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patogenesi virale - Sezione di Microbiologia - Università degli Studi ...

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UNIVERSITÀ <strong>degli</strong> STUDI <strong>di</strong> GENOVA<br />

<strong>Microbiologia</strong> Clinica<br />

PATOGENESI VIRALE<br />

Prof. Oliviero E. Varnier<br />

PowerPoint Slide Presentation prepared by OE Varnier – October 2007


PATOGENESI VIRALE<br />

PATOGENICITÀ:<br />

dal greco pathos dolore: capacità <strong>di</strong> causare<br />

malattia<br />

Fattori non-virali mo<strong>di</strong>ficano la <strong>patogenesi</strong><br />

1. Età<br />

2. Stato metabolico<br />

3. Compromissione del sistema immunitario<br />

4. Nell’ospite:<br />

• recettori<br />

-> presenza o assenza<br />

• temperatura -> vie aeree superiori<br />

• pH -> nello stomaco<br />

2


MECCANISMI <strong>di</strong> PATOGENICITÀ dei VIRUS<br />

L'azione patogena dei virus, cioè la capacità <strong>di</strong><br />

determinare “in vivo” malattia, deve essere valutata in<br />

relazione a due eventi ugualmente importanti e<br />

caratterizzanti:<br />

la realizzazione della infezione e<br />

la produzione e l’estrinsecazione delle lesioni.<br />

Gli eventi sono con<strong>di</strong>zionati in larga misura non solo dal<br />

virus, ma anche dalle caratteristiche e dalle modalità <strong>di</strong><br />

risposta dell'ospite.<br />

3


L’INFEZIONE<br />

La realizzazione dell’infezione prevede la:<br />

penetrazione del virus nell’ospite e<br />

La replicazione in organi e tessuti<br />

specificamente definiti.<br />

4


LA PENETRAZIONE<br />

La penetrazione è talora passiva (rabbia, AIDS,<br />

epatite B, togavirus, flavivirus) e consiste in una<br />

immissione <strong>di</strong>retta del virus nel circolo linfoematico<br />

quasi sempre per via transcutanea tramite<br />

morsicature, eventi traumatici, uso <strong>di</strong> siringhe o aghi<br />

infetti, inoculazioni realizzate da artropo<strong>di</strong> vettori.<br />

5


ENTRATA<br />

Più frequentemente avviene per inalazione o ingestione,<br />

quin<strong>di</strong> per superamento delle barriere mucose delimitanti le<br />

vie aeree o il lume intestinale.<br />

In questo caso il virus deve possedere adeguati caratteri <strong>di</strong><br />

resistenza (virulenza) che gli consentano <strong>di</strong> sfuggire ad<br />

una inattivazione inevitabile ad opera <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi fattori<br />

aspecifici <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa presenti in corrispondenza delle mucose<br />

(muco, pH acido, sali biliari, enzimi proteolitici, ecc.).<br />

6


ENTRATA<br />

In alcuni virus è <strong>di</strong>mostrato che la resistenza<br />

all’inattivazione è legata alla presenza, nel virione, <strong>di</strong><br />

singoli polipepti<strong>di</strong> adeguatamente configurati:<br />

Ad esempio:<br />

nel virus influenzale, la neuraminidasi è deputata<br />

ad evitare il blocco <strong>degli</strong> anti-recettori virali da<br />

parte <strong>degli</strong> aci<strong>di</strong> sialici presenti nel muco delle vie<br />

aeree.<br />

7


ENTRATA<br />

L’effettiva penetrazione del virus attraverso le mucose<br />

avviene in genere per una sua <strong>di</strong>retta replicazione<br />

nelle cellule con le quali è venuto inizialmente a<br />

contatto.<br />

In alternativa (reovirus, forse poliovirus), esiste la<br />

possibilità <strong>di</strong> un attraversamento passivo me<strong>di</strong>ato da<br />

cellule epiteliali “specializzate” (le cosiddette cellule<br />

M o cellule “microfold”), che:<br />

8


ENTRATA: cellule M o “microfold<br />

ricoprono accumuli <strong>di</strong> cellule linfoi<strong>di</strong> in imme<strong>di</strong>ato contatto con<br />

l’epitelio mucoso (placche <strong>di</strong> Peyer dell’intestino, tessuto<br />

linfoide tonsillare, tessuto linfoide bronchiale) e<br />

sono dotate <strong>di</strong> attiva capacità fagocitaria nei confronti <strong>di</strong> vari<br />

materiali particolati o macromolecolari estranei, che esse<br />

trasferiscono al tessuto linfoide sottostante, con il quale<br />

sono intimamente associate attraverso una serie <strong>di</strong> processi<br />

citoplasmatici.<br />

Il virus, inglobato in vacuoli, viene trasferito al tessuto linfoide<br />

sottostante, il quale, oltre ad attivare la risposta immunitaria,<br />

può <strong>di</strong>venire a sua volta sede <strong>di</strong> replicazione <strong>virale</strong> o area <strong>di</strong><br />

ulteriore transito verso il circolo linfoematico.<br />

9


REPLICAZIONE<br />

Avvenuta la penetrazione, il virus va quin<strong>di</strong> incontro ad una<br />

replicazione primaria nelle cellule permissive <strong>di</strong>slocate in<br />

corrispondenza o in prossimità del sito <strong>di</strong> ingresso.<br />

Nel corso <strong>di</strong> alcune infezioni (da virus influenzale,<br />

rotavirus e altri agenti <strong>di</strong> enteriti acute) la replicazione<br />

primaria può assumere estensione tale da <strong>di</strong>venire essa<br />

stessa causa <strong>di</strong> malattia;<br />

in questi casi il processo infettivo può rimanere<br />

localizzato sia per peculiari caratteristiche del virus, sia<br />

per una pronta attivazione delle risposte immunitarie.<br />

10


In altre situazioni (malattie<br />

esantematiche, infezioni da<br />

virus parotitico, poliovirus,<br />

coxsackievirus, ecc.) la replicazione<br />

primaria è limitata<br />

e quasi sempre asintomatica<br />

o paucisintomatica<br />

(manifestazioni della fase<br />

prodromica della malattia).<br />

11


II virus ha il tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondersi<br />

in aree <strong>di</strong>stanti dal<br />

sito <strong>di</strong> ingresso e <strong>di</strong> andare<br />

incontro a cicli <strong>di</strong> replicazione<br />

secondaria.<br />

L’infezione si estende ad organi<br />

<strong>di</strong>versi; ad una prima<br />

viremia segue una seconda<br />

viremia, sostenuta dalla nuova<br />

localizzazione <strong>virale</strong> e<br />

perdurante fino alla definitiva<br />

attivazione delle risposte immunitarie<br />

dell’ospite.<br />

12


DIFFUSIONE<br />

Nelle infezioni <strong>di</strong>sseminate così instauratesi la <strong>di</strong>ffusione<br />

<strong>virale</strong> può avvenire per vie <strong>di</strong>fferenti:<br />

1) Linfatica 2) Ematica 3) Neuronale<br />

con <strong>di</strong>fferenti modalità sotto forma <strong>di</strong>:<br />

virioni liberi (enterovirus) o<br />

virioni associati ad elementi linfo-monocitari circolanti (virus del<br />

morbillo, herpesvirus, ecc.)<br />

Come la penetrazione, anche la <strong>di</strong>ffusione è spesso con<strong>di</strong>zionata<br />

dalla capacità del virus <strong>di</strong> esprimere caratteri <strong>di</strong><br />

virulenza, che gli consentano <strong>di</strong> superare i meccanismi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa dell’ospite, sia aspecifici che specifici e particolarmente<br />

efficienti, a livello linfoematico, in ambedue le componenti<br />

umorale e cellulare.<br />

13


DIFFUSIONE PROTETTA<br />

Ha una grande rilevanza la proprietà esibita da alcuni<br />

virus <strong>di</strong> infettare i linfociti B e T e gli elementi<br />

circolanti della serie monocito- macrofagica.<br />

fra i virus umani hanno questa proprietà:<br />

il virus <strong>di</strong> Epstein-Barr (linfociti B),<br />

il virus herpes simplex,<br />

il citomegalovirus,<br />

il virus della rosolia<br />

i virus della febbre gialla, della dengue e <strong>di</strong> altre febbri<br />

emorragiche.<br />

14


TRASMISSIONE<br />

Orizzontale: Ospite -> Ospite<br />

Diretto - contatto o areosol<br />

es. HIV, herpes, influenza, papillomaviruses<br />

In<strong>di</strong>retta - feci, acqua, aghi, me<strong>di</strong>ata da vettori<br />

es. epatite A, B e C, febbre gialla<br />

Verticale: Ospite ->progenie: trasmissione congenita<br />

es. rosolia, citomegalovirus<br />

15


TRASMISSIONE DEI VIRUS<br />

Via respiratoria<br />

es. Influenza A<br />

Via oro-fecale<br />

es. Epatite A<br />

Trasmesse Sessualmente<br />

es. papillomavirus<br />

Infezioni Zoonotiche<br />

Virus della Febbre Gialla<br />

Virus della Rabbia<br />

Flavivirus<br />

16


I SITI DI TRASMISSIONE<br />

Cute: papillomavirus (piccole lesioni), rabbia (morsi)<br />

Vie respiratorie: rhinovirus, morbillo, herpesvirus<br />

Apparato gastrointestinale: poliovirus, epatite A,<br />

rotavirus<br />

Apparato genitale: spesso trasmesse sessualmente, HIV,<br />

herpesvirus, papillomavirus<br />

17


RECETTORI E CO-RECETTORI VIRALI<br />

Virus Recettore Co-recettore<br />

HIV CD4 CCR or CXC recettori<br />

per chemochine<br />

EBV<br />

recettore per<br />

il complemento:<br />

recettore CR2<br />

HSV I eparan solfato tipo immunoglobulina<br />

Poliovirus<br />

Influenza A<br />

Rhinovirus<br />

della famiglia delle immunoglobuline<br />

acido sialico<br />

ICAM-1<br />

18


TROPISMO DI ORGANO<br />

II tropismo cellulare e tessutale del virus è un<br />

ulteriore fattore <strong>di</strong> grande rilevanza nella<br />

caratterizzazione del processo infettivo.<br />

Esso è in stretta <strong>di</strong>pendenza della presenza <strong>di</strong><br />

strutture complementari sulla superficie del virus e<br />

sulla superficie delle cellule bersaglio.<br />

19


Organi bersaglio<br />

Il coinvolgimento d'organo, in corso<br />

<strong>di</strong> infezioni sia localizzate che<br />

<strong>di</strong>sseminate, può <strong>di</strong>pendere dalle<br />

modalità e capacità <strong>di</strong> penetrazione<br />

del virus.<br />

Certamente è con<strong>di</strong>zionato dal<br />

tropismo del virus e dalla permissività<br />

dell’organo alla com-pleta<br />

e produttiva replicazione <strong>virale</strong>.<br />

20


LE LESIONI<br />

Realizzatasi l’infezione, negli organi interessati possono venirsi a<br />

determinare <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> lesioni anatomo-funzionali.<br />

azione citopatogena del virus<br />

attivazione delle risposte immunitarie dell’ospite;<br />

mo<strong>di</strong>ficando il tipo <strong>di</strong> rapporto instaurato dal virus con le<br />

cellule infette;<br />

epressione delle risposte immunitarie<br />

LA MALATTIA SI MANIFESTA<br />

<strong>di</strong>versi meccanismi patogenetici intervengono singolarmente;<br />

più <strong>di</strong> un meccanismo è coinvolto nell'effettivo determinismo<br />

della malattia.<br />

21


LESIONI DIRETTAMENTE PROVOCATE DAL VIRUS<br />

INFEZIONE CITOCIDA<br />

latente,<br />

persistente<br />

produttiva,<br />

trasformazione oncogena<br />

MALATTIE<br />

Acute<br />

Reci<strong>di</strong>vanti<br />

Croniche<br />

Lente<br />

Neoplastiche<br />

22


INFEZIONI CITOCIDE<br />

il virus si replica produttivamente nelle cellule infette e<br />

determina in esse mo<strong>di</strong>ficazioni irreversibili e <strong>di</strong> entità<br />

tale da provocare la morte cellulare in un arco <strong>di</strong> tempo<br />

variabile da alcune ore a pochi giorni.<br />

Le malattie sono quasi sempre acute e caratterizzate da<br />

brevi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> incubazione (influenza, poliomielite,<br />

enteriti, encefaliti erpetiche, encefaliti da togavirus, ecc.);<br />

l’immunità esercita un ruolo in genere protettivo.<br />

23


EVENTI DEGENERATIVI<br />

<strong>di</strong> seguito all’adsorbimento del virus alla cellula;<br />

si manifestano in fasi successive del ciclo moltiplicativo<br />

si amplificano durante la sua <strong>di</strong>ffusione<br />

24


EFFETTO CITOPATICO<br />

lesioni <strong>di</strong> tipo degenerativo, ingravescenti con il<br />

progre<strong>di</strong>re del ciclo moltiplicativo <strong>virale</strong>, raggiungono<br />

la massima intensità al momento della<br />

formazione della progenie <strong>virale</strong> matura:<br />

questo tipo <strong>di</strong> effetto citopatico è in genere<br />

caratteristico dei virus con capside isometrico,<br />

sprovvisti <strong>di</strong> pericapside, che si accumulano<br />

all’interno delle cellule e si liberano per lisi <strong>di</strong><br />

quest'ultime<br />

25


EFFETTO CITOPATICO<br />

formazione <strong>di</strong> estesi sincizi o policariociti<br />

derivati dalla fusione <strong>di</strong> cellule infette contigue,<br />

seguita tar<strong>di</strong>vamente dalla comparsa <strong>di</strong> lesioni <strong>di</strong><br />

tipo degenerativo, caratteristica dei Paramyxovirus<br />

e <strong>di</strong> alcuni ceppi <strong>di</strong> Herpesvirus e Poxvirus, <strong>di</strong><br />

virus cioè costantemente provvisti <strong>di</strong> pericapside<br />

lipoproteico derivato dalla membrana cellulare<br />

26


EFFETTO CITOPATICO<br />

comparsa <strong>di</strong> lesioni degenerative, tar<strong>di</strong>ve rispetto<br />

all’inizio della liberazione del virus neoprodotto,<br />

caratteristica <strong>di</strong> ribovirus forniti <strong>di</strong> pericapside, ma non<br />

sinciziogeni (in particolare Orthomyxovirus).<br />

IN VIVO CI SONO IMMAGINI<br />

citoplasmatiche<br />

nucleari:<br />

degenerazione balloniforme<br />

vacuolizzazione<br />

poichilocitosi<br />

degenerazione spongiforme<br />

picnosi<br />

aggregazioni<br />

marginazione cromatinica<br />

cellule giganti.<br />

27


INCLUSIONI CELLULARI<br />

accumuli, in determinate zone cellulari, <strong>di</strong> materiale<br />

neoprodotto che spinge alla periferia, o sostituisce,<br />

il materiale cellulare circostante:<br />

aggregazioni <strong>di</strong> virioni neo-prodotti<br />

accumuli <strong>di</strong> subunità virali non assemblate<br />

corpi del Negri -><br />

virus della rabbia;<br />

corpi <strong>di</strong> Guarnieri -> Poxvirus del gruppo vaiolo-vaccino<br />

corpi <strong>di</strong> Torres -> virus della febbre gialla<br />

28


EFFETTO CITOPATICO<br />

Le cause della citoci<strong>di</strong>a sono EVENTI più o meno<br />

precoci, capaci:<br />

<strong>di</strong> vanificare l’importante meccanismo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa cellulare<br />

costituito dalla produzione <strong>di</strong> interferoni,<br />

<strong>di</strong> favorire l’utilizzazione <strong>di</strong> una larga parte del macchinario<br />

proteino-sintetico cellulare per la realizzazione<br />

delle sintesi virus-specifiche:<br />

Questi EVENTI sono:<br />

blocchi delle sintesi macromolecolari cellulari<br />

alterazioni della membrana citoplasmatica e delle<br />

membrane lisosomiali.<br />

29


INIBIZIONE delle SINTESI MACROMOLECOLARI CELLULARI<br />

a vari livelli -> <strong>di</strong>verse infezioni ->da virus citoci<strong>di</strong><br />

provocate da proteine “precoci virus-indotte” con danni<br />

irreversibili in assenza <strong>di</strong> progenie infettante (cicli<br />

replicativi virali incompleti o abortivi)<br />

i poliovirus sono responsabili dell’inattivazione <strong>di</strong> una<br />

proteina cellulare (cap-bin<strong>di</strong>ng protein), necessaria per la<br />

traduzione dei messaggeri cellulari, deputata all’inserimento<br />

della struttura mGpppN in corrispondenza del 5'<br />

<strong>degli</strong> mRNA cellulari, ma non <strong>di</strong> quelli virali:<br />

INIBIZIONE SELETTIVA DELLE SINTESI<br />

PROTEICHE CELLULARI.<br />

30


INIBIZIONE delle SINTESI MACROMOLECOLARI CELLULARI<br />

Virus influenzale:<br />

un enzima virus-specifico determina il trasferimento <strong>di</strong> residui<br />

guaninici metilati e <strong>di</strong> alcuni nucleoti<strong>di</strong> terminali<br />

dall'estremità 5' <strong>degli</strong> mRNA cellulari<br />

all'estremità 5' <strong>degli</strong> mRNA virali<br />

I MESSAGGERI CELLULARI SONO COSÌ INIBITI,<br />

MENTRE QUELLI VIRALI ATTIVATI.<br />

31


MODIFICAZIONI della MEMBRANA CITOPLASMATICA<br />

Dopo l’adsorbimento del virus alla cellula, si possono determinare in essa<br />

precoci turbe metaboliche ed alterazioni irreversibilmente evolutive.<br />

in seguito a contatto con virus sia “nu<strong>di</strong>” che con pericapside, la<br />

membrana va infatti incontro a:<br />

rapido e marcato incremento del suo grado <strong>di</strong> flui<strong>di</strong>tà<br />

transitorie depolarizzazioni<br />

alterazioni nelle proprietà <strong>di</strong> trasporto responsabili <strong>di</strong> liberazione<br />

<strong>di</strong> metaboliti<br />

potassio intracellulare,<br />

aumentato influsso <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o e in un secondo tempo anche <strong>di</strong><br />

potassio<br />

Infezioni da poliovirus: l’elevata concentrazione<br />

intracellulare <strong>di</strong> Na+ può agire favorendo le<br />

traduzioni virali a scapito <strong>di</strong> quelle cellulari.<br />

32


INFEZIONI VIRALI PERSISTENTI<br />

Infezioni Latenti<br />

dopo un’infezione acuta, il virus <strong>di</strong>venta<br />

latente con una replicazione limitata<br />

/parziale. Persiste in cellule quiescienti<br />

e in crescita: ad es HSV-I/II e VZV<br />

Infezioni Croniche Persistenza <strong>virale</strong> con replicazione<br />

attiva: può causare malattia<br />

per es. HBV, HCV e JCV<br />

transformazione <strong>di</strong> cellule <strong>di</strong> solito do-<br />

po anni <strong>di</strong> persistenza ad es. HBV,<br />

HTLV-I/II e HPV<br />

Infezioni Croniche<br />

con neoplasie<br />

33


SITI DI PERSISTENZA<br />

Herpesvirus: Herspes simplex<br />

Epstein-Barr Virus<br />

Citomegalovirus<br />

gangli sensitivi dorsali<br />

linfociti B<br />

linfociti?<br />

Lentivirus: HIV macrofagi/microglia<br />

Hepadnavirus: HBV e HCV<br />

fegato e altri siti?<br />

Papovavirus: JCV oligodendrociti<br />

BKV<br />

cellule epiteliali renali<br />

34


RISPOSTE IMMUNI SPECIFICHE<br />

1. Anticorpi Neutralizzanti: proteggono da infezioni<br />

secondarie<br />

2. Risposte Cellulo-me<strong>di</strong>ate: Linfociti T citotossici importanti<br />

per eliminare l’infezione primaria<br />

3. Lisi me<strong>di</strong>ata da complemento.<br />

La patologia nelle infezioni virali è spesso me<strong>di</strong>ata<br />

dalla risposta immune: immunopatologia<br />

35


COME I VIRUS ELUDONO LE RISPOSTE IMMUNI DELL`OSPITE<br />

1. Infezione latente – ad es. Herpes simplex 1 nei gangli<br />

sensitivi dorsali. In queste cellule nervose mRNA e proteine<br />

virali sono prodotte in minime quantità. Pertanto l`ospite non<br />

si accorge della presenza del virus.<br />

2. Mutazioni – ad es. HIV e il virus dell`influenza A mo<strong>di</strong>ficano<br />

i loro profili me<strong>di</strong>ante variazioni antigene (drift) e, nel caso<br />

del virus influenzale, deviazioni (shift) antigeni.<br />

36


COME I VIRUS ELUDONO LE RISPOSTE IMMUNI DELL`OSPITE<br />

3. Inibizione del riconoscimento immune <strong>di</strong> cellule infettate<br />

da virus<br />

cellule bersaglio che esprimono poche molecole <strong>di</strong> HLA<br />

classe I sulla loro superficie, ad es. i neuroni.<br />

riduce i livelli <strong>di</strong> HLA <strong>di</strong> classe I sulla superficie cellulare,<br />

ad es. HSV I<br />

inibisce il processing <strong>di</strong> antigeni, ad es. adenovirus.<br />

4. Prende come bersaglio le citochine dell`ospite<br />

inibisce le citochine pro-infiammatorie, ad es. IL-2<br />

libera citochine che stimolano la risposta Th2 (T helper<br />

2), ad es. EBV<br />

co<strong>di</strong>fica un omologo <strong>di</strong> IL-10, che stimola le risposte Th2.<br />

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