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Focus on - Andrea Molino

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focus <strong>on</strong> — 9<br />

riguarda tutti. Però, e la novità è significativa per<br />

Ambrosini, Il Killer racc<strong>on</strong>ta anche una storia privata:<br />

ci s<strong>on</strong>o dei pers<strong>on</strong>aggi, nostri c<strong>on</strong>temporanei, che hanno<br />

un’età, un lavoro, un reddito, affetti, pulsi<strong>on</strong>i, delusi<strong>on</strong>i.<br />

C’è un marito, una moglie, un figlio che cresce e diventa<br />

avvocato difensore dei popoli in via di estinzi<strong>on</strong>e. C’è una<br />

stanza, una culla, un ufficio, mentre il tempo passa e incide<br />

nella vita della coppia, modificando le dinamiche affettive<br />

e di relazi<strong>on</strong>i. Perché lei fa più carriera di lui. E il Killer<br />

si c<strong>on</strong>cluderà, a sorpresa, come un thriller.<br />

«Io n<strong>on</strong> metto una parola in musica. Trasformo in musica<br />

la parola», diceva Luigi N<strong>on</strong>o a chi gli obiettava la n<strong>on</strong><br />

agevole comprensi<strong>on</strong>e delle parole dei suoi «libretti». A<br />

questo principio anche Ambrosini è sempre restato fedele:<br />

la narratività appartiene anzitutto alla musica. In numerose<br />

occasi<strong>on</strong>i, tuttavia, i suoi libretti preved<strong>on</strong>o la presenza<br />

di un attore, a cui affidare – come nelle Passi<strong>on</strong>i barocche<br />

– la funzi<strong>on</strong>e del Testo. È lui il nocchiero che rende comprensibile<br />

la vicenda, il suo intreccio, gli snodi di un mare<br />

di musica sempre generosa di colori, effetti, varietà dinamiche,<br />

esplicita teatralità, mai avara di su<strong>on</strong>i.<br />

Ma nel caso del Killer il canto si farà capire: la vicenda universale<br />

del «great vowel shift» si innesta in quella privatissima<br />

di una coppia, e il pubblico deve essere messo in grado<br />

di seguirle tutte e due. Un lavoro sugli intervalli e la<br />

scansi<strong>on</strong>e sillabica di alcune parti cantate, come un declamato,<br />

farà capire quello che dic<strong>on</strong>o. Almeno fino a quando<br />

il libretto parla italiano. Perché il Killer è un sentimentale,<br />

e oggi i sentimentali n<strong>on</strong> hanno troppi scatti in azienda:<br />

eccolo, come un maderniano Hyperi<strong>on</strong>, inattuale e mite,<br />

mandato a lavorare nella «stanza degli ultimi parlanti».<br />

La casa editrice da cui dipende lo ha messo lì, a registrare<br />

le lingue che si stanno estinguendo: l’ultimo parlante vecchio,<br />

l’ultimo parlante giovane, gli ultimi parlanti delle paludi,<br />

litoranei, rupestri. Un’umanità affidata al coro: Rami<br />

riu rotamiala beu, taimiro fulia, però … èLu, tó LiLo GLè, tiLe<br />

LòLi GLài, BLai?<br />

Ascolteremo f<strong>on</strong>emi che n<strong>on</strong> esist<strong>on</strong>o in alcuna lingua<br />

umana, nati nella bocca s<strong>on</strong>ora dell’autore, e la promessa<br />

«perfetta comprensibilità» sarà garantita dalle inflessi<strong>on</strong>i:<br />

una domanda, una perorazi<strong>on</strong>e, una risposta. Il t<strong>on</strong>o,<br />

cioè la musica.<br />

Fantascienza linguistica, come quella che vive nei Filò di<br />

<strong>Andrea</strong> Zanzotto e nelle liriche di Luigi Meneghello: due<br />

rilevanti e recenti tappe del percorso creativo di Ambrosini<br />

che, di quei testi poetici «riscritti» per piccolo coro,<br />

ha amato soprattutto la spettacolare invenzi<strong>on</strong>e semantica<br />

e f<strong>on</strong>etica. La resurrezi<strong>on</strong>e di parole dialettali sepolte<br />

dal tempo, il recupero di nenie e su<strong>on</strong>i dell’infanzia, il protag<strong>on</strong>ismo<br />

del su<strong>on</strong>o che dà senso. C<strong>on</strong>tro la lingua vivamorta,<br />

più morta che viva, più insensata che sensata, che<br />

focus <strong>on</strong><br />

costituisce oggi il lessico dominante.<br />

Anche quando racc<strong>on</strong>ta una storia di famiglia, Ambrosini<br />

n<strong>on</strong> rinuncia ad accarezzare le utopie e le memorie (le<br />

une e le altre c<strong>on</strong>viv<strong>on</strong>o in un nesso dialettico per lui insopprimibile)<br />

che c<strong>on</strong>notano il suo modo di abitare la musica<br />

del nostro tempo.<br />

E la vecchia domanda – prima la musica o le parole? –<br />

n<strong>on</strong> ha più senso, se le parole su<strong>on</strong>ano come musica. ◼<br />

Nella pagina a fr<strong>on</strong>te:<br />

Il canto della pelle – Sex Unlimited, 2005.<br />

Sopra, a sinistra: Claudio Ambrosini e Daniel Pennac<br />

(foto di Michele Crosera);<br />

a destra: Big Bang Circus, 2002.<br />

Nel t<strong>on</strong>do in cima alle pagine, Claudio Ambrosini<br />

ritratto da Diego Landi.

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