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la prima campagna di scavi nella grotta delle veneri ... - culturaservizi.it

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LA PRIMA CAMPAGNA DI SCAVI<br />

NELLA GROTTA DELLE VENERI A PARABITA<br />

Nel maggio del corrente anno è stata condotta dall'Ist<strong>it</strong>uto <strong>di</strong> Antropologia e<br />

Paleontologia Umana dell'Univers<strong>it</strong>à <strong>di</strong> Pisa, in col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> Sopraintendenza<br />

alle Antich<strong>it</strong>à <strong>di</strong> Taranto ed il Gruppo Speleologico Salentino « De Lorentiis<br />

» <strong>di</strong> Maglie, <strong>la</strong> <strong>prima</strong> <strong>campagna</strong> <strong>di</strong> <strong>scavi</strong> nel<strong>la</strong> <strong>grotta</strong> <strong>delle</strong> Velieri a Parab<strong>it</strong>a<br />

(Leece). Il Gruppo Speleologico <strong>di</strong> Maglie era rappresentato dal Prof. G.<br />

Piscopo e i fon<strong>di</strong> vennero messi a <strong>di</strong>sposizione dall'Univers<strong>it</strong>à <strong>di</strong> Pisa e dall'Ist<strong>it</strong>uto<br />

Italiano <strong>di</strong> Preistoria e Protostoria.<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questa <strong>prima</strong> esplorazione era volto ad in<strong>di</strong>viduare lo strato dal<br />

quale provenivano le due « Veneri paleol<strong>it</strong>iche » trovate lo scorso anno da G. Piscopo<br />

in terreno rimosso.<br />

Lo scavo condotto su un'area <strong>di</strong> m. 2 per m. 10 ha messo in luce <strong>la</strong> seguente<br />

stratigrafia procedendo dal basso verso l'alto:<br />

Roccia <strong>di</strong> base con andamento irrego<strong>la</strong>re a tasche A<br />

Depos<strong>it</strong>o <strong>di</strong> polvere calcarea più o meno cementata che, riempiendo le<br />

tasche, venne a formare un pavimento pianeggiante, nel quale le genti<br />

del<strong>la</strong> cultura a ceramica impressa e ceramica <strong>di</strong>pinta a fasce rosse aprirono<br />

alcune buche irrego<strong>la</strong>rmente circo<strong>la</strong>ri .<br />

Lembi in posto <strong>di</strong> uno strato a ceneri miste a frammenti <strong>di</strong> ceramica<br />

impressa e <strong>di</strong>pinta; spessore <strong>di</strong> circa cm. 20 . C<br />

Terreno nero rossastro sconvolto dalle acque, dai ricercatori <strong>di</strong> tesori e<br />

da tane <strong>di</strong> animali, contenente associati resti del paleol<strong>it</strong>ico superiore,<br />

ceramiche impresse, ceramiche <strong>di</strong>pinte a fasce rosse, ceramiche <strong>di</strong> tipo<br />

Serra d'Alto, ceramiche dell'età del bronzo e <strong>di</strong> età romana: spessore<br />

variante da 80 a 160 cm. .<br />

D<br />

Le due statuette furono trovate dal Piscopo in quest'ultima formazione e<br />

pertanto risulta evidente <strong>la</strong> loro giac<strong>it</strong>ura secondaria, confermata anche dal<strong>la</strong> presenza<br />

<strong>di</strong> incrostazioni <strong>di</strong> terriccio rosso cupo identico a quello che forma lo strato<br />

con industria del paleol<strong>it</strong>ico superiore nel<strong>la</strong> parte antistante <strong>la</strong> <strong>grotta</strong>. In questa<br />

zona una trincea <strong>di</strong> scavo ha messo in luce il sol<strong>it</strong>o depos<strong>it</strong>o nerastro con ceramiche<br />

impresse e quin<strong>di</strong> una formazione a terreno rosso cupo esplorato per ora so<strong>la</strong>mente<br />

nei primi 30 cm. <strong>di</strong> spessore, <strong>la</strong> quale ha rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o schegge ossee <strong>di</strong> bove, cavallo,<br />

cervo e abbondante industria microl i fica <strong>di</strong> tipo romanelliano tardo un<strong>it</strong>amente<br />

tre pietre con incisioni geometriche.<br />

Con il proseguimento degli <strong>scavi</strong> si potranno conoscere le caratteristiche <strong>di</strong><br />

questo depos<strong>it</strong>o a terra rossa nel quale probabilmente sono contenuti più orizzonti<br />

culturali del paleol<strong>it</strong>ico superiore, perebè fra il materiale proveniente dal depos<strong>it</strong>o<br />

sconvolto nel<strong>la</strong> parte interna del<strong>la</strong> <strong>grotta</strong>, compaiono anche alunne gran<strong>di</strong> <strong>la</strong>me a<br />

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a cura <strong>di</strong> IMAGO - Lecce


<strong>it</strong>occo periferico <strong>di</strong> tipo paleol<strong>it</strong>ico superiore non appartenenti a I<strong>la</strong> cultura romane!!<br />

iana. Ed è verosimile che le due statuette appartengano a questo orizzonte<br />

culturale ancora mal definibile perché, almeno sino ad oggi, le Veneri paleol<strong>it</strong>iche<br />

figurano estranee al<strong>la</strong> cultura <strong>di</strong> tipo romanelliano.<br />

Le due statuette sono state ricavate da schegge ossee e presentano una bel<strong>la</strong><br />

patina lucente propria <strong>delle</strong> ossa che sono state levigate e maneggiate per un lungo<br />

tempo.<br />

L'esemp<strong>la</strong>re più importante è alto cm. 9, <strong>la</strong> massima <strong>la</strong>rghezza in corrispondenza<br />

<strong>delle</strong> anche è <strong>di</strong> cm. 2,1 e lo spessore, preso fra il punto più sporgente del<br />

gluteo e quello del ventre, risulta <strong>di</strong> cm. 2,2.<br />

Lo stato <strong>di</strong> conservazione appare ottimo e non sembra che il tessuto spugnoso.<br />

il quale interessa gran parte del <strong>la</strong>to destro del<strong>la</strong> statuetta, abbia sofferto per <strong>la</strong><br />

lunga permanenza nel terreno. La lucentezza presente all'apice dell'estrem<strong>it</strong>à inferiore<br />

esclude <strong>la</strong> possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> una rottura, per cui sino dall'inizio questa statuetta<br />

si presentava con una base obliqua.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una scultura concep<strong>it</strong>a per essere vista sui tre <strong>la</strong>ti, nel<strong>la</strong> quale<br />

l'artista, pur seguendo uno schema ben preciso, è riusc<strong>it</strong>o a richiamare con modo<br />

vivo ed efficace l'attenzione sul significato del<strong>la</strong> figura che è quello del<strong>la</strong> donna<br />

madre. Sul<strong>la</strong> testa non compaiono i lineamenti del volto e nel<strong>la</strong> parte anteriore<br />

il collo e <strong>la</strong> regione del mento sono coperti da una fascia, nel<strong>la</strong> quale sono profondamente<br />

incisi due solchi con <strong>la</strong> concav<strong>it</strong>à rivolta in alto. Si tratta <strong>di</strong> un elemento<br />

<strong>di</strong> significato incerto e problematico che aveva forse lo scopo <strong>di</strong> nascondere,<br />

secondo l'usuale tra<strong>di</strong>zione, parte del<strong>la</strong> faccia.<br />

Dal collo partono le spalle spioventi che si continuano con le braccia; il loro<br />

rilievo è stato realizzato me<strong>di</strong>ante un profondo solco nel<strong>la</strong> zona <strong>la</strong>tero-dorsale, profon<strong>di</strong>tà<br />

che <strong>di</strong>minuisce nel tratto occupato dal fianco e dall'anca, e da un solco<br />

interno che corre a <strong>la</strong>to del<strong>la</strong> mammel<strong>la</strong> e del ventre. Le braccia si presentano<br />

ben torn<strong>it</strong>e ma esili sino all'inizio <strong>delle</strong> anche; ivi comincia l'ingrossamento che<br />

raggiunge <strong>la</strong> massima espansione nel<strong>la</strong> parte ventrale dove esse si congiungono. Le<br />

mammelle rientrano, per il profilo, nel tipo a otre comune a quasi tutte le <strong>veneri</strong><br />

del paleol<strong>it</strong>ico superiore: si <strong>di</strong>scostano però, dal tipo pendulo per <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> p<strong>la</strong>stic<strong>it</strong>à<br />

realizzata dall'artefice allo scopo <strong>di</strong> mettere in evidenza uno dei caratteri più evidenti<br />

del<strong>la</strong> donna che attende il figlio. Il seno è messo in evidenza da un solco che<br />

si al<strong>la</strong>rga nel<strong>la</strong> parte inferiore, dove le mammelle con <strong>la</strong> loro convess<strong>it</strong>à. sembrano<br />

<strong>di</strong>sposte in modo da rispettare <strong>la</strong> grav<strong>it</strong>à. Esse appaiono turgide, ma non grasse,<br />

perché il solco sottomammario non è profondo e so<strong>la</strong>mente le separa dal ventre.<br />

Quest'ultimo è prominente nel<strong>la</strong> parte centrale e verso l'alto, forma tipica del<strong>la</strong><br />

gravidanza. Molta cura è stata posta dall'artista nel mettere in evidenza <strong>la</strong> regione<br />

pubica che appare ben torn<strong>it</strong>a e in rilievo, delim<strong>it</strong>ata in alto dal<strong>la</strong> congiunzione<br />

<strong>delle</strong> braccia e ai <strong>la</strong>ti dal<strong>la</strong> piega dell'anca che si continua nel<strong>la</strong> parte <strong>la</strong>terale del<strong>la</strong><br />

coscia, separando così quest'ultima dal<strong>la</strong> regione dell'anca. Un profondo e <strong>la</strong>rgo<br />

solco <strong>di</strong>vide nel<strong>la</strong> parte anteriore le due cosce. La parte dorsale del<strong>la</strong> statuetta è<br />

stata realizzata con una mirabile sensibil<strong>it</strong>à p<strong>la</strong>stica non <strong>di</strong>sgiunta dal<strong>la</strong> riproduzione<br />

<strong>di</strong> quei caratteri anatomici necessari per rendere l'aspetto quanto più possi-<br />

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Il primo esemp<strong>la</strong>re <strong>delle</strong> Velieri <strong>di</strong> l'ara b<strong>it</strong>a visto tie i <strong>di</strong>versi <strong>la</strong>t.<br />

(Le prime 4 foto sono a grandezza naturale).<br />

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ile realistico. A una certa rigi<strong>di</strong>tà che si nota nel<strong>la</strong> posizione dello testa, attae•<br />

cilia al corpo con un corto collo, si contrappone una armoniosa<br />

morbidezza del<br />

corpo. Dalle spalle spioventi si continua, con dolce totoil<strong>di</strong>tii, il dorso, roton<strong>di</strong>tà<br />

accentuata anche dal fatto che l'artista non ha voluto eseguire il solco verticale<br />

nel<strong>la</strong> linea me<strong>di</strong>ana. I due solchi fatti per mettere in evidenza e staccare dal corpo<br />

le braccia delim<strong>it</strong>ano <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a che, al <strong>di</strong> sotto <strong>delle</strong> ascelle, sí rentringe lievemente,<br />

mantenendo quel<strong>la</strong> roton<strong>di</strong>tà elle si è notata sul dorso. Essa continua nel<strong>la</strong> accentuata<br />

e realistica curva lombare. Da questa si al<strong>la</strong>rgano i fianchi che, un<strong>it</strong>amente<br />

con <strong>la</strong> regione dell'a uca e con quel<strong>la</strong> glutea vengono a formare un volume il quale<br />

nelle linee generali rispetta Io schema o stile tipico <strong>delle</strong> <strong>veneri</strong> paleol<strong>it</strong>iche; però<br />

l'espansione <strong>la</strong>terale <strong>delle</strong> anche è stata ottenuta con p<strong>la</strong>stica morbidezza ed<br />

assente l'esagerata sporgenza dei glutei, carattere questo invece molto comune nelle<br />

statuette dell'epoca.<br />

La plica interglutea che si congiunge con quelle gluteo femorali e <strong>la</strong> piega<br />

dell'anca che sale e invade <strong>la</strong> parte <strong>la</strong>terale del<strong>la</strong> coscia delim<strong>it</strong>ano due masse simmetriche,<br />

in ognuna <strong>delle</strong> quali appaiono proporzionate <strong>la</strong> con vess<strong>it</strong>à dorsale e<br />

quel<strong>la</strong> <strong>la</strong>terale, quest'ultima più accentuata per rendere più vicino al vero l'aspetto<br />

che assume <strong>la</strong> donna in attesa del figlio.<br />

Dall'incavo formato dall'incontro del<strong>la</strong> plica interglutea con quelle gluteo<br />

femorali parte un profondo e <strong>la</strong>rgo solco che separa le due cosce. Esse sono nettamente<br />

<strong>di</strong>stinte dai glutei sia me<strong>di</strong>ante <strong>la</strong> plica gluteo femorale, sia per il contrasto<br />

ira <strong>la</strong> convess<strong>it</strong>à verticale dei glutei che si allungano verso il basso e il profilo<br />

invece rettilineo o quasi <strong>delle</strong> cosce.<br />

La statuetta vista <strong>di</strong> profilo rispecchia abbastanza fedelmente <strong>la</strong> posizione<br />

delta donna nell'ultima fase del<strong>la</strong> gravidanza, durante <strong>la</strong> quale all'accentuazione<br />

del<strong>la</strong> curva lombare corrisponde uno spostamento del<strong>la</strong> parte superiore del dorso<br />

e del<strong>la</strong> testa in<strong>di</strong>etro.<br />

Nell'insieme <strong>la</strong> nostra Venere presenta un armonioso giuoco <strong>di</strong> volumi senza<br />

esagerazione <strong>di</strong> forme e senza deformazioni. Appaiono so<strong>la</strong>mente sproporzionate le<br />

braccia; ma si tratta <strong>di</strong> una errata valutazione ottica determinata "dal fatto che<br />

gli arti inferiori sono corti essendo troncati sopra le ginocchia. Infatti le braccia<br />

occupano il giusto punto che hanno normalmente nel<strong>la</strong> donna in simile atteggiamento,<br />

e si ha l'impressione che il loro ingrossamento progressivo dall'anca sino<br />

al<strong>la</strong> parte ventrale sia dovuto ad un accorgimento dell'artista che ha così voluto<br />

maggiormente accentuare l'atteggiamento del<strong>la</strong> madre che sostiene il peso del<br />

ventre.<br />

Il secondo esemp<strong>la</strong>re è alto cm. 6,1, <strong>la</strong> <strong>la</strong>rghezza massima è <strong>di</strong> cm. 1.5 e lo<br />

spessore, all'altezza del<strong>la</strong> parte centrale <strong>delle</strong> mammelle, è <strong>di</strong> cm. 1,2. Si presenta<br />

con un profilo fusiforme ed è stata fatta per essere vista frontalmente. La testa,<br />

sul<strong>la</strong> quale non appaiono i lineamenti del volto, ha forma tondeggiante con un appiattimento<br />

in senso antero posteriore ed è attaccata al corpo dal collo, in<strong>di</strong>cato<br />

nel<strong>la</strong> parte anteriore da un solco stretto, che si al<strong>la</strong>rga e <strong>di</strong>venta svasato nel<strong>la</strong> parte<br />

posteriore. Le spalle sono più <strong>la</strong>rghe <strong>di</strong> quelle del primo esemp<strong>la</strong>re e formano con<br />

le braccia un contorno ell<strong>it</strong>tico. Anche in questa statuetta le braccia arrivano al<br />

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ventre con una posizione ben <strong>di</strong>versa, perché le mani, nelle quali sono in<strong>di</strong>cate<br />

sommariamente alcune <strong>di</strong>ta, non si congiungono, ma si trovano l'una sopra l'altra.<br />

Nel<strong>la</strong> parte destra il braccio forma tutt'uno con il dorso; si <strong>di</strong>stacca da questo<br />

l'avambraccio che presenta un certo rilievo, dovuto al<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> un <strong>la</strong>rgo e<br />

poco profondo solco e al fatto che il corpo in quel tratto si assottiglia; nel<strong>la</strong> parte<br />

anteriore una profonda incisione separa <strong>la</strong> mammel<strong>la</strong> dal braccio, che presenta una<br />

certa roton<strong>di</strong>tà pur apparendo esile.<br />

Nel<strong>la</strong> parte destra un ,solco simmetrico <strong>di</strong>vide <strong>la</strong> mammel<strong>la</strong> dal braccio, che<br />

è messo anche in rilievo da un solco dorsale, il quale dal<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> arriva sino all'altezza<br />

del gom<strong>it</strong>o, donde parte l'avambraccio. Questo, dorsalmente, in corrispondenza<br />

del<strong>la</strong> zona del fianco e dell'anca, non si <strong>di</strong>stingue dal corpo e riappare invece con<br />

una grossa e tozza mano nel<strong>la</strong> parte ventrale. Le mammelle a forma <strong>di</strong> otre sono<br />

pendule sul ventre e appaiono flosce; quel<strong>la</strong> sinistra è un po' più lunga dell'altra<br />

e con maggior rilievo; esse sono separate me<strong>di</strong>ante il seno ottenuto con un solco<br />

Il secondo esemp<strong>la</strong>re <strong>delle</strong> Veneri <strong>di</strong> l'amb<strong>it</strong>a visto nei <strong>di</strong>versi <strong>la</strong>ti.<br />

(Le tre foto al centro sono a grandezza naturale).<br />

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che, svasato in alto, si restringe verso il basso. 11 ventre sul quale si protendono<br />

le <strong>di</strong>te mammelle è appena accentuato e appare piatto, La regione pubira non è<br />

stata scolp<strong>it</strong>a e così pure manca quel<strong>la</strong> roton<strong>di</strong>tà <strong>la</strong>terale cori <strong>la</strong> quale,. nel primo<br />

esemp<strong>la</strong>re, vengono messi in evidenza l'anca e il fianco.<br />

Su entrambi i <strong>la</strong>ti dall'altezza del fianco ha inizio un asso« igh ameni» che<br />

aumenta verso il basso, per cui <strong>la</strong> parte inferiore, corrispondente agli arti, termina<br />

a punta con un uncino anteriore.<br />

La statuetta vista a tergo si presenta con una <strong>la</strong>vorazione molto sommaria.<br />

Sono messi in evidenza il collo e il braccio destro mentre il corpo convesso in senso<br />

trasversale va progressivamente assottigliandosi ai <strong>la</strong>ti e non è stato usato alcun<br />

accorgimento per <strong>di</strong>stinguere <strong>la</strong> regione dorsale da quel<strong>la</strong> lombare e dal<strong>la</strong> regione<br />

glutea. Nel complessó <strong>la</strong> statuetta presenta un profilo tozzo e fusiforme ed è asimmetrica<br />

nel<strong>la</strong> parte inferiore perché, durante <strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione, si deve essere staccata<br />

una scheggia sul <strong>la</strong>to destro. Mancano del tutto in questo esemp<strong>la</strong>re quel<strong>la</strong> bellezza<br />

p<strong>la</strong>stica e quel senso <strong>delle</strong> proporzioni che caratterizzano <strong>la</strong> <strong>prima</strong> venere. Al<strong>la</strong><br />

esagerazione <strong>di</strong> alcune forme, che rientra nello stile <strong>delle</strong> <strong>veneri</strong> paleol<strong>it</strong>iche, si<br />

contrappone però una accentuata stilizzazione che <strong>la</strong> rende armonica.<br />

I due esemp<strong>la</strong>ri, pur essendo stati trattati in modo <strong>di</strong>verso, appartengono a<br />

una medesima tra<strong>di</strong>zione culturale, come si rileva, fra l'altro, dal<strong>la</strong> forma <strong>delle</strong><br />

mammelle e dal<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re posizione <strong>delle</strong> braccia. Ed è appunto <strong>la</strong> posizione<br />

<strong>delle</strong> braccia che permette <strong>di</strong> confrontare i nostri esemp<strong>la</strong>ri con alcune statuette<br />

trovate a Kostienki I in Russia. Altro carattere comune con le <strong>veneri</strong> orientali è<br />

<strong>la</strong> testa tondeggiante, che non compare però nel primo esemp<strong>la</strong>re perché essa è<br />

ricoperta da un cappuccio. Differiscono invece profondamente dagli esemp<strong>la</strong>ri<br />

orientali per il modo come sono state esegu<strong>it</strong>e, l'una stilizzata e l'altra curata in<br />

quei partico<strong>la</strong>ri anatomici atti a mettere in evidenza <strong>la</strong> matern<strong>it</strong>à, ma senza<br />

esagerazioni e deformazioni, che invece sono presenti nelle statuette <strong>di</strong> Kostienki I<br />

e <strong>di</strong> Malta.<br />

Nel primo esemp<strong>la</strong>re <strong>la</strong> matern<strong>it</strong>à è stata realizzata con una così profonda<br />

maestria per cui sino ad oggi sembra che nessuna statuetta paleol<strong>it</strong>ica possa essere<br />

paragonata al nostro esemp<strong>la</strong>re. Anzi, mentre nelle <strong>veneri</strong> dell'Europa occidentale<br />

e orientale, per <strong>la</strong> esagerazione con <strong>la</strong> quale sono stati trattati alcuni organi, si<br />

può scorgere un significato magico in funzione del<strong>la</strong> fecon<strong>di</strong>tà e fertil<strong>it</strong>à, l'evidente<br />

matern<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> <strong>prima</strong> Venere <strong>di</strong> Parab<strong>it</strong>a pone l'interrogativo se non si sia in presenza<br />

<strong>di</strong> un idolo legato ad un vero e proprio culto del<strong>la</strong> Madre.<br />

G. PISCOPO e A. M. RADNIILLI<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

G. PISCOPO - A. M. RADMILLI, Sul rinvenimento <strong>di</strong> due Veneri paleol<strong>it</strong>iche a Parab<strong>it</strong>a (Lecce).<br />

Atti Soc. Tosc. Se. Nat., vol. LXXII, 1966.<br />

A. M. RADMILLI, Le <strong>veneri</strong> <strong>di</strong> Parab<strong>it</strong>a, Rív. Se. Preist., vol. XXI, 1966.<br />

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