Il Kuore Nero di Cristina - Viveur
Il Kuore Nero di Cristina - Viveur
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nessuna unità <strong>di</strong> misura.<br />
La <strong>di</strong>eta a base <strong>di</strong> Holiday (vivamente<br />
consigliata a chiunque), oltre a una miriade<br />
<strong>di</strong> collaborazioni illustri, hanno plasmato<br />
una delle più belle voci del pianeta,<br />
pala<strong>di</strong>na da trent’anni della grande musica.<br />
La musica <strong>di</strong> Sarah e <strong>di</strong> quei brani<br />
scritti appositamente da Sting e Tom Waits.<br />
Sarah della vittoria al festival <strong>di</strong> Sanremo<br />
del 1991, quando rivoltò come un<br />
calzino “Se stiamo insieme” <strong>di</strong> Riccardo<br />
Cocciante, o la stessa Sarah dei milioni<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>schi venduti con la riproposizione <strong>di</strong><br />
“Don’t leave me this way”, incisa con i<br />
Communards, nel neolitico 1986.<br />
<strong>Il</strong> sogno <strong>di</strong> chi ha rincorso una sua esibizione<br />
per decenni sta per materializzarsi<br />
in un faccia a faccia memorabile. Questa<br />
elegante signora dai capelli rossi, tra qualche<br />
giorno, sarà più vicina <strong>di</strong> quanto si<br />
possa immaginare. Basta contare i passi<br />
(una ventina) che separano il palchetto <strong>di</strong><br />
un piccolo jazz club dal suo punto <strong>di</strong> osservazione<br />
più lontano. E immaginare la<br />
voce in questione accompagnata dal solo<br />
pianoforte, con pochi riflettori e qualche<br />
candela a rendere irresistibilmente teatrale<br />
la scena che si presenta davanti agli occhi.<br />
La scena costruita ad arte è quella del<br />
Moody Jazz Café, che accoglierà le epiche<br />
imprese dell’ennesimo lunedì da<br />
amarcord. Sarah Jane Morris impugnerà<br />
un microfono tra le pareti <strong>di</strong> quel “bar<br />
col segreto” <strong>di</strong> via Nedo Na<strong>di</strong>, a Foggia.<br />
Lo farà la sera <strong>di</strong> lunedì 24 gennaio,<br />
accompagnata dal due volte vincitore del<br />
premio “BBC Jazz Award” come migliore<br />
voce dell’anno: Ian Shaw, mani e voce,<br />
pianoforte e intonazione incre<strong>di</strong>bili.<br />
<strong>Il</strong> concerto è il risultato (santificazioni a<br />
parte) <strong>di</strong> una nuova era per il locale foggiano.<br />
Quello del duo Morris-Shaw, infatti, è<br />
il secondo dei tre concerti (il primo è stato<br />
quello <strong>di</strong> Victor Bailey, il terzo sarà<br />
l’esibizione dei Tok Tok Tok dell’11 marzo)<br />
organizzati dal S.I.N.C., letteralmente South<br />
Italy Network Club, un organismo in<strong>di</strong>pendente<br />
creato dall’unione <strong>di</strong> intenti <strong>di</strong><br />
tre jazz club: il Uèffilo <strong>di</strong> Gioia del Colle,<br />
il Modo <strong>di</strong> Salerno e, appunto, il Moody<br />
Jazz Café. Le due voci inglesi, tradotto in<br />
soldoni, metteranno piede in Italia per raggiungere<br />
questi soli tre locali. <strong>Il</strong> concerto<br />
del Moody comincerà alle 22.30.<br />
Nell’attesa dell’evento, <strong>Viveur</strong> non si è<br />
lasciato sfuggire l’opportunità <strong>di</strong> conversare<br />
con una delle più belle voci viventi.<br />
Una voce, quella <strong>di</strong> Sarah Jane Morris,<br />
soave e melo<strong>di</strong>osa anche se deco<strong>di</strong>ficata<br />
dalle frequenze <strong>di</strong> una linea telefonica.<br />
Dopo trent’anni <strong>di</strong> successi, <strong>di</strong>schi e<br />
collaborazioni illustri, cosa cerca ancora<br />
dalla musica Sarah Jane Morris<br />
Non cerco qualcosa in particolare dalla<br />
musica, semplicemente perché la musica<br />
è la mia vita, è un viaggio continuo alla<br />
scoperta <strong>di</strong> qualcosa <strong>di</strong> nuovo giorno<br />
dopo giorno. Una scoperta che è il risultato<br />
proprio <strong>di</strong> quelle collaborazioni, <strong>di</strong><br />
tutto ciò che hai prodotto, e del confronto<br />
con chi, come me, ha deciso <strong>di</strong> intraprendere<br />
questo viaggio.<br />
<strong>Il</strong> viaggio <strong>di</strong> cui parla dove la sta<br />
portando negli ultimi tempi<br />
Verso l’ennesima sfida della mia vita. Sta<br />
per uscire il mio ultimo <strong>di</strong>sco, registrato<br />
a Roma, il risultato <strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> lavoro<br />
intenso e della collaborazione con il chitarrista<br />
Dominic Miller, il vostro grande<br />
pianista italiano Danilo Rea e un ensemble<br />
<strong>di</strong> ben quattor<strong>di</strong>ci archi, con gli arrangiamenti<br />
<strong>di</strong> Enrico Melozzi.<br />
Non è la prima volta che collabora<br />
con gran<strong>di</strong> artisti italiani. <strong>Il</strong> suo primo<br />
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