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Focus on - Andrea Molino

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focus <strong>on</strong> — 17<br />

vo approccio col quale s<strong>on</strong>o state affr<strong>on</strong>tate e realizzate<br />

Traviata e Rigoletto ci ha fatto ben intendere la<br />

possibilità di mettere in evidenza il quoziente di modernità<br />

che queste opere comunque hanno, n<strong>on</strong>ostante siano state<br />

composte centocinquant’anni fa. Verdi le scrisse senz’altro<br />

preoccupandosi dell’esito della prima, ma gettando anche<br />

uno sguardo sui secoli a venire, c<strong>on</strong> una genialità e un’energia<br />

che le ha c<strong>on</strong>sacrate come classici, validi oltre ogni tempo.<br />

E l’attitudine della Fenice, che in questo è una sorta di<br />

luogo-pilota rispetto ad altri teatri, è proprio quella dell’approccio<br />

rinfrescato e rinnovato, indi c<strong>on</strong>temporaneo, anche<br />

ai classici.<br />

Che risposta c’è stata da parte del pubblico, anche rispetto all’aumento<br />

del numero delle recite in cartell<strong>on</strong>e?<br />

Devo dire c<strong>on</strong> soddisfazi<strong>on</strong>e che la richiesta di biglietti è<br />

aumentata in maniera esp<strong>on</strong>enziale. L’alternare titoli differenti<br />

è infatti un modello produttivo che va inc<strong>on</strong>tro a una<br />

domanda davvero notevole, che ci ha fatto registrare sold out<br />

che hanno costretto a rimanere fuori dal teatro centinaia di<br />

pers<strong>on</strong>e a sera. Il settore dell’opera lirica è tutt’altro che in<br />

perdita. Probabilmente dovrebbe essere amministrato meglio,<br />

di questo si può discutere, ma è acclarato che nel m<strong>on</strong>do,<br />

a seguito della crisi finanziaria del 2008, n<strong>on</strong> c’è stata alcuna<br />

flessi<strong>on</strong>e di domanda per i posti dei teatri d’opera. Nel<br />

caso particolare di Rigoletto e Traviata, li abbiamo messi in<br />

scena in maniera alternata n<strong>on</strong> solo per festeggiare i duecento<br />

anni della nascita di Francesco Maria Piave, ma anche<br />

per cogliere l’occasi<strong>on</strong>e di determinare un sistema produttivo<br />

nuovo: quello che avvicina il più possibile opere diverse.<br />

L’infittimento delle recite ci c<strong>on</strong>ferma l’indicazi<strong>on</strong>e<br />

della necessità di aumentare la produzi<strong>on</strong>e. E per la stagi<strong>on</strong>e<br />

prossima abbiamo determinato un incremento addirittura<br />

del cinquantadue per cento, forti anche di un repertorio<br />

costruito nel tempo. Fino a qualche anno fa si pensava<br />

che in ogni stagi<strong>on</strong>e si dovessero presentare solo nuove<br />

messinscene. Questo ha senz’altro prodotto scoperte meravigliose:<br />

penso alla Città morta di Korngold, alla prima italiana<br />

di Šárka di Janáček, tutti lavori che dobbiamo c<strong>on</strong>tinuare<br />

a programmare, c<strong>on</strong>tando però anche sempre su<br />

quei classici da ripetere durante ogni stagi<strong>on</strong>e. Il nuovo cartell<strong>on</strong>e,<br />

ad esempio, dai nove titoli del 2010 passa ai dodici<br />

della programmazi<strong>on</strong>e del 2011, quattro dei quali erano<br />

comunque già presenti nella precedente rassegna. La Fenice<br />

ha un’unica missi<strong>on</strong>e: quella di portare sulle sue poltr<strong>on</strong>e<br />

l’umanità. Per questo, se uno spettacolo suscita l’emozi<strong>on</strong>e<br />

del pubblico lo si deve poter ripetere, in maniera tale che<br />

lo possano vedere sempre più pers<strong>on</strong>e. E se è vero che così<br />

facendo ci si trasforma per qualche mese l’anno in quello<br />

che nel nord Europa volgarmente si dice «teatro di repertorio»,<br />

è vero anche che in nessuna recita scenderemo di qualità.<br />

Credo fortemente nell’aumento della produzi<strong>on</strong>e, basti<br />

pensare che fino agli anni cinquanta il teatro d’opera era<br />

focus <strong>on</strong><br />

il centro della città, aperto ogni sera e ogni sera esaurito. E<br />

in Europa e nel m<strong>on</strong>do ci s<strong>on</strong>o città in cui è ancora così.<br />

Fra la materia del teatro musicale e l’umanità c’è un cord<strong>on</strong>e<br />

ombelicale molto forte, che n<strong>on</strong> può essersi esaurito negli<br />

anni: è solo questi<strong>on</strong>e di organizzarsi, e vedo c<strong>on</strong> piacere,<br />

e una punta di orgoglio, che l’aumento della produzi<strong>on</strong>e<br />

viene assolutamente ripagato dal pubblico. I teatri n<strong>on</strong><br />

dev<strong>on</strong>o solo pensare a come sopravvivere, perché la musica<br />

n<strong>on</strong> è solo f<strong>on</strong>te di spese ma vera e propria risorsa. ◼<br />

Rigoletto sec<strong>on</strong>do Daniele Abbado (pagina a fr<strong>on</strong>te) e La traviata<br />

sec<strong>on</strong>do Robert Carsen (sopra) andate in scena in Fenice tra settembre e<br />

ottobre 2010 (foto di Michele Crosera).

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