Esempio 5 - relazione tecnica - Romolo Di Francesco
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www.romolodifrancesco.it – www.geoandgeo.com<br />
- Lesioni degli edifici: applicazioni di geo<strong>tecnica</strong> e geofisica nell’analisi dei cedimenti delle fondazioni –<br />
edito Hoepli, 640 pp<br />
- Geo<strong>tecnica</strong>: guida pratica alla luce delle nuove NTC – edito Flaccovio, 215 pp<br />
1. INTRODUZIONE<br />
Il sisma del 6 aprile 2009 ha causato il<br />
danneggiamento strutturale di un edificio<br />
residenziale / commerciale sito in via X. Xxxxx /<br />
angolo via Xxxxxxxx del Comune di Teramo (TE).<br />
A seguito del sopralluogo (soggetto segnalatore:<br />
Xxxxxxx Xxxxxx) effettuato dai tecnici del<br />
Comune di Teramo in data 28/04/2009, con<br />
lettera del 15/05/2009 prot. XXXXX il <strong>Di</strong>rigente<br />
del V Settore – Lavori Pubblici e Protezione Civile<br />
ha dichiarato parte dell’immobile<br />
temporaneamente inagibile, imponendo nel<br />
contempo un monitoraggio del quadro<br />
fessurativo.<br />
In particolare, il tecnico comunale rilevatore del<br />
danneggiamento ha riscontrato lesioni alle strutture portanti, nonché un<br />
probabile cedimento strutturale di base nella parte SUD-EST del fabbricato, il<br />
quale ha comportato lesioni diffuse sia all’interno che all’esterno dell’edificio<br />
stesso; ciò ha comportato la diffida verbale degli ispettori, nei confronti della<br />
proprietaria Xx Xxxxxxxxxx Xxxxxx, all’utilizzo di n° 3 stanze (2 camere da letto e<br />
il salotto) fino all’esame strutturale dell’edificio da parte di un tecnico abilitato,<br />
previa accurato monitoraggio dell’evoluzione del quadro fessurativo generato<br />
dallo scuotimento sismico del 6 Aprile 2009 e seguenti.<br />
Si fa presente infine, che il Corpo dei Vigili del Fuoco ha effettuato un<br />
sopralluogo in data 12/04/2009 (scheda XXX/XX), rilevando dissesti statici<br />
generalizzati e crepe pronunciate nella zona sud-ovest dell’abitazione; venivano,<br />
inoltre, confermate le risultanze sopra esposte a cui era giunto il tecnico<br />
comunale.<br />
2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CATASTALE<br />
Il fabbricato in esame è sito in Teramo (TE) alla via X. Xxxxx / angolo via<br />
Xxxxxxxx, all’interno del tessuto urbano del capoluogo, ed è individuato al<br />
NCEU al foglio XX, particella 263; il danneggiamento indotto dall’evento sismico<br />
riguarda parte del fabbricato con particolare concentrazione nei livelli più alti.<br />
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3. DESTINAZIONE D’USO DELL’IMMOBILE<br />
Il fabbricato possiede una destinazione d’uso<br />
attuale di tipo mista, commerciale al piano terra e<br />
residenziale ai piani primo e secondo; ulteriori<br />
dettagli possono essere dedotti dalla lettura delle<br />
planimetrie riprodotte nel Fascicolo 2 (schema<br />
grafico di danneggiamento).<br />
4. BREVI NOTE GEOLOGICHE<br />
Il fabbricato in questione è inserito all’interno del<br />
tessuto urbano del capoluogo, quest’ultimo posto<br />
ad una quota di circa 265 m. ed integrato nel<br />
contesto dell’ambiente collinare pedappennino in<br />
sinistra idrografica del Fiume Tordino; l’intero<br />
abitato a sua volta coincide con un ripiano<br />
morfologico di accumulo attribuito alla piana alluvionale del III ordine, antica ed<br />
inattiva. Il substrato, appartenente alla Formazione della Laga, è costituito da<br />
un’alternanza di arenarie e marne, poste ad una profondità media di circa 20 – 22<br />
metri.<br />
Da un punto di vista sismico occorre rilevare l’attribuzione dei terreni alla<br />
categoria di sottosuolo C ed ad una categoria topografica T1.<br />
5. TIPOLOGIA STRUTTURALE<br />
L’edificio, dal tipico impianto ottocentesco ed a pianta irregolare, sviluppa su tre<br />
livelli fuori terra con struttura portante costituita da murature perimetrali e di<br />
spina in pietrame e mattoni pieni legati con grassello di calce e/o malta bastarda,<br />
in <strong>relazione</strong> ai vari interventi di trasformazione subiti nel corso dei decenni; gli<br />
orizzontamenti sono costituiti prevalentemente da:<br />
1. volte a crociera in mattoni pieni al piano terra;<br />
2. prevalenti volte a crociera e solai in putrelle di ferro e tavelle al piano primo e<br />
secondo;<br />
3. prevalenti solai in putrelle di ferro e tavelle con volte a crociera al piano<br />
secondo.<br />
L’immobile si presenta in buono stato di conservazione generale, essendo stato<br />
nel recente passato (1998) oggetto dei normali lavori di ordinaria manutenzione.<br />
6. ANALISI DEL DISSESTO<br />
Al fine di raggiungere un elevato livello di conoscenza della problematica in<br />
questione sono stati eseguiti diversi sopralluoghi con differenti livelli di<br />
approfondimento, necessari per l’esecuzione di una campagna di indagini<br />
sull’edificio in questione con lo scopo di rilevare e mappare gli stati di crisi negli<br />
elementi primari costituenti le strutture portanti; per tale motivo sono stati<br />
visionati ed ispezionati i setti murari dell’intero edificio, è stato eseguito un<br />
rilievo geometrico dello stesso nonchè del quadro fessurativo ad esso associato.<br />
La necessarietà di tale indagine esplorativa deriva dalla presenza di un quadro<br />
fessurativo che interessa l’intero edificio, seppur con una distribuzione e<br />
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localizzazione variabile in funzione delle locali variazioni di rigidezza nonchè<br />
dell’altezza.<br />
In particolare, ed utilizzando la documentazione fotografica integrata nello<br />
“schema grafico del danneggiamento” in allegato (Fascicolo 2), l’edificio presenta un<br />
quadro fessurativo che può essere sintetizzato come segue:<br />
1) al piano terra non sono state rilevate lesioni di natura sismica o attribuibili al<br />
terremoto del 6 aprile 2009;<br />
2) al primo piano sono presenti lesioni sulla totalità delle volte affaccianti su via<br />
Xxxxxxxx, con prevalenti distacchi del tipo muro – muro e subordinati<br />
distacchi muro – solaio; nel contempo sono anche presenti lesioni a direttrice<br />
orizzontale sulle stesse, a denotare un effetto di ribaltamento flessionale delle<br />
pareti perimetrali cagionato dall’assenza di elementi sollecitati a trazione.<br />
Ulteriori lesioni interessano le murature portanti, a direttrice verticale e<br />
passanti l’intera sezione reagente;<br />
3) al secondo piano si rileva un incremento, per numero e sviluppo lineare, delle<br />
lesioni sulle volte e dei distacchi muro – muro e muro – solaio, nonché delle<br />
lesioni sulle murature con prevalente andamento a direttrice verticale.<br />
Maggiori elementi possono essere dedotti dalla posizione specifica di ogni<br />
singola lesione come dettagliato nel Fascicolo 2, mentre dall’analisi del dissesto<br />
nella sua globalità si rileva una risposta deformativa della struttura imputabile<br />
alle variazioni di rigidezza dello scatolare, tanto da generare lo sviluppo di<br />
meccanismi di piano ai quali attribuire i differenti livelli di danneggiamento.<br />
7. NESSO CAUSALE DEL DANNO SISMICO<br />
Dall’approfondimento dell’analisi del quadro fessurativo deriva che le lesioni<br />
sono concentrate prevalentemente ai piani primo e secondo e praticamente<br />
assenti al livello più basso, denotanti la tipica risposta strutturale alle<br />
sollecitazioni dinamiche delle murature portanti non adeguatamente<br />
controventate e/o tirantate come nel caso degli edifici storici.<br />
In particolare risulta che ai piani primo e secondo sono presenti lesioni sulla<br />
totalità delle volte affaccianti su via Xxxxxxxx, oltre ad un danno concentrato<br />
presso lo spigolo tra detta via e via X. Xxxxx; nel contempo il livello di<br />
danneggiamento incrementa con l’aumento dell’altezza fuori terra a denotare lo<br />
sviluppo di un meccanismo di piano.<br />
Analizzando nel dettaglio gli effetti rilevati è possibile notare una stretta<br />
<strong>relazione</strong> tra le posizione e sviluppo delle lesioni, la tipologia del danno e la<br />
morfologia dell’edificio, con un incremento dei cinematismi nei settori dotati di<br />
volte ed una rarefazione laddove sono invece presenti gli orizzontamenti in<br />
putrelle di ferro e tavelle. Il danneggiamento concentrato nei pressi dell’angolo<br />
tra via Xxxxxxxx e via X. Xxxxx è inoltre imputabile ad una diminuzione della<br />
rigidezza locale, dovuto alla presenza di un muro portante, di modesto spessore,<br />
sul quale gravano due volte ed a sua volta poggiante su un’ulteriore volta ubicata<br />
al piano terra.<br />
Le ulteriori lesioni sono nella quasi totalità a direttrice verticale e raramente ad<br />
andamento obliquo, distribuite nelle due direzioni strutturali principali ed<br />
interessanti l’intera sezione reagente delle murature portanti; nel contempo le<br />
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stesse risultano particolarmente concentrate nei pressi delle aperture, quali porte<br />
e finestre, e raramente nei settori mediani dei setti portanti.<br />
Riunendo tutti gli elementi descritti in un unico modello ne risulta l’attribuzione<br />
del quadro fessurativo ad una prevalente deformazione torsionale simicamente<br />
indotta, dovuta alle variazioni di rigidezza globale della struttura, ed a<br />
meccanismi di piano imputabili a variazioni localizzate di rigidezza. <strong>Di</strong> fatti, ed a<br />
titolo di esempio, la presenza dei solai orizzontali con travi in ferro e tavelle<br />
ubicate al piano primo ed in particolare al piano secondo ha comportato lo<br />
sviluppo di un incremento localizzato della rigidezza sul piano orizzontale, con<br />
ridistribuzione delle sollecitazioni ai vani adiacenti e conseguente<br />
danneggiamento delle volte nonchè dei setti murari lato via Xxxxxxxx e via X.<br />
Xxxxx particolarmente sollecitati. Infine, la presenza di una copertura con<br />
struttura lignea e la mancanza di catene e/o cordoli di piano hanno<br />
ulteriormente contribuito al danneggiamento rilevato, soprattutto se tenuto conto<br />
delle spinte oblique, simicamente indotte, esercitate dalle volte e non<br />
adeguatamente compensate dalle masse murarie sia perimetrali e sia interne.<br />
Concludendo, risulta che i danni rilevati non sono pre-esistenti al sisma del<br />
06/04/2009 e non sono pertanto dovuti a vetustà e/o cattiva manutenzione,<br />
mentre sono chiaramente attribuibili ad una risposta sismica locale dettata<br />
dalla combinazione di modi torsionali simicamente indotti dal terremoto che a<br />
sua volta ha subito fenomeni di amplificazione sismica con modificazione del<br />
relativo spettro di accelerazione per effetti attinenti la risposta sismica locale.<br />
8. TIPOLOGIA DI INTERVENTO<br />
Gli interventi strutturali saranno rivolti a sanare i difetti costruttivi originari,<br />
l'effetto del degrado e ovviamente il danno causato dal sisma. Si introdurranno<br />
inoltre opportuni miglioramenti nelle connessioni. E' comunque fatto salvo il<br />
principio generale che le caratteristiche strutturali delle costruzioni, seppur<br />
migliorate, devono rimanere, di norma, della stessa natura di quelli originali.<br />
Sono previsti i seguenti interventi i quali possono essere classificati nelle seguenti<br />
categorie:<br />
8.1 INTERVENTI DI RAFFORZAMENTO LOCALE<br />
- Realizzazione di nuovi incatenamenti , posizionati al piano primo e<br />
secondo, costituiti da barre di acciaio 22 e ancorati alle parete esterne<br />
mediante capochiave atti a distribuire la pressione conseguente al tiro su zone<br />
adeguate ampiezza. Per quanto riguarda la tesatura dei tiranti, si dovranno<br />
adottare tensioni limitate, tali da produrre nelle murature tensioni di<br />
compressione nettamente inferiori ai valori ritenuti ammissibili. Scopo delle<br />
catene è quello di impedire il collasso delle pareti perimetrali ortogonalmente<br />
al loro piano e verso l'esterno quando ciò non è garantito dal solaio e di<br />
contribuire alla capacità dell'edifico di funzionare strutturalmente quale<br />
organismo unitario.<br />
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- Consolidamento, con fascia di contenimento, del solaio in putrelle e<br />
tavelloni danneggiato, posizionato a livello del piano secondo (in<br />
corrispondenza del 3° impalcato).<br />
Il solaio oggetto di rafforzamento, è realizzato mediante un’orditura<br />
principale di putrelle di acciaio e tavelloni di laterizio (i = 1,00 m), ammorsata<br />
nei setti di muratura perimetrale.<br />
Dato che questi ultimi hanno evidenziato segni di distacco dall’impalcato<br />
nell’ambito dello scuotimento sismico, si è ritenuto necessario predisporre<br />
una fascia di contenimento delle spinte orizzonatali, realizzata con profilato<br />
metallico di tipo L collegato ai setti ortogonali mediante barre di acciaio<br />
filettate. Il profilo, posto sulla sommità della parete in muratura portante,<br />
sarà parzialmente inserito al di sotto dell’impalcato, e sarà dotato di paletti di<br />
ripartizione a T (minimo mm 50) di lunghezza non inferiore a 70 cm,<br />
appoggiati sulla muratura e saldati all’interasse massimo di 1,5 m.<br />
La predisposizione di questo consolidamento avrà le seguenti funzionalità: a)<br />
ripartire l’azione di contenimento su una porzione maggiore di muratura; b)<br />
garantire il collegamento e l’ammorsatura tra i setti portanti e<br />
l’orizzontamento, migliorando il comportamento scatolare della porzione di<br />
edificio rinforzato; c) conferimento di una maggiore rigidezza nel piano<br />
all’orizzontamento, con aumento quasi insignificante delle masse sismiche<br />
eccitabili.<br />
8.2 INTERVENTI DI RIPARAZIONE E RICOSTRUZIONE<br />
1) lesioni isolate, metodo di riparazione a cuci e scuci: Si utilizzerà il metodo di<br />
riparazione del “cuci e scuci” eseguito a piccoli tratti successivi, sia a parziale<br />
che a tutto spessore. In sostanza si rimuoverà il vecchio intonaco mettendo a<br />
vivo la muratura danneggiata; successivamente si asporteranno gli elementi di<br />
muratura interessati dalla lesione e alcuni adiacenti fino a formare un vano di<br />
dimensioni atte a ricevere nuovi elementi murari, ponendo cura nel formare<br />
un andamento perimetrale del vano atto a realizzare buoni ammorsamenti tra<br />
nuove e vecchie murature. Infine saranno inseriti nuovi elementi di laterizio<br />
previa pulizia del vani ponendo particolare cura nella realizzazione dei detti<br />
ammorsamenti; si useranno malte a ritiro nullo o meglio leggermente<br />
espansive, confezionate comunque con inerti simili a quelli che costituiscono<br />
la malta esistente.<br />
2) lesioni isolate, risarcitura semplice e riparazione:<br />
3) Realizzazione di nuovi setti murari, a livello del piano terra, allo scopo di<br />
ridurre le bucature presenti nelle murature portanti del fabbricato<br />
4) chiusura di nicchie (ripresa di muratura): ripresa di muratura eseguita anche<br />
a piccoli tratti successivi, a parziale o a tutto spessore, su strutture murarie<br />
preesistenti lesionate o da risanare, con mattoni pieni, all'interno di edifici<br />
esistenti anche parzialmente pericolanti, a qualsiasi altezza o profondità.<br />
5) Intervento di ricostruzione e presidio per piattabanda danneggiata, in<br />
corrispondenza di una apertura posta al piano terra (locale cantina). Gli archi<br />
ribassati e le piattabande si mantengono in equilibrio grazie alla spinta<br />
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(pressocché orizzontale) esercitata dalle imposte. Nel momento in cui, a causa<br />
del cinematismo di collasso provocato dal sisma, uno dei due piedritti si<br />
allontana, i conci centrali dell’elemento strutturale tendono a scivolare lungo i<br />
letti di malta; in particolare, per le piattabande anche piccoli spostamenti<br />
reciproci delle imposte non consentono alla configurazione deformata di<br />
trovare posizioni di equilibrio.<br />
L’intervento previsto per la piattabanda danneggiata allora, consiste nella<br />
demolizione della muratura costituente l’architrave e nella sua ricostruzione<br />
mediante intervento di cuci e scuci. E’ previsto inoltre l’inserimento di travetti<br />
in cap o di putrelle in acciaio, a sostituzione dell’arco a sesto ribassato che<br />
caratterizza l’apertura al piano terra sul fondaco; tale intervento migliorerà la<br />
resistenza della fascia di piano in muratura al di sopra dell’architrave, nonché<br />
la sua collaborazione con le murature in cui è innestata.<br />
INTERVENTI SULLE PARTI NON STRUTTURALI ED IMPIANTISTICHE<br />
Oltre ai lavori di riparazione e miglioramento sono previsti ulteriori interventi<br />
non strutturali, la ripresa di intonaco sulle murature, nonché il controllo e<br />
l’eventuale ripristino della funzionalità impiantistica termica, elettrica ed<br />
idrica.<br />
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