DP Rete Ecologica - Provincia di Reggio Emilia
DP Rete Ecologica - Provincia di Reggio Emilia
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P R O V I N C I A D I R E G G I O E M I L I A<br />
PTCP<br />
2007<br />
PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE<br />
DOCUMENTO PRELIMINARE<br />
LA PRESIDENTE DELLA PROVINCIA<br />
SONIA MASINI<br />
L’ASSESSORE ALLA<br />
CULTURA E AL PAESAGGIO<br />
GIULIANA MOTTI<br />
IL DIRIGENTE<br />
DELL’UFFICIO DI PRESIDENZA<br />
Dott. ANDREA TAGLIAVINI<br />
IL DIRIGENTE<br />
SERVIZIO PIANIFICAZIONE<br />
TERRITORIALE E AMBIENTALE<br />
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO<br />
Arch. ANNA CAMPEOL<br />
PROGETTO DI RETE ECOLOGICA<br />
POLIVALENTE<br />
Allegato
STRUTTURA TECNICA PER LA REDAZIONE DEL NUOVO PTCP<br />
Area Cultura e Valorizzazione Del Territorio<br />
Paolo Gandolfi (Dirigente)<br />
Servizio Pianificazione Territoriale e Ambientale (PTCP)<br />
Anna Campeol (Dirigente)<br />
U.O. PTCP, Programmi e Piani <strong>di</strong> Settore<br />
Renzo Pavignani (Coor<strong>di</strong>natore)<br />
Giuseppe Ponz de Leon Pisani, Francesca Ansaloni, Simona Giampellegrini, Andrea Modesti, Serena Pezzoli<br />
U.O. Difesa del Suolo e Protezione Civile<br />
Federica Manenti, Alessio Campisi, Matteo Guerra<br />
U.O. Attività estrattive<br />
Barbara Casoli, Cristina Baroni, Andrea Chierici, Corrado Re<br />
U.O. Pianificazione Urbanistica<br />
Elena Pastorini, Maria Silvia Boeri, Francesca Cigarini<br />
U.O. Parchi e Valorizzazione Paesaggio<br />
Rossana Cornia, Elena Confortini, Alessandra Curotti, Dario Mussini, Federica Oppi<br />
U.O. Tecnico Giuri<strong>di</strong>ca<br />
Pietro Oleari<br />
U.O. Amministrativa<br />
Stefano Tagliavini, Paolo Arcu<strong>di</strong>, Mirella Ferrari,<br />
Francesco Punzi, Rosa Ruffini<br />
U.O. Sistema Informativo Territoriale<br />
Stefano Bonaretti, Davide Cavecchi, Emanuele Porcu<br />
Consulenti e progettisti esterni<br />
Sistema paesistico-percettivo<br />
Prof. Roberto Gambino, Politecnico <strong>di</strong> Torino<br />
Arch. Federica Thomasset, Arch. Raffaella Gambino<br />
Sistema storico - archeologico<br />
Arch. Elisabetta Cavazza, Dott. James Tirabassi<br />
Sistema ecologico e VALSAT/VINCA<br />
Prof. Sergio Malcevschi (NQA), Dott. Luca Bisogni (NQA), Dott. Riccardo Vezzani (NQA)<br />
Sistema rurale<br />
Arch. Saverio Cioce<br />
Sistema inse<strong>di</strong>ativo<br />
Prof. Federico Oliva, Arch. Paolo Galuzzi, Arch. Piergiorgio Vitillo, Laboratorio labURB, DIAP, Politecnico <strong>di</strong> Milano<br />
Tecnicoop (inse<strong>di</strong>amenti commerciali)<br />
Sistema ambientale<br />
Dott. geol. Gian Pietro Mazzetti (pericolosità sismica)<br />
Prof. Alessandro Corsini, Dott. Federico Cervi, Univ. Modena e <strong>Reggio</strong> (frane <strong>di</strong> superficie)<br />
Ing. Tiziano Binini, Ing. Gianluca Lombar<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o<br />
Binini Architetti & Ingegneri Associati (fasce fluviali)<br />
Percorso <strong>di</strong> partecipazione e ascolto<br />
Prof. Alessandro Balducci, Arch. Clau<strong>di</strong>o Calvaresi, Arch. Elena Donaggio, DIAP, Politecnico <strong>di</strong> Milano
Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
In<strong>di</strong>ce<br />
1 RIFERIMENTI INIZIALI ......................................................................................... 2<br />
1.1 ASPETTI INTRODUTTIVI ............................................................................2<br />
1.2 MODELLO DI RETE ECOLOGICA ADOTTATO ..............................................5<br />
1.3 RETE ECOLOGICA POLIVALENTE E RETE NATURA 2000 ............................6<br />
1.4 ORIZZONTE REGIONALE E SOVRAREGIONALE..........................................7<br />
1.5 OBIETTIVI E LINEE DI AZIONE....................................................................8<br />
1.6 DIRETTRICI PRINCIPALI DI CONNESSIONE ECOLOGICA.............................9<br />
2 PROGETTO DI RETE ECOLOGICA ..................................................................... 10<br />
2.1 RETE ECOLOGICA E SETTORI DI GOVERNO ............................................10<br />
2.2 CRITERI PER LE POLITICHE DI GOVERNO...............................................12<br />
2.3 SCHEMA SPAZIALE DELLA RETE .............................................................15<br />
2.4 ECOMOSAICI ..........................................................................................17<br />
3 RETE ECOLOGICA E RETE NATURA 2000.......................................................... 19<br />
4 RAPPORTO CON IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO, I PIANI<br />
URBANISTICI E DI SETTORE, CENNI.................................................................. 20
Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
1 RIFERIMENTI INIZIALI<br />
1.1 ASPETTI INTRODUTTIVI<br />
Il lavoro si propone la messa a punto <strong>di</strong> strumenti per il governo dell’ecosistema<br />
in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>.<br />
La messa a sistema dei molteplici elementi che richiedono un governo in una<br />
prospettiva <strong>di</strong> sviluppo sostenibile richiede la precisazione delle prospettive <strong>di</strong><br />
analisi e <strong>di</strong> valutazione utilizzate. E’ ormai consolidato un modello <strong>di</strong><br />
interpretazione che considera lo sviluppo sostenibile come il punto <strong>di</strong> incontro<br />
tra ambiente, economia e società. Traducendo tali prospettive in termini<br />
spaziali, ve<strong>di</strong>amo che il sistema da governare è anche il risultato delle relazioni<br />
tra ecosistema, territorio, paesaggio.<br />
Per consentire una effettiva possibilità <strong>di</strong> governo, l’ecosistema viene affrontato<br />
in termini <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica.<br />
Figura 1.1 – I sistemi <strong>di</strong> riferimento<br />
La qualità del territorio è d’altronde strettamente <strong>di</strong>pendente dalla qualità<br />
dell’ecosistema su cui si appoggia.<br />
L’ambiente naturale e quello antropico si compenetrano, in forme anche<br />
profondamente <strong>di</strong>fferenti lungo l’asse ideale che dal Po sale alla dorsale<br />
appenninica, in una successione <strong>di</strong> ecomosaici che costituiscono il supporto per<br />
un insieme <strong>di</strong> risorse naturali (suolo, acqua, foreste), nonché l’habitat per una<br />
bio<strong>di</strong>versità animale e vegetale fortemente <strong>di</strong>fferenziata nella parte collinaremontana<br />
rispetto a quella planiziale.<br />
La bio<strong>di</strong>versità costituisce d’altronde per il territorio un in<strong>di</strong>catore primor<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />
qualità, non solo per il patrimonio naturalistico (botanico e faunistico) esistente,<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
ma anche per la vita in generale e quella degli esseri umani in particolare. Una<br />
compromissione dell’ecosistema nei suoi i flussi <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> materia (si pensi<br />
ai processi <strong>di</strong> inquinamento ed alle conseguenze sulla salute) si traduce anche<br />
in costi significativi <strong>di</strong>retti ed in<strong>di</strong>retti per la salute ed il benessere della<br />
collettività.<br />
Figura 1.2 – Gli strumenti tecnico-amministrativi <strong>di</strong> valutazione<br />
SPECIE<br />
HABITAT<br />
ECOSISTEMI<br />
Servizi<br />
Potenziali sorgenti d’impatto<br />
OPERE<br />
ATTIVITÀ<br />
In<strong>di</strong>catori<br />
<strong>di</strong> qualità<br />
AMBIENTE<br />
DI VITA<br />
Per quanto riguarda le prospettive <strong>di</strong> governo, se nei decenni trascorsi l’accento<br />
era posto soprattutto sulla necessità <strong>di</strong> un freno al consumo delle risorse<br />
naturali e <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione delle contaminazioni indotte, più recentemente<br />
l’interesse si concentra anche sull’ecosistema come opportunità per uno<br />
sviluppo equilibrato. L’ecosistema <strong>di</strong>venta anche una sorgente <strong>di</strong> servizi al<br />
territorio (si veda il quarto obiettivo generale della nuova strategia europea in<br />
materia <strong>di</strong> sviluppo sostenibile; Consiglio d’Europa, Doc. 10917/06), sia <strong>di</strong> tipo<br />
tra<strong>di</strong>zionale da gestire in un’ottica <strong>di</strong> sostenibilità (ad esempio il consumo delle<br />
risorse naturali), sia <strong>di</strong> tipo innovativo (possibilità <strong>di</strong> incremento delle funzioni <strong>di</strong><br />
autodepurazione, uso sostenibile ed eco-compatibile delle biomasse a scopo<br />
energetico, ruolo <strong>di</strong> tamponamento microclimatico, riduzione degli impatti<br />
negativi prodotti dai progetti sottoposti a VIA me<strong>di</strong>ante soluzioni progettuali che<br />
prevedono ingegneria naturalistica e rinaturazione ecc.). Tutto ciò giustifica la<br />
prospettiva progettuale <strong>di</strong> una rete ecologica polivalente, che funzioni come<br />
scenario ecosistemico <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o periodo in grado <strong>di</strong> orientare ed in molti casi<br />
supportare le scelte <strong>di</strong> sviluppo sostenibile.<br />
Affrontare una rete ecologica significa trattare alcune categorie <strong>di</strong> oggetti,<br />
elementari o complessi. Significa considerare in modo integrato le esigenze<br />
delle specie animali e vegetali presenti; tenendo conto sia <strong>di</strong> quelle<br />
storicamente presenti sia delle <strong>di</strong>namiche in corso (ad esempio l’istrice si sta<br />
rapidamente espandendo verso nord). Significa considerare le <strong>di</strong>fferenti unità<br />
ecosistemiche (boschi, zone umide ecc.) non solo come tipologie <strong>di</strong>fferenti, ma<br />
anche nelle loro relazioni spaziali che si traducono in eco-mosaici con<br />
caratteristiche strutturali e funzionali specifiche, e che richiederebbero in linea<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
teorica regole <strong>di</strong> governo specifiche. Diventa essenziale, per un buon governo<br />
dell’ecosistema, riconoscerne le principali modalità <strong>di</strong> connessione.<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
1.2 MODELLO DI RETE ECOLOGICA ADOTTATO<br />
L’idea delle reti ecologiche è quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare, con un riferimento temporale<br />
compatibile con la nostra vita e con quella dei nostri figli, uno scenario <strong>di</strong><br />
riequilibrio dell’ecosistema compromesso. Un primo livello <strong>di</strong> prospettiva è<br />
quella <strong>di</strong> ricostruire con<strong>di</strong>zioni accettabili per la bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> animali e piante<br />
attraverso la tutela <strong>di</strong> unità naturali relitte e la realizzazione tra esse <strong>di</strong> corridoi<br />
ecologici che consentano il mantenimento delle relazioni. Ma tale risultato non è<br />
conseguibile se non ci si pone anche la prospettiva <strong>di</strong> migliorare la parte<br />
restante dell’ecosistema ove altrimenti continuerebbero a riprodursi i fattori <strong>di</strong><br />
crisi.<br />
Esistono quin<strong>di</strong> reti ecologiche naturalisticamente specializzate, ad esempio per<br />
la tutela <strong>di</strong> singole specie, ed altre multifunzionali, in grado <strong>di</strong> rispondere a<br />
<strong>di</strong>verse esigenze.<br />
Per la rete della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, ove la presenza dell’uomo e delle<br />
sue attività è altamente significativa, è inevitabile adottare un modello <strong>di</strong> rete<br />
ecologica polivalente.<br />
Figura 1.3 – <strong>Rete</strong> ecologica con valenza naturalistica specializzata (rete <strong>di</strong> habitat)<br />
Figura 1.4 – <strong>Rete</strong> ecologica polivalente (rete <strong>di</strong> ecosistemi e <strong>di</strong> attività)<br />
http://www.aiab.it/nuovosito/biofattorie/azienda.shtml<br />
http://www.italianinitaly.it/general info.htm<br />
http://www.deepdalefarm.co.uk/information/index.html<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
1.3 RETE ECOLOGICA POLIVALENTE E RETE NATURA 2000<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista amministrativo, un riferimento sovraor<strong>di</strong>nato è quello della<br />
<strong>Rete</strong> Natura 2000, prevista a livello sopranazionale dalla Direttiva Europea<br />
“Habitat”. Tale rete è data dall’insieme <strong>di</strong> SIC e <strong>di</strong> ZPS, partita con obiettivi<br />
esclusivamente naturalistici e che sta progressivamente evolvendo, dovendosi<br />
confrontare con l’insieme delle pressioni antropiche, verso una concezione più<br />
polivalente. Il risultato confronto assume la forma <strong>di</strong> una più generale rete<br />
ecologica che vada oltre i confini dell’insieme SIC-ZPS, che viene assunta<br />
come sistema portante delle aree <strong>di</strong> valore ambientale e naturale del nuovo<br />
Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>.<br />
Figura 1.5 – Struttura del sistema considerato<br />
RETE NATURA 2000<br />
Direttiva CEE 92/43 Conservazione<br />
degli habitat naturali e seminaturali<br />
e della flora e della fauna<br />
selvatiche.<br />
Direttiva CEE 79/409 Protezione<br />
OPERE / ATTIVITÀ ESISTENTI<br />
OPERE / ATTIVITÀ FUTURE<br />
RETE ECOLOGICA del PTCP<br />
PTCP<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
1.4 ORIZZONTE REGIONALE E SOVRAREGIONALE<br />
Mentre gli istituti territoriali hanno confini ben definiti, gli ecosistemi no. La rete<br />
ecologica provinciale deve considerare anche i suoi rapporti con l’ambiente<br />
confinante. Altrettanto, per definizione, deve fare <strong>Rete</strong> Natura 2000 che<br />
riguarda ambiti ad<strong>di</strong>rittura sovraregionale ed internazionali. A tale riguardo<br />
acquista sempre maggiore importanza il progetto “Ecoregioni” promosso dal<br />
WWF internazionale e sottoscritto dal Ministero dell’Ambiente.<br />
Figura 1.6 – <strong>Rete</strong> Natura 2000 (SIC e ZPS) ed Ecoregioni<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
1.5 OBIETTIVI E LINEE DI AZIONE<br />
Risulta evidente come il successo <strong>di</strong> una rete ecologica, ovvero <strong>di</strong> un processo<br />
<strong>di</strong> riequilibrio dell’ecosistema, possa essere immaginato solo facendo<br />
intervenire in modo coor<strong>di</strong>nato <strong>di</strong>fferenti politiche <strong>di</strong> riequilibrio, non solo quelle<br />
urbanistiche. Possiamo così in<strong>di</strong>viduare una serie <strong>di</strong> obiettivi primari e<br />
secondari che esplicitano la finalità <strong>di</strong> carattere generale. Il nuovo scenario<br />
ecosistemico si porrà come obiettivo un miglioramento <strong>di</strong>retto della bio<strong>di</strong>versità,<br />
ma anche <strong>di</strong> contribuire alla riduzione dei rischi <strong>di</strong> cambiamenti climatici<br />
(Protocollo <strong>di</strong> Kyoto), <strong>di</strong> contribuire alla salvaguar<strong>di</strong>a idrogeologica, <strong>di</strong> offrire<br />
opportunità per un uso sostenibile delle risorse e <strong>di</strong> fruizione qualificate<br />
dell’ambiente <strong>di</strong> vita per le popolazioni locali. In definitiva, il progetto <strong>di</strong> rete<br />
ecologica vuole costituire uno strumento <strong>di</strong> riequilibrio, identificando uno<br />
scenario ecosistemico <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o periodo che possa servire come riferimento per<br />
i vari strumenti <strong>di</strong> governo del territorio: politiche, piani, programmi, progetti,<br />
mo<strong>di</strong> gestionali. Fondamento del riequilibrio ecologico sarà il consolidamento o<br />
la realizzazione ex-novo <strong>di</strong> unità ambientali in grado <strong>di</strong> svolgere funzioni<br />
multiple:<br />
• tutela e consolidamento della bio<strong>di</strong>versità;<br />
• migliore salvaguar<strong>di</strong>a idraulica;<br />
• tamponamento degli impatti antropici;<br />
• opportunità per la fruizione;<br />
• produzione <strong>di</strong> energia rinnovabile;<br />
• qualità dell’agrosistema complessivo.<br />
BIOD<br />
GCH<br />
SIG<br />
MIA<br />
URN<br />
FRAV<br />
OBIETTIVI PRIMARI<br />
Bio<strong>di</strong>versita' (consolidamento)<br />
Global change (contributo alla<br />
riduzione dei rischi)<br />
Salvaguar<strong>di</strong>a idrogeologica<br />
(contributo)<br />
Impatti antropici (contributo alla<br />
mitigazione)<br />
Uso sostenibile delle risorse naturali<br />
Fruizione dell'ambiente <strong>di</strong> vita<br />
Tabella 1.1– Obiettivi primari e secondari<br />
CN<br />
RH<br />
CS<br />
FER<br />
LP<br />
AHY<br />
MFC<br />
CON<br />
QAA<br />
AVA<br />
PQ<br />
VF<br />
OBIETTIVI SECONDARI<br />
Conservazione dei valori naturali esistenti<br />
Ricostruzione <strong>di</strong> habitat significativi<br />
Offerta <strong>di</strong> occasioni per carbon sink (Kyoto)<br />
Offerta <strong>di</strong> occasioni per fonti <strong>di</strong> energia rinnovabile (biocarburanti)<br />
anche con qualita’ naturalistica<br />
Offerta <strong>di</strong> occasioni per la laminazione delle piene<br />
Aumento dell’autodepurazione nelle acque superficiali<br />
Mitigazione dei flussi <strong>di</strong> inquinamento atmosferico al suolo<br />
De-frammentazione su barriere infrastrutturali critiche<br />
Aumento della qualita' naturalistica degli agrosistemi<br />
Miglioramento del governo delle attivita' venatorie ed alieutiche<br />
(pesca)<br />
Percorsi ciclopedonali con qualita’ naturalistiche<br />
Miglioramento qualitativo della fruizione delle aree ver<strong>di</strong><br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
1.6 DIRETTRICI PRINCIPALI DI CONNESSIONE ECOLOGICA<br />
La natura e la <strong>di</strong>stribuzione degli ecomosaici stu<strong>di</strong>ati nel territorio provinciale<br />
suggerisce quali debbano essere considerate le principali <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong><br />
connessione ecologica da considerare nelle analisi e nelle valutazioni.<br />
Figura 1.7 – Principali <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> connessione<br />
Direttrici primarie solo quelle lungo i fiumi principali: il Po, l’Enza , il Secchia.<br />
Minori ma non trascurabili quelli legate ai corsi d’acqua interme<strong>di</strong> della pianura.<br />
Una rete <strong>di</strong> connessioni non necessariamente legata a continuità ecosistemiche<br />
al suolo (si pensi all’ornitofauna palustre) è quella tra le rilevanti zone umide del<br />
territorio nord-orientale. Relazioni <strong>di</strong> natura più locale sono quelle ipotizzabili<br />
per gli agroecosistemi nord-occidentali e nord-orientali; per questi ultimi si pone<br />
il tema della continuità con gli analoghi della provincia <strong>di</strong> Modena.<br />
Il corridoio infrastrutturale centrale pone un serio problema <strong>di</strong> continuità<br />
ecologica tra la bassa e l’alta pianura rendendo limitata la capacità del grande<br />
serbatoio naturalistico della collina-montagna <strong>di</strong> costituire sorgente per<br />
ricolonizzazioni. Nella me<strong>di</strong>a montagna è da presumere un denso sistema <strong>di</strong><br />
connessioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-corto raggio, che continua <strong>di</strong> fatto anche oltre il territorio<br />
provinciale. L’alta montagna può invece funzionare anche come punto <strong>di</strong><br />
transizione per connessioni <strong>di</strong> lungo raggio a livello dell’intera dorsale<br />
appenninica.<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
2 PROGETTO DI RETE ECOLOGICA<br />
2.1 RETE ECOLOGICA E SETTORI DI GOVERNO<br />
L’in<strong>di</strong>viduazione delle linee e dei punti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> debolezza della <strong>Rete</strong><br />
ecologica provinciale deve anche basarsi sulle destinazioni d’uso dei suoli<br />
attuali e previste, sia in termini <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamenti che <strong>di</strong> opportunità <strong>di</strong> azione.<br />
La natura degli ecosistemi (e loro aggregati, ovvero gli ecomosaici), la loro<br />
sensibilità relativa alle pressioni, la loro capacità <strong>di</strong> offrire servizi sostenibili al<br />
territorio, daranno in<strong>di</strong>cazioni su quali siano i settori più <strong>di</strong>rettamente coinvolti in<br />
un corretto governo dell’ecosistema.<br />
Le linee fondamentali <strong>di</strong> azione del progetto <strong>di</strong> rete ecologica possono essere<br />
così riassunte:<br />
• verifica dei fattori <strong>di</strong> pressione in grado <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionare la funzionalità<br />
dell’ecosistema;<br />
• sfruttamento delle principali opportunità <strong>di</strong> ricostruzione ambientale.<br />
Tali linee implicano necessariamente la precisazione del rapporto della rete<br />
ecologica con una serie <strong>di</strong> politiche tra loro <strong>di</strong>fferenti, ma tali da poter<br />
concorrere in modo sinergico al riequilibrio ecologico complessivo (anche<br />
nell’ottica del nuovo Programma Quadro Europeo, che vedrà le tematiche<br />
ambientali sempre più “internalizzate” nei vari settori <strong>di</strong> governo).<br />
Figura 2.1 – Differenti tipologie <strong>di</strong> pressione analizzate<br />
FORESTE<br />
ACQUE<br />
AGRICOLTURA<br />
FAUNA<br />
BIODIVERSITÀ<br />
VALENZE<br />
PAESAGGIO<br />
RETE NATURA 2000<br />
PARCHI E RISERVE<br />
DIFESA DEL SUOLO<br />
PRESSIONI<br />
RISPOSTE<br />
ENERGIA<br />
INFRASTRUTTURE<br />
EDUCAZIONE<br />
INSEDIAMENTO<br />
ATTIVITÀ ESTRATTIVE<br />
TURISMO<br />
ATTIVITÀ PRODUTTIVE<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
Accanto alle tra<strong>di</strong>zionali politiche <strong>di</strong> conservazione della natura, una serie <strong>di</strong><br />
criteri e <strong>di</strong> scelte dovrà pertanto riguardare anche altri settori quali l’agricoltura,<br />
il paesaggio, il governo delle foreste e della fauna, le acque e la <strong>di</strong>fesa del<br />
suolo, la residenza e gli inse<strong>di</strong>amenti produttivi, le infrastrutture e le attività<br />
estrattive, l’educazione ambientale, il turismo. La sfida è quella <strong>di</strong> rendere<br />
ecologicamente sostenibili le singole politiche, entro uno scenario strutturale e<br />
funzionale <strong>di</strong> qualità polivalente offerto dal progetto <strong>di</strong> rete ecologica.<br />
Rispetto alle problematiche evidenziate, la finalità <strong>di</strong> un riequilibrio<br />
dell’ecosistema in grado <strong>di</strong> garantire effettivamente il raggiungimento<br />
dell’obiettivo specifico dovrà essere raggiunta attraverso l’uso combinato delle<br />
seguenti politiche:<br />
a. il consolidamento del sistema dei SIC e delle ZPS;<br />
b. il consolidamento delle aree <strong>di</strong> pregio per la bio<strong>di</strong>versità;<br />
c. il riorientamento del sistema delle aree tutelate;<br />
d. il mantenimento ed il potenziamento delle linee <strong>di</strong> connettività ecologica;<br />
e. il riequilibrio delle aree ecologicamente desertificate;<br />
f. il governo ecosostenibile delle coltivazioni;<br />
g. il governo ecosostenibile del bosco in montagna;<br />
h. il governo ecosostenibile della fauna;<br />
i. il governo ecosostenibile del sistema delle acque;<br />
j. la <strong>di</strong>fesa del suolo con criteri <strong>di</strong> polivalenza;<br />
k. il governo delle attività estrattive con criteri <strong>di</strong> polivalenza;<br />
l. il contenimento dello sprawl inse<strong>di</strong>ativo nelle aree ecologicamente<br />
sensibili;<br />
m. il governo dei margini dell’inse<strong>di</strong>ato con criteri <strong>di</strong> polivalenza;<br />
n. il contenimento della frammentazione da infrastrutture lineari ed il<br />
recupero della connettività in siti critici;<br />
o. il governo polivalente dei margini delle strade;<br />
p. la valorizzazione dei percorsi per la fruizione ecologica;<br />
q. il potenziamento dell’educazione ambientale;<br />
r. Il potenziamento dell’informazione per l’ambiente.<br />
11
Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
2.2 CRITERI PER LE POLITICHE DI GOVERNO<br />
Le politiche in<strong>di</strong>cate al punto precedente sono dettate da motivazioni <strong>di</strong>fferenti,<br />
la cui esplicitazione suggerisce anche le possibili linee <strong>di</strong> soluzione.<br />
A. IL CONSOLIDAMENTO DEL SISTEMA DEI SIC E DELLE ZPS<br />
Il settore <strong>di</strong> governo più <strong>di</strong>rettamente coinvolto è quello della conservazione<br />
della natura. Lo schema dei SIC e delle ZPS, integrato nella rete ecologica<br />
provinciale ne costituirà inevitabilmente l’ossatura, nella prospettiva più ampia<br />
della <strong>Rete</strong> Natura 2000 europea.<br />
Un passo fondamentale risulta essere la pre<strong>di</strong>sposizione dei piani <strong>di</strong> gestione<br />
dei Siti; <strong>di</strong>sporre dei piani <strong>di</strong> gestione non risolve in ogni caso la natura ad isole<br />
dell’attuale sistema. Risulta necessario in<strong>di</strong>viduare per ogni sito aree buffer ed<br />
aree <strong>di</strong> collegamento tra siti sulle quali definire regole gestionali.<br />
B. IL RIORIENTAMENTO DEL SISTEMA DELLE AREE TUTELATE<br />
Anche le politiche per le aree protette (Parchi, Riserve, Aree <strong>di</strong> Riequilibrio<br />
Ecologico, Oasi faunistiche) svolgono ruoli essenziali per gli obiettivi perseguiti<br />
(tutela della bio<strong>di</strong>versità, rapporto equilibrato con l’ecosistema entro cui si<br />
volgono anche le attività umane) pur essendo più comprensive toccando anche<br />
sistemi <strong>di</strong> valori culturali, sociali, estetici.<br />
C. IL CONSOLIDAMENTO DELLE AREE DI PREGIO PER LA BIODIVERSITÀ<br />
La conoscenza sulle aree <strong>di</strong> interesse elevato per la bio<strong>di</strong>versità è in continuo<br />
<strong>di</strong>venire. Per quelle che verranno riconosciute in futuro dovrà essere in<strong>di</strong>viduato<br />
un sistema <strong>di</strong> tutele in grado <strong>di</strong> garantirne la sopravvivenza evitando il ricorso a<br />
strumentazioni meramente vincolistiche. Gli accor<strong>di</strong> locali con i privati o con i<br />
gestori per progetti <strong>di</strong> valorizzazione e tutela sembrano uno strumento più<br />
efficiente.<br />
D. IL MANTENIMENTO ED IL POTENZIAMENTO DELLE LINEE DI CONNETTIVITÀ ECOLOGICA<br />
Il conseguimento degli obiettivi generali <strong>di</strong>chiarati, non può essere risolto<br />
dall’esistenza <strong>di</strong> determinati vincoli su poche isole protette. In un arcipelago <strong>di</strong><br />
realtà ecologicamente isolate possono essere esaltati i rischi <strong>di</strong> estinzione<br />
locale per specie le cui popolazioni richiedono spazi vitali <strong>di</strong> una certa<br />
<strong>di</strong>mensione<br />
E. IL RIEQUILIBRIO DELLE AREE ECOLOGICAMENTE DESERTIFICATE<br />
Le aree planiziali dell’agricoltura industrializzata e soprattutto la fascia centrale<br />
della via <strong>Emilia</strong>, fortemente urbanizzata, possono essere considerate<br />
ecologicamente desertificate. Il corretto governo della complessa e <strong>di</strong>versificata<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
realtà a forte antropizzazione è strategico per migliorare la qualità della vita<br />
delle popolazioni e per garantire un migliore equilibrio dell’ecosistema.<br />
F. IL GOVERNO ECOSOSTENIBILE DELLE COLTIVAZIONI<br />
Profonde trasformazioni stanno riguardano il mondo dell’agricoltura, a partire<br />
dal sistema dei sovvenzionamenti e degli incentivi. Una prospettiva interessante<br />
fornita dalla riforma della politica agricola comune è quella che vuole sempre<br />
più legato il futuro dell’agricoltura al suo ruolo multifunzionale nella capacità <strong>di</strong><br />
creare qualità del territorio e dell’ambiente.<br />
G. IL GOVERNO ECOSOSTENIBILE DEL BOSCO IN MONTAGNA<br />
In ambito collinare-montano non si pone il problema <strong>di</strong> una rinaturazione<br />
<strong>di</strong>ffusa, dal momento che è in corso ormai da decenni un processo <strong>di</strong> crescita<br />
del bosco, collegata all’abbandono delle tra<strong>di</strong>zionali attività agricole.<br />
Il tema è molto delicato, e va affrontato combinando in modo corretto e<br />
partecipato i <strong>di</strong>versi criteri che entrano in gioco nelle decisioni (naturalistici,<br />
estetico-paesaggistici, economici, sicurezza dei versanti ecc.). Anche per il<br />
progetto <strong>di</strong> rete ecologica pare necessario uno specifico approfon<strong>di</strong>mento sul<br />
tema.<br />
H. IL GOVERNO ECOSOSTENIBILE DELLA FAUNA<br />
La rete ecologica deve confrontarsi con le modalità <strong>di</strong> governo della fauna.<br />
Molteplici sono i temi: da quelli classici delle attività venatorie e alieutiche, ai<br />
problemi posti dalle nuove specie invasive, all’espansione <strong>di</strong> specie tra<strong>di</strong>zionali<br />
che possono comportare interferenze con le attività umane.<br />
I. IL GOVERNO ECOSOSTENIBILE DEL SISTEMA DELLE ACQUE<br />
Il sistema dei corpi idrici in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> è relativamente<br />
schematico: alcuni corsi d’acqua principali dall’Appennino al Po (Enza,<br />
Crostolo, Secchia), alcuni corsi minori <strong>di</strong> un certo interesse, una complessa rete<br />
<strong>di</strong> canali al servizio dell’agricoltura, una serie <strong>di</strong> specchi d’acqua planiziali <strong>di</strong><br />
origine antropica. Il valore ecologico <strong>di</strong> tale sistema è significativo, e le richieste<br />
<strong>di</strong> acqua da parte <strong>di</strong> altri usi (in primo luogo irrigui), si scontra con le regole<br />
regionali in materia <strong>di</strong> DMV (deflusso minimo vitale).<br />
La prevista realizzazione <strong>di</strong> nuovi bacini idrici <strong>di</strong> stoccaggio delle acque al<br />
servizio dell’agricoltura, se correttamente programmata e progettata, può<br />
rivelarsi un’opportunità per il rafforzamento della rete ecologica, per la<br />
creazione <strong>di</strong> paesaggi, per la fruizione nel tempo libero.<br />
J. LA DIFESA DEL SUOLO CON CRITERI DI POLIVALENZA<br />
Temi prioritari per la <strong>di</strong>fesa del suolo sono il governo delle piene dei corsi<br />
d’acqua in pianura (in primo luogo del Po) e l’intrinseca fragilità idro-geologica<br />
dell’Appennino. Il Po e le sue golene costituiscono un caso a sé, dalle gran<strong>di</strong><br />
opportunità per una rete ecologica sovraregionale.<br />
13
Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
Per la sistemazione delle frane e il contenimento dell’espansione dei calanchi<br />
(pur interessanti dal punto <strong>di</strong> vista della bio<strong>di</strong>versità) l’utilizzo delle tecniche e<br />
dei criteri dell’ingegneria naturalistica coniugati a corrette tecniche colturali<br />
saranno decisivi.<br />
K. IL GOVERNO DELLE ATTIVITÀ ESTRATTIVE CON CRITERI DI POLIVALENZA<br />
Quello delle attività estrattive in <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> può essere<br />
considerato un settore relativamente maturo, dove ciò che importa dal punto <strong>di</strong><br />
vista ecosistemico è la qualità dei progetti <strong>di</strong> recupero ed il loro rispetto.<br />
L. IL CONTENIMENTO DELLO SPRAWL INSEDIATIVO NELLE AREE ECOLOGICAMENTE<br />
SENSIBILI<br />
L’avanzata degli inse<strong>di</strong>amenti residenziali e produttivi, negli ultimi decenni, si è<br />
tradotto in un significativo consumo <strong>di</strong> suolo e <strong>di</strong> ecosistema produttivo. Dal<br />
punto <strong>di</strong> vista del sistema delle connessioni ecologiche, particolarmente deleteri<br />
sono i processi <strong>di</strong> sprawl lineare.<br />
M. IL GOVERNO DEI MARGINI DELL’INSEDIATO CON CRITERI DI POLIVALENZA<br />
Il tema del periurbano e delle fasce <strong>di</strong> contatto tra inse<strong>di</strong>ato residenziale e<br />
inse<strong>di</strong>ato produttivo è un aspetto particolarmente delicato nell’ecomosaico<br />
complessivo. Si tratta nello stesso tempo <strong>di</strong> un’opportunità, per costruire fasce<br />
tampone in grado <strong>di</strong> svolgere molteplici funzioni (miglioramento naturalistico,<br />
contenimento dei flussi contaminanti, qualificazione delle periferie).<br />
N. IL CONTENIMENTO DELLA FRAMMENTAZIONE DA INFRASTRUTTURE LINEARI ED IL<br />
RECUPERO DELLA CONNETTIVITÀ IN SITI CRITICI<br />
Barriere praticamente insuperabili nei flussi ecologici sono quelle associate alle<br />
gran<strong>di</strong> infrastrutture, a maggior ragione se riunite in corridoi.<br />
Può essere importante porsi il tema della fattibilità <strong>di</strong> almeno un intervento<br />
strategico <strong>di</strong> de-frammentazione, al tempo stesso emblematico (capace <strong>di</strong> dare<br />
un segno forte della presa in carico del problema) e funzionale (collocato lungo<br />
una dorsale <strong>di</strong> continuità ecologica in<strong>di</strong>viduata dalla rete ecologica).<br />
O. IL GOVERNO POLIVALENTE DEI MARGINI DELLE STRADE<br />
È da sottolineare come i problemi <strong>di</strong> questo tipo riguardano tutti gli esseri viventi<br />
(compreso l’uomo) sia in modo <strong>di</strong>retto (attraverso la respirazione), sia in modo<br />
in<strong>di</strong>retto attraverso le produzioni alimentari.<br />
È opportuno considerare la questione sia sul piano del contenimento passivo<br />
delle emissioni (barriere ver<strong>di</strong>) che su quello dell’implementazione delle reti<br />
ecologiche locali.<br />
P. LA VALORIZZAZIONE DEI PERCORSI PER LA FRUIZIONE ECOLOGICA<br />
14
Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
Favorire i contatti tra le persone ed un ambiente <strong>di</strong> qualità significa in pratica<br />
anche <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> percorsi che consentano fruizioni “dolci” (ciclopedonali, o a<br />
cavallo) e <strong>di</strong> circuiti attrezzati che supportino e valorizzino tali fruizioni.<br />
Q. IL POTENZIAMENTO DELL’EDUCAZIONE AMBIENTALE<br />
La prospettiva <strong>di</strong> un riequilibrio ecologico, o più modestamente quella <strong>di</strong> un<br />
corretto governo dell’ecosistema, potrà essere efficacemente perseguita solo<br />
se vi sarà una sufficiente consapevolezza delle necessità <strong>di</strong> tali obiettivi a livello<br />
dei decisori e delle popolazioni nel loro complesso<br />
R. IL POTENZIAMENTO DELL’INFORMAZIONE PER L’AMBIENTE<br />
Se l’educazione ambientale si pone obiettivi <strong>di</strong> sensibilizzazione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a-lunga<br />
scadenza, l’informazione ha il compito <strong>di</strong> mettere i citta<strong>di</strong>ni in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
conoscere in tempo reale quanto avviene <strong>di</strong> interessante o potenzialmente<br />
determinante, anche per quanto riguarda l’ambiente. È importante <strong>di</strong>stinguere<br />
l’informazione che l’amministrazione deve fornire in modo <strong>di</strong>retto ai citta<strong>di</strong>ni da<br />
quella in<strong>di</strong>pendente che svolgerà un ruolo sempre maggiore in una prospettiva<br />
<strong>di</strong> governance.<br />
2.3 SCHEMA SPAZIALE DELLA RETE<br />
La spazializzazione degli elementi significativi è stata effettuata su cartografia in<br />
scala 1:25.000 e tradotta in files utilizzabili su GIS. Nella presente fase <strong>di</strong><br />
elaborazione del Piano si restituisce uno schema <strong>di</strong>rettore in scala 1:100.000.<br />
Si fornisce <strong>di</strong> seguito una sintesi delle categorie <strong>di</strong> elementi considerati:<br />
A<br />
B<br />
C<br />
Sistema SIC/ZPS<br />
A1) SIC<br />
A2) ZPS<br />
A3) SIC-ZPS<br />
A4) Buffer 500<br />
A5) Nuovi SIC potenziali<br />
Aree tutelate a rilevanza ecologica<br />
B1) Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-<strong>Emilia</strong>no<br />
B2) Riserve Naturali<br />
B3) Parchi <strong>Provincia</strong>li<br />
B4) Aree <strong>di</strong> riequilibrio ecologico (ARE)<br />
B5) Oasi faunistiche<br />
Aree <strong>di</strong> rilevanza naturalistica senza istituti <strong>di</strong> tutela<br />
C1) Aree <strong>di</strong> pregio riconosciute<br />
C2) Aree rilevanti per la bio<strong>di</strong>versità in corso <strong>di</strong> definizione<br />
15
Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
Oltre alle categorie già considerate, il progetto ne ricomprende altre<br />
riconosciute come <strong>di</strong> interesse naturalistico.<br />
A tali aree <strong>di</strong> pregio il progetto aggiunge, come elenco aperto suscettibile <strong>di</strong><br />
essere progressivamente ampliato e cartografato, la categoria delle “aree<br />
rilevanti per la bio<strong>di</strong>versità in corso <strong>di</strong> definizione”.<br />
D<br />
Categorie <strong>di</strong> habitat rilevanti<br />
D1) Boschi<br />
Boschi planiziali<br />
Boschi collinari-montani (consolidati)<br />
Boschi collinari-montani (recenti)<br />
D2) Specchi idrici e zone umide<br />
Laghi appenninici (naturali)<br />
Laghi appenninici (artificiali)<br />
Lanche<br />
Ex-cave recuperate<br />
Specchi <strong>di</strong> cava attiva<br />
D3) Altre unità naturali significative<br />
Praterie<br />
Calanchi<br />
Unità litoi<strong>di</strong> (rocce, greti, salse ecc.)<br />
Fontanili<br />
Salse<br />
Grotte<br />
Ecc.<br />
D4) Ambiti agricoli permeabili residui<br />
E<br />
Ecomosaici <strong>di</strong> appoggio<br />
Il governo dell’ecosistema complessivo non può fermarsi al riconoscimento ed<br />
alla trattazione tematica <strong>di</strong> categorie <strong>di</strong> habitat, ma deve poter in<strong>di</strong>viduare e<br />
rendere conto <strong>di</strong> ambiti sistemici unitari. Il riconoscimento degli ecomosaici e<br />
delle principali fasce <strong>di</strong> transizione ecosistemica è funzionale a questo<br />
obiettivo.<br />
Gli ecomosaici in<strong>di</strong>viduati sono:<br />
• Ambiti golenali del fiume Po;<br />
• Agroecosistemi umi<strong>di</strong> planiziali;<br />
• Ambiti significativi <strong>di</strong> pertinenza fluviale;<br />
• Agroecosistemi dell'alta pianura a rii incisi;<br />
• Mosaici montani a faggio e praterie <strong>di</strong> quota;<br />
• Mosaici collinari-montani a naturalità elevata, con situazioni specifiche<br />
come l’ambito dei calanchi e quello a pino silvestre;<br />
• Mosaici del fronte pedecollinare.<br />
F<br />
No<strong>di</strong> e connessioni ecologiche primarie<br />
F1) Gangli planiziali da potenziare<br />
16
Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
F2) Corridoi planiziali primari<br />
F3) Corsi d'acqua principali<br />
F4) Connessioni pianura/collina<br />
F5) Connessioni primarie in ambito collinare-montano<br />
F6) Capisal<strong>di</strong> collinari-montani<br />
F7) Principali <strong>di</strong>rettrici esterne <strong>di</strong> connettività<br />
G Connessioni ecologiche complementari<br />
G1) Corridoi secondari in ambito planiziale<br />
G2) Corsi d’acqua ad uso polivalente<br />
G3) Aree tampone per i gran<strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti<br />
G4) Fasce buffer periurbane<br />
G5) Corridoi specifici per specie guida<br />
H<br />
I<br />
Principali percorsi <strong>di</strong> fruizione naturalistica<br />
H1) Greenways prioritarie<br />
H2) Sentieri appenninici prioritari<br />
Elementi critici per la rete<br />
I1) Principali linee <strong>di</strong> frammentazione ecologica<br />
I2) Principali punti <strong>di</strong> conflitto esistenti<br />
I3) Principali punti <strong>di</strong> conflitto programmati<br />
I4) Principali varchi a rischio<br />
I5) Principali sorgenti <strong>di</strong> impatto potenzialmente critiche esistenti<br />
2.4 ECOMOSAICI<br />
Rispetto agli elementi trattati nel punto precedente, gli ecomosaici costituiscono<br />
una categoria con aspetti <strong>di</strong>fferenti. L’applicazione delle politiche in<strong>di</strong>cate al<br />
Capitolo 2 acquista una preferenzialità <strong>di</strong>versa a seconda delle caratteristiche<br />
strutturali e funzionali dell’ecomosaico. Ciò non si traduce quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettamente in<br />
elementi cartografabili, quanto piuttosto in in<strong>di</strong>cazioni gerarchizzate <strong>di</strong> rilevanza<br />
delle politiche nelle <strong>di</strong>verse situazioni. La rilevanza a sua volta <strong>di</strong>pende dalla<br />
tipologia dell’ecomosaico e dalla sua posizione nello schema spaziale. Le<br />
tipologie considerate sono le seguenti (con asterisco sono in<strong>di</strong>cate quelle <strong>di</strong><br />
rilevanza intrinseca elevata) (si veda l’allegato specifico del Q.C.):<br />
A1 Agroecosistemi umi<strong>di</strong> (*)<br />
A2 Agroecosistemi parcellizzati planiziali<br />
C1 Mosaici collinari-montani a naturalità elevata (*)<br />
C2 Mosaici collinari-montani a calanchi <strong>di</strong>ffusi (*)<br />
C3 Mosaici collinari-montani a pino silvestre <strong>di</strong>ffuso (*)<br />
C4 Mosaici collinari a me<strong>di</strong>a antropizzazione<br />
E1 Agroecosistemi dell'alta pianura a rii incisi (*)<br />
17
Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
E2 Mosaici del fronte pedecollinare (*)<br />
F2 Ambiti golenali del fiume Po (*)<br />
F1 Ambiti significativi <strong>di</strong> pertinenza fluviale (*)<br />
M Mosaici montani a faggio e praterie <strong>di</strong> quota (*)<br />
T1 Fascia <strong>di</strong> transizione senza de-strutturazione dell'ecosistema<br />
T2 Fascia <strong>di</strong> transizione con de-strutturazione dell'ecosistema<br />
Ai fini del ruolo posizionale nello schema spaziale, si sono considerati gli<br />
ecomosaici della dorsale appenninica, quelli golenali del Po, quelli lungo tre<br />
linee fondamentali <strong>di</strong> continuità nord-sud (lungo l’Enza, lungo il Secchia, lungo<br />
una linea centrale <strong>di</strong> naturalità relativa significativa), attribuendo una rilevanza<br />
elevata alla fascia centrale del margine collina/pianura, ove gli ecomosaici<br />
pedecollinari e quelli a rii incisi dell’alta pianura possono essere considerati alla<br />
stregua <strong>di</strong> un grande importante ecotono.<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
3 RETE ECOLOGICA E RETE NATURA 2000<br />
Come già detto, il progetto per la rete ecologica provinciale <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
parte dalla verifica del sistema dei SIC-ZPS e dalla sua accettazione come<br />
insieme <strong>di</strong> capisal<strong>di</strong> rispetto a cui portare a sistema tutta un’altra serie <strong>di</strong><br />
elementi <strong>di</strong> rilevanza territoriale (il sistema delle aree già tutelate, le altre aree<br />
rilevanti per la bio<strong>di</strong>versità, il sistema delle connessioni ecologiche).<br />
Si pone il tema del rapporto del progetto con <strong>Rete</strong> Natura 2000, che puo’<br />
essere declinato nelle seguenti questioni:<br />
• rapporti con i territori esterni;<br />
• nuovi siti proponibili;<br />
• possibili riperimetrazioni dei siti attuali;<br />
• criteri generali <strong>di</strong> gestione degli habitat;<br />
• gestione specifica dei siti attuali;<br />
• valutazioni <strong>di</strong> incidenza;<br />
• prospettive generali per <strong>Rete</strong> Natura 2000;<br />
Il progetto affronta il tema del rapporto con i territori esterni con il<br />
riconoscimento delle principali <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> continuità.<br />
Lo schema spaziale complessivo della rete suggerisce il riconoscimento <strong>di</strong> sito<br />
<strong>di</strong> importanza anche ad altre due aree: l’Oasi del Bianello e l’ARE del Tassone.<br />
Non emergono motivi per in<strong>di</strong>care come necessarie riperimetrazioni <strong>di</strong> SIC/ZPS<br />
esistenti.<br />
Il tema delle valutazioni <strong>di</strong> incidenza si pone per il rapporto con le decisioni<br />
emergenti da altre politiche.<br />
I risultati analitici e valutativi conseguiti in precedenza consentiranno<br />
l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> possibili misure per la realizzazione della <strong>Rete</strong> Natura 2000<br />
applicabili a:<br />
• SIC e ZPS esistenti;<br />
• eventuali nuovi SIC o ZPS proposti;<br />
• specie <strong>di</strong> interesse;<br />
• corridoi <strong>di</strong> connessione;<br />
• ecomosaici in cui i precedenti elementi si inseriscono in grado <strong>di</strong><br />
generare pressioni o offrire opportunità positive.<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
4 RAPPORTO CON IL PIANO TERRITORIALE DI<br />
COORDINAMENTO, I PIANI URBANISTICI E DI SETTORE, CENNI<br />
La traduzione degli elementi della rete ecologica spazializzata in azioni <strong>di</strong><br />
governo deve poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> strumenti adatti ed efficaci. A tale riguardo sono<br />
decisive le in<strong>di</strong>cazioni che può dare la pianificazione territoriale <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>namento a livello <strong>di</strong> area vasta, ovvero il nuovo PTCP. Pertanto nella fase<br />
<strong>di</strong> elaborazione definitiva del Piano saranno fornite in<strong>di</strong>cazioni metodologiche<br />
(linee guida) ai Comuni e a tutti i soggetti a vario titolo interessati (a cominciare<br />
dai Consorzi <strong>di</strong> bonifica) per la progettazione e realizzazione delle reti<br />
ecologiche <strong>di</strong> livello locale (comunale e sub-comunale).<br />
In questa sede si offrono una serie preliminare <strong>di</strong> opzioni che il Piano valuterà<br />
nel suo processo <strong>di</strong> completamento ed attuazione.<br />
Tra i vari aspetti, particolarmente importante appare l’in<strong>di</strong>viduazione degli<br />
strumenti per connettere i fatti urbanistici locali (governati dai PSC) con<br />
l’attuazione <strong>di</strong> “pezzi <strong>di</strong> rete ecologica” attraverso ad esempio meccanismi <strong>di</strong><br />
perequazione, anche <strong>di</strong> tipo intercomunale (perequazione territoriale). Su tale<br />
fronte, ad esempio, si orienta sin da subito il nuovo PTCP.<br />
Un altro aspetto significativo è l’istituzione <strong>di</strong> un raccordo con le opere soggette<br />
a procedura <strong>di</strong> VIA e Valutazione <strong>di</strong> Incidenza per verificare la compatibilità e le<br />
opere <strong>di</strong> mitigazione e compensazione; non si deve inoltre <strong>di</strong>menticare il ruolo<br />
che possono svolgere le altre opere non soggette a procedure <strong>di</strong> valutazione<br />
ambientale per le quali potrebbero essere definite le relazioni rispetto alla rete<br />
ecologica.<br />
Una tematica <strong>di</strong> rilevanza strategica è la ricerca del possibile ruolo che la<br />
struttura ecosistemica del territorio può giocare nella determinazione del<br />
bilancio economico delle attività produttive. Sicuramente interessante sarà<br />
sviluppare la tematica all’interno <strong>di</strong> percorsi <strong>di</strong> certificazione ISO14000 o EMAS,<br />
ma anche (forse in modo preponderante) in campo rurale riguardo alle<br />
produzioni locali legate alla filiera corta o rispetto a produzioni <strong>di</strong> biomasse <strong>di</strong><br />
interesse energetico o ancora attraverso l’offerta all’impren<strong>di</strong>toria agricola <strong>di</strong><br />
opportunità nella prestazione <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> manutenzione del territorio.<br />
La questione <strong>di</strong> fondo rimane quella <strong>di</strong> ottenere un assetto ecosistemico dotato<br />
<strong>di</strong> una relativa stabilità ( sebbene non assoluta).<br />
Questo obiettivo in parte potrebbe essere perseguito attraverso gli interventi<br />
legati ad opere; a fatti che possono quin<strong>di</strong> essere trattati attraverso norme o<br />
comportamenti già previsti o ragionevolmente definibili nei normali strumenti <strong>di</strong><br />
pianificazione anche locale. Un settore <strong>di</strong> grande interesse, legato soprattutto al<br />
consolidamento dei poli produttivi sovracomunali, è quello legato alla<br />
conversione dei siti industriali in aree ecologicamente attrezzate.<br />
Per quanto riguarda il territorio rurale risulta certamente importante favorire la<br />
ricaduta delle misure agroambientali e forestali all’interno delle zone funzionali<br />
della REP/RN2000; trattandosi <strong>di</strong> adesione volontaria per aumentarne il grado<br />
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Documento Preliminare PTCP <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong><br />
Allegato Progetto <strong>di</strong> <strong>Rete</strong> ecologica polivalente. Relazione<br />
<strong>di</strong> efficacia ai fini della rete è in<strong>di</strong>spensabile condurre un percorso <strong>di</strong><br />
informazione e <strong>di</strong> assistenza al mondo agricolo per fare emergere l’opportunità<br />
rappresentata dalla rete ecologica cercando <strong>di</strong> favorire l’adesione alle misure<br />
senza limite temporale. Una tale azione <strong>di</strong> informazione e con<strong>di</strong>visione degli<br />
obiettivi generali della rete ecologica possono rappresentare un presupposto<br />
importante per la verifica <strong>di</strong> fattibilità <strong>di</strong> attività impren<strong>di</strong>toriali legate alla qualità<br />
dell’ambiente ed alle filiere corte. Infatti solo una nuova impren<strong>di</strong>torialità<br />
agricola che considera la qualità dell’ambiente un presupposto imprescin<strong>di</strong>bile<br />
per la propria attività sarà in grado <strong>di</strong> supportare un assetto ragionevolmente<br />
durevole. Il processo <strong>di</strong> deterritorializzazione delle produzioni (dell’economia<br />
agricola in particolare) è infatti una concausa delle criticità cha attualmente si<br />
manifestano; il <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno con<strong>di</strong>viso del paesaggio connotato da<br />
elementi <strong>di</strong> qualità può contribuire a sollecitare nuove missioni per<br />
l’impren<strong>di</strong>toria agricola.<br />
Un ulteriore aspetto decisivo riguarda la gestione della rete ecologica ove ciò<br />
non sia intrinseco alla realizzazione o connaturato con l’attività. La<br />
“manutenzione del verde” (in parte anche la realizzazione) può essere<br />
un’opportunità <strong>di</strong> coinvolgimento, una possibilità nella <strong>di</strong>rezione della<br />
multifunzionalità per gli impren<strong>di</strong>tori agricoli attraverso la fornitura da parte loro<br />
<strong>di</strong> servizi.<br />
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