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SECONDO RAPPORTO (executive summary in italiano)

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L’Immigrazione negli Stati Uniti d'America:<br />

L’Impatto sul mercato del lavoro, il ruolo dell’immigrazione clandest<strong>in</strong>a<br />

e le scelte di “policy”.<br />

Gordon H. Hanson, Kenneth F. Scheve, Matthew J. Slaughter, and Antonio Spilimbergo<br />

S<strong>in</strong>tesi<br />

A partire dagli anni '60, gli Stati Uniti hanno conosciuto una forte crescita<br />

dell'immigrazione. La quota della popolazione nata fuori dai conf<strong>in</strong>i degli Stati Uniti ha<br />

superato il 10% nel 2000, e i nuovi immigrati rappresentano circa la metà della crescita<br />

recente della popolazione USA.<br />

Tre sono le pr<strong>in</strong>cipali questioni al centro dell'attuale dibattito sull'immigrazione. La<br />

prima riguarda il livello ed il grado di istruzione degli immigrati legali. Gli Stati Uniti<br />

ricevono una quota relativamente ampia di immigrati con bassi livelli di istruzione, con<br />

potenziali effetti negativi sul livello dei salari dei lavoratori americani. La seconda questione<br />

è legata all'immigrazione clandest<strong>in</strong>a, e a quali mezzi adottare per affrontarla, dal momento<br />

che i clandest<strong>in</strong>i rappresentano circa un terzo del totale dei nuovi <strong>in</strong>gressi negli USA. Una<br />

possibilità per fronteggiare il fenomeno sarebbe quella di adottare su larga scala delle forme<br />

di immigrazione con contratti "a term<strong>in</strong>e". La terza questione riguarda la misura <strong>in</strong> cui gli<br />

immigrati devono poter utilizzare i programmi pubblici di assistenza. Negare agli immigrati<br />

l'accesso a tali programmi potrebbe ridurre l'immigrazione e i trasferimenti fiscali dai nativi<br />

agli immigrati.<br />

Nel rapporto viene analizzata <strong>in</strong> dettaglio l'immigrazione negli Stati Uniti nel corso dei<br />

passati decenni, allo scopo di valutare il potenziale e le conseguenze dei cambiamenti nella<br />

politica USA per l'immigrazione. Il lavoro si suddivide <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que parti pr<strong>in</strong>cipali, <strong>in</strong> aggiunta<br />

all'<strong>in</strong>troduzione.<br />

La prima parte del<strong>in</strong>ea le pr<strong>in</strong>cipali tendenze dell'immigrazione verso gli USA, e<br />

compie una rassegna della politica statunitense per l'immigrazione. Le norme attuali<br />

stabiliscono una quota sull'immigrazione complessiva, accordando priorità ai familiari dei<br />

cittad<strong>in</strong>i USA e dei residenti legali. Conseguentemente, meno del 15% dei nuovi immigrati<br />

sono stati ammessi sulla base delle loro qualifiche professionali. Indipendentemente dal fatto<br />

che questo risultato sia <strong>in</strong>tenzionale, è chiaro che le norme attuali favoriscono l’immigrazione<br />

di <strong>in</strong>dividui con bassi livelli di istruzione. Gli immigrati recenti tendono, <strong>in</strong>oltre, a<br />

concentrarsi <strong>in</strong> specifiche regioni e settori, e tendono a guadagnare meno dei nativi.<br />

La seconda parte analizza il modo <strong>in</strong> cui i mercati del lavoro locali rispondono ai flussi<br />

migratori. Nonostante gli immigrati si concentr<strong>in</strong>o <strong>in</strong> specifiche aree geografiche, i salari non<br />

sono dim<strong>in</strong>uiti <strong>in</strong> maniera rilevante nelle comunità <strong>in</strong> cui gli stessi immigrati si sono <strong>in</strong>sediati.<br />

Le regioni si sono pertanto adattate ai flussi migratori attraverso altri meccanismi, tra cui il<br />

miglioramento delle qualifiche professionali della forza lavoro locale, la migrazione dei<br />

lavoratori nativi, e le variazioni del mix produttivo verso <strong>in</strong>dustrie ad elevata <strong>in</strong>tensità di<br />

impiego di immigrati. Qualora il livello medio di istruzione dei lavoratori USA dovesse<br />

stabilizzarsi (come è nelle previsioni), l'impatto dell'immigrazione sui salari potrebbe essere<br />

molto più pronunciato.


La terza parte del lavoro esam<strong>in</strong>a i fattori che <strong>in</strong>fluenzano l'immigrazione clandest<strong>in</strong>a<br />

verso gli USA. La maggior parte dei clandest<strong>in</strong>i arriva negli Stati Uniti attraverso la frontiera<br />

con il Messico, oppure rimanendo negli USA oltre la durata legale del visto d'<strong>in</strong>gresso. Il<br />

Messico è la pr<strong>in</strong>cipale fonte di immigrati clandest<strong>in</strong>i, e i flussi <strong>in</strong> <strong>in</strong>gresso tendono ad<br />

aumentare <strong>in</strong> seguito alle crisi economiche messicane. Il Governo USA cerca di impedire gli<br />

<strong>in</strong>gressi di clandest<strong>in</strong>i sia pattugliando le frontiere con forze di polizia sia monitorando i<br />

datori di lavoro, anche se la grande maggioranza delle risorse viene impiegata sui controlli di<br />

frontiera. Questi sforzi sembrano avere avuto un'efficacia limitata, dal momento che il flusso<br />

di clandest<strong>in</strong>i non accenna a <strong>in</strong>terrompersi.<br />

La quarta parte del lavoro è dedicata all'impatto fiscale dell'immigrazione. Prima della<br />

riforma del welfare del 1996, gli immigrati avevano probabilità maggiori rispetto ai nativi di<br />

ricevere assistenza pubblica. Le nuove leggi restr<strong>in</strong>gono l'accesso degli immigrati a molti<br />

benefici (un'importante eccezione è costituita dall'istruzione pubblica, particolarmente<br />

costosa). Per alcuni tipi di assistenza pubblica, i s<strong>in</strong>goli Stati USA possono discrezionalmente<br />

offrire l'accesso ai benefici agli <strong>in</strong>dividui che risiedono nello Stato da almeno c<strong>in</strong>que anni.<br />

L'esclusione degli immigrati dai programmi di assistenza pubblica ha sollevato numerose<br />

questioni di natura giuridica. Nonostante l'accesso degli immigrati all'assistenza pubblica<br />

rappresenti un onere collettivo, il trasferimento fiscale netto dai nativi agli immigrati appare<br />

molto ridotto a livello nazionale, sebbene sia più elevato <strong>in</strong> alcuni s<strong>in</strong>goli Stati caratterizzati al<br />

tempo stesso da programmi di welfare molto generosi e da una larga quota di immigrati. In<br />

generale, il trasferimento fiscale dai nativi agli immigrati cresce al crescere dell'età media e al<br />

dim<strong>in</strong>uire del livello medio di istruzione della popolazione immigrata adulta.<br />

Nella qu<strong>in</strong>ta parte si studia il ruolo dell’op<strong>in</strong>ione pubblica nel condizionare le politiche<br />

dell'immigrazione. Si osserva che le op<strong>in</strong>ioni <strong>in</strong>dividuali sulle politiche per l'immigrazione<br />

sono <strong>in</strong>fluenzate dalle aspettative circa il loro impatto sul mercato del lavoro, sui servizi<br />

pubblici e sul welfare state. In particolare, i lavoratori meno qualificati e gli <strong>in</strong>dividui<br />

politicamente conservatori sono tra i maggiori oppositori di misure più permissive <strong>in</strong> materia<br />

di immigrazione. In effetti, i rappresentanti al Congresso USA sembrano rispondere a simili<br />

preoccupazioni provenienti dai rispettivi collegi nel votare le proposte legislative <strong>in</strong> materia.<br />

Nella sesta parte, si discutono le scelte di “policy” che gli Stati Uniti si trovano<br />

attualmente di fronte. Queste sembrano essere le decisioni cruciali: cont<strong>in</strong>uare con le<br />

ammissioni basate sui ricongiungimenti familiari oppure passare agli <strong>in</strong>gressi basati sulle<br />

qualifiche professionali degli entranti? Cont<strong>in</strong>uare ad escludere gli immigrati dall'accesso<br />

all'assistenza pubblica? Espandere o no l'immigrazione "a term<strong>in</strong>e"? Come bilanciare gli<br />

sforzi per il controllo delle frontiere con quelli per i controlli <strong>in</strong>terni contro l'immigrazione<br />

clandest<strong>in</strong>a?<br />

Raccomandazioni di Policy<br />

Le politiche per l'immigrazione basate sui ricongiungimenti familiari si sono<br />

accompagnate con una crescita dell'immigrazione di <strong>in</strong>dividui scarsamente qualificati.<br />

Un'alternativa possibile consisterebbe nell'ammettere i nuovi immigrati sulla base del loro<br />

"capitale umano". Un cambiamento di <strong>in</strong>dirizzo <strong>in</strong> favore di lavoratori giovani e<br />

professionalmente qualificati potrebbe, <strong>in</strong>fatti, attenuare l'impatto negativo dell'immigrazione<br />

sui salari dei lavoratori nazionali meno qualificati, stimolare il vantaggio competitivo USA<br />

nella produzione di beni ad alta <strong>in</strong>tensità di "conoscenza" e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, generare trasferimenti


fiscali netti positivi dagli immigrati ai nativi. I primi due effetti opererebbero attraverso<br />

l'offerta di lavoro. La crescita dell'offerta di lavoratori maggiormente qualificati può <strong>in</strong>durre<br />

una crescita dei salari dei lavoratori meno qualificati, sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i relativi sia che <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

reali. Una maggiore offerta di lavoratori più qualificati tenderebbe anche a far spostare il<br />

sentiero di specializzazione verso settori che utilizzano questo fattore <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>tensivo,<br />

compresi i settori ad alta tecnologia, la f<strong>in</strong>anza e i servizi alle imprese. Il terzo effetto, ossia il<br />

rovesciamento del trasferimento fiscale netto dai nazionali agli immigrati, discende<br />

direttamente dalle caratteristiche che i nuovi immigrati avrebbero. In effetti, immigrati<br />

giovani, che hanno raggiunto buoni livelli di istruzione a spese del Paese di orig<strong>in</strong>e, e che<br />

presumibilmente disporranno di un reddito relativamente elevato, saranno contribuenti netti<br />

del fisco americano piuttosto che beneficiari di assistenza pubblica.<br />

Nella misura <strong>in</strong> cui gli obiettivi delle modifiche alle politiche per l'immigrazione sono<br />

l'attenuazione dell'impatto economico sui lavoratori nazionali con le qualifiche più basse, il<br />

rafforzamento della posizione nazionale nelle imprese ad alta <strong>in</strong>tensità di capitale umano, e<br />

l'elim<strong>in</strong>azione dei trasferimenti fiscali verso gli immigrati, allora effettivamente l'abbandono<br />

della logica dei ricongiungimenti familiari <strong>in</strong> favore di un <strong>in</strong>gresso selettivo basato sulle<br />

qualifiche professionali rappresenta necessariamente una scelta logica. Tuttavia,<br />

l'immigrazione basata sulle qualifiche professionali potrebbe al tempo stesso presentare<br />

limitazioni importanti, proprio <strong>in</strong> relazione a questi obiettivi. Un primo limite potrebbe essere<br />

semplicemente rappresentato dal fatto che il presunto impatto sui salari dei lavoratori con<br />

basse qualifiche e sui trasferimenti fiscali sia <strong>in</strong> realtà di scarso rilievo. Un secondo limite<br />

deriva dalla possibilità che nell'<strong>in</strong>coraggiare l'immigrazione di <strong>in</strong>dividui giovani e qualificati<br />

si contribuisca al cosiddetto "bra<strong>in</strong> dra<strong>in</strong>" dai Paesi più poveri, il che potrebbe compromettere<br />

le prospettive di sviluppo di quei Paesi. Una terza limitazione consiste nel fatto che, nel lungo<br />

periodo, la dist<strong>in</strong>zione tra politiche basate sui ricongiungimenti familiari e politiche basate<br />

sulle qualifiche professionali potrebbe non essere così netta. Alla luce delle pressioni<br />

politiche provenienti dagli immigrati e dalle associazioni per i diritti civili, e della tradizione<br />

americana sui ricongiungimenti familiari, gli USA potrebbero avere serie difficoltà a limitare<br />

gli <strong>in</strong>gressi agli <strong>in</strong>dividui qualificati e non anche ai loro familiari meno qualificati.<br />

Al f<strong>in</strong>e di limitare i trasferimenti fiscali agli immigrati, una misura alternativa<br />

potrebbe consistere nell'estendere le leggi che direttamente escludono gli immigrati<br />

dall'accesso all'assistenza pubblica. Tuttavia, casi recenti negli USA mostrano che queste<br />

esclusioni legislative sono spesso impugnate di fronte all'autorità giudiziaria, con la<br />

giurisprudenza che spesso mostra un orientamento contrario alla legittimità di tali misure.<br />

Non solo, ma ad essere <strong>in</strong> discussione è la stessa legittimità costituzionale di provvedimenti<br />

che escludono gli immigrati dall'assistenza pubblica. Per esempio, il contributo pubblico più<br />

importante che la maggior parte degli immigrati riceve è sotto forma di istruzione pubblica, ed<br />

è chiaro che risulta politicamente e legalmente difficile negare l’istruzione agli immigrati,<br />

siano essi legali o illegali. Questo suggerisce che un mezzo più efficace per limitare i<br />

trasferimenti fiscali agli immigrati sia quello di ammettere gli <strong>in</strong>dividui che potenzialmente<br />

siano contributori netti del sistema fiscale, vale a dire i lavoratori più qualificati.<br />

Il passaggio da una politica basata sui ricongiungimenti familiari ad una basata sulle<br />

qualifiche professionali potrebbe altresì modificare il comportamento degli immigrati illegali.<br />

Gli <strong>in</strong>dividui che si vedrebbero con ogni probabilità negare un permesso legale - vale a dire<br />

gli <strong>in</strong>dividui meno qualificati rispetto ai residenti negli USA - sarebbero <strong>in</strong>coraggiati<br />

all'<strong>in</strong>gresso clandest<strong>in</strong>o. Se tra gli obiettivi desiderati è <strong>in</strong>cluso il contenimento<br />

dell'immigrazione clandest<strong>in</strong>a, allora si rendono necessarie adeguate politiche complementari.


Ciò detto, la recente <strong>in</strong>vasione di immigrati illegali negli Stati Uniti suggerisce che il flusso di<br />

<strong>in</strong>gressi clandest<strong>in</strong>i non è stato significativamente <strong>in</strong>taccato dall'attuale policy-mix di <strong>in</strong>tensivi<br />

controlli alle frontiere, deboli controlli <strong>in</strong>terni e bassi livelli di immigrati con contratti "a<br />

term<strong>in</strong>e".<br />

Allo scopo di ridurre il flusso complessivo di immigrati illegali, un'opzione potrebbe<br />

essere costituita dall'<strong>in</strong>coraggiamento dell'immigrazione temporanea di lavoratori manuali. Si<br />

tratterebbe di sostituire un'offerta irregolare, di lungo periodo, di lavoratori illegali con<br />

un'offerta regolare, di breve periodo, di lavoratori legali. In teoria, l'immigrazione<br />

temporanea su larga scala ridurrebbe i flussi di clandest<strong>in</strong>i qualora le imprese USA<br />

considerassero i lavoratori clandest<strong>in</strong>i e gli immigrati temporanei come buoni sostituti, e se i<br />

potenziali immigrati vedessero la migrazione temporanea come una valida alternativa<br />

all'<strong>in</strong>gresso clandest<strong>in</strong>o. In ogni caso, anche qualora l'immigrazione temporanea riuscisse a<br />

ridurre l'immigrazione illegale, resterebbe un <strong>in</strong>terrogativo: quale risultato si è ottenuto? Se<br />

gli immigrati temporanei e gli immigrati clandest<strong>in</strong>i hanno approssimativamente lo stesso<br />

impatto sull'offerta di lavoro, allora avranno anche lo stesso impatto sui salari e sulla<br />

composizione dell'output. E l'impatto dei due flussi sul bilancio pubblico potrebbe anch'esso<br />

essere simile.<br />

Sempre per ridurre il flusso complessivo degli illegali, un'opzione alternativa potrebbe<br />

essere un'<strong>in</strong>tensificazione dei controlli sui datori di lavoro. La legge USA proibisce<br />

l'assunzione di immigrati clandest<strong>in</strong>i, ma i controlli sono piuttosto deboli. La domanda di<br />

lavoratori illegali potrebbe essere ridotta attraverso l'attuazione di ispezioni casuali e senza<br />

preavviso sui luoghi di lavoro, e tramite ammende più salate. In questo scenario, una<br />

riduzione della domanda porterebbe a una riduzione degli <strong>in</strong>gressi clandest<strong>in</strong>i. L'ostacolo<br />

pr<strong>in</strong>cipale a controlli più severi sulle imprese deriva comunque dalla forte opposizione<br />

politica dei datori di lavoro.<br />

Una riforma di vasta portata della politica per l'immigrazione negli USA sembra poco<br />

probabile nel futuro più immediato, a causa dell'opposizione di diversi <strong>in</strong>teressi precostituiti.<br />

Tuttavia, come ha dimostrato il processo di riforma del welfare attuato negli Stati Uniti negli<br />

anni '90, la pressione e il consenso necessari per riforme tanto importanti possono essere<br />

generati anche molto velocemente. Le analisi qui condotte hanno cercato di mettere <strong>in</strong> luce<br />

come politiche per l'immigrazione diverse comport<strong>in</strong>o differenti trade-off tra diversi obiettivi.

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