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Cer il giornale della Ceramica n. 325 - Confindustria Ceramica

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CEREDITORIALE<br />

UN PIANO CASA<br />

per l’Europa Occidentale<br />

di Franco Manfredini<br />

FRANCO MANFREDINI<br />

Presidente<br />

<strong>Confindustria</strong> <strong>Cer</strong>amica<br />

editoriale<br />

Lo scenario 2010 che esce dai risultati delle vendite di piastrelle di ceramica<br />

italiane mostra una flessione dell’1,43% nelle vendite verso i Paesi dell’Unione<br />

Europea ed un +9,38% per le esportazioni verso i mercati extracomunitari, tali da<br />

generare una crescita del fatturato complessivo dell’export pari al 4,87%. Diverso,<br />

invece, è <strong>il</strong> risultato delle vendite in Italia di piastrelle italiane, calate del 3,80% nei<br />

volumi e di un 3% nei fatturati. Questi dati riflettono abbastanza specularmente<br />

l’andamento dell’economia mondiale, con riferimento alle varie aree geografiche.<br />

Questi primi giorni dell’anno non ci consentono ancora di capire quale sia la<br />

direzione di marcia: se ci stiamo avviando verso una ripresa o se questo 2011<br />

continuerà ad essere un periodo di persistente debolezza del mercato, a causa di una<br />

domanda che stenta a decollare. In continuità con quello che ormai è diventata una<br />

caratteristica dei tempi, un giorno abbiamo positive indicazioni verso la ripresa ed <strong>il</strong><br />

giorno successivo riscontri che questa può essere ancora messa in discussione: è <strong>il</strong><br />

riflesso di un processo di globalizzazione che incontra una serie di ostacoli e di<br />

dinamiche economiche diverse a livello delle varie aree del globo. In questi ultimi<br />

tempi ‘<strong>il</strong> ritmo di scena’ è stato segnato dall’andamento di due grandi Paesi, Cina ed<br />

India, che nel bene e nel male hanno creato nuova domanda quantitativa facendo da<br />

traino anche nei confronti delle economie sv<strong>il</strong>uppate, mentre Europa e Nord<br />

America, alla luce delle ben note vicissitudini finanziarie, hanno accusato un<br />

momento di flessione o di non ripresa. Soprattutto per quanto riguarda <strong>il</strong> settore<br />

ed<strong>il</strong>izio, che più ci interessa da vicino. Questa situazione, alla luce dei maggiori<br />

volumi di nostro export assorbito dai Paesi occidentali, determina la situazione di<br />

incertezza che ancora contraddistingue l’evoluzione del nostro settore. A tutto questo<br />

si aggiungono nuovi scenari negativi, che interesano tutta l’area nordafricana e del<br />

medio oriente, aree che potrebbero rappresentare uno sbocco dei nostri prodotti<br />

aggiungendo quote ai mercati tradizionali.<br />

Prometeia, attraverso elaborazioni scientifiche, indica per l’anno in corso una<br />

crescita complessiva delle vendite del +1,7%, trainata dal +2,3% dell’export. Noi<br />

abbiamo l’obbligo ed <strong>il</strong> dovere di puntare anche più in alto, percorrendo due<br />

direttrici: ricerca ed innovazione unita a maggiori sforzi di presenza sui mercati non<br />

tradizionali. È lecito attendersi un inasprimento <strong>della</strong> competizione internazionale,<br />

sempre più aperta alla liberalizzazione (ed evoluzione) dei mercati, condizione che<br />

auspichiamo possa venire anche dal lato dei nostri fattori produttivi, come materie<br />

prime ed energia, tuttora contrassegnati spesso da situazioni oligopolistiche. Questo<br />

scenario a luci ed ombre prescinde da provvedimenti auspicab<strong>il</strong>i che <strong>il</strong> Paese Italia,<br />

attraverso <strong>il</strong> suo Governo, dovrebbe mettere in campo a favore del settore ed<strong>il</strong>e.<br />

Misure importanti per superare meglio questo momento di difficoltà, provvedimenti<br />

che auspichiamo siano estesi anche a livello europeo, anche per quanto riguarda<br />

l’obbligo di indicazione del paese di origine delle merci ed <strong>il</strong> rispetto delle regole in<br />

grado di assicurare a tutti una corretta competizione sui mercati. La speranza è che<br />

nei mesi a venire ci sia prevalenza di notizie positive, tali da confermare le aspettative<br />

di ripresa del settore che, comunque, dimostra di avere tutti i numeri per affrontare<br />

la competizione globale.<br />

2011 gennaio/febbraio CER 5

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