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osservatorio65-66 - Osservatorio Letterario

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Invece dei capelli, fuliggine nera.<br />

Camminavi come un automa<br />

uscendo dall’inferno ruggente<br />

di un bar dal nome sognante.<br />

Angelo azzurro che ora volteggi<br />

in paradiso – se ci credi al paradisoo<br />

mucchio di cenere fumante<br />

corroso dal tempo sottoterra,<br />

sul tuo pube devastato su cui misi il fazzoletto,<br />

sulla pelle che si staccava a brandelli<br />

seduto immoto sulla seggiola del bar di fronte,<br />

è naufragato un ideale – cento, mille sogni –<br />

il mio sogno!<br />

è diventato un incubo dolente<br />

e cento fotogrammi spezzettati<br />

sanciscono su quel selciato<br />

la fine del sessantotto.<br />

Patrizia Trimboli — Ancona<br />

TROVERAI L’ACQUA DEI SENSI<br />

Troverai l’acqua dei sensi<br />

qui dove si piagano i silenzi, i cieli immensi<br />

e si sfagliano le lacrime della mente<br />

alla falce dell’estasi<br />

Troverai l’acqua dei sensi<br />

negli echi<br />

dove sospinge<br />

le ali il sole.<br />

Troverai l’acqua dei sensi<br />

da labbra a labbra<br />

là ove si trascina nei morsi<br />

la paura<br />

e, qualcosa, fiorisce ancora<br />

sugli estuari della luce,<br />

miracolosamente,<br />

scalza la dubbiosa ora.<br />

Dagli aculei divampa lungo la pelle,<br />

come uno scialle<br />

…l’antico rituale<br />

con indosso il buio delle parole.<br />

Il bene ed il male in un’unica moneta.<br />

Sono il poeta che sputa sangue infetto,<br />

quello che vaga tra i teschi<br />

senza il minimo rispetto.<br />

Sono il tuo cibo, ciò di cui ti nutri,<br />

quello che vomiti, i sentimenti che non vuoi.<br />

Sono l’acqua che spegne il fuoco.<br />

Io sono l’Uomo.<br />

Sono te stesso, marcio dentro e brillante fuori.<br />

La tua morte, quella che ti rende grazia e ti dona la vita.<br />

Lo sciamano che cura i tuoi mali,<br />

colui che parla con gli spiriti e li comprende.<br />

Sono la verità dentro la bugia.<br />

Sono quello che speri di non incontrare mai.<br />

Quello che scrivi, perché non lo vuoi dire.<br />

Quello che sogni, sperando di dimenticare.<br />

Sono la rima che non trovi.<br />

Sono la tua essenza.<br />

Io sono l’Uomo.<br />

Valentino Vannozzi — Torrita di Siena (Si)<br />

IL MAESTRO E MARGHERITA<br />

Le corna del diavolo,<br />

son fatte di fumo azzurro.<br />

Scaglie dorate brillano sul dorso del drago.<br />

Non esiste l’odore di zolfo,<br />

quello è creazione dell’uomo:<br />

Profumo di fiori e santità<br />

annunciano il suo arrivo.<br />

Schiere di servi fedeli<br />

preparano la sala per il grande ballo:<br />

l’ospite d’onore è atteso,<br />

il mio posto è ancora vuoto.<br />

Brucia l’incenso,<br />

si scioglie la cera,<br />

calda,<br />

cola come sangue puro.<br />

Le corna del diavolo<br />

son fatte di fumo azzurro,<br />

come i sogni dei bambini.<br />

Il suo passo risuona sicuro nell’atrio...<br />

Inizia la messa:<br />

è giunta la luce.<br />

Dalla silloge «Eri bella, anima fanciulla»<br />

Valentino Vannozzi — Torrita di Siena (Si)<br />

ANIMA SENZA<br />

Io sono il santo, il diavolo e il ladrone.<br />

Sono ciò che cerchi ogni notte,<br />

sperando di non incontrare mai.<br />

Sono ciò che odi, quello che brucia dentro te.<br />

I tuoi sentimenti più volgari, depravati, cattivi.<br />

Sono ciò da cui fuggi, quello di cui hai paura.<br />

Dal volume «Alla ricerca del Dio senza croce», Edizioni<br />

Willoworld trasmesso dall’Autore per un eventuale<br />

pubblicazione delle poesie. (Licenza Creative Commons)<br />

Giuseppe Costantino Budetta — Napoli<br />

MINOSSE MINOTAURO<br />

Racconti_________<br />

Minosse re di Creta dominò sulle isole egee e sulle<br />

città della Grecia antica, compresa Atene. Ebbe<br />

sontuosa reggia da Icaro edificata. La costruzione - di<br />

cui si ammirano i resti – era su un’altura dominante<br />

città e porto. Nessuno seppe quante stanze avesse<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove ANNO XII/XIII – NN. 65/<strong>66</strong> NOV.-DIC./GEN.-FEBB. 2008/2009<br />

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