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<strong>Bilancio</strong> <strong>sociale</strong><br />
<strong>2006</strong><br />
L’impegno di ASSB per la qualità della vita per la Città di Bolzano
Il <strong>Bilancio</strong> <strong>sociale</strong> 2005 di ASSB<br />
si è aggiudicato i seguenti titoli:<br />
Finalista al Premio “Oscar di <strong>Bilancio</strong>” <strong>2006</strong> – nella categoria<br />
Organizzazioni Centrali e Territoriali delle Amministrazioni Pubbliche,<br />
organizzata da FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche<br />
Italiana.<br />
“Migliore prassi” alla 4° Conferenza sulla Qualità delle Amministrazioni<br />
Pubbliche organizzata dai Dipartimenti della Funzione<br />
Pubblica dei Paesi della Comunità Europea (Tampere – Finlandia<br />
– settembre <strong>2006</strong>).<br />
Servizi Certificati:<br />
• Sede Amministrativa<br />
• Ripartizione Case di Riposo<br />
• Servizio Asili Nido<br />
Copie disponibili presso:<br />
Azienda Servizi Sociali di Bolzano<br />
Uffi cio di Direzione<br />
Via Roma 100/a – Bolzano<br />
Tel. 0471 / 457766<br />
E-mail: urp@azienda<strong>sociale</strong>.bz.it<br />
Il <strong>Bilancio</strong> Sociale <strong>2006</strong><br />
è scaricabile dal sito:<br />
www.azienda<strong>sociale</strong>.bz.it<br />
Documento a cura di<br />
Azienda Servizi Sociali di Bolzano<br />
Elaborazione a cura di<br />
Uffi cio di Direzione<br />
Direttrice d’uffi cio<br />
Alessandra Belvisi<br />
Raccolta, immissione e analisi dati<br />
Beatrix Schatzer<br />
Elisa Sperduti<br />
Edizione<br />
Giugno 2007<br />
Layout<br />
DOC - BZ<br />
Si ringraziano i collaboratori interni ed esterni all’Azienda che hanno contribuito alla stesura di questo <strong>Bilancio</strong> <strong>sociale</strong>.
<strong>Bilancio</strong> <strong>sociale</strong><br />
Il profi lo aziendale 1.1<br />
<strong>2006</strong><br />
Il contributo di ASSB per la qualità della vita della Città di Bolzano
Intervista al Direttore<br />
a cura di Fernanda Scarmagnan<br />
D: Direttore, a cosa serve un bilancio <strong>sociale</strong>?<br />
R: Non dimentichiamoci che “il <strong>sociale</strong> è gente”, gente che costituisce comunità, comunità che va osservata e<br />
sui cui bisogni è necessario interrogarsi. Il lavoro <strong>sociale</strong> però risucchia quotidianamente energia, non consente<br />
di pensare momento per momento, bensì richiede azione che risponda all’urgenza, un’azione, comunque, che<br />
si basa chiaramente su valori e strategie note nonché condivise tra gli operatori. Una volta all’anno però serve<br />
uno strumento che ci faccia fermare a rifl ettere: il bilancio <strong>sociale</strong> è un documento di valutazione, di analisi che<br />
permette ai dirigenti dell’ASSB, ai politici collegati e ai tecnici – professionisti interni o del terzo settore – e ad<br />
altri interessati, di verifi care l’andamento delle attività, di controllare l’effi cacia delle risposte date dai servizi ai<br />
bisogni delle persone. Il tutto con l’obiettivo di migliorare gli interventi futuri. Il bilancio <strong>sociale</strong>, inoltre, obbliga<br />
a rifl ettere sul fatto non sul prefi gurato, ossia su ciò che è realmente accaduto, non su quello che ci eravamo<br />
immaginati. In tal modo consente di essere sempre collegati al mutare delle esigenze delle persone.<br />
D: Come può essere utilizzato questo <strong>Bilancio</strong>?<br />
R: Il bilancio <strong>sociale</strong> è un documento tecnico. Questo strumento così come confezionato non è adatto al cittadino;<br />
per essere adatto al cittadino esso va rivisitato nel linguaggio e ha bisogno di essere proposto attraverso<br />
mediatori che sappiano cogliere il signifi cato e presentarlo adeguatamente. Ciò avverrà per esempio attraverso<br />
il notiziario del Comune di Bolzano (Bolzano notizie) che tratterà ad ogni uscita singoli argomenti. In questa<br />
versione serve a chi nel <strong>sociale</strong> opera o fa ricerca; offre vari livelli di lettura e di approfondimento a seconda<br />
dell’interesse che si ha. Va utilizzato in primis dal Comune di Bolzano e dalla direzione dell’ASSB per fare strategie<br />
complessive, ma anche da tutti coloro che lavorano sui metodi o modelli di intervento o danno risposte<br />
specifi che alle persone.<br />
D: L’Azienda ha spesso trasformato negli anni la propria organizzazione. Da questo bilancio <strong>sociale</strong> emerge una<br />
società in trasformazione, con nuove presenze e nuovi bisogni. Attualmente l’organizzazione risponde a questi<br />
nuovi bisogni?<br />
R: Fino ad ora ha saputo farlo e ci riuscirà ancora, purché sia in grado di mantenere un processo vitale di cambiamento.<br />
L’azienda è un ente che gestisce servizi che sono per la gente e questi devono modifi care la propria<br />
organizzazione in funzione delle nuove esigenze delle persone e del territorio. Ciò è avvenuto ad esempio,<br />
dopo un periodo di osservazione, con l’istituzione di referenti per area che operano in modo sovradistrettuale<br />
per tutta la città, scavalcando quindi l’organizzazione distrettuale a favore di una visione complessiva sull’intera<br />
città. In questo modo abbiamo alzato il livello di specializzazione pur mantenendo una visione di insieme delle<br />
problematiche sociali. La strategia e la vera sfi da è conciliare il particolare delle problematiche con la generalità<br />
del territorio.<br />
D: Dai dati emerge che già ora sono oltre 1000 le persone che servono a far funzionare i servizi garantiti dall’AS-<br />
SB. Viste le prospettive di apertura o di potenziamento dei servizi, questa Azienda inizia a diventare veramente<br />
molto grande. Sarà sostenibile per il futuro o ci sono modelli alternativi?<br />
R: Il problema della sostenibilità è un problema che deve essere presente non solo sul piano tecnico ma anche<br />
su quello politico. Bisognerà rifl ettere e interrogarsi su fi no a che punto deve arrivare l’Azienda nella gestione in<br />
forma diretta dei servizi o dove invece devono subentrare diverse forme organizzative per fare fronte a sempre<br />
nuovi bisogni.<br />
Il Direttore<br />
Dott. Bruno Marcato<br />
Maggio 2007
Note dell’Assessore<br />
D: Assessore, come utilizza il bilancio <strong>sociale</strong> dell’Azienda Servizi Sociali nell’espletamento del suo mandato<br />
politico?<br />
Il bilancio <strong>sociale</strong> dell’ASSB mi accompagna quotidianamente nel mio lavoro, sta sempre sulla mia scrivania e<br />
alla scadenza dell’anno la sua pubblicazione è sgualcita, sottolineata e consumata.<br />
Il bilancio <strong>sociale</strong> lo “uso” in quanto mi offre la possibilità di “ascoltare” la nostra comunità attraverso il fi ltro dei<br />
servizi sociali che il Comune eroga tramite l’Azienda Servizi Sociali.<br />
Accanto ai dati economico-patrimoniali è per me, inoltre, di fondamentale importanza poter disporre di uno strumento<br />
che mi aiuti a valutare l’effi cacia dei risultati sociali ottenuti attraverso l’erogazione di prestazioni e servizi<br />
che nel bilancio <strong>sociale</strong> trovano una puntuale e trasparente descrizione.<br />
Il bilancio <strong>sociale</strong> mi presenta però, non solo un quadro sulla popolazione benefi ciaria diretta del lavoro di un<br />
anno dell’Azienda, ma anche su un’altra componente della nostra comunità molto importante per tutti noi, che<br />
è costituita da quanti nell’ASSB lavorano e da quanti organizzati in associazione, in cooperativa, in fondazione o<br />
in impresa, in sinergia con essa, costituiscono il sistema dei servizi sociali di Bolzano. Essere interlocutrice delle<br />
operatrici e degli operatori sociali lo considero parte integrante del mio mandato politico.<br />
E non ultimo il bilancio <strong>sociale</strong> mi consente di meglio comprendere la soddisfazione dell’utente e la percezione<br />
che ha del nostro agire e di misurare lo stato delle relazioni con i molteplici portatori di interesse e partner dell’Azienda,<br />
e quindi del Comune di Bolzano.<br />
Il profi lo aziendale 1.1<br />
D: Nel percorso annuale di programmazione da parte del Comune di Bolzano e di valutazione dei risultati ottenuti<br />
dall’Azienda Servizi Sociali come si colloca lo strumento del bilancio <strong>sociale</strong>?<br />
Il bilancio <strong>sociale</strong> è l’espressione della fase conclusiva del ciclo di programmazione e controllo che l’ASSB ha<br />
adottato ormai da cinque anni e che di anno in anno va perfezionando. La prima fase è quella della programmazione:<br />
il Comune di Bolzano – che è l’ente “proprietario” dell’Azienda Servizi Sociali – defi nisce annualmente<br />
le linee guida politiche, utilizzando come fonti il piano <strong>sociale</strong> provinciale, il piano per la qualità della vita ed il<br />
piano di sviluppo strategico della città. Ad esplicitazione di queste, o in aggiunta, la direzione aziendale elabora<br />
le linee guida strategiche aziendali. Sulla base di tali indicazioni programmatiche, i dirigenti dell’ASSB elaborano<br />
gli obiettivi operativi e di gestione annuali che confl uiscono nel contratto di servizio che entro la fi ne dell’anno<br />
sancisce il patto tra il Comune, che assicura all’Azienda per perseguire i risultati pattuiti le necessarie risorse<br />
umane, strumentali ed economiche. Il bilancio <strong>sociale</strong>, unitamente al bilancio economico patrimoniale rappresenta<br />
il consuntivo di un anno di lavoro e rilancia, potendo contare su aggiornati presupposti informativi, l’attività<br />
programmatoria propria del Comune di Bolzano.<br />
L’Assessora alle Politiche Sociali<br />
e alle Pari Opportunità<br />
Patrizia Trincanato<br />
Maggio 2007
Sezioni<br />
Il <strong>Bilancio</strong> <strong>sociale</strong> <strong>2006</strong> dell’Azienda Servizi Sociali di Bolzano è articolato in<br />
tre sezioni a loro volta suddivise in capitoli:<br />
La prima sezione descrive il profi lo di ASSB, la sua missione e i principi in base<br />
ai quali opera; dà conto degli obiettivi strategici e dei progetti particolarmente<br />
signifi cativi nel settore dell’organizzazione e dello sviluppo dei servizi; tratta<br />
delle risorse umane e strumentali di ASSB con uno spazio dedicato al rapporto<br />
con il Terzo Settore.<br />
La seconda sezione è dedicata ai servizi sociali, con dati sull’utenza e sulle<br />
prestazioni suddivisi per aree di intervento (servizi per minori e famiglie, servizi<br />
per anziani, servizi per persone con disabilità e disagio psichico, servizi per<br />
persone in condizione di disagio <strong>sociale</strong>).<br />
La terza sezione riassume in tabelle gli indicatori principali del settore amministrativo<br />
e <strong>sociale</strong> (con una serie storica di dati) e dà conto, infi ne, dei costi<br />
diretti di gestione.
l’Azienda Servizi Sociali<br />
di Bolzano<br />
Profi lo aziendale<br />
La Governance<br />
1<br />
Il profi lo aziendale 1.1<br />
I servizi sociali dell’Azienda<br />
Utenti<br />
Prestazioni<br />
Progetti<br />
2<br />
Indicatori e costi<br />
indicatori d’attività e di impatto <strong>sociale</strong><br />
costi diretti di gestione<br />
€<br />
3
Indice<br />
L’Azienda Servizi Sociali di Bolzano 1<br />
1.1 Il profilo di ASSB<br />
Mission, principi guida, visione e strategie dell’Azienda<br />
La governance aziendale<br />
Il rapporto tra ASSB e Comune di Bolzano<br />
Le linee guida politiche per il <strong>2006</strong><br />
Linee guida gestionali e operative per l’anno <strong>2006</strong><br />
1.2 La governance di ASSB - La responsabilità <strong>sociale</strong> di ASSB<br />
Verso il personale aziendale<br />
Verso i partners aziendali<br />
Verso la comunità locale e il territorio<br />
Verso l’ambiente<br />
1.3 La governance di ASSB - Il risk management<br />
Prevenzione e protezione dei lavoratori nei luoghi di lavoro<br />
La conservazione del patrimonio aziendale<br />
La tutela assicurativa<br />
La tutela giuridica e amministrativa delle attività aziendali<br />
Il controllo delle autocertifi cazioni<br />
Il recupero dei crediti<br />
Il rischio assistenziale e socio-pedagogico<br />
1.4 La governance di ASSB - La programmazione e il controllo dei servizi<br />
Il sistema di programmazione e controllo<br />
Gli obiettivi strategici di organizzazione e sviluppo del <strong>2006</strong><br />
1.5 La governance di ASSB - La qualità aziendale<br />
Il sistema EFQM<br />
Il Sistema Gestione Qualità aziendale<br />
Gli impegni di miglioramento qualitativo per il 2007<br />
La sostenibilità della Qualità<br />
1.6 La governance di ASSB - La dirigenza aziendale<br />
La composizione della dirigenza<br />
Le competenze e i risultati ottenuti<br />
Il sistema di valutazione<br />
Il sense making<br />
1.7 La governance di ASSB - La riclassificazione dei costi al valore aggiunto<br />
Il valore per i lavoratori<br />
Il valore per i gestori dei servizi sociali<br />
Il valore per i fornitori<br />
1<br />
3<br />
4<br />
6<br />
7<br />
7<br />
8<br />
9<br />
22<br />
32<br />
33<br />
35<br />
35<br />
38<br />
39<br />
43<br />
46<br />
47<br />
48<br />
49<br />
49<br />
50<br />
53<br />
53<br />
54<br />
56<br />
57<br />
58<br />
58<br />
58<br />
59<br />
60<br />
61<br />
61<br />
62<br />
63<br />
I servizi sociali dell’Azienda 2<br />
2.1 L’accesso ai servizi<br />
I distretti sociali<br />
La presa in carico e la dimissione dal servizio<br />
2.2 Persone a rischio di difficoltà economica o povere<br />
Assistenza economica-<strong>sociale</strong><br />
Intervista a Horst Gasser<br />
Intervista a Viviana Francescatti<br />
Intervista a Manuela Gotto<br />
Costi per l’ Assistenza Economica Sociale - <strong>2006</strong><br />
2.3 Prima infanzia<br />
Intervista a Roberta Passoni<br />
Intervista a Licia Manzardo<br />
Asili nido<br />
Costi diretti e fonti di fi nanziamento - <strong>2006</strong><br />
2.4 Minori<br />
Servizio sociopedagogico<br />
Intervista a Fabiola Petilli<br />
Integrazione <strong>sociale</strong> di minori nomadi e stranieri<br />
Intervista a Nicoletta Mennei<br />
67<br />
67<br />
68<br />
70<br />
70<br />
73<br />
74<br />
76<br />
77<br />
79<br />
80<br />
81<br />
82<br />
84<br />
85<br />
85<br />
91<br />
94<br />
95
Educativa domiciliare<br />
Intervista a Sonia Polla<br />
Affi damento familiare<br />
Costi diretti e fonti di fi nanziamento<br />
2.5 Adulti<br />
Servizio sociopedagogico<br />
Consultori familiari<br />
Intervista a Francesca Braito<br />
Sportello Nissà - Care<br />
Help for Job<br />
Intervista a Sandro Fanelli<br />
Dipendenze<br />
Intervista a Michela Trentini<br />
Donne in stato di violenza<br />
Intervista a Sabrina Di Blasi<br />
Intervista a Silke Pfi tscher<br />
Costi diretti e fonti di fi nanziamento - <strong>2006</strong><br />
2.6 Anziani<br />
Servizio sociopedagogico<br />
Servizio di Emergenza Anziani<br />
Servizio di Assistenza Domiciliare<br />
Intervista a Mauro Trincanato<br />
Servizio mensa<br />
Soggiorni climatici per persone parzialmente o non autosuffi cienti<br />
Centri di assistenza diurna<br />
Intervista a Paolo Zenatti<br />
Strutture residenziali per anziani<br />
La qualità assistenziale<br />
Intervista a Carlo Alberto Librera<br />
Costi diretti e fonti di fi nanziamento <strong>2006</strong><br />
2.7 Persone in situazione di handicap e disagio psichico<br />
Servizi e strutture per persone in situazione di handicap<br />
Intervista a Loredana Zanella<br />
Intervista a Gertrud Calenzani<br />
Servizi e strutture per persone in situazione di disagio psichico<br />
Intervista a Reinhard Prossliner<br />
Servizio di Assistenza al Posto di Lavoro<br />
Costi diretti e fonti di fi nanziamento - <strong>2006</strong><br />
2.8. Inclusione <strong>sociale</strong><br />
Intervista ad Alberto Conci<br />
Persone e famiglie senza dimora<br />
Intervista a Gemma Slanzi<br />
Intervista a Heiner Schweigkofl er<br />
Persone Sinte e Rom<br />
Costi diretti e fonti di fi nanziamento - <strong>2006</strong><br />
96<br />
96<br />
97<br />
98<br />
99<br />
99<br />
102<br />
104<br />
106<br />
107<br />
111<br />
113<br />
116<br />
117<br />
119<br />
120<br />
121<br />
122<br />
122<br />
125<br />
125<br />
128<br />
129<br />
129<br />
130<br />
131<br />
131<br />
134<br />
135<br />
137<br />
138<br />
138<br />
142<br />
143<br />
143<br />
144<br />
147<br />
149<br />
152<br />
153<br />
153<br />
154<br />
160<br />
161<br />
166<br />
Indicatori e costi 3<br />
3.1 Indicatori nel settore amministrativo e <strong>sociale</strong><br />
Indicatori di base nel settore amministrativo - <strong>2006</strong><br />
Indicatori di base nel settore <strong>sociale</strong> - <strong>2006</strong><br />
Indicatori storici generali di riferimento - 2001 - <strong>2006</strong><br />
3.2 Costi diretti di gestione e fonti di finanziamento<br />
I costi diretti di gestione dell’anno <strong>2006</strong><br />
Le fonti di fi nanziamento dell’anno <strong>2006</strong><br />
Costi medi giornalieri - <strong>2006</strong><br />
Investimenti per area - <strong>2006</strong><br />
Situazione patrimoniale dell’Azienda - <strong>2006</strong><br />
171<br />
172<br />
179<br />
185<br />
191<br />
191<br />
193<br />
194<br />
195<br />
196<br />
Postfazione del Direttore 199<br />
Note metodologiche 200<br />
Fonti informative 203
l’Azienda Servizi<br />
1<br />
Sociali di Bolzano<br />
1
Il profi lo di ASSB1.1<br />
Mission, principi guida, visione e strategie dell’Azienda<br />
La mission di ASSB affonda le proprie radici nello Statuto aziendale, adottato nell’autunno<br />
del 1998 dal Consiglio comunale. Pur mantenuta immutata nei principi di fondo, essa è stata<br />
rivista nel corso degli anni per adattarla alla realtà <strong>sociale</strong> in cui ASSB opera.<br />
L’Azienda Servizi Sociali di Bolzano su incarico del Comune di Bolzano ha il compito di<br />
attivare e regolare le risorse del territorio anche attraverso la gestione di servizi socio<br />
assistenziali.<br />
L’ASSB attribuisce valore alla prevenzione, attuando azioni anticipatorie nei confronti dei<br />
fenomeni del disagio.<br />
Il profi lo di aziendale ASSB 1.1<br />
Opera un’analisi continua del bisogno secondo il principio di sussidiarietà, prefi ggendosi<br />
un rapporto partecipato con la comunità sulla base di una responsabilità <strong>sociale</strong> condivisa.<br />
Rendiconta socialmente i propri comportamenti e gli impatti attinenti alle proprie scelte<br />
e al proprio agire.<br />
I principi che guidano l’ASSB nella propria condotta quotidiana derivano anch’essi dallo Statuto<br />
e si riferiscono all’affi dabilità, alla centralità del cittadino, all’effi cacia, alla fl essibilità e alla<br />
trasparenza dell’azione.<br />
La visione che l’ASSB ha di sé per i prossimi anni, il cosa vuole diventare e in che modo, è<br />
contenuta nel Piano degli orientamenti strategici <strong>2006</strong>-2008, un documento aziendale disponibile<br />
sul proprio sito internet e quindi a disposizione di chiunque abbia interesse. Esso<br />
è più di una dichiarazione di intenti: è una presa di posizione chiara dell’ASSB rispetto a<br />
tematiche, quali le risorse umane, l’organizzazione, i processi decisionali e comunicativi, le<br />
fi nanze e l’ambito specialistico-culturale.<br />
Nel corso del 2007 sarà effettuata una verifi ca del Piano degli orientamenti strategici e delle<br />
azioni in esso previste, per valutare quanto è già stato realizzato e accertare l’attualità e la<br />
realizzabilità di quanto ancora va realizzato.<br />
3
La governance aziendale<br />
All’interno di un’azienda si defi n isce Governance quell’insieme di processi, regole, abitudini,<br />
strumenti, che infl uenzano le modalità con cui l’azienda è amministrata e controllata. La Governance<br />
include anche le relazioni tra i vari soggetti coinvolti nella gestione aziendale (enti<br />
proprietari, dirigenti, personale, ecc. ) e gli obiettivi per cui l’azienda opera. La Governance<br />
è quindi un’insieme di regole e risorse che presiedono ad un corretto ed effi ciente governo<br />
aziendale, inteso come sistema di compensazione tra i vari interessi che ruotano intorno<br />
all’azienda stessa.<br />
Gli elementi che costituiscono la Governance sono quindi tradizionalmente:<br />
• i processi e i sistemi che hanno a che fare con i meccanismi dell’autorità e della delega,<br />
• la fi ssazione degli obiettivi e la misurazione dei risultati,<br />
• i sistemi di reporting,<br />
• la gestione dei rischi,<br />
• la contabilità.<br />
Coloro che vi prendono parte, o vi hanno interesse, o ne percepiscono gli effetti, sono:<br />
• i proprietari,<br />
• gli amministratori,<br />
• i dirigenti,<br />
• il personale,<br />
• i fornitori ,<br />
• le organizzazioni sindacali,<br />
• l’ambiente,<br />
• la comunità tutta.<br />
Tutte le parti coinvolte nella Governance di un’azienda hanno un interesse diretto<br />
o indiretto nei risultati conseguiti dall’azienda stessa. Dirigenti e dipendenti ricevono<br />
stipendi e premi, i clienti/utenti ricevono beni o servizi, i fornitori ricevono<br />
compensi per i beni o servizi resi. In cambio, questi singoli individui apportano<br />
valore in forma di capitale naturale, umano e <strong>sociale</strong>.<br />
Elementi della Governance dell’ASSB sono:<br />
• la responsabilità <strong>sociale</strong>, perché l’ASSB “movimenta” un rilevante numero di risorse<br />
umane e fi nanziarie che hanno un conseguente impatto sulla collettività locale. E’ quindi<br />
necessario tenere sotto controllo tale impatto e orientarlo in base a principi etici dichiarati<br />
e riconosciuti dai collaboratori aziendali e da chi opera con l’ASSB;<br />
• il risk management, perché è necessario presidiare i rischi lavorativi che inevitabilmente<br />
sussistono, essere in grado di prevenirli ed eventualmente di porre in essere interventi correttivi.<br />
Ciò per dare sicurezza e garanzia di qualità a chi opera in ASSB e a chi fruisce dei<br />
servizi aziendali;<br />
• la programmazione e il controllo dei servizi: perché è necessario raccordare la pianifi<br />
cazione aziendale con la pianifi cazione strategica di altri enti locali, quali il Comune e la<br />
Provincia, per non “navigare a vista”, ma per basare le scelte su valutazioni circostanziate,<br />
4
l’Azienda<br />
1.1 Il profilo di ASSB<br />
orientando tutta l’ASSB verso scopi condivisi e noti; perché è necessario valutare il proprio<br />
operato e riprogrammarlo in base ai risultati conseguiti;<br />
• la qualità: perché stabilire livelli di qualità e procedure standard per il loro raggiungimento<br />
e mantenimento dà certezze ad operatori e utenti e stimola al miglioramento continuo delle<br />
prestazioni e al confronto costruttivo con altre realtà;<br />
• la dirigenza: perché la chiarezza di ruoli e responsabilità, e l’esercizio di questi con abilità<br />
e conoscenze allineate con i valori aziendali, sono fondamentali per l’ASSB;<br />
• la riclassificazione dei costi al valore aggiunto: perché quello tra l’ASSB e chi opera<br />
con essa e per essa è uno scambio di valori che merita di essere valorizzato e considerato<br />
nelle proprie scelte di fondo.<br />
GLI ELEMENTI DELLA GOVERNANCE DI ASSB GUIDANO<br />
LA COSTRUZIONE DEL CAPITOLO 1 DI QUESTO BILANCIO SOCIALE.<br />
Fig 1. - schema di Governance<br />
DIRIGENZA<br />
Il profi lo di ASSB 1.1<br />
comunità locale<br />
RESPONSABILITÀ<br />
SOCIALE<br />
sindacati<br />
altri enti<br />
partners<br />
dipendenti<br />
utenti<br />
Mission<br />
di ASSB<br />
familiari<br />
Comune di Bolzano<br />
fornitori<br />
RISK<br />
MANAGEMENT<br />
ambiente<br />
Provincia di Bolzano<br />
QUALITÀ<br />
gruppi di interesse<br />
PROGRAMMAZIONE<br />
E CONTROLLO<br />
VALORE<br />
AGGIUNTO<br />
5
Il rapporto tra ASSB e Comune di Bolzano<br />
L’A zienda Servizi Sociali di Bolzano è un ente strumentale del Comune di Bolzano. Tale strumentalità<br />
deriva dalla delega da parte del Comune della quasi totalità delle proprie competenze<br />
sociali all’ASSB e si concretizza nel sistema di programmazione e controllo da un lato,<br />
e nel sistema di fi nanziamento dall’altro.<br />
Il sistema di programmazione e controllo aziendale (per maggiori approfondimenti vd. cap.<br />
1.4) ha ciclicità annuale e discende dagli strumenti di pianifi cazione strategica pluriennale del<br />
Comune e dalle linee guida politiche annuali. E’ sulla base di tali indirizzi che l’ente strumentale<br />
ASSB programma la propria attività annuale, contribuendo così attivamente, insieme ad<br />
altri soggetti pubblici e privati, alla realizzazione delle politiche per lo sviluppo della città.<br />
Il sistema di fi nanziamento prevede che a fronte dell’attività programmata dell’ASSB il Comune<br />
si impegni ad erogare, a cadenze prestabilite, l’importo corrispondente al volume<br />
complessivo di spesa per l’erogazione dei servizi. Il Comune assolve così il ruolo di interlocutore<br />
unico per i fi nanziamenti di ASSB, anche qualora la fonte originaria del fi nanziamento<br />
sia la Provincia Autonoma di Bolzano, come avviene per alcuni dei servizi gestititi da ASSB.<br />
L’ASSB introita direttamente fi nanziamenti da soggetti diversi dal Comune di Bolzano solo<br />
qualora si tratti di fi nanziamenti ad hoc per progetti speciali o pilota.<br />
Le regole di questi sistemi sono contenute in una serie di documenti che disciplinano quindi<br />
il rapporto tra le due amministrazioni. Tali documenti, disponibili sul sito internet aziendale,<br />
sono:<br />
• l’Accordo Quadro, approvato nel 1999, che disciplina i rapporti di natura fi nanziaria, patrimoniale<br />
e informativa tra ASSB e Comune;<br />
• il Contratto di servizio, approvato annualmente dalla Giunta comunale, che defi nisce gli obiettivi<br />
annuali di ASSB e le relative risorse fi nanziarie che il Comune mette a disposizione.<br />
In base all’esperienza e agli sviluppi istituzionali e politici che sono collegati all’agire dell’Azienda,<br />
si ritiene che sia necessario una nuova rifl essione sul rapporto tra Comune e<br />
ASSB, anche in virtù della doppia natura della stessa, visto che è assunta dell’onere di gestire<br />
servizi di materia delegata al Comune da parte della Provincia e di conseguenza all’ASSB,<br />
ma contemporaneamente gestisce servizi di diretta competenza comunale. Si ritiene, in considerazione<br />
dei cambiamenti Provinciali e Comunali, che il sistema dei rapporti tra Comune<br />
e ASSB debba essere aggiornato anche in virtù dei nuovi sistemi di gestione che entrambi<br />
gli enti sviluppano e che a volte non trovano sinergie, della “dipendenza” economica dalla<br />
Provincia che in qualche maniera infi cia il Contratto di Servizio e lo rende nullo nella sua applicabilità,<br />
e del bisogno di individuare forme più operative di controllo che il Comune esegue<br />
sull’ASSB rispetto ad obiettivi, ma anche ad altre responsabilità che vi ricadono.<br />
6
l’Azienda<br />
1.1 Il profilo di ASSB<br />
Le linee guida politiche per il <strong>2006</strong><br />
La programmazione annuale di ASSB inizia nella primavera/estate dell’anno precedente<br />
a quello da programmare e normalmente ha come input le linee di azione contenuto nel<br />
documento di pianifi cazione triennale (Piano Sociale per la Qualità della Vita) approvato dal<br />
consiglio comunale e le linee guida politiche dell’assessore alla politiche sociali in carica.<br />
ASSB ha iniziato la programmazione delle attività dell’anno <strong>2006</strong> nella tarda primavera del<br />
2005. La città in quel periodo viveva un periodo di vacatio politica in attesa della formazione<br />
della nuova giunta comunale. Ciò ha comportato che l’unica linea guida ricevuta dall’ASSB è<br />
stata l’indicazione dell’assessore allora uscente di seguire gli orientamenti del vigente Piano<br />
Sociale per la Qualità della Vita. L’input che ASSB ha seguito quale orientamento per il <strong>2006</strong><br />
è quindi consistito nel Piano Sociale per la Qualità della Vita della città di Bolzano e non anche<br />
nelle linee guida annuali.<br />
Linee guida gestionali e operative per l’anno <strong>2006</strong><br />
1.1<br />
Il profi lo di ASSB<br />
Agli orientamenti del Piano Sociale per la Qualità della Vita il direttore generale di ASSB ha<br />
aggiunto alcuni elementi di tipo gestionale e operativo che hanno guidato l’Azienda nella<br />
programmazione dell’anno <strong>2006</strong>. Tali elementi riguardavano:<br />
1<br />
l’applicazione nella pratica quotidiana dei valori aziendali esplicitati nello<br />
Statuto;<br />
2<br />
l’orientamento agli stakeholders interni ed esterni nella costruzione di pratiche<br />
quotidiane;<br />
3<br />
il potenziamento delle conoscenze specialistiche in materia <strong>sociale</strong>, attraverso<br />
strumenti di studio, ricerca, pianifi cazione (es: piani di settore);<br />
4<br />
l’innovazione nella creazione e modalità di gestione dei servizi, attraverso<br />
l’analisi della propria e dell’altrui esperienza, la ricerca, il confronto anche<br />
sui contenuti con altre realtà.<br />
7
La responsabilità <strong>sociale</strong>1.2<br />
Per l’Azienda<br />
Servizi Sociali di Bolzano adottare una visione socialmente responsabile vuol dire operare<br />
delle scelte che vanno oltre la propria attività di gestione dei servizi sociali e che hanno un<br />
impatto su tutta la cittadinanza in termini di benessere, di salute e di comportamento etico<br />
e responsabile, di rispetto dell’ambiente. Questo atteggiamento implica che si tenga conto<br />
delle ricadute del proprio comportamento nei rapporti con il personale interno, con gli utenti,<br />
gli appartenenti alla comunità locale, i partners, le istituzioni e tutta la cittadinanza.<br />
La Responsabilità Sociale di Impresa è un principio che guida l’Azienda Servizi<br />
Sociali di Bolzano nelle sue scelte e che la porta, al di là dei doveri amministrativi,<br />
normativi e deontologici, a cercare di darsi un senso rispetto al suo “esistere” e<br />
al suo ”divenire” in rapporto al contesto <strong>sociale</strong>, culturale, ambientale in cui è inserita,<br />
perché consapevole del suo impatto sui soggetti con cui entra in rapporto<br />
(cittadini e dipendenti), ma anche sul contesto <strong>sociale</strong> dentro cui ogni persona è<br />
inserita (relazionale, istituzionale, ambientale, culturale).<br />
Per ASSB la Responsabilità va assunta verso:<br />
• il personale che opera in Azienda e per l’Azienda;<br />
• i partners dell’Azienda, quali il Terzo Settore, i fornitori, i sindacati, gli altri enti pubblici;<br />
• la comunità locale e il territorio;<br />
• l’ambiente.<br />
Tutto ciò perché discutere di Responsabilità Sociale signifi ca, rifl ettere su chi siamo, su come<br />
interpretiamo il nostro mandato e di conseguenza sull’impatto che le nostre scelte gestionali<br />
e comunicative hanno sulla comunità locale.<br />
8
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> di ASSB verso il personale aziendale<br />
ASSB gestisce i propri servizi sociali direttamente, ossia con personale alle proprie dipendenze<br />
dirette, o attraverso Terzi, ossia attraverso organizzazioni profi t o non profi t con cui<br />
l’Azienda stipula contratti o convezioni. Complessivamente nei servizi aziendali operano più<br />
di 1000 persone, che con le loro famiglie, vivono stabilmente nella comunità locale. Oltre a<br />
questo personale “gravitano” intorno all’ASSB altre persone, dipendenti dei fornitori di beni e<br />
servizi che intrattengono rapporti con ASSB: personale delle imprese che effettuano manutenzioni,<br />
pulizie, servizi ausiliari di vario genere. L’impatto che l’ASSB ha sulla comunità locale<br />
è quindi di estremo rilievo e per questo ASSB ha una grande responsabilità nei confronti dei<br />
propri lavoratori.<br />
Considerando il solo personale addetto ai servizi sociali**,<br />
la situazione al 31.12.<strong>2006</strong> era la seguente:<br />
• personale dipendente dall’Azienda:<br />
722,7 (n. operatori equivalenti effettivi*)<br />
• personale nei servizi sociali in appalto o in convenzione:<br />
200,8 (n. operatori equivalenti effettivi*)<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Fig. 2 - Il personale dell’Azienda - <strong>2006</strong><br />
Personale in appalto<br />
o in convenzione 22%<br />
Personale dipendente 78%<br />
*operatori equivalenti effettivi: cfr. spiegazione pagina successiva<br />
** esclusi quindi i fornitori di servizi ausiliari, quindi non sociali, quali in particolare servizi di manutenzione<br />
e pulizia.<br />
9
Considerando il personale alle dirette dipendenze di ASSB, le strutture aziendali impiegavano<br />
a fi ne <strong>2006</strong> complessivamente 870 dipendenti. Dal momento che molti operatori lavorano<br />
part-time, è opportuno fare riferimento alle unità di personale equivalente a tempo pieno (38<br />
ore settimanali), il cui totale, a fi ne <strong>2006</strong>, è pari a 783 (nel 2005: 769). Escludendo ulteriormente<br />
le persone assenti dal lavoro per lunghi periodi di tempo ( maternità), pari al 7,71%, si<br />
arriva a 722,7 operatori equivalenti effettivamente in servizio al 31.12.<strong>2006</strong>.<br />
Fig.3 - Dotazione di personale (dipendente) dell’ASSB - <strong>2006</strong><br />
Profilo professionale<br />
Avvocato<br />
Funzionario in scienze sociali<br />
Funzionario amministrativo<br />
Assistente <strong>sociale</strong><br />
Direttore socio-ass. casa di riposo<br />
Infermiere professionale<br />
Logopedista<br />
Educatore professionale<br />
Educatore <strong>sociale</strong> e d’istituto<br />
Educ. per sogg. port. hand.<br />
Tecnico dei servizi sociali<br />
Istitutore per sogg. port. hand.<br />
Educ. per sogg. port. hand.<br />
Programmatore CED<br />
Assistente tecnico/geom.<br />
Assistente amministrativo<br />
Assistente geriatrico ed ass.<br />
Animatore<br />
Assistente per sogg. con hand.<br />
Assistente all’infanzia<br />
Operatore socio assistenziale<br />
Operaio altamente specializzato<br />
Operatore amministrativo<br />
Coadiutore<br />
Ausiliario socio-assistenziale<br />
Operatore socio sanitario<br />
Cuoco specializzato<br />
Operaio specializzato<br />
Autista<br />
Cuoco qualifi cato<br />
Operaio qualifi cato<br />
Usciere<br />
Custode/portiere<br />
Co.Co.Co.<br />
qualif.<br />
Unità di personale<br />
uomini donne totali<br />
9° q.f. 1 1 2<br />
8° q.f. 2 5 7<br />
8° q.f. 8 10 18<br />
7° q.f. 1 34 35<br />
7° q.f. 1 1<br />
7° q.f. 1 5 6<br />
7° q.f. 3 3<br />
7° q.f. 1 11 12<br />
7° q.f. 1 1<br />
7° q.f. 10 17 27<br />
6° q.f. 1 3 4<br />
6° q.f. 2 2<br />
6° q.f. 1 1 2<br />
6° q.f. 2 2<br />
6° q.f. 3 3<br />
6° q.f. 15 50 65<br />
5° q.f. 13 77 90<br />
5° q.f. 2 2<br />
5° q.f. 33 82 115<br />
5° q.f. 85 85<br />
5° q.f. 13 29 42<br />
5° q.f. 1 1<br />
5° q.f. 3 35 38<br />
4° q.f. 2 2<br />
4° q.f. 8 106 114<br />
4° q.f. 33 126 159<br />
4° q.f. 6 4 10<br />
4° q.f. 6 1 7<br />
4° q.f. 3 3<br />
3° q.f. 1 1 2<br />
3° q.f. 3 3<br />
2° q.f. 5 5<br />
2° q.f. 1 1<br />
1 1<br />
operatori<br />
equiv.<br />
operatori<br />
equiv. effettivi<br />
2 2<br />
7 7<br />
17,5 17,5<br />
31,5 28<br />
1 1<br />
6 6<br />
2,5 2,5<br />
12 111<br />
0,75 0,75<br />
24,75 23,75<br />
4 4<br />
2 2<br />
2 1<br />
2 2<br />
3 3<br />
59,45 50,1<br />
77,5 777<br />
1,75 1,75<br />
99,75 80,25<br />
65,25 55,255<br />
39,25 39,25<br />
1 1<br />
33,5 30<br />
2 2<br />
107,35 106,35<br />
147,5 138,5<br />
9,5 8,5<br />
7 7<br />
3 3<br />
2 2<br />
3 3<br />
4,25 4,25<br />
1 1<br />
1 1<br />
Totale 167 703 870 783,05 722,7<br />
* i profi li evidenziati in azzurro appartengono all’area amministrativa<br />
10
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
L’indice di dotazione del personale dei servizi sociali dell’Azienda è pari a 7,9 unità di<br />
personale equivalente per 1.000 abitanti.<br />
Tale valore sale se si tiene conto anche del personale dipendente da soggetti terzi che hanno<br />
con l’Assb contratti di appalto o convenzioni per la gestione di servizi sociali. In tal caso il<br />
valore sale a 9,9 operatori equiv. ogni 1.000 abitanti.<br />
Sul totale dei dipendenti effettivamente in servizio al 31.12.<strong>2006</strong> l’82,2% appartiene al<br />
settore socio-assistenziale nei profi li professionali di:<br />
• assistente <strong>sociale</strong>,<br />
• assistente geriatrico,<br />
• ausiliario socio-assistenziale,<br />
• operatore del tempo libero,<br />
• operatore socio assistenziale,<br />
• operatore socio sanitario,<br />
• assistente all’handicap,<br />
• assistente all’infanzia,<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
• educatore.<br />
Fig. 4 - Profili professionali operanti in ASSB - <strong>2006</strong><br />
Altri profi li professionali 4%<br />
Profi lo amministrativo 14%<br />
Profi lo socio-assistenziale 82%<br />
11
Dai dati raccolti emerge in maniera evidente l’altissima percentuale di personale femminile<br />
presente in Azienda: 703 dipendenti sono donne e solo 167 sono uomini.<br />
870 persone<br />
81% donne<br />
19% uomini<br />
In particolare l’83% dei dipendenti appartenenti a profi li sociali è rappresentato da personale<br />
femminile. Il profi lo di assistente all’infanzia (asili nido) è costituito al 100% da donne.<br />
Tale proporzione si riduce per le cariche dirigenziali, dove la ripartizione fra i generi è più<br />
equa: troviamo, infatti, i direttori suddivisi fra uomini e donne rispettivamente con percentuali<br />
pari al 53% e al 47%.<br />
La tabella sottostante mostra che la maggior parte dei dipendenti – dirigenti compresi – è<br />
inclusa nella fascia d’età tra i 31 ed i 50 anni (70,4%).<br />
Fig. 5 - Personale aziendale per fasce d’età - <strong>2006</strong><br />
Fasce d’età Donne Uomini Totale %<br />
< 30 anni 123 19 142 16,3%<br />
31 - 40 anni 241 65 306 35,2%<br />
41 - 50 anni 242 65 307 35,3%<br />
> 50 anni 97 18 115 13,2%<br />
Tot. dipendenti 703 167 870 100,0%<br />
Su un totale di 870 unità di personale in servizio, sia a tempo indeterminato che precario, il<br />
79,9% appartiene o si è aggregato al gruppo linguistico italiano, il 19,4% al gruppo linguistico<br />
tedesco e il 0,7% a quello ladino.<br />
Fig. 6 - Dotazione di personale (dipendente) dell’ASSB per gruppo linguistico - <strong>2006</strong><br />
Ufficio o servizo<br />
Numero di<br />
operatori<br />
Operatori<br />
equiv. eff.<br />
italiani tedeschi ladini<br />
Case di riposo e centri degenza 306 285,25 264 40 2<br />
Distretti sociali 196 160,2 142 52 2<br />
Servizio di integrazione Sociale SIS 6 6 6 0 0<br />
Uffi cio Handicap e relative strutture 158 100,75 137 21 0<br />
Uffi cio Famiglia e relative strutture 135 107,5 93 41 1<br />
Centro di assistenza diurna anziani 12 10,5 10 2 0<br />
Sede centrale di via Roma 57 52,5 43 13 1<br />
Totale 870 722,7 695 169 6<br />
Assunzioni nel corso del <strong>2006</strong> 134 36 1<br />
12
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
Fig. 7 - Dotazione di personale dell’ASSB per sede di lavoro - <strong>2006</strong><br />
n.operat. %<br />
Case di riposo e centri di degenza 306 35,2<br />
Distretti sociali 202 23,2<br />
Uffi cio Handicap e relative strutture 158 18,2<br />
Uffi cio Famiglia e relative strutture 135 15,5<br />
Centri di assistenza diurna anziani 12 1,4<br />
SEDE centrale di via Roma 57 6,6<br />
Totale 870 100,0<br />
Considerate le assenze per malattia e per congedi straordinari, il personale ha prestato<br />
servizio in media per il 94,5% dei giorni lavorativi di un anno.<br />
Fig. 8 - Giorni medi pro capite di assenza - 2004 - 2005 - <strong>2006</strong><br />
2004<br />
(media x 1<br />
dipendente)<br />
2005<br />
(media x 1<br />
dipendente)<br />
<strong>2006</strong><br />
(media x 1<br />
dipendente)<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Media giorni lavorati per dipendente 245,7 244,2 245,6<br />
Media assenze per malattia (gg) 12,1 13,4 12,7<br />
Media assenze per congedi straordinari (gg) 2,2 2,3 1,7<br />
Totale giornate assenza in media per dipendente<br />
(escluse ferie, infortuni, mater-<br />
nità, formazione e permessi sindacali)<br />
14,3 15,7 14,4<br />
Assenze per malattia (gg) 4,9%<br />
Assenze per congedo<br />
straordinario (gg) 0,7%<br />
Giorni lavorativi (gg) 94,5%<br />
13
LA FORMAZIONE E L’AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE AZIENDALE<br />
La formazione per ASSB è un tema di estremo rilievo e va considerata un evento culturale<br />
che deve riuscire ad estendersi al maggior numero possibile di collaboratori. Essa deve<br />
essere messa a disposizione degli altri collaboratori con meccanismi di moltiplicazione. La<br />
formazione è da valorizzare, sia essa orientata al conseguimento di un titolo di studio che<br />
all’aggiornamento e all’approfondimento. L’attività di aggiornamento e formazione del personale<br />
dipendente in Azienda si articola su tre livelli:<br />
1. Formazione con frequenza in servizio<br />
Si tratta di corsi per il conseguimento di diplomi nel settore <strong>sociale</strong> e/o attività di formazione<br />
per personale già in servizio; questo tipo di formazione è principalmente affi data alle due<br />
scuole per le professioni sociali tedesca e italiana, che offrono soprattutto corsi di formazione<br />
per operatori socio-assistenziali (“OSA”) della durata di tre anni, e per operatori sociosanitari<br />
(“OSS”) della durata di un anno, oltre ad altri corsi di formazione e aggiornamento<br />
professionale. Il contratto collettivo di comparto in vigore prevede delle forme particolari di<br />
sostegno per questo tipo di corsi in termini di sostenimento della spesa, retribuendo i periodi<br />
di studio.<br />
2. Qualificazione e specializzazione<br />
Si tratta del sostegno in termini di periodi di tempo retribuito concessi al personale per la sua<br />
formazione aggiuntiva rispetto a quella posseduta, a fi ni di miglioramento della propria formazione<br />
culturale o professionale. Gli interventi sono a livello universitario, post-universitario,<br />
di diploma di maturità, di qualifi cazioni professionali. La durata massima, come anche in altri<br />
comparti, è di 150 ore all’anno.<br />
3. Aggiornamento professionale<br />
Si tratta dell’ambito principale di intervento formativo, nel quale ricadono le diverse iniziative<br />
di sostegno e aggiornamento nei vari campi di attività dell’Azienda e, a differenza dei due<br />
precedenti punti, non prevede quote massime di partecipanti, ma tutti i dipendenti possono<br />
accedervi. Sono iniziative principalmente strutturate in forma di corsi e seminari.<br />
Fig. 9 - Operatori che hanno partecipato ad attività formative e numero medio di giornate<br />
per partecipante - <strong>2006</strong><br />
Attività formativa<br />
Numero di partecipanti<br />
Giornate medie per<br />
partecipante<br />
Formazione con frequenza in servizio 31 9,7<br />
Qualifi cazione-specializzazione (150 ore) 25 12,5<br />
Aggiornamento professionale 575 2,9<br />
E’ utile fornire, almeno per le principali grandezze, i dati quantitativi riferiti all’attività di aggiornamento<br />
professionale in ASSB.<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> il 66 % del personale aziendale (n. 575 persone) ha partecipato ad attività<br />
di aggiornamento professionale quali corsi, seminari e convegni, dedicando a tali attività<br />
mediamente 2,9 giornate.<br />
Prevale, su un totale di ore di aggiornamento pari a 12.897 la formazione su tematiche sociali:<br />
7.305 ore (56,64%) rispetto alle 5.592 in merito a tematiche amministrative e gestionali<br />
14
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
(43,34 %).<br />
Risulta evidente da un esame della tabella che segue, che prevale la partecipazione degli<br />
operatori delle case di Riposo che lavorano a stretto contatto con l’ospite. Infatti il 36,1%<br />
delle ore di formazione frequentate (2.639) sono state dedicate principalmente a tematiche<br />
che riguardano la “cura dell’anziano in struttura ” ed hanno un taglio pratico applicativo:<br />
cinestetica, cura del piede, corsi specifi ci per la cura di persone colpite da Alzheimer, infermità<br />
dell’anziano allettato, contenimento della contenzione, accompagnamento alla morte,<br />
demenza.<br />
Il 31,2% delle ore di formazione riguardanti le tematiche sociali sono state spese per la formazione<br />
del personale operante presso l’Uffi cio Servizi alla famiglia e quindi in maggioranza<br />
personale che opera presso i singoli asili nido. Le tematiche affrontate riguardano il primo<br />
soccorso a bambini da 0 a 3 anni, l’educazione con amore e fermezza, la pratica psicomotoria,<br />
la qualità nella ristorazione per l’infanzia, i bisogni fondamentali dei bambini e l’osservazione<br />
del bambino. I servizi distrettuali hanno usufruito complessivamente di 924 ore di<br />
formazione, pari al 12,6% del monte ore su tematiche sociali. I principali temi affrontati sono:<br />
il fondo assicurativo per la non autosuffi cienza, famiglie e sistema affi do, norme in materia di<br />
immigrazione, corso per operatori di assistenza economica. L’8,8% delle ore di formazione<br />
su tematiche sociali sono state usufruite dal personale dell’Uffi cio Servizi a persone in situazione<br />
di handicap frequentando corsi che riguardavano soprattutto le seguenti tematiche:<br />
disturbi psicotici, buone prassi di riabilitazione psichiatrica, disabilità grave, i colloqui in contesti<br />
non terapeutici.<br />
Per quanto riguarda invece la formazione del personale su tematiche amministrativogestionali<br />
il maggior numero di ore sono riferite ai corsi inerenti tematiche su cui l’ASSB ha<br />
puntato in quanto ritenute strategiche, quali la qualità e la comunicazione per complessive<br />
1.944 ore (34,8%) inerenti la formazione per i referenti della comunicazione, nuovi metodi<br />
per migliorare le relazioni interpersonali, il dirigente assertivo, la comunicazione nelle organizzazioni<br />
sociali. Nell’area informatica sono state frequentate complessivamente dal personale<br />
aziendale 1935 ore, pari al 34,6% del monte ore riferibile alle aree amministrative.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Fig. 10 - Numero ore di partecipazione da parte del personale dell’ASSB per tematiche principali<br />
- <strong>2006</strong><br />
Tematiche amministrative n. ore %<br />
Qualità e comunicazione 1.944,0 34,8%<br />
Informatica 1935,0 34,6%<br />
Sicurezza sul lavoro 961,0 17,2%<br />
Personale e lavoro 384,0 6,9%<br />
Controllo di gestione/contabilità 166,0 3,0%<br />
Diritto 202,0 3,6%<br />
Totale ore 5.592,0 100,0%<br />
15
Tematiche sociali n. ore %<br />
Servizi distrettuali 924,00 12,6%<br />
Cure e assistenza all’anziano in strutture residenziali 2.639,00 36,1%<br />
Famiglia (asili nido) 2.282,00 31,2%<br />
Handicap 642,00 8,8%<br />
Disagio <strong>sociale</strong> 354,00 4,8%<br />
Iniziative plurisettoriale 464,00 6,4%<br />
Totale ore 7.305,00 100,0%<br />
Oltre a i corsi forniti da enti terzi, l’ASSB ha ritenuto opportuno organizzare in proprio<br />
attività formative riguardanti un numero elevato di partecipanti o categorie intere di profi li<br />
professionali. In tal modo si è riusciti ad avere un aggiornamento mirato alle proprie specifi che<br />
esigenze oltre ad attuare un risparmio sui costi rispetto ad analoghe iniziative esterne.<br />
Fig. 11 - Progetti e corsi di aggiornamento promossi e organizzati direttamente<br />
dall’Azienda per il suo personale - <strong>2006</strong><br />
Iniziativa Monte ore Partecipanti<br />
Corso di formazione<br />
in House PC<br />
Vari corsi su tematiche<br />
specifi che in materia di<br />
sicurezza<br />
1.014 97 - personale assistenziale della<br />
Ripartizione Case di Riposo<br />
827 93 - tutto il personale aziendale con<br />
particolare attenzione agli operatori che<br />
sono a contatto con gli utenti (p.es.<br />
sollevamento di anziani, disabili etc.)<br />
Corso su tematiche riguardanti<br />
la gestione del personale<br />
240 15 - tutto il personale aziendale con<br />
mansioni di gestione di personale (sedi<br />
periferiche).<br />
Formazione igienico- sanitaria<br />
del personale alimentarista e del<br />
personale assistenziale<br />
54 9 - personale alimentarista e personale<br />
assistenziale della Casa di Riposo<br />
Don Bosco e del Centro di degenza e<br />
assistenza diurna Villa Europa<br />
Corso di aggiornamento<br />
“movimentazione e<br />
posizionamento”<br />
108 54 - personale assistenziale e<br />
logopedista del Centro di degenza e<br />
assistenza diurna Villa Europa<br />
16
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
Iniziativa Monte ore Partecipanti<br />
Corso di aggiornamento<br />
“Osservazione e documentazio-<br />
ne dei processi di sviluppo”<br />
368 93 - assistenti all’infanzia, coordinatrici<br />
e ausiliarie socio assistenziali degli asili<br />
nido<br />
Percorso formativo “il nido<br />
sulla strada della qualità: dalla<br />
complessità del fare alla qualità<br />
dell’osservare e valutare”<br />
304 75 - personale personale educativo ed<br />
ausiliario degli asili nido<br />
Corso di primo soccorso 84 42 - assistenti all’infanzia<br />
“Corso di computer interno”<br />
CED<br />
824 103 - dipendenti aziendali che usano il<br />
PC<br />
Oltre ai corsi disponibili a catalogo a cura di società specializzate, necessari soprattutto per<br />
tematiche specialistiche del settore amministrativo/gestionale ed oltre a quelli organizzati<br />
internamente, l’ASSB opera principalmente con i locali referenti istituzionali. Si parla quindi<br />
delle diverse scuole professionali, di alcune articolazioni della Provincia – innanzitutto l’Assessorato<br />
al Servizio Sociale, ma anche gli Assessorati alla cultura e le scuole provinciali<br />
– del Consorzio dei Comuni dell’Alto Adige. In particolare è attiva la collaborazione istituzionale<br />
con la ripartizione servizio <strong>sociale</strong> provinciale, con la quale esistono incontri periodici nei<br />
quali è pianifi cata la formazione ed aggiornamento del settore: si tratta di corsi mirati principalmente<br />
agli operatori dei diversi servizi e sono gratuiti. In questo modo si ottiene un’azione<br />
capillare di aggiornamento continuo e di qualità con costi assolutamente contenuti.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Si consideri inoltre la partecipazione del personale a momenti gratuiti quali convegni e fi ere<br />
che pur non considerandosi “formazione” in senso stretto, contribuiscono all’aumento della<br />
professionalità e delle conoscenze dei collaboratori aziendali<br />
Fig. 12 - Ore di partecipazione del personale aziendale ad attività formativa promossa<br />
dagli enti referenti istituzionali sul territorio nel <strong>2006</strong><br />
27% Scuola per le professioni sociali ital.<br />
31%<br />
Corsi organizzati<br />
internamente<br />
da ASSB<br />
59%<br />
Corsi<br />
offerti<br />
da enti<br />
pubblici<br />
18% Ripartizione provinciale politiche sociali<br />
4%<br />
Altri corsi a catalogo<br />
6%<br />
Corsi organizzati da enti<br />
di formazione privati<br />
3% Scuola per le professioni sociali ted.<br />
3% Università degli Studi di Trento<br />
5% Fondo Sociale Europeo<br />
3% Altri enti pubblici*<br />
Consorzio dei comuni, Eurac, WIFI, Ripartizione prov.,Cultura tedesca, Bocconi Milano, Informatica A.A e a.<br />
17
RIFLESSIONI CRITICHE<br />
I dati sul personale, anche per l’anno <strong>2006</strong>, confermano il trend degli anni precedenti: in<br />
particolare l’alta incidenza del personale femminile e l’elevato numero di persone in fasce di<br />
età compatibili con la maternità/paternità. Da una parte tali dati sono un elemento positivo<br />
per quanto riguarda le possibilità di impiego del personale femminile e l’applicazione dei<br />
benefi ci e sostegni che la legge e i contratti locali mettono a disposizione per conciliare il<br />
lavoro e l’impegno nella famiglia. Dall’altra si evidenzia indubbiamente una ricaduta a livello<br />
di gestione: è richiesto un maggiore sforzo manageriale e un maggiore impegno di risorse<br />
umane e fi nanziarie per garantire il servizio al cittadino con una qualità almeno costante. I dati<br />
che seguono rispecchiano dal punto di vista quantitativo quanto appena detto.<br />
Come si è visto, circa l’83% del personale in servizio è personale femminile, con una<br />
lieve variazione in aumento rispetto al 2005. Ciò appare più o meno omogeneamente in<br />
tutte le qualifi che funzionali, quindi anche per quanto riguarda il personale direttamente<br />
impegnato con l’utenza. L’ASSB è composta da personale giovane: il 51,4% dei collaboratori<br />
aziendali è di età inferiore ai 40 anni con una leggera fl essione rispetto al 2005. Questi<br />
dati evidenziano che la gran parte del personale si trova nella fase di vita in cui normalmente<br />
emergono necessità di accudire fi gli piccoli e comunque quando sussiste un forte impegno<br />
sul versante della vita privata.<br />
Queste osservazioni trovano riscontro anche nei dati relativi alle assenze per maternità e<br />
per i permessi relativi. Dalla tabella sottostante questo emerge chiaramente.<br />
Fig. 13 - Personale assente per maternità - <strong>2006</strong><br />
Tipologia di assenza Donne Uomini Totale<br />
Flessibilità congedo obbligatorio<br />
(1 mese pre parto e 4 mesi post partum)<br />
8 0 8<br />
Congedo obbligatorio di maternità 35 0 35<br />
Congedo parentale al 30% 45 1 46<br />
Aspettativa senza assegni 29 0 29<br />
Part time al personale con prole 15 0 15<br />
Permesso per motivi educativi (2 anni al 30%) 19 1 20<br />
Aspettativa retribuita al personale con prole con handicap 0 1 1<br />
Totale maternità varie 151 3 154<br />
Il totale delle persone a vario titolo assenti per tutto o parte dell’orario di servizio corrisponde<br />
al 17,7% delle persone in servizio nel <strong>2006</strong> e il dato è in leggera diminuzione rispetto all’anno<br />
precedente, ma conferma l’andamento omogeneo come sopra illustrato. E’ evidente che<br />
questo aspetto comporta per l’Azienda un rilevante onere economico e gestionale: si<br />
pensi ai congedi parentali, retribuiti in tutto od in parte, ma per i quali la contribuzione è coperta<br />
comunque fi no al 100% dall’ente, alle sostituzioni, alle diffi coltà di gestire il turn over.<br />
Alcuni uffi ci sono particolarmente esposti a quest’ultimo fenomeno in quanto composti da<br />
personale al 100% femminile, come per gli asili nido.<br />
18
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
Nonostante ciò tale situazione va vista con favore, in quanto permette una notevole fl essibilizzazione<br />
del rapporto di lavoro e di conciliare la vita familiare con quella lavorativa nell’ottica<br />
che la maggiore spesa connessa si trasformi in un investimento sulla qualità della vita e sul<br />
benessere del personale dipendente.<br />
Va considerato inoltre che nei servizi sociali risulta particolarmente diffi coltoso sostituire il<br />
personale, poiché lo stesso deve sempre essere in possesso delle richieste specializzazioni<br />
e contemporaneamente degli altri requisiti per l’assunzione, tra cui il patentino di bilinguismo<br />
e la cittadinanza italiana o di altro Stato dell’Unione Europea.<br />
Spesso bisogna ricorrere a modalità diverse dall’assunzione mediante contratto di lavoro,<br />
quale la precettazione con ordinanze del Sindaco, che però comporta permanenze tendenzialmente<br />
per periodi brevi e causa problemi sia al settore operativo che a quello amministrativo<br />
per il forte aumento di pratiche da gestire e per la crescente complessità della normativa<br />
in materia di immigrazione, posto che una parte del personale impiegato con questa modalità<br />
proviene da paesi extraeuropei.<br />
Questo elemento ha infl uenza diretta sui costi economici e sulla gestione in genere, in quanto<br />
anche i periodi di assenza sono in vario modo retribuiti ed inoltre i meccanismi per le sostituzioni<br />
sono organizzativamente complessi con persone nuove da inserire, diverse esigenze<br />
da tenere in considerazione, ecc.<br />
Le precettazioni mediante ordinanze sindacali necessitano di particolare attenzione: si è<br />
costretti a ricorrere a questo istituto - in un contesto di scelta di gestione diretta dei servizi<br />
offerti - per poter disporre di risorse professionalmente qualifi cate. Queste tuttavia non sono<br />
in possesso di tutti i requisiti formali per l’assunzione con un contratto di pubblico impiego.<br />
Il personale precettato, infatti, pur essendo in possesso della qualifi ca di specializzazione<br />
professionale richiesta e potendo quindi garantire qualità tecnica nel servizio, non possiede<br />
in genere l’attestato di bilinguismo e talora anche il requisito della cittadinanza italiana o di<br />
altro Stato dell’Unione Europea. Il dato puntuale al 31.12.<strong>2006</strong> indica 168 persone in regime<br />
di precettazione corrispondenti a 144,5 unità di personale equivalente effettivo.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Fig. 14 - Personale precettato in Azienda - 2004 - 2005 - <strong>2006</strong><br />
2004 2005 <strong>2006</strong><br />
n. di<br />
operatori<br />
n. di<br />
operatori<br />
equiv.<br />
n. di<br />
operatori<br />
n. di<br />
operatori<br />
equiv.<br />
n. di<br />
operatori<br />
n. di<br />
operatori<br />
equiv.<br />
totale operatori<br />
precettati in<br />
Azienda<br />
di cui operatori<br />
provenienti da paesi<br />
non appartenenti<br />
all’UE<br />
129 109,5 143 121,5 168 144,5<br />
34 0 53 0 70 0<br />
Solo in parte questi precettati sono lavoratori stranieri (79), di cui 70 provenienti da paesi non<br />
appartenenti all’Unione Europea, di cui 35 dal Sudamerica.<br />
13 di questi 168 lavoratori sono assistenti sociali. Per questa fi gura professionale la cui attività<br />
rientra senza dubbio nel core business aziendale sono stati effettuati più concorsi, ma nonostante<br />
le assunzioni in ruolo si tratta di un profi lo molto richiesto anche in altri enti e quindi<br />
19
si manifesta un notevole turnover. r Le persone giovani preferiscono diversifi care le esperienze<br />
di lavoro. Le altre fi gure sono per lo più assistenti geriatrici, operatori socio assistenziali e<br />
operatori socio sanitari operanti nelle strutture residenziali per anziani.<br />
La necessità di acquisire tali fi gure anche mediante ricorso a personale extra UE ha posto<br />
l’ASSB a confronto con le problematiche tipiche del lavoro straniero, anche per i risvolti<br />
amministrativi delle procedure. Questo normalmente è un problema che riguarda i datori di<br />
lavoro privati e ha richiesto nuove impostazioni anche negli uffi ci amministrativi centrali, oltre<br />
che – ovviamente – nelle strutture dove il personale è chiamato a prestare la propria opera.<br />
In questo modo, comunque, è possibile dare una risposta positiva in termini di sostenibilità<br />
dei servizi anche in presenza di diffi coltà nell’ordinario mercato del lavoro locale, dando inoltre<br />
una possibilità occupazionale di rilievo ad un elevato numero di persone.<br />
Pur tenendo in debito conto le diffi coltà di reperire sul mercato del lavoro gli specifi ci profi li<br />
professionali necessari all’ASSB, per defi nire la posizione lavorativa di questi è indispensabile<br />
aver chiari i programmi sulla futura modalità di gestione – diretta o esternalizzata – di case di<br />
riposo e centri di degenza.<br />
Esaminando più in generale i dati relativi al personale e proseguendo l’analisi per fasce di età<br />
si nota che il 48,6% è composto da collaboratori che hanno più di 40 anni. Anche questo<br />
dato non va sottovalutato e rappresenta un aspetto di potenziale criticità. Il lavoro <strong>sociale</strong> è<br />
infatti indiscutibilmente un lavoro usurante, sia sotto l’aspetto fi sico che psicologico.<br />
Un dato risulta particolarmente delicato ed è quello concernente le dichiarazioni di parziale<br />
inidoneità rilasciate dal medico del lavoro. Nel corso del <strong>2006</strong>, come emerge dalla<br />
tabella sottostante, 53 persone dovevano rispettare una prescrizione medica limitante in<br />
vario modo la loro capacità lavorativa.<br />
Ciò signifi ca che tali lavoratori devono essere - provvisoriamente o defi nitivamente - ricollocati<br />
all’interno dell’Azienda su posti con diverso (minore) impegno fi sico o psichico, il che<br />
comporta la necessità di variare l’organizzazione e di reperire altre risorse al posto di quelle<br />
distolte dall’originario servizio. Tutto ciò senza aumentare i posti di lavoro previsti. Il problema<br />
inoltre è che di regola le persone da ricollocare (assistenti all’infanzia, geriatrici, handicap)<br />
hanno profi li assolutamente specifi ci per cui la ricollocabilità risulta già oggi estremamente<br />
problematica e in prospettiva futura diffi cilmente attuabile, se non con costi crescenti e con<br />
una organizzazione del lavoro necessariamente effi ciente.<br />
Fig. 15 - Personale con limitazioni lavorative nel <strong>2006</strong><br />
Sedi di lavoro Donne Uomini Totale<br />
Sede Amministrativa* 6 4 10<br />
Casa di riposo Don Bosco 7 0 7<br />
Casa di riposo Villa Serena 2 1 3<br />
Casa di riposo Villa Armonia 4 1 5<br />
Casa di riposo Villa Europa 7 1 8<br />
Distretto Centro Piani Rencio 3 0 3<br />
Distretto Don Bosco 0 0 0<br />
20
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
Sedi di lavoro Donne Uomini Totale<br />
Distretto Europa Novacella 3 0 3<br />
Distretto Gries San Quirino 4 0 4<br />
Distretto Oltrisarco 0 1 1<br />
Servizio Handicap e Disagio Psichico 3 2 5<br />
Asili Nido 4 0 4<br />
Totale 43 10 53<br />
*Si tratta di limitazioni lievissime connesse per lo più all’utilizzo del PC con lenti correttive.<br />
Fig. 16 - Personale dichiarato “inidoneo” nel <strong>2006</strong> e ricollocato presso altre sedi<br />
N. persone Provenienza Destinazione Decorrenza<br />
1 centro degenza Villa Europa<br />
(centro assistenza diurna)<br />
1<br />
centro degenza Villa Europa<br />
(servizi generali-portineria)<br />
1.2.<strong>2006</strong><br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
A ciò si deve aggiungere che l’obbligo di assunzione di personale appartenente alle cosiddette<br />
“categorie protette”, ” derivante dalla normativa che non pone deroghe per gli enti<br />
pubblici gestori di servizi sociali, rende ancora più acuto il problema sopra accennato: dove<br />
collocare questi lavoratori quando una diminuzione della capacità lavorativa viene già “autoprodotta”<br />
dal lavoro <strong>sociale</strong>? Si consideri in aggiunta che circa l’82% dei collaboratori<br />
aziendali opera nel settore socio-assistenziale, quindi nei servizi alla persona.<br />
Un’ulteriore considerazione altrettanto critica riguarda l’aspetto “usurante” del lavoro <strong>sociale</strong>:<br />
stress e burn out alimentano l’insoddisfazione e la confl ittualità negli ambienti di lavoro.<br />
Sicuramente l’organizzazione del lavoro (turnistica, mobilità interna ecc.) può contribuire a<br />
migliorare il lavoro stesso, ma è necessario agire sul clima lavorativo complessivamente inteso.<br />
Nonostante tali oggettive diffi coltà del settore, l’ASSB ha negli anni scorsi effettuato indagini<br />
sul clima lavorativo introducendo meccanismi di miglioramento del benessere aziendale.<br />
Su tale linea si intende continuare anche in futuro.<br />
Infi ne, vi è un aspetto da considerare: i dipendenti aziendali rappresentano uno spaccato<br />
della comunità locale, sono cittadini prima che collaboratori dell’ASSB. Essi possono quindi<br />
vivere nella loro vita di cittadino alcune situazioni critiche, quali ad esempio il ricorso all’indebitamento.<br />
L’ASSB nel <strong>2006</strong> ha osservato questi fenomeni e nel 2007 studierà alcune<br />
strategie per poter porre in essere azioni di sensibilizzazione.<br />
21
La responsabilità <strong>sociale</strong> di ASSB verso i partners aziendali<br />
IL TERZO SETTORE IN ASSB<br />
L‘ASSB è incaricata dal Comune di Bolzano della gestione dei servizi sociali sul territorio cittadino.<br />
Tale gestione avviene sia in forma diretta, ossia con personale alle proprie dipendenze,<br />
sia tramite soggetti terzi all’Azienda stessa. In questo contesto il ruolo del Terzo Settore<br />
e la necessità che l’esternalizzazione sia il risultato di una scelta consapevole e mirante alla<br />
crescita della qualità dei servizi alla persona, assumono estremo rilievo e importanza.<br />
Dopo un percorso durato per tutto l’anno 2005 in cui ASSB si è confrontata sul tema dell’esternalizzazione<br />
con rappresentanti del Terzo Settore, si è consolida l’esigenza che l’esternalizzazione<br />
di servizi vada gestita come una scelta strategica, con rilevanti implicazioni di<br />
carattere gestionale.<br />
Il “manuale per le esternalizzazioni” approvato da ASSB nel dicembre 2005 e disponibile sul<br />
sito internet aziendale, è il documento che ha guidato le strutture aziendali nei processi di<br />
esternalizzazione nel corso del <strong>2006</strong>. I sei obiettivi chiave che devono guidare i processi di<br />
esternalizzazioni sono: economicità, effi cienza, effi cacia, innovatività, qualità, sostenibilità.<br />
Se in alcuni casi il processo di esternalizzazione è per ASSB una scelta obbligata in quanto<br />
le permette di ovviare alla carenza di alcune professionalità, ASSB ha ottenuto nel corso del<br />
<strong>2006</strong> i seguenti ulteriori benefi ci dai servizi esternalizzati:<br />
• un’offerta di servizi di qualità, data dall’esternalizzazione a soggetti con competenze specialistiche<br />
consolidate che garantiscano elevati standard nelle prestazioni;<br />
• la riduzione dei costi e il conseguente vantaggio economico derivante dall’assegnazione<br />
ad un soggetto esterno con specializzazione tecnica e condizioni di gestione più favorevoli<br />
(diversa contrattualistica, diverso regime fi scale, ecc.);<br />
• l’attenuazione di logiche burocratiche e l’alleggerimento delle attività tipiche della P.A. con<br />
l’offerta di un servizio con maggiore fl essibilità;<br />
• l’opportunità di concentrare attenzione e risorse su attività ritenute strategiche per una<br />
P.A., liberando risorse umane da altre attività.<br />
Una delle scelte strategiche compiute dall’ASSB nel <strong>2006</strong> per poter garantire più stabilità al<br />
Terzo Settore e maggior qualità ai servizi, è stata quella di aumentare la durata dei contratti<br />
per la gestione di servizi sociali da 3 anni a 4 anni con la possibilità di rinnovo per un ulteriore<br />
anno.<br />
L’affi damento di un servizio <strong>sociale</strong> ad un soggetto terzo rispetto all’ASSB avviene in forma<br />
diretta oppure tramite confronto concorrenziale, qualora vi siano più soggetti potenzialmente<br />
idonei. Di regola il servizio può essere affi dato con convenzione solo qualora non<br />
trovi applicazione la normativa comunitaria sugli appalti pubblici.<br />
Nel <strong>2006</strong> l’Azienda Servizi Sociali di Bolzano ha affidato 27 servizi sociali tramite<br />
convenzione. Le convenzioni hanno avuto per oggetto servizi per minori (comunità<br />
alloggio), per anziani (mensa <strong>sociale</strong>), servizi per persone in situazione di disagio (centri<br />
di accoglienza ed emergenza <strong>sociale</strong>), per persone in situazione di handicap e disagio<br />
psichico (comunità alloggio, punti d’incontro, servizio trasporto), per le famiglie e per le<br />
donne in situazione di violenza.<br />
22
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
Laddove la normativa europea non permetta l’esterna-<br />
lizzazione di servizi sociali tramite convenzione, , si è<br />
proceduto all’aggiudicazione mediante gare ad evi-<br />
denza pubblica.<br />
I principali servizi assegnati a seguito di gara:<br />
• Servizi infermieristici presso le case di riposo e<br />
i centri di degenza<br />
• Servizi riabilitativi presso le case di riposo e<br />
i centri di degenza<br />
• Servizio di gestione dormitorio femminile e maschile<br />
• Servizio di gestione campi nomadi Sinti e Rom<br />
• Servizio di gestione struttura di bassa soglia<br />
• Servizio di gestione di 2 comunità alloggio<br />
per malati psichici<br />
• Gestione servizio pasti a domicilio e ristorazione<br />
presso le case di riposo<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> l’ASSB<br />
ha esternalizzato la gestio-<br />
ne di 16 servizi sociali in<br />
base a contratti stipulati<br />
a seguito di procedure di<br />
gara ad evidenza pubblica.<br />
Questi servizi sono stati<br />
tutti aggiudicati al Terzo<br />
Settore, con l’eccezione<br />
del servizio pasti a domi-<br />
cilio e ristorazione presso<br />
le case di riposo, aggiu-<br />
dicato nel <strong>2006</strong> ad una<br />
impresa profi t.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Nella tabella che segue compare l’elenco delle Organizzazioni non profi t con cui ASSB aveva<br />
rapporti contrattuali per la gestione si servizi sociali alla data del 31.12.<strong>2006</strong>.<br />
Fig. 17 - Le organizzazioni non profit in ASSB - <strong>2006</strong><br />
L’organizzazione<br />
Associazione LA STRADA-DER WEG<br />
Associazione MANU – Il Laboratorio Aperto<br />
Associazione ASDI – Centro Assistenza<br />
Separati-Divorziati<br />
Cooperativa <strong>sociale</strong> CLAB<br />
Associazione VOLONTARIUS<br />
Piccola Cooperativa Sociale RIVER EQUIPE<br />
Consorzio <strong>sociale</strong> CONSIS/VOLONTARIUS/<br />
RIVER EQUIPE<br />
Associazione HANDS<br />
Il servizio affidato<br />
Gestione di due alloggi protetti di passaggio per<br />
persone con problemi di dipendenze<br />
Gestione progetto “Il Laboratorio Aperto. Un<br />
progetto <strong>sociale</strong>”<br />
Realizzazione di percorsi di mediazione familiare<br />
Servizio di preparazione dei pasti distribuiti<br />
presso la mensa <strong>sociale</strong> in via Perathoner 8 e<br />
distribuzione pasti al centro diurno presso Casa<br />
Conti Forni<br />
Gestione centro di emergenza per minori stranieri<br />
non accompagnati<br />
Svolgimento attività a favore di gruppi emarginati<br />
- Educativa di strada<br />
Gestione campo nomadi Rom<br />
Gestione centro per profughi presso ex-caserma<br />
Gorio, via Macello 13<br />
Gestione di un laboratorio riabilitativo per<br />
persone con problemi di dipendenza da alcol e<br />
da farmaci<br />
23
L’organizzazione<br />
Associazione UILDM - Unione Italiana Lotta<br />
alla Distrofi a Muscolare<br />
Associazione IL NOSTRO SPAZIO<br />
Associazione Arbeitsgemeinschaft für<br />
Behinderte<br />
Società SAN VINCENZO dé Paoli<br />
Associazione DONNE NISSÁ<br />
Associazione C.I.R.S. – Comitato Italiano per<br />
il Reinserimento Sociale<br />
Associazione HAUS DER GESCHÜTZTEN<br />
WOHNUNGEN<br />
Cooperativa KCS scarl<br />
Cooperativa CONSIS arl<br />
Fondazione O.D.A.R.<br />
Associazione FORUM PREVENZIONE<br />
Distretto scolastico Europa, Scuole elementari<br />
J.H. Pestalozzi e Scuola Media Inferiore<br />
Schweitzer<br />
CARITAS-Diocesi di Bolzano-Bressanone-<br />
Sezione tedesca<br />
CARITAS-Diocesi di Bolzano-Bressanone<br />
Associazione GEA<br />
il servizio affidato<br />
Gestione comunità alloggio per gravi disabili<br />
fi sici, via Dalmazia 62<br />
Gestione punti d’incontro per malati psichici<br />
nella città di Bolzano<br />
Servizio di trasporto degli utenti di gruppi<br />
occupazionali per persone in situazione di<br />
handicap<br />
Centro accoglienza invernale per persone senza<br />
dimora c/o casa Conte F.J. Forni – via Renon 31<br />
Gestione alloggi di II° livello c/o casa Conte F.J.<br />
Forni<br />
Gestione Centro profughi in transito c/o casa<br />
Conte F.J. Forni<br />
Gestione progetto “Giovani migranti”<br />
Gestione centro di addestramento al lavoro per<br />
malati psichici<br />
Gestione di alloggi protetti per donne che<br />
subiscono violenza<br />
Servizio Infermieristico presso le case di riposo<br />
Don Bosco e Villa Europa<br />
Servizio riabilitativo presso le case di riposo Don<br />
Bosco e Villa Europa<br />
Servizio infermieristico e riabilitativo presso<br />
le case di riposo Villa Armonia, Villa Serena e<br />
Grieserhof<br />
Gestione del Servizio di Prima Accoglienza per<br />
immigrati a Bolzano<br />
Gestione Ostello di Prima Accoglienza<br />
Gestione centro diurno e segretariato <strong>sociale</strong> per<br />
persone senza dimora c/o casa Conte F.J. Forni<br />
– via Renon 31<br />
Gestione campo nomadi Sinti<br />
Gestione progetto “Vicini di Casa” – Mediazione<br />
culturale<br />
Gestione progetto “Pit Stop”<br />
Gestione progetto “Soziale, kulturelle und<br />
sprachliche Integration”<br />
Gestione dormitorio femminile “Haus Margaret”<br />
Servizio di assistenza spirituale e religiosa nei<br />
servizi residenziali per anziani<br />
Gestione casa delle donne e centro ascolto<br />
donna<br />
24
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
L’organizzazione<br />
il servizio affidato<br />
CARITAS/ODAR<br />
Cooperativa CITTÀ AZZURRA arl<br />
Associazione PROMOSOLIDA<br />
Cooperativa <strong>sociale</strong> “Il Germoglio”<br />
Gestione casa d’ospitalità e centro crisi in viale<br />
Trento 11<br />
Gestione struttura a bassa soglia per<br />
tossicodipendenti<br />
Gestione di 2 comunità alloggio per malati<br />
psichici, via Mendola e vicolo Erbe<br />
Interventi di educativa domiciliare<br />
Collaborazione nella gestione del servizio “Spazio<br />
Neutro”<br />
Ciò che preme sottolineare è che dal 2001 l’Azienda Servizi Sociali non ha mai affi dato o<br />
aggiudicato un servizio <strong>sociale</strong> tramite il criterio dell’aggiudicazione al prezzo più basso. Il<br />
criterio di aggiudicazione è sempre stato quello dell’offerta economicamente più<br />
vantaggiosa, che considera la qualità del servizio, oltre che il prezzo offerto. Da anni ormai<br />
inoltre il prezzo offerto non incide sulla valutazione fi nale delle offerte più del 50%. Le organizzazione<br />
che si propongono per la gestione di un servizio <strong>sociale</strong> devono quindi formulare<br />
un progetto in cui siano esplicitate le modalità di gestione del servizio, la qualità garantita,<br />
le risorse umane e le attrezzature necessarie. Tali progetti vengono sempre valutati da commissioni<br />
di esperti (interni ed esterni all’ASSB) del settore al fi ne della selezione del progetto<br />
<strong>sociale</strong> migliore.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
IL PERSONALE DIPENDENTE DA TERZI CHE OPERA<br />
NEI SERVIZI SOCIALI DELL’AZIENDA<br />
ASSB non gestisce tutti i servizi con proprio personale, ma si avvale anche di organizzazioni<br />
terze che gestiscono servizi sociali su incarico dell’ASSB: il personale che opera per queste<br />
organizzazioni lavora a diretto contatto con l’utente e per questo riveste per ASSB pari importanza<br />
rispetto al proprio personale.<br />
Anche nei servizi esternalizzati, molti operatori lavorano part-time o comunque con un orario<br />
settimanale ridotto. Per poter operare un equo confronto, si è applicato lo stesso criterio<br />
applicato al personale dipendente dell’ASSB, ossia si è fatto riferimento alle unità di personale<br />
equivalente a tempo pieno (38 ore settimanali). Al 31.12.<strong>2006</strong> nei servizi affi dati a<br />
terzi operavano quindi 200,8 operatori equivalenti effettivamente in servizio, ovvero<br />
il rapporto tra operatori dipendenti da terzi e personale aziendale è di 2,8:10 (nel<br />
2005: 2,7:10).<br />
25
Fig. 18 – Personale dipendente dell’Azienda e personale convenzionato a confronto - <strong>2006</strong><br />
Servizio n.<br />
operatori<br />
dipendenti<br />
da ASSB<br />
n.<br />
operatori<br />
dipendenti<br />
da terzi<br />
totale<br />
operatori<br />
da ASSB<br />
%<br />
operatori<br />
dipendenti<br />
da terzi<br />
Case di riposo e centri degenza 285,3 83,3 368,3 22,5%<br />
Strutture di accoglienza stranieri ed emarginati 0,0 65,5 65,5 100%<br />
Servizi alla famiglia (asili nido, casa d. donne) 107,5 12,5 120,0 10,4%<br />
Servizi distrettuali (pasti a domicilio, mense) 166,2 21,6 187,8 11,5%<br />
Servizio Handicap e Disagio Psichico 100,8 18,2 119,0 15,3%<br />
Centri Assistenza Diurna Anziani 10,5 0,0 10,5 0,0%<br />
Sede centrale 52,5 0,0 52,5 0,0%<br />
Tot. operatori equivalenti effettivi al 31.12.<strong>2006</strong> 722,7 200,8 923,5 21,7<br />
Nota: la tabella riporta il solo personale con profilo professionale <strong>sociale</strong>, non anche personale ausiliario<br />
quale personale di pulizia, lavanderia, manutenzione.<br />
Come si desume dalla tabella precedente in alcuni casi il personale dipendente da terzi<br />
opera in servizi e strutture in cui è presente personale aziendale, in altri lo sostituisce completamente.<br />
Complessivamente il personale dipendente da terzi costituisce il 21,7% sul totale<br />
del personale che opera in Azienda.<br />
• Nelle CASE DI RIPOSO il personale infermieristico professionale e fi sioterapico dipendente<br />
da cooperative sociali, è pari al 22,5% del totale degli operatori.<br />
Il servizio è invece completamente esternalizzato nei settori dei servizi per donne in<br />
situazioni di violenza, nel settore della disabilità grave e del disagio psichico e<br />
dell’immigrazione.<br />
Sono quindi gestiti da associazioni e cooperative sociali i seguenti servizi:<br />
• AREA FAMIGLIA: 2 case delle donne, servizi di consulenza familiare.<br />
• AREA ANZIANI: 2 mense per anziani in via Perathoner e in via Claudia Augusta e il Servizio<br />
Pasti a Domicilio in tutti i Distretti sociali della città.<br />
• AREA HANDICAP: 2 comunità alloggio per malati psichici (vicolo Erbe e via Mendola), 1<br />
comunità alloggio per disabili fi sici gravi, 1 laboratorio per malati psichici, il punto d’incontro<br />
per malati psichici dell’associazione “Il Nostro Spazio”.<br />
• AREA IMMIGRAZIONE, DISAGIO SOCIALE E DIPENDENZE: Tutte le strutture e i servizi<br />
di accoglienza sono stati affi dati nella loro totalità a gestori esterni.<br />
26
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
Fig. 19 - Personale dipendente da terzi (*) per profilo professionale - <strong>2006</strong><br />
78%<br />
Personale<br />
dipendente<br />
ASSB<br />
22%<br />
Personale<br />
dipendente<br />
da terzi<br />
1,0% Operatori amministrativi<br />
2,3% Personale pasti a domicilio e mense<br />
1,2% Personale cucina e casa di riposo<br />
1,6% Fisioterapisti<br />
6,2% Infermieri professionali<br />
9,4% Operatori sociali<br />
* escluso:<br />
- il personale di pulizia, di lavanderia, di portierato e gli inservienti nelle case di riposo,<br />
- il personale dei consultori familiari,<br />
- gli operatori impiegati nell’attuazione dei progetti finanziati dalla L. 285/97 a favore di minori,<br />
- collaborazioni occasionali<br />
E’ importante evidenziare come il personale puramente amministrativo impiegato nei servizi<br />
esternalizzati risulta in numero esiguo, perché la fl essibilità delle organizzazioni permette loro<br />
l’impiego parziale di personale <strong>sociale</strong> anche per l’espletamento di funzioni amministrative.<br />
Inoltre, molte delle funzioni amministrative vengono svolte dall’organizzazione centrale a cui<br />
l’organizzazione che gestisce il servizio fa capo e vengono rendicontate solo ai fi ni fi nanziari,<br />
ma non come carichi di lavoro, ossia non come numero di persone che vi sono dedicate.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Nell’impiego di risorse esterne all’ASSB per la gestione o l’integrazione di servizi aziendali,<br />
vanno considerati alcuni aspetti connessi all’impossibilità di entrare nel merito del potere<br />
organizzativo e dispositivo del soggetto gestore. Si pensi, ad esempio, all’impossibilità di<br />
richiedere requisiti in ordine ai profi li professionali (ove non espressamente richiesti per legge)<br />
e all’assenza del requisito dell’attestato di bilinguismo (e sull’effettiva capacità di esprimersi<br />
e comprendere le lingue italiana e tedesca).<br />
27
VOLONTARI, OBIETTORI DI COSCIENZA, TIROCINANTI<br />
In molte strutture e servizi, gestite sia dall’Azienda che da terzi, sono attive anche figure<br />
non economicamente retribuite che rappresentano una realtà estesa e consistente: volontari,<br />
obiettori di coscienza, tirocinanti. Nel corso dell’anno <strong>2006</strong> hanno operato nei<br />
servizi dell’Azienda (inclusi quelli esternalizzati) complessivamente 488 volontari e 10 obiettori,<br />
mentre hanno svolto un periodo di tirocinio 250 persone. Queste fi gure ausiliarie hanno<br />
assicurato nell’anno <strong>2006</strong> oltre 100.000 ore di presenza.<br />
È da evidenziare per il <strong>2006</strong> il progetto dell’Azienda “Un sorriso per vivere, perché sorridere è<br />
un dovere <strong>sociale</strong>” per l’impiego nelle proprie strutture di volontari europei e di obiettori<br />
di coscienza provenienti da vari Paesi dell’Europa con lo scopo di offrire ad alcuni giovani<br />
di vivere, per circa un anno, un’esperienza di vita con risvolti formativi sia a livello personale<br />
che professionale, ma anche di contribuire con l’attività di volontariato ad un miglioramento<br />
delle condizioni di vita delle persone assistite.<br />
In particolare nel <strong>2006</strong> l’Azienda ha ricevuto il contributo di 4 volontari e 3 obiettori<br />
di coscienza provenienti da Germania, Spagna, Estonia, Lituania.<br />
Fig. 20 - Volontari, obiettori di coscienza e tirocinanti: numero ed ore annue - <strong>2006</strong><br />
Servizi e strutture<br />
Volontari<br />
Obiettori<br />
di coscienza<br />
Tirocinanti<br />
n. totale<br />
ore<br />
annue<br />
n.<br />
totale<br />
ore<br />
annue<br />
n.<br />
totale<br />
ore<br />
annue<br />
Case di Riposo/Centro di Degenza 39 5.429 2 966 70 8.908<br />
Centri Diurni e di Assist. Diurna per Anziani 3 505 0 0 6 933<br />
Assistenza Domiciliare 0 0 0 0 31 4.600<br />
Servizio “Emergenza Anziani” 170 12.100 0 0 0 0<br />
Asili Nido 0 0 0 0 90 6.852<br />
Mense per Anziani 22 13.200 0 0 0 0<br />
Servizio Mediazione Familiare 16 360 0 0 3 157<br />
Casa delle Donne e alloggi protetti 49 5.098 0 0 4 756<br />
Strutture residenziali per disabili 4 122 0 0 8 770<br />
Laboratori protetti e gruppi occupazionali 0 0 1 504 16 1.825<br />
Laboratori protetti per malati psichici 32 4.497 0 0 3 350<br />
Punti d’incontro per malati psichici 61 11.719 0 0 4 124<br />
Strutture di Accoglienza stranieri /emargin. 43 5.829 5 5.203 7 340<br />
Laboratorio Hands (alcool e farmacodip.) 3 340 0 0 1 135<br />
Centro Diurno c/o Casa Conte Forni 23 5.980 0 0 0 0<br />
Altri servizi nell’ambito dell’integraz. <strong>sociale</strong> 2 483 1 80 1 100<br />
Laboratorio Manu 21 1.182 0 0 2 104<br />
Servizio sociopedagogico nei distretti 0 0 0 0 4 958<br />
Uffi ci amministrativi distretti e sede 0 0 1 200 0 0<br />
Totale 488 66.844 10 6.953 250 26.912<br />
28
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
I FORNITORI DI ASSB<br />
Nei servizi alla persona, i livelli di qualità sono dati certamente dalle capacità relazioni degli<br />
operatori sociali, da procedure certe e condivise, da una direzione effi cace. Altrettanto importante<br />
però è anche la qualità delle forniture di attrezzature o beni di consumo utilizzati per<br />
l’erogazione dei servizi agli utenti<br />
Le forniture di cui si avvalgono i servizi sono le più svariate, in relazione alla tipologia e alle<br />
caratteristiche dei servizi stessi. Si va dalle forniture di generi alimentari per i servizi residenziali<br />
e diurni (case di riposo, asili nido, convitti, ecc.), alle forniture di attrezzature sanitarie<br />
(letti ospedalieri, ausilii, ecc.), sino ai giochi per i bambini. La gestione delle forniture viene<br />
svolta, a seconda della tipologia e dell’importo della fornitura, dall’amministrazione centrale<br />
dell’ASSB, tramite gara ad evidenza pubblica o procedura negoziata a seconda dell’importo<br />
della fornitura, oppure direttamente dai servizi, tramite procedura negoziata semplifi cata o,<br />
in qualche caso, acquisto sul libero mercato.<br />
L’ASSB ha stabilito un iter procedurale per gli approvvigionamento che mira ad assicurare<br />
effi cacia, effi cienza, economicità, qualità del prodotto e qualità del fornitore. Il processo è<br />
così articolato:<br />
• Analisi preliminare del fabbisogno di fornitura<br />
• Individuazione della procedura da adottare<br />
• Individuazione del fornitore e defi nizione del contratto con il fornitore<br />
• Procedimenti amministrativi e contabili<br />
• Verifi ca delle forniture<br />
• Sorveglianza dei fornitori<br />
• Qualifi cazione dei fornitori.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Di particolare importanza risultano le ultime fasi del processo, laddove “l’Elenco Fornitori<br />
Qualifi cati” e i controlli prima dell’acquisto – quando possibile - e al momento della consegna<br />
assumono un ruolo fondamentale per avere certezza in ordine alla qualità della fornitura.<br />
L’attività di sorveglianza sui fornitori e sui prodotti, ad opera degli operatori che usufruiscono<br />
della fornitura, consente agli uffi ci competenti l’opportunità di migliorare la formulazione dei<br />
successivi capitolati di gara. La qualità dei servizi aziendali è quindi dovuta anche alla qualità<br />
dei fornitori da cui ASSB quotidianamente si serve.<br />
GLI ALTRI ENTI PUBBLICI<br />
Per poter rispondere, nei limiti del proprio mandato, ai bisogni sociali della comunità locale,<br />
l’ASSB deve operare il più possibile “in rete” con le altre istituzioni pubbliche. Ciò signifi ca che<br />
deve riuscire ad agire su due fronti: da un lato deve poter co-progettare gli interventi sociali<br />
con altri enti al fi ne di renderli più incisivi; dall’altro deve essere in grado di prendere accordi<br />
con tali enti per poter rispondere a tutta una serie di esigenze operative quotidiane.<br />
Per quanto riguarda la progettazione <strong>sociale</strong>, l’anno <strong>2006</strong> si è caratterizzato per l’elaborazione<br />
dei Piani di Settore, documenti di pianifi cazione pluriennali su diverse aree tematiche,<br />
elaborati in collaborazione tra ASSB, Comune di Bolzano, Provincia Autonoma di Bolzano<br />
e organizzazioni del settore <strong>sociale</strong> operanti in città. Nel <strong>2006</strong> si è conclusa<br />
l’elaborazione dei Piani di settore per l’area dei servizi a favore di persone senza fi ssa dimora,<br />
nomadi, minori stranieri non accompagnati, anziani e prima infanzia. I documenti sono stati<br />
poi formalmente approvati e alcuni lo saranno nel 2007 dall’amministrazione comunale. Altri<br />
piani di settore in altre aree tematiche saranno elaborati nel 2007.<br />
Il piano di settore é l’occasione offerta alla comunitá locale per leggere, valutare, programmare<br />
e guidare il proprio sviluppo e va visto e realizzato come piano regolatore del funzio-<br />
29
namento dei servizi alle persone. In particolare, il piano é lo strumento promosso dai diversi<br />
soggetti istituzionali e territoriali per:<br />
• analizzare i bisogni e i problemi della popolazione sotto il profi lo qualitativo e quantitativo;<br />
• riconoscere e mobilitare le risorse professionali, personali, strutturali, economiche pubbliche,<br />
private (profi t e non profi t) e del Volontariato;<br />
• defi nire obiettivi e prioritá, nel triennio di durata del piano, attorno a cui fi nalizzare le risorse;<br />
• individuare le unitá d’offerta e le forme organizzative congrue, nel rispetto dei vincoli normativi<br />
e delle specifi citá e caratteristiche proprie delle singole comunitá locali;<br />
• stabilire forme e modalitá gestionali atte a garantire approcci integrati e interventi effi caci,<br />
effi cienti ed economici;<br />
• prevedere sistemi, modalitá, responsabilitá e tempi per la verifi ca e la valutazione dei programmi<br />
e dei servizi.<br />
Lo strumento Piano di settore puó risultare la risposta strategica all’esigenza di passare da<br />
una cultura assistenziale di erogazione di prestazioni alla persona bisognosa ad una politica<br />
positiva di servizi, fra loro integrati, a favore della comunitá locale.<br />
Per quanto riguarda gli accordi e le intese su prassi operative, nel <strong>2006</strong> è stato sottoscritto<br />
un protocollo d’intesa tra ASSB e Azienda Sanitaria attraverso cui sono state adottate<br />
procedure condivise per l’ammissione di utenti presso i Centri di Assistenza Diurna dell’AS-<br />
SB. Con questo protocollo è stata istituita una unità di valutazione geriatrica unica tra settori<br />
<strong>sociale</strong> e sanitario che valuta, dando parere vincolante, le domande di ammissione ai Centri,<br />
considerando quindi sia il bisogno <strong>sociale</strong> che quello sanitario.<br />
Sempre con l’Azienda Sanitaria, in questo caso con il servizio specialistico per le dipendenze<br />
(Ser.D.) è stato stipulato nel mese di dicembre <strong>2006</strong> un protocollo intesa che rappresenta il<br />
traguardo di un lavoro congiunto fra i due enti, costituito da un percorso di confronto e dialogo<br />
tra gli operatori dei Distretti sociali da un lato e del Servizio Dipendenze Ser.T. dall’altro,<br />
accompagnato da un facilitatore esterno.<br />
Il documento rappresenta un importante tassello nel percorso di integrazione socio-sanitaria<br />
ed è nato dall’esigenza di tracciare un quadro delle dimensioni del fenomeno delle dipendenze<br />
a Bolzano città e di individuare orientamenti e metodologie di lavoro comuni fra gli<br />
operatori dell’area <strong>sociale</strong> e dell’area sanitaria attivi nel settore delle dipendenze, con particolare<br />
riferimento all’assistenza economica e fi nanziaria erogata dai Distretti sociali in base<br />
alla normativa provinciale vigente.<br />
La seconda parte del documento, denominata “Accordi operativi” contiene gli strumenti e<br />
le procedure che il gruppo di lavoro ha costruito, condiviso e sperimentato per strutturare e<br />
migliorare la collaborazione tra i distretti sociali dell’ASSB e il Servizio dipendenze Ser.T. di<br />
Bolzano.<br />
L’implementazione del protocollo è accompagnata da interventi di diffusione e informazione<br />
presso tutti gli operatori sociali e sanitari attivi nell’area delle dipendenze, con l’obiettivo di<br />
costruire una buona prassi operativa in tempi brevi.<br />
Molto importante è stata l’intesa raggiunta con le scuole (materna del quartiere Don Bosco e<br />
Istituto comprensivo Bolzano II) che ha permesso di disciplinare le modalità di collaborazione<br />
tra scuola e distretto <strong>sociale</strong> Don Bosco in merito alla segnalazione da parte della scuola di<br />
situazioni problematiche di minori o, nel caso di minori già seguiti dal distretto, i rapporti tra<br />
insegnanti, assistenti sociali e educatori. L’accordo prevede anche la collaborazione per l’attuazione<br />
di progetti particolari non rivolti a singoli alunni ma a gruppi di alunni e la disponibilità<br />
da parte del distretto di offrire consulenza agli insegnanti in merito a specifi che tematiche<br />
di interesse <strong>sociale</strong>. Analoghi progetti sono stati condotti anche nei distretti di Oltrisarco e<br />
Europa Novacella.<br />
30
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
Inoltre nel secondo semestre del <strong>2006</strong> l’ASSB ha stipulato una convenzione con il Comune<br />
di Parma aderendo così al progetto promosso dal Ministero delle Politiche Sociali “ Minori<br />
stranieri non accompagnati: l’accoglienza che supera i confi ni”, di cui il Comune di Parma<br />
era capofi la. L’adesione dell’ASSB verteva su due misure progettuali: la sperimentazione<br />
della formazione e dell’inserimento socio-occupazionale in Italia e/o Albania e il rimpatrio<br />
assistito dei minori albanesi. Il coinvolgimento dell’ASSB nel progetto mirava a superare le<br />
diffi coltà ad effettuare dei rimpatri assistiti di minori albanesi. Il comune di Parma ha adottato<br />
una strategia interessante e vincente: affi dare i minori stranieri non accompagnati a parenti o<br />
connazionali, al fi ne di evitare il collocamento in comunità ottenendo una notevole riduzione<br />
dei costi e diminuendo il disagio dei minori stessi. Purtroppo nonostante vari tentativi l’AS-<br />
SB non è riuscita a giungere allo stesso risultato perché il Comitato Minori Stranieri chiede<br />
il consenso del minore per l’espatrio, consenso che non viene mai dato. Per questo motivo<br />
la convenzione non è stata rinnovata per il 2007. Anche se non si sono raggiunti i risultati<br />
auspicati, il confronto con un’altra realtà è stato di estrema importanza.<br />
I SINDACATI<br />
In tema di sistema di relazioni sindacali nel corso del <strong>2006</strong> è stato elaborato e realizzato il<br />
nuovo protocollo di intesa tra Organizzazioni Sindacali e ASSB.<br />
Come si evidenzia nel testo protocollare scopo precipuo del documento è quello “di armonizzare<br />
il diritto dei dipendenti ad un continuo miglioramento delle condizioni di lavoro ed allo<br />
sviluppo professionale con l’esigenza di assicurare ed incrementare l’effi cienza e l’effi cacia<br />
dell’azione aziendale a favore della collettività”.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Il sistema è basato sui seguenti modelli relazionali:<br />
1) contrattazione decentrata;<br />
2) consultazione;<br />
3) reciproca informazione;<br />
4) conciliazione.<br />
Una particolare attenzione - soprattutto nell’ambito della reciproca informazione sia preventiva<br />
che successiva - viene posta anche nei confronti dei lavoratori con rapporto di lavoro<br />
con enti terzi (cooperative, organizzazioni di volontariato, società profi t ecc) ma operanti nelle<br />
strutture aziendali in forza di contratti di appalto o convenzioni, che vengano a trovarsi in<br />
situazione di diffi coltà o disagio a causa di palesi violazioni contrattuali.<br />
In un prossimo futuro con le Organizzazioni Sindacali (tanto di categoria che le federazioni)<br />
è peraltro necessaria una azione - che risulti il più possibile comune - in direzione di una<br />
condivisione di responsabilità rispetto a talune scelte strategiche in materia di personale e<br />
non solo.<br />
Questo anche nell’ottica del superamento di talune specifi che tematiche di discussione (e qui<br />
non ci si riferisce certo alla gran parte delle, fi siologiche, vertenze individuali) in grado - se<br />
non intese in una dimensione di sistema e di corresponsabilità - di creare ed acuire diffi coltà<br />
di relazione.<br />
In questo senso l’ASSB da parte del Sindacato si attende e si auspica una azione maggiormente<br />
tesa alla concreta formulazione di proposte di sviluppo aziendale a tutto vantaggio sia<br />
dei lavoratori che della collettività cittadina.<br />
31
La responsabilità <strong>sociale</strong> di ASSB<br />
verso la comunità locale e il territorio<br />
ASSB, che ha per missione lo sviluppo della comunità e il sostegno alle persone svantaggiate,<br />
non può non supportare le organizzazioni che danno lavoro ai soggetti deboli.<br />
Grazie alle disposizioni normative vigenti, ASSB intrattiene rapporti, in base a contratti d’appalto<br />
o convenzioni, con cooperative di tipo “B”, ossia cooperative che si impegnano ad<br />
inserire nel proprio staff di lavoratori soggetti con svantaggi sociali (disabilità, problemi di<br />
dipendenze, trascorsi di vita in carcere, ecc.).<br />
Nel <strong>2006</strong> l’ASSB ha gestito vari tipi di servizi attraverso cooperative di tipo “B”: servizi di portierato<br />
presso alcune case di riposo, servizi di manutenzione delle aree verdi di alcune strutture<br />
aziendali, servizi di trasporto della biancheria, servizi di pulizia, piccole manutenzioni,<br />
gestione dei bar delle case di riposo, fornitura di toner. I lavoratori svantaggiati erano talvolta<br />
invalidi civili, talvolta persone con problemi di dipendenza, altre volte con problemi psichici.<br />
Complessivamente il monte ore fornito da lavoratori svantaggiati in servizi aziendali è stato di<br />
circa 27.535 ore offerte all’ASSB tramite 8 cooperative di tipo B, corrispondenti a<br />
una cinquantina di persone svantaggiate in inserimento lavorativo.<br />
Nell’anno scolastico 2005/<strong>2006</strong> l’ASSB ha inoltre aderito al progetto M.I.D.A., gestito dalla<br />
scuola professionale “L. Einaudi”. Il progetto si presenta come risposta ad una situazione di<br />
disagio scolastico e demotivazione alla frequenza scolastica di alunni svantaggiati. Alcuni di<br />
essi hanno svolto un periodo di tirocinio presso le case di riposo dell’ASSB quale esperienza<br />
nel modo del lavoro.<br />
L’ASSB non ha invece aderito al progetto denominato “35++” promosso dalla Provincia<br />
Autonoma di Bolzano: come già detto, il lavoro usurante nei servizi sociali sia in termini fi sici<br />
che di burn out, comporta che l’ASSB debba già preoccuparsi di ricollocare al proprio interno<br />
proprio personale che si trova in temporanea o stabile condizione di inabilità al lavoro.<br />
L’Azienda non sarebbe in grado di gestire anche l’assunzione di ulteriore personale con<br />
limitazioni lavorative.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> di ASSB verso la comunità e il territorio si manifesta anche attraverso<br />
una serie di iniziative che ASSB ha messo in campo nel <strong>2006</strong>, come in anni precedenti,<br />
per cercare di creare aggregazione nei quartieri e sviluppare un positivo senso di<br />
appartenenza utile come prevenzione di potenziali situazioni di disagio. Tali iniziative hanno<br />
riguardato i quartieri in cui vi era maggiore necessità. Un progetto ha riguardato la nuova<br />
zona abitativa Firmian e le problematiche che si potrebbero presentare con la consegna<br />
degli alloggi a molte famiglie disagiate. Il progetto mira a creare una rete di collaborazione tra<br />
l’IPES e l’ASSB per cercare di prevenire o intervenire sulle possibili problematicità della nuova<br />
zona. Gli incontri sono stati tanti e la discussione ha messo in luce vari aspetti critici su cui si<br />
sta ancora rifl ettendo al fi ne di trovare idonee soluzioni. L’altro quartiere su cui si sta agendo<br />
al fi ne di sviluppare un senso di appartenenza è il quartiere Don Bosco ed in particolare<br />
alcuni stabili ivi collocati. Durante l’anno il distretto <strong>sociale</strong> ha preso i contatti con vari cittadini,<br />
supportandoli e accompagnandoli nell’auto gestione di due iniziative di aggregazione,<br />
proposte da loro stessi. Altra zona della città sui cui si è lavorato per far crescere il senso di<br />
appartenenza è il nuovo insediamento nella zona Maso della Pieve. E’ stata predisposta e<br />
stampata una guida dettagliata dei servizi del quartiere di Oltrisarco - Aslago con il coinvolgimento<br />
di tutte le risorse del territorio che sarà distribuita ai nuovi condomini della zona<br />
32
la Governance<br />
1.2 La responsabilità <strong>sociale</strong><br />
in un’occasione di un incontro in cui si cercherà anche di migliorare la conoscenza reciproca<br />
e il senso di appartenenza alla nuova comunità.<br />
Infi ne l’ASSB ha agito verso la comunità anche attraverso la comunicazione esterna a cui è<br />
stata data molta attenzione nel <strong>2006</strong>: i mass media hanno risposto bene contribuendo a divulgare<br />
notizie e informazione utili sui servizi sociali Ciò ha contribuito ad agevolare l’accesso<br />
ai servizi da parte dei cittadini e a sviluppare una consapevolezza sul tema del <strong>sociale</strong> da<br />
parte dell’opinione pubblica.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> di ASSB verso l’ambiente<br />
L’ASSB gestiva nel <strong>2006</strong> 50 strutture: alcune di esse sono destinate ad uffi ci, altre sono invece<br />
strutture residenziali o diurne in cui sono ospitati utenti di diverse tipologie. La gestione di<br />
queste strutture e delle attrezzature in esse utilizzate ha, per le loro dimensioni e per il numero<br />
di persone che vi risiede o vi opera, un rilevante impatto sull’ambiente che le circonda.<br />
Il 94% delle strutture in dotazione all’Azienda sono riscaldate a metano (48 caldaie), due caldaie<br />
sono alimentate a gasolio e una a butano. Per contenere l’impatto ambientale, ASSB<br />
si sta adoperando per trasformare le due caldaie a gasolio in metano e sta valutando la<br />
fattibilità dell’installazione, presso le strutture aziendali munite delle caratteristiche idonee, di<br />
impianti fotovoltaici per la produzione di energia solare.<br />
La responsabilità <strong>sociale</strong> 1.2<br />
Purtroppo anche l’ASSB, pur cercando di ottimizzare gli spostamenti viaggiando in più persone<br />
sui mezzi di servizio, contribuisce all’inquinamento atmosferico da gas di scarico. Nel<br />
<strong>2006</strong> ASSB possedeva:<br />
• 3 vetture diesel categoria euro 0<br />
• 2 vetture alimentate a benzina di categoria Euro 1,<br />
• 12 vetture alimentate a benzina di categoria Euro 2,<br />
• 5 vetture diesel di categoria euro 2,<br />
• 3 vetture a benzina di categoria euro 3<br />
• 3 vetture diesel euro 3<br />
• 1 vettura a benzina di categoria euro 4<br />
• 2 vetture diesel con fi ltro FAP.<br />
Cosciente che la Pubblica Amministrazione in primis ha il dovere di partecipare attivamente<br />
alla riduzione dell’inquinamento atmosferico, ASSB ha deciso che le vetture che saranno<br />
in futuro acquistate dovranno, se disponibili sul mercato, essere a metano o con l’opzione<br />
metano/benzina, per ridurre il più possibile il loro impatto ambientale.<br />
I consumi di elettricità e di acqua in ASSB sono rilevanti soprattutto nelle strutture residenziali,<br />
ovviamente. Vengono date ai dipendenti indicazioni sui risparmi energetici e per il 2007<br />
è in previsione l’adozione di un sistema di contenimento del consumo di acqua che utilizza<br />
fi ltri che consentono di vaporizzare l’acqua con una riduzione del consumo prevista tra il 40%<br />
e il 60%.<br />
Relativamente al consumo di carta, purtroppo ancora rilevante nonostante la tendenza alla<br />
33
digitalizzazione, ASSB ha dato indicazioni chiare al proprio personale: la carta va utilizzata<br />
sia sul fronte che sul retro, i documenti inviati via mail non vanno stampati, ma quando possibile<br />
vanno letti solo a video, stampe di prova vanno evitate, ecc. Oltre a questo, in ASSB è<br />
incentivato l’uso di carta è di tipo riciclato. Nel <strong>2006</strong> ASSB ha acquistato circa 5.700 risme di<br />
carta da 500 fogli ciascuna, di cui il 76% era di tipo riciclato.<br />
Per ridurre l’impatto ambientale delle proprie strutture, ASSB pone grande attenzione alla<br />
gestione dei rifi uti. Presso tutte le cucine l’umido è già raccolto in modo differenziato, così<br />
come da sempre i rifi uti potenzialmente infetti vengono raccolti e smaltiti in modo differenziato<br />
ed a norma di legge. Nei contratti d’appalto con fornitori di servizi (es. servizi di pulizia) è<br />
sempre imposta ai fornitori la pratica della raccolta differenziata.<br />
Per cercare di accorpare le varie iniziative aziendali in tema di responsabilità ambientale e<br />
dare visibilità a tutti i dipendenti aziendali dell’impegno che quotidianamente va profuso nella<br />
tutela dell’ambiente, ASSB intende predisporre e divulgare nel 2007 un libretto informativo<br />
sulla gestione del patrimonio aziendale in maniera eco compatibile.<br />
34
Il risk management1.3<br />
Uno dei punti chiave della ricerca della qualità passa attraverso lo sviluppo di una “cultura del<br />
rischio”, centrata su una logica orientata alla prevenzione e fondata sulla convinzione che gli<br />
errori rappresentano, se adeguatamente analizzati, preziose opportunità di apprendimento.<br />
L’adozione di meccanismi di prevenzione, la revisione critica dei processi, la messa a punto<br />
di protocolli per la riduzione del rischio, l’addestramento degli operatori ad adottare comportamenti<br />
corretti, la tutela assicurativa, tutto ciò riduce il rischio di errore, consentendo di agire<br />
in anticipo, prima che il danno si verifi chi.<br />
L’espressione “sistema di gestione del rischio” indica tutte le attività coordinate per gestire<br />
un’organizzazione con riferimento ai rischi; include pertanto la valutazione, il trattamento,<br />
l’accettazione e la comunicazione del rischio.<br />
ASSB ha già messo in campo a decorrere dal <strong>2006</strong> una serie di attività di prevenzione e<br />
gestione del rischio in maniera coordinata e sistematica, in base ad un preciso obiettivo<br />
della Direzione generale. Le aree di rischio individuate sono riferite a tematiche relative alla<br />
sicurezza del personale, alla sicurezza ambientale, alla gestione economica e patrimoniale,<br />
all’attività assistenziale-pedagogica.<br />
Il risk management 1.3<br />
Prevenzione e protezione dei lavoratori nei luoghi di lavoro<br />
Nell’ottica di salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori vengono continuamente<br />
intraprese iniziative di carattere preventivo rivolte a scongiurare rischi di qualsiasi natura per<br />
le attività lavorative delle diverse fi gure professionali che operano all’interno dell’ASSB.<br />
In particolare l’attenzione è rivolta soprattutto a fornire all’operatore una formazione/informazione<br />
specifi ca in materia di sicurezza, con l’analisi di quei rischi presenti nell’attività lavorativa<br />
di ognuno. Durante l’anno <strong>2006</strong> sono state organizzate dal Servizio di prevenzione e<br />
protezione 827 ore di formazione relative alla prevenzione incendi, al pronto soccorso, al<br />
rischio specifi co per coloro che lavorano molte ore al computer e all’informazione generale in<br />
materia di sicurezza sul posto di lavoro. Lo stato di salute dei lavoratori viene periodicamente<br />
monitorato attraverso le visite mediche effettuate dal Medico Competente. Nell’anno <strong>2006</strong><br />
sono stati visitati 330 lavoratori.<br />
Sempre con l’obiettivo di porre particolare attenzione alle misure che prevengano l’insorgere<br />
di problemi alla salute o infortuni, vengono continuamente effettuati lavori di manutenzione<br />
all’interno delle varie strutture, ai macchinari in uso ai lavoratori, agli impianti di sicurezza<br />
ecc.<br />
Il rischio per la salute dei lavoratori più presente all’interno delle attività lavorative in ASSB è<br />
quello legato alla movimentazione degli ospiti/utenti. Per ridurre il rischio di infortuni derivanti<br />
da movimentazione errata o eccessivamente gravosa, vengono messi a disposizione<br />
degli operatori vari tipi di ausili (sollevatori, asse di trasferimento, cinture per il sollevamento<br />
35
degli utenti, letti ospedalieri). Inoltre per monitorare la situazione del rischio derivante dalla<br />
movimentazione dei pesi, durante l’anno <strong>2006</strong> è stata effettuata un’indagine presso le case<br />
di riposo e centri di degenza, utilizzando come strumento di rilevamento l’innovativo<br />
l’indice MAPO (Movimentazione ed Assistenza del Paziente Ospedalizzato), per prevenire il<br />
rischio di lesioni dorso – lombari.<br />
L’indice MAPO integra vari fattori per un’analisi completa dell’ambiente e l’organizzazione del<br />
lavoro e in particolare:<br />
• grado e tipologia delle disabilità dei pazienti non autosuffi cienti,<br />
• il numero degli operatori presenti nei diversi turni lavorativi,<br />
• le attrezzature e gli ausili presenti nei vari reparti,<br />
• le caratteristiche strutturali degli edifi ci (bagni, camere, fattore ambientale),<br />
• la formazione del personale.<br />
Dai valori risultanti dalla valutazione effettuata mediante l’applicazione l’indice MAPO vengono<br />
individuati tre livelli di esposizione:<br />
Indice Mapo<br />
0-1,5 1,51-5 >5<br />
Rischio trascurabile Rischio non rilevante Rischio signifi cativo<br />
Nessuna azione da<br />
intraprendere<br />
• Formazione del personale<br />
• Sorveglianza sanitaria<br />
• Interventi a medio/lungo<br />
termine<br />
• Formazione del personale<br />
• Sorveglianza sanitaria<br />
• Interventi a breve termine<br />
Di seguito le risultanze dell’indagine sulle strutture residenziali per anziani di ASSB:<br />
Villa Armonia Don Bosco Villa Serena Villa Europa Grieserhof<br />
0,7 1,1 0,5 0,8 1,9<br />
Da questa analisi si può rilevare la buona situazione presente in tutte le strutture analizzate,<br />
ad esclusione del 3° piano del Centro di degenza Grieserhof, dove il valore risulta in fascia<br />
media esclusivamente per un fattore non ottimale relativo alle caratteristiche strutturali dell’edifi<br />
cio. Il numero di infortuni per l’anno <strong>2006</strong> è stato di 56, ed è rimasto pressoché invariato<br />
rispetto al 2005 (57); vi è stata invece una grossa diminuzione dei giorni d’assenza per infortunio<br />
(da 948 del 2005 a 561 del <strong>2006</strong>), il che sta ad indicare che la gravità degli infortuni è<br />
stata più lieve.<br />
36
la Governance<br />
1.3 Il risk management<br />
Fig. 21 - Infortuni 2004-<strong>2006</strong>: confronto numero complessivo dei casi e giorni di assenza<br />
dal servizio<br />
58<br />
56<br />
57<br />
56<br />
54<br />
52<br />
48<br />
46<br />
44<br />
42<br />
1.200<br />
1.000<br />
48<br />
2004 2005 <strong>2006</strong><br />
n. casi infortunio<br />
1.007<br />
948<br />
Il risk management 1.3<br />
800<br />
600<br />
561<br />
400<br />
200<br />
0<br />
2004 2005 <strong>2006</strong><br />
gg. assenza per infortunio<br />
Dieci di tali infortuni sono da attribuire alla movimentazione manuale dei pesi di ospiti/utenti.<br />
Il numero di infortuni di questo tipo è in lieve aumento rispetto agli scorsi anni, pur trattandosi<br />
di infortuni meno gravi. E ciò, nonostante l’attività di prevenzione effettuata con la formazione<br />
e l’uso di ausili e nonostante l’indicazione di un indice di rischio basso emergente<br />
dall’indagine MAPO. Una nota merita attenzione, soprattutto se posta in connessione con<br />
le informazioni relative all’età media dei dipendenti aziendali: l’età media delle persone che<br />
sono state vittime di infortuni derivanti dalla movimentazione dei pesi degli ospiti/utenti è di<br />
41 anni. Tale dato è confermato anche per la stessa tipologia di infortuni avvenuti negli anni<br />
precedenti. Che questo indichi che, nonostante la formazione e gli ausili, l’avanzamento dell’età<br />
infl uisca negativamente rendendo il lavoro di assistenza diretta ancora più gravoso di<br />
quanto già oggettivamente sia? Se è questo il motivo degli infortuni, come affrontare il problema<br />
in prospettiva, visto il lento invecchiamento dei collaboratori aziendali? Tali rifl essioni<br />
impegneranno l’ASSB negli anni a venire.<br />
37
La conservazione del patrimonio aziendale<br />
L’Azienda ha avuto in uso nell’anno <strong>2006</strong>, per i propri servizi, 50 strutture:<br />
• 1 di proprietà aziendale (struttura di via Garibaldi, destinata al servizio di “Bassa soglia”);<br />
• 32 in concessione dal Comune di Bolzano;<br />
• 8 in concessione dalla Provincia autonoma di Bolzano;<br />
• 9 in locazione con contratti di diritto privato.<br />
Gli edifi ci per i quali l’Azienda è competente per la manutenzione, sia ordinaria che<br />
straordinaria, sono 41.<br />
Per le strutture in regime di locazione all’Azienda compete la sola manutenzione ordinaria.<br />
Per le strutture di proprietà e in concessione gratuita all’Azienda compete la manutenzione<br />
ordinaria e quella straordinaria; nel caso di esternalizzazione di servizi la manutenzione ordinaria<br />
sulle strutture, per contratto, è di competenza del gestore.<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> si sono avuti complessivamente 827 interventi di manutenzione, affi<br />
dati a imprese specializzate.<br />
Di questi, circa 223 (circa 27% del totale come numero di interventi, 8,9% circa come incidenza<br />
di spesa) hanno riguardato interventi “di routine” per il mantenimento ordinario delle<br />
strutture.<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> il costo per la manutenzione ordinaria è stato di circa 796.000 Euro<br />
e di circa 182.000 Euro per la manutenzione straordinaria. Per quanto riguarda la manutenzione<br />
ordinaria ciò che incide di più in termini economici sono le strutture residenziali<br />
per anziani che pesano per circa il 52% della spesa. Anche per quanto riguarda la manutenzione<br />
straordinaria, ciò che ha inciso di più sotto il profi lo economico nel <strong>2006</strong> sono stati gli<br />
interventi presso le strutture residenziali per anziani (circa il 60% della spesa complessiva),<br />
diversamente dal 2005, anno in cui la maggiore spesa per la manutenzione straordinaria era<br />
dovuta agli interventi presso il campo ROM .<br />
Oltre agli interventi svolti dalle imprese di manutenzione, piccoli interventi vengono effettuati<br />
anche da personale tecnico interno all’ASSB.<br />
Assb è dotata anche di un rilevante patrimonio informatico, alla cui manutenzione è dedicato<br />
il settore Ced dell’Azienda. Il Ced, insieme all’uffi cio legale, cura anche tutti gli aspetti connessi<br />
alla “sicurezza informatica”, ” allo scopo di ridurre al minimo il rischio di dispersione o<br />
distruzione accidentali di dati. In questo settore anche nel <strong>2006</strong> l’attivitá del settore CED si è<br />
concentrata sulla revisione ed implementazione del sistema di sicurezza su piú fronti:<br />
revisione e aggiornamento del documento programmatico della sicurezza che<br />
effettua una mappatura di tutti i rischi connessi alla sicurezza dei dati informatici e sta-<br />
bilisce le misure di prevenzione;<br />
pubblicazione nella intranet aziendale delle istruzioni specifi che e delle regole per<br />
l’adozione delle misure di sicurezza informatiche;<br />
38
la Governance<br />
1.3 Il risk management<br />
manutenzione e monitoraggio del livello di sicurezza informatica. . Periodicamente,<br />
il personale del settore Ced effettua sopraluoghi per la verifi ca del livello di adozione<br />
delle misure di sicurezza informatiche, nonché lo stato di obsolescenza dell’hard-<br />
ware o la non adeguatezza del software utilizzato. A seguito dei sopraluoghi vengono<br />
compilate delle checklist e programmati gli interventi laddove fossero individuate delle<br />
carenze o inadeguatezze del sistema;<br />
mantenimento del sistema di gestione centralizzata dei dati personali gestiti dalle orga-<br />
nizzazioni che operano per conto di ASSB nei servizi sociali, che ha consentito agli enti<br />
gestori di poter elaborare ed archiviare le informazioni in maniera sicura, nel rispetto dei<br />
diversi profi li di accesso e riducendo al minimo i rischi di distruzione e perdita dei dati.<br />
La tutela assicurativa<br />
Il risk management 1.3<br />
La necessità di una tutela assicurativa da parte dell’Azienda deriva dal fatto che nello svolgimento<br />
dei propri compiti istituzionali essa è esposta ad una molteplicità di potenziali situazioni<br />
di rischio e di consequenziale responsabilità per eventi dannosi, rispetto ai quali si tutela<br />
attraverso la stipula di contratti di assicurazione.<br />
I contratti assicurativi aziendali possono essere imposti per legge (come nel caso della copertura<br />
dei rischi derivante dalla circolazione stradale, la cd “polizza RCA”), o per contrattazione<br />
collettiva (come nel caso della copertura dei danni patrimoniali riconducibili all’operato<br />
dei suoi dirigenti e tecnici, polizza RC patrimoniale).<br />
Alcuni contratti assicurativi vengono invece stipulati per scelta discrezionale dell’Azienda a<br />
copertura di situazioni di rischio potenzialmente elevate e che potrebbero comportare gravi<br />
ripercussioni a carico dell’Ente medesimo (come avviene per la copertura dei danni subiti<br />
dalle strutture aziendali in caso di furto o incendio).<br />
Di seguito un riepilogo delle polizze assicurative dell’Azienda e dei relativi sinistri denunciati<br />
nel periodo temporale 2002/<strong>2006</strong>:<br />
numero sinistri denunciati polizza incendio/furto/kasko autovetture dei dipendenti<br />
Anno 2002 0<br />
Anno 2003 0<br />
Anno 2004 0<br />
Anno 2005 0<br />
Anno <strong>2006</strong> 1<br />
39
La polizza in questione (che è stipulata sulla base di una trattativa gestita dal Consorzio<br />
dei Comuni a favore dei soci e che presenta condizioni economiche del tutto vantaggiose<br />
sotto il profi lo economico) riguarda autovetture in genere anche di proprietà di familiari<br />
o conviventi e/o in uso al personale dipendente durante l’orario di servizio, escluse le<br />
autovetture di proprietà o in uso aziendale; essa copre i danni subiti dagli autoveicoli dei<br />
dipendenti in orario ed in occasione del servizio. La garanzia furto ed incendio copre i<br />
danni subiti dagli autoveicoli in questione per tali eventi. Dalla tabella riepilogativa si evi-<br />
denzia l’assenza di eventi denunciati sino all’anno <strong>2006</strong>.<br />
numero sinistri denunciati polizza incendio/furto/kasko veicoli aziendali<br />
Anno 2002 1<br />
Anno 2003 3<br />
Anno 2004 3<br />
Anno 2005 6<br />
Anno <strong>2006</strong> 4<br />
La polizza responsabilità civile auto, obbligatoria per legge, copre i danni da circolazione<br />
stradale causati dai mezzi di proprietà aziendale; le garanzie furto ed incendio coprono<br />
invece i danni subiti dagli autoveicoli in questione in seguito a tali eventi. Dalla tabella<br />
riepilogativa si evidenzia una progressivo aumento dei sinistri sino all’anno 2005 ed un<br />
decremento nell’anno <strong>2006</strong>.<br />
numero sinistri denunciati polizza rc generale<br />
Anno 2002 2<br />
Anno 2003 7<br />
Anno 2004 16<br />
Anno 2005 28<br />
Anno <strong>2006</strong> 23<br />
40
la Governance<br />
1.3 Il risk management<br />
La polizza responsabilità civile generale viene stipulata per manlevare l’Azienda dalla<br />
responsabilità civile sancita dagli artt. 2043 e segg. c.c. per i danni cagionati dai propri<br />
dipendenti a soggetti terzi in costanza di servizio.<br />
Come risulta dalla tabella riepilogativa il numero di sinistri denunciati e riconducibili a<br />
tale garanzia assicurativa è signifi cativo e si giustifi ca in considerazione del fatto che le<br />
situazioni di rischio e i potenziali eventi di danno nei confronti di terzi sono elevate per la<br />
peculiarità dei servizi offerti dall’Azienda e della tipologia di utenza dell’Ente. Rispetto al<br />
numero dei sinistri denunciati, si evidenzia un apprezzabile aumento a partire dall’anno<br />
2004.<br />
numero sinistri denunciati polizza furto/incendio/edp strutture aziendali<br />
Anno 2002 0<br />
Anno 2003 1<br />
Anno 2004 9<br />
Anno 2005 4<br />
Anno <strong>2006</strong> 7<br />
Il risk management 1.3<br />
La polizza furto/incendio/edp copre i danni materiali subiti a seguito di furto o incendio<br />
dalle strutture dell’Azienda e dal materiale elettronico ivi presente.<br />
Come si può ricavare dai dati indicati nella tabella riepilogativa, si è riscontrato un con-<br />
siderevole numero di sinistri riconducibili a tale copertura assicurativa nell’anno 2004,<br />
una diminuzione nell’anno 2005 ed un rinnovato aumento degli stessi nel corso dell’anno<br />
<strong>2006</strong>.<br />
numero sinistri denunciati polizza rc patrimoniale dirigenti e tecnici<br />
Anno 2005 4<br />
Anno <strong>2006</strong> 1<br />
La polizza - la cui stipula è espressamente prevista dai contratti collettivi - è a copertura<br />
della responsabilità civile patrimoniale e della responsabilità civile professionale facente<br />
capo ai dirigenti ed ai tecnici aziendali per i danni patrimoniali involontariamente cagio-<br />
nati a terzi, allo Stato, alla P.A. in genere, compresa l’Azienda, in conseguenza di fatti od<br />
omissioni dagli stessi commessi nell’esercizio delle proprie attività istituzionali.<br />
Non risultano rilevati i dati relativi agli anni precedenti al 2005. La copertura assicurativa<br />
è stata attivata in occasione di eventi di danno patrimoniale cagionati direttamente al-<br />
l’Azienda nel corso degli ultimi due anni.<br />
41
numero sinistri denunciati polizza infortuni<br />
Anno 2002 9<br />
Anno 2003 11<br />
Anno 2004 17<br />
Anno 2005 7<br />
Anno <strong>2006</strong> 19<br />
La polizza infortuni copre gli infortuni subiti da volontari, minori in affi damento, alunni<br />
degli asili nido e portatori di handicap. Come si ricava dalla tabella riepilogativa, il nume-<br />
ro degli infortuni non è costante, né in aumento, né in diminuzione, e ciò si giustifi ca in<br />
considerazione della peculiare tipologia di soggetti assicurati, rispetto ai quali non risulta<br />
prevedibile l’andamento degli eventi dannosi.<br />
42
la Governance<br />
1.3 Il risk management<br />
La tutela giuridica e amministrativa delle attività aziendali<br />
I cittadini - utenti e non - ma anche i partner contrattuali, i dipendenti e tutti i diversi portatori<br />
di interesse, hanno diritto di avere la maggior conoscenza possibile dell’attività espletata<br />
dall’ASSB ed avere la possibilità - ogniqualvolta ritengano lesi i propri diritti od interessi -<br />
di chiedere direttamente all’ente ovvero ad altri organi (la Consulta provinciale, il Difensore<br />
Civico e, da ultimo, gli Organi giurisdizionali) di integrare, modifi care, revocare, annullare i<br />
provvedimenti amministrativi prodotti.<br />
Per far sì che l’attività aziendale risulti anche sotto questo profi lo effi cace è necessaria una<br />
azione amministrativa puntuale e trasparente e che si prefi gge di risultare corretta e rispettosa<br />
nei confronti di tutti coloro che si pongono in relazione con la struttura aziendale.<br />
L’ASSB deve però anche garantire, nel rispetto dei principi di legittimità e di economicità, che<br />
anche i comportamenti di tutti i soggetti che si relazionano con essa siano altrettanto corretti.<br />
In tale ottica vengono ad esempio espletati i controlli - tanto a campione che mirati - sulle<br />
autocertifi cazioni; una puntuale gestione sulle posizioni creditorie (con particolare riferimento<br />
alle prestazioni erogate agli utenti) e quant’altra attività ricada nell’ambito di un normale e<br />
legittimo sistema di rapporti contrattuali.<br />
Il risk management 1.3<br />
Contenziosi<br />
2002: n. 1<br />
2003: n. 5<br />
2004: n. 5<br />
2005: n. 20<br />
<strong>2006</strong>: n. 28<br />
I contenziosi giudiziali sono quelli in cui ASSB prende parte - ritualmente<br />
costituendosi - dinanzi ad un Organo Giurisdizionale (Giudi-<br />
ce di Pace, Tribunale, Giudice del Lavoro, Giudice dell’Esecuzione,<br />
TAR, Commissione Tributaria ecc.)<br />
Nel <strong>2006</strong> i legali aziendali hanno prestato la loro opera in relazione a<br />
28 contenziosi, 13 dei quali davanti al Giudice del Lavoro, 2 davanti<br />
al Tribunale Civile, 7 dinanzi al Giudice dell’Esecuzione e 6 dinanzi al<br />
TAR. Con riferimento alle sentenze emanate nel <strong>2006</strong>, le sentenze<br />
sono state tutte favorevoli all’Ente con l’eccezione di un procedi-<br />
mento dinanzi al Tar (nei confronti di ASBZ e Provincia) ove peraltro<br />
nel corso di causa vi è stato un parziale riconoscimento delle pretese<br />
economiche di ASSB da parte delle controparti con conseguen-<br />
te parziale cessazione della materia del contendere.<br />
Tentativi di<br />
concilia-<br />
zione dinanzi<br />
all’Ufficio<br />
provinciale<br />
del Lavoro:<br />
2002: n. 9<br />
2003: n. 7<br />
2004: n. 3<br />
2005: n. 7<br />
<strong>2006</strong>: n. 8<br />
Il tentativo obbligatorio di conciliazione tecnicamente è una cd.<br />
“condizione di procedibilità” al fi ne di poter ricorrere dinanzi al Giu-<br />
dice competente per le controversie di lavoro. Se la conciliazione ha<br />
successo, viene redatto un processo verbale - che costituisce titolo<br />
esecutivo - sottoscritto dalle parti e dai componenti del collegio di<br />
conciliazione.<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> i tentativi di conciliazione in cui ha preso parte<br />
l’Azienda sono stati otto. In 4 casi si è pervenuti ad un accordo;<br />
negli altri 4 casi non è stata raggiunta la conciliazione<br />
43
Segnalazioni<br />
al Difensore<br />
civico della<br />
Provincia<br />
Autonoma<br />
di Bolzano:<br />
2002: n. 15<br />
2003: n. 3<br />
2004: n. 5<br />
2005: n. 5<br />
<strong>2006</strong>: n. 3<br />
Al Difensore civico della Provincia Autonoma di Bolzano spetta di<br />
seguire, su richiesta informale degli interessati o d’uffi cio, le prati-<br />
che e i procedimenti posti in essere dall’amministrazione provinciale<br />
nonché dagli enti da essa delegati, onde garantirne l’espletamento<br />
e lo svolgimento corretto dal punto di vista della procedura e della<br />
tempestività d’azione.<br />
Nell’anno <strong>2006</strong> le segnalazioni al Difensore Civico in relazione a con-<br />
dotte poste in essere da strutture organizzative aziendali sono state<br />
3.<br />
Ricorsi<br />
gerarchici al<br />
Direttore:<br />
2002: n. 0<br />
2003: n. 0<br />
2004: n. 0<br />
2005: n. 2<br />
<strong>2006</strong>: n. 0<br />
E’ il rimedio indirizzato al Direttore dell’Azienda quale superiore<br />
gerarchico dei dirigenti in relazione ai provvedimenti amministrativi<br />
(di regola determinazioni) da tali soggetti adottati. Viene redatto su<br />
carta libera e va presentato entro trenta giorni dall’avvenuta conoscenza<br />
dell’atto. Nell’anno <strong>2006</strong> al Direttore non sono stati presen-<br />
tati ricorsi gerarchici.<br />
Opposizioni ai<br />
dirigenti:<br />
2002: n. 0<br />
2003: n. 2<br />
2004: n. 4<br />
2005: n. 2<br />
<strong>2006</strong>: n. 0<br />
L’opposizione è il rimedio amministrativo rivolto al medesimo sog-<br />
getto che ha emanato il provvedimento amministrativo mediante<br />
un atto scritto motivato in carta libera. L’istanza di opposizione va<br />
presentata entro il termine di dieci giorni dall’avvenuta conoscenza<br />
dell’atto.<br />
Nel corso dell’anno <strong>2006</strong> non sono state presentate istanze di op-<br />
posizione.<br />
44
la Governance<br />
1.3 Il risk management<br />
Ricorsi alla<br />
Consulta<br />
provinciale:<br />
2002: n. 76<br />
2003: n. 54<br />
2004: n. 136<br />
2005: n. 111<br />
<strong>2006</strong>: n. 110<br />
Il ricorso alla Consulta provinciale è disciplinato dalla L.P. 30 aprile<br />
1991, n. 13. E’ possibile rivolgersi alla “Sezione ricorsi” della Consul-<br />
ta istituita presso la Provincia Autonoma di Bolzano in caso di:<br />
a) decisioni degli enti pubblici gestori di servizi sociali concernenti<br />
l’erogazione delle prestazioni;<br />
b) controversie in materia di ricovero e di spedalità.<br />
Tra le decisioni degli enti pubblici gestori sono ricomprese anche<br />
quelle assunte dai comitati tecnici di erogazione in materia di assi-<br />
stenza economica. ASSB, salva la facoltà di impugnare dinanzi al<br />
TAR la decisione della Sezione Ricorsi, deve adeguarsi in ordine a<br />
quanto da questa disposto.<br />
Nell‘anno <strong>2006</strong> sono stati presentati alla Sezione ricorsi 110 ricorsi.<br />
Di questi n. 21 sono stati accolti, n. 9 parzialmente accolti, n. 64<br />
respinti, n. 15 dichiarati “superati” e n. 1 è stato dichiarato impro-<br />
cedibile.<br />
L’attività di recupero crediti per mezzo di ingiunzioni amministrative<br />
riguarda, nella maggior parte dei casi, crediti derivanti da omes-<br />
so pagamento di tariffe o di compartecipazioni tariffarie per la<br />
frequenza di strutture sociali residenziali o semiresidenziali, o per<br />
prestazioni del servizio di assistenza domiciliare ovvero ancora per<br />
il recupero di somme indebitamente percepite da utenti o ex-utenti<br />
del servizio di assistenza economica <strong>sociale</strong>. Ai sensi del R.D. 14<br />
aprile 1910 n. 639 e del D.Lgsl. 26 febbraio 1999 n. 46, ASSB in-<br />
giunge al debitore di pagare entro un termine di 30 giorni. Avverte<br />
nel contempo il debitore che nel termine di 30 giorni dalla notifi ca<br />
dell’ingiunzione può proporre opposizione innanzi al Giudice di<br />
Pace di Bolzano ai sensi dell’art. 3 del predetto R.D. n. 639/1910, e<br />
che in mancanza di opposizione o di pagamento, si procederà alla<br />
esecuzione forzata.<br />
Nell‘anno <strong>2006</strong> è stata attivata per la prima volta questo tipo di<br />
procedura e sono state notifi cate 14 ingiunzioni amministrative di<br />
pagamento. In 4 casi il debitore ha pagato l’intera somma entro i<br />
termini, in 2 situazioni è stata concessa una rateizzazione del debi-<br />
to, in 6 si è instaurato il procedimento di pignoramento presso terzi<br />
(datore di lavoro del debitore), in un caso si era in attesa di udienza<br />
per il pignoramento ed in ultimo caso non erano ancora scaduti i<br />
termini per il pagamento.<br />
Ingiunzioni<br />
amministra-<br />
tive:<br />
<strong>2006</strong>: n. 14<br />
Il risk management 1.3<br />
45
Il controllo delle autocertifi cazioni in ASSB<br />
ASSB effettua sistematicamente, come previsto dall’articolo 71 del D.P.R. n. 445/2000, sia<br />
controlli a campione che controlli mirati sui dati autocertifi cabili nelle domande presentate da<br />
utenti per accedere ai servizi ed alle strutture aziendali.<br />
La metodologia dei controlli avviene per la maggior parte tramite collegamenti telematici<br />
(Anagrafe, INPS, IPES, Provincia Autonoma di Bolzano – Uffi cio previdenza ed assicurazioni<br />
sociali e Catasto) oppure tramite richieste di informazioni (riscontro scritto) con altre amministrazioni<br />
che rilasciano i certifi cati (Uffi cio del Lavoro, Motorizzazione Civile, ecc.).<br />
Fig. 22 - Controlli sulle autocertificazioni / casi non conformi / rettifiche - <strong>2006</strong><br />
Tipologia di<br />
controlli<br />
controlli a<br />
campione<br />
n.controlli<br />
n. casi di non<br />
conformità<br />
di cui<br />
domande<br />
rettifi cate<br />
domande<br />
rettifi cate<br />
mediante<br />
integrazione<br />
d’uffi cio<br />
segnalazioni<br />
in procura<br />
193 22 22 0 0<br />
controlli mirati 2796 256 169 73 14<br />
Totale 2989 278 191 73 14<br />
Mentre i controlli “a campione” sono effettuati dall’Uffi cio Legale dell’ASSB, i controlli mirati<br />
sono effettuati dai singoli servizi sociali, presso cui gli utenti si recano per presentare le proprie<br />
istanze.<br />
I casi di non conformità riguardano precipuamente casi in cui l’utente non ha dichiarato correttamente<br />
i “redditi diversi” percepiti (assegno nucleo familiare, pensione, invalidità, Inail,<br />
ecc.) e il 70% di questi casi si riferisce a domande per ottenere l’assistenza economica<br />
<strong>sociale</strong>, mentre il restante 30% concerne le richieste di agevolazione tariffaria e le<br />
iscrizioni agli asilo nido.<br />
Le domande vengono nella maggior parte dei casi rettifi cate dall’utente stesso oppure integrate<br />
d’uffi cio grazie ad accessi diretti a banche dati di amministrazioni certifi canti. I casi in cui<br />
il dolo sia risultato del tutto palese e l’utente non abbia regolarizzato la propria dichiarazione<br />
economico-patrimoniale sono stati segnalati alla competente Procura della Repubblica.<br />
E’ da evidenziare come nell’anno <strong>2006</strong> la percentuale delle dichiarazioni che all’atto del<br />
controllo sono risultate “non conformi”, sia diminuita del 4,74% rispetto all’anno 2005,<br />
segno di un lavoro incisivo ed effi ciente da parte degli uffi ci amministrativi dell’Azienda, che<br />
ha permesso all’Ente di non erogare importi per Euro 43.400,00 frutto di dichiarazioni rivelatesi<br />
mendaci. A tale proposito si precisa che questo tipo di rilevazione è stata effettuata per<br />
stabilire se l’Azienda dovesse erogare un contributo inferiore a quello stimato inizialmente, in<br />
fase di autocertifi cazione dell’utente.<br />
Oltre al lavoro effettuato dai Distretti, va evidenziato anche il monitoraggio svolto dall’Uffi cio<br />
46
la Governance<br />
1.3 Il risk management<br />
Servizi alla Famiglia, grazie al quale l’Azienda ha potuto redigere graduatorie d’accesso agli<br />
asili nido corrette, senza far accedere utenti con requisiti mendaci autocertifi cati.<br />
Il recupero dei crediti<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> l’Uffi cio Legale ha proseguito l’obiettivo pluriennale volto alla “revisione<br />
del sistema di recupero crediti” dell’Azienda. A tal fi ne, si è resa necessaria un’attenta e<br />
puntuale attività di ricognizione di tutte le entrate patrimoniali aziendali da assoggettare a<br />
procedura di recupero coattivo in via bonaria o giudiziale, disciplinando ed affi nando le modalità<br />
di accertamento e di verifi ca delle posizioni creditorie aperte, migliorando le procedure<br />
di riscossione stragiudiziale e di gestione del contenzioso, rideterminando le competenze<br />
degli Uffi ci e Servizi aziendali e le forme di gestione delle pratiche creditorie. Nello specifi co,<br />
l’attività di recupero riguarda crediti aziendali derivanti da:<br />
1. omesso pagamento di tariffe o di compartecipazioni tariffarie per la frequenza di strutture<br />
sociali residenziali o semiresidenziali, ovvero per l’utilizzo del servizio di assistenza domiciliare;<br />
2. ripetizione di somme indebitamente percepite da utenti o ex-utenti del servizio di assistenza<br />
economica <strong>sociale</strong>;<br />
3. recupero di somme nei confronti di dipendenti dell’ASSB per posizioni creditorie riconducibili<br />
al rapporto di lavoro;<br />
4. esito positivo di tentativi di conciliazione ovvero di contenziosi con vittoria di spese, diritti<br />
ed onorari di causa;<br />
5. esito positivo di vertenze stragiudiziali o giudiziali conseguenti ad inadempienze contrattuali<br />
di fornitori o prestatori d’opera;<br />
6. recupero di somme oggetto di provvedimento di condanna innanzi alla Corte dei Conti<br />
per danno erariale;<br />
7. altre tipologie di credito.<br />
Il risk management 1.3<br />
Nei casi in cui i singoli Uffi ci o Servizi aziendali non riescono autonomamente al recupero dei<br />
propri crediti, gli stessi provvedono all’inoltro delle relative pratiche all’Uffi cio Legale, il quale<br />
avvia le procedure stragiudiziali e giudiziali di recupero ovvero, in ipotesi particolari, affi da il<br />
recupero al Concessionario per la Riscossione, con il quale ASSB ha provveduto a stipulare<br />
apposita convenzione.<br />
In particolare, nel corso del <strong>2006</strong>, l’Uffi cio Legale ha provveduto a fare iscrivere a ruolo, tramite<br />
Concessionario per la Riscossione, alcuni crediti vantati per rette di bimbi inseriti in Asilo<br />
nido, per un importo complessivo pari a 6.025,06, e nei confronti degli abitanti del villaggio<br />
Rom, per un ulteriore importo complessivo di 10.126,21. Per quanto concerne invece il<br />
campo Sinti va ancora una volta ribadita la necessità di trovare una soluzione “politica” a<br />
questa annosa problematica, come già peraltro evidenziato nel <strong>Bilancio</strong> <strong>sociale</strong> 2005., vista<br />
l’impossibilità di far rispettare il regolamento e di conseguenza la poca incisività delle azioni<br />
di recupero.<br />
Nel <strong>2006</strong> l’uffi cio legale ha recuperato complessivamente euro 143.218,64 ed incassato<br />
ulteriori euro 16.501,17 tramite la concessione di rateizzazioni dei pagamenti.<br />
Complessivamente, quindi, l’uffi cio Legale ha recuperato un importo di euro 159.719,81,<br />
pari all’85% delle pratiche creditorie per le quali è stato richiesto il suo intervento. Rispetto al<br />
2005 la percentuale di pratiche defi nite in maniera positiva è stata incrementata del 27%.<br />
47
Il rischio assistenziale e socio-pedagogico<br />
Il rischio di errore nelle procedure assistenziali/ pedagogiche deve indurre un’organizzazione<br />
che eroga servizi sociali ad interrogarsi periodicamente circa la correttezza del proprio agire,<br />
sia in ordine ai processi assistenziali e pedagogici seguiti, sia in ordine ai risultati ottenuti.<br />
Diversamente, laddove non sia stato preventivamente chiarito “chi doveva fare cosa e come”,<br />
quando si verifi ca un errore la ricerca delle cause e delle modalità di soluzione rischia di diventare<br />
assai diffi coltosa.<br />
Gia da tempo ASSB si era posta tali interrogativi e nel <strong>2006</strong> ha ragionato su due aspetti: a)<br />
tanto più sono precise le procedure e le istruzioni di lavoro, il personale è formato e maggiori<br />
sono in punti di controllo, tanto più basso è il rischio di errore; o quantomeno, verifi catosi l’errore,<br />
si è in grado di porvi rimedio e procedere dal punto in cui la procedura si è interrotta; b)<br />
per essere certi che le procedure di lavoro introdotte siano corrette, servono degli standard<br />
specifi ci riconosciuti a livello europeo.<br />
Partendo da questi due assunti, nel <strong>2006</strong> ASSB ha iniziato nelle case di riposo, nei centri<br />
di assistenza diurna e negli asili nido un percorso di analisi delle procedure assistenziali e<br />
pedagogiche, di revisione e chiarifi cazione delle competenze di ciascun partecipante ai processi<br />
assistenziali, di defi nizione di standard temporali e di qualità, di defi nizione di supporti<br />
documentali che attestino ogni passaggio della procedura assistenziale. Tutto ciò ha portato<br />
questi servizi all’ottenimento della certifi cazione di qualità ISO UNI EN 9001:2000, ma anche<br />
e soprattutto alle certifi cazioni specifi che per i settori case di riposo (UNI 10881) e asili nido<br />
(UNI 11034).<br />
Un sistema che defi nisca in maniera precisa le procedure e tenga sotto controllo i punti critici<br />
dell’attività è certamente un elemento forte di riduzione del rischio.<br />
Nel corso del 2007 l’ASSB valuterà di utilizzare questa metodologia anche per i servizi di<br />
assistenza alle persone in situazione di handicap e per i servizi sociali di base, attivando una<br />
rifl essione che coinvolgerà tutto il personale dipendente di questi settori.<br />
48
La programmazione e il controllo dei servizi1.4<br />
Il sistema di programmazione e controllo<br />
Il sistema di programmazione e controllo di ASSB è fi nalizzato al soddisfacimento di una<br />
pluralità di esigenze, tra loro correlate, riguardanti, da un alto, le relazioni che intercorrono tra<br />
ASSB e il Comune di Bolzano, dall’altro il funzionamento interno dell’Azienda. Così concepito,<br />
il sistema diventa uno dei più importanti elementi della governance aziendale.<br />
Dal punto di vista dei rapporti con il Comune, il sistema consente di regolare e formalizzare<br />
la defi nizione di obiettivi, programmi e progetti da realizzare in un dato periodo, con contestuale<br />
determinazione dei trasferimenti fi nanziari ad essi corrispondenti; in sede consuntiva<br />
il sistema consente una rendicontazione delle attività realizzate e dei risultati conseguiti nel<br />
periodo di tempo considerato. Secondariamente il sistema serve ad assolvere ad una funzione<br />
di trasparenza, informazione e comunicazione verso i portatori di interesse. Per quanto<br />
riguarda queste due funzioni i documenti di supporto sono: a) il contratto di servizio stipulato<br />
annualmente tra il Comune di Bolzano e l’ASSB, il quale, sulla base degli indirizzi strategici<br />
contenuti nel Piano Sociale per la qualità della vita, nel Piano strategico cittadino e nelle linee<br />
guida politiche annuali, defi nisce obiettivi perseguiti nonché budget fi nanziario; b) i report<br />
di controllo in corso d’anno (semestrale) e consuntivo (annuale) che esprimono le attività<br />
realizzate e i risultati raggiunti, nonché le eventuali criticità riscontate e che consentono al<br />
Comune di verifi care lo stato di realizzazione del contratto di servizio.<br />
La programmazione e<br />
il controloo dei servizi 1.4<br />
Rispetto al funzionamento interno all’ASSB, il sistema di programmazione e controllo è<br />
concepito per supportare le funzioni tipiche di direzione aziendale di guida, monitoraggio,<br />
valutazione dell’attività, nonché di comunicazione interna. Tali funzioni vengono esercitate<br />
dalla direzione generale tramite la defi nizione di obiettivi, programmi e progetti, un sistema di<br />
controllo di essi e di interventi correttivi qualora necessari, la valutazione delle prestazioni e<br />
dei dirigenti, il controllo diffuso dell’attività aziendale.<br />
A completamento del sistema di programmazione e controllo, nel <strong>2006</strong> si è lavorato in via<br />
sperimentale su un sistema di contabilità analitica per processi (activities based costing), che<br />
permetterebbe alla direzione generale di conoscere i costi diretti ed indiretti di singoli processi<br />
aziendali di particolare rilievo (es: processo di esternalizzazioni di un servizio, processo di<br />
sorveglianza sanitaria, ecc.), in modo da poter effettuare delle scelte strategiche consapevoli.<br />
Il progetto è allo stato attuale sospeso, perché mal si coordina al momento con il progetto<br />
provinciale, che coinvolge anche l’ASSB, di contabilità analitica per singole prestazioni. Non<br />
è però escluso che l’idea di ASSB possa integrarsi in maniera utile in un secondo momento<br />
con il sistema che la Provincia chiede agli enti gestori dei servizi sociali di applicare.<br />
Per il 2007 è prevista la revisione del sistema di controllo con l’introduzione di un nuovo sistema<br />
di audit che permetta alla direzione generale e ai dirigenti di monitorare costantemente<br />
l’attività in fase preventiva, in modo da ridurre al minimo il margine di errore.<br />
49
Gli obiettivi strategici di organizzazione e sviluppo del <strong>2006</strong><br />
Per l’anno <strong>2006</strong> Assb si è posta una serie di obiettivi relativi alla miglioramento e allo sviluppo<br />
della propria attività.<br />
Molti obiettivi aziendali hanno cercato di contribuire a rispondere ai problemi di funzionalità<br />
del sistema di governo delle politiche per la qualità della vita, evidenziati al punto 3.1. del<br />
Piano degli interventi del Piano <strong>sociale</strong> per la qualità della vita 2004-<strong>2006</strong>, approvato dal<br />
consiglio comunale.<br />
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DI ASSB.<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> ASSB ha operato al fi ne di diffondere tra dirigenti e dipendenti una consapevolezza<br />
rispetto alle conseguenze del proprio agire con riferimento alla sostenibilità <strong>sociale</strong><br />
e ambientale, alla responsabilità nei confronti della cittadinanza e dei lavoratori. Attraverso<br />
l’attività di un gruppo di lavoro costituito appositamente sono stati discussi i vari argomenti<br />
relativi alla responsabilità <strong>sociale</strong> ed è stato elaborato un documento da divulgare prima ai<br />
dirigenti poi a tutto il personale. Il documento descrive, oltre ai concetti generali della responsabilità<br />
<strong>sociale</strong>, anche gli obiettivi e le azioni concrete che la direzione intende perseguire<br />
nel corso del 2007.<br />
LA VALUTAZIONE DEI SERVIZI AFFIDATI ALLE ORGANIZZAZIONI DEL TERZO SETTORE.<br />
L’obiettivo fi nale era di miglioramento dell’effi cacia delle esternalizzazioni attraverso l’applicazione<br />
di nuovi strumenti di valutazione. Nel corso dell’anno 2005 è stato elaborato un nuovo<br />
schema di capitolato relativo all’assegnazione di servizi in ambito <strong>sociale</strong>, nonchè nuovi<br />
sistemi di valutazione dei servizi esternalizzati e nel <strong>2006</strong> si è dato applicazione al nuovo<br />
schema di capitolato per i nuovi processi di esternalizzazioni. Rispetto agli anni precedenti<br />
sono state indicate le mission aziendali e del servizio, nonché defi niti gli obiettivi del servizio<br />
esternalizzato e i livelli di qualità attesa. Tali elementi consentono alla struttura referente di<br />
monitorare a scadenze programmate l’andamento del servizio e lo stato di raggiungimento<br />
degli obiettivi prefi ssati, analizzare eventuali scostamenti con la previsione delle opportune<br />
azioni correttive e il rispetto dei livelli di qualità attesa predefi niti. Il risultato di tali integrazioni<br />
permette un maggior controllo da parte degli uffi ci aziendali coinvolti; nel corso del 2007 si<br />
potranno poi valutare concretamente i risultati per i singoli contratti.. Per gli ultimi contratti di<br />
fi ne <strong>2006</strong> è stato inserito inoltre un sistema di previsione delle penali proprio delle procedure<br />
per gli approvvigionamenti e le esternalizzazioni, tale per cui la previsione di una non conformità<br />
e di una eventuale penale apre la strada ad analisi delle cause delle problematiche<br />
emerse con la possibilità di adottare azioni correttive e preventive atte a ridurre il rischio del<br />
verifi carsi di ulteriori disservizi e scompensi nella gestione del servizio stesso.<br />
LA GARANZIA DI SERVIZI ESTERNALIZZATI RISPETTOSI DEI CONTRATTI DI LA-<br />
VORO E DELLA DIGNITÀ DEI LAVORATORI.<br />
L’obiettivo mirava a porre le basi, assieme ad altre azioni, per creare con le Organizzazioni<br />
Sindacali un comune sistema di relazioni che, in maniera il meno possibile formale, fosse in<br />
grado di monitorare le condizioni e i rapporti di lavoro dei soggetti non dipendenti dell’Azienda<br />
ma in essa operanti. Per cercare di raggiungere l’obiettivo è stato completato ed ulteriormente<br />
migliorato ed innovato, anche sulla base di un’attenta analisi delle migliori prassi<br />
esistenti, il protocollo di intesa che ASSB già aveva stipulato in passato con le organizzazioni<br />
sindacali. La concreta sottoscrizione è già in parte avvenuta da parte di alcune sigle sindacali.<br />
I risultati potranno essere monitorati nel corso del 2007.<br />
50
la Governance<br />
1.4 La programmazione e il controllo dei servizi<br />
LA CERTIFICAZIONE DELLA QUALITÀ DEI SERVIZI AMMINISTRATIVI E RESIDEN-<br />
ZIALI PER ANZIANI E ASILI NIDO.<br />
Nonostante gli approcci alla qualità siano tanti e diversifi cati e tra gli esperti ci siano pareri<br />
talvolta contrastanti, ASSB ha deciso nel <strong>2006</strong> di operare per il conseguimento della certifi<br />
cazione ISO. Il risultato è stato raggiunto al 100% e le certifi cazione è stata un’utilissima<br />
occasione per il miglioramento procedurale e organizzativo dei settori amministrativi e delle<br />
case di riposo, nonché per integrare questi settori con le certifi cazioni già ottenute negli anni<br />
passati da asili nido e settore 626/94 in un unico sistema. Del “sistema gestione qualità” si<br />
tratta più diffusamente nella sezione ad esso dedicata di questo bilancio <strong>sociale</strong>.<br />
IL REGOLAMENTO DI DISTRETTO PER LA DEFINIZIONE DI PRESTAZIONI, COM-<br />
PETENZE E MODALITÀ OPERATIVE DEI DISTRETTI.<br />
I distretti sociali come unità di base per l’erogazione dei servizi sociali sono stati attivati progressivamente<br />
nei vari quartieri della città a decorrere dal 2000. Arrivati ad un punto di assestamento,<br />
nel <strong>2006</strong>, attraverso il coinvolgimento degli operatori dei diversi servizi distrettuali,<br />
si è lavorato per predisporre il regolamento dei distretti. L’obiettivo del documento è la chiarezza<br />
e trasparenza sul ruolo, le competenze e l’organizzazione dei servizi distrettuali. Dopo<br />
un lungo iter di confronto con vari interlocutori, il regolamento a fi ne del <strong>2006</strong> era pronto per<br />
l’approvazione da parte dell’amministrazione comunale. Nel 2007 esso verrà divulgato e sulla<br />
base di esso verrà elaborata la carte dei servizi distrettuali.<br />
LE CARTE DEI SERVIZI COME STRUMENTI PER GARANTIRE I DIRITTI DEI CITTADINI.<br />
Le carte dei servizi si sono ormai consolidate come strumenti di comunicazione con i cittadini<br />
e come “patti” con l’utenza circa le modalità di erogazione dei servizi. L’obiettivo dei<br />
distretti ero quello di pervenire all’elaborazione della carta dei servizi distrettuali già nel <strong>2006</strong>,<br />
ma i ritardi nell’approvazione del regolamento dei distretti (che è il documento base cu sui<br />
poi andava elaborata la carta) hanno imposto uno slittamento del progetto al 2007. Nel corso<br />
del <strong>2006</strong>, in concomitanza con il lavoro di preparazione alla certifi cazione ISO 9001:2000,<br />
anche i servizi amministrativi hanno lavorato sulla loro carta dei servizi. E’ in sostanza una<br />
dichiarazione di impegno da parte dei servizi amministrativi circa oggetti, tempi e modalità<br />
procedurali di competenza. La carta è stata redatta; sarà ora da valutarne le modalità di<br />
diffusione, tenuto conto che in questo caso il destinatario del documento è il personale<br />
aziendale, abituato ormai a mezzo di comunicazione più informatizzati che cartacei.<br />
La programmazione e<br />
il controloo dei servizi 1.4<br />
LA CREAZIONE DI UNA RETE DI COLLABORAZIONE TRA I SERVIZI SOCIALI E GLI<br />
ENTI GESTORI DELL’EDILIZIA ABITATIVA AGEVOLATA SIA PROVINCIALI CHE COMU-<br />
NALI PER LA RIDUZIONE DELLA CONFLITTUALITÀ E LA FACILITAZIONE DI PRO-<br />
CESSI DI INTEGRAZIONE SOSTENIBILI.<br />
Nelle abitazione di proprietà pubblica si presentano spesso situazioni di forte confl ittualità tra<br />
vicini che rischiano di minare il clima di serenità e di diminuire il senso di appartenenza alla<br />
comunità locale. Nel <strong>2006</strong> si è voluto instaurare una collaborazione tra ASSB, Comune di<br />
Bolzano (Uffi cio Patrimonio, Uffi cio Pianifi cazione Sociale) e IPES per la creazione di un tavolo<br />
di coordinamento al fi ne di prevenire e/o gestire situazioni di disagio e di confl itto all’interno<br />
degli stabili di proprietà pubblica. Gli incontri del tavolo di coordinamento sono durati tutto<br />
l’anno e hanno affrontato argomenti delicati vertenti soprattutto sul nuovo quartiere Firmian<br />
e sulle problematicità che si dovranno affrontare con la consegna degli alloggi a molte famiglie<br />
disagiate. Non è ancora stato approvato un vero protocollo di intesa, ma un gran passo<br />
avanti è stato fatto nell’individuare problematiche di convivenza che potrebbero essere risolte<br />
congiuntamente tra gli enti. Il percorso proseguirà nel 2007.<br />
51
52<br />
L’EFFICIENZA E EFFICACIA NELL’ALLOCAZIONE DEL PERSONALE IN RIFERIMENTO<br />
ALLA COMPLESSITÀ DELLA DOMANDA DEL TERRITORIO.<br />
La scelta aziendale, su cui si è già operato nel 2005, è stata di abbandonare il sistema del reclutamento<br />
in base a sistemi standard che non tengono in suffi ciente considerazione il posto<br />
che il candidato andrà a ricoprire e le caratteristiche che questi deve avere per soddisfare le<br />
esigenze dei servizi e del territorio su cui essi sono insediati, a favore di un sistema di reclutamento<br />
e allocazione mirato. Nel <strong>2006</strong> è quindi proseguito lo sviluppo di un sistema di inserimento<br />
dei profi li professionali in modo da realizzare la massima rispondenza tra fabbisogno<br />
dei servizi e disponibilità di risorse umane. Il sistema di concorsi mirati introdotto è stato<br />
valutato sia rispetto alle aspettative dei dirigenti dei servizi che dei neo assunti. E’ interessante<br />
l’esito delle interviste ai vincitori in servizio nel <strong>2006</strong>, che ha permesso di evidenziare una<br />
sensibile differenziazione della soddisfazione nei due diversi sistemi (reclutamento ordinario<br />
e mirato), a netto vantaggio di quello per concorsi mirati. In tal modo si ha conferma sia della<br />
maggior effi cacia del nuovo sistema adottato dall’Azienda, sia della ricaduta in termini di soddisfazione<br />
del personale. Il sistema dei concorsi mirati per specifi che posizioni proseguirà nel<br />
2007, anno nel quale è previsto l’espletamento di numerosi concorsi.
La qualità aziendale1.5<br />
Il sistema EFQM<br />
Considerata fi no a pochi anni fa un semplice adeguamento formale a standard di erogazione<br />
predefi niti, o peggio un costoso e tutto sommato poco pratico mezzo di distinzione<br />
dalla normalità delle organizzazioni, la qualità certifi cata è oggi l’ultima frontiera verso cui si<br />
spingono le pubbliche amministrazioni che vogliono migliorarsi. Dal semplice e meccanico<br />
adeguamento formale, si è giunti fi nalmente ad un più consapevole approccio alla qualità. Un<br />
approccio che considera la qualità in modo serio e responsabile, come una strada che porta<br />
le organizzazioni ad affi nare sempre più la loro capacità di erogare servizi di qualità. Se poi<br />
la qualità tende all’eccellenza, il risultato diventa evidente e tangibile in ogni attività e ad ogni<br />
livello dell’organizzazione. L’eccellenza qualitativa non deve rimanere però pura teoria ma<br />
deve concretizzarsi in risultati tangibili, nelle scelte che l’amministrazione compie ma anche<br />
nel modo in cui giunge a queste decisioni, negli obiettivi, nei risultati che consegue e nella<br />
capacità di rendere questi risultati sostenibili nel medio e nel lungo periodo. Tale certezza<br />
deve poggiare su dei “fatti” che vanno oltre la disamina dei risultati fi nanziari, ma devono<br />
comprendere un cruscotto di indicatori relativi alle prestazioni erogate dall’amministrazione<br />
e, soprattutto, ad una serie di indicatori relativi ai vari portatori di interessi nei confronti<br />
dell’organizzazione. Portatori di interessi interni, ovvero i dipendenti, mediante la rilevazione<br />
della motivazione, della soddisfazione e la valorizzazione delle professionalità, e portatori di<br />
interessi esterni all’Amministrazione nel senso più ampio. Esempi principe potrebbero essere<br />
in tal senso la rilevazione della soddisfazione del cliente, la qualità che essi percepiscono<br />
del servizio fornito oltre che la soddisfazione della comunità in cui l’organizzazione opera.<br />
La qualità aziendale 1.5<br />
Dal 2004 l’ASSB, come il Comune di Bolzano, dopo aver sperimentato vari approcci alla qualità,<br />
si è orientata verso una strategia di gestione della qualità mirata al miglioramento continuo di<br />
tutte le prestazioni, seguendo l’approccio della qualità totale suggerito dall’European Foundation<br />
for Quality Management (EFQM). .EFQM è un’organizzazione non profi t su base associativa<br />
fondata per iniziativa di alcune fra le principali aziende europee. La missione che EFQM si è posta<br />
è quella di promuovere sul territorio europeo l’Eccellenza cosiddetta “sostenibile” nel medio<br />
e lungo periodo e l’approccio su cui fonda le sue basi è quello del Total Quality Management<br />
(TQM). Il TQM è un approccio alla qualità totale che si riferisce all’intero sistema produttivo<br />
dell’organizzazione e prende in considerazione tutti i soggetti che vantano un interesse nei confronti<br />
dell’organizzazione. Tale approccio pone grande attenzione all’attività manageriale volta al<br />
miglioramento dei processi, alla prevenzione di errori e di difetti in genere, al miglioramento ed<br />
alla responsabilizzazione dei collaboratori mediante il loro attivo coinvolgimento nelle attività, al<br />
miglioramento continuo con riguardo ai bisogni degli utenti e degli stakeholders.<br />
All’ASSB il sistema EFQM (e lo strumento di autovalutazione CAF utilizzato tra il 2004 e il<br />
2005) ha consentito di effettuare un raccordo tra le varie iniziative di qualità intraprese negli<br />
anni e individuare quali punti critici richiedessero ancora un intervento migliorativo su cui<br />
concentrarsi nel <strong>2006</strong>. Uno dei punti critici emersi su cui si è lavorato molto nel <strong>2006</strong> era<br />
legato all’esigenza di avere maggior chiarezza e defi nizione di ruoli e competenze in alcuni<br />
dei processi chiavi, sia di tipo assistenziale che amministrativo.<br />
53
Fig. 23 - il percorso verso la qualità totale<br />
PARTENZA<br />
Autovalutazione<br />
CAF- 2005<br />
Analisi risultati<br />
Progetti di<br />
miglioramento <strong>2006</strong><br />
• Controllo di qualità<br />
• Circoli di qualità<br />
• Approcci marketing<br />
oriented<br />
• Carte dei servizi<br />
• ISO 9001<br />
• Partecipazione dei<br />
cittadini<br />
• Premi alla qualità<br />
per la PA<br />
1. Piano di Comunicazione<br />
2. Contabilità per processi<br />
3. Benessere organizzativo<br />
4. Certifi cazioni ISO sede<br />
amm. e case riposo<br />
Audit Premio Qualità Italia<br />
Valutazione risultati<br />
Progetti di miglioramento 2007<br />
Qualità totale<br />
1. Gestione patrimonio<br />
2. Valutazione servizi esternalizzati<br />
3. Valutazione partecipata - bilancio soc.<br />
4. Risk management<br />
ARRIVO<br />
PARTENZA<br />
Il sistema Gestione Qualità Aziendale<br />
Per far fronte a tale criticità, alla fi ne dell’anno <strong>2006</strong> ASSB ha adottato un sistema gestione<br />
qualità secondo i principi europei dell’ISO e ha conseguito la certifi cazione di qualità secondo<br />
la norma ISO UNI EN 9001:2000 per la Sede Amministrativa e per le Residenze per<br />
Anziani; ha rinnovato inoltre il certifi cato delle strutture Asili Nido e del Servizio di Prevenzione<br />
Protezione. Alla certifi cazione ISO devono aggiungersi le certifi cazioni di settore UNI 10881<br />
specifi ca per le residenze per anziani e UNI 11034 relativa al settore Asili Nido.<br />
Per i cittadini ciò signifi ca poter contare sull’utilizzo di standard di qualità stabiliti a livello<br />
europeo e, soprattutto, poter verifi care le attività assistenziali e pedagogiche svolte in ogni<br />
loro passo. Il processo a cui danno vita tali attività non è né casuale né lasciato alla singola<br />
professionalità, bensì comune a tutte le strutture di settore - e agli operatori - dell’Azienda.<br />
Ciò non signifi ca però che il lavoro venga svolto in maniera standardizzata: ogni persona,<br />
infatti, è seguita con un piano individualizzato che coglie i bisogni, stabilisce gli obiettivi e verifi<br />
ca i risultati. A ciò va aggiunto che hanno ottenuto la certifi cazione ISO anche le procedure<br />
utilizzate dagli uffi ci amministrativi che supportano i servizi con attività non immediatamente<br />
visibili, ma indispensabili, come il reperimento del personale, l’acquisto dei generi alimentari,<br />
la fornitura di giochi, la manutenzione delle strutture, la sicurezza sul lavoro.<br />
In pratica, seguendo le norme stabilite a livello europeo per i vari settori sono stati creati dei<br />
54
la Governance<br />
1.5 La qualità aziendale<br />
manuali di servizio che contengono una serie di procedure che devono essere applicate per<br />
raggiungere la qualità stabilita. L’adesione al sistema ISO e quindi la certifi cazione ottenuta<br />
ha inoltre favorito una maggiore presa di coscienza della qualità dei servizi offerti anche da<br />
parte del personale che, con soddisfazione, ha visto riconosciuto il proprio impegno grazie<br />
ad elementi di valutazione oggettivi. Le certifi cazioni ottenute sono uno strumento importante<br />
per promuovere una cultura della qualità basata su tre regole fondamentali: l’attenzione a<br />
come il servizio viene svolto, il rispetto di modalità di funzionamento condivise, l’individuazione<br />
di elementi di valutazione.<br />
Trattando il tema della qualità un elemento va scongiurato: l’autoreferenzialità. Per evitare di<br />
porre l’attenzione solo verso se stessa, ASSB cerca di porsi in un confronto continuo con<br />
altre realtà a livello locale, nazionale e europeo, in modo da poter apprendere da chi ha fatto<br />
esperienze migliori ed è diventato un esempio di buone prassi. Questo confronto nel <strong>2006</strong><br />
è avvenuto sia attraverso la candidatura dell’ASSB a concorsi e premi, sia attraverso la partecipazione<br />
dei dirigenti aziendali quali uditori ad una serie di eventi, convegni, fi ere in cui vi<br />
erano utili occasioni di confronto con altre realtà, sia attraverso la partecipazione attiva quali<br />
relatori o testimoni di migliori prassi a convegni, seminari, giornate formative.<br />
Fra i premi va sicuramente menzionato il premio Qualità Italia bandito dal Dipartimento della<br />
Funzione Pubblica e dal Formez in cui ASSB ha ottenuto un ottimo piazzamento come fi nalista,<br />
dopo un’accurata selezione e visita ispettiva.<br />
Le partecipazioni attive quali relatori sono state numerose, soprattutto nell’ambito di convegni<br />
(convegno organizzato dalla CNA sui servizi sociali a Bolzano, convegno “Perché parlare<br />
ancora di Aids ed infezione da HIV?”, in cui ASSB ha trattato il tema dei servizi di bassa soglia<br />
in cittá, VI° edizione di Euro P.A di Rimini, in cui ASSB ha trattato il tema della Qualità oltre le<br />
ISO esponendo l’ esperienza e degli approcci alla qualità sperimentati da ASSB, convegno di<br />
Bologna sul tema delle lesioni da decubito organizzato dall’ANSDIPP, convegno “Einsamkeit<br />
eine Herausforderung”, promosso dalla “Südtiroler Vinzenzgemeinschaft, convegno “Terza<br />
etá e qualitá della vita”, proposto dal Club “La Ruga”, in collaborazione con l’Assessorato<br />
Sanitá e Politiche Sociali e della Cittá di Bolzano).<br />
La qualità aziendale 1.5<br />
Di estremo rilievo è stata inoltre la partecipazione attiva dell’ASSB alla 4 Conferenza Europea<br />
sulla Qualità dei Servizi Pubblici organizzata dai governi degli stati europei in Finlandia, in cui<br />
ASSB ha portato il proprio bilancio <strong>sociale</strong> some migliore prassi, selezionata dal Dipartimento<br />
della Funzione pubblica italiano.<br />
Numerosi sono stati anche gli scambi di esperienze tra realtà italiane avvenuti in occasione<br />
di visite uffi ciale ricevute dall’ASSB da parte di altre organizzazioni (direzione della casa di<br />
Riposo di Lendinara-Rovigo, Sozia-Pädagogischen-Institut di Berlino, assessorato ai servizi<br />
sociali del Comune di Trinitapoli e del Comune di Limena di Padova, costituenda Provincia di<br />
Monza) o di trasferte su invito di altri enti (Comune di Sesto San Giovanni, Assessorato alle<br />
Politiche Sociali e Rapporti con il Volontariato del Comune di Venezia).<br />
Importanti anche le pubblicazioni curate da ASSB, a testimonianza dell’impegno dell’Azienda<br />
alla diffusione di conoscenze sociali (“Guida del quartiere Oltrisarco Aslago”, ed. ASSB) e<br />
della capacità di ASSB di creare collegamenti con importanti risorse del territorio: le pubblicazioni<br />
sono infatti state curate in partnership con l’Accademia Europea di Bolzano (“Innovazione<br />
nel management <strong>sociale</strong>”, ed. Franco Angeli), CLS e Fondo Sociale Europeo (“Il<br />
miglioramento della qualità nelle associazioni di volontariato”, ed. Franco Angeli).<br />
55
Gli impegni di miglioramento qualitativo del 2007<br />
Il percorso verso la qualità totale iniziato nel 2004 è un processo in divenire che non troverà<br />
momenti di interruzione, perché basato sul principio del miglioramento continuo. Per l’anno<br />
2007 ASSB ha già progettato diversi obiettivi per la qualità.<br />
Tra di essi vi è naturalmente il mantenimento della prima annualità del Sistema Gestione Qualità<br />
per la Sede Amministrativa, le Strutture Residenziali per Anziani, ed il Servizio Asili Nido<br />
ma anche lo studio di fattibilità relativo all’estensione della certifi cazione al settore dei servizi<br />
per persone in situazione di handicap e dei servizi distrettuali.<br />
Affi anco al rigore metodologico che la certifi cazione ISO garantisce per la qualità dei servizi<br />
erogati direttamente dall’ASSB, risulta importante verifi care che siano garantiti adeguati livelli<br />
di qualità e di sicurezza nei servizi esternalizzati dall’ASSB ai propri partners. Nel 2007 ASSB<br />
lavorerà quindi proprio sulla valutazione dei servizi esternalizzati e dei livelli di sicurezza per<br />
gli operatori di tali servizi.<br />
Parimenti importante risulta essere il clima lavorativo all’interno delle strutture aziendali. In<br />
questo caso il focus si sposta, per la terza annualità, sulla valorizzazione delle risorse umane<br />
ed sulla cura ed il miglioramento continuo del benessere lavorativo, completando così un<br />
quadro migliorativo generale delle prestazioni offerte.<br />
Ultimo, ma non per importanza, è l’obiettivo aziendale tendente al rafforzamento del dialogo<br />
permanente con gli interlocutori aziendali attraverso il coinvolgimento attivo di signifi cativi<br />
portatori di interesse nel processo di pianifi cazione dei servizi. Gia nel <strong>2006</strong> con la stesura<br />
dei primi Piani di Settore, la programmazione degli interventi relativi a particolari gruppi di<br />
utenza è stata costruita e condivisa con altri enti pubblici e con rappresentanti del Terzo<br />
Settore che, a vario titolo, sono coinvolti nelle aree di interesse. Nel corso dell’anno 2007<br />
si porterà a termine la fase di costruzione dei piani e si darà avvio al loro sviluppo in termini<br />
progettuali, coinvolgendo quindi anche gli stakeholder nella fase di rendicontazione dei risultati<br />
ottenuti.<br />
56
la Governance<br />
1.5 La qualità aziendale<br />
La sostenibilità della qualità<br />
Ormai da qualche anno l’ASSB sta lavorando sulla Qualità Totale, ossia su un approccio<br />
alla qualità che tocchi tutti gli aspetti dell’attività aziendale e prenda in considerazione tutti i<br />
portatori di interesse aziendali. Nel contempo nel <strong>2006</strong> sono iniziate le rifl essioni in tema di<br />
responsabilità <strong>sociale</strong> dell’ASSB. Esiste una forte connessione tra le due tematiche. Il nesso<br />
è che per ASSB la qualità è una scelta responsabile solo se è sostenibile nel tempo e tale sostenibilità<br />
va valutata sotto il profi lo economico, ambientale e <strong>sociale</strong>. La rifl essione iniziata in<br />
ASSB nel <strong>2006</strong> ha quindi portato a comprendere che la rivisitazione dei processi in un’ottica<br />
di qualità va effettuata in modo da coniugare gli aspetti economico-fi nanziari con la ricerca<br />
di una migliore qualità dei servizi, della vita e dell’ambiente. Un fatto avvenuto in una casa di<br />
riposo è stato un utile spunto di rifl essione in tale senso e spiega chiaramente il concetto di<br />
qualità sostenibile che ASSB intende sposare: da un’indagine di soddisfazione degli utenti è<br />
emersa la richiesta di avere più caldo negli ambienti e quindi di aumentare riscaldamento della<br />
case di riposo. L’aumento del riscaldamento soddisferebbe immediatamente l’utente, ma<br />
la domanda che ASSB si è posta è: si tratterebbe di una scelta di qualità sostenibile? Quale<br />
sarebbe l’impatto ambientale, economico, sulla salute di utenti e operatori? Certamente non<br />
di qualità.<br />
Guardando in avanti l’obiettivo strategico deve quindi essere di passare dalla gestione della<br />
qualità totale (TQM) alla gestione della responsabilità totale (TRM). I concetti fondamentali<br />
della Responsabilità Totale che ASSB intende fare propri sono: l’assunzione di responsabilità<br />
sulle prestazioni sociali, economiche e ambientali, la consapevolezza sui valori di riferimento,<br />
sulle strategie e sulle azioni per raggiungere gli obiettivi, la valutazione delle problematiche e<br />
la gestione dei rischi con l’attuazione di azioni preventive e correttive, la rendicontazione trasparente<br />
degli impatti e delle prestazioni sociali, economiche e ambientali, il coinvolgimento<br />
di tutti i portatori di interesse nel miglioramento continuo con la valorizzazione del capitale<br />
umano.<br />
La qualità aziendale 1.5<br />
In base alle rifl essioni effettuate nel <strong>2006</strong> in ASSB, affi nchè la Qualità sia sostenibile è necessario<br />
che i processi di qualità siano analizzati, dichiarati e migliorati in base alla capacità<br />
di creare un valore aggiunto che sia possibile mantenere nel tempo sia dal punto di vista<br />
del costo, che delle risorse umane ad essi dedicate. In considerazione dello scarseggiare<br />
di risorse fi nanziarie e umane (nel medio periodo ma a volte anche nel breve) è necessario<br />
essere in grado di fare delle scelte di priorità in base ad una mappa dei valori e avere sotto<br />
controllo i rischi connessi alle scelte di qualità sostenibile effettuate, rischi di tipo economico,<br />
<strong>sociale</strong> e ambientale.<br />
Sarà quindi obiettivo per il 2007 ragionare sulla Qualità in modo che le scelte sulla qualità<br />
siano integrate con gli obiettivi economico-fi nanziari dell’ente e fortemente connesse al<br />
processo di programmazione e controllo. La qualità sostenibile e socialmente responsabile<br />
passa per la defi nizione di obiettivi gestionali maggiormente bilanciati tra aspetti economici,<br />
riduzione degli impatti ambientali, aumento della qualità dei servizi resi, collaborazione con<br />
gli stakeholders per la soddisfazione degli interessi maggiormente rilevanti. Sarà inoltre impegno<br />
di ASSB fare in modo che la cultura della qualità sostenibile e socialmente responsabile<br />
sia diffusa tra tutti i livelli aziendali in base a conoscenze e competenze specifi che.<br />
57
La dirigenza aziendale 1.6<br />
tiva, un forte ruolo della dirigenza pubblica è stato individuato sin dall’inizio come uno dei<br />
principali strumenti attraverso cui accelerare il cambiamento delle amministrazioni pubbliche”<br />
(tratto da La dirigenza pubblica: il mercato e le competenze dei ruoli manageriali, Dipartimento<br />
italiano della funzione pubblica, ed. Rubettino, 2003).<br />
“Nella loro nuova veste, i dirigenti sono i primi responsabili del buon esito dei processi di cambiamento.<br />
Sono loro che, venuti meno o vecchi criteri meramente burocratico-giuridici, devono<br />
improntare l’attività delle strutture che dirigono a criteri di effi cienza, effi cacia e qualità;<br />
sono loro che devono promuovere la diffusione di quella logica del risultato che deve sostituire<br />
la tradizionale logica dell’adempimento” (tratto da La gestione per competenza nelle amministrazioni<br />
pubbliche, Dipartimento italiano della funzione pubblica, ed. Rubettino, <strong>2006</strong>)<br />
La composizione della dirigenza<br />
L’apparato dirigente aziendali nel <strong>2006</strong> non ha subito variazioni rispetto all’anno precedente.<br />
I dirigenti sono rimasti 17. La presenza di personale dirigente femminile è buona: dei 17 totali,<br />
8 sono donne e 9 uomini. Alcuni dirigenti hanno fi gli e devono quindi riuscire a conciliare il<br />
gravoso lavoro dirigenziale con la cura dei bambini. L’orario fl essibile di cui possono fruire<br />
i dirigenti cerca di andare incontro alle esigenze di conciliabilità del lavoro con la famiglia.<br />
L’età media dei dirigenti aziendali è di 42 anni e gli anni del loro operato in ASSB in qualità di<br />
dirigenti è mediamente di 6,35 anni.<br />
Dei 17 dirigenti, 4 appartengono al gruppo linguistico tedesco e 13 a quello italiano.<br />
Le competenze e i risultati ottenuti<br />
Se è pur vero che il ruolo richiesto al dirigente è quello di “decisore” e l’orientamento che ci si<br />
aspetta da lui/lei è fortemente spinto verso i risultati, ciò che in ASSB conta è anche il modo<br />
in cui il dirigente opera e raggiunge i propri obiettivi. Il modo è ciò che esprime la qualità del<br />
suo apporto personale al funzionamento della struttura/servizio che egli/ella dirige. Il dirigente<br />
deve quindi possedere, oltre alle conoscenze, alcune capacità cruciali per l’esercizio della<br />
58
la Governance<br />
1.6 La dirigenza aziendale<br />
funzione: capacità intellettuali, operative e relazionali che lo caratterizzano nella sua gestione<br />
e che infl uenzano il clima organizzativo del gruppo di persone da lui/lei diretto.<br />
Con il documento “piano degli orientamenti strategici” (disponibile nel sito internet aziendale)<br />
la direzione aziendale ha formulato chiare attese nei confronti dei dirigenti aziendali, con riferimento<br />
alla sfera di autonomia, allo stile di lavoro, all’organizzazione per processi, all’attenta<br />
gestione del budget, alla sperimentazione e innovazione.<br />
Obiettivi o comportamenti posti in essere rappresentano l’insieme degli elementi che vengono<br />
annualmente osservati nell’ambito del sistema aziendale di valutazione dei dirigenti.<br />
Per quanto riguarda gli obiettivi, considerando tutti gli obiettivi aziendali quindi sia quelli<br />
strategici che quelli più operativi, la percentuale di raggiungimento nel <strong>2006</strong> è risultata molto<br />
buona: 85,3%.<br />
Due obiettivi sono stati cancellati dalla programmazione per mancanza di fi nanziamento e<br />
altri due hanno dovuto essere sospesi in quanto la loro realizzazione dipendeva da attività di<br />
altri enti che non hanno potuto concludersi.<br />
Il sistema di valutazione<br />
Adottare un sistema di valutazione dei dirigenti signifi ca avere chiaro il modello di governance<br />
che un’azienda ha in mente di applicare. In ASSB il modello di governance è ora chiaro e sta<br />
portando alla luce le implicazioni di senso e gestionali ad esso collegate.<br />
ASSB fonda la propria governance su elementi quali la responsabilità <strong>sociale</strong>, il risk management,<br />
la programmazione e il controllo, la qualità, la valorizzazione della dirigenza. Va da sè<br />
che l’ambito valutativo della dirigenza è direttamente collegato alla natura stessa dell’ASSB e<br />
quindi agli elementi che costituiscono la sua governance.<br />
Ci sono molte tipologie di valutazione, quelle più oggettive, quelle strategiche, quelle valorizzanti,<br />
quelle penalizzanti, quelle politiche, etc. Nel corso del <strong>2006</strong> all’interno di ASSB, dopo<br />
un confronto con molti modelli applicati altrove, si è giunti a defi nire un sistema di valutazione<br />
fortemente collegato alla cultura aziendale, che la stessa istituzione intende applicare e promuovere.<br />
Il modello si fonda su quattro orientamenti che il dirigente deve seguire, di cui uno<br />
è l’orientamento al risultato:<br />
La dirigenza aziendale 1.6<br />
a) l’orientamento all’utente/cliente (interno ed esterno) e all’assunzione di responsabilità rispetto<br />
al ruolo dirigenziale;<br />
b) orientamento all’effi cienza gestionale e alla correttezza amministrativa;<br />
c) orientamento alla progettazione, rendicontazione e innovazione;<br />
d) orientamento alla corretta gestione delle risorse umane<br />
Il nuovo modello si valutazione sarà portato all’attenzione dei sindacati per essere applicato<br />
a regime con la valutazione relativa all’anno 2007.<br />
59
Il sense making: dall’assunzione delle decisioni alla creazione del senso<br />
nell’organizzazione<br />
2005, che ha portato la dirigenza a passare dalla propensione alla decisione, alla propensione<br />
all’attribuzione di senso alle decisioni assunte.<br />
Se la decisione è la fase di un processo che comporta la necessità di possedere le informazioni<br />
necessarie, l’attribuzione di senso è un passo ulteriore che aggiunge all’assunzione<br />
delle informazioni necessarie, la valutazione della bontà/opportunità della decisione in base<br />
ai valori aziendali riconosciuti e in cui ci si identifi ca. Il senso delle decisioni assunte in ASSB<br />
nel <strong>2006</strong> è quindi da ricondursi ai valori espressi dal Piano degli orientamenti strategici<br />
aziendali (ad esempio, alla decisione di bandire una serie di concorsi per la copertura di<br />
posti in ruolo è dato senso dal “principio di stabilità” sancito dal Piano degli Orientamenti<br />
Strategici aziendale che stabilisce che nel corso del triennio <strong>2006</strong>-2008 l’ASSB passi da un<br />
54% di personale di ruolo al 65%.)<br />
60
La riclassifi cazione dei costi al valore aggiunto1.7<br />
il capitale, il lavoro, l’attività produttiva, apportano alla produzione e distribuzione di beni e<br />
servizi. In sostanza, è ciò che l’impresa aggiunge alle materie prime acquistate per la produzione<br />
del prodotto fi nale.<br />
Anche in un’organizzazione che produce servizi, quale la Pubblica Amministrazione, esiste<br />
un valore aggiunto che può essere valutato in due modi:<br />
a) valutando i costi sopportati per produrre i servizi (si parla in questo caso di valore aggiunto<br />
valutato al costo dei fattori)<br />
b) osservando il valore (redditi) che viene distribuito ai soggetti che prendono parte alla produzione,<br />
ossia ai lavoratori, ai partner, ai fornitori, ad altri enti.<br />
In questo bilancio <strong>sociale</strong> si cercherà di adottare entrambe le chiavi di lettura.<br />
Nel capitolo 2 di questo bilancio, alla fi ne di ogni area tematica, si riclassifi cheranno i costi<br />
evidenziando quanto è stato destinato a ciascun servizio, ossia indicando il costo sopportato<br />
per l’erogazione di ciascun servizio (criterio a)<br />
La riclassifi cazione<br />
dei costi al valore aggiunto 1.7<br />
Qui di seguito invece si adotterà la seconda chiave di lettura, ossia osservando come vengono<br />
retribuiti i fattori produttivi, ossia come ASSB riesce a creare ricchezza nella comunità<br />
locale.<br />
Il valore per i lavoratori<br />
Fig. 24 - Ricchezza distribuita al personale aziendale - <strong>2006</strong><br />
Euro<br />
Retribuzione netta distribuita al personale in busta paga 15.526.478<br />
Oneri a carico dell’azienda 14.693.735<br />
Valore distribuito al personale: euro 15.526.478<br />
su costo totale di euro 30.220.213<br />
51%<br />
Retribuzione netta distribuita<br />
al personale in busta paga - 51%<br />
49%<br />
Oneri a carico dell’Azienda - 49%<br />
61
La distribuzione di valore alle persone che operano in Azienda rappresenta la parte più signifi<br />
cativa delle risorse apportate agli stakeholders (50% del totale budget aziendale), a conferma<br />
del valore che le risorse umane assumono in un’azienda che eroga servizi alle persone.<br />
Il valore per i gestori dei servizi sociali<br />
Fig. 25 - Ricchezza distribuita ai gestori di servizi sociali - <strong>2006</strong><br />
Euro %<br />
Assistenza sanitaria e fi sioterapica 3.069.488 17%<br />
Servizi sociali (contratti e convenzioni) 7.553.665 43%<br />
Pagamento rette ad istituti 7.046.702 40%<br />
Totale 17.669.855 100%<br />
40%<br />
43%<br />
Assistenza sanitaria e fi sioterapica - 17%<br />
Servizi sociali (contratti e convenzioni) - 43%<br />
Pagamento rette ad istituti - 40%<br />
17%<br />
i servizi sociali in forma diretta, ma talvolta ne esternalizza la gestione a partner qualifi cati,<br />
per lo più cooperative e organizzazioni non profi t. Il numero di persone che “ruota” intorno<br />
a tali esternalizzazioni è notevole, a partire dal personale che opera alle dipendenze di tali<br />
organizzazioni. Gli importi che ASSB distribuisce a queste organizzazioni sono notevoli e<br />
riconoscono il valore degli operatori e della qualità dei servizi erogati.<br />
62
la Governance<br />
1.7 La riclassificazione dei costi al valore aggiunto<br />
Il valore per i fornitori<br />
Fig. 26 - Ricchezza distribuita ai fornitori di beni e servizi non sociali - <strong>2006</strong><br />
Euro %<br />
Materie prime e di consumo 1.459.682 17%<br />
Utenze 1.292.288 15%<br />
Servizi di supporto (lavanderia, pulizie, e.a.) 2.452.514 29%<br />
Servizi vari 1.265.969 15%<br />
Servizi per manutenzioni e riparazioni 1.077.498 13%<br />
Costi per godimento beni di terzi 893.309 11%<br />
Totale 8.441.260 100%<br />
15%<br />
17%<br />
11%<br />
13%<br />
Materie prime e di consumo - 17%<br />
Utenze - 15%<br />
Servizi di supporto (lavanderia, pulizie, e.a.) - 29%<br />
La riclassifi cazione<br />
dei costi al valore aggiunto 1.7<br />
29%<br />
15%<br />
Servizi vari - 15%<br />
Servizi per manutenzioni e riparazioni - 13%<br />
Costi per godimento beni di terzi - 11%<br />
scindere da una serie di fattori produttivi, quali materie prime e di consumo e forniture di servizi,<br />
che le consentono di operare. L’attribuzione di valore ai fornitori aziendali rappresentano<br />
una fetta signifi cativa del totale del valore distribuito.<br />
63
I servizi sociali<br />
di ASSB<br />
2<br />
2<br />
65
L’accesso ai servizi2.1<br />
I distretti sociali<br />
Il distretto <strong>sociale</strong> é un’unità territoriale che corrisponde ad un bacino di utenza ben defi nito<br />
all’interno del quale viene offerta una gamma di prestazioni sociali di base.<br />
Per prestazioni sociali di base si intendono interventi di informazione, consulenza ed assistenza<br />
nonché i relativi interventi integrativi volti a prevenire situazioni di svantaggio e disagio<br />
<strong>sociale</strong>, a superare o mitigare situazioni di emergenza e a promuovere l’integrazione familiare,<br />
scolastica, professionale e <strong>sociale</strong>.<br />
Il territorio della città di Bolzano è suddiviso in cinque sedi di distretti che coincidono con le<br />
sedi dei distretti sanitari e con le circoscrizioni della città.<br />
Gli obiettivi del distretto <strong>sociale</strong> sono:<br />
• porre al centro della propria operatività l’interesse ed i bisogni dei cittadini dopo un’attenta<br />
valutazione e individuazione delle risorse personali, familiari, sociali ed istituzionali;<br />
• privilegiare interventi che mirano al sostegno del singolo, della famiglia e delle reti sociali<br />
nell’assolvimento dei relativi compiti, alla tutela della maternità e dell’infanzia, dell’adolescenza<br />
e della gioventù, degli anziani, degli invalidi e delle persone in diffi coltà o esposte<br />
a rischio;<br />
• operare mirando al superamento della logica dell’assistenza per categorie mediante l’attuazione<br />
di interventi uguali a parità di bisogni e di interventi differenziati a seconda della<br />
specifi cità dei casi;<br />
• interagire con i servizi sociali e sanitari operanti nel territorio di competenza integrando le<br />
diverse fi gure professionali in modo che operino in collaborazione;<br />
• monitorare il territorio di competenza rilevando i bisogni e le risorse presenti al fi ne di<br />
promuovere, coordinare e sostenere iniziative e progetti atti a favorire l’agio, la salute, il<br />
benessere e lo sviluppo della comunità territoriale.<br />
Il distretto è anche la prima porta di accesso ai servizi. E’ presso questa sede che la<br />
persona deve rivolgersi per qualsiasi problematica di tipo <strong>sociale</strong> o per ottenere certifi cazioni<br />
in merito alla propria situazione economica, per inoltrare richiesta di inserimento dei bambini<br />
in asilo nido, per segnalare situazioni di disagio e/o per chiedere rimborsi di prestazioni<br />
particolari.<br />
Il cittadino che si presenta per la prima volta al distretto <strong>sociale</strong> trova un addetto all’accoglienza<br />
che per prima cosa verifi ca se il distretto a cui si è rivolta la persona sia quello territorialmente<br />
competente; per le persone straniere verifi ca inoltre la regolarità del permesso<br />
di soggiorno e la sussistenza di tutti i requisiti. Per le persone che non hanno una dimora<br />
stabile o che sono accolte in centri di prima accoglienza o villaggi per nomadi è istituito un<br />
apposito servizio di integrazione <strong>sociale</strong> sovradistrettuale (S.I.S.) presso il distretto Centro<br />
Piani Rencio, a cui esse possono rivolgersi per le richieste di aiuto <strong>sociale</strong>.<br />
L’accesso ai servizi 2.1<br />
Se la richiesta della persona è semplice e può essere soddisfatta con un’unica prestazione,<br />
l’addetto all’accoglienza, dopo avere compilato una scheda statistica, la indirizza presso il<br />
servizio distrettuale competente. Qualora invece la richiesta sia più complessa e necessiti<br />
67
di un maggiore approfondimento, essa viene invitata a fare un colloquio con un operatore<br />
<strong>sociale</strong>. Durante il colloquio la persona ha la possibilità di illustrare all’operatore <strong>sociale</strong> la<br />
propria situazione o il proprio problema in un ambiente tranquillo e rispettoso della privacy.<br />
Il colloquio può concludersi con una semplice consulenza, con la valutazione che la persona<br />
abbisogna di una singola prestazione del distretto (in quel caso viene indirizzata all’uffi cio<br />
competente) o, se la problematica espressa risulta essere complessa, con l’invio ad una<br />
assistente <strong>sociale</strong>.<br />
L’assistente <strong>sociale</strong> verifi cherà se sussistano i presupposti per l’avvio di un progetto di<br />
aiuto e sostegno (presa in carico) analizzando in maniera approfondita i punti di debolezza<br />
(problematiche) ed i punti di forza (risorse) dei vari aspetti della vita della persona richiedente<br />
e del suo nucleo familiare e <strong>sociale</strong>.<br />
La presa in carico e la dimissione dal servizio<br />
La presa in carico di una singola persona o dell’intero nucleo familiare presuppone che vi sia<br />
una situazione di disagio <strong>sociale</strong> e la volontà da parte dei soggetti di attivarsi per la risoluzione<br />
della propria situazione.<br />
Durante tutto il percorso di presa in carico vengono infatti stabiliti di volta in volta gli obiettivi<br />
da raggiungere e gli impegni che sia l’operatore <strong>sociale</strong> sia la persona / famiglia deve rispettare;<br />
il fi ne ultimo di ogni progetto è sempre che la persona / famiglia possa risolvere i propri<br />
problemi nel minor tempo possibile e possa raggiungere la totale autonomia.<br />
La dimissione del caso può avvenire per vari motivi: la risoluzione delle problematiche, la<br />
mancanza di collaborazione da parte dell’utente, il trasferimento in un altro luogo (in questo<br />
caso il servizio <strong>sociale</strong> si preoccuperà di “passare il caso” al nuovo servizio <strong>sociale</strong> competente).<br />
Quando le situazioni familiari delle persone prese in carico dal distretto presentano gravi problematiche<br />
in più ambiti (abitativo, sanitario, lavorativo, educativo e di integrazione <strong>sociale</strong>)<br />
occorre coinvolgere più fi gure professionali, che secondo le proprie competenze e responsabilità<br />
collaborino insieme al progetto di aiuto; si forma quindi un equipe di professionisti.<br />
Il metodo di lavoro seguito prevede che i vari professionisti coinvolti facciano un’analisi della<br />
situazione della persona da sostenere e aiutare, pianifi chino e attuino i vari interventi in maniera<br />
integrata, controllino e valutino l’andamento del progetto.<br />
Tale metodo di lavoro garantisce l’effi cienza e l’effi cacia del progetto di aiuto, non suddivide<br />
il problema per specializzazioni professionali, favorisce l’orientamento alla persona secondo<br />
le sue necessità ed i suoi bisogni, coinvolge le capacità di auto- sostegno della persona e<br />
della propria rete <strong>sociale</strong> e familiare.<br />
I servizi offerti dal distretto sono i seguenti:<br />
• assistenza sociopedagogica dove operano assistenti sociali, educatori, assistenti al<br />
posto di lavoro (SAPL);<br />
• assistenza domiciliare dove operano operatori socio assistenziali e operatori socio sanitari;<br />
• assistenza economica <strong>sociale</strong> dove opera il personale amministrativo addetto al servizio<br />
di assistenza economica <strong>sociale</strong> ed il personale amministrativo addetto al calcolo delle<br />
compartecipazioni tariffarie.<br />
68
i Servizi<br />
2.1 L’accesso ai servizi<br />
Come si vedrà nei capitoli successivi, il motivo prevalente del ricorso per la prima volta<br />
ai servizi sociali è legato a problemi economici della persona e del nucleo familiare.<br />
Spesso dietro a tale bisogno si celano altre problematiche che richiedono la presa in<br />
carico della persona o del nucleo familiare.<br />
Il rischio di povertà tra i vari ceti della popolazione residente è molto alto. Il Piano<br />
Sociale della Qualità della vita della città di Bolzano 2004-<strong>2006</strong> tra le principali problematiche<br />
legate a questo fenomeno individua:<br />
• il “caro vita” che investe una fetta sempre maggiore di cittadini, anche a fascia media;<br />
• l’elevato costo delle abitazioni;<br />
• la poca informazione e formazione in merito alla scelta degli acquisti;<br />
• l’aumento della complessità delle problematiche delle persone in situazione di<br />
povertà.<br />
Il Piano, quindi, su questo tema individua tra gli obiettivi principali:<br />
• l’adozione di programmi atti ad individuare i rischi di povertà attraverso la promozione di<br />
attività di prevenzione ed informazione sui rischi derivanti dalla incapacità di gestire le proprie<br />
risorse;<br />
• l’attivazione di un osservatorio sui prezzi; la garanzia di informazione ed il sostegno nel<br />
settore abitativo.<br />
Diventa determinante, in questo contesto, il ruolo del distretto <strong>sociale</strong> in quanto, attraverso<br />
i suoi servizi, diventa il primo “osservatore” del fenomeno ed il primo attivatore di<br />
risorse capaci di presidiarlo e di contenerlo.<br />
2.1<br />
Nei capitoli che seguono la complessità e la molteplicità delle problematiche connesse al<br />
bisogno economico risulterà in tutta evidenza.<br />
L’accesso ai servizi<br />
69
Persone a rischio di diffi coltà<br />
economica o povere 2.2<br />
Assistenza economica-<strong>sociale</strong><br />
L’assistenza economica - <strong>sociale</strong> mira a sostenere le persone impossibilitate a provvedere<br />
per cause psichiche, fi siche e sociali al mantenimento proprio e dei propri fi gli, fi no al superamento<br />
di situazioni di bisogno. Gli interventi contribuiscono a prevenire e/o contrastare<br />
l’esclusione <strong>sociale</strong> e a fornire l’opportunità di auto - realizzazione delle persone economicamente<br />
e socialmente più deboli.<br />
L’erogazione della prestazione economica avviene per un periodo limitato di tempo, nell’ambito<br />
di un progetto volto a stimolare l’autosuffi cienza ed evitare il cronicizzarsi della dipendenza<br />
assistenziale; l’assistenza economica non può prescindere da un programma di integrazione<br />
<strong>sociale</strong> e lavorativo concordato con l’utente, che tiene conto delle caratteristiche<br />
personali e familiari dello stesso.<br />
Le prestazioni di assistenza economica si distinguono in due categorie:<br />
1. erogazioni di somme di denaro:<br />
• per la soddisfazione di bisogni quotidiani (es. reddito minimo di inserimento, spese di affi tto<br />
e condominio);<br />
• per la soddisfazione di bisogni particolari (spese straordinarie, trasporto, servizio telesoccorso<br />
e telecontrollo ecc.);<br />
• per il pagamento di rette per il ricovero in servizi residenziali e semiresidenziali o di affi damento<br />
di minori a famiglie.<br />
2. prestazioni di carattere amministrativo:<br />
• certifi cati per l’esenzione del ticket sanitario;<br />
• calcolo della valutazione della situazione economica familiare;<br />
• dichiarazioni per l’ottenimento di agevolazioni tariffarie per strutture residenziali e semiresidenziali;<br />
Nel corso dell’anno <strong>2006</strong> sono state assistite con prestazioni di assistenza economica di<br />
entrambi i tipi 3.265 persone che, unitamente ai loro familiari, costituiscono un numero<br />
complessivo di 5.779 persone, ovvero il 5,8% della popolazione cittadina, valore pressoché<br />
invariato rispetto allo scorso anno (5,7%).<br />
Nella tabella che segue si evidenzia il numero complessivo delle persone che si sono rivolte<br />
al servizio ottenendo almeno una delle prestazioni sopra elencate suddivise per quartiere;<br />
in quella successiva invece si evidenzia il numero delle persone, con rispettivi familiari che<br />
hanno ottenuto solamente prestazioni in denaro.<br />
70
i Servizi<br />
2.2 Persone a rischio di difficoltà economica o povere<br />
Fig. 27 - Totale utenti che hanno usufruito del servizio di assistenza economica <strong>sociale</strong> - <strong>2006</strong><br />
Distretto Utenti Familiari Popolazione %<br />
Don Bosco 923 1.702 23.029 7,4%<br />
Centro Piani Rencio 733 1.132 17.417 6,5%<br />
Oltrisarco Aslago 849 1.516 13.509 11,2%<br />
Europa Novacella 509 964 16.096 6,0%<br />
Gries S. Quirino 251 465 29.769 1,6%<br />
Totale 3.265 5.779 99.883 5,8%<br />
Fig. 28 - Totale utenti che hanno percepito o usufruito di prestazioni in denaro - <strong>2006</strong><br />
Distretto Utenti Familiari Popolazione %<br />
Don Bosco 588 1.199 23.092 5,2%<br />
Centro Piani Rencio 545 908 17.417 5,2%<br />
Oltrisarco Aslago 597 1.123 13.509 8,3%<br />
Europa Novacella 227 423 16.096 2,6%<br />
Gries S. Quirino 306 549 29.769 1,8%<br />
Totale 2.263 4.202 99.883 4,2%<br />
Le motivazioni per le quali gli utenti si rivolgono al servizio di assistenza economica sono<br />
diverse. La principale causa di ricorso al servizio è dovuta al fatto che il reddito<br />
prodotto da attività lavorativa è insufficiente a far fronte alle necessità familiari,<br />
in particolare per sostenere le spese di affitto. La prestazione maggiormente richiesta<br />
è infatti l’integrazione delle spese di locazione e spese accessorie. La seconda causa, in<br />
percentuale, è lo stato di disoccupazione per un periodo superiore a tre mesi: come<br />
evidenziato nel capitolo dedicato all’area adulti nella parte relativa al servizio Help for Job,<br />
è chiaro che questo dato risulta particolarmente critico in quanto rimanere disoccupato per<br />
molto tempo signifi ca fare sempre più fatica per rientrare nel mondo del lavoro. La terza motivazione<br />
più ricorrente è dovuta all’impossibilità di guadagno dovuta a diversi fattori, come<br />
ad esempio: malattia o invalidità del richiedente (5,5%), maternità e cura di fi gli minori (4,4%),<br />
lo stato di profugo in attesa di riconoscimento (1,4%), l’onere di cura di familiari invalidi o<br />
anziani (0,3%) .<br />
Persone a rischio di diffi coltà<br />
economica o povere 2.2<br />
71
Fig. 29 - Utenti assistenza economica <strong>sociale</strong> per motivo della richiesta - <strong>2006</strong><br />
9%<br />
11%<br />
22%<br />
2%<br />
9%<br />
12%<br />
9%<br />
8%<br />
18%<br />
9%<br />
8%<br />
18%<br />
12%<br />
2%<br />
22%<br />
11%<br />
9%<br />
9%<br />
Diffi cilmente collocabile (gruppi marginali, disagio<br />
<strong>sociale</strong>, età, invalidità)<br />
Disoccupazione di breve periodo (3mesi)<br />
Impossibilità di guadagno (malattia, terapia, maternità,<br />
profugo, cura familari)<br />
In cerca di primo impiego<br />
Reddito insuffi ciente (attività lavorativa)<br />
Reddito insuffi ciente (pensione)<br />
Pagamento di prestazioni assistenziali per minori,<br />
disabili, malati psichici<br />
Agevolazione tariffaria, rimborsi, anticipazione assegno<br />
alimentare<br />
L’erogazione di tutti i tipi di prestazioni avviene, su presentazione di apposita domanda da<br />
parte del cittadino, a seguito di una valutazione sullo stato di bisogno effettuata dal servizio<br />
sociopedagogico del distretto <strong>sociale</strong> in cui il cittadino abita. Nel caso in cui la richiesta del<br />
cittadino riguardi un’erogazione in denaro per la prestazione denominata “di reddito minimo<br />
di inserimento”, questa può avvenire solo nell’ambito di un progetto individualizzato sulla<br />
persona predisposta dall’equipe distrettuale.<br />
Spesso la domanda dei cittadini, a seconda della propria situazione personale e/o familiare,<br />
può contenere più richieste di intervento economico. Durante l’anno <strong>2006</strong> sono state presentate<br />
11.189 domande e sono state esaminate 22.262 richieste di prestazioni. Di tali richieste,<br />
il 63,4% ha avuto riscontro con l’erogazione della prestazione, il restante 36, 4% è stato<br />
negato e/o revocato (19,3%) oppure riguarda richieste archiviate o rinviate per ulteriori accertamenti,<br />
per mancanza di documentazione ecc. (17,1%). I motivi principali per la negazione<br />
o la revoca di una prestazione sono la mancanza dei requisiti di legge, la non disponibilità<br />
a collaborare ad un progetto personalizzato, il cambiamento della situazione familiare e/o<br />
economica, le false dichiarazioni ecc..<br />
Fig. 30 - Domande di assistenza economica presentate e relativi esiti - <strong>2006</strong><br />
Distretto<br />
Domande<br />
presentate<br />
Richieste di<br />
prestazioni<br />
esaminate<br />
di cui<br />
concesse<br />
di cui negate/<br />
altro<br />
Don Bosco 2.950 5.820 3.503 2317<br />
Centro Piani Rencio 2.396 3.509 2.443 1066<br />
Oltrisarco Aslago 3.105 8.050 4.829 3221<br />
Europa Novacella 1.356 2.361 1.706 655<br />
Gries S. Quirino 1.382 2.522 1.644 878<br />
Totale 11.189 22.262 14.125 8.137<br />
72
i Servizi<br />
2.2 Persone a rischio di difficoltà economica o povere<br />
Le prestazioni di assistenza economica in denaro più signifi cative sono quelle relative al<br />
“reddito minimo di inserimento” ed all’integrazione delle spese di locazione e spese<br />
accessorie per la casa (c.d. spese condominiali). Lo scopo di queste prestazioni<br />
è quello di sostenere la persona e il nucleo familiare nel soddisfacimento dei bisogni fondamentali<br />
di vita, quali l’alimentazione, l’abbigliamento, la salute e l’igiene della persona e della<br />
casa, le spese per l’abitazione.<br />
“Nella città di Bolzano nel corso del <strong>2006</strong> i provvedimenti di sfratto<br />
per scadenza contratti, da statistiche uffi ciali giudiziarie, erano in forte<br />
diminuzione con un aumento degli sfratti per morosità (circa 80% delle<br />
pratiche complessive).<br />
Questo dato spiega in maniera chiara che le case in affi tto ora si trovano<br />
più facilmente. Motivo? Le nuove costruzioni (Mignone, viale Druso,<br />
Firmian ecc.) hanno reso liberi parecchi alloggi, l’Ipes sta costruendo e<br />
assegnando un buon numero di alloggi popolari. Il contratto di locazione<br />
agevolato (tre anni+due), è diventato quello più usato dai proprietari<br />
di casa, dato che è più conveniente del normale contratto, viste le<br />
agevolazioni e visto che, per qualche alloggio, il limite del canone di tale<br />
contratto è vicino ai prezzi di mercato (esempio: alloggi medi in zona<br />
media con balcone e cantina: 50mq calpestabili max. 630,00, 75 mq.<br />
max 780,00, 100mq max. 1000,00). Questi limiti sono stati defi niti con<br />
accordo territoriale nel 2003 quando la necessità primaria era creare<br />
un forte incentivo per invogliare attuali e nuovi proprietari a cedere le<br />
loro case in affi tto. Questa diffi cile scelta di fi ssare i limiti di affi tti alti ha<br />
contribuito a rendere la locazione privata più interessante; i prezzi degli<br />
affi tti caleranno però nel momento in cui caleranno i costi per l’acquisto<br />
delle case e se non si crea un limite dei canoni attraverso leggi (vedi<br />
esperienza equo canone o canone provinciale col fenomeno del<br />
“nero”). Pertanto, col forte intervento politico per aumentare il numero<br />
delle case e le nuove proposte di intervento dell’ente pubblico per la<br />
costruzione di alloggi da dare in affi tto alle famiglie che non rientrano<br />
nella graduatoria Ipes, l’offerta del mercato-affi tto si riprenderà e così,<br />
per forza, gli affi tti diventeranno anche più sostenibili.”<br />
Horst Gasser, segretario provinciale Centro Casa.<br />
1.435,<br />
ovvero il 63,4% del numero complessivo di utenti del servizio che hanno percepito prestazioni<br />
in denaro. Anche se non di molto, questa percentuale è diminuita rispetto allo scorso<br />
anno (66%) e ciò è in parte dovuto al fatto che si iniziano a vedere i primi risultati dei numerosi<br />
progetti di inserimento socio – lavorativo messi in atto dai servizi distrettuali, in particolare dal<br />
servizio Help for Job (si veda capitolo area adulti).<br />
“<br />
L’alto costo degli affitti a<br />
Bolzano porta numerose<br />
famiglie a chiedere aiuto<br />
all’assistenza economica.<br />
Qual è l’andamento<br />
del fenomeno e ci sono<br />
correttivi, ad esempio il<br />
contratto convenzionato<br />
pensato per calmierare i<br />
prezzi, che possano arginarlo?<br />
”<br />
Persone a rischio di diffi coltà<br />
economica o povere 2.2<br />
73
“<br />
Funziona collegare la<br />
prestazione economica a<br />
un progetto che cerchi di<br />
sviluppare l’autonomia?<br />
Quale la percentuale di<br />
successo?<br />
”<br />
“Il progetto di aiuto e di sviluppo dell’autonomia personale si fonda su<br />
una serie di interventi, sociali ed educativi, che mirano al sostegno della<br />
persona, nell’ottica di favorire il superamento delle situazioni di diffi coltà<br />
e il percorso di integrazione <strong>sociale</strong>. In questo senso, il regolamento<br />
provinciale vigente in materia di assistenza economica <strong>sociale</strong><br />
defi nisce l’aiuto economico come temporaneo, a supporto di percorsi<br />
di attivazione personale, e nel lungo periodo non può rappresentare<br />
solamente un “aiuto materiale” in risposta ad un bisogno prettamente<br />
economico. In molte situazioni diventa infatti strumento educativo volto a<br />
favorire il potenziamento e la promozione delle capacità individuali nelle<br />
varie dimensioni della vita quotidiana (es: lavoro, famiglia, reti sociali) e<br />
meccanismo premiante per coloro che si impegnano attivamente nel<br />
progetto individualizzato defi nito con i servizi sociali.<br />
L’aiuto economico dovrebbe pertanto essere strettamente interdipendente<br />
da altri fattori, non da ultimo la motivazione, l’impegno e la capacità della<br />
persona di porsi degli obiettivi di automiglioramento. La percentuale di<br />
successo di questi progetti non è legata infatti alla semplice erogazione<br />
di prestazioni sociali ed economiche da parte dei servizi ma soprattutto<br />
alla partecipazione attiva e consapevole dei diretti interessati. Questa<br />
metodologia di lavoro incontra delle diffi coltà nella sua realizzazione<br />
a causa di una visione degli interventi economici come “atti dovuti”<br />
e del distretto come “bancomat” a cui attingere. In questo contesto<br />
risulta molto diffi cile parlare con le persone di attivazione, impegno e<br />
motivazione. Il regolamento stesso che disciplina la materia lascia ampi<br />
spazi di fl essibilità a favore dell’utenza.<br />
La trasformazione culturale è molto lenta ma parte quotidianamente<br />
dal lavoro nei servizi alle persone. A questo proposito, si evidenziano<br />
delle importanti sperimentazioni con alcune associazioni private che<br />
operano nel settore dei senza dimora rispetto alla gestione fi nanziaria<br />
concordata con gli assistiti degli aiuti economici erogati dal distretto, al<br />
fi ne di rispondere a dei bisogni primari realmente urgenti ed evitare un<br />
uso incontrollato di tali benefi ci.”<br />
Viviana Francescatti, assistente <strong>sociale</strong> del Servizio Integrazione<br />
Sociale.<br />
Nella tabella seguente viene evidenziato il numero delle persone che hanno benefi ciato di<br />
queste due prestazioni in denaro.<br />
Fig. 31 - Persone riceventi Reddito Minimo di Inserimento (RMI) e/o Integrazione Locazione<br />
e spese accessorie - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S.Quirino<br />
RMI senza spese di<br />
locazione e accessorie<br />
33 158 64 20 29<br />
Locazione e spese<br />
accessorie senza RMI<br />
131 94 121 46 53<br />
RMI + spese di<br />
locazione ed accessorie<br />
205 85 272 65 59<br />
Totale 369 337 457 131 141<br />
74
i Servizi<br />
2.2 Persone a rischio di difficoltà economica o povere<br />
Oltre alle due prestazioni sopra descritte, sono previste altre prestazioni in denaro di cui il<br />
cittadino in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente, può benefi ciare. Queste<br />
prestazioni economiche hanno lo scopo di far fronte ad emergenze individuali e/o familiari<br />
in particolari circostanze della vita, di contribuire a soddisfare bisogni particolari di specifi -<br />
che categorie di utenti (anziani, disabili, sordomuti ecc.), di garantire la tutela e lo sviluppo<br />
armonico dei minori, di garantire la continuità della vita familiare e della casa o di soddisfare<br />
le esigenze personali di persone che, ricoverate in strutture residenziali, non dispongono di<br />
entrate proprie. La tabella che segue indica gli utenti che hanno avuto tali prestazioni, suddivisi<br />
per tipologia di erogazione<br />
Fig. 32 - Utenti in assistenza economica per tipo di prestazione - <strong>2006</strong><br />
Acquisto/adattamento mezzi per<br />
disabili o per i loro familiari<br />
Affidamento di minori in comunità/<br />
istituti/comunità di tipo familiare<br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novac.<br />
Gries<br />
Quirino Totale %<br />
7 3 - 2 2 14 0,4<br />
26 35 13 9 4 87 2,4<br />
Affidamento di minori presso famiglie 48 16 27 18 20 129 3,6<br />
Anticipazione dell’assegno di<br />
mantenimento a tutela del minore<br />
23 10 16 15 6 70 1,9<br />
Assegno piccole spese (Taschengeld) 29 142 13 18 17 219 6,1<br />
Continuità della vita familiare<br />
e della casa<br />
22 - 20 17 17 76 2,1<br />
Integrazione locazione ed accessorie 328 178 339 110 171 1.186 32,9<br />
Prestazioni specifiche 109 116 109 62 52 448 12,4<br />
Prestazioni specifiche per minori 91 41 91 20 19 262 7,3<br />
Reddito minimo di inserimento (RIM) 229 240 342 84 159 1.054 29,2<br />
Servizio di telesoccorso/telecontrollo 31 14 15 21 13 94 2,6<br />
Spese di trasporto 6 - 3 4 4 17 0,5<br />
Spese di trasporto pubblico per anziani 1 2 2 - - 5 0,1<br />
Totale 950 797 1.050 380 484 3.661 100<br />
N.B. – Una persona può aver ricevuto più prestazioni quindi può essere conteggiata più volte<br />
Persone a rischio di diffi coltà<br />
economica o povere 2.2<br />
Come già anticipato all’inizio del capitolo, il servizio rilascia anche dichiarazioni relative alla<br />
situazione reddittuale (Valutazione Situazione Economica) di singoli e di famiglie che ne<br />
fanno richiesta per ottenere agevolazioni tariffarie o fi nalizzate al pagamento di determinati<br />
servizi. Oltre a quelli già previsti dalla normativa vigente per il pagamento dei servizi aziendali<br />
(asili nido, case di riposo, convitti ecc.) l’assistenza economica svolge tale servizio anche per<br />
il Comune di Bolzano in particolare per il calcolo tariffario delle rette delle scuole per l’infanzia<br />
e per le refezioni scolastiche come evidenziato nella tabella seguente.<br />
75
Fig. 33 - Calcoli VSE per conto del Comune di Bolzano - <strong>2006</strong><br />
Distretto<br />
refezioni<br />
scolastiche<br />
scuole<br />
dell’infanzia<br />
Don Bosco 177 185<br />
Centro Piani Rencio 63 64<br />
Oltrisarco Aslago 106 82<br />
Europa Novacella 65 60<br />
Gries S.Quirino 41 84<br />
Totale 452 475<br />
“<br />
Le erogazioni assistenziali<br />
disegnano una mappa<br />
della povertà cittadina.<br />
Che ricadute hanno<br />
le difficoltà economiche<br />
sulla vita <strong>sociale</strong> di una<br />
zona? Sono previsti interventi<br />
mirati?<br />
”<br />
“La concentrazione di persone e famiglie in diffi coltà economiche si<br />
ripercuote notevolmente sulla vita <strong>sociale</strong> di una zona, specialmente<br />
quando non si tratta di situazioni di bisogno transitorie, che possono<br />
essere superate dopo breve tempo con qualche sforzo e con un aiuto<br />
esterno, ma di forme di “povertà consolidata” caratterizzata da una certa<br />
durata. Le persone con diffi coltà economiche sono costrette a far fronte<br />
ai bisogni primari come l’alimentazione, il vestiario, i bisogni relativi alla<br />
salute, la casa. Disoccupazione e affi tti alti peggiorano la loro già precaria<br />
situazione. In questi casi l’offerta dei distretti è di consulenza, aiuto<br />
nell’inserimento lavorativo, accompagnamento e sostegno, attraverso il<br />
coinvolgimento di servizi specialistici e delle struttura, combinati al necessario<br />
sostegno economico. L’assistenza <strong>sociale</strong> offre ai richiedenti<br />
soldi, prestazioni e consulenza socio-pedagogica nell’ambito di un progetto<br />
individualizzato, predisposto sulla singola situazione, che mira al<br />
superamento del bisogno e recupero dell’autonomia.<br />
Quando i cittadini sono in diffi coltà economiche il loro interesse alle<br />
attività della comunità, alla formazione, alle iniziative culturali, sportive<br />
e ricreative diminuisce, perché tutto ciò viene vissuto come superfl uo,<br />
spesso addirittura come provocazione.<br />
Per questo motivo è diffi cile in questi quartieri costruire una sana vita<br />
<strong>sociale</strong> e realizzare progetti che sviluppano il senso di appartenenza e la<br />
solidarietà. “<br />
Per questo, accanto ad un adeguato lavoro di integrazione che dovrebbe<br />
ridurre l’esclusione <strong>sociale</strong>, è di fondamentale importanza la prevenzione<br />
e l’informazione al fi ne di contrastare l’insorgere di serie diffi coltà economiche<br />
e ciò deve rappresentare una priorità per tutte le strutture i servizi<br />
del settore pubblico e privato”<br />
Manuela Gotto, Vice Direttrice Aziendale, Direttrice della Ripartizione<br />
Distretti Sociali.<br />
76
i Servizi<br />
2.2 Persone a rischio di difficoltà economica o povere<br />
Fig. 34 - Costi per l’ Assistenza Economica Sociale - <strong>2006</strong><br />
Area Assistenza Economica Sociale <strong>2006</strong><br />
Euro 4.874.598<br />
Servizio dell’Assistenza Economica Sociale 585.394<br />
Trasferimenti per l’Assistenza Economica Sociale 4.289.204<br />
5%<br />
5%<br />
2% 2%<br />
Reddito minimo di inserimento<br />
1.565.277 - 36%<br />
Spese di locazione ed accessorie<br />
1.446.297 - 34%<br />
9%<br />
7%<br />
36%<br />
Prestazioni specifi che<br />
374,347 - 9%<br />
Continuità della vita familiare<br />
292.597 - 7%<br />
Assegno per esigenze personali<br />
230.511 - 5%<br />
34%<br />
Anticipazioni assegno di mantenimento<br />
205.434 - 5%<br />
Prestazioni specifi che per minori<br />
97,071 - 2%<br />
Altro<br />
77.670 - 2%<br />
*altro<br />
Acquisto e/o adattamento di mezzi di locomozione 46.761<br />
Servizio di telesoccorso e telecontrollo, telefono anziani 22.632<br />
Spese di trasporto per persone portatori di handicap ed anziani 8.277<br />
Totale 77.670<br />
Persone a rischio di diffi coltà<br />
economica o povere 2.2<br />
L’intero settore è finanziato dalla Provincia<br />
77
Fig. 35 - Reddito minimo di inserimento e/o spese per locazione – confronto spesa e<br />
assistiti anno 2005 - <strong>2006</strong><br />
2005<br />
Distretto<br />
Reddito minimo di<br />
inserimento<br />
Locazione e spese<br />
accessorie<br />
Totale* RMI + locazione<br />
spesa<br />
assistiti<br />
spesa<br />
assistiti<br />
spesa<br />
assistiti<br />
Don Bosco 395.840,79 235 248.146,81 306 643.987,60 358<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S.Quirino<br />
218.771,70 204 245.935,52 181 464.707,22 293<br />
588.506,32 305 404.743,03 352 993.249,35 406<br />
200.631,88 110 142.509,56 131 343.141,44 160<br />
197.826,92 132 215.103,29 134 412.930,21 178<br />
Totale 1.601.577,61 986 1.256.438,21 1.104 2.858.051,82 1.395<br />
* il numero complessivo degli assistiti è indicativo poichè un assistito può aver beneficiato di ambedue<br />
le prestazioni. Gli assistiti che hanno ricevuto il RMI e il contributo p.locazione vengono conteggiati una<br />
sola volta nel totale.<br />
<strong>2006</strong><br />
Distretto<br />
Reddito minimo di<br />
inserimento<br />
Locazione e spese<br />
accessorie<br />
Totale* RMI + locazione<br />
spesa<br />
assistiti<br />
spesa<br />
assistiti<br />
spesa<br />
assistiti<br />
Don Bosco 358.624,00 229 311.119,00 328 669,743,00 369<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S.Quirino<br />
231.766,00 240 247.784,00 178 479.550,00 337<br />
610.802,00 342 501.989,00 399 1.112.791,00 457<br />
165.348,00 84 133.828,00 110 299.176,00 131<br />
198.737,00 159 251.577,00 171 450.314,00 141<br />
Totale 1.565.277,00 1.054 1.446.297,00 1.186 3.011.574,00 1.435<br />
* il numero complessivo degli assistiti è indicativo poichè un assistito può aver beneficiato di ambedue<br />
le prestazioni. Gli assistiti che hanno ricevuto il RMI e il contributo p.locazione vengono conteggiati una<br />
sola volta nel totale.<br />
78
Prima infanzia 2.3<br />
I servizi socio educativi per la prima infanzia hanno l’obiettivo di supportare la famiglia nel<br />
ruolo genitoriale e sostenerla nelle attività di cura e di educazione dei propri fi gli.<br />
Sul territorio cittadino i servizi alla prima infanzia gestiti dall’ASSB sono costituiti dagli<br />
asili nido: l’asilo nido è un servizio educativo e <strong>sociale</strong> d’interesse collettivo, fatto di spazi,<br />
ritmi, oggetti e persone ed ideato per favorire lo sviluppo armonico del bambino dai 3 ai 36<br />
mesi, integrando, accompagnando e sostenendo la famiglia nella sua funzione e promuovendo<br />
una sua partecipazione attiva alla vita dell’asilo nido.<br />
Accanto agli asili nido altri tipi di servizi per la prima infanzia hanno trovato un riconoscimento<br />
normativo: si tratta delle microstrutture, riconosciute con legge provinciale del 2004 e<br />
disciplinate nella loro operatività con un regolamento di esecuzione. In base alle disposizioni<br />
provinciali tali microstrutture possono essere gestite direttamente dall’ente pubblico o essere<br />
affi date a enti privati accreditati, non aventi fi ne di lucro. La microstruttura è un servizio socio<br />
– educativo destinato ai bambini in età fra 0 e 36 mesi, volto a favorire il benessere e la crescita<br />
armoniosa dei bambini, assicurando nel contempo alla famiglia un adeguato sostegno<br />
nei compiti educativi, al fi ne anche di conciliare al meglio esigenze lavorative e familiari, nel<br />
quadro di un completo sistema di sicurezza <strong>sociale</strong>. A Bolzano queste microstrutture sono<br />
gestite da cooperative sociali.<br />
Tali strutture hanno caratteristiche e funzioni diverse da quelle tipiche degli asili nido dell’Azienda<br />
Servizi Sociali. Gli asili nido gestiti dall’ASSB possiedono una loro particolare impostazione<br />
che valorizza soprattutto la funzione educativa, oltre che <strong>sociale</strong>, del servizio.<br />
Pilastri principali dell’attività sono: il principio di individualità e centralità di ciascun bambino,<br />
la partecipazione attiva delle famiglie, la formazione continua del personale, lo scambio, il<br />
confronto tra tutti i soggetti che all’interno del nido interagiscono. In questo ultimo decennio<br />
si è assistito infatti, oltre che ad una esplicita richiesta da parte delle famiglie di luoghi sicuri<br />
e stimolanti in cui far vivere i propri bambini, anche di un luogo che offrisse occasioni di incontro<br />
con altri genitori, di opportunità per creare reti di amicizie, di confronto per esprimere<br />
i propri dubbi ed elaborare, discutendo con altri genitori o con professionisti esperti, modi<br />
più articolati e soddisfacenti di esercitare il “ mestiere dell’educare”.<br />
Anche l’immagine di “Bambino” e di infanzia ha subito nel tempo una sua trasformazione.<br />
Si pensa oggi al bambino come competente ed attivo protagonista della propria crescita e<br />
delle proprie esperienze.<br />
Al nido quindi il sapere, le competenze delle famiglie incontrano le competenze professionali<br />
degli educatori; educatori preparati e costantemente aggiornati attraverso la formazione<br />
permanente in grado di individuare i bisogni di ogni singolo bambino, accompagnandolo<br />
insieme alla famiglia nei primi anni di vita. Il nido è anche un luogo in cui si sostiene la relazione<br />
tra genitori e bambini, spesso caratterizzata da ansie e dubbi legittimi e ben fondati nella<br />
complessità del tempo che viviamo, dubbi talvolta destabilizzanti. Anche per questo presso i<br />
nidi è presente un consulente pedagogico che dietro appuntamento può dare ai genitori uno<br />
spazio di ascolto, di informazione, di consigli.<br />
2.3<br />
Prima infanzia<br />
79
“<br />
Quali sono gli aspetti<br />
educativi - pedagogici<br />
sviluppati dagli educatori<br />
degli asili nido nel rapporto<br />
con i bambini?<br />
”<br />
“Nei primi anni di vita, i bambini strutturano modi e forme di conoscenze,<br />
apprendono a interagire con il mondo fi sico e <strong>sociale</strong> all’interno di un<br />
processo di elaborazione attiva (tratto dal regolamento asili nido) e<br />
sono certamente anni fondamentali.<br />
L’opera dell’educatore al nido è delicata, ma può essere estremamente<br />
importante se il suo scopo non sarà solo quello di curare il bambino in<br />
assenza della madre, di offrirgli un ambiente confortevole, di farlo vivere<br />
con coetanei ma, di favorire un legame valido e strutturante tra genitore<br />
e fi glio. La terminologia ancora spesso in uso ha per lungo tempo<br />
mantenuto una presunta e non giustifi cata separazione tra i diversi<br />
momenti della giornata di un bambino al nido indicando con il termine<br />
attività tutte le situazioni di gioco o di proposte dell’adulto, e, con il<br />
termine routine tutte quelle situazioni (cambio, pasto) che ripetendosi<br />
sempre simili scandiscono regolarmente la giornata del bambino.<br />
Ma è proprio vero che esiste questa distinzione?<br />
Forse è davvero diffi cile e rischioso defi nire cosa è attività e soprattutto<br />
cosa non lo è per un bambino piccolo. Le più importanti attività spesso<br />
sono proprio le cosiddette routine, poiché costituiscono momenti ed<br />
esperienze particolarmente pregnanti e signifi cative per il bambino, per<br />
il coinvolgimento massiccio, per l’intensità di sensazioni e sentimenti<br />
che attivano, per l’intensità e l’empatia di rapporto con l’adulto, per<br />
l’importanza che rivestono rispetto al suo benessere fi sico e quindi<br />
psicologico, per l’importanza che queste esperienze hanno nella<br />
costruzione, identifi cazione di sé.<br />
Pensiamo a quelle situazioni della sua quotidianità quali cambio, sonno<br />
ma anche la separazione e il ricongiungimento con il genitore dove<br />
il bambino “costruisce” attivamente se stesso ed in cui è ampiamente<br />
coinvolto sul piano cognitivo oltre che affettivo e <strong>sociale</strong>.<br />
Pensando alle “attività” come a momenti che offrono esperienze adatte<br />
ad aprire processi di conoscenza e alle routine come a momenti che le<br />
consolidano. Ricostruire questa “ UNICITA’ ” signifi ca dare integrità e<br />
completezza agli interventi degli educatori, superando le ABITUDINI.<br />
Ritengo che l’educatore debba riconoscere e ritrovare concretamente<br />
una continuità di intervento nelle diverse situazioni, riconoscere il”<br />
lavoro” del bambino al nido, il proprio lavoro e il ruolo di adulto che<br />
consente, favorisce, accetta, risponde, rinforza, struttura le modalità di<br />
intervento. Favorire l’instaurarsi di piccole” abitudini “è un delicato e, a<br />
volte, vorrei dire raffi nato compito affi dato agli operatori del nido.<br />
Quello che deve rimanere immutato nel succedersi dei momenti vissuti<br />
al nido è la consapevolezza del contesto complessivo di una giornata ,<br />
in modo coerente con i pensieri dell’educatore.<br />
Il compito principale dell’educatore rimane in ogni momento quello di<br />
osservare, analizzare e valutare le potenzialità delle singole situazioni<br />
il relazione ai bisogni dei singoli bambini, del gruppo e dei genitori per<br />
individuare interventi conseguenti.”<br />
Roberta Passoni, educatrice e coordinatrice asilo nido Via<br />
Parma 10<br />
80
i Servizi<br />
2.3 Prima infanzia<br />
L’istituzione delle microstrutture cambia lo scenario dei servizi alla prima infanzia sul territorio<br />
cittadino e cerca di dare risposta ad alcune problematicità che erano state individuate dal<br />
Piano Sociale per la Qualità della Vita 2004-<strong>2006</strong>:<br />
1. l’insuffi ciente capacità ricettiva nelle strutture riservate a bambini dai 0 ai 3 anni rispetto al<br />
fabbisogno e alla dislocazione non omogenea dei servizi sul territorio;<br />
2. la non ancora del tutto soddisfacente fl essibilità nella risposta dei servizi esistenti e predisposizione<br />
di nuove forme di intervento.<br />
Le microstrutture, che sono gestite da cooperative sociali, contribuiranno ora a dare risposta<br />
a queste problematicità, ma il loro ingresso nel panorama dei servizi alla prima infanzia rende<br />
necessaria la costruzione di un sistema integrato di servizi per poter offrire alle famiglie<br />
la possibilità di scelta nell’ambito di un sistema effi ciente. Se l’idea di predisporre un’unica<br />
graduatoria di accesso agli asili nido dell’ASSB e alle microstrutture è stata abbandonata, sta<br />
invece proseguendo il confronto tecnico-politico sulla concertazione dei criteri di accesso.<br />
Attraverso la costituzione di un gruppo permanente sulla qualità (composta da rappresentanti<br />
dell’ASSB e delle cooperative che gestiscono le microstrutture), verrà realizzato un<br />
piano di comunicazione per consentire una scelta consapevole da parte delle famiglie e verranno<br />
programmate azioni di monitoraggio e di valutazione della qualità del servizio erogato,<br />
al fi ne di poter esercitare la funzione di controllo e di valutazione è attribuita all’ente pubblico<br />
in un’ottica di tutela dell’utenza del servizio.<br />
Sul territorio cittadino, oltre agli asili nido pubblici, alle microstrutture ed al servizio Tagesmutter<br />
esistono 2 asili nell’ambito delle imprese locali gestiti dal privato <strong>sociale</strong> (cd. Asili<br />
aziendali). La differenza rispetto alle altre tipologie consiste sia nel fi nanziamento del servizio<br />
che in parte è coperto dalla stessa impresa, sia nel fatto che i posti sono riservati ai fi gli dei<br />
dipendenti della medesima impresa. Il Comune e l’ASSB non svolgono, attualmente, alcun<br />
ruolo nella gestione e/o fi nanziamento di tali servizi.<br />
2.3<br />
“Il passaggio della responsabilità, o meglio regia, di tutto il settore sia<br />
pubblico sia privato all’ASSB eccetto il servizio Tagesmutter ancora<br />
in capo alla Provincia, per i genitori signifi cherà innanzitutto maggior<br />
chiarezza rispetto alle diverse tipologie di offerta di servizi alla prima<br />
infanzia. Sarà cura, infatti, dell’ASSB coordinare la realizzazione di un<br />
piano di comunicazione che dovrà indicare in modo preciso cosa e come<br />
vengono offerti i diversi servizi in termini di orari, spazi, tariffe e progetto<br />
pedagogico. Aumenterà quindi la possibilità di scelta da parte dei genitori,<br />
sempre compatibilmente con la disponibilità dei posti che verrà però<br />
gestita attraverso criteri d’accesso che si baseranno sul reale bisogno<br />
delle famiglie; verrà cioè esplorata la situazione familiare, lavorativa e<br />
<strong>sociale</strong> della famiglia per consentire equità nell’accesso ai servizi alla<br />
prima infanzia. In un’ottica di tutela dell’utenza, e quindi dei bambini e<br />
dei loro genitori, verranno inoltre messe in atto azioni di monitoraggio e<br />
di valutazione della qualità del servizio erogato in esecuzione a quanto<br />
indicato dal Piano <strong>sociale</strong> qualità della vita e dal Piano di settore prima<br />
infanzia; ciò avverrà contemporaneamente alla costituzione di un gruppo<br />
di lavoro permanente sulla qualità composto da rappresentanze sia<br />
del pubblico sia del privato. Un tale “laboratorio” permanente avrà di<br />
certo una più che positiva ricaduta sui bambini e le loro famiglie poiché<br />
“<br />
Che cosa significherà<br />
concretamente per i genitori<br />
il passaggio delle<br />
microstrutture sotto la<br />
responsabilità dell’ASSB?<br />
”<br />
Prima infanzia<br />
81
attraverso lo scambio e il confronto tra realtà differenti si potrà realizzare,<br />
in un momento storico dove i genitori chiedono sempre più “appoggio<br />
educativo” ai servizi, l’ambito progetto di far sì che le strutture per la<br />
prima infanzia diventino oltre che luoghi educativi e sociali anche spazi<br />
culturali in cui i diversi attori possano costantemente confrontarsi su un<br />
tema così importante e delicato.”<br />
Licia Manzardo, direttrice Ufficio Servizi alla Famiglia<br />
Asili nido<br />
Nel corso dell’anno <strong>2006</strong> gli asili nido gestiti dall’ASSB sono stati 8, per una disponibilità<br />
complessiva di 377 posti.<br />
Il numero dei bambini ammessi al 31.12.<strong>2006</strong> era 375, mentre quello dei bambini iscritti era<br />
377 in quanto due bambini si sono dimessi durante le vacanze natalizie. L’indice di saturazione<br />
delle strutture (rapporto iscritti / capacità ricettiva) è sempre del 100%. Durante l’anno<br />
la percentuale di copertura ha superato quella dello scorso anno e da 70,9% è passata al<br />
74,3% . Questo dato però non è sempre signifi cativo perché varia a seconda delle assenze<br />
per malattia, molto frequenti tra i bambini.<br />
Fig. 36 - Capacità ricettiva degli asili nido e presenza media - <strong>2006</strong><br />
Giorni di<br />
apertura<br />
Capacità<br />
ricettiva<br />
N.<br />
presenze<br />
% di<br />
copertura<br />
Presenza<br />
media<br />
Bambini<br />
al 31.12.06<br />
Via C. Augusta 215 19 3.117 76,3% 14,50 19<br />
Via Gaismair 215 16 2.757 80,1% 12,82 15<br />
Via Genova 217 38 6.364 77,2% 29,33 38<br />
Via Milano 215 136 21.492 73,5% 99,96 135<br />
Vicolo San Giovanni 217 28 4.280 70,4% 19,72 28<br />
Via Parma 217 44 6.896 72,2% 31,78 44<br />
Viale Venezia 217 76 12.393 75,1% 57,11 76<br />
Vicolo Lageder 217 20 3.263 75,2% 15,04 20<br />
1.730 377 60.562 74,3% 280,26 375<br />
Al 31.12.<strong>2006</strong> la graduatoria, unica per tutti gli asili nido dell’ASSB, aveva una lista di attesa<br />
di 233 domande contro le 247 domande dell’anno precedente.<br />
Rispetto allo scorso anno è aumentato notevolmente il numero dei bambini (205) rispetto a<br />
quello delle bambine (170), mentre la fascia di età prevalente rimane sempre quella dei 2–3<br />
anni.<br />
82
i Servizi<br />
2.3 Prima infanzia<br />
Tutte le strutture offrono analoghi standard di qualità inerenti gli ambiti abitativo, organizzativo,<br />
professionale e pedagogico – educativo.<br />
Negli asili aziendali è particolarmente curato il periodo dell’inserimento del bambino in asilo,<br />
periodo che varia nella durata a seconda della sensibilità del bambino e che richiede da parte<br />
delle educatrici una capacità relazionale e di osservazione estrema. Soprattutto in questo<br />
periodo il rapporto con le famiglie è basato sullo scambio reciproco delle informazioni e<br />
almeno due volte all’anno vengono organizzate riunioni con i genitori per tenerli aggiornati<br />
sull’andamento delle attività. Le operatrici sono sempre disponibili per colloqui individuali,<br />
avvalendosi, se necessario del supporto di esperti di riferimento. Sono previsti organismi di<br />
partecipazione, quali sono l’assemblea delle famiglie ed il comitato di gestione, che permettono<br />
di condividere obiettivi e metodi operativi del servizio con i vari portatori di interesse.<br />
Tutta l’attività dei nidi si basa su un progetto pedagogico – educativo, elaborato con il supporto<br />
di una pedagogista , che contiene:<br />
• le modalità per l’inserimento dei bambini in asilo;<br />
• i contenuti delle attività all’interno dell’asilo;<br />
• i contenuti e le modalità degli incontri con le famiglie;<br />
• le modalità degli incontri per l’integrazione tra asilo e scuola dell’infanzia o altri servizi sul<br />
territorio.<br />
Una volta all’anno viene rilevata la soddisfazione degli utenti e quella del personale, ed ogni<br />
anno, al fi ne di far conoscere il servizio ed integrarlo con le altre realtà del territorio, viene<br />
organizzata la “Giornata delle porte aperte”.<br />
2.3<br />
Relativamente all’anno educativo 2005-<strong>2006</strong> la valutazione dei genitori ha mostrato un grado<br />
di soddisfazione complessivo rispetto al nido frequentato dal proprio fi glio ancora più elevato<br />
rispetto all’anno precedente e cioè pari a 9 per chi usufruisce dell’orario normale e 8,8 per<br />
il tempo prolungato (su una scala che varia da 1 = per nulla soddisfatto a 10 = molto soddisfatto).<br />
Dai dati emerge che la famiglia-tipo che usufruisce del servizio asili nido, o meglio che ha<br />
risposto al questionario, è composta da genitori non più giovanissimi, entrambi lavoratori,<br />
con un alto livello di scolarizzazione.<br />
Diversi sono i suggerimenti e le richieste dei genitori che annualmente vengono presentati o<br />
alle singole strutture oppure direttamente alla direzione del servizio; tra le richieste accolte<br />
nel corso dell’anno <strong>2006</strong>, una è risultata particolarmente rilevante poiché ha reso necessaria<br />
una modifi ca all’attuale regolamento degli asili nido. Si tratta della possibilità di richiedere il<br />
trasferimento da un asilo all’altro del proprio bambino ad anno educativo già avviato: il regolamento<br />
non consentiva infatti questa possibilità mentre ora, grazie appunto all’accoglimento<br />
dell’istanza dei genitori ed alla modifi ca del regolamento da parte della Giunta Comunale, ciò<br />
si è reso possibile. Il testo del nuovo articolo indica infatti che “iI trasferimento fra un asilo<br />
e l’altro sono consentiti, compatibilmente con la disponibilità di posti, oltre che tra un anno<br />
educativo e l’altro anche entro la metà del mese di novembre per gravi motivi. In entrambi i<br />
casi deve essere presentata apposita domanda alla direzione del servizio; la sussistenza o<br />
meno della gravità verrà decisa da apposita commissione formata da 1 membro dell’Uffi cio<br />
Servizi alla famiglia, da 1 genitore utente del servizio facente parte del Comitato di Gestione<br />
e da un funzionario dipendente dell’Amministrazione provinciale”.<br />
Prima infanzia<br />
83
Fig. 37 - Area Prima Infanzia - Costi diretti e fonti di finanziamento - <strong>2006</strong><br />
Area Prima Infanzia <strong>2006</strong><br />
Euro 4.975.607<br />
Servizio Tagesmutter/Tagesfater<br />
fi nanziato in toto dalla provincia<br />
Asili nido<br />
costi diretti di gestione<br />
103.960<br />
4.871.647<br />
Struttura<br />
Capacità<br />
ricettiva<br />
Costo<br />
personale<br />
Beni di<br />
consumo<br />
Prestazioni<br />
di servizi<br />
Beni terzi<br />
altro<br />
Amministrazione<br />
Totale<br />
Via Milano, 136 1.498.197 103.785 201.550 108 77.746 1.881.386<br />
pasti per scuola<br />
materna<br />
-63.709<br />
Via Gaismair 16 138.080 13.554 11.707 77 9.147 172.565<br />
Viale Venezia* 76 914.892 45.174 105.030 81 43.446 1.108.623<br />
Vicolo<br />
Lageder<br />
20 186.847 14.144 30.775 2.971 11.434 246.171<br />
Via Parma 10 44 395.396 26.517 87.140 2 25.153 534.208<br />
Via Claudia<br />
Augusta<br />
19 186.266 15.679 13.964 160 10.862 226.931<br />
Via Genova* 38 282.368 21.349 106.785 - 21.723 432.225<br />
Vicolo<br />
S. Giovanni<br />
28 252.215 7.236 55.948 1.841 16.007 333.247<br />
Totale 377 3.854.261 247.438 612.899 5.240 215.518 4.871.647<br />
* n.1 ass. all’handicap a disposizione per n.1 utente diversamente abile<br />
Euro 215.518, tale importo è determinato dal 75% del costo dell’Uffi cio Servizi alla Famiglia (la<br />
rimanente quota di euro 71.840 è a carico del fondo <strong>sociale</strong>/materia delegata)<br />
Asili Nido<br />
fonti di fi nanziamento 4.975.607<br />
42%<br />
Compartecipazioni utenti<br />
Euro 609.590 - 12%<br />
45%<br />
Comune<br />
Euro 2.073.838 - 42%<br />
Provincia<br />
Euro 2.222.910 - 45%<br />
12%<br />
Altro (rimanenze fi nali, pasti, caparre)<br />
Euro 69.269 - 1%<br />
1%<br />
84
Minori 2.4<br />
L’obiettivo principale dei servizi sociali rivolti ai minori è di tutelare il minore da varie forme di<br />
disagio e di contribuire al miglioramento della sua qualità di vita. Le diverse fi gure professionali<br />
impegnate nei servizi rivolti ai minori si occupano prevalentemente del sostegno dell’infanzia,<br />
dell’adolescenza e della genitorialità, predisponendo e attuando interventi che garantiscano la<br />
promozione e la tutela dei diritti dei minori, nonché azioni mirate a prevenire il disagio minorile.<br />
Nell’ ambito dei servizi rivolti ai minori, nel corso del <strong>2006</strong>, un gruppo tecnico di operatori<br />
e funzionari impegnati nel settore ha elaborato un documento di pianifi cazione strategica<br />
denominato Piano di Settore Minori. Il Piano ha favorito l’analisi della situazione delle<br />
famiglie e dei minori che vengono presi in carico dal servizio sociopedagogico dei distretti<br />
sociali, ha ripercorso gli interventi sociali messi in atto negli ultimi anni e ha individuato gli<br />
interventi ritenuti più idonei e opportuni da attuare nei prossimi anni. Il Piano è stato condiviso<br />
con le istituzioni e le realtà territoriali più signifi cative; le osservazioni e le proposte<br />
avanzate sono state preziose ed indispensabili per riuscire ad elaborare un documento il<br />
più completo ed esaustivo possibile. Il tutto nel rispetto dei principi e delle linee guida dei<br />
documenti programmatici comunali e provinciali. In occasione dell’elaborazione del Piano<br />
sono state effettuate profonde rifl essioni inerenti i servizi per i minori e ciò ha permesso di<br />
introdurre altre forme di intervento complementari a quelle fi nora adottate e innovative per la<br />
città di Bolzano. Il Piano individua, a diversi livelli, gli interventi necessari da mettere in atto<br />
per affrontare le diverse problematiche sociali dei minori della città.<br />
2.4<br />
Servizio sociopedagogico<br />
Durante l’anno <strong>2006</strong> i minori in carico all’area sociopedagogica dei distretti sociali della città<br />
sono stati 1434, pari all’8,8% della popolazione di età inferiore ai 18 anni (16.209) ed al 1,4 %<br />
della popolazione in generale (99.883).<br />
Fig. 38 - Minori in carico ai servizi sociopedagogici distrettuali - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S.Quirino<br />
Totale<br />
minori 375 499 152 207 201 1434<br />
di cui cittadini<br />
extracomunitari<br />
di cui nomadi<br />
(Sinti e Rom)<br />
minori stranieri<br />
non acc.<br />
105 185 78 91 123 582<br />
52 95 12 16 - 175<br />
1 74 - - - 75<br />
profughi - 24 - - - 24<br />
Minori<br />
autoctoni 217 121 62 100 78 578<br />
85
Nel complesso anche quest’anno il numero dei minori è aumentato: rispetto al 2005, infatti,<br />
l’incremento dei casi è stato del 6,8% e rispetto all’anno 2003 del 45,3%.<br />
E’ mutata notevolmente rispetto all’anno scorso la distribuzione dei minori sui distretti della<br />
città: con l’attivazione del Servizio Integrazione Sociale (SIS) presso il distretto Centro Piani<br />
Rencio sono state trasferite le competenze, a livello sovradistrettuale, a tale distretto con<br />
riguardo ai villaggi nomadi Sinti e Rom, ai minori stranieri non accompagnati (M.I.S.N.A.) e<br />
ai profughi. Ciò ha comportato uno spostamento dei minori appartenenti a questi gruppi al<br />
Distretto Centro Piani Rencio ed una contestuale riduzione dei casi in carico ai distretti Don<br />
Bosco e Oltrisarco – Aslago.<br />
Fig. 39 - Distribuzione dei minori per quartiere - <strong>2006</strong><br />
11%<br />
14%<br />
14%<br />
26%<br />
26% Don Bosco<br />
35% Centro - Piani - Rencio<br />
11% Oltrisarco - Aslago<br />
14% Europa - Novacella<br />
14% Gries - S.Quirino<br />
35%<br />
Il distretto con il maggior numero di casi è quindi decisamente quello di Centro Piani Rencio<br />
perché, come già sopra accennato, ha acquisito le competenze di diverse tipologie di minori<br />
a livello sovradistrettuale. Analizzando il numero dei ragazzi abitanti nei quartieri cittadini si<br />
può però osservare come il distretto Don Bosco sia quello che segue il numero maggiore<br />
di minori residenti sul territorio: i ragazzi autoctoni seguiti in questo quartiere sono<br />
circa la metà di tutti i ragazzi autoctoni in carico a livello cittadino.<br />
Osservando la tipologia di minori assistiti, si osserva infatti che dei 1434 minori in carico ai<br />
servizi, 582 sono cittadini extracomunitari, 175 sono di etnia Sinti o Rom, 75 sono<br />
minori stranieri non accompagnati e 24 sono figli di profughi presenti in città. I restanti<br />
578 ragazzi sono minori autoctoni.<br />
Fig. 40 - Tipologia dei minori in carico ai servizi - <strong>2006</strong><br />
40%<br />
41%<br />
41% cittadini extracomunitari<br />
40% autoctoni<br />
2%<br />
12% nomadi (Sinti e Rom)<br />
2% profughi<br />
5% minori stranieri non acc.<br />
12% 5%<br />
86
i Servizi<br />
2.4 Minori<br />
Il grafi co seguente evidenzia l’aumento dei minori seguiti per tipologia. Nel caso dei minori<br />
extracomunitari il numero è quasi duplicato dal 2003 al <strong>2006</strong> ed ha superato il numero<br />
dei minori autoctoni se si considera che anche parte dei minori stranieri non accompagnati<br />
e parte dei nomadi, i Rom, sono cittadini extracomunitari.<br />
Fig. 41 - Incremento dei minori per tipologia 2003 - <strong>2006</strong><br />
MISNA<br />
nomadi<br />
extracomunitari<br />
autoctoni<br />
700<br />
600<br />
500<br />
516<br />
532<br />
608<br />
562<br />
580<br />
606 578<br />
400<br />
300<br />
322<br />
200<br />
100<br />
0<br />
47<br />
102<br />
63<br />
121<br />
68<br />
133<br />
75<br />
175<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
<strong>2006</strong><br />
Negli ultimi anni non vi è stato solamente un costante aumento quantitativo di minori stranieri<br />
presi in carico ma anche le problematiche evidenziate sono cambiate molto: se fi no a<br />
qualche anno fa le famiglie straniere con minori venivano seguite per problematiche economiche<br />
e/o abitative, attualmente le motivazioni prevalenti per la presa in carico sono dovute<br />
alle incapacità educative dei genitori o a gravi problemi dei minori.<br />
Nelle famiglie straniere infatti si sta verifi cando sempre di più una “lontananza” di cultura e<br />
di valori tra genitori e fi gli; molto spesso infatti i genitori si trasferiscono in Italia per motivi di<br />
lavoro lasciando i fi gli nei paesi d’origine ed al momento del ricongiungimento familiare vi è<br />
una mancanza reciproca di conoscenza; dall’altro lato i ragazzi che si inseriscono in diversi<br />
contesti sociali diversi da quelli d’origine apprendono dai propri pari stili di vita e valori che<br />
non vengono sempre compresi dai genitori; in entrambi i casi l’infl uenza del contesto <strong>sociale</strong><br />
scatena attriti e confl itti familiari.<br />
Vi è inoltre da considerare che le famiglie straniere concepiscono “la strada” come un luogo<br />
sicuro (così era nel loro paese d’origine) e molte volte sottovalutano i pericoli che i ragazzi<br />
possono incontrare nel tessere relazioni amicali negative.<br />
2.4<br />
Minori<br />
I servizi hanno investito rilevanti risorse nei progetti di prevenzione a favore delle famiglie<br />
straniere e dei loro fi gli, utilizzando il Fondo Sociale Provinciale – fondo per lo sviluppo e<br />
la realizzazione degli interventi innovativi (ex legge 285/97); progetti sono stati anche condotti<br />
nelle scuole per favorire l’integrazione dei minori stranieri e delle loro famiglie a partire<br />
dal livello scolastico (sportello di consulenza per gli insegnanti e per i familiari, iniziative di<br />
“Sommerschule”). L’adesione è stata buona, ma risulta necessario lavorare ancora molto per<br />
favorire il riavvicinamento culturale tra genitori e fi gli.<br />
Un progetto signifi cativo in tal senso è stato “Integrazione Sociale, Culturale e Linguistica”<br />
che rispetto all’anno 2005, si è sia consolidato che ampliato.<br />
Le azioni programmate come l’Infopoint ed il laboratorio ludico linguistico sono proseguite e<br />
sono state intensifi cate. Accanto a queste azioni ne sono seguite altre come il progetto interculturale<br />
„Se oggi aprissi la porta e mi trovassi a …“ ed il progetto di scuola estiva.<br />
87
Al progetto, nel suo complesso, ha lavorato un gruppo di lavoro multidisciplinare, che si è<br />
riunito periodicamente (1 volta ogni mese o 2 mesi) per pianifi care e valutare le azioni e, contestualmente,<br />
elaborare nuove iniziative.<br />
Gli obiettivi delle nuove attività riguardano principalmente la promozione e la sensibilizzazione<br />
dei bambini stranieri ed autoctoni e delle loro famiglie nell’ambito di un contesto multiculturale<br />
verso cui aprirsi.<br />
Rispetto al target, l’iniziale principale attenzione, rivolta alle prime classi del tempo pieno, si è<br />
estesa all’intero gruppo di scolari delle scuole elementari. Il progetto „Se oggi aprissi la porta<br />
e mi trovassi a …“ è stato proposto anche alle scuole medie.<br />
La disponibilità di un’educatrice ha permesso di rafforzare la presenza del Distretto Sociale in<br />
tutti gli ambiti del progetto. Per la conduzione della scuola estiva è stato inoltre coinvolto un<br />
mediatore dell’Associazione Mosaik, attivo anche nel Distretto Sociale Europa Novacella.<br />
Il progetto di scuola estiva ha avuto una grande risposta, da cui si può desumere che il progetto<br />
ha risposto alle esigenze delle famiglie. Deve essere considerata positivamente anche<br />
la buona collaborazione del gruppo di lavoro multidisciplinare. Il laboratorio linguistico necessita<br />
di un ulteriore sostegno, in quanto i bambini della 1^ e 5^ classe dimostrano differenze<br />
signifi cative rispetto alla conoscenza linguistica e quindi risulta opportuno promuovere una<br />
solida preparazione o formazione del personale docente. Anche il materiale didattico dovrà<br />
essere migliorato nel corso del 2007.<br />
Nel complesso si può affermare che il progetto di “Integrazione Sociale, Culturale e Linguistica”<br />
ha offerto alle famiglie, alla scuola e, non in ultimo, al Distretto Sociale una buona<br />
opportunità per vedere in modo positivo il fenomeno dell’immigrazione e quindi per prevenire<br />
l’insorgere di chiusure e confl itti.<br />
Il costante aumento dei minori seguiti in questi anni è dovuto anche al fatto che a fronte di<br />
un elevato numero di prese in carico vi è un numero nettamente inferiore di dimissioni: i casi<br />
seguiti, infatti, sono sempre più complessi e richiedono tempi lunghi per una loro risoluzione,<br />
perciò la durata media della presa in carico è molto elevata e dipende dal problema<br />
rilevato e dall’età del minore nel momento in cui è stato preso in carico. Le nuove prese in<br />
carico nell’anno <strong>2006</strong> sono state 441 mentre le dimissioni sono state 279.<br />
E’ opportuno segnalare che, sia per le dimissioni del minore a causa di trasferimento in altro<br />
luogo, sia per le nuove prese in carico, sono compresi i minori che si trasferiscono da un<br />
quartiere all’altro all’interno della città di Bolzano. Nell’anno <strong>2006</strong> i casi che sono transitati<br />
da un distretto all’altro sono stati 31, un dato che, visto il consistente numero di minori in<br />
carico ai servizi (1434) è statisticamente irrilevante. Il numero dei minori nuovi presi in carico<br />
è quindi di 410 unità.<br />
Fig. 42 - Dimissioni e prese in carico di minori 2003 - <strong>2006</strong><br />
dimissioni<br />
prese in carico<br />
450<br />
435<br />
441<br />
400<br />
380<br />
350<br />
325<br />
300<br />
282<br />
259<br />
250<br />
279<br />
200<br />
150<br />
154<br />
100<br />
50<br />
0<br />
88<br />
2003 2004 2005<br />
<strong>2006</strong>
i Servizi<br />
2.4 Minori<br />
I motivi della dimissione del caso sono diversi: a parte il raggiungimento della maggiore età,<br />
possiamo osservare, nella tabella successiva, che la maggior parte delle dimissioni sono<br />
dovute a trasferimenti di competenza o di luogo ed interruzione di contatto. Il numero dei<br />
casi risolti è signifi cativo solo se collegato al tipo di problematica che gli utenti presentavano<br />
ed al tipo di intervento messo in atto per la sua soluzione. I casi che sono stati risolti fanno<br />
riferimento a problematiche di tipo economico – abitativo della famiglia, o di relazione con<br />
il contesto familiare. Gli interventi hanno permesso di risolvere le situazioni abitative e/o di<br />
bisogno economico e nei casi di problemi relazionali, di potenziare la capacità educativa<br />
della famiglia fi no all’autonomia o di risolvere situazioni familiari confl ittuali tra i coniugi con<br />
ripercussioni sui minori.<br />
L’interruzione del contatto tra assistente <strong>sociale</strong> e minore è comunque ancora un dato signifi<br />
cativo.<br />
Con il nuovo sistema informativo dell’area sociopedagogica, attualmente in fase sperimentale,<br />
già dal prossimo anno si potranno mettere in relazione questi dati.<br />
Fig. 43 - Minori per motivo di dimissione - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S.Quirino<br />
Totale<br />
Raggiungimento<br />
della maggiore<br />
età<br />
9 6 - 1 6 22<br />
2.4<br />
Decesso - - - - - 0<br />
Risoluzione del<br />
caso<br />
Trasferimento<br />
minore in altro<br />
luogo<br />
Interruzione del<br />
contatto<br />
7 18 7 10 19 61<br />
2 23 4 - 7 36<br />
39 22 7 4 4 76<br />
Competenza<br />
passata ad<br />
altro servizio<br />
<strong>sociale</strong><br />
29 35 8 5 5 82<br />
Altro 2 - - - - 2<br />
Minori<br />
Totale minori<br />
assistiti<br />
88 104 26 20 41 279<br />
89
La complessità della gestione dei casi dipende soprattutto dalle problematiche che il minore<br />
e la sua famiglia vivono, per questo è importante analizzare i motivi prevalenti per cui il minore<br />
viene preso in carico.<br />
I motivi della presa in carico sono diversi e spesso in un contesto familiare sono presenti più<br />
problematiche contemporaneamente. I problemi prevalenti rilevati statisticamente sono di<br />
tipo economico della famiglia (35%); tale diffi coltà è quella che sempre più avvicina le famiglie<br />
ai servizi, ma in realtà, poi si scopre che nasconde altre problematiche familiari inespresse o<br />
potenziali, quali ad esempio l’incapacità o la diffi coltà di educazione dei fi gli e dell’organizzazione<br />
familiare (19%), o gravi problemi di uno o entrambi i genitori (12%). Altre problematiche<br />
incidono per valori al di sotto del 10%.<br />
Si precisa che, in generale, per presa in carico si intende l’assunzione di un caso relativo a<br />
persone o famiglie che necessitano di essere sostenute e tutelate. Il motivo prevalente della<br />
presa in carico è spesso il primo motivo per il quale la persona e/o la famiglia si presenta al<br />
servizio oppure il motivo per cui il caso viene segnalato da altri enti (es. la scuola). In alcuni<br />
casi, dopo una consulenza al distretto, la persona o la famiglia viene inviata ad altri servizi in<br />
grado di offrire la risposta più adeguata (ad. esempio servizio di assistenza economica o di<br />
aiuto domiciliare). Dall’analisi della situazione familiare spesso però l’assistente <strong>sociale</strong> individua<br />
ulteriori forme di disagio che si ripercuotono sui minori. A questo punto diventa necessario<br />
un intervento specifi co dell’assistente <strong>sociale</strong> con un progetto più ampio che affronti le<br />
varie problematiche. Nella tabella che segue viene pertanto indicato il motivo prevalente<br />
della<br />
presa in carico dei minori da parte dei servizi sociopedagogici distrettuali, ma la maggior<br />
parte delle situazioni sono di tipo multiproblematico.<br />
Fig. 44 - Minori per motivo prevalente di presa in carico - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S.Quirino<br />
Totale<br />
Problemi economici<br />
della famiglia d’origine<br />
Problemi abitativi della<br />
famiglia d’origine<br />
Problemi scolastici del<br />
minore<br />
Gravi problemi di uno o<br />
entrambi i genitori<br />
Gravi problemi<br />
psicologici/<br />
comportamentali<br />
Incapacità/diffi coltà<br />
educativa del genitore<br />
103 123 44 115 113 498<br />
5 79 19 8 15 126<br />
33 36 23 7 20 119<br />
46 67 15 16 23 167<br />
25 41<br />
15 16 9 106<br />
137 67 32 27 11 274<br />
Violenza 20 9 3 6 9 47<br />
Abuso 4 - 1 4 1 10<br />
Altro motivo 2 77 - 8 - 87<br />
Totale minori<br />
assistiti<br />
375 499 152 207 201 1.434<br />
90
i Servizi<br />
2.4 Minori<br />
I dati rilevano che le famiglie che vengono seguite dai distretti sono famiglie fragili, povere<br />
soprattutto dal punto di vista culturale e <strong>sociale</strong>, incapaci di svolgere adeguatamente la<br />
funzione educativa nei confronti dei propri fi gli, ma sono soprattutto famiglie con diverse<br />
problematiche da affrontare. Anche le famiglie che si rivolgono al distretto per problemi<br />
economici e che costituiscono il 35% del totale quasi sempre presentano poi problematiche<br />
sociali e familiari; l’intervento dei servizi non si limita quindi all’erogazione di<br />
un aiuto economico ma anche di sostegno sociopedagogico.<br />
Per la complessità e la diversità della materia rimane quindi diffi cile stabilire quando un caso<br />
è più o meno grave di un altro.<br />
Rispetto allo scorso anno sono aumentati i casi di abuso e violenza; tali situazioni sono da<br />
contestualizzare nell’ambito di situazioni di vita multiproblematiche molto gravi.<br />
“Le famiglie multiproblematiche sono famiglie che rilevano una fragilità<br />
ed una povertà su più fronti: economica, <strong>sociale</strong> e culturale.<br />
Sono famiglie nelle quali i genitori sono incapaci di svolgere<br />
adeguatamente il ruolo educativo e dove le loro diffi coltà si ripercuotono<br />
in maniera determinante sui fi gli, sia a livello relazionale sia a livello<br />
comportamentale.<br />
I minori che vivono in famiglie multiproblematiche subiscono<br />
diverse situazioni di disagio, che vanno dalla assenza di stimoli alla<br />
trascuratezza, alla violenza fi sica e psichica.<br />
Sempre di più giungono ai servizi sociali segnalazioni da parte della<br />
scuola di bambini che arrivano in ritardo a scuola, che non hanno il<br />
materiale scolastico necessario, che non sono vestiti adeguatamente<br />
alle stagioni o che addirittura rimangono assenti da scuola per lunghi<br />
periodi senza una giustifi cazione.<br />
Il problema principale di queste famiglie è la mancanza di consapevolezza<br />
da parte dei genitori della loro situazione famigliare e delle loro diffi coltà;<br />
ciò rende molto diffi cile l’azione di aiuto e di supporto da parte di<br />
servizi, che molte volte devono rivolgersi alle autorità giudiziarie per<br />
poter attuare degli interventi nei confronti dei minori, mettendo però a<br />
repentaglio la relazione positiva e di collaborazione con i genitori.”<br />
Fabiola Petilli - responsabile ASSB per il settore minori e<br />
direttrice del distretto <strong>sociale</strong> Don Bosco.<br />
“<br />
Cosa significa essere una<br />
famiglia multiproblematica?<br />
Quali sono le ricadute<br />
sui figli? Quali sono le<br />
principali difficoltà che<br />
incontrano le famiglie<br />
problematiche?<br />
”<br />
2.4<br />
Minori<br />
A volte queste situazioni cagionano provvedimenti da parte del Tribunale per i minorenni<br />
a seguito di indagini sociali richieste dalla Procura presso il Tribunale stesso. I rapporti<br />
e la collaborazione tra autorità giudiziaria e distretti sociali sono un aspetto molto rilevante<br />
nella attività lavorativa delle assistenti sociali che si occupano di minori, sia per la delicatezza<br />
delle varie situazioni e per le responsabilità che ne derivano per i servizi sociali, sia per<br />
l’elevato numero di minori presi in carico e interessati da provvedimenti del Tribunale per i<br />
Minorenni.<br />
Nella città di Bolzano infatti sono numerosi i ragazzi che sono stati interessati da provvedimenti<br />
da parte delle autorità giudiziarie ed il numero è in continuo aumento: rispetto ai<br />
217 casi del 2005, nel <strong>2006</strong> si sono registrati infatti 292 casi con un aumento pari<br />
al 34,6 %.<br />
Si precisa che i provvedimenti del Tribunale per i minorenni qui indicati non sono provvedi-<br />
91
menti di tipo penale, ma sono provvedimenti che l’autorità giudiziaria preposta ritiene opportuno<br />
emanare al fi ne di tutelare i minori; tali provvedimenti possono contenere indicazioni<br />
e prescrizioni per il servizio <strong>sociale</strong> e per i genitori o provvedimenti da attuare a tutela del<br />
minore.<br />
Nelle tabelle che seguono si evidenzia il numero dei minori interessati da provvedimenti del<br />
Tribunale per i minorenni ed i provvedimenti più signifi cativi che sono stati per loro emanati.<br />
Fig. 45 - Minori interessati da provvedimenti delle autorità giudiziarie - <strong>2006</strong><br />
Minori seguiti dal T.M.<br />
(interessati da decreti<br />
del T.M.) al 31.12.<strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S.Quirino<br />
Totale<br />
123 74 29 42 24 292<br />
Fig. 46 - Provvedimenti emanati dal Tribunale per i Minorenni - <strong>2006</strong><br />
Sospensioni e/o<br />
limitazioni della potestà<br />
genitoriale<br />
Decadenza della<br />
potestà genitoriale<br />
Affi damento ai servizi<br />
sociali<br />
Richiesta di indagine<br />
da parte della Procura<br />
presso il T.M.<br />
Richiesta da parte<br />
del T.O. o del T.M.<br />
di supervisionare<br />
e controllare visite<br />
genitori/fi gli<br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S.Quirino<br />
Totale<br />
14 2 24 12 3 55<br />
6 5 3 2 - 16<br />
72 23 22 9 10 136<br />
33 13 10 15 15 86<br />
9 5 2 12 3 31<br />
Le risposte che i servizi sociali offrono alle famiglie e ai minori utenti dei servizi sono molteplici:<br />
i progetti e gli interventi che vengono messi in atto a sostegno delle famiglie con<br />
minori sono diversi e dipendono molto dalla situazione familiare e <strong>sociale</strong>, dalle diffi coltà<br />
che la famiglia incontra e dalle risorse su cui la stessa può contare per risolvere le proprie<br />
problematiche. L’intervento mira al sostegno dei nuclei familiari, prediligendo gli interventi<br />
che supportano i genitori nel loro ruolo educativo, evitando il più possibile interventi invasivi<br />
che possono portare all’allontanamento dei minori dalla propria famiglia. Ove ciò non sia<br />
possibile, per la tutela del minore, si adottano provvedimenti diversi che spaziano dall’educativa<br />
domiciliare, all’affi damento familiare e per ultimo l’affi damento del minore presso una<br />
struttura socio pedagogica. Le prestazioni e gli interventi erogati a favore dei minori nell’anno<br />
<strong>2006</strong> sono stati i seguenti:<br />
92
i Servizi<br />
2.4 Minori<br />
Fig. 47 - Prestazioni ed interventi erogati a favore di minori - <strong>2006</strong><br />
Interventi assistenziali<br />
sociopedagogici<br />
Supporto a erogazione<br />
di prest. economiche<br />
Sostegno socioeducativo<br />
Affi damenti a famiglie<br />
o strutture<br />
Affi damento fam. a<br />
tempo pieno<br />
Affi damento fam. a<br />
tempo parziale<br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S.Quirino<br />
Totale<br />
259 323 144 136 155 1.017<br />
149 214 123 72 77 635<br />
24 3 3 - 4 34<br />
17 16 10 - 8 51<br />
Affi damento ai nonni 6 5 3 - 7 21<br />
Ricovero in struttura a<br />
tempo pieno<br />
Ricovero in struttura a<br />
tempo parziale<br />
Ricovero in residenze<br />
assistite<br />
Adozioni<br />
relazione psico-sociofamiliare<br />
sugli aspiranti<br />
genitori adottivi<br />
Coppie seguite nella<br />
post adozione<br />
27 75 7 - 4 113<br />
20 12 3 - 4 39<br />
9 15 - - 3 27<br />
- 8 - - - 8<br />
- 4 - - 1 5<br />
2.4<br />
Totale Prestazioni 511 675 293 208 263 1.950<br />
Minori<br />
93
Integrazione <strong>sociale</strong> di minori nomadi e stranieri<br />
Oltre ai minori presi in carico con singoli progetti individualizzati, il distretto Centro Piani<br />
Rencio, segue anche molti minori appartenenti a gruppi particolari di utenti, con progetti<br />
generalizzati e presidiati da apposite equipes di specialisti, che seguono contestualmente i<br />
rispettivi nuclei familiari. Questi minori sono coloro che vivono presso i villaggi Sinti e Rom,<br />
i minori appartenenti a famiglie di profughi, di famiglie extracomunitarie senza dimora ecc.<br />
Costoro non sono tutti in carico all’area sociopedagogica con progetti individualizzati, ma<br />
sono seguiti dal Servizio Integrazione Sociale (S.I.S.) in quanto, assieme alle loro famiglie<br />
necessitano di sostegno a livello educativo e di integrazione <strong>sociale</strong>, di sostegno scolastico,<br />
di adeguate sistemazioni abitative ecc. Nell’anno <strong>2006</strong> sono stati attivati diversi progetti per<br />
questi gruppi specifi ci di minori e per il loro sviluppo e per la loro progettazione sono state<br />
coinvolte anche risorse territoriali diverse, quali associazioni, istituzioni ecc. In particolare:<br />
• è stata incrementata la collaborazione con le istituzioni scolastiche per migliorare il livello<br />
di integrazione dei minori stranieri;<br />
• è stata incrementata la collaborazione con le realtà giovanili del quartiere per la realizzazione<br />
di progetti di prevenzione;<br />
• è stato attivato un servizio di doposcuola direttamente nei villaggi;<br />
• vengono organizzate attività di animazione.<br />
Oltre a questi gruppi il S.I.S. segue anche i Minori Stranieri non Accompagnati (M.S.N.A.)<br />
ovvero i minori che si trovano in Italia privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori<br />
o di altri adulti legalmente responsabili, in base alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano.<br />
Per questi ragazzi sul territorio cittadino è presente un Centro di prima accoglienza che<br />
ha una capacità ricettiva di 12 posti ed è volto a sopperire a situazioni di emergenza caratterizzate<br />
da un bisogno di mantenimento e protezione nei confronti dei minori. Durante l’anno<br />
<strong>2006</strong> i ragazzi presenti al centro sono stati 37, a fronte dei 60 che hanno fatto richiesta di accoglienza:<br />
23 ragazzi quindi non sono stati accolti per mancanza di posto. I ragazzi che non<br />
sono stati accolti hanno seguito i seguenti percorsi: uno è rientrato in famiglia, alcuni sono<br />
fuggiti, alcuni sono stati accolti da parenti o conoscenti o in comunità, due sono stati accolti<br />
presso Casa Forni per la richiesta di asilo. L’età media dei minori accolti rimane invariata<br />
rispetto agli anni passati, anche se si ipotizzava che si potesse abbassare, visti i parametri<br />
della vigente normativa. Un tema delicato riguarda chi si rivolge ai servizi quando ha 17 anni,<br />
troppo tardi per rientrare nei parametri per l’ottenimento di un permesso di soggiorno, una<br />
volta raggiunta la maggiore età. Questi ragazzi non possono che essere indirizzati verso il<br />
rimpatrio, proposta che rifi utano sempre, pur consapevoli che la loro posizione legislativa al<br />
compimento del diciottesimo anno di età sarà di “irregolari”. Con loro, quindi, è diffi cile elaborare<br />
dei progetti; nel <strong>2006</strong> questa situazione ha riguardato 13 ragazzi.<br />
Per ogni ragazzo che arriva in età utile, viene elaborato un progetto personalizzato che comprende<br />
in primo luogo un inserimento scolastico – lavorativo. Oltre all’inserimento presso<br />
il corso di alfabetizzazione ed orientamento sul territorio, gestito dall’Associazione Donne<br />
– Nissà in convenzione con l’ASSB, i ragazzi presenti al centro vengono inseriti presso altre<br />
agenzie formative, in modo da poter avere un’intensiva formazione sulla lingua italiano e/o<br />
tedesca e di favorire una rete amicale relazionale.<br />
La valutazione dei bisogni educativi dei ragazzi stranieri che giungono in Italia da soli è estremamente<br />
complessa, perché gli operatori devono prendere in considerazione vari fattori,<br />
quali, l’età adolescenziale, la diversità culturale e il percorso di immigrazione, la mancanza<br />
dell’accompagnamento dei genitori. Per i ragazzi sono state inoltre proposte una serie di<br />
iniziative ed attività ludico/ricreative come gite, tornei di calcio, pallavolo, corsi di ballo, ar-<br />
94
i Servizi<br />
2.4 Minori<br />
rampicate sportive ecc. in collaborazione con altri enti ed associazioni e talvolta anche con<br />
la partecipazione dei minori ospiti del Centro Profughi.<br />
Gli obiettivi relativi ai servizi a favore dei minori per i prossimi anni sono contenuti nel nuovo<br />
Piano di Settore. Essi puntano soprattutto ad intensifi care il lavoro di rete e la collaborazione<br />
tra i vari enti sul territorio: la scuola, le autorità giudiziarie, la sanità, i centri giovanili, strutture<br />
sociopedagogiche ecc. anche per la segnalazione e la presa in carico precoce dei minori e<br />
delle loro famiglie che si trovano in situazioni di disagio <strong>sociale</strong>. Numerose sono le iniziative<br />
programmate per il sostegno delle famiglie in diffi coltà nello svolgere le funzioni educative e<br />
genitoriali e nell’organizzazione della vita familiare. Non mancano misure di prevenzione delle<br />
forme di disagio che si manifestano con gravi problemi comportamentali degli adolescenti.<br />
Il reperimento delle famiglie affi datarie è stato ed è tuttora un grande problema, perciò sono<br />
previste azioni di sensibilizzazione e contestuale supporto alle famiglie nel diffi cile compito<br />
educativo assegnato.<br />
“Il numero crescente di alunni in diffi coltà, non solo sul piano strettamente<br />
cognitivo, ha reso indispensabili, da parte della scuola, interventi<br />
che facciano del gruppo classe un adeguato ambiente d’apprendimento<br />
e di crescita per tutti.<br />
Nel corso degli ultimi anni, all’interno del suo orario, ogni insegnante<br />
dispone di due ore di compresenza, è cioè in classe assieme ad una<br />
collega per poter essere d’aiuto agli alunni che lo necessitano, affi nché<br />
non rimangano indietro con il programma. Una seconda modalità d’intervento<br />
riguarda l’elasticità degli orari delle prime e seconde classi,<br />
che si organizzano ognuna in base alle necessità dei loro alunni che<br />
hanno la possibilità di approfondire meglio materie in cui sono deboli.<br />
Un ulteriore intervento è stato quello di organizzare laboratori per classi<br />
parallele, intesi come occasioni formative per alunni provenienti da<br />
classi diverse.<br />
La collaborazione con il Distretto <strong>sociale</strong> Don Bosco ha consentito di<br />
effettuare interventi mirati al recupero delle diffi coltà socio-cognitive,<br />
soprattutto in merito al coinvolgimento delle famiglie e per le attività di<br />
recupero in ambito extra scolastico. Non si può che esprimere una valutazione<br />
positiva, con l’auspicio che questo rapporto possa proseguire<br />
ed intensifi carsi aumentando la collaborazione per ambiti specifi ci, ad<br />
esempio rispetto agli alunni stranieri.”<br />
Nicoletta Minnei, insegnante della scuola elementare “S. Giovanni<br />
Bosco” e referente per il protocollo di intesa con il distretto<br />
Don Bosco.<br />
“<br />
Cosa può fare la scuola<br />
quando incontra alunni<br />
che manifestano segni<br />
di disagio? In che modo<br />
il compito della scuola<br />
è migliorato grazie alla<br />
collaborazione con il distretto?<br />
”<br />
2.4<br />
Minori<br />
Il Piano infi ne si pone anche obiettivi di tipo strumentale ed organizzativo come ad esempio<br />
l’individuazione di strumenti in grado di migliorare la programmazione e la progettazione<br />
degli interventi a favore dei minori, tra cui un adeguato sistema informativo oltre che strumenti<br />
che permettano ai servizi di monitorare l’andamento ed i risultati dei vari interventi che<br />
verranno attuati.<br />
95
Educativa domiciliare<br />
“<br />
Qual è il punto di forza<br />
dell’educativa domiciliare?<br />
Cosa si può migliorare?<br />
”<br />
Quale forma alternativa all’allontanamento del minore dalla famiglia, il Piano del Settore dell’area<br />
minori individua lo strumento dell’educativa domiciliare, introdotto nel giugno del<br />
<strong>2006</strong> a livello sperimentale, con lo scopo di sostenere i genitori che evidenziano situazioni<br />
multiproblematiche (diffi coltà educative, diffi coltà nella gestione della vita quotidiana). L’educativa<br />
domiciliare è uno strumento di intervento <strong>sociale</strong>, di tutela nei confronti del minore<br />
impegnato nel processo di crescita e di sviluppo. L’intervento si svolge per la maggior parte<br />
del tempo presso il domicilio del minore dove vengono attivate iniziative di sostegno alle<br />
funzioni educative e genitoriali, dell’organizzazione della vita familiare, della prevenzione di<br />
situazioni di disagio psicopatologico, ecc. Scopo primario dell’educativa domiciliare è quello<br />
di prevenire situazioni di disagio minorile, sostenendo la famiglia in diffi coltà, rinforzando<br />
le capacità educative e genitoriali, migliorando le relazioni all’interno del nucleo famigliare;<br />
tutto ciò al fi ne di garantire al minore il suo diritto di essere educato e cresciuto nel proprio<br />
contesto d’origine.<br />
I risultati della sperimentazione su 20 famiglie (4 per distretto) non sono ancora completamente<br />
visibili. Le problematiche complesse dei nuclei hanno portato ad un lungo periodo<br />
di avvicinamento prima di entrare in una operatività concreta; l’intervento infatti diventa<br />
effi cace quando l’educatore domiciliare riesce ad instaurare un rapporto signifi cativo con<br />
tutti i membri della famiglia. Durante i primi sei mesi di attività il servizio ha molto investito su<br />
quest’ultimo aspetto ed i primi risultati positivi si sono evidenziati solamente nei primi mesi<br />
dell’anno 2007.<br />
“Il punto di forza dell’educativa domiciliare consiste nel fatto che essa<br />
ha come obiettivo quello di evitare l’istituzionalizzazione, favorendo o<br />
supportando la permanenza in famiglia o nel contesto ambientale dei<br />
minori (in modo particolare). Altro punto di forza consiste nel fatto che<br />
l’intervento è centrato sulla famiglia e non soltanto su singoli componenti;<br />
il sintomo di disagio <strong>sociale</strong> in famiglia infatti, deriva spesso da schemi<br />
relazionali malati sui quali è fondamentale lavorare per risolvere la<br />
problematicità. L’educatore viene quindi a trovarsi a diretto contatto<br />
con sistemi in delicato equilibrio, spesso contraddistinti da modelli<br />
di interazione rigidi; l’intervento può favorire la responsabilizzazione<br />
genitoriale, può rafforzare i legami, facilitare il dispiegarsi di reciproci<br />
sentimenti positivi o negativi.<br />
Questo punto di vista privilegiato effettuato dall’educatore a domicilio,<br />
può aiutare a volte l’assistente <strong>sociale</strong> a completare la valutazione <strong>sociale</strong><br />
e ad attuare un successivo progetto adeguato al caso.<br />
Cosa si potrebbe migliorare: maggiore fl essibilità sul monte ore; in alcuni<br />
casi, soprattutto se nel nucleo vi sono molti minori, 6 ore settimanali<br />
possono risultare insuffi cienti.”<br />
Sonia Polla, assistente <strong>sociale</strong> per l’area minori del distretto<br />
<strong>sociale</strong> Don Bosco.<br />
96
i Servizi<br />
2.4 Minori<br />
Affi damento familiare<br />
L’affi damento familiare è la prima alternativa all’educativa domiciliare, qualora sia necessario<br />
allontanare temporaneamente il minore dalla famiglia. Negli anni, il reperimento di famiglie disponibili<br />
a prendere in affi damento un minore è stata sempre più diffi cile e con pochi risultati.<br />
Nell’anno <strong>2006</strong> è stato istituito il Centro affidi, un centro specializzato nel tema dell’affi damento<br />
familiare. L’affi damento familiare è un istituto che prevede l’accoglienza temporanea<br />
di un bambino o ragazzo da parte di genitori affi datari, qualora la sua famiglia si trovi in una<br />
situazione di momentanea diffi coltà. L’affi do familiare è un servizio <strong>sociale</strong> che permette di<br />
tutelare il bambino e gli offre la possibilità di crescere in un ambiente sereno e tranquillo<br />
fi ntanto che i genitori non risolvono i loro problemi così da poter accogliere nuovamente il<br />
proprio fi glio. Il Centro coordina il sistema degli affi di familiari nella città di Bolzano, sostenendo<br />
gli/le assistenti sociali dei distretti nell’individuare, caso per caso, i genitori affi datari più<br />
idonei a rispondere ai bisogni del minore da affi dare e monitorando gli affi di in corso. Oltre<br />
a ciò il Centro funge da punto di riferimento per le famiglie aspiranti affi datarie e promuove<br />
azioni di sostegno ed informazione. Nel corso dell’anno <strong>2006</strong> le persone che si sono proposte<br />
per divenire affi datarie sono state 26 rispetto alle 16 del 2005, mentre le famiglie che<br />
hanno svolto il percorso di valutazione, risultando idonee, sono state 13 rispetto alle 8 del<br />
2005. L’operatrice addetta al servizio ha inoltre svolto 30 colloqui informativi sull’affi do familiare<br />
con persone concretamente interessate; questa attività di informazione è stata inserita<br />
come parte integrante del percorso valutativo, al fi ne di renderlo più effi cace e completo.<br />
Sono state individuate modalità di collaborazione tra il Centro Affi di e i distretti sociali, sono<br />
stati presi i contatti con le realtà del territorio che si occupano di affi damento familiare ed<br />
infi ne è stata terminata la prima parte della campagna di sensibilizzazione che continuerà<br />
nell’anno in corso. Nell’ambito del centro affi di opera un’assistente <strong>sociale</strong> che al momento<br />
si occupa del coordinamento dell’affi do familiare nel comune di Bolzano, quindi dell’abbinamento<br />
minori - famiglia affi dataria, della divulgazione di informazioni, del sostegno alle famiglie<br />
affi datarie e della gestione della banca dati delle famiglie disponibili all’affi damento.<br />
Presso il Centro Affi di è stato realizzato anche un servizio di denominato Spazio Neutro<br />
con lo scopo di attivare un luogo tutelato dove si svolgono gli incontri tra genitori e minori, o<br />
altre persone di riferimento, alla presenza di operatori qualifi cati. In questo luogo è possibile<br />
vivere la relazione genitore – fi glio in uno spazio accogliente ed allo stesso tempo neutrale<br />
e distante dal confl itto familiare. Ulteriori attività svolte in questo ambito sono la valutazione<br />
dell’esistenza dei presupposti per l’assunzione delle responsabilità genitoriali e la facilitazione<br />
della relazione tra il minore e l’adulto di riferimento.<br />
Presso lo Spazio Neutro operano oltre all’assistente <strong>sociale</strong> un’educatrice, collaboratrice della<br />
cooperativa il Germoglio, con la quale l’ASSB ha stipulato una convenzione che prevede<br />
anche l’organizzazione di idonee forme di formazione e l’accompagnamento nell’esecuzione<br />
delle visite protette.<br />
2.4<br />
Minori<br />
Entrambe le aree del servizio sono entrate a far parte di una rete di servizi: lo Spazio Neutro<br />
nel coordinamento nazionale dei servizi per il diritto di visita e di relazione con sede a Milano;<br />
il Centro Affi di fa parte del gruppo di lavoro provinciale coordinato dall’uffi cio Famiglia Donna<br />
e Gioventù.<br />
Vi sono inoltre rapporti costanti con i Consultori Familiari che si occupano della valutazione<br />
delle aspiranti famiglie affi datarie, con le Associazioni che si occupano di affi do e con i singoli<br />
affi datari. La stretta collaborazione con l’Uffi cio Servizi alla Famiglia dell’ASSB, all’interno<br />
della campagna di sensibilizzazione, continua poiché tale attività viene pianifi cata ed attuata<br />
in sinergia tra i due servizi.<br />
97
Fig. 48 - Area Minori - costi diretti e fonti di finanziamento<br />
Area Minori <strong>2006</strong><br />
Euro 4.551.728<br />
4%<br />
1%<br />
1%<br />
7%<br />
Area sociopedagogica minori<br />
Euro 1.121.557 - 25%<br />
Educativa di strada<br />
Euro 161.211 - 4%<br />
Centro affi di, Spazio Neutro<br />
Euro 57.430 - 1%<br />
25%<br />
Progetti ex L. 285/97<br />
Euro 64.233 - 1%<br />
MISNA<br />
minori stranieri non accompagnati<br />
Euro 296.001 - 7%<br />
62%<br />
Rette e affi damenti minori<br />
Euro 2.851.296 - 62%<br />
Finanziamento totale della Provincia meno Euro 38.578 di compartecipazione<br />
degli utenti alle rette in istituti.<br />
98
Adulti 2.5<br />
Servizio sociopedagogico<br />
I servizi dell’area socio-pedagogica si rivolgono a persone, famiglie o gruppi con interventi di<br />
sostegno socio-educativo che mirano a prevenire e/o rimuovere situazioni di bisogno. Dopo<br />
un’approfondita conoscenza del problema espresso dall’utente, assistenti sociali ed educatori<br />
intervengono, nel rispetto della centralità dell’utente, per trovare soluzioni insieme ad altri<br />
servizi, altri professionisti, gruppi extra ed infra - aziendali.<br />
Nell’anno <strong>2006</strong> gli adulti in età compresa tra i 19 ed i 64 anni seguiti da assistenti sociali e<br />
educatori sono stati 1539, con un incremento del 65,3% rispetto all’anno 2005.<br />
Da un confronto con i dati dello scorso anno si evince un notevole incremento delle persone<br />
extracomunitarie seguite dal servizio, che da 276 sono passate a 559. Queste persone<br />
sono presenti soprattutto nei quartieri Centro - Piani - Rencio, Oltrisarco – Aslago ed Europa<br />
– Novacella. In generale la popolazione straniera a livello cittadino è in continuo aumento (+<br />
13,5% rispetto al 2005) e tra questa la popolazione extracomunitaria in particolare ha subito<br />
una percentuale d’aumento del 13% (da 6.771 a 7.651). Tale aumento ha però inciso in proporzione<br />
molto di più sui servizi sociali, tant’è che l’utenza extracomunitaria presa in<br />
carico è aumentata del 102,5% rispetto allo scorso anno.<br />
Si ipotizza che tale fenomeno sia dovuto ai numerosi trasferimenti di famiglie autoctone da<br />
alcuni quartieri cittadini alla nuova zona Firmian; in conseguenza di ciò molti alloggi privati<br />
sono stati dati in locazione a famiglie extracomunitarie e queste, dovendo pagare canoni<br />
d’affi tto elevati, sono costrette a rivolgersi ai servizi sociali. E’ questo il più delle volte il motivo<br />
del primo contatto con i distretti.<br />
Un’altra tipologia di utenti in aumento, durante l’anno <strong>2006</strong>, è stata quella delle persone e/o<br />
famiglie senza dimora che da 94 sono diventate 271. Riguardo a questo fenomeno si<br />
ipotizza che l’attivazione del Servizio di Integrazione Sociale rivolto anche a queste categorie<br />
di utenti, abbia avvicinato ai servizi sociali molte persone che prima non erano conosciute.<br />
Da questo punto di vista questo aumento è un dato positivo.<br />
Adulti 2.5<br />
Lo stesso si può affermare per la terza categoria di utenti che ha visto un aumento rispetto<br />
allo scorso anno, ovvero quella dei nomadi, che da 44 casi di persone prese in carico<br />
è passata a 121. Ciò non significa che sia aumentato in città il numero dei nomadi,<br />
ma che con l’attivazione del Servizio di Integrazione Sociale essi sono ora seguiti più da vicino<br />
da parte di assistenti sociali ed educatori con progetti di inserimento <strong>sociale</strong>.<br />
Nella categoria “altri” sono comprese persone che hanno problematiche diverse come ad<br />
es. problemi di salute, di emarginazione <strong>sociale</strong> , confl itti familiari o donne che hanno subito<br />
violenza.<br />
99
Fig. 49 - Utenti adulti presi in carico per tipologia - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro Piani<br />
Rencio<br />
Oltris.<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novac.<br />
Gries<br />
Quirino<br />
Totale in %<br />
Disabili 15 15 15 21 7 73 5<br />
Malati psichici 9 21 30 41 8 109 7<br />
Tossicodipendenti 11 14 20 17 1 63 4<br />
Alcolisti 7 6 24 14 4 55 4<br />
Extracomunitari 24 130 201 135 69 559 36<br />
Nomadi 7 93 14 6 1 121 8<br />
Senza dimora 1 223 2 3 42 271 18<br />
Altri 24 92 55 117 - 288 19<br />
Totale 98 594 361 354 132 1.539 100<br />
Anche per la popolazione adulta, come per i minori e gli anziani, le motivazioni della presa in<br />
carico da parte del servizio socio-pedagogico sono sempre molteplici, anche se il problema<br />
principale per cui gli adulti si rivolgono ai servizi distrettuali sono i problemi economici<br />
della famiglia, motivo che ricorre nel 29% del numero complessivo delle persone in carico;<br />
seguono la disoccupazione e l’emarginazione <strong>sociale</strong> che interessano entrambe il 15% delle<br />
persone in carico, mentre i problemi familiari e di relazione ricorrono nel 10% degli utenti<br />
del servizio. I quartieri più critici per quanto riguarda problemi di insuffi cienza economica,<br />
disoccupazione e emarginazione <strong>sociale</strong> sono i quartieri Centro – Piani – Rencio, Europa<br />
– Novacella ed Oltrisarco – Aslago.<br />
Fig. 50 - Adulti per motivo prevalente di presa in carico - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
S. Quirino<br />
Totale in %<br />
Disoccupazione 15 62 47 42 60 226 15<br />
Problemi abitativi 9 45 20 14 1 89 6<br />
Problemi economici 19 103 161 143 28 454 29<br />
Problemi familiari/di<br />
relazione<br />
9 42 54 48 5 158 10<br />
Emarginazione <strong>sociale</strong> 7 158 23 25 13 226 15<br />
Problemi di salute 4 23 15 16 14 72 5<br />
Problemi psichici 11 36 15 31 6 99 6<br />
Problemi di dipendenza 16 33 11 26 2 88 6<br />
Abuso / violenza 1 22 15 6 3 47 3<br />
Altro motivo (profughi) 7 70 - 3 - 80 5<br />
Totale 98 594 361 354 132 1.539 100<br />
100
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
La tabella che segue raggruppa le prestazioni e gli interventi erogati da educatori e assistenti<br />
sociali a favore della popolazione adulta seguita dal servizio socio-pedagogico. Coerentemente<br />
con quanto sopra affermato la prestazione maggiormente richiesta è l’accompagnamento,<br />
con un progetto individuale, ad un sostegno economico, seguita dal sostegno socio<br />
educativo.<br />
Fig. 51 - Numero prestazioni erogate dall’area sociopedagogica a favore di adulti - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
Quirino<br />
Totale in%<br />
Sostegno socio - educativo 39 448 164 118 27 796 27<br />
Ricerca lavoro / inserimento lav. 43 326 82 54 29 534 18<br />
Sostegno a problemi abitativi 26 163 43 20 4 256 9<br />
Accomp. sostegno economico 58 351 270 159 75 913 31<br />
Affidamento ad un servizio 8 32 57 22 4 123 4<br />
Inserimento in struttura resid. 5 19 4 5 5 38 1<br />
Altro 9 224 8 53 21 315 11<br />
Totale 188 1563 628 431 165 2.975 100<br />
Dai dati qui riportati emerge in maniera chiara che la maggior parte dei casi seguiti dall’area<br />
sociopedagogica è relativa a persone con problemi derivati e conseguenti alla loro condizione<br />
di povertà.<br />
Adulti 2.5<br />
101
Consultori familiari<br />
Il sistema dei consultori familiari di Bolzano, nel corso del <strong>2006</strong>, si è ulteriormente consolidato<br />
rispetto al 2003 e 2004, anni caratterizzati dal sostanziale cambiamento delle modalità di<br />
fi nanziamento delle strutture consultoriali da parte dell’Azienda Servizi Sociali e dell’Azienda<br />
Sanitaria della provincia Autonoma dell’Alto Adige – Comprensorio di Bolzano.<br />
Rispetto alle prestazioni erogate dai Consultori Familiari nel <strong>2006</strong> si assiste ad un aumento<br />
di 346 prestazioni. Rispetto invece al numero di utenti si nota una diminuzione di 229 utenti<br />
(pari al 6%), confermando un trend già evidenziato nel 2005, anno in cui era stata segnalata<br />
una riduzione pari all’8% rispetto al 2004.<br />
Le persone che hanno usufruito dei servizi consultoriali sono state complessivamente 5.583,<br />
di cui il 84% donne ed il 16% uomini.<br />
Fig. 52 - Utenti dei consultori familiari per genere - <strong>2006</strong><br />
AIED MESOCOPS EEBS ARCA KOLBE<br />
F M F M F M F M F M<br />
1757 131 824 159 596 337 1.115 152 425 87<br />
1.888 983 933 1.267 512<br />
Analizzando il dato relativo all’aumento di prestazioni, si evidenzia una lettura diversa rispetto<br />
al dato aggregato. Infatti, a fronte di un aumento generale di 346 prestazioni, quattro<br />
Consultori Familiari hanno sia ridotto le prestazioni che gli utenti (Aied, Mesocops, L’Arca ed<br />
Ehe- und Erziehungsberatung), mentre uno (P.M. Kolbe) ha aumentato sia le prestazioni che<br />
gli utenti.<br />
La lettura del trend dei primi quattro Consultori (- 134 prestazioni) conferma l’assestamento,<br />
iniziato nel 2005, relativo all’adeguamento dell’erogazione delle prestazioni con l’importo di<br />
fi nanziamento da raggiungere e già noto, ad inizio anno, a ciascun Consultorio Familiare. Per<br />
il Consultorio Kolbe invece si registra l’aumento di 79 utenti con un incremento di 480 prestazioni,<br />
fenomeno che dovrà essere monitorato per verifi carne la consistenza e ricercarne<br />
quindi le cause (rintracciabili probabilmente nelle potenzialità di crescita del Consultorio a<br />
fronte del personale impiegato).<br />
Rispetto alla quantità di prestazioni erogate, viene confermato l’andamento dei singoli Consultori<br />
Familiari del 2005. La struttura che ne ha erogate di più è stata l’Aied (10.384), che ha<br />
operato prevalentemente in ambito ginecologico. A seguire si trovano il Mesocops (7.711),<br />
L’Arca (7.328), l’Ehe- und Erziehungsberatung (6.531), ed il Kolbe (3.139). Il numero totale di<br />
prestazioni è stato di 35.093.<br />
102
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
Fig. 53 - Prestazioni erogate dai consultori familiari - <strong>2006</strong><br />
8000<br />
6000<br />
4000<br />
2000<br />
0<br />
AIED MESOCOPS EEBS ARCA P.M. KOLBE<br />
sociali 2.416 2.633 1.406 2.326 1.372<br />
sociosan. 281 256 295 423 245<br />
sanitarie 7.687 4.822 4.830 4.579 1.522<br />
Essendo rimasto invariato rispetto al 2005 il sistema di fi nanziamento (ed i relativi fondi a disposizione degli<br />
enti gestori dei servizi sociali e sanitari) ed essendo lievemente aumentate le prestazioni, secondo le modalità<br />
descritte, si registra anche per il <strong>2006</strong> il mancato pieno utilizzo del fi nanziamento di ASSB per attività afferenti<br />
al <strong>sociale</strong>.<br />
Per sanare in parte questa situazione, la strategia più utile è stata di contrattare, nell’ambito della stesura degli<br />
accordi di programma che regolano l’attività annuale, la realizzazione di specifi ci progetti funzionali alle esigenze<br />
dell’Azienda e dei suoi utenti.<br />
Sono stati quindi realizzati i seguenti progetti:<br />
• supervisione mensile da parte di uno psicologo del Consultorio dei casi problematici discussi nelle equipe di<br />
distretto;<br />
• presenza dello psicologo nelle Case di Riposo, sia per colloqui con gli utenti, i familiari e gli operatori (in questo<br />
caso limitatamente alla relazione con l’ospite) sia per partecipare all’equipe di struttura, in modo da apportare,<br />
al pari delle altre fi gure professionali, la lettura psicologica dei bisogni dell’utente;<br />
• realizzazione di corsi di sostegno alla genitorialità presso gli asili nido aziendali;<br />
• partecipazione alla realizzazione del progetto di sensibilizzazione dell’affi do familiare (solo per i Consultori che<br />
effettuano la valutazione delle aspiranti famiglie affi datarie, quindi: Aied, P.M. Kolbe e Mesocops).<br />
• accoglienza, consulenza e presa in carico di persone appartenenti a gruppi a rischio e non ricomprese fra gli<br />
aventi diritto alle prestazioni consultoriali e mediazione linguistico – culturale (progetto rivolto prevalentemente<br />
alle persone straniere);<br />
• collaborazione fra il Centro per la Giustizia Minorile per le Province Autonome di Trento e di Bolzano del Ministero<br />
della Giustizia ed il Consultorio Familiare Ehe- und Erziehungsberatung.<br />
Adulti<br />
2.5<br />
In particolare, rispetto ai corsi di sostegno alla genitorialità presso gli asili nido aziendali, si è registrato un esito<br />
positivo. Si sono svolti 5 incontri (l’offerta è stata di 7): 4 incontri in lingua italiana, condotti da una psicopedagogista<br />
del Consultorio Familiare Mesocops ed 1 in lingua tedesca, condotto da una psicologa del Consultorio<br />
Familiare Ehe- und Erziehungsbaratung (erano stati offerti altri due incontri in lingua tedesca, a cui però i genitori<br />
non si sono iscritti). Complessivamente gli incontri svolti nella primavera del primo semestre hanno avuto,<br />
in entrambe le lingue, un maggiore riscontro presso i genitori (39 partecipanti) rispetto all’offerta autunnale (15<br />
partecipanti).<br />
Nella sessione primaverile di incontri il tema affrontato con i genitori verteva sulle regole, tanto che il titolo delle<br />
103
104<br />
“<br />
Quale impatto ha sul lavoro<br />
del consultorio la<br />
presenza, in costante<br />
aumento di donne e famiglie<br />
extracomunitarie?<br />
Esistono dei problemi<br />
specifici? Ci sono strumenti<br />
per risolverli?<br />
3.3<br />
serate è stato mutuato dal libro di Asha Phillips “I no che aiutano a crescere/Die Eltern müssen<br />
nein sagen”. In autunno <strong>2006</strong> è stato riproposto, sia per le famiglie dei nuovi bambini<br />
iscritti di madrelingua italiana che tedesca, l’argomento relativo alle regole, mentre per quelli<br />
già frequentanti è stato proposto il nuovo tema “Quanti adulti attorno al bambino!/Wieviele<br />
Erwachsene um das Kind!”, relativo alle diffi coltà che possono incontrare i genitori di fronte<br />
ai numerosi consigli, anche discordanti fra di loro, da parte dei diversi adulti che gravitano<br />
attorno al bambino ed alla famiglia (nonni, zii, amici, insegnanti, etc.). Per la minore affl uenza<br />
ai corsi in lingua tedesca ed italiana in autunno, la motivazione può essere ricondotta all’interesse<br />
per il nuovo tema, probabilmente non sentito dalle famiglie quanto l’uso delle regole.<br />
Altra rifl essione riguarda l’opportunità di offrire questi spazi in orari diversi.<br />
Oltre all’aumento delle competenze genitoriali derivante dagli incontri e dichiarato in un questionario<br />
di valutazione fi nale dai partecipanti, di rilievo risulta essere un ulteriore risultato<br />
ottenuto dallo svolgimento delle serate, consistente nell’aumento di conoscenza del servizio<br />
consultoriale fra i genitori. La moderatrice delle serate in lingua italiana ha dichiarato che parte<br />
dei partecipanti si sono rivolti, successivamente agli incontri, direttamente al Consultorio<br />
per consulenze.<br />
La collaborazione, defi nita nell’anno <strong>2006</strong>, fra il Centro per la Giustizia Minorile per le Province<br />
Autonome di Trento e di Bolzano del Ministero della Giustizia ed il Consultorio Familiare<br />
Ehe- und Erziehungsberatung ha l’obiettivo di realizzare, da parte di uno psicologo, interventi<br />
di sostegno rivolti ad adolescenti entrati nel circuito penale, in modo da consentire loro<br />
una rielaborazione del proprio vissuto, la presa di coscienza delle proprie azioni e scelte e<br />
l’individuazione di un progetto di vita autonomo ed integrato nella vita <strong>sociale</strong>. Tale progetto<br />
costituisce una novità nell’ambito degli interventi richiesti ai Consultori Familiari dall’Azienda,<br />
in quanto quest’ultima si fa promotrice di una collaborazione signifi cativa fra due enti, che<br />
permette interventi a favore di minori, con pendenze penali, caratterizzati da forti valenze sia<br />
di recupero del minore sia di prevenzione di recidive e comportamenti a rischio nel futuro da<br />
parte del giovane.<br />
Infi ne, il bisogno di “mediazione familiare” è stato soddisfatto quasi esclusivamente dall’Associazione<br />
“Centro Separati e Divorziati – A.S.Di.”, ” con la quale l’Azienda Servizi Sociali<br />
di Bolzano ha stretto una convenzione anche nell’anno <strong>2006</strong>. L’A.S.Di. ha effettuato 103<br />
interventi di mediazione, per un totale di 154.5 ore. Accanto all’associazione, il Consultorio<br />
Familiare Aied ha effettuato 16 interventi.<br />
”<br />
“Come evidenziato dai dati negli ultimi anni si è verifi cato un notevole<br />
incremento nella presenza di utenti stranieri in consultorio. Le richieste<br />
riguardano prevalentemente l’ambito ostetrico e ginecologico.<br />
I problemi riscontrati si possono così riassumere:<br />
- diffi coltà di far comprendere l’importanza del rispetto degli orari degli<br />
appuntamenti dati: spesso le donne, soprattutto le prime volte che<br />
vengono, arrivano in ritardo o fuori appuntamento;<br />
- disorientamento da parte nostra nel constatare che spesso le donne in<br />
gravidanza non si attengono alle prescrizioni date e non effettuano gli<br />
esami e le terapie prescritte;<br />
- barriera linguistica, parzialmente risolta con l’intervento delle mediatrici;<br />
- usanza delle donne soprattutto arabe di muoversi in gruppo con conseguente<br />
sovraffollamento della sala d’attesa;<br />
- necessità/abitudine delle donne di portare con sé i numerosi fi gli anche<br />
durante le visite ostetrico-ginecologiche;
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
- lamentele da parte di alcune utenti locali che hanno dichiarato di non<br />
voler più usufruire dei nostri servizi perché non riconoscono più il Consultorio<br />
come una struttura di riferimento per il quartiere.”<br />
Fig. 54 - Consultori familiari - Incremento utenti stranieri<br />
anno 2005<br />
160 32%<br />
anno 2004<br />
110 22%<br />
anno <strong>2006</strong><br />
236 46%<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> c’è stato un incremento<br />
del 45,3% di utenti stranieri rispetto al 2005<br />
e del 112,7% rispetto al 2004<br />
utenti 2005 <strong>2006</strong><br />
italiani 1.146 1.033<br />
provenienti da UE 4 8<br />
NON provenienti da UE 157 226<br />
Totale 1.307 1.267<br />
Fig. 55 - Consultori familiari - Utenti italiani e stranieri - 2005 - <strong>2006</strong><br />
1400<br />
1200<br />
1000<br />
800<br />
600<br />
400<br />
<strong>2006</strong> 200<br />
2005 0<br />
italiani UE non UE<br />
Adulti<br />
2.5<br />
Francesca Braito, Consultorio Familiare ARCA<br />
105
Sportello Nissà – Care – Consulenza sul lavoro di cura<br />
Il servizio, che è in convenzione tra l’Azienda e l’Associazione Donne Nissà, è rivolto ai lavoratori<br />
e alle lavoratrici straniere e non offrendo loro sostegno all’inserimento lavorativo<br />
nel settore della cura e assistenza privata a domicilio e, contestualmente, alle famiglie che<br />
manifestano tale necessità attraverso azioni di consulenza e di orientamento. In particolare i<br />
servizi svolti dallo sportello sono i seguenti:<br />
• Consulenza ed orientamento ai lavoratori/rici<br />
• Consulenza ed orientamento alle famiglie che necessitano del servizio di assistenza privata<br />
• Informazioni di base alle famiglie ed alle donne straniere sulle norme contrattuali e previdenziali.<br />
• Incontro domanda e offerta di lavoro di cura<br />
Nel <strong>2006</strong> le famiglie che si sono rivolte allo sportello per cercare una badante sono state<br />
212; non sono conteggiate le famiglie che hanno richiesto solo consulenza o informazioni<br />
telefoniche. L’analisi dei dati è quindi riferita soltanto alle richieste presentate al servizio di<br />
intermediazione . L’83,2% delle richieste riguarda persone con più di 74 anni per la<br />
maggior parte sono donne. Gli uomini, oltre ad essere un terzo del totale degli utenti necessitano<br />
di un’assistenza in misura maggiore anche in età più giovane rispetto alle donne che<br />
raggiungono generalmente uno stato di non più autosuffi cienza più tardi. La percentuale di<br />
richiedenti in età inferiore ai 64 anni è infatti del 10,4%, di questa il 15,7% sono uomini.<br />
Le persone con necessità di assistenza sono residenti in città per l’85%. Nel 55% delle<br />
situazioni viene richiesta una presenza di convivenza con l’assistito in quanto necessita di<br />
un controllo continuativo. Durante il periodo estivo, in concomitanza con i periodi di ferie, la<br />
richiesta diventa maggiore.<br />
Le richieste riguardano principalmente la compagnia (91,6%) ed il lavoro domestico (87,8%)<br />
che sono comuni a tutte le richieste, l’aiuto per l’igiene personale (61%) ed il prendersi cura<br />
di persone affette da demenza senile o dal morbo di Alzheimer (30%).<br />
Le badanti iscritte al servizio in cerca di un’occupazione sono state 442 rispetto alle<br />
361 del 2005. La maggior parte di esse sono donne straniere che non trovano in questo settore<br />
occupazionale una signifi cativa concorrenza da parte di cittadini italiani, in quanto considerato<br />
un lavoro totalizzante che occupa l’intera giornata. Solo il 15% degli utenti è italiano<br />
e riguarda in gran parte donne disponibili per lavori ad ore, non disposte alla convivenza.<br />
A tre anni dalla sua nascita, ed unico sul territorio provinciale, il servizio è andato sempre più<br />
consolidandosi. Nel corso del <strong>2006</strong> è stata rafforzata anche la collaborazione con l’Uffi cio<br />
Servizio del Lavoro della Ripartizione Lavoro della Provincia di Bolzano con l’obiettivo di<br />
facilitare l’incontro tra domanda ed offerta occupazionale ed agevolare il rapporto di collaborazione<br />
tra le famiglie e le badanti. Sussistono ancora alcune criticità legate a diversi<br />
fattori che sono oggetto di presidio da parte di tutti i servizi coinvolti e che si possono così<br />
sintetizzare:<br />
• diffi coltà di fare una selezione con vera conoscenza delle reali condizioni dell’assistito;<br />
• diffi coltà di comprendere le aspettative reali delle badanti sia per ciò che riguarda le condizioni<br />
lavorative che la retribuzione;<br />
• sospetto che anche sul territorio provinciale vi sia il fenomeno del lavoro di cura sommerso:<br />
famiglie che gestiscono in modo autonomo o tramite passaparola l’assunzione delle<br />
badanti per evitare controlli sul trattamento retributivo delle stesse.<br />
106
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
Per far fronte a queste criticità, si sta elaborando un protocollo d’intesa tra l’Azienda, Associazione<br />
Donne Nissà e Uffi cio del Lavoro, il protocollo ha anche l’obiettivo favorire il lavoro di<br />
rete con i servizi pubblici e privati locali. E’ in fase di realizzazione anche un nuovo progetto<br />
fi nanziato dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito della sperimentazione di un percorso di<br />
inserimento lavorativo e di formazione per le badanti all’interno delle famiglie e nel contesto<br />
dei servizi sociosanitari territoriali.<br />
Help for Job<br />
Come detto, una delle attività principali degli operatori del servizio socio-pedagogico è di accompagnare<br />
e sostenere le persone in diffi coltà economica nella richiesta di un aiuto. Esso<br />
però non è mai erogato a tempo indeterminato e soprattutto mai indipendentemente dalla<br />
attivazione dell’utente nella ricerca di un posto di lavoro. All’utente con capacità lavorativa<br />
seguito dal servizio di assistenza economica è quindi richiesto di impegnarsi a reinserirsi nel<br />
mondo del lavoro per affrancarsi dall’assistenza e raggiungere l’autonomia. Per supportare<br />
gli utenti in tale processo è nato nel 2004, grazie all’esperienza del progetto Equal fi nanziato<br />
dal FSE, il servizio Help for Job. Il servizio ha l’obiettivo di sostenere e aiutare persone che<br />
usufruiscono di prestazioni di assistenza economica con azioni di sostegno e accompagnamento<br />
educativo mirate al superamento delle cause che le hanno allontanate dal mondo del<br />
lavoro. Ciò avviene attraverso:<br />
• informazione e consulenza individuale;<br />
• consulenza mirata e percorsi di riabilitazione e avvicinamento al lavoro;<br />
• banca dati informativa sul tema lavoro.<br />
I servizi invianti sono esclusivamente i Distretti Sociali di Bolzano ed il Servizio di Integrazione<br />
Sociale (SIS) dell’ASSB, previa predisposizione di un progetto individualizzato.<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> le due educatrici del servizio Help for Job insieme agli operatori del SAPL<br />
– Servizio di Assistenza al Posto di Lavoro, hanno seguito 158 persone. Di queste, 59 (il<br />
37,3%) sono cittadini italiani, 3 (1,9%) cittadini appartenenti a paesi comunitari e 96 cittadini<br />
stranieri (60,8%). L’età media degli utenti è risultata di 39 anni per i cittadini italiani, di 29 anni<br />
per quelli comunitari e di 36 anni per i cittadini stranieri.<br />
È da notare che il 61% degli utenti <strong>2006</strong> ha un’età superiore ai 35 anni.<br />
Adulti 2.5<br />
L’età media degli uomini è di 39 anni, mentre quella delle donne di 35 anni.<br />
Il 72,8 % degli utenti ha una condizione abitativa stabile e la fi gura seguente riassume tale<br />
dato nel dettaglio. Questa condizione è molto importante per affrontare la ricerca di un lavoro,<br />
perché ne costituisce un prerequisito indispensabile.<br />
107
Il 72,8 % degli utenti ha una condizione abitativa stabile e la fi gura seguente riassume tale<br />
dato nel dettaglio. Questa condizione è molto importante per affrontare la ricerca di un<br />
lavoro, perché ne costituisce un prerequisito indispensabile.<br />
Fig. 56 - Utenti “Help for Job” - condizione abitativa per cittadinanza e sesso - <strong>2006</strong><br />
donne<br />
uomini<br />
50<br />
45<br />
47<br />
40<br />
35<br />
30<br />
28<br />
25<br />
20<br />
23<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
2<br />
1<br />
9<br />
12<br />
7<br />
15<br />
14<br />
stabile<br />
precaria stabile precaria stabile<br />
cittadini<br />
europei<br />
cittadini extracomunitari<br />
cittadini italiani<br />
Molto interessanti risultano i grafi ci seguenti, che riportano il livello di preparazione scolastica<br />
raggruppato per cittadinanza e suddiviso per sesso. Come si può vedere, una gran parte<br />
degli utenti del servizio, italiani e stranieri, uomini e donne, hanno una qualifi ca scolastica<br />
di base (corrispondente nella maggior parte dei casi alla licenza media), poco spendibile<br />
nell’odierno mercato del lavoro e questo è uno degli elementi di ostacolo maggiore<br />
alla ricerca di una occupazione. Si nota anche che molti uomini extracomunitari hanno<br />
conseguito una qualifi ca professionale: il problema è che spesso questa non è utilizzabile in<br />
Italia perché non legalmente riconosciuta. Lo stesso si può dire delle persone straniere che<br />
vantano un diploma di scuola superiore o addirittura un titolo universitario. Gli utenti italiani<br />
maschi e femmine al contrario risultano per la maggior parte poco qualifi cati, mentre per<br />
quanto riguarda le donne straniere, registriamo 3 donne che non hanno alcuna preparazione<br />
scolastica accanto a 7 donne con diploma superiore, 3 con qualifi ca professionale e 2 donne<br />
con titolo universitario.<br />
Degli utenti uomini, hanno una signifi cativa esperienza lavorativa alle spalle il 42% dei cittadini<br />
extracomunitari e il 41% degli italiani. Per quanto riguarda le donne questo vale solo per il<br />
19% delle cittadine extracomunitarie e per il 27% delle italiane. 9 donne straniere su 37 (24%)<br />
e 3 italiane su 30 (10%) non avevano alcuna esperienza lavorativa alle spalle.<br />
108
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
Fig. 57 - Utenti uomini “Help for Job” - preparazione scolastica per cittadinanza - <strong>2006</strong><br />
35<br />
30<br />
32<br />
cittadini europei<br />
cittadini extracomunitari<br />
cittadini italiani<br />
25<br />
20<br />
15<br />
22<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
6<br />
9<br />
1<br />
1<br />
3<br />
base<br />
qualifi ca<br />
professionale<br />
diploma<br />
di maturità<br />
diploma<br />
universitario<br />
Fig. 58 - Utenti donne “Help for Job” - preparazione scolastica per cittadinanza - <strong>2006</strong><br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
3<br />
2<br />
22<br />
23<br />
3<br />
1 1 1<br />
nulla base qualifi ca<br />
professionale<br />
7<br />
3<br />
diploma<br />
di maturità<br />
2 1<br />
diploma<br />
universitario<br />
cittadini europei<br />
cittadini extracomunitari<br />
cittadini italiani<br />
Adulti<br />
2.5<br />
109
Per quanto riguarda il periodo di disoccupazione medio espresso in mesi precedente alla<br />
presa in carico, il record negativo spetta alle donne italiane, con 38 mesi, seguite a ruota<br />
dagli uomini italiani, con una media di 31 mesi. Le donne straniere sono a quota 22 mesi,<br />
mentre gli uomini si “fermano” a 16 mesi. L’utenza cittadina italiana si dimostra più diffi cile<br />
perché disoccupata mediamente da molto più tempo. Il dato generale sulla disoccupazione<br />
si attesta sui 2 anni. In generale, il 63% degli utenti è lontano dal lavoro da più di un anno e<br />
il 25% da più di 24 mesi. È chiaro che questo dato risulta particolarmente critico: rimanere<br />
disoccupato per molto tempo signifi ca fare sempre più fatica a rientrare nel mondo del<br />
lavoro.<br />
Fig. 59 - Tempo medio di disoccupazione (in mesi) per cittadinanza e sesso - <strong>2006</strong><br />
donne<br />
uomini<br />
40<br />
38<br />
35<br />
30<br />
31<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
9<br />
15<br />
22<br />
16<br />
cittadini europei<br />
cittadini extracomunitari<br />
cittadini italiani<br />
I 158 utenti del servizio Help for Job nel <strong>2006</strong> hanno usufruito di 169 progetti (questo perché<br />
11 persone sono state prese in carico due volte nel corso dell’anno). Il 42% sono stati presi<br />
in carico attraverso una consulenza di tipo informativo dagli operatori del SAPL. Le operatrici<br />
Help for Job hanno seguito direttamente il 45,6% degli utenti attraverso progetti di sostegno<br />
e orientamento e il 12,4% sono stati presi in carico in modo individualizzato. La presa in<br />
carico media è stata di 2,8 mesi. Si tratta quindi, per la maggior parte, di progetti di breve<br />
durata fi nalizzati alla ricerca di una occupazione.<br />
Il 44% delle persone prese in carico ha trovato un lavoro. Infatti il servizio ha concluso<br />
143 dei 169 progetti iniziati nel corso del <strong>2006</strong> e 69 persone hanno trovato una occupazione,<br />
49 con una assunzione a tempo determinato (il 34%) e 20 con una assunzione a tempo<br />
indeterminato. 23 persone non si sono più presentate al servizio interrompendo il progetto<br />
iniziato.<br />
Per stabilire un indicatore di effi cacia del servizio Help for Job, si è effettuata una ricerca<br />
sulle prestazioni di assistenza economica (reddito minimo di inserimento e contributo di<br />
integrazione per le spese di locazione) in riferimento alle 158 persone prese in carico dal<br />
servizio nel corso del <strong>2006</strong>. Tale ricerca indica che nel corso dello stesso anno 106 persone<br />
hanno benefi ciato almeno per un mese del reddito minimo di inserimento, cioè il 67% del<br />
totale degli utenti seguiti dal servizio Help for Job. Nello stesso anno, 101 persone (con i<br />
loro nuclei collegati), cioè il 64% del totale, hanno percepito una integrazione per le spese<br />
di locazione. Si è poi verifi cato quante persone, tra le stesse, hanno ricevuto una di queste<br />
prestazioni almeno una volta tra il 1 gennaio 2007 e il 30 aprile 2007. Ebbene, 56 utenti<br />
110
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
risultano avere ricevuto almeno una prestazione di reddito minimo di inserimento e 60 utenti<br />
almeno una prestazione di integrazione locazione – spese accessorie. Di questi, 42 persone<br />
hanno ricevuto almeno una volta entrambe le prestazioni (27%).<br />
102 persone non hanno ancora percepito nel 2007 una prestazione di Reddito minimo di<br />
inserimento e 98 persone non hanno benefi ciato del contributo per le spese di locazione.<br />
Per quanto riguarda l’andamento della spesa sostenuta per queste prestazioni, riducendo la<br />
stessa su base mensile, operazione che consente un agevole confronto tra il <strong>2006</strong> e il 2007,<br />
si può dire che quella di reddito minimo di inserimento è calata del 6%, mentre quella del<br />
contributo per le spese di locazione è più bassa del 24%. Si tratta di un dato parziale che ci<br />
si riserva di confermare prendendo in considerazione l’andamento dell’intero 2007.<br />
Tutti gli indicatori presi in esame dimostrano però che è stata imboccata la giusta direzione<br />
di intervento, ossia che il sostegno lavorativo porta a ridurre la dipendenza dal servizio di<br />
assistenza economica, ma vanno ricordati anche alcuni elementi importanti:<br />
• gli utenti stranieri che non hanno la residenza continuativa da almeno 5 anni in provincia<br />
di Bolzano percepiscono le prestazioni di assistenza economica comunque solo per due<br />
mesi all’anno e quasi sempre scelgono i primi mesi per fare la richiesta. Questo può aver<br />
“gonfi ato” il numero delle prestazioni erogate nel corso del primo quadrimestre 2007;<br />
• spesso le persone che trovano un lavoro cercano poi una sistemazione abitativa più<br />
adeguata e questo signifi ca maggiori spese da sostenere per l’affi tto. Nonostante questo,<br />
l’erogazione mensile riferita alla prestazione di integrazione locazione è in netto calo;<br />
• molte famiglie hanno fi gli minori e ciò comporta un maggiore sforzo economico da parte<br />
dei distretti sociali;<br />
• dieci utenti stanno frequentando durante il primo quadrimestre del 2007 un corso breve<br />
di formazione seguito da uno stage e sono pertanto sostenuti economicamente in questo<br />
periodo con l’erogazione del Reddito minimo di Inserimento pieno. L’auspicio è che la<br />
maggior parte di loro riesca nel corso dell’anno a trovare una occupazione stabile;<br />
• è molto diffi cile raggiungere l’autonomia economica. Questo perché il mercato del lavoro<br />
offre occupazioni con orari settimanali ridotti e a bassa retribuzione, che non consentono<br />
in molti casi di mantenere il proprio nucleo familiare;<br />
• un terzo delle persone prese in carico dal servizio Help for Job nel <strong>2006</strong> non ha usufruito di<br />
alcuna provvidenza economica. Questo signifi ca che comunque ha ricevuto una risposta<br />
di tipo progettuale e un sostegno concreto al proprio bisogno occupazionale. Un segnale<br />
di attenzione che va al di là della risposta di tipo assistenziale.<br />
Nonostante questo preme sottolineare la necessità di mettere in campo nuovi e più effi caci<br />
strumenti che consentano in maniera ancora più agevole ed effi cace di avvicinare ancora più<br />
persone al mondo del lavoro. Questo consentirebbe in un’ottica di medio periodo di rendere<br />
autonome e autosuffi cienti queste persone, con l’ulteriore vantaggio di conseguire notevoli<br />
risparmi di denaro pubblico oggi destinato alla loro assistenza.<br />
Adulti<br />
2.5<br />
“Il reinserimento lavorativo di persone disoccupate o inoccupate da<br />
molto tempo è una sfi da molto diffi cile, che va combattuta creando una<br />
stretta sinergia con tutte le agenzie che a livello provinciale si occupano<br />
a vario titolo di questa problematica. Alcune azioni coordinate e mirate<br />
potrebbero aumentare la probabilità di collocamento di molte persone<br />
che, nonostante lo sforzo degli operatori Help for Job, dei distretti<br />
sociali di riferimento e con tutta la buona volontà degli interessati, non<br />
riescono a trovare una concreta opportunità di lavoro.<br />
“<br />
Come fare per avvicinare<br />
sempre più persone in<br />
difficoltà al mondo del<br />
lavoro?<br />
”<br />
111
Mi riferisco ad esempio a:<br />
• Uomini e donne oltre i 50 anni<br />
• Donne sopra i 40 anni senza qualifi ca professionale, lontane dal<br />
lavoro da molto tempo o addirittura senza alcuna esperienza<br />
lavorativa signifi cativa.<br />
• Giovani inoccupati o disoccupati di lunghissimo periodo, senza<br />
esperienza e senza qualifi ca spendibile, facenti parte di gruppi sociali<br />
particolarmente emarginati.<br />
Per queste persone potrebbe essere molto utile:<br />
• rafforzare lo strumento del tirocinio formativo e di orientamento. Si<br />
tratta di uno strumento che consente l’inserimento di un lavoratore<br />
presso un’azienda per un periodo che può andare da 6 mesi fi no<br />
ad un massimo di 24 mesi. Il tirocinio non costituisce rapporto<br />
di lavoro, ma consente alla persona di avere l’opportunità di farsi<br />
conoscere ed apprezzare. La persona percepisce una borsa lavoro<br />
erogata dall’azienda ospitante e quest’ultima può godere di un<br />
premio a rimborso delle spese sostenute da parte dell’uffi cio del<br />
lavoro provinciale. Lo strumento è nuovo (approvato ed operativo da<br />
agosto <strong>2006</strong>). I progetti avviati sono pochi, ma lo sviluppo in questa<br />
direzione è molto promettente.<br />
• rafforzare lo strumento dello stage di formazione professionale<br />
destinati a persone adulte in diffi coltà lavorativa. Anche questo<br />
strumento è già esistente: bisognerebbe rafforzare e sostenere<br />
l’uffi cio della formazione professionale che lo gestisce con maggior<br />
personale e maggiori fondi.<br />
• predisporre un sistema di incentivazioni economiche per l’assunzione<br />
di determinate categorie di persone in situazione di svantaggio<br />
<strong>sociale</strong>. Non si tratta di stanziare nuovi fondi, ma a mio parere di<br />
cambiare strategia. Si potrebbero destinare a questo scopo i soldi<br />
che oggi il servizio <strong>sociale</strong> destina direttamente al nucleo famigliare<br />
dell’utente sotto forma di reddito minimo di inserimento. Questi<br />
soldi, erogati per un tempo limitato e concordato con l’azienda<br />
di destinazione del lavoratore, potrebbero servire per abbattere<br />
il costo iniziale del lavoratore stesso e costituire un incentivo alla<br />
sua successiva assunzione defi nitiva. Vincolare questi fondi ad una<br />
assunzione a tempo indeterminato o almeno con contratto di lavoro<br />
di durata biennale o triennale consentirebbe di far tornare l’assistito al<br />
lavoro e di affrancarlo dal circuito dell’assistenza economica.<br />
Questi strumenti non ricadono sotto la responsabilità diretta di<br />
ASSB, ma piuttosto suggeriscono l’idea che solo un’effi cace azione<br />
coordinata con gli Uffi ci provinciali potrà portare ad un miglioramento<br />
dei risultati nel medio-lungo periodo. In questo quadro il Servizio Help<br />
for Job è pronto ad offrire la massima collaborazione e sostegno,<br />
determinando di volta in volta il concreto ruolo operativo destinato ai<br />
propri operatori.”<br />
Sandro Fanelli, Educatore del Servizio Assistenza al Posto di<br />
Lavoro del Distretto Europa – Novacella<br />
112
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
Dipendenze<br />
Nel corso della vita di una persona adulta può avvenire che intervenga un problema di<br />
dipendenza da sostanze alcoliche o stupefacenti. L’intervento di assistenza per queste<br />
persone assume aspetti sia sociali che sanitari e coinvolge quindi sia l’Azienda Sanitaria che<br />
l’ASSB. Nel corso del <strong>2006</strong> la necessità di approfondire la conoscenza e la consapevolezza<br />
rispetto a tale problematiche ha condotto all’elaborazione del “Piano di settore dipendenze”,<br />
un documento che mira ad individuare la situazione esistente, i modelli di intervento, le<br />
criticità del settore, nonché le prospettive di sviluppo e di miglioramento dei servizi addetti<br />
all’assistenza, in collaborazione con i servizi sanitari e con le organizzazioni del privato<br />
<strong>sociale</strong> che operano in città in questo settore. Una prima bozza di Piano di settore è già<br />
stata elaborata, è stato attivato un tavolo di discussione sul tema delle dipendenze a cui<br />
partecipano rappresentanti dell’ente pubblico e del settore privato, ed è stato sottoscritto tra<br />
distretti sociali dell’ASSB e il Servizio Tossicodipendenze dell’Azienda Sanitaria un protocollo<br />
di intesa con riferimento all’assistenza economica di persone affette da dipendenza.<br />
Nell’ambito del processo di approfondimento delle tematiche legate alle dipendenze all’interno<br />
dell’Azienda Servizi Sociali di Bolzano, avviato nel corso dell’anno <strong>2006</strong> in occasione della<br />
costruzione del Piano di Settore, si è ritenuto opportuno misurare il fenomeno degli utenti<br />
con problematiche di tossicodipendenza in carico al servizio di assistenza economica<br />
dei cinque Distretti sociali della città. Si è provveduto pertanto a raccogliere presso ogni<br />
Distretto <strong>sociale</strong> i dati necessari per costruire la fotografi a relativa all’anno 2005 di tale<br />
particolare target di utenza e ciò ha condotto alla sottoscrizione del protocollo di intesa che<br />
contiene orientamenti e metodologie di lavoro comuni fra gli operatori dell’area <strong>sociale</strong> e<br />
dell’area sanitaria, con particolare riferimento all’assistenza economica e fi nanziaria erogata<br />
dai Distretti sociali in base alla normativa provinciale vigente. Una parte del documento<br />
- denominata “Accordi operativi” - contiene gli strumenti e le procedure che il gruppo di<br />
lavoro ha costruito, condiviso e sperimentato per strutturare e migliorare la collaborazione<br />
tra i distretti sociali dell’ASSB e il Servizio dipendenze Ser.T. di Bolzano. Tutto ciò al fi ne di<br />
fare in modo che il sostegno economico si integri in un percorso di sostegno individualizzato<br />
sull’utente che tenga conto delle sue condizioni psico-fi siche e delle sue residue capacità.<br />
Non sempre infatti l’accanimento nella ricollocazione lavorativa di persone tossicodipendenti<br />
gravemente compromesse, per svincolarle dall’assistenza economica, può dare risultati<br />
migliorativi. E’ diffi cile e talvolta controproducente intervenire sul lavoro senza tener conto<br />
complessivamente della condizione delle persone. L’aiuto economico deve quindi essere<br />
concepito come supporto per lo sviluppo di percorsi individuali concordati tra Distretti<br />
Sociali e Servizio Tossicodipendenze.<br />
Adulti<br />
2.5<br />
Gli attori pubblici e privati che operano nel campo delle dipendenze con interventi di tipo<br />
sanitario e sociali sono vari (Azienda Sanitaria, Provincia, ASSB, organizzazioni del privato<br />
<strong>sociale</strong>). Essi sono impegnati a diverso titolo con interventi di prevenzione, terapia e<br />
riabilitazione, sostegno economico-<strong>sociale</strong>, riabilitativo, lavorativo occupazionale, riduzione<br />
del danno e soddisfacimento dei bisogni primari. Ciò che assume fondamentale importanza<br />
in questo settore è che tali attori operano in rete puntando sulla collaborazione reciproca.<br />
ALLOGGI DI PASSAGGIO PER TOSSICODIPENDENTI<br />
Nell’ambito delle tossicodipendenze l’ASSB ha stipulato una convenzione con l’Associazione<br />
“la Strada – der Weg” per la gestione di due appartamenti per persone con problematiche<br />
di tossicodipendenza che hanno concluso un programma terapeutico o che, comunque, si<br />
sono dimostrate suffi cientemente stabili dopo un periodo di osservazione. Il progetto che<br />
sottostà a tali appartamenti si prefi gge di offrire una soluzione abitativa temporanea e di<br />
113
accompagnare tale offerta con un supporto socio-educativo per favorire il completamento<br />
del processo riabilitativo e di reinserimento sul territorio.<br />
Al momento dell’ingresso gli utenti sottoscrivono un contratto di abitazione comprendente<br />
regole, responsabilità e doveri da osservare nell’appartamento e un contratto di<br />
accompagnamento con il quale danno la loro disponibilità al progetto educativo .<br />
I risultati che si attendono dal progetto individuale sono relativi al recupero della capacità di<br />
gestione autonoma di un appartamento, gestione degli impegni di lavoro, amministrazione<br />
autonoma del denaro, gestione delle relazioni, integrazione con la collettività.<br />
Il servizio è rivolto ad un massimo di 7 persone di cui 5 uomini e 2 donne, ma durante il <strong>2006</strong><br />
il servizio non è stato utilizzato al 100%, sia perché da poco avviato, sia perché il fabbisogno<br />
è maggiore tra gli uomini che tra le donne e quindi l’alloggio femminile ha avuto una sola<br />
ospite.<br />
Durante l’anno ci sono state due dimissioni; un utente ha lascito l’appartamento per andare<br />
a vivere con la compagna e uno è tornato in comunità terapeutica. Gli altri utenti proseguono<br />
il cammino verso l’autonomia.<br />
Fig. 60 - Alloggi di passaggio per tossicodipendenti - <strong>2006</strong><br />
appartamento capacità ricettiva presenze comune di residenza<br />
Via Alessandria 5 uomini 4 3 Bolzano, 1 Brennero<br />
Via V.Veneto 2 donne 1 Laives<br />
CENTRO A BASSA SOGLIA “BINARIO 7”<br />
L’Azienda Servizi Sociali di Bolzano in convenzione con la fondazione l’O.D.A.R. gestisce il<br />
servizio diurno di assistenza a tossicodipendenti a bassa soglia, meglio conosciuto come<br />
“Binario 7” che garantisce l’assistenza essenziale alle persone che quasi sempre vivono in<br />
situazione di disagio psico – fi sico e <strong>sociale</strong> dovuta a lunghi periodi di dipendenza. Il centro<br />
offre loro aiuti volti alla riduzione del danno <strong>sociale</strong> e della salute ed una serie di servizi<br />
volti alla cura ed all’igiene della persona. Il centro diventa contestualmente osservatorio<br />
privilegiato del fenomeno della dipendenza della città di Bolzano.<br />
La statistica del servizio a bassa soglia B7 ha rilevato nel <strong>2006</strong> 222 utenti; fra questi l’84%<br />
uomini ed il 16% donne. I nuovi accolti in struttura nel <strong>2006</strong> sono stati 29, di questi la<br />
maggior parte si è rivolta al servizio su indicazione di amici, solo uno è stato inviato da un<br />
altro servizio. La maggior parte degli utenti sono in carico al Servizio Tossicodipendenze della<br />
Sanità; solo una fetta minore appartiene al cosiddetto “sommerso”, cioè individui assuntori<br />
di sostanze che non sono seguiti da alcun servizio. L’età media degli utenti è di 35 – 40<br />
anni. Sono presenti, anche se in numero molto limitato, giovani tra i 18 e i 25 anni, che<br />
appartengono a nuove generazioni (spesso di subcultura tekno,ecc.), non sono ancora in<br />
carico al SerT, si presentano al servizio per scambiare siringhe, pur non percependosi interni<br />
al gruppo dei tossicodipendenti più anziani.<br />
Nel <strong>2006</strong> il “Binario7” è rimasto aperto per 299 giorni ed è stato frequentato giornalmente<br />
da un numero medio di 32 persone per un totale di 9.497 presenze annuali (nel 2005 le<br />
presenze sono state 9.662)<br />
Le prestazioni offerte sono state 27.247 tra cui 20.382 scambi o vendita di siringhe, sono<br />
stati distribuiti 4.391 pasti, erogate 1.427 prestazioni relative all’igiene della persona<br />
(docce, lavatrici, abiti e igiene personale). A queste prestazioni si aggiungono le consulenze,<br />
le telefonate, l’accompagnamento e gli interventi sociali in genere.<br />
LABORATORIO PROTETTO “HANDS”<br />
114
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
Il laboratorio protetto per persone dipendenti da alcool e da farmaci è gestito, in convenzione<br />
con l’Azienda Servizi Sociali di Bolzano, sempre dall’Associazione Hands che da anni opera<br />
nel settore in convenzione con l’Azienda Sanitaria Bolzano per tutti gli aspetti sanitari e con<br />
l’Azienda Servizi Sociali di Bolzano per gli aspetti sociali, nella fatti- specie la gestione del<br />
laboratorio.<br />
L’obiettivo primario del laboratorio è quello di seguire più adeguatamente gli utenti alcol<br />
e/o farmacodipendenti in astensione dall’uso di sostanze che, a causa di problematiche<br />
relative alla loro dipendenza, non sono in grado di affrontare e gestire autonomamente un<br />
reinserimento lavorativo anche a carattere protetto. Il progetto ha la specifi cità di sviluppare<br />
con interventi mirati le capacità psicofi siche dell’utente attraverso attività lavorative, educative<br />
ed occupazionali che ne possano consentire un recupero.<br />
Nel <strong>2006</strong> gli utenti che hanno frequentato il laboratorio sono stati 12, pari alla capacità<br />
ricettiva della struttura, ma rispetto all’anno precedente la percentuale di copertura dei posti,<br />
ovvero delle presenze è incrementata del 16, 4% in più rispetto all’anno 2005, cioè passando<br />
dall’83,4 al 97,1 %.<br />
Fig. 61 - Grado di utilizzo del laboratorio protetto Hands - <strong>2006</strong><br />
Laboratorio per<br />
alcoldipendenti<br />
capacità<br />
ricettiva<br />
giorni di<br />
apertura<br />
utenti<br />
nell’anno<br />
giornate di<br />
presenza<br />
% di<br />
copertura<br />
presenza<br />
media<br />
Hands 12 249 12 2.901 97,1% 11,65%<br />
La maggior parte degli utenti che intraprendono questo percorso riabilitativo provengono<br />
dalla comunità terapeutica, altri da strutture residenziali per senza dimora o da casa propria.<br />
Oltre alle attività occupazionali gli utenti seguono un progetto individualizzato che ha una<br />
durata da 3 a 32 mesi: nel <strong>2006</strong> la media è stata di 13,25 mesi.<br />
Da un confronto tra utenti ammessi e dimessi durante l’anno si rileva un movimento di<br />
22 persone, 10 delle quali sono state dimesse nel corso dell’anno: 9 di queste per<br />
intraprendere percorsi lavorativi, una per l’inserimento in un’altra struttura residenziale.<br />
Il servizio, oltre agli obiettivi riabilitativi tipici di questa tipologia di struttura, si propone anche<br />
di:<br />
• incrementare la frequenza giornaliera degli utenti, portandola il più vicino possibile alla<br />
piena occupazione dei 12 posti al giorno.<br />
• mantenere i contatti con l’utenza dimessa tramite incontri follow-up, con lo scopo di<br />
verifi care se abbiano mantenuto il posto di lavoro.<br />
• consolidare l’inserimento dei volontari attualmente operanti in struttura e incrementare tale<br />
preziosa presenza.<br />
Adulti<br />
2.5<br />
115
“<br />
Quali sono gli obiettivi<br />
che si è posto il Piano di<br />
settore dipendenze?<br />
”<br />
“L’Azienda Servizi Sociali di Bolzano, attraverso il Piano di settore<br />
dipendenze, ha perseguito l’obiettivo di fare crescere tra i suoi operatori<br />
sociali, in particolare quelli attivi nei Distretti sociali, la conoscenza e la<br />
consapevolezza delle tematiche legate alla dipendenza.<br />
Si è partiti infatti dal riconoscere che il fenomeno delle dipendenze era<br />
stato toccato fi no ad oggi solo marginalmente all’interno dei Distretti<br />
sociali e quasi esclusivamente in relazione all’assistenza economica<br />
e fi nanziaria erogata ad alcuni utenti con problematiche legate alle<br />
dipendenze.<br />
Si è pensato così di colmare tali lacune attraverso la costruzione di un<br />
documento ad opera di un gruppo di lavoro multidisciplinare e trasversale<br />
ai Distretti sociali di A.S.S.B., che ha avuto il compito di approfondire<br />
l’area delle dipendenze:<br />
• il quadro di riferimento istituzionale e normativo;<br />
• la popolazione interessata;<br />
• I concetti chiave;<br />
• i principali attori e servizi pubblici e del privato <strong>sociale</strong> attivi nel settore.<br />
Tale piano ha costituito altresì l’occasione per fare il punto della situazione<br />
sul quadro del sistema dei servizi presente sul territorio della città di<br />
Bolzano ed evidenziare: le positività, le criticità e per costruire proposte<br />
per nuove azioni integrate che possano rispondere ai bisogni emergenti.<br />
Il documento è ancora in corso di elaborazione e ha visto l’attivazione di<br />
un interessante tavolo di discussione, che ha visto la partecipazione dei<br />
principali attori del settore pubblico e del privato <strong>sociale</strong> attivi nell’ambito<br />
delle dipendenze: Ripartizione provinciale Sanità, Ripartizione provinciale<br />
Servizio Sociale, SER.D. Bolzano, Associazione “HANDS”, Forum<br />
Prevenzione, Associazione “La strada – Der Weg”, Uffi cio educazione alla<br />
salute, Intendenza scolastica di lingua italiana, CARITAS, Associazione<br />
“HELP”.”<br />
Michela Trentini, Direttrice del Distretto Europa – Novacella<br />
116
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
Donne in stato di violenza<br />
Il <strong>2006</strong> è stato caratterizzato dall’elaborazione del Piano di settore per donne in<br />
situazione di violenza, che ha la fi nalità di delineare le strategie e gli interventi necessari<br />
a rispondere, nei prossimi tre anni, in modo adeguato al fenomeno della violenza perpetrata<br />
contro le donne nella città di Bolzano, sia quando questa si verifi chi in ambiti strettamente<br />
privati, come le mura domestiche, il posto di lavoro, le relazioni amicali o fra conoscenti,<br />
ecc., sia quando si compia nell’ambito di ampi e complessi processi di sfruttamento, che<br />
travalicano i confi ni nazionali coinvolgendo più Stati, come per lo sfruttamento sessuale.<br />
La novità introdotta da questo Piano di settore è stato il considerare all’interno di un unico<br />
fenomeno due declinazioni della violenza contro le donne e cioè la violenza privata, a cui<br />
attualmente la risposta istituzionale è data dal servizio “Casa delle Donne”, ed una violenza<br />
pubblica, costituita dallo sfruttamento sessuale, lavorativo etc. delle donne, spesso anche<br />
vittime di tratta, che possono trovare sostegno nel progetto “Alba” (gestito dalla Provincia di<br />
Bolzano – Uffi cio Famiglia Donna e Gioventù).<br />
L’estensione del documento è stata frutto di un ampia condivisione di strategie ed interventi<br />
da parte di tutti i soggetti pubblici e privati che, a vario titolo, si occupano di violenza contro<br />
le donne nelle due accezioni (violenza privata e violenza pubblica).<br />
L’approvazione del Piano di settore donne in situazione di violenza da parte del Comune di<br />
Bolzano è prevista entro il 2007.<br />
CENTRO DI ASCOLTO ANTIVIOLENZA, CASA DELLE DONNE, ALLOGGI PROTETTI<br />
Durante l’anno <strong>2006</strong> sono proseguite le attività ordinarie del servizio aziendale rivolto a<br />
donne in situazione di violenza: il Centro di ascolto antiviolenza, la Casa delle donne e<br />
gli Alloggi protetti hanno rispettivamente fornito consulenze ed accoglienza a donne che,<br />
nelle loro relazioni familiari, hanno subito maltrattamenti fi sici, psicologici, economici, sessuali<br />
e persecutori (una stessa donna può subire più tipi di violenza contemporaneamente).<br />
L’obiettivo del servizio, denominato nel suo complesso Servizio Casa delle donne,<br />
ha l’intento di sostenere la donna nell’individuare e rafforzare le risorse per uscire dalla<br />
situazione di violenza vissuta e porre le basi per iniziare una vita relazionale, <strong>sociale</strong> e<br />
lavorativa autonoma e soddisfacente insieme con i/le fi gli/e o, quantomeno, nel comprendere<br />
i meccanismi della violenza vissuti e resistervi effi cacemente, anche nel caso la donna ritorni<br />
con il compagno. Così come nel 2005, anche nel <strong>2006</strong> il Centro antiviolenza e la Casa delle<br />
donne sono state gestite, sulla base di contratto, dall’”Associazione Gea per la solidarietà<br />
femminile e contro la violenza” mentre la Casa degli Alloggi Protetti è stata gestita, sulla base<br />
di una convenzione, dall’omonima associazione. Le due associazioni hanno inoltre svolto<br />
opera di sensibilizzazione rispetto alla tematica della violenza contro le donne.<br />
Adulti 2.5<br />
Le donne che, nell’anno <strong>2006</strong>, hanno usufruito del Centro antiviolenza sono state<br />
complessivamente 165 (20 in meno rispetto all’anno precedente), delle quali 89 si sono rivolte<br />
al Centro per la prima volta. Le prestazioni erogate alle utenti sono state complessivamente<br />
1.365.<br />
Nelle due strutture protette sono state ospitate complessivamente 38 donne (19 per<br />
struttura). Di queste 13 erano presenti nelle residenze protette già dal 2005 e 25 sono nuove<br />
utenti ammesse. I fi gli e le fi glie accolte sono stati 29, di cui 9 per ospitazioni avviate nel 2005<br />
e 20 per nuove accoglienze.<br />
117
Fig. 62 - Donne e bambini/e ospitati presso le strutture residenziali protette - <strong>2006</strong><br />
GEA*<br />
donne<br />
Alloggi<br />
Protetti**<br />
*Gea – capacità di accoglienza: 6 posti<br />
** Alloggi protetti – capacità di accoglienza: 7 posti<br />
totale<br />
GEA*<br />
bambini<br />
Alloggi<br />
Protetti**<br />
Totale<br />
ospitazioni 2005 6 7 13 4 5 9<br />
nuove ammissioni 13 12 25 8 12 20<br />
Totale 19 19 38 12 17 29<br />
Analizzando chi agisce violenza sulla donna, si conferma il trend del 2005 e cioè che nella<br />
quasi totalità dei casi il maltrattatore è un familiare, o più di uno su una stessa donna,<br />
o una persona conosciuta (97%) rispetto ad un estraneo (3%).<br />
Rispetto al tipo di violenza agita da questi uomini sulle donne che si sono rivolte al Centro<br />
ed a quelle accolte nella Casa, emerge che più diffusamente i maltrattamenti sono perpetrati<br />
contemporaneamente in forme diverse.<br />
Fig. 63 - Tipologia di violenza subita dalle donne - <strong>2006</strong><br />
40%<br />
35%<br />
30%<br />
25%<br />
20%<br />
15%<br />
10%<br />
5%<br />
0%<br />
14%<br />
36%<br />
0% 2% 0,5%<br />
05%<br />
2%<br />
7%<br />
3%<br />
23%<br />
1%<br />
11%<br />
psicologica<br />
fisica<br />
sessuale<br />
economica<br />
psicologica-fisica<br />
psicologica-sessuale<br />
psicologica-economica<br />
psicologica-fisica-sessuale<br />
psicologica-fisica-economica<br />
psicologica-sessuale-economica<br />
psicologica-fisica-sessuale-economica<br />
118
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
Nell’ambito delle tipologie di violenza esclusiva, quella di tipo solo psicologico è la più<br />
frequente ed è pari al 14% delle donne seguite; meno diffuse quella solo sessuale (2%),<br />
quella economica (0,5%). Nessun caso invece per la violenza esclusivamente di tipo fi sico.<br />
Rispetto alle violenze di tipo plurimo, la variante più frequente è quella fi sica e psicologica<br />
(36%), a cui, nel 23% dei casi, si aggiunge anche quella di tipo economico. A seguire le altre<br />
tipologie miste, fra le quali la violenza psicologica e sessuale (11%) e quella psicologica ed<br />
economica (7%).<br />
Considerata la diffusione della violenza psicologica, unita a quella economica o sessuale,<br />
signifi cativo è precisare che la violenza psicologica può essere percepita, erroneamente,<br />
dalle stesse vittime come meno grave rispetto a quella fi sica - addirittura non essere<br />
considerata violenza - mentre, in realtà, tale tipo di abuso ha effetti altrettanto negativi per<br />
la donna quanto quelli fi sici. Il maltrattamento psicologico mira a privare di valore la donna,<br />
provocando un senso di inadeguatezza, isolamento e di diminuzione e/o perdita di autostima<br />
e, quando collegata a quella economica, perdita di autonomia della donna, con conseguenze<br />
sia sul piano fi sico che mentale.<br />
“La violenza lascia profonde cicatrici sia sul corpo che nell’anima e<br />
distrugge l’autostima e l’autonomia dell’individuo. In linea di massima<br />
tutte le donne che vivono o hanno vissuto situazioni di violenza perdono<br />
la fi ducia in sé, in funzione della mancanza di rispetto che hanno<br />
conosciuto con parole di disprezzo e con ferite fi siche. La donna che ha<br />
subito violenza parla di se stessa in termini negativi, si attribuisce basso<br />
valore personale e si riconosce pochissime capacità. Nella relazione<br />
con una donna maltrattata è assolutamente necessario sostenere<br />
l’autostima di quest’ultima. Per farlo, l’operatrice deve far riconoscere<br />
alla donna i propri lati positivi, le proprie iniziative, i cambiamenti positivi<br />
che è riuscita ad intraprendere, rinforzandola in modo congruente.<br />
Farle vedere che la riuscita dei suoi sforzi le permette di nutrire la sua<br />
autostima. Questi rinforzi le devono essere indirizzati in quanto individuo<br />
e non in funzione dei ruoli che assume. Diventa importante permetterle<br />
di vedere che è lei che ha delle capacità al di fuori di qualsiasi riferimento<br />
ai suoi ruoli. La donna maltrattata si considera spesso responsabile<br />
della situazione di violenza che vive o che ha vissuto. La relazione<br />
con l’operatrice le permetterà di conoscere meglio gli elementi che<br />
interagiscono o hanno interagito nella situazione di violenza: riconoscere<br />
questi fattori, identifi carli in maniera chiara, può essere di grande aiuto<br />
alla donna per aumentare la sua autostima, constatando che i fattori<br />
che compongono una situazione di violenza sono numerosi e che<br />
quindi la donna non se ne può attribuire la responsabilità. È importante<br />
che l’operatrice analizzi chiaramente il contesto di violenza per aiutare la<br />
donna maltrattata a vedersi nell’insieme della situazione e a identifi care<br />
le pressioni e i messaggi che riceve e che ha potuto assorbire: la donna<br />
potrà poi ridurre l’ampiezza di certi sentimenti e potrà contribuire ad<br />
aumentare la stima di sé. È importante inoltre che la donna percepisca<br />
una chiara posizione contro la violenza: la denuncia della situazione di<br />
violenza mantenuta dall’operatrice permetterà alla donna maltrattata di<br />
non vedersi più come una persona senza valore, ma come un individuo<br />
che si è ribellato, ha reagito ad un clima di violenza. Ciò può abbassare<br />
la percezione negativa di se stessa e la sua posizione di vittima. Incitare<br />
una donna in situazione di violenza a giudicare da sola una situazione<br />
“<br />
Come si interviene per far<br />
riacquistare l’autostima a<br />
una donna che ha subito<br />
violenza?<br />
”<br />
119<br />
Adulti 2.5
“<br />
Quali sono le resistenze<br />
delle donne nel denunciare<br />
chi le ha sottoposte<br />
a violenza? Quali metodi<br />
si possono adottare per<br />
superare tali resistenze?<br />
”<br />
e sostenerla quando il suo giudizio è esatto le permetterà di aumentare<br />
la fi ducia in se stessa e accrescere la sua autostima. L’autonomia e<br />
l’autostima sono due elementi correlati. Più una donna in situazione di<br />
violenza riuscirà ad aumentare la sua autostima, più sarà in grado di<br />
vivere in maniera indipendente. L’aumento del grado di autonomia le<br />
permetterà di fare nuovi passi da sola e rinforzerà implicitamente anche<br />
la sua autostima”.<br />
Sabrina Di Blasi educatrice professionale team di GEA<br />
“Le donne che subiscono violenza spesso si assumono su di loro la<br />
responsabilità della violenza, perché nella nostra società vige un sistema<br />
di valori che attribuisce alla donna la responsabilità dell’armonia nella<br />
coppia e nella famiglia. A ciò va aggiunto l’isolamento <strong>sociale</strong> della<br />
donna soprattutto tra le popolazioni immigrate, perché in questa cultura<br />
una separazione da un uomo – e quindi dal suo contesto culturale<br />
– è profondamente disapprovata e quindi connessa ad una grande<br />
vergogna. Oltre a questo, si tratta comunque dell’uomo che hanno amato<br />
e del padre dei loro fi gli; esiste quindi un profondo legame emotivo che<br />
spesso è associato a ricordi positivi. Tante donne non vogliono far vivere<br />
ai loro fi gli la separazione dal padre o dalla situazione abituale. A ciò si<br />
aggiunge una situazione di insicurezza economica, come la dipendenza<br />
economica dal partner violento. Ma anche la profonda convinzione di non<br />
riuscire da sole nella vita. Una vita autonoma, indipendente, responsabile<br />
è per la maggior parte delle donne che hanno subito violenza quasi<br />
inimmaginabile e connessa a molta ansia. Gioca un ruolo anche il fatto<br />
che il maltrattatore non venga punito dalla legge, o non adeguatamente.<br />
E’ molto importante per l’operatrice essere a conoscenza di queste<br />
insicurezze e paure delle donne con vissuti di violenza, perché è su<br />
questo che si basa l’intervento dell’operatrice. Innanzitutto deve essere<br />
chiaro alla vittima che noi operatrici le diamo fi ducia e che le diamo il<br />
tempo di raccontare, mostrando comprensione per la sua esperienza e<br />
i suoi sentimenti.<br />
Nel caso in cui la vittima si senta responsabile (colpevole) del<br />
comportamento violento del partner, è necessario farle comprendere che<br />
la responsabilità di ciò è sempre del partner. Deve anche essere chiarito<br />
alla donna che i bambini hanno un’incredibile capacità di adattamento e<br />
quindi non soffrono tanto per la separazione, quanto più per il modo in cui<br />
i genitori gestiscono la separazione. Le donne sono anche stimolate da<br />
parte nostra a ricordarsi le loro capacità in modo che possano riscoprire<br />
le proprie forze a darvi valore. Nel caso in cui la vittima dimostri paure<br />
esistenziali e timori di tipo economico, riceve da noi – eventualmente<br />
con l’aiuto di un’operatrice di assistenza economica - informazioni circa<br />
possibilità di sostegno economico e di esenzione da spese o la si mette<br />
in contatto con qualche organizzazione di ricerca lavoro. Per ridurre le<br />
insicurezze circa i propri diritti, viene offerta una consulenza giuridica<br />
gratuita. Questi sono solo alcuni dei più importanti interventi.<br />
Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno comprensione per il<br />
fenomeno della violenza sulle donne e sui bambini perché questo è il<br />
presupposto per un cambiamento.”<br />
Silke Pfitscher, direttrice degli alloggi protetti di Bolzano.<br />
120
i Servizi<br />
2.5 Adulti<br />
Fig. 64 - Area Adulti - costi diretti e fonti di finanziamento - <strong>2006</strong><br />
Area Adulti <strong>2006</strong><br />
Euro 2.166.843<br />
10%<br />
3%<br />
Area sociopedagogica per adulti<br />
Euro 322.944 - 15%<br />
2%<br />
15%<br />
Centro ascolto donne<br />
Euro 185.465 - 9%<br />
6%<br />
22%<br />
18%<br />
9%<br />
Casa delle donne e alloggi protetti<br />
Euro 382. 458 - 18%<br />
Consultori familiari<br />
Euro 493.693- 22%<br />
Help for Job<br />
Euro 138.696 - 6%<br />
Sportello badanti<br />
Euro 35.000 - 2%<br />
Laboratorio riabil. per alcoldipendenti<br />
Euro 209.858 - 10%<br />
Servizio “a bassa soglia” per tossicodipendenti<br />
Euro 335.332 - 15%<br />
Alloggi di passaggio per tossicodipendenti<br />
Euro 63.397 - 3%<br />
Adulti 2.5<br />
Finanziamento totale da parte della Provincia meno compartecipazione da parte<br />
degli utenti negli alloggi di passaggio di Euro 4.434<br />
121
Anziani 2.6<br />
Ai fi ni dell’accesso ai servizi è generalmente considerata anziana la persona che supera i 65<br />
anni di età. Nella città di Bolzano la popolazione anziana costituisce il 21,9% del totale della<br />
popolazione residente, con un incremento delle persone ultra sessantacinquenni, che sono<br />
passate nell’ultimo decennio da 18.263 a 21.885 unità. La popolazione anziana è in decisa<br />
crescita: secondo i dati dell’Uffi cio Statistica del Comune di Bolzano è possibile effettuare<br />
una previsione di aumento nei prossimi 10 anni della popolazione anziana del 16%, fi no<br />
quindi a superare le 24.000 unità.<br />
Il generalizzato aumento delle speranze di vita (a Bolzano, peraltro, ancora più alto che nel<br />
contesto nazionale) obbliga la Città a scelte precise in tema di politiche dei servizi rivolti<br />
alle persone anziane. Proprio per questo nel <strong>2006</strong> il consiglio comunale di Bolzano ha<br />
approvato Il Piano di settore dell’Area Anziani, un documento di pianifi cazione strategica e<br />
programmazione che defi nisce gli orientamenti e i progetti che si vogliono mettere in atto nel<br />
prossimo triennio. Il documento afferma con energia la riscoperta di questa età della vita,<br />
come fase in cui accanto alla maggiore probabilità di fragilità fi sica, psicologica o <strong>sociale</strong>, si<br />
aprono anche nuovi spazi di investimento progettuale e di coinvolgimento relazionale.<br />
Il Piano infatti, intende muoversi su due fronti: da un lato, quello della promozione di tutte<br />
le opportunità e gli strumenti affi nché le persone di questa età possano accedere ad una<br />
migliore qualità della vita; dall’altro, quello della costruzione di un sistema di servizi che sia<br />
in grado di sostenere e ridurre, per quanto possibile, ogni defi cit dell’autonomia individuale,<br />
attraverso interventi appropriati alle diversi tipologie di bisogno. (Piano di Settore Anziani<br />
– settembre <strong>2006</strong>).<br />
I servizi rivolti alla popolazione anziana sono di due tipi:<br />
• I servizi di assistenza territoriale destinati agli anziani che ancora vivono presso il proprio<br />
domicilio;<br />
• i servizi di accoglienza residenziale e semiresidenziale.<br />
Servizio sociopedagogico<br />
Il primo contatto della persona anziana con i servizi sociali a essa dedicati, avviene attraverso<br />
gli operatori socio-pedagogici presenti nei cinque distretti della città. Gli operatori ascoltano<br />
la persona anziana che si rivolge a loro, ne interpretano il reale bisogno – che talvolta è<br />
diverso da quello che viene palesato dalla persona – e trovano soluzioni per prevenire o<br />
rimuovere il bisogno stesso, accompagnando la persona anziana nella fase di acceso ai<br />
servizi specifi camente ad essa dedicati.<br />
Durante il <strong>2006</strong> gli anziani presi in carico dal servizio socio-pedagogico dei distretti<br />
sono stati 1.356, con un aumento pari al 6,6% dell’anno 2005 (1.272).<br />
122
i Servizi<br />
2.6 Anziani<br />
Fig. 65 - Distribuzione degli anziani in carico al servizio socio-pedagogico per<br />
quartiere - <strong>2006</strong><br />
18% 21%<br />
15%<br />
Don Bosco<br />
Centro Piani Rencio<br />
Oltrisarco - Aslago<br />
Europa Novacella<br />
Gries - S.Quirino<br />
29%<br />
17%<br />
Questi 1.356 utenti corrispondono al 6,2% della popolazione anziana con età superiore<br />
ai 65 anni residente nella città di Bolzano (21.885) e all’1,4 % della popolazione totale. La<br />
maggior parte degli utenti sono seguiti nel distretto Europa – Novacella, che ne conta 403<br />
(corrispondente al 9,3% della popolazione anziana residente nel quartiere; si consideri che il<br />
quartiere Europa – Novacella è quello con il maggior numero di persone anziane residenti).<br />
Negli altri distretti il numero degli utenti varia tra i 197 del quartiere Centro – Piani – Rencio<br />
e i 283 del quartiere Don Bosco. Ma in termini di percentuale degli anziani seguiti sul totale<br />
degli anziani residenti, dopo il distretto Europa – Novacella il distretto con più utenza è quello<br />
di Oltrisarco Aslago che raggiunge il 9% con 225 utenti.<br />
Nella tabella seguente sono evidenziate le principali cause per le quali le persone anziane<br />
sono seguite dal servizi socio-pedagogico: il 77% di esse hanno prevalentemente<br />
problemi di salute e ciò comporta l’accompagnamento della persona anziana verso servizi<br />
aziendali che erogano prestazioni adatte al livello di autonomia e di gravita della situazione<br />
psico – fi sica, ma anche <strong>sociale</strong> della persona. Il 7% degli utenti hanno problemi di natura<br />
economica e vengono quindi accompagnati e sostenuti nella formulazione della richiesta<br />
di assistenza economica; mentre il 16% necessita di sostegno socio – educativo; i quattro<br />
casi di violenza si riferiscono a maltrattamenti in situazioni particolari dovute alla presenza in<br />
famiglia di fi gli tossicodipendenti o malati psichici.<br />
Anziani 2.6<br />
123
Fig. 66 - Anziani con indicazione del motivo prevalente di presa in carico - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
Quirino<br />
Totale<br />
problemi abitativi 4 18 8 9 5 44<br />
problemi economici 13 11 17 41 11 93<br />
problemi familiari di<br />
relazione<br />
6 4 25 20 6 61<br />
emarginazione <strong>sociale</strong> 5 6 12 21 6 50<br />
problemi di salute 247 154 160 281 208 1.050<br />
problemi psichici 3 4 2 28 6 43<br />
problemi di dipendenza 4 - - 1 2 7<br />
abuso/violenza 1 - 1 2 - 4<br />
altro motivo (consulenza) - - - - 4 4<br />
Totale 283 197 225 403 248 1.356<br />
Fig. 67 - Prestazioni erogate dal servizio socio-pedagogico a favore di anziani - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
Quirino<br />
Totale<br />
sostegno socio-educativo 18 77 49 75 13 232<br />
ricerca/inserimento lavoro - - - 1 - 1<br />
sostegno a problemi<br />
abitativi<br />
accomp. sostegno<br />
economico<br />
22 82 11 10 5 130<br />
45 22 61 37 19 184<br />
affi damento ad un servizio 111 59 - 46 69 285<br />
inserimento in struttura<br />
residenziale<br />
altro (Centri ass.diurna, serv.<br />
domiciliari, mensa, pasti)<br />
59 63 33 82 32 269<br />
20 13 90 112 156 391<br />
Totale 275 316 244 363 294 1.492<br />
124
i Servizi<br />
2.6 Anziani<br />
Servizio emergenza anziani<br />
Può anche accadere che il primo contatto tra l’anziano e il mondo dei servizi non passi<br />
tramite il distretto <strong>sociale</strong>, ma tramite il Servizio Emergenza Anziani, un numero verde dietro<br />
cui opera una forma di collaborazione ormai collaudata tra risorse pubbliche e mondo<br />
dell’associazionismo. A seguito della richiesta rivolta dalla persona anziana telefonicamente,<br />
l’operatore mette in moto una serie di attività per poter offrire una valida risposta. Se il<br />
bisogno espresso è soddisfabile dal mondo del volontariato (es: compagnia, tempo libero,<br />
socializzazione, ascolto, ecc.) esso viene prontamente attivato; se invece il bisogno richiede<br />
una risposta professionale e specialistica l’anziano viene indirizzato al servizio sociopedagogico<br />
del distretto in cui abita.<br />
Durante l’anno <strong>2006</strong> il servizio Emergenza Anziani ha coinvolto 16 associazioni che hanno<br />
prestato aiuto a 360 anziani con un totale di 12.100 ore di volontariato. 36 anziani avevano<br />
problematiche tali per cui sono stati indirizzati ai servizi distrettuali del distretto in cui<br />
abitano.<br />
Fig. 68 - Utenti e volontariato del servizio “Emergenza Anziani” - <strong>2006</strong><br />
n.<br />
associazioni<br />
coinvolte<br />
totale anziani<br />
seguiti dalle<br />
associazioni<br />
anziani nuovi<br />
che si sono<br />
rivolti al servizio<br />
E.A.<br />
n.<br />
volontari<br />
attivati<br />
n. ore di<br />
volontariato<br />
offerto<br />
16 360 239 170 12.100<br />
Servizio di assistenza domiciliare<br />
Anziani 2.6<br />
I servizi di assistenza domiciliare sono orientati a supportare chi ha perso, in via temporanea<br />
o defi nitiva, la propria autonomia e vengono prestati presso l’abitazione della persona e/o<br />
presso centri diurni al fi ne di garantire una più soddisfacente qualità della vita, prevenendo<br />
il trasferimento in strutture residenziali. Si tratta di servizi che spaziano dall’aiuto domestico,<br />
all’igiene della persona, ad attività socio-geriatrica. Questi servizi si rivolgono a tutte le fasce<br />
di età, ma la maggior parte degli utenti sono persone anziane: il 90,5% degli utenti (3.250<br />
persone) hanno infatti età superiore ai 65 anni, il 6,4% sono di età compresa tra i 60 ed<br />
i 64 anni, mentre solo il 3,1% appartiene ad altre fasce di età.<br />
125
Fig. 69 - Utenti Servizi Assistenza Domiciliare per fasce di età - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa Novacella<br />
Gries Quirino<br />
Totale<br />
Totali<br />
parziali<br />
18-39 9 - 3 2 2 16<br />
40-59 46 14 7 13 17 97 113<br />
60-64 71 34 25 50 49 229 229<br />
65-69 154 67 70 77 99 467<br />
70-74 127 90 105 99 121 542<br />
75-79 189 141 118 126 179 753<br />
80-84 194 137 116 128 189 764<br />
>85 156 157 92 131 188 724 3.250<br />
Totale 946 626 536 626 844 3.578<br />
I 3.250 anziani che usufruiscono del servizio sono prevalentemente persone che vivono<br />
sole (il 64,4% sul totale degli utenti), il 24,9% invece vive con il coniuge/partner senza fi gli.<br />
Fig. 70 - Utenti anziani per situazione familiare - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
Quirino<br />
Totale<br />
genitore singolo con<br />
fi glio<br />
- - 1 4 1 6<br />
vive solo 521 475 230 374 492 2.092<br />
vive con altre persone<br />
non familiari<br />
5 1 5 6 4 21<br />
vive con altri familiari 44 20 56 30 47 197<br />
vive con coniuge<br />
/ partner con fi gli<br />
vive con coniuge<br />
/ partner senza fi gli<br />
18 8 25 17 41 109<br />
231 84 180 128 186 809<br />
vive con genitore 1 - 1 - 1 3<br />
vive in struttura <strong>sociale</strong><br />
o sanitaria<br />
Totale ore di<br />
assistenza<br />
- 4 3 2 4 13<br />
820 592 501 561 776 3.250<br />
126
i Servizi<br />
2.6 Anziani<br />
Il 48,3% delle persone seguite dall’assistenza domiciliare sono anziani debilitati e senza<br />
patologie particolari, ovvero il loro bisogno deriva da questioni più legate all’età che a<br />
patologie sanitarie; il 13,8% invece è affetto da situazioni sanitarie particolari (malati<br />
acuti, terminali, disabili ecc.), mentre il restante 37,9% non soffre di alcuna limitazione<br />
fisica o psichica.<br />
Fig. 71 - Utenti anziani per tipologia - <strong>2006</strong><br />
Don<br />
Bosco<br />
Centro<br />
Piani<br />
Rencio<br />
Oltrisarco<br />
Aslago<br />
Europa<br />
Novacella<br />
Gries<br />
Quirino<br />
Totale<br />
affetto da forme di<br />
dipendenza<br />
debilitato (+65 senza<br />
patologie particolari)<br />
disabile (handicap fi sico<br />
o cognitivo)<br />
- - 1 1 3 5<br />
353 106 331 483 298 1.571<br />
14 7 6 12 9 48<br />
malato acuto 24 4 22 18 19 87<br />
malato cronico/malattie<br />
degenerative<br />
132 7 86 25 43 293<br />
malato psichico - - 2 3 2 7<br />
malato terminale 2 1 1 - 3 7<br />
nessuna limitazione fi sica<br />
o psichica<br />
295 467 52 19 399 1.232<br />
Totale 820 592 501 561 776 3.250<br />
Gli utenti indicati come privi di limitazioni fi siche o psichiche sono persone anziane<br />
autosuffi cienti che usufruiscono delle prestazioni legate alla cura della persona presso<br />
i centri diurni. Le prestazioni presso il centro diurno mirano a svolgere una funzione di<br />
prevenzione e a sopperire alle diffi coltà che hanno le persone anziane nella movimentazione<br />
necessaria per un’accurata cura della persona; agiscono quindi in forma preventiva delle<br />
cadute, dei traumi ed delle complicazioni ad essi correlati; in secondo luogo, nel caso dei<br />
pedicure, oltre a prevenire problematiche legate alla deambulazione, forniscono un servizio<br />
di consulenza e di indirizzo per gli utenti nei confronti di servizi specialistici come ad esempio<br />
il servizio di podologia, di fi siatria ecc. Certamente la pedicure è la prestazione più richiesta<br />
al centro diurno.<br />
Anziani 2.6<br />
Di seguito vengono analizzati diversi tipi di servizio di cui gli anziani possono fruire: a domicilio<br />
o presso il centro. La consegna dei pasti è pur sempre un servizio che viene reso a domicilio,<br />
ma visto la numerosità dei fruitori si preferisce evidenziarlo a parte.<br />
La tabella seguente evidenzia quindi il numero degli utenti che hanno usufruito delle tre<br />
forme disponibili di assistenza offerte dal servizio : l’assistenza a domicilio, l’assistenza<br />
presso il centro diurno e la fornitura di pasti a domicilio. Si precisa che un utente può<br />
aver usufruito di più prestazioni, pertanto ogni tipologia di offerta va letta singolarmente.<br />
127
Fig. 72 - Utenti anziani per gruppo di prestazione - <strong>2006</strong><br />
n. utenti con<br />
prestazioni a<br />
domicilio<br />
n. utenti con pasti a<br />
domicilio<br />
n.utenti con<br />
prestazioni presso il<br />
Centro anziani<br />
Don Bosco 166 106 761<br />
Centro Piani Rencio 80 53 530<br />
Oltrisarco Aslago 83 tt53 446<br />
Europa Novacella 93 89 470<br />
Gries S.Quirino 151 135 636<br />
Totale 573 463 2.843<br />
Per quanto concerne le prestazioni relative all’assistenza presso il domicilio dell’utente<br />
esse sono prevalentemente quelle relative all’igiene della persona (65,9%) e all’aiuto<br />
domestico (24,3%) e, per il rimanente 9,8% all’accompagnamento, ad attività varie,<br />
ad attività socio - geriatriche ecc. per le quali il personale in servizio durante l’anno<br />
<strong>2006</strong> ha erogato complessivamente 39.529 ore di assistenza. A domicilio sono stati<br />
consegnati 3.322 pasti.<br />
Presso i centri diurni invece la prestazione maggiormente erogata è quella di pedicure<br />
(10.948 pedicure) e di bagno/doccia assistito (688 bagni).<br />
“<br />
Perché è importate riuscire<br />
a far vivere l’anziano<br />
il più possibile a casa<br />
propria? È sufficiente<br />
il servizio di assistenza<br />
domiciliare perché ciò<br />
avvenga?<br />
Durante il <strong>2006</strong> il centro diurno di via Catinaccio nel quartiere Centro Piani Rencio avrebbe<br />
dovuto trasferito in via Vintler 4, nello stabile che ospita anche gli alloggi per anziani.<br />
L’obiettivo non è stato raggiunto perché i lavori strutturali e le procedure per l’arredamento<br />
hanno richiesto più tempo e pertanto l’apertura slitta al 2007.<br />
”<br />
“Far vivere l’anziano il più a lungo possibile a casa propria è importante<br />
innanzitutto per soddisfare uno dei principali desideri di questa<br />
popolazione, espresso il più delle volte anche dai parenti. È però<br />
indispensabile valutare lo stato di autosuffi cienza psicomotoria della<br />
persona per dare la risposta più adeguata al reale stato di bisogno<br />
rilevato. Il ventaglio di possibilità è ampio: servizio domiciliare, appunto,<br />
centri diurni, centri di assistenza diurna, ammissioni temporanee in<br />
strutture residenziali,soggiorni estivi, residenze assistite (case di riposo<br />
e centri di degenza). In secondo luogo il servizio di aiuto domiciliare<br />
consente un’ottimizzazione della spesa, considerato che il ricovero in<br />
struttura ha costi alquanto elevati. Il SAD contribuisce alla permanenza<br />
dell’utenza in misura considerevole in sinergia con altre risorse formali<br />
ed informali del territorio: in primo luogo. Particolarmente importante<br />
in tal senso è la collaborazione con il Servizio Infermieristico dell’ASL<br />
Territorio, presente anch’esso nei vari distretti. Un’ulteriore risposta è<br />
costituita dalle assistenti domiciliari private, meglio conosciute come<br />
badanti, dai volontari e dalla rete familiare e parentale dell’assistito. Nei<br />
confronti di tali persone che intervengono nell’assistenza domiciliare<br />
128
i Servizi<br />
2.6 Anziani<br />
riveste un’importanza fondamentale l’aspetto di indirizzo, formazione e<br />
consulenza svolto dal servizio, la cui presenza consente di ottimizzare<br />
la capacità di sostegno nei confronti dell’anziano, in un ottica di piena<br />
sussidiarietà.”<br />
Mauro Trincanato, Direttore Distretto Oltrisarco – Aslago<br />
Servizio mensa<br />
A supporto della distribuzione quotidiana dei pasti sul territorio cittadino, sono presenti in<br />
città alcune mense, che offrono ad anziani ancora in grado di muoversi autonomamente la<br />
possibilità di condividere con altre persone il momento del pasto e nel contempo di seguire<br />
un regime alimentare e nutrizionale adeguato al fabbisogno.<br />
Le mense a disposizione delle persone anziane sono tre, distribuite nei quartieri di Don<br />
Bosco, Oltrisarco – Aslago, Centro – Piani – Rencio.<br />
Fig. 73 - Utenti delle mense per anziani e pasti consumati - <strong>2006</strong><br />
Mense<br />
Utenti nell’anno<br />
nuovi utenti nel<br />
corso dell’anno<br />
Pasti erogati<br />
nell’arco dell’anno<br />
CLAB - Centro 458 71 51.389<br />
Don Bosco 54 15 10.216<br />
Oltrisarco 45 8 6.500<br />
Totale 557 94 68.105<br />
Soggiorni climatici per persone parzialmente o non autosuffi cienti<br />
Anziani 2.6<br />
L’A zienda Servizi Sociali di Bolzano organizza soggiorni marini estivi per anziani parzialmente<br />
o totalmente non autosuffi cienti. Si tratta di soggiorni in località marine che offrono all’anziano<br />
le necessarie comodità in una struttura priva di barriere architettoniche. Durante il viaggio<br />
di andata e ritorno e durante tutto il soggiorno gli anziani possono contare su un’adeguata<br />
assistenza geriatrica ed infermieristica da parte di personale qualifi cato, oltre che attività di<br />
intrattenimento ed animazione.<br />
Nell’anno <strong>2006</strong> sono stati organizzati 5 soggiorni presso la struttura “12 Stelle” di<br />
Cesenatico, di questi 4 turni erano riservati a persone parzialmente o non autosuffi cienti con<br />
età superiore ai 60 anni ed un turno è stato riservato a persone con età superiore ai 35 anni<br />
affetti da disagio psichico.<br />
129
Fig. 74 - Utenti parzialmente o non autosufficienti partecipanti ai soggiorni climatici <strong>2006</strong><br />
Utenti per fasce di età 60-70 71-80 81-90 91-100 Totale<br />
Donne 6 16 32 4 58<br />
Uomini 6 5 7 3 21<br />
Totale 12 21 39 7 79<br />
Centri di assistenza diurna<br />
I centri di assistenza diurna sono servizi semiresidenziali a supporto degli anziani non<br />
autosuffi cienti e delle loro famiglie. Essi offrono accoglienza diurna a persone anziane<br />
che, per motivi psichici o fi sici, non sono in grado di rimanere sole a casa propria. Questi<br />
servizi si pongono in una posizione intermedia nella rete dei servizi per anziani, fra i servizi<br />
di assistenza domiciliare e le strutture residenziali,e mirano ad evitare il ricorso precoce alla<br />
casa di riposo o al centro di degenza.<br />
Costituiscono inoltre un importante servizio di “sollievo” per i familiari che si occupano<br />
dell’assistenza all’anziano.<br />
Nella città di Bolzano sono presenti due centri: il centro Maso Premstaller, specializzato<br />
nell’assistenza a persone affette da Alzheimer, ed il centro Europa situato presso la struttura<br />
di degenza Villa Europa. Gli utenti che hanno usufruito del servizio, durante l’anno <strong>2006</strong> sono<br />
stati 60, contro i 71 dello scorso anno, raggiungendo una percentuale media di copertura<br />
complessiva pari al 48%.<br />
Fig. 75 - Utenti dei centri di assistenza diurna e grado di copertura delle strutture<br />
Centri di assistenza<br />
diurna<br />
posti<br />
utenti nell’anno<br />
Totale<br />
utenti<br />
%grado di<br />
copertura<br />
media<br />
nell’anno<br />
maschi<br />
femmine<br />
in base alle<br />
effettive<br />
presenze<br />
Villa Europa 16 5 22 27 39,5%<br />
Maso Premstaller 20 13 20 33 57,6%<br />
Totale 36 18 42 60<br />
130
i Servizi<br />
2.6 Anziani<br />
Le percentuali di utilizzo delle due strutture non sono ottimali in termini quantitativi, ma si<br />
deve sottolineare che i centri rispondono ad importanti bisogni delle famiglie che trovano un<br />
grande sollievo nella frequenza del proprio familiare nelle strutture. Il servizio è quindi basato<br />
più sulla qualità che sulla quantità in quanto gestisce situazioni a volte molto diffi cili. E’<br />
importante inoltre evidenziare il fatto che negli ultimi mesi le presenze hanno registrato punte<br />
elevate con l’85% di copertura al Premstallerhof ed il 60% a villa Europa.<br />
“<br />
“Il trasferimento quotidiano al Centro potrebbe essere un problema,<br />
pertanto va fatto un lavoro organizzato e preciso proprio sull’abitudine I centri di assistenza<br />
a frequentare questo servizio. All’inizio devono essere poste molte diurna sono frequentati<br />
attenzioni e, soprattutto, riproposte quotidianamente nel medesimo anche da persone affette<br />
modo. Soltanto una metodologia rigida risolve le diffi coltà. A questo dal morbo di Alzheimer,<br />
ora le strutture sono preparate e, pertanto, il problema non si presenta.<br />
questa patologia sconvolge<br />
la vita della per-<br />
Se parliamo di rapporti tra ospiti, il primo aspetto da sottolineare è che<br />
nei Centri di assistenza diurna persone totalmente autosuffi cienti non<br />
possono essere accolte, in quanto sarebbero costrette a convivere sona che ne è affetta e<br />
con delle problematiche importanti degli attuali frequentatori (morbo dei familiari che le sono<br />
di Alzheimer). Gli operatori, sempre presenti, effettuano una continua vicini. La persona malata<br />
supervisione, non lasciano mai interagire da soli gli ospiti, favoriscono di Alzheimer vive in un<br />
e si adattano alle loro abitudini ed esigenze. Spesso vengono creati mondo fatto spesso di<br />
“angoli” dedicati anche a singoli ospiti per poter fornire la risposta più<br />
abitudini e ritmi consolidati.<br />
Come viene vissuto<br />
adeguata al loro bisogno. Per quanto riguarda i familiari, i benefi ci sono<br />
molteplici, purché la frequentazione del Centro non si risolva in una<br />
delega di assistenza: per la salute dell’ospite, infatti, è importante che il il trasferimento quotidiano<br />
al centro e quale il<br />
rapporto continui anche quando esce dal centro ed è altresì importante<br />
che vi sia uno stretto scambio di informazioni con la famiglia. In ogni rapporto fra gli altri ospiti?<br />
Quali sono i benefici?<br />
caso la frequentazione di un Centro di assistenza diurna è un vantaggio<br />
per i familiari, soprattutto per migliorare la loro qualità di vita. Maggiori E per i familiari?<br />
risposte si potranno dare alle famiglie qualora si riuscirà a vivere il Centro<br />
diurno come un’occasione importante per curare maggiormente con i<br />
”<br />
propri cari gli aspetti affettivi.”<br />
Paolo Zenatti, Direttore della Casa di Riposo “Villa Armonia” e<br />
del Centro di assistenza diurna Premstallerhof<br />
Anziani 2.6<br />
Strutture residenziali per anziani<br />
Le strutture residenziali per anziani in città di Bolzano, gestite dall’ASSB, sono costituite da<br />
tre case di riposo e due centri di degenza per una dotazione complessiva al 31.12.<strong>2006</strong> di<br />
441 posti letto (320 posti in casa di riposo e 121 posti in centro di degenza). L’offerta dei<br />
posti in strutture residenziali è destinata ad aumentare: nel dibattito locale sulle politiche<br />
assistenziali infatti, sono emerse ipotesi di realizzazione e/o ampliamento di case di riposo<br />
per altri 290 posti, oltre ad una tipologia innovativa di accoglienza, l’alloggio protetto,<br />
destinato a soggetti autosuffi cienti o parzialmente non autosuffi cienti.<br />
131
Fig. 76 - Strutture residenziali e grado di copertura – posti fissi - <strong>2006</strong><br />
Strutture residenziali<br />
n. posti letto fissi<br />
n. ospiti al 31.12<br />
(dato puntuale)<br />
% grado di<br />
copertura<br />
Villa Armonia 80 80 99,8%<br />
Don Bosco 165 164 98,6%<br />
Villa Serena 75 75 97,9%<br />
Grieserhof 33 31 98,5%<br />
Villa Europa 88 87 99,5%<br />
Totale 441 437 98,8%<br />
A questi posti sono da aggiungersi 12 posti per permanenze brevi (posti in ammissione<br />
temporanea). Si tratta di un’accoglienza di breve durata, preventivamente richiesta dalla<br />
famiglia dell’anziano e programmata in accordo con la disponibilità delle strutture. Attraverso<br />
tale forma di supporto alle famiglie nel corso dell’anno <strong>2006</strong> sono stati ospitati 129 anziani<br />
con una percentuale di copertura dei posti pari al 91,4%. La non completa copertura<br />
dei posti a disposizione ha diverse cause, in prima istanza la concentrazione delle domande<br />
in defi niti periodi dell’anno, coincidenti normalmente con periodi festivi.<br />
Fig. 77 - Posti letto ed utenti in ammissione temporanea - <strong>2006</strong><br />
Strutture residenziali<br />
n. posti letto<br />
permanenze brevi<br />
n. ospiti all’anno<br />
% grado di<br />
copertura<br />
Villa Armonia 2 21 88,5%<br />
Don Bosco - - 0%<br />
Villa Serena 1 10 65,5%<br />
Grieserhof 1 12 90,7%<br />
Villa Europa 8 86 84,0%<br />
Totale 12 129 91,4%<br />
L’età media degli ospiti è di 84 anni e la prevalenza di genere è femminile con il 77,3%<br />
rispetto al 22,7 di quella maschile.<br />
Delle 437 persone ospitate presso le strutture residenziali il 78,9% è caratterizzato<br />
da una non autosufficienza grave; le restanti persone si caratterizzano per una non<br />
autosuffi cienza leggera o media. Gli autosuffi cienti sono solo il 2,3% e sono le persone<br />
ammesse in struttura prima dell’entrata in vigore della revisione del regolamento che ha<br />
istituito il criterio dell’inserimento in struttura sulla base del bisogno sociosanitario.<br />
132
i Servizi<br />
2.6 Anziani<br />
Fig. 78 - Livello di autosufficienza degli ospiti in casa di riposo - <strong>2006</strong><br />
12,1%<br />
6,6%<br />
2,3%<br />
gravemente non autosufficiente - 78,9%<br />
autosufficiente - 2,3%<br />
leggermente non autosufficiente - 6,6%<br />
mediamente non autosufficiente - 12,1%<br />
78,9%<br />
Il dato relativo al livello di autosuffi cienza del <strong>2006</strong>, confrontato con i dati del quinquennio<br />
2002 – <strong>2006</strong>, indica un costante aumento della non autosuffi cienza negli anni infatti la percentuale<br />
di ospiti gravemente non autosuffi ciente è progressivamente salita fi no ad arrivare<br />
al 78,9%.<br />
Fig. 79 - Anziani non autosufficienti gravi ospiti delle strutture - <strong>2006</strong><br />
78,9%<br />
80<br />
76,0%<br />
69% 70,7% 73,6%<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
Anziani 2.6<br />
2002 2003 2004 2005 <strong>2006</strong><br />
133
La qualità assistenziale<br />
Il Piano di settore anziani rispetto al sistema dei servizi rivolti alla popolazione anziana individua<br />
come obiettivo primario quello di promuovere la qualità della vita dell’anziano, mantenendolo<br />
il più a lungo possibile nella propria casa; il compito delle strutture residenziali per anziani<br />
quindi diviene quello di orientare la propria mission da un generico servizio di accoglienza<br />
abitativa e di promozione del tempo libero, alla risposta specializzata a tutte quelle tipologie<br />
di bisogno non più assolvibili dai molteplici attori dell’assistenza domiciliare. Si rileva quindi<br />
la necessità una riorganizzazione dei servizi residenziali che puntino su modelli innovativi di<br />
accoglienza e orientata ad una pluralità di principi. E’ da menzionare anzitutto la rimozione<br />
/riduzione di ogni processo di emarginazione ed etichettamento nei confronti dei cittadini<br />
ospiti delle strutture attraverso:<br />
• l’apertura al territorio attraverso la più ampia fruizione degli spazi collettivi a disposizione<br />
delle strutture;<br />
• l’animazione relazionale orientata alla promozione dell’intergenerazionalità;<br />
• la ricerca di approcci strutturali innovativi: la polivalenza delle strutture con l’istituzione<br />
di nuclei specializzati in particolari patologie (Alzheimer, demenze, disabilità ecc.) sia<br />
permanenti che di assistenza diurna, l’affi ancamento di altre tipologie di struttura ecc.<br />
L’impegno delle singole case di riposo nel miglioramento della qualità del servizio si è mosso<br />
in diverse direzioni. E’ stato fatto molto sul versante degli aspetti socio – relazionali e di<br />
partecipazione alla vita <strong>sociale</strong> per garantire agli ospiti più qualità di vita e più soddisfazione.<br />
Anche sul lato del grado di apertura al coinvolgimento di persone esterne si è lavorato<br />
tanto. L’obiettivo è il benessere dei residenti ed il metodo per arrivarci è la costruzione di un<br />
ambiente di cura che è un insieme di spazio fi sico, persone e attività.<br />
Sul piano delle procedure di accoglienza ed inserimento dell’ospite, Villa Serena e Villa<br />
Armonia hanno lavorato all’introduzione e alla formazione della fi gura del “tutor”. Nell’obiettivo<br />
di confi gurare un servizio che non isoli gli anziani ma li mantenga aperti alla società circostante,<br />
Villa Armonia ha operato nella direzione di intergare tra le funzioni della sua struttura anche<br />
quella di riconfi gurarsi anche come centro attivo di vita <strong>sociale</strong>, attraverso la realizzazione di<br />
attività estese a tutta la cittadinanza. Villa Serena ha inoltre agito nell’obiettivo di favorire il<br />
mantenimento delle reti relazionali che presentavano anteriormente all’ingresso in struttura.<br />
Nella casa di riposo Don Bosco sono stati attivati progetti di animazione attraverso la pettherapy.<br />
Le residenze di Don Bosco e Villa Armonia hanno raggiunto anche il loro obiettivo<br />
per il <strong>2006</strong> di miglioramento della qualità di vita di residenti affetti da Alzheimer attraverso<br />
la realizzazione di nuclei ad essi dedicati. In base ad un progetto, sono stati curati con<br />
ristrutturazioni importanti gli aspetti strutturali delle case e di protezione degli ospiti, utilizzando<br />
al meglio gli spazi disponibili. Ciò ha permesso di creare spazi appositi di ospitalità secondo<br />
i più moderni principi di edilizia per utenti Alzheimer per 9 persone a Villa Armonia e 9 a Don<br />
Bosco. Non si è potuto invece realizzare, per mancanza di approvazione del fi nanziamento, il<br />
progetto di Villa Armonia di creazione di un alloggio protetto all’interno della Casa, che offrisse<br />
un alloggio temporaneo a persone anziane in situazione di emergenza <strong>sociale</strong>. La richiesta di<br />
fi nanziamento verrà nuovamente presentata nel 2007 e se ne attenderanno gli esiti.<br />
A fi ne anno <strong>2006</strong> le case di riposo hanno raggiunto un importante traguardo: la certifi cazione<br />
di qualità secondo i sistemi UNI-ISO con riferimento alla normativa di settore specifi ca per<br />
le residenze per anziani. Ciò signifi ca che attraverso un’ispezione compiuta da soggetti<br />
qualifi cati è risultato che l’ASSB segue procedure conformi a standard europei che<br />
assicurano risultati di qualità.<br />
134
i Servizi<br />
2.6 Anziani<br />
“La certifi cazione ISO e la UNI di settore prevedono l’applicazione di un<br />
metodo di lavoro chiaro e strutturato che ha lo scopo di raggiungere per<br />
i residenti delle strutture degli obiettivi di salute misurabili. Faccio degli<br />
esempi: nel caso di una persona a rischio lesioni da decubito vengono<br />
pianifi cati degli interventi per prevenirle e, a distanza di sei mesi, se<br />
ne verifi ca l’effi cacia. Se, invece, un ospite risulta – dopo una serie di<br />
test di evidenza scientifi ca contenuti nel “Pacchetto Laertes” - a rischio<br />
caduta, si mette in atto l’apposito “Piano anticadute”. Se, ancora, i test<br />
segnalano margini di miglioramento dei livelli autonomia di un residente,<br />
vengono pianifi cate delle specifi che azioni assistenziali di stimolazione<br />
che vanno a mettere in moto le sue capacità residue; anche in questo<br />
caso è prevista una verifi ca dei risultati ottenuti per proseguire o, se<br />
necessario, rivedere l’intervento. Come appare evidente, dunque,<br />
l’attenzione è stata spostata concretamente sui bisogni dei residenti<br />
con un’assunzione di responsabilità molto precisa. Il personale ha ora<br />
ha una strada da seguire, delle linee operative che gli consentono di<br />
investire tutte le energie nella relazione con l’utente poiché tutti gli altri<br />
aspetti sono già defi niti. I benefi ci, per gli uni e per gli altri, riguardano<br />
la centralità data alla persona, il signifi cato e la trasparenza di azioni e<br />
comportamenti: valori che fanno bene a tutti.”<br />
Carlo Alberto Librera, Direttore della Ripartizione Case di<br />
Riposo<br />
“<br />
In termini concreti, quali<br />
miglioramenti hanno portato<br />
per l’utente e per gli<br />
operatori la certificazione<br />
ISO e l’UNI di settore?<br />
”<br />
Anziani 2.6<br />
135
Fig. 80 - Area Anziani – Costi diretti e fonti di finanziamento <strong>2006</strong><br />
Area Anziani <strong>2006</strong><br />
costi diretti di gestione (senza case di riposo) Euro 5.174.796<br />
10%<br />
5%<br />
2%<br />
Area sociopedagogica<br />
Euro 282.576 - 5%<br />
Emergenza anziani<br />
Euro 88.176 - 2%<br />
Servizio assistenza domicilare<br />
Euro 2.501.740 - 48%<br />
12%<br />
Mense anziani<br />
Euro 253.689 - 5%<br />
Pasti a domicilio<br />
Euro 622.900 - 12%<br />
1%<br />
5%<br />
48%<br />
Soggiorni climatici per<br />
anziani non autosuffi cienti<br />
Euro 239.973 - 5%<br />
Stranieri in casa di riposo<br />
Euro 46.490 - 1%<br />
12%<br />
5%<br />
Centri diurni<br />
Euro 623.891 - 12%<br />
Centri assistenza diurna<br />
Euro 515.361 - 10%<br />
Area Anziani <strong>2006</strong><br />
fonti di finanziamento (senza case di riposo) Euro 5.174.796<br />
2%<br />
19%<br />
17%<br />
62%<br />
Provincia<br />
Euro 3.177.343 - 62%<br />
Utenti<br />
Euro 996.075 - 19%<br />
Comune<br />
Euro 872.640 - 17%<br />
Altro (FSE + comando dipendenti)<br />
Euro 128.738 - 2%<br />
136
i Servizi<br />
2.6 Anziani<br />
Fig. 81 - Area Anziani – Strutture residenziali per anziani - costi diretti e fonti di<br />
finanziamento -<strong>2006</strong><br />
Struttura<br />
Case di riposo e Centri di degenza - anno <strong>2006</strong><br />
n. posti<br />
letto<br />
costi diretti di gestione - Euro 20.258.935<br />
Costi diretti di gestione sono comprensivi di Euro 1.195.760 per spese di amministrazione delle strutture<br />
amministrazione<br />
servizi<br />
generali e<br />
cucina<br />
asistenza<br />
sanitaria<br />
assistenza<br />
diretta<br />
Totale<br />
Villa Armonia 2+* 80 188.979 1.163.904 476.115 1.387.540 3.216.538<br />
Don Bosco 1+* 75 146.915 984.225 510.620 1.236.209 2.877.999<br />
Villa Serena 1+* 33 338.642 485.876 366.656 601.263 1.792.437<br />
Grieserhof 165 318.445 2.280.176 1.190.922 2.762.920 6.552.463<br />
Villa Europa 8+* 88 202.779 1.292.023 1.006.559 1.944.652 4.446.013<br />
Totale 12+* 441 1.195.760 6.206.234 3.550.872 7.932.584 18.885.450<br />
* posti per permanenze brevi<br />
Case foranee<br />
Rette<br />
1.324.682<br />
Persone disabili >60 anni (in strutture handicap) 48.803<br />
Totale 20.258.935<br />
16%<br />
4%<br />
Case di riposo e Centri di degenza - anno <strong>2006</strong><br />
1% 2%<br />
fonti di finanziamento - Euro 20.258.935<br />
28%<br />
compartecipazioni utenti<br />
Euro 5.679.584 - 28%<br />
quota retta non autosuffi cienti<br />
a carico ASL<br />
Euro 6.437.079 - 32%<br />
rimborso ASL servizi infermieristici<br />
e fi s i ote ra p i c i<br />
Euro 3.365.816 - 17%<br />
Anziani 2.6<br />
17%<br />
32%<br />
integrazione rette da parte del Comune*<br />
Euro 3.275.813 - 16%<br />
integrazione bilancio da parte del Comune<br />
Euro 907.634 - 4%<br />
contributo provincia per spese<br />
di locazione Griserhof<br />
Euro 197.943 - 1%<br />
altro**<br />
Euro 395.006 - 2%<br />
* per strutture proprie e case foranee<br />
** altro: rimborso ticket, pasti personale, rimborso integrazione retta da parte della Provincia per persone<br />
disabili < 60 anni in case di riposo foranee, fondo maternità, donazioni/sponsor, rimanenze fi nali, sopravvenienze<br />
attive<br />
137
Persone in situazione di handicap<br />
e disagio psichico 2.7<br />
Durante il <strong>2006</strong> l’area delle disabilità è stata al centro dell’attenzione sia da parte della Provincia<br />
Autonoma di Bolzano che del Comune di Bolzano per l’individuazione ed elaborazione delle<br />
scelte politiche e strategiche per lo sviluppo di misure nel settore.<br />
Mentre la Provincia ha elaborato una prima bozza del piano di Settore Handicap a livello<br />
provinciale, il Comune e l’Azienda hanno elaborato il Piano di Settore Sociopsichiatria, che è<br />
già stato approvato dal Comune di Bolzano, ed il Piano di Settore Handicap per il territorio<br />
cittadino la cui elaborazione è decollata durante gli ultimi mesi del <strong>2006</strong>.<br />
Il Piano di Settore Sociopsichiatria analizza i vari aspetti dell’assistenza ad utenti<br />
con problematiche psichiatriche (seguiti dai distretti sociosanitari o ospiti delle strutture<br />
e dei servizi sovradistrettuali) partendo dal concetto di psichiatria <strong>sociale</strong> e attraverso<br />
l’interpretazione dei dati e delle informazioni raccolte nei diversi incontri con i rappresentanti<br />
delle strutture pubbliche e private. Particolare attenzione è dedicata alla collaborazione a<br />
livello operativo territoriale tra i servizi sociali e sanitari per rispondere in maniera adeguata<br />
ed integrata ai bisogni degli utenti.<br />
Il Piano di Settore Handicap invece, come già detto in fase di elaborazione, è decollato<br />
a fi ne anno con la presentazione del relativo progetto di realizzazione a tutti i portatori di<br />
interesse i quali hanno aderito in gran parte ai gruppi di lavoro sulle tematiche di cui si<br />
compone il piano medesimo:<br />
• tema “abitare, studiare e tempo libero per minori portatori di handicap e famiglia”<br />
• tema “lavoro ed occupazione per adulti portatori di handicap”<br />
• tema “abitare per adulti portatori di handicap”<br />
• tema “tempo libero ed integrazione <strong>sociale</strong> per adulti portatori di handicap”<br />
Non appena completato, il Piano di settore Handicap della città di Bolzano, fornirà un quadro<br />
completo sulla situazione del settore delle disabilità nei sui diversi aspetti, un programma di<br />
intervento per il prossimo triennio, l’analisi dei punti di forza e di debolezza nonché individuerà<br />
il fabbisogno di risorse necessarie allo sviluppo dei suddetti programmi e strategie.<br />
Servizi e strutture per persone in situazione di handicap<br />
All’interno del Servizio Handicap si guarda all’utente in un’ottica riabilitativa e socio<br />
– educativa; l’utente è visto nella sua globalità e quindi nella sua complessità di bisogni,<br />
capacità, risorse, potenzialità, ma anche limiti e diffi coltà.<br />
Gli interventi operativi sono fi nalizzati al recupero, all’ampliamento, al mantenimento delle<br />
capacità residue e si basano sui principi di sussidiarietà e di integrazione <strong>sociale</strong>. Il modo<br />
in cui l’operatore <strong>sociale</strong> si rapporta con il disabile pone l’accento sui concetti di empatia<br />
e di corretta relazione d’aiuto. Prendersi cura delle persone con handicap signifi ca porre<br />
l’individuo al centro di una serie di rapporti e relazioni signifi cative.<br />
138
i Servizi<br />
2.7 Persone in situazione di handicap e disagio psichico<br />
Per la progettazione degli interventi, laddove possibile, l’utente diventa parte attiva e<br />
consapevole di un processo educativo, può proporre obiettivi di miglioramento, viene<br />
incentivato ad accrescere il proprio grado di autocritica e di auto – osservazione.<br />
Seguendo l’approccio multidisciplinare e “di rete”, fondamentale è il coinvolgimento delle<br />
persone signifi cative all’interno dei vari sistemi di riferimento dell’utente (familiari, Servizi<br />
territoriali socio-sanitari, associazioni di volontariato, rete <strong>sociale</strong> di supporto ecc…).<br />
A partire da un’attenta e puntuale osservazione dell’utente ogni progetto viene programmato<br />
e formalizzato annualmente con documentazione specifi ca per ogni settore d’intervento<br />
dell’Uffi cio (settore strutture abitative, settore gruppi occupazionali, settore laboratori<br />
produttivi, settore laboratori sociopsichiatrici).<br />
L’organizzazione di alcuni servizi del settore handicap, nell’anno <strong>2006</strong>, ha subito alcune<br />
modifi che dovute al trasloco del convitto e del gruppo occupazionale che dalla sede di<br />
via Fago 14 si sono trasferiti nella struttura provvisoria presso l’ex hotel Bagni di Zolfo, per<br />
permettere i lavori di ristrutturazione.<br />
Interessante è stata l’iniziativa di adeguare l’offerta del servizio a nuovi bisogni dell’utenza<br />
attraverso la progettazione e attuazione di un gruppo “giorno e notte” Ai nove utenti<br />
in situazione di handicap grave e/o anziani che abiteranno stabilmente nel convitto, verrà<br />
garantita un’organizzazione della giornata che garantisca un maggior rispetto dei ritmi di vita<br />
e delle caratteristiche peculiari del gruppo, attraverso una serie di attività curata da un nucleo<br />
apposito di operatori.<br />
Durante il corso dell’anno sono state realizzate alcune attività volte a sensibilizzare la<br />
comunità sul tema della disabilità, che hanno contribuito alla promozione di una<br />
maggiore attivazione e socializzazione degli utenti.<br />
a) la rappresentazione teatrale di un gruppo occupazione della struttura di viale Europa<br />
nel mese di dicembre;<br />
b) in concomitanza con il convegno “Comunicare il Sociale”,organizzato dalla Provincia,<br />
nel mese di novembre <strong>2006</strong> è stata organizzata una mostra di gigantografi e di ritratti di<br />
utenti, sul ponte Talvera;<br />
c) con un contributo creativo (percorso tattile e contributo sonoro) il servizio handicap ha<br />
partecipato al convegno sul tema dell’handicap grave organizzato dalla Scuola per le<br />
professioni sociali in lingua tedesca di Bolzano;<br />
d) insieme alla circoscrizione di Gries é stata organizzata un mostra artistica la cui fi nalità<br />
era quella di sensibilizzare la cittadinanza sulle varie tematiche dell’handicap<br />
e) festa di Natale del Servizio che si è svolta presso la sede comunale di vicolo Gumer alla<br />
presenza del Sindaco, dell’Assessora comunale alle Politiche Sociali e di altre autorità.<br />
In questa circostanza è stato esposto il Presepe realizzato dagli utenti di un Gruppo<br />
occupazionale di Viale Europa<br />
2.7<br />
Persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico<br />
Purtroppo non è stato possibile realizzare un altro obiettivo che il servizio si era proposto<br />
ovvero l’apertura di un negozio di articoli artigianali prodotti dagli utenti e ciò a causa di<br />
diffi coltà nel reperimento di locali idonei ad ospitare, oltre al negozio, anche un annesso<br />
laboratorio protetto.<br />
Nella tabella che segue si riportano i dati relativi alle presenze nelle strutture residenziali.<br />
Lo scarto tra i posti disponibili e la presenza media effettiva nelle strutture dipende dal<br />
programma assistenziale predisposto per ciascun utente che prevede anche periodi di rientro<br />
in famiglia. Le strutture quindi di fatto sono sempre al completo. Nella tabella seguente non<br />
sono compresi i 5 posti per permanenze brevi, normalmente utilizzati per il sostegno alle<br />
famiglie che hanno parenti disabili in casa o riservati alle emergenze. Anche questi posti sono<br />
139
sempre occupati.<br />
Da un confronto dei dati dell’anno <strong>2006</strong> con quelli dell’anno precedente non emergono<br />
grandi differenze nel numero degli utenti, bensì un leggero calo del grado di copertura delle<br />
strutture residenziali (da 91% a 85,4%) dovuto, come già detto, ai rientri in famiglia, ma anche<br />
ai ricoveri degli utenti in strutture ospedaliere.<br />
Fig. 82 - Strutture residenziali per persone in situazione di handicap - <strong>2006</strong><br />
Strutture di<br />
accoglienza<br />
Convitto<br />
Fago 14<br />
Via<br />
capacità<br />
ricettiva<br />
giorni di<br />
apertura<br />
n.utenti al<br />
31.12<br />
presenze<br />
% di<br />
copertura<br />
presenza<br />
media<br />
24 365 24 7342 83,8% 20,1<br />
Convitto Via<br />
Mendola 121<br />
6 314 6 1717 91,1% 5,5<br />
Comunità<br />
alloggio Via<br />
Mendola 121<br />
8 365 8 2422 82,9% 6,6<br />
Convitto Viale<br />
Europa 138<br />
7 365 6 <strong>2006</strong> 78,5% 5,5<br />
Comunità<br />
alloggio Via<br />
Dalmazia 62<br />
3 365 3 1061 96,9% 2,9<br />
48 355 47 14.548 85,4% 40,6<br />
N.B. il convitto di via Fago 14 è stato trasferito presso la struttura Bagni di Zolfo; nel <strong>2006</strong> la comunità<br />
alloggio di viale Europa è stata trasformata in convitto<br />
Oltre ai servizi residenziali, il settore offre anche alcuni servizi a carattere semiresidenziale<br />
ovvero servizi diurni fi nalizzati all’inserimento occupazionale e/o lavorativo degli utenti. I<br />
laboratori protetti e riabilitativi ed i gruppi occupazionali accolgono persone con livelli di<br />
disabilità diversi, perciò sono organizzati tenendo conto della gravità degli utenti.<br />
Il laboratorio è un servizio a carattere diurno che offre attività educativo – occupazionali<br />
prevalentemente orientate alla produzione ed ha lo scopo di sviluppare e mantenere abilità<br />
e competenza nell’ambito lavorativo. Nel laboratorio le persone con disabilità trovano<br />
importanti occasioni di impiego e di socializzazione e convivenza attiva.<br />
Il servizio comprende varie tipi di laboratorio:<br />
• riabilitativo e addestrativo rivolti al collocamento al lavoro;<br />
• produttivo, nel quale vengono svolte attività produttive con un orientamento integrativo<br />
ed educativo che garantisce a persone con disabilità l’esercizio di una attività compatibile<br />
con la gravità dell’handicap; si caratterizza per un maggiore carattere “protetto” rispetto al<br />
laboratorio riabilitativo.<br />
I gruppi occupazionali sono servizi a carattere diurno rivolto a persone disabili medio<br />
- gravi ed offrono interventi di tipo riabilitativo, assistenziale ed educativo nonché attività<br />
occupazionali e ludico-creative. Le fi nalità sono il mantenimento delle capacità psicomotorie,<br />
l’integrazione <strong>sociale</strong> e la costruzione di una rete di relazioni.<br />
E’ necessaria una precisazione riguardo il laboratorio riabilitativo situato al Colle in quanto<br />
è un laboratorio rivolto ad una tipologia di utenza mista in cui nel <strong>2006</strong> sono state ospitate<br />
10 persone, delle quali tre con problemi di carattere psichico e sette con disabilità di tipo<br />
140
i Servizi<br />
2.7 Persone in situazione di handicap e disagio psichico<br />
cognitivo o altro; su questo laboratorio pertanto verrà proposto un approfondimento nel<br />
paragrafo riservato ai malati psichici.<br />
Rispetto allo scorso anno, inoltre, è stata soppressa l’assistenza a tempo prolungato, che<br />
ospitava utenti provenienti da vari gruppi oltre l’orario ordinario di apertura.<br />
Fig. 83 - Utenti dei laboratori produttivi - <strong>2006</strong><br />
Laboratori protetti<br />
capacità<br />
ricettiva<br />
giorni di<br />
apertura<br />
n. utenti<br />
al 31.12<br />
presenze<br />
% di<br />
copertura<br />
presenza<br />
media<br />
Via Roma 100 12 204 11 2.063 84,3% 10,1<br />
Via C. Weinegg 2 15 206 15 2.829 91,6% 13,7<br />
Colle 8 (riabilitativo) 12 239 10 1.774 61,9% 7,4<br />
39 216 36 6.666 79,0% 31,3<br />
Fig. 84 - Utenti dei gruppi occupazionali - <strong>2006</strong><br />
Gruppi<br />
occupazionali<br />
capacità<br />
ricettiva<br />
giorni di<br />
apertura<br />
n. utenti<br />
al 31.12<br />
presenze<br />
% di<br />
copertura<br />
presenza<br />
media<br />
Viale Druso 225* 8 203 8 1.083 66,7% 5,3<br />
Via Fago 14* 35 203 32 5.742 80,8% 28,3<br />
Viale Europa 138 24 206 24 4.376 88,5% 21,2<br />
67 204 64 11.201 82,0% 54,9<br />
2.7<br />
NB: il 27 novembre il gruppo è stato trasferito presso la struttura bagni di Zolfo<br />
Gli utenti del servizio sono in continuo cambiamento: l’età, le risorse, le capacità ed i<br />
bisogni mutano e si differenziano costantemente ed in questa dinamica sono inclusi anche<br />
i loro familiari. Particolare attenzione va data all’invecchiamento degli utenti che comporta<br />
l’adattamento dei servizi offerti in previsione del fatto che tra qualche anno ci saranno più<br />
persone a dover essere ospitate in strutture adeguate ad accogliere le persone disabili in<br />
età avanzata. Il piano del settore handicap infatti, nelle sue diverse dimensioni, cercherà di<br />
differenziare le strategie ed i programmi di intervento anche in base a queste esigenze.<br />
Nella tabella che segue possiamo osservare come la fascia di età prevalente sia sempre<br />
quella compresa tra i 30 ed i 49 anni, che rispetto allo scorso anno è aumentata di 7 unità<br />
così come quella degli ultra cinquantenni che è aumentata di 2 unità; gli utenti con età<br />
inferiore ai 29 anni sono diminuiti di 4 unità.<br />
Persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico<br />
Nel mese di novembre <strong>2006</strong> il convitto e tutti i gruppi occupazionali di via Fago 14 sono stati<br />
trasferiti nell’edifi cio dell’ex albergo “Bagni di Zolfo” in via S. Maurizio 93.<br />
Anche se l’ASSB era consapevole che un trasferimento di una struttura grande come quella<br />
di Via Fago 14 avrebbe rappresentato un grado di complessità molto elevata, durante il<br />
primo periodo di permanenza nella nuova sede le diffi coltà da superare sono state numerose<br />
(riscaldamento che non funzionava, perdite di acqua in diverse parti dell’edifi cio, ascensori<br />
fuori funzione). Le aspettative di trovarsi meglio in un edifi co appena ristrutturato sono<br />
sembrate svanite e lasciavano spazio a numerose polemiche da parte dei genitori e del<br />
personale. In questa situazione ASSB ha fatto il possibile per superare i disagi, spesso di<br />
tipo strutturale.<br />
141
Con l’uscita del Servizio Handicap da via Fago un laboratorio é stato trasferito in via Roma,<br />
o meglio è tornato nella sua sede originaria, che però ora è una struttura ristrutturata con<br />
ampi spazi che hanno permesso l’apertura di un punto vendita e l’inizio di nuove attività con<br />
sicura garanzia per una crescita anche qualitativa. Il trasloco da via Fago ha coinciso anche<br />
con la chiusura della piscina. Una soluzione alternativa é stata individuata a Merano presso<br />
il “Pastor Angelicus” e a Bolzano nel Blindenzentrum.<br />
Un gruppo occupazionale di via Druso é stato trasferito nell’edifi co “Bagni di Zolfo” perchè il<br />
proprietario dello stabile occupato ha espresso l’intenzione di volere vendere l’immobile.<br />
Fig. 85 - Utenti disabili per fasce di età e tipologia di servizio - <strong>2006</strong><br />
39<br />
fino a 29 anni<br />
30-49 anni<br />
oltre 50 anni<br />
30<br />
21<br />
13<br />
12<br />
13<br />
10<br />
4<br />
5<br />
strutture residenziali<br />
gruppi occupazionali<br />
laboratori protetti<br />
“<br />
Quali problemi comporta<br />
l’invecchiamento della<br />
popolazione disabile?<br />
Cosa si può fare nel breve<br />
periodo per adeguare<br />
gli interventi?<br />
”<br />
“Essendo la prima generazione di anziani ai quali i servizi dovranno<br />
garantire un’adeguata risposta si rende necessario proporre un<br />
approfondimento della tematica attraverso una formazione aggiuntiva del<br />
personale; si impone quindi un ripensamento dell’offerta del servizio che<br />
si esplica nell’erogazione di nuove forme di assistenza <strong>sociale</strong> ma anche<br />
integrata con i servizi sanitari (geriatria)<br />
Per gli utenti che già frequentano strutture abitative é stato creato un<br />
nucleo abitativo che accoglie utenti anziani in favore dei quali é stata<br />
pensata una strutturazione della giornata che rispetti maggiormente i<br />
mutati ritmi di vita; infatti gli utenti risiedono stabilmente nella struttura<br />
abitativa e svolgono attività calibrate sulle capacità residue dei singoli<br />
utenti senza frequentare i laboratori i cui ritmi per loro sarebbero troppo<br />
faticosi. Per gli utenti anziani che frequentano soltanto le strutture diurne<br />
e che risiedono ancora in famiglia, il tema del dopo noi é particolarmente<br />
sentito dai familiari e parenti; si tratta di monitorare e di pianifi care<br />
interventi nel breve periodo (es. nomina di un tutore o di un amministratore<br />
di sostegno, individuare una soluzione abitativa adeguata per il futuro,)”<br />
Per gli anziani disabili non ancora conosciuti dal nostro servizio si rende<br />
necessario intensifi care la collaborazione con i servizi sociosanitari<br />
distrettuali ed i servizi specialistici per individuare i bisogni sommersi.”<br />
Loredana Zanella, Educatrice del Convitto di Via Mendola<br />
142
i Servizi<br />
2.7 Persone in situazione di handicap e disagio psichico<br />
“Il ‘dopo di noi’ è una bella parola, ma dietro ci devono essere le<br />
persone. Proprio i genitori, invece, secondo la mia esperienza, sono<br />
poco presenti quando si parla di persone – fi gli – disabili. Credo che sia<br />
stato il benessere della nostra terra a creare la distanza, a generare una<br />
mancanza di partecipazione che sta diventando grave, una passività<br />
pericolosa. I genitori non possono solo lamentarsi, non possono<br />
pensare: “Tanto la Provincia dovrà sempre occuparsi dei nostri fi gli”. Non<br />
è così, i fondi cominciano a scarseggiare e, poi, il mondo dell’handicap è<br />
cambiato; i ragazzi, ad esempio, vogliono uscire di casa, non accettano<br />
più di restare sino a 50 anni con una famiglia protettiva. Dunque, non<br />
possiamo solo lamentarci: dobbiamo sederci attorno a un tavolo<br />
per trovare delle soluzioni da presentare ai servizi sociali, dobbiamo<br />
diventare partner propositivi per i politici. Siamo cresciuti molto in fretta,<br />
abbiamo l’integrazione, tanti utili servizi, ma non possiamo sapere dopo<br />
di noi che cosa ci sarà mentre abbiamo il dovere di garantire un bagaglio<br />
di possibilità ai nostri ragazzi per renderli il più autonomi possibile.<br />
Noi, come genitori. Invece, al momento, anche nei gruppi di lavoro per<br />
l’elaborazione del piano di settore Handicap dell’ASSB vedo una scarsa<br />
partecipazione.”<br />
Gertrud Calenzani, Presidente Associazione genitori di persone<br />
in situazione di handicap – AEB<br />
“<br />
Qual è il ruolo dei genitori<br />
delle persone disabili, soprattutto<br />
con l’avanzare<br />
dell’età?<br />
”<br />
2.7<br />
Servizi e strutture per persone in situazione di disagio psichico<br />
Come accennato in premessa, nel corso dell’anno <strong>2006</strong> è stato approvato il Piano del<br />
Settore Sociopsichiatria. La psichiatria <strong>sociale</strong>, nel suo approccio teorico e pratico, si<br />
occupa della dimensione <strong>sociale</strong> dei sintomi psichiatrici. Per dimensione <strong>sociale</strong> si intendono<br />
quei fattori sociali che possono favorire l’origine di disturbi psichici, ma anche quelli che<br />
possono infl uire positivamente sul percorso riabilitativo.<br />
La persona con problematiche psichiche deve essere considerata nella sua globalità, cioè<br />
tenendo conto del suo contesto <strong>sociale</strong> e culturale (famiglia, lavoro, rete <strong>sociale</strong>, tempo<br />
libero); questa visione globale è indispensabile perché spesso l’utente con problematiche<br />
psichiche, in seguito alla sua malattia, perde una serie di competenze che sono invece<br />
necessarie per una vita autonoma nel suo contesto <strong>sociale</strong>.<br />
Si tratta dunque di superare la riduttiva immagine di “malati” da diagnosticare e recuperare,<br />
riconoscendo il loro diritto di cittadini ad essere coinvolti in tutti i progetti propositivi ed<br />
innovativi, che offrono esperienze comunicative, di socializzazione e di incontro con altri e di<br />
utilizzare strategie che possano abbattere il pregiudizio, l’indifferenza e la diffi denza.<br />
Persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico<br />
143
“<br />
Con quali azioni si interviene<br />
concretamente<br />
per far riconoscere alle<br />
persone con disagio psichico<br />
i loro diritti di cittadinanza<br />
e per abbattere<br />
pregiudizi e indifferenza?<br />
”<br />
“Innanzitutto credo che sia importante sottolineare il fatto che le persone<br />
con disagio psichico sono portatori di diritti come tutti gli altri cittadini nei<br />
vari ambiti della vita (lavoro, abitare- tempo libero ecc) per cui il primo<br />
passo é quello di fare conoscere la rete di servizi di cui disponiamo noi e<br />
che esistono anche al di fuori. Per quanto riguarda il discorso di abbattere<br />
pregiudizi e indifferenza credo che sia importante superare la riduttiva<br />
immagine di “malati” da diagnosticare e recuperare, riconoscendo alle<br />
persone con disagio psichico il diritto di cittadini ad essere coinvolti in tutti<br />
i progetti propositivi ed innovativi che offrono esperienze comunicative, di<br />
socializzazione e di incontro con gli altri.”<br />
Reinhard Prossliner, direttore Ufficio servizi a persone in<br />
situazione di disagio psichico<br />
L’Azienda garantisce l’assistenza sociopsichiatrica attraverso:<br />
1) le strutture residenziali e semiresidenziali il cui ambito di intervento non è limitato al<br />
distretto, ma si estende a tutto il territorio di competenza dell’ente gestore;<br />
2) i distretti socio-sanitari che sono le unità territoriali ed organizzative che corrispondono ad<br />
un bacino di utenza defi n i to.<br />
Da un punto di vista normativo l’approccio sociopsichiatrico e le prestazioni a favore di utenti<br />
con problematiche psichiatriche è stato regolamentato per la prima volta con delibera della<br />
Giunta Provinciale dell’aprile del ‘92 con la quale veniva affi data la gestione delle strutture<br />
sociali per malati psichici ai centri sociali che allora gestivano tutte le strutture per disabili.<br />
Nel ’97 veniva approvato uno schema tipo di convenzione per la regolamentazione della<br />
collaborazione tra servizi sanitari e servizi sociali nel settore dell’assistenza psichiatrica.<br />
In una moderna rete terapeutica-assistenziale per malati psichici è di competenza dei servizi<br />
sociali la gestione dei seguenti servizi e strutture:<br />
a) comunità alloggio<br />
b) laboratorio protetto<br />
c) centro di training professionale<br />
d) punto di incontro<br />
Nel <strong>2006</strong> l’Azienda ha gestito, direttamente o in convenzione con terzi:<br />
• due laboratori per malati psichici, uno dei quali è al Colle, già citato nel paragrafo precedente<br />
perché è frequentato da utenza “mista”, ossia persone con problematiche di tipo cognitivo<br />
e di disagio psichico;<br />
• un centro di training professionale in convenzione con il Comitato Italiano Reinserimento<br />
Sociale (CIRS),<br />
• due comunità alloggio in convenzione con il CONSIS (una per uomini e una per donne)<br />
• un punto di incontro gestito dall’Associazione “Il Nostro Spazio”.<br />
Le comunità alloggio sono strutture abitative per persone che non necessitano di<br />
un’assistenza continuativa e che sono in grado di stare temporaneamente da sole o in<br />
comunità senza per questo rappresentare pericolo per se stesse e per gli altri.<br />
144
i Servizi<br />
2.7 Persone in situazione di handicap e disagio psichico<br />
Fig. 86 - Strutture residenziali per malati psichici - <strong>2006</strong><br />
Comunità di<br />
alloggio<br />
capacità<br />
ricettiva<br />
giorni di<br />
apertura<br />
n. utenti<br />
al 31.12<br />
presenze<br />
% di<br />
copertura<br />
presenza<br />
media<br />
Via Mendola 121 7 365 5 1.697 66,4% 4,6<br />
Vicolo Erbe 10 6 365 5 1.728 78,9% 4,7<br />
13 365 10 3.425 72,2% 9,4<br />
I laboratori ed il Centro di addestramento al lavoro perseguono attività riabilitative che mirano<br />
allo sviluppo ed al potenziamento di autonomie ed abilità in campo relazionale e lavorativo.<br />
I laboratori in questione sono due: quello riabilitativo al Colle e quello di riabilitazione<br />
psico<strong>sociale</strong> “Windrose – Rosa dei venti”. Il CIRS è invece un centro di addestramento<br />
professionale.<br />
Fig. 87 - Laboratori protetti per malati psichici - <strong>2006</strong><br />
Lab. protetti malati psichici<br />
capacità<br />
ricettiva<br />
giorni di<br />
apertura<br />
n. utenti<br />
al 31.12<br />
presenze<br />
% di<br />
copertura<br />
presenza<br />
media<br />
Windrose Viale Druso 325 13 232 13 2.294 76,1% 9,9<br />
Centro addestramento CIRS 18 239 25 4.263 99,1% 17,8<br />
31 236 38 6.557 89,8% 27,8<br />
NB: in questa tabella non vengono evidenziati i dati relativi al laboratorio Colle in quanto già rendicontati<br />
nel paragrafo precedente. Con i 4 utenti che frequentano il Colle il totale degli utenti seguito ammonta a<br />
42 unità<br />
2.7<br />
PUNTI DI INCONTRO<br />
L’A zienda ha stipulato una convenzione con l’Associazione “Il Nostro Spazio – Ein Platz<br />
für uns” per la gestione di “punti d’incontro” per persone con problemi psichici. I “punti<br />
d’incontro” mirano alla socializzazione, alla promozione delle relazioni interpersonali ed<br />
all’acquisizione di una maggior autonomia personale.<br />
Nel corso del <strong>2006</strong> si sono svolti incontri tutti i giorni della settimana e - per circa metà anno -<br />
anche tutte le domeniche pomeriggio; le attività proposte sono state le più varie: ginnastica,<br />
yoga, computer, piscina, acquarello, gite, ecc. Oltre a queste attività sono state organizzate<br />
altre attività particolari, come ad esempio mostre, corsi di cucina, rappresentazioni teatrali,<br />
la realizzazione della rivista “Spaziosissimo T-Traumschiff”, nonché soggiorni sulla neve ed<br />
in Abruzzo.<br />
Nel <strong>2006</strong> hanno usufruito dei punti d’incontro 179 persone, appartenenti ai gruppi linguistici<br />
italiano e tedesco e provenienti da tutto il territorio dell’Azienda sanitaria di Bolzano.<br />
Gli incontri sono stati complessivamente 502 e le presenze complessive 4.727: la media di<br />
presenza agli incontri è stata di 9,4 persone.<br />
I centri sono stati seguiti complessivamente da 37 volontari che, insieme ad altri 24<br />
collaboratori si sono organizzati in diversi gruppi di lavoro per coprire tutto il servizio con la<br />
collaborazione costante di altri professionisti per la realizzazione di attività specifi che. Le ore<br />
di lavoro del personale volontario sono state 11.860.<br />
Persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico<br />
Gli obiettivi relativamente agli utenti sono stati raggiunti, almeno in parte, in modo effi cace.<br />
Il livello di soddisfazione dei partecipanti, dei familiari, dei medici e degli operatori è stato<br />
buono. Molti partecipanti infatti hanno dimostrato in modo evidente, rispetto alla loro<br />
situazione iniziale, i segnali positivi di cambiamento in diverse aree delle competenze sociali<br />
145
in particolare: la comunicazione verbale nell’ambito dei gruppi, lo sviluppo di interessi ed<br />
iniziative personali, gli hobbies che poi seguono anche in altri ambienti, la conoscenza<br />
e l’utilizzo di altre risorse del territorio (fi lm club, iniziative culturali di altre associazioni<br />
ecc.), l’igiene personale e l’adeguatezza dell’abbigliamento, la capacità di diventare<br />
progettuali, lo sviluppo di autonomia personale, lo sviluppo dell’autostima, la capacità di<br />
relazione interpersonale, la capacità di utilizzare e mobilitare risorse, la creazione di legami<br />
interpersonali al di fuori dei gruppi di socializzazione, la capacità di assumersi responsabilità<br />
interne all’Associazione e di prendere iniziative, la capacità di aggregazione in piccoli gruppi,<br />
di auto aiuto senza la presenza di volontari o di professionisti esterni.<br />
Il Piano di Settore Sociopsichiatria per il prossimo triennio individua tra gli obiettivi più<br />
importanti quello del rafforzamento dell’integrazione sociosanitaria con la stipula di<br />
un protocollo d’intesa per la regolamentazione delle modalità di collaborazione tra servizio<br />
<strong>sociale</strong> e servizio dell’Azienda Sanitaria. Per garantire risposte adeguate agli utenti con<br />
problematiche psichiche infatti, è fondamentale la collaborazione con il Centro di Salute<br />
mentale e con il Servizio Psicologico; con detti servizi inoltre saranno programmati momenti<br />
di formazione e aggiornamento comune e sarà istituito un organismo di coordinamento per<br />
la trattazione di tutte le questioni del settore.<br />
Negli ultimi anni a Bolzano è cresciuto notevolmente il numero di servizi e di strutture nell’ambito<br />
socio psichiatrico affi dati anche in convenzione al Privato Sociale e ciò ha comportato e<br />
comporta tuttora la necessità di adeguamenti organizzativi ed operativi. Obiettivo del Piano<br />
di Settore è quindi anche quello di creare uno stabile collegamento informativo ed<br />
operativo tra questi servizi, favorendo il superamento dell’autoreferenzialità organizzativa<br />
ed operativa. In particolare si vogliono defi nire obiettivi comuni, modalità operative condivise<br />
(ammissioni, dimissioni, valutazioni) ed individuare procedure socio assistenziali coordinate<br />
per i singoli utenti.<br />
Tra gli altri obiettivi inoltre, un altro di rilevanza particolare è quello di adeguare l’offerta<br />
residenziale ai parametri provinciali attraverso l’apertura di una comunità alloggio a<br />
basso grado di assistenza. Sui 25 posti che, secondo i parametri provinciali, l’ASSB deve<br />
attivare attualmente ne sono disponibili 13. La mancata soddisfazione dei parametri provinciali<br />
si giustifi ca con la grande diffi coltà di reperire immobili sul libero mercato a prezzi accessibili.<br />
E’ da ricordare la necessità di creare strutture abitative con un grado di assistenza minimo e<br />
ciò signifi ca ripensare la mission dell’offerta abitativa attuale e prevedere percorsi riabilitativi<br />
differenziati corrispondenti a diversi gradi di autonomia. Solamente in questo modo potrà<br />
essere garantita una qualità di vita personalizzata in base ai bisogni e alle capacità dei<br />
singoli utenti. Sarà poi necessario creare una comunità rivolta ad utenza mista, il cui grado<br />
di autonomia è più elevato.<br />
Sembra importante rilevare che anche per la struttura Windrose durante l’anno ci sono state<br />
una serie di iniziative per individuare una nuova e più adatta sede che disponga anche di un<br />
po’ di verde per lo sviluppo delle attività di giardineria.<br />
Un tema nei laboratori sociopsichiatrici è da considerare con attenzione ed è stato per<br />
questo lungamente approfondito in varie sedi istituzionali: è il poco cambiamento di utenza e<br />
la poca possibilità di “fuoriuscita” dal circuito assistenziale degli utenti dei laboratori aziendali.<br />
L’uffi cio del lavoro della Provincia, la Psichiatria e i Servizi Sociali si sono trovati varie volte per<br />
promuovere azioni di miglioramento, ma rispetto ai quali non si è ancora riusciti a individuare<br />
una strategia complessiva. Il fatto che utenti rimangano per anni nei laboratori a volte può<br />
avere un effetto iatrogeno, rendendo vane le varie iniziative tese al mantenimento o allo<br />
sviluppo dell’autonomia del soggetto.<br />
146
i Servizi<br />
2.7 Persone in situazione di handicap e disagio psichico<br />
Servizio Assistenza al Posto di Lavoro<br />
Il Servizio di Assistenza al Posto di Lavoro (SAPL) nasce nell’ambito dei servizi dedicati a<br />
soggetti portatori di handicap con la fi nalità di supportare le persone disabili ad inserirsi<br />
nel mondo del lavoro. Nel corso del tempo esso si è allargato ad utenti non solo disabili ma<br />
anche con problematiche di altro tipo ed è stato ricollocato più adeguatamente tra i servizi<br />
distrettuali.<br />
Gli assistenti al posto di lavoro lavorano in stretta collaborazione con gli operatori per l’inserimento<br />
lavorativo dell’Assessorato Provinciale al Lavoro (SIL), il quale ricerca sul mercato<br />
aziende pubbliche e private disposte ad offrire un posto di lavoro a persone disabili o con<br />
altre problematicità. I dettagli del rapporto di lavoro vengono stabiliti in una convenzione di<br />
affi damento lavorativo.<br />
Dopo un’analisi dei bisogni/esigenze del datore di lavoro, intervengono gli assistenti del<br />
SAPL in collaborazione con gli operatori provinciali del SIL, che elaborano un progetto di<br />
inserimento lavorativo in base alle possibili mansioni che la persona può svolgere. Successivamente<br />
l’assistente al posto di lavoro compie periodiche visite con lo scopo di verifi care<br />
l’andamento del progetto.<br />
UTENTI PSICHIATRICI<br />
Le persone seguite dal SAPL nel <strong>2006</strong> in progetti di inserimento lavorativo con problematiche<br />
di tipo psichiatrico sono state 19, di cui dieci donne e nove uomini. In questi anni si è<br />
registrata una progressiva diminuzione del numero delle persone con problematiche psichiatriche<br />
seguite dal SAPL (24 nel 2004, 22 nel 2005). Il numero dei progetti non dipende dal<br />
SAPL perché l’ente che li attiva, anche se in collaborazione con il SAPL, è SIL – Servizio di<br />
Inserimento Lavorativo presso l’Uffi cio del Lavoro provinciale.<br />
Non si tratta di una utenza giovane, perché l’età media di queste persone è 40 anni, precisamente<br />
43 anni per le donne e 37 anni per gli uomini.<br />
La maggior parte degli utenti è seguita dal Centro di Salute Mentale (15), due sono seguiti dal<br />
Servizio Psicologico territoriale e uno dal servizio Hands. Un utente è inviato da altro servizio.<br />
La maggior parte delle persone (7), risiedono nel territorio del distretto Europa Novacella.<br />
Nel corso dell’anno sono state presi in carico 4 nuove persone, 3 uomini e una donna.<br />
I progetti sono stati nella maggior parte (15) di osservazione con l’obiettivo di valutare la<br />
capacità di tenuta lavorativa della persona. I progetti socio-assistenziali sono stati quattro:<br />
questi hanno l’obiettivo del mantenimento delle capacità lavorative residue della persona,<br />
senza alcuna fi nalità di assunzione. Nel corso del <strong>2006</strong> una persona è stata assunta e sei<br />
sono state dimesse, due delle quali per un peggioramento delle condizioni di salute.<br />
2.7<br />
Persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico<br />
Le persone con problematiche di tipo psichiatrico incontrano spesso grosse diffi coltà nel<br />
percorso di inserimento lavorativo. La necessità di instaurare relazioni adulte con i colleghi di<br />
lavoro, la richiesta di prestazioni lavorative costanti nel tempo e la pressione psicologica della<br />
responsabilità personale che accompagnano ogni esperienza di lavoro si dimostrano spesso<br />
degli ostacoli insormontabili e aprono la strada al fallimento. Rimane il fatto che l’accompagnamento<br />
al lavoro attraverso dei percorsi di inserimento protetto risulti uno strumento utile<br />
di riavvicinamento alla normalità ed una esperienza necessaria per la riacquisizione di una<br />
suffi ciente autonomia personale.<br />
147
Su 19 persone, un terzo circa abita da solo, un terzo circa vive in strutture protette e un terzo<br />
circa vive con genitori o parenti. Considerata l’età media delle persone in progetto, diventa<br />
urgente sostenere politiche abitative effi caci per mantenere l’autonomia personale di questi<br />
utenti, considerando che sempre più numerosi perderanno la possibilità di abitare in famiglia.<br />
UTENTI DISABILI MENTALI<br />
Il SAPL nel <strong>2006</strong> ha seguito 38 persone con ritardo mentale, 20 donne e 18 uomini (nel 2005<br />
erano 44). L’età media di queste persone è 35 anni.<br />
Tutte le persone con disabilità mentale hanno come servizio medico inviante e quindi di<br />
riferimento il Servizio Psicologico Territoriale.<br />
La maggior parte risiedono nel territorio del distretto Don Bosco (11), del distretto di Gries (11)<br />
e del distretto Europa Novacella (9).<br />
Nel corso dell’anno è stata presa in carico 1 sola nuova persona.<br />
La maggioranza di questi utenti (30) sono impegnati in progetti socio-assistenziali in gran<br />
parte di lunga durata: questi hanno l’obiettivo del mantenimento delle capacità lavorative<br />
residue della persona, senza alcuna fi nalità di assunzione. Questi progetti hanno di fatto<br />
sostituito nel tempo altrettanti posti in laboratorio protetto e ne costituiscono una valida<br />
alternativa (oltretutto con un costo economico molto inferiore). Le persone in progetto<br />
socio-asssitenziale si alzano tutti i giorni per andare a lavorare come tutte le persone adulte,<br />
esercitano la propria autonomia negli spostamenti e una volta giunti sul posto di lavoro hanno<br />
relazioni con i colleghi di lavoro, persone adulte e normo-dotate. Ognuno svolge compiti utili e<br />
adatti alle proprie capacità. Questo consente la realizzazione piena delle proprie potenzialità<br />
adulte e la crescita dell’autonomia di ciascuno fi n dove questa è possibile.<br />
Nel corso del <strong>2006</strong>, due persone sono state assunte e due sono state dimesse, una delle<br />
quali per un peggioramento delle condizioni di salute, ed infi ne una persona è stata inviata in<br />
una cooperativa <strong>sociale</strong>.<br />
Su 38 persone, 32 abitano con genitori o parenti, 4 di questi con genitori molto anziani,<br />
soltanto 3 abitano da soli e 3 sono ospiti in una struttura protetta. Considerando che negli<br />
ultimi anni l’età media di queste persone si sta alzando, pare opportuno evidenziare che nel<br />
prossimo futuro bisognerà pensare ad una risposta abitativa adeguata. I genitori invecchiano<br />
e anche i parenti più prossimi (fratelli e sorelle), quando ci sono, si creano nella maggior parte<br />
dei casi una loro famiglia. Questo signifi ca che non saranno più in grado di rispondere alle<br />
esigenze personali e abitative dei loro cari.<br />
UTENTI CON DISABILITÀ MOTORIE, FISICHE O SORDOMUTI.<br />
Il SAPL nel <strong>2006</strong> ha seguito 16 persone con disabilità motorie e/o fi siche, 5 donne e 11<br />
uomini (nel 2005 erano 15) oltre a 3 donne sordomute. L’età media di queste persone è 37<br />
anni per i disabili motori e 38 anni per le tre donne sordomute.<br />
Gli utenti disabili motori sono stati inviati dal servizio Psicologico Territoriale (6), dal servizio<br />
Psicologico Ospedaliero (ben 5), mentre gli ultimi 5 da altri medici specialisti. Le donne<br />
sordomute sono seguite dal Servizio Psicologico Territoriale.<br />
La distribuzione sul territorio della città è abbastanza omogenea con l’unica eccezione del<br />
distretto di Don Bosco (5 disabili motori e 2 sordomute).<br />
Nel corso dell’anno sono stati presi in carico 7 nuovi utenti disabili motori, 5 uomini e due<br />
donne e una nuova utente sordomuta.<br />
Degli utenti disabili motori, 6 utenti sono impegnati in progetti socio-assistenziali con<br />
l’obiettivo del mantenimento delle capacità lavorative residue della persona, senza alcuna<br />
fi nalità di assunzione; 5 utenti hanno usufruito di un progetto di osservazione fi nalizzato alla<br />
verifi ca sul campo delle proprie capacità lavorative; 4 sono stati impegnati in un progetto<br />
pre-collocativo, con l’obiettivo dell’assunzione. Delle utenti sordomute, 2 sono in progetto<br />
osservativi, 1 in progetto socio-assistenziale.<br />
Nel corso dell’anno <strong>2006</strong>, degli utenti disabili motori, 3 sono stati assunti e 3 sono stati<br />
148
i Servizi<br />
2.7 Persone in situazione di handicap e disagio psichico<br />
dimessi, uno dei quali per un peggioramento delle condizioni di salute. Una delle tre donne<br />
sordomute ha interrotto il progetto nel corso dell’anno.<br />
Su 16 persone disabili motori in progetto, ben 11 abitano con i genitori, una abita da sola e<br />
una abita in una struttura protetta. Tutte e tre le donne sordomute abitano con i genitori o<br />
parenti.<br />
UTENTI CON PROBLEMATICHE DI TOSSICODIPENDENZA E ALCOLDIPENDENZA.<br />
Il SAPL nel <strong>2006</strong> ha seguito 3 persone con problematiche di tossicodipendenza e/o alcoldipendenza,<br />
una donne e due uomini (nel 2005 erano due). L’età media di queste persone è<br />
50 anni, (54 per le donne e 48 per gli uomini). Si tratta di persone che hanno gravi diffi coltà<br />
fi siche e importanti problemi di salute che uniti alla non giovanissima età non consentono una<br />
facile collocazione lavorativa. È importante sottolineare che la stragrande maggioranza delle<br />
persone che hanno avuto problemi di alcol o tossicodipendenza tornano, una volta risolto il<br />
loro problema, ad una vita lavorativa normale, senza necessità di percorsi di riabilitazione al<br />
lavoro protetti.<br />
I servizi invianti risultano il Servizio Tossicodipendenze della Sanità e Hands.<br />
Nel corso dell’anno è stato preso in carico un solo nuovo utente. Questo ha usufruito di un<br />
progetto di tipo osservativo, mentre gli altri due utenti rispettivamente di un progetto socioassistenziale<br />
e di un progetto pre-collocativo.<br />
Nel corso dell’anno <strong>2006</strong>, nessuna delle tre persone è stata dimessa.<br />
Delle tre persone, una abita con i genitori e due abitano in una struttura protetta.<br />
Fig. 88 - Area Handicap e Disagio psichico – costi diretti e fonti di finanziamento - <strong>2006</strong><br />
2.7<br />
Area persone in situazione di handicap - anno <strong>2006</strong><br />
costi diretti di gestione - Euro 9.495.629<br />
Convitto<br />
posti<br />
costo<br />
personale<br />
beni di<br />
consumo<br />
prestazioni<br />
di<br />
servizi<br />
utilizzo<br />
beni di<br />
terzi<br />
altro rette (*) Totale<br />
24 1.466.923 76.616 164.560 16.515 52.424 1.777.038<br />
Via Mendola 6 260.155 16.737 52.612 1.063 810 331.337<br />
Viale Europa 8 348.991 16.755 67.962 - 3.312 437.020<br />
Amministraz. - 159.502 19.488 107.521 5.120 43.665 335.296<br />
Totale 38 2.235.571 129.596 392.655 22.698 100.211 1.351.616 4.232.347<br />
Persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico<br />
rette(*) per utenti propri in strutture esterne<br />
Comunità<br />
alloggio<br />
posti<br />
costo<br />
personale<br />
beni di<br />
consumo<br />
prestazioni<br />
di<br />
servizi<br />
utilizzo<br />
beni di<br />
terzi<br />
altro rette (*) Totale<br />
7 233.980 13.476 23.216 1.064 1.198 272.934<br />
Via Dalmazia 3 - - 147.547 - - 147.547<br />
Amministraz. - 51.542 3.772 20.811 991 14.086 91.112<br />
Totale 10 285.432 17.248 191.574 2.055 15.284 263.022 774.615<br />
rette(*) per utenti propri in strutture esterne<br />
149
Gruppi<br />
occupaz.<br />
posti<br />
costo<br />
personale<br />
beni di<br />
consumo<br />
prestazioni<br />
di<br />
servizi<br />
utilizzo<br />
beni di<br />
terzi<br />
altro rette (*) Totale<br />
35 892.477 59.060 118.079 16.516 5.297 1.091.429<br />
Viale Europa 24 602.473 12.163 28.198 - 2.635 645.469<br />
Via Druso 8 191.728 4.086 18.812 46.115 2.400 263.141<br />
Amministraz. - 180.082 22.003 121.395 5.780 49.299 378.559<br />
Totale 67 1.866.760 97.312 286.484 68.411 59.631 111.684 2.490.282<br />
rette(*) per utenti propri in strutture esterne<br />
La voce “amministrazione” comprende le spese dell’uffi cio amm.vo Servizi a persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico, dello staff tecnico della direzione del servizio.<br />
beni di prestazioni<br />
di beni di<br />
utilizzo<br />
Laboratori<br />
costo<br />
posti<br />
consumo<br />
servizi terzi<br />
protetti<br />
personale<br />
altro rette (*) Totale<br />
12 151.324 14.030 36.021 17.001 1.241 219.617<br />
Via<br />
C.Weinegg<br />
15 239.530 10.128 93.870 16.450 2.566 362.544<br />
Via Fago 12 191.258 18.700 56.231 - 1.620 267.809<br />
Amministraz. - 66.888 8.172 45.089 2.147 18.312 140.608<br />
Totale 39 649.000 51.030 231.211 35.598 23.739 667.937 1.658.515<br />
rette(*) per utenti propri in strutture esterne<br />
totale rette per utenti propri in strutture esterne 2.394.259<br />
** laboratorio reabilitativo polivalente<br />
La voce “amministrazione” comprende le spese dell’uffi cio amm.vo Servizi a persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico, dello staff tecnico della direzione del servizio.<br />
Soggiorni per persone disabili 24.528<br />
Servizio trasporto per persone disabili 114.085<br />
Piscina coperta Via Fago – suddiviso sulle strutture – 148.802<br />
Servizio assistenza al posto di lavoro 201.257<br />
Area persone in situazione di handicap - anno <strong>2006</strong><br />
costi diretti di gestione - Euro 9.495.629<br />
3%<br />
7%<br />
5%<br />
compartecipazioni utenti<br />
Euro 677.395 - 7%<br />
Rette utenti esterni<br />
Euro 502.983 - 5%<br />
Provincia<br />
Euro 8.042.896 - 85%<br />
85%<br />
Altro<br />
Euro 272.355 - 3%<br />
La voce “altro” comprende: rimborso personale in posizione di comando (Euro 121.233), introiti piscina<br />
(Euro 32.170), integrazione rette dal comune per utenti >60 anni in strutture handicap (Euro 33.275), rimborso<br />
ASBZ per gasolio (Euro 50.567), altro (Euro 6.277), vendita prodotti (Euro 28.833)<br />
150
i Servizi<br />
2.7 Persone in situazione di handicap e disagio psichico<br />
Fig. 89 - Area Disagio Psichico – costi diretti e fonti di finanziamento - <strong>2006</strong><br />
Area disagio psichico - anno <strong>2006</strong><br />
costi diretti di gestione - Euro 1.216.626<br />
Laboratori<br />
posti<br />
costo<br />
personale<br />
beni di<br />
consumo<br />
prestazioni<br />
di<br />
servizi<br />
utilizzo<br />
beni di<br />
terzi<br />
altro rette (*) Totale<br />
Via Druso 325 13 161.601 14.925 44.870 29.641 2.136 253.173<br />
CIRS 18 199.614 199.614<br />
Amministraz. 30.871 3.772 20.811 991 8.451 64.896<br />
Totale 31 192.472 18.697 265.295 30.632 10.587 179.452 697.135<br />
rette(*) per utenti propri in strutture esterne<br />
Comunità<br />
alloggio<br />
posti<br />
costo<br />
personale<br />
beni di<br />
consumo<br />
prestazioni<br />
di<br />
servizi<br />
utilizzo<br />
beni di<br />
terzi<br />
altro rette (*) Totale<br />
7 146.309 7.205 495 154.009<br />
Vicolo Erbe 6 153.222 6.112 159.334<br />
Amministraz. 25.726 3.143 17.342 826 7.043 54.080<br />
Totale 13 25.726 3.143 316.873 14.143 7.538 367.432<br />
rette(*) per utenti propri in strutture esterne<br />
2.7<br />
La voce “amministrazione” comprende le spese dell’uffi cio amm.vo Servizi a persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico, dello staff tecnico della direzione del servizio.<br />
Soggiorni climatici per persone disabili 33.868<br />
Punti d’incontro per persone con disagio psichico 118.200<br />
0,3%<br />
2%<br />
10%<br />
Area disagio psichico - anno <strong>2006</strong><br />
fonti di finanziamento - Euro 1.216.626<br />
0,4%<br />
Compartecipazioni utenti<br />
Euro 20.712 - 2%<br />
Persone in situazione di<br />
handicap e disagio psichico<br />
Rette utenti esterni<br />
Euro 126.591 - 10%<br />
Vendita prodotti<br />
Euro 5.029 - 0,4%<br />
Provincia<br />
Euro 1.060.923 - 88%<br />
88%<br />
Altro<br />
Euro 3.370 - 0,3%<br />
151
Inclusione <strong>sociale</strong> 2.8<br />
Sempre più frequentemente, nella vita di un nucleo familiare, può insorgere una situazione<br />
improvvisa che può incidere negativamente sulle condizioni educative, di vita di una<br />
persona.<br />
Spesso è il naturale evolversi della vita quotidiana che genera situazioni di disagio, anche<br />
lieve, ma comunque potenzialmente pericoloso, quando non è avvertito o non è seguito<br />
con metodo e professionalità. Nell’attuale società occidentale l´essere “marginato” riguarda<br />
un numero sempre maggiore di persone, uomini, donne, minori, adulti, persone sane o<br />
ammalate.<br />
Si pensi alle volte in cui i minori sono lasciati soli per molte ore al giorno, in casa o per strada,<br />
da genitori troppo impegnati nel loro lavoro; ai momenti in cui diffi coltà anche non gravi,<br />
interne alla coppia, infl uiscono sui fi gli, condizionandone la serenità e la sicurezza affettiva; ai<br />
casi di carente integrazione di bambini che provengono da altre realtà nazionali o straniere;<br />
a minori appartenenti a nuclei coinvolti dai problemi della dipendenza. Vi sono poi situazioni<br />
di crisi più nella vita degli adulti, come ad esempio confl itti in famiglia che possono portare<br />
alla distruzione dei legami familiari, la rottura dei rapporti sociali, la perdita del lavoro, la<br />
perdita della salute, debolezze e dipendenze, diffi coltà oggettive di sopravvivenza, guerre,<br />
persecuzioni. Questi sono tutti elementi che portano le persone ad uscire dal gruppo <strong>sociale</strong>,<br />
ad essere emarginate o ad emarginarsi, a fuggire dal proprio paese: persone che un tempo<br />
erano parte della società diventano così individui anonimi, soli, danno fastidio, sono inutili,<br />
hanno bisogno di aiuto, di cibo, di casa, di rifugio.<br />
Tutte queste circostanze, fortunatamente, non sono sempre destinate a cronicizzarsi<br />
o a deteriorarsi progressivamente; alle volte vengono superate sia pure con prevedibili<br />
sofferenze da parte dell’individuo, spesso però sono la condizione duratura e remota sulla<br />
quale si innestano, poi, occasionali episodi scatenanti che fanno divenire il disagio medio<br />
-lieve, un disagio grave e decisivo nella vita della persona.<br />
Il Piano del settore Inclusione Sociale, la cui elaborazione è terminata, è in fase di<br />
approvazione: esso prevede una serie di interventi a favore di questa fascia di popolazione<br />
nelle sue diverse tipologie, nonché una rete di collaborazione ben strutturata tra i diversi<br />
enti ed associazioni che in qualche modo sono coinvolti nella materia. Il servizio preposto<br />
con funzioni di regia, di coordinamento e di sostegno allo sviluppo del piano medesimo è<br />
il Servizio di Integrazione Sociale (S.I.S.) che dispone di un’equipe di operatori specializzati<br />
nelle diverse branchie dell’area dell’inclusione <strong>sociale</strong>.<br />
Tutte le situazioni di emarginazione <strong>sociale</strong> vengono seguite dal Servizio Integrazione Sociale<br />
(S.I.S.), che è coordinato dal distretto Centro – Piani – Rencio, pur essendo rivolto a tutta<br />
la città. Le altre forme di disagio rimangono invece in capo all’area socio-pedagogica di<br />
ciascun distretto, in base a dove il cittadino abita.<br />
Il S.I.S. segue quindi:<br />
• minori stranieri non accompagnati (vedi capitolo area minori);<br />
• persone e famiglie senza dimora;<br />
• nomadi (Sinti e Rom);<br />
• richiedenti asilo/profughi.<br />
152
i Servizi<br />
2.8 Inclusione <strong>sociale</strong><br />
“Ritengo che, ad un anno e mezzo dalla sua istituzionalizzazione, il<br />
Servizio Integrazione Sociale abbia occupato un ruolo importante e attivo<br />
per il coordinamento del settore del disagio <strong>sociale</strong> cittadino. L’obiettivo<br />
principale per cui è nato - costituire un servizio sovradistrettuale che<br />
offrisse agli utenti una concreta possibilità di crescita e di raggiungimento<br />
dell’autonomia fornendo loro strumenti e servizi - é stato raggiunto sia<br />
in termini di qualità sia di soddisfazione degli utenti coinvolti. Mi preme<br />
sottolineare come l’aver creato una porta unica di ingresso e di accoglienza<br />
per il target di riferimento del servizio – che, ricordo, è a disposizione dei<br />
cittadini extracomunitari, dei profughi, dei nomadi, dei senza dimora e dei<br />
minori stranieri non accompagnati – ha permesso di avere una più ampia<br />
visione di problemi e fenomeni, ha contribuito alla costituzione di percorsi<br />
di autonomia per gli utenti, ha facilitato il fondamentale lavoro di rete<br />
con gli enti preposti, ha fornito utili informazioni per scelte strategiche<br />
importanti. Per fare un esempio, una persona senza dimora, può essere<br />
‘agganciata’ sulla strada dal servizio della Ass. Volontarius convenzionato<br />
con l’ASSB. Può entrare quindi in una Casa d’Ospitalità (come quella di<br />
viale Trento gestita dalla Caritas) dove vengono soddisfatti tutti i bisogni<br />
primari, viene curato l’ascolto e si fa un bilancio di competenze per<br />
l’inserimento lavorativo. Quando la persona ottiene un lavoro, dalla Casa<br />
d’Ospitalità può passare agli alloggi di 2° livello della Casa Conte Forni,<br />
affi dati alla gestione dell’associazione San Vincenzo, e qui si cerca di<br />
fornire un accompagnamento pedagogico e di training abitativo anche<br />
per garantire il mantenimento del lavoro. Il merito dei risultati raggiunti<br />
– considerata anche la delicatezza dell’ambito di azione – va sicuramente<br />
attribuito alla dedizione, alla professionalità e al costante impegno degli<br />
operatori del Servizio Integrazione Sociale e dei diversi partner.”<br />
Alberto Conci, Coordinatore SIS e Direttore Distretto Centro<br />
Piani Rencio<br />
“<br />
In termini di efficacia<br />
quale ricadute positive<br />
ha avuto la costituzione<br />
del Servizio di Integrazione<br />
Sociale sull’utenza<br />
in stato di disagio della<br />
città di Bolzano?<br />
”<br />
2.8<br />
Persone e famiglie senza dimora<br />
Inclusione <strong>sociale</strong><br />
Il Piano Sociale per la qualità della vita evidenzia come una percentuale molto signifi cativa<br />
di fruitori di servizi per senza fi ssa dimora sia originaria di fuori provincia: una gran parte di<br />
questi sono stranieri, ma una parte risultano essere cittadini italiani residenti in altre regioni<br />
italiane. Questi servizi svolgono dunque una funzione attrattiva per fasce di utenza che<br />
provengono da fuori provincia.<br />
153
“Alla solitudine si accompagna spesso l’alcool, per sentirsi più disinibiti, capaci di<br />
relazionarsi con gli altri, per sopportare meglio l’esclusione e la sofferenza, per scaldarsi<br />
e per anestetizzare il dolore fi sico. Vivere la strada, contrariamente a quanto si pensa,<br />
raramente è una scelta, tanto meno costituisce una scelta di libertà. Il capoluogo, per la sua<br />
ubicazione spaziale e per la presenza dei servizi, assume per molte persone il carattere di<br />
polo d’attrazione che genera una forte concentrazione delle presenze sull’area urbana. La<br />
quantifi cazione dei senza dimora è resa diffi cile dall’esistenza di una parte di sommerso,<br />
composto da persone che per vari motivi non si rivolgono ai servizi di prima accoglienza e<br />
non risultano, quindi, registrabili secondo i metodi di rilevazione uffi ciali.<br />
Una parte dei senza dimora presenti in città, necessitano solo di servizi di prima accoglienza,<br />
essendo Bolzano per essi soprattutto un luogo di transito. Esiste, invece, una quota di<br />
persone per le quali il tipo di intervento richiesto è molto più complesso, di tipo sanitario,<br />
<strong>sociale</strong>, di sostegno al reddito, di formazione o inserimento lavorativo.”<br />
Tratto da “Progetto Oltre la strada” – Associazione Volontarius – Cooperativa<br />
<strong>sociale</strong> River Equipe – relazione annuale <strong>2006</strong>.<br />
“<br />
Famiglie immigrate irregolarmente<br />
con figli e<br />
senza dimora; è questa<br />
la categoria di persone<br />
maggiormente difficile da<br />
aiutare dal punto di vista<br />
dell’inclusione <strong>sociale</strong>?<br />
Quale, invece, la situazione<br />
dei minori stranieri<br />
non accompagnati?<br />
”<br />
“La risposta alla prima domanda è sì, certamente. Queste famiglie hanno<br />
diritto al nostro aiuto perché i minori vanno tutelati, ma gli interventi che<br />
possiamo mettere in atto spesso sono in deroga alle leggi esistenti. C’è<br />
inoltre molta discordanza fra le varie regole di enti e servizi. Si tratta<br />
poi di famiglie multiproblematiche e il loro passato per noi è un buco<br />
nero: abbiamo pochissime informazioni – e loro sono l’unica fonte – per<br />
stilare dei progetti. Così, non disponendo di un quadro completo della<br />
loro situazione (<strong>sociale</strong>, psicologica, scolastica, ecc.) è molto diffi cile<br />
lavorare. Non sempre poi si riesce a conquistare la fi ducia delle famiglie<br />
e, dunque, a farle collaborare. L’inclusione, insomma, è una méta davvero<br />
lontana. Per quanto riguarda i minori non accompagnati, invece, devo<br />
dire che abbiamo ottenuto anche dei successi. L’obiettivo dei progetti<br />
che elaboriamo è quello di farli vivere nella legalità e attualmente si sta<br />
cercando di favorire il loro rimpatrio attivando delle risorse anche nei<br />
loro Paesi d’origine. Lavoriamo sull’alfabetizzazione, sulla formazione,<br />
sull’inserimento al lavoro tramite stage, sulla sistemazione in alloggi<br />
protetti e così via. Il tutto per far raggiungere loro una totale autonomia e<br />
un corretto inserimento <strong>sociale</strong>.“<br />
Gemma Slanzi, assistente <strong>sociale</strong> del Servizio Integrazione<br />
Sociale (SIS) del Distretto Centro Piani Rencio<br />
IL SERVIZIO ASSISTENZA DI STRADA<br />
Il servizio di assistenza di strada, offerto dalla Cooperativa Sociale “River Equipe”, è il servizio<br />
che per primo viene a contatto con le persone che vivono in stato di emarginazione grave<br />
con interventi diretti sulla strada. Nel corso della sua attività la cooperativa ha rilevato che<br />
sempre più spesso i motivi che portano a vivere la strada non sono riconducibili ad eventi<br />
eccezionali o a storie di particolare emarginazione e che tale condizione non è più una<br />
prerogativa di uomini adulti, ma anche di donne e minori di ambo i sessi. Il fenomeno non<br />
è omogeneo ed è assai stratifi cato, sia in merito alle cause, sia alle stesse disponibilità di<br />
risorse per sopravvivere. Non fa differenza che la sofferenza psichica o il disagio siano la<br />
causa o l’effetto dell’esclusione <strong>sociale</strong>; essa si manifesta comunque con:<br />
154
i Servizi<br />
2.8 Inclusione <strong>sociale</strong><br />
• solitudine estrema;<br />
• drastica riduzione del numero di rapporti sociali, o rapporti stereotipati, superfi ciali o<br />
ripetitivi;<br />
• esclusione <strong>sociale</strong>;<br />
• annichilimento;<br />
Durante l’anno <strong>2006</strong>, il servizio di strada ha incontrato 812 persone, dei quali 512 uomini<br />
adulti, 71 donne adulte, 15 minori (14 maschi, 1 femmina). 563 sono state contattate<br />
per la prima volta, le restanti 335 erano già note all’unità di strada; 10.438 i contatti<br />
complessivamente effettuati. Tale voce rappresenta il numero complessivo degli incontri avuti<br />
con individui “identifi cati” ed individui per i quali non è stato possibile defi nire la loro origine<br />
e/o identità. Il numero delle persone contattate infatti è dato dal numero delle “persone<br />
identifi cate” cioè quegli individui di cui si hanno informazioni suffi cienti (nome o cognome, dati<br />
anagrafi ci, provenienza) tali da renderli riconoscibili alle unità di strada e dalle persone “non<br />
identifi cate”. Secondo una stima basata sull’esperienza (e secondo uno dei metodi in uso a<br />
livello nazionale) dividendo il totale degli individui non identifi cati per il coeffi ciente 3 (pari al<br />
numero dei contatti che si ritiene possano essere mediamente necessari all’identifi cazione<br />
di un nuovo accolto) si può ottenere il numero dei singoli individui effettivamente presenti<br />
(“persone non identifi cate”).<br />
Le prestazioni erogate sono state numerosissime:<br />
Fig. 90 - Prestazioni erogate dal servizio di assistenza di strada - <strong>2006</strong><br />
2.8<br />
1.554<br />
942<br />
9.453<br />
assistenze<br />
ascolti<br />
accompagnamenti<br />
Durante i 9.453 interventi di assistenza sono stati distribuiti per la strada minestre, generi<br />
alimentari, bevande calde, vestiti coperte. Oltre alle prestazioni di prima necessità, l’insieme<br />
degli interventi (assistenze, ascolti, accompagnamenti) ha permesso alle unità di strada di<br />
sviluppare una serie di progetti rivolti a 125 persone nei quali sono state coinvolte diverse<br />
organizzazioni (associazioni, gruppi di volontariato ecc.) presenti sul territorio.<br />
Inclusione <strong>sociale</strong><br />
CENTRO DIURNO E SEGRETARIATO SOCIALE<br />
Oltre al servizio di assistenza di strada sul territorio cittadino sono presenti anche altri<br />
servizi “aperti” rivolti alle persone che non hanno una dimora stabile: si tratta del Centro<br />
Diurno “Padre Markus” e del servizio di Segretariato Sociale “La sosta – der Halt”<br />
Sono due servizi che sono stati attivati come punto di riferimento per tutte le persone che si<br />
trovano in stato di necessità e che usufruiscono o potrebbero usufruire del reddito minimo<br />
di inserimento previsto dalla normativa provinciale. Al Segretariato Sociale queste persone<br />
possono trovare l’ascolto di un operatore e le informazioni su servizi o pratiche, al Centro<br />
Diurno trovano un luogo d’accoglienza ed ascolto dove trascorrere alcune ore in alternativa<br />
alla strada e dove possono instaurare una valido rapporto umano. Presso il centro diurno<br />
155
inoltre vengono organizzate diverse attività ludico ricreative, sono a disposizione servizi per<br />
la cura e l’igiene personale ed un servizio mensa. In ambedue i servizi inoltre c’è la possibilità<br />
di esporre la propria situazione ed avvicinarsi a percorsi di cambiamento.<br />
Fig. 91 - Presenze e prestazioni del Centro Diurno - <strong>2006</strong><br />
Servizio<br />
prestazioni<br />
per l’igiene<br />
presenze<br />
mensa<br />
iniziative<br />
organizzate<br />
ore di<br />
apertura<br />
Centro Diurno Padre Markus 1.544 7.012 21 3.048<br />
Fig. 92 - Attività del Servizio di Segretariato Sociale - <strong>2006</strong><br />
Servizio<br />
n. giorni<br />
di servizio<br />
durante<br />
l’anno<br />
n. utenti<br />
assistiti<br />
nell’anno<br />
ore di<br />
apertura al<br />
pubblico<br />
n. progetti<br />
individualizzati<br />
Segr.<strong>sociale</strong> La sosta-Der Halt 324 605 1.012 625<br />
Le persone che si sono rivolte al servizio di Segretariato Sociale La Sosta – der Halt, durante<br />
l’anno <strong>2006</strong>, sono state 605 (509 maschi, 96 femmine) , la maggior parte di esse sono<br />
autoctone o provenienti da altre regioni italiane (361), 1 sola persona appartiene a paesi<br />
extraeuropei, mentre le rimanenti 243 persone provengono da altri paesi UE, in particolar<br />
modo Polonia, Cechia e Slovacchia.<br />
Sul totale delle persone, 387 sono senza fi ssa dimora<br />
Nel corso dell’anno sono stati avviati 615 progetti individualizzati. Tutte le persone ammesse<br />
al servizio durante l’anno <strong>2006</strong> hanno attivato almeno un progetto individualizzato. Il 18,3<br />
% delle persone hanno attivato progetti mirati per la cura personale di sé e dei propri<br />
indumenti; il 10,2 % dei progetti sono stati di sostegno e ricerca lavoro; il 6,5% ha riguardato<br />
la cura sanitaria delle persone, mentre per il 17,3% delle persone si è attivato un progetto<br />
di aggancio al servizio: persone che non frequentavano nessun servizio attraverso un<br />
microprogetto sono state convinte ad essere inserite in struttura o all’”emergenza freddo” o<br />
essere prese in carico dal Servizio Integrazione Sociale. Per il restante 48% delle persone<br />
sono stati attivati progetti di stimolo alla frequenza del centro diurno, di socializzazione, di<br />
consulenza / informazione, di regolarizzazione dei documenti.<br />
Sul totale dei progetti individualizzati attivati, il 57,2% è stato concluso positivamente<br />
con il totale raggiungimento degli obiettivi preposti nel progetto medesimo; l’8,2% dei<br />
progetti hanno visto il raggiungimento parziale degli obiettivi concordati ed hanno consentito<br />
la riformulazione di un progetto individuale consecutivo più mirato alle capacità della<br />
persona ed una valutazione più globale del caso. Un dato signifi cativo riguarda l’abbandono<br />
del progetto individuale da parte della persona, che avviene nel 6,3% dei casi. Questo in<br />
parte è dovuto a ricadute da parte della persona nelle problematiche (principalmente abuso<br />
di alcol), ma in parte anche alla diffi coltà d’accettazione di regole e di diffi coltà personali.<br />
Il 18% dei progetti è ancora in corso, il rimanente 7,4% non è stato portato a termine con il<br />
raggiungimento degli obiettivi prestabiliti.<br />
SERVIZIO DI PRIMA ACCOGLIENZA E CONSULENZA IMMIGRATI<br />
In città è presente un servizio aperto anche per le persone straniere: il “Servizio di prima<br />
accoglienza e consulenza immigrati” gestito nel <strong>2006</strong> dall’O.D.A.R. per conto dell’ASSB,<br />
Esso ha lo scopo di sostenere il cittadino straniero nel suo processo di inserimento <strong>sociale</strong><br />
e nel riconoscimento dei diritti di cittadinanza e dei doveri ad essa connessi, favorendone<br />
l’autonomia e l’integrazione. Ciò avviene attraverso la capacità di ascolto degli operatori, la<br />
156
i Servizi<br />
2.8 Inclusione <strong>sociale</strong><br />
possibilità di avvalersi della rete dei servizi territoriali la mediazione tra i servizi e l’utenza.<br />
L’accoglienza si concretizza in tutta l’attività di orientamento sul territorio delle persone<br />
da poco arrivate a Bolzano (orientamento alle opportunità di lavoro, informazioni sulle<br />
possibilità di accesso ai servizi di accoglienza che operano a livello territoriale, risposte alle<br />
domande dove dormo? dove mangio? dove mi lavo?) e nella gestione dell’Ostello di prima<br />
accoglienza.<br />
Il settore della consulenza si caratterizza principalmente nel fornire al cittadino straniero<br />
le informazioni concernenti i suoi diritti e dover alla luce della normativa sull’ingresso<br />
ed il soggiorno nel territorio dello stato; si passa poi alle consulenze su casi specifi ci e<br />
più complessi e si arriva alla mediazione attiva fra il cittadino straniero e le pubbliche<br />
amministrazioni, svolgendo una sorta di patronato.<br />
Nel corso dell’anno <strong>2006</strong> hanno avuto accesso al servizio ben 2502 persone con un aumento<br />
del 16% circa rispetto alle 2148 del 2005, di queste ben 1547 si sono rivolte al servizio per<br />
la prima volta.<br />
Fig. 93 - Utenti e prestazioni del Centro accoglienza e consulenza immigrati - <strong>2006</strong><br />
n. utenti<br />
assistiti<br />
nell’anno<br />
n. utenti<br />
nuovi<br />
nell’anno<br />
consulenza<br />
(prima accoglienza)<br />
n.richieste<br />
di consulenza<br />
(patronato)<br />
n. richieste<br />
di lavoro<br />
alloggio<br />
altre<br />
richieste<br />
1.547 4.600 555 606 1.112 1.770<br />
STRUTTURE DI ACCOGLIENZA<br />
Tra i servizi offerti alle persone che non hanno una fi ssa dimora, sul territorio cittadino<br />
sono presenti alcune strutture a carattere residenziale. Esse si diversifi cano per il genere di<br />
intervento, la temporaneità, il tipo di progetto di inclusione ecc. e fi no ad oggi sono riuscite<br />
a soddisfare i bisogni primari (alimentazione, alloggio, ascolto) delle persone senza fi ssa<br />
dimora presenti in città. I servizi, la cui gestione è affi data dall’ASSB in convenzione a terzi,<br />
oltre che ad offrire ospitalità svolgono anche funzioni di sostegno ed accompagnamento in<br />
progetti di inserimento socio – lavorativo sulla base di progetti concordati tra gli operatori<br />
(S.I.S. e strutture) e gli utenti medesimi.<br />
CENTRO EMERGENZA FREDDO<br />
E’ un centro per l’accoglienza di persone senza dimora di sesso maschile e femminile a<br />
carattere transitorio per il periodo invernale, situato presso la “Casa Conte Graf Forni” ed<br />
è gestito nel <strong>2006</strong> dalla Società San Vincenzo De Paoli. Nell’anno <strong>2006</strong> la struttura ha<br />
visto 89 ingressi di uomini, 20 dei quali già conosciuti negli anni precedenti. Il 75%<br />
di questi sono cittadini italiani con una riduzione delle persone provenienti dal sud<br />
– Italia ed un aumento di quelle autoctone. Le problematiche espresse dalle persone ospiti<br />
della struttura sono sostanzialmente la ricerca di lavoro e alloggio, la ricerca generica di<br />
accoglienza, problematiche di dipendenza, problematiche relative all’indulto e problematiche<br />
psichiatriche.<br />
Gli operatori della struttura, in collaborazione con gli altri servizi presenti sul territorio si<br />
occupano anche di sostenere le persone in progetti di inserimento socio lavorativo: nel <strong>2006</strong><br />
18 persone hanno trovato lavoro a tempo determinato, altri sono stati impiegati<br />
all’interno della struttura, regolarmente retribuiti, per lavori di manutenzione,<br />
tinteggiatura e di recupero di mobili usati, 10 persone sono state spinte a<br />
sostenere colloqui.<br />
Per quanto riguarda le donne invece ci sono stati 86 ingressi con una diminuzione<br />
rispetto allo scorso anno di 28 unità. Solo 3 persone avevano già usufruito della struttura in<br />
passato. Il 90% delle persone sono provenienti dai paesi dell’ex blocco sovietico e<br />
dalla Polonia; la presenza di donne italiane è molto ridotta, e nel periodo ottobre – dicembre<br />
è stata nulla. La fascia di età prevalente è quella che supera i cinquant’anni (41%). Le donne<br />
2.8<br />
Inclusione <strong>sociale</strong><br />
157
ospitate lavorano prevalentemente come badanti e come donne al piano negli alberghi, le<br />
più giovani come cameriere e bariste). Delle persone uscite dalla struttura, la cui presenza<br />
media è di 33 giorni, 39 hanno trovato occupazione e lo hanno esplicitato, 33 persone hanno<br />
abbandonato la struttura non esplicitando il reperimento della nuova occupazione, altre sono<br />
state trasferite presso Haus Margareth. Solo 7 persone non hanno raggiunto gli obiettivi per<br />
cui erano entrate in struttura.<br />
CASA DI OSPITALITÀ PER UOMINI<br />
Trattasi della casa d’ospitalità di Viale Trento 11, gestita nel <strong>2006</strong> dalla Caritas. La struttura<br />
offre ospitalità a 22 persone che si trovano senza alloggio, con documenti validi, cittadini<br />
italiani o appartenenti all’Unione Europea; 10 posti inoltre sono riservati per particolari<br />
situazioni di crisi sociosanitaria (Centro Crisi) ove possono essere ammessi anche cittadini<br />
extracomunitari. La struttura dispone in totale di 32 posti letto.<br />
La struttura vuole essere principalmente un ponte per un possibile passaggio e reinserimento<br />
nel ciclo produttivo, dove gli utenti possano riconquistare in prima linea la regolarità e i ritmi di<br />
vita, regole, altrimenti persi nel precedente periodo di vita passato in situazioni di emergenza,<br />
di crisi, per strada, per proseguire con eventuali passaggi ad altre strutture di livello superiore<br />
sulla base di progetti individuali concordati con altri servizi specialistici. Durante il <strong>2006</strong>, 10<br />
utenti ospiti della struttura svolgevano attività lavorativa, 9 erano alla ricerca di un impiego e<br />
per gli altri 19 utenti, la situazione sanitaria, l’età ed il quadro complessivo non consentivano<br />
ancora o non consentiranno in futuro di ipotizzare tale passaggio, 1 utente sta svolgendo un<br />
corso di formazione con successivo stage.<br />
CASA DI OSPITALITÀ PER DONNE<br />
“Haus Margareth”, in via Cappuccini è una struttura residenziale attrezzata ad accogliere<br />
donne senza dimora, in situazione di emarginazione <strong>sociale</strong>, indipendentemente dalle<br />
loro condizioni etiche, religiose, culturali, della loro lingua e provenienza e viene gestita<br />
dalla Caritas. Nel corso dell’anno ha ospitato 87 persone, 70 delle quali nuove (17 in più<br />
rispetto al 2005). I problemi di queste signore sono connessi alla tossicodipendenza,<br />
all’alcoldipendenza, a problematiche psicologiche / psichiatriche. Il 43% delle presenze<br />
(giorni di presenza nella struttura) sono state di utenti italiane, ma è sempre più evidente una<br />
massiccia richiesta di donne extracomunitarie, alcune con lavoro ma senza alloggio: su un<br />
totale di 138 richieste di donne extracomunitarie, nell’anno <strong>2006</strong> ne sono state accolte 51.<br />
Come evidenziano i dati, ci sono molte donne extracomunitarie che cercano sistemazioni<br />
alloggiative e da ciò deriva la necessità di attivare risposte alternative per evitare che queste<br />
donne siano sottoposte al progressivo processo di emarginazione.<br />
OSTELLO DI PRIMA ACCOGLIENZA IMMIGRATI – “CASA MIGRANTES”<br />
L’ostello è situato in via Roma 85/a ed è stato gestito nel <strong>2006</strong> dalla Fondazione ODAR.<br />
L’obiettivo dell’ostello è offrire la possibilità a chi arriva per la prima volta a Bolzano per<br />
cercare lavoro di avere un’accoglienza dignitosa se pur temporanea. In subordine fornisce<br />
accoglienza anche a persone già presenti da tempo a Bolzano ma impossibilitate a provvedere<br />
autonomamente alle proprie esigenze alloggiative. Presso la struttura trova ospitalità anche<br />
il Centro di assistenza ambulatoriale e <strong>sociale</strong> per immigrati temporaneamente presenti sul<br />
territorio, gestito dall’Associazione Fanon – Balint. Gli ingressi in struttura nel <strong>2006</strong> sono<br />
stati 172, non confrontabili con quelli degli anni precedenti in quanto si è via via avuta una<br />
diminuzione dei posti letto passando da 15 agli attuali 11. Quasi la metà delle persone<br />
hanno usufruito dell’ospitalità per più stagioni, per 88 persone invece si è trattato del<br />
primo ingresso. L’ostello assolve la sua funzione di “prima accoglienza” esclusivamente nei<br />
mesi estivi, dove i tempi di attesa tra richiesta ed ingresso sono accettabili (due giorni ca.)<br />
mentre è assolutamente defi citario fi no a primavera inoltrata in quanto, a fronte delle elevate<br />
richieste, i tempi di attesa non sono assolutamente sopportabili se non per coloro che hanno<br />
una base di appoggio in città. Le persone che arrivano in questo periodo da fuori provincia<br />
158
i Servizi<br />
2.8 Inclusione <strong>sociale</strong><br />
per cercare lavoro vengono subito scoraggiate dall’attesa e generalmente ripartono dopo<br />
pochi contatti.<br />
CENTRO PROFUGHI IN TRANSITO<br />
Il Centro è situato presso la “Casa Conte Graf Forni”, ed è stato gestito nel <strong>2006</strong> dalla Società<br />
San Vincenzo De Paoli. Presso il centro vengono ospitati profughi (uomini, donne, minori)<br />
che giungono in città e si trovano in diffi coltà economica e <strong>sociale</strong>. Il centro funge da ostello<br />
di prima accoglienza, per queste persone il soggiorno infatti è limitato al tempo necessario<br />
per valutare il possesso dei requisiti per l’ottenimento dello status di rifugiato politico; una<br />
volta accertato questo, le persone vengono di norma trasferite al Centro Profughi di via<br />
Macello, dove l’ospitalità è di durata più lunga. Le persone che hanno usufruito dell’ospitalità<br />
in struttura nell’anno <strong>2006</strong> sono state 89, in particolare 5 famiglie con fi gli, due donne con<br />
bambini, tre donne incinte, due coppie, due minori. Ove possibile è stato sempre intrapreso<br />
un progetto di inserimento lavorativo ed alloggiativo ed il gran numero di inserimenti, la<br />
tipologia variegata delle problematicità espresse, e le diffi coltà contingenti sono state<br />
affrontate in uno spirito di collaborazione e di integrazione progettuale tra i diversi enti e<br />
servizi coinvolti.<br />
CENTRO PROFUGHI<br />
E’ una struttura residenziale situata in via Macello 9 presso la l’ex caserma Gorio, gestita<br />
nel <strong>2006</strong> dall’Associazione Volontarius e attrezzata ad accogliere persone profughe di<br />
sesso maschile e femminile, adulti e minori, senza dimora, in situazione di emergenza<br />
<strong>sociale</strong>. Vengono ammessi i profughi, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato<br />
ed in possesso dei relativi requisiti richiesti. Nel corso dell’anno <strong>2006</strong> il centro ha ospitato<br />
70 persone per un totale di 13.877 giornate di presenza. Considerando che il processo di<br />
riconoscimento è un periodo di attesa molto lungo, che può durare anche oltre un anno,<br />
è importante che il tempo di attesa non diventi un “tempo morto”, in cui l’utente attende<br />
passivamente la risposta della commissione, bensì un “tempo progettuale” durante il quale egli<br />
si formi, diventando soggetto attivo della propria inclusione <strong>sociale</strong>, culturale e professionale.<br />
E’ per questo motivo che gli ospiti vengono invitati a frequentare corsi di alfabetizzazione di<br />
lingua italiana e tedesca, corsi diversi presso enti formativi, che oltre all’apprendimento della<br />
lingua favoriscono momenti di socializzazione e di conoscenza della cultura e del territorio<br />
locale, corsi professionali. I bambini frequentano la scuola e nel pomeriggio è disponibile un<br />
doposcuola oltre a diverse iniziative di animazione ed intrattenimento ludico ricreative.<br />
ALLOGGI DI SECONDO LIVELLO<br />
La società San Vincenzo De Paoli, ha gestito nel <strong>2006</strong> gli alloggi di secondo livello, presso la<br />
struttura denominata “Casa Conte Forni”. Tale servizio è di carattere educativo e residenziale<br />
ed è collegato direttamente al Servizio di Integrazione Sociale per quanto riguarda gli<br />
inserimenti in struttura e per le verifi che periodiche. L’ammissione in struttura richiede<br />
determinati requisiti: la provenienza da struttura di prima accoglienza, l’adesione ad un<br />
progetto educativo individualizzato relativo all’area <strong>sociale</strong> e quella lavorativa, l’inserimento<br />
positivo presso il segretariato <strong>sociale</strong>, la tenuta ed un inserimento soddisfacente in stages<br />
o presso una qualunque azienda. L’obiettivo del servizio è quello di offrire un ambiente<br />
protetto dove si pratica un training abitativo, dove si può contare su un accompagnamento<br />
educativo e sull’apprendimento del saper offrire, con gradualità e costanza, una prestazione<br />
adeguata alla richiesta dell’ambiente lavorativo. La fascia di età più rappresentativa degli<br />
ospiti è quella tra i 50 ed i 64 anni, sia in termini maschili che in quelli femminili. L’equipe ha<br />
dovuto svolgere un lavoro continuo di supporto al fi ne di far accettare il cambiamento e di<br />
spronare le persone all’attivismo soprattutto per alcune persone con sindromi psichiatriche ,<br />
non riconosciute, che hanno sicuramente raggiunto il loro massimo grado di adattamento al<br />
progetto individuale. La scarsità di offerta lavorativa per questo target rende però diffi coltoso<br />
un loro inserimento occupazionale, di conseguenza anche il tentativo di rendere queste<br />
2.8<br />
Inclusione <strong>sociale</strong><br />
159
“<br />
Che valore ha l’accoglienza<br />
delle persone<br />
in situazioni di bisogno<br />
nei servizi che la Caritas<br />
gestisce su incarico dell’ASSB<br />
e quale risultato<br />
sulla qualità della vita di<br />
tutti i cittadini?<br />
”<br />
persone autonome dal punto di vista alloggiativo non pare cosa praticabile in tempi brevi.<br />
L’aspetto positivo è che queste persone inserite in percorsi lavorativi professionalizzanti, in<br />
cooperativa <strong>sociale</strong> o il lavoro protetto in azienda, stanno mantenendo il loro posto di lavoro,<br />
purtroppo però diventa diffi cilmente ipotizzabile una loro completa autonomia sia alloggiativa<br />
che economica.<br />
Il passaggio ad alloggi pubblici o privati rimane pertanto irrealizzabile ancora per un lungo<br />
periodo di tempo.<br />
Per gli altri residenti che invece potrebbero aspirare ed ottenere un alloggio in affi tto si pone<br />
il problema dell’insostenibilità economica per il pagamento dell’affi tto.<br />
“Penso soprattutto alle nostre strutture per l’accoglienza delle persone<br />
senza dimora. Da una parte operiamo secondo i criteri del lavoro <strong>sociale</strong>,<br />
elaborando assieme ad ogni singola persona un progetto mirato e cercando<br />
di valorizzare quelle che sono le risorse di ognuna di esse, nell’ottica<br />
dell’empowerment. Dall’altra parte cerchiamo di lavorare in rete con<br />
altri servizi per trovare le soluzioni migliori per i nostri utenti: questo è un<br />
tratto caratteristico del lavoro di Caritas. Forte è anche il nostro impegno<br />
per verifi care e attivare le risorse disponibili all’interno della nostra organizzazione.<br />
Mi riferisco al volontariato, a quanti prestano gratuitamente<br />
la propria opera per svolgere un servizio di accompagnamento o per<br />
distribuire il cibo nelle mense.<br />
Con la giornata delle porte aperte che organizziamo nei nostri servizi<br />
intendiamo far in modo che le strutture non rimangano delle case chiuse,<br />
ma si aprano anche all’interesse e alla sensibilità del pubblico. Infatti, con<br />
queste iniziative cerchiamo di mostrare cosa può succedere alla vita di<br />
una persona qualsiasi. Vogliamo cioè sensibilizzare i nostri concittadini<br />
verso le diffi coltà provate ogni giorno dalle persone in stato di bisogno<br />
creando così una maggiore comprensione e attenzione verso i problemi<br />
sociali.”<br />
Heiner Schweigkofler, Direttore Caritas Sezione di lingua tedesca<br />
Fig. 94 - Strutture di accoglienza per grado di copertura<br />
Strutture di accoglienza<br />
capacità<br />
ricettiva<br />
giorni<br />
di apertura<br />
utenti<br />
nell’anno<br />
giornate<br />
di presenza<br />
% di copertura<br />
presenza<br />
media<br />
Centro Crisi, Viale Trento 11 10 365 25 2.889 79,2% 7,9<br />
Centro Emergenza Feddo,<br />
Via Renon 31<br />
c/o Casa C.Forni<br />
Casa di ospitalità,<br />
Viale Trento 11<br />
Casa di ospitalità femminile<br />
Haus Margareth<br />
Ostello di prima accoglienza<br />
immigrati<br />
36 212 175 7.671 100,5% 36,2<br />
22 365 47 7.561 94,2% 20,7%<br />
18 365 87 6.189 94,2% 17,0<br />
11 365 172 3.243 80,8% 8,9<br />
Centro Profughi in transito 22 365 89 7.626 95,0% 20,9<br />
Centro Profughi exGorio 45 365 70 13.877 84,5% 38,0<br />
Alloggi di 2°livello, Via<br />
Renon 31 c/o Casa C.Forni<br />
33 365 23 6.405 53,2% 17,5<br />
197 346 688 55.461 81,4% 167,1<br />
160
i Servizi<br />
2.8 Inclusione <strong>sociale</strong><br />
Persone Sinte e Rom<br />
Il Servizio Integrazione Sociale del Distretto Centro Piani Rencio si occupa anche di persone<br />
di etnia sinta e rom. I servizi offerti a queste persone sono costituiti da campi/villaggi in<br />
cui esse risiedono e nell’ambito dei quali vengono condotti dal personale <strong>sociale</strong> progetti di<br />
inserimento e integrazione nella comunità cittadina.<br />
SINTI<br />
Nell’anno <strong>2006</strong> il villaggio Sinti ha ospitato 87 persone. Rispetto agli anni passati tale numero<br />
è in diminuzione in conseguenza del fatto che ad alcune famiglie che alloggiavano al villaggio<br />
sono stati assegnati alloggi pubblici. Le piazzole rese libere a seguito dell’uscita dal villaggio<br />
per il trasferimento negli appartamenti non sono più state riassegnate secondo quanto<br />
dettato dal programma politico comunale che prevede la chiusura del villaggio entro l’attuale<br />
legislatura.<br />
La gestione del villaggio – affi data nel <strong>2006</strong> alla Fondazione ODAR – ha rilevato nel <strong>2006</strong> grandi<br />
criticità connesse all’inasprirsi delle tensioni tra i nomadi Sinti e il verifi carsi di aggressioni<br />
verbali e fi siche, da parte degli stessi, nei confronti degli operatori sociali dell´Odar in servizio<br />
presso il villaggio. Tale situazione di tensione è da attribuirsi probabilmente ad una serie di<br />
fattori quali:<br />
• lo smantellamento del confi nante sito della “Collina Pasquali” per problemi di sicurezza<br />
ambientale;<br />
• i tempi tecnici per l´esecuzione di lavori di manutenzione con disagi nella gestione della vita<br />
quotidiana per alcuni ospiti;<br />
• la mancata autorizzazione, non accettata da parte dei Sinti, a nuovi ingressi al Villaggio;<br />
• la diffi cile adattabilità degli ospiti all’introduzione di nuove regole di comportamento e di<br />
vivibilità e al maggiore controllo da parte dell´ASSB e di Odar.<br />
Ancora a fi ne anno <strong>2006</strong> la situazione al villaggio risultava estremamente critica con continui<br />
danneggiamenti alla palazzina polifunzionale e agli impianti, presenza continua di rifi uti<br />
ingombranti, mancato incasso dei crediti vantati dall’ASSB nei confronti dei Sinti, introduzione<br />
abusiva di persone non autorizzate. Tutta questa situazione ha reso evidente l’impossibilità<br />
di proseguire nella gestione del campo così come concepita fi nora e ha aperto un confronto<br />
con l’amministrazione comunale per verifi care la possibilità di proseguire, ASSB e ODAR<br />
insieme, nella sola funzione di supporto socio-pedagogico, rimettendo al Comune stesso la<br />
gestione della struttura che potrebbe anche attivare un sistema di pagamento d’affi tto per le<br />
piazzole. Il tema dovrà essere defi nito quanto prima.<br />
2.8<br />
Inclusione <strong>sociale</strong><br />
Fig. 95 - Grado di utilizzo del villaggio SINTI - <strong>2006</strong><br />
Villaggio<br />
capacità<br />
ricettiva<br />
giorni di<br />
apertura<br />
utenti<br />
nell’anno<br />
giornate di<br />
presenza<br />
% di<br />
copertura<br />
presenza<br />
media<br />
SINTI 124 365 87 36.048 79,6% 98,76%<br />
NB: la capacità ricettiva originaria di 180 posti non è più realistica in quanto le piazzole che si liberano<br />
non vengono più messe a disposizione andando anche a ridurre automaticamente i posti disponibili. La<br />
capacità ricettiva di 124 posti viene stimata mediamente ed in proporzioneall’eliminazione delle piazzole.<br />
161
La popolazione che alloggia al villaggio è giovane: la fascia di età prevalente è quella dei minori<br />
da 0 – 17 anni con 43 presenze, e costituisce il 50% del totale della popolazione presente<br />
al villaggio; la fascia adulta più numerosa è quella da 25 – 34 anni che conta 15 persone.<br />
Fig. 96 - Persone presenti al Villaggio Sinti per fasce di età<br />
2%<br />
11%<br />
7%<br />
50%<br />
0-17<br />
18-24<br />
25-34<br />
35-49<br />
50-64<br />
oltre 65<br />
17%<br />
13%<br />
La situazione occupazionale delle persone domiciliate al villaggio è variabile a seconda delle<br />
fasce di età e delle situazioni personali di ognuno:<br />
• per i minori, i cicli scolastici non sempre corrispondono all’età (ad esempio per la scuola<br />
elementare e scuola media) ed alcuni ragazzi - anche se in età scolare -frequentano la<br />
“prescuola”, un servizio rivolto ai bambini in età compresa tra i 3 ed i 6 anni che non<br />
frequentano le scuole materne del territorio. Il servizio è svolto da due insegnanti affi ancate<br />
quotidianamente da una ragazza Sinta che svolge il ruolo di assistente;<br />
• le persone occupate svolgono lavori diversi che spaziano dal lavoro autonomo, ovvero<br />
qualsiasi attività svolta più o meno saltuariamente come la raccolta del ferro, esibizioni<br />
musicali in locali pubblici ecc., al lavoro dipendente, che si svolge quasi esclusivamente<br />
in progetti attivati presso il villaggio (trasporto scolastico, doposcuola ecc.,) ed in stages<br />
presso cooperative sociali (nella maggior parte quali misure alternative alla detenzione ma<br />
anche richieste svincolate da tale necessità);<br />
• la fascia delle persone non occupate comprende persone disoccupate, persone in stato<br />
di detenzione domiciliare, detenzione carceraria, maternità, casalinghe. La fascia di reale<br />
disoccupazione presente al campo è motivata da assenza di professionalità, analfabetismo<br />
o da mancanza di motivazione verso il lavoro.<br />
Fig. 97 - Situazione occupazionale al Villaggio Sinti - <strong>2006</strong><br />
Situazione occupazionale maschi femmine Totale<br />
studenti 10 6 16<br />
disoccupati 13 18 31<br />
occupati 7 5 12<br />
non dichiarati o età prescolare 8 13 21<br />
anziani e pensionati 1 6 7<br />
Totale 39 48 87<br />
162
i Servizi<br />
2.8 Inclusione <strong>sociale</strong><br />
Una delle parti signifi cative del lavoro degli operatori sociali presso il villaggio riguarda la<br />
creazione ed il mantenimento di rapporti con i servizi pubblici del territorio, ossia nella<br />
collaborazione in rete tra i servizi con lo scopo di rendere più utili i progetti sociali intrapresi.<br />
I progetti più signifi cativi rivolti ai minori si possono elencare in:<br />
• prescuola;<br />
• mediazione scolastica per sostenere l’inserimento scolastico dei minori alla scuola<br />
dell’obbligo e della comunicazione tra scuola e famiglia;<br />
• doposcuola;<br />
• trasporto ed accompagnamento scolastico;<br />
• attività extrascolastiche: 2-3 pomeriggi in settimana i ragazzi in età tra gli 8 ed i 16 anni<br />
vengono accompagnati presso il centro giovanile “Parco Mignone” dove incontrano ragazzi<br />
gage (non sinti) ; gite varie accompagnate da attività sportive;<br />
• percorsi formativi per adolescenti personalizzati, mantenimento delle abilità di studio,<br />
recupero crediti formativi, musica.<br />
Per quanto riguarda gli adulti invece i progetti sono:<br />
• interventi e progetti personalizzati (16) fi nalizzati alla ricerca di un’occupazione e di<br />
inserimento lavorativo;<br />
• sostegno alle famiglie che sono in attesa o già assegnatarie di un alloggio Ipes;<br />
• mediazione culturale e segretariato <strong>sociale</strong>;<br />
• interventi di sensibilizzazione e responsabilizzazione per la cura della struttura.<br />
Il Piano di settore “Inclusione Sociale” riguardo a questa categoria di utenti prevede, per il<br />
prossimo triennio, il seguente programma di intervento:<br />
• inserimento abitativo degli ospiti del Villaggio Sinti nel tessuto cittadino;<br />
• promozione e sostegno di azioni atte a favorire l’inclusione socio – lavorativa;<br />
• promozione di attività capaci di dar vita ad un concreto percorso di incontro e di<br />
collaborazione nel rispetto della loro cultura;<br />
• incentivazione della frequenza scolastica e organizzazione di attività ludico, ricreative e<br />
sportive per i giovani.<br />
E’ importante ricordare che non tutte le famiglie di etnia sinta sono residenti presso il<br />
villaggio già sopra descritto; a numerose famiglie sono stati assegnati alloggi dell’edilizia<br />
<strong>sociale</strong> ed ora queste risiedono in condomini dove abitano numerose altre famiglie. Nasce<br />
così il progetto “Vicini di casa” che ha offerto un intervento di mediazione socioculturale<br />
con le famiglie sinte che vivono in appartamento a Bolzano, prevalentemente nel quartiere<br />
Don Bosco, con gli operatori sociali a cui esse si rivolgono e col mondo della scuola.<br />
Informare, dialogare, mediare, comunicare e mettere in relazione sono stati i punti forti<br />
del lavoro svolto nel <strong>2006</strong> dalla mediatrice con l’obiettivo di creare una relazione tra la<br />
popolazione sinta e la società maggioritaria con le sue istituzioni. Hanno usufruito del<br />
servizio di mediazione oltre un centinaio di persone appartenenti alla popolazione sinta e<br />
altrettanti insegnanti (un intero collegio dei docenti); una decina di operatori sociali a cui i<br />
sinti si rivolgono (assistenti sociali, educatori, operatori amministrativi dei distretti) e quanti<br />
hanno partecipato agli eventi culturali proposti. Anche l’ambito scolastico è stato oggetto di<br />
diversi interventi, come la consulenza agli insegnanti e il doposcuola per i bambini, affi dato a<br />
un’educatrice che è stata supportata da una volontaria. Un altro settore d’azione ha riguardato<br />
l’organizzazione di eventi culturali e convegni per promuovere una maggiore conoscenza<br />
della cultura sinta. Infi ne, tre i monitoraggi effettuati: la distribuzione della popolazione sinta<br />
sul territorio comunale; la condizione lavorativa e la scolarizzazione dei minori.<br />
Il progetto ha concluso la sua terza annualità, quindi si è concluso con dicembre <strong>2006</strong>.<br />
2.8<br />
Inclusione <strong>sociale</strong><br />
163
ROM<br />
Anche il villaggio ROM, come quello Sinti, nell’anno <strong>2006</strong> è passato di competenza del<br />
Servizio Integrazione Sociale del Distretto Centro Piani Rencio. Il villaggio, che è gestito in<br />
convenzione con la cooperativa <strong>sociale</strong> River Equipe, nell’anno <strong>2006</strong> ha ospitato 104 persone<br />
che corrisponde alla copertura del 77,1% dei posti disponibili. La percentuale di copertura<br />
è diminuita rispetto allo scorso anno in considerazione del fatto che alcune famiglie hanno<br />
ottenuto un alloggio Ipes e che i posti rimasti liberi non vengono riassegnati.<br />
Fig. 98 - Grado di utilizzo del Villaggio ROM - <strong>2006</strong><br />
Villaggio<br />
capacità<br />
ricettiva<br />
giorni di<br />
apertura<br />
utenti<br />
nell’anno<br />
giornate di<br />
presenza<br />
% di<br />
copertura<br />
presenza<br />
media<br />
ROM 130 365 104 36.565 77,1% 100,18<br />
La fascia di età prevalente è quella dei minori da 0 – 17 anni, che conta 50 presenze e<br />
costituisce il 48% del totale della popolazione presente al villaggio,la fascia adulta più<br />
numerosa è quella da 35 – 49 anni che con 23 presenze costituisce il 22% dell’intera<br />
popolazione.<br />
Fig. 99 - Persone presenti al Villaggio Rom per fasce di età - <strong>2006</strong><br />
9%<br />
16%<br />
48%<br />
0-17<br />
18-24<br />
25-34<br />
35-49<br />
50-64<br />
22%<br />
5%<br />
La situazione occupazionale delle persone domiciliate al villaggio non appare problematica:<br />
l’89,5% degli abitanti del villaggio (uomini e donne) ha un impiego regolare. Nel dato<br />
percentuale sono compresi anche i minori iscritti a scuola e le donne casalinghe per scelta<br />
familiare. Il 10,5% degli abitanti è disoccupato (il dato è considerato nella media annuale, e<br />
presenta oscillazioni dovute agli impieghi stagionali di alcuni giovani e donne). Tutti i minori<br />
in età scolare frequentano regolarmente l’asilo nido, la scuola materna, scuola elementare,<br />
media e superiore; una ragazza lavora ed una è in attesa di iniziare l’apprendistato.<br />
164
i Servizi<br />
2.8 Inclusione <strong>sociale</strong><br />
Fig. 100- Situazione occupazionale al Villaggio Rom - <strong>2006</strong><br />
Situazione occupazionale maschi femmine Totale<br />
studenti 10 17 27<br />
disoccupati 8 4 12<br />
occupati 19 20 39<br />
non dichiarati o età prescolare 8 18 26<br />
anziani e pensionati - - 0<br />
Totale 45 59 104<br />
Per la maggior parte delle famiglie questo luogo si presenta come una “soluzione abitativa”.<br />
Esse, nonostante percepiscano la permanenza al villaggio come provvisoria, conducono<br />
una vita familiare assolutamente regolare. Gli interventi socio educativi e gestionali offerti si<br />
adeguano alle diffi coltà presentate dalle famiglie e sono di tre tipi:<br />
• per le famiglie che non presentano alcun disagio particolare, l’intervento riguarda soprattutto<br />
il sostegno nella compilazione di moduli e domande, l’intermediazione con uffi ci, gli aspetti<br />
scolastici e quelli ad essi correlati (trasporto, mensa ecc.);<br />
• per le famiglie che presentano diffi coltà, ma che non necessitano di un assistente <strong>sociale</strong><br />
l’operatrice del villaggio, insieme alla famiglia o alle persone singole, individua un percorso<br />
mirato alla soluzione della problematica;<br />
• per le famiglie infi ne che necessitano dell’intervento dell’assistente <strong>sociale</strong>, per le quali<br />
cioè sussistano situazioni critiche per il nucleo familiare e per i minori, l’intervento socio<br />
– educativo viene elaborato in collaborazione con gli educatori e l’assistente <strong>sociale</strong> del<br />
Servizio Integrazione Sociale.<br />
2.8<br />
I progetti più signifi cativi rivolti alla collettività sono:<br />
• doposcuola – il progetto di sostegno prevede l’affi ancamento individuale dei bambini nello<br />
svolgimento dei compiti assegnati dalla scuola, la trasmissione di un metodo di studio ed<br />
il progressivo processo di autonomizzazione. Nel secondo semestre è stata introdotta la<br />
possibilità per i bambini di dedicare un certo numero di ore ad uscite didattiche e culturali,<br />
di cui i bambini con gli insegnanti possono usufruire per visitare musei, mostre, svolgere<br />
attività in biblioteca o videoteca ecc.;<br />
• attività di animazione – diverse iniziative sono state svolte al villaggio, altre presso l’atelier<br />
espressivo di viale Europa con gli operatori del “progetto DiversaMente”. I bambini ed i<br />
ragazzi hanno intrapreso attività ludico ricreative tra le più varie: dalle costruzioni in legno e<br />
mosaico, alla pittura, alla musica ai giochi con il pallone. Talvolta in queste attività venivano<br />
coinvolte anche persone adulte. I ragazzi si sono poi cimentati nella costruzione in legno di<br />
burattini al fi ne di allestire uno spettacolo da presentare nelle scuole.<br />
Inclusione <strong>sociale</strong><br />
Per il prossimo triennio invece, il piano di settore “Inclusione Sociale” prevede il<br />
raggiungimento dei seguenti obiettivi:<br />
• inserimento degli abitanti del Villaggio Rom in abitazioni ordinarie;<br />
• riqualifi cazione e adeguamenti del Villaggio di Castel Firmiano;<br />
• inserimento in progetti sperimentali di edilizia <strong>sociale</strong>;<br />
• miglioramento dell’integrazione scolastica dei minori presenti al villaggio ROM attraverso<br />
interventi mirati ed in collaborazione con le istituzioni scolastiche;<br />
• progetti di formazione ed inserimento lavorativo.<br />
165
Fig. 101 - Area Inclusione Sociale - costi diretti e fonti di finanziamento - <strong>2006</strong><br />
Area inclusione <strong>sociale</strong> - <strong>2006</strong><br />
costi diretti di gestione - Euro 2.906.964<br />
29%<br />
24%<br />
Senzatetto e assistenza di strada<br />
Euro 1.369.793 - 47%<br />
Campo Nomadi Sinti e Rom<br />
Euro 683.660 - 24%<br />
Extracomunitari/profughi<br />
Euro 853.511 - 29%<br />
47%<br />
Area inclusione <strong>sociale</strong> - <strong>2006</strong><br />
costi diretti di gestione - Euro 2.906.964<br />
1%<br />
2%<br />
Comune<br />
Euro 1.081.043 - 37%<br />
Provincia<br />
Euro 1.755.541 - 60%<br />
37%<br />
Utenti<br />
Euro 53.224 - 2%<br />
Altro<br />
Euro 17.156 - 1%<br />
60%<br />
166
Inclusione <strong>sociale</strong><br />
2.8<br />
167
Indicatori e costi 3<br />
169<br />
Indicatori 3.1
170
Indicatori nel settore amministrativo e <strong>sociale</strong>3.1<br />
Nell’ambito dei sistemi di rendicontazione gli indicatori servono a misurare processi, risultati<br />
ed effetti di scelte e attività di un’organizzazione. Essi acquisiscono una particolare rilevanza<br />
quando consentono la lettura storica dell’azione di un’organizzazione e la comparazione con<br />
altri contesti.<br />
L’Azienda Servizi Sociali di Bolzano dispone di un sistema di rendicontazione <strong>sociale</strong> già da<br />
qualche anno e ha pertanto la possibilità di mettere a confronto dati in alcuni casi dall’anno<br />
1999 ad oggi.<br />
La scelta aziendale è di comparare tra loro gli anni 2005 e <strong>2006</strong> per quanto riguarda gli<br />
indicatori di attività sia nel settore <strong>sociale</strong> che in quello amministrativo, mentre di<br />
risalire fi no al 2001– per comparare di anno in anno dati riferiti ad indicatori generali che<br />
evidenziano l’evoluzione dei servizi sociali gestiti dall’Azienda sul territorio cittadino.<br />
Per quanto riguarda questi indicatori storici va precisato che la fonte informativa è la Provincia<br />
Autonoma di Bolzano, Ripartizione 24, che con il sistema informativo SIPSA ha permesso<br />
in questi anni la rilevazione sistematica di dati anche sul territorio cittadino.<br />
I dati contenuti in questo <strong>Bilancio</strong> <strong>sociale</strong> riguardano prevalentemente i servizi aziendali e in<br />
alcuni casi si interfacciano con dati demografi ci comunali. Per disporre di un osservatorio<br />
completo sui servizi in ambito <strong>sociale</strong> cittadino, la rendicontazione <strong>sociale</strong> di ASSB andrebbe<br />
messa in connessione, a cura dell’Assessorato competente, con i dati provenienti da altre<br />
realtà pubbliche e private che contribuiscono alla realizzazione delle politiche sociali in città.<br />
171<br />
Indicatori 3.1
Indicatori di base settore amministrativo - <strong>2006</strong><br />
Il personale dipendente ASSB 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Unità di personale dipendente (situazione al 31.12.) 858 870 12<br />
Equivalenti a tempo pieno in servizio al 31.12. 729,9 722,7 -7<br />
Posti previsti in pianta organica 763,5 763,5 0<br />
per sesso ed età<br />
per qualifica<br />
% dipendenti equiv.a t.p. effettivi / posti in pianta organica 95,6% 94,6% -1,0%<br />
per profilo professionale<br />
per sede di lavoro<br />
donne 689 703 14<br />
uomini 169 167 -2<br />
% donne / tot. dipendenti 80,3% 80,8% 0,6%<br />
< 30 anni 152 142 -10<br />
31 - 40 anni 315 306 -9<br />
41 - 50 anni 285 307 22<br />
> 50 anni 106 115 9<br />
% dipendenti < 40 anni / tot. dipendenti 54,4% 51,4% -5,5%<br />
dirigenti 17 17 0<br />
funzionari 9 11 2<br />
altri 832 842 10<br />
% dirigenti / tot. dipendenti 1,98% 1,95% -1,5%<br />
socio-assistenziale 701 715 14<br />
amministrativo 121 122 1<br />
altri 36 33 -3<br />
% dipendenti con profi lo socio-assist. / tot. dipendenti 81,7% 82,2% 0,6%<br />
Case di riposo e centri di degenza 295 306 11<br />
Distretti socio-sanitari 201 202 1<br />
Ufficio Handicap e relative strutture 161 158 -3<br />
Ufficio Servizio alla Famiglia e relative strutture 131 135 4<br />
Sede centrale di via Roma 58 57 -1<br />
Centri di assistenza diurni per anziani 12 12 0<br />
% dipendenti sede centrale / tot. dipendenti 6,8% 6,6% -3,7%<br />
172
Indicatori e costi<br />
3.1 Indicatori<br />
Il personale dipendente ASSB 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
le assenze (media x 1 dipendente)<br />
media di giorni lavorativi nell’anno 260,0 260,0 0,0<br />
media giorni lavorati per dipendente 244,2 245,6 1,4<br />
media giorni assenza per malattia 13,4 12,7 -0,7<br />
media giorni assenza per congedi straordinari 2,3 1,7 -0,6<br />
totale giorni di assenza in media 15,7 14,4 -1,3<br />
% giorni di assenza sui possibili lavorati 6,0% 5,5% -8,3%<br />
La formazione del personale dipendente 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Formazione con frequenza in servizio (corsi OSA, OSS)<br />
Qualificazione-specializzazione (150 ore)<br />
Aggiornamento professionale<br />
n. partecipanti 27 31 4,0<br />
n. giornate medie per partecipanti 10,4 9,7 -0,7<br />
n. partecipanti 23 25 2,0<br />
n. giornate medie per partecipanti 12,5 12,5 0,0<br />
n. partecipanti 520 575 55,0<br />
n. giornate medie per partecipanti 2,2 2,9 0,7<br />
La sicurezza 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
n. visite mediche 435 330 -105<br />
n. totale di infortuni 57 56 -1<br />
“in itinere” 12 10 -2<br />
movimentazione carichi 5 11 6<br />
accidentale 26 10 -16<br />
aggressione 14 25 11<br />
n. totale giorni di assenza per infortunio 948 561 -387<br />
Il patrimonio immobiliare 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Numero immoblili in uso 50 50 0<br />
di cui<br />
di proprietà aziendale (v. Garibaldi) 1 1 0<br />
in concessione gratuita dal Comune BZ 32 32 0<br />
in concessione gratuita dalla Provincia 8 8 0<br />
in locazione da privati 9 9 0<br />
173<br />
Indicatori 3.1
La manutenzione delle strutture 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Numero immobili in carico per la manutenzione ordinaria e<br />
straordinaria<br />
41 41 0<br />
Numero interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria 845 827 -18<br />
L’esternalizzazione dei servizi 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Numero servizi sociali affidati a terzi 39 43 4<br />
di cui<br />
tramite convenzione 24 27 3<br />
tramite contratto 15 16 1<br />
Numero servizi e prestazioni non sociali aggiudicati a terzi 29 30 1<br />
Il personale dipendente da terzi 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Unità di personale dipendente da terzi 230 240 10<br />
Equivalente a tempo pieno al 31.12. 195,2 200,8 5,6<br />
n. operatori dipendenti da terzi ogni 10 dipendenti ASSB 2,7 2,8 0,1<br />
% operatori dipendenti da terzi / tot. operatori equiv. ASSB 21,1 21,7 2,8%<br />
per profilo professionale (equivalenti a tempo pieno)* 195,2 200,8 5,6<br />
operatori sociali/educatori nei servizi affi dati a terzi 82,1 87,3 5,2<br />
infermieri professionali (case di riposo e centri degenza) 59,5 57,5 -2,0<br />
cuochi e personale mense e servizio pasti a domicilio 17,4 21,6 4,2<br />
fi sioterapisti (case di riposo e centri degenza) 13,7 14,5 0,8<br />
personale servizio ristorazione case di riposo 10,6 11,0 0,4<br />
personale amministrativo nei servizi esternalizzati 11,9 8,9 -3,0<br />
(* l’equivalenza non corrisponde appieno perché non vi è un controllo sui percorsi professionali)<br />
Volontari, obiettori di coscienza, tirocinanti 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
volontari*<br />
n. 540 488 -52<br />
obiettori*<br />
n. ore annue 83.279 66.844 -16.435<br />
n. 11 10 -1<br />
n.ore annue 5.125 6.953 1.828<br />
tirocinanti*<br />
n. 236 250 14<br />
n. ore annue 31.175 26.912 -4.263<br />
*incluse le fi gue attive nei servizi esternalizzati<br />
174
Indicatori e costi<br />
3.1 Indicatori<br />
La comunicazione e il rapporto con i media 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Rassegna stampa<br />
n. articoli pubblicati sui quotidiani locali su tematiche sociali in<br />
tutta la Prov. 1.956 2.199 243<br />
area anziani 375 406 31<br />
area minori 225 274 49<br />
area famiglia 406 421 15<br />
area disagio <strong>sociale</strong> 437 664 227<br />
area handicap 131 95 -36<br />
area politiche sociali 382 339 -43<br />
n. articoli pubblicati sui quotidiani locali che riguardano<br />
direttamente l’ASSB<br />
254 187 -67<br />
Comunicati stampa<br />
area anziani 108 68 -40<br />
area minori 13 8 -5<br />
area famiglia 29 20 -9<br />
area disagio <strong>sociale</strong> 26 39 13<br />
area handicap 23 10 -13<br />
area politiche sociali 55 42 -13<br />
% articoli su ASSB / tot. articoli pubblicati in Provincia 13,0% 8,5% -34,6%<br />
n. comunicati stampa inviati alle testate locali 41 36 -5<br />
Sito Internet<br />
n. visitatori nell’anno 70.594 84.086 13.492<br />
media visite al giorno 193 230 37<br />
Rendiconto <strong>sociale</strong> annuale<br />
n. copie distribuite (su carta e CD) 300 300 0<br />
Comune di Bolzano (Giunta e consiglio) 85 75 -10<br />
Stakeholders esterni<br />
(enti pubblici, associazioni, cooperative e.a.)<br />
215 225 10<br />
175<br />
Indicatori 3.1
Tutela giuridica e amministrativa 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
n. contenziosi legali 20 21 1<br />
n. tentativi di conciliazione dinanzi all’Ufficio prov. del Lavoro 7 8 1<br />
n. segnalazioni al Difensore civico 5 3 -2<br />
n. ricorsi gerarchici al Direttore 2 0 -2<br />
n. opposizioni ai dirigenti 2 0 -2<br />
n. ricorsi alla Consulta provinciale 111 110 -1<br />
n. ingiunzioni amministrative n.r. 14 -<br />
Controlli delle autocertificazioni 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
n. controlli “a campione” effettuati dall’Ufficio Legale ai sensi<br />
del DPR 445/2000 143 193 50<br />
conformi alla dichiarazione 122 171 49<br />
non conformi alla dichiarazione 21 22 1<br />
di cui successivamente rettifi cati dall’utente 21 22 1<br />
rettifi cati mediante integrazione d’uffi cio* 0 0 0<br />
segnalazioni in Procura 0 0 0<br />
n. controlli “mirati” effettuati dai singoli servizi dell’ASSB<br />
ai sensi del DPR 445/2000 1.515 2.796 1.281<br />
conformi alla dichiarazione 1.324 2.540 1.216<br />
non conformi alla dichiarazione 191 256 65<br />
di cui successivamente rettifi cati dall’utente 168 169<br />
rettifi cati mediante integrazione d’uffi cio* 0 73<br />
segnalazioni in Procura 23 14<br />
% n. dichiarazioni “non conformi” / n. totale controlli 13,9% 9,2% -34,1%<br />
n. totale segnalazioni in Procura 23 14 -9<br />
1<br />
73<br />
-9<br />
n. casi di recupero di importi a seguito di non conformità,<br />
accertate mediante controlli successivi all’erogazione della<br />
prestazione**<br />
*mediante accessi diretti a banche dati di amministrazioni certifi cati<br />
**trattasi di prestazioni di Assistenza Economica (AES)<br />
23 15 -8<br />
176
Indicatori e costi<br />
3.1 Indicatori<br />
Posizioni assicurative 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
n. diverse posizioni assicurative aperte 77 68 -9<br />
defi nite positivamente 37 9 -28<br />
da incassare, ma già defi nite 2 5 3<br />
da incassare, in attesa di quantifi cazioni INAIL (responsabilità di terzi<br />
per fatto illecito nei confronti di dipendenti aziendali) 1 4 3<br />
in pendenza trattative 10 3 -7<br />
senza seguito, in quanto non è stato richiesto risarcimento da parte<br />
dei danneggiati 24 39 15<br />
respinti in quanto non coperti da assicurazione 3 8 5<br />
in attesa di quantifi cazione peritale 0 0 0<br />
Tutela assicurativa 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
n. denunce polizza furto/incendio/kasko/autovetture dipendenti 0 1 1<br />
n. denunce polizza rca/furto/incendio veicoli aziendali 6 4 -2<br />
n.denunce polizza rc generale 28 23 -5<br />
n. denunce furto/incendio/edp strutture aziendali 4 7 3<br />
n. denunce polizza rc patrimoniale dirigenti e tecnici 0 1 1<br />
n.denunce polizza infortuni 7 19 12<br />
Recupero crediti 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
n. pratiche pervenute da parte dei Servizi aziendali<br />
all’Uff.Legale relative a mancati pagamenti da parte di utenti o<br />
di parenti obbligati al pagamento della tariffa 215 105 -110<br />
crediti dei quali si è attivato direttamente l’Ufficio Legale, di cui 146 78 -68<br />
casi di recupero completo del credito 64 21 -43<br />
casi di rateizzazione del credito 12 14 2<br />
crediti in fase di recupero 70 43 -27<br />
crediti dichiarati inesigibili 0 0 0<br />
crediti per i quali è stato attivato il Concessionario del Servizio<br />
di Riscossione, di cui 69 27 -42<br />
casi di recupero completo del credito 2 1 -1<br />
casi di rateizzazione del credito 1 0 -1<br />
crediti in fase di recupero 66 26 -40<br />
crediti dichiarati inesigibili 0 0 0<br />
177<br />
Indicatori 3.1
Finanze e Contabilità 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Adempimenti fiscali<br />
n. registrazioni contabili - fatture e registri IVA (uscite) 22.722 22.443 -279<br />
n. registrazioni contabili - (entrate) 18.011 18.567 556<br />
n. certifi cazioni annuali/compensi a terzi e 770 48 48 0<br />
n. registrazioni dei movimenti casse economali<br />
(entrate, uscite e corrispettivi) 3.199 3.118 -81<br />
n. registri corrispettivi 5 5 0<br />
Gestione del rendiconto finanziario<br />
n. centri di responsabilità 21 21 0<br />
n. centri di costo 153 152 -1<br />
Provvedimenti amministrativi 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
n. decreti del direttore generale 435 384 -51<br />
n. determinazioni dirigenziali 432 359 -73<br />
178
Indicatori e costi<br />
3.1 Indicatori<br />
Indicatori di base settore <strong>sociale</strong> - <strong>2006</strong><br />
ANZIANI 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Case di riposo/Centri di degenza<br />
Case di riposo 3 3 0,0%<br />
Centri di degenza 2 2 0,0%<br />
Capacità ricettiva (31.12.) 442 441 -0,2%<br />
Posti letto per utenti in ammissione temporanea (31.12.) 11 12 9,1%<br />
Ospiti (31.12.) 435 437 0,5%<br />
autosuffi cienti 13 10 -23,1%<br />
leggermente non autosuffi cienti 43 29 -32,6%<br />
mediamente non autosuffi cienti 50 53 6,0%<br />
gravemente non autosuffi cienti 329 345 4,9%<br />
Centri di assistenza diurna<br />
% di copertura media nell’anno 99,5% 98,8% -0,7%<br />
Strutture 2 2 0,0%<br />
Capacità ricettiva (31.12.) 36 36 0,0%<br />
Utenti nel corso dell’anno 71 60 -15,5%<br />
Centri diurni (assistenza ambulatoriale)<br />
Strutture 5 5 0,0%<br />
Utenti nel corso dell’anno 2.553 2.843 11,4%<br />
Prestazioni 11.733 12.224 4,2%<br />
Servizio Emergenza Anziani<br />
Utenti nel corso dell’anno* 142 239 68,3%<br />
n. associazioni coinvolte 18 16 -11,1%<br />
n. ore di volontariato offerto 11.705 12.100 3,4%<br />
* trattasi di utenti nuovi che si sono rivolti per la prima volta al servizio EA nel 2005.<br />
Mense per anziani<br />
Strutture 3 3 0,0%<br />
Utenti nel corso dell’anno* 546 458 -16,1%<br />
Pasti consumati 71.037 118.865 67,3%<br />
* il dato è comprensivo degli utenti anziani della mensa CLAB che hanno rinnovato la tessera 2005 (445)<br />
Soggiorni climatici per anziani non autosuff.<br />
Utenti che hanno usufruito del servizio 89 79 -11,2%<br />
Turni organizzati al mare 4 4 0,0%<br />
179<br />
Indicatori 3.1
MINORI E FAMIGLIA 2004 2005 (+/- )<br />
Asili Nido<br />
Strutture 8 8 0,0%<br />
Utenti al 31.12. 377 375 -0,5%<br />
Capacità ricettiva 389 377 -3,1%<br />
Consultori familiari<br />
% di copertura media nell’anno 70,9% 74,3% 4,8%<br />
Strutture 5 5 0,0%<br />
Utenti nel corso dell’anno 5.929 5.583 -5,8%<br />
Casa delle donne GEA<br />
Capacità ricettiva 6 6 0,0%<br />
Donne accolte nel corso dell’anno 32 19 -40,6%<br />
% di copertura media nell’anno*<br />
96,9% 102,3% 5,6%<br />
*NB: la capacità ricettiva risulta superiore al 100% in quanto può<br />
accadere che per pochi giorni due donne che siano in procinto di<br />
uscire ed abbiano concluso il progetto educativo, condividano la<br />
stessa unità abitativa per far entrare una nuova utente nell’unità<br />
abitativa da loro liberata.<br />
Centro di ascolto GEA<br />
donne in consulenza 185 165 -10,8%<br />
Haus der geschützten Wohnungen<br />
capacità ricettiva 7 7 0,0%<br />
utenti nel corso dell’anno 22 19 -13,6%<br />
Centro Minori stranieri non accompagnati<br />
% di copertura media nell’anno 88,8% 95,6% 7,7%<br />
Strutture 1 1 0,0%<br />
Capacità ricettiva 12 12 0,0%<br />
Utenti nel corso dell’anno 40 37 -7,5%<br />
% di copertura media nell’anno 99,9% 83,4% -16,5%<br />
180
Indicatori e costi<br />
3.1 Indicatori<br />
HANDICAP 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Strutture residenziali 5 5 0,0%<br />
Capacità ricettiva* 48 48 0,0%<br />
Utenti (31.12.) 48 47 -2,1%<br />
*a questi posti vanno ad aggiungersi n. 4 posti complessivi per permanenze brevi<br />
Laboratori protetti<br />
% di copertura media nell’anno 91,0% 85,4% -6,2%<br />
strutture 3 3 0,0%<br />
Capacità ricettiva 39 39 0,0%<br />
Utenti (31.12.) 38 36 -5,3%<br />
% di copertura media nell’anno 76,4% 79,0% 3,4%<br />
Gruppi occupazionali 4 3 -25,0%<br />
Capacità ricettiva 78 67 -14,1%<br />
Utenti (31.12.) 70 64 -8,6%<br />
% di copertura media nell’anno 69,8% 82,0% 17,5%<br />
MALATI PSICHICI 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Comunità alloggio (strutture) 2 2 0,0%<br />
Capacità ricettiva 13 13 0,0%<br />
Utenti (31.12.) 11 10 -9,1%<br />
% di copertura media nell’anno 80,7% 72,2% -10,5%<br />
Centro di addestr. Professionale (Cirs) 1 1 0,0%<br />
Capacità ricettiva 18 18 0,0%<br />
Utenti (31.12.) 22 25 13,6%<br />
% di copertura media nell’anno 85,4% 99,1% 16,0%<br />
Laboratorio di riab. Psico<strong>sociale</strong> (Windrose) 1 1 0,0%<br />
Capacità ricettiva 13 13 0,0%<br />
Utenti (31.12.) 13 13 0,0%<br />
Punti incontro per malati psichici<br />
% di copertura media nell’anno 76,3% 76,1% -0,3%<br />
utenti nel corso dell’anno 153 179 17,0%<br />
Soggiorni climatici per malati psichici<br />
Utenti che hanno usufruito del servizio 16 10 -37,5%<br />
Turni organizzati al mare 1 1 0,0%<br />
181<br />
Indicatori 3.1
INTEGRAZIONE SOCIALE 2004 2005 (+/- )<br />
Strutt. accoglienza senza fissa dimora 5 5 0,0%<br />
capacità ricettiva 132 129 -2,3%<br />
n. utenti nell’anno 311 382 22,8%<br />
% di copertura media nell’anno* 82,8% 77,9% -5,9%<br />
*la media comprende gli alloggi della Casa Conte Forni attiva dal mese ottobre con l’ingresso graduale degli utenti. Senza<br />
tale struttura la % di copertura media è del 86,7%<br />
Strutt. accoglienza citt. stranieri 3 3 0,0%<br />
capacità ricettiva 75 78 4,0%<br />
n. utenti nell’anno 321 331 3,1%<br />
Campo nomadi Sinti<br />
% di copertura media nell’anno 89,4% 86,9% -2,8%<br />
capacità ricettiva 180 124 -31,1%<br />
Utenti nell’anno 106 87 -17,9%<br />
Campo nomadi Rom<br />
% di copertura media nell’anno 50,1% 79,6% 58,9%<br />
Capacità ricettiva 130 130 0,0%<br />
Utenti nell’anno 117 104 -11,1%<br />
% di copertura media nell’anno 89,8% 77,1% -14,1%<br />
SERVIZI APERTI 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Servizio assistenza di strada<br />
numero utenti 903 898 -0,6%<br />
prestazioni erogate (assistenza, ascolti,accompagnamenti) 11.895 9.453 -20,5%<br />
Segretariato <strong>sociale</strong> / Centro Diurno<br />
Utenti nell’anno 377 605 60,5%<br />
Presenze al segretariato <strong>sociale</strong> 845 1.340 58,6%<br />
Presenze al centro diurno 5.631 12.341 119,2%<br />
Centro Prima accoglienza immigrati<br />
Utenti all’anno 2.148 2.502 16,5%<br />
Prestazioni erogate (consulenza, domande di accesso all’ostello,<br />
domande di lavoro, contatti questura, ecc) 7.744 8.643 11,6%<br />
182
Indicatori e costi<br />
3.1 Indicatori<br />
DIPENDENZE 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Centro Bassa Soglia (tossicodip.)<br />
Utenti nell’anno 210 222 5,7%<br />
prestazioni erogate nell’anno (consulenza, pasti, scambio siringhe,<br />
kit saver use, igiene ecc.) 23.682 27.247 15,1%<br />
Laboratorio per alcooldipendenze “Handswork”<br />
capacità ricettiva 12 12 0,0%<br />
Utenti nell’anno 12 12 0,0%<br />
% di copertura media nell’anno 83,4 97,1 16,4<br />
DISTRETTI SOCIALI 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Servizio sociopedagogico<br />
Utenti minori nel corso dell’anno 1.343 1.434 6,8%<br />
Don Bosco 396 375 -5,3%<br />
Centro Piani Rencio 254 499 96,5%<br />
Oltrisarco 354 152 -57,1%<br />
Europa-Novacella 152 207 36,2%<br />
Gries-S. Quirino 187 201 7,5%<br />
Utenti adulti nel corso dell’anno 2.203 2.895 31,4%<br />
Don Bosco 476 381 -20,0%<br />
Centro Piani Rencio 429 791 84,4%<br />
Oltrisarco 424 586 38,2%<br />
Europa-Novacella 569 757 33,0%<br />
Gries-S. Quirino 305 380 24,6%<br />
183<br />
Indicatori 3.1
DISTRETTI SOCIALI 2005 <strong>2006</strong> (+/- )<br />
Assistenza domiciliare<br />
Utenti nel corso dell’anno 619 629 1,6%<br />
Don Bosco 161 174 8,1%<br />
Centro Piani Rencio 111 99 -10,8%<br />
Oltrisarco 82 90 9,8%<br />
Europa-Novacella 112 115 2,7%<br />
Gries-S. Quirino 153 151 -1,3%<br />
Ore di assistenza 40.954 39.531 -3,5%<br />
Don Bosco 10.874 11.553 6,2%<br />
Centro Piani Rencio 9.041 9.308 3,0%<br />
Oltrisarco 5.784 5.396 -6,7%<br />
Europa-Novacella 6.846 5.433 -20,6%<br />
Pasti a domicilio<br />
Gries-S. Quirino 8.409 7.841 -6,8%<br />
Utenti nel corso dell’anno 484 474 -2,1%<br />
Pasti consegnati 77.318 81.853 5,9%<br />
Assistenza economica<br />
utenti RMI e spese locazione 1.395 1.435 2,9%<br />
Don Bosco 358 369 3,1%<br />
Centro Piani Rencio 293 337 15,0%<br />
Oltrisarco 406 457 12,6%<br />
Europa-Novacella 160 131 -18,1%<br />
Gries-S. Quirino 178 141 -20,8%<br />
domande presentate 10.225 11.189 9,4%<br />
Don Bosco 2.730 2.950 8,1%<br />
Centro Piani Rencio 2.102 2.396 14,0%<br />
Oltrisarco 2.616 3.105 18,7%<br />
Europa-Novacella 1.472 1.356 -7,9%<br />
Assistenza al posto di lavoro (SAPL)<br />
Gries-S. Quirino 1.305 1.382 5,9%<br />
utenti nel corso dell’anno 87 76 -12,6%<br />
Servizio “Help for Job” 68 158 132,4%<br />
184
Indicatori e costi<br />
3.1 Indicatori<br />
Indicatori storici generali di riferimento - 2001 - <strong>2006</strong><br />
AREA ANZIANI<br />
(valori in percentuale)<br />
Dimensione 2001 2002 2003 2004 2005 <strong>2006</strong> Note / commenti<br />
Indice di penetrazione/<br />
assistenza dei servizi a favore<br />
degli anziani SAD, CDR/CD e<br />
CAD* rispetto alla popolazione<br />
(Utenti SAD+CDR/CD+CAD)>64 /<br />
Pop.>64 (x 100)<br />
Il rapporto percentuale tra le persone<br />
che hanno utilizzato un servizio<br />
e il totale della popolazione<br />
di riferimento.<br />
4,9 6,0 5,1 5,1 5,1 5,0 Negli ultimi tre anni l’indice si è consolidato<br />
intorno al 5,0%. A fronte di un aumento del-<br />
la popolazione ultrasessantaquattrenne, è<br />
aumentata la risposta assistenziale in modo<br />
proporzionale .<br />
I dati mostrano fi no al 2002 un costante<br />
aumento delle persone che hanno utilizzato<br />
i servizi SAD e CDR/CD* e la crescente<br />
capacità della rete dei servizi aziendali di<br />
penetrare nella popolazione anziana e di<br />
far fronte ad un incessante incremento dei<br />
bisogni di assistenza da parte degli anziani<br />
>64 anni della città, i quali rappresenta-<br />
no oltre il 21,9% degli abitanti della città<br />
Indice di territorializzazione<br />
(diffusione del Servizio Aiuto<br />
Domiciliare)<br />
Utenti anziani SAD >64 / Tot. utenti<br />
anziani SAD+ CDR+CAD>64 *<br />
(x 100)<br />
Il rapporto percentuale tra gli<br />
utenti SAD con più di 64 anni e il<br />
totale degli utenti del Servizio Aiuto<br />
Domiciliare (SAD), delle Case di<br />
riposo (CDR) e dei Centri di Assistenza<br />
Diurna (CAD).<br />
55,1 57,7 48,5 49,5 50,4 52,9 La quota di utenti in carico al Servizio di Aiu-<br />
to Domiciliare (SAD) è in costante aumento<br />
anche se nel 2005/<strong>2006</strong> ha ripreso ad<br />
incrementarsi dopo una diminuzione negli<br />
anni 2003/2004 dovuta probabilmente alla<br />
disponibilità sul territorio di assistenti private<br />
straniere.<br />
La presenza delle c.d. badanti è ancora<br />
molto forte in città, ma con l’attivazione<br />
dello sportello Nissà Care in convenzione<br />
con ASSB e con la collaborazione con gli<br />
uffi ci provinciali del lavoro, l’incontro tra do-<br />
manda ed offerta occupazionale è facilitato<br />
e coordinato.<br />
Nell’anno <strong>2006</strong> c’è stato un aumento degli<br />
utenti assistiti a domicilio del 2,8% rispetto<br />
al 2005, esso è comunque un dato esiguo<br />
rispetto all’aumento della popolazione<br />
over 64 anni, ciò conferma il trend sopra<br />
descritto.<br />
*SAD+CDR/CD+CAD = Servizio Aiuto Domiciliare + Case di Riposo/Centri di degenza + Centri di Assistenza Diurna, gestiti da ASSB<br />
185<br />
Indicatori 3.1
Dimensione 2001 2002 2003 2004 2005 <strong>2006</strong> Note / commenti<br />
Indice di dotazione dei posti<br />
letto in case di riposo gestite<br />
dall’ASSB<br />
N. posti letto in CDR / Pop. >64<br />
(x 100)<br />
Il rapporto percentuale tra il numero<br />
di posti letto in casa di riposo<br />
e la popolazione residente con<br />
più di 64 anni.<br />
Indice di dotazione con incluso<br />
i n. 38 posti in convenzione<br />
presso la casa di riposo di Via<br />
della Roggia<br />
Indice di non autosufficienza<br />
nelle case di riposo e nei centri<br />
di degenza gestiti da ASSB<br />
Utenti anziani gravemente non autosuffi<br />
cienti in casa di riposo / totale<br />
utenti anziani in casa di riposo (x 100)<br />
Indice di istituzionalizzazione<br />
Utenti anziani in casa di riposo >64 /<br />
totale utenti anziani dei servizi >64<br />
* nell’anno (x 100)<br />
Il rapporto percentuale tra gli<br />
utenti dei servizi residenziali<br />
(case di riposo ASSB) e il totale<br />
degli utenti in carico ai servizi<br />
residenziali e diurni.<br />
2,1<br />
2,3<br />
2,2<br />
2,4<br />
2,2<br />
2,4<br />
2,1<br />
2,3<br />
2,1<br />
2,3<br />
2,0<br />
2,2<br />
La disponibilità dei posti letto nelle case<br />
di riposo gestite dall’ASSB è rimasta<br />
pressoché invariata rispetto allo scorso<br />
anno. L’indice, leggermente in diminuzio-<br />
ne, conferma il trend già sopra descritto,<br />
ovvero il sempre maggior aumento della<br />
popolazione anziana. L’indice aumenta al<br />
3,0% se si considerano anche i posti letto<br />
presso le altre strutture di Bolzano (Firmian,<br />
Blindenzentrum, Pro Senectute). Ciò nono-<br />
stante Bolzano si conferma come il territorio<br />
con il più basso indice di dotazione di tutta<br />
la provincia, nonostante possieda i più alti<br />
indici di vecchiaia.<br />
- 69,0 70,7 73,6 75,6 78,9 La presenza di persone in situazione di grave<br />
non autosuffi cienza nelle strutture resi-<br />
denziali per anziani è sempre maggiore, nel<br />
<strong>2006</strong> ha raggiunto nelle cinque strutture<br />
residenziali gestite dall’Azienda il 78,9%,<br />
a livello cittadino, ovvero calcolando l’indice<br />
su tutte le strutture della città si raggiunge<br />
l’81,9% un dato largamente al di sopra del-<br />
la media provinciale (54,5% nel 2005).<br />
44,9 42,3 51,5 50,5 49,6 40,3 A fronte di un aumento delle persone<br />
gravemente non autosuffi cienti ricoverate<br />
in struttura, nel <strong>2006</strong> c’è stato un calo<br />
considerevole di istituzionalizzazione delle<br />
persone con età superiore ai 64 anni.<br />
Il dato mostra un trend positivo di adegua-<br />
mento della rete dei servizi, verso forme<br />
alternative al ricovero (servizi aperti, semi-<br />
residenziali-diurni) con l’obiettivo di tutelare<br />
l’autonomia dell’anziano preferibilmente a<br />
domicilio e di istituzionalizzare solamente<br />
le persone che non sono più in grado di<br />
gestirsi o essere gestite a domicilio.<br />
*Totale utenti dei servizi SAD+CDR/CD+CAD = Servizio Aiuto Domiciliare + Case di Riposo/Centri di degenza + Centri di Assistenza Diurna, gestiti da<br />
ASSB<br />
Indice di utilizzo dei posti letto<br />
(casa di riposo e centro di degenza)<br />
N. posti letto occupati in CDR / Totale<br />
posti letto in CDR (x 100)<br />
Il rapporto percentuale tra il<br />
numero di posti letto occupati<br />
e il totale dei posti disponibili in<br />
struttura.<br />
89,9 98,3 99,0 99,4 99,5 98,8 L’indice di utilizzo dei posti letto in struttura<br />
è sempre molto elevato a testimonianza di<br />
un migliore utilizzo dei posti letto su quelli<br />
disponibili nelle strutture residenziali gestite<br />
dall’Azienda. Il risultato è da considerarsi al<br />
massimo del suo potenziale, in quanto lo<br />
scarto è necessario per la gestione delle<br />
dimissioni e nuove ammissioni.<br />
186
Indicatori e costi<br />
3.1 Indicatori<br />
Dimensione 2001 2002 2003 2004 2005 <strong>2006</strong> Note / commenti<br />
Indice di utilizzo dei posti presso<br />
i centri di assistenza diurna<br />
N. posti occupati nell’anno / Totale<br />
posti disponibili (x 100)<br />
Villa Europa<br />
Maso Premstaller -<br />
Indice di domanda<br />
insoddisfatta nelle case di<br />
riposo gestite da ASSB<br />
Anziani in lista d’attesa / totale posti<br />
letto (x 100)<br />
61,0<br />
-<br />
55,4<br />
10,2<br />
35,2<br />
28,0<br />
41,7<br />
40,3<br />
39,5<br />
57,6<br />
Le percentuali di utilizzo delle due strutture<br />
non sono ottimali, ma rispondono ad importanti<br />
bisogni delle famiglie in quanto gesti-<br />
scono situazioni a volte molto diffi cili. C’è<br />
però da sottolineare il fatto che il loro livello<br />
di utilizzo è sempre in costante aumento<br />
rispetto ai primi anni di apertura perché<br />
sempre più conosciuto dalle famiglie ma<br />
anche e soprattutto perché offre una qualità<br />
assistenziale molto elevata.<br />
In particolare per il centro diurno Premstal-<br />
ler, che offre assistenza per la maggior parte<br />
ai malati di morbo di Alzheimer, c’è sempre<br />
maggiore richiesta.<br />
- 114,3 63,0 55,1 38,5 46,2 L’indice di domanda insoddisfatta (indicato-<br />
re della presenza di liste di attesa) nel <strong>2006</strong> è<br />
aumentato dell’8,3%. Il dato è conseguenza<br />
del costante aumento della popolazione an-<br />
ziana, e quindi della richiesta, e la stabilità<br />
dei posti disponibili nelle strutture.<br />
AREA MINORI E ADULTI<br />
(valori in percentuale)<br />
Dimensione 2001 2002 2003 2004 2005 <strong>2006</strong> Note / commenti<br />
Indice di assistenza: Utenti<br />
assistiti dai consultori familiari<br />
N. utenti Consultori Familiari / Totale<br />
popolazione residente (x 100)<br />
5,8 5,8 5,8 6,1 6,0 5,6 A partire dal 2005 si registra un calo dell’utenza,<br />
rispetto invece ad un aumento del-<br />
le prestazioni erogate. Ciò è dovuto in gran<br />
parte all’adeguamento dell’erogazione delle<br />
prestazioni all’importo di fi nanziamento da<br />
raggiungere che, ad inizio anno è già noto<br />
ai consultori.<br />
Indice di penetrazione: I minori<br />
assistiti dal Servizio sociopedagogico<br />
Totale utenti 0-17 anni in carico ai<br />
Servizi sociopedagogici / totale popolazione<br />
residente 0-17 anni (x 100)<br />
4,9 6,2 7,2 8,5 8,4 8,8 Il trend dei minori in carico al Servizio so-<br />
ciopedagogico è in costante aumento, da<br />
attribuire anche ad un incremento dei gio-<br />
vani extracomunitari seguiti dal servizio. (v.<br />
punto successivo)<br />
Incidenza di minori extracomunitari<br />
rispetto al totale dei<br />
minori in carico ai Servizi sociopedagogici<br />
Totale minori extracomunitari in carico<br />
ai Servizi sociopedagogici / totale minori<br />
in carico (x 100)<br />
38,3 40,5 40,6 44,9 48,3 49,6 Si conferma negli anni un graduale aumen-<br />
to dei minori extracomunitari in carico ai<br />
Servizi sociopedagogici. Sono inclusi fra i<br />
minori extracomunitari anche i minori seguiti<br />
presso il villaggio Rom di Castel Firmiano,<br />
i profughi ed i minori stranieri non accom-<br />
pagnati.<br />
187<br />
Indicatori 3.1
Dimensione 2001 2002 2003 2004 2005 <strong>2006</strong> Note / commenti<br />
Incidenza tipologica dell’utenza:<br />
Gli adulti/anziani in carico ai<br />
Servizi sociopedagogici rispetto<br />
al totale degli utenti<br />
N. adulti/anziani in carico ai Servizi sociopedagogici<br />
/ totale utenti in carico<br />
ai Servizi sociopedagogici (x 100)<br />
Indice di istituzionalizzazione:<br />
I minori collocati in strutture<br />
socio-pedagogiche<br />
n. minori dei Servizi sociopedagogici<br />
ricoverati in struttura / totale<br />
utenti minori in carico ai Servizi<br />
sociopedagogici (x 100)<br />
Indice di penetrazione: I<br />
bambini iscritti negli asili nido<br />
N. bambini iscritti negli asili nido /<br />
Totale popolazione 0-3 anni (x 100)<br />
Indice di domanda<br />
insoddisfatta: Le liste di attesa<br />
negli asili nido<br />
N. bambini in listi di attesa / N. posti<br />
disponibili in asilo nido (x 100)<br />
Indice di saturazione teorica:<br />
L’utilizzo dei posti disponibili in<br />
asilo nido in base alle iscrizioni<br />
N. bambini iscritti al 31.12. / n. posti<br />
disponibili in Asilo nido (x 100)<br />
Indice di frequenza/presenza<br />
dei bambini: L’effettivo utilizzo<br />
dei posti in asilo nido in base<br />
alle presenze<br />
N. medio bambini frequentanti / posti<br />
disponibili (*100)<br />
59,5 57,4 58,8 57,9 62,1 66,9 E’ evidente l’incremento degli utenti appar-<br />
tenenti a quest’area in carico al servizio, in<br />
particolare sono quasi raddoppiate le per-<br />
sone adulte extracomunitarie e aumentate<br />
le persone senza dimora che con l’attivazio-<br />
ne del Servizio Integrazione Sociale (S.I.S.)<br />
hanno avuto modo di essere agganciate<br />
dai servizi.<br />
18,7 13,5 11,9 7,9 9,8 10,6 Fino al 2004 il dato risulta signifi cativa-<br />
mente calante e mostra un trend positivo<br />
di ammodernamento della rete dei servizi<br />
verso forme alternative al collocamento in<br />
strutture a tempo parziale o a tempo pieno<br />
dei minori. Si registra, però, nel 2005 e nel<br />
<strong>2006</strong> un aumento di tale dato. La causa è<br />
da ricercare nella sempre più accentuata<br />
diffi coltà educativa della famiglia che com-<br />
porta la necessità di forme socio-educative<br />
quali la struttura.<br />
12,5 12,6 12,2 12,6 13,3 13,3 Rispetto al 2005 la situazione è rimasta<br />
pressoché invariata in quanto invariato è<br />
stato sia il numero dei bambini iscritti agli<br />
asili (377) che il numero della popolazione in<br />
età 0 – 2 anni (2844 – 2842)<br />
69,9 59,4 51,3 39.1 65,5 61,8 Si specifi ca che il servizio elabora due<br />
graduatorie all’anno: una a maggio dove si<br />
defi niscono i nuovi ingressi a seguito delle<br />
dimissioni dei bambini di tre anni, l’altra a<br />
novembre per la copertura dei posti che si<br />
rendono liberi durante l’anno.<br />
L’indice di domanda insoddisfatta si riferisce<br />
al mese di dicembre e include sia i bambini<br />
neo-iscritti nella graduatoria di novembre<br />
che bambini che non hanno trovato accogli-<br />
mento con la prima graduatoria di maggio.<br />
Perciò il movimento dei bambini rimane co-<br />
munque continuamente variabile.<br />
97,7 98,0 96,2 97,8 100,0 100,0 L’indice di saturazione (rapporto iscritti/<br />
capienza) raggiunge nel <strong>2006</strong> i massimi<br />
livelli con una capacità ricettiva defi nitiva<br />
a fi ne anno di 377. . Il numero dei bambini<br />
iscritti al 31.12.<strong>2006</strong> era di 377 con un indi-<br />
ce di saturazione (rapporto iscritti/capienza),<br />
pertanto, pari al 100%.<br />
72,9 68,8 70,8 69,3 70,9 74,3 Date le assenze numerose dei bambini<br />
durante l’anno scolastico, soprattutto per<br />
malattia, il numero dei bambini frequentanti<br />
diffi cilmente supera i tre quarti degli iscritti,<br />
come media annuale, contando anche che<br />
all’inizio dell’anno non sono rari i ritiri. Nono-<br />
stante ciò si registra un livello di frequenza<br />
maggiore rispetto all’anno 2005.<br />
188
Indicatori e costi<br />
3.1 Indicatori<br />
AREA HANDICAP<br />
(valori in percentuale)<br />
Dimensione 2001 2002 2003 2004 2005 <strong>2006</strong> Note / commenti<br />
Indice di residenzialità<br />
Utenti in strutture residenziali / totale<br />
utenti *(x 100)<br />
Il rapporto percentuale tra gli<br />
utenti nelle strutture residenziali<br />
(convitto e comunità alloggio) e<br />
il totale degli utenti disabili nei<br />
servizi sia diurni sia residenziali.<br />
Indice di saturazione dei servizi<br />
Utenti totali* / posti disponibili* (x 100)<br />
Il rapporto percentuale tra il<br />
numero di posti occupati e il<br />
totale dei posti disponibili<br />
Indice di frequenza (presenze)<br />
degli ospiti rispetto alla<br />
capienza delle strutture<br />
N. medio ospiti frequentanti / n. posti<br />
disponibili (x 100)<br />
28,0 28,0 29,3 30,3 30,8 32,0 Il dato risulta nel corso degli anni in lieve au-<br />
mento, in considerazione delle diffi coltà dei<br />
familiari nell’espletare un’assistenza com-<br />
pleta agli utenti che presentano situazioni di<br />
handicap sempre più gravi con bisogno di<br />
intervento assistenziale permanente. A ciò si<br />
aggiunge un rapido processo di “invecchia-<br />
mento” dell’utenza sia in termini di età che<br />
in termini di permanenza nella struttura.<br />
80,5 92,9 91,8 91,7 91,8 95,5 La situazione risulta in leggero aumento<br />
rispetto agli scorsi anni, ma la variazione è<br />
dovuta alla riorganizzazione dei servizi handicap<br />
attivati all’insegna di una ottimizzazio-<br />
ne delle risorse; con la riorganizzazione è<br />
stato soppresso un gruppo occupazionale,<br />
quindi ridotta la disponibilità di posti a fronte<br />
di un leggero calo degli utenti.<br />
69,7 75,6 77,6 82,8 82,2 79,0 L’indice di frequenza non elevato, ma stabile<br />
negli ultimi due anni, dipende dal program-<br />
ma assistenziale attivato per i singoli ospiti;<br />
sussistono infatti periodi prolungati di rientro<br />
in famiglia degli utenti e una diversa distribuzione<br />
degli stessi sui vari servizi. Altro moti-<br />
vo rilevante è un quadro di salute in delicato<br />
equilibrio a causa dell’invecchiamento degli<br />
utenti che comporta un leggero incremento<br />
delle assenze.<br />
*dei servizi sia diurni (laboratori e gruppi occupazionali) sia residenziali(convitto e comunità alloggio) per disabili<br />
Incidenza di handicap psichico<br />
Utenti con prevalente handicap<br />
psichico / tot. utenti* (x 100)<br />
Incidenza di handicap cognitivo<br />
Utenti con prevalente handicap<br />
cognitivo / totale utenti* (x 100)<br />
Incidenza di handicap fisico<br />
Utenti con prevalente handicap fi sico /<br />
tot. utenti * (x 100)<br />
Incidenza di handicap<br />
sensoriale<br />
Utenti con prevalente handicap<br />
sensoriale / totale utenti* (x 100)<br />
Incidenza di più forme di disabilità<br />
non in relazione tra loro<br />
Utenti con più forme di disabilità non<br />
in relazione tra loro / totale utenti*<br />
(x100)<br />
8,3<br />
76,4<br />
3,8<br />
15,3<br />
58,0<br />
4,5<br />
15,3<br />
58,6<br />
5,1<br />
17,4<br />
51,6<br />
5,8<br />
12,2<br />
55,1<br />
5,8<br />
17,7<br />
57,1<br />
4,1<br />
La classifi cazione della tipologia di handi-<br />
cap (psichico, cognitivo, fi sico, sensoriale) è<br />
indicativa perché spesso in un utente sus-<br />
sistono più disabilità in correlazione tra loro,<br />
quelle registrate nei singoli riquadri sono le<br />
problematiche prevalenti dal punto di vista<br />
del bisogno assistenziale.<br />
Per handicap psichico si intende la persona<br />
con disabilità diverse unite a problematiche<br />
di tipo psichiatrico, i “malati psichici” non<br />
sono compresi nella presente tabella.<br />
0,6 0,0 0,0 0,6 0,0 0,0<br />
Se invece un utente presenta diverse tipolo-<br />
gie di disabilità non in relazione tra loro viene<br />
indicato nella rispettiva casella.<br />
Fino allo scorso anno quest’ultima tipolo-<br />
gia di utenza non veniva rilevata in quanto<br />
n.r. n.r. n.r. n.r. n.r. 18,4<br />
numericamente non signifi cativa, mentre da<br />
quest’anno risulta essere al secondo posto<br />
tra le tipologie di disabilità individuate. Nel<br />
complesso prevale l’incidenza dell’handicap<br />
di tipo cognitivo, mentre è inesistente l’inci-<br />
denza di handicap di tipo sensoriale.<br />
*dei servizi sia diurni (laboratori e gruppi occupazionali) sia residenziali(convitto e comunità alloggio) per disabili<br />
189<br />
Indicatori 3.1
ASSISTENZA ECONOMICA SOCIALE - Redidito minimo di inserimento e/o locazione (senza doppi conteggi)<br />
Dimensione 2002 2003 2004 2005 <strong>2006</strong> Note / commenti<br />
Indice di povertà: utenti assistiti<br />
con RMI* e/o locazione e spese<br />
accessorie<br />
n. assistiti<br />
totale popolazione residente**<br />
INDICE DI ASSISTENZA<br />
Numero assistiti / totale popolazione<br />
residente (x 100)<br />
1.249<br />
97.288<br />
1,3<br />
1.150<br />
97.332<br />
1,2<br />
1.302<br />
98.250<br />
1,3<br />
1.395<br />
99.052<br />
1,4<br />
1.435<br />
99.883<br />
1,4<br />
L’assistenza economica si<br />
compone di una serie di pre-<br />
stazioni in denaro differenziate<br />
per modalità e criteri di eroga-<br />
zione e bisogni sociali coperti.<br />
La misura più signifi cativa è il<br />
Reddito minimo di inseri-<br />
mento (ex “minimo vitale”) e<br />
il Contributo per locazione e<br />
spese accessorie.<br />
Spesa RMI e/o locazione per<br />
assistito<br />
n. assistiti<br />
totale importo***<br />
SPESA ANNUA PER ASSISTITO<br />
Numero assistiti / spesa totale<br />
sostenuta da ASSB<br />
1.249<br />
2.457.895<br />
1.968<br />
euro<br />
1.150<br />
2.675.952<br />
2.327<br />
euro<br />
1.302<br />
2.810.045<br />
2.158<br />
euro<br />
1.395<br />
2.858.016<br />
2.049<br />
euro<br />
1.435<br />
3.011.574<br />
2.099<br />
euro<br />
In tutto delle due prestazioni<br />
hanno benefi ciato nel <strong>2006</strong><br />
1.435 persone , pari`all’1,4%<br />
della popolazione residente<br />
a Bolzano.<br />
La spesa complessiva per<br />
questi due interventi è stata nel<br />
<strong>2006</strong> pari a Euro 3.011.574, di<br />
cui 1.565.277 per il solo RMI<br />
e 1.446.297 per spese di lo-<br />
cazione ed accessorie. Que-<br />
st’ultima prestazione risulta<br />
essere quella con un maggior<br />
numero di richiedenti (1186)<br />
a conferma del fatto che la<br />
principale causa di ricorso al<br />
servizio è l’insuffi cienza del<br />
reddito prodotto da attività<br />
lavorativa che non è adeguato<br />
fronte alle necessità familiari,<br />
in particolare per sostenere le<br />
spese di affi tto.<br />
*RMI = Reddito minimo di inserimento (ex minimo vitale)<br />
**Fonte: Registri anagrafi ci comunali al 31.12.<br />
***Fonte: SIGLA, Uffi cio Finanze e Contabilità, ASSB<br />
190
Costi diretti di gestione e fonti di fi nanziamento<br />
3.2<br />
Di seguito vengono illustrati i costi sostenuti dall’Azienda nell’anno <strong>2006</strong> suddivisi per le aree<br />
strategiche di intervento, per la tipologia di costo e di servizio. Vengono anche evidenziate le<br />
relative fonti di fi nanziamento.<br />
Informazioni più dettagliate sia in termini di costi che di fonti di fi nanziamento si trovano nella<br />
sezione 2 di questo bilancio <strong>sociale</strong> dopo i dati su utenti e prestazioni di ciascuna area di<br />
intervento dell’Azienda.<br />
I costi diretti di gestione dell’anno <strong>2006</strong> -<br />
per area di intervento e per tipologia di costo<br />
Rispetto ai costi di gestione del 2005, nel <strong>2006</strong> l’Azienda ha avuto un aumento complessivo<br />
dei costi diretti di gestione dello 4,34%. Come si può notare dalla tabella alla pagina successiva<br />
che compara i costi per tipologia tra l’anno 2005 e l’anno <strong>2006</strong>, l’aumento è dovuto principalmente<br />
al costo del personale che trova la sua principale motivazione nell’applicazione<br />
dei meccanismi contrattuali di intercomparto: nel 2005 è stato previsto un aumento generalizzato<br />
del 2,1% (arrettrati liquidati comunque nel <strong>2006</strong>), nel <strong>2006</strong> un ulteriore 2,00%; inoltre<br />
da febbraio 2005 è stata aumentata anche l’indennità integrativa speciale (sempre liquidata<br />
nel corso del <strong>2006</strong>). Analoghi aumenti hanno avuto le indennità collegate, compresa quella<br />
di funzione. Inoltre va tenuto sempre conto degli effetti degli scatti biennali di carriera (mediamente<br />
del 3%) e dei reinquadramenti di qualifi ca disposti negli anni precedenti (educatori).<br />
Fig. 102 - Costi diretti di gestione per area - <strong>2006</strong> - Euro 61.113.760<br />
Sede amministrativa centrale<br />
euro 3.380.440 - 6%<br />
8%<br />
7%<br />
4%<br />
41%<br />
Amministrazione Uffi cio Famiglia<br />
(25% materia delegata)<br />
euro 71.840 - 0,1%<br />
Amministrazione distretti + SIS<br />
euro 1.907.004 - 3%<br />
Area prima infanzia<br />
euro 4.975.607 - 8%<br />
3%<br />
0,1%<br />
6%<br />
0,2%<br />
8%<br />
5%<br />
2%<br />
16%<br />
Area Minori<br />
euro 4.551.728 - 7%<br />
Area Adulti<br />
euro 2.166.843 - 4%<br />
Area Anziani<br />
euro 25.433.731 - 41%<br />
Area handicap<br />
euro 9.495.629 - 16%<br />
Area disagio psichico<br />
euro 1.216.625 - 2%<br />
Area disagio <strong>sociale</strong><br />
euro 2.906.964 - 5%<br />
Area assistenza economica <strong>sociale</strong><br />
euro 4.874.598 - 8%<br />
Altro (sopravvivenze passive, pasti<br />
scuole materne)<br />
euro 133.021 - 0,2%<br />
191<br />
Costi diretti di gestione e<br />
fonti di fi nanziamento 3.2
Fig. 103 - Costi diretti di gestione per tipologia di costo – <strong>2006</strong> (confronto con 2005)<br />
Tipologia di costo 2005 % <strong>2006</strong> %<br />
Costo del personale 28.443.854 49% 30.220.213 50%<br />
Acquisto materie prime e di consumo 1.274.651 2% 1.459.682 2%<br />
Prestazioni di servizi e utenze 23.459.367 40% 23.758.124 39%<br />
Godimento beni di terzi 876.596 1% 893.309 1%<br />
Oneri diversi (erogazioni ass.econ.; imposte,<br />
tasse,…) 4.160.246 7% 4.368.165 7%<br />
Altro (sopravv.pass, rimanenze iniz., sval. crediti) 358.130 1% 414.267 1%<br />
Totale 58.572.844 100% 61.113.760 100%<br />
1%<br />
7% 1%<br />
costi per tipologia - <strong>2006</strong><br />
Costo del personale<br />
Acquisto materie prime e di consumo<br />
50%<br />
Prestazioni di servizi e utenze<br />
Godimento beni di terzi<br />
39%<br />
2%<br />
Oneri diversi (erogazioni ass. econ.,<br />
imposte, tasse, ecc…<br />
Altro (sopravv.pass., rimanenze iniz., sval.<br />
crediti)<br />
Fig. 104 - Spese amministrative – <strong>2006</strong><br />
Costo per sede amministrativa Totale in%<br />
Sede centrale 3.380.440 45%<br />
Case di riposo 1.196.846 16%<br />
Uffi cio famiglia 287.358 4%<br />
Servizio handicap/psichici 780.064 10%<br />
Distretti + SIS 1.907.004 25%<br />
Totale 7.551.712 100%<br />
25%<br />
45%<br />
Sede centrale<br />
euro 3.380.440 - 45%<br />
Case di riposo<br />
euro 1.196.846 - 16%<br />
10%<br />
4%<br />
16%<br />
Uffi cio famiglia<br />
euro 287.358 - 4%<br />
Servizio handicap/psichici<br />
euro 780.064 - 10%<br />
Distretti + SIS<br />
euro 1.907.004 - 25%<br />
192
Indicatori e costi<br />
3.2 Costi diretti di gestione e fonti di finanziamento<br />
Le fonti di fi nanziamento dell’anno <strong>2006</strong><br />
Come nell’ anno 2005, la spesa a carico del Comune sul totale delle fonti di fi nanziamento si<br />
è consolidata con una percentuale del 16%. Per contro è aumentato il contributo della Provincia,<br />
che ora copre il 52% del totale delle fonti di fi nanziamento (50% nel 2005). E’ rimasto<br />
costante il rimborso da parte dell’Azienda sanitaria (16%).<br />
Fig. 105 - Fonti di finanziamento – <strong>2006</strong> – Euro 61.113.760<br />
3%<br />
52%<br />
Finanziamenti<br />
/ contributi Provincia<br />
€ 31.355.411 - 52%<br />
Comune<br />
€ 9.677.315 - 16%<br />
Integraz. retta / rimborsi<br />
assist. sanit. ASL<br />
€ 9.802.895 - 16%<br />
Compartecipazione utenti<br />
€ 8.155.773- 13%<br />
Altro*<br />
€ 2.122.366 - 3%<br />
16%<br />
* Altro:<br />
rette per utenti esterni € 629.572<br />
sopravvenienze attive € 214.429<br />
interessi attivi € 276.256<br />
rimborso comando dip., € 314.298<br />
rimb diversi, rimanenze,<br />
vendita prodotti € 687.811<br />
€ 2.122.366<br />
193<br />
Costi diretti di gestione e<br />
fonti di fi nanziamento 3.2
Costi medi giornalieri - <strong>2006</strong><br />
Il costo medio giornaliero per utente è calcolato sulla capacità ricettiva delle strutture- gestite<br />
sia in proprio che affi date a terzi -, sui giorni di apertura e sui costi PIENI diretti e indiretti<br />
(comprensivi quindi delle spese di amministrazione del singolo uffi cio di settore e della sede<br />
centrale).<br />
Fig. 106 - Costi medi giornalieri per utente - <strong>2006</strong><br />
Servizi<br />
Case di riposo<br />
/ centri di degenza<br />
Costo medio<br />
anno <strong>2006</strong><br />
Tariffa massima anno<br />
<strong>2006</strong><br />
Nota<br />
117,7 49 calcolando anche i 12<br />
posti per ammissioni<br />
temporanee<br />
Asili nido 67,2 14,7 19,95 per tempo<br />
prolungato<br />
Servizio handicap residenziale 196 43 di media<br />
Servizio handicap<br />
semiresidenziale<br />
Servizio disagio psichico<br />
residenziale<br />
Servizio psichico<br />
semiresidenziale<br />
144,7 48 di media<br />
77,4 22,7<br />
71 -<br />
Dormitori (aperti tutto l’anno) 36,7 -<br />
Campi Rom e Sinti 10 -<br />
194
Indicatori e costi<br />
3.2 Costi diretti di gestione e fonti di finanziamento<br />
Investimenti per area - <strong>2006</strong><br />
Fig. 107 - Situazione degli investimenti effettuati dall’Azienda nel <strong>2006</strong> e relative fonti di<br />
finanziamento<br />
Investimenti per area - <strong>2006</strong><br />
euro 479.976<br />
1%<br />
1%<br />
5%<br />
9%<br />
Area anziani<br />
euro 367.987 - 77%<br />
Area adulti<br />
euro 23.040 - 5%<br />
Area minori<br />
euro 6.797 - 1%<br />
Area prima infanzia<br />
euro 4.059 - 1%<br />
2% 5% 75%<br />
Area handicap, malati psichici, Sapi<br />
euro 45.196 - 9%<br />
77%<br />
Area disagio <strong>sociale</strong><br />
euro 10.395 - 2%<br />
Amministrazione centrale<br />
+ distretti + SIS<br />
euro 22.502 - 5%<br />
Investimenti per area - <strong>2006</strong><br />
Fonti di fi nanziamento - euro 479.976<br />
25%<br />
Comune<br />
Provincia<br />
195<br />
Costi diretti di gestione e<br />
fonti di fi nanziamento 3.2
Situazione patrimoniale dell’Azienda<br />
Le immobilizzazioni materiali ed immateriali sono iscritti in bilancio al costo storico di acquisizione<br />
ed esposte al netto della copertura fi nanziaria operata dall’ente pubblico, che copre<br />
il 100% del relativo costo.<br />
Nello specifi co il patrimonio dell’Azienda è formato dai seguenti immobilizzazioni per un totale<br />
di Euro 9.241.313:<br />
Fig. 108 - Immobilizzazioni materiali ed immateriali dell’Azienda - <strong>2006</strong><br />
Immobilizzazioni<br />
Euro<br />
Licenze software 108.674<br />
Migliorie su beni di terzi 3.356.061<br />
Fabbricati del patrimonio disponibile 946.902<br />
Macchinari, attrezzature ed impianti 2.241.416<br />
Attrezzature e sistemi informatici 1.185.718<br />
Automezzi e motomezzi 312.526<br />
Mobili e macchine d’uffi cio 1.090.016<br />
Totale 9.241.313<br />
L’Azienda è proprietaria di un unico immobile; le altre strutture adibite a servizi sociali, per le<br />
quali l’Azienda provvede alla manutenzione straordinaria, sono state messe a disposizione<br />
dalla Provincia Autonoma di Bolzano e dalla Città di Bolzano.<br />
196
197
198
Postfazione del Direttore<br />
a cura di Fernanda Scarmagnan<br />
D: Direttore, alla luce dei dati che emergono da questo bilancio si delineano nuovi bisogni e nuove criticità su<br />
cui lavorare. Qual è e quale sarà l’impegno di ASSB per i prossimi anni?<br />
“Il bilancio <strong>sociale</strong> è un utile strumento “work in progress” perché ci obbliga a fare il punto della situazione mentre<br />
già stiamo lavorando nel corrente anno con obiettivi già prefi ssati.<br />
Il 2007 è l’anno di defi nizione dei piani di settore e della realizzazione delle prime azioni in essi previste e in<br />
questo periodo si riesce già a fare una prima valutazione su come in effetti questi strumenti ci aiutino a seguire<br />
“piste” innovative di interventi a favore dei cittadini.<br />
Questo è anche il periodo in cui stiamo pensando alla programmazione 2008, cercando di fare sintesi del bilancio<br />
<strong>sociale</strong> e degli sviluppi di questi primi mesi del 2007.<br />
In una recente “Klausur” di tutti i dirigenti abbiamo concordato di approfondire nel 2008 alcuni ambiti di lavoro<br />
e, sulla base delle indicazioni politiche del Comune, ci siamo orientati verso alcuni obiettivi - qui sintetizzati - che<br />
vorremmo realizzare nel corso del prossimo anno:<br />
- azioni di miglioramento sulla comunicazione interna (con il personale) ed esterna ( con il cittadino)<br />
- progetti di innovazione tecnologica che favoriscano miglioramenti gestionali e risparmi sulle attività correnti.<br />
- ulteriore sviluppo della qualità già avviato e confronto con una sostenibilità fi nanziaria e di risorse, promuovendo<br />
inoltre una cultura di “comunità di pratiche”<br />
- confronti e progetti a livello europeo<br />
- apertura di alcuni servizi che in città mancano e sostegno agli interventi territoriali sui quartieri<br />
- avvio alcuni progetti/studio sui nuovi fenomeni sociali.<br />
Questi obiettivi chiaramente devono essere concordati con Comune e Provincia, per comprendere la sostenibilità<br />
fi nanziaria ed evitare di avere idee “non realizzabili”.<br />
Sicuramente però in una fase storico <strong>sociale</strong> in cui si stanno cambiando le regole su cui il sistema <strong>sociale</strong> si<br />
è retto per molti anni (fondo per la non autosuffi cienza, accreditamento dei servizi sociali, rilevamento delle<br />
prestazioni per il fi nanziamento degli stessi), i prossimi saranno degli anni in cui obiettivi e scelte programmate<br />
dovranno fare i conti anche con il sistema che cambia.<br />
Da parte nostra credo importante mantenere “un’attenzione fl uttuante” che favorisca in ogni caso la costruzione<br />
di senso <strong>sociale</strong> nelle nostre azioni e un radicamento nella realtà dei fabbisogni delle persone che si rivolgono a<br />
noi, per mantenere questo legame con le persone che deve caratterizzare qualunque organizzazione <strong>sociale</strong>.<br />
Il Direttore<br />
Dott. Bruno Marcato<br />
Maggio 2007<br />
199
Note metodologiche<br />
Il processo di rendicontazione relativo all’anno <strong>2006</strong> persegue l’obiettivo di offrire a tutti gli interessati informazioni<br />
trasparenti e complete per rendere visibile e rendicontare l’operato dell’ASSB. Il <strong>Bilancio</strong> Sociale oltre che<br />
ad essere un documento trasparente di rendicontazione delle attività e di relazione nei confronti dei portatori di<br />
interesse vuole essere anche uno strumento effi cace per orientare l’analisi della situazione dei servizi e l’andamento<br />
di fenomeni sociali e può fornire indicazioni per orientare le scelte future.<br />
L’A zienda crede in questo strumento come mezzo di comunicazione esterna, istituzionale, per palesare la<br />
propria mission <strong>sociale</strong>, il proprio impegno e le proprie diffi coltà, ma anche come mezzo per migliorare l’organizzazione,<br />
la gestione, la comunicazione interna e per elaborare, insieme all’Amministrazione comunale, una<br />
strategia <strong>sociale</strong>.<br />
Il <strong>Bilancio</strong> Sociale è stato elaborato grazie alla partecipazione attiva di tutti gli uffi ci dell’ASSB ed è stato redatto<br />
a cura dell’Uffi cio di Direzione che, grazie anche alla collaborazione di un gruppo di lavoro interno, ha impostato<br />
un sistema strutturato di raccolta dei dati e delle informazioni. Infatti, le banche dati in uso all’ASSB, quali quelle<br />
dell’Uffi cio Contabilità e Finanze (SIGLA), dell’Uffi cio Gestione Personale (ASCOT), del sistema gestionale SO-<br />
ZINFO e del Sistema informativo Provinciale socio-assistenziale (SIPSA), sono state integrate da una raccolta di<br />
informazioni attraverso schede di rilevazione interne opportunamente elaborate, attraverso le relazioni annuali<br />
degli uffi ci aziendali e delle organizzazioni che gestiscono servizi per conto di ASSB.<br />
Nel corso degli anni c’è stato un progressivo miglioramento del documento sia dal punto di vista della metodologia<br />
di elaborazione che dal punto di vista dei contenuti.<br />
In particolare questa edizione relativa all’anno <strong>2006</strong> si presenta in maniera innovativa rispetto alle precedenti<br />
edizioni: il primo capitolo è stato costruito intorno agli elementi che costituiscono la Governance dell’ASSB; il<br />
capitolo dedicato ai servizi sociali è stato riorganizzato per area di intervento, permettendo al lettore di disporre<br />
di una visione complessiva di tutti i servizi rivolti ad un certo gruppo di destinatari, indipendentemente dalla unità<br />
organizzativa che li eroga. Altro elemento di innovazione è stato il coinvolgimento di testimoni privilegiati, che in<br />
brevi interviste hanno chiarito alcuni aspetti per i quali la sola interpretazione tecnico – statistica non ne avrebbe<br />
reso l’effettivo signifi cato.<br />
Si coglie quindi l’occasione per ringraziare tutte/i coloro che hanno arricchito questo <strong>Bilancio</strong> Sociale con il<br />
loro contributo reso attraverso le interviste curate dalla giornalista Fernanda Scarmagnan, nonché tutte/i<br />
le/i colleghe/i e collaboratrici/ori interne/i ed esterne/i che hanno condiviso l’importanza del <strong>Bilancio</strong> Sociale<br />
e collaborato per la sua realizzazione. Un particolare ringraziamento è rivolto ai referenti delle organizzazioni<br />
convenzionate con l’ASSB, elencate nella pagina successiva, oltre che ai funzionari della Rip. 24 della Provincia<br />
Autonoma di Bolzano, ai collaboratori dell’Informatica Alto Adige e dell’Uffi cio Statistica del Comune di Bolzano<br />
che hanno messo a disposizione le loro esperienze e i dati di cui l’Azienda non era in possesso.<br />
Uffi cio di Direzione<br />
200
Un grazie particolare a:<br />
Bisson Barbara<br />
Braito Francesca<br />
Calenzani Gertrud<br />
Conci Alberto<br />
Culin Fabio<br />
Di Blasi Sabrina<br />
Fanelli Sandro<br />
Francescatti Viviana<br />
Gasser Horst<br />
Gotto Manuela<br />
Librera Carlo Alberto<br />
Manzardo Licia<br />
Marini Christian<br />
Minnei Nicoletta<br />
Passoni Roberta<br />
Petilli Fabiola<br />
Pfi tscher Silke<br />
Polla Sonia<br />
Prossliner Reinhard<br />
Slanzi Gemma<br />
Schweigkofl er Heiner<br />
Sylvia Profanter<br />
Trentini Michela<br />
Trincanato Mauro<br />
Zanella Loredana<br />
Zenatti Paolo<br />
Funzionario Rip. 24 – Politiche Sociali – Provincia Autonoma di Bolzano<br />
Consultorio Familiare ARCA<br />
Presidente Associazione Genitori di persone in situazione di handicap<br />
Direttore Distretto Sociale Centro – Piani – Rencio e Coordinatore S.I.S.<br />
Programmatore settore <strong>sociale</strong> -Informatica Alto Adige<br />
Educatrice professionale team di GEA<br />
Educatore SAPL Distretto Europa Novacella<br />
Assistente Sociale del S.I.S.<br />
Segretario Provinciale - Centro Casa<br />
Vice Direttrice ASSB e Direttrice Rip. Distretti Sociali<br />
Direttore Ripartizione Case di Riposo<br />
Direttrice Uffi cio Servizi alla Famiglia<br />
Project Manager settore <strong>sociale</strong> - Informatica Alto Adige<br />
Insegnante Scuola Elementare “S. Giovanni Bosco”<br />
Educatrice e Coordinatrice Asilo nido<br />
Direttrice Distretto Sociale Don Bosco<br />
Direttrice di “Haus der geschützten Wohnungen Bozen“<br />
Assistente Sociale area minori Distretto Don Bosco<br />
Direttore Uffi cio servizi in situazione di Handicap e Disagio Psichico<br />
Assistente Sociale S.I.S. – Distretto Sociale Centro – Piani – Rencio<br />
Direttore Caritas sezione di lingua tedesca<br />
Direttrice Uffi cio Statistica del Comune di Bolzano<br />
Direttrice Distretto Europa – Novacella<br />
Direttore Distretto Sociale Oltrisarco – Aslago<br />
Educatrice Convitto per Disabili<br />
Direttore Casa di Riposo Villa Armonia e Centro di Assistenza Diurna “Premstallerhof”<br />
201
202
Fonti Informative<br />
- Provincia Autonoma di Bolzano – Ripartizione Politiche Sociali<br />
Istituto provinciale di Statistica (ASTAT) – Sistema Informativo Provinciale (SIPSA) <strong>2006</strong><br />
- Comune di Bolzano – Uffi cio Programmazione, Statistica e Tempi della Città<br />
Andamento e struttura della popolazione di Bolzano e dei suoi quartieri, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, <strong>2006</strong><br />
• Associazione LA STRADA-DER WEG<br />
• Associazione MANU – Il Laboratorio Aperto<br />
• Associazione ASDI – Centro Assistenza Separati-Divorziati<br />
• Cooperativa <strong>sociale</strong> CLAB<br />
• Associazione VOLONTARIUS<br />
• Piccola Cooperativa Sociale RIVER EQUIPE<br />
• Consorzio <strong>sociale</strong> CONSIS/VOLONTARIUS/RIVER EQUIPE<br />
• Associazione HANDS<br />
• Associazione UILDM - Unione Italiana Lotta alla Distrofi a Muscolare<br />
• Associazione IL NOSTRO SPAZIO<br />
• Arbeitsgemeinschaft für Behinderte<br />
• Società SAN VINCENZO dé Paoli<br />
• Associazione DONNE NISSÁ<br />
• Associazione C.I.R.S. – Comitato Italiano per il Reinserimento Sociale<br />
• Associazione HAUS DER GESCHÜTZTEN WOHNUNGEN<br />
• Cooperativa KCS scarl<br />
• Cooperativa CONSIS arl<br />
• Fondazione O.D.A.R.<br />
• Associazione FORUM PREVENZIONE<br />
• Distretto scolastico Europa, Scuole elementari J.H. Pestalozzi e Scuola Media Inferiore Schweitzer<br />
• CARITAS-Diocesi di Bolzano-Bressanone-Sezione tedesca<br />
• CARITAS-Diocesi di Bolzano-Bressanone<br />
• Associazione GEA<br />
• Associazione PROMOSOLIDA<br />
• CARITAS/ODAR<br />
• Cooperativa CITTÀ AZZURRA arl<br />
• Cooperativa <strong>sociale</strong> “Il Germoglio”<br />
203
Note
Note
Note
Copie disponibili presso:<br />
Azienda Servizi Sociali di Bolzano<br />
Uffi cio di Direzione<br />
Via Roma 100/a – Bolzano<br />
Tel. 0471 / 457766<br />
E-mail: urp@azienda<strong>sociale</strong>.bz.it<br />
Il <strong>Bilancio</strong> Sociale <strong>2006</strong><br />
è scaricabile dal sito:<br />
www.azienda<strong>sociale</strong>.bz.it
Legenda<br />
Quartiere Don Bosco<br />
1 Distretto socio-sanitario Don Bosco P.zza Don Bosco, 20<br />
2 Asilo Nido “Il Grillo” Via Genova, 94<br />
3 Asilo Nido “Il Sole” Via Milano 131<br />
4 Asilo Nido “L’Acquario” Via Parma, 10<br />
5 Campo Nomadi Rom Località Castel Firmiano<br />
6 Casa di Riposo “Don Bosco” Via Milano, 170<br />
7 Centro di Degenza “Villa Europa”<br />
e Centro di Assistenza Diurno<br />
per Anziani<br />
Via Milano, 147<br />
8 Centro Diurno Anziani Via Bari 46/A<br />
9 Consultorio Familiare “L’ARCA” Via Sassari 17/b<br />
10 Convitto, Laboratorio protetto,<br />
Gruppo occupazionale<br />
Viale Europa, 138<br />
11 Laboratorio protetto “HANDSWORK” Via Sassari, 55<br />
12 Laboratorio socio-psichiatrico,<br />
Gruppo occupazionale<br />
Viale Druso, 325I/325II<br />
(momentaneamente trasferiti<br />
in Via S. Maurizio, 93 c/o<br />
Hotel Schwefelbad)<br />
13 Mensa Anziani Don Bosco Via Milano, 170 (c/o Casa<br />
di Riposo Don Bosco)<br />
Quartiere Centro Piani Rencio<br />
14 Distretto socio-sanitario<br />
Centro-Piani-Rencio<br />
Via Renon, 37<br />
15 Asilo Nido “La Farfalla” Vicolo S. Giovanni, 23/a<br />
16 Casa di Riposo “Villa Armonia” Viale Trento, 13<br />
17 Centro Accoglienza<br />
per Senza Dimora - donne<br />
18 Centro Accoglienza<br />
per Senza Dimora - uomini<br />
19 Centro Accoglienza Profughi<br />
(ex caserma Gorio)<br />
20 Centro di Assistenza Diurno<br />
per Anziani “Maso Premstaller”<br />
Via Cappucini, 24<br />
Viale Trento, 11<br />
Via Macello, 13<br />
Via Dolomiti, 14<br />
21 Centro Diurno Anziani Via Vintola, 4<br />
22 Comunità alloggio<br />
Vicolo Erbe, 10<br />
per malati psichici “Paulmichl”<br />
23 Consultorio Familiare AIED Via Isarco, 6<br />
24 Consultorio Familiare<br />
Ehe- und Erziehungsberatung<br />
Via Cassa di<br />
Risparmio, 13<br />
25 Consultorio Familiare MESOCOPS Via Dr. Streiter, 9<br />
26 Edifi cio “Graf Forni”:<br />
Accoglienza invernale, alloggi di 2°<br />
livello, Centro Profughi in transito,<br />
Centro diurno e Segretariato Sociale<br />
per persone senza dimora<br />
Via Renon, 31<br />
27 Laboratorio protetto Località Colle, 8<br />
28 Mensa Anziani Centro Via Perathoner, 8<br />
29 Struttura a Bassa Soglia<br />
per Tossicodipendenti<br />
Via Garibaldi, 4<br />
N.B. - I distretti operano solo sul proprio quartiere, gli altri servizi<br />
servono tutta la città<br />
Quartiere Europa Novacella<br />
30 Distretto socio-sanitario<br />
Via Palermo, 54<br />
Europa-Novacella<br />
31 Centro di Ascolto Antiviolenza Via del Ronco, 17<br />
per Donne<br />
32 Centro Diurno Anziani Via Dalmazia 36/A<br />
33 Comunità alloggio per persone<br />
con gravi disabilità fi siche<br />
34 Servizio Inserimento Lavorativo<br />
“Help for Job”<br />
Quartiere Oltrisarco Aslago<br />
Via Dalmazia, 62/1<br />
Viale Europa, 62<br />
35 Sede ASSB Via Roma 100/a<br />
36 Distretto socio-sanitario<br />
Oltrisarco-Aslago<br />
Via Pietralba, 10<br />
37 Asilo Nido “Il Gabbiano” Via Cl. Augusta, 52<br />
38 Campo Nomadi Sinti Via Lungo Isarco sin. 47/a<br />
39 Centro di Accoglienza “Migrantes”<br />
e Servizio di prima accoglienza<br />
per immigranti<br />
Via Roma, 85/c<br />
40 Centro diurno / Mensa per Anziani Via Cl. Augusta, 105<br />
41 Centro Minori Stranieri<br />
non Accompagnati (MISNA)<br />
42 Laboratorio Protetto per persone<br />
in situazione di handicap<br />
43 Laboratorio protetto per persone<br />
in situazione di handicap<br />
Quartiere Gries S. Quirino<br />
Via Roma, 100/b-c<br />
Via Roma, 100/b<br />
Via C. Weinegg, 2<br />
44 Distretto <strong>sociale</strong> Gries-San Quirino Via Vittorio Veneto, 5<br />
45 Asilo Nido “Il Panda” Via Gaismair, 2<br />
46 Asilo Nido “Il Veliero” Viale Venezia, 49<br />
47 Asilo Nido “La Nuvola” Vicolo Lageder, 11<br />
48 Casa di Riposo “Villa Serena” Via Fago, 18-20<br />
49 Centro Affi di e Spazio Neutro Via Mendola, 121<br />
50 Centro di addestramento<br />
al lavoro per malati psichici<br />
Via Combattenti, 3/2<br />
51 Centro di Degenza “Grieserhof” Via Colonia, 1<br />
52 Centro Diurno “Casa Altmann” P.zza Gries, 18<br />
53 Consultorio Familiare P.M. KOLBE Corso Italia, 23<br />
54 Gruppo Convitto,<br />
Comunità alloggio “Città Azzurra”<br />
Via Mendola, 121/124<br />
55 Laboratorio Aperto Manu Via San Quirino, 20/c<br />
56 Punto d’incontro per malati psichici Via Vittorio Veneto, 70<br />
57 Servizio di mediazione familiare Via Gaismair, 18<br />
58 Uffi cio Servizi a persone in situazione<br />
di handicap e disagio psichico,<br />
Convitto e Laboratori<br />
Via Fago, 14<br />
(edifi cio in ristrutturazione,<br />
temporaneamente i servizi si<br />
trovano in via S. Maurizio 93,<br />
c/o ex Hotel Bagni di Zolfo<br />
59 Uffi cio Servizi alla Famiglia P.zza IV Novembre 1