Premessa - Collegio IP.AS.VI. di Brescia
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Strategie per la riduzione delle<br />
cadute in ambiente ospedaliero<br />
<strong>di</strong> Luca Maffei*, Maurizio Bertucco*, Luisa Fiorin*, Federica Reccagni*,<br />
Giuseppe Cutillo*, Annamaria Indelicato**<br />
<strong>Premessa</strong><br />
Le cadute dei pazienti ricoverati in ospedale o<br />
nelle strutture protette, specie se anziani, rappresentano<br />
un problema molto rilevante. Esse<br />
costituiscono un evento avverso che si verifica<br />
frequentemente in ambito ospedaliero e rappresentano<br />
la causa <strong>di</strong> importanti complicanze nel<br />
corso della degenza, nonché la causa <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà<br />
temporanea e permanente della persona. Le<br />
cadute possono causare: traumi cranici, danni<br />
cerebrali, lesioni degli organi interni, lesioni dei<br />
tessuti molli, fratture, ecc. Oltre ai danni fisici,<br />
l’anziano sviluppa un forte senso <strong>di</strong> insicurezza<br />
che lo induce a limitare l’attività fisica compromettendo<br />
la propria autonomia e la qualità <strong>di</strong><br />
vita.<br />
La letteratura internazionale definisce l’evento<br />
caduta in vari mo<strong>di</strong>:<br />
Nel 1987 il “Kellogg International Working<br />
Group” definì la caduta come un “involontario<br />
trasferimento del corpo al suolo o ad un livello<br />
inferiore rispetto a quello precedente, includendo<br />
anche quello causato da un colpo violento,<br />
dalla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coscienza, da un improvviso ictus<br />
o da un attacco epilettico”.<br />
Secondo World Health Organisation (WHO<br />
2007) la caduta invece viene definita come<br />
“cambiamento nella posizione non intenzionale<br />
che costringe una persona ad accasciarsi a terra,<br />
sul pavimento o ad un livello più basso escludendo<br />
il cambio intenzionale della posizione con<br />
appoggio a mobili, pareti o altri oggetti”.<br />
Epidemiologia, classificazione ed eziologia<br />
del fenomeno<br />
Secondo l’OMS (2004) si stima che, nell’arco<br />
<strong>di</strong> un anno, è soggetto a caduta il 30-40%, circa,<br />
degli anziani che vivono al proprio domicilio.<br />
La percentuale sale al 40-50% negli anziani<br />
ospedalizzati e al 50% negli ospiti <strong>di</strong> istituzioni<br />
assistenziali 1 . Nelle case <strong>di</strong> riposo si stima che<br />
vi siano ogni anno 1,5 cadute per posto letto e in<br />
me<strong>di</strong>a 2.6 cadute per persona 2 .<br />
I tassi più elevati sono per le persone oltre i 75<br />
anni. Questo dato in<strong>di</strong>ca che la frequenza delle<br />
cadute aumenta con l’avanzare dell’età. Quasi<br />
la metà degli anziani che ha sperimentato una<br />
caduta va incontro, entro breve termine, a nuovi<br />
eventi traumatici.<br />
Vari stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrano che sono gli uomini a cadere<br />
più frequentemente prima dei 75 anni mentre<br />
negli ultra settantacinquenni la situazione si<br />
capovolge.<br />
Sempre secondo l’OMS, il 95% delle fratture <strong>di</strong><br />
femore nelle persone anziane segue un episo<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> caduta. Tra questi circa il 50% non riprende<br />
più il cammino e il 20% muore entro sei mesi.<br />
Ogni anno le cadute coinvolgono:<br />
• 30% tra i residenti in comunità;<br />
• 50% tra i pazienti in nursing home: <strong>di</strong> cui 20-<br />
30% > 65 anni e in 1 caso su 10 presenta lesioni<br />
importanti 3 .<br />
Dalla letteratura, secondo <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> riguardo<br />
alle cadute negli ospedali per acuti, risultano notevoli<br />
variazioni. Sul totale dei ricoveri si è verificato<br />
che le cadute variano tra 2% e 5%, e tra<br />
2,8 a 18,2 cadute per 1.000 giorni <strong>di</strong> ricovero 4 .<br />
Altri stu<strong>di</strong> osservazionali 5 hanno <strong>di</strong>mostrato<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 13
che, il tasso <strong>di</strong> cadute varia da:<br />
• 5 a 18 per 1000 giorni paziente in area geriatrica;<br />
• 10 per 1000 giorni paziente, area me<strong>di</strong>ca;<br />
• 6-9 per 1000 giorni paziente area chirurgica;<br />
• 3-7 per 1000 giorni paziente, ma il dato è considerato<br />
sottostimato a causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusounderreporting.<br />
In Gran Bretagna 1/3 della popolazione oltre i<br />
65 cade e metà <strong>di</strong> questi soggetti cade almeno<br />
due volte.<br />
Per quanto riguarda le cadute in ospedale, in<br />
Svezia quasi 1/3 delle fratture dell’anca avvengono<br />
nella popolazione ospedalizzata.<br />
Negli ospedali australiani, il 38% <strong>di</strong> tutti gli incidenti<br />
che avvengono durante il ricovero sono<br />
dovuti a cadute (The Johanna Briggs Institute for<br />
EBN, 1998). Il 50% dei pazienti anziani residenti<br />
in strutture residenziali cade ogni anno e circa<br />
il 7% <strong>di</strong> questi muore a causa della caduta.<br />
La Joint Comission For Acre<strong>di</strong>tation Of Hospital<br />
Organization, nel rapporto sugli eventi sentinella<br />
del 31 <strong>di</strong>cembre 2005, li segnala fra i primi<br />
eventi sentinella 6 .<br />
In Italia, secondo uno stu<strong>di</strong>o condotto nel 2000<br />
presso l‘ULSS 22 della regione Veneto, si è evidenziato<br />
che la frequenza delle cadute accidentali<br />
è pari allo 0,86% su tutti i ricoveri. Mentre uno<br />
stu<strong>di</strong>o del 2002 condotto dall’ <strong>AS</strong>L <strong>di</strong> Empoli,<br />
ha rilevato che le cadute <strong>di</strong> pazienti si verificano<br />
nel 4% <strong>di</strong> tutti i ricoveri e il 13% <strong>di</strong> queste sono<br />
cadute dal letto o dalla poltrona 7 .<br />
Nella Regione Lombar<strong>di</strong>a, secondo un recente<br />
stu<strong>di</strong>o (IRER 2009), l’incidenza delle cadute<br />
è stimata in 8 pazienti per ogni 1000 giorni <strong>di</strong><br />
degenza. La <strong>di</strong>stribuzione delle cadute, secondo<br />
lo stu<strong>di</strong>o sopra richiamato, è rappresentata dal<br />
14 - Focus<br />
grafico a fianco riportato.<br />
Vari stu<strong>di</strong> classificano<br />
le cadute come 8 :<br />
• Cadute preve<strong>di</strong>bili;<br />
quando avvengono<br />
nei soggetti<br />
esposti a fattori <strong>di</strong><br />
rischio identificabili<br />
(<strong>di</strong>sorientamento,<br />
<strong>di</strong>fficoltà nella deambulazione,<br />
mo<strong>di</strong>fiche<br />
della marcia causate<br />
da patologie neurologiche,<br />
ecc).<br />
• Cadute non preve<strong>di</strong>bili;<br />
quando sono<br />
determinate da con<strong>di</strong>zioni fisiologiche non<br />
preve<strong>di</strong>bili fino al momento della caduta, cadute<br />
che non possono essere previste a priori<br />
(crisi apoplettiche, vertigini, reazioni ai farmaci,<br />
sincope.)<br />
• Cadute accidentali; cadute attribuibili a fattori<br />
ambientali o a fatalità: quando la persona cade<br />
involontariamente (ad esempio scivolando sul<br />
pavimento bagnato).<br />
Si stima che circa il 14% delle cadute in ospedale<br />
siano classificabile come accidentali, l’8%<br />
come impreve<strong>di</strong>bili mentre il restante 78% rientrerebbe<br />
fra le cadute preve<strong>di</strong>bili.<br />
Le cadute hanno un’eziologia multifattoriale:<br />
Sono stati descritti più <strong>di</strong> 400 fattori <strong>di</strong> rischio.<br />
L’evento caduta mette in evidenza:<br />
• Carenze organizzative: procedure inesistenti<br />
o mal applicate, insufficiente comunicazione<br />
tra operatori e tra operatori e pazienti e familiari.<br />
• Sottovalutazione dei fattori <strong>di</strong> rischio: età,<br />
precedenti cadute, deficit cognitivi, calzature,<br />
assunzione <strong>di</strong> farmaci.<br />
• Sottovalutazione dei rischi ambientali: pavimenti<br />
sconnessi o scivolosi, gra<strong>di</strong>ni non<br />
sicuri, mancanza <strong>di</strong> appoggio, illuminazione<br />
inadeguata.<br />
La strategia <strong>di</strong> prevenzione dell’Azienda<br />
Ospedaliera M.Mellini <strong>di</strong> Chiari<br />
L’A.O. <strong>di</strong> Chiari, seguendo le in<strong>di</strong>cazioni contenute<br />
nel documento emanato a luglio 2010 dalla<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a “Linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e requisiti<br />
minimi regionali per l’implementazione <strong>di</strong><br />
un sistema per la prevenzione e la gestione del<br />
rischio caduta del paziente degente in ospeda-<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
le o in RSA-RSD”, ha implementato, attraverso<br />
un Gruppo <strong>di</strong> Lavoro muti<strong>di</strong>sciplinare specifico<br />
denominato GAD Cadute, una strategia <strong>di</strong> prevenzione<br />
multifattoriale partendo dai seguenti<br />
elementi:<br />
• Inquadramento dei fattori <strong>di</strong> rischio<br />
• Integrazione dei fattori e delle competenze<br />
• Interventi <strong>di</strong> prevenzione/protezione multipli,<br />
mirati e specifici<br />
• Monitoraggio degli eventi<br />
• Formazione ed addestramento del personale<br />
Gli obiettivi principali che il Gruppo <strong>di</strong> lavoro si<br />
è posto nell’introdurre programmi <strong>di</strong> prevenzione<br />
sono stati:<br />
• ridurre le cadute;<br />
• ridurre i possibili danni correlati;<br />
• migliorare o mantenere l’autonomia funzionale<br />
e la qualità <strong>di</strong> vita del paziente;<br />
• non ridurre in appropriatamente l’autonomia e<br />
la mobilità del paziente;<br />
• allocare correttamente le risorse <strong>di</strong>sponibili.<br />
La strategia complessiva <strong>di</strong> prevenzione delle<br />
cadute è stata definita più nello specifico da una<br />
Linea Guida che l’Azienda ha elaborato e adottato<br />
dal titolo: “L.G. Aziendale per la prevenzione<br />
delle cadute”.<br />
Il documento prevede per l’inquadramento dei<br />
fattori <strong>di</strong> rischio del paziente, una valutazione<br />
dei rischi intrinseci caratterizzata da una valutazione<br />
me<strong>di</strong>ca completa (Stato mentale e psicologico,<br />
con<strong>di</strong>zioni fisiche e nutrizionali, visus,<br />
forza muscolare, andatura ed equilibrio, malattie<br />
croniche coesistenti, terapie farmacologiche ),<br />
un assessment infermieristico completo che preveda<br />
anche l’utilizzo <strong>di</strong> una scala <strong>di</strong> valutazione<br />
del rischio caduta. Dopo un’attenta ricerca bibliografica,<br />
l’Azienda ha scelto <strong>di</strong> applicare in<br />
via sperimentale la Scala Morse per le seguenti<br />
motivazioni:<br />
• è uno strumento validato per i pazienti ricoverati<br />
in degenze per acuti e lungodegenze;<br />
• è uno strumento facilmente compilabile;<br />
• è uno strumento il cui uso non prevede particolari<br />
azioni <strong>di</strong> formazione/addestramento del<br />
personale;<br />
• i tempi <strong>di</strong> compilazione sono molto ridotti (dai<br />
2 ai 5 minuti).<br />
La scala <strong>di</strong> valutazione deve essere applicata:<br />
• All’ingresso in reparto secondo modalità previste<br />
da appositi protocolli – linee guida;<br />
• Quando il paziente viene trasferito;<br />
• Quando vengono osservati e registrati cambiamenti<br />
delle con<strong>di</strong>zioni del paziente;<br />
• Quando intervengono variazioni terapeutiche;<br />
• Perio<strong>di</strong>camente per i pazienti ad elevato rischio;<br />
• A seguito <strong>di</strong> caduta.<br />
La valutazione effettuata prevede, come conseguenza:<br />
• La registrazione dell’esito della valutazione<br />
nella cartella clinica integrata;<br />
• L’ attivazione <strong>di</strong> eventuali ulteriori approfon<strong>di</strong>menti;<br />
• La definizione degli obiettivi assistenziali e<br />
pianificazione degli interventi da attivare;<br />
• Il monitoraggio, controllo e valutazione dei<br />
risultati ottenuti dagli interventi attivati attraverso<br />
puntuali registrazioni sul <strong>di</strong>ario infermieristico.<br />
La Linea Guida Aziendale prevede altresì un approccio<br />
integrato al problema cadute, che sinteticamente<br />
si richiama nei paragrafi successivi.<br />
Come valutare i rischi <strong>di</strong> ambienti e presi<strong>di</strong><br />
A questo proposito è stata messa a punto una<br />
check-list per la valutazione della sicurezza degli<br />
ambienti e dei presi<strong>di</strong> - M LG P7 322 002<br />
002 - che contiene i principali fattori <strong>di</strong> rischio <strong>di</strong><br />
ambienti e presi<strong>di</strong> desunti dall’analisi della letteratura.<br />
La check-list è organizzata in 5 sezioni<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 15
per guidare i valutatori nell’osservazione dei <strong>di</strong>versi<br />
ambienti e dei presi<strong>di</strong> del reparto.<br />
La check-list per la valutazione della sicurezza<br />
degli ambienti e dei presi<strong>di</strong> viene compilata congiuntamente<br />
dal Coor<strong>di</strong>natore infermieristico e<br />
dall’Addetto del Servizio <strong>di</strong> Prevenzione e Protezione<br />
(SPP) in collaborazione con il Servizio<br />
Tecnico.<br />
La compilazione della check-list andrà effettuata<br />
ad un tempo zero (momento in cui si applica<br />
per la prima volta la L.G.) e successivamente in<br />
occasione <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fiche degli ambienti o dei presi<strong>di</strong>.<br />
Una copia viene conservata in reparto ed<br />
un’altra nell’Ufficio del SPP.<br />
Gestione del paziente a rischio <strong>di</strong> caduta<br />
Una volta in<strong>di</strong>viduato il paziente a rischio <strong>di</strong> caduta<br />
devono essere messe in atto misure atte a<br />
ridurre il rischio <strong>di</strong> caduta. Un fattore limitante<br />
la prevenzione delle cadute del paziente è rappresentato<br />
dalla consapevolezza che il problema<br />
non è completamente eliminabile, che non è possibile<br />
garantire una stretta e continua sorveglianza<br />
da parte del personale <strong>di</strong> assistenza e che molto<br />
<strong>di</strong>pende dalla collaborazione dei familiari.<br />
La Linea Guida rilasciata dalla Agency for Healthcare<br />
Research and Quality statunitense è tra le<br />
più recenti ed è inoltre molto chiara ed approfon<strong>di</strong>ta.<br />
Dalla linea guida AHRQ possiamo trarre<br />
le seguenti raccomandazioni con grado <strong>di</strong><br />
evidenza A, che sono state recepite anche dalla<br />
L.G. dell’A.O. <strong>di</strong> Chiari:<br />
1. Identificare le persone che hanno una storia <strong>di</strong><br />
cadute, determinare il rischio <strong>di</strong> future cadute<br />
e ridurre i fattori <strong>di</strong> rischio in<strong>di</strong>viduali.<br />
2. Quando è possibile, si dovrebbe considerare<br />
la riduzione delle terapie farmacologiche per<br />
le persone anziane che prendono 4 o più farmaci<br />
e in generale per quelle che assumono<br />
psicofarmaci.<br />
3. La minimizzazione dell’allettamento durante<br />
il ricovero per pazienti anziani è una misura<br />
pratica e realistica che ha implicazioni per la<br />
prevenzione delle cadute così come per altre<br />
complicazioni acquisite in ospedale.<br />
4. Non c’è nessuna evidenza scientifica che supporta<br />
l’uso <strong>di</strong> mezzi fisici <strong>di</strong> contenimento<br />
come strategia per la prevenzione delle cadute<br />
in pazienti anziani.<br />
L’infermiere, la contenzione fisica e le cadute<br />
Per contenzione fisica s’intende la messa in atto<br />
<strong>di</strong> tutte le procedure, <strong>di</strong> mezzi e <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi ap-<br />
16 - Focus<br />
plicati al corpo della persona o nello spazio circostante,<br />
atti a limitare la libertà <strong>di</strong> movimento.<br />
Anche le spon<strong>di</strong>ne applicate al letto del paziente<br />
sono un mezzo <strong>di</strong> contenzione fisica.<br />
Per quanto concerne la contenzione fisica essa<br />
è ammissibile solo quando è un trattamento terapeutico<br />
e preventivo eccezionale. Il Co<strong>di</strong>ce<br />
Deontologico dell’Infermiere anno 2009, all’art.<br />
30 sancisce che “L’infermiere si adopera<br />
affinché il ricorso alla contenzione fisica sia<br />
evento straor<strong>di</strong>nario, sostenuto da prescrizione<br />
me<strong>di</strong>ca o da documentate valutazioni assistenziali”.<br />
Nello specifico della contenzione fisica,<br />
gli infermieri propongono per l’assistito una decisione<br />
terapeutica che tuteli particolarmente il<br />
suo interesse: è fondamentale essere codecisori<br />
e co-responsabili <strong>di</strong> una valutazione ”integrata”<br />
e non assunta sulla base del giu<strong>di</strong>zio soggettivo<br />
<strong>di</strong> un solo professionista. Come poc’anzi affermato<br />
non c’è nessuna evidenza scientifica che<br />
supporta l’uso <strong>di</strong> mezzi fisici <strong>di</strong> contenimento<br />
come strategia per la prevenzione delle cadute<br />
soprattutto nei pazienti anziani.<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
Formazione dei professionisti<br />
La formazione del personale è un elemento<br />
fondamentale per la prevenzione delle cadute.<br />
Per questo l’Azienda nel corso del biennio<br />
2010/2011 ha progettato una serie <strong>di</strong> interventi<br />
formativi rivolti al personale clinico e <strong>di</strong> assistenza<br />
partendo dalle aree aziendali con maggior<br />
rischio, nell’ottica <strong>di</strong> fornire informazioni e far<br />
sviluppare agli operatori le competenze necessarie<br />
per essere in grado <strong>di</strong> valutare e monitorare<br />
il rischio <strong>di</strong> caduta dei pazienti. La finalità del<br />
corso era altresì quella <strong>di</strong> presentare il sistema<br />
aziendale per la prevenzione cadute.<br />
Informazione ed educazione sanitaria alla<br />
persona ed alla sua famiglia<br />
Le strategie <strong>di</strong> educazione del paziente e dei suoi<br />
famigliari hanno sempre <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> avere<br />
successo nella prevenzione delle cadute. È infatti<br />
importante che le persone assistite, valutate ad<br />
alto rischio <strong>di</strong> caduta, ricevano l’ educazione sanitaria<br />
rispetto al propri rischi. E’ stato verificato<br />
Altre raccomandazioni <strong>di</strong> grado inferiore<br />
fornite dalla letteratura<br />
• Bisogna compiere interventi educativi per il<br />
paziente e la sua famiglia che devono essere<br />
istruiti riguardo i fattori <strong>di</strong> rischio, i problemi<br />
<strong>di</strong> sicurezza e le problematiche legate alla limitazione<br />
della mobilità.<br />
• Controllare l’equilibrio e l’affaticamento durante<br />
la mobilizzazione e aiutare le persone<br />
che presentano sbandamenti.<br />
• Aiutare il paziente a deambulare ad intervalli<br />
regolari ricorrendo anche ai familiari e ad altri<br />
“caregiver”.<br />
• Sorvegliare i pazienti in terapia con <strong>di</strong>uretico<br />
e lassativi.<br />
• Valutare la possibilità <strong>di</strong> collaborazione da<br />
parte dei parenti o assistenti, specie durante la<br />
notte.<br />
• Valutare il grado <strong>di</strong> sedazione eventualmente<br />
necessario.<br />
• Controllare la funzionalità del letto, del materasso<br />
e delle spon<strong>di</strong>ne.<br />
• Concordare con il paziente ed i famigliari<br />
l’eventuale necessità dell’uso delle spon<strong>di</strong>ne.<br />
• Controllare che le porte delle camere restino<br />
aperte e che il paziente non rimanga da solo.<br />
che l’educazione sulle cadute riduce la paura <strong>di</strong><br />
cadere e migliora l’autoefficacia. L’educazione<br />
può essere erogata in mo<strong>di</strong> ed in contesti <strong>di</strong>versi.<br />
Gli stu<strong>di</strong> raccomandano sessioni in<strong>di</strong>viduali che<br />
possono creare un ambiente rassicurante e più<br />
personalizzato, consentendo alla persona <strong>di</strong> porre<br />
domande ed all’infermiere <strong>di</strong> compiere una<br />
valutazione più dettagliata; sono altresì molto<br />
utili anche specifici opuscoli informativi.<br />
Rilevazione e segnalazione della caduta<br />
Quando si verifica la caduta <strong>di</strong> un paziente, la<br />
stessa dovrà essere registrata all’interno della<br />
cartella clinica da parte del me<strong>di</strong>co e l’infermiere<br />
dovrà registrarla nella cartella infermieristica.<br />
Contestualmente bisognerà segnalare l’evento<br />
caduta attraverso la SCHEDA DI SEGNALA-<br />
ZIONE DELLE CADUTE IN OSPEDALE. La<br />
segnalazione, che è obbligatoria, dovrà essere<br />
redatta dal me<strong>di</strong>co della Unità Operativa/Servizio/Ambulatorio<br />
o dalla Guar<strong>di</strong>a dalla guar<strong>di</strong>a<br />
inter<strong>di</strong>visionale o dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> P.S. .<br />
La scheda originale va inviata alla Direzione<br />
Me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o Ospedaliero, una copia va<br />
inviata all’U.O. Me<strong>di</strong>cina Legale e Gestione del<br />
Rischio Clinico e una copia va tenuta in cartella<br />
clinica; nel caso <strong>di</strong> attività ambulatoriali o <strong>di</strong> servizi<br />
<strong>di</strong>agnostici una copia va archiviata presso il<br />
Servizio.<br />
Perché è importante segnalare l’evento caduta?<br />
• Per permettere agli operatori <strong>di</strong> richiamare l’attenzione<br />
su eventi indesiderati e su con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> rischio<br />
• Per mettere l’organizzazione nelle con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> rendersi conto dei problemi in modo da poter<br />
intervenire per la loro soluzione<br />
• Per evidenziare precocemente, all’interno delle<br />
strutture, possibili no<strong>di</strong> critici e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
rischio, così che possano essere messe in atto<br />
strategie preventive e <strong>di</strong> miglioramento per ridurre<br />
i pericoli ed aumentare la sicurezza<br />
• Per concorrere alla costruzione <strong>di</strong> banche dati<br />
su con<strong>di</strong>zioni ed eventi a rischio utili alla “comunità”<br />
professionale.<br />
Conseguenze della caduta<br />
Le cadute possono causare fratture, lesioni gravi<br />
e in taluni casi possono anche portare il paziente<br />
al decesso. Il Ministero della Salute ha emesso<br />
una lista <strong>di</strong> eventi sentinella, ossia <strong>di</strong> eventi avversi<br />
<strong>di</strong> particolare gravità, che causano morte<br />
o gravi danni al paziente e che determinano una<br />
per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> fiducia dei citta<strong>di</strong>ni nei confronti del<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 17
Servizio Sanitario; tra gli eventi sentinella è stata<br />
inserita anche la morte o grave danno per caduta<br />
del paziente (evento sentinella n° 9). Qualora<br />
la caduta <strong>di</strong>a origine a un danno per il paziente<br />
l’Operatore Sanitario (me<strong>di</strong>co, infermiere o altro<br />
professionista coinvolto nell’evento) comunica,<br />
anche telefonicamente, quanto accaduto al<br />
Risk Manager e alla Direzione Me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o.<br />
La Direzione Aziendale, oltre a prendere<br />
in carico il paziente per mettere in atto tutte le<br />
misure necessarie per mitigare il danno e ad attivare<br />
i dovuti processi <strong>di</strong> comunicazione con il<br />
paziente e i suoi familiari, attiva la procedura <strong>di</strong><br />
analisi dell’evento sentinella attraverso la Root<br />
Cause Analysis o l’Au<strong>di</strong>t Clinico, nonché effettua<br />
la ren<strong>di</strong>contazione alla Regione e al Ministero<br />
della Salute attraverso il cosiddetto SIMES<br />
– Sistema Informativo per il Monitoraggio degli<br />
Errori in Sanità.<br />
Considerazioni conclusive<br />
Le conseguenze delle cadute oltre a costituire un<br />
impatto sociale rilevante, hanno notevoli ripercussioni<br />
anche a livello dell’assistenza sanitaria<br />
dal momento che i costi sostenuti per cure, l’assistenza<br />
e la riabilitazione sono ingenti.<br />
Siamo convinti che le Professioni Sanitarie (ed<br />
in particolare Me<strong>di</strong>ci ed Infermieri) possono dare<br />
un grosso contributo, in termini <strong>di</strong> competenze,<br />
18 - Focus<br />
nell’affrontare il rilevante problema delle cadute<br />
in Ospedale adottando tutti gli strumenti a <strong>di</strong>sposizione<br />
che nell’articolo sono stati richiamati.<br />
È altresì evidente che solo attraverso l’implementazione<br />
<strong>di</strong> strategie preventive multifattoriali<br />
che tengano conto dell’inquadramento dei<br />
fattori <strong>di</strong> rischio, dell’integrazione dei fattori e<br />
delle competenze, <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> prevenzione/<br />
protezione multipli, mirati e specifici, del monitoraggio<br />
degli eventi e della formazione ed<br />
addestramento del personale sanitario, sarà possibile<br />
a nostro giu<strong>di</strong>zio una gestione più efficace<br />
<strong>di</strong> questa problematica.<br />
L’aspettativa dell’azienda è quella <strong>di</strong> ridurre il<br />
rischio caduta per tutti i pazienti che accedono<br />
alle strutture attraverso l’implementazione <strong>di</strong> un<br />
sistema <strong>di</strong> interventi integrati in grado <strong>di</strong> valutare<br />
in modo completo i pazienti, facendo emergere<br />
quelli con un rischio <strong>di</strong> caduta e quin<strong>di</strong> pianificando<br />
interventi preventivi efficaci, nonché<br />
intervenendo sui fattori ambientali e strutturali<br />
molto spesso responsabili <strong>di</strong> caduta.<br />
Infine anche i dati aziendali, seppur parziali, ci<br />
consentono comunque <strong>di</strong> affermare che la sensibilizzazione<br />
al tema caduta da parte dei Professionisti<br />
Sanitari (soprattutto degli Infermieri) è<br />
molto aumentata; questo dato è confermato ad<br />
esempio dai report relativi alla qualità cartella<br />
clinica dell’ultimo quadrimestre 2010 9 , ove<br />
si evince che nel 90% delle cartelle cliniche è<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>
documentata la valutazione del rischio caduta e<br />
che nel 78% del campione si riscontra una pianificazione<br />
infermieristica conseguente ai bisogni<br />
<strong>di</strong> assistenza infermieristica legati al problema<br />
caduta. Il futuro ci <strong>di</strong>mostrerà se il nostro piano<br />
ha raggiunto gli obiettivi stabiliti.<br />
Bibliografia<br />
• AZIENDA OSPEDALIERA DI BOLOGNA<br />
POLICLINICO S.ORSOLA–MALPIGHI.<br />
(2004), “Suggerimenti <strong>di</strong> pratica clinica per la<br />
prevenzione delle cadute dei pazienti in ospedale”,<br />
Centro Stu<strong>di</strong> EBN.<br />
• AZIENDA OSPEDALIERA DI CHIARI/REG.<br />
LOMBARDIA. “ L’evoluzione del Clinical<br />
Risk Managment: l’esperienza <strong>di</strong> un’Azienda<br />
Ospedaliera Lombarda”, 2007.<br />
• Barelli P. (2006), ”Informazioni dalla letteratura<br />
per una buona pratica infermieristica: Prevenzione<br />
delle cadute nell’anziano”. Dossier<br />
Infad, 5.<br />
• Bran<strong>di</strong> A. Marilli R. (2006),” Le cadute in<br />
ospedale: uno stu<strong>di</strong>o osservazionale”, G. Gerontologia.<br />
• Chiari P., Mosci D., Fontana S., “Valutazione<br />
degli strumenti <strong>di</strong> misura del rischio <strong>di</strong> caduta<br />
dei pazienti”, Assistenza infermieristica e Ricerca,<br />
2002.<br />
• Dykes PC, Carrol DL, Hurley AC, “Why do<br />
patients in acute care hospitas fall? Can falls<br />
be prevented ?”, Journ Nurs Admnis 2009.<br />
• Le cadute in ospedale e in RSA: epidemiologia<br />
del fenomeno, tassonomia e background,<br />
evidence based health care (Gruppo <strong>di</strong> lavoro<br />
regionale per la prevenzione del rischio cadute<br />
– Regione Lombar<strong>di</strong>a, Maggio 2010).<br />
• Linea guida per la prevenzione delle cadute<br />
(Direzione Sanitaria Aziendale, A.O. Mellino<br />
Mellini 10/6/2010).<br />
• Linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo e requisiti minimi regionali<br />
per l’implementazione <strong>di</strong> un sistema per la<br />
prevenzione e la gestione del rischio caduta<br />
del paziente degente in ospedale o in RSA-<br />
RSD (Decreto N° 7295 del 22/7/2010 della<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a).<br />
• Università Degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong>, Facoltà <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia, Tesi <strong>di</strong> Laurea in Infermieristica<br />
“Rischio <strong>di</strong> caduta nel Paziente<br />
anziano in ospedale: analisi degli strumenti<br />
<strong>di</strong> valutazione del rischio caduta e implementazione<br />
<strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> prevenzione”,<br />
Baku Englantina, A.A. 2009/2010. Relatore<br />
Dott. Luca Maffei.<br />
• Strumenti <strong>di</strong> valutazione del rischio <strong>di</strong> caduta,<br />
le scale: opportunità e criticità (Gruppo <strong>di</strong> la-<br />
voro regionale per la prevenzione del rischio<br />
cadute – Regione Lombar<strong>di</strong>a, Maggio 2010).<br />
• www.salute.toscana.it/sst/grc/prevenzione-cadute.shtml<br />
• www.evidenzebasednursing.it<br />
• www.sanita.regione.lombar<strong>di</strong>a.it<br />
• www.aochiari.it<br />
• www.ministerosalute.it<br />
• www.jcrinc.com/The-Joint-Commission-Perspectives-on-Patient-Safety<br />
Note<br />
1. PALMISANI A. (2009), “Cadute dal letto<br />
Prevenzione ospedalizzati: proposte ergonomiche”,<br />
Nursing, pp. 52-57.<br />
2. CAPPUCCIO R. GRANATELLO J. et al.<br />
(2008), “La Contenzione fisica e la sedazione<br />
farmacologica per la prevenzione delle cadute,<br />
l’interruzione dei trattamenti e l’aggressività<br />
nei pazienti con demenza senile e <strong>di</strong>sorientamento<br />
cognitivo”, Centro Stu<strong>di</strong> EBN, pp. 1-<br />
13.<br />
3. EVANS D. (2001), “Falls Risk factors in the<br />
Hospital Setting”, International Journal of<br />
Nursing Practise, (7): pp. 38-45. SCHWEN-<br />
DIMANN R. BUHLER H et al. “Characteristics<br />
of Hospitals Inpatient Falls across Clinical<br />
Departament”, Gerontology, (54) n.6, pp. 54<br />
4. HANGER HC. et al. (1999), “ An analysis of<br />
falls in the hospital: can we do without bedrails?”<br />
J Am Geriatr Soc. (47) pp: 529-531.<br />
5. OLIVER D. (2008), ”Quality and Safety in<br />
Health Care”, pp. 431-436.<br />
5b.SCHWENDIMANN R. BUHLER H et al.<br />
“Characteristics of Hospitals Inpatient Falls<br />
across Clinical Departament”, Gerontology,<br />
(54) n.6, pp. 54.<br />
6. BARELLI P. (2006),”Informazioni dalla letteratura<br />
per una buona pratica infermieristica,<br />
Prevenzione delle cadute nell’anziano”. Dossier<br />
Infad, 5: pp. 6.<br />
7. PALMISANI A. (2009), “Cadute dal letto<br />
Prevenzione ospedalizzati: proposte ergonomiche”,<br />
Nursing, pp. 52-57.<br />
8. BARELLI P. (2006), ”Informazioni dalla letteratura<br />
per una buona pratica infermieristica:<br />
Prevenzione delle cadute nell’anziano”. Dossier<br />
Infad, 5, pp. 6.<br />
9. Il campione controllato è rappresentato dal<br />
2% del totale ricoveri/anno.<br />
* Componenti del GAD, Gruppo Aziendale De<strong>di</strong>cato<br />
alle Cadute - A.O. M.Mellini <strong>di</strong> Chiari<br />
(BS)<br />
** Direttore Sanitario Aziendale - A.O. M.Mellini<br />
<strong>di</strong> Chiari (BS)<br />
Tempo <strong>di</strong> Nursing 58-59/2011 <strong>Collegio</strong> <strong>IP</strong>.<strong>AS</strong>.<strong>VI</strong> <strong>di</strong> <strong>Brescia</strong> Focus - 19