Nel mondo degli affetti. Della creatività . Del benessere.
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grado di simbolizzare il <strong>mondo</strong> in termini <strong>affetti</strong>vi e<br />
che questa loro capacità si associa via via alla conoscenza<br />
che il bambino acquisisce nell’incontro con la<br />
vita e allo sviluppo delle capacità cognitive.<br />
Questa idea ci porta sostanzialmente a riconoscere<br />
l’inconscio <strong>affetti</strong>vo in ogni manifestazione del<br />
pensiero umano, a rintracciare negli <strong>affetti</strong> il motore<br />
decisionale delle azioni <strong>degli</strong> uomini e a poter<br />
leggere nella cultura e nelle organizzazioni umane la<br />
presenza di potenti orientamenti <strong>affetti</strong>vi.<br />
Le conseguenze di questa idea sono di una portata<br />
immensa, non solo per la psicoanalisi (e si spiegano<br />
con ciò le divisioni e le polemiche che il pensiero di<br />
Fornari causò all’inizio: si pensi solo che per la psicoanalisi<br />
classica il concetto di Inconscio è collegato<br />
all’idea di qualcosa di non conoscibile, mentre nella<br />
nuova visione introdotta da Fornari l’Inconscio parla<br />
incessantemente nel linguaggio e può essere riconosciuto<br />
in esso), ma anche per la socioanalisi, per la<br />
psicologia evolutiva, per la sociologia…<br />
Fornari studiò le grandi questioni della vita.<br />
Si interessò alle vicende della nascita, alle quali<br />
dedicò il suo libro forse più bello e vibrante (“Il codice<br />
vivente”). In quel periodo avviò una collaborazione<br />
tra Università e Ospedale Vittore Buzzi di Milano,<br />
mandando molte sue allieve a lavorare in Ostetricia.<br />
Si interessò anche all’esperienza di chi si ammala di<br />
cancro, perché conobbe Ada Burrone e avviò con lei<br />
e con Attivecomeprima una collaborazione che<br />
durò, direttamente e indirettamente, fino alla fine<br />
della sua vita. Il suo libro Affetti e Cancro è ancora<br />
oggi un punto di riferimento per chi desideri<br />
entrare con uno sguardo profondo nel lavoro di aiuto<br />
alle persone ammalate e ai loro famigliari.<br />
Negli anni in cui Fornari collaborò con Attivecomeprima,<br />
diede un contributo importante allo sviluppo<br />
dell’Associazione: fu il padre della Terapia <strong>degli</strong><br />
Affetti, ci orientò a fare la prima indagine dell’Associazione<br />
sull’esperienza delle persone ammalate<br />
di cancro (indagine sostenuta dal Ministero della<br />
Sanità), guidò il Comitato Scientifico e ci aiutò molto<br />
a mettere in forma le osservazioni e i pensieri che, a<br />
partire dalle osservazioni di Ada Burrone, svelavano il<br />
senso più intimo e profondo della storia di chi vive il<br />
trauma della malattia.<br />
Come sempre accade per chi dona all’umanità un<br />
pensiero generativo, i suoi sviluppi seguono ancora<br />
oggi mille strade.<br />
Tra quelle che conosco da vicino, vorrei anche menzionare<br />
la crescita di una esperienza clinica e teorica<br />
molto avanzata nel campo <strong>degli</strong> studi sull’adolescenza,<br />
portata avanti dal gruppo di psicoterapeuti<br />
dell’Istituto Minotauro di Milano, che nacque intorno<br />
a Fornari poco prima della sua morte.<br />
Attivecomeprima, il Minotauro, sono solo esempi di<br />
come un pensiero generoso, profondo e innovativo<br />
abbia potuto lasciare un bene che non richiede atti<br />
di adesione fideistica, ma aiuta a illuminare strade<br />
difficili, a vedere con maggiore chiarezza le verità<br />
<strong>affetti</strong>ve e i processi di adattamento, sopravvivenza<br />
e crescita nell’esperienza <strong>degli</strong> uomini<br />
che vivono il trauma della malattia e o nei<br />
giovani che entrano in una nuova fase<br />
trasformativa della vita.<br />
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Info autore<br />
Stefano Gastaldi.<br />
Psicologo e psicoterapeuta. Conduce in Associazione il gruppo “La terapia <strong>degli</strong> <strong>affetti</strong>”.