You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
S O M M A R I O S O M M A R I O<br />
gennaio/marzo 20<strong>01</strong><br />
R<br />
nostrum<br />
24<br />
30<br />
THE RACE<br />
di Paolo Ajello<br />
L’ UOMO PIU’ PROFONDO DEL MONDO<br />
di Sergio Casano<br />
34 IL GOZZO DI ZIO SALVATORE<br />
40<br />
PALEOCLI.GE<br />
di Gianpiero Dore<br />
50 SQUARCIO’ E IL MARE<br />
54<br />
62<br />
GUARDIA COSTIERA AUSILIARIA<br />
di Paolo Ajello<br />
CAGLIARI, CLASSE OLIMPICA<br />
di Antonio Mannu<br />
84<br />
85<br />
86<br />
87<br />
Trofeo Piero Ciabatti<br />
Trofeo Armando Della Valentina<br />
Andrea Mura, Gianpaolo Serventi e le Olimpiadi<br />
Santa Maria Navarrese<br />
1^ regata “Principessa di Navarra”<br />
88PAGINE DI MARE<br />
90CIRCOLI E ASSOCIAZIONI<br />
95ABBONAMENTI<br />
R U B R I C H E<br />
11 EDITORIALE<br />
12 NAVIGANDO<br />
68 SPORT<br />
68<br />
69<br />
70<br />
71<br />
76<br />
78<br />
79<br />
80<br />
81<br />
82<br />
Bosa 7 Novembre 2000<br />
Alghero Telethon<br />
Bosa: intervista a Noberto Foletti<br />
Zonale J24<br />
Velalonga.Trofeo Ferrando. Vinetta cup.<br />
Regata dei Legionari<br />
Alghero<br />
Trofeo Challange Nord Ovest<br />
Tonni nelle Bocche<br />
Cagliari e le sue coste<br />
Trofeo delle Bocche<br />
Trofeo Turritano<br />
Big Game a Drifting<br />
Canoe nel Golfo degli Angeli<br />
Questo periodico<br />
é associato alla<br />
Unione Stampa<br />
Periodica Italiana<br />
MARE NOSTRUM<br />
affida le sue consegne a<br />
<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> Sardegna Nautica rivista trimestrale di nautica della Sardegna<br />
Anno III numero 1<br />
Gennaio/marzo 20<strong>01</strong><br />
Registrazione Tribunale di Sassari n° 360 del 10 Marzo 1999<br />
Redazione: via P. Iolanda 77, 07100 Sassari<br />
Tel. 0335 404630 Fax 079 295570<br />
E-mail: lettori@marenostrum.it<br />
Editore:<br />
<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> Editrice<br />
di Simone Poddighe<br />
via P. Iolanda 77, 07100 Sassari<br />
Tel. 0335 404630 Fax 079 295570<br />
Direttore Editoriale<br />
Simone Poddighe<br />
Direttore responsabile<br />
Graziano Cesaraccio<br />
La <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> Editrice ringrazia:<br />
Antonio Mannu<br />
Alberto Ruiu<br />
Antonio Ruju<br />
Claudio Triglia<br />
Giampiero Dore<br />
Gianluca Manca<br />
Luigi Scotti<br />
Paolo Ajello<br />
Pierfranco Fois<br />
Piero Ajello<br />
Sergio Casano<br />
Sandro Re<br />
Giovannino Secci<br />
David Meloni<br />
Prestampa: Sema s.r.l. (SS)<br />
Stampa: Stampacolor Muros (SS)<br />
Richiedete il materiale informativo per<br />
investire in immagine efficace con la<br />
<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> Editrice e le sue<br />
pubblicazioni<br />
Pubblicità<br />
Tel. 0335/404630<br />
Fax 079/295570<br />
E-mail: info@marenostrum.it<br />
www.marenostrum.it<br />
Naviga in internet<br />
www.marenostrum.it<br />
<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong><br />
viene distribuito<br />
nelle edicole della<br />
Sardegna o in<br />
abbonamento<br />
Crediti fotografici<br />
Antonio Mannu 18,19,20,21,62-68,69a,70-77<br />
Sandro Re 18,79,82-86<br />
Paolo Ajello 16,24-29,54-59,69b,91<br />
Giampiero Dore 40-45<br />
Alberto Ruiu 78<br />
Giovannino Secci 87<br />
Mario Ligas 80<br />
Piero Ajello 15<br />
Savini 31<br />
Navarrini 30,32,33<br />
Disegni<br />
David Meloni 93<br />
8 9
E D I T O R I A L E<br />
www.desole.com<br />
Ciò che spesso affascina del mare sono le storie e<br />
gli uomini che lo hanno vissuto.<br />
Molti anni fa ho conosciuto un simpatico signore<br />
con una grande esperienza di mare. Era stato pescatore<br />
sui battelli d’alto mare ma anche sui chiattini lungo<br />
costa.<br />
Oggi vedendo uno dei catamarani che partecipano a The<br />
Race non sarebbe sorpreso, ma sicuramente incuriosito,<br />
non si lascerebbe coinvolgere ma si soffermerebbe<br />
a lungo.<br />
Era sardo e non aveva timore del mare ma sentiva<br />
rispetto e orgoglio allo stesso tempo. Amava le barche<br />
ma la parte tecnica era uno strumento per qualcos’altro.<br />
E capiva l’uomo e i desideri e le speranze. E tra il carbonio<br />
e i chip dei catamarani avrebbe sentito l’umanità e ne<br />
sarebbe stato felice.<br />
La tecnologia di questi scafi e le passioni degli uomini<br />
che li conducono non sono poi cosi differenti dalla tecnologia<br />
che ha rappresentato, per la sua epoca, il gozzo<br />
con cui abbiamo navigato durante la partenza di questo<br />
evento. Epoche che si intrecciano in un inscindibile<br />
legame storico culturale, passato e futuro del medesimo<br />
racconto sull’uomo.<br />
In Sardegna la tecnologia e la storia si incontrano in<br />
quella che può essere, insieme al turismo, la vera vocazione<br />
dell’isola.<br />
Uomini coraggiosi e mezzi sofisticati sono partiti dalla<br />
culla della civiltà del Mediterraneo e completeranno la<br />
circumnavigazione del globo rientrando nello storico<br />
mare nostrum.<br />
Simone Poddighe
N A V I G A N D O<br />
ESPERTO DI MARE<br />
Conobbi Mario Marzari nel 1992 in occasione della IX<br />
Regata della Vela Latina, quando arrivò a Stintino preceduto<br />
dalla sua fama di affermato studioso delle tradizioni<br />
marinare e della storia nautica in Italia: i rapporti formali<br />
legati alla sua ed alla mia attività si trasformarono subito,<br />
per me come per l’amico Angelo Dessì che me lo aveva<br />
fatto conoscere, in un legame di amicizia e stima reciproca.<br />
Da allora fu un incontro che si ripetè ogni anno: Mario<br />
non mancava mai all’appuntamento con le vele latine<br />
della Sardegna, e a Stintino divenne quasi subito il<br />
membro più autorevole del Comitato Tecnico-Storico e<br />
di Stazza, che assegnava i prestigiosi trofei dell’Asdec.<br />
Nonostante la lontananza fra la sua Trieste e le coste<br />
sarde quel legame fra appassionati del mare e delle sue<br />
tradizioni non si è mai spezzato ed anzi, anno dopo anno,<br />
si è sempre più consolidato sino a sfociare in un lavoro<br />
magnifico, quel libro dedicato alla Regata di Stintino e<br />
alla vela latina al quale Mario Marzari così tanto teneva e<br />
che è stata l’ultima cosa che è riuscito a realizzare nella<br />
sua vita. E’ stato proprio poco dopo la presentazione del<br />
libro, lo scorso 24 novembre a Venezia che Mario ha<br />
scelto di lasciarci: si sapeva che le sue condizioni di salute<br />
- Assistenza tecnica elettronica navale<br />
- Assistenza tecnica telefonia cellulare<br />
- Agente fiduciario tecnico telemar<br />
- Punto assistenza Omnitel<br />
- Fornitura elettronica navale<br />
- Assistenza tecnica impianti di<br />
telecomunicazione<br />
non erano delle migliori ma nessuno quella sera si poteva<br />
aspettare un epilogo così tragico, men che meno proprio<br />
lui, che aveva sino a pochi minuti prima elaborato<br />
progetti ed idee per divulgare ancora di più il fenomeno<br />
della riscoperta della vela latina.<br />
Mario Marzari aveva soltanto cinquantatrè anni, e l’entusiasmo<br />
di un giovanotto: bene lo sapevano tutti i marinai<br />
delle regate sarde per i quali era divenuta abituale la sua<br />
presenza in gommone, la macchina fotografica in pugno,<br />
il sorriso benevolo che prometteva sempre quegli articoli<br />
che hanno aiutato la vela latina ad uscire dall’anonimato<br />
e fare scuola, una volta tanto, anche al di fuori dell’isola.<br />
Eppure quel suo lato sportivo nascondeva l’opera di studioso<br />
rigoroso che divideva la sua vita fra la partecipazione<br />
ai raduni e alle manifestazioni dedicate alle vele<br />
storiche e le ore trascorse nel suo studio, a consultare<br />
la sua vasta biblioteca, fornita di testi dedicati soprattutto<br />
alla storia della navigazione. Da questi studi sono nati<br />
i suoi libri, pubblicati per le più note case editrici, dedicati<br />
alla nautica tradizionale e ai suoi velieri, dal bragozzo<br />
adriatico sino alle vele sarde, libri che restano pietre<br />
miliari nella bibliografia sulle tradizioni dei mari italiani e<br />
sulla cantieristica di prestigio.<br />
Era in questi studi appassionati che emergevano la sua<br />
ELETTRONICA NAVALE<br />
TELECOMUNICAZIONI<br />
FORNITURA<br />
INSTALLAZIONE<br />
ASSISTENZA TECNICA<br />
Rivenditore per:<br />
JRC, SAILOR, SIMRAD, ROBERTSON, SHIPMATE, RAYTHEON<br />
MAGELLAN, FURUNO, GARMIN, NAVIONICS, C-MAP<br />
LOWRANCE, EAGLE, LORENZ, KODEN, ICOM, B&G, AUTOHELM<br />
CETREK, APELCO, GLOMEX.<br />
Richiedeteci le quotazioni delle marche non in elenco<br />
07026 OLBIA (SS) - Via Roma, 63/f Tel. / Fax 0789/24817 E-mail: seatronic@tin.it<br />
12<br />
“Un’esclusiva villa<br />
di vacanza sul mare di Sardegna”<br />
Ogni camera ha una terrazza che si apre direttamente<br />
sulla lunga spiaggia riservata di fine sabbia bianca:<br />
di fronte il mare blu e smeraldo, intorno un giardino<br />
fiorito e la tipica natura isolana. L’ambientazione è<br />
quella da elegante villa al mare: poltrone di vimini,<br />
travi a vista in legno scuro e pennellate di fiori spruzzate<br />
sul bianco, con il plus di una piscina di acqua<br />
di mare. A tutela di questa atmosfera eslusiva e riservata,<br />
un servizio personalizzato e discreto, risultato di<br />
un’alta scuola di ospitalità.<br />
An exclusive Sardiman holiday retreat buy the emerald sea<br />
Each room has a terrace overlooking a private sundy<br />
beach on the blue emerald sea, surrounded buy flower<br />
gardens and the typical natural beauty of this most<br />
beatiful of Mediterranean islands. The ambience is<br />
that of an elegant villa on the seafront, with hardwood,<br />
wicker furniture and flowers setting the tone.<br />
A seawater pool is also available for our clients. Personal<br />
and discreet service in the sardinian tradition<br />
of hospitality add to an atmosphere of exclusivity and<br />
ensure a memorable stay.<br />
s25 Double Rooms s2 Junior Suites sRistorante “Il Patio” sPiano-Bar sOlbia Airport 18 Kms<br />
sPorto Cervo 25 Km sMeeting Room sWatersports sOpen: April-October s<br />
07020 Porto Rotondo (Sardegna), Italia Tel: +39 0789 34005 Fax: +39 0789 34383<br />
E-mail: sporthot@tin.it Internet: www.sportingportorotondo.it
N A V I G A N D O<br />
N A V I G A N D O<br />
precisione ed il suo rigore di altoatesino, cittadino adottivo<br />
del Mar Mediterraneo. Mario era nato infatti a Bolzano,<br />
nel 1947, ma sin da ragazzo coltivò la passione per<br />
la modellistica navale. Ma i modelli non gli bastavano e,<br />
trasferitosi a Trieste nel 1970 per motivi di studio, iniziò<br />
quasi subito ad occuparsi di ricerche storiche sull’architettura<br />
navale e sulla marineria velica. Grazie alle tante<br />
pubblicazioni ed anche al suo attivismo come organizzatore<br />
e curatore di mostre e convegni internazionali si<br />
guadagnò un posto di primo piano fra gli esperti della<br />
storia e tradizioni del mare in Italia e in Europa.<br />
Membro della Society of Nautical Reserch, fondatore e<br />
Presidente dell’ISTIAEN (Istituto Italiano di Archeologia<br />
ed Etnologia Navale), i suoi studi ed i suoi articoli apparivano<br />
sulle più importante riviste del settore come The<br />
Marine’s Mirror, e Classic Boat-The Boatman in Gran<br />
Bretagna, Le Chasse marèe in Francia, Nautica, Yacht<br />
Digest, La Rivista Marittima e Bolina in Italia.<br />
Di questa sua opera di divulgatore anche le marinerie<br />
della Sardegna hanno potuto ampiamente beneficiare:<br />
nessuno dimentica infatti i tanti articoli su Nautica e Yacht<br />
Digest dedicati alle vele latine sarde e soprattutto il suo<br />
Voiles Latines à Stintino, una lunga storia della Regata<br />
della Vela Latina corredata di bellissime foto che si guadagnarono<br />
anche l’onore della copertina su Le Chasse<br />
marèe, autentica bibbia mondiale di storia ed etnografia<br />
nautica. Con la guida appassionata dell’amico Angelo<br />
Dessì, Mario Marzari si introdusse nel mondo delle marinerie<br />
isolane percorrendo la Sardegna da un porto all’altro,<br />
da Alghero a Carloforte, senza tralasciare stagni e<br />
lagune, osservando e descrivendo sul campo l’attività<br />
cantieristica e gli scafi tradizionali che fece conoscere con<br />
una serie di articoli significativi e, infine, con lo splendido<br />
libro che riuscì a malapena a presentare, con grande successo,<br />
nella sua città, Trieste, il giorno prima di morire.<br />
Con la sua lungimiranza Mario Marzari aveva capito<br />
subito l’importanza del fenomeno vela latina in Sardegna<br />
quando nella nostra isola, nonostante le innumerevoli<br />
adesioni di armatori ed equipaggi, faticava a guadagnarsi<br />
quell’attenzione che avrebbe meritato da parte delle istituzioni<br />
locali.<br />
Con la signorilità e l’equilibrio che lo hanno sempre contraddistinto<br />
aveva seguito e raccontato anche le tante<br />
polemiche ed i campanilismi che hanno inevitabilmente<br />
accompagnato i successi della Regata di Stintino mantenendo,<br />
con quelle che lui chiamava le diverse “anime”<br />
dell’universo della vela latina, quei rapporti di amicizia e<br />
correttezza che erano parte integrante del suo modo di<br />
essere e di confrontarsi con gli altri.<br />
Ne sono testimoni i tanti messaggi di cordoglio indirizzati<br />
alla moglie Sandra dagli amici delle marinerie della Sardegna.<br />
Tutti noi, isolani appartenenti a marinerie un po’<br />
VENDE E AFFITTA<br />
CENTRO RESIDENZIALE VECCHIO MARINO<br />
PORTO MANNU - STAZZU PULCHEDDU<br />
PORTO RAPHAEL - COSTA SERENA<br />
anomale, che il mare, più che unire, ha sempre separato<br />
dal resto del mondo, siamo orfani di un grande amico,<br />
che nel diventare una delle nostre voci, ci aveva aiutato<br />
a riscattarci da quel luogo comune non sempre fondato<br />
che indica i sardi inguaribilmente timorosi del mare.<br />
Grazie Mario, le nostre vele latine, d’ora in poi, navigheranno<br />
anche per te.<br />
Piero Ajello<br />
Mario Marzari, triestino, studioso della storia e della<br />
tradizione marinara italiana, profondo conoscitore delle<br />
barche classiche e da lavoro del Mediterraneo, autore di<br />
libri a questi argomenti dedicati, é mancato lo scorso<br />
mese di novembre, mentre era impegnato a presentare<br />
e promuovere la sua ultima fatica, un libro sulla vela<br />
latina in Sardegna. Delle molte qualità che aveva Mario,<br />
ed erano davvero tante, era colto, gentile, competente,<br />
calmo, penso che la più importante fosse la bontà. Mario<br />
Marzari era una persona buona; forse potrà sembrare<br />
banale scriverlo, ricordarlo per questo, per me non lo<br />
é. Era una persona buona: per questo amava, svisceratamente,<br />
le cose che amava: le barche belle e spesso ormai<br />
quasi inutili, non più atte agli usi per cui erano state pensate<br />
e costruite, cose passate di moda, cose belle; e le<br />
persone che a queste barche dedicavano chi la vita tutta<br />
o quasi, chi interesse, rispetto ed attenzione. Ci siamo<br />
conosciuti a Stintino, in occasione della Regata della Vela<br />
Latina. Ci siamo poi incontrati in diverse occasioni, a<br />
Porto Cervo, a St. Tropez, a Genova, ad Imperia, ad<br />
Ajaccio, ancora a Stintino, quasi ogni anno dalla prima<br />
volta; dovunque vi fossero barche classiche o da lavoro<br />
da fotografare, conoscere, ammirare e capire; atti che a<br />
Mario veniva quasi naturale compiere. La sua opinione<br />
sull’argomento era legge riconosciuta. Ricordo un episodio,<br />
a Porto Cervo, durante un’edizione della Veteran<br />
Boat Rally. C’era una barca nuova, un bestione aurico<br />
di settanta metri, stratosferica la spesa per il restauro.<br />
Apparteneva ad un grosso industriale italiano e non era<br />
una bella barca. Ma era una barca importante e faceva la<br />
sua figura. E i colleghi che, insieme a me a Mario, si trovavano<br />
sulla barca stampa, spesso domandavano di seguirla,<br />
di avvicinarla per poterla fotografare. Mario faceva qualche<br />
scatto anche lui, ma non pareva granché convinto.<br />
Uno di noi, Carlo Borlenghi, chiese a Mario cosa pensasse<br />
della barca. E Mario emise il suo giusto verdetto.<br />
Pollice verso. Era il primo giorno di regata. Da quel<br />
momento nessuno più mostrò particolare interesse per<br />
quell’opulento, sgraziato barcone. Mario era piccoletto,<br />
aveva occhi limpidi e chiari dietro i quali c’era un’idea<br />
precisa di cosa é bello, armonico e giusto. Ogni mattina,<br />
quando arrivavo alla sede del CNT a Stintino, nei giorni<br />
della Regata, Mario c’era già. E prendevamo sempre un<br />
caffè insieme. Naturalmente l’ho sempre offerto io, siamo<br />
in Sardegna. Lui, che capiva le cose, lo ha sempre accettato<br />
nel giusto modo. Lo scorso anno, ad Ajaccio, il caffè<br />
lo ha voluto pagare sempre lui. Anche questo era Mario<br />
Marzari.<br />
Antonio Mannu<br />
14<br />
Ag.Imm.<br />
CAPO D’ORSO<br />
Via Demartis, 2 Tel/fax 0789/709860<br />
07020 Palau (SS)<br />
Internet: www.immcapodorso.com<br />
E-mail: info@immcapodorso.com<br />
RIMESSAGGIO - RIPARAZIONI - ASSISTENZA E CANTIERISTICA<br />
RICOSTRUZIONE E RESTAURO BARCHE D’ EPOCA<br />
Concessionario<br />
Punto vendita<br />
Assistenza<br />
Arzachena - Loc. Monte Aguisi - RTF 0336/812345<br />
15
N A V I G A N D O<br />
SCAFI A VELA<br />
RADIOCOMANDATI<br />
Per iniziativa di un gruppo di soci dello Yacht Club Sassari<br />
si è costituito un gruppo di modellisti dediti alla costruzione<br />
di modelli a vela radiocomandati e alla partecipazione<br />
alle regate secondo le norme dell’associazione<br />
di classe nazionale denominata Modelvela. Il gruppo,<br />
che vede tra i promotori Piermario Piturru e Lorenzo<br />
Nuvoli, conta di organizzare regate per modelli radiocomandati<br />
in mare ma anche negli specchi d’acqua delle<br />
zone interne, come bacini, piscine ecc. Tra i programmi<br />
anche l’affiliazione alla Modelvela e la creazione di una<br />
squadra agonistica, la prima in Sardegna. Per informazioni<br />
ci si può collegare ed eventualmente iscrivere al sito<br />
internet web.tiscalinet./ycsassari o telefonare al numero<br />
03389400906<br />
IL PRIMO CIRCUITO INTER-<br />
NAZIONALE DI VELA LATINA.<br />
Partirà nel mese di maggio e vedrà il suo culmine il 25<br />
e 26 agosto con la Regata della Vela Latina di Stintino<br />
il primo Circuito Vela Latina Mediterraneo, una stagione<br />
di regate e raduni fra Sardegna, Costa Azzurra e Corsica<br />
organizzata dalla Velaidea, struttura di promozione<br />
di eventi nautici, con il patrocinio e la collaborazione<br />
dell’Associazione Vela Latina Tradizionale (A.VE.LA.) e il<br />
coinvolgimento determinante di alcuni fra i più prestigiosi<br />
yacht club e associazioni nautiche delle due isole e della<br />
Costa Azzurra. Il circuito, che avrà carattere competitivo<br />
sì, ma con lo spirito delle regate storiche e sociali, comprenderà<br />
una serie di appuntamenti in località di prestigio<br />
come Porto Rotondo, Ajaccio e S.Tropez, concentrati<br />
soprattutto fra maggio e giugno ed assegnerà diversi<br />
trofei sulla base delle Norme di Ammissione della regata<br />
stintinese, che suggellano così il proprio carattere di regolamento<br />
internazionale.<br />
Mentre andiamo in stampa il Presidente dell’A.VE.LA.,<br />
Piero Ajello, fra gli ideatori della inedita stagione dedicata<br />
alla vela latina, sta mettendo a punto le date e le sedi delle<br />
varie regate cercando di valutare e coordinare le numerose<br />
adesioni che gli sono pervenute da comuni rivieraschi<br />
e circoli nautici. Sono molte infatti le località che<br />
desiderano far parte dell’iniziativa che si ripromette, fra<br />
l’altro, l’ambizioso obiettivo di rendere itinerante almeno<br />
16<br />
www.autoyang.it
N A V I G A N D O<br />
N A V I G A N D O<br />
una parte della grande flotta di vele latine che ha decretato<br />
lo straordinario successo della 18^ Regata della<br />
Vela Latina a Stintino, con cento scafi tradizionali iscritti.<br />
Nel prossimo numero di <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> forniremo il<br />
calendario completo degli eventi e ogni altra informazione.<br />
Per il momento chi fosse interessato può contattare<br />
Piero Ajello ai seguenti numeri: 079 2917 86 oppure<br />
0336411719 o anche alla e-mail velalatina@tiscalinet.it<br />
MARE NOSTRUM<br />
SPONSOR<br />
Ringraziamo le due barche sponsorizzate dalla rivista<br />
<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> che nel 2000 hanno portato sui campi<br />
di regata il marchio della nostra casa editrice. Gianluca<br />
Manca con il suo Laser ha partecipato al circuito di<br />
regate riservate a questa classe e ad altre manifestazioni<br />
veliche. L’equipaggio di Isotex Vento dell’Este della classe<br />
Este 24 che ha vinto diverse manifestazioni del circuito<br />
regionale.<br />
LA SARDEGNA AL SALONE<br />
Al 40° Salone Nautico Internazionale di Genova, anche<br />
quest’anno, erano presenti vari stand provenienti dalla<br />
Sardegna.<br />
Il notevole il successo di visitatori e la presenza di aziende<br />
internazionali ha sottolineato il trend positivo del settore<br />
nautico degli ultimi anni. Molte le novità, sia di imbarcazioni<br />
che di attrezzature sempre più tecnologiche, oltre<br />
ad un sempre crescente interesse, da parte degli appassionati,<br />
per storia, tradizioni e, in genere, cultura di mare.<br />
La Sardegna ere ben rappresentata, come ogni anno, dall’ESIT<br />
(Ente Sardo delle Industrie Turistiche) che ospitava<br />
diverse aziende di servizi e produzione in ambito nautico<br />
e turistico.<br />
Il cantiere più rappresentativo della cantieristica sarda,<br />
come ormai da molti anni, era la Novamarine, leader<br />
internazionale dei battelli pneumatici. Lo stand di questa<br />
prestigiosa azienda è stato meta di innumerevoli appassionati<br />
che, oltre alla serie dei battelli speciali e alle novità<br />
tecniche presenti, hanno potuto ammirare un “gommone”<br />
di 17 mt. dalle caratteristiche innovative e, in particolare<br />
per quello presente in fiera, da un insolito allestimento.<br />
Ristorante Pizzeria<br />
cucina tipica e marinara<br />
Nautica Sabatini<br />
La Maddalena immersioni<br />
18<br />
Hotel Casa Mia<br />
Super offerta <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong><br />
7 giorni 1/2 pensione<br />
Lire 700.000<br />
escluso agosto<br />
Camere complete di tutti gli accessori:<br />
bagno - TV color - aria condizionata<br />
ampio parcheggio<br />
E-mail: h.casamia@tiscalinet.it - Viale Costa Smeralda - 07021 ARZACHENA (SS)<br />
Tel. (0789)82790 - 82056 - 83281 Fax (0789)83291<br />
Tel./fax 0789/737308 Tel./fax 0789/737331<br />
E-mail: scubacenter.seaworld@tiscalinet.it - www.seaworldscuba.com<br />
19
N A V I G A N D O<br />
Altri tre cantieri, l’Orion, il Togo e il Marino, hanno presentato<br />
le loro imbarcazioni.<br />
Il centro velico Orion ha sviluppato negli ultimi anni<br />
un’imbarcazione a vela per le scuole e il noleggio. L’Orion<br />
18 è una robusta deriva testata negli anni, da migliaia di<br />
allievi, e con caratteristiche specifiche per questi usi.<br />
Stefano Mereu e Marco Scanu hanno reinterpretato una<br />
piccola deriva per la scuola, il noleggio e il diporto: il<br />
Togo 41. Una barca facile da condurre, veloce da armare,<br />
comoda e spaziosa.<br />
Il Marino è un motoscafo open dove i particolari e<br />
la cura nella costruzione sono le sue caratteristiche<br />
peculiari.Queste aziende segnano una strada che, oggi,<br />
è considerata una delle vie di sviluppo della Sardegna,<br />
il turismo come vera vocazione moderna, e la nautica<br />
da diporto come accessorio strutturale per un discorso<br />
serio sul prossimo futuro di questo settore. Non solo<br />
servizi alla nautica ma anche produzione, con un occhio<br />
di riguardo per l’alta tecnologia e le costruzioni tradizionali<br />
in legno.<br />
Importante presenza di alcuni Marina, quali Marina di<br />
Portisco, Poltu Quatu e il Porto della Iniziative Turistiche<br />
Sarde che promuove le strutture sorte a ridosso del<br />
nuovo porto di Santa Teresa Gallura con i loro stand al<br />
N A V I G A N D O<br />
salone di Genova, hanno ben rappresentato la nuova<br />
e moderna offerta sarda per il diporto turistico. Marina<br />
moderni, attrezzati e organizzati per dare un servizio<br />
qualificato ai diportisti che navigano d’estate nelle nostre<br />
acque o che desiderano far svernare le loro imbarcazioni<br />
in un luogo dove, per il clima favorevole, possono navigare<br />
tranquillamente anche fuori stagione.<br />
<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong>, che nel 1999 è stato ospite dell’ESIT,<br />
era presente in questa occasione nello stand del Centro<br />
Velico Orion. Questi due anni di presenza del nostro<br />
giornale al Salone sono una importante esperienza fatta<br />
di critiche, confronti e molte soddisfazioni. Per il 20<strong>01</strong><br />
abbiamo già richiesto la disponibilità per avere uno stand<br />
diretto dove poter presentare le tante novità e i progetti<br />
di <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong>.<br />
20<br />
Il Villaggio Turistico “ACAPULCO” si affaccia sull’incantevole Golfo della<br />
Sciumara, dirimpetto a Porto Raphael e alla Costa degli Inglesi, con i suoi<br />
Bungalows tutti in muratura (a due, tre e quattro letti) con bagno e doccia,<br />
disposti su di un’area di 17.000 mq. con un fronte mare e scogliere proprie<br />
di 500 mt. Un favoloso ristorante, arredato in stile messicano, potrà farvi<br />
gustare i piaceri della cucina marinara.<br />
Il villaggio vi offre ancora:<br />
campeggio con piazzole per tende<br />
e caravans, servizi igienici centralizzati<br />
con docce calde, bar, pizzeria,<br />
attacco luce, pontile d’attracco<br />
per natanti, parcheggio privato,<br />
pesca subacquea, escursione alle<br />
isole dell’arcipelago di La Maddalena.<br />
07020 Palau (SS) - Tel. 0789/709497 - Fax 0789/706380<br />
dal 1969<br />
Nautica Salvatore Pirisi<br />
vendita - assistenza - rimessaggio<br />
solo i migliori marchi<br />
Zona Industriale Predda Niedda Nord strada nr. 2 - 07100 Sassari<br />
telefono e fax 079/260422 - 347/7125998 - e-mail: nauticapirisi@tiscalinet.it<br />
21
N A V I G A N D O<br />
N A V I G A N D O<br />
ALGHE NEL GOLFO<br />
Le Chlorophyceae, note come alghe verdi, comprendono<br />
anche la famiglia delle Caulerpacee, rappresentata<br />
in Mediterraneo da tre specie, Caulerpa prolifera, Caulerpa<br />
taxifolia, Caulerpa racemosa, delle quali soltanto la prima<br />
è specie endemica, presente quindi naturalmente lungo<br />
le nostre coste, mentre le altre due, di provenienza “esotica”,<br />
sono componenti della nostra flora acquatica solo<br />
in tempi relativamente recenti. Caulerpa taxifolia, specie<br />
tropicale, fu osservata per la prima volta a Monaco nel<br />
1984 e da allora si è espansa ricoprendo vaste aree<br />
costiere del Mediterraneo occidentale e del <strong>Mare</strong> Adriatico.<br />
E’ stata studiata approfonditamente così da poter<br />
affermare che: Caulerpa taxifolia presente in Mediterraneo<br />
ha alcune inusuali caratteristiche morfologiche e<br />
fisiologiche rispetto a quella che si ritrova nei mari tropicali;<br />
si può adattare a differenti condizioni di luce e si<br />
ritrova in estese formazioni da uno fino a 50 metri di<br />
profondità; le curve di crescita, comparate con le temperature<br />
dell’acqua, mostrano un adattamento ad ampi<br />
intervalli di temperatura e una resistenza alle fredde temperature<br />
invernali; non c’è relazione tra lo sviluppo dell’alga<br />
e la qualità dell’acqua, cresce ugualmente bene in<br />
acque inquinate e non inquinate; sintetizza nove sostanze<br />
tossiche, tra le quali la caulerpenina è la predominante e<br />
la percentuale di tossine per peso secco è solitamente<br />
più alta nel Mediterraneo che nei mari tropicali; non è<br />
stato ritrovato un accumulo di caulerpenina nei ricci che<br />
si sono nutriti di Caulerpa taxifolia, né sono stati osservati<br />
rischi per l’uomo; colonizza ogni tipo di fondale roccioso,<br />
sabbioso, fangoso e i fondi degradati a Posidonia, invadendo<br />
le biocenosi preesistenti modificandone la biodiversità<br />
e l’ecodiversità.<br />
La Caulerpa racemosa, rinvenuta recentemente a più<br />
riprese su un fondale di due metri lungo il litorale che<br />
va da Platamona fino a Marritza, possiede lunghi stoloni<br />
muniti di ramoscelli di lunghezza variabile da uno a 10<br />
cm semplici o biforcati ricoperti da altri ramoscelli sferici<br />
a forma di clava. E’ una delle specie più variabili del suo<br />
genere, tipica del Mar Rosso è presente nel Mediterraneo<br />
fino dagli anni ’50 immigrata attraverso il canale di<br />
Suez con una diffusione che sembrava limitata alle coste<br />
turche, egiziane e tunisine, mentre ora sembra in rapida<br />
espansione in tutto il Mediterraneo: in Italia è stata già<br />
segnalata in Liguria, Toscana e sulle coste del Salento. Il<br />
grado di insediamento è mutevole, e dalla sporadica presenza<br />
con qualche ramoscello isolato, si passa ad una fitta<br />
diffusione ad intreccio degli stoloni che lasciano poco<br />
spazio alla flora sottostante, fino a giungere al punto che<br />
gli stoloni si accavallano più e più volte gli uni sugli altri<br />
formando un vero e proprio tappeto verde. In quest’ultimo<br />
stadio, tra gli stoloni e i peli radicali, si forma uno<br />
strato di sostanze organiche di rifiuto ed oltre alla Caulerpa<br />
racemosa non è presente nessun’altra specie sia<br />
di flora, sia di fauna fitofaga. Essendo evidente il carattere<br />
infestante di quest’alga e la sua ormai comprovata<br />
capacità di alterare gli habitat marini, sarebbe bene istituire<br />
un monitoraggio accurato e controllare, dove possibile,<br />
l’espansione di questa specie in particolar modo per<br />
mezzo dell’eradicazione delle colonie nelle aree ad alto<br />
valore naturalistico.<br />
Alberto Ruiu<br />
ISTITUTO GIORDANO<br />
Gennaro e Luigi Di Meglio della MOTOMARSARDA di<br />
Porto Torres sono diventati i referenti per il Nord Sardegna<br />
dell’ ISTITUTO GIORDANO. L’Italia nel 1998 si è<br />
dovuta adeguare alle normative europee in tema di registro<br />
navale e il RINA ha dovuto lasciare spazio ai privati.<br />
Tutto ciò che riguarda revisioni e omologazioni per la<br />
nautica da diporto fino a imbarcazioni di 24 metri è oggi<br />
verificabile e certificabile dalle aziende che sono state<br />
ammesse a svolgere questa attività, valida e parificata alle<br />
certificazioni RINA. L’ISTITUTO GIORDANO è uno dei<br />
primi che in Italia ha offerto questo servizio. Oggi, in Sardegna,<br />
i signori Di Meglio, con la loro esperienza nella<br />
cantieristica da diporto e professionale, assicurano una<br />
novità per la nautica da diporto isolana.<br />
SANTA MARIA NAVARRESE<br />
Il nuovo e bellissimo porto di Santa Maria Navarrese ha<br />
imboccato la strada giusta.<br />
Anche un biglietto di auguri inviato per le festività ai<br />
propri clienti è un segno tangibile della volontà di fare, e<br />
di fare bene. Auguri da parte di <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> al Marina<br />
di Santa Maria Navarrese.<br />
M<br />
arina del sole<br />
olo Sant’Elmo<br />
Divisione turismo nautico di<br />
Cantieri del Sole S.r.l.<br />
GUIDA ALLA NAUTICA IN<br />
SARDEGNA<br />
Dal prossimo numero di aprile inseriremo una sezione<br />
dedicata alle attività che si occupano di nautica e mare<br />
in Sardegna. Sarà una vera e propria guida alle attività<br />
che sono all’interno del settore, nautica, produzione e<br />
vendita, accessoristica, servizi, ecc.. Un luogo dove, chi è<br />
in cerca di un servizio o una merce inerente il mare,<br />
può trovare chi può soddisfarlo. Per informazioni per le<br />
aziende che desiderano essere inserite, inviare fax al n.<br />
079/295570 o scrivere in redazione.<br />
APPRODO TURISTICO<br />
E CENTRO DI SERVIZIO<br />
E ASSISTENZA PER<br />
LA NAUTICA DA DIPORTO<br />
22<br />
Molo Sant’Elmo - Calata dei Mercedari<br />
Porto di Cagliari (loc. Su Siccu)<br />
Tel. 070 308730<br />
Recapito postale: Via Alziator, 2<br />
09126 Cagliari - Tel. e fax 070 389080<br />
e-mail: marinadelsole@tiscalinet.it<br />
Http://marinadelsole-santelmo.com<br />
Ormeggio stanziale e in transito<br />
Assistenza e guardianaggio 24/24 h<br />
Acqua e energia elettrica 220/380<br />
Alaggio e varo sino a 50 tonn.<br />
Rimessaggio all’aperto<br />
con tutti gli interventi di assistenza<br />
Fornitura accessori nautici<br />
23
Barcellona 31 dicembre 2000: sta per<br />
partire la regata più estrema di sempre,<br />
il giro del mondo in equipaggio senza<br />
scalo e con limitatissima assistenza, senza<br />
alcun limite di dimensioni, velatura o tipo di<br />
imbarcazione, denominata semplicemente<br />
“The Race” (La Corsa) e ideata nel 1993<br />
dallo skipper francese Bruno Peyron, al<br />
suo arrivo dal record del giro del mondo<br />
a vela al di sotto del limite degli ottanta<br />
giorni dettato da Jules Verne, per celebrare<br />
l’inizio del nuovo millennio. Sulla<br />
banchina della Marina del Port Vell di<br />
Barcellona sono allineati i sei mastodontici<br />
ordigni che si apprestano a partire.<br />
Sono barche a vela, anzi navi, ma<br />
differiscono notevolmente da quanto<br />
si sia mai visto in questo campo:<br />
innanzitutto Club Med, Playstation,<br />
Code One – Innovation Explorer,<br />
Team Adventure, Warta Polpharma<br />
e Team Legato sono sei catamarani,<br />
tutti i team impegnati sono<br />
arrivati alla stessa tipologia di<br />
scafo, evidentemente è quella<br />
che garantirà le maggiori velocità<br />
su questo percorso, poi le<br />
dimensioni, le maggiori raggiunte<br />
fino ad ora da questo<br />
tipo di imbarcazioni, dai 25<br />
ai 38 metri di lunghezza e<br />
dai 13 agli oltre 18 metri di<br />
larghezza, e alberi dai 32 ai<br />
41.5 metri. Infine la tecnologia,<br />
sicuramente la più<br />
Team Adventure<br />
portato dal<br />
californiano Cam<br />
Lewis ha passato<br />
per primo la<br />
prima boa,<br />
rimanendo poi in<br />
testa fino allo<br />
Stretto.<br />
spinta in termini di materiali, velature e ritrovati tecnici, sulla banchina del Port<br />
Vell è presente il futuro della navigazione a vela, gran parte delle innovazioni che<br />
saranno la vela dei prossimi decenni probabilmente sono state ideate per questa<br />
regata e verranno testate e migliorate nel corso della gara. Ma non è solo questo<br />
che rende spettacolare questa manifestazione: ci sono anche gli uomini: otto<br />
fra skipper e co - skipper fra i più noti e titolati della vela oceanica, tipi<br />
come Grant Dalton e Frank Proffit su Club Med, Loïck Peyron e Skip Novak<br />
su Code One, Steve Fosset su Playstation, Roman Paszke su Warta, Cam<br />
Lewis su Team Adventure e Tony Bullimore su Team Legato, e gli equipaggi,<br />
mediamente di 12 – 14 uomini, un concentrato di professionisti<br />
con migliaia se non centinaia di migliaia di miglia in oceano alle spalle,<br />
si è calcolato che fra di essi si possono annoverare più di 100 giri del<br />
mondo in regata, e le velocità di punta già raggiunte in allenamento<br />
e qualificazione da questi ipercatamarani, che sono tutte superiori ai<br />
32 nodi fino ai terrificanti 39.5 nodi dichiarati da Team Adventure,<br />
già impegnative anche per scafi a motore, con medie massime di<br />
percorrenza nelle 24 ore intorno alle 500 miglia col record assoluto<br />
di 625.7 di Club Med, e i budget enormi, supportati da grossi<br />
sponsor come Disneyland, Sony, Renault, France Telecom, Club<br />
Med ed altri. Insomma un evento epico, sul percorso ormai classico<br />
del giro del mondo doppiando i tre capi intorno all’Antartide<br />
, “lasciando i pinguini a dritta e le vacche a sinistra”<br />
secondo il detto ormai comune, e passando nello stretto di<br />
Cook tra le due isole della Nuova Zelanda, ma senza scali<br />
ufficiali e con pesanti penali in termini di tempo per chi<br />
faccia scalo in un qualunque porto per riparare eventuali<br />
avarie, e arrivo a Marsiglia dopo, si pensa, una settantina<br />
di giorni di percorso demolendo qualunque precedente<br />
record di navigazione a vela oceanica. Grazie alla gentilezza<br />
e all’ospitalità dell’armatore Emili Armengol<br />
assistiamo alla partenza di questa regata del futuro a<br />
bordo di una barca che rappresenta gli antipodi dei<br />
sei avveniristici catamarani: il Sardinal catalano a<br />
vela latina “Sa Rata”, uno scafo di nove metri del<br />
1926 che rappresenta perfettamente la vera tra-<br />
Il sardinal a<br />
testo e foto di Paolo Ajello<br />
vela latina “Sa<br />
Rata” durante<br />
la sua<br />
partecipazione<br />
alla 17°<br />
Regata della<br />
Vela Latina a<br />
Stintino<br />
nell’agosto del<br />
L’affascinante<br />
1999, la barca<br />
contrasto tra la<br />
compì il<br />
vela latina<br />
tragitto<br />
di Sa Rata e la<br />
Barcellona –<br />
Stintino – Barcellona<br />
tecnologia di<br />
24 Warta.<br />
via mare. 25<br />
THE RACE<br />
la partenza della regata più estrema della storia<br />
vista da bordo di una barca a vela latina.
dizione della vela latina catalana. Sa Rata, che in catalano<br />
significa “il topo” e prende nome da un isolotto della Catalogna,<br />
è ormai legata a doppio filo con la Sardegna. Infatti<br />
nell’estate del 1999, Emili Armengol, che aveva acquistato<br />
e restaurato questa barca da pesca del porto di Les Cabannes,<br />
nella Catalogna francese, col suo equipaggio di amici<br />
appassionati di vela latina, decise di mettere in pratica un<br />
sogno a lungo coltivato e di partecipare alla 17° Regata<br />
della Vela Latina di Stintino raggiungendo la Sardegna<br />
da Barcellona via mare. Per realizzare il loro progetto,<br />
nel corso di quell’estate, Emili e il suo equipaggio<br />
compiono una piccola impresa: in due persone, costeggiando<br />
le coste spagnole francesi ed italiane arrivano<br />
a Varazze da qui in tre raggiungono la Corsica, poi la<br />
Sardegna e finalmente Stintino dove partecipano alla<br />
Regata della Vela Latina insieme ad un’altra barca<br />
catalana, la “Goretti” proveniente da La Escala con<br />
rotta diretta. Il ritorno è una scelta obbligata: ca. 250<br />
miglia di rotta diretta Stintino – Barcellona, senza<br />
scali e sotto l’ombra inquietante del Golfo Del<br />
Leone. Partono insieme a Goretti, ma un avaria<br />
costringe questa alla sosta, Sa Rata prosegue da<br />
sola senza radio, andata in avaria e col motore in<br />
difficoltà riesce comunque ad arrivare alla meta.<br />
Tenendo conto che si tratta di una barca molto<br />
simile ai nostri gozzi senza tuga e cabina e che<br />
le condizioni meteo non erano tra le migliori,<br />
vento e mare in prua, si trattò di un vero atto<br />
di coraggio. A ricordo di quella stagione entusiasmante<br />
Sa Rata ha mantenuto issati sull’antenna<br />
la bandiera dei quattro mori di Sardegna<br />
e il guidone del Circolo Nautico Torres, organizzatore<br />
della regata di Stintino, ed Emili ce<br />
li mostra orgoglioso durante la partenza di<br />
The Race.Usciamo dal porto di Barcellona<br />
insieme ad una flotta di barche di spettatori<br />
di tutti i tipi tra cui emergono altissimi gli<br />
alberi alari dei catamarani. Affianchiamo<br />
per un lungo tratto Team Adventure che esce dal porto:<br />
il contrasto tra i due scafi è affascinante, il passato e<br />
il futuro della vela navigano assieme separati da un<br />
evoluzione tecnologica che viene difficile pensare si<br />
sia realizzata in soli settanta anni. Poi ci troviamo<br />
immersi nel caos della partenza e delle barche<br />
degli spettatori, tra le quali decollano questi fantastici<br />
catamarani attorniati dagli elicotteri e<br />
dai gommoni dei fotografi che spesso devono<br />
ricorrere a tutta la loro potenza per stargli<br />
dietro. Il vento deciso da SW sui 15 –17<br />
nodi aumenta la confusione ma spinge bene<br />
i catamarani che si preparano a tagliare la<br />
linea di partenza e a compiere il breve<br />
percorso tra due boe prima di iniziare a<br />
masticare miglia prima in Mediterraneo<br />
e poi in Atlantico. Nel caos uno sloop<br />
francese ci arriva addosso e nello<br />
scontro rompiamo il carro dell’antenna,<br />
ma conquistiamo comunque<br />
una buona posizione vicino alla<br />
prima boa. Ci passano vicino<br />
questi veri e propri aerei, tranquillissimi<br />
nonostante la velocità<br />
primo è Team Adventure,<br />
davanti a Club Med e<br />
via via gli altri, solo quarto<br />
il gigante Playstation con<br />
la randa in Cuben-fiber<br />
stranamente terzarolata,<br />
probabilmente accusa già i problemi che la porteranno alla sua<br />
sostituzione a Gibilterra, rimane a terra Team Legato che sta<br />
risolvendo gli ultimi problemi di equipaggio e deve ancora<br />
percorrere parte della qualificazione, partirà il giorno successivo.<br />
In pochi minuti i giganti sbranano il tracciato, superano<br />
tutte le boe e si avventano sul mare aperto, bordeggiando<br />
verso il mitico Stretto che li lancerà sulle rotte degli alisei.<br />
Noi rientriamo, lasciamo il futuro, attraverso i ponti leva-<br />
Club Med<br />
In alto, il gigante Playstation<br />
mostra il<br />
in banchina può dare rifugio ai<br />
suggestivo<br />
gommoni di assistenza tra i suoi<br />
disegno del<br />
scafi. Alle sue spalle il<br />
suo scafo. Sua<br />
gigantesco mappamondo<br />
la condotta<br />
gonfiabile che costituiva la<br />
della gara in<br />
scenografia dell’area portuale.<br />
26 Atlantico.<br />
Sotto, Warta Polpharma. 27
toi che solcano il porto di Barcellona passiamo sotto la statua di Cristoforo<br />
Colombo che indica il Nuovo Mondo; col nostro vecchio scafo<br />
a vela latina siamo più vicini a lui che a quelle folgoranti barche del<br />
nostro tempo.<br />
Le barche e la prima parte della regata.<br />
Dopo l’emissione del bando di regata si è arrivati alla partenza di<br />
The Race attraverso una serie infinita di rinunce e ritiri per difficoltà<br />
finanziarie o problemi tecnici di gran parte dei potenziali<br />
concorrenti l’ultimo dei quali, il rivoluzionario Team Philips,<br />
è stato abbandonato in Atlantico per rotture irreversibili pochi<br />
giorni prima della partenza. Rimangono in sei :<br />
Club Med di nazionalità neozelandese. Lungo mt. 33.5 largo<br />
mt 17.5 con una sup. velica massima di 800 mq. Il progetto<br />
si deve a Gilles Ollier lo skipper è Grant Dalton, neozelandese,<br />
coadiuvato da Franck Proffit, francese. Ha raggiunto<br />
una velocità massima di 38 nodi.<br />
Code One – Innovation Explorer batte bandiera francese.<br />
Con una lunghezza di 33 metri e, una larghezza di 17.50<br />
e una superficie velica max di 800 mq, questo progetto<br />
di Gilles Ollier, è condotto da un’accoppiata stellare:<br />
il francese Loïck Peyron, soprannominato “Monsieur<br />
Multicoque” (Signor Multiscafo), e l’americano Skip<br />
Novak come secondo. Ha fermato il log su 37 nodi.<br />
Playstation, americano è il gigante del gruppo, con<br />
38 mt. di lunghezza, 18.28 di larghezza e 1036<br />
mq di sup. velica massima. Lo skipper è Steve<br />
Fosset, americano, recordman del volo in mongolfiera,<br />
il progetto è di Gino Morrelli e Pete<br />
Melvin, e la velocità di punta è di 36 nodi.<br />
Warta Polpharma, di bandiera polacca, è il<br />
“vecchio” Explorer di Bruno Peyron, già detentore<br />
del record di Jules Verne. Con “soli”<br />
26 metri di lunghezza, 13.60 di larghezza,<br />
e 628 mq di max<br />
sup. velica, questo<br />
progetto di G.<br />
Ollier, comandato<br />
dal polacco Roman<br />
Paszke, è il più<br />
piccolo fra i sei.<br />
Ciononostante<br />
raggiunge punte<br />
di 36 nodi.<br />
Team Adventure,<br />
americano,<br />
è portato<br />
da Cam Lewis<br />
e progettato da Gilles Ollier. Le sue<br />
dimensioni sono lunghezza mt. 32,<br />
larghezza mt. 17.50, sup. vel. max<br />
mq 800 e la velocità di punta è<br />
la maggiore di tutti: 39.5 nodi!<br />
Team Legato batte bandiera<br />
inglese. Radicali modifiche<br />
hanno trasformato il glorioso<br />
Enza attuale detentore del record sul giro del mondo, costruito<br />
nel 1983 su progetto di Nigel Irens. La sua lunghezza è di mt.<br />
31 la larghezza di mt. 12.80 e la sup. vel. max di mq 550, la<br />
velocità di punta di 32.5 nodi. Lo conduce l’inglese Tony Bullimore.<br />
Dopo la partenza di Barcellona in circa dieci giorni i primi concorrenti<br />
hanno attraversato l’equatore. Al momento della nostra chiusura un<br />
ristretto terzetto composto da Club Med (1°), Team Adventure<br />
(2°) e Innovation Explorer (3°) sta conducendo distanziando di<br />
alcune centinaia di miglia Playstation che sta cercando rabbiosamente<br />
di recuperare il tempo perduto in una sosta di<br />
48 ore a Gibilterra per sostituire la randa squarciata. L’appuntamento<br />
è a Marsiglia a Marzo per l’arrivo. La regata si<br />
può seguire in tempo reale sul sito internet www.therace.org<br />
Sopra, Innovation Explorer ha<br />
condotto un serrato match race<br />
in Atlantico con Club Med.<br />
Sotto, Warta Polpharma di<br />
Playstation<br />
bolina. La barca polacca è il già<br />
arriva alla<br />
noto Jet Service poi Explorer<br />
prima boa: è<br />
di bruno Peyron ulteriormente<br />
28 solo quarto.<br />
aggiornato e modificato. 29
Il mare della Sardegna continua a fondo del mondo è iniziata nella prima<br />
fare da scenario a grandi manifestazioni<br />
e imprese sportive. Prima ha iniziato gli esercizi di ventilazione,<br />
mattinata, intorno alle dieci. Genoni<br />
di Sergio Casano<br />
le acque di Villasimius, poi quelle di<br />
Valledoria e Arbatax e, infine quelle<br />
di Ottiolu, a Budoni dove Gianluca<br />
Genoni lo scorso 12 ottobre ha stabilito<br />
il nuovo record mondiale di immersione<br />
in assetto variabile (l’atleta<br />
scende alla quota stabilita su una sorta<br />
di slittino con l’ausilio di una zavorra<br />
e nella risalita può aiutarsi issandosi<br />
sul cavo). Il sub di Galliate, allievo<br />
di Umberto Pellizzari (che inaugurò<br />
alcuni anni fa nella nostra isola la<br />
grande stagione iridata dell’apnea), ha<br />
ritoccato per due volte, nell’arco di<br />
quattro giorni, il suo precedente primato<br />
mondiale, scendendo prima a<br />
quota -123, poi a –125 metri.<br />
Tre minuti e un secondo, questa è la<br />
durata del record di Gianluca Genoni,<br />
che anche a Budoni ha indossato l’ormai<br />
famosa muta da sub bianca “Mi<br />
ha sempre portato fortuna e continuerò<br />
ad indossarla”. La giornata del nuovo<br />
respirazioni profonde e qualche piccola<br />
discesa per tastare il mare poi, cinque<br />
minuti dopo le undici, la vera immersione,<br />
quella che conta e che ha sancito<br />
il nuovo record mondiale di apnea profonda.<br />
Gianluca Genoni, dunque, è il nuovo<br />
signore degli abissi, quello che è riuscito<br />
a riportare in superficie la tacchetta<br />
che segna meno 125 metri. Un<br />
limite incredibile, raggiunto grazie ad<br />
una grande organizzazione e a una preparazione<br />
psico-atletica che si è affinata<br />
in questi ultimi anni, durante i<br />
quali il mondo dell’apnea ha fatto passi<br />
da gigante. Sembrano infatti ormai lontane<br />
anni luce le scuole di apnea di<br />
Maiorca e Mayol. Il siciliano basava<br />
i suoi record soprattutto sulla preparazione<br />
fisico e atletica, mentre il sub<br />
francese non trascurava il fattore mentale,<br />
oltre a quello atletico, aiutandosi<br />
con lo yoga, tecnica che è stata adottata<br />
30 primato mondiale dell’uomo più pro-<br />
anche da Pellizzari.<br />
31<br />
L’uomo più<br />
profondo<br />
del mondo
Ma dietro ogni record, c’è sempre<br />
una grande macchina organizzativa, un<br />
team di esperti e addetti ai lavori<br />
che prepara nei minimi dettagli l’impresa.<br />
A Budoni, oltre che dalla sua<br />
equipe posizionata a bordo del Proteo,<br />
Gianluca Genoni è stato assistito dalla<br />
nave della Marina Militare Antea,<br />
dotata di tutte le attrezzature , come<br />
ad esempio la camera di decompressione,<br />
necessarie per ogni emergenza.<br />
Otto giorni prima del record mondiale,<br />
il sub lombardo è stato protagonista di<br />
un incidente che avrebbe potuto avere<br />
gravi conseguenze. Durante una discesa<br />
d’allenamento, nella specialità più pericolosa<br />
del “No–limits”, Genoni a quota<br />
–145 non è riuscito ad aprire un pallone<br />
che avrebbe dovuto portarlo in superficie,<br />
disturbato dal cavo della zavorra. A<br />
salvarlo è stato un sub dell’assistenza<br />
che gli ha fornito un pallone d’emergenza<br />
proprio quando il primatista<br />
mondiale tentava lentamente la risalita<br />
a braccia.<br />
Una specialità, il no-limits (si scende<br />
con una zavorra senza limiti di peso e<br />
si risale con l’ausilio di palloni o giubbotti<br />
gonfiabili) molto rischiosa, che<br />
Gianluca Genoni ha deciso di accantonare<br />
per migliorare invece il record<br />
in assetto variabile. L’appuntamento è<br />
fissato ancora una volta nel mare sardo<br />
che, sarà per la sua limpidezza, sarà per<br />
l’ospitalità della gente, farà ancora una<br />
volta da cornice alle grandi imprese,<br />
da annoverare tra i Guinnes dei primati<br />
mondiali.<br />
Gianluca Genoni<br />
1996 (Siracusa) –106 mt record mondiale assetto<br />
variabile regolamentato<br />
1997 (Arbatax) –120 mt record mondiale assetto<br />
variabile regolamentato<br />
1998 (S.Teresa Gallura) 1° posto campionato<br />
mondiale a squadre in apnea<br />
1998 (Porto Ottiolu) –121 mt record mondiale<br />
assetto variabile regolamentato<br />
1998 (Porto Ottiolu) –135 mt record mondiale<br />
assetto variabile assoluto<br />
1999 (Porto Ottiolu) –122 mt record mondiale<br />
assetto variabile regolamentato<br />
1998 (Porto Ottiolu) –138 mt record mondiale<br />
32 assetto variabile assoluto<br />
33
Il gozzo di<br />
zio<br />
Salvatore<br />
Il racconto dei lettori<br />
Da quel giorno Stefano aveva chiesto<br />
a Zio Salvatore del suo vecchio gozzo,<br />
di come fare per rimetterlo a posto, di<br />
come si comportasse sottovela e altre<br />
cose che non gli erano mai interessate<br />
prima.<br />
Zio Salvatore gli aveva raccontato più<br />
volte della sua vita di pescatore, dei<br />
pesci e delle aragoste che lui e Peppino<br />
e Gavino e Zio Pietro avevano preso<br />
al mare di fuori o dietro il passo di<br />
Fornelli, dove si trovava il carcere, ma<br />
poco o niente del San Giuseppe che<br />
giaceva a secco sulla battigia del porto<br />
vecchio.<br />
-Peppino recupera l’orza a poppa,<br />
ancora …, cazza ancora …, strozzala lì<br />
sul baglio.<br />
- Tiu Salvatore cambiamo l’antenna,<br />
mettiamo la vela piccola. Il vento sta<br />
rinforzando e al passo della Pelosa lo<br />
avremo in poppa piena …. Avremo<br />
delle belle onde!<br />
- non ti preoccupare Peppino, abbiamo<br />
bisogno di tela che ci faccia venir fuori<br />
dalla schiuma.<br />
Il maestrale soffiava costante e il San<br />
Giuseppe si comportava bene. A bordo<br />
c’era tensione e il timore di un imprevisto.<br />
Zio Salvatore timonava la barca attraverso<br />
le secche, dava i comandi mentre<br />
gli altri lo seguivano eseguendo rapide<br />
manovre.<br />
- Tiu Salvatore, attento!, lì frange, lì<br />
sotto la torre frange come non mai ….,<br />
passiamo larghi.<br />
L’ultimo frangente sospinse il gozzo<br />
attraverso lo stretto budello che conduceva<br />
alla spiaggia.<br />
Gli altri uomini ora scherzavano mentre<br />
Zio Salvatore se ne stava in silenzio<br />
con lo sguardo rivolto alle vele e a quel<br />
mare che conosceva palmo a palmo.<br />
Quel mare era stato tutta la sua vita. Zio<br />
Salvatore era orgoglioso di quel duro<br />
lavoro ma sapeva che suo figlio non lo<br />
avrebbe fatto mai. Fece di tutto perché<br />
studiasse, gli trovò un buon lavoro in<br />
città ed ora Sandro non aveva rughe sul<br />
volto.<br />
34<br />
Zio Salvatore se ne stava seduto<br />
di fronte alla sua casa mentre<br />
all’orizzonte le vele bianche si<br />
dirigevano verso il Porto Nuovo dopo<br />
aver trascorso tutta la giornata in mare.<br />
C’era vento di maestrale e i gozzi navigavano<br />
veloci.<br />
Suo nipote Stefano non aveva mai<br />
mostrato alcun interesse per le barche<br />
fino all’anno prima, quando aveva<br />
regatato sul San Donato, una bella<br />
lancia di proprietà della famiglia Santini.<br />
Franco Santini era suo amico e ogni<br />
anno partecipava alla regata di vela<br />
latina che si teneva in paese nei primi<br />
giorni di settembre.<br />
A bordo del San Donato Stefano aveva<br />
imparato subito a manovrare il caro e al<br />
termine delle regate tutto l’equipaggio<br />
si era congratulato con lui per la precisione<br />
e la velocità con le quali aveva<br />
controllato l’antenna.<br />
Anche Elena, la sorella di Franco, gli<br />
aveva fatto i complimenti ed era rimasta<br />
a lungo sul molo mentre Stefano si<br />
attardava nel disarmare la barca.<br />
Elena prendeva in giro il fratello e Stefano<br />
e sorrideva.<br />
Stefano l’aveva osservata per tutta la<br />
regata. Aveva notato i suoi occhi, concentrati<br />
sul fiocco per cogliere ogni più<br />
piccolo rifiuto della vela, e il suo viso<br />
che gli era apparso bellissimo.<br />
Zio Salvatore avrebbe voluto solo che<br />
35
Peppino fosse accanto a lui in quel<br />
momento, che la malattia non lo avesse<br />
portato via, per guardare insieme quelle<br />
vele bianche che incrociavano al largo.<br />
Durante l’inverno aveva chiesto al<br />
maestro d’ascia di riparare il San Giuseppe<br />
e il gozzo era pronto a riprendere<br />
il mare.<br />
Stefano aveva iscritto la barca alla<br />
regata e ora, dopo la prima prova, Zio<br />
Salvatore lo vedeva rientrare in porto.<br />
Dopo aver rimesso a posto le vele e<br />
sciacquato il ponte il nipote sarebbe<br />
corso a casa per raccontargli come era<br />
andata.<br />
- hai visto come sono salito bene dopo<br />
la partenza. Ho stretto più degli altri,<br />
le vele erano gonfie e la barca reagiva<br />
bene al timone.<br />
- sì, stamattina ti ho visto quando eri<br />
davanti al molo. C’era un bel maestralino.<br />
- avrei dovuto salire più sottocosta<br />
prima di virare<br />
- dovevi salire fin dentro Cala Lupo e<br />
virare quasi sugli scogli.<br />
Il tono di Zio Salvatore era severo<br />
anche se avrebbe voluto dirgli che<br />
quella manovra andava bene lo stesso.<br />
- sai nonno mi sono bisticciato con<br />
Carlo. Ad ogni virata esponeva male<br />
il fiocco e poi si incattivava sempre la<br />
scotta sull’antenna. Dopo tutte le uscite<br />
insieme pensavo avesse imparato …<br />
- siete amici da molti anni, mi spiace<br />
che litighi con lui.<br />
- nonno, se Carlo non sa passare il<br />
fiocco non è colpa mia.<br />
La mattina seguente Zio Salvatore<br />
aveva svegliato Stefano informandolo<br />
che durante la notte il vento aveva<br />
girato.<br />
Alla partenza Stefano, approfittando del<br />
vento di Levante che soffiava forte,<br />
virava e virava in continuazione cercando<br />
di controllare le altre barche.<br />
La Giuria aveva dato il segnale dell’ultimo<br />
minuto e Carlo aveva iniziato a<br />
scandire i secondi che mancavano al<br />
via.<br />
Le barche si incrociavano, prue contro<br />
prue, con il San Giuseppe che correva<br />
sullo specchio d’acqua che delimitava<br />
la linea di partenza.<br />
Allo sparo Stefano disse a Carlo di cazzare<br />
il fiocco più stretto e di controllare<br />
sottovento cosa facevano gli altri.<br />
- continua così, portala a camminare,<br />
sotto raffica falla salire bene, il San<br />
Donato è bene sotto, non riesce a risalire,<br />
attento che è probabile che viri.<br />
Stefano era concentrato e nervoso e<br />
eccitato e pronto a superare il suo<br />
amico già alla partenza.<br />
Mentre teneva stretto il timone si era<br />
abbassato sotto la randa per vedere il<br />
San Donato e Elena, intenta a cazzare<br />
la scotta del fiocco con movimenti<br />
svelti e rapidi, e i suoi capelli biondi<br />
scompigliati dal vento.<br />
- Stefano, sveglia!, attento che sei<br />
troppo puggiato, ci penso io a guardare<br />
le altre barche!<br />
Stefano si accorse solo allora di essersi<br />
36<br />
distratto quel tanto da consentire a<br />
Franco Santini di passargli davanti.<br />
Stefano era teso e tentava, con successive<br />
e nervose virate, di raggiungere la<br />
prua di Franco.<br />
Per tutta la regata il San Donato<br />
rimase mezza barca avanti e ora con<br />
l’andatura di bolina le barche scarrocciavano<br />
verso la costa.<br />
Passata l’ultima boa il San Donato era<br />
vicinissimo.<br />
Stefano voleva superarlo nell’andatura<br />
in poppa, in prossimità della linea di<br />
arrivo. Decise allora di tentare una<br />
serie di strambate per liberarsi dal con- 37
trollo dell’altro gozzo.<br />
- cazza il caro e fai passare l’antenna,<br />
cazza orza a poppa …, ancora …, ora<br />
mettila in tensione e seguila …<br />
- Stefano sei troppo vicino a Franco,<br />
allargati, non puoi stargli così attaccato.<br />
- lascia stare Carlo, so quello che<br />
faccio, devo passarlo …, pronti a<br />
strambare ..<br />
Le barche quasi si toccavano e la voce<br />
di Franco si era fatta riconoscibile.<br />
- Stefano non puoi strambare, è scorretto,<br />
non lo fare …, occhio ragazzi!,<br />
il San Giuseppe stramba …, adesso<br />
stramba …<br />
Stefano poteva vedere l’agitazione crescere<br />
nell’equipaggio avversario e la<br />
sorpresa per quella manovra improvvisa<br />
e inaspettata e il tentativo di<br />
Franco di liberarsi dai rifiuti del San<br />
Giuseppe.<br />
Il San Donato perdeva velocità mentre<br />
il San Giuseppe gli sfilava avanti<br />
andando a tagliare la linea di arrivo con<br />
un vantaggio di pochi metri.<br />
In banchina le due imbarcazioni erano<br />
ormeggiate poco distanti.<br />
Franco era andato via senza neanche<br />
disarmare il San Donato ed evitando di<br />
incrociare lo sguardo di Stefano.<br />
Stefano e il suo equipaggio erano sul<br />
molo per piegare le vele quando Elena<br />
si presentò all’improvviso di fronte a<br />
loro.<br />
- Ma che cavolo hai fatto! Per poco ci<br />
venivi addosso! Non hai ancora imparato<br />
ad andare in barca La tua strambata<br />
è stata scorretta! Meglio arrivare<br />
seconda che vincere la regata in questo<br />
modo!<br />
Stefano non ebbe neanche il tempo di<br />
replicare che Elena gli aveva già dato<br />
le spalle.<br />
Rientrato a casa Stefano trovò il nonno<br />
in cucina intento a bere un caffè.<br />
- Nonno…<br />
Non riusciva a parlare. Pensava alla<br />
regata, alla fuga di Franco, alle cose<br />
che gli aveva detto Elena, al nonno che<br />
aveva visto tutto dal molo.<br />
- ho vinto .., sono arrivato primo…<br />
- non hai vinto un bel niente! Quella<br />
strambata te la potevi risparmiare. Non<br />
conosci le regole del mare. Io non avrei<br />
chiuso Franco in quel modo. Meriteresti<br />
di essere squalificato!<br />
Stefano lasciò la stanza e uscì di corsa<br />
diretto in testa al molo. Voleva stare da<br />
solo, cercare una giustificazione al suo<br />
errore, sentirsi estraneo da tutto e tutti.<br />
Rimase seduto sulle rocce fino a<br />
quando c’era ancora luce.<br />
Un pescatore stava uscendo dal porto<br />
col suo piccolo gozzo a motore per<br />
andare a riprendere le nasse lasciate al<br />
largo.<br />
Stefano non sentiva nemmeno quel borbottio<br />
del motore. Provava una grande<br />
confusione dentro di sé e mille pensieri<br />
gli riempivano la testa.<br />
Lo aveva fatto per Elena, per dimostrarle<br />
che era il migliore, che era più<br />
bravo di Franco.<br />
Gli sarebbe piaciuto raccontarle di<br />
come aveva resistito, navigando di<br />
bolina, alla tentazione di stringere<br />
troppo il vento e di come aveva controllato<br />
la serie di strambate nell’ultimo<br />
lato di poppa.<br />
Si sentiva sconfitto e senza forze.<br />
Zio Salvatore, seduto di fronte alla sua<br />
casa, poteva vedere Stefano seduto in<br />
fondo al molo e sapeva che quella<br />
stessa sera il nipote avrebbe ritirato il<br />
San Giuseppe dalla regata.<br />
38 39
PALEOCLI.GE<br />
2000<br />
testo e foto di Giampiero Dore<br />
Campagna oceanografica<br />
nelle Bocche di Bonifacio<br />
40 41
Nel mese di Ottobre, un gruppo<br />
di ricercatori delle Università<br />
di Cagliari e Trieste hanno condotto<br />
una impegnativa campagna oceanografica<br />
finalizzata allo studio dei<br />
fondali marini delle Bocche di Bonifacio,<br />
denominata PALEOCLI.GE 2000,<br />
acronimo di Paleoclimatologia e Paleogeografia.<br />
I primi risultati, come la<br />
produzione di una cartografia digitale a<br />
scala di dettaglio dei fondali marini con<br />
diversi tematismi (sedimentologia, geomorfologia,<br />
geologia), sono stati presentati<br />
al II Convegno Nazionale sulle<br />
Scienze del <strong>Mare</strong>, tenutosi a Genova<br />
dal 20 al 25 Novembre. Promotore<br />
della spedizione è stato l’Osservatorio<br />
Coste E Ambiente Naturale Sottomarino<br />
(O.C.E.A.N.S.) ubicato a Palau,<br />
sede della Scuola di Geologia Ambientale<br />
Subacquea. Obiettivo principale<br />
l’approfondimento degli studi sulle<br />
caratteristiche stratigrafico-sedimentologiche<br />
dei fondali marini delle aree<br />
comprese tra Capo Testa e Capo Figari<br />
e l’acquisizione di informazioni sui<br />
sistemi deposizionali dell’Arcipelago.<br />
La campagna si prefiggeva inoltre di<br />
ricostruire il paleoclima e la paleogeografia<br />
dei bacini nord-orientali<br />
della Sardegna e di approfondire lo<br />
studio sugli ambienti di sedimentazione<br />
attuale. PALEOCLI.GE 2000 rappresenta<br />
solo una delle prime fasi di un<br />
più ampio progetto di studio rivolto<br />
alle Aree Marine Protette ed ai Parchi<br />
Nazionali della Sardegna e più in generale<br />
ai fondali marini del Mediterraneo<br />
occidentale.<br />
Il gruppo di ricerca, coordinato dal<br />
Dott. Sandro De Muro dell’Università<br />
di Cagliari, comprendeva ricercatori di<br />
grande esperienza come il geofisico<br />
Prof. Michele Pipan, il geologo marino<br />
Prof. Roberto Bartole, il sedimentologo<br />
Dott. Raffaella Piani, dell’Università<br />
di Trieste, il geofisico Dott. Riccardo<br />
Ramella, il geologo marino Dott.<br />
Federica Donda dell’Istituto Nazionale<br />
di Oceanografia. Preziosa ed infaticabile<br />
la collaborazione degli allievi<br />
della Scuola di Geologia Ambientale<br />
Subacquea Federica Maggiani, Nicola<br />
Cabboi, Massimo Cabras, Giovanna<br />
Ligas, Giuseppe Lai, Daniele Manca e<br />
Walter Colautti.<br />
Numerosi gli enti ed i soggetti privati<br />
che hanno reso possibile lo svolgi-<br />
Operazioni di<br />
varo del “pesce”,<br />
ovvero del<br />
trasmettitorericevitore<br />
degli<br />
impulsi sonori.<br />
I mezzi nautici<br />
del Corpo Forestale<br />
utilizzati nel<br />
corso della campagna.<br />
La Ketty<br />
Nelson, imbarcazione<br />
madre,<br />
aveva il compito<br />
di trainare il Side<br />
Scan Sonar ed il<br />
Sub Bottom Profiler-Chirp<br />
e di<br />
ospitare tutta la<br />
strumentazione<br />
scientifica. Il battello<br />
pneumatico<br />
era invece destinato<br />
alla squadra<br />
di sommozzatori.<br />
42 43
mento della campagna. Innanzi tutto il<br />
Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale<br />
che ha messo a disposizione i<br />
mezzi nautici e la grande esperienza<br />
e professionalità degli equipaggi, l’<br />
Associazione Delphina , la Croce<br />
Rossa, Orsus Mediterraneus, lo Yacht<br />
Club Punta Sardegna, MD Service, il<br />
Comune di Palau, l’Università di Trieste<br />
- Dipartimento di Scienze Geologiche,<br />
Ambientali e Marine, l’Università<br />
di Cagliari - Dipartimento di Scienze<br />
della Terra.<br />
Per le ricerche ci si è avvalsi delle<br />
tecniche di telerilevamento acustico<br />
(vedi box), unica tecnologia attualmente<br />
disponibile per lo studio di<br />
dettaglio della morfologia dei fondali<br />
marini, dalla fascia costiera alle fosse<br />
oceaniche. I sistemi ottici ed elettromagnetici,<br />
convenzionalmente utilizzati<br />
nel telerilevamento, non possono<br />
essere utilizzati per questo scopo a<br />
causa dell’elevato assorbimento della<br />
radiazione elettromagnetica nell’acqua.<br />
Oltre ai rilievi con il Sonar a scansione<br />
laterale (S.S.S.) sono state effettuate<br />
Oltre all’osservazione, alla misurazione<br />
ed alla documentazione diretta di punti<br />
di particolare interesse segnalati dalla<br />
imbarcazione madre, i sommozzatori<br />
hanno eseguito numerosi prelievi di<br />
campioni di sedimento.<br />
Il capo spedizione<br />
Dott. Sandro De<br />
Muro ed il<br />
geofisico Michele<br />
Pipan sulla Ketty<br />
Nelson, alla consolle<br />
di controllo<br />
del Side Scan<br />
Sonar.<br />
La consolle del<br />
Side Scan Sonar<br />
interfacciato con<br />
il sistema G.P.S.<br />
misure correntometriche, campionature<br />
di sedimenti sia sul fondo che in<br />
colonna d’acqua (trappole di sedimentazione)<br />
ed immersioni per il rilevamento<br />
diretto dei fondali.<br />
Per le ricerche sui mari della Sardegna<br />
è un cambiamento di ritmo quasi epocale.<br />
Strumenti per determinare la posizione<br />
rispetto al fondo con assoluta<br />
precisione, sonar a scansione laterale<br />
dotati di correzione geometrica digitale<br />
interfacciati con la posizione GPS che<br />
disegnano su un monitor il fondo del<br />
mare creando il modello digitale dell’area<br />
indagata. Onde acustiche in alta<br />
risoluzione per ricostruire gli spessori<br />
dei sedimenti e le geometrie degli strati<br />
che compongono il fondo mare con<br />
precisione millimetrica.<br />
La Campagna PALEOCLI.GE 2000, ha<br />
realizzato 650 miglia nautiche di rilievi<br />
del fondo marino utilizzando strumenti<br />
digitali ad altissima tecnologia e precisione.<br />
I dati acquisiti, memorizzati su<br />
decine di dischi magnetoottici da 2.5<br />
GIGA, sono poi stati trattati con sofisticati<br />
programmi di correzione ed analisi<br />
sismica. L’output della approfondita<br />
elaborazione, incrociato con le risultanze<br />
degli esami dei campioni di sedimento<br />
e con i rilievi diretti effettuati dai<br />
sommozzatori hanno portato alla produzione<br />
di accurate carte tematiche dei<br />
fondali marini delle Bocche di Bonifacio<br />
e dell’Arcipelago di La Maddalena.<br />
Tre le imbarcazioni impegnate contemporaneamente:<br />
l’imbarcazione madre<br />
che ha eseguito i rilievi sonar e sismici<br />
consentendo l’interpretazione in tempo<br />
reale dei dati e stabilendo le strategie<br />
delle altre due equipe; la seconda<br />
imbarcazione con una squadra di sommozzatori<br />
ha svolto rilievi diretti in<br />
immersione, prelievo di campioni, fotorilevamento<br />
e misure di dettaglio; la<br />
terza squadra si è impegnata nei prelievi<br />
di sedimento per la ricostruzione<br />
delle correnti di fondo e le analisi<br />
climatico-ambientali.<br />
Mentre i risultati della campagna in<br />
parte sono stati pubblicati ed altri sono<br />
in fase di elaborazione, già si pensa<br />
al futuro e si inizia ad organizzare<br />
PALEOCLI.GE 20<strong>01</strong>.<br />
Misurazione della<br />
lunghezza d’onda<br />
di una serie di<br />
“sand waves” nei<br />
pressi dell’isolotto<br />
del Fico. Le otto<br />
grandi onde di<br />
sabbia avevano<br />
una lunghezza<br />
d’onda compresa<br />
fra i 16 ed i<br />
22 metri ed una<br />
altezza massima<br />
di ben 5 metri.
I SONAR (Sound Navigation And<br />
Ranging) possono essere schematicamente<br />
suddivisi in tre categorie:<br />
- Echo-Sounders (ES): trasmettono<br />
un singolo fascio orientato<br />
verticalmente<br />
- Side Scan Sonars (SSS): trasmettono<br />
(in genere) un fascio per<br />
lato.<br />
- Multi-Beam Sonars (MBS): trasmettono<br />
decine di fasci per<br />
lato<br />
Questi sistemi possono registrare<br />
batimetria o immagini acustiche,<br />
oppure ambedue, come nel caso dei<br />
MBS di più recente fabbricazione. I<br />
vari sistemi possono essere solidali<br />
con lo scafo o al traino. In ambedue i<br />
casi sono previsti sensori che ne rilevano<br />
in ogni istante la posizione ed<br />
i movimenti. Nei sistemi più evoluti<br />
(MBS) tali sensori comprendono:<br />
* Un ricevitore GPS differenziale.<br />
* Un attitude sensor per la misura di<br />
heave, roll, pitch, yaw<br />
* Una girobussola<br />
A questi si deve aggiungere una sonda<br />
per la misura della velocità del suono<br />
in acqua. Il suono viaggia infatti nell’acqua<br />
ad una velocità di circa 1500<br />
m/s, ma tale valore è influenzato<br />
da temperatura, salinità e pressione.<br />
Misure accurate richiedono quindi la<br />
conoscenza del profilo di velocità nell’area<br />
in cui si opera. Questa misura<br />
è meno importante nel caso del SSS<br />
a causa dell’imprecisione nel posizionamento<br />
del sensore in genere trainato<br />
della nave.<br />
finestrini di un aereo. La forma<br />
del fascio acustico è di fondamentale<br />
importanza ai fini della successiva<br />
ricostruzione delle immagini<br />
del fondale. I fasci generati dai trasduttori<br />
sonar sono normalmente<br />
molto stretti (circa 1°) nella direzione<br />
orizzontale mentre raggiungono<br />
i 40°-60° nel piano verticale<br />
perpendicolare all’asse dello strumento.<br />
La distanza percorsa dall’onda acustica<br />
tra il sensore ed il punto di incidenza<br />
prende il nome di slant range.<br />
Il ground range è invece la distanza<br />
orizzontale dal nadir del sonar al<br />
punto di incidenza. Il sonar viaggia<br />
lungo una traiettoria che, per analogia<br />
con altre tecniche di telerilevamento,<br />
viene indicata come<br />
line-of-sight. La direzione along-track<br />
coincide con quella di avanzamento<br />
del sonar mentre quella across-track<br />
è ad essa perpendicolare. La larghezza<br />
del tratto di fondale illuminato<br />
dal fascio, misurata across-track,<br />
prende il nome di swath width.<br />
Su questa carta<br />
sono riportate le<br />
rotte seguite per<br />
effettuare i rilevamenti<br />
con il Side<br />
Scan Sonar per<br />
un totale di 650<br />
miglia nautiche.<br />
La profilazione<br />
acustica è stata<br />
effettuata per<br />
mezzo di un Sub<br />
Bottom Profiler-<br />
Chirp al traino,<br />
in grado di operare<br />
contemporaneamente<br />
su due<br />
bande di frequenza<br />
registrate<br />
su due diversi<br />
canali.<br />
Il SSS viene trainato a distanza e<br />
profondità che variano in funzione<br />
della profondità del mare nell’area<br />
in esame. Se lo strumento è infatti<br />
troppo vicino al fondo, la swathwidth<br />
si riduce. Se invece è troppo<br />
lontano le immagini del fondale possono<br />
perdere risoluzione.<br />
L’energia acustica che non viene<br />
riflessa specularmente, viene in parte<br />
assorbita dal substrato, in parte<br />
riflessa verso il sensore. L’ampiezza di<br />
questa componente (backscattered<br />
wave) è funzione di tre fattori principali,<br />
in ordine di importanza decrescente:<br />
- La geometria del sistema sensore-obiettivo<br />
(angolo di incidenza<br />
del fascio, pendenza locale<br />
etc.)<br />
- Le caratteristiche fisiche della<br />
superficie (rugosità a microscala).<br />
- La natura intrinseca della superficie<br />
(composizione, densità e<br />
quindi capacità di generare uno<br />
scattering di superficie o di<br />
volume).<br />
Il SONAR produce energizzazioni<br />
(ping) ad intervalli di tempo regolari<br />
e ravvicinati, fino ad un minimo di<br />
diversi ping per secondo per i sistemi<br />
utilizzati in acque poco profonde.<br />
La forma d’onda generata dallo strumento<br />
ad ogni ping è approssimativamente<br />
impulsiva, ovvero corrisponde<br />
ad una variazione quasi istantanea di<br />
pressione e contiene in genere un<br />
ampio intervallo di frequenze centrato<br />
su valori di pochi KHz, per i<br />
sistemi oceanici, fino a diverse centinaia<br />
di KHz per i sistemi utilizzati in<br />
aree costiere e ridotti battenti d’acqua.<br />
Gli echi dal fondale vengono registrati<br />
per ogni ping su una finestra temporale<br />
relativamente ampia in modo<br />
da consentire la ricezione di energia<br />
proveniente da un’ampia fascia del<br />
fondale. Tale energia viene memorizzata<br />
in funzione del tempo di arrivo<br />
al sensore. I profili registrati mentre<br />
lo strumento avanza vengono messi<br />
insieme per riprodurre mappe del<br />
backscattering del fondale marino.<br />
Acquisizione dati<br />
Il SSS invia fasci di onde acustiche<br />
configurati in maniera particolare che<br />
interagiscono con il fondale e vengono<br />
in larga misura riflessi specularmente<br />
rispetto alla normale nel<br />
punto di incidenza. I fasci vengono<br />
trasmessi lateralmente, perpendicolarmente<br />
all’asse dello strumento ed<br />
alla direzione di avanzamento del<br />
medesimo. Il SSS può quindi essere<br />
assimilato, in prima approssimazione,<br />
ad un Side Looking Aperture Radar<br />
(SLAR) o, più semplicemente, ad uno<br />
strumento che riprenda immagini dai<br />
46 47
Parametro fondamentale nelle indagini<br />
SSS è la risoluzione, ovvero<br />
la capacità di evidenziare dettagli<br />
del fondale. Una definizione quantitativa<br />
della risoluzione è la distanza<br />
minima tra due oggetti che possono<br />
essere identificati separatamente in<br />
un immagine SSS. La distribuzione<br />
3-D dell’energia acustica del SSS ha<br />
un’intersezione ellittica con il fondale<br />
marino (analogamente all’ellisse che<br />
si crea su un foglio di carta posto<br />
obliquamente al di sopra di un abat-<br />
jour). L’area coperta da questa ellisse<br />
prende il nome di footprint.<br />
L’asse along-track è invece il valore<br />
minore tra l’apertura orizzontale del<br />
fascio e la distanza percorsa dal trasduttore<br />
nell’intervallo di ricezione.<br />
Altri parametri importanti sono:<br />
potenza trasmessa e banda di<br />
frequenza utilizzata, caratteristiche<br />
del trasduttore (lunghezza, apertura<br />
angolare), frequenza di energizzazione<br />
e velocità di crociera, altezza<br />
del SSS sul fondo del mare.<br />
SAMER<br />
Profilo Foce Liscia<br />
I massimi spessori di sedimento, superiori<br />
a 25 metri, sono stati riscontrati<br />
in corrispondenza delle Rias, le antiche<br />
valli fluviali, come quella del<br />
fiume Liscia alla quale si riferisce<br />
l’esempio.<br />
Sand Waves<br />
Un’altra immagine del fondo mare<br />
con le “sand waves”, grandi onde di<br />
sabbia alte diversi metri, che testimoniano<br />
l’elevata velocità delle correnti<br />
in quel tratto di mare.<br />
SAMER s.r.l.<br />
DAIMLER CHRYSLER<br />
Concessionaria ufficiale<br />
Mercedes-Benz<br />
Profilo granito<br />
Una immagine “normalizzata” del<br />
fondo mare ottenuta con il Side Scan<br />
Sonar. Sono ben evidenti gli affioramenti<br />
granitici ed il detrito circostante.<br />
48<br />
Zona industriale Predda Niedda Nord Strada 2 07100 Sassari<br />
Amm. e Vendita 079 262645/47-Ass. e Ricambi 079 2676007-Fax 079 262648