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BREVI CENNI SULLA METROLOGIA DELLA FORZA Carlo ... - inrim

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<strong>BREVI</strong> <strong>CENNI</strong> <strong>SULLA</strong> <strong>METROLOGIA</strong> <strong>DELLA</strong> <strong>FORZA</strong><br />

<strong>Carlo</strong> Ferrero<br />

I.N.RI.M<br />

1.Introduzione<br />

Massa e Forza sono fra le principali grandezze fisiche connesse a processi di misura di tipo<br />

ingegneristico.<br />

La conoscenza della forza e del concetto collegato al momento della stessa risalgono ad oltre 4000<br />

anni or sono. Infatti leve e bilance sono stati trovati negli scavi effettuati sia in Egitto che in<br />

Mesopotania; in alcuni affreschi su tombe egizie è rappresentato l’uso della bilancia associato a<br />

scambi commerciali ma anche al “peso delle anime” prima che queste affrontassero il viaggio dopo<br />

la morte.<br />

Il problema della scomposizione e della sommatoria delle forze e quindi della natura vettoriale delle<br />

stessa viene evidenziato in un periodo leggermente successivo ma è già di largo utilizzo nella<br />

geometria sviluppata in Grecia circa 700 anni prima dell’era cristiana.<br />

Bisogna arrivare però all’opera di Galileo Galilei per avere dei contributi significativi, basati<br />

strettamente sul metodo sperimentale, all’approfondimento del concetto di forza associato a quelli<br />

di moto e di energia cinetica e staccarsi da una visione mistica pre-aristotelica delle forze che<br />

muovono l’universo.<br />

Nel “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” [1] Galileo fa dire a Salviati (che si fa<br />

paladino dei nuovi concetti galileiani): “……dico che quello che fa muovere la terra è una cosa<br />

simile a quella che muove Marte, Giove, e che e’ crede si muova anco la sfera stellata………..Ma<br />

più, io voglio far l’istesso s’ei mi sa insegnare chi muova le parti della terra in giù.”<br />

Ed alla risposta di Simplicio, che sostiene la vecchia posizione aristotelica: …..” La causa di<br />

quest’effetto è notissima, e ciaschedun sa che è la gravità.”<br />

Salviati replica: “…….Voi errate signor Simplicio: voi dovevi dire che ciaschedun sa ch’ella si<br />

chiama gravità. Ma io non vi domando del nome, ma dell’essenza della cosa: della quale essenza<br />

voi non sapete più di quello che voi sappiate dell’essenza del movente le stelle in giro, eccettuatone<br />

il nome, che a questa è stato posto e fatto familiare e domestico per la frequente esperienza che<br />

mille volte il giorno ne veggiamo; ma non è che realmente noi intendiamo più, che principio o che<br />

virtù sia quella che muove la pietra in giù, di quel che noi sappiamo che la muova in su, separata<br />

dal proiciente, o chi muova la luna in giro, eccettochè (come ho detto) il nome, che più singulare e<br />

proprio gli abbiamo assegnato di gravità…….”.<br />

2


Figura 1: Studi di Galileo sulla resistenza dei materiali (tratto dal rif [2])<br />

Per chi volesse approfondire l’argomento, nel libro di Max Jammer [2] troviamo una mirabile<br />

sintesi dell’evoluzione del concetto di forza dal pensiero antico, alla meccanica classica, al<br />

dinamismo di Leibniz, Kant, Spencer, alla meccanica quantistica e relativistica di Einstein.<br />

L’importanza della forza non è solo strettamente legata alla resistenza dei materiali, ma una sua<br />

realizzazione sperimentale, con elevati livelli di accuratezza, è necessaria per la determinazione di<br />

altre grandezze metrologicamente importanti.<br />

Si pensi, ad esempio, alla definizione dell’unità di corrente elettrica in cui si fa riferimento alla<br />

forza esercitata da due bobine percorse da una corrente ed ancora alla realizzazione dell’unità di<br />

pressione o di quella di alcuni punti fissi nella Scala Internazionale Pratica di Temperatura.<br />

Le applicazioni scientifiche e tecnologiche si estendono in un campo molto vasto che va dalle<br />

frazioni di newton nella microbiologia o nella chimica farmaceutica alle decine di milioni di newton<br />

nel campo aerospaziale o in quello dei materiali speciali (quali ad esempio i materiali ceramici per<br />

altissime temperature e pressioni).<br />

In questi ultimi anni si è assistito pertanto ad un incremento notevole della domanda nella misura<br />

delle forze, per quanto concerne l’estensione dei campi di misura e nei livelli delle incertezze. Per<br />

questo si ha un continuo miglioramento dei campioni primari e dei campioni secondari, in altre<br />

parole in un’ulteriore necessità di :<br />

• miglioramento delle tarature<br />

• certificazione<br />

• disseminazione<br />

• riferibilità.<br />

In conformità alla legge 273/91 l’I.N.RI.M. fornisce al paese campioni primari delle grandezze<br />

meccaniche, termiche, elettriche e di tempo e frequenza (disseminazione) , in modo da consentire<br />

misure e prove di elevata qualità.<br />

Ogni miglioramento dei campioni primari e dei campioni di trasferimento della forza contribuisce<br />

ad un miglioramento dell’intero sistema gerarchico della grandezza Forza ed è convertito in una più<br />

grande affidabilità di tutta la produzione industriale.<br />

Per dare un’idea del peso economico del solo settore produttivo delle celle di carico 1 e dei sistemi<br />

legati alla pesatura ed alla caratterizzazione dei materiali una pur breve indagine ha indicato come<br />

per le celle di carico ed i sistemi di pesatura il mercato europeo sia stato, nel 2003, di quasi 445 M€,<br />

mentre quello americano ha raggiunto i 1250 M€.<br />

1 Una cella di carico è un sistema, di solito elettronico, (trasduttore) che converte una forza ad esso applicata in un<br />

segnale elettrico. Esso è generalmente costituito da un corpo metallico elastico a cui vengono applicati uno o più<br />

estensimetri che convertono un allungamento o una compressione in una variazione di resistenza elettrica. Per<br />

amplificare l’entità del segnale la scelta più comune è quella di usare quattro estensimetri collegati tra di loro in una<br />

configurazione a ponte di Wheatstone (ma se ne può usare anche solo uno oppure due). Il segnale elettrico ottenuto è<br />

normalmente dell’ordine di pochi millivolt e richiede un’ulteriore amplificazione con un apposito amplificatore prima<br />

di essere utilizzato. Il segnale è poi elaborato per calcolare la forza applicata al trasduttore. Di solito è necessario<br />

applicare delle correzioni, per esempio per la non linearità o compensazioni per la temperatura, ecc. La maggior parte<br />

delle celle di carico sia di tipo elettronico, ma ve ne sono anche per esempio di tipo idraulico che non sono soggette a<br />

disturbi elettrici o di tipo piezoelettrico.<br />

3


In ottemperanza alle direttive CEE sulla certificazione delle caratteristiche dei prodotti e la<br />

liberalizzazione degli scambi si sono sviluppati infine vari sistemi nazionali di taratura nei diversi<br />

paesi della Comunità Europea nell’ambito dell’EA --European cooperation for Accreditation ( ex<br />

Western European Calibration Cooperation).<br />

2. Unità di misura<br />

L’unità di forza è un’unità derivata nel Sistema Internazionale di Unità, o sistema SI delle unità di<br />

misura.<br />

Massa e Forza sono collegate attraverso la seconda legge del moto:<br />

dove: a = accelerazione ed m = massa<br />

F = m a (1)<br />

Mentre la massa è una quantità fondamentale nel SI e rappresenta la quantità di materia di un corpo<br />

oppure, alternativamente la grandezza che caratterizza l’inerzia di quel corpo, la forza è, nel SI, una<br />

grandezza derivata incorporando le dimensioni di una lunghezza, del tempo, oltre che della massa.<br />

L’unità di misura SI associata alla grandezza forza è il newton (simbolo N), definito come la forza<br />

in grado di imprimere ad una massa di 1 kg un’accelerazione pari ad 1 m s -2 . All’atto pratico, per la<br />

realizzazione dell’unità di forza, non risulta conveniente applicare effettivamente l’accelerazione di<br />

1 m/s 2 ad una massa di 1 kg; si utilizzano invece masse note che, sottoposte all’effetto<br />

dell’accelerazione di gravità locale, esercitano forze note su di un supporto vincolato a terra.<br />

Il peso (o forza peso) è definita come la forza risultante dall’attrazione gravitazionale fra la massa<br />

di un corpo e la massa della terra.<br />

La risultante accelerazione del corpo è l’accelerazione di gravità, indicata con g.<br />

In termini più generali la gravità è intesa come l’azione mutua fra masse, in virtù della quale ogni<br />

massa viene attratta da un’altra con una forza: F = m g<br />

Il valore reale di g varia con la località (distanza dall’equatore) e la distanza del corpo dalla<br />

superficie della terra (altezza), non è quindi una costante fisica, ma una grandezza geofisica, il cui<br />

valore standard è stato fissato in sede internazionale essere:<br />

g = 9,80665 m s -2<br />

Nel sistema pratico di unità di misura, l’unità di forza o kilogrammo-forza (kgf) era definita come la<br />

forza acquisita dalla massa di 1 kg, quando su essa agisce un’accelerazione di gravità standard.<br />

La relazione fra la vecchia unità della forza (kgf) e l’unità del sistema internazionale, il newton (N),<br />

risulta quindi:<br />

1 kgf = 9,80665 N<br />

Solo a titolo informativo è utile sottolineare come in natura, oltre alla forza gravitazionale, ne<br />

esistono altre, come ad esempio le forze elettriche, magnetiche, di attrito, di coesione e, per ultima,<br />

la quinta forza su cui sono ancora in corso, a livello nazionale ed internazionale, vari tipi di<br />

esperimenti per confermarne o meno l’esistenza.<br />

4


Un altro aspetto di particolare importanza che occorre avere sempre presente è che la forza (ed a<br />

maggior ragione il momento) è una grandezza fisica di tipo vettoriale (a differenza della maggior<br />

parte delle altre grandezze fisiche quali ad esempio la pressione, la temperatura, ecc. che sono<br />

grandezze di tipo scalare) e che quindi, per la sua espressione, sia necessario far ricorso ad una<br />

terna di parametri (e cioè, rispettivamente, direzione, verso e modulo):<br />

3<br />

F = ∑ F j<br />

i<br />

j=<br />

1<br />

j<br />

(2)<br />

La (2) mette in evidenza la natura vettoriale della grandezza; questa sarà pertanto esprimibile<br />

mediante le tre componenti F 1 , F 2 , F 3 ottenute proiettando il vettore F lungo i tre assi x 1 , x 2 , x 3 di<br />

coseni direttori i 1 , i 2 , i 3 di un generico sistema di riferimento cartesiano nello spazio, e dove l’asse<br />

x 3<br />

è fatto coincidere con la linea verticale di azione della gravità.<br />

Questo aspetto peculiare della forza va costantemente tenuto in conto quando si progettano<br />

campioni primari i quali debbono realizzare l’unità di forza il più possibile esente da componenti<br />

spurie. Ottenendo quindi nel caso ideale:<br />

F<br />

= F 3<br />

i 3<br />

(3)<br />

dove in vettore F ha un’unica componente verticale diretta lungo la retta d’azione della gravità.<br />

3. Catena metrologica della forze<br />

La misura di ogni quantità fisica implica la necessità di realizzare una catena metrologica, che abbia<br />

come punto di partenza il campione primario di quella grandezza e che sia facilmente trasferibile ai<br />

campioni secondari ed ai campioni di lavoro, con le necessarie caratteristiche metrologiche.<br />

Lo schema base delle misure di forza che parte quindi dai campioni primari e, passando da quelli<br />

secondari, arriva agli strumenti di lavoro, con le differenti relazioni reciproche ed incertezze, è<br />

indicato nella seguente figura:<br />

Riferibilità delle<br />

Grandezze Fisiche<br />

Quantità<br />

da misurare<br />

Tutte le unità SI<br />

National<br />

standard<br />

Laboratorio<br />

INRIM<br />

meccaniche , termiche ,<br />

elettriche<br />

, tempo e<br />

frequenza<br />

Riferibilità<br />

Incertezze migliori<br />

Reference<br />

standard<br />

Working<br />

standard<br />

Centro<br />

di<br />

Taratura SIT<br />

Laboratori<br />

taratura<br />

di<br />

Forza, coppia , mV/V,<br />

Pressione ,<br />

temperatura , ecc .<br />

Tutte<br />

le grandezze<br />

utilizzate nell<br />

‘ industria<br />

Measuring and<br />

testing equipment<br />

Utilizzo degli<br />

strumenti<br />

<strong>Carlo</strong> Ferrero INRIM – Torino - Italy<br />

14<br />

Figura 2: riferibilità<br />

fisiche<br />

della grandezze<br />

5


Il trasferimento della forza peso agli standard secondari è ottenuto ricorrendo a macchine campioni<br />

di forza di grandi dimensioni e di elevata accuratezza.<br />

I principali tipi di macchine campioni di forza, che sono utilizzate a livello internazionale si<br />

differenziano ovviamente non solo per i livelli di incertezza, ma anche per i costi e le dimensioni;<br />

esse sono:<br />

1. macchine a pesi diretti, in cui la forza è generata dall’azione diretta di masse sotto l’azione del<br />

campo gravitazionale;<br />

2. macchine a moltiplicazione a leva, che amplificano l’azione delle masse tramite leve meccaniche<br />

con differente rapporto di trasmissione (semplici o multiple);<br />

3. macchine a moltiplicazione idraulica, che amplificano l’azione delle masse attraverso sistemi<br />

pistone-cilindro di differente area efficace;<br />

4. macchine a confronto o a build-up, che utilizzano celle di trasferimento per la misura della forza.<br />

Nella tabella è illustrato il quadro delle macchine esistenti nel mondo ed utilizzate per disseminare<br />

l’unità di forza; esso è stato ricavato da un approfondito lavoro di svolto dal PTB e sistematizzato<br />

dal Prof. Anthos Bray [3]<br />

La Figura 3 evidenzia la situazione mondiale delle macchine campioni di forza sviluppate nei vari<br />

anni e le relative capacità e incertezze fino all’inizio degli anni ‘90 e la posizione dell’IMGC (oggi<br />

I.N.RI.M.) 2 .<br />

a<br />

n<br />

n<br />

o<br />

1996: NPL, 1,2 MN<br />

1998 : I.N.RI.M., 30 kN<br />

2000: I.N.RI.M., 1 MN<br />

2005: PTB, 2 MN<br />

carico/kN<br />

Incertezza relativa<br />

2000: I.N.RI.M., 1 MN<br />

Figura 3: linee di tendenza, in (a) sviluppo di macchine<br />

campione di forza, in (b) incertezze estese<br />

2 NPL=National Physical Laboratory<br />

6


Per quanto riguarda l’Italia i campioni di forza sono realizzati e conservati presso l’I.N.RI.M., il cui<br />

parco macchine risulta così costituito:<br />

• macchina a pesi diretti manuale Galdabini avente fondo scala di 2 kN<br />

• macchina a pesi diretti Galdabini avente fondo scala di 30 kN<br />

• macchina a pesi diretti Galdabini avente fondo scala di 1MN<br />

• macchina a pesi diretti Amsler avente fondo scala di 2.5 kN<br />

• macchina a pesi diretti Amsler avente fondo scala di 100 kN<br />

• macchina a moltiplicazione idraulica da 1 MN<br />

• sistema a build-up da 3 MN, realizzato con 3 dinamometri di elevata precisione.<br />

• macchina per confronto da 10 MN.<br />

3. Macchine campioni di forza a pesi diretti<br />

3.1 Macchine campioni a pesi diretti<br />

Come è noto un peso di massa m può generare nel vuoto una forza gravitazionale F pari a :<br />

F= m g (1)<br />

Poichè l’accelerazione di gravità g è determinabile direttamente nel luogo in cui è situata la<br />

macchina campione di forza tramite misure assolute di lunghezza e tempo e la massa può essere<br />

misurata anch’essa con riferibilità, entro l’incertezza dichiarata, al kilogrammo prototipo<br />

internazionale, la forza generata tramite le macchine a pesi diretti risulta definita tramite riferimento<br />

diretto alle unità di base del Sistema Internazionale.<br />

Agendo il peso non nel vuoto ma nell’aria occorre tenere conto della spinta di Archimede.<br />

La forza reale generata sarà quindi:<br />

F= m g (1 - ρ 1 / ρ 2 ) (2)<br />

dove :<br />

ρ 1 = densità dell’aria , kg / m 3<br />

ρ 2 =densità delle masse , kg / m 3<br />

Per generare una forza F data occorrerà quindi determinare la massa m tenendo conto oltre<br />

che della gravità locale anche della spinta di Archimede; il trascurare quest’ultimo fattore comporta<br />

un errore dell’ordine di 1,5 10 -4 .<br />

Le macchine a pesi diretti operano secondo il principio di sostituzione.<br />

Il peso campione sostenuto inizialmente da un telaio fisso viene trasferito sul dinamometro in<br />

taratura tramite un telaio di carico, applicandogli quindi una forza gravitazionale.<br />

Nel Power Point 1 sono schematizzati differenti tipi di macchine di differente portata.<br />

Come è evidente, al di là delle differenze strutturali, dovute principalmente alla necessità di<br />

risolvere i problemi connessi alla movimentazione di masse atte a generare da 10 N a 200 kN , lo<br />

schema di principio è il medesimo.<br />

Un campione di forza a pesi diretti è quindi costituito da:<br />

1. una struttura di supporto;<br />

2. un sistema di generazione dei carichi;<br />

7


3. un sistema di trasmissione dei carichi.<br />

Le strutture di supporto possono essere a due, tre o quattro colonne a seconda della portata<br />

delle macchine e dei requisiti di incertezza e stabilità richiesti. In Figura 4 è visualizzata la<br />

macchina AMSLER-I.N.RI.M. da 105 kN a due colonne.<br />

I limiti di incertezza della forza dipendono dalle incertezze con cui sono determinate le varie<br />

grandezze nell'equazione (2).<br />

La formula da applicare per il calcolo dell'incertezza è la seguente:<br />

U 0<br />

= ⎛ ⎝ ⎜ ∂F<br />

⎞<br />

⎠<br />

⎟ + ⎛ ⎝ ⎜ ⎞<br />

⎟ + ⎛ ⎠ ⎝ ⎜ ⎞<br />

⎟ + ⎛ ⎠ ⎝ ⎜ ⎞<br />

⎟<br />

∂ σ ∂F<br />

∂ σ ∂F<br />

∂ρ σ ∂F<br />

∂ρ σ<br />

m<br />

g<br />

ρ1<br />

ρ 2<br />

(3)<br />

m g<br />

⎠<br />

con:<br />

2 2<br />

∂F<br />

ρ<br />

∂m<br />

= g ⎛<br />

− ⎞<br />

∂F<br />

ρ<br />

1<br />

⎜1<br />

⎟<br />

= m<br />

⎛ ⎞<br />

1<br />

⎜1−<br />

⎟<br />

⎝ ρ2<br />

⎠<br />

∂g<br />

⎝ ρ2<br />

⎠<br />

∂F<br />

m<br />

=− g ∂ F ρ1<br />

= mg<br />

∂ρ ρ<br />

∂ρ ρ<br />

1 2<br />

1<br />

2<br />

2<br />

2<br />

2<br />

e σ m , σ g , σ ρa , σ ρm , sono gli scarti tipo delle differenti grandezze d'ingresso. L'incertezza relativa<br />

risulta quindi:<br />

2<br />

2 2<br />

2<br />

U σ σ σ<br />

ρσ<br />

0<br />

ρ1<br />

1 2<br />

δ0<br />

= = ⎛ ⎝ ⎜ ⎞<br />

⎟ + ⎛ ⎠ ⎝ ⎜ ⎞ ⎛ ⎞ ⎛ ⎞<br />

m g ρ<br />

⎟ + ⎜ ⎟ +<br />

F m g ⎠ ⎝ ρ2 − ρ1⎠<br />

⎜<br />

⎝ ρ ρ ρ<br />

⎟<br />

⎠<br />

( − )<br />

2 2 1<br />

2<br />

(4)<br />

Il valore dell'accelerazione di gravità g è stato determinato con il gravimetro assoluto portatile<br />

dell'I.N.RI.M. /4/, con una incertezza di 10 µgal (10 -8 ).<br />

I valori di g sono stati rilevati a tre differenti livelli di altezza nella sala Campioni di Forza (livello<br />

0 = piano operativo ; livello 1 = -4,15 m ; livello -9,15 m).<br />

∆g<br />

La variazione di g con l'altezza è risultata = -0,27 10 -6 s-2<br />

∆h Più difficile determinare i valori della densità dell'aria e del materiale con cui sono realizzate le<br />

masse.<br />

Per grandi masse ad esempio, data la non omogeneità dei manufatti, possono esserci variazioni<br />

dell'ordine di 10 -4 . La densità dell'acciaio AISI 304 utilizzato per la costruzione delle masse è<br />

pari a ρ m = 7902 ± 7 kg/m 3 .<br />

La densità dell'aria dipende infine da numerose altre grandezze d'influenza, quali la pressione<br />

atmosferica, la temperatura, l'umidità relativa ed il contenuto di CO2.<br />

I valori di incertezza con cui viene determinata non superano i 10 -3 .<br />

Fortunatamente dati i valori relativi di densità dell'aria (1,2 kg/m 3 ) e delle masse (8000 kg/m 3 ) il<br />

rapporto ρ 1 / ρ 2 ha un valore di circa 10 -4 .<br />

L'incertezza relativa con cui viene determinato il termine (1 - (ρ 1 / ρ 2 )) risulta dell'ordine di alcune<br />

unità per 10 -7 .<br />

Per le misure di grande precisione occorrerà tener conto dei valori reali di pressione, umidità e<br />

temperatura dell'aria utilizzando una formula teorica adottata dalla XVI Conference General des<br />

Poids et Mesures (1981)./5/<br />

8


Per quanto riguarda i valori di pressione atmosferica questi sono stati ricavati prendendo in esame<br />

sia i valori forniti dai Servizio Metereologico sia determinati direttamente in vari laboratori<br />

dell'I.N.RI.M. nell'arco di alcuni anni. I valori medi annuali sono risultati molto stabili: Patm =<br />

743 torr (98,82 kPa) con una variazione contenuta in 2,2 kPa nell'arco di un anno.<br />

Quando il campione a pesi diretti viene fatto operare in ambiente controllato entro, per esempio,<br />

±1 °C e ± 5% di umidità e con variazioni della pressione atmosferica contenute entro ± 4 kPa le<br />

variazioni della forza peso, per masse in acciaio inossidabile, risultano minori di 5 10 -6 .<br />

3.2 Le nuove soluzioni adottate presso l’I.N.RI.M.<br />

I due campioni primari di forza rispettivamente da 30 kN e da 1 MN installati presso<br />

l’I.N.RI.M., sono stati realizzati dalla ditta C. Galdabini in cooperazione, per quanto riguarda il<br />

progetto e la caratterizzazione metrologica, con l’I.N.RI.M.<br />

Nel progetto e nello sviluppo di tali macchine sono stati utilizzati i più recenti criteri costruttivi<br />

introdotti su macchine e prototipi a livello internazionale.<br />

La progettazione di qualunque macchina a pesi diretti deve soddisfare ai seguenti requisiti generali:<br />

• le masse ed il sistema di sospensione devono agire lungo l’asse di simmetria;<br />

• il sistema di trasmissione deve agire lungo l’asse longitudinale;<br />

• il sistema di caricamento deve permettere l’applicazione continua dei carichi senza ritorno a zero<br />

e con massimo numero di livelli di carico con il minimo numero di masse;<br />

• i carichi devono poter essere applicati senza urti e senza generare componenti dinamiche.<br />

Le principali caratteristiche innovative adottate sulle due nuove macchine I.N.RI.M. sono le<br />

seguenti :<br />

• struttura di supporto e telaio di carico a tre colonne in modo da garantire una elevata rigidezza<br />

nelle diverse direzioni,<br />

• composizione binaria delle masse,<br />

• sospensione e trasferimento individuale di ciascuna massa,<br />

• bilanciamento del peso del telaio di carico e del sistema di trasmissione del carico tramite un<br />

sistema a leva.<br />

Nella Figura 5a è riportato lo schema di massima del campione da 1 MN, mentre nella Figura 5b,<br />

relativa alla parte superiore del “pacchetto” masse, si possono vedere le masse da 10 kN, 20 kN, 40<br />

kN, 80 kN fino alla prima massa da 160 kN.<br />

4.Campioni di trasferimento.<br />

I campioni di forza precedentemente descritti richiedono grandi investimenti sia per il costo delle<br />

macchine, sia per quello degli impianti necessari a contenerle.<br />

Ovviamente non sono trasportabili e quindi per la disseminazione dell'unità di forza si impiegano<br />

celle di carico o dinamometri, in cui la misura della forza è derivata dalla deformazione indotta in<br />

elementi elastici dalla forza stessa e trasformata in altra grandezza, di cui sia più facile la lettura e la<br />

trasmissione a distanza.<br />

La relazione che lega la deformazione alla forza è stabilita periodicamente in fase di taratura con i<br />

campioni primari.<br />

L’elemento elastico è progettato in modo che la misura di deformazione sia relativa unicamente alla<br />

forza applicata sul suo asse principale, riducendo al minimo la possibile influenza di forze laterali.<br />

9


In Figura 6 sono riportate le sezioni di alcuni dei più diffusi tipi di elementi elastici impiegati in<br />

dinamometri di differenti portate.<br />

In Figura 7 è riportato invece un dinamometro speciale a 6-componenti sviluppato pressi<br />

l’I.N.RI.M. per la determinazione delle 6 componenti del tensore forza applicate da una macchina<br />

campione a pesi diretti.<br />

I dinamometri possono a loro volta essere progettati, con tipologie diverse, da pochi newton fino a<br />

portate di 10MN.<br />

Essi costituiscono in larga parte i campioni di prima linea dei centri secondari di taratura (centri<br />

SIT, ad esempio), con i quali sono tarate le macchine prova materiali, i pendoli a resilienza<br />

(Charpy, Izod) ed i durometri.<br />

I dinamometri o le celle di carico possono altresì costituire parte integrante delle stesse macchine<br />

prova materiali o apparecchi di sollevamento oppure degli strumenti per pesare, quali piattaforme di<br />

pesata, nastri trasportatori, silos, ecc.<br />

La scelta dei trasduttori di forza più opportuni per una determinata applicazione è effettuata di volta<br />

in volta considerando le varie "qualità" della cella in relazione alle particolari condizioni di utilizzo:<br />

• caratteristiche metrologiche<br />

• dimensioni e peso<br />

• robustezza e praticità di uso<br />

• sensibilità ai parametri ambientali<br />

• sensibilità alle componenti spurie della forza<br />

Fra le caratteristiche metrologiche possiamo citarne alcune fra le più importanti:<br />

• incertezza di misura<br />

• ripetibilità<br />

• non linearità<br />

• isteresi<br />

• scorrimento del segnale<br />

• effetto rotazionale<br />

• coefficiente di temperatura<br />

Tutte queste caratteristiche metrologiche devono essere determinate in sede di taratura a mezzo<br />

dei campioni di forza precedentemente descritti. (per una descrizione più approfondita delle<br />

normative utilizzate per la taratura e per la valutazione dell’incertezza di misura l’approfondimento<br />

Misure di forza: i campioni e la taratura dei trasduttori).<br />

Il privilegiare o meno qualità e caratteristiche metrologiche dipende dal particolare impiego, a cui la<br />

cella è destinata.<br />

Occorre fare attenzione a non "sovradimensionare" le richieste, perché la crescita del costo del<br />

trasduttore può essere con andamento anche quadratico.<br />

Alcune caratteristiche dipendono poi, come è ovvio, dalla tipologia metrologica della cella, mentre<br />

altre richiedono, per la loro determinazione, metodologie ed attrezzature di prova di elevata<br />

accuratezza e quindi costi aggiuntivi particolarmente elevati.<br />

Si pensi ad esempio che per una bilancia per galleria del vento a 6-componenti (sting-balance), il<br />

cui costo è di circa 40 k€, il costo della "semplice" taratura incide per oltre il 40%.<br />

10


Una particolare classe di trasduttori è rappresentata dai dinamometri multicomponenti ed in<br />

particolare da quelli progettati per valutare le componenti trasversali ed eccentriche generate dai<br />

campioni primari di forza [6] (Power Point 3: Dinamometri e sistemi di taratura multicomponenti<br />

I.N.RI.M.)<br />

Bibliografia:<br />

[1] Galileo Galilei: “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Firenze 1632, Ed. Naz. Vol.<br />

VII<br />

[2] MaxJammer: “Storia del concetto di forza”, ed. Feltrinelli, Milano, 1971<br />

[3] A.Bray, G.Barbato, R.Levi, Theory and practice of force measurements, Academic Press,<br />

London,1990<br />

[4] G.Cerutti et alii, Fourth international comp. of absolute gravimeter, Metrologia,32, 1995<br />

[5] P.Giacomo, Equation for the determination of the density of moist air, Metrologia, 18, 1981<br />

[6] C.Ferrero, The measurement of parasitic components in national force standard machines,<br />

Measurement, 8, 1990<br />

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Figura 4: Macchina Amsler –I.N.RI.M. da 105 kN .<br />

12


Figura 5a: Schema della macchina a pesi diretti I.N.RI.M. Campione di Forza da 1 MN<br />

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Figura 5b: Macchina I.N.RI.M. da 1 MN: visualizzazione della composizione binaria<br />

delle prime masse<br />

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Figura 6: Alcuni esempi di elementi elastici, tipo di forza misurata e loro<br />

portate:<br />

a) cilindro pieno, per compressione: 50 kN – 50 MN;<br />

b) cilindro cavo, per compressione: 10 kN – 50 MN;<br />

c) anello toroidale, per compressione: 1 kN – 5 MN;<br />

d) anello, per compressione: 1 kN – 1 MN;<br />

e) “trave ad S”, a flessione o taglio: 200 N – 50 kN;<br />

f) trave a doppio appoggio, a taglio: 20 kN – 2 MN;<br />

g) trave a doppia flessione: 500 N – 50 kN;<br />

h) trave a taglio: 1 kN – 500 kN;<br />

i) tarve a doppia flessione: 100 N – 10 kN;<br />

j) cilindro a trazione: 50 kN – 50 MN.<br />

Figura 7: Dinamometro a 6-componenti I.N.RI.M. da 100 kN<br />

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