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Emma Gori - Ispi

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Principi generali di riferimento<br />

• La cooperazione italiana sin dall'inizio ha privilegiato la cooperazione<br />

universitaria.<br />

• Secondo la legge 49/87, che disciplina la cooperazione Italiana con i PVS e<br />

le direttive degli organi che presiedono alla sua attuazione, la formazione<br />

costituisce una delle più importanti priorità settoriali allo scopo di favorire<br />

l’autonoma capacità di crescita culturale ed economica dei programmi<br />

assistiti dalla cooperazione.<br />

• Linee guida della Cooperazione universitaria formulate nel 1996 ,<br />

aggiornate nel 2003 e attualmente in corso di revisione hanno introdotto<br />

tre principi fondamentali:<br />

• Il primo riferito all’operatore italiano<br />

• Il secondo riferito al tipo di beneficiario<br />

• Il terzo riferito alla modalità formativa


Dalla cooperazione accademica di<br />

nicchia alla cooperazione<br />

accademica scientifica<br />

• L’evoluzione dei modelli di cooperazione<br />

universitaria, così come si è sviluppata nelle ultime<br />

tre decadi, ha portato alla definizione di un modello<br />

integrato di cooperazione scientifica accademica<br />

sostenibile per i Paesi terzi e congruente al livello<br />

della comunità scientifica internazionale.


Le innovazioni<br />

• passaggio da una attività di docenza frontale che supplisce alle carenze del<br />

corpo docente locale (in termini numerici e di competenze) eseguita<br />

frammentariamente dai singoli docenti italiani ad un programma organico<br />

di formazione dei docenti locali attraverso la formazione e la ricerca<br />

scientifica applicata in collaborazione con istituzioni universitarie italiane e<br />

altre istituzioni;<br />

• la responsabilità di gestione e indirizzo passa dalla Direzione Generale per la<br />

Cooperazione allo Sviluppo (o dalla soggettività del esecutore italiano) alla<br />

Università terza (che diventa attore primo) e alle unità operative delle<br />

Facoltà coinvolte tramite organi collegiali e paritetici;<br />

• migliore monitorabilità dei risultati attesi, grazie a indicatori ben definibili<br />

qualitativi e quantitativi.


Le origini e il percorso<br />

L’Università Eduardo Mondlane, in onore del primo<br />

presidente del FRELIMO, contava ne 1976 appena cinque<br />

docenti di nazionalità mozambicana.<br />

Secondo la visione di Samora Machel, primo Presidente del<br />

Paese, l’unione tra studio e lavoro avrebbe reso possibile lo<br />

sviluppo, considerato come il risultato di una lotta condotta<br />

contemporaneamente sul piano economico, politico,<br />

militare, sociale e culturale. Alla base della nuova ideologia<br />

esisteva, quindi, la convinzione che la costruzione di una<br />

nuova società sarebbe stata possibile solo investendo<br />

prioritariamente sull’educazione.


Prima fase cooperazione interuniversitaria<br />

(1977-1982) Didattica<br />

sostitutiva<br />

• La cooperazione universitaria con il Mozambico iniziò nel 1976, subito<br />

dopo la nascita formale dell’UEM.<br />

• Vengono impostati accordi di collaborazione con le università<br />

italiane(Roma, Bologna e Venezia).<br />

• Lo strumento d’intervento utilizzato, tra il 1977 ed il 1982, fu l’invio in<br />

missione di docenti italiani da parte del MAE, collegato all’invio di<br />

volontari di Ong nell’ambito di apposite convenzioni, nonché all’offerta<br />

di borse di studio in Italia.<br />

• Tale fase ebbe importanti sviluppi paralleli: interventi nel settore della<br />

medicina dell’industria mineraria, delle telecomunicazioni e<br />

dell’idrogeologia, che sarebbero in seguito continuati attraverso<br />

programmi settoriali concordati con i rispettivi Ministeri.


Integrazione con i settori<br />

economici<br />

• In questo periodo, quindi, le attività di cooperazione<br />

condotte a vario titolo in Mozambico da Università<br />

italiane con l’ausilio di volontari contrattati da Ong<br />

riguardano i settori della Geologia, della Medicina,<br />

dell’Agronomia, dell’Economia e dell’Architettura e<br />

Ordinamento Territoriale. Le attività nei settori<br />

disciplinari della Geologia, della Medicina e<br />

dell’Architettura appaiono fin dall’inizio fortemente<br />

integrate con i settori economici di riferimento.<br />

• Le attività nei settori dell’Agronomia e delle Scienze<br />

Economiche rimangono strettamente confinate<br />

all’ambito accademico ed all’interno dell’UEM.


Facoltà di economia: dal sostegno<br />

didattico al capacity building<br />

• Sostegno didattico ai corsi con l’università La Sapienza<br />

(1978)<br />

• 1993-1987 si concretizza con l’invio di 6 professori (18<br />

insegnamenti semestrali).<br />

• 1996/97 conclusione.<br />

• Debolezze e problemi. Par-time,insufficiente<br />

qualificazione, pressione esterna per i reclutamento,<br />

assenza di ricerca, mancanza di direzione.<br />

• 1997/98 la B.M. imposta il programma di Capacity<br />

Building cofinanziato per un 1/3 dalla Cooperazione<br />

italiana.


Introduzione del finanziamento<br />

diretto al Governo<br />

• L’intervento della cooperazione italiana introdusse per la<br />

prima volta, in questo caso in Mozambico, anche una<br />

nuova modalità di attuazione dei programmi di<br />

cooperazione, che si sarebbe in seguito affermata con<br />

successo, concedendo un finanziamento diretto al<br />

bilancio dell’UEM – Facoltà di Economia.<br />

• l’attività didattica viene ridotta al minimo necessario e<br />

viene grandemente rafforzata la componente di<br />

formazione/ricerca dei docenti locali, attraverso attività<br />

svolte in loco e presso le varie università consociate.


Dalla gestione diretta al<br />

finanziamento al Governo<br />

Facoltà di Agronomia e Ingegneria forestale<br />

• Iniziata nel 1978,rafforzata nel 1982 con didattica sostitutiva sino al 1995.<br />

• Questa formula, che permise di proseguire per vari anni nella formazione di<br />

nuovi agronomi mozambicani, entrò in crisi negli anni Novanta, in relazione<br />

alle nuove esigenze della Facoltà manifestate nel settore della ricerca.<br />

• Inizia la sperimentazione sulla coltivazione del girasole con il Ministero della<br />

Agricoltura e l’Istituto di Ricerca Agronomica<br />

• In conseguenza del successo di questa iniziativa, si ridusse progressivamente<br />

l’impegno diretto nella didattica (che terminò nel 1998) e prese corpo l’idea di<br />

una facoltà che doveva investire nella formazione attraverso la ricerca e<br />

rinforzando le strutture dei laboratori.


Facoltà di Architettura e Pianificazione Fisica<br />

• 1983: obiettivo del programma di cooperazione istituire e<br />

attivare la facoltà<br />

• 1986 venne attivata la facoltà<br />

• 1986/91 diverse attività<br />

• 1992 l’istituzione e attivazione del Centro di studi per lo<br />

sviluppo abitativo( C.E.D.H.): centro universitario di<br />

documentazione e ricerca,autonomo nella gestione dei<br />

fondi e attività.


• 1996/2000: consolidamento<br />

• Dopo 10 anni dalla sua istituzione venne impostata una radicale revisione<br />

partendo dall'obiettivo di rendere autonoma la struttura e furono prese<br />

una serie di iniziative tra cui:<br />

• progressivo disimpegno dei docenti italiani dalla conduzione diretta dei<br />

corsi<br />

• l’aggiunta di un sesto anno destinato allo sviluppo della tesi di laurea<br />

• avvio delle attività di ricerca di base e operativa, integrata da funzioni di<br />

servizio ai quadri periferici della Pubblica Amministrazione:<br />

• impostazioni delle ricerche di base per la formazione dei docenti<br />

mozambicani<br />

• ricerche applicate al sostegno tecnico-scientifico dei quadri locali<br />

operanti nel campo della pianificazione e gestione dei processi di<br />

trasformazione insediativa.


Esecuzione Governativa<br />

e supporto istituzionale alle Facoltà<br />

• Dal 2001 al 2006 si svolge il programma con un modello<br />

innovativo, già sperimentato nella facoltà di Economia,in<br />

base al quale la responsabilità nell’esecuzione delle<br />

attività è passata direttamente all’UEM, in applicazione di<br />

un accordo di programma che prevedeva il trasferimento<br />

delle risorse finanziarie al Bilancio dell’UEM,<br />

l’utilizzazione della normativa locale per l’acquisizione di<br />

beni e servizi e la pianificazione ed il monitoraggio<br />

congiunto delle attività in base ad un piano di attività<br />

rivedibile su base semestrale.


• Il modello di intervento integrava tra di loro gli aspetti<br />

della ricerca, della formazione accademica, della<br />

didattica, della prestazione di servizi e della divulgazione<br />

dei risultati.<br />

• La responsabilità della realizzazione del programma<br />

veniva totalmente spostata sul soggetto mozambicano, in<br />

osservanza dei principi di ownership derivanti dagli<br />

impegni presi dall’Italia in sede internazionale.


• Durante i cinque anni di durata effettiva del programma (1.07.2001 –<br />

30.06.2006), del valore di 3,83 milioni di Euro.<br />

• hanno riguardato le Facoltà di Agronomia, Architettura e<br />

Medicina: sono stati realizzati 40 progetti di ricerca che hanno<br />

coinvolto 44 istituzioni esterne all’UEM, 59 docenti e 69 tra tecnici<br />

e ricercatori mozambicani, 158 studenti mozambicani, 41 docenti<br />

italiani, 43 studenti italiani e 15 ricercatori stranieri;<br />

• 23 docenti mozambicani hanno frequentato corsi di Master (16) o<br />

di dottorato (7) in modalità che hanno consentito la loro<br />

permanenza in Facoltà;<br />

• rafforzato il Centro di Studi per lo Sviluppo dell’Habitat della<br />

Facoltà di Architettura (CEDH) e creato ex-novo il Centro di<br />

Biotecnologia quale centro di ricerca interfacoltà (Agronomia,<br />

Scienze, Medicina e Veterinaria): primo centro del genere in<br />

Mozambico.


Verso il supporto istituzionale<br />

• Fase ponte preparazione nuovo intervento: 2007-2010. Tale fase ha consentito di<br />

preparare il successivo intervento basandosi su tre pilastri principali:<br />

• rafforzamento dei servizi centrali dell’UEM in ambiti strategici per l’istituzione<br />

(gestione del personale, gestione delle matricole, gestione del patrimonio, gestione<br />

dell’informazione per la pianificazione strategica, istituzione di un sistema di<br />

controllo di qualità, promozione di partenariati per la ricerca e lo spin-off d’impresa,<br />

formazione pedagogica dei docenti e nuove metodologie didattiche);<br />

• sostegno istituzionale alle Facoltà negli ambiti della riforma universitaria in corso<br />

(riforma curriculare ed introduzione del sistema di crediti accademici, secondo il<br />

modello del processo di Bologna; introduzione di metodologie d’insegnamento<br />

basate sullo studente e controllo di qualità dell’insegnamento);<br />

• promozione della ricerca applicata e di partenariati con soggetti esterni orientati<br />

all’innovazione tecnologica ed allo start-up di imprese in settori innovativi e<br />

costituzione di reti internazionali di ricerca.


• è stato rafforzato Centro per lo Sviluppo Accademico della Facoltà di<br />

Educazione (che ha formato in questi tre anni 427 docenti in<br />

metodologie pedagogiche);<br />

• è stato creato un Dipartimento per la promozione di partenariati di<br />

ricerca presso la Direzione Scientifica dell’UEM;<br />

• è stato progettato un Servizio permanente di valutazione e garanzia<br />

della qualità dell’insegnamento presso la Direzione Pedagogica;<br />

• è stato creato un Centro di Coordinamento per le questioni di<br />

Genere;<br />

• sono state rafforzati i gruppi di ricerca presso la Facoltà di<br />

Agronomia;<br />

• si è continuata a sostenere la ricerca applicata presso le Facoltà di<br />

Architettura, Agronomia e Medicina su temi valorizzando l’apporto<br />

dei docenti e ricercatori mozambicani.


• sono stati progettati due nuovi corsi di Master (Formazione<br />

Agraria e Cooperazione e Sviluppo, il primo dei quali<br />

secondo un approccio innovativo semi-presenziale e a<br />

distanza che valorizza le dinamiche partecipative);<br />

• sono stati editati due libri con i risultati delle ricerche svolte<br />

nei campi della promozione economica della donna (Centro<br />

Studi Africani) e della catalogazione del patrimonio<br />

immobiliare di Maputo (Facoltà di Architettura);<br />

• è stato formulato un intervento specifico per l’introduzione<br />

di un corso di Master in Biotecnologia, in stretta<br />

collaborazione con il Ministero per la Scienza e la Tecnologia,<br />

approvato dal Comitato Direzionale e iniziato nel 2010,<br />

realizzato dall’Università di Sassari in cofinanziamento con il<br />

Consorzio “Sardegna Ricerche”.


Un novo modello di cooperazione<br />

universitaria<br />

La nuova iniziativa ( 5 milioni EU)oltrepassa gli<br />

schemi delle tradizionali attività di cooperazione<br />

universitaria, così come si sono espresse finora ed<br />

attuate nel contesto tecnologico e finanziario del<br />

Mozambico, per almeno tre ragioni:<br />

• la prima è il rilievo nazionale e regionale che<br />

l’iniziativa potrà avere, inserendosi nel contesto di<br />

una profonda riforma del sistema dell’istruzione<br />

universitaria che interessa il Mozambico al pari degli<br />

altri Paesi della regione australe;


• la seconda riguarda la sua natura integrata, che<br />

investe tutti i fattori concorrenti a determinare la<br />

qualità dell’offerta formativa e delle attività di ricerca e<br />

di servizio;<br />

• la terza caratteristica innovativa è l’integrazione nella<br />

ricerca applicata del sistema tecnologico;<br />

• l’istituzione di un fondo competitivo cui potranno<br />

accedere consorzi misti in grado di garantire una<br />

partecipazione, anche finanziaria, alle attività di<br />

ricerca, la cui qualità è garantita da meccanismi di<br />

revisione anonima internazionale (peer review).

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