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NEWSLETTER RICERCA E INNOVAZIONE N. 17

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UNIONE INDUSTRIALE PRATESE<br />

BREVETTI<br />

TNT autoestinguenti<br />

Un tessuto in TNT autoestinguente (capace<br />

cioè di no propagare la fiamma e di estinguerla<br />

autonomamente), può essere costituito da tre<br />

veli di TNT ciascuno ottenuto con tecnica<br />

“spunbonded”. Tale tecnica è una delle possibili<br />

tecniche per la realizzazione di TNT che<br />

può essere applicata solo alle fibre sintetiche<br />

termoplastiche. I<br />

tre veli, successivamente,<br />

sono accoppiati<br />

fra loro in<br />

modo da formare<br />

una struttura a<br />

sandwich a tre strati<br />

(Figura 1 a sinistra)<br />

Figura 1 e la coesione degli<br />

strati è assicurata da<br />

un trattamento di idrointerlacciatura. Occorre<br />

regolare la potenza dei getti d’acqua in modo<br />

da interlacciare in modo maggiore gli strati esterni<br />

rispetto a quello interno. In tal modo, quando<br />

il tessuto inizia a bruciare, lo strato interno<br />

collassa e s’innesca il meccanismo autoestinguente.<br />

L’idrointerlacciatura, fra tutte le varie<br />

tecniche che potrebbero essere impiegate per<br />

Newsletter n. <strong>17</strong><br />

legare il sandwich, è quella che meglio riesce a<br />

mantenere soffice lo strato interno e, contemporaneamente,<br />

a compattare quelli esterni fornendo<br />

anche una mano gradevole.<br />

Il collassamento dello strato interno può essere<br />

facilitato utilizzando una mista di fibre con un<br />

vasto spettro di denaraggio ed anche utilizzando<br />

fibre aventi sezioni diverse (ovali, trilubali),<br />

così da realizzare una interlacciatura disomogenea.<br />

Inoltre possono essere utilizzate, in mista,<br />

fibre quali quelle aramidiche (kevlar, nomex<br />

in particolare), fibre intuminescenti o a base<br />

melamminica.<br />

In Figura 2 si riporta lo schema dell’apparato<br />

utilizzato per idrolegare i tre veli di TNT. In P i<br />

tre veli vengono posizionati su un apposito supporto<br />

e pre-interlacciati, in modo da conferire<br />

al futuro sandwich un minimo di stabilità. I tamburi<br />

che in Figura sono evidenziati con i numeri<br />

da 1 a 5, sono le vere e proprie stazioni di<br />

idrointerlacciatura, in cui i tre veli vengono legati.<br />

Il tamburo identificato con il numero 6 in<br />

Figura 2, serve per imprimere immagini sul tessuto.<br />

Il prodotto a sanwich può essere usato<br />

come strato superiore di materassi o come imbottitura<br />

in capi protettivi.<br />

In Figura 3 si riporta un’immagine del tessuto.<br />

Figura 2<br />

CURIOSITA’<br />

Tnt idrolegati per usi speciali<br />

La Texas Tech University attorno al 1999 ha<br />

iniziato ad interessarsi all’idrolegatura (alternativa<br />

alla classica agugliatura meccanica)<br />

come metodica per realizzare TNT.<br />

Attorno al 2001 gli ambienti del Ministero della<br />

Difesa Statunitense iniziarono ad interessarsi<br />

a questo particolare coesionamento di fibre,<br />

nell’ottica di realizzare prodotti decontaminanti<br />

ed, inizialmente, fu chiesto alla Texas Tech<br />

University di realizzare uno studio finalizzato a<br />

definire lo stato dell’arte dell’idrolegatura. Successivamente<br />

vennero richieste, alla medesima<br />

università, informazioni riguardo ad una<br />

macchina nota come H1 sviluppata dalla Fehrer<br />

AG (Austria) e brevettata dalla medesima azienda.<br />

La macchina H1 (Figura 1 a destra) per-<br />

Figura 1<br />

Figura 3<br />

UNIONE INDUSTRIALE PRATESE - Newsletter Ricerca e Innovazione n. <strong>17</strong> del 21/12/2005 10

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