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focus <strong>on</strong> — 17<br />
vo approccio col quale s<strong>on</strong>o state affr<strong>on</strong>tate e realizzate<br />
Traviata e Rigoletto ci ha fatto ben intendere la<br />
possibilità di mettere in evidenza il quoziente di modernità<br />
che queste opere comunque hanno, n<strong>on</strong>ostante siano state<br />
composte centocinquant’anni fa. Verdi le scrisse senz’altro<br />
preoccupandosi dell’esito della prima, ma gettando anche<br />
uno sguardo sui secoli a venire, c<strong>on</strong> una genialità e un’energia<br />
che le ha c<strong>on</strong>sacrate come classici, validi oltre ogni tempo.<br />
E l’attitudine della Fenice, che in questo è una sorta di<br />
luogo-pilota rispetto ad altri teatri, è proprio quella dell’approccio<br />
rinfrescato e rinnovato, indi c<strong>on</strong>temporaneo, anche<br />
ai classici.<br />
Che risposta c’è stata da parte del pubblico, anche rispetto all’aumento<br />
del numero delle recite in cartell<strong>on</strong>e?<br />
Devo dire c<strong>on</strong> soddisfazi<strong>on</strong>e che la richiesta di biglietti è<br />
aumentata in maniera esp<strong>on</strong>enziale. L’alternare titoli differenti<br />
è infatti un modello produttivo che va inc<strong>on</strong>tro a una<br />
domanda davvero notevole, che ci ha fatto registrare sold out<br />
che hanno costretto a rimanere fuori dal teatro centinaia di<br />
pers<strong>on</strong>e a sera. Il settore dell’opera lirica è tutt’altro che in<br />
perdita. Probabilmente dovrebbe essere amministrato meglio,<br />
di questo si può discutere, ma è acclarato che nel m<strong>on</strong>do,<br />
a seguito della crisi finanziaria del 2008, n<strong>on</strong> c’è stata alcuna<br />
flessi<strong>on</strong>e di domanda per i posti dei teatri d’opera. Nel<br />
caso particolare di Rigoletto e Traviata, li abbiamo messi in<br />
scena in maniera alternata n<strong>on</strong> solo per festeggiare i duecento<br />
anni della nascita di Francesco Maria Piave, ma anche<br />
per cogliere l’occasi<strong>on</strong>e di determinare un sistema produttivo<br />
nuovo: quello che avvicina il più possibile opere diverse.<br />
L’infittimento delle recite ci c<strong>on</strong>ferma l’indicazi<strong>on</strong>e<br />
della necessità di aumentare la produzi<strong>on</strong>e. E per la stagi<strong>on</strong>e<br />
prossima abbiamo determinato un incremento addirittura<br />
del cinquantadue per cento, forti anche di un repertorio<br />
costruito nel tempo. Fino a qualche anno fa si pensava<br />
che in ogni stagi<strong>on</strong>e si dovessero presentare solo nuove<br />
messinscene. Questo ha senz’altro prodotto scoperte meravigliose:<br />
penso alla Città morta di Korngold, alla prima italiana<br />
di Šárka di Janáček, tutti lavori che dobbiamo c<strong>on</strong>tinuare<br />
a programmare, c<strong>on</strong>tando però anche sempre su<br />
quei classici da ripetere durante ogni stagi<strong>on</strong>e. Il nuovo cartell<strong>on</strong>e,<br />
ad esempio, dai nove titoli del 2010 passa ai dodici<br />
della programmazi<strong>on</strong>e del 2011, quattro dei quali erano<br />
comunque già presenti nella precedente rassegna. La Fenice<br />
ha un’unica missi<strong>on</strong>e: quella di portare sulle sue poltr<strong>on</strong>e<br />
l’umanità. Per questo, se uno spettacolo suscita l’emozi<strong>on</strong>e<br />
del pubblico lo si deve poter ripetere, in maniera tale che<br />
lo possano vedere sempre più pers<strong>on</strong>e. E se è vero che così<br />
facendo ci si trasforma per qualche mese l’anno in quello<br />
che nel nord Europa volgarmente si dice «teatro di repertorio»,<br />
è vero anche che in nessuna recita scenderemo di qualità.<br />
Credo fortemente nell’aumento della produzi<strong>on</strong>e, basti<br />
pensare che fino agli anni cinquanta il teatro d’opera era<br />
focus <strong>on</strong><br />
il centro della città, aperto ogni sera e ogni sera esaurito. E<br />
in Europa e nel m<strong>on</strong>do ci s<strong>on</strong>o città in cui è ancora così.<br />
Fra la materia del teatro musicale e l’umanità c’è un cord<strong>on</strong>e<br />
ombelicale molto forte, che n<strong>on</strong> può essersi esaurito negli<br />
anni: è solo questi<strong>on</strong>e di organizzarsi, e vedo c<strong>on</strong> piacere,<br />
e una punta di orgoglio, che l’aumento della produzi<strong>on</strong>e<br />
viene assolutamente ripagato dal pubblico. I teatri n<strong>on</strong><br />
dev<strong>on</strong>o solo pensare a come sopravvivere, perché la musica<br />
n<strong>on</strong> è solo f<strong>on</strong>te di spese ma vera e propria risorsa. ◼<br />
Rigoletto sec<strong>on</strong>do Daniele Abbado (pagina a fr<strong>on</strong>te) e La traviata<br />
sec<strong>on</strong>do Robert Carsen (sopra) andate in scena in Fenice tra settembre e<br />
ottobre 2010 (foto di Michele Crosera).