IL RUBICONE DI CESARE - Romagna terra del sangiovese
IL RUBICONE DI CESARE - Romagna terra del sangiovese
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<strong>Romagna</strong> <strong>terra</strong> <strong>del</strong> <strong>sangiovese</strong><br />
<strong>IL</strong> <strong>RUBICONE</strong> <strong>DI</strong> <strong>CESARE</strong><br />
Scrisse Tito Livio di quel gennaio <strong>del</strong> 49 a.C: “…alla testa di cinquemila uomini e trecento cavalli , Cesare varcò il Rubicone e<br />
mosse contro l’universo..”. Il “racconto” <strong>del</strong>le gesta di Cesare in <strong>Romagna</strong> è visibile attraverso i "rimandi" presenti sul<br />
territorio : quelli <strong>del</strong>la dominazione romana in <strong>Romagna</strong> (“Terra di Roma”!), ovvero vestigia, monumenti e musei di Rimini,<br />
Savignano, Sarsina, Forlimpopoli;…nonchè la Centuriazione romana <strong>del</strong>la campagna romagnola, il geniale appoderamento<br />
<strong>del</strong> territorio allora selvaggio, ancora oggi visibile tra Cesena, Cervia e Cesenatico...<br />
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Il 10 gennaio <strong>del</strong> 49 a.C. Giulio Cesare attraversava il fiume Rubicone in armi dirigendosi verso Roma scatenando così la<br />
guerra civile che segnava la fine <strong>del</strong>la Repubblica e l’inizio <strong>del</strong>l’Impero... Il Rubicone costituiva il confine tra la Gallia<br />
Cisalpina ed il territorio soggetto alla legge romana. Se la data è certa, ciò che ancora non lo è per gli storici è il luogo<br />
esatto in cui il fatto avvenne.<br />
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Ancora oggi non esiste una verità unanimemente accettata dagli studiosi su quale sia il vero fiume Rubicone. Allo scopo di<br />
porre termine all’annosa diatriba, il Fiumicino che attraversa la città di Savignano di <strong>Romagna</strong> fu individuato nel 1933 come<br />
il vero Rubicone da Benito Mussolini, che -alla sua maniera- con atto d’imperio ribattezzava la città di Savignano di<br />
<strong>Romagna</strong> con la denominazione di Savignano sul Rubicone.<br />
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Svetonio, sulla scorta di quanto narrato dallo stesso Cesare nel De Bello Gallico, ipotizzava una relazione stringente tra il<br />
nome <strong>del</strong> fiume ed il suo colore, il vermiglio, quasi si trattasse di un rivo di sangue, presagio dei fatti di capitale portata<br />
che l’attraversamento avrebbe provocato. A questo si aggiungano i segni premonitori cui prestare attenzione: il sogno <strong>del</strong><br />
condottiero la notte precedente l’attraversamento, il pianto ed il digiuno dei cavalli, anche qualche anno dopo, in<br />
occasione <strong>del</strong>l’uccisione di Cesare.<br />
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Il Rubicone e la sua storia si caricano nel tempo di significati che vanno oltre i fatti contingenti, assicurandone un degno<br />
posto tra i luoghi “mitici”. A tutt’oggi numerose e dibattute restano le ipotesi attributive per l’identificazione <strong>del</strong> fiume. Ecco<br />
allora una proliferazione di probabili “Rubiconi”: il Fiumicino, il Pisciatello, la Rigossa, il fiume Uso. L’ambiente antropizzato,<br />
le alluvioni, le deviazioni degli alvei di questi piccoli corsi d’acqua hanno parzialmente cancellato i segni, possibili indizi<br />
per sciogliere lo storico giallo, ma è comunque interessante ripercorrere il territorio in un itinerario che coniuga natura e<br />
storia, partendo proprio dalla sorgente <strong>del</strong> Rubicone, situata presso il Passo dei Meloni, nel territorio di Sogliano in località<br />
Strigara. Il luogo è raggiungibile a piedi, con una bella passeggiata attraverso sentieri recentemente tracciati che solcano<br />
il territorio.<br />
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A Savignano sul Rubicone il ponte a tre luci di età augustea, che scavalca il fiume oggi denominato Rubicone - che<br />
anticamente cingeva interamente il castello di Savignano -, è la più antica testimonianza nel territorio <strong>del</strong>la grande civiltà<br />
romana; a margine <strong>del</strong> ponte, una grande statua di Cesare segnala l'ingresso nel centro storico di Savignano.<br />
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In città vale la pena di prendere appuntamento per una visita all’ Accademia dei Filopatridi, che ha tra i suoi scopi la<br />
salvaguardia <strong>del</strong>la paternità <strong>del</strong> fiume. Le sale <strong>del</strong>la prestigiosa Accademia, istituita nel 1801, conservano i numerosi<br />
carteggi storici che rivelano il grande interesse destato dal “problema Rubicone”. Nell’Accademia si vedano pure la bella<br />
Sala dei Mappamondi ed i manoscritti e codici rari ivi conservati.<br />
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Nella frazione di Calisese, nei pressi <strong>del</strong>la via Emilia a poca distanza da Cesena, c’è l’antica Pieve di S. Martino in<br />
Rubicone, esistente almeno dall’anno 1000, posta vicino alla cosiddetta zona <strong>del</strong>la Malanotte: secondo una leggenda<br />
proprio qui uno dei legionari di Cesare fu abbandonato morente e, dopo tre giorni, fu trovato morto dagli abitanti <strong>del</strong>la<br />
zona, che gli diedero degna sepoltura; il suo sarcofago è stato rinvenuto all’inizio <strong>del</strong> Novecento. E' la zona <strong>del</strong> torrente<br />
Urgon che, secondo indizi basati su ricerche storiche, per l' Associazione Culturale Pro Rubicone di Calisese, sarebbe il<br />
vero "Rubicone" attraversato da Cesare oltre duemila anni fa : un busto <strong>del</strong> condottiero è stato infatti posto sul torrente<br />
nei pressi <strong>del</strong>la Pieve.<br />
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<strong>Romagna</strong> <strong>terra</strong> <strong>del</strong> <strong>sangiovese</strong><br />
Dirigendosi verso la costa, nel tratto sul confine tra i territori comunali di Gatteo e San Mauro, si arriva alla foce <strong>del</strong> fiume<br />
Pisciatello che, unendosi alle acque <strong>del</strong> Fiumicino e <strong>del</strong>la Rigossa, si getta in Adriatico nei pressi di San Mauro Mare. Il<br />
ponte che collega questa località con Gatteo Mare è stato dotato di un altro busto di Giulio Cesare, a sostegno <strong>del</strong>la tesi di<br />
quanti individuano nel Pisciatello il “vero Rubicone”: la diatriba continua…<br />
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