La bellezza della donna che rinasce in Cristo - Suore Carmelitane di ...
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E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong>In E<strong>di</strong>th ci sono caratteristi<strong>che</strong>e fasi <strong>in</strong> cui ci si può facilmentericonoscere: la famiglia<strong>che</strong> la coccola e la vizia, laribellione nei confronti <strong>di</strong> unareligione piena <strong>di</strong> certezze e <strong>di</strong>ritualità, la vanità, l’ambizione,il desiderio d’<strong>in</strong><strong>di</strong>pendenza ela profonda conv<strong>in</strong>zione <strong>che</strong> la<strong>donna</strong> possa coprire nella societàgli stessi ruoli dell’uomo.Tutto con le sue sole forze, quasicome se la vita fosse, <strong>in</strong>nanzitutto,una sfida con se stessa.È un percorso <strong>di</strong> conoscenza,attualissimo, <strong>che</strong> approda allafede attraverso la ragione. Leitmotiv <strong>della</strong> sua vita è la ricerca<strong>della</strong> verità <strong>che</strong>, nell’adolescenzala mette <strong>in</strong> crisi, quasitogliendole la voglia <strong>di</strong> vivere,rendendole la scuola noiosa.Ogni scelta <strong>della</strong> sua vita, purseguita con apprensione dallafamiglia, è compiuta <strong>in</strong> assolutaautonomia. Lo stu<strong>di</strong>o <strong>della</strong> filosofiale <strong>in</strong>segna l’uso <strong>della</strong> ragionesenza preconcetti e ciò leapre un orizzonte del tutto <strong>in</strong>aspettato.Questa <strong>donna</strong> emancipata,promotrice del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>voto alle donne, scelta dalle proprieallieve come modello, a uncerto punto <strong>della</strong> vita fa un saltoper molti <strong>in</strong>concepibile: s’<strong>in</strong>namora<strong>della</strong> vita contemplativanella sua forma più ra<strong>di</strong>cale, laclausura. Eppure non è questascelta né la sua morte a dare ilmessaggio più attuale. E<strong>di</strong>thSte<strong>in</strong> è conv<strong>in</strong>ta <strong>che</strong> la femm<strong>in</strong>ilitàaffida ad ogni <strong>donna</strong>“un compito eccelso: portare apieno sviluppo i valori umani,<strong>in</strong> noi stesse e negli altri”. È <strong>in</strong>quest’ottica <strong>che</strong> vogliamo conoscerlae chiederci: come scopree come sviluppa questi valore?È la sua conversione <strong>che</strong> dobbiamoseguire: E<strong>di</strong>th la vive“ri-orientando” la propria vitaverso una dest<strong>in</strong>azione del tuttonuova <strong>in</strong> cui tutti i valori <strong>che</strong>aveva scoperto e conquistatonon sono affatto r<strong>in</strong>negati mavisti sotto una luce <strong>di</strong>versa <strong>che</strong>dà loro ancora più rilevanza. Alposto <strong>della</strong> voglia <strong>di</strong> arrivare edell’attivismo, E<strong>di</strong>th confida <strong>di</strong>aver raggiunto un “senso <strong>di</strong> <strong>in</strong>timasicurezza, <strong>di</strong> liberazioneda tutto ciò <strong>che</strong> è preoccupazione,obbligo, responsabilità”.Questo stato d’animosegna “una vita nuova” e“nuove realizzazioni”.Abbiamo scelto alcunepag<strong>in</strong>e <strong>della</strong> sua autobiografia,alcuni stralci <strong>di</strong> conferenzee brani delle sueopere per illustrarele tre tappe <strong>della</strong>vita <strong>di</strong> E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong>:I) dall’<strong>in</strong>fanziaall’approdo universitarioII) dalla conversionea 30anni all’<strong>in</strong>gressoal Carmelo: sono12 anni <strong>di</strong> pazientepreparazioneIII) la vita contemplativa<strong>in</strong> clausura e poiil martirio.Com<strong>in</strong>ciamo asentire, come parlava<strong>di</strong> sé bamb<strong>in</strong>a, dellesue attitud<strong>in</strong>i nellibro “Storia <strong>di</strong> unafamiglia ebrea”.“Per chi miosservava dall’esternoerosoggetta acambiamenti<strong>in</strong>comprensibilied improvvisi.Nei primianni <strong>della</strong> miavita la mia vivacitàera irrefrenabile,nonstavo mai ferma e lamia mente traboccava <strong>di</strong> ideebizzarre, ero impert<strong>in</strong>ente epresuntuosa. Quando qualcosanon procedeva secondo i miei desideri,<strong>di</strong>mostravo una caparbietàed una collera <strong>in</strong>domabili. <strong>La</strong> piùgrande delle mie sorelle, cui eromolto affezionata, ha adoperato<strong>in</strong>vano con me la suagiovane arte d’educatrice.<strong>La</strong> suaultima risorsaconsisteva nelr<strong>in</strong>chiudermi<strong>in</strong> una stanzabuia … io urlavocon tuttele mie18
10 anni dalla canonizzazione 1998-2008E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong>forze e battevo i pugni contro laporta f<strong>in</strong>ché mia madre non venivaa liberarmi.... Molto presto acquisii unautocontrollo tale da riuscire amantenere quasi senza sforzouna calma imperturbabile. Non socome sia accaduto, ma credo <strong>che</strong> aguarirmi siano stati il ribrezzo e lavergogna provati d<strong>in</strong>anzi agli accessid’ira altrui, la viva percezione<strong>di</strong> quanto fosse <strong>in</strong>degno lasciarsiandare così senza alcun freno.…Il primo grande mutamentosi compì quando avevo 7 anni …so <strong>che</strong> la ragione prese <strong>in</strong> me il predom<strong>in</strong>io...L’<strong>in</strong>tera cerchia dei parentisottol<strong>in</strong>eava <strong>in</strong> me duecaratteristi<strong>che</strong>: mi r<strong>in</strong>facciavanol’orgoglio (e avevano ragione)e mi chiamavano conenfasi “E<strong>di</strong>th la perspicace”.Inquieta e orgogliosa,E<strong>di</strong>th vuole frequentare lascuola con anticipo e poi aun certo punto chiede d’<strong>in</strong>terromperegli stu<strong>di</strong>. <strong>La</strong>mamma l’asseconda e le dàil permesso <strong>di</strong> raggiungeread Amburgo la sorella maggiore.Qui prende un’altra decisione:smette “deliberatamentee consapevolmente <strong>di</strong> pregare”.A 16 anni, pressata dalla famiglia<strong>che</strong> teme non voglia farepiù nulla, E<strong>di</strong>th si chiude ancorapiù <strong>in</strong> se stessa. Vuole decidereda sola. Poi attratta dal lat<strong>in</strong>o,la storia, i temi sociali decide <strong>di</strong>riprendere gli stu<strong>di</strong>. Nel 1911s’iscrive alla facoltà <strong>di</strong> Germanistica,Storia e Psicologia dell’Università<strong>di</strong> Breslavia, maattratta dalla corrente fenomenologica<strong>di</strong> Edmund Husserl sitrasferisce all’Università <strong>di</strong> Gott<strong>in</strong>gaper seguirne le lezioni. Ese alla scuola <strong>di</strong> Husserl E<strong>di</strong>thSte<strong>in</strong> impara a osservare qualsiasicosa senza preconcetti,ascoltando un altro filosofo ilcristiano Max S<strong>che</strong>ler il suo bisognoreligioso, più sopito <strong>che</strong>spento, com<strong>in</strong>cia a risvegliarsi.Annota <strong>in</strong> questo periodo:Non è la scienzama la de<strong>di</strong>zionealla vita <strong>che</strong> hal’ultima parola“Faccio progetti per l’avveniree organizzo <strong>di</strong> conseguenza la miavita presente. Ma nel profondosono conv<strong>in</strong>ta <strong>che</strong> si produrrà unqual<strong>che</strong> avvenimento <strong>che</strong> butteràa mare tutti i miei progetti. È lafede viva, la fede autentica allaquale ancora rifiuto <strong>di</strong> consentire.È a questa fede <strong>che</strong> io impe<strong>di</strong>sco <strong>di</strong><strong>di</strong>venire attiva dentro <strong>di</strong> me …”Dio lavora <strong>in</strong> lei, ancora <strong>in</strong>consapevole<strong>di</strong> ciò <strong>che</strong> sta avvenendoe solo successivamente,riflettendo su questo periodoscrive:“Avevo già cambiato completamenteil mio atteggiamento neiconfronti degli altri e <strong>di</strong> me stessa.Non mi importava più avere ragionee sottomettere a ogni costol’avversario. An<strong>che</strong> se avevo ancorauna percezione acuta per ledebolezze degli altri , non la usavopiù per colpire il loro punto debole,bensì per proteggerle. Avevoimparato <strong>che</strong> molto raramente sicorregge una persona <strong>di</strong>cendole laverità: questo può verificarsi solose le persone stesse hanno il seriodesiderio <strong>di</strong> migliorarsi e se dannolo stesso spazio e il <strong>di</strong>ritto alla critica.Perciò nelle <strong>di</strong>scussioni era piùimportante conoscere le persone”.Sta cambiando E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong>e confessa <strong>che</strong> per lei “Non èla scienza ma la de<strong>di</strong>zione allavita <strong>che</strong> ha l’ultima parola”.Così allo scoppiare <strong>della</strong> primaguerra mon<strong>di</strong>ale presta serviziocome <strong>in</strong>fermiera <strong>in</strong> un ospedalemilitare austriaco. Alla f<strong>in</strong>e del1916 si prepara per sostenerel’esame <strong>di</strong> laurea, con una tesiscelta an<strong>che</strong> contro il pareredel suo professore <strong>che</strong> la vedepiù portata per altre materie.E<strong>di</strong>th non vuole acquisire untitolo con una tesi qualsiasi,ma produrre qualcosa <strong>di</strong> proprio.Ci riesce e consegue nel1917 la laurea “summacum laude” con la tesi “Sulproblema dell’empatia”.Il 1917 è un anno importantenon solo per la laurea.L’amico Re<strong>in</strong>ach è uccisocombattendo nelle Fiandree l’<strong>in</strong>contro con la giovanevedova colpisce nell’<strong>in</strong>timoE<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong>: crede <strong>di</strong> doverconsolare una <strong>donna</strong> <strong>di</strong>sperataè, <strong>in</strong>vece, la Re<strong>in</strong>ach,serena, a <strong>in</strong>fonderle unsentimento nuovo e a farle<strong>in</strong>contrare Qualcuno (“Fu ilmio primo <strong>in</strong>contro con la croce,la mia prima esperienza <strong>della</strong>forza <strong>di</strong>v<strong>in</strong>a <strong>che</strong> dalla croce emanavae si comunica a quelli <strong>che</strong>l’abbracciano… Fu il momento<strong>in</strong> cui la mia irreligiosità crollò e<strong>Cristo</strong> rifulse “).Nell’autunno del 1918,lascia l’attività <strong>di</strong> assistentepoiché desidera ottenere l’abilitazionealla libera docenza (f<strong>in</strong>oad allora meta irraggiungibileper una <strong>donna</strong>, ma nel suo casonegatale per l’orig<strong>in</strong>e giudaica).Torna a Breslavia e una seradell’agosto 1921, trovandosida sola nella biblioteca <strong>di</strong> unacara amica, prende il primolibro <strong>che</strong> le capita fra le mani.Mai avrebbe immag<strong>in</strong>ato <strong>che</strong>quel gesto le avrebbe cambiato19
E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong>la vita. Ecco come descrive quelmomento.“Era un grosso volume <strong>che</strong> portavail titolo: Vita <strong>di</strong> Santa Teresad’Avila, scritta da lei stessa. Necom<strong>in</strong>ciai la lettura e ne rimasi talmentepresa <strong>che</strong> non la <strong>in</strong>terruppif<strong>in</strong>ché non fui arrivata alla f<strong>in</strong>edel libro. Quando lo chiusi dovetticonfessare a me stessa: Questa è laverità!” Ad eccezione delle Confessioni<strong>di</strong> Sant’Agost<strong>in</strong>o, non esistenella letteratura universale un altrolibro <strong>che</strong>, come questo, porti il sigillo<strong>della</strong> veracità <strong>che</strong> tanto <strong>in</strong>evitabilmenteillum<strong>in</strong>a, f<strong>in</strong>o agli angolipiù nascosti <strong>della</strong> propria anima e<strong>che</strong> <strong>di</strong>a una testimonianza vibrante<strong>della</strong> ‘misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio’ “ .Trascorre nella lettura l’<strong>in</strong>teranotte; al matt<strong>in</strong>o si reca <strong>in</strong>città a comprare un catechismoe un messal<strong>in</strong>o e dopo qual<strong>che</strong>giorno assiste alla prima SantaMessa <strong>della</strong> sua vita (“Niente mirimase oscuro”). Il primo gennaio1922 riceve il Battesimo.Per E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong> questo significauna frattura con la propriafamiglia e soprattutto con lamadre (unica sua confidentela sorella Rosa, la stessa <strong>che</strong> siconvertirà come lei e moriràcon lei ad Auschwitz). E come avolte accade nelle conversioni,improvvise (ai nostri occhi) eavvenute <strong>in</strong> età matura E<strong>di</strong>thSte<strong>in</strong> sente <strong>di</strong> essere dest<strong>in</strong>ata auna scelta ra<strong>di</strong>cale (la clausura)ma i suoi <strong>in</strong>terlocutori spiritualila <strong>di</strong>ssuadono. Il periododal 1922 al 1933 (anno del suo<strong>in</strong>gresso <strong>in</strong> monastero) si rivelaimportantissimo proprio perquella maturazione personale<strong>di</strong> cui parlavamo all’<strong>in</strong>izio e leicom<strong>in</strong>cia a comprendere an<strong>che</strong>il motivo per cui le hanno negato<strong>di</strong> entrare <strong>in</strong> clausura. Infattiscrive:“Nel tempo imme<strong>di</strong>atamenteprima <strong>della</strong> mia conversione e perun certo periodo dopo <strong>di</strong> essa, sonostata del parere <strong>che</strong> condurre unavita spirituale significava tralasciaretutte le cose terrene e viveresoltanto pensando alle cose <strong>di</strong>v<strong>in</strong>e.A poco a poco ho imparato acomprendere <strong>che</strong> <strong>in</strong> questo mondoci viene chiesto altro da noi e <strong>che</strong>pur nella vita più contemplativail legame con il mondo non deveessere <strong>in</strong>terrotto. Anzi credo <strong>che</strong>quanto più profondamente unapersona è attratta da Dio, tantopiù <strong>in</strong> questo senso deve uscire dase stessa, cioè entrare nel mondoper portarvi la vita <strong>di</strong>v<strong>in</strong>a “.È quello <strong>che</strong> fa E<strong>di</strong>th: <strong>in</strong>segnatedesco e storia f<strong>in</strong>o allaPasqua del 1931 nel liceo <strong>della</strong>Maddalena a Spira e su <strong>in</strong>sistenzadell’Arciabate del Conventobenedett<strong>in</strong>o <strong>di</strong> Beuron<strong>in</strong>traprende lunghi viaggi pertenere conferenze, soprattuttosu temi femm<strong>in</strong>ili. Sono an<strong>che</strong>gli anni <strong>in</strong> cui scrive pag<strong>in</strong>e bellissimesul ruolo <strong>della</strong> <strong>donna</strong> esull’educazione dell’<strong>in</strong>tellettoimpresc<strong>in</strong><strong>di</strong>bile dall’educazionedel sentimento, perché solocosì “si può <strong>in</strong>segnare a <strong>di</strong>st<strong>in</strong>guerele apparenze dalla realtà e anon r<strong>in</strong>correre oggetti ed emozioniprivi <strong>di</strong> valore”. Ha an<strong>che</strong> unageniale e moderna <strong>in</strong>tuizionesulla vita consacrata (Non sideve porre un’unica alternativa: omatrimonio o vita religiosa; molti<strong>in</strong><strong>di</strong>zi ci <strong>di</strong>cono <strong>che</strong> oggi, oltre aiconventi, <strong>che</strong> non sono certo “superati”,necessitano anime <strong>che</strong>conducano “nel mondo” una vitaconsacrata a Dio”).20
10 anni dalla canonizzazione 1998-2008E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong>E<strong>di</strong>th cerca d’<strong>in</strong>carnare quest’ideale<strong>di</strong> femm<strong>in</strong>ilità e <strong>di</strong> esserecoerente. È an<strong>che</strong> attentaall’abbigliamento per “evitare <strong>di</strong>essere notata sia per la trascuratezzasia per l’eccessiva cura”.Nel 1932 ottiene la cattedrapresso l’Istituto <strong>di</strong> PedagogiaScientifica <strong>di</strong> Munster (da cui è<strong>di</strong> lì a poco è estromessa perchéebrea). Non s’avvilisce, anzi èmolto combattiva. E quandoconfessa <strong>di</strong> sentirsi sempre più“una straniera nel mondo” nonsi riferisce alle sue orig<strong>in</strong>i (<strong>di</strong>cui è orgogliosa). È <strong>che</strong> si sentesempre più attratta dalla vitacontemplativa: “Ho sempre percepito<strong>che</strong> il Signore mi riservavaqualcosa <strong>che</strong> avrei potutotrovare soltanto nel Carmelo!”Il 14 ottobre 1933, a 42anni, E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong> entra nelCarmelo <strong>di</strong> Colonia. Una scelta<strong>in</strong>concepibile per la madre <strong>che</strong>non vorrà più comunicare conlei neppure per lettera.Ma è un passo <strong>che</strong> lei compie“<strong>in</strong> gran pace” e quando deveraccontare <strong>che</strong> cos’è il Carmeloe <strong>che</strong> cosa è successo nella suavita non dà spiegazioni cervelloti<strong>che</strong>,ma si sofferma sullapiccola via dell’<strong>in</strong>fanzia spirituale<strong>di</strong> un’altra carmelitana S.Teresa <strong>di</strong> Gesù Bamb<strong>in</strong>o. E sistenta a riconoscere la ragazzapresuntuosa <strong>della</strong> giov<strong>in</strong>ezza.Che cosa è successo ancora<strong>in</strong> lei? <strong>La</strong> risposta è ancora unavolta nelle pag<strong>in</strong>e <strong>che</strong> scrive:“Nell’ari<strong>di</strong>tà e nel vuoto l’anima <strong>di</strong>ventaumile. L’orgoglio <strong>di</strong> un temposparisce, quando non si trova piùnulla <strong>in</strong> se stessi <strong>che</strong> autorizzi aguardare gli altri dall’alto <strong>in</strong> basso”Come Teres<strong>in</strong>a an<strong>che</strong> E<strong>di</strong>thsi è lasciata plasmare (Il Signoreguida ciascuno per la propriastrada, e ciò <strong>che</strong> chiamiamo “dest<strong>in</strong>o”è l’opera sua d’artista, dell’artista<strong>di</strong>v<strong>in</strong>o <strong>che</strong> si prepara lamateria e la forma per <strong>di</strong>verse vie:con lievi tocchi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ta ma an<strong>che</strong> acolpi <strong>di</strong> scalpello)E scrive ancora: “L’<strong>in</strong><strong>di</strong>vidualità<strong>della</strong> persona non viene<strong>di</strong>strutta dallo spirito <strong>della</strong> luce,ma si unisce a lui e vive così veramenteuna nuova nascita”.Qui si comprendere <strong>che</strong> lavocazione (o realizzazione <strong>della</strong>persona se volete vederla sottoquest’aspetto) è fatta da Dio sumisura per ciascuno <strong>di</strong> noi e <strong>che</strong>aderirvi <strong>di</strong>viene l’unica cosa <strong>che</strong>dà senso e gioia alla vita <strong>di</strong> ciascuno.Che ci fa sentire al postogiusto.“Ciò <strong>che</strong> non era nei miei pianiscrive ancora E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong> - eranei piani <strong>di</strong> Dio. In me prende vitala profonda conv<strong>in</strong>zione <strong>che</strong> -vistodal lato <strong>di</strong> Dio - non esiste il caso;tutta la mia vita, f<strong>in</strong>o ai m<strong>in</strong>imiparticolari, è già tracciata nei piani<strong>della</strong> provvidenza <strong>di</strong>v<strong>in</strong>a e davantiagli occhi assolutamente veggenti<strong>di</strong> Dio presenta una correlazioneperfettamente compiuta”.<strong>La</strong> vita <strong>di</strong> E<strong>di</strong>th sta perconcludersi, secondo quell’impronta<strong>che</strong> Dio ha impresso <strong>in</strong>lei (“Ogni anima umana … riceveda Dio un’impronta <strong>che</strong> la <strong>di</strong>st<strong>in</strong>gueda tutte le altre; e questa<strong>in</strong><strong>di</strong>vidualità è per l’educazione unvalore <strong>che</strong> deve venir sviluppato,come la propria umanità e la propriafemm<strong>in</strong>ilità.”) Nel Carmelo,E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong> dopo il postulato,<strong>di</strong>venuta Suor Teresa Benedetta<strong>della</strong> Croce ha il permesso <strong>di</strong>riprendere la stesura <strong>di</strong> alcuneopere, ma molte sono rimaste<strong>in</strong>compiute. È preoccupata perHo sempre percepito <strong>che</strong> il Signoremi riservava qualcosa <strong>che</strong> avrei potutotrovare soltanto nel Carmeloquello <strong>che</strong> succede nel mondoperché (an<strong>che</strong> se trasferita nelmonastero <strong>di</strong> Echt, <strong>in</strong> Olanda)il 2 agosto del 1942 la Ghestapol’arresta e, <strong>in</strong>sieme a 987 ebrei,tra cui la sorella Rosa, è deportataad Auschwitz. Qui il 9agosto è sp<strong>in</strong>ta <strong>in</strong> una delle camerea gas e poi bruciata. Unamorte <strong>che</strong> Teresa Benedetta<strong>della</strong> Croce accetta tra l’altro“come espiazione per l’<strong>in</strong>credulitàdel popolo ebraico, aff<strong>in</strong>chè il Signore‘sia ricevuto dai suoi’, per lasalvezza <strong>della</strong> Germania e la pacedel mondo”.Vorrei chiudere con le parole<strong>di</strong> una contemporanea, AnnaMaria Cànopi, badessa benedett<strong>in</strong>atratte dalla sua “Letteraa E<strong>di</strong>th Ste<strong>in</strong>”:“Non posso pensare alla notte<strong>di</strong> San Lorenzo del 1942 senzavederla come la notte del piantodelle stelle. <strong>La</strong>crime <strong>di</strong> stelle eranoquelle scie <strong>di</strong> luce <strong>che</strong> si spegnevanonella notte sopra il lager <strong>di</strong>Auschwitz e sopra tutte le altrefuc<strong>in</strong>e <strong>di</strong> morte. Il tuo corpo E<strong>di</strong>th,come quello <strong>di</strong> mille altri ebrei eragià ridotto a un pugnetto <strong>di</strong> cenere… ma la tua anima era vivida lucepiù alta delle stelle, nel <strong>di</strong>v<strong>in</strong>osplendore”.Sul sito <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Scalziwww.ra<strong>di</strong>oscalzi.itè possibile ascoltarel’approfon<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> Stefania De Bonis:un ulteriore spunto <strong>di</strong>riflessione da ascoltare<strong>in</strong> formato Mp3!21