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leggi - Suore Carmelitane di Santa Teresa di Torino

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Bollettino <strong>di</strong> informazione della Parrocchia“Natività <strong>di</strong> Maria SS.” - Castello <strong>di</strong> GodegoN. 2 - Giugno 2007Le <strong>Suore</strong> <strong>Carmelitane</strong>da 50 anni con noiLa nostra riconoscenzadon DionisioLa Congregazionedelle suore <strong>Carmelitane</strong>Sono state tra noi:testimonianze delle suoreTestimonianze <strong>di</strong> Go<strong>di</strong>gesiSguardo alla scuola materna<strong>di</strong> oggiLa memoria storicadal 1957 ad oggiEra il 10 <strong>di</strong>cembre 1957 quando leprime <strong>Suore</strong> <strong>Carmelitane</strong> giunsero da<strong>Torino</strong> per aprire, a Castello <strong>di</strong>Godego una nuova comunità; eranoaccompagnate dalla Superiora Generale,Madre Maria Erminia. In queglianni la parrocchia era retta daMons. Pasini, coa<strong>di</strong>uvato, nella pastorale,da altri sacerdoti. Ma l’animadella Chiesa e della popolazione eralui, mons. Pasini, che le suore ricordanocome uomo dotato <strong>di</strong> umiltà, <strong>di</strong>finezza d’animo e <strong>di</strong> spirito contemplativo.Le suore misero subito a <strong>di</strong>sposizionei loro doni <strong>di</strong> natura e <strong>di</strong> grazianelle due sezioni <strong>di</strong> scuola materna,nonostante le mille <strong>di</strong>fficoltà, e in brevetempo seppero conquistarsi la stimae la benevolenza dei go<strong>di</strong>gesi.Insieme alla scuola prese avvio ancheil catechismo settimanale che registravapunte <strong>di</strong> circa 200 frequentanti,cosa incre<strong>di</strong>bile oggi, soprattuttose si pensa che il catechismo venivaofferto dopo la prima Messa delle6.30 del mattino e che i catechizzan<strong>di</strong>erano piccoli, bambini da preparare aiSacramenti dell’iniziazione.In proposito esistono annotazioniLa comunità delle <strong>Suore</strong>Parrocchia“Natività <strong>di</strong> Maria SS.”<strong>di</strong> Castello <strong>di</strong> Godego.Redazione presso:Canonica - via Querini, 131030 Castello <strong>di</strong> Godego (TV)Tel. 0423 468937


(segue dalla prima pagina )nel registro della comunità, che evidenzianoil fatto che non erano pochiquelli che, al mattino presto, percorrevanoanche 5 km a pie<strong>di</strong>, <strong>di</strong>giuni, quasi<strong>di</strong> corsa, per non arrivare in ritardoalla S. Messa e per partecipare puntualialla catechesi: “Sembrano raccontimissionari, ma quanti sacrificifanno i nostri bambini per venire inChiesa!”, scrive la suora addetta allacronistoria.Nei mesi estivi l’attività proseguivain un clima più vacanziero, ma perle suore non si parlava <strong>di</strong> ferie. Infattiiniziarono il catechismo estivo e unvivace doposcuola per i ragazzi delleme<strong>di</strong>e che si dovevano preparare agliesami <strong>di</strong> riparazione.sione remunerata, rimanendo in paese,evitando l’esodo giovanile verso legran<strong>di</strong> città, fenomeno assai intensoanche nel secondo dopoguerra: infattia Godego non esisteva ancora la fiorenteattività industriale dei nostrigiorni. Ma il grande salone allestito alaboratorio e luogo <strong>di</strong> lavoro, era soprattuttofinalizzato all’evangelizzazionee alla formazione delle giovaniin vista <strong>di</strong> una promozione umana,cristiana e spirituale che le suore sepperodare con semplicità e spirito <strong>di</strong>famiglia. L’attività ebbe punte <strong>di</strong> notorietàe proseguì fino al novembredel 1968 quando nei <strong>di</strong>ntorni incominciavanoa sorgere numerosi altrilaboratori industriali.Una certa notorietà l’ebbe anche la“Schola Cantorum” messa su conriuscivano a ospitare più <strong>di</strong> un centinaio<strong>di</strong> persone nei <strong>di</strong>versi turni.La casa delle suore si poteva paragonare,per così <strong>di</strong>re, a un porto <strong>di</strong>mare, come scriveva una suora nonsenza una punta d’ironia: “In casa nostrasi esercitano un po’ tutti i mestieri…maestra,catechista, fiorista, musicista,e perfino… l’‘aggiusta-ossa’,in un ambulatorio improvvisato <strong>di</strong>volta in volta. Anche questo per noi èun mezzo <strong>di</strong> apostolato spicciolo, perchémettendo a posto le ossa del corpo,capita <strong>di</strong> fare un’iniezione per l’anima,e tutto a gloria <strong>di</strong> Dio!”.Ma la fantasia della carità non sipuò mai misurare, perché è come l’amore<strong>di</strong> Cristo che ha un’ampiezza,lunghezza, altezza e profon<strong>di</strong>tà inesauribili(Efesini, 3,17). Infatti negliAnni 60. Le numerose ragazze che frequentavano il laboratorio <strong>di</strong> taglio e cucito tenuto dalle <strong>Suore</strong>.Le giovani avevano la possibilità <strong>di</strong> imparare un mestiere, evitando così <strong>di</strong> emigrare verso le gran<strong>di</strong> città,e ricevevano una formazione umana e spirituale.Ben presto, mentre si lavorava allascuola materna e alla catechesi, nelsettembre del 1958, si tagliò il nastro<strong>di</strong> inaugurazione <strong>di</strong> un laboratorio <strong>di</strong>cucito negli stessi locali della scuola.L’iniziativa, proposta dal viceparrocodon Luigi Callegari, venne fortementesostenuta e animata dalle suore, inparticolare da Madre M. Iolanda allorasuperiora della comunità. Ai primi<strong>di</strong> ottobre si realizzò l’acquisto <strong>di</strong> 20macchine per cucire e l’opera preseavvio sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una suoradella Congregazione <strong>di</strong>plomata sarta.Questa iniziativa doveva consentirealle giovani <strong>di</strong> imparare una profesl’impegnodelle suore e la <strong>di</strong>rezionedel Maestro Padovani: si tenevanoconcerti in località <strong>di</strong>verse, che riscuotevanogrande sod<strong>di</strong>sfazione, riconoscimentie apprezzamenti da parte<strong>di</strong> tutti.La casa delle suore, con il trascorreredegli anni, <strong>di</strong>ventava sempre piùpunto <strong>di</strong> riferimento e uno dei luoghicentrali della parrocchia, in seguito autili ampliamenti della struttura stessache permetteva una maggiore possibilità<strong>di</strong> accoglienza. Infatti dal 1963bambine, ragazze, giovani, e spose affluivanonumerose nei locali dellascuola materna per la catechesi, cheanni ’70 inizia anche l’attività pastoralerivolta al malato e agli anziani.Le suore si impegnavano ad accostarlie ad accompagnarli con sensibilità efraterna comprensione portando loroanche l’Eucaristia.Contemporaneamente si delineavanonuove esigenze nel campo dellapastorale della comunità cristiana. Cisi rese conto che per catechizzare inprofon<strong>di</strong>tà e per personalizzare ilmessaggio del nuovo rito delBattesimo, era inderogabile la scelta<strong>di</strong> accostare personalmente le famigliedei battezzan<strong>di</strong>. Questa azionepastorale fu affidata alle suore che, a2


due a due, si recavano nelle case cercando<strong>di</strong> aprire il <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> offrirsiper un confronto con i genitori deibambini.Ma gli anni ’70/’80 segnano unasvolta nel campo educativo. È il tempodegli aggiornamenti formativi perun proseguimento coscienzioso e professionalmentevalido delle educatricidella scuola materna. Si deve accedereai corsi abilitanti e all’acquisizione <strong>di</strong>nuove metodologie cui anche le suoredevono aderire facendo delle scelte <strong>di</strong>tempo e <strong>di</strong> qualità.Allora l’attività del catechismoviene affidata non più solamente adesse e ai sacerdoti, ma anche a laicipreparati o da preparare. In seguito aquesta scelta si inizia un decentramentodelle numerose attività pastoralidalla casa delle suore verso le struttureparrocchiali, nel frattempo ampliatee rinnovate.Con l’attuazione delle <strong>di</strong>rettive delConcilio Ecumenico Vaticano II sullacatechesi e sulla pastorale, si andavamo<strong>di</strong>ficando anche lo stile e il metododella proposta evangelica: se nel passatobastavano due suore per seguire80 bambini, nel tempo <strong>di</strong>vennero necessarianimatori e mamme catechisteper costituire piccoli gruppi che favorisseroil <strong>di</strong>alogo e una costruttivaamicizia cristiana.L’Azione Cattolica, un tempomolto attiva in parrocchia, come avvenivain generale un po’ in tutt’Italia,non mostrava più mordente e perdeval’adesione dei giovani e delle famigliecristiane. Poiché incominciava ad affievolirsie a perdere floridezza anchein paese, si pensò <strong>di</strong> puntare specificatamentesull’A.C.R. che fu guidatae sostenuta con entusiasmo e grintadalle suore e da un gruppetto <strong>di</strong> giovaniche venivano preparati partecipandoanche perio<strong>di</strong>camente ai momentiformativi e <strong>di</strong> animazione programmatidalla Diocesi.Oggi, verificata nel tempo l’importanzadell’educazione iniziale delbambino, l’attività prioritaria dellesuore è <strong>di</strong>venuta la <strong>di</strong>rezione e l’insegnamentonella Scuola Materna incollaborazione con personale laico.A questa si è aggiunto il coor<strong>di</strong>namentoe la <strong>di</strong>rezione dell’ Asilo NidoIntegrato sorto nel 1993: il primo asilonido non statale presente nella provincia<strong>di</strong> Treviso.Suor Mariella Bassaniattuale Responsabile e DirettriceLa nostra riconoscenza“Posso venire con Sr. Mariella, la superiora?” Così mi <strong>di</strong>ssenella primavera del 1998 don Pierangelo Salviato,allora cappellano <strong>di</strong> Godego.Ero ancora a Casoni e attendevo su esplicita richiesta del Vescovo<strong>di</strong> venire parroco a Godego, causa la grave malattiache aveva colpito don Giuseppe, mio predecessore.Vennero insieme prete e suora.Parlammo a lungo <strong>di</strong> questa comunità cristiana, delle sue gran<strong>di</strong> risorseumane e spirituali, dei bravi pastori che l’avevano già guidatae delle suore che da anni ne erano con loro l’anima propulsiva,il cuore caldo e accogliente.“Insieme” con le suore mi sono trovato a lavorare anch’io.Insieme programmiamo il cammino pastorale, insieme spessoverifichiamo la nostra vita <strong>di</strong> fede <strong>di</strong> ministero, insieme preghiamoe qualche volta, la domenica, mangiamo. Insieme go<strong>di</strong>amo e soffriamocon questo popolo che il Signore ci ha affidato. Insieme!A volte lo stile e l’orario <strong>di</strong> vita sobrio e rigoroso tipico delle suoresembra tenerle fuori dalla vita del paese, in realtà le nostre suoresono qui, al centro, in piazza, accanto alla chiesa.Sono qui per tutti con la loro preghiera quoti<strong>di</strong>ana: per i bambinicon il loro servizio educativo, per mamme e papà con ascoltoe umana solidarietà. Le suore si alzano ogni giorno alle 5.45 e pregano.Sono per la comunità le braccia materne <strong>di</strong> Dio, sono appelloper una vita semplice ed essenziale, testimoni <strong>di</strong> un legame fortee intimo con Gesù… al quale in verità tutti siamo chiamati.Le suore: un dono per i nostri bambini, un aiuto necessario e preziosoper noi preti, un tesoro <strong>di</strong> grazia per tutti.Per loro e con loro ringraziamo il Signore. A loro <strong>di</strong>ciamoil nostro affetto, stima e riconoscenza. Siano benedette tra noi oggie sempre. Da queste pagine ringraziamo l’Istituto delle <strong>Suore</strong><strong>Carmelitane</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, la loro Madre Generaleche non ce le fa mancare e quanti con esse collaboranoper il bene della chiesa <strong>di</strong> Godegoancora fortunata e orgogliosa delle sue suore.Il parroco riconoscentedon Dionisio Salvadori3


La Congregazionedelle <strong>Suore</strong> <strong>Carmelitane</strong><strong>di</strong> S.<strong>Teresa</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>La Congregazione delle <strong>Carmelitane</strong>è presente nella Chiesa italianacon 32 comunità, <strong>di</strong>stribuite sul territorionazionale prevalentemente alNord fino alla Campania.Dal 1959 ha allargato i pioli dellasua tenda varcando l’oceano, per impiantarela missione in Madagascar e,in seguito, anche nello Stato dellaRepubblica Centrafricana. Attualmentesono 11 le comunità missionarie.Nel 2000, anno del Giubileo dellaRedenzione, la Congregazione haaperto una comunità in Romania conresidenza, in un primo tempo aBucarest, ora traslocata a Darmanestia servizio dei più poveri.La Congregazione sviluppa alcuneattività apostoliche in <strong>di</strong>versi ambitipastorali e sociali, attraverso i qualiesprime la sua spiritualità e il suo servizioal prossimo. In particolare svolgeattività <strong>di</strong> pastorale e catechesi nelleparrocchie; <strong>di</strong>rezione e insegnamentonelle scuole (materne, elementarie, in missione, anche me<strong>di</strong>e); attivitàinfermieristiche in ospedali, cliniche,ambulatori e <strong>di</strong>spensari; <strong>di</strong>rezionee servizio in case soggiorno peranziani e pensionati, in case per esercizispirituali e tempi <strong>di</strong> riposo; pastoraledella malattia con attenzione allaterza età.La spiritualità dell’Istituto, che hale sue ra<strong>di</strong>ci nella spiritualità carmelitano-teresianafondata sulla ricercadell’unione con Dio attraverso la vita<strong>di</strong> orazione, permette a noi religiose,qualunque sia l’apostolato che svolgiamo,<strong>di</strong> fare esperienza della vita interioreattraverso il colloquio con Dioanche quando lavoriamo. Dio ci chiamaal servizio dei fratelli nei quali riconosciamoLui contemplato, prima,nella preghiera. Siamo chiamate a rimanerenell’amore <strong>di</strong> Dio, unite a Luicome i tralci alla vite, per poi fare donodel suo immenso amore a tutti ifratelli che incontriamo. Non possiamodonarci agli altri se prima non ciriempiamo <strong>di</strong> Dio. Questa è la veraidentità della nostra Congregazione:essere profondamente ra<strong>di</strong>cate nellospirito del duplice comandamentodell’amore verso Dio e della caritàverso il prossimo.Il nostro servizio al prossimopuò essere autentico solo se fattocon spirito d’amore, quell’amore cheattingiamo da Gesù mettendoci inascolto della sua Parola e in atteggiamento<strong>di</strong> adorazione contemplativadella sua presenza umile, nelle specieEucaristiche. Qui, alla sequela <strong>di</strong> Gesù,riscopriamo continuamente lagrandezza e la bellezza della nostraconsacrazione carmelitana.La Comunità delle <strong>Suore</strong>Sopra:la Madre Generalee suor Mariellain visita alla Missionein Madagascar(luglio 2005).1991. Esercizi spiritualidelle giovani <strong>di</strong> Godegoa Villafranca (VR).4


LA SERVA DI DIOMadre Maria degli AngeliFondatrice delle suore <strong>Carmelitane</strong><strong>di</strong> S. <strong>Teresa</strong> <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>Madre Maria degli Angeli(Giuseppina Operti) è nata a <strong>Torino</strong>il 16 novembre 1871 da una famigliabenestante e <strong>di</strong> profondo spirito cristiano.Già dalla prima giovinezza sisentì chiamata alla vita contemplativasebbene il Signore avesse preparatoper lei un suo <strong>di</strong>segno.Con la morte del fratello e poi, atre mesi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza, quella del padre,<strong>di</strong>venne l’unico sostegno e confortoper la mamma rimasta vedova. MaGiuseppina, poco più che quattor<strong>di</strong>cenne,nascondeva in cuore il desiderio<strong>di</strong> consacrarsi totalmente alSignore. Non potendo realizzare questasua vocazione si impegnò in opere<strong>di</strong> carità e alla con<strong>di</strong>visione dellasofferenza altrui coinvolgendo anchela mamma nella sua missione <strong>di</strong> bene.Il 6 luglio 1894 aprì la casa paterna<strong>di</strong> Marene (CN) alle bimbe orfanedella zona, affidandone la <strong>di</strong>rezionea due suore Terziarie <strong>Carmelitane</strong>che provenivano da un monastero<strong>di</strong> Genova. Ha inizio così, proprioin questa data, la Congregazionedelle <strong>Suore</strong> <strong>Carmelitane</strong> <strong>di</strong> S.<strong>Teresa</strong>.Il 16 marzo 1895 aderendo all’invitodell’Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>,Giuseppina vestì l’abito carmelitano“La nostra attività apostolicascaturisce da una vita <strong>di</strong>preghiera e <strong>di</strong> orazione continua,cercando <strong>di</strong> vivere allaPresenza <strong>di</strong> Dio in continuocolloquio <strong>di</strong> amicizia sponsalecon Lui, in ogni momento dellanostra giornata, per poterlotestimoniare nella gioia e nellaverità.Dire a tutti che Dio è buonoè la mia missione”Madre Maria degli Angeliunitamente alla mamma, assumendoil nome <strong>di</strong> Madre Maria degli Angeli.Il 19 marzo emisero insieme i Voti <strong>di</strong>povertà, castità e obbe<strong>di</strong>enza, consacrandosial Signore per sempre.A 24 anni si trovò, tra mille <strong>di</strong>fficoltà,alla guida <strong>di</strong> una nascenteCongregazione destinata ad espandersie a mettere ra<strong>di</strong>ci anche al <strong>di</strong>fuori del territorio piemontese.Sempre fiduciosa nell’aiuto delSignore e attenta a non cercare maise stessa, ma la volontà del suo Dio,Madre Maria ovunque fosse chiamata,andava con sollecitu<strong>di</strong>ne, semprecon il desiderio <strong>di</strong> fare del bene agloria <strong>di</strong> Dio solo. Dopo 15 anni <strong>di</strong>vita carmelitana attiva, nel 1909 laMadre propose lo smembramentodella Congregazionein due rami, poichéalcune religiose sisentivano più portatealla vita contemplativaclaustrale chenon alla vita <strong>di</strong> apostolatoesterno. Cosìil 20 <strong>di</strong>cembre 1909la casa paterna <strong>di</strong>Marene venne trasformatain monastero<strong>di</strong> clausura, trasferitopoi, nel 1934a Cascine Vica (TO).Qui Madre Mariadegli Angeli coronòil suo giovanile desiderio<strong>di</strong> vita contemplativa,vivendo perquasi quarant’anninel nascon<strong>di</strong>mento enel silenzio dellaclausura, colmo dellapresenza <strong>di</strong> Dio,continuava però asostenere, con il sacrificio,la preghierae il consiglio materno,le figlie impegnatenell’attività apostolica.Il 7 ottobre1949 passò da questo mondo alPadre, dopo un’esistenza trascorsanell’eroico compimento della volontàdel suo Signore e nel serviziosilenzioso alla sua Chiesa. Il 16 <strong>di</strong>cembre1988 la Congregazione e ilMonastero iniziarono lo stu<strong>di</strong>o deisuoi scritti e documenti e il 21 gennaio1991 fu aperto solennemente,nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>, il Processoinformativo <strong>di</strong>ocesano per la causadella sua canonizzazione.Le suore cantano, in ogni comunità, la Salve Reginanel giorno <strong>di</strong> sabato. Nella foto: nel giar<strong>di</strong>nodella Casa Generalizia <strong>di</strong> <strong>Torino</strong>.5


Se non fosse per alcuni <strong>di</strong>sturbi<strong>di</strong> salute, verrei tantovolentieri a festeggiare il 50° <strong>di</strong>quella casa dove dall’apertura hotrascorso alcuni anni e <strong>di</strong> cui hoconservato un buon ricordo.Superati i primi tempi dell’inserimento,tutto è andato <strong>di</strong> bene in meglioperché il Signore ci voleva lì.La nostra comunità era moltounita. Sr. Celina era la superiora, Sr.Melania la vice ed era impegnatanella scuola elementare, sr. Eliana,Sr. Casilda ed io nella scuola materna.sr. Benigna si occupava della cucinae della parte infermieristica conMadre Celina.La bella esperienza fatta con illaboratorio nei miei primi anni<strong>di</strong> vita religiosa la porto sempre nelcuore. Vari sono gli episo<strong>di</strong> che affioranoalla mia mente; ricordo soprattuttoquel bel gruppo <strong>di</strong> giovani <strong>di</strong> cuimi è rimasta impressa la fede con cuipregavano e il desiderio <strong>di</strong> migliorare,quando si annunciava loro la Parola <strong>di</strong>Dio e si tenevano gli incontri <strong>di</strong> formazione.Durante il lavoro nel laboratorio sipregava e durante la giornata si ripetevapiù volte la Comunione spirituale,ricordando che Gesù Eucaristia erapresente in mezzo a noi.Non mancavano poi i giorni <strong>di</strong> allegria,specie nelle gite, le uscite sullaneve con le slitte… quanti capitomboli!Le ragazze <strong>di</strong>cevano “Suora vengocon lei perché così sono sicura” e poiera un capitombolo <strong>di</strong>etro l’altro egran<strong>di</strong> risate!... Che bei ricor<strong>di</strong>!Un saluto ed un augurio a tutti.Il parroco, mons. Pasini, era consideratoun Santo dalla popolazioneed era coa<strong>di</strong>uvato da due sacerdoti:don Piero si occupava della catechesi,mentre don Luigi si interessavamolto della scuola materna.Noi eravamo quin<strong>di</strong> impegnatenella scuola e nel catechismo; l’oratorioera molto fiorente: quante bellee importanti attività portate avanti!La gente ci <strong>di</strong>mostrava simpatiaed affetto ogni giorno <strong>di</strong> più e ancoraoggi porto nel cuore il ricordo <strong>di</strong>molti go<strong>di</strong>gesi.Vi accompagno con la preghierae vi auguro ogni bene nella gioia delSignore.SUOR GIULIAa Godego dal 1960 al 1968CSUOR ADRIANAa Godego dal 1957 al 1959astello <strong>di</strong> Godego è stato ilmio primo amore dopo ilNoviziato.Noi eravamo molto unite, ci volevamomolto bene e anche i sacrificinon ci pesavano.Ricordo serenamente quegli anniin cui gli incontri <strong>di</strong> catechesi eranomolto partecipati, soprattutto dagiovani che con sacrificio trovavanoil tempo per la loro formazioneumana e cristiana.Ricordo le lunghe file ai confessionali,soprattutto in prossimitàdelle Feste e la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> queisanti sacerdoti che non erano maistanchi e che tutto offrivano per ilbene del Signore e della Sua Chiesa.Vi porto tutti nel cuore e vi ricordonella mia preghiera.SUOR PIETRINAa Godego dal 1965 al 1969Fine anni 60. Laboratorio <strong>di</strong> sartoria per le giovani <strong>di</strong> Godego.7


DSUOR M. IGNAZIAa Godegodal 1961 al 1970ovrei scrivere un libro, tantesono le cose belle (e anchemeno belle) che ho vissuto a Godego.Al primo posto c’è sempre statal’intesa e l’armonia con il Parroco egli altri sacerdoti.Tra questi emerge certamentemons. Pasini che concludeva semprei nostri incontri, sia personali che comunitari,con la frase “Facciamo tuttoper il Signore”.Ricordo che quando lo invitavamoa prendere il the con la torta <strong>di</strong> mele,voleva che fosse presente anche lamaestra Eva. Eravamo tanto contenteperché sapevamo <strong>di</strong> ascoltare una parolasicura che ci aiutava a superarele <strong>di</strong>fficoltà quoti<strong>di</strong>ane.Ricordo con tanto piacere la scuoladei catechisti ogni martedì sera durantela quale ci si preparava per lacatechesi della domenica pomeriggio.Una bella iniziativa fu la visitaagli anziani e ai malati, voluta dallaMadre Iolanda, ora defunta.Sempre con la Madre Iolanda abbiamodato inizio ai laboratori <strong>di</strong> taglioe cucito; inizialmente lavoravamoper la <strong>di</strong>tta Coin <strong>di</strong> Mestre, sottola guida <strong>di</strong> Suor Amata (detta anche“giusta-ossi” perché sapeva guarire leslogature). Sr. Giulia ed io seguivamoi bambini della scuola elementare e leragazze delle me<strong>di</strong>e nel doposcuola,ogni pomeriggio dalle 14 alle 16,30.Dopo il Concilio, quando iniziòl’uso della lingua italiana al posto dellatino, anche noi con i sacerdoti andavamonelle contrade per prepararegli adulti al nuovo modo <strong>di</strong> parteciparealla Messa.Non finirei più <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong>Castello <strong>di</strong> Godego, tanto mi sonotrovata bene, da sentirmi anch’io unago<strong>di</strong>gese.Ricordo tutti con stima e riconoscenza,nella speranza <strong>di</strong> incontrarciper la festa, per ricordare tutti i presentie quelli che ci hanno precedutoe che hanno già raggiunto la meta.Sr. Ignazia accompagna i bambini alla Prima Comunioneche sarà presieduta da mons. Giuseppe Barbiero.Racconto volentieri alcuni tra imiei ricor<strong>di</strong> più belli deglianni trascorsi a Castello <strong>di</strong> Godego.Sono arrivata nel 1961, il giorno dellaSolennità <strong>di</strong> Cristo Re. Il Parroco <strong>di</strong>allora, mons. Pasini, per accogliermi<strong>di</strong>sse: “Nel giorno della festa <strong>di</strong> CristoRe, è arrivata la Regina!”Nella comunità mi sono sempretrovata bene. Facevo un po’ <strong>di</strong> tutto:davo una mano nella scuola materna,andavo a prendere e accompagnare ibambini con il pulmino, aiutavo neilavori <strong>di</strong> casa, portavo in bicicletta lacomunione agli ammalati, mi occupavodella biancheria della chiesa. Mipiaceva molto stare con la gente delSUOR REGINAa Godego dal 1961 al 1971paese: mi sentivo voluta bene e, a miavolta, cercavo <strong>di</strong> ricambiarlo. Eravamoin 7 suore, a quel tempo moltopovere ma felici.Una cosa particolare che ricordo<strong>di</strong> quegli anni e che mi piaceva molto,era partecipare alla scuola <strong>di</strong> canto delmaestro Padovani. Insieme formavamoun bel coro e ogni anno, al terminedell’impegno pastorale, con ilmaestro si facevano delle belle gite. Ilmaestro Padovani era molto bravo emolto apprezzato anche fuori paeseper il suo talento. Riusciva a tenereunito il gruppo in serenità, impegno equalità.Sono stati anni intensi <strong>di</strong> lavoro e<strong>di</strong> apostolato: ricordo come una bene<strong>di</strong>zionequante ragazze in quel tempolasciarono la loro casa, le loro famiglie,per entrare nella nostra Congregazionee consacrarsi al Signore aservizio dei fratelli. Grazie ancora <strong>di</strong>cuore a tutti i go<strong>di</strong>gesi per il bene e lastima che mi hanno <strong>di</strong>mostrato.8


Ho vissuto a Godego 14 anni.Avevo appena finito gli stu<strong>di</strong> aRoma, ero molto giovane, 24 anni eperciò anche tanto inesperta sia nelcampo educativo che in quello apostolico;il vero tirocinio l’ho fatto aGodego, aiutata e sostenuta dalle mieconsorelle.La comunità delle suore era impegnata principalmente nella scuola materna(qui il refettorio), oltre che nella pastorale, nel servizio liturgico…Le suore erano presenti in tutti i momenti significativi della vita comunitaria <strong>di</strong> Godego.Ciò che ricordo con maggiorpiacere della mia permanenzaa Godego è sicuramente la sua gente:buona e religiosa.Tutti volevano un grande bene alleloro suore.Ero molto e<strong>di</strong>ficata per la presenzadel rev. mons. Pasini e rev. mons.Giuseppe, uomini <strong>di</strong> grande spiritualità,dei santi sacerdoti….Un caro ricordo per tutti, contanto affetto.SUOR EDOARDAa Godego dal 1970 al 1973SUOR CLOTILDEa Godego dal 1974 al 1988Quando sono arrivata, la scuolamaterna era già molto numerosa (180bambini) e nel tempo ho assistito allaprima grande ristrutturazione dell’ambiente:sezioni con dormitorio annesso,la Chiesa esterna <strong>di</strong>ventava sala dapranzo e le sezioni erano <strong>di</strong>venute 7.Ho sempre lavorato con entusiasmocon i bambini e collaborato con lecolleghe laiche in maniera molto bella.Solo gli ultimi 4 anni ho lasciato la sezioneperché il coor<strong>di</strong>namento richiedevamolto impegno.In parrocchia mi sono pro<strong>di</strong>gatanella catechesi e molto con l’ACR natain quei tempi e con il gruppo missionario.Con i sacerdoti c’è semprestata collaborazione e stima reciproca.A Godego ho lasciato un pezzetto<strong>di</strong> cuore, ho voluto bene e sono stataricambiata. È stata la mia prima esperienzaapostolica che mi ha segnataprofondamente, mi ha fatto sperimentaree capire quanto è bello essere delSignore e mettere al servizio dei fratellila propria vita.Dopo la cresima tutti in gita,in bicicletta, alla casa natale<strong>di</strong> San Pio X.Sr. Clotilde in campeggiosta per affrontare un’escursionenelle grotte.


<strong>di</strong> <strong>di</strong> Go<strong>di</strong>gesi Go<strong>di</strong>gesiTESTIMONIANZETESTIMONIANZEMaria da 50 anni con le suore; prima col laboratorio, ancora oggi come cuoca.Maria LuisonHo conosciuto le “mie suore” (mipiace chiamarle così) dal primo momentoin cui sono arrivate e cioè dallontano 1957, quando adolescentefrequentavo la parrocchia e l’AzioneCattolica.Negli anni 60 le suore, con l’aiuto<strong>di</strong> don Luigi Callegari, istituirono illaboratorio <strong>di</strong> confezioni. Fu una delleprime “fabbriche” del Veneto chevedeva impegnate una cinquantina <strong>di</strong>ragazze, dalle sarte qualificate alle appren<strong>di</strong>ste.Si lavorava per la <strong>di</strong>tta‘Coin’ e le nostre confezioni andavanoin tutta Italia.Dalle <strong>Suore</strong> ci si sentiva a casa, siimparava il mestiere, si guadagnavanodei sol<strong>di</strong>ni e con loro si continuava laformazione spirituale e umana, si parlavadei nostri problemi, del nostrofuturo, dei nostri progetti.In laboratorio non si ascoltava lara<strong>di</strong>o e la musica, ma ogni tanto il silenzioera interrotto da una giaculatoriache qualche suora intonava o si <strong>di</strong>cevaqualche preghiera per le nostrefamiglie o per qualche intenzione particolare…Da allora a tutt’oggi lavoro con le<strong>Suore</strong> <strong>Carmelitane</strong> e posso <strong>di</strong>re che lacomunità delle <strong>Suore</strong> è un po’ come lamia seconda famiglia.A voi <strong>Suore</strong>, il mio grazie riconoscente!L’intera Comunità delle <strong>Suore</strong>festeggia il matrimonio<strong>di</strong> una ragazza go<strong>di</strong>gese.Sotto: Mery è stata, una validacollaboratrice fin dall’inse<strong>di</strong>amentodelle prime suore a Godego.Mery StangherlinHo cominciato a lavorare nel laboratorio delle suore nel1958. Il laboratorio è stata un’iniziativa delle suore carmelitaneper dare la possibilità a tante ragazze <strong>di</strong> avere un buonlavoro vicino a casa, senza doversi trasferire nelle gran<strong>di</strong> cittào emigrare all’estero.Lo scopo <strong>di</strong> questa iniziativa inoltre era anche quello <strong>di</strong>aiutare molte giovani nelle loro scelte <strong>di</strong> vita.La casa delle suore <strong>di</strong>ventava anche un punto <strong>di</strong> incontroal <strong>di</strong> fuori dell’orario <strong>di</strong> lavoro, in quanto le suore erano sempre<strong>di</strong>sponibili per ogni necessità o consiglio e lì si trovavatanta accoglienza ed amicizia. In quel periodo sono nate <strong>di</strong>versevocazioni religiose e comunque anche chi faceva lascelta del matrimonio riceveva una formazione personale per<strong>di</strong>ventare una buona sposa e mamma.10


Luciano Milanipresidente della Scuola Maternanegli anni ’80Il grande e<strong>di</strong>ficio che sorge a latodel campanile e che ospita la ScuolaMaterna e il Nido Integrato rappresentaper noi go<strong>di</strong>gesi un luogo importantequasi come i numerosi luoghi<strong>di</strong> culto sparsi nel territorio <strong>di</strong>Godego.Luogo <strong>di</strong> culto come punto <strong>di</strong> incontro<strong>di</strong> ideali con<strong>di</strong>visi e fuori daogni <strong>di</strong>scussione.Entrare in quell’e<strong>di</strong>ficio da 50 annisignifica incontrare una bianca figurasorridente e che accoglie.La bianca tonaca predomina suquella marrone e nera, perché, oltre arappresentare la premessa dell’accoglienza,è in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> laboriosità.Per i go<strong>di</strong>gesi le suore sono soloquelle del Carmelo che vivono nellanostra piazza e svolgono un ruolo naturaleall’interno della nostra comunità.Fin dall’inizio, nel 1957 conmons. Gerardo Pasini, la comunità religiosaha contribuito in modo determinantealla crescita professionale,culturale, educativa e scolastica dellenostre famiglie. Famiglie che in queglianni uscivano dalla vita dei campiper imparare nuovi mestieri che inqualche modo permettevano entrateutili alla sopravvivenza.Molte ragazze e donne hanno frequentatoi laboratori delle suore perapprendere l’arte del cucito e ricamo.La mia esperienza, in anni più recenti,come presidente della ScuolaMaterna, mi ha avvicinato giorno pergiorno alla complessa articolazionedelle giornate de<strong>di</strong>cate alla formazioneeducativa ed umana dei bambini.Forse non ci ren<strong>di</strong>amo conto pienamente,ma le suore carmelitane hannoavuto per i go<strong>di</strong>gesi un ruolo fondamentale,in quanto prime maestre dell’infanzia.Hanno offerto ad ognibambino <strong>di</strong> Godego la possibilità dellaprima vita sociale fuori dalla famiglia.In questo modo si sono fatte attricipreziose nella costruzione deicitta<strong>di</strong>ni negli ultimi cinquant’anni.A metà degli anni 80 le insegnantireligiose e laiche erano più o meno innumero equivalente e le sezioni in aumentorichiedevano continui adeguamentistrutturali, impiantistici e tecnologici.Il saluto a Giovanni autista fedele dello scuolabus. Nella foto attorniatoda mons. Giuseppe Barbiero e dai presidenti della Scuola Materna con cui ha collaborato.Il comitato <strong>di</strong> gestione, fortementesostenuto da don Giuseppe, ha costruitouna rete <strong>di</strong> collaborazione conle famiglie, le aziende locali, ilComune, per far fronte ai problemilogistici delle aule e soprattutto dell’impiantistica.Le risorse per i lavori, sempre insufficienti,sono state trovate ancheattraverso alcune iniziative <strong>di</strong> sensibilizzazionedella popolazione. In particolare,sulla base della geniale idea <strong>di</strong>Luigi Simonetto, ha preso piede inquegli anni la grande festa dellaCastagnata, con la concreta collaborazionedegli amici gemellati <strong>di</strong>Boves.Ma ciò che maggiormente rendevala nostra Scuola una casa <strong>di</strong> accoglienzaper tutti i bambini, era la presenzadelle suore: suor Clotilde, suorErmelinda, suor Donatella, suorGiacinta e poi suor Mariella.Con loro si riusciva ad essere presentia Godego con risposte armonicheper i nostri figli. Per i genitori lasuora era il pilastro a cui affidare ciòche <strong>di</strong> più caro una famiglia ha: i figli.Come negli anni lontani esse hannosempre saputo cogliere le esigenzedella gente <strong>di</strong> Godego, anche recentementesi sono sempre collocate in primalinea per offrire alla comunità unservizio in<strong>di</strong>spensabile per la crescitaeducativa e spirituale della persona.In quegli anni è nata anche l’idea<strong>di</strong> aprire un Nido Integrato, che qualcheanno più tar<strong>di</strong> ha la sua concretizzazioneed oggi rappresenta un servizioper i piccolissimi invi<strong>di</strong>abile e<strong>di</strong> alta qualità.Ricordo che sui temi educativi edella formazione alle famiglie e aipiccoli, le suore avevano un chiodofisso.Nel loro contatto quoti<strong>di</strong>ano con ipiccoli e le loro famiglie, riscontravanoinfatti bisogni e carenze che dovevanotrovare risposte.Per questo si sono fatte promotrici,assieme al comitato, <strong>di</strong> incontriformativi per i genitori.Con i bambini, poi, costruivano unrapporto formativo completo che interessavala cura del corpo, lo sviluppodei comportamenti, la crescita culturale;il tutto permeato da un atteggiamento<strong>di</strong> rispettosa meraviglia intornoalla crescita spirituale <strong>di</strong> ognibambino.Con quest’ottica poi si costruivaanche un clima <strong>di</strong> fiducia che invadevatutta la scuola e ricadeva in formabenevola sui genitori, a volte ansiosiper la crescita armonica dei figli.Anche le insegnanti laiche, le cuoche,l’autista e il personale dei servizigenerali della scuola adottavanoquesto clima <strong>di</strong> speranza e fiducia,l’unico in grado <strong>di</strong> valorizzare le piccoleconquiste dei bambini, alle qualiperò è appesa la certezza del futuro e<strong>di</strong> una crescita serena.Grazie <strong>Suore</strong> <strong>di</strong> Godego, siete perla nostra comunità l’essenza viva, impiantatanella mente <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nigo<strong>di</strong>gesi, passati da voi negliultimi cinquant’anni.11


Una mammaL’altro giorno, portando il miobimbo a scuola, ho fatto una stranaassociazione <strong>di</strong> idee: scuola materna- fecon<strong>di</strong>tà.Chi viene a contatto con chi vivela scuola a tempo pieno, si rendeconto che la fecon<strong>di</strong>tà non è qualcosa<strong>di</strong> legato semplicemente alla sferabiologica.Più volte mi è capitato <strong>di</strong> stare astretto contatto con le nostre suore(prima come alunna, poi come giovaneadolescente accompagnatamagari a qualche incontro e ritiroformativo, ora come mamma <strong>di</strong> unbambino che frequenta quella stessascuola materna) e loro, le suore, intutte queste occasioni sono riuscitea testimoniarmi che la fecon<strong>di</strong>tà stanella facoltà del cuore <strong>di</strong> ‘<strong>di</strong>latarsi’,<strong>di</strong> stupirsi ed accogliere le meravigliedella vita.A loro noi affi<strong>di</strong>amo ogni giornoi nostri bambini che sono le nostremeraviglie e loro si ritrovano mammeche abbracciano, supportano,incoraggiano, correggono, guidanopiù <strong>di</strong> 200 bambini, coltivano la loroformazione umana e la arricchisconocon la formazione spirituale…in poche parole vogliono beneai nostri bambini.Già, vogliono il bene dei nostribimbi ed in<strong>di</strong>rettamente vogliono ilbene <strong>di</strong> noi genitori e <strong>di</strong> noi famiglie.Con la loro presenza umile e <strong>di</strong>scretasi offrono a noi come modello<strong>di</strong> donne capaci <strong>di</strong> vivere in pienezzae con gioia la loro vocazioneumana e religiosa.Grazie ancora per il lavoro chesvolgete e per il costante impegnonella nostra comunità.M.B.Le mamme partecipano attivamente alla vita della scuola materna;qui impegnate a realizzare gli addobbi per l’accoglienza dei loro bambini.Giulia con l’amica Marta.Giulia LazzariMi chiamo Giulia e attualmentefrequento la quarta elementare.Mi trovo benissimo con le miemaestre e i miei compagni, ma il miocuore “appartiene” alla scuola materna,un piccolo-grande mondo che ricorderòper sempre.Cosa <strong>di</strong>re riguardo alla scuola materna?Compagni fantastici… ma unamaestra ancora <strong>di</strong> più: suor Iole.Ogni giorno ci faceva fare tantibei lavoretti ed attività sempre <strong>di</strong>verse,con la carta, le tempere, i colori,la colla… in questo modo eravamosempre impegnati ed ogni nuova scopertaci arricchiva veramente tanto.Ricordo un particolare: durante leattività pomeri<strong>di</strong>ane, vedevo la miainsegnante uscire dall’aula ed entraredopo un po’. Incuriosita un giorno laseguii. Lei mi prese per mano e miportò in cucina esclamando: “Vado avedere se il caffè è pronto!” Da quelgiorno in poi, mi <strong>di</strong>ede il compito <strong>di</strong>riportare la tazzina del caffè in cucina,dandomi il permesso <strong>di</strong> mangiarelo zucchero rimasto sul fondo.Per me e i miei compagni, quelleerano piccole attenzioni che ci facevanostare bene, sentirsi importanti evoluti bene.Durante gli anni della scuola maternaposso <strong>di</strong>re <strong>di</strong> aver ricevuto molto,sia a livello affettivo che <strong>di</strong>dattico.Grazie suor Iole!12


sguardoUno allaScuola materna <strong>di</strong> oggiLa Scuola Materna e l’Asilo NidoIntegrato sono oggi una realtà consolidata,riconosciuta e apprezzata dapersone autorevoli e da Enti locali eprovinciali. Le due realtà registrano250 bambini iscritti all’anno e circa30 persone tra educatrici, assistenti,operatori esterni per i laboratori e personaleausiliario, che affrontano lagiornata scolastica, sorretti e guidatidalla <strong>di</strong>rettrice Suor Mariella e dalComitato <strong>di</strong> Gestione, mentre SuorIole e Suor Tiziana fanno parte delgruppo delle educatrici insieme allemaestre laiche.Oltre alle fondamentali attivitàeducative del percorso formativo deipiccoli, parallelamente la scuola sviluppa,nell’anno scolastico, un’attività<strong>di</strong> formazione delle educatrici, attraversoincontri specifici e frequentiverifiche con psicopedagogisti: la nostrascuola crede fermamente chel’efficacia della proposta educativapassi attraverso una costante e continuaformazione del proprio personaledocente e per questo si avvaledel supporto <strong>di</strong> esperti.Complementari e integranti sonoanche le proposte formative rivolteai genitori dei bambini, su temi specificiriguardanti il loro ruolo imprescin<strong>di</strong>bile<strong>di</strong> genitori come primi attorinell’opera educativa dei figli. Altrielementi aggregativi sono i momenti<strong>di</strong> festa o <strong>di</strong> attività lavorativa fra genitori,che per sé e per i loro bambiniUna sezione al lavoro nell’aula.<strong>di</strong>ventano momenti lu<strong>di</strong>ci affinchètutti si sentano una grande famigliaprotesa verso lo stesso obiettivo: laformazione integrale dei bambini.Da sempre, ma specialmente inquesti anni la scuola ha cercato soluzioniaffinché l’e<strong>di</strong>ficio e le singolestrutture fossero adeguate alle neces-I bambini della Scuola Materna sulla collina.13


sità educative, all’accoglienza e allanormativa scolastica in fatto <strong>di</strong> e<strong>di</strong>liziae sicurezza, con particolare attenzioneall’ampliamento della strutturastessa per far fronte al numero semprecrescente delle iscrizioni.Dal 1957 ad oggi sono stati moltie <strong>di</strong>versi gli ambiti <strong>di</strong> servizio incui noi <strong>Suore</strong> <strong>Carmelitane</strong> abbiamodato il nostro contributo qui aCastello <strong>di</strong> Godego.In ogni caso tutte le attività checi hanno visto e ci vedono impegnatesono collegate da un unico filoconduttore: portare Dio alle personeche incontriamo sulla nostrastrada.Il nostro desiderio quoti<strong>di</strong>ano eprofondo è donare con gioia, poichésappiamo che “il Signore ama chidona con cuore contento”.La Comunità ReligiosaCarmelitanaI bimbi del nido.L’e<strong>di</strong>ficio in costruzione nel 1950 e - sopra - com’è oggi.In questi anni si è cercato<strong>di</strong> rendere l’e<strong>di</strong>ficio scolasticofunzionale, secondole normative del Ministeroe le esigenze dei bambini.Vogliamo ringraziare,anche dalle pagine<strong>di</strong> questo giornale,quanti hanno collaboratoin vari mo<strong>di</strong> - famiglie,aziende, privati, Entie l’Amministrazione comunale -anche ultimamentead un progressivomiglioramento delle struttureper l’educazionedei nostri bambini.Don Dionisio14


LA STORIA CONTINUA…La comunità delle <strong>Suore</strong> oggiSuor Mariella.spetto al 1957, ad<strong>di</strong>rittura capovolte a360°, anche se la verità è rimasta semprela stessa: Dio, che non cambia enon muta, ma resta il fedele e immutabile,sempre!Facciamo alcuni esempi. Oggi èassai esiguo il numero <strong>di</strong> religiosepresenti in questa comunità, mentreun tempo le suore si trovavano perogni necessità ed erano facilmente religiose“tutto fare” in base ai bisogniLa nostra comunità <strong>di</strong> <strong>Suore</strong> <strong>Carmelitane</strong>continua oggi l’opera iniziatadalle prime sorelle partite da <strong>Torino</strong>proprio cinquant’anni fa. In questicinque decenni, numerose sono le sorelleche si sono avvicendate nella comunitàgo<strong>di</strong>gese, molti gli impegni ele opere <strong>di</strong> servizio che le hanno visteattive e gioiose.Riflettendo sul cammino compiutoin cinquant’anni, come comunità religiosaabbiamo concluso con alcuneconsiderazioni che desideriamo con<strong>di</strong>viderecon chi ci legge oggi, con occhiobuono e con quello spirito <strong>di</strong> famigliache caratterizza la nostra bellacomunità parrocchiale.Oggi non ci manca il coraggio <strong>di</strong>prendere atto delle realtà educative epastorali profondamente mutate ridelmomento. Ora invece siamo in 3 eil tempo per la continua formazioneprofessionale, l’attività <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namentoe <strong>di</strong> insegnamento all’internodella Scuola Materna e dell’AsiloNido ci assorbono quasi la totalità deltempo a <strong>di</strong>sposizione.Suor Iole.La scuola <strong>di</strong> oggi non è certamentequella <strong>di</strong> cinquant’anni fa, quandoera più luogo <strong>di</strong> accu<strong>di</strong>mento deibambini piuttosto che <strong>di</strong> insegnamentoqualificato. Ogni attività oggi deveinvece essere attentamente stu<strong>di</strong>ata eprogrammata, proposta e accolta dagliutenti prima <strong>di</strong> essere attuata. Gliaggiornamenti della metodologiaeducativa, i convegni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, gli incontriformativi perio<strong>di</strong>ci da organizzaree da partecipare in prima personasono, nonostante la loro ricchezza,sempre più pressanti eimpegnativi.Questa realtà della scuoladel XXI secolo e i suoi meto<strong>di</strong>che richiedono coor<strong>di</strong>namentoe verifica continua cimettono nell’impossibilità <strong>di</strong>de<strong>di</strong>carci ad altre attività pastoralia tempo pieno. Tuttaviacompren<strong>di</strong>amo in profon<strong>di</strong>tàle altre urgenze della nostracomunità parrocchiale e nonle sottovalutiamo. Sono infatti tante lepersone ammalate o sole che avrebberobisogno <strong>di</strong> un incontro, <strong>di</strong> una parola…;persone che attraversano momenti<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà e che vorrebberopoter incontrare qualcuno che liascolti, incoraggi, consigli e consoli.Siamo consapevoli <strong>di</strong> questenecessità e, se da un latoci addolora l’impossibilità<strong>di</strong> arrivare a tutto, dall’altroquesta impotenza ci tienevive nel desiderio <strong>di</strong> essereil più vicine possibile con lanostra preghiera quoti<strong>di</strong>ana,specialmente ai fratelli piùbisognosi. Non è un desideriovago o sterile, ma sinceramenteaffi<strong>di</strong>amo a Dio,Padre buono, ciascuno <strong>di</strong>voi, perché racchiuda nelsuo Cuore tutte le personeche vorremmo raggiungerecon un gesto <strong>di</strong> amicizia e<strong>di</strong> amore.Ci auguriamo che la celebrazione<strong>di</strong> questi primicinquant’anni <strong>di</strong> presenzanella comunità go<strong>di</strong>gese siaper tutti un’esperienza <strong>di</strong> grazia e <strong>di</strong>rinnovamento, per riprendere congioia e nuovo vigore il cammino <strong>di</strong>servizio al Signore nei fratelli.La Vergine Maria, Madre e Reginadel Carmelo, ci accompagni e ci proteggasulla strada che si apre davanti anoi e ci aiuti ad essere testimoni autentichedell’amore del suo FiglioGesù.Suor Mariella, Suor Iolee Suor TizianaSuor Tiziana.15


In questa occasione particolare in cui celebriamocinquant’anni <strong>di</strong> presenza e servizio della nostraCongregazione Carmelitana a Castello <strong>di</strong> Godego,desideriamo ringraziare tutte le personeche in questi anni hanno lavorato,quelle che oggi lavorano e che in futuro lavorerannoal nostro fianco;tutti coloro che ci hanno sostenutoe che continuano a volerci bene,<strong>di</strong>mostrandoci il loro affetto,mettendo a <strong>di</strong>sposizione energie,risorse e tempo per noi.Un grazie ai Go<strong>di</strong>gesi che con le loro testimonianzeci hanno aiutato a far memoria<strong>di</strong> questi cinquant’anni passati.Un particolare grazie al nostro caro Parroco,don Dionisio, che ha voluto che si facessequesta ‘memoria’ e ha invitato tutti a far festa.Infine, un pensiero vaalle nostre sorelle in Para<strong>di</strong>so,che a Godego hanno lavorato, pregatoe testimoniato la gioia della loro consacrazione.Il Signore bene<strong>di</strong>ca tutti e riversi su ciascunol’abbondanza dei Suoi doni.Le <strong>Suore</strong> della Comunità <strong>di</strong> Castello <strong>di</strong> GodegoLa Comunità delle suore oggi e ieri.La preghiera, fulcro della giornatadelle religiose,le rende vicine spiritualmente a tutti,soprattutto ad anziani ed ammalati.16


Grest parrocchiale 2007VITA PARROCCHIALESeicentodue partecipanti <strong>di</strong>cui 416 ragazzi, 130 animatori,56 adulti. Un lungo convogliocon ben 30 carrozze, tanti sono ilaboratori e centri <strong>di</strong> interesseproposti quest’anno.Da questo giornale un vivo ringraziamentoa quanti hanno seguitonell’impresa don Giovanni ilcappellano: gli animatori, le mamme,le famiglie che si sono fidate,l’Istituto Salesiano che ci ha accolti,il Comune che con un suocontributo ci ha sostenuti, altrienti privati che hanno collaboratocosì da rendere più leggero ilpeso economico e organizzativo.Divertimento, allegria, manualità,musica, teatro, giocoe preghiera sono i gran<strong>di</strong> ingre<strong>di</strong>entiche hanno confezionatouna torta così buona egra<strong>di</strong>ta a bambini, ragazzi e giovani.Ora ci prepariamo ai campiestivi e raccogliamo ognuno daquesta avventura ciò che più ciserve per crescere ancora “insapienza, età e grazia”Don DionisioCAMPISCUOLA✓ Anziani e pensionati: 8-15 luglio in Casa Alpina✓ 1ª me<strong>di</strong>a: 15-22 luglio in Casa Alpina✓ 2ª me<strong>di</strong>a: 29 luglio - 5 Agosto in Casa Alpina✓ 3ª me<strong>di</strong>a: 21-28 luglio Campeggio a Passo Cereda✓ 1ª superiore: 15-21 luglio Campeggio a Passo Cereda✓ 2ª superiore: 6-12 agosto in bici in Toscana✓ 3ª superiore: 20-25 agosto campo <strong>di</strong> servizio al SERMIG (<strong>Torino</strong>)✓ 4ª superiore: 13-18 agosto campo <strong>di</strong> servizio con la comunità<strong>di</strong> S. Egi<strong>di</strong>o (Roma)✓ Famiglie: 5-12 agosto in Casa Alpina✓ ACR VICARIALE, 5ª elementare: 22-29 luglio in Casa Alpina• Viaggio in Grecia e Meteore: 16 - 22 agosto, organizzato dal Circolo Noi.17


Ra<strong>di</strong>ci per figliDomande importanti devono in qualche modo inquietaregenitori ed educatori, domande sulle ra<strong>di</strong>ci. I giovani hannobisogno <strong>di</strong> essere ra<strong>di</strong>cati sui valori perenni.Che cosa offriamo ai nostri figlioltre a vetrine strapiene, giocattoli<strong>di</strong> ogni tipo e occasioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertimento?Quale ere<strong>di</strong>tà culturale lasciamoloro? Che significato dellavita passiamo loro? La vera domandaè: quali ra<strong>di</strong>ci doniamo ainostri figli in una società che le haperse tutte? Nel mondo delle pianteavere buone ra<strong>di</strong>ci significa tre coseimportanti: sopravvivere in caso <strong>di</strong>siccità, resistere alle bufere, non esseretrapiantati facilmente. È proprioin questo che il nostro presentesi mostra come un tempo senza ra<strong>di</strong>ci.Le persone si lasciano portareovunque in maniera rapida e avventata.Si segue ogni opinione allamoda del momento. Senza unforte apparato <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci rimaniamoesposti al vento <strong>di</strong> ogni parolad’origine. Chi si lascia continuamente“trapiantare” alla fine rimaneprivo <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> riferimento.Viviamo in una società del trapianto,che sospetta <strong>di</strong> fondamentalismoqualsiasi proclamazione <strong>di</strong>valori certi. Si è aperto anche il supermarketdella fede, con infinitecombinazioni in base al motto: servitevie sarete beati. Se tutto è verità,niente è verità.Per un concorso <strong>di</strong> temi per licealimaturan<strong>di</strong>, a proposito dell’attualegenerazione <strong>di</strong> genitori, un ragazzoha scritto: «Ci avete reso deiteppisti <strong>di</strong> mezza tacca perché nonci avete in<strong>di</strong>cato nessuna strada cheabbia un senso, perché questa stradavoi stessi non l’avete e non siete riuscitia cercarla». Commettiamo peccatonei confronti della prossima generazionese con il nostro esempionon forniamo loro un senso per lavita.Come, concretamente, possiamodotare i figli <strong>di</strong> vere e robuste ra<strong>di</strong>ci?È importante fare della famigliaun ambiente ricco <strong>di</strong> stimoliumani. Il rischio è che non abbiamopiù una concezione coerente <strong>di</strong>noi stessi, della nostra relazionetra <strong>di</strong> noi e con il mondo. Ma senzaun’immagine del mondo non sipossono or<strong>di</strong>nare né valutare leinformazioni. La nostra società èmalata <strong>di</strong> Aids culturale. Il nostro sistemaimmunitario non riesce più atenere testa alla marea <strong>di</strong> informazioniche <strong>di</strong>laga. Essa ci piomba ad-Fin da piccoli i nostri figli sono terreno favorevole alla trasmissione dei valori.La famiglia è chiamata a sostenerei figli anche nelle scelte controcorrente…dosso senza che noi possiamo <strong>di</strong>fenderci,arginarla, controllarla. È megliocostruire una <strong>di</strong>ga piuttosto chefare pre<strong>di</strong>che all’inondazione sperandoche non travolga tutto.Abbiamo <strong>di</strong>simparato a giu<strong>di</strong>careche cosa sia vero o falso, buonoe cattivo, utile o dannoso perl’esistenza. I genitori sono debitoriverso i figli <strong>di</strong> narrazioni che attribuiscanoimportanza al passato,spiegando il presente e forniscanoorientamenti per il futuro. Perquesto è assolutamente necessariorivalutare la figura e la funzione deinonni.I genitori devono fornire vereistruzioni per la vita. La famigliadovrebbe avere un vero culto perla verità e abituare i figli al controllo,alla ricerca, a scelte anchecontrocorrente. L’uomo ha bisogno<strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> certo. Il sensodella vita si può fondare solo su unabase solida, non sulla sabbia <strong>di</strong> unasocietà del <strong>di</strong>vertimento e dellospettacolo basata sull’aria che tira almomento. E quin<strong>di</strong> in rottura conuna cultura nella quale si fa solo ciòche procura <strong>di</strong>vertimento. È necessariomuoversi verso una civiltàche si ricorda dei propri valori eche percepisce la sven<strong>di</strong>ta degli ultimitabù e il crollo delle normecome per<strong>di</strong>ta della propria iden-18


tità. I giovani hanno bisogno <strong>di</strong>persone <strong>di</strong> cui possono fidarsi.Persone con visioni, prospettive eobiettivi esistenziali. Non portatori<strong>di</strong> paura e <strong>di</strong> preoccupazioni, bensìuomini che facciano coraggio e sianoportatori <strong>di</strong> speranza. Per molti,il futuro è <strong>di</strong>ventato un enigma. I veriportatori <strong>di</strong> speranza sembrano esserespariti della circolazione.Occorre qualcuno che sappia ancorainsegnare a superare il dolore, laper<strong>di</strong>ta e l’insulto.I genitori tutto questo lo pensano,ma hanno paura a <strong>di</strong>rlo. O forsenon ne trovano mai il tempo. Quelche pensiamo dobbiamo anche<strong>di</strong>rlo. Quel che <strong>di</strong>ciamo dobbiamoanche farlo. Quello che facciamodobbiamo anche esserlo. Solo infamiglia è possibile scoprire che valoriforti, convinzioni personali everità senza tempo non sono coseper uomini dell’età della pietra.Troppi genitori trovano molto piùfacile risparmiare ai figli sforzi, limitie conforto con le regole. Per lamaggior parte è chiaro contro checosa si deve lottare: fondamentalismo,terrorismo, fanatismo, <strong>di</strong>struzionedell’ambiente, ecc. quello chenon è chiaro è in favore <strong>di</strong> che cosasi debba combattere. I genitori devonoaiutare i figli a non essere solospettatori, ma persone che nonhanno paura <strong>di</strong> impegnarsi per costruireciò in cui credono nonostantel’aria che tira. Donare ra<strong>di</strong>ciai figli significa soprattutto ritrovarenella propria soffitta interioreciò che <strong>di</strong> più prezioso ci èstato trasmesso e che a stento siosa ancora nominare: Dio. Oggi, ilvitello d’oro gode <strong>di</strong> migliore pubblicitàdei <strong>di</strong>eci comandamenti.Dostoevskij ha fatto una cupa profezia:«Un popolo senza legame conDio va in rovina. Se Dio non esistesse,tutto sarebbe permesso».Affidarci alla logica della Bibbia èforse la nostra ultima possibilità. Lenuove generazioni hanno il <strong>di</strong>ritto<strong>di</strong> conoscere Gesù e ascoltare lasua parola.La parola e la volontà <strong>di</strong> Dio sonostrumenti <strong>di</strong> vita, veri sostegniper l’esistenza. I genitori non possonotacere. Perché chi crede nonha niente da perdere, ma chi noncrede non ha niente da sperare.don Bruno FerreroPrima Confessione (20 maggio).Questo sacramento evidenzial’importanza dell’accompagnamentospirituale fin da bambini.Un momento <strong>di</strong> formazione spirituale per giovani.Prima Comunioneper 54 bambini“Amatevi come io Vi ho amato” ci <strong>di</strong>ceoggi Gesù. Lui è entrato nel cuore <strong>di</strong>questi piccoli e da allora ha con loro unrapporto speciale, imme<strong>di</strong>ato, <strong>di</strong>rettoperchè non hanno le riserve, i dubbi ele “incrostazioni” mentali e spiritualiche spesso abbiamo noi oscurati dainostri peccati.Il bambino è puro, innocente, in<strong>di</strong>viduae afferra spontaneamente le relazioniche contano e sa parlare al Signorein modo genuino e vero.Per questo Gesù nel Vangelo ci <strong>di</strong>ce:“lasciate che i bambini vengano a mee non glielo impe<strong>di</strong>te”.19


Programma delle celebrazioniGIOVEDÌ 5 LUGLIO20.30 in chiesaStoria <strong>di</strong> una credente:SUOR MARIA DEGLI ANGELIProiezione <strong>di</strong> un video e testimonianza<strong>di</strong> sr. Clara.L’incontro <strong>di</strong> preghiera è aperto a tuttiin particolare allefamiglie <strong>di</strong> giovanie a quantidesiderano conoscerela Congregazionedelle nostre <strong>Suore</strong>.Sarà presente anchela Madre Generaleprovenienteda <strong>Torino</strong>.SABATO 7 LUGLIO15.30 in canonicaCelebrazione del Vespero con numerose<strong>Suore</strong> carmelitane.Saluto del parroco e me<strong>di</strong>tazione sulla“Comunione e trasmissione della Fede”DOMENICA 8 LUGLIO9.30 Accoglienza delle <strong>Suore</strong> nel cortiledella scuola con il saluto dei bambini<strong>di</strong> oggi (2007) e <strong>di</strong> ieri (1957).10.00 Visita alla mostra fotografica.10.30 S. Messa solenne <strong>di</strong> ringraziamento.11.30 Rinfresco in piazza per tutti.12.30 Pranzo sociale <strong>di</strong> tutte le <strong>Suore</strong>e degli ex cappellani a Villa Caprera.(Chi desidera partecipare, può iscriversipresso scuola materna versando € 25.00).Festività patronaleNatività <strong>di</strong> Maria SS.maDOMENICA 2 SETTEMBREore 08.30 S. Messa in Santuario e processionecon la “Crocetta” fino alla chiesa parrocchialeore 10.30 Festa dei migrantiProssimi BattesimiDomenica 8 luglio - ore 15.30Domenica 9 settembre - ore 10.30Domenica 4 novembre - ore 15.30MERCOLEDÌ 5 SETTEMBREore 20.30 Ritiro spirituale per le donneGIOVEDÌ 6 SETTEMBREore 09.00 S. Messa per tutti i bambinie loro consacrazione a Mariaore 20.30 Ritiro spirituale per gli uominiSABATO 8 SETTEMBRENatività <strong>di</strong> Maria Santissimaore 08.00 - 10.00 S. Messaore 19.00 S. Messa solenne in onore <strong>di</strong> MariaDOMENICA 9 SETTEMBREore 10.30 Celebrazione dei battesimiore 15.30 S. Messa e Unzione comunitaria degli infermiore 19.00 S. Messa e processione al Santuariocon la “Crocetta” miracolosa

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