Flora vascolare d'Italia: studi biosistematici, taxa endemici e loci ...
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SBI Gruppi per la Floristica e la Biosistematica vegetale — 2012 13<br />
A. Pistarino, G. Forneris, G. Pandolfo<br />
Loci classici nelle opere di Giovan Battista Balbis (1765-1831)<br />
G.B. Balbis fu una delle personalità che fra ‘700 e ‘800 elevarono ad importanza internazionale<br />
l’Orto botanico dell’Università di Torino. Allievo di C. Allioni (1728-1804) ne<br />
seguì l’insegnamento portando avanti quegli <strong>studi</strong> che consentirono di raggiungere già nel<br />
primo ‘800 un accurato censimento floristico del territorio piemontese. La sua produzione<br />
scientifica è in relazione alle vicende della sua vita: dal 1801 al 1815 occupò la cattedra di<br />
Botanica dell’Ateneo torinese e, dopo un breve periodo a Pavia, dal 1819 al 1830 diresse<br />
l’Orto botanico della Città di Lione.<br />
Solo in anni recenti è stato affrontato il corpus delle sue opere e sono stati analizzati i<br />
contenuti dell’erbario conservato presso la Sede universitaria torinese (Forneris &<br />
Pistarino 1987-88, 1990; Forneris 2004); in tale contesto sono state anche riconsiderate le<br />
date, spesso controverse, delle pubblicazioni e tipificate alcune specie da lui descritte (Dal<br />
Vesco & al. 1987-88).<br />
Gli <strong>studi</strong> sistematici di Balbis comprendono entità fanerogamiche sia autoctone sia esotiche<br />
introdotte negli Orti botanici dei quali, negli anni di direzione, egli compilò i<br />
“Cataloghi”; inoltre approfondì le ricerche floristiche su briofite, funghi e licheni, di cui<br />
pubblicò vari elenchi. Nella presente indagine volta all’individuazione dei <strong>loci</strong> classici -<br />
correlati ai protologhi delle entità da lui descritte - sono state vagliate unicamente unità<br />
sistematiche afferenti a fanerogame e pteridofite e, in relazione alla bibliografia e/o ai<br />
repertori on-line consultati, sono stati affrontati i seguenti problemi:<br />
– la selezione delle pubblicazioni nelle quali risultano i nomi di specie ritenute dall’Autore<br />
nuove per la scienza; tali nomi sono spesso ripetuti in sue diverse opere e a volte già da<br />
lui stesso considerati dubbi o successivamente rettificati (es. Carex androgyna Balb.,<br />
1800-1801, emendata a C. bicolor All., 1803);<br />
–l’eterogeneità riscontrata nella letteratura scientifica della citazione dei dati relativi al<br />
protologo, come il titolo del contributo o della rivista, la sede e la data di pubblicazione,<br />
il numero di pagina/e (es. Additamentum ad <strong>Flora</strong>m Pedemontanam indicato nei<br />
repertori on-line come Elench., Elencho, Elench. Fl. Taur., Elencho Piante e<br />
Miscellanea botanica citata con le date 1802, 1802-03, 1803 o 1804, 1804);<br />
– le attribuzioni di una stessa unità sistematica a autori diversi (es. le assegnazioni di<br />
Crepis Nicaeensis a C.H. Persoon e di Artemisia pedemontana a J.-L.A. Loiseleur-<br />
Deslongchamps o binomi di cui Balbis per errore è stato ritenuto autore come Aegilops<br />
caudata, Crepis vesicaria, Merendera bulbocodium e Pyrus salicifolia).<br />
L’analisi preliminare effettuata ha consentito di selezionare 11 opere di Balbis nelle<br />
quali sono state individuate 76 entità a lui attribuibili, di cui 35 trattate in 6 “Cataloghi”