chiesa.<br />
foto archivio MS / Bangladesh<br />
i a m o<br />
ormai<br />
vicini alla<br />
celebrazione<br />
del<br />
sinodo<br />
dei vescovi<br />
sulla<br />
“nuova<br />
evangelizzazione”<br />
e<br />
all’apertura<br />
dell’anno della<br />
fede, che <strong>il</strong><br />
Papa ha indetto<br />
per aiutare tutti a<br />
rinsaldare quella relazione<br />
fondamentale<br />
con Dio che chiamiamo<br />
fede. La fede è la<br />
fiduciosa consegna di noi stessi<br />
a Colui che può e sa guidare la<br />
nostra vita.<br />
M<br />
S<br />
ercoledì 4 luglio, al Cern<br />
di Ginevra, è stata annunciata<br />
la rivelazione tanto<br />
attesa: la conferma del bosone<br />
di Higgs, all’interno del<br />
cosiddetto Modello Standard<br />
nella fisica teorica. Con astuzia<br />
giornalistica - esagerata<br />
- l’hanno chiamata particella<br />
di Dio. Ne aveva avuto l’intuizione<br />
lo scienziato britannico<br />
Peter Higgs, oggi ottantenne,<br />
quasi cinquant’anni fa; perciò<br />
<strong>il</strong> nome ufficiale della scoperta<br />
è particella di Higgs, che però<br />
suona male...<br />
“L’espressione «particella<br />
di Dio» - scrive <strong>il</strong> fisico Carlo<br />
Rovelli su Domenica di Il Sole<br />
24 Ore (8 luglio 2012) - è una<br />
detestab<strong>il</strong>e invenzione giornalistica.<br />
Fa orrore a tutti i fisici<br />
e anche alle persone con senso<br />
religioso. L’origine dell’espressione<br />
è un libro che <strong>il</strong> fisico Leon<br />
Lederman voleva intitolare<br />
The God-dam particle, cioè<br />
«Maledetta particella», in riferimento<br />
alla sua elusività. L’editore,<br />
con fiuto commerciale ma<br />
pochissimo buon gusto, ha tolto<br />
<strong>il</strong> dam, lasciando «The God<br />
particle», la particella di Dio:<br />
titolo senza senso, ma che attira<br />
<strong>il</strong> pubblico. Si chiama «Particella<br />
di Higgs» e non è né più<br />
Cosa ci aspettiamo?<br />
Che cosa uscirà dal sinodo dei<br />
vescovi non lo possiamo sapere.<br />
Speriamo che esso stimoli un<br />
impegno corale delle comunità<br />
cristiane per condividere con<br />
tutti la gioia di essere cristiani:<br />
sia con quelli che ancora non<br />
conoscono la speranza cristiana<br />
della Pasqua sia con quei<br />
nostri fratelli e sorelle che non<br />
la sentono più e che si sono s<strong>il</strong>enziosamente<br />
allontanati dalla<br />
chiesa.<br />
Così ci attendiamo che si ravvivi<br />
anche la coscienza missionaria<br />
del popolo di Dio e che<br />
la chiesa si rimetta coraggiosamente<br />
sulle strade del mondo<br />
per portare a tutti <strong>il</strong> vangelo del<br />
Regno, la lieta notizia cioè che<br />
Dio è all’opera in mezzo a noi e<br />
che ha vinto ogni nostra morte.<br />
SE ANCHE IL CREATORE HA IL DNA<br />
Quella “benedetta” particella di Dio...<br />
né meno figlia di Dio di tutte le<br />
altre particelle che costituiscono<br />
<strong>il</strong> mondo”.<br />
In effetti, la nuova strab<strong>il</strong>iante<br />
rivelazione - che ci permette<br />
di comprendere un po’ meglio<br />
la natura del creato - non<br />
è altro che una «particella»<br />
dell’immensa creazione di Dio,<br />
che tanto ammiriamo e che ci<br />
resta ancora tanto misteriosa.<br />
Cosa penserà <strong>il</strong> Padreterno<br />
di tutto questo nostro clamore?<br />
Lo immagino. Avrà sorriso<br />
sotto i baffi, nel suo infinito<br />
umorismo divino. “Ma sì, «particella<br />
di Dio»! E non la chiamino<br />
«maledetta». Perché l’ho<br />
inventata dall’inizio, quando<br />
ancora non esisteva niente. Ce<br />
l’avevo bene in mente quando<br />
ho fatto tutto dal nulla, secondo<br />
<strong>il</strong> mio Modello Standard.<br />
Vogliamo bene<br />
a “madre” chiesa<br />
Non ci nascondiamo che questa<br />
speranza è per molto legata alla<br />
capacità della chiesa di rinnovarsi.<br />
Non solo di rifarsi <strong>il</strong> look, come<br />
una vecchia signora che vuol<br />
essere ancora piacente, ma di rinascere,<br />
di lasciarsi nuovamente<br />
generare - come diceva Gesù a<br />
Nicodemo - dal soffio dello Spirito,<br />
dalla Parola e dalla forza del<br />
mistero che essa celebra.<br />
In questi ultimi tempi siamo<br />
stati spettatori di vicende e di<br />
fenomeni che provocano una<br />
caduta della credib<strong>il</strong>ità della<br />
chiesa e che hanno fatto dire al<br />
Papa parole molto pesanti. Non<br />
possiamo chiudere gli occhi su<br />
questi aspetti dolorosi della nostra<br />
chiesa. Essa è e continua<br />
a essere nostra “madre”: e per<br />
p. MARCELLO STORGATO, sx<br />
Poi ho messo tutto nelle mani<br />
dell’uomo e della donna.<br />
Perché anch’essi godessero nel<br />
cercare, scoprire, gustare tutto<br />
<strong>il</strong> buono che ho creato per loro.<br />
Li ho fatti a mia immagine: più<br />
scovano e meglio è... Alla fine,<br />
scoprono che <strong>il</strong> Creatore ha fatto<br />
le cose intelligentemente, a<br />
meno che abbiano pregiudizi<br />
nei miei confronti...”.<br />
Una sorta di dna di Dio? A<br />
parte la complessa realtà che<br />
la fac<strong>il</strong>e abbreviazione nasconde<br />
(Acido DesossiriboNucleico,<br />
l’acido che contiene le informazioni<br />
genetiche di ogni essere<br />
vivente), la domanda ha un<br />
senso, all’interno del Modello<br />
Standard di Dio. È un dna Trinitario,<br />
secondo la rivelazione<br />
che ci ha fatto Gesù Cristo, <strong>il</strong><br />
Verbo fatto Uomo, e che possiede<br />
anche <strong>il</strong> dna dell’essere<br />
umano.<br />
Così anche noi, oltre al dna<br />
umano e scoprib<strong>il</strong>e dagli scienziati,<br />
abbiamo un dna divino<br />
e trinitario, individuab<strong>il</strong>e solo<br />
con l’occhio della fede. Rientriamo<br />
- per dono gratuito - in<br />
quel Modello Standard che Dio<br />
ha inventato per l’umanità intera,<br />
da accogliere e vivere con<br />
felicità. Siamo davvero «particelle<br />
di Dio»!<br />
■<br />
questo noi le vogliamo bene, ci<br />
impegniamo e preghiamo perché<br />
ritrovi <strong>il</strong> volto giovane e affascinante<br />
che aveva quando è nata<br />
dalla pasqua di Gesù.<br />
Una chiesa evangelizzata<br />
Purtroppo e non solo nei secoli<br />
passati, la chiesa ha ceduto alla<br />
tentazione del potere e ha dimenticato<br />
la chiamata alla povertà<br />
evangelica. Oggi la crisi mondiale<br />
e quella che sta attraversando<br />
la chiesa richiedono con forza un<br />
ritorno alla “chiesa dei poveri”.<br />
Che senso avrebbe progettare<br />
una “nuova evangelizzazione”,<br />
se la chiesa non si lasciasse essa<br />
stessa evangelizzare dalla forza<br />
della Parola, dall’esempio del<br />
suo fondatore e dalla storia?<br />
Una chiesa ricca, potente e imponente,<br />
che cede alla tentazione<br />
del prestigio, della spettacolarità<br />
e del trionfalismo, che vuole<br />
competere con <strong>il</strong> mondo, non solo<br />
non è credib<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> mondo<br />
d’oggi, ma non può pretendere<br />
di continuare la missione di Colui<br />
che “da ricco che era si è fatto<br />
povero”. La dissonanza è troppo<br />
forte e <strong>il</strong> mondo la coglie come<br />
un’intollerab<strong>il</strong>e incoerenza.<br />
La “nuova evangelizzazione”<br />
richiede um<strong>il</strong>tà, l’um<strong>il</strong>tà di Dio.<br />
Ce l’ha ricordato uno dei pochi<br />
padri conc<strong>il</strong>iari ancora viventi,<br />
mons. Luigi Bettazzi che, alla<br />
domanda che cosa sia la “nuova<br />
evangelizzazione” ha risposto:<br />
“Una chiesa povera e libera”. ■<br />
Dedichiamo questo numero<br />
alla missione culturale dei<br />
saveriani nelle nazioni asiatiche.<br />
Nella foto, p. Sergio<br />
Targa, missionario in Bangladesh<br />
e membro del Centro<br />
Studi Asiatico.<br />
7<br />
ANNO 65°<br />
2012 agosto/settembre n.<br />
Lo spread dei sentimenti<br />
Fratel Giorgi, missionario degli “angeli negri”<br />
Sull’Italo del Mozambico<br />
Andrea Facchetti di Viadana è sacerdote<br />
Missione nelle culture dell’Asia<br />
I cinque saveriani del Centro Studi Asiatico<br />
Educare per guarire<br />
Siria: dialogo e riconc<strong>il</strong>iazione sono un’urgenza<br />
2<br />
3<br />
4/5<br />
6
2<br />
missione FAMIGLIA<br />
ccoci di nuovo a raccontarvi<br />
qualcosa della nostra<br />
vita a Laranjeiras do Sul, nel<br />
Bras<strong>il</strong>e meridionale. Siamo con<br />
i missionari saveriani p. Mario<br />
Tognali (bresciano), p. Gabriele<br />
Guarnieri (cremonese) e p. Diego<br />
Pelizzari (bergamasco). Da<br />
alcuni mesi stiamo scrivendo su<br />
questa rubrica dedicata alla “famiglia<br />
missionaria”.<br />
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
Rimpiangendo la sanità italiana<br />
Ma le feste bras<strong>il</strong>iane sono tutta un’altra cosa! ALE & ALE ANDREOLI<br />
E<br />
MISSIONE BAMBINI<br />
FRATEL GELLO GIORGI<br />
Il missionario degli angeli negri<br />
I<br />
petenti, ma non c’è <strong>il</strong> “medico<br />
di fiducia”, e ancor meno “<strong>il</strong><br />
mio pediatra”! Se stanno male,<br />
i bambini vanno in ospedale (tipo<br />
pronto soccorso che è sempre<br />
gratuito, tranne i fine settimana),<br />
o da un medico privato. Solo<br />
che la nostra pediatra privata<br />
non ha un recapito, un cellulare,<br />
una ma<strong>il</strong>... Devo telefonare alla<br />
segretaria e prendere appuntamento.<br />
Sono già quattro giorni<br />
che aspettiamo questo benedetto<br />
appuntamento per la piccola Miriam.<br />
Sento nostalgia del nostro<br />
pediatra marchigiano…<br />
Con gli indio kaingang<br />
Alessandro - Sì, siamo alle<br />
prese con l’influenza. Dopo<br />
Francesco, sono stato io a cadere<br />
steso sul letto: tre giorni con<br />
39 di febbre. Padre Diego dice<br />
che oltre all’influenza mi sono<br />
preso una “stancata”. In effetti,<br />
<strong>il</strong> giorno prima di finire “steso”,<br />
eravamo stati al v<strong>il</strong>laggio degli<br />
indio kaingang, invitati alla festa<br />
Fratel Gello Giorgi, nato a Fratterosa<br />
(PU) <strong>il</strong> 28.8.1911 e morto<br />
a Parma <strong>il</strong> 24.6.2002<br />
POF, sx<br />
n Sierra Leone, nazione dell’Africa occidentale, le infermità<br />
sono ritenute opera degli spiriti, vendetta di streghe e stregoni,<br />
cioè del diavolo. Per risolvere <strong>il</strong> problema si va prima dal fattucchiere;<br />
poi alla fine, si va anche dal dottore. È proprio qui che<br />
lavora <strong>il</strong> missionario saveriano marchigiano fratel Gello, dottore di<br />
professione.<br />
Una malattia frequente è la lebbra. Sono soprattutto i bambini a<br />
commuoverlo: seri e tristi ma teneri, con la loro faccina invecchiata.<br />
Quando <strong>il</strong> dottore li accarezza, i loro occhietti smorti br<strong>il</strong>lano<br />
di gioia. Chissà da quanto tempo sono al lebbrosario, lontani dalla<br />
mamma... Dopo la visita al lebbrosario, fratel Gello torna al suo posto<br />
di lavoro, vicino alla scuola cattolica<br />
di Shenge. Al suo ambulatorio<br />
c’è sempre la f<strong>il</strong>a dei malati.<br />
La notte scrive: ”Al chiaro della<br />
lampada a petrolio non sono solo.<br />
Gli scarafaggi girano da padroni<br />
sopra e sotto <strong>il</strong> letto. Le formiche<br />
fanno f<strong>il</strong>a indiana fino alla scatola<br />
dello zucchero e riescono a entrarvi.<br />
Qualche ruggito nella foresta mi<br />
fa rizzare le orecchie. Vedo topi in<br />
agguato e nella grossa fessura del<br />
tetto due rondini difendono la prole<br />
che pigola”. C’è anche qualcuno<br />
che viene a disturbare; come quel<br />
pitone lungo sei metri, entrato nella<br />
capanna. Ma <strong>il</strong> buon Dio l’aveva<br />
protetto e l’intruso se ne era andato<br />
per i fatti suoi.<br />
Un giorno arriva in un v<strong>il</strong>laggio<br />
per visitare un bambino malato.<br />
Ma <strong>il</strong> bambino peggiora, e nonostante<br />
tutto se ne va. Tutti piangono<br />
e gridano per <strong>il</strong> dolore. Fratel<br />
Gello, anche lui triste, ricorda la<br />
supplica del papà africano al pittore europeo, di mettere qualche<br />
angelo negro nel quadro della Madonna: “Pittore, ti voglio parlare,<br />
mentre dipingi…” (“Angeli negri” di Fausto Leali).<br />
Racconta anche la storiella di Tambà, un suo vicino di casa che si<br />
accorge che nel suo campo sparisce tutto. Sospettando di un giovane,<br />
gli dà un sacco di legnate. Ma un mattino vede una scimmia<br />
che sta mangiando un bel mango e comincia l’inseguimento. La<br />
scimmia scappa in chiesa e Tambà dietro. Ma lei, più ag<strong>il</strong>e, riesce a<br />
raggiungere <strong>il</strong> branco delle scimmie, che si fanno un sacco di risate...<br />
alla faccia di Tambà.<br />
Dopo aver lavorato come medico in Sierra leone per molti anni,<br />
per fratel Gello arriva <strong>il</strong> giorno di lasciare l’Africa. Torna in Italia e<br />
continua <strong>il</strong> suo servizio di medico missionario, ma non dimentica<br />
mai la Sierra Leone.<br />
■<br />
missione GIOVANI<br />
Non c’è <strong>il</strong> medico di fiducia<br />
Alessandra - A luglio ci è parso<br />
di tornare a sei mesi fa, quando<br />
la nostra famiglia era - 24<br />
ore su 24 - “tutti insieme appassionatamente”:<br />
le scuole infatti<br />
erano chiuse per le vacanze...<br />
invernali. E mentre in Italia siete<br />
alle prese con “Caronte” e “Lucifero”,<br />
qui siamo con maglie di<br />
lana e combattiamo l’influenza!<br />
Abbiamo conosciuto da vicino<br />
la sanità bras<strong>il</strong>iana: naturalmente,<br />
da questo punto di vista, ci<br />
troviamo meglio in Italia! Non<br />
che qui manchino dottori comnternet,<br />
chat, social network,<br />
televisioni… Sono<br />
i mezzi principali che i giovani<br />
d’oggi usano per informarsi<br />
e comunicare tra loro. Tutti sanno<br />
tutto di tutti (così sembra!).<br />
Pensieri, opinioni, stati d’animo<br />
vengono messi in piazza e non<br />
solo in modo virtuale. Se da un<br />
lato la comunicazione corre veloce,<br />
dall’altra spesso sembra di<br />
stare dentro un “grande fratello”<br />
permanente. Anche i sentimenti<br />
sono sbandierati ai quattro venti:<br />
esternare diventa importante<br />
per essere commentati e apprezzati,<br />
per stare al centro del gioco<br />
e dell’attenzione.<br />
Non è giusto demonizzare e<br />
condannare, ma una riflessione<br />
ci sta. Esiste ancora la cura dei<br />
sentimenti? C’è spazio per coltivare<br />
rapporti veri e forti, lontano<br />
da tastiere di computer e smartphone?<br />
Questi strumenti aiutano,<br />
o nascondono insicurezze e<br />
solitudini? L’amore è ancora un<br />
modello o è diventato uno strumento<br />
“usa e getta”?<br />
Nonostante qualche ragionevole<br />
dubbio, credo che la vita<br />
reale sia molto più bella di ciò<br />
che si legge e si sente. Però la<br />
tendenza al “tutto e subito” ormai<br />
è consolidata ed è diffic<strong>il</strong>e<br />
contrastarla. L’educazione è importante,<br />
ma non risolve. Forse<br />
c’è più urgenza di testimonianze;<br />
forse bisogna che gli adulti<br />
tornino a fare… gli adulti. E sic-<br />
missione e spirito<br />
Lo spread dei sentimenti<br />
I<br />
organizzata per commemorare<br />
l’inizio della conquista sostanziale<br />
della loro terra, che in modo<br />
formale era stata riconosciuta<br />
come proprietà degli indio. Alcune<br />
settimane fa, infatti, sono<br />
iniziate a uscire le famiglie degli<br />
“occupanti <strong>il</strong>legali”.<br />
Era una giornata bellissima:<br />
senza una nuvola in cielo, sembrava<br />
primavera. Siamo arrivati<br />
al v<strong>il</strong>laggio che già gli uomini<br />
stavano cucinando <strong>il</strong> churrasco,<br />
la carne alla brace. Ma<br />
non pensate alla carbonella…<br />
Avevano scavato due fossati nel<br />
terreno, riempiti di tronchi che<br />
bruciavano e sopra - non esagero<br />
- avevano sistemato almeno<br />
500 pali (lunghi come lance) a<br />
mo’ di spiedini, ciascuno con <strong>il</strong><br />
suo pezzo di carne inf<strong>il</strong>zato che<br />
pesava minimo 2 ch<strong>il</strong>i. Roba da<br />
non credere!<br />
All’ora del pranzo, tutti in f<strong>il</strong>a,<br />
ognuno con <strong>il</strong> piatto e le posate<br />
portate da casa, pronti a prendere<br />
<strong>il</strong> proprio pezzo di carne. Poi,<br />
man mano, ognuno andava via<br />
con <strong>il</strong> suo “spiedino” che conficcava<br />
a terra, mangiando all’ombra<br />
di un albero…<br />
Anche noi abbiamo pranzato<br />
insieme al “popolo” e ci siamo<br />
fac<strong>il</strong>mente adattati. Soprattutto<br />
Miriam che, in quanto a mangiare,<br />
si è fatta una<br />
buona fama (chiedete<br />
ai missionari!);<br />
lei si trova a proprio<br />
agio soprattutto nei<br />
v<strong>il</strong>laggi.<br />
In ogni caso, la<br />
giornata è andata<br />
così: arrivo alle 9;<br />
santa Messa sotto <strong>il</strong><br />
sole; attesa del pranzo;<br />
dopo pranzo,<br />
una partita di calcio<br />
sotto <strong>il</strong> sole (non ho<br />
potuto rinunciare<br />
all’invito; aggiungo<br />
che non ho più l’età<br />
di un ragazzo…).<br />
Ed ecco che tornati<br />
a casa, mi sono ritrovato<br />
con la febbre.<br />
Insomma, mi è<br />
costata cara la festa!<br />
Anche se, devo dire,<br />
ne è valsa la pena:<br />
un bel giorno di fraternità<br />
e amicizia!<br />
La festa di fine scuola<br />
Alessandra - Proprio così: domenica<br />
scorsa Ale era “fuori gioco”:<br />
ha fatto compagnia alla nostra<br />
nazionale di calcio sconfitta<br />
dalla Spagna; giornata nera per<br />
<strong>il</strong> povero Ale! Io invece scorrazzavo<br />
i bimbi per la famosa “festa<br />
juninha”, la festa di giugno per<br />
la fine della scuola, qui particolarmente<br />
sentita. I bambini hanno<br />
danzato balli tipici e si sono<br />
divertiti tanto.<br />
Miriam era vestita st<strong>il</strong>e “cowboy”<br />
(più si scende al sud del<br />
come bisogna iniziare per primi,<br />
riporto qui una storia realmente<br />
accaduta.<br />
Una parabola d’amore. Luca<br />
e S<strong>il</strong>via si conoscono quando<br />
la maggiore età è iniziata da poco.<br />
Tra loro c’è intesa e voglia di<br />
camminare insieme. S<strong>il</strong>via lavora<br />
nella piccola azienda di famiglia<br />
ed è impegnata nel gruppo<br />
scout; Luca studia per la laurea<br />
in ingegneria. Gli anni passano e<br />
<strong>il</strong> loro amore cresce mano nella<br />
mano, bello e pieno di vita.<br />
Ma dopo la laurea di Luca la<br />
situazione si complica. Luca e<br />
S<strong>il</strong>via perdono quella luce negli<br />
occhi tipica degli innamorati;<br />
dopo sei anni di cammino, sembrano<br />
avere aspettative diverse<br />
dal proprio futuro. Si lasciano,<br />
con tutte le sofferenze che derivano<br />
da questa decisione.<br />
I contatti riprendono dopo due<br />
anni. Luca e S<strong>il</strong>via tornano a parlarsi...<br />
Entrambi hanno avuto la<br />
fortuna di trovare altre persone<br />
con cui condividere la propria vita.<br />
Luca è con Marta, S<strong>il</strong>via con<br />
Fabio, ma la simpatia reciproca<br />
INTENZIONE MISSIONARIA<br />
E PREGHIERA DEL MESE<br />
I giovani si rendano disponib<strong>il</strong>i<br />
a proclamare e testimoniare<br />
<strong>il</strong> vangelo sino agli<br />
estremi confini della terra.<br />
I politici agiscano sempre<br />
con onestà, integrità e amore<br />
alla verità.<br />
Uccelli: “La vocazione missionaria<br />
è la più nob<strong>il</strong>e<br />
e grande”.<br />
Il churrasco, lo spiedo bras<strong>il</strong>iano che gli indio kaingang<br />
hanno cucinato nel loro v<strong>il</strong>laggio<br />
Bras<strong>il</strong>e, più è forte l’influenza<br />
culturale “gaucha”, quella per<br />
intenderci del cowboy nella prateria).<br />
Francesco invece era <strong>il</strong><br />
“noivo”, ossia lo sposo protagonista<br />
della quadriglia; anche se<br />
era ancora raffreddato, non ha<br />
potuto rinunciare!<br />
A farmi compagnia è venuta<br />
anche un’amica. Così, in amicizia,<br />
la festa è stata bella anche<br />
per noi... mamme! Con affetto,<br />
auguriamo anche a voi tutti di<br />
passare le ferie in compagnia di<br />
amici e di persone amate. ■<br />
DIEGO PIOVANI - giornale@saveriani.bs.it<br />
rimane. Poi, l’imponderab<strong>il</strong>e.<br />
Luca telefona a S<strong>il</strong>via per dirle<br />
che gli è stato diagnosticato un<br />
tumore. Lei è stordita: vorrebbe<br />
raccontargli del matrimonio con<br />
Fabio e della nascita della loro<br />
bambina, Sara. I mesi scorrono;<br />
Luca sta sempre peggio. In ospedale<br />
chiede a Marta di telefonare<br />
a S<strong>il</strong>via: vuole conoscere la sua<br />
bambina.<br />
Mamma e figlia sono da Luca,<br />
mentre Marta s’unisce a lui<br />
in matrimonio tenendolo per<br />
mano nel letto d’ospedale: vuole<br />
essere la sua sposa anche se<br />
solo per poche ore. A trent’anni,<br />
Luca raggiunge <strong>il</strong> cielo e S<strong>il</strong>via<br />
su facebook scrive: “Vola, Luca,<br />
lassù nel cielo. Veglia su Marta<br />
e Sara. Sarai sempre nel mio<br />
cuore”.<br />
Luca, S<strong>il</strong>via e Marta hanno<br />
amato, sofferto e perdonato. La<br />
loro storia non è solo dolore, ma<br />
la prova che è possib<strong>il</strong>e spalancare<br />
<strong>il</strong> nostro cuore, nonostante<br />
gli sgambetti della vita, nonostante<br />
l’orgoglio e la sofferenza.<br />
Hanno amato senza voler troppo<br />
capire, senza farsi troppe domande,<br />
rinnegando la logica<br />
umana. Senza paura di esagerare,<br />
l’esempio d’amore dimostrato<br />
da questi giovani è una parabola<br />
di vangelo, vissuta nel frenetico<br />
mondo di oggi, in cui non<br />
esiste ancora uno spread per misurare<br />
i sentimenti. ■
Padre Fabio è superiore religioso<br />
di una decina di missionari<br />
saveriani che lavorano nella<br />
regione settentrionale del Mozambico.<br />
Ci racconta <strong>il</strong> viaggio<br />
in treno da Dondo e Sena. Un<br />
viaggio indimenticab<strong>il</strong>e!<br />
ompro <strong>il</strong> biglietto martedì<br />
mattina alla stazione di<br />
Dondo. Il treno parte alle ore 20<br />
e mi consigliano di arrivare cinque<br />
minuti prima. Dopo cena, p.<br />
Enrique mi accompagna in macchina<br />
alla stazione e sono lì alle<br />
19,45. Ho una borsa e una scatola<br />
di cartone con le cose da consegnare<br />
alle tre missioni del nord. Il<br />
treno arriva verso le 20,30 e alle<br />
21 tenta la partenza; dico “tenta”,<br />
perché per tre volte avanza per<br />
500 metri e poi torna indietro. La<br />
quarta volta è quella buona!<br />
I miei compagni di viaggio<br />
Viaggio nell’unica carrozza<br />
di seconda classe; le altre sono<br />
di terza; la prima non esiste. Sono<br />
in uno scompartimento con<br />
sei cuccette; gli altri passeggeri<br />
sono una ragazza con <strong>il</strong> moroso,<br />
altri due giovani e una vecchietta<br />
che viene messa nella cuccetta<br />
più alta insieme a due sacchi<br />
(probab<strong>il</strong>mente di manioca), che<br />
<strong>il</strong> capotreno aveva assolutamente<br />
proibito di far entrare nello<br />
scompartimento. La vecchietta<br />
va fino a Moatize, ultima fermata<br />
del viaggio. Rimane appollaiata<br />
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
Viaggio sull’Italo del Mozambico<br />
Un sunto del riassunto di quanto è accaduto p. FABIO D’AGOSTINA, sx<br />
C<br />
Velocità massima: 48 Km/h<br />
Chiedo informazioni al personale<br />
delle ferrovie sulle condizioni<br />
del treno. Gent<strong>il</strong>mente mi<br />
spiegano <strong>il</strong> guasto che c’era stato<br />
e che <strong>il</strong> forte rallentamento degli<br />
ultimi ch<strong>il</strong>ometri era dovuto al<br />
fatto che c’era un tratto in leggera<br />
salita e le rotaie erano bagnalassù<br />
tutto <strong>il</strong> viaggio, scendendo<br />
due volte per andare in bagno. Io<br />
rimango in piedi fino alle 22,30;<br />
poi mi stendo in cuccetta.<br />
Qui non esiste molto <strong>il</strong> senso<br />
della privacy. Gli altri compagni<br />
di viaggio chiacchierano e<br />
riescono a trovare argomenti per<br />
conversare ore f<strong>il</strong>ate, mentre la<br />
ragazza e <strong>il</strong> moroso ascoltano<br />
musica romantica con <strong>il</strong> cellulare,<br />
che sembra avere un amplificatore<br />
degno di un concerto dei Rolling<br />
Stones e una batteria che non<br />
si <strong>scarica</strong> mai! Riesco comunque<br />
a sonnecchiare e nel dormiveglia<br />
imparo a memoria una canzone<br />
che i due riascoltano per decine e<br />
decine di volte. Alle prossime ferie<br />
in Italia ve la posso cantare...<br />
Fermate, guasti, avarie...<br />
Verso mezzanotte mi accorgo<br />
che <strong>il</strong> treno si ferma, anche per<br />
una certa agitazione che c’è in<br />
carrozza. Sento che parlano di<br />
un’avaria molto seria. Non ci<br />
faccio tanto caso perché voglio<br />
dormire. Al mattino, verso le<br />
cinque e mezza, <strong>il</strong> treno riprende<br />
la sua corsa e alle 6,15 si ferma.<br />
Guardo fuori dal finestrino<br />
e vedo la scritta della stazione:<br />
Mwanza. Dalle 21,15 della sera<br />
prima alle 6,15 avevamo percorso<br />
appena 90 ch<strong>il</strong>ometri!<br />
Il guasto della locomotiva si era<br />
verificato a Derunde, 20 ch<strong>il</strong>ometri<br />
prima, e avevano dovuto sostituirla<br />
con un’altra che era partita<br />
LAICATO SAVERIANO<br />
No’etre... in parmigiano vuol dire “noi”<br />
è possib<strong>il</strong>e vivere come fratelli e sorelle del mondo<br />
VITTORIO e MARIELE<br />
Non poteva uscire titolo migliore: “noi” non è un proposito<br />
per distinguersi, per dire nostro, mio o tuo. “Noi” è vivere<br />
in fraternità e in comunione con <strong>il</strong> mondo intero. “No’etre”<br />
esprime <strong>il</strong> centro della casa di fraternità di Parma, esperienza<br />
unica di vita in comunità, che i laici saveriani di Desio e Vicenza<br />
hanno avuto modo di conoscere l’ultima domenica di<br />
maggio, in occasione dell’incontro mens<strong>il</strong>e con i laici saveriani<br />
di Parma.<br />
I laici delle tre città hanno cominciato un percorso insieme,<br />
approfondendo alcuni temi della dottrina sociale della chiesa,<br />
secondo <strong>il</strong> programma deciso per l’anno in corso. La novità<br />
di questo percorso è stata quindi quella di coinvolgere diversi<br />
gruppi e individui che già frequentano i missionari saveriani<br />
nelle diverse città.<br />
Invitati dai coniugi Volta Paolo e Giovanna, abbiamo conosciuto<br />
meglio la loro esperienza di comunità, di cui già nelle<br />
“chiacchierate” di incontri precedenti avevamo assaporato la<br />
bellezza. Abbiamo anche avuto l’occasione di ascoltare coloro<br />
che con Paolo e Giovanna condividono gli spazi della casa<br />
in via Mentana a Parma. In particolare alcuni giovani della città,<br />
provenienti da realtà diverse e maturate nel tempo, grazie<br />
ad esperienze comunitarie e missionarie, frutto di quelle<br />
scelte piene di vita che scaturiscono dalla fede.<br />
Non è fac<strong>il</strong>e raccontare queste scelte di vita, cosa ha spinto<br />
queste persone a riunirsi in un “noi” che sa di “per sempre”:<br />
ognuno di noi custodisce la gioia della loro testimonianza.<br />
Ciò che emoziona è senz’altro l’impegno e la pulsione a vivere<br />
la città in modo diverso, nella ricerca quotidiana di incontrare<br />
gli altri.<br />
Questo ha portato, per esempio, ad accogliere una ragazza-madre<br />
africana uscita da una storia di prostituzione, con<br />
la sua bambina. Ora madre e figlia stanno vivendo una nuova<br />
vita: affermazione di un miracolo pieno di speranza.<br />
È stato bello aver incontrato questi volti, pieni di gioia e voglia<br />
di donarsi. Rimane impresso nel cuore <strong>il</strong> rapporto tra le<br />
diverse generazioni presenti nella casa, ognuno con la voglia<br />
di ascoltarsi, riconoscendo nel prossimo una nuova strada da<br />
seguire vincendo ogni falso limite.<br />
Ringraziamo <strong>il</strong> Signore di aver incontrato i coniugi saveriani<br />
Paolo e Giovanna che da una vita riescono a portare<br />
avanti e realizzare <strong>il</strong> dono di essere veri “fratelli e sorelle”<br />
del mondo.<br />
da Dondo. Solo che anche quella<br />
appena arrivata non era in eccellenti<br />
condizioni; avevano dovuto<br />
togliere dell’olio da quella guasta<br />
per metterlo nel compressore (per<br />
i freni?) della seconda.<br />
Da Mwanza si riparte bene<br />
per un tratto; poi ci si ferma di<br />
nuovo e si riparte a stento con<br />
una velocità attorno ai 10 Km/h.<br />
Meno male che arriviamo a<br />
Inhaminga (157 ch<strong>il</strong>ometri da<br />
Dondo) e sono già le 10,30. A<br />
questo punto non so che fare. Ce<br />
la farà <strong>il</strong> treno ad arrivare a Sena?<br />
Scendo per prendere un altro<br />
mezzo, continuando per strada?<br />
Ma a Inhaminga è molto diffic<strong>il</strong>e<br />
trovare mezzi di trasporto; bisogna<br />
tentare l’autostop...<br />
ANDREA FACCHETTI<br />
DI VIADANA<br />
È stato ordinato sacerdote<br />
nel santuario “San Guido Conforti”<br />
a Parma, <strong>il</strong> giovane originario<br />
di Viadana (MN) Andrea<br />
Facchetti. L’ordinazione presieduta<br />
dal vescovo di Cremona<br />
mons. Lafranconi, è avvenuta<br />
sabato pomeriggio 30 giugno;<br />
domenica 1° luglio <strong>il</strong> neo sacerdote<br />
ha celebrato la santa Messa<br />
nella chiesa parrocchiale di<br />
Viadana, affollata da famigliari<br />
e amici, soprattutto giovani.<br />
“Ho scoperto la vocazione<br />
missionaria - racconta p. Andrea<br />
- durante l’università, grazie<br />
alla meditazione della Parola<br />
di Dio e a diverse esperienze<br />
di volontariato in Bras<strong>il</strong>e.<br />
L’incontro con <strong>il</strong> vangelo e con<br />
i poveri mi ha fatto comprendere<br />
che <strong>il</strong> Signore mi chiamava<br />
a seguirlo”. All’inizio di settembre<br />
p. Andrea parte per <strong>il</strong><br />
Mozambico, la missione che ha<br />
voluto mostrare anche nel suo<br />
“ricordino” di ordinazione (vedi<br />
foto). Auguri, Andrea, e ogni<br />
tanto scrivici come va...! ■<br />
LA MISSIONE DEI SAVERIANI<br />
Nella casa saveriana di Tavernerio<br />
(Como), circondata da cedri<br />
secolari e giovani tigli, dal<br />
VITA SAVERIANA<br />
te di rugiada,<br />
motivo per <strong>il</strong><br />
quale le ruote<br />
pattinavano,<br />
scivolavano<br />
girando a<br />
vuoto; ma da<br />
Inhaminga<br />
non ci sarebbero<br />
più stati<br />
problemi!<br />
Rimango in<br />
treno sperando<br />
nella buona<br />
stella. Si riparte<br />
dopo le 11 e<br />
stavolta <strong>il</strong> treno<br />
va. Calcolo<br />
che raggiunge<br />
la velocità di<br />
48 Km/h. Le<br />
stazioni non<br />
sono molte,<br />
ma in tutte ci<br />
si ferma almeno mezz’ora, tanto<br />
per caricare e <strong>scarica</strong>re i materiali<br />
dai vagoni merce.<br />
A Magagade, ultima stazione<br />
prima di Sena, un giovane<br />
del mio scompartimento vede<br />
che c’è una macchina ferma in<br />
strada con i suoi amici, partiti da<br />
Beira al mattino. Combina con<br />
loro e mi propone se voglio fare<br />
gli ultimi ch<strong>il</strong>ometri in macchina<br />
per guadagnare una o due ore.<br />
15 al 29 luglio, si sono ritrovati<br />
37 saveriani, tre saveriane e un<br />
laico saveriano, tutti “invitati<br />
speciali” al convegno sulla missione,<br />
inclusi i 5 della direzione<br />
generale dell’istituto. Un mosaico<br />
di missionari e missionarie<br />
provenienti da paesi diversi,<br />
un segno chiaro del nuovo<br />
volto della congregazione, di<br />
come <strong>il</strong> carisma di san Guido<br />
ha trovato dimora nelle nazioni<br />
in cui i saveriani vivono per<br />
annunciare <strong>il</strong> vangelo.<br />
“L’iniziativa è in linea con<br />
la recente canonizzazione del<br />
fondatore san Guido Conforti,<br />
come risposta alla chiamata<br />
della chiesa alla nuova evangelizzazione<br />
e a celebrare l’anno<br />
della fede, nel 50° anniversario<br />
dal conc<strong>il</strong>io Vaticano II”,<br />
ha detto <strong>il</strong> superiore generale<br />
p. Rino Benzoni. L’obiettivo<br />
del convegno: “Dare nuova<br />
energia, nuove modalità, nuova<br />
creatività e carica spirituale<br />
all’audace progetto del nostro<br />
fondatore”. Così sia! ■<br />
LA SERENITà DI P. FAVARIN<br />
All’età di 66 anni, <strong>il</strong> mattino<br />
del 12 giugno 2012 è passato<br />
alla vita eterna p. Sergio Favarin,<br />
originario di S. Martino di<br />
Padre Sergio Favarin: S. Martino di<br />
Lupari (PD) - Parma (12 giugno 2012)<br />
Per p. Fabio D’Agostina <strong>il</strong> viaggio tra<br />
Dondo e Sena, in Mozambico, non è stato<br />
proprio di... “prima classe”<br />
Scendiamo insieme e mi accompagnano<br />
fino alla casa parrocchiale<br />
di Sena: sono le quattro<br />
del pomeriggio.<br />
Penso alla Tav e al nuovo treno<br />
Italo, di cui ho letto le prodezze<br />
su internet qualche giorno<br />
prima. Ma sarà vero?<br />
PS - Tranqu<strong>il</strong>li: nonostante i<br />
contrattempi, mi resta sempre<br />
tempo per fare <strong>il</strong> missionario! ■<br />
Lupari (diocesi di Treviso). Era<br />
a Parma da oltre un anno, nel<br />
ripetuto tentativo di curare un<br />
tumore progressivo. Nella sofferta<br />
malattia ha testimoniato<br />
una pazienza eroica, chiedendo<br />
ai confratelli di implorare<br />
per lui solo “<strong>il</strong> miracolo della<br />
serenità e della fiducia in Dio”.<br />
Entrato nella scuola apostolica<br />
di Vicenza a 12 anni, a<br />
18 anni è diventato saveriano<br />
e a 27 sacerdote. Andato in<br />
Burundi nel 1980, ed espulso<br />
con tutti i confratelli l’anno<br />
seguente, ha svolto la sua missione<br />
in Camerun e Ciad nella<br />
pastorale, nella formazione e<br />
come superiore dei saveriani<br />
nella regione.<br />
È sepolto a Rivalta (Torino),<br />
dove la famiglia era migrata<br />
per lavoro. Riposi nella pace. ■<br />
CHILETTI,<br />
ARDENTE MISSIONARIA<br />
Il 5 luglio,<br />
per leucemia,<br />
è improvvisamente<br />
venuta<br />
meno<br />
la sorella saveriana<br />
Anna<br />
Ch<strong>il</strong>etti,<br />
ardente ed<br />
entusiasta<br />
missionaria.<br />
Aveva fatto<br />
parte del<br />
primo gruppo<br />
di saveriane<br />
arrivate in Bras<strong>il</strong>e nel<br />
1957. Questa sua ultima foto<br />
è stata scattata durante la<br />
santa Messa vespertina di domenica<br />
1° luglio nella parrocchia<br />
“Nostra Signora Aus<strong>il</strong>iatrice”<br />
a Londrina. È stata sepolta<br />
a Jaguapità. ■<br />
3
4<br />
DUE PAESI ISLAMICI<br />
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
L’IMPATTO CON IL BANGLADESH<br />
La dignità umana degli intoccab<strong>il</strong>i<br />
S<br />
p. SERGIO TARGA, sx<br />
ono arrivato in Bangladesh all’inizio del 1992. L’impatto<br />
è stato tremendo; non mi aspettavo una realtà del<br />
genere: povertà, mendicanti, traffico, confusione, bambini da<br />
tutte le parti, case fatiscenti… Adesso <strong>il</strong> Bangladesh non è più<br />
quello di venti anni fa; è migliorato. Ma allora...<br />
Il mio cuore è sempre con i “rishi”<br />
Dal 2000 lavoro con la popolazione rishi, i cosiddetti fuoricasta,<br />
dediti alla lavorazione della pelle e marchiati con <strong>il</strong> segno<br />
dell’intoccab<strong>il</strong>ità. Una situazione che non dovrebbe più esistere<br />
per legge, ma che continua a perdurare nella tradizione e nella<br />
mentalità della gente, soprattutto in ambito rurale.<br />
Ho trascorso sei anni a Chuknagar: una presenza nuova per i<br />
saveriani, a stretto contatto con <strong>il</strong> mondo hindu, completamente<br />
non cristiano. Il campo di lavoro era la formazione: portavamo<br />
avanti una dozzina di piccole scuole nei v<strong>il</strong>laggi rishi, seguendo<br />
lo studio dei ragazzi e la formazione dei loro genitori.<br />
Da alcuni anni vivo e lavoro nella parrocchia di Borodol, la<br />
cui popolazione proviene dal gruppo dei fuoricasta, convertita<br />
al cristianesimo fin dal 1937 per opera dei gesuiti arrivati da<br />
Calcutta.<br />
La dignità umana da ricostruire<br />
Il fulcro del mio impegno è la dignità umana. Cerco di ricostruire<br />
una dignità umana che è stata rovinata in tanti secoli di<br />
discriminazione razziale di casta. I rishi e altri gruppi “intoccab<strong>il</strong>i”<br />
sono considerati una “sottoforma” di esseri umani. E<br />
ciò ha provocato in loro complessi d’inferiorità, ferite psicologiche<br />
che devono essere sanate. Proprio a motivo di questo<br />
complesso, generalmente questa gente tende a nascondersi,<br />
non rivela la propria provenienza sociale e culturale.<br />
La mia attività prevede di ridare dignità, partendo dall’affermazione<br />
positiva della propria identità, con orgoglio e senza<br />
paura. È <strong>il</strong> primo passo per superare la memoria storica<br />
che hanno alle spalle. Dignità e identità: sono i due elementi<br />
su cui batto e che inserisco in tutte le salse... E mi sembra sia<br />
un compito appropriato anche per un missionario, perché la<br />
stessa cosa ha fatto Gesù con noi.<br />
■<br />
Padre Sergio Targa in mezzo ad alcuni fuoricasta rishi, in Bangladesh<br />
MISSIONE SAVERIANA NELLE CULTURE DELL’ASIA<br />
INDONESIA, NAZIONE IN DIALOGO<br />
è stata la scelta più adatta anche per me<br />
ono in Indonesia dal 1999. Mai avrei pensato di vivere<br />
come missionario in una nazione musulmana. La mia<br />
preferenza era per la Cina o <strong>il</strong> Vietnam..., di ispirazione buddhista.<br />
Ma ho accettato volentieri e anche adesso non ho alcun<br />
rimpianto, perché ho scoperto la bellezza di questo mondo.<br />
Credo che sia stata una scelta a me adatta.<br />
La scoperta della religione islamica sta soprattutto nella conoscenza<br />
di persone musulmane. Ci sono tante persone con<br />
cui costruire un rapporto di amicizia e di fraternità, anche se<br />
di religione diversa. C’è una fetta di umanità positiva e buona<br />
con cui si può convivere e condividere anche partendo da<br />
religioni diverse.<br />
Formare gli indonesiani alla missione<br />
Dopo una bella<br />
esperienza missionaria<br />
vissuta nelle<br />
isole Mentawai,<br />
nel 2006 sono approdato<br />
a Jakarta,<br />
una città di oltre 15<br />
m<strong>il</strong>ioni di abitanti<br />
(diffic<strong>il</strong>e calcolarli!),<br />
trafficatissima,<br />
piena di inquinamento<br />
e rumore.<br />
CONOSCIAMOLI<br />
I DUE SAVERIANI LOMBARDI SI RACCONTANO...<br />
Padre Sergio Targa, bresciano<br />
Sono di Castrezzato, un paese della provincia di Brescia. Sono entrato dai saveriani a<br />
Brescia in prima media, nel 1975. Mio “reclutatore” è stato p. Gianni Abeni, anche lui<br />
bresciano. Era passato nella nostra scuola elementare e aveva fatto vedere un f<strong>il</strong>m sulle<br />
missioni e le foto delle tigri. Così anch’io avevo pensato di voler fare <strong>il</strong> missionario, senza<br />
sapere di cosa si trattasse.<br />
Anch’io ho frequentato le scuole superiori a Cremona, <strong>il</strong> noviziato ad Ancona, gli studi<br />
di f<strong>il</strong>osofia e di teologia a Parma. Sono diventato sacerdote nel 1989. Il primo anno<br />
da sacerdote l’ho trascorso a Parma: la domenica andavo a celebrare Messa in tre piccoli<br />
paesi sugli Appennini Parmensi. Poi la partenza per <strong>il</strong> Bangladesh...<br />
Padre Matteo Rebecchi, cremonese<br />
Sono cremonese di Pizzighettone. Ho conosciuto i saveriani verso la fine del liceo in un<br />
campo di lavoro per raccogliere stracci, ferro e carta per costruire pozzi in Africa. È stato <strong>il</strong><br />
primo contatto con <strong>il</strong> mondo della missione ed è nato in me <strong>il</strong> desiderio di fare qualcosa per<br />
i poveri. Poi, pian piano, si è chiarito <strong>il</strong> desiderio che avevo: dare tutto per la missione.<br />
Ho anche capito che <strong>il</strong> vangelo va vissuto nel quotidiano; che amare i fratelli non significa<br />
soltanto occuparsi dei poveri lontani, ma anche amare concretamente le persone di<br />
casa, aiutando nei lavori domestici o stando a chiacchierare con i genitori. Sono entrato<br />
dai saveriani a 26 anni e dopo l’ordinazione sacerdotale nel 1998, sono stato mandato<br />
in Indonesia. E da allora...<br />
S<br />
p. MATTEO REBECCHI, sx<br />
Padre Matteo Rebecchi, a<br />
destra, con p. Francesco<br />
Marini, partecipano a un<br />
incontro interreligioso<br />
Vivo in una comunità<br />
di formazione<br />
con trenta giovani<br />
saveriani indonesiani<br />
che si stanno<br />
preparando a diventare<br />
missionari. In questo ruolo sono chiamato ad aiutare<br />
dei fratelli indonesiani a scoprire l’ideale della missione e a<br />
prepararsi per portare Cristo a chi non lo conosce, fuori dai<br />
confini dell’Indonesia.<br />
È una responsab<strong>il</strong>ità molto forte, a cui mi sento inadeguato,<br />
ma è anche affascinante perché condivido la passione per la<br />
missione con persone che iniziano a sognarla e che la vivranno<br />
nel concreto in tante parti del mondo. È come accompagnare<br />
questi amici facendoli diventare sempre più partecipi di<br />
quell’ideale che ha appassionato me e tanti altri.<br />
La bellezza del carisma saveriano<br />
E c’è anche una novità che non mi aspettavo: la possib<strong>il</strong>ità<br />
di incontrare a Jakarta gruppi di dialogo interreligioso. Ci sono<br />
tanti gruppi aperti al dialogo, anche musulmani. È fac<strong>il</strong>e<br />
e bello vedersi per incontri più o meno formali che portano a<br />
instaurare amicizie profonde.<br />
In questo si percepisce la bellezza del carisma saveriano,<br />
cioè annunciare <strong>il</strong> vangelo ai non cristiani. Il nostro carisma<br />
ci spinge ad avvicinare queste persone per far loro percepire<br />
che anch’esse sono amate da Dio, salvate da Cristo, pur non<br />
essendone consapevoli. È un’esperienza nuova, della quale<br />
ringrazio chi mi ha dato la possib<strong>il</strong>ità di viverla. Sono sempre<br />
più convinto che in Indonesia la presenza saveriana è necessaria<br />
e ci arricchisce.<br />
Un’esperienza d’incontro<br />
Desidero raccontare un’esperienza<br />
avvenuta a Jakarta. È la dimostrazione<br />
di ciò che <strong>il</strong> vangelo opera quando<br />
viene messo in pratica.<br />
Con gli studenti saveriani avevamo<br />
programmato un incontro a cadenza<br />
mens<strong>il</strong>e con i musulmani. Un giorno<br />
abbiamo incontrato un predicatore islamico,<br />
insieme alla sua famiglia, che erano<br />
venuti a condividere con noi <strong>il</strong> digiuno<br />
islamico nel nostro tempo di quaresima.<br />
Li abbiamo ascoltati e prima di andare<br />
via la signora ci ha detto: “Stasera<br />
non abbiamo solo dialogato, non ci siamo<br />
scambiati solo idee e opinioni sulle<br />
rispettive fedi religiose. Stasera ci siamo<br />
trovati come un’unica famiglia…”.<br />
Sono rimasto colpito e mi è sembrato<br />
che quella sera si fosse realizzato<br />
ciò che san Guido Conforti sempre<br />
diceva: “Fare del mondo un’unica famiglia<br />
umana nuova”. Questi incontri<br />
ci aiutano a farci sentire fratelli gli uni<br />
con gli altri.<br />
■<br />
IL PAESE CATTOLICO<br />
FILIPPINE, NAZIONE CRISTIANA<br />
Un altro modo di vivere fede e vangelo<br />
D<br />
I<br />
opo dieci anni intensi in Messico, avrei dovuto andare in<br />
Sierra Leone. Invece i superiori, all’inizio del 2000, mi<br />
hanno destinato alle F<strong>il</strong>ippine, in Asia: tutto un altro mondo!<br />
Non è stato fac<strong>il</strong>e iniziare, studiare un’altra lingua, adattarsi<br />
a una cultura così diversa. Ma ringrazio <strong>il</strong> Signore, perché<br />
qualsiasi situazione e luogo possono essere <strong>il</strong> posto giusto per<br />
essere fedeli al vangelo e dire una parola di Gesù.<br />
Siamo nell’unico Paese cattolico dell’Asia e si respira la<br />
sfida dell’evangelizzazione asiatica. Riceviamo questa sfida<br />
con una certa apertura di mente. Vediamo la bellezza di questo<br />
incontro e crediamo che <strong>il</strong> vangelo possa dire qualcosa anche<br />
alle nazioni e alle religioni dell’Asia, cercando di essere sempre<br />
meno “straniero” e più asiatico.<br />
Una devozione quasi... fisica<br />
Le persone cercano e accolgono Dio in tanti modi diversi, per<br />
non parlare delle lingue che sono tante e aiutano a capire alcune<br />
caratteristiche della natura umana: è un arricchimento che non<br />
finisce mai. Ho notato<br />
che c’è un modo<br />
di vivere la fede<br />
molto originale (ad<br />
esempio, mettere un<br />
fazzoletto, toccare<br />
le statue dei santi...).<br />
C’è una relazione<br />
molto concreta ed<br />
esperienziale con <strong>il</strong><br />
sacro, una relazione<br />
molto affettiva,<br />
quasi fanatica.<br />
C’è un episodio<br />
concreto che mi<br />
ha fatto aprire gli<br />
occhi e mi ha portato<br />
a non giudicare,<br />
ma a lasciare<br />
che ciascun popolo<br />
faccia <strong>il</strong> suo<br />
cammino verso <strong>il</strong><br />
I CINQUE SAVERIANI DEL “CENTRO STUDI ASIATICO”<br />
l Centro Studi Asiatico (CSA) è nato in Giappone in<br />
seguito all’Esortazione post-sinodale “Ecclesia in<br />
Asia” (1999), in cui si afferma che “<strong>il</strong> dialogo è una parte<br />
essenziale della missione evangelizzatrice della chiesa; è<br />
perciò importante per la chiesa in Asia fornire modelli appropriati<br />
di dialogo”. Anche noi saveriani abbiamo iniziato<br />
a riflettere. Avevamo già <strong>il</strong> centro di Shinmeizan, però<br />
volevamo fare qualcosa di più…<br />
Nel frattempo era arrivato in Giappone p. Tiziano Tosolini,<br />
<strong>il</strong> tipo giusto al momento giusto. Dopo aver appreso<br />
<strong>il</strong> mestiere all’università dei Verbiti a Nagoia, egli ha avviato<br />
questo centro saveriano di studi, di cui è <strong>il</strong> coordinatore<br />
e l’anima. Ha lo scopo di studiare i fenomeni religiosi<br />
e sociologici, con un rappresentante per ogni nazione<br />
dell’Asia dove sono i saveriani: Bangladesh, F<strong>il</strong>ippine,<br />
Giappone, Indonesia, Taiwan-Cina; presto si unirà anche<br />
un rappresentante dalla Tha<strong>il</strong>andia, l’ultima missione<br />
aperta dai saveriani in Asia.<br />
Una volta l’anno si ritrovano, scelgono un tema, lo studiano,<br />
comunicano attraverso internet e producono una<br />
pubblicazione in inglese. Quest’anno hanno avuto <strong>il</strong> loro<br />
10° incontro e uscirà <strong>il</strong> 10° volume. L’incontro si è tenuto<br />
a Brescia perché qui c’è <strong>il</strong> Centro Saveriano d’Animazione<br />
<strong>Missionari</strong>a (CSAM), che è un centro culturale ed editoriale<br />
storico della congregazione saveriana.<br />
Inoltre, c’è la pubblicazione trimestrale dei “Quaderni<br />
del CSA”, che raccoglie articoli su tematiche importanti<br />
della missione in Asia. Le pubblicazioni sono apprezzate<br />
anche nel mondo accademico in Asia, Europa e America.<br />
Qualcosa di sim<strong>il</strong>e sta per nascere anche tra i saveriani che<br />
lavorano nelle nazioni dell’Africa.<br />
■<br />
Siamo felici di far conoscere a tutti i nostri lettori un’importante<br />
iniziativa dei saveriani nel contesto Asiatico, attraverso<br />
i volti e le voci di coloro che la portano avanti con<br />
dedizione ed entusiasmo missionario (ndr).<br />
p. EUGENIO PULCINI, sx<br />
Padre Eugenio Pulcini,<br />
con una famiglia<br />
f<strong>il</strong>ippina in<br />
vesti... natalizie<br />
p. LUIGI MENEGAZZO, sx<br />
Incontro CSA, Brescia, luglio 2012 (foto F. Raffaini)<br />
Signore con le caratteristiche e la cultura che possiede. Partecipavo<br />
agli esercizi spirituali con alcuni sacerdoti f<strong>il</strong>ippini;<br />
io ero l’unico straniero. Dopo cena, nel s<strong>il</strong>enzio della chiesa,<br />
più volte ho visto <strong>il</strong> vescovo f<strong>il</strong>ippino che pregava, seduto<br />
vicino alle statue di san Giuseppe e della Madonna: c’era una<br />
dimensione fisica nella preghiera, un qualcosa che si può notare<br />
in tante persone e manifestazioni. È un modo diverso di<br />
vivere <strong>il</strong> rapporto con <strong>il</strong> sacro, forse meno intellettuale, forse<br />
più esperienziale e più vivo.<br />
Formazione missionaria e impegno sociale<br />
In questi anni sono impegnato qui a Man<strong>il</strong>a nella formazione<br />
degli studenti saveriani di teologia, giovani di varie nazionalità.<br />
È una bella avventura perché <strong>il</strong> futuro della congregazione<br />
passa proprio da loro. Ho incontrato tanti confratelli che<br />
vogliono bene alla nostra famiglia, al nostro fondatore, alla<br />
loro vocazione. Insieme cerchiamo di crescere nell’impegno<br />
e nella convinzione che quello che abbiamo e che siamo, l’abbiamo<br />
ricevuto da Dio e da san Guido Conforti.<br />
Oltre alla formazione, mi dedico anche alla pastorale missionaria.<br />
Ho avuto la possib<strong>il</strong>ità di lavorare in uno degli slum<br />
più poveri e problematici di Quezon City. Un’esperienza<br />
molto intensa sotto tanti aspetti. Direi che mi sono un po’ divertito,<br />
dal punto di vista missionario, con attività interessanti<br />
e impegnative. Non è che sia andato tutto bene; non è stato<br />
un trionfo; ma ho dei bei ricordi con i giovani e gli adulti,<br />
con i gruppi biblici e con le cooperative di microcredito che<br />
funzionano ancora. Cercando di avere una visione non legata<br />
al business, ma alla logica evangelica, con impegno e onestà,<br />
ma anche con carità e solidarietà, è possib<strong>il</strong>e costruire insieme<br />
qualcosa di ut<strong>il</strong>e, con un senso di nuova speranza per <strong>il</strong><br />
futuro.<br />
■<br />
CONOSCIAMOLI<br />
Padre Eugenio Pulcini si racconta...<br />
Sono bergamasco e sono entrato nel seminario saveriano<br />
di Alzano Lombardo nel 1971 per frequentare le<br />
medie. Di quegli anni ho tanti bei ricordi. Poi a Cremona<br />
per le magistrali; <strong>il</strong> noviziato ad Ancona; la f<strong>il</strong>osofia e i<br />
due anni di teologia a Parma; gli ultimi anni di teologia<br />
in Messico nel 1984.<br />
Ordinato sacerdote nel 1986 a Parma, sono tornato in<br />
Messico per altri dieci anni. Sono stati anni indimenticab<strong>il</strong>i.<br />
Ho lavorato nella formazione degli aspiranti alla<br />
missione e dei giovani saveriani messicani, ma sono stati<br />
anni intensi anche dal punto di vista pastorale, con belle<br />
esperienze con le comunità di base. Ho vivo <strong>il</strong> ricordo<br />
del popolo messicano, della capacità di accoglienza e<br />
della loro fede incoraggiante.<br />
DUE PAESI “ESTREMI”<br />
INCULTURAZIONE IN GIAPPONE<br />
Sofferenza e domande sulla felicità<br />
S<br />
p. TIZIANO TOSOLINI, sx<br />
ono stato inviato in Giappone nel 1999. Ho studiato<br />
per due anni la lingua ed è sorta l’idea di inserirmi come<br />
missionario nel campo culturale, che è attività abbastanza<br />
nuova per i saveriani in missione.<br />
Ho iniziato dall’aspetto f<strong>il</strong>osofico, studiando gli scritti dei<br />
f<strong>il</strong>osofi della scuola di Kyoto che avevano una formazione<br />
buddhista, totalmente nuova per me. Perciò ho studiato a fondo<br />
<strong>il</strong> buddhismo per capire su quali radici basavano <strong>il</strong> loro ragionamento.<br />
Sembra una fatica astratta, invece poi mi è risultata<br />
molto ut<strong>il</strong>e, perché grazie a questi f<strong>il</strong>osofi sono riuscito a<br />
capire qualcosa dell’ambiente giapponese.<br />
La sofferenza è parte della vita<br />
L’ambiente giapponese è fatto di sopportazione… Soprattutto<br />
quest’anno, molti in Occidente sono rimasti colpiti dalla<br />
doc<strong>il</strong>ità con cui i giapponesi hanno vissuto la triplice tragedia<br />
del terremoto - tsunami - nucleare. Ciò ha radici nel buddhismo,<br />
per <strong>il</strong> quale la vita non è stab<strong>il</strong>e, non ricerca la felicità,<br />
ma accetta <strong>il</strong> cambiamento. È una visione di mondo che a noi<br />
dovrebbe far riflettere. L’Occidente cerca a tutti i costi la felicità<br />
come ideale primario: l’Oriente non la cerca, ma accetta<br />
la sofferenza come una condizione normale della propria vita,<br />
pur rifuggendola. Ma quando questa arriva non impreca contro<br />
alcun Dio, perché sa che la vita è così.<br />
Nella cultura giapponese c’è l’assenza di alcuni concetti che<br />
noi diamo per scontati, e questo ostacola un po’ la nostra missione:<br />
ad esempio, mancano i concetti di trascendenza, di Dio unico,<br />
di perdono, di tempo… Un Dio al di là della vita umana ai<br />
giapponesi non serve; non interessa un Dio che non è tra loro.<br />
La via asiatica del discepolo e maestro<br />
Anche quando noi cristiani diciamo che “Dio è amore”, in<br />
Giappone è<br />
un’espressione<br />
che<br />
dice poco,<br />
perché esiste<br />
sì la parola,<br />
ma<br />
non <strong>il</strong> concetto<br />
(così<br />
è anche<br />
per “libertà”).<br />
Sono<br />
scontri concettuali<br />
ed<br />
Padre Tiziano Tosolini al Centro studi<br />
asiatico di Osaka, in Giappone<br />
esistenziali.<br />
Noi missionari<br />
tentiamo<br />
di dare un annuncio che poi viene f<strong>il</strong>trato attraverso queste<br />
“mancanze culturali”.<br />
La difficoltà quindi di spiegare che “Dio ci vuole bene, che<br />
cammina accanto a noi, che ci perdona e sostiene...”, non riusciamo<br />
a superarla con le parole, ma attraverso la via asiatica<br />
del rapporto tra discepolo - maestro. Loro si fidano delle tue<br />
parole, ma vogliono vedere quanto queste parole hanno coinvolto<br />
anche la tua vita, non solo la tua intelligenza. È un annuncio<br />
vitale, a cui loro tengono molto di più.<br />
Da dove viene questa felicità?<br />
I saveriani in Giappone svolgono diverse attività. Oltre al<br />
dialogo interculturale, c’è <strong>il</strong> dialogo interreligioso conosciuto<br />
grazie al lavoro di p. Franco Sottocornola e della saveriana<br />
sr. Maria De Giorgi. Siamo impegnati nella vita pastorale delle<br />
parrocchie, ma anche nell’insegnamento (dalle scuole materne<br />
all’università).<br />
Gli as<strong>il</strong>i sono importanti perché i bambini che frequentano<br />
per la maggior parte non sono cristiani. Avere un bambino<br />
significa avere dei genitori che per la prima volta entrano<br />
in contatto con un missionario, con una chiesa, con una statua<br />
della Madonna, con una preghiera…<br />
È la sfida del futuro, perché cosa rimarrà a questi bambini<br />
dopo la scuola materna, nessuno lo sa. Ma credo rimarrà in<br />
loro <strong>il</strong> sentimento di un’atmosfera, in cui si sono trovati bene,<br />
tranqu<strong>il</strong>li e gioiosi insieme ad altri bambini. E chissà che<br />
da questa gioia non nasca la curiosità di sapere da dove viene<br />
questa felicità, e magari interrogarsi in futuro… Una felicità<br />
che noi diciamo “arriva da Dio”.<br />
Sicuramente, <strong>il</strong> Giappone è una sfida per tutti noi missionari.<br />
Noi l’abbiamo accolta e speriamo che anche altri l’accolgano<br />
dopo di noi.<br />
■<br />
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
LA MISSIONE CINESE DI TAIWAN<br />
Una proposta promessa e realizzata<br />
S<br />
ono approdato a Taiwan nel 1997 e vivo nella comunità<br />
saveriana di Taipei. Il nostro servizio missionario è articolato<br />
un po’ in base alle capacità e agli interessi dei confratelli.<br />
Avviene molto attraverso la presenza personale, non avendo noi<br />
saveriani opere sociali come ospedali o scuole. L’opera con cui<br />
ci presentiamo è la parrocchia e cerchiamo di rendere questo<br />
ambiente sereno e fraterno. Mi dedico anche all’insegnamento<br />
teologico e biblico.<br />
La continua sorpresa dei missionari<br />
La vita in una città<br />
cinese è più frenetica<br />
di quanto lo sia in<br />
una città italiana. Ci<br />
sono sempre incontri,<br />
più o meno previsti,<br />
con persone di tutti i<br />
tipi, interessate ad apprendere<br />
e a conoscere<br />
meglio la fede che<br />
hanno abbracciato. In<br />
questo senso ci sono<br />
continue richieste di<br />
informazioni.<br />
p. FABRIZIO TOSOLINI, sx<br />
Padre Fabrizio Tosolini,<br />
con la mamma S<strong>il</strong>vana, a Taipei<br />
Anche nell’insegnare<br />
mi rendo conto<br />
quali sono le cose che<br />
agli studenti interessano<br />
di più. Hanno un approccio alla bibbia molto spirituale:<br />
non riescono a distinguere l’ora di scuola dall’ora di ritiro<br />
spirituale. Per loro leggere / studiare la bibbia e pregare sono<br />
realtà molto vicine. Noi che distinguiamo l’approccio scolastico<br />
dalla lectio divina, rimaniamo sorpresi da questo loro<br />
atteggiamento.<br />
Ci sono storie interessanti. Un giovane universitario entra in<br />
chiesa e si mette seduto a leggere i suoi libri e anche la bibbia,<br />
a metà strada tra meditazione e preghiera. Un altro signore<br />
ha bussato alle porte della chiesa mentre celebravo la Messa<br />
chiedendo: “Posso diventare cattolico?”. È un operatore ecologico<br />
del comune, una persona semplice che non suona mai <strong>il</strong><br />
campanello; lui grida dal cort<strong>il</strong>e... e bisogna rispondergli così.<br />
Ma si vede che è felice!<br />
Parlare di speranza fa bene<br />
A Taiwan c’è vera libertà religiosa: s’incontrano tutte le<br />
esperienze possib<strong>il</strong>i, c’è rispetto reciproco e nessuno critica<br />
la religione altrui. A volte sugli autobus si trova scritto a caratteri<br />
pubblicitari, “Gesù ti ama”. E non desta meraviglia. Non<br />
di rado anche i funerali avvicinano alla fede, perché sentono i<br />
cristiani parlare di speranza e questo fa bene, in un ambiente<br />
in cui la paura degli spiriti antenati rende la vita non serena...<br />
Insomma, noi missionari abbiamo la percezione di avere<br />
una proposta da fare, con al centro valori come la speranza<br />
e la libertà interiore, la fraternità e la comunione... Nel grande<br />
supermarket di offerte religiose, noi ci qualifichiamo con<br />
un’offerta precisa, capaci non solo di prometterla, ma di realizzarla.<br />
■<br />
CONOSCIAMOLI<br />
I DUE TOSOLINI SI RACCONTANO...<br />
Padre Fabrizio Tosolini, <strong>il</strong> maggiore<br />
Sono nato a Tricesimo, in Friuli, nel 1956. Conoscendo<br />
<strong>il</strong> saveriano p. Sisto Da Rold, ho pensato che forse potevo<br />
diventare missionario! Nel 1967 sono entrato nella<br />
scuola saveriana di Udine e ho seguito tutto <strong>il</strong> curriculum<br />
fino al 1981, quando sono stato ordinato sacerdote,<br />
nel 50° della morte del nostro santo fondatore.<br />
Nel 1982 sono andato a Roma per frequentare <strong>il</strong> Biblico<br />
e poi insegnare Sacra Scrittura ai teologi saveriani<br />
di Parma. Dal 1993 al ‘96 sono stato rettore dello Csam,<br />
nella nuova sede di Brescia: ambiente culturalmente<br />
ricco e stimolante anche per le nostre attività saveriane.<br />
Poi, dal 1997, a Taipei...<br />
Padre Tiziano Tosolini, <strong>il</strong> minore<br />
Sono <strong>il</strong> fratello minore di p. Fabrizio. Sono entrato<br />
dai saveriani nel 1976, anno del terremoto in Friuli: è<br />
stato un anno... movimentato, con tanti compagni che<br />
sono tornati a casa. Anch’io ho seguito tutto l’iter formativo<br />
dei saveriani, diventando sacerdote nel 1989.<br />
Poi ho insegnato f<strong>il</strong>osofia in Scozia e a Londra, dove<br />
ho anche terminato <strong>il</strong> dottorato in f<strong>il</strong>osofia. Nel 1996,<br />
per sei mesi, ho insegnato anche in Sierra Leone: c’era<br />
la guerra e gli insegnanti se n’erano andati. Con gli<br />
studenti abbiamo cercato di capire che senso avesse<br />
studiare f<strong>il</strong>osofia in tempo di guerra. È stato un tentativo<br />
di f<strong>il</strong>osofia applicata alla missione. Nel 1999 mi<br />
hanno inviato in Giappone...<br />
5
6<br />
SUD/NORD NOTIZIE<br />
Un po’ di giustizia<br />
● Argentina: condannati ex<br />
dittatori. Gli ex dittatori argentini<br />
Jorge Videla e Reynaldo Bignone<br />
sono stati condannati a 50<br />
e 15 anni di carcere con l’accusa<br />
di aver autorizzato la sistematica<br />
sottrazione di neonati, figli<br />
di desaparecidos tra <strong>il</strong> 1976<br />
e <strong>il</strong> 1983. Vittime erano le donne<br />
detenute in stato di gravidanza.<br />
Furono un migliaio i neonati<br />
sottratti ai legittimi genitori; di<br />
questi solo un centinaio hanno<br />
scoperto la verità sul loro passato.<br />
Sono stati condannati anche<br />
altri sette esponenti della giunta<br />
m<strong>il</strong>itare.<br />
● Congo RD: condannato Lubanga!<br />
“La condanna a 14 anni<br />
di carcere per Thomas Lubanga<br />
è un buon segnale della volontà<br />
di lottare contro l’impunità, ma<br />
anche una consolazione per tutte<br />
le famiglie che piangono i figli<br />
morti”. Lo ha detto <strong>il</strong> direttore<br />
dell’organizzazione congolese<br />
dei diritti umani “Voci dei senza<br />
voce”, dopo la sentenza della<br />
Corte penale internazionale.<br />
Il tribunale con sede all’Aja<br />
aveva riconosciuto <strong>il</strong> fondatore<br />
e dirigente dell’Unione dei patrioti<br />
congolesi (Upc) “colpevole<br />
di crimini di guerra”, tra cui <strong>il</strong><br />
reclutamento di bambini solda-<br />
MISSIONI NOTIZIE<br />
A voce alta!<br />
● Congo RD: un Paese in guerra.<br />
La popolazione del Nord Kivu<br />
continua a vivere al ritmo degli<br />
spari dei kalashnikov. Da alcuni<br />
mesi, si verificano violenti<br />
scontri tra l’esercito e un nuovo<br />
gruppo armato, <strong>il</strong> Movimento<br />
del 23 marzo (M23), che ha l’appoggio<br />
del regime ruandese. I<br />
vescovi congolesi più volte hanno<br />
annunciato l’avvio di una vasta<br />
campagna di sensib<strong>il</strong>izzazione<br />
in tutte le parrocchie. “Le popolazioni<br />
devono rendersi conto<br />
che <strong>il</strong> nostro paese è in guerra e<br />
la comunità internazionale deve<br />
sapere che <strong>il</strong> popolo congolese<br />
non vuole lo sgretolamento.<br />
L’integrità del territorio nazionale<br />
non è negoziab<strong>il</strong>e!”.<br />
● Burundi: tesoro da far fruttare.<br />
“L’indipendenza nazionale<br />
è un dono di Dio che sta a<br />
noi far fruttificare”. Il messaggio<br />
dei vescovi burundesi è stato<br />
letto in tutte le chiese domenica<br />
1° luglio, nel 50° anniversario<br />
dall’indipendenza del Paese.<br />
“Grazie all’indipendenza, i<br />
burundesi hanno ricevuto diversi<br />
doni: <strong>il</strong> diritto di cittadinanza<br />
e di parola, l’autonomia politica<br />
e amministrativa, la libertà organizzativa.<br />
Spesso, invece di far<br />
progredire democrazia ed economia,<br />
abbiamo messo al primo<br />
posto le etnie, la provenienza sociale<br />
e le appartenenze. Possiamo<br />
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
Educare per guarire<br />
ti. La condanna rappresenta solo<br />
la prima tappa sul lungo percorso<br />
di giustizia per le vittime<br />
dell’Ituri.<br />
■<br />
Thomas Lubanga è stato condannato a<br />
14 anni di carcere per crimini di guerra<br />
In chiaroscuro...<br />
● Libia: un Paese unito. Il giornalista<br />
di Bengasi Farid Adly ha<br />
commentato gli sv<strong>il</strong>uppi politici<br />
in Libia. “La vittoria di Mahmoud<br />
Jibr<strong>il</strong> era prevedib<strong>il</strong>e ed è<br />
arrivata anche per motivi economici<br />
e sociali. Ora bisogna consentire<br />
al paese di entrare in una<br />
solida fase di transizione e inter-<br />
far fruttare i tesori che <strong>il</strong> Signore<br />
ci ha affidato, impegnandoci con<br />
determinazione a servire <strong>il</strong> nostro<br />
Paese”.<br />
■<br />
Novità<br />
e appuntamenti<br />
● Nuovo Segretario e Presidente.<br />
Benedetto XVI ha accolto la<br />
rinuncia presentata, per raggiunti<br />
limiti di età, da mons. Piergiuseppe<br />
Vacchelli come Segretario<br />
aggiunto della Congregazione<br />
per l’evangelizzazione dei popoli<br />
e Presidente delle Pontificie<br />
opere missionarie. Al suo posto,<br />
ha chiamato mons. Protase Rugambwa,<br />
vescovo di Kigoma, in<br />
Tanzania. A mons. Protase, 52<br />
anni, auguriamo “buon lavoro”<br />
per la missione.<br />
● Bangladesh: nuovo vescovo<br />
di Khulna. Su “L’Osservatore<br />
Romano” del 4 maggio 2012 è<br />
apparso <strong>il</strong> comunicato sulla nomina<br />
del vescovo di Khulna, in<br />
Bangladesh. Il nuovo vescovo è<br />
mons. Romen Boiragi, del clero<br />
locale, originario di Shelabunia,<br />
la missione fondata e guidata dai<br />
Invitiamo i lettori, dotati di computer e internet,<br />
a consultare la MISNA (Agenzia missionaria<br />
di informazione) per allargare la mente al mondo intero: www.misna.org<br />
Visitate anche <strong>il</strong> nostro sito www.saverianibrescia.com per leggere tutte<br />
le notizie, le testimonianze e le proposte del nostro mens<strong>il</strong>e, comprese le<br />
edizioni locali e la versione in <strong>formato</strong> pdf.<br />
Infine, segnaliamo <strong>il</strong> rinnovato sito della Direzione<br />
generale dei saveriani: www.saveriani.com<br />
pagina a cura di DIEGO PIOVANI<br />
venire su alcune questioni decisive:<br />
un’economia non più dipendente<br />
solo dal petrolio e fondata<br />
sullo sv<strong>il</strong>uppo dell’agricoltura<br />
e la realizzazione di infrastrutture”.<br />
Per Adly la vittoria di Jibr<strong>il</strong> è<br />
stata anche la vittoria delle donne.<br />
“Contro chi vent<strong>il</strong>ava l’ipotesi<br />
di introdurre la sharia, le donne<br />
hanno dato <strong>il</strong> loro contributo<br />
a mantenere la Libia lungo un<br />
solco diverso”.<br />
● Rio+20: molte parole, pochi<br />
fatti. La Conferenza sullo sv<strong>il</strong>uppo<br />
sostenib<strong>il</strong>e, denominata<br />
Rio+20 in quanto svoltasi a 20<br />
anni di distanza dal vertice della<br />
terra di Rio de Janeiro 1992,<br />
per i rappresentanti dei popoli<br />
è stato un buco nell’acqua. Il<br />
documento finale è considerato<br />
privo di doveri e senza visione<br />
del futuro, vago per non impegnare<br />
i governi sui temi sostanziali.<br />
“Nella misura in cui la crisi<br />
si aggrava, le multinazionali<br />
procedono contro i diritti dei<br />
popoli, la democrazia e la natura,<br />
sequestrando i beni comuni<br />
dell’umanità”.<br />
● Investimenti... emergenti. In<br />
Africa, gli investimenti stranieri<br />
provenienti dai paesi emergenti<br />
saveriani p. Francesco Tomaselli<br />
e p. Marino Rigon, ai margini<br />
della foresta vergine sul Golfo<br />
del Bengala. Mons. Romen,<br />
57 anni e sacerdote dal 1985, è<br />
stato consacrato vescovo nella<br />
cattedrale di Khulna <strong>il</strong> 15 giugno<br />
scorso, come terzo successore<br />
di mons. Dante Battaglierin,<br />
pioniere saveriano in Bangladesh.<br />
Nella foto mons. Romen<br />
tra p. Marino Rigon (sinistra)<br />
e p. Mimmo Pietanza.<br />
● L’Instrumentum del Sinodo.<br />
“Bisogna cercare nuovi metodi<br />
per trasmettere all’uomo contemporaneo<br />
la perenne verità di<br />
Gesù... Il rinnovato dinamismo<br />
delle comunità cristiane darà un<br />
nuovo impulso anche all’attività<br />
missionaria, urgente oggi più<br />
che mai, considerato l’alto numero<br />
di persone che non conoscono<br />
Gesù non solamente in<br />
terre lontane, ma anche nei Paesi<br />
di antica evangelizzazione”.<br />
È quanto scrive mons. Eterovic,<br />
nella prefazione allo strumento<br />
di lavoro del Sinodo dei vescovi<br />
sul tema “La nuova evangelizzazione<br />
per la trasmissione della<br />
fede cristiana”, in programma<br />
dal 7 al 28 ottobre 2012.<br />
● Per la salvaguardia del creato.<br />
Si celebra <strong>il</strong> 1° settembre 2012<br />
la settima Giornata per la salva-<br />
<strong>il</strong> mondo in casa<br />
Alcuni ragazzi che vivono negli slum vicino alla ferrovia a Dhaka, in Bangladesh;<br />
sono 250 m<strong>il</strong>ioni i “bambini di strada” in tutto <strong>il</strong> mondo (foto di A. Suhud)<br />
● Cina: catechisti a 80 anni!<br />
Grazie all’impegno missionario<br />
del parroco don Zhang Tian<br />
Lu e dei fedeli della parrocchia<br />
di Yong Ning, dedicata al Sacro<br />
Cuore, che si trova alla perifehanno<br />
superato quelli delle potenze<br />
tradizionali dell’Europa e<br />
del Nord America. Se si considerano<br />
i “nuovi progetti” a guidare<br />
la classifica sono Cina, India,<br />
Sudafrica, Corea del Sud e Isole<br />
Mauritius. Una crescita economica<br />
più forte, l’attuazione di<br />
riforme e un aumento dei prezzi<br />
delle materie prime esportate<br />
potrebbero spingere gli investimenti<br />
stranieri fino a 100 m<strong>il</strong>iardi<br />
di dollari entro <strong>il</strong> 2014.<br />
Ne hanno beneficiato anche<br />
Ghana e Mozambico, dove è cominciata<br />
l’estrazione di greggio<br />
e sono stati scoperti importanti<br />
giacimenti di idrocarburi.<br />
MESSAGGIO DALLE CHIESE<br />
“DIALOGO E RICONCILIAZIONE<br />
Sono UN’URGENZA”<br />
GREGORIO III LAHAM<br />
Gregorio III Laham, Patriarca dei greco-melkiti di Damasco, ha lanciato<br />
un appello nel mezzo di una crisi infinita.<br />
I siriani, grazie alla loro lunga storia, possono risolvere questa crisi pericolosa<br />
aiutandosi a vicenda, attraverso l’amore e <strong>il</strong> perdono. Lanciamo un<br />
appello urgente per <strong>il</strong> dialogo, la riconc<strong>il</strong>iazione, la pace: questa è una delle<br />
lingue più rare, che molti non vogliono ascoltare. Noi cristiani, ai quali è<br />
stato affidato <strong>il</strong> vangelo della pace, ci sentiamo chiamati a promuoverla. <br />
I pericoli maggiori in Siria oggi sono l’anarchia, la mancanza di sicurezza<br />
e l’afflusso massiccio di armi e denaro da molte parti che indebolisce<br />
anche la voce della moderazione. La violenza genera violenza e<br />
raggiunge tutti i cittadini, senza distinzione di razza, religione o colore<br />
politico. In tale contesto, i cristiani vivono gli stessi pericoli, ma sono<br />
l’anello più debole. Indifesi, sono i più vulnerab<strong>il</strong>i allo sfruttamento,<br />
all’estorsione, al sequestro di persona, agli abusi. Pur non essendoci<br />
alcun conflitto tra cristiani e musulmani, i cristiani sono tra le vittime<br />
del caos e della mancanza di sicurezza. <br />
La chiesa chiede riforme, libertà, democrazia, lotta contro la corruzione,<br />
sostegno allo sv<strong>il</strong>uppo, libertà di parola. La chiesa, ha sempre rifuggito<br />
<strong>il</strong> settarismo, evitando di schierarsi e puntando ai valori etici ed<br />
evangelici, ma abbiamo bisogno del sostegno del Papa e ci auguriamo<br />
che la sua visita in Libano sia d’aiuto alla Siria, perché <strong>il</strong> conflitto possa<br />
cessare e <strong>il</strong> paese rifiorire.<br />
guardia del creato che quest’anno<br />
ha come titolo: “Educare alla<br />
custodia del creato per sanare le<br />
ferite della terra”. All’inizio del<br />
messaggio, si legge: “Celebrare<br />
questa Giornata significa rendere<br />
grazie al Creatore di vivere su<br />
una terra feconda e meravigliosa,<br />
senza dimenticare le ferite<br />
che possono essere guarite solo<br />
da coscienze animate dalla giustizia<br />
e da mani solidali. L’amore<br />
che sgorga dal cuore di Dio si<br />
manifesta nella bellezza del creato,<br />
a noi affidato come dono e responsab<strong>il</strong>ità”.<br />
■<br />
Una storia speciale<br />
● Bangladesh: bambini in strada.<br />
In tutto <strong>il</strong> mondo sono 250<br />
m<strong>il</strong>ioni i “bambini di strada”: totalmente<br />
emarginati vivono, lavorano<br />
e dormono in strada. Secondo<br />
l’organizzazione spagnola<br />
Plan, in Bangladesh sono circa<br />
700m<strong>il</strong>a e si prevede che entro<br />
<strong>il</strong> 2014 saranno più di un m<strong>il</strong>ione.<br />
A Dhaka, l’80% dei minori<br />
è maschio, tuttavia la situazione<br />
è particolarmente grave per le<br />
bambine, che subiscono la pressione<br />
della prostituzione. Anche<br />
i missionari saveriani, con p. Tobanelli<br />
ad esempio, sono impegnati<br />
nell’assistenza e nel recupero<br />
a una vita più dignitosa. ■<br />
ria di Pechino, <strong>il</strong> 5 luglio 26 catecumeni<br />
di un v<strong>il</strong>laggio sperduto<br />
della zona sono stati battezzati.<br />
I loro principali catechisti sono<br />
stati una coppia di ottantenni,<br />
battezzati nell’agosto dell’anno<br />
scorso. Il loro commento per<br />
l’evento è stato: “Noi siamo<br />
semplici contadini, quindi siamo<br />
convinti che non è merito nostro,<br />
ma dello Spirito Santo”.<br />
Da quando è arrivato nella parrocchia,<br />
<strong>il</strong> parroco don Zhang invita<br />
sempre decine di fedeli laici<br />
a partecipare alla comunità<br />
ecclesiale di base, ogni giovedì,<br />
per condividere la Sacra Scrittura<br />
e <strong>il</strong> catechismo. L’ultimo giovedì<br />
del mese celebra anche la<br />
Messa. La situazione locale è<br />
complicata dalla diffusione di<br />
una setta protestante, ma i cattolici<br />
si sono guadagnati <strong>il</strong> rispetto<br />
della gente e anche delle autorità<br />
locali cinesi.<br />
■
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
lettera dal direttore<br />
p. Marcello Storgato<br />
MISSIONARI SAVERIANI<br />
Via Piamarta 9 - 25121 Brescia<br />
E-Ma<strong>il</strong>: giornale@saveriani.bs.it<br />
Pagina web: saveriani.bs.it/missionari_giornale<br />
Cari lettori e lettrici,<br />
siamo già al numero di agosto / settembre; un numero unico<br />
per i due mesi (come è stato anche per i mesi di giugno / luglio), che<br />
ha portato questo nostro mens<strong>il</strong>e da undici a dieci numeri annuali. Abbiamo<br />
fatto questa scelta di riduzione a malincuore, sapendo quanto<br />
sia atteso “<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>” nelle vostre case.<br />
Qui sotto, come vuole la legge italiana, pubblichiamo <strong>il</strong> sommario<br />
del “b<strong>il</strong>ancio d’esercizio” per l’anno 2011. Non è di fac<strong>il</strong>e lettura. Soprattutto<br />
non rende ragione di tutte le attività dello Csam (Centro Saveriano<br />
d’Animazione <strong>Missionari</strong>a) di Brescia; in particolare: le tre riviste<br />
mens<strong>il</strong>i “<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>”, “Missione Oggi”, “Cem Mondialità”,<br />
lo studio “Videomission”, la Libreria dei popoli, e l’ufficio amministrativo<br />
della cooperativa.<br />
Purtroppo, anche <strong>il</strong> 2011 si è chiuso con un passivo consistente. E<br />
questo, nonostante la grande generosità vostra, cari amici lettori, di cui<br />
vi ringraziamo immensamente e che vi preghiamo di continuare, procurando<br />
anche nuovi amici e amiche.<br />
Con riconoscenza,<br />
p. Marcello, sx<br />
IL BILANCIO<br />
C.S.A.M R.e.a. 33471 Albo cooperativa A<br />
100377 B<strong>il</strong>ancio d’esercizio al 31.12.2011<br />
in forma abbr. ex art. 2435 bis C.C.<br />
Stato Patrimoniale<br />
ATTIVO 31.12.2011 31.12.2010<br />
B) IMMOBILIZZAZIONI:<br />
I. immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali 33.167 33.167<br />
meno fondi di ammortamento 33.167 33.167<br />
II. immob<strong>il</strong>izzazioni materiali 673.261 668.544<br />
meno fondi di ammortamento 651.055 638.553<br />
immob<strong>il</strong>izzaz. materiali nette 22.205 29.991<br />
III. immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie 5.165 5.165<br />
TOTALE B) 27.370 35.155<br />
C) ATTIVO CIRCOLANTE:<br />
I. rimanenze 424.232 615.315<br />
II. crediti 272.278 377.615<br />
IV. disponib<strong>il</strong>ità liquide 139.757 168.013<br />
TOTALE C) 836.267 1.160.943<br />
D) RATEI E RISCONTI ATTIVI 1.275 650<br />
TOTALE PATRIMONIALE ATTIVO 864.912 1.196.748<br />
PASSIVO 31.12.2011 31.12.2010<br />
A) PATRIMONIO NETTO:<br />
I. capitale sociale 216.325 216.325<br />
IV. riserva legale 51.320 265.400<br />
VII. altre riserve 130.000 0<br />
X: ut<strong>il</strong>e (perdita) dell'esercizio -383.897 -214.080<br />
TOTALE A) 13.748 267.645<br />
B) FONDI PER RISCHI ED ONERI 31.585 65.088<br />
C) TFR LAVORO SUBORDINATO 142.650 125.897<br />
D) DEBITI 667.088 728.445<br />
di cui esigib<strong>il</strong>i oltre l'esercizio successivo 426.595 426.595<br />
E) RATEI E RISCONTI PASSIVI 9.842 9.673<br />
TOTALE PATRIMONIALE PASSIVO 864.912 1.196.748<br />
Conto Economico 31.12.2011 31.12.2010<br />
A) VALORE DELLA PRODUZIONE:<br />
1. RICAVI VENDITE PRESTAZIONI 952.748 1.062.115<br />
5. ALTRI RICAVI E PROVENTI 142.650 178.118<br />
TOTALE A) 1.095.398 1.240.233<br />
B) COSTI DELLA PRODUZIONE:<br />
6. MATERIE PRIME, CONSUMO, MERCI 227.150 455.706<br />
7. PER SERVIZI 639.318 705.812<br />
8. PER GODIMENTO BENI DI TERZI 13.672 11.024<br />
9. PER IL PERSONALE 334.115 359.970<br />
9a) stipendi 250.655 276.617<br />
9b) oneri sociali 51.904 54.334<br />
9c) trattamento di fine rapporto 18.701 16.649<br />
9e) altri costi 12.855 12.370<br />
10. AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI 12.502 16.054<br />
10a) ammortamen. immob<strong>il</strong>izz. immateriali 0 2.760<br />
10b) ammortam. immob<strong>il</strong>izz. materiali 12.502 13.294<br />
11. VAR.. RIMAN. MAT. PRIME, SUSS., CONSUMO E MERCI 191.083 -147.234<br />
12. ACCANTONAMENTI PER RISCHI 10.000 0<br />
14. ONERI DIVERSI DI GESTIONE 49.492 48.294<br />
TOTALE B) 1.477.332 1.449.626<br />
DIFFER TRA VALORE E COSTI PRODUZ (A-B) -381.934 -209.393<br />
C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI:<br />
16. ALTRI PROVENTI FINANZIARI 331 241<br />
16d) proventi finanz. diversi dai precedenti 331 241<br />
17. INTERESSI PASSIVI E ALTRI ONERI FINANZ. 2.293 2.119<br />
TOTALE C) (15+16-17) -1.963 -1.878<br />
E) PROVENTI ED ONERI STRAORDINARI:<br />
20. PROVENTI 0 51<br />
21. ONERI 0 32<br />
TOTALE E) (20-21) 0 19<br />
RISULTATO PRIMA IMPOSTE (A-B+/-C+/-D+/-E) -383.897 -211.252<br />
22. IMPOSTE SUL REDDITO DELL'ESERCIZIO 2.828<br />
23. UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO -383.897 -214.080<br />
solidarietÀ<br />
DIALOGO E SOLIDARIETÀ<br />
I MISSIONARI SCRIVONO<br />
Quando un missionario malato chiede <strong>il</strong> “miracolo”<br />
È la lettera confidenziale, che p. Sergio ha voluto scrivere ai confratelli<br />
saveriani <strong>il</strong> 16 gennaio scorso sulla sua situazione di salute: come un<br />
“testamento” fisico-spirituale, prima della morte (12 giugno 2012).<br />
Carissimi, ecco le ultimissime. Questo è <strong>il</strong> risultato dell’incontro con<br />
<strong>il</strong> dottore che mi segue: “Dobbiamo ricominciare!”. Io con le chemio;<br />
voi con la preghiera! Continuerò a mettere la mia fiducia in Dio e nella<br />
medicina, nonostante l’insuccesso del primo tentativo.<br />
La spiegazione è questa: le cellule situate più in profondità nel mediastino<br />
non sono state toccate dalla radio. Il male è ripartito presto, appena<br />
20 giorni dalla fine delle radio. Ora si prevede un turno di tre chemio<br />
ogni tre settimane con altri farmaci, da somministrare in tre giorni.<br />
Conclusione: le prospettive di guarigione sono piuttosto grigie.<br />
Il primo miracolo da chiedere è la serenità e la fiducia in<br />
Dio, che non mi sono mai mancate in questi mesi. Il sogno di<br />
tornare in missione lo metto nel cassetto; ci spero sempre,<br />
ma solo Dio sa quando.<br />
Per <strong>il</strong> resto, ripeto quanto crediamo: “Sia che viviamo sia<br />
che moriamo, apparteniamo al Signore!” (Rm 14,8). E ripeto una strofa del salmo 41: “Perché<br />
ti rattristi anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza<br />
del mio volto e mio Dio”. Saluti cari e m<strong>il</strong>le grazie per la preghiera e l’affetto.<br />
p. Sergio Favarin, sx - Parma<br />
Un buon consiglio dal santuario “San Conforti”!<br />
Carissimi, diceva bene Paul Claudel, “che <strong>il</strong> solo modo per sfuggire la giustizia è darsi in braccio alla misericordia”.<br />
Questa impedisce che della religione appaia soltanto <strong>il</strong> duro guscio di norme negative ed esteriori. Chi<br />
non sa insegnare se non questo, senza palesare <strong>il</strong> contenuto d’amore e di misericordia, è come colui che si appropria<br />
delle chiavi della scienza di Dio senza penetrarvi, e ne impedisce l’ingresso anche ad altri (cf Lc 11,52).<br />
Ho scritto questo pensiero per esprimere la mia gioia nel vedervi entrare nel confessionale così spesso.<br />
Proprio vero è che “chi si confessa bene, si confessa spesso”. Arrivederci!<br />
p. Giuseppe Viotti, sx - Santuario Conforti, Parma<br />
PS - padre Viotti è uno dei confessori stab<strong>il</strong>i in santuario, sempre a disposizione dei devoti fedeli.<br />
Bangkok: la casa per i saveriani, presa in affitto<br />
Cari amici, a luglio non siamo andati a scuola di lingua tha<strong>il</strong>andese: p.<br />
Thierry e io ci siamo presi un mese di “vacanza”. Avevamo la prima e<br />
l’ultima settimana del mese occupate da un corso sul buddhismo (tenuto<br />
dalla saveriana Maria De Giorgi, venuta dal Giappone) e dagli esercizi<br />
spirituali. Così siamo stati costretti (?) a marinare la scuola. Non a malincuore,<br />
perché stavo... scoppiando.<br />
All’inizio di giugno ci siamo trasferiti nella casa che abbiamo preso in<br />
affitto. Dalla foto potete farvi un’idea. La cucina è all’esterno, dietro casa,<br />
come si usa in Tha<strong>il</strong>andia. Nella casetta di fianco ci sono due stanzette<br />
e un bagno, che riserviamo agli ospiti, quando arriveranno.<br />
Le saveriane ci hanno fatto conoscere una brava signora che ha accettato<br />
di venire a cucinare e fare le pulizie. Il suo lavoro è prezioso, perché<br />
ci permette di concentrarci sullo studio senza perderci in altre cose.<br />
Siamo anche... in rete e la connessione funziona bene. Perciò nei fine settimana mi trovate su Skype per<br />
qualche ora del pomeriggio (dalle 3 alle 5, ora italiana), all’indirizzo “matiaparma”. Vi ricordo<br />
ogni giorno nella preghiera e aspetto qualche vostra notizia. Con affetto,<br />
p. Giovanni Matteazzi, sx - Bangkok, Tha<strong>il</strong>andia (matia_sx@yahoo.it)<br />
FILIPPINE: MICRO PRESTITI DI SVILUPPO<br />
“Sitio M<strong>il</strong>itar” è un quartiere della Grande Man<strong>il</strong>a, abitato<br />
da oltre 10m<strong>il</strong>a persone molto povere. I missionari<br />
saveriani vi lavorano da 13 anni, dedicandosi alla pastorale<br />
e al miglioramento delle condizioni di vita, secondo<br />
lo spirito del vangelo.<br />
A Natale del 2004, p. Eugenio Pulcini ha lanciato <strong>il</strong> progetto<br />
di solidarietà “Sagip-kapwa - Salva prossimo”, per<br />
aiutare le famiglie povere ad avviare piccole attività che<br />
possano garantire una minima sicurezza alle famiglie.<br />
Questo avviene attraverso un fondo per micro-crediti,<br />
che possono arrivare fino a 25 euro, da restituire in 100<br />
giorni. In questi anni 375 famiglie hanno usufruito beneficamente<br />
di questo fondo, restituendo fedelmente la<br />
somma ricevuta e mettendo a deposito un piccolo risparmio<br />
giornaliero per garantire <strong>il</strong> futuro. Anche i bambini<br />
sono coinvolti in piccoli risparmi, che educano alla responsab<strong>il</strong>ità<br />
famigliare.<br />
I saveriani aiutano anche gli studenti poveri ad affrontare<br />
le spese per la scuola (libri e rette). L’educazione è <strong>il</strong> miglior<br />
contributo alla speranza per le nuove generazioni.<br />
P. Eugenio Pulcini, p. Giacomo Rigali e p. Yohanes Purnomo<br />
chiedono agli amici lettori un contributo di 15m<strong>il</strong>a<br />
euro, per consolidare <strong>il</strong> fondo di micro-credito e <strong>il</strong> fondo<br />
studenti del progetto “Salva prossimo”, e ringraziano<br />
per la vostra generosità.<br />
Le volontarie del progetto “Salva prossimo” al “Sitio M<strong>il</strong>itar” di Man<strong>il</strong>a,<br />
iniziato e curato da p. Eugenio Pulcini, con p. Yohanes<br />
Padre Sergio Favarin, al centro, sulle tombe<br />
dei martiri saveriani in Burundi<br />
piccoli progetti<br />
7/2012 - FILIPPINE<br />
Micro prestiti per lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
I missionari saveriani che lavorano al “Sitio<br />
M<strong>il</strong>itar”, uno dei quartieri più poveri di Man<strong>il</strong>a,<br />
chiedono un contributo per consolidare e<br />
rafforzare <strong>il</strong> fondo per micro prestiti alle famiglie<br />
e per l’istruzione scolastica dei bambini,<br />
per un futuro più dignitoso, per 15.000 euro.<br />
• Responsab<strong>il</strong>i del progetto sono p. Eugenio<br />
Pulcini, p. Giacomo Rigali e p. Yoanes<br />
Purnomo.<br />
6/2012 - BURUNDI<br />
Nuovo tetto a Gisanze<br />
La casa dei missionari a Gisanze (Burundi),<br />
costruita 75 anni fa, è in pericolo per l’attacco<br />
di termiti. Il vescovo ha sostituito i mattoni<br />
crudi di muri e pareti. Ora chiede un aiuto<br />
per soffitto e tetto in lamiere, per un costo di<br />
10.000 euro. Ogni contributo è benvenuto.<br />
• Responsab<strong>il</strong>i del progetto sono p. Modesto<br />
Todeschi (superiore), mons. Joachim,<br />
abbé Rwasa.<br />
Chi desidera partecipare alla realizzazione di<br />
questi progetti, può ut<strong>il</strong>izzare l’accluso Conto corrente<br />
postale, oppure può inviare l’offerta su C/c.p.<br />
o bonifico direttamente a:<br />
“Associazione <strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong> Onlus”<br />
Viale S. Martino 8 - 43123 PARMA<br />
C/c 1004361281 (Cod. fiscale 92166010345)<br />
IBAN IT77 A076 0112 7000 0100 4361 281<br />
Si prega di specificare l’intenzione e <strong>il</strong> numero<br />
di Progetto. Grazie.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
ALZANO<br />
24022 ALZANO L. BG - Via A. Ponchielli, 4<br />
Tel. 035 513343 - Fax 035 511210<br />
E-ma<strong>il</strong>: saveriani.bg@tin.it - C/c. postale 233247<br />
8<br />
Un cammino di fede in allegria<br />
Pellegrinaggio al santuario “Conforti” di Parma ANNA FLAMMINIO<br />
S<br />
abato 2 giugno siamo<br />
partiti da Alzano per <strong>il</strong><br />
pellegrinaggio a Parma. Sul<br />
pullman p. Nello Berton è stato<br />
l’animatore del gruppo; abbiamo<br />
recitato <strong>il</strong> santo Rosario e in seguito<br />
abbiamo seguito un video<br />
sulla vita e l’opera di san Guido<br />
Conforti. Ovviamente, non<br />
sono mancati i canti religiosi, i<br />
più belli del nostro repertorio,<br />
quelli che ci accompagnano nel<br />
percorso di fede da quando eravamo<br />
fanciulli.<br />
Alle radici della fede<br />
L’atmosfera di allegria e di fede<br />
aleggiava sul cammino, fino<br />
alla casa madre dei saveriani,<br />
dove siamo stati accolti da p. Ermanno<br />
Ferro, rettore del santuario<br />
e archivista delle “Memorie<br />
Confortiane”.<br />
Pellegrinaggio al santuario “Conforti” di Parma / 2<br />
I<br />
l pellegrinaggio a Parma<br />
con i missionari è diventato<br />
un ritorno alle radici del<br />
mio personale rapporto con Dio.<br />
Santa Teresa, san Guido e <strong>il</strong> Crocifisso<br />
hanno donato nuova linfa<br />
alla mia fede, per riportarmi<br />
indietro nel tempo e inviarmi un<br />
messaggio semplice: “Torna ad<br />
amare Gesù, a pregare la Madonna,<br />
affidandoti a loro come<br />
eri solita fare da bambina”. In<br />
questo luogo ho sentito l’incanto,<br />
la semplicità, <strong>il</strong> desiderio di<br />
consolidare la fede attraverso la<br />
preghiera, una forte motivazione<br />
per affrontare ogni prova, per<br />
superare la disperazione che ho<br />
provato accompagnando per alcuni<br />
anni mio marito nei reparti<br />
di oncologia.<br />
Il pensiero per<br />
tutti i missionari<br />
La visita al piano<br />
superiore della casa<br />
saveriana ha riservato<br />
al gruppo dei pellegrini<br />
un nuovo momento<br />
di raccoglimento nella<br />
“cappella dei martiri”,<br />
così particolare e unica.<br />
Il pensiero di ognuno<br />
è andato ai missionari<br />
che hanno ricevuto la<br />
benedizione per andare<br />
a diffondere <strong>il</strong> vangelo a<br />
tutti i popoli del mondo,<br />
al ricordo di quanti non<br />
sono tornati e di quanti<br />
sono lontani, ad affron-<br />
Gli amici di Alzano al gran completo davanti alla casa madre dei saveriani a Parma<br />
dove <strong>il</strong> 2 giugno si sono recati in pellegrinaggio, guidati da p. Nello Berton<br />
tare condizioni di vita non paragonab<strong>il</strong>i<br />
alle comodità del nostro<br />
vivere quotidiano.<br />
Conosciamo personalmente<br />
molti missionari; alcuni pellegrini<br />
sono legati anche da<br />
parentela con fratelli e cugini<br />
missionari bergamaschi: in<br />
Bangladesh p. Enzo Valoti; in<br />
Bras<strong>il</strong>e p. Ilario Trapletti e tanti<br />
altri... Il gruppo missionario<br />
di Alzano Lombardo, inoltre,<br />
è stato seguito per alcuni anni<br />
da p. Leonardo Raffaini che attualmente<br />
svolge la sua opera a<br />
Bogotà, in Colombia.<br />
In cerchio, per mano<br />
La visita alla camera dove<br />
mons. Conforti è andato incontro<br />
al Signore è stata emozionante.<br />
Padre Ermanno Ferro <strong>il</strong>lustra ai pellegrini di Alzano<br />
i segreti del santuario “Conforti” di Parma<br />
A. FLAMMINIO<br />
Mi sono avvicinata, ho toccato<br />
<strong>il</strong> cuscino, ho affidato alla protezione<br />
del nostro santo <strong>il</strong> ricordo,<br />
ancora recente, dello spegnersi<br />
di una vita. La commozione e la<br />
meraviglia nel sostare nella “sala<br />
rossa”, con la scrivania su cui <strong>il</strong><br />
santo ha scritto le sue lettere ai<br />
missionari, erano tangib<strong>il</strong>i. Alcuni<br />
si sono fermati a lungo in<br />
s<strong>il</strong>enzio e in preghiera, ammirando<br />
ogni segno della presenza<br />
di un uomo straordinario.<br />
La Messa è stata concelebrata<br />
da p. Ermanno Ferro, p. Giuseppe<br />
Pulcini, p. Giovanni Carrara<br />
e p. Stefano Berton. Nella<br />
preghiera dei fedeli ognuno ha<br />
espresso i pensieri e le parole<br />
che sentiva nell’animo, affidando<br />
a Dio le preoccupazioni<br />
quotidiane. Abbiamo<br />
avvertito la presenza e<br />
la forza della fede, che<br />
si è manifestata anche<br />
formando un grande<br />
cerchio e tenendoci per<br />
mano, come usano fare<br />
in America latina.<br />
Tutti siamo chiamati a<br />
testimoniare quel dono<br />
di fede che abbiamo ricevuto<br />
da Dio, a condividere<br />
la vita missionaria<br />
anche nella nostra quotidianità,<br />
a ringraziare <strong>il</strong><br />
Signore per questa esperienza<br />
mistica, che ci è<br />
stata offerta accettando<br />
l’invito di partecipare al<br />
pellegrinaggio. ■<br />
Un messaggio missionario<br />
Nella chiesa si è spontaneamente<br />
creata un’atmosfera di<br />
raccoglimento e di stupore: tutti<br />
i partecipanti ammiravano s<strong>il</strong>enziosi<br />
<strong>il</strong> colorato mosaico dell’abside<br />
e la tomba di san Guido<br />
Conforti, in marmo nero. Nel<br />
mosaico ammiriamo al centro<br />
le immagini di Dio Padre, dello<br />
Spirito Santo e un trono con<br />
la Madonna e Gesù Bambino,<br />
adagiati su nuvole rosa. Ai due<br />
lati sono raffigurati tre santi: san<br />
Giuseppe, san Saverio, san Fogolla;<br />
san Paolo, santa Teresina,<br />
san Conforti.<br />
L’altare è sorretto da una scultura<br />
in legno con un globo centrale,<br />
che rappresenta <strong>il</strong> mondo<br />
con i suoi continenti, appoggiato<br />
sopra mani intrecciate; al lato<br />
destro sono scolpite foglie di<br />
palma e a sinistra rami di ulivo.<br />
Anche l’ambone in legno invia<br />
un messaggio missionario con<br />
la rappresentazione di un volto<br />
per ogni continente, sovrastato<br />
da una colomba dorata, che ha<br />
un foro nell’ala destra.<br />
Padre Ermanno ci ha <strong>il</strong>lustrato<br />
com’è sorta la casa madre e ci<br />
ha raccontato alcuni punti importanti<br />
della vita del fondatore<br />
dei saveriani.<br />
L’emozione di santa Teresina<br />
Nel vedere santa Teresa di Lisieux,<br />
mi sono sentita particolarmente<br />
emozionata, perché <strong>il</strong> mio<br />
secondo nome è proprio Teresa.<br />
Ho ricordato quando ho scoperto<br />
l’esistenza della santa leggendo<br />
“La novella del santo bevitore”<br />
di Joseph Roth. Da allora ho<br />
pensato a santa Teresina come a<br />
una mia protettrice e per anni ho<br />
letto ai miei alunni questo piccolo<br />
libro, per portarli a riflettere<br />
sul problema dell’alcolismo.<br />
Un giorno, per caso, ho trovato<br />
a Bergamo una chiesetta dedicata<br />
a santa Teresa di Lisieux;<br />
ricordo la mia preghiera in un<br />
periodo di grande sofferenza e di<br />
sconforto. Santa Teresa ha ascoltato<br />
la mia supplica, ha letto nel<br />
mio animo, mi ha riportato alla<br />
fede, mi ha donato l’amicizia di<br />
suor Lucia Pedrinazzi che, presentandomi<br />
p. Leonardo Raffaini,<br />
mi ha offerto la possib<strong>il</strong>ità di<br />
frequentare <strong>il</strong> gruppo missionario<br />
di Alzano.<br />
La devozione a san Guido<br />
Quel giorno ero davanti alla<br />
tomba del santo, che porta <strong>il</strong> nome<br />
a me caro di mio padre. Davanti<br />
a san Guido e a santa Teresa<br />
mi sono sentita riconc<strong>il</strong>iata con la<br />
fede e con la chiesa, molto vicina<br />
al mio passato di insegnante, alla<br />
mia infanzia quando frequentavo<br />
l’as<strong>il</strong>o delle suore missionarie<br />
del quartiere di Genova, dove sono<br />
nata e cresciuta. Ho provato<br />
nuovamente quella fede sincera,<br />
magica di quando da bambina affidavo<br />
alla Madonna i miei piccoli<br />
problemi quotidiani.<br />
E infine la sorpresa: san Guido<br />
pregava e parlava ogni mattina<br />
con <strong>il</strong> Crocifisso che attualmente<br />
si trova nella navata laterale<br />
del santuario. Ancora ritorna<br />
alla mente un ricordo di gioventù,<br />
quando passavo a salutare <strong>il</strong><br />
“Cristo Nero” della chiesa di S.<br />
Maria di Castello, nella quale ho<br />
ricevuto <strong>il</strong> battesimo. ■<br />
(continua a lato)<br />
AMAZZONIA: CHIESA COMUNITARIA<br />
p. ILARIO TRAPLETTI, sx<br />
In Amazzonia, si chiama mutirão un’azione comunitaria in cui i caboclos<br />
(contadini) si uniscono per lavorare la terra di uno di loro che<br />
è malato e non può sostenere la famiglia. Naturalmente è un lavoro<br />
gratuito e fatto con amore. È una pratica molto diffusa ed è l’aspetto<br />
più bello della vita comunitaria: tutti insieme per aiutare tutti.<br />
Questo modo di agire l’abbiamo applicato anche alla vita ecclesiale<br />
delle comunità. Quando diciamo una chiesa em mutirão intendiamo la<br />
piena partecipazione dei laici alla conduzione della comunità, in modo<br />
che tutti si sentano responsab<strong>il</strong>i e uniti nell’impegno per le varie attività.<br />
Non è sempre fac<strong>il</strong>e, perché l’egoismo e l’individualismo sono sempre<br />
dietro l’angolo. Ma è bello vedere la gente povera che fa squadra<br />
per costruire la cappella, per fare una piantagione di riso o di frutta,<br />
per aiutare un povero malato che dev’essere trasportato in città...<br />
Una chiesa em mutirão significa anche che le decisioni sui programmi<br />
sono prese insieme, con <strong>il</strong> contributo<br />
di tutti. E <strong>il</strong> sacerdote? È uno di loro, con<br />
le sue responsab<strong>il</strong>ità specifiche; ma non<br />
è uno che fa tutto e “comanda”. Non<br />
voglio idealizzare, ma questo è <strong>il</strong> cammino<br />
che ci ha indicato la teologia della liberazione,<br />
attraverso le comunità ecclesiali<br />
di base: una chiesa più nostra e popolare,<br />
più povera e attiva, che trova <strong>il</strong><br />
suo centro nella famiglia, “piccola chiesa<br />
domestica”.<br />
La nostra speranza è che i tempi moderni,<br />
che soffiano anche qui in Bras<strong>il</strong>e,<br />
non travolgano tutto questo lavoro che<br />
ci entusiasma e ci anima sempre di più.<br />
Padre Trapletti offre agli amici bergamaschi<br />
la “jaka”, un bel frutto dolce e profumato,<br />
volgarmente noto come “frutto dello sciacallo”
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
BRESCIA<br />
25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9<br />
Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781<br />
E-ma<strong>il</strong>: giornale@saveriani.bs.it - C/c. postale 216259<br />
8<br />
Un’estate piena di incontri<br />
Molti ospiti graditi e l’impegno per <strong>il</strong> 2013 a cura di p. M. STORGATO, sx<br />
I<br />
l periodo estivo ha visto un<br />
bel via vai nella casa dei<br />
saveriani di Brescia. Quest’anno<br />
sarà ricordato per le presenze<br />
internazionali. Sono stati nostri<br />
ospiti per un mese p. Antonius<br />
Wahyudiyanto, superiore dei saveriani<br />
in Indonesia, e p. Zacharie<br />
Tamejon, saveriano camerunese<br />
e missionario in Colombia.<br />
È arrivato anche Jacques Zirirane,<br />
uno studente congolese che<br />
completerà la tesi in teologia. E<br />
ci hanno fatto gradita visita alcuni<br />
saveriani bresciani che hanno<br />
trascorso un tempo di riposo in<br />
famiglia: p. Gianni Pedrotti, p.<br />
Riccardo Tobanelli, p. Claudio<br />
Codenotti, p. Sergio Targa, p.<br />
Gianni Brentegani.<br />
I rappresentanti del Centro Studi Asiatico (CSA) dal 1° al 7 luglio sono stati ospiti<br />
dello Csam di Brescia; con loro, <strong>il</strong> vicario generale p. Luigi Menegazzo<br />
La festa di solidarietà 2012<br />
Video, preghiera, canti e tanti premi...<br />
è<br />
stata un successo l’iniziativa<br />
di solidarietà 2012,<br />
organizzata dai missionari saveriani<br />
di Brescia, che si è svolta<br />
domenica 10 giugno a San Cristo.<br />
Nata due anni fa con l’intento<br />
di sensib<strong>il</strong>izzare lettori,<br />
abbonati e amici sull’importanza<br />
dell’informazione per l’ideale<br />
missionario, anche questa terza<br />
edizione ha visto la presenza di<br />
un bel numero di partecipanti.<br />
A loro si sono uniti anche<br />
alcuni ex allievi saveriani che<br />
nelle aule e nei chiostri di San<br />
Cristo hanno studiato, giocato e<br />
intrapreso un cammino di formazione<br />
missionaria.<br />
San Conforti e...<br />
“La Mirabella”<br />
Il bel pomeriggio è iniziato<br />
con l’accoglienza degli ospiti<br />
che si sono ritrovati nella sala<br />
del Romanino per assistere alla<br />
proiezione di un video, firmato<br />
“Videomission” e curato da p.<br />
Fiorenzo Raffaini, sulla canonizzazione<br />
di san Guido Conforti,<br />
fondatore dei saveriani. È stata<br />
l’occasione per tornare con <strong>il</strong><br />
cuore e <strong>il</strong> ricordo alle emozioni<br />
di quelle giornate romane (22-24<br />
ottobre 2011) e per ribadire l’importanza<br />
di avere un amico in<br />
più tra la schiera dei santi.<br />
Dopo questa parte introduttiva,<br />
p. Giovanni Viola, presente<br />
a Brescia negli anni in cui era<br />
attiva la scuola media e attualmente<br />
nella casa madre di Parma,<br />
ha celebrato nella chiesa di<br />
San Cristo la Messa del Corpus<br />
Domini. È stato un buon motivo<br />
per ricordare tutti i saveriani bresciani<br />
defunti e in particolare p.<br />
Pietro Marchesi a 27 anni dalla<br />
sua morte (14 giugno 1985).<br />
La celebrazione ha goduto di<br />
un valore aggiunto grazie alla<br />
presenza del coro “La Mirabella”<br />
di Paderno Franciacorta, diretto<br />
dal maestro Sergio Franchi, che<br />
ha interpretato alcuni brani della<br />
Il coro “La Mirabella” di Paderno Franciacorta ha impreziosito la festa di solidarietà<br />
2012, <strong>il</strong> 10 giugno a San Cristo; a destra, p. Giovanni Viola ha celebrato<br />
la Messa per gli amici ed ex alunni saveriani<br />
L’evento internazionale<br />
Dal 1° al 7 luglio, corridoi e<br />
stanze dello Csam di Brescia si<br />
sono animati grazie ai rappresentanti<br />
del Centro Studi Asiatici<br />
(CSA), venuti per fare un b<strong>il</strong>ancio<br />
del 2012 e programmare<br />
<strong>il</strong> prossimo anno.<br />
L’incontro asiatico è avvenuto<br />
a Brescia perché qui c’è un<br />
centro culturale ed editoriale<br />
storico della congregazione. Accompagnati<br />
dal vicario generale<br />
p. Luigi Menegazzo, sono arrivati<br />
i rappresentanti delle cinque<br />
missioni saveriane in Asia: p.<br />
Sergio Targa dal Bangladesh; p.<br />
Eugenio Pulcini dalle F<strong>il</strong>ippine;<br />
p. Tiziano Tosolini dal Giappone;<br />
p. Matteo Rebecchi dall’Indonesia;<br />
p. Fabrizio Tosolini da<br />
Taiwan. Si spera che presto possa<br />
aggiungersi anche un rappre-<br />
DIEGO PIOVANI<br />
tradizione religiosa. Le qualità<br />
del coro sono state apprezzate<br />
dai partecipanti alla festa, che<br />
hanno calorosamente applaudito<br />
un breve programma eseguito a<br />
conclusione della Messa.<br />
Tutti contenti o consolati!<br />
Un rapido cambio di microfono<br />
e di intrattenitori sul palco<br />
ha portato al momento atteso:<br />
l’estrazione dei premi abbinati ai<br />
biglietti distribuiti nei mesi scorsi,<br />
anche attraverso “<strong>Missionari</strong><br />
<strong>Saveriani</strong>”. C’è chi ha vinto, c’è<br />
chi no, c’è chi si è… “consolato”<br />
con i cosiddetti premi minori.<br />
I più fortunati se ne sono andati<br />
con tanti sorrisi e un bel pacco-dono<br />
tra le mani, gli altri hanno<br />
potuto rifarsi con <strong>il</strong> buffet che<br />
ha concluso <strong>il</strong> pomeriggio, incluse<br />
le buone c<strong>il</strong>iegie dell’albero<br />
piantato dagli antenati saveriani<br />
sul colle di San Cristo. Nemmeno<br />
<strong>il</strong> temporale serale ha rovinato<br />
questa bella festa d’amicizia<br />
e d’affetto. L’appuntamento è per<br />
l’anno prossimo! ■<br />
sentante della nuova missione<br />
saveriana in Tha<strong>il</strong>andia.<br />
Ogni anno <strong>il</strong> CSA produce un<br />
volume di studi su un tema prescelto<br />
e pubblica i “Quaderni”,<br />
a scadenza trimestrale, dove si<br />
raccolgono articoli su tematiche<br />
generali che riguardano la<br />
missione. Le pubblicazioni sono<br />
apprezzate anche nel mondo accademico.<br />
Per apprendere l’italiano<br />
I due studenti di lingua italiana<br />
hanno preso lezioni da insegnanti<br />
collaudati: i coniugi Massimo<br />
ed Ermida. Riportiamo le impressioni<br />
dei due... apprendisti.<br />
Padre Antonius - “Sono contento<br />
di essere qui: mi sento in<br />
famiglia. È bello vedere <strong>il</strong> lavoro<br />
culturale che i saveriani<br />
di Brescia compiono a servizio<br />
dell’animazione missionaria. Ho<br />
sentito che anche a Brescia c’è <strong>il</strong><br />
problema del sovraffollamento<br />
nel carcere di Canton Mombello,<br />
e che i giovani sono interessati<br />
alla “movida”, ma ci sono<br />
anche tanti giovani impegnati e<br />
sensib<strong>il</strong>i alle missioni. Mi sarebbe<br />
piaciuto parlare con le persone<br />
per sapere cosa pensano del<br />
prossimo sinodo diocesano, ma<br />
non ho avuto tempo di farlo”.<br />
Padre Zacharie - “Il centro<br />
saveriano di Brescia è un grande<br />
centro culturale: anche questo è<br />
un modo importante di fare missione.<br />
Nelle missioni si pensa<br />
che in Europa non ci sia molto da<br />
fare per i missionari; mi sono accorto<br />
che non è così. I confratelli<br />
di Brescia sono sensib<strong>il</strong>i e attenti<br />
a tanti problemi mondiali. Ho<br />
apprezzato molto anche la partecipazione<br />
dei laici; ne abbiamo<br />
conosciuti alcuni ed è stato davvero<br />
piacevole incontrarli”.<br />
UN PREMIO ALLA CONVIVENZA<br />
Padre Zacharie Tamejon<br />
(a sinistra) e p. Antonius<br />
Whayudiyanto, per un<br />
mese studenti di lingua<br />
italiana dai saveriani<br />
di Brescia<br />
Pronti per l’anno<br />
2012-2013<br />
Dall’11 al 14 luglio, invece,<br />
sono stati i saveriani di Brescia a<br />
migrare, anche se non molto lontano.<br />
Sono stati ospiti delle missionarie<br />
comboniane a San Felice<br />
del Benaco per affrontare la programmazione<br />
delle loro attività<br />
per l’anno 2012 - 2013. Con noi<br />
otto saveriani dello Csam c’erano<br />
<strong>il</strong> superiore dei saveriani in Italia<br />
e <strong>il</strong> suo vice: p. Rosario Giannattasio<br />
e p. Ulisse Zanoletti. Un segno<br />
dell’importanza che <strong>il</strong> centro<br />
di Brescia ha nella nostra congregazione<br />
missionaria.<br />
Abbiamo pensato soprattutto<br />
al futuro delle nostre iniziative:<br />
i tre mens<strong>il</strong>i Missione Oggi,<br />
Cem Mondialità, <strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>,<br />
che hanno bisogno di incrementare<br />
gli abbonati; <strong>il</strong> servizio<br />
di Videomission, così importante<br />
nell’era digitale; la Libreria<br />
dei popoli, che vorremmo sempre<br />
più frequentata, soprattutto<br />
dai bresciani, che possono usufruire<br />
del parcheggio interno per<br />
donarsi libri di valore culturale e<br />
mondiale... Chiediamo la collaborazione<br />
di tutti voi amici, che<br />
ci seguite da vicino. ■<br />
p. MARCELLO STORGATO, sx<br />
Padre Marcello - uno per tutti - ringrazia per <strong>il</strong><br />
riconoscimento dato dalla “Bangla Academy” di Brescia<br />
Un pomeriggio<br />
di festa con musica<br />
e balli, domenica<br />
10 giugno: un’occasione<br />
organizzata<br />
dalla “Bangla<br />
Academy” di Brescia<br />
all’oratorio di<br />
Santa Maria in S<strong>il</strong>va<br />
(Via Sardegna),<br />
per assegnare un<br />
riconoscimento a<br />
persone che “si sono<br />
distinte per <strong>il</strong><br />
loro prezioso contributo<br />
nel campo<br />
delle politiche<br />
dell’integrazione,<br />
del volontariato e<br />
della cultura”.<br />
Il riconoscimento<br />
è consistito in una decorosa “targa”, semplice ma espressiva della<br />
riconoscenza che i cittadini bangladeshi hanno voluto manifestare<br />
verso alcuni cittadini bresciani “per l’impegno a favore dell’integrazione<br />
e la diffusione di una cultura di convivenza”.<br />
Le targhe sono state consegnate a Giosi Conte Archetti, Giovanni<br />
Boccacci, Diallo Ibrahima, Franco Valenti, don Fabio Corazzina, Roberto<br />
Ranieri, p. Marcello Storgato. A nome di tutti i premiati, ho avuto<br />
l’onore di ringraziare, prima in lingua bengalese e poi in italiano, gli<br />
organizzatori e <strong>il</strong> vasto pubblico presente.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
CAGLIARI<br />
08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9<br />
Tel. 340 0840200<br />
E-ma<strong>il</strong>: saverianisardegna@tiscali.it - C/c. postale 207084<br />
8<br />
Sulle orme di un “santo vivente”<br />
Pellegrinaggio a Laconi con amici e delegate p. DINO MARCONI, sx<br />
I<br />
l 2 giugno s’è svolto<br />
l’annuale pellegrinaggio<br />
missionario degli amici e delle<br />
delegate missionarie a Laconi<br />
(Nuoro), <strong>il</strong> paese natale di<br />
sant’Ignazio (1701-1781). Chi<br />
è partito da Cagliari è passato<br />
anche da Gesturi, paese natale<br />
del beato fra Nicola da Gesturi<br />
(1882-1958), oltre che del saveriano<br />
p. Ferdinando Abis, attualmente<br />
missionario in Indonesia.<br />
Possiamo dire che siamo passati<br />
sulle orme di due santi cappuccini,<br />
vissuti in tempi diversi,<br />
ma entrambi questuanti per le<br />
vie di Cagliari e nei paesi agricoli<br />
dove si sono sv<strong>il</strong>uppati i Monti<br />
granatici.<br />
La Sardegna del settecento<br />
La scrittrice Grazia Deledda<br />
definì fra Ignazio da Laconi<br />
“l’uomo più ricordato del settecento<br />
sardo”. In quel tempo,<br />
la vita economica e sociale dei<br />
sardi era ostacolata da insistenti<br />
carestie e malattie, oltre che<br />
dall’isolamento. Per evitare<br />
l’usura sulle sementi, nel sette-<br />
cento si diffusero i Monti granatici,<br />
istituzioni consorziali<br />
agricole che, prestando <strong>il</strong> grano<br />
senza strozzinaggio, costituivano<br />
una risposta efficace alle<br />
condizioni naturali e sociali della<br />
Sardegna di allora.<br />
Significativa è la testimonianza<br />
del pastore protestante Giuseppe<br />
Feus, cappellano del reggimento<br />
di fanteria tedesco in Sardegna,<br />
che nel 1773 scriveva a un amico<br />
in Germania: “Noi vediamo<br />
mendicare tutti i giorni un santo<br />
vivente, un frate cappuccino che<br />
pare abbia fatto molti miracoli,<br />
acquistando la venerazione dei<br />
suoi corregionali”.<br />
Carità, ma solo<br />
quella “giusta”<br />
In noviziato, fra Ignazio aveva<br />
imparato lo spirito francescano<br />
degli um<strong>il</strong>i e faticosi servizi<br />
per la comunità e per i bisognosi<br />
quando, salendo le scale con una<br />
pesante anfora d’acqua, domandò<br />
aiuto alla Madonna esposta<br />
sulla scala. La Madre di Gesù gli<br />
ricordò la sofferenza del Figlio<br />
Saluto la bella Sardegna<br />
Dopo sei anni intensi torno in Africa<br />
S<br />
aluto tutte le persone incontrate<br />
in questi sei anni,<br />
veloci e intensi trascorsi in terra<br />
di Sardegna, con questa convinzione:<br />
“la missione è sempre<br />
un dono di grazia del Signore!”.<br />
Non guardo indietro, ma mi lancio<br />
verso <strong>il</strong> futuro che si chiama<br />
per me: repubblica democratica<br />
del Congo, in Africa.<br />
Protagonista della missione<br />
non sono io ma Dio, che è lì da<br />
sempre, e ora mi sta aspettando<br />
per riabbracciarmi nel volto di<br />
tanti fratelli e sorelle congolesi,<br />
perché anch’io possa continuare a<br />
dare <strong>il</strong> mio contributo all’avvento<br />
del suo regno! Mi butto in questa<br />
avventura “fidandomi di Dio”,<br />
cercando di testimoniare l’amore<br />
che Lui ha per ciascuno di noi!<br />
Confermo: non è fac<strong>il</strong>e!<br />
Certamente i sentimenti che riempiono<br />
<strong>il</strong> mio cuore in quest’ultimo<br />
periodo, sono tanti: alcuni<br />
sono anche contrastanti, ma penso<br />
siano tutti veri! Pensavo che<br />
“sarebbe stato più fac<strong>il</strong>e” partire<br />
questa volta, visto che è un ritorno<br />
alla missione che ho già conosciuto<br />
e in cui ho già lavorato.<br />
Ma non è proprio così! Sento<br />
<strong>il</strong> distacco dai legami, dalle persone,<br />
dai tanti giovani che ho incontrato<br />
in questi anni: cammini<br />
di formazione missionaria, esperienze<br />
condivise, momenti di festa<br />
e di preghiera; momenti anche<br />
diffic<strong>il</strong>i, ma tutti significativi!<br />
Ringrazio tutti, per avermi accolto<br />
e sopportato, e per aver<br />
condiviso con me un tratto di<br />
strada! Nel mio piccolo ho cercato<br />
di “contagiare” con la passione<br />
per la missione! Non so se<br />
ci sono riuscito, ma di sicuro ci<br />
ho provato! Grazie ai confratel-<br />
Padre Roberto Salvadori, dopo sei anni lascia<br />
la Sardegna per tornare in Congo Rd<br />
in croce. Fra Ignazio ha vissuto<br />
lo spirito francescano percorrendo<br />
le strade di Cagliari come<br />
questuante della carità, donata e<br />
ricevuta.<br />
Nelle raffigurazioni, Ignazio<br />
porta in spalla la bisaccia bianca<br />
del frate questuante, compito<br />
che i superiori gli avevano affidato<br />
nel 1741. Ma lui rifiutava<br />
ogni elemosina che fosse frutto<br />
di ingiustizia. Si racconta che<br />
<strong>il</strong> santo frate non si recasse a<br />
elemosinare da un certo Gioacchino<br />
Franchino, arricchitosi<br />
con l’usura. Dopo le lamentele<br />
dell’interessato con <strong>il</strong> guardiano<br />
del convento, fra Ignazio per<br />
obbedienza si recò a questuare<br />
anche da lui, ma in strada dalla<br />
sua bisaccia cominciò a colare<br />
sangue.<br />
Portando la bisaccia ai piedi<br />
del padre guardiano, gli disse:<br />
“Ecco <strong>il</strong> sangue dei poveri!”.<br />
La bisaccia insanguinata di fra<br />
Ignazio da Laconi e i Monti<br />
granatici ancor oggi ci invitano<br />
all’impegno della solidarietà e<br />
della carità genuina.<br />
p. ROBY SALVADORI, sx<br />
li della comunità saveriana che<br />
mi hanno sempre voluto bene;<br />
grazie a coloro che si sono fidati<br />
di me; grazie a coloro che hanno<br />
pregato per me! Quando sono<br />
arrivato dalla missione, qualcuno<br />
mi aveva detto che la Sardegna<br />
ha qualcosa di unico e particolare<br />
e che non sarebbe stato<br />
fac<strong>il</strong>e “lasciarla”! Devo confermare<br />
questa piccola “profezia”.<br />
Grazie, caro popolo sardo!<br />
La Sardegna è bellissima, lo<br />
sappiamo. Ma ancor di più la<br />
gente sarda, attaccata alla propria<br />
terra e fiera di esserlo! Gente<br />
generosa e accogliente, gente<br />
di cuore, che affronta le difficoltà<br />
della vita con molta dignità<br />
e sa sempre “rimboccarsi le maniche”!<br />
Grazie per questa vostra<br />
testimonianza di vita. E grazie a<br />
Dio perché ci ha fatto incontrare,<br />
amare e sognare insieme!<br />
La vita deve andare avanti e<br />
continueremo a viverla. Tutti noi<br />
vogliamo farlo con gioia, apertura<br />
e desiderio di annunciare e testimoniare<br />
la presenza di Cristo<br />
che tutto può, tutto vuole e tutto<br />
ama, anche attraverso di noi!<br />
Buona missione a tutti! Con affetto<br />
e profonda riconoscenza, un<br />
abbraccio forte! “Mungu awabariki”<br />
- Dio vi benedica! ■<br />
Delegate missionarie e amici dei saveriani in Sardegna <strong>il</strong> 2 giugno,<br />
in pellegrinaggio a Laconi, paese natale del santo francescano fra Ignazio<br />
La Messa e la visita<br />
al parco<br />
A Laconi, nella tarda mattinata,<br />
abbiamo fatto la salita in<br />
corteo fino alla chiesa dei cappuccini<br />
con le bandiere dei paesi<br />
delle nostre missioni e la meditazione<br />
di p. Virginio. La Messa<br />
è stata celebrata nella chiesetta<br />
dell’oasi francescana da p. Roberto<br />
Salvadori.<br />
Nel pomeriggio abbiamo visitato,<br />
dietro la casa natale di fra<br />
Ignazio, <strong>il</strong> parco di Aymerich<br />
con i resti del castello degli ultimi<br />
signori di Laconi del ‘700,<br />
con le sue grotte, cascatelle e<br />
laghetti. Il cancello del giardino<br />
botanico nascondeva la curva,<br />
ad angolo retto, del sentiero di<br />
uscita dal parco e invitava a perdersi<br />
nei sentieri, ripercorrendo<br />
lo stesso tratto varie volte.<br />
Dobbiamo le nostre scuse a Rita<br />
M<strong>il</strong>ia, che per la fretta non è stata<br />
attesa dall’autobus. Ci impegniamo<br />
a rifare <strong>il</strong> pellegrinaggio in auto<br />
con lei e la sua amica. ■<br />
UnA BELLA GIORNATA INSIEME<br />
Immagini del pellegrinaggio a Laconi<br />
Sole, sorrisi, preghiera e bandiere sono state<br />
le caratteristiche del pellegrinaggio 2012 a Laconi.<br />
p. D. MARCONI, sx<br />
Padre Roberto Salvadori durante l’omelia nell’oasi francescana di<br />
Laconi, ai pellegrini amici e delegate.<br />
Padre Giuseppe<br />
Marzarotto<br />
con l’ostensorio;<br />
dietro a lui padre<br />
Simoncelli e<br />
padre Marconi.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
CREMONA<br />
26100 CREMONA CR - Via Bonomelli, 81<br />
Tel. 0372 456267 - Fax 0372 39699<br />
E-ma<strong>il</strong>: saveriani.cr@virg<strong>il</strong>io.it - C/c. postale 00272260<br />
Padre Calvi, missionario pioniere<br />
8<br />
Da Corte de’ Frati alle Mentawai in Indonesia p. AUGUSTO LUCA, sx<br />
P<br />
adre Angelo Calvi, salito al<br />
cielo l’11 maggio all’età di<br />
92 anni, è stato uno dei pionieri<br />
delle isole Mentawai, in Indonesia.<br />
Lui e <strong>il</strong> fratello Piero erano<br />
nati a Corte de’ Frati: Piero nel<br />
1917 e Angelo nel 1919.<br />
Nel 1930 i saveriani avevano<br />
aperto la casa di Grumone per <strong>il</strong><br />
ginnasio superiore. Per gli abitanti<br />
di Corte de’ Frati fu l’occasione<br />
di vedere nel loro paese<br />
qualche missionario. Non poté<br />
sfuggire all’attenzione la figura<br />
dignitosa e amab<strong>il</strong>e del rettore,<br />
p. Callisto Vanzin, così come<br />
non sfuggì al giovane Piero Calvi,<br />
che a quattordici anni faceva<br />
l’apprendista presso lo zio calzolaio<br />
provetto.<br />
abato 12 maggio, a Rivarolo<br />
Mantovano, paese natale<br />
di p. S<strong>il</strong>vestro Volta, è stato<br />
presentato “Il forte di Mwakete”,<br />
romanzo postumo scritto<br />
nel 1965 quando p. S<strong>il</strong>vestro,<br />
in qualità di medico, fu invitato<br />
in Tanzania a dirigere l’ospedale<br />
della diocesi di Mwanza.<br />
Lo sbarco a Shiberut nel 1954<br />
I missionari andavano in Cina<br />
a convertire i cinesi e quest’idea<br />
aveva affascinato <strong>il</strong> giovane Piero.<br />
Certamente ne parlò al suo<br />
parroco e questi al rettore della<br />
scuola di Grumone. Così, nel<br />
1933 Piero partì per la casa apostolica<br />
di Vicenza per diventare<br />
missionario, seguito due anni dopo<br />
dal fratello minore Angelo. I<br />
due fratelli celebrarono la prima<br />
Messa insieme <strong>il</strong> 1° marzo 1947.<br />
Poi, però, per sei anni rimasero<br />
divisi, fino al 1954 quando partirono<br />
per l’Indonesia, insieme a<br />
fratel Genesio Tosi.<br />
I saveriani erano arrivati in Indonesia<br />
nel 1951, cacciati dalla<br />
Cina. Erano in otto! Nel 1954<br />
decisero di inviare alcuni missionari<br />
nelle isole Mentawai, a 130<br />
ch<strong>il</strong>ometri da Sumatra, dove una<br />
popolazione ancora primitiva poteva<br />
aprirsi al vangelo. I pionieri<br />
furono p. Aurelio Canizzaro e i<br />
due fratelli Calvi. Padre Angelo<br />
scrisse: “Quando arrivammo, Siberut<br />
era uno stagno tra <strong>il</strong> mare e<br />
“Il forte di Mwakete”<br />
Il romanzo postumo di p. S<strong>il</strong>vestro Volta<br />
S<br />
re l’idea di un’umanità frag<strong>il</strong>e<br />
e fallib<strong>il</strong>e, eppure proprio<br />
per questo degna di amore,<br />
di considerazione, di pietà.<br />
Non è affatto automatico che un<br />
missionario, come lui fu a tutti<br />
gli effetti, allarghi <strong>il</strong> raggio<br />
d’azione della sua missione ai<br />
territori virtuali della coscienza.<br />
Eppure, è esattamente quello che<br />
emerge da questo romanzo.<br />
Attraverso tre generazioni, le<br />
vicende private di una famiglia<br />
si stagliano sullo sfondo di eventi<br />
e luoghi remoti (le due guerre<br />
mondiali e la colonia africana<br />
del Tanganika). Lo sguardo<br />
femmin<strong>il</strong>e che prevale rivela<br />
un grumo di angosce e frustrazioni,<br />
di piccole vittorie e grandi<br />
sconfitte, esito dello scontro<br />
Padre Luca ha partecipato alla presentazione del romanzo postumo di p. S<strong>il</strong>vestro<br />
Volta “Il forte di Mwakete”, a Rivarolo Mantovano; con lui c’era anche p. Sandro<br />
Parmiggiani. A destra, la copertina del libro postumo di p. Volta<br />
la collina. La nostra sede provvisoria<br />
era <strong>il</strong> magazzino di un<br />
mercante cinese dove regnavano<br />
i topi; c’era anche una capra e<br />
tanta puzza da morirne”.<br />
I primi dieci battesimi<br />
Il giorno dopo, sotto una tettoia<br />
improvvisata, i missionari<br />
stab<strong>il</strong>irono una cappella. Il pavimento<br />
era coperto da mezzo metro<br />
di sterco solidificato; la zona<br />
circostante era un acquitrino naturale,<br />
focolaio di malaria. Negli<br />
spazi asciutti, qualche palma di<br />
cocco. Oltre l’acquitrino, <strong>il</strong> mare<br />
e la foresta. Gli unici cristiani<br />
erano loro tre missionari. Ma a<br />
Natale, sotto l’improvvisata tettoia,<br />
i mentawaiani accorsero<br />
da ogni parte, in perizoma, con<br />
i fiori sui capelli e i tatuaggi in<br />
viso, sul petto e lungo le braccia.<br />
Tutti seguirono con curiosità le<br />
cerimonie della notte.<br />
a cura di p. A. LUCA, sx<br />
Storia di coscienza umana<br />
Il romanzo rappresenta un lascito<br />
di enorme importanza per<br />
valutare l’opera complessiva di<br />
p. S<strong>il</strong>vestro Volta. Prima di tutto,<br />
è un’opera costituita da eventi<br />
esistenziali, da volontà morale,<br />
da riflessione sull’uomo.<br />
Tutti i suoi scritti, che spaziano<br />
dalla saggistica alla letteratura,<br />
dimostrano dell’autodell’idealità<br />
con la realtà. Ne<br />
deriva una sorta di storia e geografia<br />
della coscienza umana,<br />
nella sua osc<strong>il</strong>lazione continua<br />
fra anima e psiche. Fa da perno<br />
<strong>il</strong> forte m<strong>il</strong>itare del titolo, con la<br />
sua lunga, persistente, simbolica<br />
ombra.<br />
Medico, missionario, scrittore<br />
S<strong>il</strong>vestro Volta, nato a Rivarolo<br />
Mantovano <strong>il</strong> 26 febbraio<br />
1910, morì a Parma <strong>il</strong> 31 ottobre<br />
1979. Fu missionario, medico,<br />
scrittore e f<strong>il</strong>osofo. La sua<br />
vocazione lo portò in Cina, in<br />
Africa, in America Latina - oppure<br />
in luoghi ancor più remoti<br />
come sono i recessi dell’uomo<br />
e dell’umanità. Chi lo definì<br />
esploratore instancab<strong>il</strong>e, non<br />
poté dimenticarne l’assiduità da<br />
buon pastore e apostolo.<br />
Qualificato curatore dei corpi<br />
nonché dell’anima, intraprese<br />
con la scrittura una sorta di prosecuzione<br />
del suo lavoro di ricerca<br />
umanistica e umanitaria. Più<br />
volte premiato per i suoi scritti,<br />
ci lascia opere che spaziano dalla<br />
narrativa al teatro, dalla psicologia<br />
alla f<strong>il</strong>osofia. “Il forte di<br />
Mwakete” è opera della maturità<br />
e rappresenta la sintesi della sua<br />
genialità di letterato e della sua<br />
ricchezza spirituale. ■<br />
Per informazioni e acquisto<br />
(20 €), www.fondazionesanguanini.it/scheda.<br />
asp?idprod=114&idpadrerif=<br />
I fratelli Calvi: p. Angelo (a sinistra) e<br />
p. Piero si sono ora riabbracciati in paradiso<br />
“Avevamo detto che quella era<br />
la notte in cui era nato un personaggio<br />
santo che si chiama Gesù.<br />
Dopo la Messa, parecchi ci dissero<br />
che volevano conoscere meglio<br />
Gesù e così organizzammo degli<br />
incontri. Si parlò del battesimo e<br />
qualche mamma lo chiese per <strong>il</strong><br />
suo bambino: in quella notte battezzammo<br />
dieci bambini”.<br />
Il ritorno in Italia<br />
Nel 1957, p. Angelo è a Padang,<br />
nella capitale di Sumatra<br />
e centro della missione dei saveriani.<br />
L’eccessivo lavoro e la<br />
malaria l’avevano costretto a<br />
rifugiarsi nella casa del vescovo.<br />
Quando p. Angelo riprese le<br />
forze fu mandato di nuovo nelle<br />
Mentawai, ma più a sud, a Shikakap,<br />
dove si voleva stab<strong>il</strong>ire<br />
un nuovo centro missionario.<br />
Vi rimase sei anni e vide fiorire<br />
<strong>il</strong> cristianesimo. I missionari<br />
cattolici avevano fatto un’ottima<br />
impressione sulla popolazione,<br />
ma sulle conversioni ebbero<br />
anche influenza le direttive del<br />
governo che riconosceva solo tre<br />
grandi religioni: islam, cattolicesimo<br />
e protestantesimo. Dopo sei<br />
anni venne mandato nella missione<br />
di Pekambaru a Sumatra,<br />
dove c’erano numerosi cristiani<br />
e scuole molto frequentate.<br />
Nel 1965, p. Angelo venne<br />
richiamato in Italia. A Parma<br />
è stato economo della casa, un<br />
lavoro um<strong>il</strong>e che egli portava<br />
avanti quasi senza dare nell’occhio.<br />
Di quel tempo si ricorda<br />
che era l’autista del rettore, p.<br />
Rosolino Rossi. Lo portava dovunque,<br />
con grande disponib<strong>il</strong>ità.<br />
Fu in uno di questi viaggi che<br />
p. Rossi morì.<br />
Padre Angelo allora venne<br />
mandato a Genova-Pegli come<br />
rettore della casa, sede di saveriani<br />
anziani o con poca salute. ■<br />
(continua nel riquadro)<br />
BONTà D’ ANIMO E DISPONIBILITà<br />
P. Angelo Calvi, missionario pioniere / 2<br />
p. A. LUCA, sx<br />
Nel 1983 p. Angelo scrive al superiore generale in risposta agli auguri<br />
ricevuti per <strong>il</strong> nuovo incarico e al ringraziamento per la disponib<strong>il</strong>ità<br />
dimostrata. “Sono io che devo ringraziare per la fiducia che mi<br />
avete dimostrato. Ho sempre amato tanto la congregazione e ben volentieri<br />
cerco di lavorare e di eseguire del mio meglio i compiti affidatimi;<br />
ma se credete bene che io mi metta in disparte per lasciare <strong>il</strong> posto<br />
ad altri confratelli, ditemelo con tutta libertà. Credo fermamente<br />
che la congregazione si può servire sempre, con eguale entusiasmo,<br />
in qualsiasi incombenza”.<br />
In seguito, p. Angelo fu trasferito a Tavernerio, prima rettore e poi<br />
economo, passando con semplicità da un compito all’altro. Verso la<br />
fine dell’anno scorso, p. Angelo aveva cominciato a soffrire di vari disturbi.<br />
Si è creduto opportuno portarlo alla casa madre di Parma per<br />
un’assistenza continua. Qui ha passato i suoi ultimi mesi di vita, soffrendo<br />
in s<strong>il</strong>enzio e in piena serenità. Un gruppo dei suoi compaesani<br />
è venuto a fargli visita, segno che si era fatto voler bene da tutti.<br />
Padre Angelo si è distinto per bontà d’animo, per un tratto gent<strong>il</strong>e<br />
che attirava le simpatie, per un amore intenso verso la sua famiglia missionaria<br />
e per uno zelo che lo<br />
rendeva sempre pronto a ogni<br />
impegno e a ogni fatica. Era<br />
modesto e um<strong>il</strong>e; è vissuto accanto<br />
ai confratelli con amab<strong>il</strong>ità<br />
e senza pretendere, anzi<br />
fuggendo ogni dimostrazione<br />
che lo mettesse in mostra.<br />
Ora nel cielo ha la sua ricompensa<br />
di servo buono e fedele<br />
che ha vissuto bene la sua giornata.<br />
Riposi nella pace!<br />
P. Angelo Calvi, saveriano di Corte de’<br />
Frati, con <strong>il</strong> superiore dei saveriani di<br />
Cremona p. Pierluigi, in una foto recente
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
DESIO<br />
20033 DESIO MB - Via Don M<strong>il</strong>ani, 2<br />
Tel. 0362 625035 - Fax 0362 624274<br />
E-ma<strong>il</strong>: desio@saveriani.it - C/c. postale 00358200<br />
8<br />
La festa dei popoli 2012<br />
Un appuntamento aperto al territorio<br />
L<br />
a festa dei popoli 2012,<br />
giunta alla 20ª edizione, si<br />
è tenuta presso la casa saveriana<br />
di Desio tra l’11 e <strong>il</strong> 13 maggio e<br />
come sempre ha richiamato tante<br />
persone. Il tema di quest’anno<br />
era: “Ricerca della pace tra cambiamenti<br />
e contraddizioni”.<br />
Il gruppo “Rete speranza” ha<br />
pensato alla cucina, ma per la<br />
prima volta la festa si è aperta alla<br />
città, grazie alla collaborazione<br />
del comitato di quartiere San<br />
Giovanni Battista, dell’associazione<br />
Calabresi e Grecani “Nicola<br />
Argiropulo”, del Giardino<br />
della legalità, dell’università del<br />
tempo libero, di Legambiente.<br />
È stata la dimostrazione di come<br />
questo appuntamento sia diventato<br />
veramente un punto di<br />
incontro e di coinvolgimento di<br />
molte realtà del territorio.<br />
La marcia della pace a Desio<br />
La festa dei popoli è anche e<br />
soprattutto festa dell’incontro e<br />
della conoscenza delle realtà locali<br />
con le quali dialogare, per<br />
MATTEO TRABATTONI<br />
“Se prendo le ali dell’aurora...”<br />
Dalla Brianza in partenza per <strong>il</strong> Congo<br />
N<br />
el salmo 138 leggiamo:<br />
“Se prendo le ali dell’aurora<br />
per abitare all’estremità del<br />
mare, anche là mi guida la tua<br />
mano”. Il contesto è l’amore infinito<br />
di Dio: se anche noi volessimo<br />
scappare da Dio, Lui ci<br />
è sempre accanto. Mi piace leggere<br />
queste parole in un ambito<br />
“personale”, legato alla situazione<br />
che sto vivendo.<br />
Un pezzo di strada insieme<br />
Sono arrivato a Desio a settembre<br />
2009 per sostituire p. Claudio<br />
Codenotti che partiva per <strong>il</strong><br />
Giappone. Ora è arrivato anche<br />
per me <strong>il</strong> momento di una<br />
nuova destinazione: <strong>il</strong> Congo.<br />
Tre anni sono passati<br />
in fretta! Ho avuto alcune<br />
difficoltà, specialmente<br />
nel “passaggio delle consegne”,<br />
che è stato troppo veloce.<br />
All’inizio, conoscere<br />
le persone e i vari gruppi, e<br />
organizzare le attività, non<br />
è stato semplice.<br />
Ringrazio tutti della pazienza<br />
avuta per farmi entrare<br />
con serenità nel percorso<br />
già compiuto, per dare<br />
una continuità nel cambiamento.<br />
Abbiamo fatto<br />
tante cose (servizio presso<br />
le suore di Madre Teresa,<br />
festa missionaria per gli<br />
giungere a un obiettivo comune,<br />
ovvero, la “ricerca della pace<br />
tra cambiamenti e contraddizioni”<br />
che <strong>il</strong> nostro territorio sta<br />
attraversando. Da anni ormai la<br />
festa dei popoli è una presenza<br />
costante e significativa nella<br />
vita della città, tanto più che<br />
quest’anno l’amministrazione<br />
comunale ha voluto far rientrare<br />
la festa tra le iniziative della<br />
rassegna “Culturando”, dedicata<br />
alla multiculturalità.<br />
Anche la ventesima edizione<br />
della festa ha avuto diversi momenti<br />
clou. Il primo è stata la<br />
partecipazione alla “marcia della<br />
pace”, tenutasi per le strade<br />
di Desio <strong>il</strong> pomeriggio di sabato<br />
12 maggio: numerosi cittadini,<br />
associazioni e gruppi, rappresentanti<br />
delle comunità straniere<br />
presenti sul territorio, hanno<br />
sf<strong>il</strong>ato assieme per la città. Pakistani<br />
e giapponesi, rumeni e<br />
italiani, uno accanto all’altro,<br />
hanno portato una vera testimonianza<br />
di pace per le strade di<br />
Desio.<br />
oratori, collaborazione nei decanati,<br />
incontri dei giovani cristiani<br />
e musulmani…) e tante ne rimangono<br />
da fare per animare la<br />
Brianza.<br />
Ringrazio <strong>il</strong> Signore per questo<br />
periodo di animazione missionaria<br />
trascorso qui. Ho capito quanto<br />
ci sia bisogno di giovani che si<br />
interessino delle missioni; quanta<br />
sete c’è di fare qualcosa per le<br />
missioni e anche di intraprendere<br />
nuove strade “missionarie”.<br />
Padre Stefano Della Pietra, nella foto con p. Claudio Codenotti,<br />
dopo tre anni lascia la comunità saveriana di Desio;<br />
a fine anno raggiungerà la missione in Congo<br />
La Messa sotto <strong>il</strong> tendone<br />
Il momento più importante di<br />
tutto <strong>il</strong> weekend è stata, senza<br />
dubbio, la celebrazione Eucaristica<br />
di domenica mattina, celebrata<br />
da p. Ernesto Moriel che,<br />
causa maltempo, si è svolta sotto<br />
<strong>il</strong> tendone anziché all’aperto, e<br />
che ha visto una grande affluenza<br />
di fedeli nonostante <strong>il</strong> violento<br />
acquazzone.<br />
Davanti all’altare improvvisato,<br />
risaltava una grande croce<br />
missionaria, sulla quale era stata<br />
posta la frase “Date testimonianza”,<br />
monito a tutti i fedeli di<br />
essere i primi “missionari” della<br />
parola del Signore. Questo monito<br />
è stato accolto con la preghiera<br />
dei fedeli in diverse lingue,<br />
a sottolineare <strong>il</strong> messaggio<br />
di universalità della preghiera. Il<br />
coro della parrocchia di san Giovanni<br />
Battista ha accompagnato<br />
i canti dell’assemblea..<br />
Il messaggio finale, letto da p.<br />
Stefano, partente per <strong>il</strong> Congo, è<br />
stato un invito a rispondere “sì”<br />
alla chiamata per la missione, in<br />
p. STEFANO DELLA PIETRA, sx<br />
“Farò dono di voi<br />
ai congolesi”<br />
Le parole del salmo, “Se prendo<br />
le ali dell’aurora per abitare<br />
all’estremità del mare...”, mi<br />
fanno venire in mente <strong>il</strong> viaggio:<br />
<strong>il</strong> viaggio verso l’Italia dopo<br />
l’esperienza in missione; <strong>il</strong> viaggio<br />
verso <strong>il</strong> Congo dopo l’esperienza<br />
in Italia. È un viaggio sulle<br />
“ali dell’aurora”, sulle ali della<br />
vita e della storia… È un viaggio<br />
aperto al futuro: non so dove<br />
mi porta <strong>il</strong> vento. Ma una cosa<br />
so: “anche là mi guida la tua<br />
mano”. Già, dovunque mi trovi,<br />
la mano di Dio mi guida. Mi ha<br />
guidato a Desio, mi guiderà in<br />
Congo!<br />
Le esperienze vissute in questi<br />
anni in Italia faranno da<br />
base per le prossime. Sono<br />
sicuro che quando sarò in<br />
Congo, ricorderò tutti voi,<br />
perché ogni incontro è un<br />
dono di Dio. Perciò penso<br />
di essere chiamato anche a<br />
fare dono di voi a coloro ai<br />
quali sono mandato.<br />
Ringrazio tutti coloro<br />
che hanno fatto un po’ di<br />
strada con me in questi anni.<br />
In particolare, mi piace<br />
ricordare l’esperienza<br />
di amicizia con alcune famiglie<br />
musulmane che frequentano<br />
la casa dei saveriani.<br />
Arrivederci a tutti. Ci<br />
vediamo in Congo! ■<br />
Raggi colorati, segno di speranza e rinascita del pianeta terra: uno dei gesti significativi<br />
della festa dei popoli organizzata dai saveriani di Desio<br />
qualunque modo e in qualunque<br />
situazione.<br />
Raggi colorati di speranza<br />
Un altro momento importante<br />
della festa è stato <strong>il</strong> gesto della<br />
pace, organizzato dal gruppo dei<br />
giovani cristiani e musulmani,<br />
con la collaborazione di Legambiente.<br />
È stato lanciato un gesto<br />
di provocazione, ricordando alcuni<br />
aspetti preoccupanti, come<br />
la fame nel mondo, l’inquinamento,<br />
la costruzione di una diga<br />
in Argentina, che ha costretto<br />
gli indio ad abbandonare la propria<br />
terra.<br />
Così, dal palco, sono partiti<br />
dei raggi colorati in segno di<br />
speranza e di rinascita per questo<br />
nostro pianeta. Dobbiamo essere<br />
seminatori di pace. E quale<br />
miglior gesto, se non <strong>il</strong> dono di<br />
un sacchettino con piccoli semi?<br />
È stato piantato nel giardino un<br />
albero di cachi che, nella cultura<br />
giapponese, sta a indicare la<br />
rinascita.<br />
Sono stati tre giorni di servizio<br />
e di festa, di gioia e riflessione.<br />
Abbiamo dormito poco, ma la<br />
gioia di vivere l’evento in pieno<br />
è una sensazione bellissima, che<br />
carica di energie nuove. L’appuntamento<br />
è per l’anno prossimo!<br />
■<br />
L’Eucaristia per la festa dei popoli 2012<br />
è stata celebrata da p. Ernesto Moriel<br />
sotto <strong>il</strong> tendone causa maltempo, ma<br />
la partecipazione è stata numerosa<br />
PADRE ROSaRIO SALUTA TUTTI<br />
PAOLA FARINA<br />
Il rettore dei saveriani p. Rosario Giannattasio<br />
ha lasciato Desio per Parma, dove ha sede<br />
la casa madre, per svolgere un servizio importante:<br />
è stato nominato superiore dei saveriani<br />
per l’Italia. “Mi dispiace lasciare Desio”,<br />
ammette.<br />
Originario di Salerno, dopo un’esperienza<br />
di missione in Colombia e diversi anni trascorsi<br />
a Brescia, p. Rosario era arrivato a Desio<br />
due anni e mezzo fa. “L’impatto non è stato<br />
fac<strong>il</strong>e”, confessa. “Ma sono bastati pochi mesi,<br />
per conoscere persone aperte, in grado di<br />
mettersi in gioco. Lascio amici e compagni di<br />
cammino. Abbiamo lavorato insieme condividendo<br />
valori comuni”. Diverse le iniziative<br />
promosse: “È stato molto importante <strong>il</strong> dialogo<br />
con gli amici musulmani; siamo cresciuti Padre Rosario ha lasciato<br />
nel dialogo e nel rispetto reciproco; abbiamo Desio e ora è a Parma<br />
fatto un bel cammino di fede”.<br />
Padre Rosario è soddisfatto anche dell’organizzazione della festa<br />
dei popoli, che si tiene tutti gli anni a maggio. “Con <strong>il</strong> tempo, è diventata<br />
la festa della città. Con <strong>il</strong> sindaco Roberto Corti e l’assessore<br />
Cristina Redi abbiamo lavorato bene. Sono contento della sensib<strong>il</strong>ità<br />
dimostrata dall’amministrazione e sono soddisfatto per i tanti volontari<br />
che ci hanno aiutato”.<br />
Un’altra soddisfazione è stata l’accoglienza ai profughi. “È stata<br />
una tappa per crescere, anche se meno appariscente rispetto ad altre<br />
iniziative. Auguro ai Desiani di proseguire su questa strada: la chiesa<br />
è bella quando è formata da religiosi e laici che lavorano in sinergia.<br />
A tutti gli amici della Brianza dico di rimanere sempre aperti al vangelo<br />
e alla vita”.<br />
Diamo <strong>il</strong> “benvenuto” a p. Carmelo Boesso, nominato rettore della<br />
comunità saveriana di Desio. Padovano di nascita, era rettore a Udine.<br />
Nei prossimi mesi lui stesso si presenterà ai lettori e amici.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
FRIULI<br />
33100 UDINE UD - Via Monte S. Michele, 70<br />
Tel. 0432 471818 - E-ma<strong>il</strong>: udine@saveriani.it<br />
- C/c. postale 210336<br />
8<br />
Una lettera dal Camerun<br />
Ho ripreso <strong>il</strong> bastone del pellegrino<br />
C<br />
ari amici, mi trovo di nuovo<br />
in sede, a Douala, dopo<br />
diversi mesi di viaggi. Continuo<br />
<strong>il</strong> mio servizio di animazione e<br />
di coordinamento delle comunità<br />
saveriane in Camerun e in<br />
Ciad. Il capitolo dei saveriani in<br />
Camerun mi ha chiesto di continuare<br />
per altri quattro anni. Non<br />
era certo nelle mie aspirazioni,<br />
ma ho accettato perché ho sentito<br />
l’unanimità dei miei confratelli<br />
e perché vorrei far andare<br />
avanti alcuni “cantieri” messi in<br />
piedi. E ho ripreso <strong>il</strong> bastone del<br />
pellegrino.<br />
p. ARMANDO COLETTO, sx<br />
Consiglieri giovani e bravi<br />
Febbraio e marzo li ho passati<br />
in Ciad; c’era un bisogno nella<br />
nostra comunità di Bongor (da<br />
dove sono stato “rapito” quattro<br />
anni fa). Ne ho approfittato<br />
anche per visitare le comunità<br />
saveriane del Ciad e del Camerun<br />
settentrionale. Devo farlo<br />
due volte all’anno, per seguire<br />
la vita e i problemi da vicino. È<br />
sempre una bella esperienza <strong>il</strong><br />
contatto ravvicinato con i miei<br />
confratelli missionari e con la<br />
loro vita concreta.<br />
In quel periodo si è tenuta anche<br />
la nostra riunione di “consiglio”,<br />
cha ha luogo tre volte<br />
l’anno: nel governo della regione<br />
saveriana sono infatti assistito<br />
da quattro confratelli, nuovi di<br />
zecca, tutti giovani e bravissimi!<br />
È <strong>il</strong> momento di prendere alcune<br />
decisioni concrete e orientamenti<br />
sulla missione, sulle persone e<br />
su certe situazioni delicate. Poi,<br />
tocca a me applicare i provvedimenti<br />
e gli orientamenti presi.<br />
Il cristianesimo in Ciad<br />
Un’esperienza nuova che ho<br />
vissuto è stata la partecipazione<br />
a un’assemblea speciale, quella<br />
dei responsab<strong>il</strong>i di tutte le congregazioni<br />
religiose presenti in<br />
Ciad. Eravamo una quarantina<br />
di persone. Ho ascoltato le preoccupazioni<br />
maggiori, condivise<br />
da tutti coloro che lavorano da<br />
anni nell’evangelizzazione e nella<br />
promozione umana in questa<br />
nazione.<br />
Il cristianesimo è minoritario<br />
rispetto alle religioni tradizionali<br />
e all’islam, e ha difficoltà a<br />
diffondersi nelle culture locali:<br />
<strong>il</strong> legame tra la fede e la vita è<br />
spesso molto frag<strong>il</strong>e. C’è poca<br />
incidenza sulle realtà sociali e<br />
Appuntamento da non perdere<br />
Il 23 settembre a Udine festa dei famigliari p. FIORENZO RAFFAINI, sx<br />
Q<br />
uando penso alla festa dei<br />
famigliari dei saveriani<br />
friulani la mente corre lontano,<br />
al giorno in cui ho messo piede<br />
nella casa di via Monte San<br />
Michele. Qui ho iniziato la mia<br />
attività di animatore vocazionale<br />
girando nelle scuole e nelle<br />
parrocchie dove ho incontrato<br />
centinaia di ragazzi e famiglie.<br />
Qualcuno di loro è arrivato fino<br />
al sacerdozio.<br />
Ho incontrato anche i parenti<br />
di chi era già missionario, come<br />
Teresa, mamma di p. Ermanno<br />
Ferro, Grazia Maria, mamma di<br />
p. Mario Cruder, i fratelli di p.<br />
Pio Devoti, mio insegnante in<br />
teologia, e altri ancora.<br />
Una storia per ogni famiglia<br />
Non posso dimenticare i genitori,<br />
i fratelli e le sorelle dei miei<br />
compagni di teologia a Parma,<br />
tra i quali Clemente e Maria, genitori<br />
del compianto p. Roberto<br />
Dal Forno, e Rosa, mamma di p.<br />
Claudio Marano che è stata fino<br />
in Burundi per visitare <strong>il</strong> figlio…<br />
C’è poi Maria Rom<strong>il</strong>da, mamma<br />
di p. Em<strong>il</strong>io Iurman, pescato da<br />
p. Gianni Pedrotti a Scale di<br />
Grimacco sul confine con la ex<br />
Jugoslavia, dove papà Faustino<br />
aveva dei terreni; Dino, papà di<br />
p. Edi Foschiatto, che con sorriso<br />
sornione mi ha offerto del<br />
picolit e poi mi ha osservato per<br />
vedere se capivo cosa stessi bevendo.<br />
Con i fratelli di p. Paolo Codutti,<br />
mio compagno di missione<br />
a Shabunda in Congo, abbiamo<br />
spesso fatto discorsi impegnativi<br />
sulla chiesa e la missione.<br />
Indimenticab<strong>il</strong>e è la cara figura<br />
di p. Renzo Bon, conosciuto a<br />
K<strong>il</strong>iba nel 1976: suo papà Ercole<br />
era vig<strong>il</strong>e urbano a Udine,<br />
mentre mamma Valburga l’ha<br />
accompagnato per anni con le<br />
sue preghiere. C’era <strong>il</strong> papà di<br />
p. Lorenzo Mattiussi, Celestino,<br />
da cui si andava ad aggiustare i<br />
legamenti…<br />
Legami forti come i friulani…<br />
Ciò che più mi ha colpito in<br />
questi anni è <strong>il</strong> legame che si è<br />
creato tra queste persone: un legame<br />
di amicizia, solidarietà e<br />
preghiera. Molti sono già volati<br />
in paradiso e queste circostanze<br />
hanno unito ancora di più la<br />
grande famiglia dei famigliari<br />
dei missionari friulani con belle<br />
iniziative, come l’incontro mens<strong>il</strong>e<br />
di preghiera nella casa di<br />
Udine. Nel momento di lutto e<br />
dolore, è straordinaria la solidarietà<br />
delle altre famiglie, che non<br />
fanno mai mancare vicinanza e<br />
sostegno.<br />
Durante la festa annuale c’è<br />
un clima che sprigiona sincera<br />
attenzione e simpatia per un<br />
ideale che ha apparentato tutti<br />
in un legame forte e sincero di<br />
condivisione cristiana, di impegno<br />
d’amore verso tutti: l’ideale<br />
missionario.<br />
Questo ideale, che è anche uno<br />
st<strong>il</strong>e di vita, ha permeato e tras<strong>formato</strong><br />
la vita di tutti, parenti,<br />
figli, fratelli, nipoti e missionari.<br />
Grazie di cuore per questo impagab<strong>il</strong>e<br />
dono.<br />
■<br />
L’appuntamento con i famigliari dei saveriani friulani è per domenica 23 settembre 2012; non mancate, vi aspettiamo numerosi!<br />
Il friulano p. Armando Coletto, secondo a sinistra, è stato riconfermato superiore<br />
dei saveriani in Camerun e Ciad: con lui collabora una squadra nuova di zecca!<br />
politiche. Ma se l’analisi è chiara,<br />
le strategie da seguire sono<br />
meno evidenti: bisogna continuare<br />
a cercare.<br />
Dopo la grande veglia di Pasqua,<br />
con battesimi e celebrazione<br />
di matrimoni, mi sono<br />
rimesso in strada per tornare in<br />
Camerun verso Yaoundé e Douala,<br />
passando per le comunità<br />
di Bafoussam, dove abbiamo<br />
anche una quindicina di giovani<br />
che si preparano a diventare<br />
missionari. Ci vuole una giornata<br />
intera di corriera nel migliore<br />
dei casi, e una nottata in treno<br />
per arrivare alla capitale Yaoundé.<br />
Ormai conosco <strong>il</strong> percorso<br />
a memoria… Tutto è andato per<br />
<strong>il</strong> meglio, anche se la fatica si<br />
fa sentire, così come la voglia<br />
di tornare alla base per fermarsi<br />
un po’.<br />
L’umanità cresce con l’unità<br />
A Yaoundé ho partecipato a<br />
un altro incontro con un gruppo<br />
di religiosi e religiose. Stiamo<br />
cercando di mettere in piedi un<br />
osservatorio nazionale per la<br />
giustizia e la pace. L’avevo proposto<br />
l’anno scorso; l’idea ha<br />
fatto <strong>il</strong> suo cammino e quest’anno<br />
alcuni istituti hanno aderito.<br />
Si tratta di un gruppetto di persone<br />
che segue gli avvenimenti<br />
più significativi del Paese sotto<br />
l’aspetto dei diritti umani, della<br />
gestione politica ed economica,<br />
per fornire ai religiosi materiale<br />
documentato per un’analisi della<br />
situazione, per la formazione<br />
delle coscienze e anche per denunciare<br />
eventuali derive... La<br />
sensib<strong>il</strong>ità è ancora debole in<br />
questo campo e si rischia di farsi<br />
complici di certe situazioni a<br />
causa del s<strong>il</strong>enzio.<br />
Come vedete, le riunioni non<br />
mancano, sperando che servano<br />
a qualcosa, a far crescere l’intesa<br />
e <strong>il</strong> lavoro fatto insieme, la fraternità<br />
e <strong>il</strong> regno di Dio, come<br />
si dice nel linguaggio biblico.<br />
L’umanità cresce nella misura in<br />
cui cresce l’unità. ■<br />
BISOGNa CREDERE... PRATICAMENTE!<br />
san GUIDO CONFORTI<br />
Abbiamo ricevuto l’abito santo della fede nel giorno del nostro battesimo,<br />
ma questo abito è necessario perfezionarlo con l’esercizio degli<br />
atti relativi, per cui la fede nostra da abituale che è, deve diventare<br />
attuale, informando e vivificando tutti gli atti della nostra vita. Non<br />
basta avere la fede per essere giustificati al cospetto del Signore; ma è<br />
necessario vivere la vita della fede, che si manifesta nelle opere.<br />
Vivere la vita della fede vuol dire giudicare ogni cosa secondo i suoi<br />
infallib<strong>il</strong>i comandi, approvare ciò che essa approva e condannare ciò<br />
che essa condanna. Non basta credere, ma bisogna vivere in conformità<br />
della propria fede, interrogarla in tutti gli incontri, in tutte le contingenze<br />
della vita e regolarsi non secondo l’andazzo del tempo, non secondo<br />
le esigenze delle passioni sregolate, ma secondo i suoi insegnamenti,<br />
con la persuasione di seguire la verità e di praticare la giustizia.<br />
Non basta credere speculativamente, ma bisogna anche credere<br />
praticamente, vale a dire senza arrossire di fronte agli scettici e ai miscredenti.<br />
È necessario che la fede informi tutti i pensieri della nostra<br />
mente, tutti gli affetti del nostro cuore. È necessario che la nostra vita<br />
e le nostre opere siano l’eco della nostra fede. Non basta che l’immagine<br />
adorab<strong>il</strong>e del Crocifisso adorni le pareti delle nostre case perché<br />
si possa dire che là regna Cristo. È necessario di più: che <strong>il</strong> suo spirito<br />
santifichi i membri delle nostre famiglie.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
MACOMER<br />
08015 MACOMER NU - Via Toscana, 9<br />
Tel. 0785 70120 - Fax 0785 70706<br />
E-ma<strong>il</strong>: saverianisardegna@tiscali.it - C/c. postale 207084<br />
Sulle orme di un “santo vivente”<br />
8<br />
Pellegrinaggio a Laconi con amici e delegate p. DINO MARCONI, sx<br />
I<br />
l 2 giugno s’è svolto<br />
l’annuale pellegrinaggio<br />
missionario degli amici e delle<br />
delegate missionarie a Laconi<br />
(Nuoro), <strong>il</strong> paese natale di<br />
sant’Ignazio (1701-1781). Chi<br />
è partito da Cagliari è passato<br />
anche da Gesturi, paese natale<br />
del beato fra Nicola da Gesturi<br />
(1882-1958), oltre che del saveriano<br />
p. Ferdinando Abis, attualmente<br />
missionario in Indonesia.<br />
Possiamo dire che siamo passati<br />
sulle orme di due santi cappuccini,<br />
vissuti in tempi diversi,<br />
ma entrambi questuanti per le<br />
vie di Cagliari e nei paesi agricoli<br />
dove si sono sv<strong>il</strong>uppati i Monti<br />
granatici.<br />
La Sardegna del settecento<br />
La scrittrice Grazia Deledda<br />
definì fra Ignazio da Laconi<br />
“l’uomo più ricordato del settecento<br />
sardo”. In quel tempo,<br />
la vita economica e sociale dei<br />
sardi era ostacolata da insistenti<br />
carestie e malattie, oltre che<br />
dall’isolamento. Per evitare<br />
l’usura sulle sementi, nel sette-<br />
cento si diffusero i Monti granatici,<br />
istituzioni consorziali<br />
agricole che, prestando <strong>il</strong> grano<br />
senza strozzinaggio, costituivano<br />
una risposta efficace alle<br />
condizioni naturali e sociali della<br />
Sardegna di allora.<br />
Significativa è la testimonianza<br />
del pastore protestante Giuseppe<br />
Feus, cappellano del reggimento<br />
di fanteria tedesco in Sardegna,<br />
che nel 1773 scriveva a un amico<br />
in Germania: “Noi vediamo<br />
mendicare tutti i giorni un santo<br />
vivente, un frate cappuccino che<br />
pare abbia fatto molti miracoli,<br />
acquistando la venerazione dei<br />
suoi corregionali”.<br />
Carità, ma solo<br />
quella “giusta”<br />
In noviziato, fra Ignazio aveva<br />
imparato lo spirito francescano<br />
degli um<strong>il</strong>i e faticosi servizi<br />
per la comunità e per i bisognosi<br />
quando, salendo le scale con una<br />
pesante anfora d’acqua, domandò<br />
aiuto alla Madonna esposta<br />
sulla scala. La Madre di Gesù gli<br />
ricordò la sofferenza del Figlio<br />
Saluto la bella Sardegna<br />
Dopo sei anni intensi torno in Africa<br />
S<br />
aluto tutte le persone incontrate<br />
in questi sei anni,<br />
veloci e intensi trascorsi in terra<br />
di Sardegna, con questa convinzione:<br />
“la missione è sempre<br />
un dono di grazia del Signore!”.<br />
Non guardo indietro, ma mi lancio<br />
verso <strong>il</strong> futuro che si chiama<br />
per me: repubblica democratica<br />
del Congo, in Africa.<br />
Protagonista della missione<br />
non sono io ma Dio, che è lì da<br />
sempre, e ora mi sta aspettando<br />
per riabbracciarmi nel volto di<br />
tanti fratelli e sorelle congolesi,<br />
perché anch’io possa continuare a<br />
dare <strong>il</strong> mio contributo all’avvento<br />
del suo regno! Mi butto in questa<br />
avventura “fidandomi di Dio”,<br />
cercando di testimoniare l’amore<br />
che Lui ha per ciascuno di noi!<br />
Confermo: non è fac<strong>il</strong>e!<br />
Certamente i sentimenti che riempiono<br />
<strong>il</strong> mio cuore in quest’ultimo<br />
periodo, sono tanti: alcuni<br />
sono anche contrastanti, ma penso<br />
siano tutti veri! Pensavo che<br />
“sarebbe stato più fac<strong>il</strong>e” partire<br />
questa volta, visto che è un ritorno<br />
alla missione che ho già conosciuto<br />
e in cui ho già lavorato.<br />
Ma non è proprio così! Sento<br />
<strong>il</strong> distacco dai legami, dalle persone,<br />
dai tanti giovani che ho incontrato<br />
in questi anni: cammini<br />
di formazione missionaria, esperienze<br />
condivise, momenti di festa<br />
e di preghiera; momenti anche<br />
diffic<strong>il</strong>i, ma tutti significativi!<br />
Ringrazio tutti, per avermi accolto<br />
e sopportato, e per aver<br />
condiviso con me un tratto di<br />
strada! Nel mio piccolo ho cercato<br />
di “contagiare” con la passione<br />
per la missione! Non so se<br />
ci sono riuscito, ma di sicuro ci<br />
ho provato! Grazie ai confratel-<br />
Padre Roberto Salvadori, dopo sei anni lascia<br />
la Sardegna per tornare in Congo Rd<br />
in croce. Fra Ignazio ha vissuto<br />
lo spirito francescano percorrendo<br />
le strade di Cagliari come<br />
questuante della carità, donata e<br />
ricevuta.<br />
Nelle raffigurazioni, Ignazio<br />
porta in spalla la bisaccia bianca<br />
del frate questuante, compito<br />
che i superiori gli avevano affidato<br />
nel 1741. Ma lui rifiutava<br />
ogni elemosina che fosse frutto<br />
di ingiustizia. Si racconta che<br />
<strong>il</strong> santo frate non si recasse a<br />
elemosinare da un certo Gioacchino<br />
Franchino, arricchitosi<br />
con l’usura. Dopo le lamentele<br />
dell’interessato con <strong>il</strong> guardiano<br />
del convento, fra Ignazio per<br />
obbedienza si recò a questuare<br />
anche da lui, ma in strada dalla<br />
sua bisaccia cominciò a colare<br />
sangue.<br />
Portando la bisaccia ai piedi<br />
del padre guardiano, gli disse:<br />
“Ecco <strong>il</strong> sangue dei poveri!”.<br />
La bisaccia insanguinata di fra<br />
Ignazio da Laconi e i Monti<br />
granatici ancor oggi ci invitano<br />
all’impegno della solidarietà e<br />
della carità genuina.<br />
p. ROBY SALVADORI, sx<br />
li della comunità saveriana che<br />
mi hanno sempre voluto bene;<br />
grazie a coloro che si sono fidati<br />
di me; grazie a coloro che hanno<br />
pregato per me! Quando sono<br />
arrivato dalla missione, qualcuno<br />
mi aveva detto che la Sardegna<br />
ha qualcosa di unico e particolare<br />
e che non sarebbe stato<br />
fac<strong>il</strong>e “lasciarla”! Devo confermare<br />
questa piccola “profezia”.<br />
Grazie, caro popolo sardo!<br />
La Sardegna è bellissima, lo<br />
sappiamo. Ma ancor di più la<br />
gente sarda, attaccata alla propria<br />
terra e fiera di esserlo! Gente<br />
generosa e accogliente, gente<br />
di cuore, che affronta le difficoltà<br />
della vita con molta dignità<br />
e sa sempre “rimboccarsi le maniche”!<br />
Grazie per questa vostra<br />
testimonianza di vita. E grazie a<br />
Dio perché ci ha fatto incontrare,<br />
amare e sognare insieme!<br />
La vita deve andare avanti e<br />
continueremo a viverla. Tutti noi<br />
vogliamo farlo con gioia, apertura<br />
e desiderio di annunciare e testimoniare<br />
la presenza di Cristo<br />
che tutto può, tutto vuole e tutto<br />
ama, anche attraverso di noi!<br />
Buona missione a tutti! Con affetto<br />
e profonda riconoscenza, un<br />
abbraccio forte! “Mungu awabariki”<br />
- Dio vi benedica! ■<br />
Delegate missionarie e amici dei saveriani in Sardegna <strong>il</strong> 2 giugno,<br />
in pellegrinaggio a Laconi, paese natale del santo francescano fra Ignazio<br />
La Messa e la visita<br />
al parco<br />
A Laconi, nella tarda mattinata,<br />
abbiamo fatto la salita in<br />
corteo fino alla chiesa dei cappuccini<br />
con le bandiere dei paesi<br />
delle nostre missioni e la meditazione<br />
di p. Virginio. La Messa<br />
è stata celebrata nella chiesetta<br />
dell’oasi francescana da p. Roberto<br />
Salvadori.<br />
Nel pomeriggio abbiamo visitato,<br />
dietro la casa natale di fra<br />
Ignazio, <strong>il</strong> parco di Aymerich<br />
con i resti del castello degli ultimi<br />
signori di Laconi del ‘700,<br />
con le sue grotte, cascatelle e<br />
laghetti. Il cancello del giardino<br />
botanico nascondeva la curva,<br />
ad angolo retto, del sentiero di<br />
uscita dal parco e invitava a perdersi<br />
nei sentieri, ripercorrendo<br />
lo stesso tratto varie volte.<br />
Dobbiamo le nostre scuse a Rita<br />
M<strong>il</strong>ia, che per la fretta non è stata<br />
attesa dall’autobus. Ci impegniamo<br />
a rifare <strong>il</strong> pellegrinaggio in auto<br />
con lei e la sua amica. ■<br />
UnA BELLA GIORNATA INSIEME<br />
Immagini del pellegrinaggio a Laconi<br />
Sole, sorrisi, preghiera e bandiere sono state<br />
le caratteristiche del pellegrinaggio 2012 a Laconi.<br />
p. D. MARCONI, sx<br />
Padre Roberto Salvadori durante l’omelia nell’oasi francescana di<br />
Laconi, ai pellegrini amici e delegate.<br />
Padre Giuseppe<br />
Marzarotto<br />
con l’ostensorio;<br />
dietro a lui padre<br />
Simoncelli e<br />
padre Marconi.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
MARCHE<br />
60129 ANCONA AN - Via del Castellano, 40<br />
Tel. 071 895368 - Fax 071 2812639<br />
E-ma<strong>il</strong>: ancona@saveriani.it - C/c. postale 330605<br />
8<br />
Un appuntamento sempre atteso<br />
Alla festa dei benefattori, offrendo se stessi<br />
S<br />
apere che un evento si verificherà<br />
“perché c’è sempre<br />
stato” ai bambini piace. È un<br />
punto fermo che dà sicurezza,<br />
attorno al quale ruotano le tante<br />
variab<strong>il</strong>i di ogni momento. Per<br />
gli anziani, invece, costituisce<br />
uno dei p<strong>il</strong>astri e non può mancare,<br />
altrimenti viene a crollare<br />
un pezzetto della loro vita.<br />
Le due mani di Dio<br />
Ritiro con adolescenti anconetani<br />
S’<br />
DIARIO DELLA COMUNITà<br />
SPAZIO GIOVANI<br />
è svolto a inizio maggio<br />
l’incontro di due giorni<br />
con circa 30 adolescenti della<br />
diocesi di Ancona che ogni tanto<br />
si incontrano dai saveriani. Il<br />
tema dell’incontro era racchiuso<br />
in una domanda: “Che cosa è la<br />
sessualità?”. Si è trattato quindi<br />
di approfondire un argomento<br />
molto importante per i ragazzi<br />
di oggi.<br />
Che cos’è la sessualità?<br />
Dopo una breve presentazione<br />
reciproca, tanto per conoscerci<br />
meglio, abbiamo lanciato <strong>il</strong> tema<br />
attraverso provocazioni che<br />
partivano da spot pubblicitari sul<br />
modo in cui si parla di sessualità<br />
nei mezzi di comunicazione.<br />
Padre Piermario Tassi serve ai<br />
tavoli durante la festa dei benefattori<br />
che si è tenuta nella<br />
casa dei saveriani di Ancona<br />
Abbiamo analizzato come la<br />
televisione, i giornali e le riviste<br />
usano e mettono in mostra<br />
<strong>il</strong> corpo, parlano e intendono la<br />
sessualità, e come i ragazzi stessi<br />
la intendono. Il confronto ha<br />
permesso di renderci conto di<br />
quanta confusione regni tra gli<br />
adolescenti sull’argomento, soprattutto<br />
tra sessualità e sesso,<br />
tra istinti e affetti...<br />
Un momento interessante è<br />
stato quando è stato chiesto ai<br />
ragazzi e alle ragazze separatamente<br />
di esprimere un’opinione<br />
su chi è un “maschio vero” e chi<br />
è una “femmina vera”. Questa<br />
attività ha messo in luce un paragone<br />
con <strong>il</strong> quale noi pensiamo<br />
di capire chi siamo, soprattutto<br />
Alcuni adolescenti di Ancona con p. Tonini durante i lavori di gruppo<br />
della due giorni che si è tenuta presso i saveriani<br />
ILARIA BASTIANELLI<br />
Così è la festa dei benefattori<br />
nella comunità dei saveriani ad<br />
Ancona. Sapere di ritrovarsi ogni<br />
anno, scambiare le immancab<strong>il</strong>i<br />
quattro chiacchiere, celebrare<br />
p. SERGE TCHATCHE, sx<br />
in confronto con l’altro. Cioè:<br />
“Sono maschio perché tu sei<br />
femmina” o viceversa. La giornata<br />
di sabato si è chiusa con<br />
momenti di gioco e con la preghiera<br />
della sera.<br />
Come le due mani<br />
del dipinto<br />
La domenica è iniziata sulle<br />
note della canzone: “Ora vado<br />
sulla mia strada con l’amore tuo<br />
che mi guida, o Signore ovunque<br />
io vada, resta accanto a me”. Con<br />
queste parole abbiamo approfondito<br />
la domanda che si cela sotto<br />
la sicurezza di sapere che cosa è<br />
la sessualità: “Chi sono io?”.<br />
Abbiamo scoperto, infatti,<br />
che la sessualità non è solo una<br />
funzione, ma un modo di essere;<br />
è quel che sono dalla nascita e<br />
che dirà sempre chi sono e chi<br />
sarò. Maschio e femmina sono<br />
come le due mani con le quali<br />
<strong>il</strong> Signore scrive la storia della<br />
salvezza.<br />
Siamo chiamati a essere segni<br />
dell’amore di Dio, come le due<br />
mani che <strong>il</strong> dipinto di Rembrandt<br />
- “<strong>il</strong> figliol prodigo” - raffigura<br />
in modo mirab<strong>il</strong>e: una mano<br />
femmin<strong>il</strong>e più tenera e delicata,<br />
e una mano masch<strong>il</strong>e più forte e<br />
rassicurante.<br />
La “due giorni” si è chiusa<br />
con la celebrazione Eucaristica<br />
e <strong>il</strong> pranzo della domenica, condiviso<br />
tra ragazzi e ragazze, in<br />
fraternità. Ci siamo dati appuntamento<br />
alla prossima occasione<br />
per continuare la scoperta di ciò<br />
che fa la nostra identità. ■<br />
insieme l’Eucaristia e continuare<br />
con <strong>il</strong> pranzo... è diventato “un<br />
rito”. I gesti si ripetono e ogni<br />
anno si comprende una sfumatura<br />
di questo incontro; e ogni<br />
anno compare qualche volto<br />
nuovo.<br />
A colpi di poesie…<br />
Il clima di quest’anno era particolarmente<br />
gioioso, tra brindisi<br />
e poesie jesine: un vero “duello”<br />
all’ultima rima. Il poeta Dellabella<br />
Roberto ci ha tutti rapiti<br />
con i suoi versi, già raccolti in<br />
tre pubblicazioni che gli fanno<br />
onore. Il Dellabella è un uomo<br />
magnanimo, tanto che ha messo<br />
in vendita i suoi volumi devolvendo<br />
le offerte raccolte ai “cari<br />
missionari che mi hanno fin da<br />
bambino educato”. Sì, è davvero<br />
una storia curiosa: quel bambino<br />
che fu educato e istruito dai saveriani,<br />
ha sempre continuato a<br />
seguire con <strong>il</strong> cuore i missionari<br />
e a sostenerli.<br />
Ma non possiamo dimenticare<br />
<strong>il</strong> suo “rivale”, <strong>il</strong> sig. Galeazzi<br />
Nazareno, la cui bravura ce lo<br />
fa ricordare presente ogni anno,<br />
<strong>il</strong> poeta che intreccia i nomi dei<br />
missionari saveriani della comunità<br />
di Ancona con le loro qualità:<br />
da p. Narciso a p. Enzo, passando<br />
per p. Serge e p. Claudio,<br />
senza dimenticare p. Alberto.<br />
Ha veramente una grande prontezza<br />
per improvvisare rime e<br />
Quando le mani tremeranno...<br />
ROBERTO DELLABELLA<br />
Pubblichiamo una poesia in lingua che <strong>il</strong> poeta e amico Roberto ha<br />
composto e recitato alla festa dei benefattori, presso la comunità saveriana<br />
di Ancona.<br />
Quando …<br />
Ie mani del vostro vecchio<br />
saranno tremolanti,<br />
non scordatevi …<br />
quante volte passarono<br />
dolci amorose carezze<br />
suI vostro volto bambino;<br />
quante volte hanno sorretto<br />
<strong>il</strong> vostro passo insicuro…<br />
Quanto lavoro<br />
è passato pesante<br />
tra quelle dita ormai stanche<br />
per amore.<br />
Pensate …<br />
quante volte si sono giunte<br />
in accorata supplicante preghiera,<br />
per voi: mani protettrici<br />
mani di Dio poste suI vostro capo.<br />
Quando …<br />
Ie mani del vostro vecchio<br />
saranno tremolanti<br />
ponetele, giunte,<br />
tra Ie vostre mani salde:<br />
per un attimo non tremeranno più.<br />
Sarà la vostra ricambiata carezza,<br />
la vostra gratitudine;<br />
nell’espressione commossa<br />
che leggerete nei suoi occhi.<br />
potrete cogliere ancora una volta<br />
un abbraccio d’amore.<br />
assonanze del tutto adatte. Sono<br />
attinte direttamente dal cuore di<br />
questo benefattore, che ha messo<br />
a frutto i suoi talenti… E noi lo<br />
ringraziamo perché ogni anno ce<br />
ne fa un bel regalo.<br />
Il dono più grande<br />
Erano presenti anche Nadia e<br />
Fabio Pirani, benefattori al 100<br />
per cento! Sono i genitori del<br />
giovane Diego che ora sta studiando<br />
con i saveriani in Camerun<br />
per diventare sacerdote missionario.<br />
Quale dono più grande<br />
potevano offrire? Un figlio! Ma<br />
non solo questo, perché aiutano<br />
in ogni necessità i saveriani<br />
di Ancona, dal mantenimento<br />
dell’orto ai lavori della casa.<br />
In questa giornata così particolare,<br />
Fabio ha servito tutti gli<br />
invitati e ha aiutato in cucina le<br />
bravissime cuoche Valeria e Mirella.<br />
Pensate che anche lo zio<br />
di Diego - pasticcere - ha offerto<br />
<strong>il</strong> suo contributo, regalando<br />
un’enorme torta per addolcire la<br />
chiusura del pranzo.<br />
Benefattori possiamo essere<br />
tutti, perché ognuno di noi può<br />
aiutare secondo le proprie capacità<br />
e qualità, anche se abbiamo<br />
poco tempo a disposizione. Tutti<br />
siamo preziosi per la crescita<br />
di tutti e i saveriani vogliono ricordarcelo<br />
ogni anno dedicandoci<br />
una festa! Grazie per tutti i vostri<br />
aiuti!<br />
■<br />
Basta un microfono per scatenare<br />
la battaglia, a colpi di rime e poesie…
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
PARMA<br />
43123 PARMA PR - Viale S. Martino, 8<br />
Tel. 0521 920511 - Fax 0521 920502<br />
E-ma<strong>il</strong>: renzo.larcher@ema<strong>il</strong>.it - C/c. postale 153437<br />
8<br />
Andrea Facchetti è sacerdote!<br />
Ordinazione a Parma, prima Messa a Viadana<br />
M<br />
ons. Lafranconi, vescovo<br />
di Cremona, ha rivolto<br />
questo augurio a p. Andrea Facchetti,<br />
missionario saveriano<br />
di Viadana ordinato sacerdote<br />
sabato 30 giugno nel santuario<br />
San Guido Conforti a Parma:<br />
“Parti per <strong>il</strong> Mozambico con la<br />
certezza che Dio è con te, e che<br />
lo è sempre stato fin dal momento<br />
in cui sei stato concepito nel<br />
grembo materno. Sarà lui a darti<br />
la forza di dire le parole radicali<br />
e diffic<strong>il</strong>i del vangelo”.<br />
Hanno concelebrato mons.<br />
Biguzzi, vescovo emerito di<br />
Makeni, <strong>il</strong> superiore per l’Italia<br />
p. Rosario e <strong>il</strong> rettore p. Ulisse,<br />
l’arciprete di Viadana mons. Floriano<br />
Danini e una sessantina tra<br />
saveriani e sacerdoti diocesani di<br />
Parma e Cremona.<br />
La vocazione dove batte <strong>il</strong> cuore<br />
Padre Pancani da 50 anni prete missionario a cura di p. RENZO LARCHER, sx<br />
è<br />
stata festa grande al santuario<br />
“San Guido Conforti”<br />
venerdì 29 giugno. Nel<br />
contesto della solennità degli<br />
apostoli Pietro e Paolo, ha festeggiato<br />
tra noi <strong>il</strong> 50° di ordinazione<br />
sacerdotale p. Otello<br />
Pancani, saveriano originario di<br />
Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />
Da 45 anni in Indonesia<br />
Nell’ampia omelia, <strong>il</strong> missionario<br />
ha ricordato anzitutto<br />
le origini della sua vocazione.<br />
“Perché mi sono fatto prete? Ho<br />
seguito un’esigenza del cuore, a<br />
cui non sono riuscito a resistere<br />
e che perdura insistente fino<br />
a oggi. Sentivo che <strong>il</strong> mio cuore<br />
batteva lì, e dove batte <strong>il</strong> cuore<br />
c’è la propria vocazione, cioè<br />
la propria identità, la propria<br />
felicità”. Quel 29 giugno 1962<br />
a essere ordinati preti per la<br />
diocesi Reggiana erano diciotto<br />
giovani; 50 anni dopo, alcuni di<br />
loro erano attorno all’altare con<br />
p. Otello.<br />
Destinato come coadiutore a<br />
Correggio, in quegli anni di grazia<br />
della celebrazione del conc<strong>il</strong>io<br />
Vaticano II, p. Otello ha maturato<br />
la sua vocazione missionaria saveriana.<br />
Dopo l’anno di noviziato<br />
a Nizza Monferrato, <strong>il</strong> 3 ottobre<br />
1966 diventa saveriano con la<br />
professione dei voti a Parma e<br />
Una festa<br />
davvero mondiale…<br />
La liturgia di ordinazione del<br />
giovane viadanese è stata una vera<br />
festa che ha coinvolto <strong>il</strong> mondo:<br />
dai canti in diverse lingue e<br />
ritmati dai tamburi, ai compagni<br />
di studio provenienti da sei nazioni<br />
(Congo, Sierra Leone, Bras<strong>il</strong>e,<br />
Messico, Burundi, Indonesia)<br />
e vestiti nei loro abiti colorati,<br />
all’assemblea dove, accanto ai fedeli<br />
di Viadana, hanno preso posto<br />
gli amici del campo nomadi.<br />
La celebrazione è iniziata alle<br />
18: padre Andrea era insieme ai<br />
genitori Lorenzo e Carla e alla<br />
sorella Valeria. Dietro di loro<br />
c’erano centinaia di amici: gli<br />
scout di Viadana 1, i parrocchiani<br />
dell’Immacolata di Parma e<br />
Torr<strong>il</strong>e, i ragazzi della comunità<br />
“Il focolare” di Ancona...<br />
“Costruisci la comunione”<br />
Padre Rosario ha ringraziato<br />
mons. Lafranconi per la sua<br />
presenza e ha ricordato la grande<br />
tradizione missionaria della<br />
chiesa cremonese. Dopo la proclamazione<br />
del vangelo è avvenuta<br />
la chiamata: suggestivo <strong>il</strong><br />
gesto di padre Andrea che prima<br />
l’anno successivo parte per la missione<br />
in Indonesia. Qui p. Otello<br />
ci lavora ininterrottamente da 45<br />
anni… Un servizio alla missione<br />
reso in forme diverse, ma sempre<br />
con dedizione ed entusiasmo.<br />
“L’Indonesia è la nazione musulmana<br />
più grande del mondo,<br />
con una presenza dell’87%. Per<br />
legge, lo Stato garantisce libertà<br />
a sei grandi religioni. Non posso<br />
che ammirare la maturità,<br />
l’equ<strong>il</strong>ibrio, <strong>il</strong> coraggio e <strong>il</strong> cuore<br />
grande di questa nazione, che<br />
già dal 1945 si è aperto a culture<br />
e religioni diverse. Una luce che<br />
Il reggiano p. Otello Pancani<br />
ha festeggaito 50 anni<br />
di ordinazione sacerdotale<br />
CLAUDIO RASOLI<br />
di rispondere “Eccomi!”, ha abbracciato<br />
la mamma e <strong>il</strong> papà.<br />
Nell’omelia <strong>il</strong> vescovo ha<br />
ricordato che per custodire la<br />
propria vocazione è necessario<br />
godere della compagnia di Dio<br />
e di quella degli uomini. “La vita<br />
di comunità, sia religiosa che<br />
missionaria, ti aiuterà a formare<br />
la tua identità di presbitero. Non<br />
smettere mai di essere costruttore<br />
di comunione”.<br />
È quindi iniziata la liturgia di<br />
ordinazione, con l’assunzione da<br />
parte del giovane Andrea degli<br />
impegni sacerdotali, <strong>il</strong> canto delle<br />
litanie dei santi, l’imposizione<br />
delle mani da parte del vescovo<br />
e di tutti i preti presenti e infine<br />
la preghiera di ordinazione.<br />
In ginocchio, l’ordinando ha<br />
seguito con grande intensità<br />
tutte le fasi del rito. Quando si<br />
è alzato, era finalmente sacerdote!<br />
Così ha potuto vestirsi con la<br />
stola e la casula, è stato unto con<br />
<strong>il</strong> sacro Crisma e gli è stato consegnato<br />
<strong>il</strong> pane e <strong>il</strong> vino per la<br />
è necessario far risplendere anche<br />
negli altri continenti, Europa<br />
compresa”.<br />
“L’anima mia magnifica<br />
<strong>il</strong> Signore”<br />
Padre Otello ha <strong>il</strong>lustrato <strong>il</strong><br />
cammino della chiesa indonesiana<br />
in tutto questo tempo, individuando<br />
tre fasi di sv<strong>il</strong>uppo. Pur<br />
rimanendo tuttora un “piccolo<br />
gregge” dal punto di vista numerico,<br />
la comunità cristiana,<br />
sotto la guida di pastori locali,<br />
rimane un importante punto di<br />
riferimento per l’intera nazione,<br />
in grado di offrire numerose e<br />
qualificate vocazioni anche di<br />
carattere missionario.<br />
“Oggi, dopo cinquant’anni di<br />
vita presbiterale, per esprimere<br />
nel modo migliore i miei sentimenti<br />
mi unisco di nuovo alla<br />
Madonna per proclamare <strong>il</strong> Magnificat:<br />
«L’anima mia magnifica<br />
<strong>il</strong> Signore, perché ha guardato alla<br />
bassezza della sua serva... Grandi<br />
cose ha fatto in me l’Onnipotente.<br />
Grande <strong>il</strong> suo nome!»”.<br />
Nel clima diffic<strong>il</strong>e del nostro<br />
tempo, che sembra aver smarrito<br />
<strong>il</strong> valore delle scelte definitive, è<br />
bello celebrare la fedeltà del Signore<br />
nella vita dei suoi servi e<br />
delle sue serve, risorsa spirituale<br />
per tutta la chiesa. Grazie, p.<br />
Otello!<br />
■<br />
Il saveriano di Viadana, Andrea Facchetti, con famigliari e saveriani<br />
dopo l’ordinazione sacerdotale ricevuta <strong>il</strong> 30 giugno da mons. Lafranconi,<br />
vescovo di Cremona, nel santuario “Conforti” di Parma<br />
celebrazione Eucaristica. Infine<br />
la tensione si è sciolta con <strong>il</strong> lungo<br />
abbraccio di pace tra <strong>il</strong> neo<br />
sacerdote e tutti i celebranti.<br />
“In Mozambico ti aspettano”<br />
Prima della benedizione finale,<br />
ha preso la parola p. Carlo<br />
Girola, appena tornato da una<br />
visita in Mozambico: “Ti stanno<br />
aspettando, caro Andrea, e<br />
ti vogliono già bene. Sarai nella<br />
missione di p. Bruno Boschetti,<br />
morto proprio <strong>il</strong> giorno della<br />
tua professione religiosa. Da<br />
parte del consiglio pastorale di<br />
Dondo, offro a tua mamma una<br />
stoffa colorata che solitamente le<br />
donne usano come vestito. A tuo<br />
padre volevano regalare un capretto,<br />
ma sarebbe stato diffic<strong>il</strong>e<br />
portarlo in Italia...”.<br />
Padre Andrea ha ringraziato i<br />
suoi amici non credenti: “la vostra<br />
presenza ci impone una testimonianza<br />
più verace”. Parole<br />
d’affetto le ha rivolte alla sua<br />
famiglia, a mons. Biguzzi e al<br />
vescovo Lafranconi: “l’imposizione<br />
delle tue mani mi legherà<br />
per sempre alla chiesa cremonese”.<br />
“Ringrazio <strong>il</strong> popolo del<br />
Mozambico - ha concluso - che<br />
mi ha già accolto con affetto;<br />
prego Dio che mi tenga sempre<br />
um<strong>il</strong>e”.<br />
■<br />
LA GITA DEL GAMS A RAVENNA<br />
PAOLA CURTI<br />
A metà maggio, in una giornata piena di sole, noi “ragazze” del<br />
Gams, accompagnate da qualche marito compiacente, dai saveriani<br />
p. Ulisse, p. Ermanno, p. Sergio e dagli ultimi arrivati allo studentato<br />
teologico, siamo andate in gita a Ravenna. Perché a Ravenna? È una<br />
città ricca di storia, di monumenti e segni che ricordano <strong>il</strong> suo passato<br />
cristiano, ma soprattutto perché è stata la prima sede episcopale di<br />
san Guido Conforti.<br />
Dopo una mattinata culturale in giro per la città, siamo partiti alla<br />
volta della casa saveriana di San Pietro in Vincoli, accolti da p. Nardo<br />
e dagli altri confratelli con gioiosa ospitalità. Qui abbiamo vissuto con<br />
intensità e raccoglimento la nostra celebrazione Eucaristica. Anche <strong>il</strong><br />
pranzo è stato speciale, per <strong>il</strong> contenuto e per l’atmosfera gioiosa.<br />
Poi ci siamo tutti ritrovati nello stupendo parco per un momento di<br />
riposo. Padre Ermanno ne ha approfittato per approfondire le nostre<br />
conoscenze sulla vita di san Guido a Ravenna.<br />
Poi siamo partite per Bertinoro, <strong>il</strong> balcone della Romagna. Il tesoro<br />
del suo borgo antico lo abbiamo conquistato con qualche fatica,<br />
perché <strong>il</strong> paese si trova arroccato sulla collina. Ma ne valeva la pena<br />
per <strong>il</strong> panorama che allunga lo sguardo fino al mare… Nella rocca, ex<br />
sede vescov<strong>il</strong>e fino a non molti anni orsono, abbiamo visitato <strong>il</strong> museo<br />
interreligioso, centro internazionale per lo studio e la conservazione<br />
dell’arredo sacro e del costume religioso.<br />
Tornati a Parma, riconoscenti al Signore per la bella giornata passata<br />
assieme, ci siamo salutate dandoci l’arrivederci a settembre.<br />
Il Gams di Parma e i suoi accompagnatori<br />
in gita a Ravenna, a conclusione dell’anno<br />
di attività missionaria
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
PIACENZA<br />
25121 BRESCIA BS - Via Piamarta, 9<br />
Tel. 030 3772780 - Fax 030 3772781<br />
E-ma<strong>il</strong>: giornale@saveriani.bs.it - C/c. postale 216259<br />
8<br />
Una cena di solidarietà<br />
A Capanne di Cosola, per i bambini del Bras<strong>il</strong>e p. GESUINO PIREDDA, sx<br />
N<br />
el mese di maggio, secondo<br />
una tradizione ormai<br />
consolidata, a Capanne di Cosola<br />
(AL) si è celebrato l’incontro<br />
conviviale per ricordare <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e<br />
che sta a cuore a ciascuno<br />
di noi. La cena aveva l’obiettivo<br />
di creare un ponte di solidarietà<br />
con i bambini di strada di<br />
Canavieiras e di contribuire alla<br />
costruzione di una casa d’accoglienza<br />
per l’infanzia a Buerarema,<br />
in Bras<strong>il</strong>e.<br />
La bella mostra fotografica<br />
Abbiamo vissuto alcune ore<br />
con gioia e fam<strong>il</strong>iarità, come tra<br />
amici che da tempo condividono<br />
gli stessi ideali. Ma è stato anche<br />
un incontro molto emozionante<br />
per la mostra fotografica allestita<br />
nelle sale di Capanne di Cosola,<br />
dove le immagini esposte sottolineavano<br />
<strong>il</strong> degrado ambientale<br />
e una povertà evidente, mascherata<br />
solo dal sorriso dei bambini,<br />
vittime innocenti dello stato<br />
di abbandono ma bisognosi di<br />
La vocazione dove batte <strong>il</strong> cuore<br />
Padre Pancani da 50 anni prete missionario a cura di p. RENZO LARCHER, sx<br />
è<br />
stata festa grande al santuario<br />
“San Guido Conforti”<br />
venerdì 29 giugno. Nel<br />
contesto della solennità degli<br />
apostoli Pietro e Paolo, ha festeggiato<br />
tra noi <strong>il</strong> 50° di ordinazione<br />
sacerdotale p. Otello<br />
Pancani, saveriano originario di<br />
Reggio Em<strong>il</strong>ia.<br />
Da 45 anni in Indonesia<br />
Nell’ampia omelia, <strong>il</strong> missionario<br />
ha ricordato anzitutto<br />
le origini della sua vocazione.<br />
“Perché mi sono fatto prete? Ho<br />
seguito un’esigenza del cuore, a<br />
cui non sono riuscito a resistere<br />
e che perdura insistente fino<br />
a oggi. Sentivo che <strong>il</strong> mio cuore<br />
batteva lì, e dove batte <strong>il</strong> cuore<br />
c’è la propria vocazione, cioè<br />
la propria identità, la propria<br />
felicità”. Quel 29 giugno 1962<br />
a essere ordinati preti per la<br />
diocesi Reggiana erano diciotto<br />
giovani; 50 anni dopo, alcuni di<br />
loro erano attorno all’altare con<br />
p. Otello.<br />
Destinato come coadiutore a<br />
Correggio, in quegli anni di grazia<br />
della celebrazione del conc<strong>il</strong>io<br />
Vaticano II, p. Otello ha maturato<br />
la sua vocazione missionaria saveriana.<br />
Dopo l’anno di noviziato<br />
a Nizza Monferrato, <strong>il</strong> 3 ottobre<br />
1966 diventa saveriano con la<br />
professione dei voti a Parma e<br />
affetto e solidarietà.<br />
Nella parte più povera della<br />
città di Buerarema si sta costruendo<br />
una casa d’accoglienza.<br />
L’associazione “Agape” si è<br />
fatta promotrice di questa iniziativa,<br />
perché <strong>il</strong> senso della solidarietà<br />
possa continuare e concretizzarsi<br />
con un aiuto finanziario.<br />
Don Enzo, parroco di Pej di Zerba<br />
(PC), e Lucia, anima e cuore<br />
di questa iniziativa, si fanno ogni<br />
anno messaggeri del nostro amore<br />
per questa missione e messaggeri<br />
di speranza per quei piccoli.<br />
La medesima scena si presenta<br />
a Canavieiras, dove vengono<br />
aiutati un centinaio di bambini<br />
con le adozioni a distanza. Anche<br />
qui c’è la stessa povertà e lo<br />
stesso stato di abbandono… A<br />
rompere <strong>il</strong> senso di tristezza, ci<br />
sono i bambini sempre festanti<br />
che si fanno incontro a don Enzo<br />
e a Lucia.<br />
l’anno successivo parte per la missione<br />
in Indonesia. Qui p. Otello<br />
ci lavora ininterrottamente da 45<br />
anni… Un servizio alla missione<br />
reso in forme diverse, ma sempre<br />
con dedizione ed entusiasmo.<br />
“L’Indonesia è la nazione musulmana<br />
più grande del mondo,<br />
con una presenza dell’87%. Per<br />
legge, lo Stato garantisce libertà<br />
a sei grandi religioni. Non posso<br />
che ammirare la maturità,<br />
l’equ<strong>il</strong>ibrio, <strong>il</strong> coraggio e <strong>il</strong> cuore<br />
grande di questa nazione, che<br />
già dal 1945 si è aperto a culture<br />
e religioni diverse. Una luce che<br />
Il reggiano p. Otello Pancani<br />
ha festeggaito 50 anni<br />
di ordinazione sacerdotale<br />
Tanti amici delle missioni<br />
La cena è iniziata con <strong>il</strong> saluto<br />
di don Enzo che ha ringraziato<br />
i generosi benefattori, sempre<br />
attenti attraverso gesti di solidarietà<br />
nei confronti dell’associazione<br />
“Agape”, ultimo avamposto<br />
del volontariato diocesano. È<br />
intervenuto anche Cristos Chlapanidos,<br />
segretario dell’associazione,<br />
che ha riferito <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio<br />
amministrativo annuale e le varie<br />
iniziative realizzate. È seguita<br />
poi la sentita testimonianza<br />
di Flavio Bertoletti di Fidenza<br />
(PR), che ha voluto rendersi<br />
conto di persona della situazione<br />
recandosi in Bras<strong>il</strong>e.<br />
Erano presenti mons. Pietro<br />
Coletto di Bobbio e <strong>il</strong> cancelliere<br />
della curia diocesana mons.<br />
Mario Poggi, a ribadire la sensib<strong>il</strong>ità<br />
e l’attenzione della diocesi<br />
alla missione, e l’amico immancab<strong>il</strong>e<br />
mons. Pietro Zanocco di<br />
Tortona. Ho partecipato anch’io,<br />
che da anni condivido la stessa<br />
esperienza missionaria di don<br />
Enzo e Lucia, assieme all’infaticab<strong>il</strong>e<br />
sorella Chiara di Assisi.<br />
è necessario far risplendere anche<br />
negli altri continenti, Europa<br />
compresa”.<br />
“L’anima mia magnifica<br />
<strong>il</strong> Signore”<br />
Padre Otello ha <strong>il</strong>lustrato <strong>il</strong><br />
cammino della chiesa indonesiana<br />
in tutto questo tempo, individuando<br />
tre fasi di sv<strong>il</strong>uppo. Pur<br />
rimanendo tuttora un “piccolo<br />
gregge” dal punto di vista numerico,<br />
la comunità cristiana,<br />
sotto la guida di pastori locali,<br />
rimane un importante punto di<br />
riferimento per l’intera nazione,<br />
in grado di offrire numerose e<br />
qualificate vocazioni anche di<br />
carattere missionario.<br />
“Oggi, dopo cinquant’anni di<br />
vita presbiterale, per esprimere<br />
nel modo migliore i miei sentimenti<br />
mi unisco di nuovo alla<br />
Madonna per proclamare <strong>il</strong> Magnificat:<br />
«L’anima mia magnifica<br />
<strong>il</strong> Signore, perché ha guardato alla<br />
bassezza della sua serva... Grandi<br />
cose ha fatto in me l’Onnipotente.<br />
Grande <strong>il</strong> suo nome!»”.<br />
Nel clima diffic<strong>il</strong>e del nostro<br />
tempo, che sembra aver smarrito<br />
<strong>il</strong> valore delle scelte definitive, è<br />
bello celebrare la fedeltà del Signore<br />
nella vita dei suoi servi e<br />
delle sue serve, risorsa spirituale<br />
per tutta la chiesa. Grazie, p.<br />
Otello!<br />
■<br />
MISSIONE E PREGHIERA<br />
Lucia Marcheselli con don Enzo insieme<br />
ad alcuni bambini, in Bras<strong>il</strong>e; la cena solidale<br />
a Capanne di Cosola (AL) ha aiutato anche loro<br />
Un’aria di bontà e speranza<br />
A dare risalto alla cena con<br />
una particolare benedizione<br />
c’era anche <strong>il</strong> vescovo di Tortona<br />
mons. Martino Canessa. Ha<br />
ringraziato don Enzo e Lucia per<br />
questa loro testimonianza di fede<br />
e di amore, esortandoli a continuare.<br />
Ha confidato di aver respirato<br />
un’aria di bontà e ha perorato<br />
la causa della speranza<br />
per tutti i bambini: “Organizziamo<br />
la speranza, sfondiamo i muri<br />
della notte e insieme lavoriamo<br />
per offrire a tutti un mondo<br />
di libertà dalla fame, dalla miseria<br />
e dall’ignoranza”.<br />
A 1.500 metri d’altitudine, accanto<br />
alla cappella degli alpini,<br />
non potevano mancare i cori<br />
di montagna per suggellare la<br />
bella serata. Quando l’amore si<br />
fa canto significa che <strong>il</strong> battello<br />
della speranza ha lasciato <strong>il</strong> molo<br />
verso altri lidi, qualunque essi<br />
siano. Il nostro cuore sia sempre<br />
aperto a tutti.<br />
Chi desidera contattare don<br />
Enzo o Lucia può telefonare al<br />
numero 349 2852675 o visitare<br />
<strong>il</strong> sito web www.associazioneagape.it<br />
■<br />
LA BELLEZZA DELLA VITA CRISTIANA<br />
M. ANNA MARIA CàNOPI, osb<br />
benedettineisolasangiulio@ngi.it<br />
La vacanza è l’occasione<br />
favorevole per<br />
ritemprarsi nelle forze<br />
del corpo e dello spirito,<br />
per gustare e contemplare<br />
la bellezza<br />
della natura e dell’arte,<br />
per dedicare più<br />
spazio all’amicizia e<br />
alla fraternità; soprattutto<br />
per fermarsi a<br />
“considerare”… Questo<br />
è un verbo tanto<br />
caro a san Benedetto<br />
che nella sua Regola<br />
invita a prendere consapevolezza di chi siamo, dove andiamo, cosa<br />
desideriamo, cosa cerchiamo veramente.<br />
Sono tutte domande che ci interpellano direttamente e che attendono<br />
ogni giorno una risposta sincera da parte nostra. Nella vita<br />
spirituale non si vive di rendita; la vita spirituale non è questione di<br />
“commercio”, ma slancio d’amore. Ogni giorno si ricomincia, perché<br />
si sente l’esigenza di impegnarsi con più alacrità, vincendo ogni forma<br />
di pigrizia e di indolenza.<br />
La vita, infatti, è un cammino che non è né fac<strong>il</strong>e, né trionfale: esige<br />
un’esperienza quotidiana di fatica, di prova sostenuta. Una vita autenticamente<br />
cristiana richiede una reale resistenza al maligno, alle tentazioni<br />
del mondo, all’egoismo, alla banalità, alla superficialità. La vita<br />
cristiana non è una scalata per campioni, che aspirano a raggiungere la<br />
vetta per ottenere un primato, ma è un’um<strong>il</strong>e ascesi per pellegrini che<br />
si sentono spinti a perseverare, attratti dalla bellezza della mèta.<br />
Avendo nel cuore questo grande desiderio, allora affrontiamo insieme<br />
la fatica del viaggio, sostenendoci ed esortandoci a vicenda, perché<br />
nessuno venga meno lungo la via. Grande perciò dovrà essere la<br />
vig<strong>il</strong>anza e la custodia vicendevole, per ridare all’uomo la coscienza<br />
vera della propria dignità, per fargli riscoprire la bellezza della vita<br />
intesa come “servizio”.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
Una cena di solidarietà<br />
PIEMONTE<br />
e liguria<br />
20033 DESIO MI - Via Don M<strong>il</strong>ani, 2<br />
Tel. 0362 630591 - Fax 0362 301980<br />
E-ma<strong>il</strong>: desio@saveriani.it - C/c. postale 00358200<br />
Lucia Marcheselli con don Enzo insieme<br />
ad alcuni bambini, in Bras<strong>il</strong>e; la cena solidale<br />
a Capanne di Cosola (AL) ha aiutato anche loro<br />
8<br />
A Capanne di Cosola, per i bambini del Bras<strong>il</strong>e p. GESUINO PIREDDA, sx<br />
N<br />
el mese di maggio, secondo<br />
una tradizione ormai<br />
consolidata, a Capanne di Cosola<br />
(AL) si è celebrato l’incontro<br />
conviviale per ricordare <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e<br />
che sta a cuore a ciascuno<br />
di noi. La cena aveva l’obiettivo<br />
di creare un ponte di solidarietà<br />
con i bambini di strada di<br />
Canavieiras e di contribuire alla<br />
costruzione di una casa d’accoglienza<br />
per l’infanzia a Buerarema,<br />
in Bras<strong>il</strong>e.<br />
La bella mostra fotografica<br />
Abbiamo vissuto alcune ore<br />
con gioia e fam<strong>il</strong>iarità, come tra<br />
amici che da tempo condividono<br />
gli stessi ideali. Ma è stato anche<br />
un incontro molto emozionante<br />
per la mostra fotografica allestita<br />
nelle sale di Capanne di Cosola,<br />
dove le immagini esposte sottolineavano<br />
<strong>il</strong> degrado ambientale<br />
Un ricordo di p. Sergio Favarin<br />
Veneto di nascita, ma piemontese d’adozione p. AUGUSTO LUCA, sx<br />
P<br />
adre Sergio Favarin era nato<br />
a Lovari di S. Martino<br />
di Lupari (PD) <strong>il</strong> 12 apr<strong>il</strong>e 1946.<br />
Entrato dai saveriani a Vicenza<br />
a dodici anni, è stato ordinato<br />
sacerdote <strong>il</strong> 30 settembre 1973.<br />
Nel 1974 torna a Vicenza, come<br />
animatore dei ragazzi, un compito<br />
che svolge per quattro anni.<br />
Dal Burundi<br />
al Camerun-Ciad<br />
Nel 1980 sbarca in Burundi,<br />
ma la sua permanenza dura<br />
poco, a causa delle ost<strong>il</strong>ità del<br />
governo, che espelle tutti i saveriani<br />
dal Paese. Padre Sergio<br />
si trasferisce in Camerun-Ciad,<br />
Padre Sergio Favarin, a sinistra, con p. Vidal in Burundi<br />
nel 2005 per un incontro tra gli animatori saveriani<br />
in Africa; i bambini non mancano mai…<br />
una missione aperta nel 1982,<br />
proprio per inviarvi i confratelli<br />
espulsi dal Burundi. Dopo<br />
un periodo di studio della nuova<br />
lingua (mussey), p. Sergio si<br />
trova nella missione di Gunu-<br />
Gaya, in Ciad. Dal 1986 assume<br />
<strong>il</strong> compito della formazione dei<br />
catechisti e dell’organizzazione<br />
del catecumenato e nel 1991 è<br />
eletto superiore dei saveriani in<br />
Camerun-Ciad.<br />
Nel 1993, in un articolo su<br />
“<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>”, egli racconta<br />
di una nuova parrocchia<br />
affidata dal vescovo ai saveriani<br />
alla periferia di Douala, con la<br />
chiesa dedicata al Sacro Cuore<br />
di Gesù. “Non è<br />
solo un luogo di<br />
culto, ma serve per<br />
gli incontri, i corsi,<br />
la catechesi, gli<br />
esercizi spirituali,<br />
le manifestazioni<br />
religiose, sociali e<br />
culturali”.<br />
“Posso fare<br />
qualcosa di bello”<br />
Padre Sergio viene<br />
rieletto superiore<br />
una seconda volta<br />
e nel 1997 è nominato<br />
rettore nella<br />
comunità degli<br />
studenti saveriani<br />
di f<strong>il</strong>osofia a Yaoundé,<br />
poi trasferita a<br />
Bafoussam. Padre<br />
Sergio vi rimane<br />
e una povertà evidente, mascherata<br />
solo dal sorriso dei bambini,<br />
vittime innocenti dello stato<br />
di abbandono ma bisognosi di<br />
affetto e solidarietà.<br />
Nella parte più povera della<br />
città di Buerarema si sta costruendo<br />
una casa d’accoglienza.<br />
L’associazione “Agape” si è<br />
fatta promotrice di questa iniziativa,<br />
perché <strong>il</strong> senso della solidarietà<br />
possa continuare e concretizzarsi<br />
con un aiuto finanziario.<br />
Don Enzo, parroco di Pej<br />
di Zerba (PC), e Lucia, anima e<br />
cuore di questa iniziativa, si fanno<br />
ogni anno messaggeri del nostro<br />
amore per questa missione e<br />
messaggeri di speranza per quei<br />
piccoli.<br />
La medesima scena si presenta<br />
a Canavieiras, dove vengono<br />
aiutati un centinaio di bambini<br />
con le adozioni a distanza. Anche<br />
qui c’è la stessa povertà e lo<br />
stesso stato di abbandono… A<br />
rompere <strong>il</strong> senso di tristezza, ci<br />
sono i bambini sempre festanti<br />
che si fanno incontro a don Enzo<br />
e a Lucia.<br />
per quattro anni, dedicandosi<br />
all’apostolato con gioia e belle<br />
prospettive.<br />
Scrive: “Il bene che si può fare<br />
per la gente è immenso. Questo<br />
lavoro e questa missione mi<br />
piacciono, sento che posso fare<br />
qualcosa di bello per la chiesa.<br />
Ho scoperto che non me la cavo<br />
male con la pianificazione del<br />
lavoro e nel trattare con i collaboratori…”.<br />
La grande fiducia in Dio<br />
Nel pieno di queste attività, <strong>il</strong><br />
Signore lo ha fermato sulla strada.<br />
Padre Sergio è dovuto tornare<br />
in Italia in apr<strong>il</strong>e 2011, conscio<br />
della malattia che l’aveva colpito.<br />
Accettando tutto con serenità,<br />
scrive: “Continuerò a mettere la<br />
mia fiducia in Dio e nella medicina,<br />
nonostante l’insuccesso del<br />
primo tentativo. Le prospettive<br />
di guarire sono piuttosto grigie.<br />
Il primo miracolo da chiedere<br />
è la serenità e la fiducia in Dio<br />
che non mi sono mai mancate in<br />
questi mesi. Il sogno di ritornare<br />
in missione lo metto nel cassetto;<br />
ci spero sempre, ma solo Dio<br />
sa quando…”.<br />
Questo è <strong>il</strong> testamento spirituale<br />
di p. Sergio che ci ha lasciato<br />
<strong>il</strong> 12 giugno. La sua fiducia<br />
in Dio resta per noi un esempio<br />
mirab<strong>il</strong>e di zelo apostolico,<br />
di bontà e di abbandono f<strong>il</strong>iale<br />
alla divina Provvidenza. È stato<br />
sepolto a Rivalta (Torino), dove<br />
abitano i famigliari. ■<br />
Tanti amici delle missioni<br />
La cena è iniziata con <strong>il</strong> saluto<br />
di don Enzo che ha ringraziato<br />
i generosi benefattori, sempre<br />
attenti attraverso gesti di solidarietà<br />
nei confronti dell’associazione<br />
“Agape”, ultimo avamposto<br />
del volontariato diocesano. È<br />
intervenuto anche Cristos Chlapanidos,<br />
segretario dell’associazione,<br />
che ha riferito <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio<br />
amministrativo annuale e le varie<br />
iniziative realizzate. È seguita<br />
poi la sentita testimonianza<br />
di Flavio Bertoletti di Fidenza<br />
(PR), che ha voluto rendersi<br />
conto di persona della situazione<br />
recandosi in Bras<strong>il</strong>e.<br />
Erano presenti mons. Pietro<br />
Coletto di Bobbio e <strong>il</strong> cancelliere<br />
della curia diocesana mons.<br />
Mario Poggi, a ribadire la sensib<strong>il</strong>ità<br />
e l’attenzione della diocesi<br />
alla missione, e l’amico immancab<strong>il</strong>e<br />
mons. Pietro Zanocco di<br />
Tortona. Ho partecipato anch’io,<br />
che da anni condivido la stessa<br />
esperienza missionaria di don<br />
Enzo e Lucia, assieme all’infaticab<strong>il</strong>e<br />
sorella Chiara di Assisi.<br />
MISSIONE E PREGHIERA / 27<br />
Un’aria di bontà e speranza<br />
A dare risalto alla cena con<br />
una particolare benedizione<br />
c’era anche <strong>il</strong> vescovo di Tortona<br />
mons. Martino Canessa. Ha<br />
ringraziato don Enzo e Lucia per<br />
questa loro testimonianza di fede<br />
e di amore, esortandoli a continuare.<br />
Ha confidato di aver respirato<br />
un’aria di bontà e ha perorato<br />
la causa della speranza<br />
per tutti i bambini: “Organizziamo<br />
la speranza, sfondiamo i muri<br />
della notte e insieme lavoriamo<br />
per offrire a tutti un mondo<br />
di libertà dalla fame, dalla miseria<br />
e dall’ignoranza”.<br />
A 1.500 metri d’altitudine, accanto<br />
alla cappella degli alpini,<br />
non potevano mancare i cori<br />
di montagna per suggellare la<br />
bella serata. Quando l’amore si<br />
fa canto significa che <strong>il</strong> battello<br />
della speranza ha lasciato <strong>il</strong> molo<br />
verso altri lidi, qualunque essi<br />
siano. Il nostro cuore sia sempre<br />
aperto a tutti.<br />
Chi desidera contattare don<br />
Enzo o Lucia può telefonare al<br />
numero 349 2852675 o visitare<br />
<strong>il</strong> sito web www.associazioneagape.it<br />
■<br />
LA BELLEZZA DELLA VITA CRISTIANA<br />
M. ANNA MARIA CàNOPI, osb<br />
benedettineisolasangiulio@ngi.it<br />
La vacanza è l’occasione<br />
favorevole per<br />
ritemprarsi nelle forze<br />
del corpo e dello spirito,<br />
per gustare e contemplare<br />
la bellezza<br />
della natura e dell’arte,<br />
per dedicare più<br />
spazio all’amicizia e<br />
alla fraternità; soprattutto<br />
per fermarsi a<br />
“considerare”… Questo<br />
è un verbo tanto<br />
caro a san Benedetto<br />
che nella sua Regola<br />
invita a prendere consapevolezza di chi siamo, dove andiamo, cosa<br />
desideriamo, cosa cerchiamo veramente.<br />
Sono tutte domande che ci interpellano direttamente e che attendono<br />
ogni giorno una risposta sincera da parte nostra. Nella vita<br />
spirituale non si vive di rendita; la vita spirituale non è questione di<br />
“commercio”, ma slancio d’amore. Ogni giorno si ricomincia, perché<br />
si sente l’esigenza di impegnarsi con più alacrità, vincendo ogni forma<br />
di pigrizia e di indolenza.<br />
La vita, infatti, è un cammino che non è né fac<strong>il</strong>e, né trionfale: esige<br />
un’esperienza quotidiana di fatica, di prova sostenuta. Una vita autenticamente<br />
cristiana richiede una reale resistenza al maligno, alle tentazioni<br />
del mondo, all’egoismo, alla banalità, alla superficialità. La vita<br />
cristiana non è una scalata per campioni, che aspirano a raggiungere la<br />
vetta per ottenere un primato, ma è un’um<strong>il</strong>e ascesi per pellegrini che<br />
si sentono spinti a perseverare, attratti dalla bellezza della mèta.<br />
Avendo nel cuore questo grande desiderio, allora affrontiamo insieme<br />
la fatica del viaggio, sostenendoci ed esortandoci a vicenda, perché<br />
nessuno venga meno lungo la via. Grande perciò dovrà essere la<br />
vig<strong>il</strong>anza e la custodia vicendevole, per ridare all’uomo la coscienza<br />
vera della propria dignità, per fargli riscoprire la bellezza della vita<br />
intesa come “servizio”.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
PUGLIA<br />
74122 LAMA TA - Via Tre Fontane, 15<br />
Tel. 099 7773186 - Fax 099 7772558<br />
E-ma<strong>il</strong>: saveriani-ta@libero.it - C/c. postale 10423747<br />
8<br />
Sono passati a trovarci...<br />
“Sono in Bras<strong>il</strong>e da più di cinquant’anni”<br />
S<br />
ono nata a Taranto, ma<br />
trasferita a Montemesola<br />
durante la guerra. A 19 anni sono<br />
entrata dalle saveriane e nel<br />
1958, subito dopo la professione<br />
dei voti religiosi, sono partita<br />
per <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e. Sono stata 10 anni<br />
al sud, nel Paranà; poi sono passata<br />
al nord, in Amazzonia, dove<br />
sono stata 40 anni nella diocesi<br />
di Abaetetuba. Dal 2007 sono in<br />
una missione nella regione del<br />
Maranão.<br />
Tra i figli degli schiavi<br />
Nel Maranão la maggior parte<br />
della popolazione è composta dai<br />
discendenti degli schiavi deportati<br />
dall’Africa. La condizione<br />
sociale è molto precaria e la gente<br />
è molto povera. Gli unici posti<br />
di lavoro sono legati alla pubblica<br />
amministrazione che cambia<br />
continuamente. Il cibo base è la<br />
manioca che tutti usano al posto<br />
del pane; poi ci sono <strong>il</strong> riso e i<br />
Sono passati a trovarci / 2<br />
“Il vangelo nella società giapponese”<br />
I<br />
n Giappone non è fac<strong>il</strong>e<br />
accogliere <strong>il</strong> messaggio<br />
cristiano. Bisogna inventare <strong>il</strong><br />
punto di partenza e trovare un<br />
contatto con la società. Uno dei<br />
punti di partenza classici è senza<br />
dubbio <strong>il</strong> mondo della scuola.<br />
Lavoro negli as<strong>il</strong>i e in qualche<br />
modo sono aiutato a inserirmi<br />
nella società; altrimenti, come<br />
e dove lo annuncio <strong>il</strong> vangelo?<br />
Altri saveriani hanno percorso<br />
altre vie, facendo un po’ di tutto:<br />
c’è anche chi è andato a lavorare<br />
nelle fabbriche per cercare<br />
uno spazio, per creare occasioni<br />
di incontro. Questa è una cosa<br />
bella perché presuppone tanta<br />
creatività.<br />
Il lavoro in as<strong>il</strong>i e scuole<br />
L’azione missionaria consiste<br />
sostanzialmente nella testimonianza<br />
personale. Bisogna fare<br />
fagioli. La ricchezza consiste nel<br />
possedere bestiame; perciò un<br />
padre che vuole garantire l’avvenire<br />
al figlio gli regala un bue.<br />
Gli abitanti della missione sono<br />
circa 12m<strong>il</strong>a, ma in un territorio<br />
vastissimo e le distanze sono<br />
enormi. Quasi nessuno ha un riferimento<br />
religioso cristiano. Finito<br />
<strong>il</strong> tempo della schiavitù, queste<br />
persone si sono riunite evitando<br />
<strong>il</strong> contatto con le città vicine dalle<br />
quali si sentivano escluse. Ancora<br />
oggi sentono questo distacco e<br />
dicono: “Lì non ci andiamo perché<br />
non ci accettano”. Si tratta di<br />
un gruppo che è stato lasciato ai<br />
margini della società.<br />
Una missione “nuova”<br />
Per noi saveriane questa è<br />
una missione “nuova”. Quando<br />
mi hanno mandata a Serrano<br />
do Maranão, tutti si meravigliavano<br />
e dicevano che non esiste<br />
un inferno peggiore! Ero molto<br />
come Gesù che, quando lo invitavano<br />
a mangiare, approfittava<br />
per parlare con la gente e stare<br />
con loro. Diversamente da altri<br />
paesi, in Giappone non si possono<br />
fare opere caritative, semplicemente<br />
perché non ce n’è<br />
bisogno!<br />
C’è una “fame” di vangelo,<br />
che però non è esplicitata. E<br />
quindi bisogna cercare di far<br />
capire cos’è questa “fame”. Per<br />
questo, una delle strade rimane<br />
<strong>il</strong> mondo della scuola, dell’educazione,<br />
perché così si entra in<br />
contatto con i bambini e i loro<br />
genitori; così si riesce a dire<br />
qualcosa.<br />
In Giappone i saveriani lavorano<br />
soprattutto negli as<strong>il</strong>i; ma<br />
insegniamo anche nelle scuole.<br />
La principale incidenza che la<br />
chiesa cattolica ha nella società<br />
giapponese passa attraverso<br />
Il saveriano tarantino p. Giovanni<br />
D’Elia, missionario in Giappone,<br />
battezza un catecumeno giapponese<br />
VITA RUSSO, mM<br />
preoccupata, però pensavo che<br />
anche loro sono popolo di Dio e<br />
bisogna riscattarli. La missione<br />
sarebbe stata diffic<strong>il</strong>e, ma è Dio<br />
che la porta avanti…<br />
A Serrano c’era da iniziare<br />
da zero e noi saveriane ci siamo<br />
imposte che per <strong>il</strong> primo anno<br />
non avremmo preso alcuna decisione:<br />
avremmo guardato, visitato<br />
le famiglie, constatato cosa<br />
sanno e cosa non sanno, di cosa<br />
realmente hanno bisogno…, per<br />
poi compiere le nostre scelte. E<br />
così abbiamo fatto.<br />
Investire sui giovani<br />
Abbiamo capito che con gli<br />
adulti si riusciva a fare poco e allora<br />
abbiamo investito le nostre<br />
energie sui bambini e sui giovani<br />
che sono più aperti. Ora, grazie<br />
a Dio, nel giro di quattro anni, la<br />
chiesa si riempie e ci sono dodici<br />
gruppi di laici che si incontrano<br />
nelle famiglie per l’evangeliz-<br />
p. GIOVANNI D’ELIA, sx<br />
l’educazione. La scuola cattolica<br />
gode di una buona fama e i genitori<br />
iscrivono volentieri i bambini<br />
nelle nostre scuole cattoliche,<br />
che seguono i programmi<br />
governativi, a cui aggiungono le<br />
caratteristiche proprie.<br />
Il seme diventerà albero<br />
Un grande sforzo che rimane<br />
da fare riguarda la traduzione in<br />
lingua giapponese dei testi cristiani<br />
importanti, soprattutto a<br />
livello biblico. Secondo <strong>il</strong> mio<br />
punto di vista, questo è un terreno<br />
in cui sarebbe necessario investire.<br />
Sarebbe bello e ut<strong>il</strong>e se i<br />
testi dei Padri della chiesa venissero<br />
tradotti in giapponese.<br />
Anche se c’è una buona proporzione<br />
tra <strong>il</strong> numero dei cristiani<br />
e <strong>il</strong> numero dei preti, la chiesa<br />
rimane ancora un piccolo seme,<br />
quasi insignificante, all’interno<br />
della vita della nazione. Chissà<br />
che in futuro non diventi un<br />
albero con molti frutti! Di fatto<br />
ci sono varie nazioni asiatiche<br />
dove l’evangelizzazione si sta<br />
sv<strong>il</strong>uppando molto: <strong>il</strong> Vietnam,<br />
la Corea del sud, la Cambogia...<br />
Qui la chiesa sta crescendo notevolmente.<br />
Noi saveriani, con la nostra<br />
presenza e <strong>il</strong> nostro servizio, stiamo<br />
cercando con um<strong>il</strong>tà di essere<br />
un piccolo segno della presenza<br />
del regno di Dio in mezzo al<br />
popolo giapponese. È una missione<br />
nella “pazienza”. ■<br />
Nel periodo estivo i missionari e le missionarie rientrano in famiglia<br />
per un po’ di riposo, per qualche visita medica e per incontrare<br />
parenti e amici. Con chi è passato a trovarci, abbiamo<br />
trascorso un po’ di tempo e abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa<br />
della loro esperienza missionaria.<br />
Abbiamo raccolto qualche “briciola” di queste conversazioni<br />
che, con gioia, condividiamo con voi, amici lettori, a cui sta a<br />
cuore Gesù, <strong>il</strong> suo vangelo e la missione della chiesa.<br />
p. Piero Pierobon, sx<br />
La saveriana Vita Russo, da più di 50 anni missionaria in Bras<strong>il</strong>e,<br />
con un nipote e con p. Michele D’Erchie, suo compaesano<br />
zazione. Si tratta di un lavoro di<br />
formazione che portiamo avanti<br />
senza forzare i tempi.<br />
I giovani hanno dato esempio di<br />
responsab<strong>il</strong>ità anche quando una<br />
nostra sorella si è assentata per sei<br />
mesi: sono andati avanti da soli!<br />
Anche <strong>il</strong> vescovo ha detto: “Se sono<br />
andati avanti da soli, vuol dire<br />
che andranno avanti”. Davvero <strong>il</strong><br />
Signore sta lavorando molto.<br />
SONO PASSATI A TROVARCI / 3<br />
Siate solidali con <strong>il</strong> Congo!<br />
GIUSY ROMANAZZO, mM<br />
Sono missionaria in Congo, nazione ricca di risorse naturali, anche se<br />
la maggior parte della gente vive nella miseria! La condizione del nostro<br />
popolo è molto precaria. Dal punto di vista economico e sociale la<br />
gente è abbandonata a se stessa, manca l’assistenza sanitaria e anche<br />
le scuole funzionano poco. Per questo la gente è obbligata a fare con<br />
le proprie poche forze... In tale contesto, la chiesa rimane oggi l’unico<br />
punto di riferimento verso cui rivolgere la propria speranza.<br />
Come missionarie, siamo impegnate nell’assistenza in campo sanitario,<br />
sociale e pastorale. Ora siamo una ventina, comprese le quattro<br />
sorelle in Burundi. Siamo una presenza in mezzo ai nostri fratelli<br />
bisognosi, in una chiesa che ha avuto anche i suoi martiri: se si dà fastidio<br />
è un buon segno!<br />
Tra le sfide emergenti, la prima è senza dubbio l’annuncio: è necessario<br />
annunciare tutta la verità alla gente! L’altra è quella di sapersi<br />
mettere accanto a loro e lavorare con loro. Di bello c’è che anche la<br />
chiesa africana è missionaria. Abbiamo saveriane congolesi in Amazzonia,<br />
in Camerun e in Ciad…<br />
Anche l’Africa si sta aprendo<br />
alla solidarietà della missione.<br />
Alle nostre antiche chiese<br />
dell’Occidente, direi di essere<br />
solidali! Non createvi un mondo<br />
vostro, con tutto quello che<br />
potete avere e godere. Si può<br />
essere solidali in tanti modi,<br />
prima di tutto vivendo coerentemente<br />
la vita cristiana senza<br />
sprechi. Poi inviterei i cristiani<br />
a sentire i congolesi come propri<br />
fratelli, anche se sono lontani.<br />
Insieme si può vivere in<br />
sintonia di fede, di speranza e<br />
di carità!<br />
L’esempio del Bras<strong>il</strong>e<br />
Le sfide odierne della missione<br />
ci spingono a essere costantemente<br />
aggiornate, perché le cose<br />
cambiano in tutti i sensi. Come<br />
cammino di fede, stiamo proponendo<br />
l’iniziazione cristiana,<br />
per cui è essenziale incontrarsi<br />
con Gesù Cristo e con <strong>il</strong> vangelo.<br />
Conoscere Gesù, sapere chi<br />
è, essere suo amico, discepolo e<br />
missionario allo stesso tempo…<br />
Poi viene tutto <strong>il</strong> resto. Credo che<br />
sia realmente la strada giusta da<br />
percorrere in questo momento.<br />
E mi sembra sia necessario anche<br />
per la chiesa qui in Europa,<br />
dove bisogna ridare una risposta<br />
personale a Cristo e alla sua Parola.<br />
Non basta essere battezzati!<br />
In questo, forse, la chiesa del<br />
Bras<strong>il</strong>e, con i laici molto impegnati,<br />
avrebbe qualcosa da insegnare.<br />
■<br />
La saveriana Giusy Romanazzo<br />
di Locorotondo, a destra,<br />
con <strong>il</strong> fratello e la cognata
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
Una lettera dal Camerun<br />
Ho ripreso <strong>il</strong> bastone del pellegrino<br />
C<br />
ari amici, mi trovo di nuovo<br />
in sede, a Douala, dopo<br />
diversi mesi di viaggi. Continuo<br />
<strong>il</strong> mio servizio di animazione e<br />
di coordinamento delle comunità<br />
saveriane in Camerun e in Ciad. Il<br />
capitolo dei saveriani in Camerun<br />
mi ha chiesto di continuare per<br />
altri quattro anni. Non era certo<br />
nelle mie aspirazioni, ma ho accettato<br />
perché ho sentito l’unanimità<br />
dei miei confratelli e perché<br />
vorrei far andare avanti alcuni<br />
“cantieri” messi in piedi. E ho ripreso<br />
<strong>il</strong> bastone del pellegrino.<br />
La festa delle famiglie<br />
Crescono i figli... tra lavoro e festa<br />
D<br />
La piantina di bas<strong>il</strong>ico<br />
Mentre i genitori partecipavano<br />
a una conferenza formativa, i<br />
figli, divisi in fasce di età, seguivano<br />
un percorso preparato apposta<br />
per loro. Attraverso giochi<br />
e attività, erano invitati a riflettere<br />
sullo stesso tema dei genitori.<br />
Erano guidati da un’equipe di<br />
animatori e animatrici, costituita<br />
per l’occasione da giovani proomenica<br />
6 maggio si è<br />
svolta, al parco della mondialità<br />
di Gallico Superiore, la<br />
festa diocesana delle famiglie<br />
per concludere <strong>il</strong> percorso promosso<br />
dall’ufficio diocesano<br />
famiglia in preparazione al VII<br />
incontro internazionale delle<br />
famiglie, tenutosi a M<strong>il</strong>ano dal<br />
30 maggio al 3 giugno con <strong>il</strong><br />
tema: “La famiglia: <strong>il</strong> lavoro e<br />
la festa”.<br />
L’obiettivo della giornata è<br />
stato quello di coinvolgere l’intera<br />
famiglia che è chiamata a<br />
REGGIO<br />
CALABRIA<br />
89135 GALLICO SUPERIORE RC - Via Rimembranze<br />
Santuario Madonna della Grazia<br />
Tel. 0965 370304 - Fax 0965 373137 - E-ma<strong>il</strong>: saverianigallico@libero.it - C/c. postale 10444891<br />
mettersi in relazione con le altre<br />
famiglie, ma anche a pregare, a<br />
riflettere e a divertirsi.<br />
p. ARMANDO COLETTO, sx<br />
Consiglieri giovani e bravi<br />
Febbraio e marzo li ho passati<br />
in Ciad; c’era un bisogno nella<br />
nostra comunità di Bongor (da<br />
dove sono stato “rapito” quattro<br />
anni fa). Ne ho approfittato anche<br />
per visitare le comunità saveriane<br />
del Ciad e del Camerun settentrionale.<br />
Devo farlo due volte all’anno,<br />
per seguire la vita e i problemi<br />
da vicino. È sempre una bella<br />
esperienza <strong>il</strong> contatto ravvicinato<br />
con i miei confratelli missionari e<br />
con la loro vita concreta.<br />
In quel periodo si è tenuta anche<br />
la nostra riunione di “consiglio”,<br />
cha ha luogo tre volte<br />
l’anno: nel governo della regione<br />
saveriana sono infatti assistito<br />
da quattro confratelli, nuovi di<br />
zecca, tutti giovani e bravissimi!<br />
È <strong>il</strong> momento di prendere alcune<br />
decisioni concrete e orientamenti<br />
sulla missione, sulle persone e<br />
su certe situazioni delicate. Poi,<br />
tocca a me applicare i provvedimenti<br />
e gli orientamenti presi.<br />
Il cristianesimo in Ciad<br />
Un’esperienza nuova che ho<br />
www.avveniredicalabria.it<br />
venienti dalla parrocchia Maria<br />
Santissima del Rosario di V<strong>il</strong>la<br />
San Giovanni, da Sant’Antonio<br />
di Reggio Calabria e dall’oratorio<br />
salesiano di Bova Marina.<br />
Al termine di questa intensa<br />
giornata è stata donata a ogni<br />
famiglia una piantina di bas<strong>il</strong>ico<br />
con le seguenti istruzioni per<br />
l’uso: “Curare durante la settimana<br />
per godere del suo profumo<br />
la domenica”, per indicare<br />
che <strong>il</strong> culmine del lavoro settimanale<br />
è la domenica, giorno<br />
del Signore, da cui parte e verso<br />
cui converge tutta la nostra vita<br />
cristiana.<br />
■<br />
Il friulano p. Armando Coletto, secondo a sinistra, è stato riconfermato superiore<br />
dei saveriani in Camerun e Ciad: con lui collabora una squadra nuova di zecca!<br />
vissuto è stata la partecipazione a<br />
un’assemblea speciale, quella dei<br />
responsab<strong>il</strong>i di tutte le congregazioni<br />
religiose presenti in Ciad.<br />
Eravamo una quarantina di persone.<br />
Ho ascoltato le preoccupazioni<br />
maggiori, condivise da tutti coloro<br />
che lavorano da anni nell’evangelizzazione<br />
e nella promozione<br />
umana in questa nazione.<br />
Il cristianesimo è minoritario<br />
rispetto alle religioni tradizionali<br />
e all’islam, e ha difficoltà a<br />
diffondersi nelle culture locali:<br />
<strong>il</strong> legame tra la fede e la vita è<br />
spesso molto frag<strong>il</strong>e. C’è poca<br />
incidenza sulle realtà sociali e<br />
politiche. Ma se l’analisi è chiara,<br />
le strategie da seguire sono<br />
meno evidenti: bisogna continuare<br />
a cercare.<br />
Dopo la grande veglia di Pasqua,<br />
con battesimi e celebrazione<br />
di matrimoni, mi sono<br />
rimesso in strada per tornare in<br />
Camerun verso Yaoundé e Douala,<br />
passando per le comunità di<br />
Bafoussam, dove abbiamo anche<br />
una quindicina di giovani che si<br />
preparano a diventare missionari.<br />
Ci vuole una giornata intera<br />
di corriera nel migliore dei casi,<br />
e una nottata in treno per arrivare<br />
alla capitale Yaoundé. Ormai<br />
conosco <strong>il</strong> percorso a memoria…<br />
Tutto è andato per <strong>il</strong> meglio, anche<br />
se la fatica si fa sentire, così<br />
come la voglia di tornare alla<br />
base per fermarsi un po’.<br />
L’umanità cresce con l’unità<br />
A Yaoundé ho partecipato a<br />
un altro incontro con un gruppo<br />
di religiosi e religiose. Stiamo<br />
cercando di mettere in piedi un<br />
osservatorio nazionale per la<br />
giustizia e la pace. L’avevo proposto<br />
l’anno scorso; l’idea ha<br />
fatto <strong>il</strong> suo cammino e quest’anno<br />
alcuni istituti hanno aderito.<br />
Si tratta di un gruppetto di persone<br />
che segue gli avvenimenti<br />
più significativi del Paese sotto<br />
l’aspetto dei diritti umani, della<br />
gestione politica ed economica,<br />
per fornire ai religiosi materiale<br />
documentato per un’analisi della<br />
situazione, per la formazione<br />
delle coscienze e anche per denunciare<br />
eventuali derive... La<br />
sensib<strong>il</strong>ità è ancora debole in<br />
questo campo e si rischia di farsi<br />
complici di certe situazioni a<br />
causa del s<strong>il</strong>enzio.<br />
Come vedete, le riunioni non<br />
mancano, sperando che servano<br />
a qualcosa, a far crescere l’intesa<br />
e <strong>il</strong> lavoro fatto insieme, la fraternità<br />
e <strong>il</strong> regno di Dio, come<br />
si dice nel linguaggio biblico.<br />
L’umanità cresce nella misura in<br />
cui cresce l’unità. ■<br />
8<br />
Nell’anfiteatro del parco della mondialità <strong>il</strong> vescovo mons. Luigi Mondello<br />
ha celebrato la Messa per la festa diocesana delle famiglie.<br />
Hanno partecipato tante famiglie alla Festa diocesana che si è svolta al parco<br />
della mondialità dei saveriani di Gallico Superiore.<br />
BISOGNa CREDERE... PRATICAMENTE!<br />
san GUIDO CONFORTI<br />
Abbiamo ricevuto l’abito santo della fede nel giorno del nostro battesimo,<br />
ma questo abito è necessario perfezionarlo con l’esercizio degli<br />
atti relativi, per cui la fede nostra da abituale che è, deve diventare<br />
attuale, informando e vivificando tutti gli atti della nostra vita. Non<br />
basta avere la fede per essere giustificati al cospetto del Signore; ma è<br />
necessario vivere la vita della fede, che si manifesta nelle opere.<br />
Vivere la vita della fede vuol dire giudicare ogni cosa secondo i suoi<br />
infallib<strong>il</strong>i comandi, approvare ciò che essa approva e condannare ciò<br />
che essa condanna. Non basta credere, ma bisogna vivere in conformità<br />
della propria fede, interrogarla in tutti gli incontri, in tutte le contingenze<br />
della vita e regolarsi non secondo l’andazzo del tempo, non secondo<br />
le esigenze delle passioni sregolate, ma secondo i suoi insegnamenti,<br />
con la persuasione di seguire la verità e di praticare la giustizia.<br />
Non basta credere speculativamente, ma bisogna anche credere<br />
praticamente, vale a dire senza arrossire di fronte agli scettici e ai miscredenti.<br />
È necessario che la fede informi tutti i pensieri della nostra<br />
mente, tutti gli affetti del nostro cuore. È necessario che la nostra vita<br />
e le nostre opere siano l’eco della nostra fede. Non basta che l’immagine<br />
adorab<strong>il</strong>e del Crocifisso adorni le pareti delle nostre case perché<br />
si possa dire che là regna Cristo. È necessario di più: che <strong>il</strong> suo spirito<br />
santifichi i membri delle nostre famiglie.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
ROMA<br />
00165 ROMA RM - Via Aurelia, 287<br />
Tel. 06 39366929 - Fax 06 39366925<br />
E-ma<strong>il</strong>: ivanmarchesin@hotma<strong>il</strong>.com - C/c. postale 45206000<br />
8<br />
“Dottore” in... teologia biblica<br />
Intervista al saveriano p. Vitus Rubianto<br />
M<br />
ercoledì 20 giugno p. Vitus<br />
Rubianto - giovane<br />
saveriano di origine indonesiana<br />
- ha br<strong>il</strong>lantemente terminato<br />
i suoi studi, conseguendo <strong>il</strong> “dottorato”<br />
in teologia biblica. Ci<br />
siamo trovati in tanti - saveriani<br />
e saveriane, conoscenti e amici<br />
venuti anche da Verona e da<br />
Taranto - all’università Gregoriana<br />
per ascoltare l’esposizione<br />
della tesi di p. Vitus, <strong>il</strong> cui titolo<br />
era: “La figura del seme e <strong>il</strong> suo<br />
compimento. Analisi della parabola<br />
in Marco 4,1-34”.<br />
Un lavoro inedito e prezioso<br />
Padre Vitus ha fatto una sintesi<br />
del lavoro a cui si è dedicato in<br />
questi anni di studio. L’originalità<br />
della sua ricerca sta nell’aver<br />
accostato due brani del vangelo<br />
di Marco: quello delle parabole<br />
(capitolo 4) e <strong>il</strong> discorso apocalittico<br />
(capitolo 13). Finora, nessun<br />
altro aveva fatto tale confronto,<br />
con tanta profondità. Il<br />
Di passaggio a Roma da Cipro<br />
Come missionario, sono annunciatore<br />
A<br />
rrivando dall’isola di Cipro,<br />
ho sostato al collegio<br />
“Conforti” di via Aurelia, come<br />
spesso faccio quando passo<br />
per Roma. Dopo aver lavorato<br />
in Terrasanta per tre anni, sono<br />
ora da un anno a Cipro per dare<br />
una mano ai francescani che sono<br />
nell’isola da vari secoli.<br />
Nella Cipro divisa<br />
Cipro continua ad avere un<br />
confine che separa la zona greca<br />
ortodossa-cristiana, che corrisponde<br />
al 75% dell’isola, da<br />
quella invasa dai turchi, con<br />
splendide spiagge che attirano<br />
migliaia di vacanzieri. Oltre<br />
all’invasione turistica, è sopraggiunta<br />
l’invasione di migranti da<br />
tanti altri paesi.<br />
Io mi occupo di loro, insieme<br />
ad altri due sacerdoti: siamo al<br />
servizio pastorale dei vari gruppi<br />
etnici che vivono a Nicosia, la<br />
capitale dell’isola. È una realtà<br />
tipicamente missionaria. Do una<br />
mano anche nella nunziatura,<br />
essendo io l’unico italiano, per i<br />
contatti con l’ambasciata italiana<br />
e con i gruppi di lingua inglese.<br />
Ma non faccio “<strong>il</strong> nunzio”; faccio<br />
“l’annunciatore”, come ogni<br />
buon missionario.<br />
Io sono missionario e sono felice<br />
di appartenere alla famiglia<br />
saveriana di san Guido Conforti,<br />
pastore universale. I superiori<br />
hanno rinnovato per me <strong>il</strong> contratto<br />
con <strong>il</strong> custode di Terrasanta,<br />
<strong>il</strong> francescano p. Pierbattista<br />
Pizzaballa per un altro anno di<br />
Padre Vito Scagliuso nella parrocchia Holy Cross Parish, a Cipro<br />
p. FILIPPO ROTA MARTIR, sx<br />
discorso delle parabole parla del<br />
seme, cioè dell’inizio; <strong>il</strong> discorso<br />
apocalittico parla dei segni<br />
degli ultimi tempi, cioè della fine.<br />
I due capitoli possono essere<br />
accostati per descrivere la vicenda<br />
umana di Gesù, come seme<br />
che muore per dare la vita.<br />
Dopo l’esposizione di p. Vitus,<br />
i professori presenti (moderatore<br />
e secondo relatore) hanno<br />
dato le loro valutazioni e osservazioni<br />
critiche. Si sono congratulati<br />
per <strong>il</strong> lavoro svolto con<br />
competenza e precisione, offrendo<br />
un contributo nuovo alla ricerca<br />
biblica. È stata aperta una<br />
strada che potrà, in futuro, essere<br />
ripresa e percorsa da altri.<br />
Alla fine p. Vitus ha ringraziato<br />
non solo i professori e gli studenti<br />
che in questi anni lo hanno<br />
accompagnato, ma anche la famiglia<br />
saveriana e gli amici per<br />
l’appoggio e la fiducia ricevuti.<br />
Abbiamo terminato con una bella<br />
preghiera cantata in lingua ebraica.<br />
Ma per festeggiare al meglio<br />
questo importante risultato, ci<br />
siamo ritrovati tutti insieme a cena<br />
e qui ho intervistato p. Vitus.<br />
Perché hai fatto<br />
un dottorato?<br />
All’inizio non avevo questa<br />
intenzione. A Jakarta insegnavo<br />
Sacra Scrittura da cinque anni.<br />
L’università mi ha chiesto di proseguire<br />
gli studi, ma a quell’epoca<br />
ero anche <strong>formato</strong>re degli studenti<br />
saveriani di f<strong>il</strong>osofia. Così,<br />
dopo un paio di anni sono venuto<br />
a Roma, non solo per studiare,<br />
ma anche per partecipare al convegno<br />
sulla spiritualità e al capitolo<br />
generale.<br />
Come mai hai scelto questo<br />
tema?<br />
In un primo momento volevo<br />
approfondire l’inculturazione negli<br />
Atti degli apostoli, ma non ho<br />
trovato un professore disposto a<br />
seguirmi. Il prof. Roland Mey-<br />
p. VITO SCAGLIUSO, sx<br />
servizio, fino all’estate del 2013.<br />
Hanno bisogno di me e di altri sacerdoti<br />
missionari che sentono la<br />
vocazione di provvedere alle necessità<br />
di migliaia di persone arrivate<br />
da paesi lontani, che bussano<br />
alla porta in cerca di un riferimento<br />
spirituale e di un intervento<br />
umanitario per <strong>il</strong> rispetto delle<br />
loro persone e dei loro diritti.<br />
Con i migranti in Terrasanta<br />
Come missionario, sempre alle<br />
dipendenze della “Custodia<br />
francescana di Terrasanta”, ho<br />
lavorato per un anno in Giudea<br />
(a Gerusalemme e a Betlemme)<br />
e per due in Gal<strong>il</strong>ea (a Tiberiade<br />
e a Nazareth). In tutti i posti<br />
ho avuto in cura pastorale i fedeli<br />
provenienti dall’Asia (cingalesi,<br />
indiani, birmani, bengalesi<br />
e f<strong>il</strong>ippini), e quelli venuti<br />
dall’Africa (nigeriani, camerunesi<br />
e tanti altri). A questi vanno<br />
aggiunti gli ottom<strong>il</strong>a soldati<br />
dell’Onu, molti dei quali erano<br />
latino-americani.<br />
La gente è felice di incontrare<br />
un sacerdote missionario e spesso<br />
ringrazia con queste parole:<br />
“Grazie, padre per essere qui,<br />
perché abbiamo bisogno di te e<br />
dell’aiuto di Dio!”<br />
Se venite in pellegrinaggio a<br />
Cipro, sarò felice di incontrarvi<br />
e di accompagnarvi (padrevito@<br />
ma<strong>il</strong>.com).<br />
■<br />
net, uno dei fondatori del<br />
metodo della retorica biblica,<br />
mi ha suggerito <strong>il</strong> tema<br />
sul vangelo di Marco a<br />
cui applicare <strong>il</strong> suo metodo.<br />
E ho accettato…<br />
Quali sono state<br />
le difficoltà?<br />
La prima difficoltà è<br />
aver dovuto studiare varie<br />
lingue, oltre all’italiano.<br />
La seconda è stata praticare<br />
la metodologia dell’analisi<br />
retorica con un certo rigore.<br />
È come se avessi imparato<br />
un nuovo mestiere.<br />
Allo stesso tempo ho avuto<br />
molta fiducia nel professore<br />
che mi seguiva, <strong>il</strong> quale<br />
fin dall’inizio mi ha chiesto<br />
molto e ha avuto fiducia<br />
in me, coinvolgendomi<br />
nel suo progetto. Infatti, ho<br />
tradotto dal francese all’inglese<br />
quattro suoi libri. Tale sforzo mi<br />
ha obbligato a entrare completamente<br />
nel suo metodo.<br />
Allora ti ha convinto?<br />
Direi proprio di sì. Ho anche<br />
partecipato, qui a Roma, a due<br />
convegni internazionali sulla retorica<br />
biblica e ho potuto conoscere<br />
tanti studiosi. Mi sono trovato<br />
a mio agio, inserito in un<br />
gruppo internazionale di varie<br />
persone che usano lo stesso metodo<br />
ideato da p. Roland. Questo<br />
contatto con altri esegeti è importante<br />
per avere un confronto<br />
che arricchisce e sostiene nel<br />
cammino.<br />
■<br />
(continua nel riquadro)<br />
DA STUDENTE A INSEGNANTE<br />
Intervista al saveriano p. Vitus Rubianto / 2<br />
Continuiamo la chiacchierata con p. Vitus…<br />
Il saveriano indonesiano<br />
p. Vitus Rubianto ha discusso<br />
la tesi di dottorato in<br />
teologia biblica all’università<br />
Gregoriana di Roma, ottenendo<br />
apprezzamenti e consensi<br />
a cura di p. F. ROTA MARTIR, sx<br />
La soddisfazione più grande?<br />
Scrivere una tesi non è fac<strong>il</strong>e, ancor meno nel campo biblico, dopo<br />
secoli di ricerca. È stata una bella soddisfazione poter offrire qualcosa<br />
di nuovo. La stessa università Gregoriana ha riconosciuto che si tratta<br />
di un contributo originale alla ricerca sulla retorica biblica.<br />
Cosa farai ora?<br />
Torno in Indonesia, a Jakarta, per riprendere l’insegnamento e divulgare<br />
qualcosa che là è del tutto sconosciuto: la metodologia della<br />
retorica biblica.<br />
Desideri ringraziare qualcuno in particolare?<br />
Oltre a tutti coloro che ho già nominato <strong>il</strong> giorno della discussione<br />
della tesi, desidero ringraziare la mia famiglia in Indonesia, e in particolare<br />
mia mamma che mi ha sostenuto con la sua pazienza e la sua<br />
preghiera. Vorrei riprendere la preghiera del salmo 131, che mi ha rasserenato<br />
nella sua semplicità divina e materna.<br />
“Signore, non si esalta <strong>il</strong> mio cuore né i miei occhi guardano in alto;<br />
non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. Io invece<br />
resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua<br />
madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. Israele attenda<br />
<strong>il</strong> Signore, da ora e per sempre” (salmo 131).<br />
L’importante giornata si è conclusa con una cena presso la casa dei saveriani di Roma,<br />
insieme a professori e confratelli, che si sono congratulati<br />
con p. Vitus per <strong>il</strong> traguardo raggiunto, e agli amici di Verona (nella foto)
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
ROMAGNA<br />
48125 S. PIETRO in VINCOLI RA - Via Angaia, 7<br />
Tel. 0544 551009 - Fax 0544 551811<br />
E-ma<strong>il</strong>: saveriani.spv@libero.it - C/c. postale 13591482<br />
Abbiamo una missione in comune<br />
La festa con amici e benefattori romagnoli<br />
D<br />
omenica 17 giugno, come<br />
annunciato, i saveriani di<br />
San Pietro in Vincoli si sono<br />
riuniti con gli amici e i benefattori<br />
per un pomeriggio di festa<br />
e fraternità. Ci è sembrato doveroso,<br />
infatti, ringraziare tutti voi<br />
per quello che fate per noi con<br />
le vostre preghiere e i vostri sacrifici<br />
anche materiali. Alla celebrazione<br />
era presente anche p.<br />
Luigi Menegazzo, vice superiore<br />
generale, venuto da Roma.<br />
Siamo senza dubbio in un momento<br />
di crisi economica, ma <strong>il</strong><br />
Signore non ci ha mai abbandonato<br />
e voi siete strumenti nelle<br />
sue mani per la missione che<br />
abbiamo in comune: portare la<br />
Buona Novella di Cristo a tutti<br />
coloro che ancora non lo conoscono.<br />
Desidero condividere <strong>il</strong><br />
racconto dei momenti trascorsi<br />
insieme con chi non ha potuto<br />
partecipare alla festa.<br />
Un seme nel nostro cuore<br />
Alle 16 abbiamo celebrato<br />
l’Eucaristia, presieduta da p.<br />
Carlo Pozzobon, ex superiore<br />
dei saveriani in Italia, che negli<br />
ultimi anni è sempre stato presente<br />
in questa occasione. Padre<br />
Carlo nell’omelia ha ringraziato<br />
tutti gli amici e benefattori<br />
che ci seguono attraverso le pagine<br />
di “<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>”.<br />
Poi, ha preso lo spunto dal vangelo<br />
della domenica per parlare<br />
del granello di senapa, che noi<br />
p. LINO SGARBOSSA, sx<br />
portiamo nel nostro cuore, e del<br />
regno di Dio che cresce per la<br />
divina Provvidenza.<br />
Ognuno di noi deve impegnarsi<br />
a far crescere quel seme,<br />
sapendo che non è solo a proprio<br />
vantaggio, ma per tutto <strong>il</strong><br />
mondo. Tutti siamo chiamati a<br />
testimoniare <strong>il</strong> regno nel mondo<br />
d’oggi, a farlo crescere nei<br />
giovani e ad aiutare la chiesa e<br />
i suoi missionari che partono e<br />
si impegnano a incrementare nel<br />
mondo la presenza dell’amore<br />
di Dio.<br />
Tre feste in una!<br />
È stata anche un’occasione<br />
speciale per ringraziare Dio per<br />
la sua Provvidenza. Infatti, si ce-<br />
lebravano gli 80 anni di presenza<br />
dei saveriani a San Pietro in Vincoli.<br />
In questa casa, donata dalle<br />
signorine Vignuzzi esattamente<br />
nel 1932, sono stati formati tanti<br />
giovani saveriani che sono partiti<br />
per le diverse missioni loro<br />
affidate nel mondo.<br />
Al termine dell’Eucaristia, p.<br />
Giuseppe Nardo, superiore della<br />
comunità di San Pietro in Vincoli,<br />
ha ricordato che p. Ildo Chiari<br />
quest’anno celebra <strong>il</strong> 65° anniversario<br />
della sua ordinazione<br />
sacerdotale. Un grande applauso<br />
ha sottolineato la stima e l’affetto<br />
di tutti i presenti per p. Ildo<br />
che in questa casa ha lavorato<br />
per più di quarant’anni, testimoniando<br />
nel migliore dei modi <strong>il</strong><br />
nostro ideale missionario.<br />
Le parole di don Ugo<br />
Il parroco emerito di San Pietro<br />
in Vincoli, don Ugo Atenioli, ha<br />
ringraziato tutti i saveriani passati<br />
e presenti per <strong>il</strong> loro servizio e<br />
la loro disponib<strong>il</strong>ità nel ministero<br />
in parrocchia e in diocesi, sempre<br />
pronti a collaborare in qualsiasi<br />
momento con i sacerdoti per <strong>il</strong><br />
bene dei fedeli e per la diffusione<br />
del carisma missionario.<br />
Dopo la Messa, ci siamo riuniti<br />
in fraterna convivenza nel<br />
parco davanti casa per gustare,<br />
a suon di fisarmonica, i bocconcini<br />
preparati dalle nostre cuoche<br />
Tiziana e Claudia. Un grazie<br />
sentito va anche a loro che per<br />
molti giorni si sono prodigate<br />
nella preparazione delle squisite<br />
specialità romagnole. ■<br />
8<br />
San Conforti a Ravenna e Forlì<br />
L’urna con le spoglie in pellegrinaggio a ottobre p. L. SGARBOSSA, sx<br />
L’<br />
La chiesa dei saveriani di San Pietro in Vincoli gremita di amici e benefattori,<br />
domenica 17 giugno per la festa annuale di ringraziamento.<br />
anno della fede, indetto da<br />
papa Benedetto XVI, inizierà<br />
l’11 ottobre, in coincidenza<br />
con <strong>il</strong> 50° anniversario dell’apertura<br />
del conc<strong>il</strong>io Vaticano II. La<br />
conclusione è prevista <strong>il</strong> 24 novembre<br />
del 2013.<br />
Un anno della fede speciale<br />
Nella diocesi di Ravenna-<br />
Cervia, per iniziativa della<br />
“Commissione Conforti”, l’anno<br />
dedicato alla fede si aprirà<br />
venerdì 12 ottobre alle 20,30 e<br />
sarà davvero speciale. Infatti,<br />
prenderà <strong>il</strong> via in quel giorno <strong>il</strong><br />
pellegrinaggio dell’urna di san<br />
Guido Conforti, con l’arrivo da<br />
Parma nella bas<strong>il</strong>ica di Classe<br />
e con l’assemblea diocesana<br />
d’inizio anno.<br />
Il pellegrinaggio si concluderà<br />
domenica 21 ottobre nella cattedrale<br />
di Ravenna, alla presenza<br />
degli studenti teologi saveriani<br />
di Parma che animeranno la veglia<br />
missionaria.<br />
Le spoglie mortali del santo,<br />
già arcivescovo di Ravenna fra<br />
Il libro di p. Camera su san Guido<br />
Conforti può essere acquistato anche<br />
durante <strong>il</strong> pellegrinaggio delle reliquie<br />
del santo nelle diocesi di Ravenna e<br />
Forlì, dal 12 al 21 ottobre 2012<br />
<strong>il</strong> 1902 e <strong>il</strong> 1904 e fondatore dei<br />
missionari saveriani, saranno accolte<br />
di giorno in giorno presso<br />
i diversi vicariati della diocesi,<br />
all’interno di una delle chiese<br />
parrocchiali.<br />
Di parrocchia in parrocchia<br />
L’urna del santo Conforti sarà<br />
presente anche nella cattedrale di<br />
Forlì e in alcune parrocchie della<br />
diocesi di Forlì-Bertinoro,<br />
in particolare nella parrocchia<br />
“Maria Aus<strong>il</strong>iatrice” del quartiere<br />
“La Cava”. Il programma<br />
completo è pubblicato nel riquadro<br />
a fianco.<br />
In ogni occasione sarà presente<br />
p. Guglielmo Camera, postulatore<br />
della causa di canonizzazione.<br />
I fedeli delle comunità<br />
parrocchiali potranno venerare<br />
le reliquie. Sarà possib<strong>il</strong>e acquistare<br />
articoli religiosi legati a<br />
mons. Conforti e in particolare <strong>il</strong><br />
libro “San Guido Conforti. Maestro<br />
e modello di vita per i suoi<br />
figli e le sue figlie di Ravenna”,<br />
scritto da p. Camera. ■<br />
Il clima primaver<strong>il</strong>e ha<br />
permesso di organizzare<br />
<strong>il</strong> rinfresco all’aperto e la<br />
festa è stata un successo completo...<br />
anche p. Ildo Chiari<br />
sembra essere d’accordo!<br />
IL RITORNO DI SAN GUIDO<br />
Dieci giorni tra Ravenna e Forlì<br />
p. LINO SGARBOSSA, sx<br />
L’urna di san Guido Conforti sarà in pellegrinaggio per le vie delle nostre<br />
parrocchie romagnole da 12 al 21 ottobre. Ecco date, luoghi e orari.<br />
Venerdì 12 ottobre - S. Apollinare in Classe<br />
Alle 20,30 arrivo dell’urna da Parma. Assemblea diocesana d’inizio anno<br />
e avvio, a livello locale, dell’anno della fede. Presiede l’arcivescovo<br />
mons. Verucchi<br />
Sabato 13 ottobre - Vicariato di Portomaggiore, chiesa S. Maria Assunta<br />
Domenica 14 ottobre - Vicariato di Argenta, chiesa San Nicolò<br />
Lunedì 15 ottobre - Vicariato di Mezzano, chiesa Natività di Maria<br />
Santissima, Piangipane<br />
Martedì 16 ottobre - Vicariato del Mare, chiesa San Giuseppe, Marina<br />
di Ravenna<br />
Mercoledì 17 ottobre - Vicariato di Cervia, concattedrale S. Maria Assunta,<br />
Cervia<br />
Giovedì 18 - sabato 20 - Diocesi di Forlì-Bertinoro:<br />
San Pietro in Vincoli (giovedì), cattedrale di Forlì (venerdì), vicariato<br />
di Cava (sabato mattina).<br />
Sabato 20 ottobre - Vicariato di Ravenna<br />
ore 16: arrivo dell’urna del santo nella chiesa dell’Opera Santa Teresa<br />
di Ravenna, dove rimarrà anche per la Messa prefestiva<br />
ore 20,30: veglia missionaria e processione verso la cattedrale, animata<br />
dagli studenti saveriani di Parma, con omelia del superiore generale<br />
dei saveriani<br />
Domenica 21 ottobre - l’urna sarà esposta in cattedrale dal mattino;<br />
alle 16 celebrazione conclusiva presieduta da mons. Verucchi.<br />
Nei vicariati, è previsto <strong>il</strong> seguente programma: 17 - 17,30 arrivo<br />
dell’urna con accoglienza; 18 - 18,30 celebrazione Eucaristica e venerazione<br />
delle reliquie. La mattinata seguente: Messa, confessioni, visita<br />
di gruppi dalle parrocchie del vicariato. Nel pomeriggio, partenza<br />
per <strong>il</strong> vicariato che segue.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
SALERNO<br />
84135 SALERNO SA - Via Fra G. Acquaviva, 4<br />
Tel. 089 792051 - Fax 089 796284<br />
E-ma<strong>il</strong>: saverianisa@tiscalinet.it - C/c. postale 00205849<br />
8<br />
“Forza Juveeee! Gooool!”<br />
Padre Nazzareno Corradini, se non ci fosse... p. OLIVIERO FERRO, sx<br />
U<br />
n tifoso bianconero speciale<br />
quest’anno festeggia<br />
<strong>il</strong> cinquantesimo di ordinazione<br />
sacerdotale (28 ottobre<br />
1962 - 2012). È p. Nazzareno<br />
Corradini, juventino nel cuore,<br />
ma saveriano al 100 per cento.<br />
La sua passione per <strong>il</strong> calcio lo<br />
rende felice, come tutto quello<br />
che fa durante la giornata. Chi<br />
lo cerca, si sente rispondere: “È<br />
uscito; torna fra poco…!”. Ma<br />
procediamo con ordine.<br />
In giro per l’Italia saveriana<br />
Padre Nazzareno è nato nel<br />
1933 in un paesino della bassa<br />
Reggiana, a S. Martino di Guastalla.<br />
Voleva essere “confortino”,<br />
ma è diventato saveriano e<br />
prete nel 1962. Ha lavorato nella<br />
casa di Massa a Vallo della Lucania<br />
e ha girato l’Italia saveriana.<br />
L’ho conosciuto al noviziato di<br />
Nizza Monferrato (Asti) nell’ottobre<br />
del 1970. Là veramente<br />
correva dappertutto e ci faceva<br />
Prete missionario da 65 anni<br />
Campa, Cavallo... che gli anni crescono<br />
I<br />
l sottotitolo non è irriguardoso<br />
per una persona che<br />
quest’anno festeggia i 65 anni di<br />
sacerdozio. Non capita a tutti. In<br />
questo caso <strong>il</strong> festeggiato è padre<br />
Francesco Cavallo, nato a Bari 92<br />
anni orsono, ma domic<strong>il</strong>iato alla<br />
casa saveriana di Salerno e in perenne<br />
contatto con <strong>il</strong> buon Dio.<br />
Siamo “ciucci” di fronte a lui<br />
La sua giornata è molto regolare.<br />
Si alza presto per pregare,<br />
poi celebra l’Eucaristia con la<br />
comunità e si ferma a pregare<br />
ancora un po’. La colazione gli<br />
serve per dare un po’ di forza<br />
al corpo, dopo aver rinforzato<br />
lo spirito. E via, nel suo ufficio,<br />
per ascoltare persone che vengono<br />
da tante parti d’Italia per<br />
esporgli i problemi, chiedere<br />
una preghiera, un consiglio, una<br />
benedizione.<br />
È una processione continua.<br />
Sembra non stancarsi mai. Anche<br />
nel pomeriggio è sempre là,<br />
pronto con <strong>il</strong> suo sorriso delicato<br />
e la voce fleb<strong>il</strong>e ma profonda, a<br />
dire che <strong>il</strong> Signore è vicino a ogni<br />
persona e non ci abbandona mai.<br />
Quando inizia <strong>il</strong> caldo, sale al<br />
monte della Madonna, l’abbazia<br />
di Montevergine, sopra Avellino.<br />
Là c’è l’aria buona e anche lì, la<br />
storia continua. Spesso lui ci dice<br />
che non bisogna dimenticarsi<br />
di “tirare <strong>il</strong> fiato”, aggiungendo<br />
<strong>il</strong> suo saluto: “Felicità”. Noi lo<br />
compagnia quando andavamo<br />
alla vendemmia e alla potatura<br />
delle viti. Giocava anche con noi<br />
a pallone.<br />
Poi è finito in Bras<strong>il</strong>e e da<br />
vari anni si trova qui a Salerno.<br />
In un’intervista a Radio Stella,<br />
la radio di Salerno, ha detto<br />
che segue i gruppi di preghiera,<br />
i malati e gli anziani, e che è<br />
sempre pronto a dare una mano<br />
ai parroci. Il periodo che ricorda<br />
con particolare commozione<br />
è quello vissuto in Bras<strong>il</strong>e dal<br />
1980 al 1994.<br />
Quindici anni in Bras<strong>il</strong>e<br />
Il Bras<strong>il</strong>e è un paese stupendo<br />
e giovane. La fede della gente è<br />
molto vivace, ricca di impegno<br />
cristiano. I missionari offrono<br />
un’importante collaborazione e<br />
animazione alle comunità ecclesiali<br />
di base. Nella sua parrocchia<br />
ce n’erano 35, che <strong>il</strong> missionario<br />
visitava una volta al mese.<br />
In ognuna era presente <strong>il</strong> gruppo<br />
guardiamo dal basso in alto, siamo<br />
“ciucci” di fronte a lui, che<br />
è “un Cavallo di razza”. Molti<br />
saveriani lo hanno conosciuto,<br />
Padre Francesco Cavallo <strong>il</strong> 17 agosto<br />
ha tagliato <strong>il</strong> traguardo dei 65 anni<br />
di sacerdozio, e non<br />
ha intenzione di fermarsi…<br />
liturgico, quello della catechesi,<br />
chi si interessava dell’assistenza<br />
e dell’economia.<br />
Una delle preoccupazioni dei<br />
missionari è moltiplicare i centri<br />
di sanità per far fronte alle emergenze.<br />
Un altro problema molto<br />
grave è quello della terra. A causa<br />
del’urbanizzazione, molte persone<br />
vanno in città. Però poi devono<br />
tornare e cercare di avere un<br />
pezzo di terra, lottando contro <strong>il</strong><br />
latifondismo dei grandi proprietari.<br />
I missionari lavorano anche<br />
perché la gente possa diventare<br />
proprietaria di un pezzo di terra.<br />
Infine, <strong>il</strong> Bras<strong>il</strong>e è un paese<br />
multi etnico. Padre Nazzareno<br />
ricorda con molta simpatia i discendenti<br />
degli emigrati italiani<br />
che vivono con gioia la loro fede<br />
nella vita quotidiana.<br />
Barzellette e preghiere<br />
Se vai in giro per Salerno e<br />
dintorni, è diffic<strong>il</strong>e trovare qualcuno<br />
che non conosca p. Nazza-<br />
p. OLIVIERO FERRO, sx<br />
sia nel noviziato a Nizza Monferrato<br />
(Asti), dove era “maestro”,<br />
sia negli Stati Uniti, dove<br />
ha lavorato per molti anni. E<br />
ognuno ha un ricordo particolare<br />
che conserva gelosamente nel<br />
proprio cuore.<br />
È <strong>il</strong> nostro patriarca!<br />
Qualcuno lo ascolta con più<br />
attenzione, anche perché si trova<br />
di fronte a lui a tavola, al momento<br />
del pasto. Noi, un po’ def<strong>il</strong>ati,<br />
ci permettiamo di scherzare:<br />
è <strong>il</strong> nostro “patriarca”. Certo<br />
non ha ancora l’età di Abramo,<br />
Isacco e Giacobbe, ma spesso<br />
fa come Mosè: resta sul monte<br />
a pregare per noi. Qualche volta<br />
gli teniamo le braccia alzate,<br />
quando si stanca.<br />
Ma non molla mai. Continua,<br />
perché dice che “bisogna morire<br />
sulla breccia”. Non è ancora tempo.<br />
Il Signore lo conservi ancora<br />
a lungo per continuare a fare <strong>il</strong><br />
bene! E anche noi, seguendo <strong>il</strong><br />
suo <strong>il</strong>luminato esempio, cerchiamo<br />
di fare qualcosa di buono.<br />
So già cosa dirà quando leggerà<br />
queste righe scritte per lui, in<br />
incognito... A volte sembra che<br />
non ascolti; però <strong>il</strong> suo sorrisino<br />
sotto i baffi (che non ha), la dice<br />
lunga. Capisce, ma vuole lasciarci<br />
un po’ nel dubbio. Insomma<br />
conduce lui la danza e noi, da<br />
bravi “ciucci”, continuiamo ad<br />
andare a scuola del “Cavallo”. ■<br />
reno. Anche i gelatai<br />
gli offrono una coppa<br />
per rinfrescarlo<br />
nelle sue continue<br />
camminate, condite<br />
di consigli, barzellette,<br />
preghiere e<br />
tanto altro.<br />
Speciale è la sua<br />
cura per gli artisti di<br />
ogni genere. Anche<br />
lui è un artista sui<br />
generis. Non dipinge,<br />
ma si d<strong>il</strong>etta a<br />
fare disegni. Gli basta<br />
un pezzo di carta<br />
e le sue riflessioni<br />
diventano un piccolo<br />
capolavoro. I malati<br />
e gli anziani, le<br />
vecchiette e i poveri<br />
sono i destinatari delle sue visite.<br />
Li incoraggia e cerca di farli<br />
star bene con qualche barzelletta<br />
e qualche preghiera. Frequenta<br />
gruppi di preghiera e torna sempre<br />
con qualche caramella che<br />
condivide con i confratelli.<br />
Ce ne basta uno!<br />
Padre Nazzareno è sempre in<br />
movimento: una volta si diceva<br />
che aveva <strong>il</strong> “santo zelo”! Dice<br />
a fratel Renato in portineria: “Io<br />
esco; vado fuori, ma poi torno”.<br />
Quando arriva qualche persona<br />
nuova in casa, è subito là a fare<br />
Il reggiano p. Nazzareno Corradini, salernitano<br />
d’adozione, festeggia in ottobre <strong>il</strong> 50° di ordinazione<br />
sacerdotale… Ad multos annos!<br />
accoglienza e quattro risate. Lo<br />
si sente in tutta la casa.<br />
Ma lui è un vero saveriano,<br />
sempre pronto a dare una mano<br />
dappertutto, per le Messe e le<br />
confessioni, soprattutto al suo<br />
parroco di San Paolo. Insomma,<br />
se non ci fosse padre Nazzareno,<br />
bisognerebbe inventarlo...<br />
Per fortuna che nessuno l’ha<br />
brevettato. Ce ne basta uno e ce<br />
lo teniamo caro! Per questo, anche<br />
noi diciamo, su consiglio di<br />
padre Cavallo: “Ad multos annos!<br />
…e non dimenticarti di tirare<br />
<strong>il</strong> fiato. Felicità!”. ■<br />
FESTA DEI POPOLI A SALERNO<br />
p. OLIVIERO FERRO, sx<br />
Quarta edizione della “festa dei popoli” a Salerno. Si è partiti<br />
dall’incontro di storie e volti, si è passati poi al racconto e infine al<br />
confronto: per conoscersi, aprirsi alla scoperta dell’altro e della sua<br />
storia. Ora abbiamo aggiunto un altro passo: valorizzare quanto nella<br />
storia delle nostre comunità è frutto dell’incontro/scontro con altre<br />
culture. Lo scopo è rielaborare l’esperienza - a volte pacifica e a volte<br />
traumatica - per riuscire a trovare quei punti di contatto che permettono<br />
di parlare <strong>il</strong> comune linguaggio della convivenza pacifica.<br />
“Anche tu, pure io” - questo <strong>il</strong> titolo della festa dei popoli di domenica<br />
17 giugno scorso. È lo stupore che si prova nell’incontrare persone<br />
apparentemente diverse da noi, lontane nello st<strong>il</strong>e di vita e nei valori,<br />
ma con cui scopriamo di avere tanto in comune.<br />
La festa è stata preceduta da un convegno sul tema: “Sono forse<br />
io <strong>il</strong> custode di mio fratello?”, che si è svolto nella sala del Gonfalone<br />
del comune di Salerno. Vi hanno partecipato come “testimoni” gli studenti<br />
dell’associazione “Rondine Cittadella di Pace” di Arezzo.<br />
Alla festa vera e propria, preparata con la collaborazione dell’ufficio<br />
migranti, del centro missionario e della Caritas, hanno partecipato anche<br />
i rappresentanti delle varie etnie che vivono a Salerno, con i loro<br />
stand. Dopo la preghiera interreligiosa, è iniziato lo spettacolo multicolore<br />
di canti, balli e rappresentazioni teatrali: un arcobaleno di colori,<br />
di profumi, di suoni, di vita. Ci siamo tutti sentiti parte di un mondo<br />
diverso, ma bello. Un’esperienza da ripetere e da vivere ogni giorno.<br />
L’edizione 2012 della festa dei popoli a Salerno è stata un successo<br />
di colori, musica, balli e storie di vita
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
22038 TAVERNERIO CO - Via Urago, 15<br />
Tel. 031 426007 - Fax 031 360304<br />
E-ma<strong>il</strong>: comunita@tavernerio-saveriani.it<br />
C/c. postale 267229; Banca Raiffeisen, Chiasso C/c.p. 69-452-6<br />
TAVERNERIO<br />
Il nonno e i nipotini bras<strong>il</strong>iani<br />
In pensione per loro, senza pentimenti EUGENIO CARRETTA (1)<br />
E<br />
ra stato mio fratello saveriano,<br />
p. Giuseppe Caretta,<br />
a incoraggiare mia figlia Elisabetta<br />
ad adottare dei bimbi bras<strong>il</strong>iani.<br />
Lei e suo marito, ancora<br />
senza prole, finirono con adottarne<br />
tre. Quando Elisabetta rientrò<br />
in Italia con <strong>il</strong> terzo figlio,<br />
i primi già giravano per casa da<br />
qualche anno.<br />
Thiago e la svolta personale!<br />
Thiago, aveva tre anni ed era<br />
affetto da tetraparesi mista. Fui<br />
molto colpito dal suo arrivo, più<br />
che essere nonno per la terza volta.<br />
Thiago ha suscitato in me un<br />
soprassalto di emozioni e di preoccupazioni:<br />
da una parte, <strong>il</strong> suo<br />
sorriso aperto e accattivante mi<br />
stregava, dall’altra, mi intrigava <strong>il</strong><br />
desiderio di aiutare a crescere quel<br />
bambino, incapace di camminare.<br />
Le domande che Thiago mi<br />
faceva salire dentro andavano<br />
stranamente a incrociarsi con <strong>il</strong><br />
fatto che io avevo 61 anni, da 45<br />
portavo avanti un’attività e fino<br />
a quel momento avevo sempre<br />
accantonato l’eventualità di ritirarmi<br />
in pensione. Alla fine mi<br />
decisi: lasciai l’attività lavorativa<br />
e iniziai a frequentare quotidianamente<br />
la casa di mia figlia, dando<br />
una mano dove potevo. Mi sono<br />
trovato a imparare su internet le<br />
favole per <strong>il</strong> più piccolo!<br />
Nuovi spazi della missione<br />
Il parco si anima di colori e volti giovani<br />
Q<br />
uest’anno la primavera si è<br />
fatta attendere. Ma quando<br />
è divampata, nel centro di spiritualità<br />
missionaria a Tavernerio<br />
ha prodotto una ricchezza di<br />
verde e di colori. Gruppi di ragazzi<br />
e adolescenti sempre più<br />
numerosi si sono mossi nel nostro<br />
parco, insieme agli animatori<br />
parrocchiali, che si prendono<br />
cura di loro. Sono una moltitudine,<br />
si spostano spinti dall’immaginazione,<br />
attenti a cogliere<br />
<strong>il</strong> bello della natura e del cielo<br />
terso… Sono vogliosi di sentirsi<br />
loro i missionari che, insieme,<br />
pregano Gesù per i bambini che<br />
stanno peggio.<br />
Ecologia della missione<br />
Lo stupore, alla loro età, “si<br />
taglia ancora a fette”. Quando<br />
Giovanni Paolo II aveva inco-<br />
raggiato i missionari a costruire<br />
“nuovi areopaghi della missione”,<br />
intendeva certo cose molto<br />
serie e innovative.<br />
Non aveva in mente le centinaia<br />
di ragazzi e adolescenti che si<br />
sarebbero avvicendati proprio qui,<br />
negli spazi aperti sotto l’ombra di<br />
alberi secolari, accanto alle aiuole<br />
curate con gusto da p. Franco, p.<br />
Marco e fratel Domenico.<br />
Credo che tocchi a noi missionari<br />
indicare la presenza di<br />
una popolazione che non è stata<br />
ancora intaccata dai condizionamenti<br />
della vita. Credo tocchi a<br />
noi missionari scoprire quella<br />
porzione del popolo di Dio che<br />
non è ancora lesionata dalle brutture<br />
di una cultura nella quale<br />
non si concede fiducia a nessuno:<br />
ragazze e ragazzi disponib<strong>il</strong>i<br />
a fare ecologia nella missione.<br />
La Provvidenza ci ha aiutato<br />
Attorno alla famiglia di mia figlia<br />
si è <strong>formato</strong> un gruppetto di<br />
persone solidali. Si è interessata<br />
anche l’associazione italiana assistenza<br />
spastici di Busto Arsizio.<br />
Tutto ciò mi riempiva <strong>il</strong> cuore di<br />
gioia e gratitudine. Quando <strong>il</strong> nipotino<br />
accennò a muovere i primi<br />
passi, lo accompagnai nel reparto<br />
giochi di un supermercato della<br />
zona. Che spavento! Thiago era<br />
così eccitato ed euforico, che<br />
quasi non riuscivo a frenarlo.<br />
Ma quel giorno iniziò un<br />
miglioramento. Nonostante le<br />
difficoltà dell’inserimento, avevamo<br />
la sensazione che la Provvidenza<br />
non fosse assente. Al<br />
contrario, più di una volta sembrava<br />
darci puntualmente una<br />
mano. Un esempio: mia figlia<br />
lavorava in un centro di formazione<br />
professionale distante da<br />
casa, ma Thiago aveva bisogno<br />
di assistenza e quella distanza<br />
avrebbe comportato tanti disagi<br />
per lui. Ebbene, quando Thiago<br />
entrò nella nostra famiglia, la<br />
regione Lombardia trasferì <strong>il</strong><br />
centro di formazione a 100 me-<br />
p. LINO MAGGIONI, sx<br />
Un annuncio d’altri tempi<br />
Penso anche che <strong>il</strong> dovere<br />
di noi missionari sia quello di<br />
rinfrancare la gente; anche voi,<br />
cari amici. Dobbiamo assicurarvi<br />
che la felicità dei piccoli<br />
è invincib<strong>il</strong>e, che figli e nipoti<br />
ci invogliano a guardare avanti.<br />
Ci incoraggiano a ridare grande<br />
visib<strong>il</strong>ità ai piccoli gesti missionari,<br />
ai segni che accendono<br />
l’immaginario comune dei<br />
bambini.<br />
Sembra quasi un annuncio<br />
d’altri tempi. Invece, nel parco<br />
del centro di spiritualità missionaria<br />
di Tavernerio opera uno<br />
spazio della missione, a cielo<br />
aperto. È piccolo, ma diffonde<br />
aromi di bellezza, bontà e speranza,<br />
racchiusi nel vangelo di<br />
Dio, che vuole sentirsi chiamare<br />
con <strong>il</strong> nome di “Papà”. ■<br />
La famiglia al completo: Nando Annoni con la sposa Elisabetta e i quattro figli Maria<br />
Elena, Everton, Emerson e Thiago; <strong>il</strong> nonno Eugenio Carretta,<br />
fratello di p. Giuseppe ha scattato la foto<br />
tri dalla casa di Elisabetta.<br />
Ogni difficoltà era superata<br />
In seguito, quando cercavamo<br />
un as<strong>il</strong>o per Thiago, entrò (provvidenzialmente)<br />
in vigore la legge<br />
che consente di aprire piccoli<br />
“as<strong>il</strong>i nido” anche nei condomini.<br />
Mia figlia si accordò con due sposine,<br />
di cui una era maestra d’as<strong>il</strong>o<br />
in cerca di lavoro. La regione<br />
accordò <strong>il</strong> consenso per l’apertura<br />
di un as<strong>il</strong>o nido nel condominio e<br />
così <strong>il</strong> mattino <strong>il</strong> piccolo Thiago<br />
scendeva al piano di sotto e iniziava<br />
subito a giocare con i figli<br />
della responsab<strong>il</strong>e dell’as<strong>il</strong>o. Nel<br />
pomeriggio entravo in scena io e,<br />
insieme a Thiago, venivano aiutati<br />
anche altri piccoli.<br />
Il tempo scorreva e si avvicinava<br />
<strong>il</strong> passaggio di Thiago alla<br />
scuola materna. Ci vennero in<br />
aiuto le suore di Maria Aus<strong>il</strong>iatrice<br />
che erano a due ch<strong>il</strong>ometri<br />
di distanza. La superiora, i servizi<br />
sociali del comune e <strong>il</strong> parroco<br />
furono d’accordo nell’assumere<br />
una maestra d’as<strong>il</strong>o, con preparazione<br />
specifica per bambini<br />
con difficoltà. Un altro problema<br />
era risolto...<br />
La quarta arrivata!<br />
Quanta speranza attorno al piccolo<br />
Thiago! Ciascuno dava una<br />
mano, come <strong>il</strong> professor Brunner<br />
di Bas<strong>il</strong>ea che, con un coraggioso<br />
intervento chirurgico, ha contribuito<br />
a cancellare le deformità<br />
scheletriche di Thiago, aiutandolo<br />
a camminare normalmente.<br />
Dopo la guarigione di Thiago,<br />
mia figlia Elisabetta diede<br />
alla luce Maria Elena, sua figlia<br />
naturale. Ora in casa erano presenti<br />
due donne. Così, ho pensato<br />
di farmi da parte, trovando <strong>il</strong><br />
tempo necessario per ringraziare<br />
sant’Antonio, di cui sono molto<br />
devoto e al quale devo soprattutto<br />
la decisione di andare in pensione<br />
per rivolgere <strong>il</strong> mio affetto<br />
ai bambini in difficoltà. ■<br />
(1) Una curiosità anagrafica: La nostra<br />
famiglia per metà ha una sola “R”,<br />
l’altra metà è con due “RR”. Io sono stato<br />
registrato a Gallarate nel 1957 con due<br />
“RR”, perciò sono Carretta Eugenio. Mio<br />
fratello, invece, venuto dal Veneto nella<br />
prima ondata, è p. Caretta Giuseppe...<br />
AMICI DAVVERO SPECIALI<br />
Il parco dei saveriani rifiorisce in primavera<br />
Che bello sdraiarsi nell’erba per parlare,<br />
giocare e guardare <strong>il</strong> cielo terso!<br />
p. L. MAGGIONI, sx<br />
La Messa all’aperto, all’ombra<br />
di un bell’albero, contribuisce<br />
a rafforzare <strong>il</strong> contatto con Dio<br />
e con la natura…<br />
8<br />
I virgulti della missione! È bello vedere bambini, adolescenti, giovani e famiglie che scelgono<br />
<strong>il</strong> parco dei saveriani di Tavernerio per staccare un po’ dalla vita frenetica di ogni giorno.
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
VICENZA<br />
36100 VICENZA VI - Viale Trento, 119<br />
Tel. 0444 288399 - Fax 0444 288376<br />
E-ma<strong>il</strong>: vicenza@saveriani.it - C/c. postale 13616362<br />
è bello educarci alla speranza<br />
Successo saveriano al festival biblico<br />
S<br />
i è conclusa <strong>il</strong> 27 maggio<br />
l’ottava edizione del festival<br />
biblico, organizzato dalla società<br />
San Paolo e dalla diocesi di<br />
Vicenza, con <strong>il</strong> titolo “Non abbiate<br />
paura”. Collaboravano numerose<br />
istituzioni pubbliche, sociali<br />
e culturali. Anche i saveriani erano<br />
presenti con alcune iniziative<br />
e <strong>il</strong> successo è stato chiaro.<br />
A conclusione del festival<br />
biblico, è stato incoraggiante<br />
<strong>il</strong> giudizio della direzione sulla<br />
partecipazione dei saveriani:<br />
“Speriamo che si intensifichi<br />
sempre più anche per i prossimi<br />
anni questa collaborazione. Con<br />
la vostra bella presenza vi siete<br />
inseriti in un programma della<br />
diocesi, ma con tutto <strong>il</strong> vostro<br />
carisma. Grazie!”.<br />
Fiducia in sé e negli altri<br />
Il primo appuntamento si è<br />
svolto domenica 20 maggio. I<br />
giovani di Vicenza interessati alla<br />
missione si sono incontrati con<br />
quelli di Salerno, arrivati apposta<br />
per lo spettacolo “Liberi di volare”,<br />
portato in scena con successo<br />
al teatro comunale di Vicenza davanti<br />
a 600 persone. È stato uno<br />
scambio di esperienze e di vita.<br />
È giusto interrogarci se vogliamo<br />
stare accanto ai poveri,<br />
ma soprattutto ai giovani poveri,<br />
perché essere con loro rappresenta<br />
una sfida alla nostra vita,<br />
alle nostre abitudini, alle nostre<br />
scelte e ai nostri modi di essere.<br />
Gesù ha vissuto e insegnato proprio<br />
questo: vivere in comunione,<br />
con amicizia, libertà e sobrietà e<br />
mettere al servizio di Dio e dei<br />
fratelli i doni da lui ricevuti.<br />
Dobbiamo riuscire a trasmettere<br />
la speranza a tutti, ma soprattutto<br />
alle generazioni di domani,<br />
CATERINA e PIETRO DAL SANTO<br />
perché le paure si superano solo<br />
così. Infatti, se si viene educati<br />
alla speranza si riacquista la fiducia<br />
in se stessi e negli altri.<br />
La speranza e <strong>il</strong> coraggio<br />
di san Guido Conforti<br />
Il secondo appuntamento si<br />
è svolto <strong>il</strong> 23 maggio nella sala<br />
grande dei saveriani di viale<br />
Trento, dove don Angelo Manfredi,<br />
specialista e grande conoscitore<br />
della vita di mons. Conforti,<br />
ha tenuto una bella conferenza.<br />
Don Angelo ci ha parlato<br />
di Guido Conforti trentenne,<br />
vicario generale della diocesi di<br />
Parma e fondatore dell’istituto<br />
dei missionari saveriani. Nella<br />
sua vita fatta di successi e fallimenti,<br />
la paura emerge in periodi<br />
precisi: durante la malattia<br />
giovan<strong>il</strong>e quando rischiò di non<br />
poter diventare sacerdote, e al<br />
Il ricordo di p. Sergio Favarin<br />
momento delle sue dimissioni<br />
da vescovo di Ravenna, sempre<br />
per problemi di salute.<br />
Il Conforti accusa i colpi ma<br />
riparte sempre con coraggio.<br />
Anche l’invio dei suoi primi due<br />
missionari in Cina si rivelò un<br />
fallimento: p. Caio Rastelli muore<br />
di tifo e p. Odoardo Manini,<br />
sconvolto dalle difficoltà, torna<br />
in Italia. Tutto questo però non<br />
arriva a scoraggiare <strong>il</strong> Conforti;<br />
anzi, da quegli episodi <strong>il</strong> fondatore<br />
dei saveriani trae quella forza<br />
di dire che <strong>il</strong> martirio è un elemento<br />
da tener sempre presente<br />
per chi vive la vita missionaria.<br />
Nel Conforti, la speranza è la<br />
base del coraggio; è la grazia che<br />
attecchisce nel cuore. Egli infatti<br />
riparte sempre con coraggio dopo<br />
ogni insuccesso. Avere bisogno<br />
degli altri è per lui segno di<br />
speranza.<br />
■<br />
Don Angelo Manfredi, insegnante<br />
di storia della chiesa, ha tenuto l’incontro<br />
su san Guido Conforti durante <strong>il</strong> festival<br />
biblico 2012 dai saveriani di Vicenza<br />
I giovani di Salerno con p. Simone<br />
Piccolo e p. François Noah protagonisti<br />
dello spettacolo “Liberi di volare”,<br />
portato in scena nell’ambito<br />
del festival biblico di Vicenza 2012<br />
8<br />
Animatore missionario a Vicenza negli anni ‘70 p. AUGUSTO LUCA, sx<br />
P<br />
adre Sergio Favarin era nato<br />
a Lovari di S. Martino<br />
di Lupari (PD) <strong>il</strong> 12 apr<strong>il</strong>e 1946.<br />
Entrato dai saveriani a Vicenza a<br />
dodici anni, è stato ordinato sacerdote<br />
<strong>il</strong> 30 settembre 1973. Nel<br />
1974 torna a Vicenza, come animatore<br />
dei ragazzi, un compito<br />
che svolge per quattro anni.<br />
Dal Burundi<br />
al Camerun-Ciad<br />
Nel 1980 sbarca in Burundi,<br />
ma la sua permanenza dura<br />
poco, a causa delle ost<strong>il</strong>ità del<br />
governo, che espelle tutti i saveriani<br />
dal Paese. Padre Sergio<br />
si trasferisce in Camerun-Ciad,<br />
Padre Sergio Favarin, a sinistra, con p. Vidal in Burundi<br />
nel 2005 per un incontro tra gli animatori saveriani<br />
in Africa; i bambini non mancano mai…<br />
una missione aperta nel 1982,<br />
proprio per inviarvi i confratelli<br />
espulsi dal Burundi. Dopo un<br />
periodo di studio della nuova lingua<br />
(mussey), p. Sergio si trova<br />
nella missione di Gunu-Gaya, in<br />
Ciad. Dal 1986 assume <strong>il</strong> compito<br />
della formazione dei catechisti<br />
e dell’organizzazione del catecumenato<br />
e nel 1991 è eletto<br />
superiore dei saveriani in Camerun-Ciad.<br />
Nel 1993, in un articolo su<br />
“<strong>Missionari</strong> <strong>Saveriani</strong>”, egli racconta<br />
di una nuova parrocchia<br />
affidata dal vescovo ai saveriani<br />
alla periferia di Douala, con<br />
la chiesa dedicata al Sacro Cuore<br />
di Gesù. “Non<br />
è solo un luogo di<br />
culto, ma serve per<br />
gli incontri, i corsi,<br />
la catechesi, gli<br />
esercizi spirituali,<br />
le manifestazioni<br />
religiose, sociali e<br />
culturali”.<br />
“Posso fare<br />
qualcosa di bello”<br />
Padre Sergio viene<br />
rieletto superiore<br />
una seconda volta<br />
e nel 1997 è nominato<br />
rettore nella<br />
comunità degli<br />
studenti saveriani<br />
di f<strong>il</strong>osofia a Yaoundé,<br />
poi trasferita<br />
a Bafoussam. Padre<br />
Sergio vi rima-<br />
ne per quattro anni, dedicandosi<br />
all’apostolato con gioia e belle<br />
prospettive.<br />
Scrive: “Il bene che si può fare<br />
per la gente è immenso. Questo<br />
lavoro e questa missione mi<br />
piacciono, sento che posso fare<br />
qualcosa di bello per la chiesa.<br />
Ho scoperto che non me la cavo<br />
male con la pianificazione del<br />
lavoro e nel trattare con i collaboratori…”.<br />
La grande fiducia in Dio<br />
Nel pieno di queste attività, <strong>il</strong><br />
Signore lo ha fermato sulla strada.<br />
Padre Sergio è dovuto tornare<br />
in Italia in apr<strong>il</strong>e 2011, conscio<br />
della malattia che l’aveva colpito.<br />
Accettando tutto con serenità,<br />
scrive: “Continuerò a mettere<br />
la mia fiducia in Dio e nella medicina,<br />
nonostante l’insuccesso<br />
del primo tentativo. Le prospettive<br />
di guarire sono piuttosto grigie.<br />
Il primo miracolo da chiedere<br />
è la serenità e la fiducia in Dio<br />
che non mi sono mai mancate in<br />
questi mesi. Il sogno di ritornare<br />
in missione lo metto nel cassetto;<br />
ci spero sempre, ma solo Dio<br />
sa quando…”.<br />
Questo è <strong>il</strong> testamento spirituale<br />
di p. Sergio che ci ha lasciato<br />
<strong>il</strong> 12 giugno. La sua fiducia in<br />
Dio resta per noi un esempio mirab<strong>il</strong>e<br />
di zelo apostolico, di bontà<br />
e di abbandono f<strong>il</strong>iale alla divina<br />
Provvidenza. È stato sepolto<br />
a Rivalta (Torino), dove abitano i<br />
famigliari.<br />
■<br />
UNA BELLA ESPERIENZA DI FAMIGLIA<br />
EMANUELA LORENZI<br />
Il gruppo “Famiglie per la missione” nel mese di giugno si è riunito<br />
per <strong>il</strong> consueto incontro di fine anno. Questo gruppo abbastanza<br />
numeroso è composto da genitori e da figli di diverse età e ognuno<br />
compie un cammino diverso. Molte volte si concepisce che l’educazione<br />
sia un passaggio di valori che dall’alto deve scendere verso <strong>il</strong> basso,<br />
ma non sempre avviene così. Spesso, la formazione è reciproca, cioè<br />
donare gli uni agli altri i propri valori ed esperienze.<br />
Il gruppo dei genitori attraverso una scenetta famigliare hanno voluto<br />
narrare ai loro figli che cos’è la sobrietà e come loro l’hanno vissuta. I<br />
figli più piccoli hanno presentato una canzone e dei cartelloni in cui veniva<br />
sottolineato che i bambini di tutto <strong>il</strong> mondo hanno gli stessi diritti;<br />
hanno poi letto alcuni articoli della “carta dei diritti dei bambini”.<br />
Il gruppo degli adolescenti con un video preparato da loro si sono<br />
presentati uno per uno. Hanno detto che l’amicizia, resa più forte dal<br />
cammino fatto durante l’anno, li ha aiutati a superare tante timidezze<br />
e ad avere <strong>il</strong> coraggio di andare nelle strade del centro di Vicenza<br />
per chiedere ai passanti che cosa fosse per loro la felicità.<br />
È stata una bella domenica, perché abbiamo sperimentato che lo<br />
scambio tra genitori e figli ha fatto crescere tutti e che si può imparare<br />
tanto da tutti, anche dai più piccoli.<br />
La band dei chitarristi composta da papà e figlio si è esibita all’incontro del gruppo<br />
“Famiglie per la missione” che ha chiuso l’anno formativo
2012 AGOSTO/SETTEMBRE<br />
ZELARINO<br />
30174 ZELARINO VE - Via Visinoni, 16<br />
Tel. 041 907261 - Fax 041 5460410<br />
E-ma<strong>il</strong>: zelarino@saveriani.it - C/c. postale 228304<br />
Un ricordo di p. Sergio Favarin<br />
L’ultima lettera: testamento e impegno<br />
P<br />
adre Sergio Favarin, di Lovari<br />
di S. Martino di Lupari<br />
(PD), nella diocesi di Treviso,<br />
ci ha lasciato <strong>il</strong> 12 giugno. Aveva<br />
66 anni, di cui quasi 30 passati<br />
nella missione in Africa. È stato<br />
studente a Zelarino tra <strong>il</strong> 1961<br />
e <strong>il</strong> 1963.<br />
I quattordici mesi di malattia<br />
con le dolorose cure di chemioterapia<br />
non hanno turbato la sua<br />
serenità interiore né gli hanno<br />
tolto l’accattivante sorriso. Per<br />
lui <strong>il</strong> vangelo è stata una “buona<br />
notizia” anzitutto da vivere e<br />
poi da comunicare agli altri con<br />
gioia e con ogni mezzo possib<strong>il</strong>e.<br />
La sua lettera con gli auguri<br />
di Pasqua è un po’ un testamento<br />
e un po’ un impegno per continuare<br />
a lavorare insieme per <strong>il</strong><br />
regno di Dio. Nel ricordarlo ci<br />
sembra opportuno pubblicare<br />
quella lettera.<br />
La sua lettera di Pasqua:<br />
“Il miracolo già ottenuto”<br />
Caro p. Franco, grazie della<br />
tua amicizia e delle tue preghiere:<br />
le metto tutte nella mia “valigetta<br />
da viaggio”, come <strong>il</strong> pellegrino<br />
che percorre un sentiero<br />
di montagna che a volte è fac<strong>il</strong>e<br />
e a volte scabroso! In ogni caso<br />
non siamo soli, siamo tutti in<br />
buona compagnia… come i discepoli<br />
di Emmaus. Seguiamo <strong>il</strong><br />
Cristo vincitore di ogni male. Il<br />
suo passaggio sia anche <strong>il</strong> nostro<br />
passaggio!<br />
“Grazie”, è la parola più ripetuta<br />
in questo anno di prova.<br />
Grazie a Dio e ai suoi santi,<br />
che mi accompagnano nella<br />
Divertimento e solidarietà<br />
La festa per le missioni a Zelarino<br />
I<br />
l tempo è stato incerto durante<br />
tutta la settimana, ma<br />
domenica 20 maggio <strong>il</strong> sole si è<br />
alzato con un’allegria primaver<strong>il</strong>e,<br />
ben promettendo per la giornata.<br />
In parrocchia si sono celebrate<br />
le sante Messe durante le<br />
quali le persone hanno espresso<br />
la propria stima, simpatia e solidarietà<br />
per i saveriani.<br />
La chiesa a porte aperte<br />
Al pranzo in casa hanno partecipato<br />
130 persone, oltre ai<br />
volontari. Le famiglie giovani,<br />
con i loro frugoletti divertiti o<br />
intimiditi, facevano pensare al<br />
recente congresso internazionale<br />
della famiglia a M<strong>il</strong>ano.<br />
Le consuete manifestazioni ricreative<br />
- cavalli, carrozze, minizoo<br />
- si sono svolte solo in tarda<br />
mattinata e nel primo pomeriggio.<br />
Verso le ore 16, improvvisi nuvoloni<br />
neri hanno invitato la gente<br />
ad affrettarsi verso casa per controllare<br />
le finestre, mentre i cavalli<br />
con le carrozze e gli animali dello<br />
zoo sono tornati velocemente alle<br />
proprie sicure abitazioni.<br />
Nonostante questa interruzione,<br />
l’esito della giornata è stato<br />
positivo. Quanto raccolto l’abbiamo<br />
mandato a fratel Lucio<br />
Gregato, saveriano di Cavasagra<br />
(TV), impegnato nella costruzione<br />
di un salone - chiesa nella missione<br />
di Luvungi, nella repubblica<br />
democratica del Congo.<br />
È stata felice anche la scelta<br />
d’aver tenuto aperta la chiesa,<br />
con l’invito alla gente ad entrarvi<br />
per un momento di preghiera. Le<br />
costituzioni dei saveriani affermano:<br />
“La preghiera è la prima<br />
attività del missionario”; «Il primo<br />
aiuto al missionario è la preghiera».<br />
Mentre <strong>il</strong> vangelo dice:<br />
“Pregate <strong>il</strong> Padrone della messe<br />
che mandi operai…” (Mt 9,37;<br />
a cura di p. FRANCO LIZZIT, sx<br />
lotta tra me e “mia sorella malattia”!<br />
Grazie a voi, confratelli,<br />
famigliari, amici, medici e infermieri,<br />
che con <strong>il</strong> vostro affetto,<br />
le parole e le visite collaborate<br />
alla mia serenità! Questo è un<br />
miracolo già ottenuto!<br />
Mi sembra che la prova abbia<br />
accelerato in me un cammino<br />
di fede, durante <strong>il</strong> quale ho scoperto<br />
per esperienza la vicinanza<br />
di Dio che è Padre, che mi ha<br />
amato permettendo che suo Figlio<br />
passasse per prove ben più<br />
grandi delle mie. È un Padre che<br />
conosce, prima che io lo esprima,<br />
<strong>il</strong> grande desiderio che ho<br />
di guarire per servirlo ancora in<br />
missione!<br />
Le vostre parole, i vostri messaggi<br />
e le lettere mi fanno capire<br />
che la mia prova ha suscitato<br />
p. FRANCO LIZZIT, sx<br />
Lc 10,2). E infatti varie persone<br />
hanno apprezzato l’iniziativa e<br />
sono entrate, sostando in profondo<br />
raccoglimento.<br />
L’aiuto alla missione<br />
di Luvungi<br />
Ringraziando, fratel Lucio ha<br />
scritto una breve lettera.<br />
Rev.do don Daniele e comunità<br />
parrocchiale di Zelarino, attraverso<br />
i saveriani ho ricevuto la<br />
vostra generosa offerta di 2.500<br />
euro per le sale polivalenti in costruzione<br />
nella missione di Luvungi,<br />
che quest’anno festeggia<br />
i 60 anni dalla sua fondazione.<br />
Vi ringrazio vivamente da parte<br />
della nostra comunità di Luvungi,<br />
che non dimenticherà mai <strong>il</strong><br />
vostro aiuto per la costruzione<br />
della loro cappella di v<strong>il</strong>laggio e<br />
ricambia con la preghiera. Vi saluto<br />
cordialmente,<br />
fratel Lucio Gregato<br />
anche in voi una fede<br />
più grande in Dio e la<br />
vostra preghiera si è<br />
fatta più vera e urgente<br />
presso di lui! Questo<br />
anno non è stato<br />
inut<strong>il</strong>e: sono sempre<br />
“missionario”, ma in<br />
altro modo!<br />
Camminiamo insieme<br />
nella fiducia in<br />
Dio, pregando e sperando!<br />
Lui è Padre:<br />
vede e provvederà…<br />
Tra qualche giorno<br />
“compio un anno”<br />
dal mio arrivo in Italia<br />
per le cure. Sembra<br />
poco, sembra tanto,<br />
ma è stato “bello<br />
e fecondo”! Spero di<br />
avere l’occasione di<br />
rivedervi per lodare<br />
Dio insieme… E sarà<br />
una grande gioia!<br />
Vostro,<br />
p. Sergio Favarin, sx<br />
Padre Sergio Favarin, a sinistra, con p. Vidal in Burundi<br />
nel 2005 per un incontro tra gli animatori saveriani<br />
in Africa; p. Sergio, originario di Padova,<br />
è salito al cielo <strong>il</strong> 12 giugno 2012<br />
Festa per famigliari e benefattori<br />
Domenica 23 settembre, a Zelarino<br />
Domenica 23 settembre si svolgerà <strong>il</strong> tradizionale incontro con<br />
i famigliari dei missionari veneziani e i benefattori. Il programma<br />
prevede l’arrivo alle ore 10; alle 10.30 l’incontro informativo<br />
sulle missioni saveriane; alle 11.30 la celebrazione della Messa.<br />
Seguirà <strong>il</strong> pranzo.<br />
Confermate la vostra partecipazione entro <strong>il</strong> 17 settembre, telefonando<br />
al numero 041 907261 o mandando un fax al numero<br />
041 5460410 o via e-ma<strong>il</strong> all’indirizzo: zelarino@saveriani.it<br />
SAVERIANI A JESOLO, SENZA... MARE<br />
p. FRANCO LIZZIT, sx<br />
Da tanti anni la domenica i saveriani vanno a Jesolo, ma non si tratta<br />
di ferie… Danno una mano nelle parrocchie di Jesolo Sacro Cuore<br />
e dei Santi Liberale e Mauro, dove aumenta <strong>il</strong> numero delle celebrazioni<br />
per la presenza di tanti turisti che, anche in vacanze, desiderano<br />
partecipare.<br />
In alcune zone, per fac<strong>il</strong>itare la partecipazione dei fedeli, la Messa<br />
è celebrata all’aperto. È <strong>il</strong> caso di V<strong>il</strong>la S. Leopoldo. La casa appartiene<br />
alle diocesi tedesche e <strong>il</strong> parco antistante offre uno spazio ampio<br />
e ombreggiato che don Francesco, primo parroco di Jesolo Sacro Cuore,<br />
ha usato per le celebrazioni domenicali estive, sognando sempre la<br />
costruzione di una vera chiesa in zona. Don Italo, parroco da 17 anni,<br />
vuole coprire l’edificio dedicato al Cuore Immacolato di Maria, ma in<br />
attesa di una… copertura finanziaria, continua a celebrare all’aperto.<br />
La gente che vi partecipa proviene da ogni parte d’Italia. Lo si nota<br />
dall’accento di chi legge le letture... È bella questa unità nella diversità.<br />
I chierichetti poi sono dei veterani: gli ultimi due, Mario di 86 anni<br />
e Carlo di 83, hanno voluto rivivere i tempi della giovinezza. Si sono<br />
affiancati a loro Jacopo e Matteo, due ragazzi di Treviso.<br />
Tra i numerosi partecipanti ci sono sempre tanti bambini in carrozzina<br />
o in braccio ai genitori. La loro presenza crea una vivacità unica<br />
e una grande forza d’intercessione. Quest’atmosfera continui e si rafforzi<br />
<strong>il</strong> prossimo anno nella chiesa nuova.<br />
8<br />
C’erano tante famiglie alla festa per le missioni 2012 e i più piccoli si sono divertiti con l’immancab<strong>il</strong>e minizoo<br />
I saveriani di Zelarino nel periodo estivo vanno a Jesolo per celebrare Messa in alcune<br />
parrocchie affollate di turisti; i chierichetti sono di tutte le età e l’Eucaristia<br />
è rigorosamente all’aperto; nella foto, p. Franco Lizzit