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VERIFICA DEI PARAMETRI DEL MODELLO PER IL ... - AIIA2011

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Convegno di Medio Termine dell’Associazione Italiana di Ingegneria Agraria<br />

Belgirate, 22-24 settembre 2011<br />

memoria n.<br />

<strong>VERIFICA</strong> <strong>DEI</strong> <strong>PARAMETRI</strong> <strong>DEL</strong> MO<strong>DEL</strong>LO <strong>PER</strong> <strong>IL</strong> CALCOLO <strong>DEI</strong><br />

COSTI DI MANUTENZIONE E RIPARAZIONE DI TRATTORI 4RM<br />

IN PIANURA PADANA: PRIMI RISULTATI<br />

A. Calcante 1 , F. Mazzetto 2 , L. Fontanini 3<br />

(1) Dipartimento di Ingegneria Agraria, Università degli Studi di Milano<br />

(2) Facoltà di Scienze e Tecnologie, Libera Università di Bolzano<br />

(3) Effelle Solution, Capralba Cremona<br />

SOMMARIO<br />

In un momento come quello attuale, dove è importante razionalizzare gli investimenti,<br />

un’attenta analisi dei costi di esercizio del parco macchine rappresenta un valido<br />

supporto nell’ottimizzazione dei costi aziendali. In questo quadro i costi di<br />

manutenzione e riparazione (Cmr) incidono generalmente sul 10-15% dei costi totali e<br />

tendono ad aumentare con l’età della macchina diventando un importante parametro<br />

riguardo al periodo ottimale per la sostituzione della macchina stessa. I modelli di<br />

stima dei Cmr attualmente in vigore sono, nella quasi totalità, calibrati in funzione del<br />

comparto agricolo statunitense, estremamente differente rispetto a quello italiano. Di<br />

conseguenza, può essere interessante riesaminare i parametri di modello in base alle<br />

caratteristiche nazionali; a tale scopo, nel presente lavoro sono stati acquisiti i dati<br />

riguardanti i Cmr di vari modelli di trattori 4RM presenti in Pianura Padana. L’analisi<br />

condotta ha evidenziato la necessità di aggiornare il modello di analisi calibrandolo a<br />

livello nazionale, con l’obiettivo di affinare la stima dei Cmr sia per poter effettuare<br />

valutazioni commerciali da parte dei costruttori di macchine sia per agevolare gli<br />

imprenditori agricoli nella fase di acquisto di una macchina agricola nuova.<br />

Parole chiave: Costi di manutenzione e riparazione, trattori 4RM, analisi economica.<br />

1 INTRODUZIONE<br />

L’acquisto e l’utilizzo di macchine motrici e operatrici è una delle voci di costo più<br />

rilevanti del comparto agricolo (Buckmaster, 2003; Mazzetto et al., 2010). Di<br />

conseguenza, in un momento come quello attuale dove è importante razionalizzare gli<br />

investimenti, è necessario condurre un’attenta analisi dei costi di esercizio delle varie<br />

macchine coinvolgendo, a vario titolo, tutti gli attori del comparto: a) i costruttori di<br />

macchine, b) le imprese agromeccaniche, e c) le aziende agricole. Per queste ultime, in<br />

particolare, è stato osservato che i costi della meccanizzazione possono incidere per il<br />

15-50% sui costi totali di produzione (dati medi relativi a colture di pieno campo) (E.U.<br />

FADN, 2007). In questo quadro i costi di manutenzione e riparazione (Cmr) incidono<br />

generalmente sul 10-15% dei costi totali e tendono ad aumentare con l’età della


A. Calcante, F. Mazzetto, L. Fontanini<br />

macchina diventando un importante parametro per stabilire il periodo ottimale per la<br />

sostituzione della macchina stessa. La valutazione dei Cmr a consuntivo presuppone<br />

un'organizzazione aziendale con sistemi affidabili per il monitoraggio dei costi interni.<br />

La registrazione di queste informazioni, tuttavia, è di norma altamente incompleta, se<br />

non del tutto mancante: nelle situazioni più favorevoli, laddove si applica la contabilità<br />

analitica, si riescono tutt'al più a raccogliere i costi relativi alle fatture pagate per i<br />

servizi svolti da officine esterne. Per tale motivo, quasi sempre la valutazione di questi<br />

costi viene impostata attraverso approcci a preventivo.<br />

A livello metodologico sono disponibili diversi modelli di calcolo. Uno tra i modelli<br />

più noti ed utilizzati per il calcolo dei Cmr è quello proposto nel 1970 da Bowers &<br />

Hunt. Essi proposero un modello a tre parametri costruito a partire dai costi di<br />

manutenzione e riparazione relativi ad un vasto campione di macchine, i cui dati erano<br />

messi a disposizione dalla rete nazionale di assistenza tecnica (USDA),<br />

tradizionalmente molto attiva e ben organizzata su tutto il territorio degli USA.<br />

Fairbank (1971), sviluppa due modelli ricavati a partire dalle informazioni raccolte -<br />

mediante interviste – su un campione di 114 agricoltori del Kansas: uno per i trattori<br />

(2RM e 4RM) ed uno per le macchine da raccolta semoventi. Il modello proposto da<br />

Fairbank riprende un’equazione a due parametri suggerita dall’ASAE nel 1966 con lo<br />

standard D230.1 che permette di stimare i costi di manutenzione applicando la seguente<br />

equazione (1):<br />

TAR = RC1 * (X) RC2 (1)<br />

dove:<br />

TAR: costi per manutenzione e riparazione totali accumulati (espressi come<br />

percentuale sul valore a nuovo, Vo, della macchina);<br />

X: ore di lavoro accumulate da ciascuna macchina, espresse come percentuale<br />

rispetto alla durata fisica;<br />

RC1 e RC2 coefficienti numerici adimensionali, responsabili della forma della curva<br />

interpolante.<br />

Hunt (1974) ha analizzato i Cmr riguardanti 745 macchine (tra motrici ed<br />

operatrici) in Illinois e ha riproposto sia un modello a due parametri, sia quello a tre<br />

parametri, prendendo in considerazione, oltre alle ore d’impiego cumulate delle varie<br />

macchine, anche la superficie lavorata all’anno. L’ASAE D230.3 del 1978 rivede i<br />

parametri di Hunt 1974 aggiornandoli. Ward et al. (1985) elaborano 10 anni di dati<br />

relativi ai costi di riparazione e manutenzione di trattori 2RM e 4RM presenti in Irlanda,<br />

applicando un modello basato su una power function a due parametri. Rozt (1987)<br />

ribadisce la validità del modello a due parametri per la stima dei Cmr pur sottolineando<br />

il fatto che la loro deviazione standard spesso assume un valore superiore alla media dei<br />

valori annui. Questa considerazione, che evidenzia notevoli difformità all’interno del<br />

campione studiato (già osservata, peraltro, da Bowers & Hunt 1970), sconsiglia<br />

definitivamente l’adozione del modello a tre parametri in quanto, sebbene forse più<br />

accurato, risulta troppo complesso da applicare alla luce dei risultati conseguibili, dal<br />

momento che la distribuzione dei Cmr segue un processo di tipo stocastico. L’utilità del<br />

modello a due parametri si limita, quindi, a descrivere a livello generale il trend dei<br />

costi di manutenzione e riparazione in funzione delle ore cumulate di impiego delle<br />

macchine. Rotz suggerisce, inoltre, la necessità di adattare i due parametri RC1 e RC2<br />

alle specifiche realtà locali. Nel 2003 l’ASAE, con lo standard EP497.4, pubblica un


Verifica dei parametri del modello per il calcolo dei costi di manutenzione e riparazione di trattori 4RM in<br />

Pianura Padana: primi risultati<br />

aggiornamento dei parametri RC1 e RC2 delle macchine agricole. Infine, nella<br />

pubblicazione ASABE D497.6 del giugno 2009 si può notare come i parametri RC1 e<br />

RC2 attribuiti ai trattori 2RM e 4RM siano rimasti invariati rispetto alla precedente<br />

versione del 2003.<br />

A livello nazionale, alcuni Autori hanno condotto esperienze in merito: Piccarolo et<br />

al. (1989) hanno applicato, ad un certo numero di trattori operanti in Piemonte, il<br />

modello classico di Bowers & Hunt (1970) ricalcolandone i tre parametri. I Cmr<br />

ottenuti, per i trattori 4RM, erano molto alti: il 70% di Vo dopo 8000 ore di lavoro.<br />

Sartori et al. (1992) hanno reperito i Cmr di 149 trattori (92 2RM e 57 4RM) in<br />

provincia di Padova e applicato il modello a due parametri. Il risultato è in netto<br />

contrasto con l’esperienza precedente, dato che l’incidenza dei Cmr riferiti a Vo era solo<br />

del 39% dopo ben 10000 ore. Franco et al. (1998), infine, hanno esaminato 11 trattori<br />

in provincia di Viterbo (2 2RM, 6 4RM e 3 cingolati) e applicato vari modelli con<br />

l’obbiettivo di stimare i Cmr, soprattutto nel periodo post vita utile delle macchine.<br />

Sono lavori di qualche anno fa: questo tipo di analisi, date le continue innovazioni<br />

tecnologiche nel settore macchine agricole, dovrebbe essere svolto abbastanza di<br />

frequente (le ultime review dell’ASAE/ASABE, infatti, sono state rilasciate, a partire<br />

dal 1987, ogni 6 anni). A tale scopo, nel presente lavoro sono stati acquisiti i dati<br />

riguardanti i Cmr di vari modelli di trattori presenti in Pianura Padana. Le informazioni<br />

sono state ricavate attraverso interviste ai proprietari e, soprattutto, grazie<br />

all’interrogazione dei database disponibili presso i concessionari. L’analisi ha riguardo i<br />

soli trattori gommati 4RM, dato che i modelli 2RM sono sempre meno utilizzati in Italia<br />

e occupano – ormai da qualche anno a questa parte - una quota modesta di mercato.<br />

2 MATERIALI E METODI<br />

Il presente studio è stato realizzato raccogliendo i costi di manutenzione e<br />

riparazione (ordinari e straordinari) relativi a trattori di proprietà di allevatori e<br />

contoterzisti operanti nella pianura Lombarda. L’indagine preliminare ha riguardato 33<br />

trattori 4RM di vario modello e di potenza compresa tra 59 e 242 kW (media 110 kW)<br />

ripartiti in: 7 trattori (potenza media: 84 kW, impiego medio annuo: 510 ore/anno)<br />

presenti in aziende zootecniche e 26 trattori (potenza media: 117 kW, impiego medio<br />

annuo: 871 ore/anno) utilizzati da contoterzisti. Il campione è stato scelto in funzione<br />

sia della potenza, considerando un range che comprende macchine polivalenti e<br />

macchine destinate a lavori pesanti, sia del tipo di impresa: il contoterzista tende, infatti,<br />

a sfruttare il trattore esaurendone le funzioni – di norma - in un arco di tempo inferiore<br />

alla durata fisica, mentre l’imprenditore agricolo, all’opposto, utilizza il mezzo (a meno<br />

di gravi incidenti) per un numero di anni spesso eccedente la sua durata economica.<br />

L’impiego medio annuo delle macchine considerate è di 790 ore/anno, nettamente<br />

superiore alla media nazionale, ma inferiore rispetto alla realtà statunitense (970<br />

ore/anno). Al fine di raggiungere un soddisfacente livello di completezza, i dati dei Cmr<br />

dei vari mezzi sono stati raccolti utilizzando tre diverse fonti:<br />

1) contatto diretto con il proprietario del trattore, attraverso la compilazione di apposite<br />

schede. In questo modo è stato possibile recuperare i dati relativi alle piccole attività<br />

di manutenzione svolte nell’officina aziendale;<br />

2) interrogazione dei database dei concessionari di zona, sui quali sono registrati gli<br />

interventi di manutenzione ordinaria, programmata e straordinaria;


A. Calcante, F. Mazzetto, L. Fontanini<br />

3) informazioni provenienti dai depliant e libretti di uso e manutenzione redatti dai<br />

costruttori, per integrare eventuali voci mancanti limitatamente alle manutenzioni<br />

programmate.<br />

Da notare che, a differenza di tutti gli altri lavori dove i Cmr venivano raggruppati<br />

su base annua, nel nostro caso i Cmr si riferiscono alle ore di lavoro del trattore rilevate<br />

al momento dell’intervento ordinario o straordinario.<br />

Dal punto di vista operativo, i dati forniti dal campione intervistato sono stati<br />

confrontati e, spesso, integrati, con quelli presenti sui database dei concessionari di<br />

zona. In particolare, questi ultimi rappresentano la fonte più completa relativa alla<br />

maggior parte degli interventi di manutenzione straordinaria (e dei corrispondenti Cmr)<br />

che, come è logico aspettarsi, raramente vengono effettuati in azienda.<br />

I costi per la manutenzione ordinaria sono stati ricavati a partire dalle informazioni<br />

fornite dai proprietari e, in assenza di informazioni, in base a quanto riportato dai libretti<br />

d’uso e manutenzione del trattore. Il costo della manodopera necessaria alla<br />

manutenzione ordinaria e stato stimato pari a 35 €/h, mentre per la manutenzione<br />

straordinaria è stato considerato quello relativo al momento in cui è avvenuto<br />

l’intervento. Ne è derivata un’indagine completa e molto accurata: di sicuro, la non<br />

eccessiva numerosità del campione è ampiamente compensata dalla completezza delle<br />

informazioni. Una volta censiti tutti i trattori, i valori dei Cmr espressi come percentuale<br />

sul valore a nuovo in funzione delle ore cumulate di utilizzo sono stati riportati su un<br />

grafico bidimensionale. L’interpolazione dei valori, utilizzando la power function a due<br />

parametri (1) ha permesso di calcolare i valori di RC1 e RC2 relativi alla popolazione di<br />

trattori presa in esame.<br />

3 RISULTATI<br />

Per determinare i parametri RC1 e RC2 riferiti al contesto italiano, è stata eseguita<br />

l’interpolazione dei valori dei Cmr riferiti al valore a nuovo di tutti i trattori considerati<br />

(Figura 1), espressi in funzione delle ore cumulate di lavoro (in migliaia) attraverso<br />

l’equazione (1).<br />

Figura 1. Modello predittivo dei costi di manutenzione e riparazione proposto nel presente lavoro<br />

in funzione delle ore di lavoro cumulate espresse in migliaia.


Verifica dei parametri del modello per il calcolo dei costi di manutenzione e riparazione di trattori 4RM in<br />

Pianura Padana: primi risultati<br />

I valori dei due parametri ottenuti sono, rispettivamente: RC1 = 1.9466, RC2 =<br />

1.3538, con un R 2 di 0.8433. Successivamente, il presente modello è stato comparato<br />

con quelli proposti da altri Autori, limitatamente ai trattori 4RM (Figura 2). I Cmr, per<br />

omogeneità di confronto, sono stati calcolati considerando una durata fisica delle<br />

macchine pari a 12000 ore. E’ possibile osservare che, con il presente modello, fino a<br />

4000 ore di lavoro i Cmr stimati seguono l’andamento proposto dall’ASAE D 230.4,<br />

1987 e sono leggermente superiori rispetto a quanto ipotizzato da Rotz (1987) e da<br />

ASABE D 497.6, 2009. Tra 4000 e 8000 ore viene, di fatto, rispettato il modello<br />

ASABE D 497.6, 2009, mentre oltre le 8000 ore la curva dei Cmr assume un andamento<br />

tale da attestarsi al di sotto di tutte le curve poste a confronto, stimando l’incidenza dei<br />

Cmr - a 12000 ore - pari circa al 55% di Vo (valore intermedio rispetto alle stime di<br />

Piccarolo et al. (1989) e Sartori et al. (1992)). Il particolare andamento dei Cmr<br />

relativo alla realtà italiana considerata è dovuto, presumibilmente, al minore impiego<br />

annuo delle macchine rispetto agli Stati Uniti. Inoltre, a seguito delle interviste ai<br />

proprietari, è stato possibile rilevare, in buona parte dei casi, la diversa intensità d’uso<br />

dei singoli trattori in funzione dell’età: da impieghi pesanti nei primi anni di vita, si<br />

tende ad impiegare le macchine per operazioni più leggere man mano ci si avvicina al<br />

termine della loro durata fisica. Ciò si traduce, ad un elevato numero di ore cumulate di<br />

lavoro, in minori costi di manutenzione dato che il trattore cambia, sostanzialmente, la<br />

sua funzione nell’ambito dell’azienda. In ogni caso è evidente la differenza tra il<br />

modello attualmente in uso (ASABE D 497.6, 2009) e quello calcolato per l’area del<br />

Nord Italia considerata, confermando la necessità di sviluppare modelli calibrati in<br />

funzione delle varie realtà nazionali.<br />

Figura 2. Confronto tra il modello proposto nel presente lavoro e quelli presenti in letteratura.<br />

4 CONCLUSIONI<br />

Il presente lavoro è stato condotto con l’obbiettivo di calcolare i parametri RC1 e<br />

RC2 del modello power function normalmente impiegato per calcolare i Cmr di trattori<br />

4RM, a partire dai dati di 33 macchine attive nella Pianura Lombarda e di confrontare i


A. Calcante, F. Mazzetto, L. Fontanini<br />

risultati ottenuti con quanto presente in bibliografia, facendo particolare riferimento alle<br />

pubblicazioni ASAE/ASABE che, di fatto, sono lo standard per questo tipo di analisi. I<br />

primi risultati hanno confermato, in accordo con quanto espresso dagli altri Autori, la<br />

necessità di poter disporre di modelli calibrati sulle realtà nazionali; ciò consente di<br />

affinare la stima dei Cmr sia per effettuare valutazioni commerciali corrette da parte dei<br />

costruttori di macchine (stima attendibile del fatturato in ricambi e manodopera), sia per<br />

agevolare gli imprenditori nella fase di acquisto di una macchina agricola nuova<br />

(confronto tra i programmi di manutenzione o di estensione della garanzia). Il recupero<br />

delle informazioni è stato alquanto arduo nonostante il campione analizzato sia – ad<br />

oggi - relativamente ridotto, con situazioni dove la registrazione dei costi di<br />

manutenzione e riparazioni veniva effettuata a mano e altre situazioni dove i conti erano<br />

gestiti a “a memoria” da parte dei proprietari delle macchine. La disponibilità dei<br />

database dei concessionari (di sicuro un’enorme opportunità, dato che tali archivi sono<br />

di difficile consultazione poiché contengono dati “sensibili” per le case costruttrici) è il<br />

valore aggiunto del presente lavoro che, integrato con le informazioni relative alle<br />

manutenzioni programmate, risulta essere estremamente completo e fedele alla realtà.<br />

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