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RIVISTA 1/01 - Mare Nostrum

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S O M M A R I O S O M M A R I O<br />

gennaio/marzo 20<strong>01</strong><br />

R<br />

nostrum<br />

24<br />

30<br />

THE RACE<br />

di Paolo Ajello<br />

L’ UOMO PIU’ PROFONDO DEL MONDO<br />

di Sergio Casano<br />

34 IL GOZZO DI ZIO SALVATORE<br />

40<br />

PALEOCLI.GE<br />

di Gianpiero Dore<br />

50 SQUARCIO’ E IL MARE<br />

54<br />

62<br />

GUARDIA COSTIERA AUSILIARIA<br />

di Paolo Ajello<br />

CAGLIARI, CLASSE OLIMPICA<br />

di Antonio Mannu<br />

84<br />

85<br />

86<br />

87<br />

Trofeo Piero Ciabatti<br />

Trofeo Armando Della Valentina<br />

Andrea Mura, Gianpaolo Serventi e le Olimpiadi<br />

Santa Maria Navarrese<br />

1^ regata “Principessa di Navarra”<br />

88PAGINE DI MARE<br />

90CIRCOLI E ASSOCIAZIONI<br />

95ABBONAMENTI<br />

R U B R I C H E<br />

11 EDITORIALE<br />

12 NAVIGANDO<br />

68 SPORT<br />

68<br />

69<br />

70<br />

71<br />

76<br />

78<br />

79<br />

80<br />

81<br />

82<br />

Bosa 7 Novembre 2000<br />

Alghero Telethon<br />

Bosa: intervista a Noberto Foletti<br />

Zonale J24<br />

Velalonga.Trofeo Ferrando. Vinetta cup.<br />

Regata dei Legionari<br />

Alghero<br />

Trofeo Challange Nord Ovest<br />

Tonni nelle Bocche<br />

Cagliari e le sue coste<br />

Trofeo delle Bocche<br />

Trofeo Turritano<br />

Big Game a Drifting<br />

Canoe nel Golfo degli Angeli<br />

Questo periodico<br />

é associato alla<br />

Unione Stampa<br />

Periodica Italiana<br />

MARE NOSTRUM<br />

affida le sue consegne a<br />

<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> Sardegna Nautica rivista trimestrale di nautica della Sardegna<br />

Anno III numero 1<br />

Gennaio/marzo 20<strong>01</strong><br />

Registrazione Tribunale di Sassari n° 360 del 10 Marzo 1999<br />

Redazione: via P. Iolanda 77, 07100 Sassari<br />

Tel. 0335 404630 Fax 079 295570<br />

E-mail: lettori@marenostrum.it<br />

Editore:<br />

<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> Editrice<br />

di Simone Poddighe<br />

via P. Iolanda 77, 07100 Sassari<br />

Tel. 0335 404630 Fax 079 295570<br />

Direttore Editoriale<br />

Simone Poddighe<br />

Direttore responsabile<br />

Graziano Cesaraccio<br />

La <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> Editrice ringrazia:<br />

Antonio Mannu<br />

Alberto Ruiu<br />

Antonio Ruju<br />

Claudio Triglia<br />

Giampiero Dore<br />

Gianluca Manca<br />

Luigi Scotti<br />

Paolo Ajello<br />

Pierfranco Fois<br />

Piero Ajello<br />

Sergio Casano<br />

Sandro Re<br />

Giovannino Secci<br />

David Meloni<br />

Prestampa: Sema s.r.l. (SS)<br />

Stampa: Stampacolor Muros (SS)<br />

Richiedete il materiale informativo per<br />

investire in immagine efficace con la<br />

<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> Editrice e le sue<br />

pubblicazioni<br />

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Tel. 0335/404630<br />

Fax 079/295570<br />

E-mail: info@marenostrum.it<br />

www.marenostrum.it<br />

Naviga in internet<br />

www.marenostrum.it<br />

<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong><br />

viene distribuito<br />

nelle edicole della<br />

Sardegna o in<br />

abbonamento<br />

Crediti fotografici<br />

Antonio Mannu 18,19,20,21,62-68,69a,70-77<br />

Sandro Re 18,79,82-86<br />

Paolo Ajello 16,24-29,54-59,69b,91<br />

Giampiero Dore 40-45<br />

Alberto Ruiu 78<br />

Giovannino Secci 87<br />

Mario Ligas 80<br />

Piero Ajello 15<br />

Savini 31<br />

Navarrini 30,32,33<br />

Disegni<br />

David Meloni 93<br />

8 9


E D I T O R I A L E<br />

www.desole.com<br />

Ciò che spesso affascina del mare sono le storie e<br />

gli uomini che lo hanno vissuto.<br />

Molti anni fa ho conosciuto un simpatico signore<br />

con una grande esperienza di mare. Era stato pescatore<br />

sui battelli d’alto mare ma anche sui chiattini lungo<br />

costa.<br />

Oggi vedendo uno dei catamarani che partecipano a The<br />

Race non sarebbe sorpreso, ma sicuramente incuriosito,<br />

non si lascerebbe coinvolgere ma si soffermerebbe<br />

a lungo.<br />

Era sardo e non aveva timore del mare ma sentiva<br />

rispetto e orgoglio allo stesso tempo. Amava le barche<br />

ma la parte tecnica era uno strumento per qualcos’altro.<br />

E capiva l’uomo e i desideri e le speranze. E tra il carbonio<br />

e i chip dei catamarani avrebbe sentito l’umanità e ne<br />

sarebbe stato felice.<br />

La tecnologia di questi scafi e le passioni degli uomini<br />

che li conducono non sono poi cosi differenti dalla tecnologia<br />

che ha rappresentato, per la sua epoca, il gozzo<br />

con cui abbiamo navigato durante la partenza di questo<br />

evento. Epoche che si intrecciano in un inscindibile<br />

legame storico culturale, passato e futuro del medesimo<br />

racconto sull’uomo.<br />

In Sardegna la tecnologia e la storia si incontrano in<br />

quella che può essere, insieme al turismo, la vera vocazione<br />

dell’isola.<br />

Uomini coraggiosi e mezzi sofisticati sono partiti dalla<br />

culla della civiltà del Mediterraneo e completeranno la<br />

circumnavigazione del globo rientrando nello storico<br />

mare nostrum.<br />

Simone Poddighe


N A V I G A N D O<br />

ESPERTO DI MARE<br />

Conobbi Mario Marzari nel 1992 in occasione della IX<br />

Regata della Vela Latina, quando arrivò a Stintino preceduto<br />

dalla sua fama di affermato studioso delle tradizioni<br />

marinare e della storia nautica in Italia: i rapporti formali<br />

legati alla sua ed alla mia attività si trasformarono subito,<br />

per me come per l’amico Angelo Dessì che me lo aveva<br />

fatto conoscere, in un legame di amicizia e stima reciproca.<br />

Da allora fu un incontro che si ripetè ogni anno: Mario<br />

non mancava mai all’appuntamento con le vele latine<br />

della Sardegna, e a Stintino divenne quasi subito il<br />

membro più autorevole del Comitato Tecnico-Storico e<br />

di Stazza, che assegnava i prestigiosi trofei dell’Asdec.<br />

Nonostante la lontananza fra la sua Trieste e le coste<br />

sarde quel legame fra appassionati del mare e delle sue<br />

tradizioni non si è mai spezzato ed anzi, anno dopo anno,<br />

si è sempre più consolidato sino a sfociare in un lavoro<br />

magnifico, quel libro dedicato alla Regata di Stintino e<br />

alla vela latina al quale Mario Marzari così tanto teneva e<br />

che è stata l’ultima cosa che è riuscito a realizzare nella<br />

sua vita. E’ stato proprio poco dopo la presentazione del<br />

libro, lo scorso 24 novembre a Venezia che Mario ha<br />

scelto di lasciarci: si sapeva che le sue condizioni di salute<br />

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- Assistenza tecnica telefonia cellulare<br />

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telecomunicazione<br />

non erano delle migliori ma nessuno quella sera si poteva<br />

aspettare un epilogo così tragico, men che meno proprio<br />

lui, che aveva sino a pochi minuti prima elaborato<br />

progetti ed idee per divulgare ancora di più il fenomeno<br />

della riscoperta della vela latina.<br />

Mario Marzari aveva soltanto cinquantatrè anni, e l’entusiasmo<br />

di un giovanotto: bene lo sapevano tutti i marinai<br />

delle regate sarde per i quali era divenuta abituale la sua<br />

presenza in gommone, la macchina fotografica in pugno,<br />

il sorriso benevolo che prometteva sempre quegli articoli<br />

che hanno aiutato la vela latina ad uscire dall’anonimato<br />

e fare scuola, una volta tanto, anche al di fuori dell’isola.<br />

Eppure quel suo lato sportivo nascondeva l’opera di studioso<br />

rigoroso che divideva la sua vita fra la partecipazione<br />

ai raduni e alle manifestazioni dedicate alle vele<br />

storiche e le ore trascorse nel suo studio, a consultare<br />

la sua vasta biblioteca, fornita di testi dedicati soprattutto<br />

alla storia della navigazione. Da questi studi sono nati<br />

i suoi libri, pubblicati per le più note case editrici, dedicati<br />

alla nautica tradizionale e ai suoi velieri, dal bragozzo<br />

adriatico sino alle vele sarde, libri che restano pietre<br />

miliari nella bibliografia sulle tradizioni dei mari italiani e<br />

sulla cantieristica di prestigio.<br />

Era in questi studi appassionati che emergevano la sua<br />

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12<br />

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di vacanza sul mare di Sardegna”<br />

Ogni camera ha una terrazza che si apre direttamente<br />

sulla lunga spiaggia riservata di fine sabbia bianca:<br />

di fronte il mare blu e smeraldo, intorno un giardino<br />

fiorito e la tipica natura isolana. L’ambientazione è<br />

quella da elegante villa al mare: poltrone di vimini,<br />

travi a vista in legno scuro e pennellate di fiori spruzzate<br />

sul bianco, con il plus di una piscina di acqua<br />

di mare. A tutela di questa atmosfera eslusiva e riservata,<br />

un servizio personalizzato e discreto, risultato di<br />

un’alta scuola di ospitalità.<br />

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that of an elegant villa on the seafront, with hardwood,<br />

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N A V I G A N D O<br />

N A V I G A N D O<br />

precisione ed il suo rigore di altoatesino, cittadino adottivo<br />

del Mar Mediterraneo. Mario era nato infatti a Bolzano,<br />

nel 1947, ma sin da ragazzo coltivò la passione per<br />

la modellistica navale. Ma i modelli non gli bastavano e,<br />

trasferitosi a Trieste nel 1970 per motivi di studio, iniziò<br />

quasi subito ad occuparsi di ricerche storiche sull’architettura<br />

navale e sulla marineria velica. Grazie alle tante<br />

pubblicazioni ed anche al suo attivismo come organizzatore<br />

e curatore di mostre e convegni internazionali si<br />

guadagnò un posto di primo piano fra gli esperti della<br />

storia e tradizioni del mare in Italia e in Europa.<br />

Membro della Society of Nautical Reserch, fondatore e<br />

Presidente dell’ISTIAEN (Istituto Italiano di Archeologia<br />

ed Etnologia Navale), i suoi studi ed i suoi articoli apparivano<br />

sulle più importante riviste del settore come The<br />

Marine’s Mirror, e Classic Boat-The Boatman in Gran<br />

Bretagna, Le Chasse marèe in Francia, Nautica, Yacht<br />

Digest, La Rivista Marittima e Bolina in Italia.<br />

Di questa sua opera di divulgatore anche le marinerie<br />

della Sardegna hanno potuto ampiamente beneficiare:<br />

nessuno dimentica infatti i tanti articoli su Nautica e Yacht<br />

Digest dedicati alle vele latine sarde e soprattutto il suo<br />

Voiles Latines à Stintino, una lunga storia della Regata<br />

della Vela Latina corredata di bellissime foto che si guadagnarono<br />

anche l’onore della copertina su Le Chasse<br />

marèe, autentica bibbia mondiale di storia ed etnografia<br />

nautica. Con la guida appassionata dell’amico Angelo<br />

Dessì, Mario Marzari si introdusse nel mondo delle marinerie<br />

isolane percorrendo la Sardegna da un porto all’altro,<br />

da Alghero a Carloforte, senza tralasciare stagni e<br />

lagune, osservando e descrivendo sul campo l’attività<br />

cantieristica e gli scafi tradizionali che fece conoscere con<br />

una serie di articoli significativi e, infine, con lo splendido<br />

libro che riuscì a malapena a presentare, con grande successo,<br />

nella sua città, Trieste, il giorno prima di morire.<br />

Con la sua lungimiranza Mario Marzari aveva capito<br />

subito l’importanza del fenomeno vela latina in Sardegna<br />

quando nella nostra isola, nonostante le innumerevoli<br />

adesioni di armatori ed equipaggi, faticava a guadagnarsi<br />

quell’attenzione che avrebbe meritato da parte delle istituzioni<br />

locali.<br />

Con la signorilità e l’equilibrio che lo hanno sempre contraddistinto<br />

aveva seguito e raccontato anche le tante<br />

polemiche ed i campanilismi che hanno inevitabilmente<br />

accompagnato i successi della Regata di Stintino mantenendo,<br />

con quelle che lui chiamava le diverse “anime”<br />

dell’universo della vela latina, quei rapporti di amicizia e<br />

correttezza che erano parte integrante del suo modo di<br />

essere e di confrontarsi con gli altri.<br />

Ne sono testimoni i tanti messaggi di cordoglio indirizzati<br />

alla moglie Sandra dagli amici delle marinerie della Sardegna.<br />

Tutti noi, isolani appartenenti a marinerie un po’<br />

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anomale, che il mare, più che unire, ha sempre separato<br />

dal resto del mondo, siamo orfani di un grande amico,<br />

che nel diventare una delle nostre voci, ci aveva aiutato<br />

a riscattarci da quel luogo comune non sempre fondato<br />

che indica i sardi inguaribilmente timorosi del mare.<br />

Grazie Mario, le nostre vele latine, d’ora in poi, navigheranno<br />

anche per te.<br />

Piero Ajello<br />

Mario Marzari, triestino, studioso della storia e della<br />

tradizione marinara italiana, profondo conoscitore delle<br />

barche classiche e da lavoro del Mediterraneo, autore di<br />

libri a questi argomenti dedicati, é mancato lo scorso<br />

mese di novembre, mentre era impegnato a presentare<br />

e promuovere la sua ultima fatica, un libro sulla vela<br />

latina in Sardegna. Delle molte qualità che aveva Mario,<br />

ed erano davvero tante, era colto, gentile, competente,<br />

calmo, penso che la più importante fosse la bontà. Mario<br />

Marzari era una persona buona; forse potrà sembrare<br />

banale scriverlo, ricordarlo per questo, per me non lo<br />

é. Era una persona buona: per questo amava, svisceratamente,<br />

le cose che amava: le barche belle e spesso ormai<br />

quasi inutili, non più atte agli usi per cui erano state pensate<br />

e costruite, cose passate di moda, cose belle; e le<br />

persone che a queste barche dedicavano chi la vita tutta<br />

o quasi, chi interesse, rispetto ed attenzione. Ci siamo<br />

conosciuti a Stintino, in occasione della Regata della Vela<br />

Latina. Ci siamo poi incontrati in diverse occasioni, a<br />

Porto Cervo, a St. Tropez, a Genova, ad Imperia, ad<br />

Ajaccio, ancora a Stintino, quasi ogni anno dalla prima<br />

volta; dovunque vi fossero barche classiche o da lavoro<br />

da fotografare, conoscere, ammirare e capire; atti che a<br />

Mario veniva quasi naturale compiere. La sua opinione<br />

sull’argomento era legge riconosciuta. Ricordo un episodio,<br />

a Porto Cervo, durante un’edizione della Veteran<br />

Boat Rally. C’era una barca nuova, un bestione aurico<br />

di settanta metri, stratosferica la spesa per il restauro.<br />

Apparteneva ad un grosso industriale italiano e non era<br />

una bella barca. Ma era una barca importante e faceva la<br />

sua figura. E i colleghi che, insieme a me a Mario, si trovavano<br />

sulla barca stampa, spesso domandavano di seguirla,<br />

di avvicinarla per poterla fotografare. Mario faceva qualche<br />

scatto anche lui, ma non pareva granché convinto.<br />

Uno di noi, Carlo Borlenghi, chiese a Mario cosa pensasse<br />

della barca. E Mario emise il suo giusto verdetto.<br />

Pollice verso. Era il primo giorno di regata. Da quel<br />

momento nessuno più mostrò particolare interesse per<br />

quell’opulento, sgraziato barcone. Mario era piccoletto,<br />

aveva occhi limpidi e chiari dietro i quali c’era un’idea<br />

precisa di cosa é bello, armonico e giusto. Ogni mattina,<br />

quando arrivavo alla sede del CNT a Stintino, nei giorni<br />

della Regata, Mario c’era già. E prendevamo sempre un<br />

caffè insieme. Naturalmente l’ho sempre offerto io, siamo<br />

in Sardegna. Lui, che capiva le cose, lo ha sempre accettato<br />

nel giusto modo. Lo scorso anno, ad Ajaccio, il caffè<br />

lo ha voluto pagare sempre lui. Anche questo era Mario<br />

Marzari.<br />

Antonio Mannu<br />

14<br />

Ag.Imm.<br />

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15


N A V I G A N D O<br />

SCAFI A VELA<br />

RADIOCOMANDATI<br />

Per iniziativa di un gruppo di soci dello Yacht Club Sassari<br />

si è costituito un gruppo di modellisti dediti alla costruzione<br />

di modelli a vela radiocomandati e alla partecipazione<br />

alle regate secondo le norme dell’associazione<br />

di classe nazionale denominata Modelvela. Il gruppo,<br />

che vede tra i promotori Piermario Piturru e Lorenzo<br />

Nuvoli, conta di organizzare regate per modelli radiocomandati<br />

in mare ma anche negli specchi d’acqua delle<br />

zone interne, come bacini, piscine ecc. Tra i programmi<br />

anche l’affiliazione alla Modelvela e la creazione di una<br />

squadra agonistica, la prima in Sardegna. Per informazioni<br />

ci si può collegare ed eventualmente iscrivere al sito<br />

internet web.tiscalinet./ycsassari o telefonare al numero<br />

03389400906<br />

IL PRIMO CIRCUITO INTER-<br />

NAZIONALE DI VELA LATINA.<br />

Partirà nel mese di maggio e vedrà il suo culmine il 25<br />

e 26 agosto con la Regata della Vela Latina di Stintino<br />

il primo Circuito Vela Latina Mediterraneo, una stagione<br />

di regate e raduni fra Sardegna, Costa Azzurra e Corsica<br />

organizzata dalla Velaidea, struttura di promozione<br />

di eventi nautici, con il patrocinio e la collaborazione<br />

dell’Associazione Vela Latina Tradizionale (A.VE.LA.) e il<br />

coinvolgimento determinante di alcuni fra i più prestigiosi<br />

yacht club e associazioni nautiche delle due isole e della<br />

Costa Azzurra. Il circuito, che avrà carattere competitivo<br />

sì, ma con lo spirito delle regate storiche e sociali, comprenderà<br />

una serie di appuntamenti in località di prestigio<br />

come Porto Rotondo, Ajaccio e S.Tropez, concentrati<br />

soprattutto fra maggio e giugno ed assegnerà diversi<br />

trofei sulla base delle Norme di Ammissione della regata<br />

stintinese, che suggellano così il proprio carattere di regolamento<br />

internazionale.<br />

Mentre andiamo in stampa il Presidente dell’A.VE.LA.,<br />

Piero Ajello, fra gli ideatori della inedita stagione dedicata<br />

alla vela latina, sta mettendo a punto le date e le sedi delle<br />

varie regate cercando di valutare e coordinare le numerose<br />

adesioni che gli sono pervenute da comuni rivieraschi<br />

e circoli nautici. Sono molte infatti le località che<br />

desiderano far parte dell’iniziativa che si ripromette, fra<br />

l’altro, l’ambizioso obiettivo di rendere itinerante almeno<br />

16<br />

www.autoyang.it


N A V I G A N D O<br />

N A V I G A N D O<br />

una parte della grande flotta di vele latine che ha decretato<br />

lo straordinario successo della 18^ Regata della<br />

Vela Latina a Stintino, con cento scafi tradizionali iscritti.<br />

Nel prossimo numero di <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> forniremo il<br />

calendario completo degli eventi e ogni altra informazione.<br />

Per il momento chi fosse interessato può contattare<br />

Piero Ajello ai seguenti numeri: 079 2917 86 oppure<br />

0336411719 o anche alla e-mail velalatina@tiscalinet.it<br />

MARE NOSTRUM<br />

SPONSOR<br />

Ringraziamo le due barche sponsorizzate dalla rivista<br />

<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> che nel 2000 hanno portato sui campi<br />

di regata il marchio della nostra casa editrice. Gianluca<br />

Manca con il suo Laser ha partecipato al circuito di<br />

regate riservate a questa classe e ad altre manifestazioni<br />

veliche. L’equipaggio di Isotex Vento dell’Este della classe<br />

Este 24 che ha vinto diverse manifestazioni del circuito<br />

regionale.<br />

LA SARDEGNA AL SALONE<br />

Al 40° Salone Nautico Internazionale di Genova, anche<br />

quest’anno, erano presenti vari stand provenienti dalla<br />

Sardegna.<br />

Il notevole il successo di visitatori e la presenza di aziende<br />

internazionali ha sottolineato il trend positivo del settore<br />

nautico degli ultimi anni. Molte le novità, sia di imbarcazioni<br />

che di attrezzature sempre più tecnologiche, oltre<br />

ad un sempre crescente interesse, da parte degli appassionati,<br />

per storia, tradizioni e, in genere, cultura di mare.<br />

La Sardegna ere ben rappresentata, come ogni anno, dall’ESIT<br />

(Ente Sardo delle Industrie Turistiche) che ospitava<br />

diverse aziende di servizi e produzione in ambito nautico<br />

e turistico.<br />

Il cantiere più rappresentativo della cantieristica sarda,<br />

come ormai da molti anni, era la Novamarine, leader<br />

internazionale dei battelli pneumatici. Lo stand di questa<br />

prestigiosa azienda è stato meta di innumerevoli appassionati<br />

che, oltre alla serie dei battelli speciali e alle novità<br />

tecniche presenti, hanno potuto ammirare un “gommone”<br />

di 17 mt. dalle caratteristiche innovative e, in particolare<br />

per quello presente in fiera, da un insolito allestimento.<br />

Ristorante Pizzeria<br />

cucina tipica e marinara<br />

Nautica Sabatini<br />

La Maddalena immersioni<br />

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19


N A V I G A N D O<br />

Altri tre cantieri, l’Orion, il Togo e il Marino, hanno presentato<br />

le loro imbarcazioni.<br />

Il centro velico Orion ha sviluppato negli ultimi anni<br />

un’imbarcazione a vela per le scuole e il noleggio. L’Orion<br />

18 è una robusta deriva testata negli anni, da migliaia di<br />

allievi, e con caratteristiche specifiche per questi usi.<br />

Stefano Mereu e Marco Scanu hanno reinterpretato una<br />

piccola deriva per la scuola, il noleggio e il diporto: il<br />

Togo 41. Una barca facile da condurre, veloce da armare,<br />

comoda e spaziosa.<br />

Il Marino è un motoscafo open dove i particolari e<br />

la cura nella costruzione sono le sue caratteristiche<br />

peculiari.Queste aziende segnano una strada che, oggi,<br />

è considerata una delle vie di sviluppo della Sardegna,<br />

il turismo come vera vocazione moderna, e la nautica<br />

da diporto come accessorio strutturale per un discorso<br />

serio sul prossimo futuro di questo settore. Non solo<br />

servizi alla nautica ma anche produzione, con un occhio<br />

di riguardo per l’alta tecnologia e le costruzioni tradizionali<br />

in legno.<br />

Importante presenza di alcuni Marina, quali Marina di<br />

Portisco, Poltu Quatu e il Porto della Iniziative Turistiche<br />

Sarde che promuove le strutture sorte a ridosso del<br />

nuovo porto di Santa Teresa Gallura con i loro stand al<br />

N A V I G A N D O<br />

salone di Genova, hanno ben rappresentato la nuova<br />

e moderna offerta sarda per il diporto turistico. Marina<br />

moderni, attrezzati e organizzati per dare un servizio<br />

qualificato ai diportisti che navigano d’estate nelle nostre<br />

acque o che desiderano far svernare le loro imbarcazioni<br />

in un luogo dove, per il clima favorevole, possono navigare<br />

tranquillamente anche fuori stagione.<br />

<strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong>, che nel 1999 è stato ospite dell’ESIT,<br />

era presente in questa occasione nello stand del Centro<br />

Velico Orion. Questi due anni di presenza del nostro<br />

giornale al Salone sono una importante esperienza fatta<br />

di critiche, confronti e molte soddisfazioni. Per il 20<strong>01</strong><br />

abbiamo già richiesto la disponibilità per avere uno stand<br />

diretto dove poter presentare le tante novità e i progetti<br />

di <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong>.<br />

20<br />

Il Villaggio Turistico “ACAPULCO” si affaccia sull’incantevole Golfo della<br />

Sciumara, dirimpetto a Porto Raphael e alla Costa degli Inglesi, con i suoi<br />

Bungalows tutti in muratura (a due, tre e quattro letti) con bagno e doccia,<br />

disposti su di un’area di 17.000 mq. con un fronte mare e scogliere proprie<br />

di 500 mt. Un favoloso ristorante, arredato in stile messicano, potrà farvi<br />

gustare i piaceri della cucina marinara.<br />

Il villaggio vi offre ancora:<br />

campeggio con piazzole per tende<br />

e caravans, servizi igienici centralizzati<br />

con docce calde, bar, pizzeria,<br />

attacco luce, pontile d’attracco<br />

per natanti, parcheggio privato,<br />

pesca subacquea, escursione alle<br />

isole dell’arcipelago di La Maddalena.<br />

07020 Palau (SS) - Tel. 0789/709497 - Fax 0789/706380<br />

dal 1969<br />

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21


N A V I G A N D O<br />

N A V I G A N D O<br />

ALGHE NEL GOLFO<br />

Le Chlorophyceae, note come alghe verdi, comprendono<br />

anche la famiglia delle Caulerpacee, rappresentata<br />

in Mediterraneo da tre specie, Caulerpa prolifera, Caulerpa<br />

taxifolia, Caulerpa racemosa, delle quali soltanto la prima<br />

è specie endemica, presente quindi naturalmente lungo<br />

le nostre coste, mentre le altre due, di provenienza “esotica”,<br />

sono componenti della nostra flora acquatica solo<br />

in tempi relativamente recenti. Caulerpa taxifolia, specie<br />

tropicale, fu osservata per la prima volta a Monaco nel<br />

1984 e da allora si è espansa ricoprendo vaste aree<br />

costiere del Mediterraneo occidentale e del <strong>Mare</strong> Adriatico.<br />

E’ stata studiata approfonditamente così da poter<br />

affermare che: Caulerpa taxifolia presente in Mediterraneo<br />

ha alcune inusuali caratteristiche morfologiche e<br />

fisiologiche rispetto a quella che si ritrova nei mari tropicali;<br />

si può adattare a differenti condizioni di luce e si<br />

ritrova in estese formazioni da uno fino a 50 metri di<br />

profondità; le curve di crescita, comparate con le temperature<br />

dell’acqua, mostrano un adattamento ad ampi<br />

intervalli di temperatura e una resistenza alle fredde temperature<br />

invernali; non c’è relazione tra lo sviluppo dell’alga<br />

e la qualità dell’acqua, cresce ugualmente bene in<br />

acque inquinate e non inquinate; sintetizza nove sostanze<br />

tossiche, tra le quali la caulerpenina è la predominante e<br />

la percentuale di tossine per peso secco è solitamente<br />

più alta nel Mediterraneo che nei mari tropicali; non è<br />

stato ritrovato un accumulo di caulerpenina nei ricci che<br />

si sono nutriti di Caulerpa taxifolia, né sono stati osservati<br />

rischi per l’uomo; colonizza ogni tipo di fondale roccioso,<br />

sabbioso, fangoso e i fondi degradati a Posidonia, invadendo<br />

le biocenosi preesistenti modificandone la biodiversità<br />

e l’ecodiversità.<br />

La Caulerpa racemosa, rinvenuta recentemente a più<br />

riprese su un fondale di due metri lungo il litorale che<br />

va da Platamona fino a Marritza, possiede lunghi stoloni<br />

muniti di ramoscelli di lunghezza variabile da uno a 10<br />

cm semplici o biforcati ricoperti da altri ramoscelli sferici<br />

a forma di clava. E’ una delle specie più variabili del suo<br />

genere, tipica del Mar Rosso è presente nel Mediterraneo<br />

fino dagli anni ’50 immigrata attraverso il canale di<br />

Suez con una diffusione che sembrava limitata alle coste<br />

turche, egiziane e tunisine, mentre ora sembra in rapida<br />

espansione in tutto il Mediterraneo: in Italia è stata già<br />

segnalata in Liguria, Toscana e sulle coste del Salento. Il<br />

grado di insediamento è mutevole, e dalla sporadica presenza<br />

con qualche ramoscello isolato, si passa ad una fitta<br />

diffusione ad intreccio degli stoloni che lasciano poco<br />

spazio alla flora sottostante, fino a giungere al punto che<br />

gli stoloni si accavallano più e più volte gli uni sugli altri<br />

formando un vero e proprio tappeto verde. In quest’ultimo<br />

stadio, tra gli stoloni e i peli radicali, si forma uno<br />

strato di sostanze organiche di rifiuto ed oltre alla Caulerpa<br />

racemosa non è presente nessun’altra specie sia<br />

di flora, sia di fauna fitofaga. Essendo evidente il carattere<br />

infestante di quest’alga e la sua ormai comprovata<br />

capacità di alterare gli habitat marini, sarebbe bene istituire<br />

un monitoraggio accurato e controllare, dove possibile,<br />

l’espansione di questa specie in particolar modo per<br />

mezzo dell’eradicazione delle colonie nelle aree ad alto<br />

valore naturalistico.<br />

Alberto Ruiu<br />

ISTITUTO GIORDANO<br />

Gennaro e Luigi Di Meglio della MOTOMARSARDA di<br />

Porto Torres sono diventati i referenti per il Nord Sardegna<br />

dell’ ISTITUTO GIORDANO. L’Italia nel 1998 si è<br />

dovuta adeguare alle normative europee in tema di registro<br />

navale e il RINA ha dovuto lasciare spazio ai privati.<br />

Tutto ciò che riguarda revisioni e omologazioni per la<br />

nautica da diporto fino a imbarcazioni di 24 metri è oggi<br />

verificabile e certificabile dalle aziende che sono state<br />

ammesse a svolgere questa attività, valida e parificata alle<br />

certificazioni RINA. L’ISTITUTO GIORDANO è uno dei<br />

primi che in Italia ha offerto questo servizio. Oggi, in Sardegna,<br />

i signori Di Meglio, con la loro esperienza nella<br />

cantieristica da diporto e professionale, assicurano una<br />

novità per la nautica da diporto isolana.<br />

SANTA MARIA NAVARRESE<br />

Il nuovo e bellissimo porto di Santa Maria Navarrese ha<br />

imboccato la strada giusta.<br />

Anche un biglietto di auguri inviato per le festività ai<br />

propri clienti è un segno tangibile della volontà di fare, e<br />

di fare bene. Auguri da parte di <strong>Mare</strong> <strong>Nostrum</strong> al Marina<br />

di Santa Maria Navarrese.<br />

M<br />

arina del sole<br />

olo Sant’Elmo<br />

Divisione turismo nautico di<br />

Cantieri del Sole S.r.l.<br />

GUIDA ALLA NAUTICA IN<br />

SARDEGNA<br />

Dal prossimo numero di aprile inseriremo una sezione<br />

dedicata alle attività che si occupano di nautica e mare<br />

in Sardegna. Sarà una vera e propria guida alle attività<br />

che sono all’interno del settore, nautica, produzione e<br />

vendita, accessoristica, servizi, ecc.. Un luogo dove, chi è<br />

in cerca di un servizio o una merce inerente il mare,<br />

può trovare chi può soddisfarlo. Per informazioni per le<br />

aziende che desiderano essere inserite, inviare fax al n.<br />

079/295570 o scrivere in redazione.<br />

APPRODO TURISTICO<br />

E CENTRO DI SERVIZIO<br />

E ASSISTENZA PER<br />

LA NAUTICA DA DIPORTO<br />

22<br />

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Tel. 070 308730<br />

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23


Barcellona 31 dicembre 2000: sta per<br />

partire la regata più estrema di sempre,<br />

il giro del mondo in equipaggio senza<br />

scalo e con limitatissima assistenza, senza<br />

alcun limite di dimensioni, velatura o tipo di<br />

imbarcazione, denominata semplicemente<br />

“The Race” (La Corsa) e ideata nel 1993<br />

dallo skipper francese Bruno Peyron, al<br />

suo arrivo dal record del giro del mondo<br />

a vela al di sotto del limite degli ottanta<br />

giorni dettato da Jules Verne, per celebrare<br />

l’inizio del nuovo millennio. Sulla<br />

banchina della Marina del Port Vell di<br />

Barcellona sono allineati i sei mastodontici<br />

ordigni che si apprestano a partire.<br />

Sono barche a vela, anzi navi, ma<br />

differiscono notevolmente da quanto<br />

si sia mai visto in questo campo:<br />

innanzitutto Club Med, Playstation,<br />

Code One – Innovation Explorer,<br />

Team Adventure, Warta Polpharma<br />

e Team Legato sono sei catamarani,<br />

tutti i team impegnati sono<br />

arrivati alla stessa tipologia di<br />

scafo, evidentemente è quella<br />

che garantirà le maggiori velocità<br />

su questo percorso, poi le<br />

dimensioni, le maggiori raggiunte<br />

fino ad ora da questo<br />

tipo di imbarcazioni, dai 25<br />

ai 38 metri di lunghezza e<br />

dai 13 agli oltre 18 metri di<br />

larghezza, e alberi dai 32 ai<br />

41.5 metri. Infine la tecnologia,<br />

sicuramente la più<br />

Team Adventure<br />

portato dal<br />

californiano Cam<br />

Lewis ha passato<br />

per primo la<br />

prima boa,<br />

rimanendo poi in<br />

testa fino allo<br />

Stretto.<br />

spinta in termini di materiali, velature e ritrovati tecnici, sulla banchina del Port<br />

Vell è presente il futuro della navigazione a vela, gran parte delle innovazioni che<br />

saranno la vela dei prossimi decenni probabilmente sono state ideate per questa<br />

regata e verranno testate e migliorate nel corso della gara. Ma non è solo questo<br />

che rende spettacolare questa manifestazione: ci sono anche gli uomini: otto<br />

fra skipper e co - skipper fra i più noti e titolati della vela oceanica, tipi<br />

come Grant Dalton e Frank Proffit su Club Med, Loïck Peyron e Skip Novak<br />

su Code One, Steve Fosset su Playstation, Roman Paszke su Warta, Cam<br />

Lewis su Team Adventure e Tony Bullimore su Team Legato, e gli equipaggi,<br />

mediamente di 12 – 14 uomini, un concentrato di professionisti<br />

con migliaia se non centinaia di migliaia di miglia in oceano alle spalle,<br />

si è calcolato che fra di essi si possono annoverare più di 100 giri del<br />

mondo in regata, e le velocità di punta già raggiunte in allenamento<br />

e qualificazione da questi ipercatamarani, che sono tutte superiori ai<br />

32 nodi fino ai terrificanti 39.5 nodi dichiarati da Team Adventure,<br />

già impegnative anche per scafi a motore, con medie massime di<br />

percorrenza nelle 24 ore intorno alle 500 miglia col record assoluto<br />

di 625.7 di Club Med, e i budget enormi, supportati da grossi<br />

sponsor come Disneyland, Sony, Renault, France Telecom, Club<br />

Med ed altri. Insomma un evento epico, sul percorso ormai classico<br />

del giro del mondo doppiando i tre capi intorno all’Antartide<br />

, “lasciando i pinguini a dritta e le vacche a sinistra”<br />

secondo il detto ormai comune, e passando nello stretto di<br />

Cook tra le due isole della Nuova Zelanda, ma senza scali<br />

ufficiali e con pesanti penali in termini di tempo per chi<br />

faccia scalo in un qualunque porto per riparare eventuali<br />

avarie, e arrivo a Marsiglia dopo, si pensa, una settantina<br />

di giorni di percorso demolendo qualunque precedente<br />

record di navigazione a vela oceanica. Grazie alla gentilezza<br />

e all’ospitalità dell’armatore Emili Armengol<br />

assistiamo alla partenza di questa regata del futuro a<br />

bordo di una barca che rappresenta gli antipodi dei<br />

sei avveniristici catamarani: il Sardinal catalano a<br />

vela latina “Sa Rata”, uno scafo di nove metri del<br />

1926 che rappresenta perfettamente la vera tra-<br />

Il sardinal a<br />

testo e foto di Paolo Ajello<br />

vela latina “Sa<br />

Rata” durante<br />

la sua<br />

partecipazione<br />

alla 17°<br />

Regata della<br />

Vela Latina a<br />

Stintino<br />

nell’agosto del<br />

L’affascinante<br />

1999, la barca<br />

contrasto tra la<br />

compì il<br />

vela latina<br />

tragitto<br />

di Sa Rata e la<br />

Barcellona –<br />

Stintino – Barcellona<br />

tecnologia di<br />

24 Warta.<br />

via mare. 25<br />

THE RACE<br />

la partenza della regata più estrema della storia<br />

vista da bordo di una barca a vela latina.


dizione della vela latina catalana. Sa Rata, che in catalano<br />

significa “il topo” e prende nome da un isolotto della Catalogna,<br />

è ormai legata a doppio filo con la Sardegna. Infatti<br />

nell’estate del 1999, Emili Armengol, che aveva acquistato<br />

e restaurato questa barca da pesca del porto di Les Cabannes,<br />

nella Catalogna francese, col suo equipaggio di amici<br />

appassionati di vela latina, decise di mettere in pratica un<br />

sogno a lungo coltivato e di partecipare alla 17° Regata<br />

della Vela Latina di Stintino raggiungendo la Sardegna<br />

da Barcellona via mare. Per realizzare il loro progetto,<br />

nel corso di quell’estate, Emili e il suo equipaggio<br />

compiono una piccola impresa: in due persone, costeggiando<br />

le coste spagnole francesi ed italiane arrivano<br />

a Varazze da qui in tre raggiungono la Corsica, poi la<br />

Sardegna e finalmente Stintino dove partecipano alla<br />

Regata della Vela Latina insieme ad un’altra barca<br />

catalana, la “Goretti” proveniente da La Escala con<br />

rotta diretta. Il ritorno è una scelta obbligata: ca. 250<br />

miglia di rotta diretta Stintino – Barcellona, senza<br />

scali e sotto l’ombra inquietante del Golfo Del<br />

Leone. Partono insieme a Goretti, ma un avaria<br />

costringe questa alla sosta, Sa Rata prosegue da<br />

sola senza radio, andata in avaria e col motore in<br />

difficoltà riesce comunque ad arrivare alla meta.<br />

Tenendo conto che si tratta di una barca molto<br />

simile ai nostri gozzi senza tuga e cabina e che<br />

le condizioni meteo non erano tra le migliori,<br />

vento e mare in prua, si trattò di un vero atto<br />

di coraggio. A ricordo di quella stagione entusiasmante<br />

Sa Rata ha mantenuto issati sull’antenna<br />

la bandiera dei quattro mori di Sardegna<br />

e il guidone del Circolo Nautico Torres, organizzatore<br />

della regata di Stintino, ed Emili ce<br />

li mostra orgoglioso durante la partenza di<br />

The Race.Usciamo dal porto di Barcellona<br />

insieme ad una flotta di barche di spettatori<br />

di tutti i tipi tra cui emergono altissimi gli<br />

alberi alari dei catamarani. Affianchiamo<br />

per un lungo tratto Team Adventure che esce dal porto:<br />

il contrasto tra i due scafi è affascinante, il passato e<br />

il futuro della vela navigano assieme separati da un<br />

evoluzione tecnologica che viene difficile pensare si<br />

sia realizzata in soli settanta anni. Poi ci troviamo<br />

immersi nel caos della partenza e delle barche<br />

degli spettatori, tra le quali decollano questi fantastici<br />

catamarani attorniati dagli elicotteri e<br />

dai gommoni dei fotografi che spesso devono<br />

ricorrere a tutta la loro potenza per stargli<br />

dietro. Il vento deciso da SW sui 15 –17<br />

nodi aumenta la confusione ma spinge bene<br />

i catamarani che si preparano a tagliare la<br />

linea di partenza e a compiere il breve<br />

percorso tra due boe prima di iniziare a<br />

masticare miglia prima in Mediterraneo<br />

e poi in Atlantico. Nel caos uno sloop<br />

francese ci arriva addosso e nello<br />

scontro rompiamo il carro dell’antenna,<br />

ma conquistiamo comunque<br />

una buona posizione vicino alla<br />

prima boa. Ci passano vicino<br />

questi veri e propri aerei, tranquillissimi<br />

nonostante la velocità<br />

primo è Team Adventure,<br />

davanti a Club Med e<br />

via via gli altri, solo quarto<br />

il gigante Playstation con<br />

la randa in Cuben-fiber<br />

stranamente terzarolata,<br />

probabilmente accusa già i problemi che la porteranno alla sua<br />

sostituzione a Gibilterra, rimane a terra Team Legato che sta<br />

risolvendo gli ultimi problemi di equipaggio e deve ancora<br />

percorrere parte della qualificazione, partirà il giorno successivo.<br />

In pochi minuti i giganti sbranano il tracciato, superano<br />

tutte le boe e si avventano sul mare aperto, bordeggiando<br />

verso il mitico Stretto che li lancerà sulle rotte degli alisei.<br />

Noi rientriamo, lasciamo il futuro, attraverso i ponti leva-<br />

Club Med<br />

In alto, il gigante Playstation<br />

mostra il<br />

in banchina può dare rifugio ai<br />

suggestivo<br />

gommoni di assistenza tra i suoi<br />

disegno del<br />

scafi. Alle sue spalle il<br />

suo scafo. Sua<br />

gigantesco mappamondo<br />

la condotta<br />

gonfiabile che costituiva la<br />

della gara in<br />

scenografia dell’area portuale.<br />

26 Atlantico.<br />

Sotto, Warta Polpharma. 27


toi che solcano il porto di Barcellona passiamo sotto la statua di Cristoforo<br />

Colombo che indica il Nuovo Mondo; col nostro vecchio scafo<br />

a vela latina siamo più vicini a lui che a quelle folgoranti barche del<br />

nostro tempo.<br />

Le barche e la prima parte della regata.<br />

Dopo l’emissione del bando di regata si è arrivati alla partenza di<br />

The Race attraverso una serie infinita di rinunce e ritiri per difficoltà<br />

finanziarie o problemi tecnici di gran parte dei potenziali<br />

concorrenti l’ultimo dei quali, il rivoluzionario Team Philips,<br />

è stato abbandonato in Atlantico per rotture irreversibili pochi<br />

giorni prima della partenza. Rimangono in sei :<br />

Club Med di nazionalità neozelandese. Lungo mt. 33.5 largo<br />

mt 17.5 con una sup. velica massima di 800 mq. Il progetto<br />

si deve a Gilles Ollier lo skipper è Grant Dalton, neozelandese,<br />

coadiuvato da Franck Proffit, francese. Ha raggiunto<br />

una velocità massima di 38 nodi.<br />

Code One – Innovation Explorer batte bandiera francese.<br />

Con una lunghezza di 33 metri e, una larghezza di 17.50<br />

e una superficie velica max di 800 mq, questo progetto<br />

di Gilles Ollier, è condotto da un’accoppiata stellare:<br />

il francese Loïck Peyron, soprannominato “Monsieur<br />

Multicoque” (Signor Multiscafo), e l’americano Skip<br />

Novak come secondo. Ha fermato il log su 37 nodi.<br />

Playstation, americano è il gigante del gruppo, con<br />

38 mt. di lunghezza, 18.28 di larghezza e 1036<br />

mq di sup. velica massima. Lo skipper è Steve<br />

Fosset, americano, recordman del volo in mongolfiera,<br />

il progetto è di Gino Morrelli e Pete<br />

Melvin, e la velocità di punta è di 36 nodi.<br />

Warta Polpharma, di bandiera polacca, è il<br />

“vecchio” Explorer di Bruno Peyron, già detentore<br />

del record di Jules Verne. Con “soli”<br />

26 metri di lunghezza, 13.60 di larghezza,<br />

e 628 mq di max<br />

sup. velica, questo<br />

progetto di G.<br />

Ollier, comandato<br />

dal polacco Roman<br />

Paszke, è il più<br />

piccolo fra i sei.<br />

Ciononostante<br />

raggiunge punte<br />

di 36 nodi.<br />

Team Adventure,<br />

americano,<br />

è portato<br />

da Cam Lewis<br />

e progettato da Gilles Ollier. Le sue<br />

dimensioni sono lunghezza mt. 32,<br />

larghezza mt. 17.50, sup. vel. max<br />

mq 800 e la velocità di punta è<br />

la maggiore di tutti: 39.5 nodi!<br />

Team Legato batte bandiera<br />

inglese. Radicali modifiche<br />

hanno trasformato il glorioso<br />

Enza attuale detentore del record sul giro del mondo, costruito<br />

nel 1983 su progetto di Nigel Irens. La sua lunghezza è di mt.<br />

31 la larghezza di mt. 12.80 e la sup. vel. max di mq 550, la<br />

velocità di punta di 32.5 nodi. Lo conduce l’inglese Tony Bullimore.<br />

Dopo la partenza di Barcellona in circa dieci giorni i primi concorrenti<br />

hanno attraversato l’equatore. Al momento della nostra chiusura un<br />

ristretto terzetto composto da Club Med (1°), Team Adventure<br />

(2°) e Innovation Explorer (3°) sta conducendo distanziando di<br />

alcune centinaia di miglia Playstation che sta cercando rabbiosamente<br />

di recuperare il tempo perduto in una sosta di<br />

48 ore a Gibilterra per sostituire la randa squarciata. L’appuntamento<br />

è a Marsiglia a Marzo per l’arrivo. La regata si<br />

può seguire in tempo reale sul sito internet www.therace.org<br />

Sopra, Innovation Explorer ha<br />

condotto un serrato match race<br />

in Atlantico con Club Med.<br />

Sotto, Warta Polpharma di<br />

Playstation<br />

bolina. La barca polacca è il già<br />

arriva alla<br />

noto Jet Service poi Explorer<br />

prima boa: è<br />

di bruno Peyron ulteriormente<br />

28 solo quarto.<br />

aggiornato e modificato. 29


Il mare della Sardegna continua a fondo del mondo è iniziata nella prima<br />

fare da scenario a grandi manifestazioni<br />

e imprese sportive. Prima ha iniziato gli esercizi di ventilazione,<br />

mattinata, intorno alle dieci. Genoni<br />

di Sergio Casano<br />

le acque di Villasimius, poi quelle di<br />

Valledoria e Arbatax e, infine quelle<br />

di Ottiolu, a Budoni dove Gianluca<br />

Genoni lo scorso 12 ottobre ha stabilito<br />

il nuovo record mondiale di immersione<br />

in assetto variabile (l’atleta<br />

scende alla quota stabilita su una sorta<br />

di slittino con l’ausilio di una zavorra<br />

e nella risalita può aiutarsi issandosi<br />

sul cavo). Il sub di Galliate, allievo<br />

di Umberto Pellizzari (che inaugurò<br />

alcuni anni fa nella nostra isola la<br />

grande stagione iridata dell’apnea), ha<br />

ritoccato per due volte, nell’arco di<br />

quattro giorni, il suo precedente primato<br />

mondiale, scendendo prima a<br />

quota -123, poi a –125 metri.<br />

Tre minuti e un secondo, questa è la<br />

durata del record di Gianluca Genoni,<br />

che anche a Budoni ha indossato l’ormai<br />

famosa muta da sub bianca “Mi<br />

ha sempre portato fortuna e continuerò<br />

ad indossarla”. La giornata del nuovo<br />

respirazioni profonde e qualche piccola<br />

discesa per tastare il mare poi, cinque<br />

minuti dopo le undici, la vera immersione,<br />

quella che conta e che ha sancito<br />

il nuovo record mondiale di apnea profonda.<br />

Gianluca Genoni, dunque, è il nuovo<br />

signore degli abissi, quello che è riuscito<br />

a riportare in superficie la tacchetta<br />

che segna meno 125 metri. Un<br />

limite incredibile, raggiunto grazie ad<br />

una grande organizzazione e a una preparazione<br />

psico-atletica che si è affinata<br />

in questi ultimi anni, durante i<br />

quali il mondo dell’apnea ha fatto passi<br />

da gigante. Sembrano infatti ormai lontane<br />

anni luce le scuole di apnea di<br />

Maiorca e Mayol. Il siciliano basava<br />

i suoi record soprattutto sulla preparazione<br />

fisico e atletica, mentre il sub<br />

francese non trascurava il fattore mentale,<br />

oltre a quello atletico, aiutandosi<br />

con lo yoga, tecnica che è stata adottata<br />

30 primato mondiale dell’uomo più pro-<br />

anche da Pellizzari.<br />

31<br />

L’uomo più<br />

profondo<br />

del mondo


Ma dietro ogni record, c’è sempre<br />

una grande macchina organizzativa, un<br />

team di esperti e addetti ai lavori<br />

che prepara nei minimi dettagli l’impresa.<br />

A Budoni, oltre che dalla sua<br />

equipe posizionata a bordo del Proteo,<br />

Gianluca Genoni è stato assistito dalla<br />

nave della Marina Militare Antea,<br />

dotata di tutte le attrezzature , come<br />

ad esempio la camera di decompressione,<br />

necessarie per ogni emergenza.<br />

Otto giorni prima del record mondiale,<br />

il sub lombardo è stato protagonista di<br />

un incidente che avrebbe potuto avere<br />

gravi conseguenze. Durante una discesa<br />

d’allenamento, nella specialità più pericolosa<br />

del “No–limits”, Genoni a quota<br />

–145 non è riuscito ad aprire un pallone<br />

che avrebbe dovuto portarlo in superficie,<br />

disturbato dal cavo della zavorra. A<br />

salvarlo è stato un sub dell’assistenza<br />

che gli ha fornito un pallone d’emergenza<br />

proprio quando il primatista<br />

mondiale tentava lentamente la risalita<br />

a braccia.<br />

Una specialità, il no-limits (si scende<br />

con una zavorra senza limiti di peso e<br />

si risale con l’ausilio di palloni o giubbotti<br />

gonfiabili) molto rischiosa, che<br />

Gianluca Genoni ha deciso di accantonare<br />

per migliorare invece il record<br />

in assetto variabile. L’appuntamento è<br />

fissato ancora una volta nel mare sardo<br />

che, sarà per la sua limpidezza, sarà per<br />

l’ospitalità della gente, farà ancora una<br />

volta da cornice alle grandi imprese,<br />

da annoverare tra i Guinnes dei primati<br />

mondiali.<br />

Gianluca Genoni<br />

1996 (Siracusa) –106 mt record mondiale assetto<br />

variabile regolamentato<br />

1997 (Arbatax) –120 mt record mondiale assetto<br />

variabile regolamentato<br />

1998 (S.Teresa Gallura) 1° posto campionato<br />

mondiale a squadre in apnea<br />

1998 (Porto Ottiolu) –121 mt record mondiale<br />

assetto variabile regolamentato<br />

1998 (Porto Ottiolu) –135 mt record mondiale<br />

assetto variabile assoluto<br />

1999 (Porto Ottiolu) –122 mt record mondiale<br />

assetto variabile regolamentato<br />

1998 (Porto Ottiolu) –138 mt record mondiale<br />

32 assetto variabile assoluto<br />

33


Il gozzo di<br />

zio<br />

Salvatore<br />

Il racconto dei lettori<br />

Da quel giorno Stefano aveva chiesto<br />

a Zio Salvatore del suo vecchio gozzo,<br />

di come fare per rimetterlo a posto, di<br />

come si comportasse sottovela e altre<br />

cose che non gli erano mai interessate<br />

prima.<br />

Zio Salvatore gli aveva raccontato più<br />

volte della sua vita di pescatore, dei<br />

pesci e delle aragoste che lui e Peppino<br />

e Gavino e Zio Pietro avevano preso<br />

al mare di fuori o dietro il passo di<br />

Fornelli, dove si trovava il carcere, ma<br />

poco o niente del San Giuseppe che<br />

giaceva a secco sulla battigia del porto<br />

vecchio.<br />

-Peppino recupera l’orza a poppa,<br />

ancora …, cazza ancora …, strozzala lì<br />

sul baglio.<br />

- Tiu Salvatore cambiamo l’antenna,<br />

mettiamo la vela piccola. Il vento sta<br />

rinforzando e al passo della Pelosa lo<br />

avremo in poppa piena …. Avremo<br />

delle belle onde!<br />

- non ti preoccupare Peppino, abbiamo<br />

bisogno di tela che ci faccia venir fuori<br />

dalla schiuma.<br />

Il maestrale soffiava costante e il San<br />

Giuseppe si comportava bene. A bordo<br />

c’era tensione e il timore di un imprevisto.<br />

Zio Salvatore timonava la barca attraverso<br />

le secche, dava i comandi mentre<br />

gli altri lo seguivano eseguendo rapide<br />

manovre.<br />

- Tiu Salvatore, attento!, lì frange, lì<br />

sotto la torre frange come non mai ….,<br />

passiamo larghi.<br />

L’ultimo frangente sospinse il gozzo<br />

attraverso lo stretto budello che conduceva<br />

alla spiaggia.<br />

Gli altri uomini ora scherzavano mentre<br />

Zio Salvatore se ne stava in silenzio<br />

con lo sguardo rivolto alle vele e a quel<br />

mare che conosceva palmo a palmo.<br />

Quel mare era stato tutta la sua vita. Zio<br />

Salvatore era orgoglioso di quel duro<br />

lavoro ma sapeva che suo figlio non lo<br />

avrebbe fatto mai. Fece di tutto perché<br />

studiasse, gli trovò un buon lavoro in<br />

città ed ora Sandro non aveva rughe sul<br />

volto.<br />

34<br />

Zio Salvatore se ne stava seduto<br />

di fronte alla sua casa mentre<br />

all’orizzonte le vele bianche si<br />

dirigevano verso il Porto Nuovo dopo<br />

aver trascorso tutta la giornata in mare.<br />

C’era vento di maestrale e i gozzi navigavano<br />

veloci.<br />

Suo nipote Stefano non aveva mai<br />

mostrato alcun interesse per le barche<br />

fino all’anno prima, quando aveva<br />

regatato sul San Donato, una bella<br />

lancia di proprietà della famiglia Santini.<br />

Franco Santini era suo amico e ogni<br />

anno partecipava alla regata di vela<br />

latina che si teneva in paese nei primi<br />

giorni di settembre.<br />

A bordo del San Donato Stefano aveva<br />

imparato subito a manovrare il caro e al<br />

termine delle regate tutto l’equipaggio<br />

si era congratulato con lui per la precisione<br />

e la velocità con le quali aveva<br />

controllato l’antenna.<br />

Anche Elena, la sorella di Franco, gli<br />

aveva fatto i complimenti ed era rimasta<br />

a lungo sul molo mentre Stefano si<br />

attardava nel disarmare la barca.<br />

Elena prendeva in giro il fratello e Stefano<br />

e sorrideva.<br />

Stefano l’aveva osservata per tutta la<br />

regata. Aveva notato i suoi occhi, concentrati<br />

sul fiocco per cogliere ogni più<br />

piccolo rifiuto della vela, e il suo viso<br />

che gli era apparso bellissimo.<br />

Zio Salvatore avrebbe voluto solo che<br />

35


Peppino fosse accanto a lui in quel<br />

momento, che la malattia non lo avesse<br />

portato via, per guardare insieme quelle<br />

vele bianche che incrociavano al largo.<br />

Durante l’inverno aveva chiesto al<br />

maestro d’ascia di riparare il San Giuseppe<br />

e il gozzo era pronto a riprendere<br />

il mare.<br />

Stefano aveva iscritto la barca alla<br />

regata e ora, dopo la prima prova, Zio<br />

Salvatore lo vedeva rientrare in porto.<br />

Dopo aver rimesso a posto le vele e<br />

sciacquato il ponte il nipote sarebbe<br />

corso a casa per raccontargli come era<br />

andata.<br />

- hai visto come sono salito bene dopo<br />

la partenza. Ho stretto più degli altri,<br />

le vele erano gonfie e la barca reagiva<br />

bene al timone.<br />

- sì, stamattina ti ho visto quando eri<br />

davanti al molo. C’era un bel maestralino.<br />

- avrei dovuto salire più sottocosta<br />

prima di virare<br />

- dovevi salire fin dentro Cala Lupo e<br />

virare quasi sugli scogli.<br />

Il tono di Zio Salvatore era severo<br />

anche se avrebbe voluto dirgli che<br />

quella manovra andava bene lo stesso.<br />

- sai nonno mi sono bisticciato con<br />

Carlo. Ad ogni virata esponeva male<br />

il fiocco e poi si incattivava sempre la<br />

scotta sull’antenna. Dopo tutte le uscite<br />

insieme pensavo avesse imparato …<br />

- siete amici da molti anni, mi spiace<br />

che litighi con lui.<br />

- nonno, se Carlo non sa passare il<br />

fiocco non è colpa mia.<br />

La mattina seguente Zio Salvatore<br />

aveva svegliato Stefano informandolo<br />

che durante la notte il vento aveva<br />

girato.<br />

Alla partenza Stefano, approfittando del<br />

vento di Levante che soffiava forte,<br />

virava e virava in continuazione cercando<br />

di controllare le altre barche.<br />

La Giuria aveva dato il segnale dell’ultimo<br />

minuto e Carlo aveva iniziato a<br />

scandire i secondi che mancavano al<br />

via.<br />

Le barche si incrociavano, prue contro<br />

prue, con il San Giuseppe che correva<br />

sullo specchio d’acqua che delimitava<br />

la linea di partenza.<br />

Allo sparo Stefano disse a Carlo di cazzare<br />

il fiocco più stretto e di controllare<br />

sottovento cosa facevano gli altri.<br />

- continua così, portala a camminare,<br />

sotto raffica falla salire bene, il San<br />

Donato è bene sotto, non riesce a risalire,<br />

attento che è probabile che viri.<br />

Stefano era concentrato e nervoso e<br />

eccitato e pronto a superare il suo<br />

amico già alla partenza.<br />

Mentre teneva stretto il timone si era<br />

abbassato sotto la randa per vedere il<br />

San Donato e Elena, intenta a cazzare<br />

la scotta del fiocco con movimenti<br />

svelti e rapidi, e i suoi capelli biondi<br />

scompigliati dal vento.<br />

- Stefano, sveglia!, attento che sei<br />

troppo puggiato, ci penso io a guardare<br />

le altre barche!<br />

Stefano si accorse solo allora di essersi<br />

36<br />

distratto quel tanto da consentire a<br />

Franco Santini di passargli davanti.<br />

Stefano era teso e tentava, con successive<br />

e nervose virate, di raggiungere la<br />

prua di Franco.<br />

Per tutta la regata il San Donato<br />

rimase mezza barca avanti e ora con<br />

l’andatura di bolina le barche scarrocciavano<br />

verso la costa.<br />

Passata l’ultima boa il San Donato era<br />

vicinissimo.<br />

Stefano voleva superarlo nell’andatura<br />

in poppa, in prossimità della linea di<br />

arrivo. Decise allora di tentare una<br />

serie di strambate per liberarsi dal con- 37


trollo dell’altro gozzo.<br />

- cazza il caro e fai passare l’antenna,<br />

cazza orza a poppa …, ancora …, ora<br />

mettila in tensione e seguila …<br />

- Stefano sei troppo vicino a Franco,<br />

allargati, non puoi stargli così attaccato.<br />

- lascia stare Carlo, so quello che<br />

faccio, devo passarlo …, pronti a<br />

strambare ..<br />

Le barche quasi si toccavano e la voce<br />

di Franco si era fatta riconoscibile.<br />

- Stefano non puoi strambare, è scorretto,<br />

non lo fare …, occhio ragazzi!,<br />

il San Giuseppe stramba …, adesso<br />

stramba …<br />

Stefano poteva vedere l’agitazione crescere<br />

nell’equipaggio avversario e la<br />

sorpresa per quella manovra improvvisa<br />

e inaspettata e il tentativo di<br />

Franco di liberarsi dai rifiuti del San<br />

Giuseppe.<br />

Il San Donato perdeva velocità mentre<br />

il San Giuseppe gli sfilava avanti<br />

andando a tagliare la linea di arrivo con<br />

un vantaggio di pochi metri.<br />

In banchina le due imbarcazioni erano<br />

ormeggiate poco distanti.<br />

Franco era andato via senza neanche<br />

disarmare il San Donato ed evitando di<br />

incrociare lo sguardo di Stefano.<br />

Stefano e il suo equipaggio erano sul<br />

molo per piegare le vele quando Elena<br />

si presentò all’improvviso di fronte a<br />

loro.<br />

- Ma che cavolo hai fatto! Per poco ci<br />

venivi addosso! Non hai ancora imparato<br />

ad andare in barca La tua strambata<br />

è stata scorretta! Meglio arrivare<br />

seconda che vincere la regata in questo<br />

modo!<br />

Stefano non ebbe neanche il tempo di<br />

replicare che Elena gli aveva già dato<br />

le spalle.<br />

Rientrato a casa Stefano trovò il nonno<br />

in cucina intento a bere un caffè.<br />

- Nonno…<br />

Non riusciva a parlare. Pensava alla<br />

regata, alla fuga di Franco, alle cose<br />

che gli aveva detto Elena, al nonno che<br />

aveva visto tutto dal molo.<br />

- ho vinto .., sono arrivato primo…<br />

- non hai vinto un bel niente! Quella<br />

strambata te la potevi risparmiare. Non<br />

conosci le regole del mare. Io non avrei<br />

chiuso Franco in quel modo. Meriteresti<br />

di essere squalificato!<br />

Stefano lasciò la stanza e uscì di corsa<br />

diretto in testa al molo. Voleva stare da<br />

solo, cercare una giustificazione al suo<br />

errore, sentirsi estraneo da tutto e tutti.<br />

Rimase seduto sulle rocce fino a<br />

quando c’era ancora luce.<br />

Un pescatore stava uscendo dal porto<br />

col suo piccolo gozzo a motore per<br />

andare a riprendere le nasse lasciate al<br />

largo.<br />

Stefano non sentiva nemmeno quel borbottio<br />

del motore. Provava una grande<br />

confusione dentro di sé e mille pensieri<br />

gli riempivano la testa.<br />

Lo aveva fatto per Elena, per dimostrarle<br />

che era il migliore, che era più<br />

bravo di Franco.<br />

Gli sarebbe piaciuto raccontarle di<br />

come aveva resistito, navigando di<br />

bolina, alla tentazione di stringere<br />

troppo il vento e di come aveva controllato<br />

la serie di strambate nell’ultimo<br />

lato di poppa.<br />

Si sentiva sconfitto e senza forze.<br />

Zio Salvatore, seduto di fronte alla sua<br />

casa, poteva vedere Stefano seduto in<br />

fondo al molo e sapeva che quella<br />

stessa sera il nipote avrebbe ritirato il<br />

San Giuseppe dalla regata.<br />

38 39


PALEOCLI.GE<br />

2000<br />

testo e foto di Giampiero Dore<br />

Campagna oceanografica<br />

nelle Bocche di Bonifacio<br />

40 41


Nel mese di Ottobre, un gruppo<br />

di ricercatori delle Università<br />

di Cagliari e Trieste hanno condotto<br />

una impegnativa campagna oceanografica<br />

finalizzata allo studio dei<br />

fondali marini delle Bocche di Bonifacio,<br />

denominata PALEOCLI.GE 2000,<br />

acronimo di Paleoclimatologia e Paleogeografia.<br />

I primi risultati, come la<br />

produzione di una cartografia digitale a<br />

scala di dettaglio dei fondali marini con<br />

diversi tematismi (sedimentologia, geomorfologia,<br />

geologia), sono stati presentati<br />

al II Convegno Nazionale sulle<br />

Scienze del <strong>Mare</strong>, tenutosi a Genova<br />

dal 20 al 25 Novembre. Promotore<br />

della spedizione è stato l’Osservatorio<br />

Coste E Ambiente Naturale Sottomarino<br />

(O.C.E.A.N.S.) ubicato a Palau,<br />

sede della Scuola di Geologia Ambientale<br />

Subacquea. Obiettivo principale<br />

l’approfondimento degli studi sulle<br />

caratteristiche stratigrafico-sedimentologiche<br />

dei fondali marini delle aree<br />

comprese tra Capo Testa e Capo Figari<br />

e l’acquisizione di informazioni sui<br />

sistemi deposizionali dell’Arcipelago.<br />

La campagna si prefiggeva inoltre di<br />

ricostruire il paleoclima e la paleogeografia<br />

dei bacini nord-orientali<br />

della Sardegna e di approfondire lo<br />

studio sugli ambienti di sedimentazione<br />

attuale. PALEOCLI.GE 2000 rappresenta<br />

solo una delle prime fasi di un<br />

più ampio progetto di studio rivolto<br />

alle Aree Marine Protette ed ai Parchi<br />

Nazionali della Sardegna e più in generale<br />

ai fondali marini del Mediterraneo<br />

occidentale.<br />

Il gruppo di ricerca, coordinato dal<br />

Dott. Sandro De Muro dell’Università<br />

di Cagliari, comprendeva ricercatori di<br />

grande esperienza come il geofisico<br />

Prof. Michele Pipan, il geologo marino<br />

Prof. Roberto Bartole, il sedimentologo<br />

Dott. Raffaella Piani, dell’Università<br />

di Trieste, il geofisico Dott. Riccardo<br />

Ramella, il geologo marino Dott.<br />

Federica Donda dell’Istituto Nazionale<br />

di Oceanografia. Preziosa ed infaticabile<br />

la collaborazione degli allievi<br />

della Scuola di Geologia Ambientale<br />

Subacquea Federica Maggiani, Nicola<br />

Cabboi, Massimo Cabras, Giovanna<br />

Ligas, Giuseppe Lai, Daniele Manca e<br />

Walter Colautti.<br />

Numerosi gli enti ed i soggetti privati<br />

che hanno reso possibile lo svolgi-<br />

Operazioni di<br />

varo del “pesce”,<br />

ovvero del<br />

trasmettitorericevitore<br />

degli<br />

impulsi sonori.<br />

I mezzi nautici<br />

del Corpo Forestale<br />

utilizzati nel<br />

corso della campagna.<br />

La Ketty<br />

Nelson, imbarcazione<br />

madre,<br />

aveva il compito<br />

di trainare il Side<br />

Scan Sonar ed il<br />

Sub Bottom Profiler-Chirp<br />

e di<br />

ospitare tutta la<br />

strumentazione<br />

scientifica. Il battello<br />

pneumatico<br />

era invece destinato<br />

alla squadra<br />

di sommozzatori.<br />

42 43


mento della campagna. Innanzi tutto il<br />

Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale<br />

che ha messo a disposizione i<br />

mezzi nautici e la grande esperienza<br />

e professionalità degli equipaggi, l’<br />

Associazione Delphina , la Croce<br />

Rossa, Orsus Mediterraneus, lo Yacht<br />

Club Punta Sardegna, MD Service, il<br />

Comune di Palau, l’Università di Trieste<br />

- Dipartimento di Scienze Geologiche,<br />

Ambientali e Marine, l’Università<br />

di Cagliari - Dipartimento di Scienze<br />

della Terra.<br />

Per le ricerche ci si è avvalsi delle<br />

tecniche di telerilevamento acustico<br />

(vedi box), unica tecnologia attualmente<br />

disponibile per lo studio di<br />

dettaglio della morfologia dei fondali<br />

marini, dalla fascia costiera alle fosse<br />

oceaniche. I sistemi ottici ed elettromagnetici,<br />

convenzionalmente utilizzati<br />

nel telerilevamento, non possono<br />

essere utilizzati per questo scopo a<br />

causa dell’elevato assorbimento della<br />

radiazione elettromagnetica nell’acqua.<br />

Oltre ai rilievi con il Sonar a scansione<br />

laterale (S.S.S.) sono state effettuate<br />

Oltre all’osservazione, alla misurazione<br />

ed alla documentazione diretta di punti<br />

di particolare interesse segnalati dalla<br />

imbarcazione madre, i sommozzatori<br />

hanno eseguito numerosi prelievi di<br />

campioni di sedimento.<br />

Il capo spedizione<br />

Dott. Sandro De<br />

Muro ed il<br />

geofisico Michele<br />

Pipan sulla Ketty<br />

Nelson, alla consolle<br />

di controllo<br />

del Side Scan<br />

Sonar.<br />

La consolle del<br />

Side Scan Sonar<br />

interfacciato con<br />

il sistema G.P.S.<br />

misure correntometriche, campionature<br />

di sedimenti sia sul fondo che in<br />

colonna d’acqua (trappole di sedimentazione)<br />

ed immersioni per il rilevamento<br />

diretto dei fondali.<br />

Per le ricerche sui mari della Sardegna<br />

è un cambiamento di ritmo quasi epocale.<br />

Strumenti per determinare la posizione<br />

rispetto al fondo con assoluta<br />

precisione, sonar a scansione laterale<br />

dotati di correzione geometrica digitale<br />

interfacciati con la posizione GPS che<br />

disegnano su un monitor il fondo del<br />

mare creando il modello digitale dell’area<br />

indagata. Onde acustiche in alta<br />

risoluzione per ricostruire gli spessori<br />

dei sedimenti e le geometrie degli strati<br />

che compongono il fondo mare con<br />

precisione millimetrica.<br />

La Campagna PALEOCLI.GE 2000, ha<br />

realizzato 650 miglia nautiche di rilievi<br />

del fondo marino utilizzando strumenti<br />

digitali ad altissima tecnologia e precisione.<br />

I dati acquisiti, memorizzati su<br />

decine di dischi magnetoottici da 2.5<br />

GIGA, sono poi stati trattati con sofisticati<br />

programmi di correzione ed analisi<br />

sismica. L’output della approfondita<br />

elaborazione, incrociato con le risultanze<br />

degli esami dei campioni di sedimento<br />

e con i rilievi diretti effettuati dai<br />

sommozzatori hanno portato alla produzione<br />

di accurate carte tematiche dei<br />

fondali marini delle Bocche di Bonifacio<br />

e dell’Arcipelago di La Maddalena.<br />

Tre le imbarcazioni impegnate contemporaneamente:<br />

l’imbarcazione madre<br />

che ha eseguito i rilievi sonar e sismici<br />

consentendo l’interpretazione in tempo<br />

reale dei dati e stabilendo le strategie<br />

delle altre due equipe; la seconda<br />

imbarcazione con una squadra di sommozzatori<br />

ha svolto rilievi diretti in<br />

immersione, prelievo di campioni, fotorilevamento<br />

e misure di dettaglio; la<br />

terza squadra si è impegnata nei prelievi<br />

di sedimento per la ricostruzione<br />

delle correnti di fondo e le analisi<br />

climatico-ambientali.<br />

Mentre i risultati della campagna in<br />

parte sono stati pubblicati ed altri sono<br />

in fase di elaborazione, già si pensa<br />

al futuro e si inizia ad organizzare<br />

PALEOCLI.GE 20<strong>01</strong>.<br />

Misurazione della<br />

lunghezza d’onda<br />

di una serie di<br />

“sand waves” nei<br />

pressi dell’isolotto<br />

del Fico. Le otto<br />

grandi onde di<br />

sabbia avevano<br />

una lunghezza<br />

d’onda compresa<br />

fra i 16 ed i<br />

22 metri ed una<br />

altezza massima<br />

di ben 5 metri.


I SONAR (Sound Navigation And<br />

Ranging) possono essere schematicamente<br />

suddivisi in tre categorie:<br />

- Echo-Sounders (ES): trasmettono<br />

un singolo fascio orientato<br />

verticalmente<br />

- Side Scan Sonars (SSS): trasmettono<br />

(in genere) un fascio per<br />

lato.<br />

- Multi-Beam Sonars (MBS): trasmettono<br />

decine di fasci per<br />

lato<br />

Questi sistemi possono registrare<br />

batimetria o immagini acustiche,<br />

oppure ambedue, come nel caso dei<br />

MBS di più recente fabbricazione. I<br />

vari sistemi possono essere solidali<br />

con lo scafo o al traino. In ambedue i<br />

casi sono previsti sensori che ne rilevano<br />

in ogni istante la posizione ed<br />

i movimenti. Nei sistemi più evoluti<br />

(MBS) tali sensori comprendono:<br />

* Un ricevitore GPS differenziale.<br />

* Un attitude sensor per la misura di<br />

heave, roll, pitch, yaw<br />

* Una girobussola<br />

A questi si deve aggiungere una sonda<br />

per la misura della velocità del suono<br />

in acqua. Il suono viaggia infatti nell’acqua<br />

ad una velocità di circa 1500<br />

m/s, ma tale valore è influenzato<br />

da temperatura, salinità e pressione.<br />

Misure accurate richiedono quindi la<br />

conoscenza del profilo di velocità nell’area<br />

in cui si opera. Questa misura<br />

è meno importante nel caso del SSS<br />

a causa dell’imprecisione nel posizionamento<br />

del sensore in genere trainato<br />

della nave.<br />

finestrini di un aereo. La forma<br />

del fascio acustico è di fondamentale<br />

importanza ai fini della successiva<br />

ricostruzione delle immagini<br />

del fondale. I fasci generati dai trasduttori<br />

sonar sono normalmente<br />

molto stretti (circa 1°) nella direzione<br />

orizzontale mentre raggiungono<br />

i 40°-60° nel piano verticale<br />

perpendicolare all’asse dello strumento.<br />

La distanza percorsa dall’onda acustica<br />

tra il sensore ed il punto di incidenza<br />

prende il nome di slant range.<br />

Il ground range è invece la distanza<br />

orizzontale dal nadir del sonar al<br />

punto di incidenza. Il sonar viaggia<br />

lungo una traiettoria che, per analogia<br />

con altre tecniche di telerilevamento,<br />

viene indicata come<br />

line-of-sight. La direzione along-track<br />

coincide con quella di avanzamento<br />

del sonar mentre quella across-track<br />

è ad essa perpendicolare. La larghezza<br />

del tratto di fondale illuminato<br />

dal fascio, misurata across-track,<br />

prende il nome di swath width.<br />

Su questa carta<br />

sono riportate le<br />

rotte seguite per<br />

effettuare i rilevamenti<br />

con il Side<br />

Scan Sonar per<br />

un totale di 650<br />

miglia nautiche.<br />

La profilazione<br />

acustica è stata<br />

effettuata per<br />

mezzo di un Sub<br />

Bottom Profiler-<br />

Chirp al traino,<br />

in grado di operare<br />

contemporaneamente<br />

su due<br />

bande di frequenza<br />

registrate<br />

su due diversi<br />

canali.<br />

Il SSS viene trainato a distanza e<br />

profondità che variano in funzione<br />

della profondità del mare nell’area<br />

in esame. Se lo strumento è infatti<br />

troppo vicino al fondo, la swathwidth<br />

si riduce. Se invece è troppo<br />

lontano le immagini del fondale possono<br />

perdere risoluzione.<br />

L’energia acustica che non viene<br />

riflessa specularmente, viene in parte<br />

assorbita dal substrato, in parte<br />

riflessa verso il sensore. L’ampiezza di<br />

questa componente (backscattered<br />

wave) è funzione di tre fattori principali,<br />

in ordine di importanza decrescente:<br />

- La geometria del sistema sensore-obiettivo<br />

(angolo di incidenza<br />

del fascio, pendenza locale<br />

etc.)<br />

- Le caratteristiche fisiche della<br />

superficie (rugosità a microscala).<br />

- La natura intrinseca della superficie<br />

(composizione, densità e<br />

quindi capacità di generare uno<br />

scattering di superficie o di<br />

volume).<br />

Il SONAR produce energizzazioni<br />

(ping) ad intervalli di tempo regolari<br />

e ravvicinati, fino ad un minimo di<br />

diversi ping per secondo per i sistemi<br />

utilizzati in acque poco profonde.<br />

La forma d’onda generata dallo strumento<br />

ad ogni ping è approssimativamente<br />

impulsiva, ovvero corrisponde<br />

ad una variazione quasi istantanea di<br />

pressione e contiene in genere un<br />

ampio intervallo di frequenze centrato<br />

su valori di pochi KHz, per i<br />

sistemi oceanici, fino a diverse centinaia<br />

di KHz per i sistemi utilizzati in<br />

aree costiere e ridotti battenti d’acqua.<br />

Gli echi dal fondale vengono registrati<br />

per ogni ping su una finestra temporale<br />

relativamente ampia in modo<br />

da consentire la ricezione di energia<br />

proveniente da un’ampia fascia del<br />

fondale. Tale energia viene memorizzata<br />

in funzione del tempo di arrivo<br />

al sensore. I profili registrati mentre<br />

lo strumento avanza vengono messi<br />

insieme per riprodurre mappe del<br />

backscattering del fondale marino.<br />

Acquisizione dati<br />

Il SSS invia fasci di onde acustiche<br />

configurati in maniera particolare che<br />

interagiscono con il fondale e vengono<br />

in larga misura riflessi specularmente<br />

rispetto alla normale nel<br />

punto di incidenza. I fasci vengono<br />

trasmessi lateralmente, perpendicolarmente<br />

all’asse dello strumento ed<br />

alla direzione di avanzamento del<br />

medesimo. Il SSS può quindi essere<br />

assimilato, in prima approssimazione,<br />

ad un Side Looking Aperture Radar<br />

(SLAR) o, più semplicemente, ad uno<br />

strumento che riprenda immagini dai<br />

46 47


Parametro fondamentale nelle indagini<br />

SSS è la risoluzione, ovvero<br />

la capacità di evidenziare dettagli<br />

del fondale. Una definizione quantitativa<br />

della risoluzione è la distanza<br />

minima tra due oggetti che possono<br />

essere identificati separatamente in<br />

un immagine SSS. La distribuzione<br />

3-D dell’energia acustica del SSS ha<br />

un’intersezione ellittica con il fondale<br />

marino (analogamente all’ellisse che<br />

si crea su un foglio di carta posto<br />

obliquamente al di sopra di un abat-<br />

jour). L’area coperta da questa ellisse<br />

prende il nome di footprint.<br />

L’asse along-track è invece il valore<br />

minore tra l’apertura orizzontale del<br />

fascio e la distanza percorsa dal trasduttore<br />

nell’intervallo di ricezione.<br />

Altri parametri importanti sono:<br />

potenza trasmessa e banda di<br />

frequenza utilizzata, caratteristiche<br />

del trasduttore (lunghezza, apertura<br />

angolare), frequenza di energizzazione<br />

e velocità di crociera, altezza<br />

del SSS sul fondo del mare.<br />

SAMER<br />

Profilo Foce Liscia<br />

I massimi spessori di sedimento, superiori<br />

a 25 metri, sono stati riscontrati<br />

in corrispondenza delle Rias, le antiche<br />

valli fluviali, come quella del<br />

fiume Liscia alla quale si riferisce<br />

l’esempio.<br />

Sand Waves<br />

Un’altra immagine del fondo mare<br />

con le “sand waves”, grandi onde di<br />

sabbia alte diversi metri, che testimoniano<br />

l’elevata velocità delle correnti<br />

in quel tratto di mare.<br />

SAMER s.r.l.<br />

DAIMLER CHRYSLER<br />

Concessionaria ufficiale<br />

Mercedes-Benz<br />

Profilo granito<br />

Una immagine “normalizzata” del<br />

fondo mare ottenuta con il Side Scan<br />

Sonar. Sono ben evidenti gli affioramenti<br />

granitici ed il detrito circostante.<br />

48<br />

Zona industriale Predda Niedda Nord Strada 2 07100 Sassari<br />

Amm. e Vendita 079 262645/47-Ass. e Ricambi 079 2676007-Fax 079 262648

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