Il Teatro delle orge e dei misteri di Hermann Nitsch - Acting Archives
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superfici <strong>Nitsch</strong> agisce fisicamente, schiacciando il colore con le mani,<br />
addensandolo, spalmandolo, facendolo raggrumare o colare in fitti rivoli.<br />
A questo aggiunge la riduzione<br />
della gamma cromatica al solo<br />
rosso. L’effetto visivo è fortissimo.<br />
Le superfici sembrano coperte <strong>di</strong><br />
una materia organica, quasi plastica<br />
e tattile. <strong>Il</strong> rosso stesso varia <strong>di</strong><br />
intensità, sfiorando il nero nelle<br />
aggregazioni più materiche e<br />
toccando altrove i timbri accesi del<br />
carminio.<br />
Durante la lavorazione <strong>dei</strong> suoi<br />
quadri <strong>Nitsch</strong> indossa un lungo<br />
camice bianco. Niente <strong>di</strong> strano, si<br />
<strong>di</strong>rà, un modo pratico per<br />
1. Kleines Schüttbild (1960)<br />
proteggersi dalle intemperanze del<br />
colore. Non è solo questo, però,<br />
altrimenti non ce ne occuperemmo. La ragione per cui <strong>Nitsch</strong> indossa quel<br />
particolare camice da pittore è un’altra. Ci sono vecchie foto <strong>di</strong> Klimt al<br />
lavoro, coperto <strong>di</strong> un analogo camice bianco. Era un modo, quello utilizzato<br />
dall’artista viennese, per sottolineare l’atto liturgico del <strong>di</strong>pingere. <strong>Nitsch</strong>,<br />
istituendo un nuovo ponte con la tra<strong>di</strong>zione austriaca, lo riprende con<br />
un’intenzione analoga. Quando, nel 1991, rifletterà su questo aspetto del<br />
suo lavoro in uno scritto che porta come titolo proprio <strong>Il</strong> camice del pittore,<br />
scriverà infatti:<br />
La mia grande venerazione per Stefan Ge<strong>orge</strong> e Klimt e la mia convinzione<br />
che l’esercizio artistico debba essere equiparato all’attività <strong>di</strong> un sacerdote,<br />
già dal 1960 mi hanno spinto a portare durante le mie azioni pittoriche un<br />
camice bianco semplice tagliato a forma <strong>di</strong> tonaca. 17<br />
Lo stesso camice, d’altronde, è il costume <strong>di</strong> scena nelle azioni del <strong>Teatro</strong><br />
o. m., <strong>di</strong>ventando così un segno iconografico e concettuale <strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong> quei<br />
lavori.<br />
Lo scritto del ’91, però, non si limita a dare un’in<strong>di</strong>cazione sulla fonte,<br />
materiale e simbolica, dell’uso del camice, ma fornisce in<strong>di</strong>cazioni che mi<br />
paiono preziose per comprendere la <strong>di</strong>namica del passaggio tra parola<br />
poetica e parola scenica. Vale la pena <strong>di</strong> leggere per intero due passi che<br />
mi sembrano particolarmente significativi. Nel primo <strong>Nitsch</strong> scrive:<br />
Spesso ancora più spontaneamente <strong>di</strong> quanto non riesca a fare sulla<br />
superficie del <strong>di</strong>pinto, l’intensità si stende sul CAMICE.<br />
Nel secondo, invece:<br />
17 H. <strong>Nitsch</strong>, <strong>Il</strong> camice del pittore, in Museo <strong>Nitsch</strong> Napoli, Napoli, e<strong>di</strong>zioni Morra, 2008, p.<br />
11.