17.11.2014 Views

LA FORTUNA DI GIOVANNI BOCCACCIO NELLE OPERE DI ...

LA FORTUNA DI GIOVANNI BOCCACCIO NELLE OPERE DI ...

LA FORTUNA DI GIOVANNI BOCCACCIO NELLE OPERE DI ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

ANITA <strong>LA</strong>URINYECZ<br />

<strong>LA</strong> <strong>FORTUNA</strong> <strong>DI</strong> <strong>GIOVANNI</strong> <strong>BOCCACCIO</strong><br />

<strong>NELLE</strong> <strong>OPERE</strong> <strong>DI</strong> GEOFFREY CHAUCER<br />

Per gli storici della letteratura è tuttora aperto il dibattito sulla vexata<br />

quaestio del rapporto tra Geoffrey Chaucer e Giovanni Boccaccio,<br />

incentrata sulle coincidenze o similarità riscontrabili nelle opere dei<br />

due autori.<br />

Naturalmente, in Chaucer sono riscontrabili non solamente gli<br />

influssi boccacciani ma anche quelli degli altri due grandi autori<br />

trecenteschi italiani. Un altro punto in discussione è, infatti, se il<br />

modello primario di Chaucer sia stato Dante o Boccaccio, oppure se<br />

nelle opere chauceriane sia più forte l’influsso di Boccaccio o quello di<br />

Petrarca.<br />

Senza dubbio Chaucer nutriva una profonda ammirazione per<br />

Dante: dopo la lettura della Divina Commedia, ha, appunto, scritto<br />

opere come The House of Fame, The Complaint into Pity e The Complaint<br />

to his Lady. Nella sua formazione, l’opera dantesca, di cui conosceva a<br />

memoria alcune parti, ha più o meno lo stesso peso del Roman de la<br />

Rose (Praz 1947:84).<br />

Nella Commedia, la guida di Dante è Virgilio, e Dante, in un certo<br />

senso, riveste lo stesso ruolo per Chaucer, che consulta molto spesso<br />

la Commedia usandola come un’enciclopedia, oppure come una<br />

guida 1 . Per esprimere il suo rispetto, Chaucer, forse più spesso di<br />

qualunque altro poeta inglese, trova da sé l’occasione e l’esigenza di<br />

citare Dante.<br />

Anche Francesco Petrarca, l’altro grande personaggio del Trecento<br />

italiano, esercitò una notevole influenza sulle opere di Chaucer, sia<br />

pure in modo più sporadico: Chaucer non assumeva propriamente a<br />

1<br />

Dante può essere considerato il maestro di Chaucer anche da un punto di vista<br />

stilistico in quanto - similarmente a Dante - lo scopo di Chaucer è stato quello di<br />

levare la sua madrelingua al livello letterario. Dante riconosce Virgilio come suo<br />

maestro, ma non imita mai il suo stile. Seguendo l’insegnamento di Dante lo scrittore<br />

inglese cerca di elaborare il proprio stile, che è uno molto naturale e giocoso.<br />

217


modello le sue opere, ma si limitava a citazioni isolate. Sebbene nella<br />

saggistica letteraria ci sia un’incertezza riguardo al rapporto tra i due<br />

autori, sono evidentemente dimostrabili due casi in cui Chaucer risale<br />

a Petrarca: il Canticus Troili nel Troilus and Criseyde e il Clerk’s Tale, la<br />

cui fonte, insieme al Decameron X, 10, è indubbiamente Petrarca.<br />

Benché l’importanza di Dante e Petrarca non sia trascurabile nell’opera<br />

chauceriana, dopo un’analisi attenta delle opere diventa evidente che<br />

la fonte primaria dello scrittore inglese è Boccaccio. Mentre Dante gli<br />

offriva un modello cosmico e un modello dell’umanità, e mentre<br />

Petrarca poteva formare la sua arte poetica e forse la sua filosofia, tutto<br />

sommato a influenzare maggiormente la sua formazione artistica è<br />

stato il Boccaccio, il cui modo di vita assomiglia di più a quello di<br />

Chaucer secondo quanto possiamo desumere dalle opere dello<br />

scrittore inglese.<br />

In passato, l’opera chauceriana veniva divisa tradizionalmente in tre<br />

fasi in base alla lingua/nazionalità delle opere e degli autori di cui<br />

Chaucer subiva l’influenza in quella data fase, traendone ispirazione<br />

per le proprie opere; una di queste fasi è il cosiddetto periodo italiano<br />

(1372-1386) 2 . Secondo l’opinione attuale della saggistica letteraria, non<br />

si può parlare di fasi ben delimitate ma, piuttosto, di influenze diverse.<br />

Un libro di base utilissimo per un’analisi comparata del Filostrato di<br />

Boccaccio e del Troilus and Criseyde di Chaucer è quello di Barry<br />

Windeatt (Windeatt 1995), che analizza il testo chauceriano da molti<br />

punti di vista. Per quanto riguarda il rapporto tra le due opere in<br />

questione, Windeatt conduce con ammirevole acribia un confronto<br />

serrato, strofa per strofa, verso per verso si concentra sulle differenze<br />

strutturali, ed anzi offre una comparazione riga per riga. Non mi<br />

sembra, però, condivisibile l’assunto di partenza dello studioso,<br />

secondo il quale tutto quello che è significativo, commovente e<br />

misterioso sia riconducibile solo a Chaucer. Gli altri studi su questo<br />

tema si concentrano sulle conclusioni finali (pensiamo a Dean 1985,<br />

Fish 1984, etc.), e non prendono in esame le differenze tra i personaggi.<br />

2<br />

Gli altri due periodi sono quello francese (1359-1372) e inglese (1372-1386).<br />

218


Con il presente saggio vorrei dimostrare l’influsso del Filostrato di<br />

Boccaccio sul Troilus and Criseyde di Chaucer. Un’altra possibile<br />

connessione tra i due autori è il parallelo tra il Decameron e The<br />

Canterbury Tales, che potrebbe essere il tema di un successivo studio.<br />

La fonte principale del Troilus di Chaucer è il Filostrato, un poema<br />

giovanile di Boccaccio, scritto probabilmente intorno al 1335, nel suo<br />

periodo napoletano 3 . Nondimeno, Chaucer assume come punto di<br />

partenza non solamente quest’opera ma anche una ricca tavolozza di<br />

testi vari, che lui mescola e fonde nel suo Troilus con grande libertà.<br />

Egli vuole, infatti, far riferimento alle opere dei più importanti<br />

scrittori medievali a cui andava la sua ammirazione 4 . Tra le fonti<br />

possiamo individuare diversi gruppi: a) fonti storiche all’epoca<br />

conosciute da tutti; b) fonti filosofiche, come per esempio Boezio (le<br />

parti attinte da lui si concentrano soprattutto nel primo libro); c)<br />

motivi relativi alla tematica dell’amore cortese 5 . D’altra parte Chaucer<br />

non menziona direttamente le sue fonti, fatta eccezione per il<br />

misterioso Lollius 6 , che non è un personaggio realmente esistito. Il<br />

3<br />

Anche Boccaccio usava diverse fonti durante la scrittura del Filostrato: per esempio,<br />

Cino da Pistoia, Andrea Cappellano, e prima di tutto Dante e il Filocolo, la sua propria<br />

opera. A differenza del Troilus di Chaucer, il Filostrato rappresenta un’opera ancora<br />

immatura, e le sue fonti non fanno parte omogeneamente del testo.<br />

4<br />

Questi poeti sono Dante, Boccaccio e i due autori del Roman de la Rose. A questo<br />

punto possiame notare l’imitazione di una tradizione: Chaucer pone se stesso nella<br />

compagnia di cinque scrittori come il quinto membro. Dante fa parte della compagnia<br />

di Omero, Orazio, Ovidio, Lucano e Virgilio, mentre Boccaccio mette se stesso dopo<br />

Virgilio, Lucano, Stazio, Ovidio e Dante.<br />

5<br />

Una fonte relativa alla tematica dell’amore cortese è costituita dalle poesie di Guido<br />

Guinizelli. Per quanto riguarda la tematica di Troia, gli autori più importanti a cui<br />

attinge Chaucer sono: Dares e Dictys (Ephemeridos belli Troiani libri), Benoît de Sainte-<br />

Maure (Roman de Troie) e Guido delle Colonne (Historia destructionis Troiae)<br />

6<br />

Nel Filocolo il Boccaccio cita come la sua fonte principale un certo Ilario. Questo Ilario<br />

e il Lollius di Chaucer hanno qualche cosa in comune: evidentemente sono persone mai<br />

esistite e gli scrittori li nominano solamente per nascondere le più evidenti fonti<br />

principali, che naturalmente sono più recenti. Nel Troilus Lollius figura come lo storico<br />

più esperto su Troia, ma la causa di questa teoria sbagliata di Chaucer può essere una<br />

delle epistole di Orazio che invocava il suo amico Maximus Lollius nel modo seguente:<br />

Troiani belli scriptorem, Maxime Lolli,<br />

Dum tu declamas Romae, Praeneste relegi. (Epistulae, I, 1-2)<br />

219


Troilus, come il Filostrato, sua fonte principale, è nato<br />

dall’intertestualità di testi antichi, e per questo possiamo trovare<br />

riferimenti a Virgilio, Stazio, Lucano e Ovidio.<br />

Nell’analisi che segue intendo, in primo luogo, porre a confronto il<br />

testo di Boccaccio con i corrispondenti passi di Chaucer. In secondo<br />

luogo, mi propongo di verificare come la trasformazione della<br />

struttura incida sullo scioglimento degli eventi e sullo sviluppo dei<br />

personaggi. In ogni caso, non si può non tener conto delle similarità<br />

verbali e stilistiche che sono le prove abbastanza convincenti<br />

dell’ipotesi che Chaucer conoscesse Il Filostrato.<br />

Book I. Entro le cornici offerte dal Filostrato<br />

Il Book I, cioè il primo libro, rimane entro le cornici dell’opera<br />

boccacciana: la partizione corrisponde quasi perfettamente. L’unica<br />

differenza – rilevabile, del resto, in tutta l’opera – è che il Boccaccio si<br />

concentra piùttosto sulle azioni (così abbiamo l’impressione che tutto<br />

accada più velocemente), mentre Chaucer dà più rilievo alle<br />

emozioni.<br />

Il Filostrato comincia con un proemio, che è assente nel Troilus.<br />

Boccaccio racconta il proposito dell’opera presente: la donna amata è<br />

partita da Napoli, e per questo lui è in preda a dolori mortali e vuole<br />

trovare rifugio nella scrittura. Così, il Filostrato diventa più personale<br />

e anche più vissuto (il significato del titolo, “vinto d’amore”,<br />

rispecchia il contenuto): Troilo personifica il nostro autore e l’opera è<br />

piena di riferimenti personali. Al contrario, Chaucer si attesta su un<br />

piano più astratto: afferma che la sofferenza è una compagna naturale<br />

dell’amore, alla cui forza è impossibile opporsi. Mentre Boccaccio è<br />

più coinvolto nella storia per le sue esperienze personali, Chaucer<br />

dichiara la propria riluttanza a diventare servo di amore. 7 Il narratore<br />

di Boccaccio è poeta e uomo innamorato nello stesso tempo, quello di<br />

Chaucer è soltanto poeta. Inoltre, il narratore nel Troilus può essere<br />

accostato a Boezio: anche lui in qualche modo vive la condizione<br />

7<br />

Secondo alcuni studiosi Chaucer non ha goduto di molta popolarità tra le donne.<br />

220


dell’homo viator. Nel De consolatione philosophiae l’autore/narratore<br />

subisce una crisi psicologica e spirituale, si trova in un buio prigione,<br />

lontano dalla sua patria. Similmente a lui, anche il narratore del<br />

Troilus è perso, non nel mondo, ma nel caso disperato del<br />

protagonista.<br />

Segue poi la presentazione di Calchas e di sua figlia. Nella<br />

caratterizzazione di Criseyde, troviamo una piccola, ma nondimeno<br />

significativa differenza, che è molto notevole se pensiamo al fatto che<br />

la fonte probabile di Chaucer è Boccaccio. Mentre secondo il<br />

Boccaccio: “né calere/ le bisognava di figlio o di figlia,/ come a colei<br />

che mai nessuno avere/ n’avea potuto” (Canto I, st. 15.) 8 , Chaucer dice<br />

che: “but wheither that she children hadde or noon, /I rede it naught,<br />

therfore I late it goon“ (Bk.I, vv. 132-133). 9 In questo caso,<br />

probabilmente, siamo testimoni del carattere giocoso dello scrittore<br />

inglese.<br />

L’interazione con i lettori è presente in ambedue le opere, però in<br />

modo diverso. Mentre il Boccaccio ritorna più volte ai suoi tormenti<br />

personali come, per esempio, nel Canto I (“Ma tutto il bene insieme<br />

accolto, poco/ Fu o niente, rispetto a’martiri,/ Volendo amare, ed<br />

a’tristi sospiri.”Canto I, st. 23), gli a parte di Chaucer si riferiscono<br />

piuttosto ad un certo autore profondamente venerato da lui e<br />

all’amore in genere.<br />

Una parte famosa e bellissima del Trolius è il Canticus Troili, la<br />

traduzione di un sonetto di Petrarca (CXXXII). Questo canto manca<br />

nel Filostrato: mentre Chaucer probabilmente voleva dimostrare la<br />

sua venerazione verso Petrarca, Boccaccio non ne sentiva il bisogno e<br />

preferiva esprimere la propria opinione sulla stessa materia.<br />

Boccaccio finisce il Canto I con la descrizione delle sofferenze di<br />

Troilo, mentre il primo libro di Chaucer finisce con la visita di<br />

Pandaro, che è un evento del Canto II del Filostrato. Questo è un<br />

esempio del fatto che la scansione interna non coincide<br />

8<br />

Edizione di riferimento: Giovanni Boccaccio, Il Filostrato, Strasburgo,<br />

Heitz&Mündel, n.p.<br />

9<br />

Edizione di riferimento: Larry D. Benson, ed., The Riverside Chaucer, Oxford, Oxford<br />

University Press, 1987, Geoffrey Chaucer, Troilus and Criseyde<br />

221


necessariamente, e il risultato di tutto questo è la possibilità di<br />

accentuare gli eventi in modo diverso. È interessante, tra l’altro,<br />

notare che, mentre Boccaccio scrive in canti seguendo la tradizione<br />

delle opere poetiche, Chaucer sceglie la forma del libro, dopo<br />

l’esempio di Boezio, e accentua così la connotazione filosofica della<br />

sua opera.<br />

Book II. L’uso selettivo del Filostrato<br />

Mentre nel caso del libro precedente, Chaucer rimaneva entro le<br />

cornici del Filostrato, adesso il rapporto tra le due opere diventa più<br />

libero: Chaucer usa selettivamente l’opera italiana, e poi colloca a suo<br />

piacimento nella propria struttura le parti scelte. Questo libro, in un<br />

certo senso, può essere considerato come una svolta: il<br />

comportamento diverso di Pandarus/Pandaro e Criseyde/Criseida<br />

determina in modo decisivo il tono generale e lo scioglimento<br />

dell’opera.<br />

Vedendo la tristezza di Troilus/Troilo, Pandarus, in ambedue le<br />

opere, offre il suo aiuto e fa visita a sua nipote per convincerla.<br />

Mentre Pandarus parla di una fortuna grandissima e di un’occasione<br />

particolare, Pandaro ricorre ad una strategia molto più semplice:<br />

racconta che c’è un uomo nobile, molto valente, che ama Criseida in<br />

modo indicibile. In Pandaro non c’è un intento scopertamente<br />

persuasivo: egli si limita a presentare la situazione con cautela.<br />

In entrambi i casi la prima reazione della donna è il rifiuto.<br />

Criseida dice : “poichè ’l mio sposo/ Tolto mi fu, sempre la voglia<br />

mia/ D’amore fu lontana” (Canto II, st. 49.), e suggerisce a Troilo di<br />

cercare l’amore altrove. Da parte sua, Criseyde è molto più insicura:<br />

chiede consigli, si tormenta, medita ad alta voce. La donna di<br />

Chaucer appare più timida ed esitante, più in ansia per la sua<br />

reputazione, mentre quella boccacciana si arrende abbastanza<br />

velocemente e decide di seguire il principio carpe diem, visto che la<br />

vita è così breve.<br />

222


Dopo la partenza di Pandarus, Criseyde comincia a riflettere sulla<br />

situazione, e quando Troilus cavalca sotto la sua finestra, se ne innamora<br />

(“Criseyda gan al his chere aspien,/ And leet it so softe in hire herte<br />

synke,/ That to hireself she seyde,/ Who yaf me drynke?” (TC, Bk. II, vv.<br />

650-652.). Ben più dirompente è in Criseida la forza del desiderio.<br />

È a partire da questo punto che le due storie diventano leggermente<br />

diverse: praticamente succedono le stesse cose ma ad un ritmo diverso, il<br />

che prova che Chaucer non seguiva precisamente la sua fonte<br />

dappertutto. Troilo va in fretta in casa della donna dove i due giovani si<br />

scambiano sguardi amorosi, e poi l’uomo scrive una lettera a cui la<br />

donna risponde. Troilus, invece, scrive prima la lettera e solo<br />

successivamente si avvicina alla casa della donna desiderata.<br />

Le chiusure sono completamente diverse: nel Filostrato, Pandaro<br />

persuade Criseida a lasciare che Troilo le faccia visita, mentre in<br />

Chaucer comincia un brano completamente nuovo. Pandarus inventa un<br />

trucco per mettere insieme i due giovani: dice che la donna deve far<br />

fronte a serie accuse perché lei è colpevole secondo la legge di Poliphete,<br />

e così lui organizza una cena per concertare una possibile soluzione.<br />

Pandarus allora, in un certo senso, assume il ruolo di regista e questa<br />

sua caratteristica si accentuerà nel testo inglese a partire dal libro<br />

seguente.<br />

Book III. Chaucer e lo schema boccacciano<br />

Chaucer tratta l’opera boccacciana come nel libro precedente: omette<br />

certe parti, ed elabora nuovi elementi. Anche se l’intreccio è più o meno<br />

lo stesso, i personaggi si comportano in un modo diverso.<br />

In Chaucer, la storia continua in maniera più romantica: i due amanti<br />

si incontrano regolarmente, e così possono progettare il futuro:<br />

He say his lady somtyme, and also<br />

She with hym spak, whan that she dorst or leste;<br />

And by hire bothe avys, as was beste,<br />

Apoynteden full warly in this nede,<br />

So as they durste, how they wolde procede.<br />

(TC, Bk. III, vv. 451-456)<br />

223


Nel Filostrato, nessuna preparazione precede la prima notte. È<br />

diversa anche la persona che predispone le circostanze favorevoli:<br />

mentre, in Chaucer, è compito di Pandarus fare i preparativi:<br />

That Pandarus[…]<br />

Hadde out of doute a tyme to it founde.<br />

(TC, Bk. III, vv. 512-13)<br />

Nell’opera italiana, è Criseida che dirige tutto, e Pandaro si limita ad<br />

aiutarla (“In questo mezzo il tempo disiato/ Da’ due amanti venne,<br />

donde fessi/ Griseida a chiamar Pandaro, e mostrato/ Tutto gliel’ha”<br />

(Canto III, st. 21). Troilus sta in posizione di attesa, è eccitato ma, allo<br />

stesso tempo, ha anche paura, mentre Troilo si comporta più<br />

eroicamente.<br />

Criseida domina completamente gli eventi: fa segnali, manda tutti<br />

a dormire per potersi incontrare con Troilo che la aspetta in un posto<br />

nascosto, e finalmente lo conduce nella propria camera dove i due<br />

amanti possono dare pieno sfogo alla loro passione. Nell’opera<br />

chauceriana, Troilus si comporta in modo meno lineare: è geloso, fa<br />

comparire la donna crudele e alla fine arriva a fingersi morto. La<br />

causa della gelosia è un certo Horaste, che non compare affatto in<br />

Boccaccio. Criseyde è costretta a difendersi contro la provocazione:<br />

Criseyde, which that al this wonder herde,<br />

Gan sodeynly aboute hire herte colde,<br />

And with a sik she sorwfully answerde,<br />

“Allas! I wende, whoso tales tolde,<br />

My deere herte wolde me nought holde<br />

So lightly fals! Allas conceytes wronge,<br />

What harm they don! For now lyve I to longe!<br />

(TC, Bk. III, vv. 799-885)<br />

che finalmente raggiunge il suo scopo quando Troilus viene<br />

accompagnato nella sua camera da Pandarus, che è ancora presente e<br />

dirige!<br />

224


Un nuovo elemento in Chaucer è il Canticus Troili, che traspone<br />

The Consolation of Philosophy di Boezio in rhyme royal. In Boccaccio –<br />

che qui tende a dare maggior rilievo alle emozioni – Troilo prega a<br />

lungo.<br />

È diversa la conclusione delle due unità strutturali: il terzo libro<br />

termina con la celebrazione della felicità della coppia che gode la<br />

gioia dell’amore reciproco. In chiusura del Canto III, invece,<br />

Boccaccio tira in ballo la ruota della fortuna, richiamando l’attenzione<br />

sul fatto che la felicità può facilmente trasformarsi in tristezza:<br />

Ma poco tempo durò cotal bene,<br />

Mercè della fortuna invidiosa,<br />

Che in questo mondo nulla fermo tiene;<br />

Ella li volse la faccia crucciosa<br />

Per nuovo caso, sì com’egli avviene,<br />

E sottosopra volgendo ogni cosa,<br />

Di Griseida gli tolse i dolci frutti,<br />

E i lieti amor rivolse in tristi lutti.”<br />

(Canto III, st. 94)<br />

Book IV. Emozioni in maggiore rilievo<br />

In questa parte, Chaucer torna a ricalcare più fedelmente il testo<br />

italiano, con la differenza che tende a descrivere più dettagliatamente<br />

lo stato d’animo dei protagonisti. La donna deve lasciare il suo<br />

amante perché avrà luogo uno scambio dei prigionieri. Troilus è<br />

disperato, però riesce a manifestare le sue emozioni, e induce Hector,<br />

suo fratello e suo portavoce, a cercare di impedire lo scambio. Troilo,<br />

invece, non è in grado di padroneggiare le proprie reazioni: al sentire<br />

le notizie, cade semplicemente svenuto.<br />

Boccaccio comunica abbastanza spesso con i lettori, e in questa<br />

parte con intensità ancora maggiore. L’autore parla delle proprie<br />

pene, si identifica con Troilo, evoca la donna del suo cuore:<br />

225


Ma se pur viene a’ tuoi orecchi mai,<br />

Pregoti per l’amore il qual ti porto,<br />

Che abbi alcun rispetto alli miei guai,<br />

E ritornando mi rendi il conforto<br />

Il qual col tuo partir levato m’hai:<br />

E se discaro t’è ’l trovarmi morto,<br />

Ritorna tosto, che poca è la vita,<br />

La qual lasciato m’ha la tua partita.<br />

(Canto IV, st. 25)<br />

Pandarus si attiva di nuovo: arriva dopo il crollo di Troilus, riesce<br />

a ridestare la sua speranza, organizza un nuovo incontro per gli<br />

amanti, e torna a d assumere il suo ruolo di regista. È, invece, tardivo<br />

l’intervento di Pandaro, che solo in un secondo tempo suggerisce a<br />

Troilo di far visita a Criseida insieme a lui.<br />

La reazione di Criseyde è simile a quella di Troilus:<br />

For which no lenger myghte she restreyne<br />

His teeris, so they gonnen up to welle,<br />

That yaven signes of the bittre peyne<br />

In which hir spirit was, and moste dwelle,<br />

Remembryng hir, fro heven into which helle<br />

She fallen was, syn she forgoth the syghte<br />

Of Troilus, and sorwfully she sighte.<br />

(TC, Bk. IV, vv. 708-714)<br />

ma l’arrivo di Pandarus le restituisce la speranza.<br />

È interessante notare la svolta nel comportamento dei personaggi<br />

del Filostrato. Mentre in precedenza è stata la donna a dirigere tutto,<br />

adesso Pandaro comincia a svolgere questa parte. Viene così a<br />

emergere anche nel testo di Boccaccio una caratteristica che Chaucer<br />

aveva già messo a fuoco.<br />

L’incontro fra i due amanti non avviene nello stesso modo: nel<br />

testo inglese possiamo assistere a una scena molto più drammatica.<br />

Per Criseyde è più difficile convincere Troilus, e infatti promette di<br />

ritornare da lui, anzi gli giura fedeltà:<br />

226


And this on every god celestial<br />

I swere it yow, and ek on ech goddesse,<br />

On every nymphe and deite infernal,<br />

On satiry and fawny more and lesse,<br />

That halve goddes ben of wildernesse;<br />

And Attropos my thred of lif tobreste<br />

If I be fals! Now trowe me if yow leste!<br />

(TC, Bk. IV, vv.1541-1547)<br />

L’opposizione di Troilus è più forte e si accompagna alla gelosia<br />

nei confronti dei greci che ammiravano la sua donna.<br />

Book V. Inclusione di storie precedenti<br />

Secondo la saggistica letteraria, nella narrazione del distacco fra<br />

Troilus e Criseyde Chaucer si basa sulle versioni più vecchie della<br />

storia (Benoît de Sainte-Maure, Guido delle Colonne), dato che in<br />

Boccaccio questa parte manca totalmente. Il Filostrato si concentra<br />

soprattutto sulle sofferenza di Troilo, mentre Chaucer elabora anche<br />

altri dettagli. Vale la pena notare che qui si riscontra la maggior<br />

divaricazione nella struttura: ad un libro solo corrispondono quattro<br />

canti.<br />

Nella versione di Chaucer possiamo trovare più dettagli sul<br />

congedo: veniamo a sapere che la felicità della coppia è durata tre<br />

anni, e che Diomede, il futuro seduttore, già si infiamma andando<br />

verso il campo greco, mentre Troilus sta organizzando il suo funerale:<br />

To Troie is come this woful Troilus,<br />

In sorwe aboven alle sorwes smerte,<br />

With feloun look and face dispitous.<br />

Tho sodeynly doun from his hors he sterte,<br />

And thorough his paleis, with a swollen herte,<br />

To chaumbre he wente; of nothyng took he<br />

hede,<br />

Ne non to hym dar speke a word for drede.<br />

(TC, Bk. V, vv.197-204)<br />

227


Il sogno di Troilus ha un ruolo importante: sembra un presagio<br />

spaventoso per quanto riguarda il futuro, Pandarus, però,<br />

tranquillizza il protagonista dicendo che i sogni non diventano<br />

sempre veri. Questo episodio è notevole perché Pandarus prova a<br />

suggerire che la storia potrebbe avere ancora una svolta positiva.<br />

Per distrarsi, i due amici visitano il castello di Sarpedon, ed al loro<br />

ritorno sperano di ritrovare Criseyde nella sua casa. Vedendo il<br />

posto deserto, Troilus perde i sensi, e ciò è il segno del carattere<br />

beffardo di Chaucer, che ridicolizza il protagonista.<br />

Diomede è molto più importuno nel Filostrato, fa visita a Criseida<br />

già al quarto giorno. Nel frattempo, Chaucer presenta i personaggi di<br />

nuovo, come se volesse trovare giustificazioni per gli sviluppi<br />

successivi: in particolare Criseyde, nel monologo in cui si congeda da<br />

Troilus, risulta davvero commovente.<br />

Mentre nel Filostrato gli eventi sono un po’ semplificati e Criseida<br />

si arrende facilmente, nel Troilus l’autore comunica con i lettori<br />

provando a trovare qualche scusa per la perfida donna. La sofferenza<br />

di Troilus/o nel testo boccacciano risulta insostenibile sino a giungere<br />

all’invocazione della morte. La spiegazione di tale enfatizzazione può<br />

essere il desiderio del Boccaccio di esercitare un effetto sulla donna<br />

amata con questo mezzo.<br />

Criseyde, dopo aver illuso Troilo con promesse vuote, prove,<br />

forse, della sua perfidia, scompare definitivamente di scena in<br />

entrambi i testi. Troilus/o, dopo aver visto la prova della sua<br />

infedeltà, muore. Chaucer chiama in causa di nuovo il pubblico,<br />

prima di congedarsi dal libro, ed innalza l’amore da sentimento<br />

terrestre a esperienza celeste. Naturalmente, Boccaccio, sempre fedele<br />

alla sua amante, nell’epilogo la prega di nuovo di ritornare da lui<br />

Similarità verbali nel Troilus<br />

Dopo l’analisi delle variazioni nella struttura, vorrei brevemente<br />

accennare alcune similarità verbali, che sono le prove dell’ipotesi che<br />

Chaucer seguisse molto precisamente il Filostrato, avendolo forse<br />

anche con sé durante la scrittura della propria opera. Il numero delle<br />

228


corrispondenze è rilevante nel Troilus, fatta eccezione per il Book II, in<br />

cui non possiamo veramente trovare prestiti verbali. Nell’analisi delle<br />

corrispondenze verbali, conviene concentrare l’attenzione su brani o<br />

versi che corrispondono, completamente o quasi, gli uni agli altri.<br />

Dobbiamo avvicinarci alla nozione dei brani identici con cautela<br />

perché è molto difficile trovare dei passi che corrispondano parola<br />

per parola, a causa della diversa costruzione delle due lingue. 10<br />

Generalmente possiamo individuare versi costruiti nella stessa<br />

maniera con nuove parole, ed un’altra cosa degna di attenzione è che<br />

talvolta i versi identici sono inseriti sporadicamente, mentre altre<br />

volte si succedono l’uno dopo l’altro a distanza ravvicinata, creando<br />

brani identici più lunghi.<br />

Un brano quasi identico è nel Book III, quando Troilus/Troilo<br />

ritorna nel suo palazzo dopo aver passato la notte con la donna del<br />

suo cuore:<br />

Retorned to his real paleys soone,<br />

He softe into his bed gan for to slynke,<br />

To slepe longe, as he was wont doone.<br />

But al for nought; he may wel ligge and wynke,<br />

But slep ne may ther in his herte synke,<br />

Thynking how she for whom desir hym<br />

brende<br />

A thousand fold was worth more than he<br />

wende. 11<br />

(TC, Bk. III, vv. 1534-1540)<br />

Un altro brano di questo tipo si ha quando Pandarus e Troilus<br />

discutono su come procedere, e il giovane innamorato loda Criseyde:<br />

The sonne, which that al the world may se,<br />

Saugh nevere yet my lif, that dar I leye,<br />

10<br />

Nei versi seguenti indicherò in corsivo solamente le parti letteralmente identiche.<br />

11<br />

Tornato Troilo nel real palagio,/ Tacitamente se n’entrò nel letto ,/ Per dormir se potesse<br />

alquanto ad agio;/ Ma non gli potè entrar sonno nel petto,/ Sì gli facean nuovi pensier<br />

disagio,/ Rammemorando il passato diletto,/ Pensando seco quanto più valeva/ Griselda<br />

bella, ch’el non si credeva. (Canto III. st. 53)<br />

229


So inly fair and goodly as is she<br />

Whos I am al, and shal, tyl that I deye.<br />

And that I thus am hires , dar I seye,<br />

That thanked be the heighe worthynesse<br />

Of Love, and ek thi kynde bysynesse. 12<br />

(TC, Bk. III, vv.1604-1610)<br />

L’altro tipo dei prestiti consiste in versi o espressioni identiche, per<br />

esempio nella descrizione di Criseyde: “She nas nat with the leste of hire<br />

stature, /But alle hire lymes so wel answerynge /weren” (TC, Bk. I, vv. 281-283). 13<br />

Possiamo citare un altro esempio in una parte descrittiva: “But right as<br />

floures, thorugh the cold of nyght / iclosed” (TC, Bk. II, vv. 967-68), che è lo stesso<br />

nel testo italiano: “Quali i fioretti dal notturno gelo / chinati e chiusi”(Canto II. st.<br />

80). È interessante notare che quando Chaucer preannuncia che la felicità<br />

dei due amanti non durerà a lungo, usa un aggettivo simile ed anzi la stessa<br />

congiunzione (“But cruel day” (TC, Bk. III, l. 1694), “Ma il nemico giorno”<br />

(Canto III. st. 70)). A mio parere, gli esempi citati sopra sono prove<br />

abbastanza convincenti del fatto che Chaucer abbia conosciuto l’opera<br />

boccacciana e l’abbia usata durante il concepimento del Troilus.<br />

Diverse possibilità d’interpretazione nei due testi<br />

Come abbiamo visto, Chaucer usa quasi tutti gli elementi boccacciani, ma<br />

ne inserisce anche di nuovi. La maggior differenza è nella rappresentazione<br />

dei personaggi: quelli di Chaucer sono molto più dettagliatamente definiti.<br />

La Criseyde di Chaucer non è così indipendente: prima delle decisioni si<br />

tormenta, ma non cambia facilmente. Per il comportamento diverso delle<br />

due donne, John Fleming offre una possibile spiegazione, secondo la quale<br />

la velocità con cui i due amanti boccacciani si decidono è spiegabile con la<br />

spontaneità mediterranea (Fleming 1986:183).<br />

12<br />

Non vede il sol, che tutto il mondo vede,/ Sì bella donna nè tanto piacente,/ Se le parole<br />

mie meritan fede,/ Sì costumata, vaga ed avvenente,/ Quanto lei, la cui buona<br />

mercede,/ Più ch’altro i’ vivo allegro veramente;/ Lodato sia Amor che mi fe’suo,/ E<br />

similmente il buon servigio tuo. (Canto III, st. 58)<br />

13<br />

“Ell’era grande, ed alla sua grandezza/ Rispondean bene i membri tutti/ quanti;” (Canto I,<br />

st. 27)<br />

230


La conseguenza della più attiva Criseida di Boccaccio è che<br />

Pandaro non svolge tanto il ruolo del regista, e così anche Troilo<br />

risulta più indipendente. D’altra parte, nella figura di Troilus<br />

possiamo scoprire l’esagerazione e la critica dei modelli dell’amore<br />

cortese.<br />

É diverso anche il ruolo delle donne nelle due opere: Criseida è la<br />

musa che ispira e guida lo scrittore. È molto interessante, peraltro,<br />

notare che il narratore di Boccaccio non ha un’opinione molto<br />

positiva di Criseida: la disprezza e ne parla male. Nell’opera inglese il<br />

narratore si comporta in modo diverso: evita il biasimo nei confronti<br />

di Criseyde e cerca di rimanere imparziale, pur potendo trovare una<br />

giustificazione nella dinamica degli eventi. Non ha un contatto<br />

personale con la donna amata, che non è la sua musa, anzi viene<br />

sostituita da una furia, simile a una sirena che conduce il poeta a<br />

naufragio. La figura di Chaucer è quella del viaggiatore, del marinaio,<br />

e la sua opera viene arricchita da molte immagini elaborate e<br />

dettagliate della tempesta, onde, vento etc., tutti elementi che<br />

mancano assolutamente in Boccaccio ma d’altra parte sono<br />

rintracciabili nell’opera boeziana.<br />

Non soltanto la rappresentazione dei personaggi è diversa, ma<br />

anche la motivazione della scrittura. Per Boccaccio, la triste storia<br />

rispecchia la propria vita, mentre per Chaucer la letteratura<br />

dell’amore (Fish 1984:304). Pertanto, se possiamo leggere il testo di<br />

Boccaccio in chiave autobiografica 14 , in Chaucer troviamo piuttosto<br />

una biografia della letteratura, cui l’autore si avvicinava con una<br />

conoscenza profonda, ma spesso ironicamente e criticamente. Per<br />

questo lascia molto spazio al suo ruolo di narratore, e spesso<br />

interrompe la storia con i suoi commenti. In sostanza l’opera di<br />

Chaucer non è soltanto una versione inglese del Filostrato, ma anche<br />

una trasposizione critica della sua filosofia e tradizione poetica.<br />

14<br />

Sul carattere autobiografico dell’opera boccacciana non tutti gli studiosi sono<br />

d’accordo. Vittore Branca rifiuta questa conclusione, ed altri, per esempio Robert<br />

Hollander, mettono in rilievo la sua importanza allegorica ed iconografica.<br />

231


Si può, tra l’altro, notare una differenza importante nel cosiddetto<br />

Palinode, cioè nell’epilogo. Chaucer finisce la storia parlando della fugacità<br />

e della transitorietà delle cose mondane, e così dà all’opera un altro livello<br />

d’interpretazione: quello metaforico e filosofico. Da parte sua, il Boccaccio si<br />

concentra solo su due cose: l’infedeltà di Criseida e, più in generale, il<br />

carattere debole delle donne. Lo scrittore italiano, rimanendo fedele alla sua<br />

strategia di chiusura (come anche alla fine del Corbaccio e del Decameron),<br />

categoricamente separa tutto quello che è nobile e meritevole da tutto ciò<br />

che non lo è. Nel Filostrato stabilisce una netta dicotomia, ponendo da un<br />

lato le donne moralmente riprovevoli, che sono da evitare, e dall’altro le<br />

poche donne gentili, la sua donna amata e la filosofia, che sono da tenere in<br />

gran conto. D’altra parte, Chaucer amplia l’impianto concettuale ed elabora<br />

anche altri temi fino all’ultima stanza, che può essere considerato il culmine<br />

dell’opera e in cui – seguendo l’esempio offerto da Dante nel Paradiso –<br />

presenta la numerologia della Trinità. Lui non accenna neanche la possibile<br />

lettura antifemminista così dominante in Boccaccio. 15 Per concludere, si<br />

può constatare che, mentre Boccaccio si concentra piuttosto sulle azioni,<br />

sulle pene e sulle gioie dell’amore, Chaucer aggiunge due altre possibilità di<br />

lettura all’opera: l’approccio filosofico all’amore, e la consolazione della<br />

filosofia per l’affanno amoroso. 16<br />

Per avere un quadro completo sulle influenze boccacciane nell’opera di<br />

Chaucer, bisognerebbe esaminare il rapporto tra Il Decameron e The<br />

Canterbury Tales da simili punti di vista: cioè distinguere la “materia<br />

originale” e le parti aggiunte nella raccolta chauceriana, e non dimenticarsi<br />

naturalmente delle opere minori di Boccaccio, come Il Filocolo e Le Teseide. Il<br />

secondo passo, la conclusione completa di quest’opera filologica, potrebbe<br />

essere l’investigazione sul possibile rapporto personale tra i due autori,<br />

tema molto dibattuto nella saggistica letteraria e strettamente correlato al<br />

problema stesso del’esistenza e del’essenza del cosiddetto periodo italiano di<br />

Geoffrey Chaucer.<br />

15<br />

Il narratore di Boccaccio scrive di belle donne giovani insieme a donne nobili, che<br />

possono essere molto orgogliose ma rimangono bestie lo stesso. Tutto questo è una<br />

versione semplificata del topos della nobiltà (vedi Curtius, European Literature and the<br />

Latin Middle Ages, ”Nobility of Soul”)<br />

16<br />

Per questo tema più in dettaglio vedi Dean 1985 e Knapp 1977<br />

232


Bibliografia<br />

Boitani 1986 P. Boitani et al, The Cambridge Chaucer<br />

Companion, Cambridge, Cambridge University<br />

Press<br />

Chaucer 1957 The Works of Geoffrey Chaucer a cura di F. N.<br />

Robinson, London, Oxford University Press<br />

Cummings 1916 H. M. Cummings, The Indebtness of Chaucer’s<br />

Works to the Italian Works of Boccaccio, Menasha,<br />

Wisconsin: Collegiate Press<br />

Dean 1985 J. Dean, “Chaucer’s Troilus, Boccaccio’s<br />

Filostrato, and the poetics of Closure”,<br />

Philological Quarterly, 64, 2 (1985), 175-184<br />

Fish 1984 V. Fish, “The Origin and Original Object of<br />

Troilus and Criseyde”, The Chaucer Review, 18, 4<br />

(1984), 304-315<br />

Fleming 1986 J. Fleming, “Deiphoebus betrayed: Virgilian<br />

Decorum, Chaucerian Feminism”, The Chaucer<br />

Review 21, 2 (1986), 182-199<br />

Harvey 1967 Paul Harvey, The Oxford Companion To English<br />

Literature, Oxford, Clarendon Press<br />

Knapp 1977 P. A. Knapp, “Boccaccio and Chaucer on<br />

Cassandra”, Philological Quarterly, 56 (1977),<br />

413-417<br />

233


Praz 1947 M. Praz, Geoffrey Chaucer e i racconti di<br />

Canterbury , Roma<br />

Reiss 1974 E. Reiss. “Boccaccio in English Culture of the<br />

Fourteenth and Fifteenth Centuries”, in<br />

AA.VV. Il Boccaccio nella cultura inglese e angloamericana,<br />

a cura di Giuseppe Galigani, Firenze<br />

Schirmer 1924 W.F. Schirmer, “Boccaccios Werke als Quelle<br />

Chaucers”, Germanisch-romanische Monatsschrift<br />

XII (1924), 291-293<br />

Tatlock 1950 J. S. P. Tatlock, The Mind and Art of Chaucer,<br />

n.p., Syracuse<br />

Troilus 1978 The Story of Troilus, a cura di R. K. Gordon,<br />

Toronto, University of Toronto Press<br />

Windeatt 1995 B. Windeatt, Troilus and Criseyde, Oxford,<br />

Clarendon Press<br />

Testi di riferimento per le citazioni da Boccaccio e Chaucer:<br />

Giovanni Boccaccio, Il Filostrato, Strasburg, Heitz & Mündel, s.i.d.<br />

The Riverside Chaucer. Geoffrey Chaucer. Troilus and Criseyde, a cura di<br />

Larry D Benson, Oxford, Oxford University Press, 1987<br />

234

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!