Viaggio nelle missioni africane
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Notizie dalle <strong>missioni</strong><br />
Repubblica Dem.del Congo<br />
La testimonianza<br />
di un animatore<br />
missionario laico<br />
che ha toccato con<br />
mano le realtà difficili<br />
in Congo, ma che ha<br />
voluto appoggiare<br />
le iniziative dei<br />
carmelitani con opere<br />
di sostegno a distanza<br />
e la realizzazione di<br />
centri sanitari.<br />
<strong>Viaggio</strong> <strong>nelle</strong><br />
<strong>missioni</strong> <strong>africane</strong><br />
di Roberto Scaccia<br />
20<br />
All’epoca il<br />
“mio” mondo<br />
della missione<br />
era qualcosa di<br />
immaginario<br />
Il mio primo contatto con le<br />
<strong>missioni</strong> carmelitane della<br />
Provincia Romana risale<br />
al 1991,<br />
quando padre<br />
Stefano<br />
Guer nelli,<br />
padre Paolo<br />
Rinelli, Massimo,<br />
Paolo,<br />
Carla (mia<br />
moglie) ed io<br />
effettuammo<br />
un viaggio<br />
nell’allora<br />
Zaire (ora<br />
Repubblica Democratica del<br />
Congo). In quel periodo i “nostri”<br />
missionari occupavano ancora<br />
la Parrocchia “Notre Père”<br />
di Kananga. Di quella comunità<br />
conoscevo già Padre Mario Ottaviani,<br />
originario di Ceprano,<br />
e Fra’ Giovanni Caterina, che in<br />
quello stesso anno aveva festeggiato<br />
con noi a Ceprano i suoi<br />
25 anni di professione religiosa.<br />
Durante il nostro soggiorno<br />
africano ebbi invece modo di<br />
conoscere il terzo componente<br />
della comunità, padre Germano<br />
Gentiletti, ed anche altri padri<br />
di stanza in Zaire, come padre<br />
Marcellino Forcellini e padre<br />
Dario Cumer.<br />
All’epoca il “mio” mondo<br />
della missione era qualcosa di<br />
immaginario che assumeva i<br />
contorni della “favola”, qualcosa<br />
di molto indefinito e di<br />
fantasioso, che a volte veniva<br />
identificato in un film o in un<br />
documentario. Quel viaggio mi<br />
ha invece catapultato nella realtà,<br />
spesso drammatica e cruda,<br />
ma profondamente vera, e mi<br />
ha fatto scoprire persone che,<br />
a partire dal 1968, mettendo
Repubblica Dem. del Congo<br />
da parte il proprio “io”, hanno<br />
pensato che, nel nome del Cristo<br />
da loro abbracciato, fosse<br />
più importante portare anche<br />
agli altri, in questo caso ai<br />
fratelli del Congo (poi Zaire),<br />
la gioia del Risorto,<br />
anche se questo significava<br />
condividere con loro<br />
fame, malattie e povertà:<br />
padre Marcellino Forcellini,<br />
padre Germano Gentiletti,<br />
padre Paolo Rinelli, padre<br />
Mario Ottaviani, padre<br />
Lino Stroboni, padre<br />
Dario Cumer, padre<br />
Ugo Serafini,<br />
padre Raffaele<br />
Amendolagine,<br />
fra’ Giovanni<br />
Caterina, fra’<br />
Pietro D’Alfonso,<br />
ecc. Dal 1968 al 1989 essi si<br />
sono occupati della Missione<br />
di Ntambue e della Parrocchia<br />
Notre Père di Kananga II. Dal<br />
1989 la loro attività si è svolta<br />
solo in quest’ultima località.<br />
Conoscere ed amare quel<br />
mondo è stato un tutt’uno e<br />
questo mi ha portato ad intraprendere<br />
altri viaggi (sarà<br />
questo il mal d’Africa?) ed a<br />
metterne in progetto un altro<br />
che dovrebbe effettuarsi verso<br />
la fine di settembre di quest’anno.<br />
Nel 1999 poi, padre Germano<br />
Gentiletti, padre Mario Ottaviani<br />
e fra’ Giovanni Caterina<br />
sono rientrati in Italia. Il loro<br />
ritorno, però, non ha segnato<br />
il disimpegno della Provincia<br />
Romana dalla missione, ma<br />
A sinitra, i bambini attendono di entrare a scuola. A destra, Roberto Scaccia è con alcuni bambini al centro nutrizionale di Tshikara.<br />
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Repubblica Dem. del Congo<br />
ha sottolineato la<br />
continuazione dell’opera<br />
carmelitana<br />
in Congo tramite<br />
frati e suore locali.<br />
In Italia continua ad<br />
esserci un responsabile<br />
della “Missione”<br />
o, per dirla con termine<br />
più tecnico, lo<br />
“Zelatore Missionario”, figura<br />
oggi ricoperta da padre Mario<br />
Ottaviani (attualmente presso<br />
la Parrocchia San Valentino di<br />
Terni), da cui dipendono tutte<br />
le attività missionarie (adozioni<br />
a distanza, iniziative per reperire<br />
fondi, scelta dei progetti da<br />
sovvenzionare, organizzazione<br />
di incontri, ecc.).<br />
Nel corso dei miei viaggi mi<br />
sono reso conto che i missionari,<br />
pur forti per avere il Cristo al<br />
loro fianco, materialmente poco<br />
potrebbero se non avessero alle<br />
spalle qualcuno che, anche se<br />
da lontano, appoggia le loro iniziative.<br />
Infatti, per finanziare i<br />
progetti da realizzare in quelle<br />
terre, essi hanno sempre fatto<br />
molto affidamento sulle offerte<br />
Un’offerta non è “fare<br />
l’elemosina” ma è una<br />
dimostrazione materiale<br />
dell’amore di Cristo<br />
e sull’impegno di persone sensibili<br />
al discorso missionario. Ad<br />
un certo punto, per identificare<br />
in qualche modo queste persone,<br />
nella Provincia Romana ha<br />
iniziato a circolare il nome di<br />
A.MI.CA. – Amicizia MIssionaria<br />
CArmelitana, un’associazione<br />
un po’ sui generis che<br />
non richiede né tessere né qualsiasi<br />
altra forma di “affiliazione”,<br />
ma è formata da tutti coloro che<br />
si sentono vicini sia al carisma<br />
carmelitano che alla sensibilità<br />
missionaria dei carmelitani. Ricordo<br />
di aver iniziato a sentire<br />
questo nome, agli inizi degli<br />
anni ’90, da padre Paolo Rinelli,<br />
che ne parlava come di un qualcosa<br />
che aveva avuto anche una<br />
precedente vita.<br />
Proprio per presentare<br />
A.MI.CA., prima padre<br />
Paolo Rinelli e poi, con<br />
qualche integrazione, padre<br />
Germano Gentiletti<br />
hanno usato queste parole<br />
(parole che è possibile<br />
ritrovare sul sito internet<br />
della Provincia Romana dei<br />
Carmelitani Scalzi: “www.<br />
carmelitaniroma.it”): «È una<br />
libera associazione di persone di<br />
buona volontà, unite dal comune<br />
desiderio di impegnarsi in gesti<br />
concreti di solidarietà in favore<br />
delle popolazioni più povere, assistite<br />
dalla nostra presenza carmelitana,<br />
soprattutto in Africa,<br />
nella Repubblica Democratica del<br />
Congo (ex Zaire) e, negli ultimi<br />
tempi, anche nel Camerun».<br />
E la buona volontà e l’impegno<br />
di tante persone, che hanno<br />
capito che un’offerta non<br />
è “fare l’elemosina” ma è una<br />
dimostrazione materiale dell’amore<br />
di Cristo, ha portato i<br />
suoi risultati. Nel corso dei 16<br />
anni di cui sono testimone se<br />
ne sono ottenuti tanti, come<br />
potete vedere di seguito.<br />
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Repubblica Dem. del Congo<br />
I progetti - album fotografico<br />
Costruzione delle chiese a Tshilumba e nel quartiere XX Mai di Kananga (Mariya Mamu wa Karmel)<br />
Questa Chiesa è stata elevata a parrocchia<br />
nell’agosto 2005, proprio durante<br />
il mio ultimo viaggio in Congo: è stato<br />
possibile realizzare la casa delle suore<br />
carmelitane nel quartiere Kintambo<br />
di Kinshasa, l’acquisto di una Jeep per<br />
gli spostamenti delle suore <strong>nelle</strong> loro<br />
attività sociali, oltre a una motocicletta<br />
per il servizio pastorale di don<br />
Edmondo, sacerdote diocesano congolese<br />
e ristrutturare la Cappella nella<br />
missione di Dibumba a Tshikapa.<br />
Realizzazione di un centro sanitario nel quartiere XX Mai di Kananga<br />
Grazie anche a un contributo della<br />
CEI, sono stati realizzati alcuni laboratori<br />
di Maternità nella missione<br />
Dibumba di Tshikapa, e nel quartiere<br />
Kambote di Kananga; la ristrutturazione<br />
e riparazioni varie del Centro<br />
Sanitario e della Maternità del quartiere<br />
Bikuku di Kananga, aiuti continui<br />
nell’acquisto di medicinali ed attrezzature<br />
mediche e la realizzazione<br />
di un centro sanitario e di un pozzo<br />
nella missione di Letta in Camerun.<br />
Costruzione di una scuola materna<br />
È stata costruita nel quartiere<br />
XX Mai e nel quartiere<br />
Kambote di Kananga; nel<br />
primo è avvenuto l’acquisto<br />
di un terreno su cui dovrà<br />
essere edificata una scuola<br />
elementare; inoltre non<br />
mancano interventi continui<br />
per l’acquisto di banchi<br />
per le aule scolastiche già<br />
esistenti e di altro materiale<br />
scolastico.<br />
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Repubblica Dem. del Congo<br />
Sono state acquistate macchine da cucire manuali,<br />
risme di carta modello, rotoli di tessuti<br />
per il loro funzionamento a Kinshasa, a Kananga<br />
(Paroisse Notre Père, Bikuku, XX Mai), a<br />
Tshikapa e nella missione di Letta in Camerun;<br />
esiste anche una macchina da cucire elettrica<br />
finalizzata alla nascita di una piccola sartoria<br />
a Kinshasa (dove a volte arriva l’energia elettrica!!!);<br />
la realizzazione, presso la parrocchia<br />
“Notre Père” di Kananga, di un piccolo mulino<br />
per l’autofinanziamento delle opere sociali nei<br />
confronti delle vedove di guerra.<br />
Costruzione di alcuni “Foyer Social” e l’acquisto di attrezzature e materiali<br />
L’aiuto continuo ai centri nutrizionali presenti a Kananga<br />
Sono presenti a Bikuku, Kambote e XX Mai, a Tshikapa ed a Letta<br />
nel Camerun. Questi centri si pongono lo scopo di intervenire in favore<br />
di bambini particolarmente denutriti e deboli che, senza intervento<br />
di alcuno, sarebbero in breve condannati alla morte per fame.<br />
Assicurando loro, per un tempo predeterminato, un pasto giornaliero<br />
fisso, si cerca di tirarli un po’ su fisicamente e renderli più forti.<br />
Volendo vedere da un’angolazione più “cruda” il tutto, si cerca di renderli<br />
abbastanza forti fisicamente da poter sopportare la fame che,<br />
in ogni caso, sarà una delle compagne della loro vita futura. Sembra<br />
una visione amara della situazione, ma già poter intravvedere una<br />
“vita futura” è una grossa vittoria.<br />
È un impegno mensile a sostenere un bambino perché gli siano garantite le<br />
necessità primarie, in particolare l’educazione scolastica. Conosciuta ormai<br />
da un gran numero di persone, le finalità dell’iniziativa (riportate anche nel<br />
sito internet della Provincia Romana dei Carmelitani Scalzi: www.carmelitaniroma.it),<br />
tendono a favorire la crescita umana di bambini privi di famiglia<br />
o che si trovano in famiglie non in grado di farli vivere in condizioni<br />
economiche ed educative adeguate. Gli adottanti non si attendono niente<br />
in cambio del legame che stabiliscono con il bambino e la sua famiglia, ma<br />
si impegnano ad accompagnarlo nella sua crescita fino al raggiungimento<br />
dell’autonomia, pensando al bambino come parte integrante della loro famiglia<br />
ed aprendosi a valori nuovi, rispondenti all’esperienza più profonda<br />
della visione umana e cristiana.<br />
Le adozioni a distanza<br />
Come vedete, tante sono le iniziative realizzate, qualcuna più grande, altre più piccole. Ognuna di esse<br />
rappresenta solo una piccola goccia, ma sono tante piccole gocce che arrivano a formare un grande lago o il<br />
mare immenso!!! La speranza è che le persone di buone volontà siano sempre di più e, ancora meglio, che<br />
diventino sempre più numerosi coloro disposti ad impegnarsi in prima persona!!!<br />
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