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Cenni storici sull'esplorazione petrolifera in Italia. Di P. F. Barnaba

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CENNI STORICI SULL’ESPLORAZIONE<br />

PETROLIFERA IN ITALIA<br />

Pier Federico <strong>Barnaba</strong><br />

1980 1930


CENNI STORICI SULL’ESPLORAZIONE<br />

PETROLIFERA IN ITALIA<br />

Pier Federico <strong>Barnaba</strong><br />

Il nostro Paese, pur non rientrando tra i grandi<br />

produttori di idrocarburi del mondo, ha vissuto<br />

<strong>in</strong> maniera particolarmente attiva le varie fasi<br />

di sviluppo dell’esplorazione <strong>petrolifera</strong> <strong>in</strong><br />

questi ultimi 150 anni, partecipando <strong>in</strong> prima<br />

fila alla nascita e all’evoluzione delle tecnologie<br />

applicate agli idrocarburi, con il risultato di<br />

poter disporre oggi di un notevole patrimonio<br />

energetico, rappresentato dai giacimenti di gas<br />

e di petrolio scoperti.<br />

Nonostante la complessità geologica che<br />

caratterizza il territorio, sono oltre 450 i<br />

giacimenti f<strong>in</strong>ora r<strong>in</strong>venuti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, <strong>in</strong> terra e<br />

<strong>in</strong> mare; alcuni di questi sono ormai esauriti,<br />

ma la maggior parte sono <strong>in</strong> piena attività di<br />

coltivazione e altri ancora sono <strong>in</strong> attesa di<br />

entrare <strong>in</strong> produzione. L’<strong>Italia</strong>, secondo recenti<br />

valutazioni, possiede ancora nel proprio<br />

sottosuolo un volume di riserve di idrocarburi<br />

superiore a quasi tutti gli altri Paesi<br />

dell’Europa Occidentale. E’ tuttavia da<br />

ricordare che, nonostante questa <strong>in</strong>vidiabile<br />

situazione, gli idrocarburi che vengono estratti<br />

dal nostro sottosuolo sono <strong>in</strong> grado di soddisfare<br />

soltanto parzialmente i consumi energetici<br />

nazionali, per cui il ricorso all’importazione<br />

dall’Estero è irr<strong>in</strong>unciabile.<br />

Rivolgendo lo sguardo al passato, la storia<br />

dell’esplorazione <strong>petrolifera</strong> italiana ebbe <strong>in</strong>izio<br />

nella seconda metà del 1800 con qualche<br />

<strong>in</strong>iziativa isolata nell’Appenn<strong>in</strong>o emiliano<br />

(Ozzano, 1860)) e <strong>in</strong> Abruzzo (Tocco Casauria).<br />

L’abbondanza di manifestazioni superficiali di<br />

idrocarburi presenti sul suolo italiano sollecitò<br />

l’<strong>in</strong>teresse e l’<strong>in</strong>tervento di molti geologi <strong>in</strong><br />

campo <strong>in</strong>ternazionale.<br />

Nei primi anni del 1900 la SPI, Società<br />

Petrolifera <strong>Italia</strong>na di Fornovo - Parma,<br />

temporaneamente associata alla Esso, si rese<br />

promotrice e protagonista della ricerca e della<br />

Fig.1 – Pozzo di Ozzano, Parma (1860)<br />

produzione <strong>petrolifera</strong> italiana, ottenendo<br />

apprezzabili risultati, con l’impiego della<br />

perforazione a percussione, sostituita<br />

successivamente dal sistema a rotazione.<br />

Nel 1926 lo Stato decise di <strong>in</strong>tervenire<br />

nell’esplorazione <strong>petrolifera</strong> e costituì l’Agip che<br />

avviò una serie di campagne di ricerca non solo<br />

<strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, ma anche <strong>in</strong> vari Paesi esteri: Albania,<br />

Romania, Libia, Eritrea, Somalia e Iraq. I<br />

risultati furono modesti, dati anche i mezzi di<br />

<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e del sottosuolo allora disponibili; i pozzi<br />

esplorativi venivano <strong>in</strong>fatti ubicati <strong>in</strong> base ai<br />

soli dati geologici di superficie, con un<br />

contributo molto limitato della geofisica.<br />

Un deciso passo avanti nelle tecniche<br />

esplorative fu determ<strong>in</strong>ato all’<strong>in</strong>izio degli anni<br />

1940 dall’impiego del rilevamento sismico a<br />

riflessione, mediante il quale fu possibile<br />

acquisire, con l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e diretta <strong>in</strong> profondità,<br />

una migliore conoscenza delle caratteristiche<br />

strutturali del sottosuolo. Un primo grande<br />

successo di questo nuovo metodo geofisico si<br />

2


Fig.2 – Sezione sismica a riflessione (primi anni<br />

‘60)<br />

ebbe <strong>in</strong> Pianura Padana da parte dell’Agip, con<br />

la scoperta nel 1944 del giacimento gassifero di<br />

Caviaga presso Lodi, che fu il primo grande<br />

giacimento a gas scoperto nell’Europa<br />

Occidentale.<br />

Un anno dopo, nell’aprile 1945, con la nom<strong>in</strong>a di<br />

Enrico Mattei a Commissario Straord<strong>in</strong>ario,<br />

l’Agip diede ampio sviluppo alle ricerche <strong>in</strong><br />

Pianura Padana che condussero<br />

all’<strong>in</strong>dividuazione di alcuni nuovi giacimenti,<br />

tra i quali Cortemaggiore, e da questi nacque la<br />

sp<strong>in</strong>ta che portò successivamente l’<strong>Italia</strong> a<br />

diffondere l’impiego del gas naturale, nuova<br />

importante fonte di energia, sia nell’ambito<br />

<strong>in</strong>dustriale che <strong>in</strong> quello urbano e domestico,<br />

attraverso la rete di condotte messe via via <strong>in</strong><br />

opera dalla Snam.<br />

Nel corso degli anni 1950 l’esplorazione<br />

<strong>petrolifera</strong> fu estesa anche al di fuori della<br />

regione Padana, che era un’area di esclusiva<br />

Agip, con l’obiettivo di esplorare nuovi temi di<br />

ricerca, quali le Prealpi friulane (pozzo<br />

Bernadia), l’Appenn<strong>in</strong>o marchigiano-abruzzese<br />

(Burano, Gubbio) la Fossa bradanica e alcune<br />

particolari situazioni geologiche <strong>in</strong> Sicilia<br />

(Bac<strong>in</strong>o <strong>in</strong>terno e Bac<strong>in</strong>o Pelagico al sud).<br />

Nel 1953 fu istituita l’Eni, con Mattei alla<br />

Presidenza.<br />

Seguirono numerose scoperte di gas nella<br />

Padana centro-orientale e <strong>in</strong> Sicilia (Gagliano) e<br />

di olio a Ragusa (Gulf 1953), Gela (Agip 1956),<br />

Cigno (Gulf 1957), Vallecupa (Somicem-Agip<br />

1957).<br />

Nel 1959 si registrò un ulteriore importante<br />

passo avanti nell’esplorazione, con l’apertura<br />

della ricerca <strong>in</strong> mare e l’<strong>Italia</strong> anche <strong>in</strong> questa<br />

occasione fu ancora all’avanguardia; il primo<br />

pozzo offshore <strong>in</strong> Europa fu eseguito al largo<br />

delle coste siciliane, con lo scopo di controllare<br />

l’estensione <strong>in</strong> mare del giacimento di Gela<br />

(Agip 1959) cui seguirono, anni più tardi, i<br />

successi di Perla e Vega.<br />

La nuova legge sull’offshore <strong>in</strong>centivò la ricerca<br />

e portò a numerose e importanti scoperte di gas<br />

nell’Adriatico Ravennate, <strong>in</strong> particolare<br />

Ravenna Mare sud, Cervia Mare, Porto<br />

Garibaldi, Porto Cors<strong>in</strong>i Mare ovest (Agip 1963<br />

- 68) e nell’Adriatico Centrale, con il giacimento<br />

di S. Stefano Mare (Elf 1967).<br />

Fig.3- Perforazione del pozzo Burano, nell’<br />

Appenn<strong>in</strong>o marchigiano (Somicem - Agip 1955)<br />

Fig.4 – Piattaforma di perforazione offshore<br />

3


Un’altra data da ricordare per la storia<br />

<strong>petrolifera</strong> mondiale fu quella dell’ottobre 1973<br />

che, con la guerra del Kippur tra Israele ed<br />

Egitto, causò un sostanzioso aumento del prezzo<br />

del greggio e diede nuova l<strong>in</strong>fa alle ricerche.<br />

Alla f<strong>in</strong>e del 1973 l’Agip pervenne alla scoperta<br />

del giacimento a olio di Malossa (Treviglio) a<br />

oltre 5.500 metri di profondità, nelle dolomie<br />

liassico-triassiche, aprendo così alla ricerca un<br />

nuovo tema esplorativo che consentì all’Agip di<br />

scoprire, undici anni più tardi nel 1984, il più<br />

grande giacimento petrolifero terrestre<br />

dell’Europa Occidentale, il giacimento di<br />

Villafortuna Trecate, a oltre 6.000 metri di<br />

profondità. Nel 1981 il pozzo Costa Mol<strong>in</strong>a 1<br />

(Potenza) aprì all’<strong>in</strong>teresse <strong>in</strong>ternazionale un<br />

altro obiettivo m<strong>in</strong>erario, quello delle<br />

formazioni calcaree della Piattaforma Apula,<br />

che anni dopo furono r<strong>in</strong>venute ampiamente<br />

m<strong>in</strong>eralizzate ad olio nei giacimenti di Monte<br />

Alpi e di Tempa Rossa (Val d’Agri) <strong>in</strong> Basilicata,<br />

scoperti rispettivamente da Eni e Shell nel 1988<br />

e dalla jo<strong>in</strong>t-venture Total, Exxon, Mobil nel<br />

1989. Nell’offshore calabrese era stato nel<br />

frattempo scoperto il giacimento gassifero di<br />

Luna, nelle acque di Crotone.<br />

Fig.5 – Piattaforma di produzione (Perla,<br />

Sicilia)<br />

Nei primi anni 1990 fu eseguito dall’Agip il<br />

primo pozzo <strong>in</strong> acque profonde oltre 800 metri,<br />

che scoprì il giacimento a olio di Aquila, al largo<br />

delle coste pugliesi.<br />

Alla f<strong>in</strong>e degli anni 1980 la produzione<br />

nazionale annuale di olio e gas raggiunse i 20<br />

milioni di tonnellate equivalenti di petrolio che,<br />

<strong>in</strong> Europa Occidentale, risultavano <strong>in</strong>feriori<br />

soltanto a Olanda e Regno Unito.<br />

Nel corso degli anni 1990 si registrò un<br />

progressivo rallentamento delle <strong>in</strong>iziative<br />

dell’esplorazione, mentre si <strong>in</strong>tensificarono le<br />

operazioni di sviluppo e produzione, nonché le<br />

attività per lo stoccaggio del gas nei giacimenti<br />

esauriti o <strong>in</strong> via di esaurimento (Sergnano,<br />

Settala, Cortemaggiore, M<strong>in</strong>erbio e altri).<br />

Nel gennaio 1997 furono liberalizzate le<br />

ricerche <strong>in</strong> Pianura Padana, a beneficio delle<br />

Compagnie straniere e delle m<strong>in</strong>ori, ma ciò non<br />

servì a rilanciare sensibilmente l’esplorazione.<br />

Si verificò <strong>in</strong>vece l’abbandono temporaneo<br />

dell’<strong>Italia</strong> da parte di alcune importanti<br />

rappresentanze straniere: Shell per prima,<br />

seguita da Total, Elf, Chevron, Texaco, Lasmo.<br />

Le cause di questi abbandoni vengono fatte<br />

risalire ai vari ostacoli burocratici e ai tempi<br />

eccessivamente lunghi di attesa delle<br />

autorizzazioni da parte delle Autorità<br />

competenti; un esempio: il giacimento di Tempa<br />

Rossa, scoperto nel 1989, non entrerà<br />

probabilmente <strong>in</strong> produzione prima del 2012. In<br />

questo clima decadente si <strong>in</strong>serisce l’arresto<br />

forzato alla produzione di una qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>a di<br />

giacimenti a gas scoperti nell’Alto Adriatico,<br />

consistenti <strong>in</strong> 28 miliardi di mc di riserve, che<br />

fu deciso nel 1983 per motivi di rischio<br />

ambientale (subsidenza), a protezione delle aree<br />

costiere; è un blocco della produzione, forse<br />

eccessivamente prudenziale, che è tuttora<br />

vigente.<br />

Le attività di ricerca furono proseguite, seppure<br />

con <strong>in</strong>tensità ridotta, negli anni 2000 e<br />

portarono alla scoperta di qualche nuovo<br />

giacimento: Panda, nel Canale di Sicilia, a olio;<br />

Miglianico, <strong>in</strong> Abruzzo, a olio; Capparuccia e<br />

Anna Maria, nell’offshore Adriatico centrale, a<br />

gas. Nel 2006 furono scoperti 9 giacimenti, 3 nel<br />

2007, 4 nel 2008, nessuno nel 2010.<br />

Nel 2009, <strong>in</strong> attesa dello snellimento delle<br />

procedure burocratiche, risultavano già<br />

predisposti per l’esecuzione da parte delle<br />

Compagnie, tra le quali alcune “junior”<br />

straniere, ben 58 progetti esplorativi, buona<br />

parte dei quali sono ancora <strong>in</strong> attesa di divenire<br />

operativi.<br />

Nel 2010 venne decisa la costituzione di una<br />

Agenzia, a livello M<strong>in</strong>isteriale, dest<strong>in</strong>ata ad<br />

occuparsi delle attività riguardanti le risorse<br />

m<strong>in</strong>erarie e la sicurezza delle attività estrattive;<br />

il progetto prevede anche una nuova normativa<br />

per la valorizzazione delle riserve.<br />

E’ una decisione che fa seguito al drammatico<br />

blow out dell’aprile 2010 avvenuto nel pozzo<br />

Macondo, nel Golfo del Messico, <strong>in</strong>cidente che<br />

ha sconvolto l’<strong>in</strong>tera <strong>in</strong>dustria degli idrocarburi,<br />

sia dal punto di vista dei riflessi sull’ambiente<br />

4


che dei rischi e delle responsabilità connesse<br />

con le attività operative.<br />

Le conseguenze di questo <strong>in</strong>cidente sono<br />

ricadute su tutto il mondo dell’offshore e qu<strong>in</strong>di<br />

anche <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, dove è stata decisa una drastica<br />

riduzione delle aree costiere aperte<br />

all’esplorazione e alla produzione; da quì le<br />

immag<strong>in</strong>abili conseguenze negative sugli<br />

<strong>in</strong>vestimenti e sulla produzione.<br />

L’attività prevista nel 2011 risulta <strong>in</strong>fatti<br />

limitata a 4 pozzi esplorativi e 14 pozzi di<br />

coltivazione.<br />

Riassumendo, dopo un avvio <strong>in</strong>certo registrato<br />

nella seconda metà del secolo XIX,<br />

l’esplorazione <strong>petrolifera</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> ha avuto un<br />

importante sviluppo, maturato sulla base delle<br />

esperienze via via acquisite e con l’adozione di<br />

tecniche sempre più evolute; si è giunti così ad<br />

un periodo di massimo successo tra gli anni<br />

1960 e la f<strong>in</strong>e degli anni 1980.<br />

A questo felice periodo ha fatto seguito un lento<br />

e cont<strong>in</strong>uo decl<strong>in</strong>o, negli anni 1990 e 2000,<br />

dovuto ad un progressivo rallentamento delle<br />

attività esplorative e di conseguenza di quelle<br />

legate alla produzione. I motivi di questo<br />

decadimento sono di varia natura: calo<br />

dell’<strong>in</strong>teresse m<strong>in</strong>erario del nostro Paese,<br />

rapporti non sempre facili tra Compagnie<br />

petrolifere ed Autorità, anche <strong>in</strong> relazione alle<br />

problematiche ambientali, oltre a quelle di<br />

natura economica e gestionale; <strong>in</strong> questi ultimi<br />

anni si è aggiunto un notevole appesantimento<br />

dovuto alla crisi economica mondiale.<br />

Non si possono poi dimenticare le possibili<br />

ripercussioni negative sull’attuale situazione<br />

causate dall’arresto delle attività di coltivazione<br />

dei giacimenti dell’Alto Adriatico e dagli<br />

<strong>in</strong>terventi normativi conseguenti al triste<br />

episodio del Golfo del Messico. Saranno<br />

certamente necessari nuovi stimoli per ridare<br />

vigore alla ricerca di idrocarburi <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>.<br />

In questo panorama, attualmente non<br />

entusiasmante, del nostro mondo petrolifero, ci<br />

<strong>in</strong>coraggia ricordare che l’Eni, Ente Nazionale<br />

Idrocarburi, occupa un rispettabile sesto posto<br />

nella classifica dei grandi gruppi petroliferi,<br />

dopo Exxon- Mobil, Shell, BP - Amoco, Chevron-<br />

Texaco e TotalF<strong>in</strong>aElf, con una produzione<br />

complessiva, derivante dalle attività <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> e<br />

<strong>in</strong> vari altri Paesi, che si sta avvic<strong>in</strong>ando ai 2<br />

milioni di barili equivalenti di petrolio al giorno.<br />

Con l’ausilio delle elaborazioni di Assom<strong>in</strong>,<br />

Associazione M<strong>in</strong>eraria <strong>Italia</strong>na, riportiamo<br />

ora, qui di seguito,un <strong>in</strong>sieme di dati statistici<br />

che evidenziano alcuni particolari aspetti delle<br />

attività svolte <strong>in</strong> questi ultimi decenni<br />

nell’ambito italiano degli idrocarburi.<br />

Pozzi esplorativi: 126 eseguiti nel 1986, 8 nel<br />

2002, 10 nel 2005.<br />

55.000 metri perforati nel 2000, 24.000 nel<br />

2001.<br />

Produzione: la produzione complessiva di olio e<br />

gas copre attualmente circa il 7% della<br />

domanda italiana di energia e il 9% del<br />

fabbisogno di idrocarburi.<br />

Alla f<strong>in</strong>e del 1998 erano stati prodotti 830<br />

milioni di barili di olio e 650 miliardi di metri<br />

cubi di gas.<br />

Nel 2001 i pozzi <strong>in</strong> produzione di idrocarburi<br />

erano 1.200; nel 2010 erano 770, di cui il 25% <strong>in</strong><br />

offshore. Nel 2010 le piattaforme <strong>in</strong> mare erano<br />

complessivamente 120.<br />

La produzione annuale di olio: 5,2 milioni di ton<br />

nel 1995; 4,6 nel 2000; 4,4 nel 2010.<br />

La produzione annuale di gas: 20,4 miliardi di<br />

mc nel 1995; 16,8 nel 2000; 12 nel 2005; 8 nel<br />

2010.<br />

Riserve (certe + possibili): 1,9 miliardi di barili<br />

di olio e 550 miliardi di mc di gas nel 2000; 1,8<br />

miliardi di barili di olio e 350 miliardi di mc di<br />

gas nel 2011.<br />

Investimenti: 900 milioni € nel 1998; 500<br />

milioni € nel 2003; 880 milioni € nel 2008.<br />

Prezzo del greggio: <strong>in</strong>feriore a 2 $/b f<strong>in</strong>o al 1973;<br />

40 $/b nel 1980; oscillazioni con discesa f<strong>in</strong>o a<br />

10 $/b tra 1981 e 1998, poi risalita <strong>in</strong> seguito<br />

all’accordo tra Arabia S. e Iran; mediamente 80<br />

$/b nel 2010; previsione 2011: 93 $/b.<br />

5


Fig. 6 - Giacimenti di idrocarburi e rete dei metanodotti <strong>in</strong> <strong>Italia</strong><br />

Bibliografia<br />

Assom<strong>in</strong>eraria: “L’<strong>Italia</strong>, Paese di Idrocarburi”, 1999<br />

Assom<strong>in</strong>eraria: “Notiziario mensile dell’Associazione M<strong>in</strong>eraria <strong>Italia</strong>na”, 1998 - 2011<br />

P. F. <strong>Barnaba</strong>: “Geologia degli Idrocarburi”, Università Studi Milano, 1998<br />

ENI-Agip <strong>Di</strong>vision: “Advanced Technologies”, 2001<br />

ENI’s Way: “Gli idrocarburi: orig<strong>in</strong>e ricerca e produzione”, 2004<br />

M. Mag<strong>in</strong>i: “L’<strong>Italia</strong> e il petrolio tra storia e cronologia”, 1976<br />

L. Novelli e M. Sella: “Il petrolio, una storia antica”, Silvana Editoriale, 2009<br />

M. Pieri: “Petrolio”, Zanichelli, 1992<br />

In collaborazione con:<br />

Università Studi di Milano – <strong>Di</strong>partimento di Scienze della Terra<br />

Associazione Pionieri e Veterani Eni – APVE - San Donato Milanese<br />

Ispra, Roma: Convegno Geoitalia 2011 “Uom<strong>in</strong>i e ragioni: i 150 anni della geologia<br />

dell’<strong>Italia</strong> unitaria”<br />

Giugno 2011<br />

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