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di: <strong>Romolo</strong> <strong>Di</strong> <strong>Francesco</strong><br />

www.romolodifrancesco.it<br />

INFLUENZA DELLA GEOLOGIA E DEGLI SPOSTAMENTI (SLE)<br />

NELLA PROGETTAZIONE DELLE PARATIE: un esempio pratico<br />

1. INTRODUZIONE<br />

Le paratie possono essere definite strutture geotecniche interagenti con i fronti di scavo e<br />

costituite da una porzione fuori terra, soggetta a condizioni di spinta attiva, e una porzione<br />

interrata che contrappone la resistenza passiva del terreno.<br />

Figura 1. Schema di azione della spinta attiva (monte) e della mobilitazione della resistenza passiva (estratta da:<br />

Geotecnica: guida pratica alla luce delle nuove NTC, Dario Flaccovio Editore – Palermo, 2010).<br />

Da un punto di vista normativo, la progettazione delle paratie agli SLU di tipo GEO richiede<br />

che siano soddisfatte le seguenti verifiche:<br />

1. collasso per rotazione intorno ad un punto dell’opera;<br />

2. collasso per carico limite verticale;<br />

3. sfilamento di uno o più ancoraggi;<br />

4. instabilità del fondo scavo in terreni a grana fine in condizioni non drenate;<br />

5. instabilità del fondo scavo per sollevamento;<br />

6. sifonamento del fondo scavo.<br />

Occorre comunque considerare che in genere l’aspetto più delicato è rappresentato dal punto<br />

“1”, poiché dallo stesso discende il metodo di pre-dimensionamento delle paratie basato sulle<br />

equazioni della statica di equilibrio dei momenti rispetto, ad esempio, al punto R di cui alla<br />

Figura 1. In ogni caso, è evidente che la progettazione di tali strutture non può prescindere<br />

dall’utilizzo dei moderni software di calcolo dal momento che entrano in gioco numerose<br />

variabili legate alla complessità della stratigrafia, all’idrodinamica sotterranea, alla natura e<br />

meccanica dei terreni, alla geometria della struttura, ai materiali utilizzati ed infine alla<br />

molteplicità delle azioni sia permanenti che transitorie.<br />

Per tali motivi, e rimandando alle nuove NTC 2008 per le verifiche geotecniche agli SLU, nel<br />

seguito viene discussa l’influenza esercitata da una corretta definizione del modello geologico e<br />

degli Stati Limite di Esercizio nei confronti del dimensionamento geotecnico – strutturale e,<br />

conseguenzialmente, del costo finale di tali opere.<br />

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di: <strong>Romolo</strong> <strong>Di</strong> <strong>Francesco</strong><br />

www.romolodifrancesco.it<br />

2. UN CASO REALE<br />

L’esempio che segue riguarda la realizzazione di un intervento di edilizia residenziale il quale,<br />

per il contesto urbano all’interno del quale è inserito con presenza di strade comunali e di edifici<br />

limitrofi (figura 2), necessita di opere di sostegno dei fronti di scavo che raggiungono l’altezza<br />

di 7.5 metri.<br />

Figura 2. Planimetria dell’intervento.<br />

Gli studi geologici, corredati da sondaggi a carotaggio continuo e da prove penetrometriche<br />

dinamiche, hanno condotto alla definizione della sezione stratigrafica sintetizzata nella Figura 3,<br />

nella quale sono evidenti i rapporti tra i terreni di copertura, rappresentati da colluvioni a<br />

granulometria fine (limi ed argille) e da alluvioni ghiaiose, ed il sottostante substrato costituito<br />

da argille strutturalmente complesse (argille sovraconsolidate e fessurate antiche di 5 MA).<br />

Figura 3. Sezione stratigrafica iniziale.<br />

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www.romolodifrancesco.it<br />

Con tale conoscenza del sottosuolo sono state dimensionate la paratia e le strutture di<br />

fondazione, quest’ultime costituite da una platea poggiante su pali incastrati nel substrato<br />

roccioso così come pure i pali costituenti l’opera di sostegno. Purtroppo, però, i costi delle sole<br />

opere descritte hanno raggiunto il valore di 250.000 €, tale da indurre il proprietario dell’area a<br />

consultare un’altra equipe di professionisti.<br />

Il primo passo è allora consistito nel riesame degli studi geologici ed in particolare delle carote<br />

estratte dalle perforazioni di sondaggio, dalle quali è emerso che parte dei terreni sovrastanti le<br />

ghiaie manifestano la struttura tipica del sottostante substrato marnoso: un’apparente<br />

contraddizione che è stata risolta consultando recenti studi scientifici dell’area, pubblicati dal<br />

<strong>Di</strong>partimento di Scienze della Terra di Chieti, che dimostrano la presenza di sacche di ghiaie<br />

all’interno del substrato. In questo modo, con la perforazione di nuovi sondaggi ed il prelievo di<br />

campioni indisturbati sottoposti a prove di laboratorio, è stata infine ricostruita la sezione<br />

stratigrafica finale rappresentata in Figura 4.<br />

Figura 4. Sezione stratigrafica finale e relativo profilo geotecnico.<br />

Una volta definito un corretto modello geologico del sito, sul quale è stato poi costruito il<br />

relativo modello geotecnico (Figura 4), è stato possibile riprogettare tutte le opere geotecniche<br />

eliminando i pali di fondazione, sostituendo la platea con travi rovesce ed infine diminuendo il<br />

numero e la sezione dei pali costituenti l’opera di sostegno del fronte di scavo; in questo modo è<br />

stato possibile limitare i costi a soli 120.000 €, con una diminuzione del 52% rispetto al progetto<br />

iniziale.<br />

Occorre a questo punto considerare che, come richiesto dalle nuove NTC, le opere geotecniche<br />

descritte sono state progettate per soddisfare non solo i criteri di analisi semiprobabilistica agli<br />

SLU, ma anche agli SLE, tenuto conto che “gli spostamenti dell’opera di sostegno e del terreno<br />

circostante devono essere valutati per verificarne la compatibilità con la funzionalità dell’opera<br />

e con la sicurezza e funzionalità di manufatti adiacenti …” (NTC – par. 6.5.3.2). Ma, se si<br />

analizza la planimetria e le sezioni di progetto (Figure 2 e 4) si scopre che le condizioni di<br />

criticità nei confronti delle opere preesistenti riguardano sostanzialmente il solo manufatto<br />

denominato “edificio 1” per i seguenti motivi:<br />

1) perché l’edificio “2” è una struttura interrata, di derivazione dell’acquedotto comunale, con le<br />

fondazioni all’incirca a quota fondo scavo;<br />

2) perché nell’analisi dello stato tensionale agente nei confronti dell’opera di sostegno occorre<br />

tenere conto dell’andamento del pendio, inclinato lungo la direzione data dalla sezione 4, tale<br />

da aumentare considerevolmente le componenti tangenziali (figura 5) e diminuire<br />

contestualmente i fattori di sicurezza che nel caso specifico passano da 1.35 a 1.25<br />

all’aumentare dell’inclinazione della superficie topografica a monte dello scavo.<br />

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Figura 5. Grafici delle tensioni tangenziali (a sinistra) e delle analisi limite a rottura (a destra) al variare<br />

dell’inclinazione della superficie topografica a monte di un fronte di scavo.<br />

Relativamente al solo punto “2”, è possibile riferirsi alla figura 6, nella quale è mostrata una<br />

porzione di paratia collassata lungo la direzione di massima pendenza, mentre nella direzione<br />

opposta la stessa è rimasta integra nonostante la presenza di un edificio limitrofo fondato a<br />

quota della trave di coronamento (altezza fronte di scavo: 9 metri; distanza edificio: 5 metri).<br />

Figura 6. Collasso parziale di una paratia nella direzione di massima pendenza<br />

(da sinistra verso destra).<br />

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Occorre infine considerare che l’edificio “1” è comunque poi risultato, dallo scavo di due<br />

trincee esplorative, fondato sul substrato marnoso, tale da limitare le preoccupazioni connesse<br />

con l’interazione con il fronte di scavo e relativa struttura di sostegno.<br />

Tenuto conto delle nuove informazioni è stata infine tentato un nuovo dimensionamento della<br />

paratia non più pensata come opera infinitamente rigida, quanto, piuttosto, come un’opera<br />

flessibile alla quale affidare spostamenti di esercizio prossimi ai 15 millimetri; un obiettivo che<br />

è stato raggiunto attraverso un’analisi parametrica operando sulla sola variabile importante, la<br />

rigidezza dell’opera di sostegno, mentre il valore massimo dello spostamento ammissibile è<br />

stato individuato attraverso gli schemi di Peck (1969).<br />

In questo modo, come emerso dalle analisi ad elementi finiti (Figura 7), si è scoperto di poter<br />

ulteriormente diminuire i costi di realizzazione a scapito del parziale danneggiamento del muro<br />

di sostengo preesistente, in mattoni pieni, posto solo in parte al confine tra il sito e l’area di<br />

pertinenza dell’edificio 1 come chiaramente visibile nella planimetria di cui alla Figura 2.<br />

Figura 7. A sinistra: analisi agli SLU; a destra: analisi agli SLE per spostamenti orizzontali massimi di 15 millimetri.<br />

3. CONSIDERAZIONI FINALI<br />

L’iter progettuale descritto si è concluso con la sottoscrizione di un accordo con il proprietario<br />

dell’area sovrastante il sito di intervento, secondo il quale tutti i danni arrecati dagli interventi di<br />

progetto sarebbero stati prontamente riparati. In questo modo il costo finale delle opere<br />

geotecniche (platea di fondazione e paratia di sostegno) è stato limitato a 90.000 € con una<br />

riduzione del 64% rispetto al valore iniziale.<br />

Ovviamente a tali costi occorrono anche aggiungere i circa 4.000 € di danni arrecati al muro di<br />

sostegno che, come previsto in sede progettuale, ha subito una deformata prossima agli 11<br />

millimetri tale da comportare la comparsa di un quadro fessurativo di modesto rilievo e tale<br />

anche da diminuire la percentuale del risparmio al 62.4%.<br />

Concludendo, la progettazione delle opere di sostegno, pur essendo affidata al dimensionamento<br />

geotecnico e strutturale secondo il principio semiprobabilistico agli Stati Limiti Ultimi, risulta di<br />

fatto decisamente dipendente da una corretta definizione del modello geologico del sito e<br />

dall’analisi degli spostamenti relativi agli Stati Limiti di Esercizio.<br />

In questo modo, operando con oculatezza, è possibile da una parte salvaguardare l’integrità<br />

strutturale o anche solo architettonica dei manufatti preesistenti e dall’altra diminuire<br />

notevolmente i costi di realizzazione. L’importante è anche prevedere un corretto piano di<br />

monitoraggio, come d’altronde previsto dalle nuove NTC 2008.<br />

Per approfondimenti sulle metodologie di analisi dei fronti di scavo e delle relative deformate si<br />

rimanda a:<br />

“Lesioni degli edifici” (2008) – Ulrico Hoepli Editore, Milano.<br />

“Geotecnica, guida pratica alla luce delle nuove NTC” (2010) – Dario Flaccovio Editore, Palermo.<br />

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