N.71 aprile (4,25Mb Pdf) - la Notizia
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arte &<br />
dintorni<br />
mostre<br />
1948. Olio su te<strong>la</strong>,<br />
cm 70x50 Roma,<br />
Fondazione Giorgio<br />
e Isa De Chirico<br />
Francesca Cargnoni<br />
Giorgio De Chirico<br />
Tra le grandi personalità di artisti che più hanno<br />
contribuito a dare un corso completamente nuovo<br />
all’arte del Novecento, de Chirico figura nelle<br />
vette di un’ideale c<strong>la</strong>ssifica.<br />
Giorgio de Chirico nasce in Grecia, a Volos nel<br />
1888 da una famiglia benestante di origine italiana.<br />
Assecondato dai genitori<br />
nel<strong>la</strong> sua inclinazione al disegno<br />
inizia a frequentare l’Accademia<br />
di Belle Arti di Atene. La sua formazione<br />
continua poi fuori del<strong>la</strong><br />
Grecia, poiché nel 1905, con <strong>la</strong><br />
morte del padre, Giorgio si trasferisce<br />
a Monaco di Baviera, al<br />
seguito del<strong>la</strong> mamma e di<br />
Andrea, il fratello minore che<br />
diventerà il celebre musicista e<br />
pittore meglio conosciuto con lo<br />
pseudonimo di Alberto Savinio, e<br />
con il quale Giorgio stringerà per<br />
tutta <strong>la</strong> vita un vivace sodalizio<br />
intellettuale.<br />
L’iscrizione all’Accademia di<br />
Monaco influisce profondamente<br />
sul<strong>la</strong> maturazione dell’artista,<br />
attratto fortemente in questo<br />
frangente dalle immagini visionarie<br />
dello svizzero Arnold Böcklin.<br />
Dal<strong>la</strong> Germania De Chirico si sposta in Italia e<br />
quindi a Parigi: qui inizia a farsi conoscere esponendo<br />
i suoi quadri al<strong>la</strong> manifestazione del Salon<br />
d’Automne nel 1912. È questo l’avvio di una carriera,<br />
favorita inizialmente dal noto mercante d’arte<br />
Paul Guil<strong>la</strong>ume e dal dibattito con il poeta e critico<br />
d’arte Apolinnaire, durante <strong>la</strong> quale egli sarà<br />
prima incompreso e poi fortemente acc<strong>la</strong>mato<br />
dal<strong>la</strong> critica. In Francia De Chirico ritorna successivamente<br />
stabilendosi nel<strong>la</strong> capitale tra gli anni<br />
Venti e Trenta, dopo aver trascorso il periodo del<br />
conflitto e del primo dopoguerra in Italia, tra<br />
Ferrara e Roma, città in cui abita definitivamente,<br />
insieme al<strong>la</strong> compagna Isabel<strong>la</strong> Far, dal 1944.<br />
Scomparso all’età di novant’anni De Chirico ci ha<br />
<strong>la</strong>sciato, oltre ad alcuni scritti, una produzione pittorica<br />
vastissima che sta alle origini del<br />
Surrealismo. Universalmente noti sono soprattutto<br />
i quadri “metafisici”: <strong>la</strong> Metafisica, una tendenza<br />
che nasce grazie all’incontro con un altro grande<br />
del ‘900, Carlo Carrà, è quell’atmosfera deso<strong>la</strong>ta<br />
e malinconica che De Chirico ci trasmette con<br />
<strong>la</strong> rappresentazione di piazze, architetture ad arcate,<br />
esili figure umane, nature morte che vedono<br />
accostate senza logicità busti c<strong>la</strong>ssici, frutta, libri,<br />
giocattoli, biscotti… La Metafisica è un modo di<br />
De Chirico di leggere il mondo “al di là del<strong>la</strong> fisica”,<br />
Metafisica significa proporre dei soggetti<br />
apparentemente privi di senso che però sono in<br />
realtà lo specchio di un complesso mondo interiore:<br />
il treno che spesso appare sullo sfondo dei<br />
suoi paesaggi onirici evoca ad esempio il mondo<br />
familiare, il ricordo del padre, ingegnere impegnato<br />
nel<strong>la</strong> costruzione di ferrovie, e del<strong>la</strong> natia Volos<br />
dotata di una picco<strong>la</strong> stazione ferroviaria. La stagione<br />
metafisica è quel<strong>la</strong> più nota al pubblico,<br />
decisamente meno conosciuto è invece il resto<br />
del<strong>la</strong> produzione: visitare <strong>la</strong> mostra di Padova è un<br />
modo per avvicinarsi al<strong>la</strong> complessità di un pittore<br />
così enigmatico il cui pensiero è tutto intriso di<br />
pensieri filosofici e delle teorie di Nietzsche.<br />
L’esposizione ripercorre gli esordi di De Chirico<br />
con i primi quadri di sapore mitologico e arcaico<br />
che richiamano il mondo greco, propone quindi<br />
una vasta rassegna di quadri metafisici, i celebri<br />
manichini, si sofferma anche sul<strong>la</strong> pittura c<strong>la</strong>ssicheggiante<br />
dei primi anni Venti, su quel<strong>la</strong> barocca<br />
del decennio successivo e sull’attività di scenografo.<br />
La mostra si chiude con una successione di<br />
quadri “neometafisici” e con <strong>la</strong> serie dei “Bagni<br />
Misteriosi”: strani paesaggi con piscine d’acquaparquet<br />
disseminati di cabine da mare e curiosi<br />
bagnanti. De Chirico raccontava che l’idea gli era<br />
venuta una volta che trovandosi in una casa il cui<br />
parquet era lucidissimo di cera aveva visto riflesse<br />
le gambe di un signore che camminava davanti<br />
a lui. Ebbe l’impressione che egli avrebbe potuto<br />
affondarvi, come in una piscina, e persino nuotare.<br />
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