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ISSN n° 0010-9673 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27.02.04 n° 46) Art 1, comma 1 CNS PD Prezzo a copia: € 11,50 In caso di mancato recapito inviare al CMP di Padova per la restituzione al mittente previo pagamento reso - Contiene I.R.<br />

4<br />

Rivista bimestrale<br />

per la diffusione della<br />

cultura dell’acciaio<br />

60° ANNIVERSARIO<br />

ANNO LXI<br />

LUG AGO 2009


Direttore responsabile: Alberto Vintani<br />

Redattore capo: Isa Zangrando<br />

Comitato di direzione: Andrea Campioli (architettura),<br />

Attilio De Martino (realizzazioni, ingegneria),<br />

Maurizio Piazza (ricerca), Giancarlo Coracina (attualità,<br />

primo piano)<br />

Comitato scientifico tecnico: Claudio Bernuzzi,<br />

Fabrizio De Miranda, Luigino Dezi, Eric Dubosc,<br />

Victor Gioncu, Raffaele Landolfo, Bertrand Lemoine,<br />

Federico M. Mazzolani, Vittorio Nascè, Luca Sanpaolesi<br />

de Falena, Enzo Siviero, Carlo Urbano, Riccardo<br />

Zandonini<br />

Editore: ACS Acai Servizi srl<br />

Direzione, redazione, amministrazione e<br />

ufficio abbonamenti: ACS Acai Servizi srl,<br />

20131 Milano, Viale Abruzzi 66,<br />

Tel. 02.2951.3413, Fax 02.2952.9824,<br />

E-mail: isa.zangrando@acaiacs.it, Web: www.acaiacs.it<br />

Spazi pubblicitari e promozione abbonamenti:<br />

E20, Via San Pietro 65, 35139 Padova, Tel. 049.87.56.006,<br />

Fax 049.87.81.607, E-mail: e20press@virgilio.it<br />

Progetto grafico: Davide Angeli<br />

Impaginazione: Lucio Monaro, Fiesso d’Artico, Venezia<br />

Stampa: Grafiche La Press srl, Viale dell’Industria, Seconda<br />

Strada n. 3, 30032 Fiesso d’Artico, Venezia<br />

Abbonamenti per l’anno 2009 (6 numeri):<br />

Italia: € 60,00 - Estero: € 100,00 - Studenti: € 25,00<br />

Prezzo a copia: € 11,50<br />

Per la sottoscrizione degli abbonamenti in Italia effettuare<br />

il versamento sul conto corrente postale n. 24644205<br />

intestato a: ACS Acai Servizi srl, Viale Abruzzi 66, 20131<br />

Milano, oppure effettuare versamento sul conto corrente<br />

bancario IBAN: IT39 E0558401639 000000020054<br />

della Banca Popolare di Milano - Agenzia 39<br />

Per la sottoscrizione degli abbonamenti esteri è necessario<br />

vaglia internazionale intestato a: ACS Acai<br />

Servizi srl, Viale Abruzzi 66, I-20131 Milano<br />

Subscription for abroad is made preferably through<br />

International Postal Order, made out to: ACS Acai Servizi<br />

srl, Viale Abruzzi, 66, I-20131 Milano, or by transfer<br />

to Banca Popolare di Milano - Agenzia 39 IBAN: IT39<br />

E0558401639 000000020054 BIC: BPM IIT MM915<br />

Garanzia di riservatezza per gli abbonati: l’Editore garantisce<br />

la massima riservatezza dei dati forniti dagli<br />

abbonati e la possibilità di richiederne gratuitamente<br />

la rettifica o la cancellazione. Le informazioni custodite<br />

nell’archivio elettronico dell’Editore verranno utilizzate<br />

al solo scopo di inviare agli abbonati eventuali proposte<br />

commerciali (legge 675/96 tutela dati personali)<br />

La rivista non assume alcuna responsabilità delle tesi<br />

sostenute dagli Autori e delle attribuzioni relative alla<br />

partecipazione nella progettazione ed esecuzione<br />

delle opere segnalate dagli stessi Autori<br />

The publishers are in no way responsible for the opinions<br />

expressed by the authors and for the attributions<br />

relative to the participation in the design and<br />

performance of the works indicated by them<br />

La rivista è inviata ai soci del Collegio dei Tecnici dell’acciaio<br />

(C.T.A.) e alle associate dell’Acai<br />

Iscrizione al Tribunale di Milano in data 8 febbraio<br />

1949, n. 1125 del registro<br />

Iscrizione ROC n. 3848 del 27/11/2001<br />

ISSN n. 0010-9673<br />

Questo numero della rivista è stato chiuso in redazione<br />

e stampato nel mese di settembre 2009<br />

È vietata e perseguibile per legge la riproduzione totale<br />

o parziale di testi, articoli, pubblicità ed immagini<br />

pubblicate su questa rivista sia in forma scritta, sia su<br />

supporti magnetici, digitali, ecc.<br />

ANNO LXI<br />

LUG AGO 2009<br />

In copertina:<br />

Vista del fronte principale della nuova Fiera<br />

della Spezia. Impresa costruttice:<br />

Cometal S.p.A. di Mezzani (PR)<br />

Front cover:<br />

Frontal view of the new Trade Fair Centre<br />

in La Spezia.<br />

Construction firm: Cometal S.p.A., Mezzani (PR)<br />

EDITORIALE<br />

Engineering Costruzioni: 21<br />

le Società di Ingegneria in Acai<br />

Adolfo Bozzoli<br />

LA NOSTRA STORIA<br />

Considerazioni sulla pratica 23<br />

della progettazione<br />

Umberto Venanzi<br />

ARCHITETTURA<br />

L’acciaio e il paesaggio. 26<br />

Villa Bourrier, Villeneuve Lès Avignon,<br />

Alessandra Zanelli<br />

REALIZZAZIONI<br />

Nuovo Centro Fieristico della Spezia 36<br />

Patrizia Burlando, Monica Lavagna<br />

INGEGNERIA<br />

Un innovativo sistema reticolare 44<br />

spaziale a tunnel<br />

Aspetti applicativi e sperimentali<br />

Vincenzo Dipaola, Francesca Prete<br />

PRIMO PIANO<br />

Forma e aerodinamica 51<br />

nell’evoluzione strutturale e architettonica<br />

dei grattacieli.<br />

Parte I: L’esperienza del passato<br />

Giovanni Solari<br />

I PROTAGONISTI<br />

Acciaio. La testimonianza 63<br />

di un costruttore<br />

Intervista all’arch. Massimo Peresso<br />

Claudio Salini S.p.A.<br />

Ingrid Paoletti<br />

ATTUALITÀ<br />

Norma UNI 11262: 66<br />

un primato italiano per le scaffalature<br />

commerciali in acciaio di qualità<br />

Isabella Doniselli<br />

TESI DI LAUREA<br />

Proprietà meccaniche e resistenza 70<br />

alla corrosione di componenti<br />

protetti mediante zincatura a caldo<br />

Lorenzo Redolfi<br />

2008 ECCS AWARD 72<br />

FOR STEEL BRIDGES<br />

L’OPINIONE<br />

Gli interessi per ritardato pagamento 75<br />

RILEVAZIONI DI MERCATO 78<br />

RUBRICA LEGALE<br />

Consorzi e consorziate insieme in gara 80<br />

SPAZIO IMPRESE<br />

IGQ: novità per le costruzioni 82<br />

metalliche.<br />

Isabella Doniselli<br />

ACAI INFORMA<br />

Ricordo dell’ing. Edoardo Nova 85<br />

SOMMARIO<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 19


Engineering Costruzioni:<br />

le Società di Ingegneria<br />

in Acai<br />

EDITORIALE<br />

Il settore delle costruzioni è da tempo considerato “maturo” e l’attuale stagnazione mondiale,<br />

partita proprio dalla crisi dell’edilizia, ne ha confermato i limiti dello sviluppo.<br />

Anche le costruzioni in acciaio, pur con orizzonti più allargati e diversificati (edilizia, viabilità,<br />

impiantistica, meccanica), hanno risentito della congiuntura negativa e più che mai<br />

sono oggi alla ricerca di innovazione e competitività.<br />

Adolfo Bozzoli<br />

Presidente Sezione Engineering<br />

Costruzioni<br />

Alcune specificità delle costruzioni come l’”unicità” del bene prodotto, l’”ubicazione”, sempre<br />

diversa e la conseguente “aleatorietà” dei fattori di produzione che, di volta in volta<br />

devono adattarsi alle caratteristiche ed al sito dell’opera, rendono a volte difficile la standardizzazione<br />

dei processi e l’applicazione di rigide procedure industriali.<br />

Anche il mercato ha modificato la tipologia della domanda richiedendo sempre più frequentemente,<br />

oltre alla costruzione, servizi di progettazione e di gestione di tutte le attività<br />

che concorrono alla realizzazione dell’opera fino al “chiavi in mano” completo, innescando<br />

un processo di cambiamento nelle aziende di costruzione che gradualmente sono<br />

passate dal vecchio sistema, che le vedeva esecutrici “manu propria” di tutte le attività,<br />

all’attuale che privilegia la “gestione” delle stesse attività organizzate nella misura, per il<br />

tempo e nel luogo richiesti.<br />

In questo contesto evolutivo, per rispondere alla richiesta di servizi e competenze “flessibili”,<br />

si sono sviluppate, anche nel nostro paese, nelle costruzioni in acciaio, come già da<br />

molto tempo all’estero, società di ingegneria (engineering & contracting) che, oltre a progettare<br />

l’opera, sono in grado di gestire tutte, o in parte, le attività necessarie a realizzarla.<br />

L’ACAI, che rappresenta, nelle sue varie specializzazioni, tutto lo spettro della costruzione<br />

metallica, ha da poco dato vita alla nuova sezione “Engineering Costruzioni”, rivolta ad<br />

affiliare le diverse realtà operanti in questo ambito specifico, col loro patrimonio di competenze<br />

ed esperienze ingegneristiche e realizzative.<br />

Oggi, come ricordato, è importante poter rispondere a questa domanda di costruzioni<br />

complete “chiavi in mano”, così come da sempre fanno le Imprese Generali nell’edilizia<br />

tradizionale.<br />

Altrettanto importante, in tempi di competizione estrema, la capacità di poter ottimizzare<br />

i progetti con soluzioni che facciano quadrare il rapporto qualità, prestazioni/prezzo.<br />

Le società di ingegneria, specializzate nelle costruzioni metalliche, si propongono di svolgere<br />

un ruolo attivo per rispondere a queste esigenze, mettendo a disposizione competenze<br />

ed esperienze di p.c.m. (project/construction/ management) finalizzate alla realizzazione<br />

dell’opera nel rispetto delle obbligazioni di qualità, tempi, costi e prestazioni<br />

richieste.<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 21


In un paese in cui ci si ricorda che si può costruire di più in acciaio solo in occasione di<br />

eventi calamitosi come il terremoto dell’Abruzzo, sin da subito, le aziende del nucleo costituente,<br />

hanno espresso la loro volontà di avviare un’azione promozionale per far conoscere<br />

al mercato le potenziali capacità realizzative di questo settore che, sino ad oggi, si è<br />

sempre presentato attraverso iniziative espresse dai singoli costruttori e mai in forma tale<br />

da rendere più incisivo il messaggio sulla convenienza di costruire con l’acciaio.<br />

La sezione “Engineering Costruzioni” intende sostenere questa iniziativa in coordinamento<br />

con le altre sezioni ACAI, coinvolgendo l’intera filiera delle realtà che operano per e con<br />

l’acciaio nello specifico contesto delle costruzioni.<br />

In questo momento, certamente difficile per il nostro settore, dobbiamo considerare la<br />

nascita di una nuova sezione in ACAI un fatto positivo e, contemporaneamente, uno stimolo<br />

ad attivarci e coordinarci tutti per dar maggior forza alla voce dell’Associazione.<br />

22<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


In occasione del 60° anniversario della rivista proporremo ai lettori, in ogni numero del 2009, la selezione di alcuni significativi articoli pubblicati nei vari decenni trascorsi.<br />

In questo numero l’articolo di Umberto Venanzi pubblicato nel n° 2/1960 con le riflessioni di un progettista indirizzate ai giovani professionisti ancor oggi sempre valide.<br />

LA NOSTRA STORIA<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 23


24<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 25


ARCHITETTURA<br />

L’acciaio e il paesaggio<br />

Villa Bourrier, Villeneuve<br />

Lès Avignon, Francia, 2005<br />

Steel and the landscape:<br />

Villa Bourrier, Villeneuve<br />

Lès Avignon, Francia, 2005<br />

Alessandra Zanelli<br />

La casa di villeggiatura, situata nelle vicinanze della città di Avignone,<br />

gode del paesaggio della valle del Rodano e si poggia su<br />

uno dei tipici terrazzamenti creati in passato per la coltura dei<br />

vigneti. L’impianto di forma allungata e regolare cerca di sfruttare<br />

al meglio le dimensioni del terreno terrazzato, così come<br />

le scelte costruttive, tutte orientate a privilegiare l’assemblag-<br />

gio a secco delle strutture in acciaio e dei rivestimenti leggeri,<br />

derivano espressamente dalle indicazioni della committenza,<br />

attenta a intervenire sul paesaggio nel modo più lieve e limitato<br />

possibile. La forma compatta della planimetria dà vita a un<br />

articolato gioco di volumi che stabiliscono una continuità con<br />

l’intorno verde. L’acciaio, utilizzato non soltanto per le strutture,<br />

ma anche per i brise-soleil fissi e per i parapetti delle grandi<br />

terrazze che perimetrano la casa, è la materia scelta per stabilire<br />

il contatto tra il paesaggio circostante e il nucleo abitabile.<br />

This holiday home near Avignon enjoys views of the Rhone valley<br />

and is located on one of the typical terraces created in the past for<br />

growing vines. The elongated, regular layout enables it to exploit<br />

the dimensions of the terraced land to the maximum, while the<br />

construction methods place the emphasis on the dry assembly of<br />

the steel structures and lightweight covering materials, all based<br />

precisely on the instructions of the client, whose intention was<br />

that the building should have as little and as low-profile an impact<br />

as possible on the landscape. The compact form of the plan<br />

gives rise to a play on volumes to create open spaces in constant<br />

communication with the surrounding greenery. Steel has been<br />

used not only for the structures, but also for the fixed brise-soleil<br />

and the parapets of the large terraces which run around the<br />

house. This is the material which has been chosen to set up the<br />

contact between the surrounding landscape and the building.<br />

Fig. 1 - Vista del fronte principale dell’abitazione con i suoi terrazzamenti artificiali in acciaio e legno<br />

26<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


UNA CASA PER LE VACANZE<br />

I signori Bourrier chiedono una casa per le<br />

vacanze circondata da verdi terrazzamenti<br />

digradanti verso la valle del Rodano e da<br />

lontane case avignonesi dai paramenti<br />

murari in pietra locale e tetti in tegole di<br />

terracotta rossa; i progettisti dello studio<br />

associato di architettura e ingegneria Patriarche<br />

& Co. rispondono con una soluzione<br />

architettonica nella quale l’acciaio è<br />

protagonista.<br />

Senza dubbio la risposta non appare<br />

scontata, in quanto sarebbe stato prevedibile<br />

che in un paesaggio così fortemente<br />

connotato da manufatti edilizi in pietra<br />

e terracotta le scelte costruttive del nuovo<br />

intervento risultassero vicine a quelle<br />

preesistenti, ovvero improntate a sfruttare<br />

la massa muraria per proteggersi dal freddo<br />

dell’inverno ma soprattutto dalla calura<br />

estiva.<br />

Il dialogo tra i committenti e i progettisti<br />

ha invece dato vita a un differente percorso<br />

progettuale e costruttivo, nel quale il<br />

paesaggio e l’architettura sperimentano<br />

un’integrazione inusuale quanto efficace,<br />

tutta rivolta a sottolineare la leggerezza<br />

del nuovo intervento.<br />

I signori Bourrier sono in sintonia con la<br />

filosofia progettuale dell’architetto Jean-<br />

Loup Patriarche che, alla guida di una sessantina<br />

di progettisti collocati in differenti<br />

sedi in Francia, Svizzera e Canada, trova<br />

continuamente ispirazione dal monito di<br />

Mies van der Rohe “less is more” e da quello<br />

di Louis Sullivan “form follows function”.<br />

Il loro desiderio di una casa grande e accogliente<br />

per gli ospiti e al tempo stesso<br />

essenziale e discreta nella relazione con le<br />

preesistenze del paesaggio e del costruito<br />

circostante è stato interpretato come<br />

ricerca di una forma architettonica semplice,<br />

pura (il volume della casa è un parallelepipedo)<br />

e di una costruzione leggera<br />

e trasparente (in acciaio, vetro, tavelle di<br />

terracotta rossa e legno) assemblabile in<br />

situ in modo veloce attraverso dispositivi<br />

di assemblaggio a secco.<br />

In generale si può affermare che i para-<br />

Fig. 2 - Altra vista del fronte principale dell’abitazione con i suoi terrazzamenti artificiali in acciaio e<br />

legno<br />

Fig. 3 - Impianto planimetrico dell’intervento<br />

digmi di leggerezza e adattabilità vadano<br />

sempre più affermandosi nel progetto<br />

della residenza contemporanea, in accordo<br />

con le dinamiche sociali e con l’evolversi<br />

di una cultura abitativa sempre più<br />

influenzata dagli elevati livelli di flessibilità<br />

e mobilità lavorativa, anche se di rado<br />

accade che il soddisfacimento di tali esi-<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 27


Figg. 4-6 - Le viste tridimensionali renderizzate e i prospetti videnziano i tratti salienti dell’intervento,<br />

ovvero la leggerezza e la trasparenza del volume abitabile e il suo inserimento nelle balze preesistenti<br />

del terreno<br />

genze sia perseguito attraverso l’impiego<br />

dell’acciaio.<br />

In particolare la tipologia della residenza<br />

isolata che si confronta con il paesaggio<br />

resta ancora il baluardo inespugnabile di<br />

una concezione architettonica che guarda<br />

al passato e che difficilmente accetta nuovi<br />

metodi costruttivi e nuovi materiali, anche<br />

se ciò debba comportare una limitazione in<br />

termini di funzionalità dello spazio abitabile.<br />

Fatta eccezione per la felice parentesi di<br />

sperimentazioni del Movimento Moderno<br />

e alcuni altri sporadici episodi più recenti,<br />

l’architettura della residenza isolata tiene in<br />

minor considerazione alcuni criteri progettuali<br />

che invece in questo caso diventano il<br />

fulcro delle scelte condivise tra l’architetto<br />

e suoi committenti: la riduzione di peso e<br />

di materia nella costruzione, la possibilità di<br />

smontare tutte le parti della casa per ripristinare<br />

il paesaggio preesistente quando la<br />

28<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Figg. 7-9 - Piante del piano terra e del piano primo e viste dello spazio abitabile del piano terra e del<br />

piano primo durante la fase di assemblaggio della struttura portante principale. Si noti che lo spazio<br />

interno, grazie alla scelta tecnico-costruttiva della struttura in acciaio, risulta completamente libero da<br />

colonne e pertanto organizzabile con estrema libertà e possibilità di modifiche nel tempo<br />

funzione della casa decada, o più semplicemente<br />

per modificare nel tempo la distribuzione<br />

degli spazi interni in relazione alle<br />

mutevoli esigenze dei suoi abitanti.<br />

Ciò che i signori Bourrier hanno cercato dagli<br />

architetti è quindi esemplare percorso<br />

di progettazione aperta, “error friendly” secondo<br />

la definizione di Ezio Manzini (2004,<br />

p. 163), che delinea spazi modificabili e<br />

adattabili per il futuro. A tale progettazione<br />

aperta corrisponde necessariamente<br />

una attività di costruzione che consenta il<br />

più alto grado di leggerezza e reversibilità<br />

(inversione del processo di costruzione,<br />

smontaggio delle parti costruite) per dare<br />

alle generazioni future la libertà di modificare<br />

la costruzione secondo le loro rinnovate<br />

esigenze e/o di dismettere l’edificio<br />

recuperandone tutte le sue singole parti.<br />

I due piani liberi con struttura portante in<br />

acciaio della villa Bourrier sono organizzati<br />

con le camere per gli ospiti e per i bambini<br />

al piano terra e con gli spazi a giorno e le<br />

camere padronali al piano primo. Al piano<br />

terra ampi spazi all’aperto, protetti dal volume<br />

aggettante del piano primo, stabiliscono<br />

un collegamento diretto tra la casa<br />

e il giardino circostante, mentre le grandi<br />

terrazze, le vetrate e le balconate continue<br />

sul fronte principale rivolto verso la città di<br />

Avignone offrono una continuità visiva tra il<br />

paesaggio e gli ambienti del primo piano.<br />

L’articolazione degli spazi interni (figura 7) -<br />

così differente al piano terra “aggrappato” al<br />

terreno preesistente, rispetto al piano primo<br />

proteso nell’aria verso la valle – si fonda<br />

su un rigoroso schema strutturale a telaio,<br />

che vede l’impiego di profili in acciaio di<br />

differenti dimensioni, in virtù nel massimo<br />

risparmio di materiali e al contenimento<br />

dei costi di costruzione, e trattati con zincatura<br />

a caldo per una maggiore resistenza<br />

alla corrosione delle strutture nel tempo.<br />

I pilastri in profili IPE 240 posti sulle file 2, 3<br />

e 4 delimitano le luci di 6x4,75 m destinate<br />

ad accogliere gli ambienti nel cuore della<br />

casa, mentre i profili IPE 220 posti sulle<br />

file 1 e 5 delimitano le luci più piccole di<br />

3x4,75m destinate ad accogliere le terrazze<br />

poste alle due estremità del fronte principale<br />

a sud-est che guarda la valle.<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 29


Figg. 10-13 - La sezione trasversale all’impianto planimetrico così come le foto di cantiere e dell’intervento finito mostrano la particolare posizione della<br />

casa che si inserisce su un terrazzamento esistente e sfrutta le differenze di quota tra i livelli di terreno per minimizzare l’impatto visivo della nuova<br />

costruzione sul paesaggio preesistente<br />

Figg. 15 e 16 - Foto di dettaglio della struttura<br />

in acciaio<br />

La sezione degli elementi verticali del telaio<br />

in acciaio può cambiare, in relazione<br />

alla peculiare posizione che essi assumono<br />

nell’ambiente domestico: quando inseriti<br />

nella cortina vetrata sono verniciati di grigio<br />

chiaro in assonanza con i profili di alluminio<br />

dei serramenti; nei rari casi in cui<br />

risultano al centro di uno spazio più ampio,<br />

gli architetti hanno scelto profili a sezione<br />

circolare, sempre con trattamento di zincatura<br />

se si tratta di elementi posti esternamente,<br />

come nel caso delle colonne<br />

di sostegno delle grandi terrazze a sbalzo<br />

laterali, oppure verniciati di bianco, come<br />

nel caso del pilastro di sostegno della scala<br />

interna.<br />

Completano poi il telaio della struttura portante<br />

principale: travi IPE 330 o IPE 300 e<br />

lamiere grecate nel piano del primo solaio;<br />

profili UPN 200 sul perimetro esterno di<br />

collegamento alle balconate; profili a sezione<br />

circolare di diametro 140 mm per il<br />

sostegno della scala interna e per i pilastri<br />

C1 e C5 di sostegno delle grandi terrazze<br />

30<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


laterali; profili angolari 50/50 per le croci di<br />

Sant’Andrea di controventamento sul piano<br />

orizzontale e verticale del telaio; profili<br />

IPE 400 e UPN 200 e ferri piatti 150/6 per<br />

l’orditura del tetto a padiglione.<br />

Tutti gli elementi sono assemblati tra loro<br />

tramite bullonatura realizzata in situ. Le<br />

saldature sono state tutte realizzate in officina<br />

prima del trattamento di zincatura<br />

a caldo degli elementi, in modo da fornire<br />

una omogenea protezione alla corrosione<br />

a tutte le parti strutturali e al tempo stesso<br />

facilitare l’assemblaggio in cantiere.<br />

UNA CASA LEGGERA<br />

L’esile telaio portante in acciaio rappresenta<br />

il principale sistema di componenti<br />

progettato secondo il criterio dell’essenzialità,<br />

della leggerezza e della facilità del<br />

montaggio in cantiere. Ma non l’unico.<br />

Tutte le parti della casa sono infatti leggere<br />

a tal punto che non è stato necessario il<br />

montaggio di una gru in cantiere, in virtù<br />

del fatto che gli unici elementi di grandi<br />

dimensioni del telaio portante in acciaio<br />

erano comunque agilmente spostabili<br />

mediante il braccio mobile del mezzo di<br />

trasporto che li ha consegnati sul posto,<br />

mentre una gru fissa avrebbe comportato<br />

lavori invasivi sul terreno adiacente la costruzione,<br />

contraddittori rispetto alla logica<br />

del minimo intervento perseguita dai<br />

progettisti.<br />

Le uniche parti realizzate in cemento armato<br />

in opera sono la soletta su appoggi<br />

a sbalzo in acciaio del piano terra e i getti<br />

degli strati di sottofondo posti al di sopra<br />

dei solai in pannelli sandwich di lamiera<br />

Figg. 17-20 - La sezione costruttiva evidenzia parte del fronte sud-ovest, dove un volume aggettante<br />

al piano primo crea uno spazio aperto coperto al piano terra riparato dal sole nelle ore più calde<br />

dell’estate. Le foto mostrano il fronte sud-ovest nel suo insieme: al volume aggettante delle camere<br />

da letto al piano primo si aggiunge un’ampia terrazza che si protende sull’angolo a sud, collegandosi<br />

alla lunga passerella che connota il fronte principale rivolto verso la valle e la città di Avignone<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 31


grecata zincata con interposto strato isolante<br />

da 10 cm, mentre sono prefabbricati i<br />

quindici plinti di fondazione e i cordoli che<br />

li collegano. I plinti sono stati realizzati di<br />

differenti forme e dimensioni, in relazione<br />

al terreno su cui appoggiano. I plinti di sostegno<br />

della parte della casa che appoggia<br />

direttamente sulla parte pianeggiante del<br />

terreno terrazzato (picchetti A e B) hanno<br />

forma di parallelepipedo con altezza pari<br />

1 m, mentre i cinque plinti posti a ridosso<br />

del declivio (picchetto C) sono cilindrici e<br />

hanno un’altezza di 2,5 m.<br />

Se nelle fondazioni e nella realizzazione dei<br />

sottofondi dei solai si può notare un uso<br />

ancorché limitato del cemento armato, ai<br />

piani superiori i profili IPE del telaio strutturale<br />

sono collegati a elementi ancora più<br />

leggeri, quali UPN 100 di supporto dei rivestimenti<br />

in doghe di legno delle balconate<br />

e delle terrazze, profili di acciaio piegato<br />

a freddo di supporto dei tamponamenti<br />

esterni verticali in tavelle forate di terracotta<br />

dello spessore di 5 cm battentante<br />

per un più facile assemblaggio, piastre di<br />

acciaio sagomate a misura e saldate a un<br />

profilo a sezione circolare di 100 mm di<br />

diametro per creare la consolle al bordo<br />

del tetto con funzione di supporto delle<br />

gronde e del brise soleil fisso anch’esso di<br />

acciaio galvanizzato; profili di legno 10/6<br />

cm per realizzare l’intercapedine areata del<br />

tetto, montanti e traversi in alluminio di<br />

delimitazione dei vani delle finestre e delle<br />

ampie porte-finestre scorrevoli, realizzate a<br />

loro volta in alluminio e vetro; parapetti dei<br />

balconi e delle terrazze in rete elettrosaldata<br />

con montanti e corrimano in piattine<br />

di acciaio galvanizzato; scala interna con<br />

struttura in angolari 50/50 di acciaio, corrimano<br />

in tubolare di acciaio di diametro 50<br />

mm, ringhiera composta da quattro tubolari<br />

da 20 mm; il tutto verniciato in grigio<br />

antracite, e pedate in legno massello di 5<br />

cm di spessore.<br />

La leggerezza dei materiali scelti per le<br />

strutture e per i rivestimenti ha comportato<br />

una grande cura nel controllo delle prestazioni<br />

acustiche e termiche degli strati<br />

chiusura orizzontali e verticali progettati. I<br />

tubi degli impianti idro-sanitari così come<br />

i tubi dei pluviali che corrono all’interno<br />

delle chiusure verticali sono stati isolati<br />

acusticamente, mentre differenti spessori<br />

di isolante termico sono stati impiegati nei<br />

Figg. 21-22 - La foto inquadra la vista del visitatore all’ingresso nel terreno di proprietà. Il volume della casa appare basso, a un solo piano, mentre la grande<br />

terrazza sporgente verso nord-est raccorda il terreno preesistente a livello del terrazzamento più alto, creando al tempo stesso una continuità con lo spazio<br />

coperto aperto del piano terra più arretrato.<br />

Il disegno costruttivo in sezione verticale mostra il dettaglio della ampia terrazza in acciaio e rivestimento in doghe di legno attraverso la quale i progettisti<br />

hanno rinsaldato una continuità tra i differenti percorsi, tra quelli naturali preesistenti e quelli creati dalla nuova costruzione<br />

32<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


solai, nell’involucro e nella copertura.<br />

Per evitare che il naturale surriscaldamento<br />

estivo della superficie in tegole di terracotta<br />

rossa del tetto a padiglione possa<br />

ripercuotersi nello spazio abitabile del primo<br />

piano, al di sotto dello strato di ventilazione<br />

sono stati inseriti 10 cm di isolante,<br />

mentre ulteriori 20 cm di isolante sono<br />

stati posti a livello del solaio del sottotetto,<br />

a livello del controsoffitto piano che limita<br />

a 2,5 m l’altezza netta degli spazi interni<br />

della casa.<br />

Il pacchetto di involucro è nel suo complesso<br />

di 30 cm di spessore, composto da 5 cm<br />

di tavelle forate di terracotta di rivestimento<br />

esterno, intercapedine d’aria e 10 cm di<br />

isolante sul lato interno a contatto con le<br />

finiture in cartongesso.<br />

Di questa costruzione si potrebbero elencare<br />

tutti i prodotti a catalogo che gli architetti<br />

hanno selezionato durante la progettazione<br />

e isolare i pochi “pezzi” speciali<br />

che sono stati disegnati ad hoc per questo<br />

progetto: la scala interna, la consolle di coronamento<br />

del tetto che alloggia grondaia<br />

e brise-soleil, le travi a doppio T rastremate<br />

che sorreggono a sbalzo i balconi che circondano<br />

la casa.<br />

Ciò comporta un maggiore controllo dei<br />

costi di costruzione e un più agile rispetto<br />

dei tempi di cantierizzazione dell’opera,<br />

ma modifica sostanzialmente anche la<br />

fase di progettazione, in cui, ogni “pezzo”<br />

va scelto e dimensionato ad hoc senza<br />

perdere di vista l’insieme, controllando via<br />

via ogni soluzione di connessione tra parti<br />

e materiali differenti come in una sorta<br />

di pre-montaggio virtuale gestito interamente<br />

tramite i software di disegno.<br />

Una profonda conoscenza dei sistemi<br />

costruttivi, del comportamento e della<br />

compatibilità tra diversi materiali in opera<br />

sono necessari al procedere dell’architetto<br />

in questo tipo di “composizione” architettonica<br />

che è tutt’altro che un semplice<br />

accostamento di prodotti disponibili sul<br />

mercato edilizio, ma torna ad essere un<br />

atto complesso di porre insieme (cumponere)<br />

le parti, controllando la qualità<br />

Figg. 23-25 - Il fronte principale a sud-est rivolto verso la valle del Rodano è caratterizzato da una<br />

cortina perimetrale continua sui due piani, come si può notare dal disegno costruttivo in sezione<br />

verticale. Ciò nonostante,sono sempre le linee orizzontali che evocano i terrazzamenti a prevalere<br />

anche nel disegno di questo fronte, grazie al sistema dei brise-soleil fissi e integrati con il coronamento<br />

del tetto e grazie alle passerelle del primo piano che circondano l’intero volume abitabile<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 33


Figg. 26-28 - Gli elementi di acciaio a volte sono stati progettati per essere visti, come nel caso della<br />

leggera scala interna (foto 26) che collega gli ambienti, o anche dei profili IPE delle colonne che<br />

scandiscono le partiture delle grandi vetrate scorrevoli del piano primo (foto 27), altre volte invece<br />

costituiscono il supporto nascosto di altri elementi della costruzione, come è evidenze dal disegno<br />

costruttivo in sezione verticale, nel quale si possono notare che le travi IPE del primo solaio così come<br />

i profili in acciaio del grande tetto a padiglione fungono da sopporto per i controsoffitti<br />

della luce creata dai diversi materiali che<br />

vengono accostati tra loro, il disegno delle<br />

connessioni che resteranno a vista, la<br />

funzionalità delle connessioni nascoste e<br />

la loro accessibilità per la manutenzione<br />

nel tempo.<br />

Tale percorso progettuale e costruttivo sa<br />

cogliere le opportunità offerte oggi dal<br />

comparto industriale più evoluto dei prodotti<br />

edilizi, le cui logiche si ispirano alla<br />

produzione in serie ma consentono al tempo<br />

stesso una personalizzazione di alcuni<br />

elementi del sistema, tale per cui l’architetto<br />

riesca sempre a operare la scelta più<br />

efficace di mediazione tra l’ottimizzazione<br />

del processo costruttivo e il contenimento<br />

dei costi nonchè la unicità dell’opera incoraggiata<br />

dalla committenza.<br />

Villa Bourrier è un caso esemplare di residenza<br />

moderna, che è sì personalizzata su<br />

misura del committente, ma è al tempo<br />

stesso consegnata chiavi in mano, pezzo<br />

per pezzo, dai produttori dei differenti sistemi<br />

edilizi che si sono alternati nell’assemblaggio<br />

a secco in cantiere.<br />

Se il processo di scelta dei pezzi e delle<br />

personalizzazioni è via via più vicino a ciò<br />

che già avviene quando si va a scegliere<br />

una nuova automobile, qui, a differenza<br />

di altri oggetti complessi derivanti dalla<br />

produzione industriale, il prodotto finale<br />

può essere unico e in sintonia con il suo<br />

utilizzatore soltanto tramite una regia<br />

sensibile dell’architetto che non può prescindere<br />

da una profonda conoscenza dei<br />

più moderni metodi di costruzione improntati<br />

sull’impiego dei profili in acciaio<br />

laminati a freddo (Cold Formed Steel) interfacciati<br />

con rivestimenti leggeri di differenti<br />

materiali e sui dispositivi reversibili<br />

di assemblaggio, come la bullonatura o la<br />

sagomatura degli elementi per il montaggio<br />

a scatto.<br />

34<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


UNA CASA TRA I VERDI<br />

TERRAZZAMENTI<br />

Nella relazione di progetto l’architetto<br />

Jean-Loup Patriarche commenta che, recandosi<br />

sul posto, il visitatore che arriva<br />

dal terrazzamento più alto e guarda verso<br />

la città di Avignone, potrà apprezzare che<br />

“il sito resta più forte della casa”. Mentre<br />

a un primo sguardo la casa sembra a un<br />

solo piano, connotata dal grande tetto di<br />

terracotta rossa e dalla tradizionale forma<br />

a padiglione, i nuovi terrazzi in acciaio e legno<br />

si percepiscono un po’ per volta, scendendo<br />

lungo i camminamenti del giardino<br />

digradante.<br />

L’acciaio è l’intermediario tra nuovi spazi<br />

abitabili e i verdi terrazzamenti su cui si inserisce<br />

la nuova costruzione. I balconi lunghi<br />

11 metri e le ampie terrazze a sbalzo sui<br />

lati della casa, con i loro parapetti zincati<br />

che contrastano con i rivestimenti verticali<br />

in tavelle di terracotta rossa e si stemperano<br />

invece nelle superfici vetrate del primo<br />

piano, moltiplicano le possibilità di circolazione<br />

tra una stanza e un’altra e consentono<br />

di fruire a pieno del paesaggio e della<br />

visuale su Avignone.<br />

Il primo piano della casa, grazie ai nuovi terrazzamenti<br />

di acciaio e legno e alle grandi<br />

vetrate scorrevoli, all’occorrenza diventa un<br />

unico spazio coperto all’aperto, immerso<br />

nell’aria e nel verde della valle.<br />

La leggerezza dell’impianto e i differenti<br />

gradi di trasparenza del piano terra e del<br />

piano primo sono visibili in particolare di<br />

notte quando finalmente, ma solo per il<br />

tempo dell’oscurità, è la casa, con le sue<br />

luci e le sue ombre, a dominare sul paesaggio.<br />

Dr. arch. Alessandra Zanelli<br />

Ricercatore di Tecnologia dell’architettura<br />

presso il Dipartimento di Scienza e<br />

Tecnologie dell’ambiente costruito<br />

(BEST) del Politecnico di Milano, membro<br />

associato e rappresentante regionale per<br />

l’Italia del TensiNet European Network<br />

Fig. 29 - Vista notturna degli ambienti della casa<br />

Si desidera ringraziare Emilie Rollet dello<br />

Studio Patriarche & Co. Architectes +<br />

DATI DEL PROGETTO:<br />

Localizzazione:<br />

Villeneuve Lès Avignon, Francia<br />

Committente:<br />

Privati, sig.ri Bourrier<br />

Durata dei lavori:<br />

aprile 2003 - dicembre 2004<br />

Superficie del terreno:<br />

3192 m 2<br />

Superficie abitazione:<br />

400 m 2<br />

Progettazione architettonica ed esecutiva:<br />

Patriarche & Co. Architectes + Ingenieurs,<br />

Savoie-Technolac – Paris – Lyon – Genève<br />

– Montréal – www.patriarche.fr<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

Barry Bergdoll, Peter Christensen (a cura di), Home<br />

Delivery. Fabricating the Modern Dwelling, The Museum<br />

of Modern Art of New York, Birkhäuser Verlag<br />

AG, Basel – Boston –Berlin, 2008.<br />

Robert Kronenburg, Flexible. Architecture that responds<br />

to Change, Laurence King Publishing, London,<br />

2008.<br />

Ezio Manzini, Processi sociali di apprendimento, in<br />

Bertoldini Marisa, a cura di, La cultura politecnica,<br />

Ingenieurs per le informazioni, le fotografie e<br />

i disegni forniti.<br />

Computo metrico estimativo:<br />

Technic’A, Le Bourget Du Lac Cedex<br />

Architetto interni:<br />

Alain Goiot, St Mande<br />

Progettazione strutturale:<br />

ID Structures, Grabels<br />

www.id-structures.com<br />

Elementi strutturali in acciaio:<br />

Arcelor Mittal - www.constructalia.com<br />

Elementi di facciata in terracotta:<br />

Terreal - www.terreal.com<br />

Serramenti:<br />

Aluminier Agréé Techal<br />

www.technal-international.com<br />

Paravia Bruno Mondadori Editori, Milano, 2004, pp.<br />

161-167.<br />

Massimo Perriccioli (a cura di), Abitare Costruire<br />

Tempo, Libreria Clup, Milano, 2004.<br />

Keith Ross, Modern Methods of House Construction. A<br />

Surveyor’s Guide, BRE Trust, Garston, Watford, 2005.<br />

Eugenio Turri, Il paesaggio e il silenzio, Marsilio, Venezia,<br />

2004<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 35


REALIZZAZIONI<br />

Nuovo Centro Fieristico<br />

della Spezia<br />

New Trade Fair Centre in<br />

La Spezia<br />

Patrizia Burlando, Monica Lavagna<br />

Una fiera in forma di “promenade architecturale”, un tubo di<br />

metallo che si sviluppa senza soluzione di continuità, avvolgendosi<br />

su se stesso su due livelli: gli spazi della nuova fiera<br />

della Spezia si caratterizzano per una equilibrata sintesi tra<br />

semplicità formale e varietà volumetrica, grazie all’uso di soluzioni<br />

costruttive in acciaio<br />

A trade fair building in the form of an ‘architectural promenade’,<br />

with a metal tube turning in on itself over two levels – the new<br />

trade fair building in La Spezia show a balanced combination of<br />

formal simplicity and spatial variety, achieved by adopting steel<br />

construction solutions.<br />

Il nuovo padiglione della Fiera della Spezia fa parte di un importante<br />

intervento di interesse collettivo per la città: sorge in<br />

un’area industriale dismessa, dove era collocato un ex pastificio,<br />

che dagli anni ‘60 ha subito una forte trasformazione. Il primo<br />

intervento che ha riguardato l’area è stata la costruzione di un<br />

palazzetto dello sport. Più recentemente è stato costruito un cinema<br />

multisala. La fiera è stata realizzata per ultima, in un lotto di<br />

pertinenza di forma pressoché rettangolare (fig. 1), che confina a<br />

Fig. 1 - Inquadramento area di progetto<br />

36<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


sud con via Carducci, principale arteria di<br />

collegamento tra la città e il sistema autostradale,<br />

a nord con il cinema multisala, a<br />

est con il parcheggio e l’area del palazzetto<br />

dello sport e a ovest con via del Canaletto.<br />

L’area è inoltre attraversata da nord<br />

a sud dal canale Dorgia, che divide la fiera<br />

dal palazzetto dello sport.<br />

La forma dell’edificio ha dovuto fare i conti<br />

con questi elementi ben determinati e invalicabili:<br />

due strade con le rispettive fasce<br />

di rispetto, il fronte finestrato del cinema e<br />

le potenziali inondazioni del canale Dorgia.<br />

Il principale asse di orientamento dell’edificio<br />

è parallelo al Dorgia e deriva dal<br />

marcato impianto longitudinale del lotto e<br />

dai suoi confini; la nuova costruzione dà un<br />

grande risalto a questo allineamento.<br />

L’edificio adibito a fiera risulta lineare nelle<br />

forme: un parallelepipedo allungato e ripiegato<br />

su se stesso che, partendo da terra,<br />

termina con un forte sbalzo che protegge<br />

l’ingresso principale sul fronte nord (fig.<br />

2). La forma dell’edificio nasce dall’idea di<br />

realizzare una “promenade architecturale”<br />

che dal punto più alto dell’edificio si snoda<br />

lungo uno spazio “museale-espositivo” verso<br />

il basso. Il profilo interno della rampa di<br />

percorrenza appare all’esterno come un gigantesco<br />

tubo di metallo che si avvolge su<br />

se stesso. Nei punti in cui il tubo di metallo<br />

si solleva da terra, vengono a crearsi internamente<br />

spazi a doppia altezza, racchiusi<br />

da un involucro vetrato che non interferisca<br />

con la percezione dall’esterno di una<br />

Fig. 2 - Vista dell’ingresso principale<br />

Fig. 3 - Vista dell’edificio dall’esterno<br />

autonomia del tubo di metallo (fig. 3).<br />

Questa forma così caratterizzante diventa<br />

anche elemento ordinatore della distribuzione<br />

interna, garantendo una corretta<br />

gerarchizzazione degli spazi senza togliere<br />

omogeneità all’insieme. Lo spazio unitario<br />

Fig. 4 - Sezione verticale longitudinale dell’edificio<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 37


Fig. 5 - Sezione verticale trasversale dell’edificio<br />

Fig. 6 - Vista della parte basamentale<br />

Fig. 7 - Vista dell’ingresso secondario, con accesso diretto al piano superiore<br />

può ospitare differenti funzioni simultaneamente<br />

oppure essere utilizzato come contenitore<br />

unico. A piano terra sono previsti<br />

gli ingressi al pubblico e quelli di servizio e<br />

gran parte delle aree per l’esposizione che,<br />

senza soluzione di continuità, si snodano<br />

lungo gli spazi del piano intermedio e del<br />

primo (fig. 4). Si vengono così a creare tre<br />

quote principali (a filo terreno, a 4.50 m nel<br />

piano intermedio, a 9,20 m al primo piano),<br />

definite da solai in piano, e due rampe di<br />

raccordo con solai inclinati. L’altezza interna,<br />

dall’estradosso di solaio all’intradosso<br />

delle travi reticolari, è di 6,40 m. L’edificio<br />

ha un’altezza complessiva di 16,60 m e una<br />

lunghezza di 92 m. Il “tubo metallico” ha<br />

una larghezza di 27,50 m e un’altezza di 8<br />

m (fig. 5).<br />

Proprio il primo piano può essere utilizzato<br />

separatamente dal resto dell’edificio,<br />

per esposizioni tematiche o riservate a un<br />

pubblico selezionato, grazie a un ingresso<br />

e a un corpo, in cui trovano posto dei collegamenti<br />

verticali, che può essere adibito a<br />

questo specifico uso (figg. 6-8).<br />

Al piano superiore si accede tramite una<br />

rampa continua che partendo dal piano<br />

terra collega il piano ammezzato e raggiunge<br />

il primo piano (fig. 9), ma anche da<br />

un ascensore posto in prossimità dell’ingresso<br />

principale, collocato nel corpo scale<br />

precedentemente descritto. Il piano superiore<br />

si affaccia su quello sottostante creando<br />

un ambiente unico e di grande impatto<br />

visivo; il suo solaio fuoriesce all’esterno con<br />

un forte aggetto di 12 metri, che genera un<br />

grande affaccio sullo spazio esterno sottostante<br />

(fig. 10).<br />

La particolare configurazione spaziale del<br />

fabbricato ha richiesto, da un lato, l’impiego<br />

di materiali da costruzione estremamente<br />

flessibili e plasmabili, per adattarli alle forme<br />

38<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Fig. 8 - Sezione verticale costruttiva<br />

Fig. 9 - Vista dell’interno dal piano intermedio verso il primo piano a sbalzo<br />

Fig. 10 - Vista dello spazio interno dal primo piano<br />

curvilinee di progetto; dall’altro la necessità<br />

di utilizzare materiali leggeri, ma di grande<br />

resistenza, allo scopo di realizzare gli sbalzi<br />

e gli ampi spazi richiesti grazie a una struttura<br />

in grado di coprire ampie luci. Per questi<br />

motivi la struttura portante del fabbricato è<br />

stata realizzata in acciaio, eccezione fatta per<br />

le fondazioni e il blocco vano scala-ascensore<br />

costruite in cemento armato.<br />

Allo scopo di enfatizzare l’effetto “tubolare”<br />

dell’edificio, l’involucro è completamente<br />

opaco nel suo sviluppo in lunghezza ed è<br />

caratterizzato da un rivestimento esterno<br />

metallico, costituito da pannelli di zincotitanio.<br />

LA STRUTTURA METALLICA<br />

Il percorso di visita ha dato origine alla<br />

forma dell’edificio e su questo percorso è<br />

stato tracciato anche il modello strutturale,<br />

caratterizzato e articolato in una successione<br />

continua di semplici elementi reticolari<br />

(fig. 11). Le travi reticolari delimitano il percorso<br />

espositivo da terra fino allo sbalzo,<br />

assecondandone le variazioni di quota con<br />

l’andamento della briglia inferiore, sempre<br />

collocata a livello del piano di calpestio. In<br />

questo modo il visitatore si sposta rimanendo<br />

sempre nella stessa posizione rispetto<br />

alla trave.<br />

La sezione trasversale del “tubo” cambia<br />

molte volte lungo il suo sviluppo, per adeguarsi<br />

alle diverse esigenze distributive e<br />

funzionali, ma se si considera soltanto la<br />

struttura metallica si può notare una buona<br />

continuità. Infatti se si confrontano le sezioni<br />

nei diversi punti di sviluppo del “tubo”<br />

molti elementi sono gli stessi: le travi di copertura,<br />

i montanti, le strutture di supporto<br />

al rivestimento esterno.<br />

Il modello strutturale è stato costruito cercando<br />

di riprodurre quanto più possibile fedelmente<br />

l’organismo strutturale reale, con<br />

gli stessi vincoli e con tutte le medesime<br />

membrature. Trattandosi di una struttura di<br />

forma complessa, il modello matematico<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 39


Fig. 11 - Schema strutturale semplificato<br />

Fig. 12 - Modello strutturale ed esempio di deformata<br />

è risultato essenziale sia per le verifiche di (IPE 500) non più vincolati a terra, ma come<br />

resistenza sia per il controllo della deformabilità<br />

complessiva e locale (fig. 12) in metrali di sostegno.<br />

parte integrante delle travi reticolari peri-<br />

relazione a diverse configurazioni di carico. Le travi reticolari hanno un’altezza di 7150<br />

Grazie a tali studi è stato possibile indirizzare<br />

al meglio le scelte progettuali.<br />

500 e IPE 500 disposti al passo costante di<br />

mm, con montanti costituiti da profili HEA<br />

I pilastri sono di tre tipologie distinte a seconda<br />

della loro collocazione nell’organi-<br />

aste sono stati previsti a una distanza co-<br />

4600 mm (fig. 13). I collegamenti con le<br />

smo strutturale: ci sono i montanti della stante dal centro geometrico del nodo, per<br />

struttura tipica del tubo, in generale IPE 500, semplificare l’intersezione dei profili e per<br />

quelli centrali che sostengono il solaio della<br />

sala posta a quota + 13,70 m, formati da anche strutturale (figg. 14-15). Tale tipo di<br />

accentuare la plasticità del nodo, formale e<br />

profili IPE 500 accoppiati, infine quelli che unione ha permesso di semplificare la fase<br />

sostengono il “tubo” che si solleva, costituiti di montaggio e di concentrare la maggior<br />

da profili tubolari Ø 219,1 e Ø 508. Tutti i pilastri<br />

sono da considerarsi incastrati al piede. litamente è garantito un livello di controllo<br />

parte delle complessità in officina, dove so-<br />

La sezione trasversale del “tubo” è formata superiore.<br />

da un semplice portale incastrato al piede<br />

nella parte basamentale, mentre, nella a I ad altezza variabile (70÷90 cm).<br />

Le travi di copertura sono costituite da travi<br />

parte che si alza, la struttura trasversale, Le travi secondarie sono in generale IPE<br />

pur analoga alla prima, presenta i montanti 300. I controventi sono realizzati con aste<br />

formate da U 160 (fig. 17).<br />

La struttura principale, caratterizzata dalle<br />

due travate reticolari, dà forma al grande<br />

“tubo metallico” con il concorso delle travi<br />

di copertura e delle travi laterali esterne<br />

calandrate (fig. 18), disposte allo stesso passo<br />

dei montanti. Le travi di copertura e le<br />

travi calandrate costituiscono la struttura di<br />

sostegno della lamiera grecata, che funge<br />

da elemento di irrigidimento e portante<br />

per il rivestimento esterno in zinco-titanio.<br />

La lamiera grecata in acciaio zincato ha<br />

un’altezza di 150 mm e spessore 8/10 mm,<br />

ordita per tutto lo sviluppo del tubo nella<br />

direzione longitudinale. La lamiera è fissata<br />

alle travi portanti (con un interasse di 4600<br />

mm) in modo da realizzare un ritegno continuo<br />

in grado di contrastare l’eventuale<br />

instabilità laterale o flesso-torsionale della<br />

trave stessa. La lamiera grecata rimane a<br />

vista, come rivestimento interno, enfatizzando<br />

nel visitatore la percezione di essere<br />

entrato all’interno di un tubo metallico.<br />

Nella zona di sovrapposizione delle due<br />

sezioni tubolari, quando il tubo avvolgendosi<br />

si alza di un piano e prosegue a sbalzo,<br />

le travi reticolari dei due piani sovrapposti<br />

giacciono ortogonalmente. L’intersezione<br />

strutturale è stata risolta aumentando significativamente<br />

l’altezza della briglia inferiore<br />

della trave reticolare del primo piano<br />

e facendola diventare un unico elemento<br />

con la trave dell’orditura trasversale del solaio<br />

di interpiano. La briglia è stata realizzata<br />

con una trave 500x1940 mm.<br />

La parte a sbalzo della struttura a tubo è<br />

ottenuta prolungando le travi principali<br />

del solaio posto a quota 13,70 m, e adattando<br />

la loro sezione alle esigenze formali<br />

dell’edificio. Lo sbalzo è accentuato dall’inclinazione<br />

della briglia inferiore di 7° ed<br />

è formato da una trave composta 500x800<br />

mm (ali sp. 25 – anima sp. 12). Tale geometria<br />

è stata utilizzata anche per realizzare<br />

l’impalcato dell’area espositiva superiore.<br />

La struttura portante infatti è costituita<br />

da travi principali composte in acciaio<br />

500x1530 mm (ali sp. 20 – anima sp. 12)<br />

che nella parte dello sbalzo si riducono di<br />

40<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Fig. 13 - Vista della trave reticolare di collegamento tra il piano intermedio<br />

e il primo piano<br />

Fig. 14 - Vista in dettaglio del nodo di collegamento tra aste e montante della<br />

trave reticolare durante la costruzione<br />

sezione passando a 500x800 mm. In realtà<br />

il prolungamento è stato fatto saldando la<br />

trave a sbalzo all’ala superiore della trave<br />

500x1530, irrigidendo il nodo per avere la<br />

massima continuità. La trave ha una lunghezza<br />

complessiva di 33 m; pertanto, per<br />

consentirne il trasporto, è stata realizzata<br />

in due tronconi, collegati con giunto bullonato<br />

a completo ripristino.<br />

Le rampe di collegamento tra i il piano terra<br />

e i livelli superiori sono sospese alle travi<br />

reticolari, portate da travi IPE 450 solidali<br />

con i montanti. Gli effetti torsionali del carico<br />

sulle rampe sono in parte compensati<br />

da tiranti collegati alle travi della copertura.<br />

L’impalcato delle rampe è realizzato con un<br />

solaio in lamiera grecata collaborante di altezza<br />

di 55 mm e spessore 8/10 mm, con<br />

sovrastante soletta in cemento armato.<br />

La struttura portante dell’impalcato a quota<br />

9,50 m è costituita da travi HEA 320 disposte<br />

longitudinalmente; il solaio è realizzato<br />

con lastre tralicciate precompresse 20+5<br />

(REI 120), alleggerite con blocchi di polistirolo,<br />

completato con soletta in c.a. gettata<br />

in opera di 4 cm con rete elettrosaldata Ø 8<br />

maglia 20x20 cm.<br />

La struttura portante dell’impalcato a quota<br />

13,70 m è costituita da travi principali composte<br />

in acciaio 500x1530 m (ali sp. 20, anima<br />

sp. 12), travi secondarie IPE 500, solaio<br />

a lastre alveolari precompresse di altezza di<br />

22 cm con sovrastante soletta collaborante<br />

di 4 cm armata con rete elettrosaldata Ø<br />

8 maglia 20x20 cm. Per dare maggior rigidezza<br />

all’impalcato è stato previsto di solidarizzare<br />

le travi alla soletta in c.a mediante<br />

pioli. Nel modello di calcolo non si è tenuto<br />

conto di tale contributo.<br />

L’impalcato dello sbalzo è stato realizzato<br />

con un solaio in lamiera grecata collaborante<br />

e calcestruzzo alleggerito strutturale<br />

(densità 1700 kg/m 3 ). L’altezza del solaio<br />

complessiva è di 25 cm, con un’altezza della<br />

lamiera di 175 mm (spessore di 1,25 mm)<br />

e soletta collaborante di spessore di 7,5 cm,<br />

armata con rete elettrosaldata Ø 8 maglia<br />

20x20 cm.<br />

Il solaio delle rampe è in lamiera grecata<br />

collaborante e calcestruzzo Rck 300, con<br />

un’altezza di solaio di 10 cm e un’altez-<br />

Fig. 15 - Dettagli costruttivi della trave reticolare<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 41


Fig. 16 - Vista in dettaglio del nodo di collegamento<br />

tra trave reticolare e travi secondarie durante<br />

la costruzione<br />

Fig. 17 - Vista della messa in opera della trave<br />

reticolare, delle travi secondarie e dei controventi<br />

durante la costruzione<br />

Fig. 18 - Vista in dettaglio del nodo di collegamento<br />

tra trave reticolare, travi secondarie e travi<br />

calandrate laterali durante la costruzione<br />

za della lamiera di 55 mm (spessore 8/10<br />

mm). La soletta collaborante è di 4,5 cm<br />

armata con rete elettrosaldata Ø 6 maglia<br />

15x15 cm.<br />

I controventi verticali sono realizzati con<br />

profili differenti a seconda del loro specifico<br />

inserimento nella struttura: in particolare<br />

ci sono controventi realizzati con profili<br />

tubolari Ø 219,1 e Ø 508 mm, controventi<br />

composti da profili ad U accoppiati (U 300),<br />

controventi realizzati con HEA 500.<br />

Le modeste caratteristiche geomeccaniche<br />

del terreno hanno determinato la scelta di<br />

una fondazione su pali. Sono stati utilizzati<br />

pali in cemento armato, eseguiti con metodologia<br />

C.F.A., ossia pali trivellati con elica<br />

continua gettati in opera con calcestruzzo<br />

pressato, di diametro 800 mm. La scelta<br />

della tipologia è stata effettuata per evitare<br />

l’impiego di fanghi bentonitici nonché<br />

per le buone prestazioni di portata laterale<br />

che questo palo generalmente riesce a garantire.<br />

Le prove di carico eseguite su due<br />

pali hanno effettivamente confermato tali<br />

potenzialità.<br />

Le strutture di fondazione sono costituite<br />

da plinti e travi in cemento armato collegate<br />

tra loro in modo da formare un unico<br />

organismo strutturale che non consente<br />

spostamenti relativi.<br />

L’acciaio utilizzato per la carpenteria metallica<br />

è del tipo S355, mentre l’acciaio utilizzato<br />

come armatura del calcestruzzo è tipo<br />

Fe B 44 K. I bulloni sono classe 8.8.<br />

PROTEZIONE AL FUOCO<br />

L’intera struttura è stata progettata per garantire<br />

una resistenza al fuoco REI 60. Il rivestimento<br />

di protezione dei profili metallici,<br />

è costituito da una vernice intumescente<br />

a base di polifosfato in solvente ed agenti<br />

gasogeni applicato a spruzzo airless in più<br />

strati. I profili metallici hanno seguito diversi<br />

trattamenti superficiali: la sabbiatura<br />

(grado SA 2.½), la posa di un fondo zincante<br />

epossidico applicato a spruzzo Airless di<br />

colore grigio opaco spessore 50÷60 μm,<br />

una verniciatura con vernice intumescente<br />

di protezione al fuoco R 60 e una verniciatura<br />

finale applicata a spruzzo Airless di<br />

colore RAL 7040.<br />

Lo spessore di rivestimento è stato stabilito<br />

per via analitica, ottemperando ai disposti<br />

della norma UNL VF 9503 “Procedimento<br />

analitico per valutare la resistenza al fuoco<br />

degli elementi costruttivi in acciaio”, in<br />

funzione dei rapporti di passività dei singoli<br />

elementi strutturali e dei rispettivi livelli di<br />

sollecitazione.<br />

La protezione al fuoco delle armature di<br />

tutte le strutture in cemento armato è garantita<br />

da strati copriferro maggiori o uguali<br />

a 3 cm.<br />

Per quanto riguarda i solai realizzati con<br />

lamiera grecata collaborante e conglomerato<br />

cementizio, la resistenza al fuoco R60<br />

richiesta è stata ottenuta posizionando<br />

idonea armatura integrativa metallica, costituita<br />

da una rete elettrosaldata e da barre<br />

in acciaio FeB44K collocate nelle gole della<br />

lamiera, opportunamente dimensionate<br />

secondo le norme UNI 9502. Nella verifica<br />

in condizioni d’incendio è stato completamente<br />

trascurato il contributo della lamiera<br />

e affidata la resistenza flessionale alla sola<br />

barra d’armatura integrativa. La verifica è<br />

stata effettuata con il metodo del fattore di<br />

riduzione medio, in funzione della temperatura<br />

a cui risulta esposta la barra.<br />

IL RIVESTIMENTO METALLICO<br />

ESTERNO<br />

La configurazione tubolare dell’edificio è<br />

stata ottenuta sfruttando al meglio le potenzialità<br />

del rivestimento a tenuta idrica in<br />

lastre metalliche nervate, contraddistinta<br />

dalla possibilità di profilare direttamente in<br />

cantiere lastre di lunghezza elevata, senza<br />

giunzioni trasversali, e di forma curvilinea.<br />

Sono state impiegate lastre in zinco titanio<br />

di spessore 10/10 mm profilate con sezione<br />

a U di larghezza 500 mm (fig. 19).<br />

Un aspetto importante da segnalare è relativo<br />

al fatto che la progettazione della<br />

tecnologia costruttiva della superficie tubolare,<br />

per quanto complessa e di difficile<br />

realizzazione, è fondata su un’idea elementare<br />

che nasce dalla definizione geometrica<br />

di tubo: un tubo è infatti una “superficie ot-<br />

42<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Fig. 19 - Vista in dettaglio del sistema di<br />

rivestimento<br />

Fig. 20 - Vista in dettaglio del sistema di rivestimento<br />

tenuta dalla traslazione di una curva piana,<br />

detta generatrice, lungo una curva, detta<br />

direttrice”. Di conseguenza, la costruzione<br />

del “tubo” è avvenuta progressivamente,<br />

assemblando le lastre di zinco titanio (generatrici)<br />

una dopo l’altra, seguendo il percorso<br />

individuato dalle travate (direttrici).<br />

Ciascuna lastra generatrice del tubo è<br />

composta da tre elementi, due dei quali<br />

rappresentano i fianchi, mentre il terzo costituisce<br />

la copertura. Nei due punti di congiunzione,<br />

dove sarebbe stato necessario<br />

introdurre giunti di dilatazione, sono state<br />

inserite due vere e proprie interruzioni, rappresentate<br />

dai canali di gronda.<br />

La flessibilità del sistema ha consentito<br />

l’esecuzione anche delle parti più complesse<br />

del rivestimento, costituite dagli angoli<br />

e dallo sbalzo (fig. 20). Gli angoli sono stati<br />

realizzati utilizzando le stesse lastre sagomate<br />

a U, ma opportunamente ridotte a<br />

spicchio tagliando semplicemente la parte<br />

piana della lastra e sfruttando la grande<br />

malleabilità dello zinco titanio.<br />

La parte inferiore dello sbalzo, complicata<br />

per il fatto di essere inclinata di 7° oltre<br />

che curva, è stata costruita utilizzando lastre<br />

speciali con un’ala più lunga, disposte<br />

a scaletta. La parte curva dei fianchi ha richiesto<br />

l’impiego di pezzi speciali realizzati<br />

in officina a forma di “sciabola”.<br />

Il pacchetto di tamponamento completo<br />

è formato da: lamiera grecata in acciaio<br />

zincato (150 mm di altezza della greca,<br />

spessore di 8/10 mm), barriera a vapore,<br />

doppio pannello in lana minerale di 60+60<br />

mm, lastra di compensato marino da 12<br />

mm, membrana antirombo, lastra in zinco<br />

titanio. I vari strati sono distanziati mediante<br />

una sottostruttura formata da profili a<br />

omega.<br />

La lastra di zinco titanio è posata con spe-<br />

DATI DI PROGETTO<br />

Committente:<br />

Centro Fieristico della Spezia<br />

Progetto generale:<br />

Arch. Mario Manfroni, arch. Patrizia Burlando,<br />

arch. Danilo Sergiampietri,<br />

arch. Daniela Cappelletti,<br />

Studio Manfroni & Associati srl<br />

Progetto strutturale:<br />

Ing. Sabatino Tonacci, EXA engineering srl<br />

Fotografie:<br />

Roberto Buratta<br />

Impresa appaltatrice (appalto “chiavi in<br />

mano”):<br />

Cometal S.p.A. di Mezzani (PR)<br />

ciali elementi “gripys” che consentono un<br />

fissaggio con semplice graffatura, senza<br />

forature per viti o rivetti, garantendo pertanto<br />

una sicura tenuta idraulica del manto<br />

metallico.<br />

Dr. arch. Patrizia Burlando,<br />

Studio Manfroni & Associati srl<br />

Dr. arch. Ph.D. Monica Lavagna,<br />

Politecnico di Milano, Dipartimento BEST,<br />

UdR SPACE<br />

Impresa costruttrice:<br />

Cometal spa di Parma<br />

Realizzazione:<br />

2006-2007<br />

Investimento complessivo:<br />

€ 5.500.000<br />

Superficie del lotto:<br />

5.500 m 2<br />

Volume:<br />

48.145 m 3<br />

Altezza massima:<br />

16,60 m (tre livelli)<br />

Peso totale dell’acciaio:<br />

650.000 kg<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 43


INGEGNERIA<br />

Un innovativo<br />

sistema reticolare<br />

spaziale a tunnel<br />

Aspetti applicativi e sperimentali<br />

An innovative<br />

spatial grid tunnel<br />

system<br />

Design and experimental aspects<br />

Vincenzo Dipaola, Francesca Prete<br />

In una precedente Nota [1] si è formulata la proposta di un<br />

originale Sistema costruttivo di edifici monopiano a tunnel,<br />

per il quale è stato elaborato preliminarmente uno studio<br />

geometrico e morfologico in chiave parametrica. In questa<br />

sede la ricerca viene proseguita attraverso lo sviluppo dei<br />

seguenti aspetti:<br />

- analisi statica volta alla definizione di una serie coordinata<br />

di soluzioni progettuali significative, con valutazioni comparative<br />

sul piano tecnico-economico;<br />

- impostazione di un’indagine sperimentale di Laboratorio<br />

su idonei prototipi strutturali, al fine di confrontare il regime<br />

statico teorico con il reale comportamento sotto carico.<br />

1. PREMESSE E IMPOSTAZIONE GENERALE<br />

In tema di ricerca applicata è attualmente in corso presso il Politecnico<br />

di Bari un pluriennale programma operativo finalizzato allo<br />

studio statico, tecnologico e sperimentale di modelli innovativi di<br />

sistemi strutturali prefabbricati per l’edilizia industrializzata in carpenteria<br />

metallica.<br />

In questo contesto in una recente Nota [1] è stata presentata la proposta<br />

di un originale Sistema costruttivo modulare concepito per la<br />

realizzazione di edifici monopiano polifunzionali a pianta rettangolare.<br />

Basato sull’impiego prevalente di componenti leggeri in acciaio<br />

(prodotti cold-formed) o in alluminio, il modello strutturale consiste<br />

in un tunnel reticolare spaziale a doppio strato, avente come direttrice<br />

geometrica un arco semicircolare “cuspidato”, che viene generato<br />

mediante assemblaggio in opera di conci prefabbricati modulari,<br />

tutti identici, a traliccio con modulo semiottaedrico (fig. 1). La struttura<br />

complessiva, come illustrato nel rendering di fig. 2, si sviluppa a<br />

catena attraverso la sistematica ripetizione del predetto arco base<br />

trasversale lungo l’asse longitudinale, con passo costante e con elementi<br />

di collegamento lineari, anch’essi modulari, che si connettono<br />

agli archi reticolari, sia a livello superiore che inferiore, con semplici<br />

giunzioni di montaggio bullonate in opera. La costruzione si completa<br />

infine sui due fronti con gli opportuni timpani di estremità, a<br />

doppia orditura di montanti e correnti, e con l’involucro di rivestimento<br />

che può essere realizzato, in base ad esigenze funzionali specifiche,<br />

di tipo rigido o flessibile.<br />

Nella Nota citata è stato già effettuato in argomento un organico<br />

studio geometrico e morfologico che ha consentito la messa<br />

In paper [1], we presented an original system for the construction<br />

of single-storey tunnel buildings. We began with a study<br />

of the geometric and morphological parameters, and now go<br />

on to develop the following aspects:<br />

- static analysis for the definition of a coordinated series of<br />

significant design solutions, with comparative technical and<br />

economic valuations,<br />

- experimental investigation into suitable structural prototypes,<br />

with a view to compare the theoretical static condition<br />

with real behaviour under load.<br />

Fig. 1 - Schema costitutivo del Sistema<br />

44<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Fig. 2 - Rendering strutturale<br />

Fig. 3 - Modellazione parametrica del Sistema<br />

a punto di una duplice modellazione parametrica<br />

del Sistema proposto:<br />

- modellazione “nominale” (fig. 3), con la<br />

determinazione di tutti i dati dimensionali<br />

teorici atti a definire lo schema geometrico<br />

unifilare dell’organismo costruttivo in funzione<br />

di un unico parametro di riferimento,<br />

il raggio R dell’arco direttore, avendo assunto<br />

come grandezze angolari fisse β=30°<br />

e a=45°, da cui scaturiscono i parametri<br />

primari:<br />

C=2 R sin (β/2)=0.51764 R; a=C/3=0.17255 R,<br />

ed avendo indicato con N il numero complessivo<br />

di archi componenti il tunnel (cfr.<br />

tab. I di Nota [1]);<br />

- modellazione “effettiva”, basata in primo<br />

luogo sulla individuazione della tipologia<br />

di sezioni assegnate alle varie componenti<br />

strutturali (fig. 4), scelta ispirata a criteri di<br />

coordinazione modulare e di unificazione<br />

dimensionale. Ciò posto, si è quindi potuto<br />

dedurre la morfologia parametrizzata di tutti<br />

gli elementi costruttivi reali d’insieme e di<br />

dettaglio, rappresentati graficamente e formulati<br />

analiticamente in funzione di alcune<br />

grandezze geometriche di riferimento che<br />

costituiscono gli effettivi gradi di libertà progettuali<br />

(cfr. tab. III di Nota [1]).<br />

Sul piano operativo, la modellazione “no-<br />

minale” è agevolmente utilizzabile nell’analisi<br />

statica “globale” della struttura, per il calcolo<br />

delle sollecitazioni e deformazioni di<br />

progetto, mentre la modellazione “effettiva”<br />

consente l’effettuazione dell’analisi statica<br />

“locale”, con le verifiche di sicurezza di sezioni<br />

e membrature, nonché l’elaborazione<br />

dei disegni esecutivi.<br />

Per le peculiari caratteristiche del Sistema<br />

in oggetto, entrambe le suddette fasi<br />

di progettazione strutturale si prestano in<br />

modo particolarmente efficace ad una gestione<br />

totalmente computerizzata tramite<br />

software applicativi specifici.<br />

Pertanto, sulla scorta del Lavoro precedente,<br />

in questa memoria si intende proseguire<br />

e concretizzare lo studio del Sistema<br />

costruttivo affrontando i seguenti aspetti<br />

finalizzati all’ottimizzazione delle relative<br />

applicazioni progettuali:<br />

• analisi statica per la definizione di un<br />

significativo repertorio di soluzioni strutturali<br />

coordinate e modulari, dimensionate<br />

essenzialmente in chiave di standardizzazione<br />

industriale, con utili valutazioni<br />

comparative sul piano tecnico ed economico;<br />

• impostazione di un’approfondita indagine<br />

sperimentale condotta in Labora-<br />

Fig. 4 - Tipologia delle sezioni strutturali<br />

torio su idonei prototipi strutturali del Sistema<br />

in esame allo scopo di confrontare<br />

il regime tenso-deformativo teorico con il<br />

reale comportamento sotto carico, sino al<br />

collasso.<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 45


2. SOLUZIONI STRUTTURALI<br />

STANDARD<br />

Si è inteso saggiare la capacità prestazionale<br />

del Sistema proposto sviluppando<br />

l’analisi statica per una serie coordinata di<br />

soluzioni strutturali modulari in grado di<br />

rappresentare un campo applicativo ad<br />

ampio spettro. Si prendono in esame tre<br />

modelli standard di tunnel, denominati (R6),<br />

(R12), (R18) in quanto riferiti ai correlati valori<br />

del parametro direttore R:<br />

R = (6000 – 12000 – 18000) mm<br />

Essi vogliono caratterizzare rispettivamente<br />

esempi di costruzioni di piccole, medie,<br />

grandi dimensioni trasversali (luce l = 2R).<br />

Per ciascuna di queste dimensioni trasversali,<br />

lo studio progettuale viene inoltre<br />

esteso facendo variare la dimensione longitudinale<br />

L del tunnel secondo i tre valori<br />

del rapporto planimetrico con la luce l:<br />

L 1<br />

/l ≅1; L 2<br />

/l≅2; L 3<br />

/l≅3<br />

che corrispondono rispettivamente ad un<br />

numero di archi componenti pari a:<br />

N 1<br />

= 6, N 2<br />

= 12, N 3<br />

= 18.<br />

Tab. I - Casi applicativi<br />

Tab. II - Combinazioni di carico<br />

Il quadro complessivo dei dati geometrici<br />

“nominali” di progetto, relativi alla casistica<br />

considerata, è esposto nella tab. I.<br />

Il calcolo strutturale è stato eseguito nel<br />

rispetto della vigente Normativa Tecnica<br />

nazionale [2] e, per quanto in questa non<br />

previsto, conformemente alle specifiche<br />

indicazioni delle Norme europee pertinenti<br />

[3], [4]. Si sono assunte le seguenti condizioni<br />

e ipotesi di lavoro.<br />

• Materiali e prodotti<br />

- Prodotti piani (laminati a caldo) e lunghi<br />

(formati a freddo): acciaio S235 (UNI EN<br />

10025-2).<br />

- Profili cavi saldati (formati a freddo): acciaio<br />

S235 H (UNI EN 10219-1).<br />

- Bulloni non precaricati: viti di classe 5.6<br />

(UNI EN ISO 898-1) e dadi di classe 5 (UNI<br />

EN ISO 20898-2).<br />

• Trattamento protettivo<br />

Tenuto conto che il Sistema in oggetto è<br />

costituito esclusivamente da membrature<br />

le quali, sia come elementi sciolti (aste di<br />

raccordo trasversali e longitudinali) sia in<br />

forma composta (conci tralicciati), sono di<br />

dimensioni contenute e destinate ad un<br />

assemblaggio in opera con giunzioni di<br />

montaggio bullonate, si ritiene preferenziale,<br />

anche in termini economici, adottare<br />

come protezione anticorrosiva la zincatura<br />

a caldo; solo in presenza di costruzioni con<br />

particolari esigenze funzionali ed architettoniche<br />

il trattamento potrebbe essere<br />

completato da un ciclo di verniciatura<br />

previa applicazione di primer idoneo sulle<br />

superfici zincate.<br />

• Azioni caratteristiche e Combinazioni<br />

di carico<br />

- Carico permanente (G):<br />

G=G 1<br />

+G 2<br />

=[0.30(R6); 0.40(R12); 0.50(R18)]kN/m 2<br />

- Carico neve (Q): Zona II;<br />

a s<br />

≤200m; C E<br />

=C t<br />

=1; q sk<br />

=1.00 kN/m 2<br />

- Carico vento (P): Zona 3;<br />

a s<br />

≤a 0<br />

≤500m; c d<br />

=1; v ref<br />

=27m/s; q b<br />

= 0.46 kN/m 2<br />

L’azione sismica non viene considerata in<br />

quanto, con riferimento al sito ipotizzato, si<br />

assume che produca effetti statici inferiori a<br />

quelli del vento.<br />

Sono analizzate complessivamente le 11<br />

combinazioni di carico elencate in tab. II.<br />

• Risultati del calcolo<br />

L’esito finale dell’analisi progettuale, elaborata<br />

con l’ausilio del software orientato<br />

IPERSTRU Rel. 6, è compendiato nei dati<br />

strutturali esposti nella tab. III. Essi sono<br />

correlati ai disegni costruttivi, d’insieme<br />

e di dettaglio, riportati nelle figg. 5, 6, 7, 8<br />

della Nota [1] già richiamata.<br />

A tali grafici è opportuno aggiungere in<br />

questa sede, per completezza, le soluzioni<br />

costruttive illustrate nelle figg. 5 e 6 per le<br />

condizioni “al contorno” del Sistema: il basamento<br />

perimetrale di fondazione su cui<br />

si imposta il tunnel e l’orditura doppia di<br />

montanti e correnti costituente i timpani di<br />

estremità.<br />

I risultati conseguiti attestano con chiarezza<br />

il soddisfacente livello tecnico-economico<br />

generale e l’elevata efficienza prestazionale,<br />

sul piano statico, di tutte le soluzioni progettuali<br />

esaminate che tra l’altro presentano,<br />

in ogni caso, un dimensionamento caratterizzato<br />

dall’ottimo rapporto l/h’ =16.5<br />

tra luce e altezza della struttura.<br />

In particolare si ritiene interessante rimarcare<br />

in termini comparativi, attraverso i dia-<br />

46<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Tab. III - Soluzioni strutturali standard<br />

Fig. 5 - Dettagli costruttivi delle basi di fondazione<br />

Fig. 6 - Dettagli costruttivi dell’orditura dei timpani<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 47


Fig. 7 - Spostamenti globali<br />

Fig. 8 - Peso unitario della carpenteria metallica<br />

grammi riportati nelle figg. 7 e 8, l’influenza<br />

esercitata per ciascun modello strutturale<br />

dal rapporto planimetrico L/l sulla deformabilità<br />

globale del Sistema (δ x<br />

, δ y<br />

, δ z<br />

) e sul<br />

peso strutturale unitario (p) della carpenteria<br />

metallica. Quest’ultimo dato, inoltre, mostra<br />

con tutta evidenza come il Sistema stesso<br />

appaia quanto meno competitivo rispetto al<br />

ben noto livello medio di incidenza ponderale<br />

che attualmente presenta il mercato nel<br />

settore, senza contare il valore aggiunto che<br />

ne può derivare, nell’ottica del più generale<br />

rapporto costi/benefici, dalla peculiarità di<br />

dar luogo ad un processo di integrale prefabbricazione<br />

in carpenteria leggera.<br />

3. INDAGINE SPERIMENTALE<br />

La programmata indagine sperimentale su<br />

idonei prototipi strutturali del Sistema, finalizzata<br />

a validare i risultati del calcolo teorico,<br />

è stata eseguita presso il Laboratorio<br />

Prove Materiali “M. Salvati” annesso alla Sezione<br />

di Ingegneria Strutturale del nostro<br />

Dipartimento.<br />

Fig. 9 - Allestimento di un prototipo strutturale in prova<br />

48<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Fig. 10 - Condizione di carico di prova<br />

Fig. 11 - Disposizione della strumentazione di<br />

rilevamento<br />

Gli esemplari di arco reticolare cuspidato,<br />

di cui si mostrano in fig. 9 alcune immagini<br />

riprese nella fase di allestimento della sperimentazione,<br />

sono stati sottoposti a diverse<br />

distribuzioni dei carichi nodali (simmetrici<br />

e asimmetrici) allo scopo di simulare le più<br />

ricorrenti condizioni reali di carico: permanente<br />

strutturale e non, neve totale e parziale,<br />

azione trasversale del vento.<br />

Con riferimento alla simbologia riportata<br />

in fig. 3, le principali dimensioni geometriche<br />

effettive dell’arco prototipo sono le<br />

seguenti:<br />

C = 3000 mm; a = 45°; β = 30°; γ = (54.736)°;<br />

δ = (20.264)°;<br />

R = H = 5796 mm; l = 11592 mm; a’ = 992<br />

mm; h’ = 702 mm,<br />

mentre le sezioni strutturali dei conci, tutti<br />

uguali e realizzati in acciaio S 235, risultano<br />

riferite ai seguenti profili a freddo:<br />

- aste di corrente e di raccordo: ][40x40x3<br />

- aste diagonali: Φ21.3/2<br />

- traversi: ][40x20x2<br />

- crocere: [15x15x2<br />

Tralasciando la descrizione delle attrezzature<br />

progettate per l’applicazione delle azioni,<br />

per brevità si riportano di seguito i risultati<br />

relativi alla prova con condizione di carico<br />

simmetrica rappresentata in fig. 10.<br />

Per quanto riguarda la strumentazione di<br />

acquisizione dei dati sperimentali, sono<br />

stati utilizzati estensimetri elettrici (strain<br />

gages LY41-10/120) con i quali sono state<br />

strumentate alcune delle aste più sollecitate<br />

(fig. 11) disponendone due per ciascuna<br />

asta, uno all’intradosso e uno all’estradosso.<br />

Per la lettura degli spostamenti verticali<br />

sono stati utilizzati due comparatori centesimali<br />

meccanici e quattro trasduttori<br />

potenziometrici PENNY&GILES collegati ai<br />

nodi di intradosso indicati in fig. 11.<br />

Tutti gli strumenti di misura (estensimetri<br />

elettrici, trasduttori ad induzione e cella<br />

di carico) sono stati collegati ad una centralina<br />

di acquisizione dati HBM Modello<br />

MGCplus, la quale a sua volta è stata collegata<br />

ad un computer dotato di software in<br />

grado di visualizzare e memorizzare in tempo<br />

reale i valori delle deformazioni e degli<br />

spostamenti in funzione del livello di carico<br />

raggiunto (fig. 12).<br />

Nelle figg. 13-14-15 sono riportati gli andamenti<br />

degli sforzi nelle aste e degli abbassamenti<br />

dei nodi strumentati rilevati sperimentalmente,<br />

la relativa linea di tendenza<br />

e le analoghe leggi (P,N) e (P,δ z<br />

) determinate<br />

per via teorica con il già citato software<br />

strutturale.<br />

Dall’analisi dei risultati si possono trarre le<br />

seguenti considerazioni. In linea generale<br />

Fig. 12 - Centralina elettronica di acquisizione<br />

dati<br />

si rileva che tutti i riscontri sperimentali denotano<br />

un comportamento perfettamente<br />

elastico lineare della struttura, mentre, più in<br />

dettaglio, si constata che il raffronto tra valori<br />

teorici e sperimentali evidenzia:<br />

- per l’asta corrente superiore n. 55 e l’asta<br />

diagonale n. 123, entrambe compresse,<br />

scarti negativi rispettivamente del 4.5% e<br />

8.5%;<br />

- per l’asta di raccordo n. 22 e per l’asta corrente<br />

inferiore n. 35, anch’esse compresse,<br />

scarti positivi rispettivamente del 13.6% e<br />

8.1%;<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 49


Fig. 13 - Leggi P-N sperimentali e teoriche di aste<br />

- per gli spostamenti verticali dei nodi nn.<br />

29 e 27 scostamenti negativi del 10.0% e<br />

1.7% rispettivamente.<br />

In conclusione si può dedurre una corrispondenza<br />

abbastanza soddisfacente tra risultati<br />

sperimentali e teorici sia a livello statico che<br />

deformativo. A giustificazione della presenza<br />

di scarti in qualche caso dell’ordine del<br />

10%, si deve sottolineare la difficoltà nella<br />

modellazione teorica del prototipo strutturale<br />

sottoposto a prova, sede oltre che di<br />

piccoli ma inevitabili e difficilmente quantificabili<br />

errori nell’allestimento in laboratorio<br />

dello stesso prototipo e nelle modalità di<br />

applicazione dei carichi, anche di assestamenti<br />

anelastici che plausibilmente si sono<br />

verificati durante il processo di carico della<br />

struttura (gioco foro-bullone nei collegamenti<br />

tra i conci prefabbricati, spostamenti<br />

orizzontali dei nodi vincolati a basamenti in<br />

calcestruzzo che simulano artificiosamente<br />

la sottostruttura di fondazione).<br />

Prof. dr. ing. Vincenzo Dipaola,<br />

dr. arch. Francesca Prete<br />

Dipartimento di Ingegneria Civile<br />

e Ambientale, Politecnico di Bari<br />

Fig. 14 - Leggi P-N sperimentali e teoriche di aste<br />

Si ringraziano il prof. ing. Giovanni Donatone<br />

ed i tecnici del Laboratorio Prove “M. Salvati”,<br />

geom. Francesco Paparella e Giuseppe<br />

Mineccia, per il loro fattivo contributo alla<br />

sperimentazione.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

[1] V. Dipaola, F. Prete: Sistema modulare per la prefabbricazione<br />

industrializzata di edifici monopiano<br />

a struttura spaziale in acciaio, Costruzioni Metalliche,<br />

n°. 3, 2009.<br />

[2] D.M. 14/01/2008 : “Nuove Norme Tecniche<br />

per le Costruzioni”, S.O. n. 30 alla G.U. n. 29 del<br />

04/02/2008.<br />

[3] EN 1993-1-1, Eurocodice 3: Progettazione delle<br />

strutture in acciaio – Parte 1-1: Regole generali e<br />

regole per gli edifici, 2005.<br />

Fig. 15 - Leggi P-δ z<br />

sperimentali e teoriche di nodi<br />

[4] EN 1993-1-3, Eurocodice 3: Progettazione delle<br />

strutture in acciaio – Parte 1-3: Regole generali<br />

– Regole supplementari per l’impiego dei profilati<br />

e delle lamiere sottili piegati a freddo, 2007.<br />

50<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


1. INTRODUZIONE<br />

Esiste da sempre un rapporto di odio e di amore fra l’ingegnere<br />

strutturale e l’architetto, due figure profondamente diverse per<br />

impostazione e concezione che spesso convivono, non senza<br />

problemi, nella progettazione delle costruzioni e soprattutto degli<br />

edifici. Ricorrendo a un definizione forse provocatoria, si potrebbe<br />

sostenere che l’architetto è colui che generalmente definisce la<br />

forma delle costruzioni su basi simboliche, geometriche, storiche,<br />

stilistiche o più semplicemente dettate dal proprio gusto e dalla<br />

propria ispirazione, demandando poi all’ingegnere il compito, tutt’altro<br />

che semplice, di rendere strutturalmente resistente e sicuro<br />

un disegno, una scultura o un pensiero.<br />

L’ingegnere ha spesso subito questa visione perseguendo, raramente<br />

con successo, il tentativo di conferire semplicità e regolarità<br />

alla concezione architettonica, per affrontare il calcolo su basi<br />

razionali e controllate. Questo obiettivo è palese soprattutto nei<br />

confronti delle azioni sismiche, dove semplicità e regolarità sono<br />

da sempre sinonimi di sana progettazione, e dinnanzi alle azioni<br />

del vento, dove semplicità e regolarità sono stati per anni elementi<br />

indispensabili per definire coefficienti di forma adeguati al problema<br />

studiato.<br />

L’avvento della galleria del vento ha modificato questa realtà offrendo<br />

all’ingegnere uno strumento per valutare le azioni aerodinamiche<br />

su forme comunque complesse. Se si escludono gli ultimi<br />

anni, non ha spostato però la realtà del problema: quasi sempre è<br />

l’architetto che decide la forma; tocca poi all’ingegnere calcolare<br />

la struttura, alterando il meno possibile l’opera concepita dall’architetto.<br />

Questa situazione è in aperto contrasto con la tradizione e la realtà<br />

di vari altri settori della tecnica e dell’ingegneria, dove la scelta<br />

della forma costituisce da tempo il punto di incontro e simbiosi<br />

fra processi di ottimizzazione finalizzati a prestazioni, ed esigenze<br />

stilistiche che raramente hanno il sopravvento sugli obiettivi della<br />

sicurezza, della funzionalità e dell’economicità del prodotto.<br />

Dopo questa breve introduzione (paragrafo 1), la presente memoria<br />

ripercorre in modo sintetico e necessariamente incompleto<br />

l’evoluzione del rapporto fra forma e aerodinamica nel corso dei<br />

secoli, evidenziando le innovazioni principali e le ricadute in diversi<br />

settori (paragrafo 2). Successivamente esamina alcuni aspetti peculiari<br />

dell’evoluzione dei grattacieli nella seconda metà del ‘900,<br />

ponendo in risalto il ruolo dell’architetto come protagonista assoluto<br />

nella scelta della forma (paragrafo 3).<br />

Infine passa in rassegna gli studi che nascono nell’ultimo decennio<br />

del secolo scorso, per interpretare e indirizzare la forma dei grattacieli<br />

verso criteri aerodinamici ispirati a obiettivi prestazionali (paragrafo<br />

4).<br />

Le conclusioni (paragrafo 5) anticipano il cambio di tendenza e le<br />

grandi evoluzioni che si attuano con l’avvento del terzo millennio,<br />

oggetto di una successiva memoria [1].<br />

Forma e aerodinamica<br />

nell’evoluzione strutturale<br />

e architettonica<br />

dei grattacieli.<br />

Parte I: L’esperienza del passato<br />

Giovanni Solari<br />

La presente memoria trae origine da una relazione svolta a<br />

Catania nel 2007 in occasione del XXI Congresso del Collegio<br />

dei Tecnici dell’Acciaio (C.T.A.), e di successivi approfondimenti<br />

oggetto di altre relazioni. Essa ripercorre l’evoluzione del<br />

rapporto fra forma e aerodinamica, evidenziando le differenze<br />

fra gli edifici e vari altri prodotti della tecnica e dell’ingegneria.<br />

Mentre gli aeroplani, le imbarcazioni, le automobili,<br />

i treni e i mulini a vento nascono attraverso un processo di<br />

ottimizzazione della forma, l’edificio resta a lungo ancorato<br />

a una realtà differente: dapprima un architetto concepisce la<br />

forma su basi stilistiche; successivamente un ingegnere rende<br />

strutturalmente sicura una forma predefinita e intoccabile.<br />

Questa tendenza mostra chiari sintomi di mutamento alla fine<br />

del ‘900, quando nascono varie ricerche finalizzate a ottimizzare<br />

la forma dei grattacieli su basi aerodinamiche. E’ il preludio<br />

a una nuova visione, trattata in una successiva memoria,<br />

dove l’architetto e l’ingegnere trovano un punto di incontro<br />

e simbiosi nel ruolo della forma intesa come interfaccia fra le<br />

esigenze stilistiche e un processo di ottimizzazione delle prestazioni.<br />

2. FORMA E AERODINAMICA NEL CORSO DEI SECOLI<br />

I concetti che legano indissolubilmente la forma all’aerodinamica<br />

hanno origini remote [2, 3, 4].<br />

Già intorno al 2500 a.C. gli egiziani solcavano i mari con imbarcazioni<br />

dotate di vele quadre, sfruttando il principio della resistenza<br />

per attuare il movimento nella direzione del vento. Sarà necessario<br />

attendere oltre tre millenni prima che nell’Isola di Thasos compaia<br />

un graffito, del VII secolo d.C., nel quale compare l’effige di una vela<br />

latina che sfrutta il principio della portanza per fare avanzare una<br />

barca al traverso [5].<br />

PRIMO PIANO<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 51


Fig. 2 - Arpa eolica di Athanasius Kircher, 1650<br />

Fig. 1 - Mulino a vento persiano, VII secolo d.C. Fig. 3 - Braccio rotante di John Smeaton, 1759<br />

Fig. 4 - Douglas DC-3, 1935 Fig. 5 - Kamm K-3, 1938<br />

Quasi contemporaneamente si diffondono proiettili nell’aria.<br />

in Persia (VII secolo d.C.) curiosi mulini a La concezione dei mulini a vento persiani<br />

vento ad asse verticale (Figura 1), racchiusi ricompare nel 1650 in Misurgia Universalis,<br />

in strutture murarie con un’apertura a forma<br />

di imbuto orientata nella direzione dei realizzazione dell’arpa eolica, lo strumento<br />

l’opera di Athanasius Kircher che illustra una<br />

venti dominanti; il vento si insinua attraverso<br />

questa apertura ed aziona le pale del regnanti. L’arpa è costituita da un imbuto<br />

mitologico il cui suono cullava il sonno dei<br />

mulino sfruttando l’accelerazione dovuta che favorisce l’incanalamento dell’aria entro<br />

all’incanalamento del flusso [6].<br />

una scatola dove sono poste le corde che<br />

Il primo a trattare i problemi aerodinamici risuonano per azione del vento (fig. 2).<br />

su basi tendenzialmente razionali è Leonardo<br />

da Vinci [4]: nel Codice Atlantico è lizza il braccio rotante, il primo strumento<br />

Fra il 1742 e il 1746 Benjamin Robins rea-<br />

riportata un’immagine suggestiva dalla per misurare le azioni aerodinamiche su un<br />

quale si nota come una coppia di piastre, corpo. Il corpo è montato all’estremità di<br />

poste longitudinalmente e trasversalmente un’asta che ruota intorno a un asse verticale;<br />

la forza con cui l’aria resiste alla penetra-<br />

al flusso incidente, diano luogo a scie vorticose<br />

diverse. Lo stesso Leonardo da Vinci zione del corpo è misurata con una puleggia<br />

e un contrappeso. Robins usa la propria<br />

studia a lungo la forma dei pesci e degli<br />

uccelli per ottimizzare la penetrazione dei invenzione per studiare, ancora una volta,<br />

la forma migliore dei proiettili. Pochi anni<br />

dopo John Smeaton, uno dei più grandi<br />

ingegneri della storia, perfeziona il congegno<br />

di Robins realizzando un apparecchio<br />

evoluto (fig. 3) con il quale dapprima misura<br />

la forza del vento sulle pale dei mulini,<br />

poi inverte il problema e determina la<br />

forma delle pale che massimizzano la produzione<br />

energetica; è la prima volta che un<br />

ingegnere studia razionalmente la forma<br />

per perseguire un preciso obiettivo. Probabilmente<br />

non è casuale che due anni dopo<br />

le misure di Smeaton compaia in Olanda il<br />

primo mulino a vento con pale di forma aerodinamica<br />

[2, 6].<br />

Avvalendosi ancora di un braccio rotante,<br />

nel 1878 Vincenc Strouhal stima l’intonazione<br />

dei suoni prodotti da barre e fili metallici<br />

che penetrano l’aria ortogonalmente<br />

al proprio asse. Dimostra in particolare che<br />

i toni eolici (le frequenze n) dipendono da<br />

due parametri: il diametro d dell’elemento<br />

e la velocità v dell’elemento nell’aria (n =<br />

Sv/d, essendo S una grandezza adimensionale<br />

successivamente chiamata numero di<br />

Strouhal). E’ il preludio degli studi condotti<br />

da Theodore Von Karman a Gottinga fra il<br />

1911 e il 1912, che definiscono le proprietà<br />

della scia vorticosa che si forma alle spalle<br />

di un corpo immerso in un flusso [7].<br />

Nel frattempo Christian Vogt, un ingegnere<br />

danese appassionato e studioso del<br />

volo degli albatros, intuisce che gli uccelli<br />

possano librarsi nell’aria non in virtù della<br />

pressione sulla faccia inferiore dell’ala, bensì<br />

della depressione sulla faccia superiore.<br />

Si reca quindi in Inghilterra per esporre le<br />

proprie intuizioni a uno degli studiosi più<br />

insigni dell’epoca, Horatio Frederick Phillips.<br />

Con grande pragmatismo Phillips risponde<br />

che l’unico modo per dimostrare<br />

la veridicità di una simile idea è sviluppare<br />

esperienze. Vogt accetta il consiglio e nel<br />

1893 entra in contatto con Otto Valdemar<br />

Irminger, ingegnere responsabile dell’officina<br />

del gas di Copenhagen e appassionato<br />

di aerodinamica. Dal loro incontro trae origine<br />

la più grande scuola di aerodinamica<br />

del ‘900 [8].<br />

52<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Nel 1901 due meccanici di biciclette, i Fratelli<br />

Wilbur e Orville Wright, costruiscono<br />

una minuscola galleria del vento dove misurano<br />

la resistenza e la portanza di oltre<br />

200 modelli di ali di varia forma e accoppiamento.<br />

Due anni dopo, ponendo in pratica<br />

i risultati delle loro misure, si sollevano<br />

in volo per la prima volta da Kitty Hawk,<br />

aprendo l’era dell’aviazione moderna [9].<br />

Il 1907 è un anno curioso perché due personaggi<br />

carismatici dell’ingegneria e della<br />

scienza, Gustav Eiffel e Ludwig Prandtl,<br />

realizzano indipendentemente, a Parigi e a<br />

Gottinga, le gallerie del vento che rappresentano<br />

tuttora il punto di riferimento della<br />

maggior parte degli impianti moderni:<br />

rispettivamente le gallerie a circuito aperto<br />

e a circuito chiuso. Danno anche vita a<br />

un’aspra polemica sulla correttezza delle<br />

rispettive misure della resistenza di una sfera<br />

fino a quando, insieme, riconoscono che<br />

questa grandezza varia in funzione di un<br />

parametro adimensionale successivamente<br />

chiamato numero di Reynolds [4].<br />

Da questo momento si attua un crescendo<br />

di studi aerodinamici che si riflettono su<br />

molti settori dell’ingegneria e della tecnica,<br />

in primo luogo sul campo dell’aviazione<br />

dove si passa dalla concezione di strani velivoli<br />

a forma di pipistrello, al celebre Douglas<br />

DC-3 (fig. 4) che nel 1935 realizza per la<br />

prima volta principi aerodinamici ottimi in<br />

senso moderno [9].<br />

La situazione è analoga nel campo dei veicoli,<br />

dove l’ispirazione aerodinamica conduce<br />

dapprima alla realizzazione di strani<br />

oggetti con le sembianze di siluri, poi ad<br />

automobili sempre più evolute; la loro forma<br />

nasce da studi in galleria del vento nel<br />

corso dei quali sono misurati sistematicamente<br />

i coefficienti aerodinamici di varie<br />

forme alternative, selezionando la forma<br />

più adatta a garantire le prestazioni migliori.<br />

Già nel 1938, ad esempio, Kamm K-3 (fig.<br />

5) attua una concezione moderna di veicolo<br />

con elevate prestazioni aerodinamiche<br />

[10].<br />

Nello stesso periodo Manfred Curry, un celebre<br />

velista e studioso di aerodinamica, ha<br />

Fig. 6 - Vele di Manfred Curry, 1923<br />

Fig. 7 - Commodore Vanderbilt di Henry Dreyfuss,<br />

1934<br />

l’intuizione di realizzare vele con la forma<br />

delle ali degli uccelli (fig. 6). Per questo entra<br />

in contatto con Hugo Junkers, professore<br />

di aerodinamica nell’Università di Dassau,<br />

con cui svolge una campagna di prove in<br />

galleria del vento su velature di varia forma<br />

e concezione; da questa scaturiscono i primi<br />

diagrammi sull’efficienza degli apparati<br />

velici [11]. In breve tempo analoghe prove<br />

e diagrammi diventano elementi essenziali<br />

delle competizioni velistiche, prime fra tutte<br />

la Coppa America.<br />

La concezione aerodinamica crea un impatto<br />

altrettanto importante in campo<br />

ferroviario, dove illustri designer e architetti<br />

come Henry Dreyfuss e Raymond Loewy<br />

progettano locomotori o rivestono quelli<br />

esistenti con carene (fig. 7) che facilitano<br />

la penetrazione del treno nell’aria, trasmettendo<br />

messaggi mediatici tali da connotare<br />

questa tendenza sino a un fatto epocale<br />

di costume [12].<br />

In realtà, in questo periodo, il ruolo dell’aerodinamica<br />

travalica i corpi la cui forma si<br />

avvale di questi principi per conseguire<br />

prestazioni migliori, e invade a livello di<br />

moda la quasi totalità degli oggetti. In questo<br />

spirito i designer di tutto il mondo conferiscono<br />

forma aerodinamica a macchine<br />

Fig. 8 - Prove in galleria del vento su modelli di<br />

costruzione eseguite da Irminger e Nokkentved<br />

fra il 1930 e il 1936<br />

fotografiche, macina caffè, radio e frigoriferi,<br />

sino ai logo delle compagnie più note e<br />

affermate.<br />

Restano escluse da questo processo le costruzioni<br />

civili e soprattutto gli edifici. Analogamente<br />

agli aeroplani, alle automobili,<br />

alle imbarcazioni e alle locomotive, essi si<br />

avvalgono sempre più spesso della galleria<br />

del vento. Lo fanno però con uno spirito<br />

diverso. Mentre i mezzi di trasporto usano<br />

questo strumento per cercare la forma ottimale<br />

attraverso un processo di scelte razionali,<br />

i modelli delle costruzioni entrano<br />

in galleria con l’unico scopo di determinare<br />

le azioni del vento su forme fissate a priori<br />

e indiscutibili (fig. 8).<br />

L’unica eccezione di rilievo a questa tendenza<br />

nei primi 40 anni del ‘900 è opera di<br />

un architetto, Buckminster Fuller, che nel<br />

1927 progetta un edificio, Multiple deck<br />

4-D house (fig. 9), tanto leggero da essere<br />

portato in sito già realizzato mediante un<br />

dirigibile. Per fare ciò, Fuller avverte la necessità<br />

di mitigare le azioni del vento racchiudendo<br />

l’edificio in una carena di vetro<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 53


Fig. 9 - Multiple deck 4-D house di Buckminster<br />

Fuller, 1927<br />

con forma alare; essa si orienta automaticamente<br />

nel flusso per minimizzare le azioni<br />

aerodinamiche quale che sia la direzione<br />

del vento [13].<br />

La situazione muta parzialmente nel 1941<br />

quando il Ponte di Tacoma, il gioiello dell’ingegneria<br />

strutturale americana, crolla<br />

per azione del vento. Le immagini impressionanti<br />

delle oscillazioni che conducono il<br />

ponte a collasso sono tanto note da non<br />

meritare ulteriori commenti. Forse non tutti<br />

sanno però che gli ingegneri chiamati a<br />

studiare le oscillazioni del ponte prima del<br />

collasso erano giunti alla conclusione che<br />

qualunque intervento meccanico sarebbe<br />

stato insufficiente a contrastare questo fenomeno.<br />

Passano quindi a studiare carene<br />

aerodinamiche atte a stabilizzare l’impalcato<br />

modificandone la forma. Tali carene<br />

sono addirittura ordinate a una fabbrica<br />

estera. Quando sono ultimate, il ponte è<br />

appena crollato.<br />

L’impiego di queste concezioni in ambito<br />

civile è peraltro solo rimandato sino alla ricostruzione<br />

del Ponte di Tacoma, avvenuta<br />

nel 1950. Questa volta la galleria del vento<br />

è usata, per la prima volta, per analizzare<br />

una serie di forme alternative dalle quali è<br />

prescelta la più efficiente a minimizzare le<br />

azioni del vento. Pochi anni dopo, presso<br />

il National Physical Laboratory, gli inglesi<br />

Fig. 10 - Ciminiera equipaggiata con shroud,<br />

1956<br />

Fig. 11 - Cilindro con eliche avvolte a spirale,<br />

1957<br />

usano analoghi principi per contrastare le<br />

vibrazioni trasversali causate dalla scia di<br />

Von Karman a elementi snelli con forma<br />

circolare. Per questo utilizzano cappucci<br />

perforati, gli shroud [14] (fig. 10), o eliche<br />

saldate [15] (fig. 11) che distruggono la regolarità<br />

del distacco alternato dei vortici.<br />

Da questo processo evolutivo che pervade<br />

gradualmente, seppure con ritardo, il<br />

settore dei ponti e delle costruzioni industriali,<br />

resta esclusa la costruzione civile per<br />

eccellenza: l’edificio. Sino alla metà del ‘900<br />

esso resta fedele alla sua concezione più<br />

antica: l’opera è concepita da un architetto<br />

che demanda a un ingegnere strutturale il<br />

compito di valutare le azioni aerodinamiche<br />

del vento, senza alcuna possibilità di<br />

alterare la forma prescelta.<br />

3. DAI GRATTACIELI RAZIONALISTI AI<br />

GRATTACIELI SIMBOLICI<br />

Peraltro va detto che, intorno alla metà degli<br />

anni ’50, l’esigenza di studiare la forma degli<br />

edifici su basi aerodinamiche è alquanto<br />

remota e poco sentita. Grazie soprattutto<br />

agli insegnamenti di Mies van der Rohe, i<br />

grattacieli razionalisti della quarta generazione<br />

[16], che si susseguono ai grattacieli<br />

a campanile della terza generazione, sono<br />

caratterizzati da forme astratte e indiscutibili,<br />

simbolo del progresso tecnologico<br />

e del metodo scientifico. Chicago e New<br />

York, in particolare, si riempiono di eleganti<br />

e mute scatole di vetro, ricche di inespressività<br />

simbolica e di astrattezza formale (fig.<br />

12). Sono parallelepipedi puri a base quadrata<br />

o rettangolare che soddisfano, fra altri<br />

aspetti, i concetti di regolarità e semplicità<br />

a lungo invocati dall’ingegnere.<br />

Accade però che questi edifici, tanto regolari,<br />

siano caratterizzati da spigoli vivi perfettamente<br />

diritti dalla base alla sommità.<br />

Questi spigoli, per azione del vento, danno<br />

luogo a una separazione di scia contraddistinta<br />

da un distacco alternato di vortici<br />

responsabile di azioni ortogonali alla direzione<br />

del flusso; tali azioni sono tanto più<br />

intense quanto più l’edificio è alto e snello.<br />

Pertanto, nei riguardi dei grattacieli, le<br />

azioni trasversali del vento assumono un<br />

ruolo preponderante rispetto alle azioni<br />

longitudinali per le quali l’ingegnere possiede<br />

ormai sufficienti conoscenze e dimestichezza.<br />

Non abituato a questi fenomeni<br />

e impreparato ai relativi problemi, l’ingegnere<br />

affida quindi la sicurezza dei propri<br />

edifici all’irrobustimento della struttura, sviluppando<br />

concezioni progettuali innovative<br />

dell’organismo resistente.<br />

In questo contesto assume un ruolo essenziale<br />

Fazlur Rahnar Khan, ritenuto da molti il<br />

più grande ingegnere strutturista della storia.<br />

Nato in Bangladesh nel 1929, intorno<br />

alla fine degli anni ’50 egli si trasferisce in<br />

America dove, come professore d’ingegneria<br />

strutturale nell’Università dell’Illinois, dà<br />

inizio a una carriera senza precedenti [17].<br />

Khan dapprima idealizza teoricamente con<br />

i propri allievi, poi mette in opera come<br />

progettista, una serie di edifici contraddistinti<br />

da sistemi strutturali semplicemente<br />

rivoluzionari. Nel 1964 dà vita al principio<br />

delle outrigger beam, robuste travature<br />

orizzontali che apposte al nucleo resistente<br />

del telaio, a quote discrete lungo il suo svi-<br />

54<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


luppo verticale, ne limitano le deformazioni<br />

laterali. Nel 1965 concepisce il principio del<br />

telaio tubolare, un sistema strutturale che<br />

disposto in facciata realizza un organismo<br />

di grande rigidezza nei riguardi delle azioni<br />

orizzontali e torsionali. Nel 1966 introduce<br />

la tecnica del tube in tube, vale a dire del<br />

doppio tubo concentrico: il tubo esterno si<br />

identifica con il telaio tubolare; il tubo interno<br />

contiene i vani scala e ascensore e più in<br />

generale i servizi; i due tubi sono collegati a<br />

livello di piano per realizzare un organismo<br />

complessivamente ultra-rigido.<br />

Nel 1969 Khan imprime una svolta epocale<br />

alla storia dell’ingegneria, realizzando a<br />

Chicago il John Hancock Center (fig. 13), un<br />

grattacielo alto 344 m, sormontato da due<br />

antenne che raggiungono 410 m di quota.<br />

L’edificio si distingue per la rastremazione<br />

a tronco di piramide e il coronamento<br />

enfatizzato dalle antenne gemelle che gli<br />

conferiscono la prepotenza del simbolo; è<br />

quindi un chiaro precursore, se non il capostipite,<br />

dei grattacieli della successiva<br />

quinta generazione. Sotto l’aspetto strutturale<br />

l’edificio confida per la prima volta<br />

nell’impiego dell’elaboratore elettronico,<br />

sfruttando il progresso tecnologico dei materiali<br />

e l’evoluzione dei sistemi costruttivi.<br />

Per la sua epoca lo schema statico è sconvolgente:<br />

l’effetto irrigidente è garantito da<br />

possenti elementi diagonali che, esposti<br />

in facciata nel telaio tubolare, conferiscono<br />

alla struttura per la prima volta il ruolo<br />

di esplicito motivo architettonico. Grazie<br />

a questo organismo Khan consegue fra<br />

l’altro un enorme risparmio economico: la<br />

tecnica allora tradizionale del telaio controventato<br />

avrebbe infatti richiesto un impiego<br />

almeno doppio di acciaio.<br />

Khan si supera nel 1974 con la realizzazione<br />

di Sears Tower (fig. 14), un grattacielo di<br />

442 m di altezza sormontato da un’antenna<br />

che raggiunge la quota di 490 m: è il nuovo<br />

edificio più alto del mondo. Esso si avvale<br />

di un’altra invenzione di Fazlur Khan, la tecnica<br />

del bundled tube, cioè dei tubi collegati.<br />

Nasce dall’assemblaggio di nove torri<br />

morfologicamente indipendenti con sezio-<br />

Fig. 12 - Seagram Building, New York, 1958<br />

Fig. 13 - John Hancock Center, Chicago, 1969<br />

Fig. 14 - Sears Tower, Chicago, 1974<br />

Fig. 15 - World Trade Center, New York, 1973<br />

ne quadrata di 22,5 m di lato, realizzate<br />

ciascuna mediante un organismo tubolare.<br />

La diversa altezza delle torri dà luogo a una<br />

costruzione progressivamente rientrante<br />

che ricorda, da un punto di vista stilistico,<br />

i giganti decò e gli ziqqurat babilonesi. A<br />

differenza di questi, però, la casualità della<br />

crescita rende ambigua e indecifrabile<br />

l’immagine dell’evoluzione degli arretramenti<br />

(setback) che alleggeriscono in alto<br />

e appesantiscono in basso la sagoma del<br />

grattacielo.<br />

Fra le due grandi opere di Khan spiccano<br />

le torri gemelle del World Trade Center (fig.<br />

15), ultimate a New York nel 1973. Alte 411<br />

m e sormontate da antenne che raggiungono<br />

la quota di 430 m, esse pongono in<br />

risalto un principio mai applicato in passato:<br />

la duplicazione del grattacielo. Da un<br />

punto di vista strutturale ogni torre consiste<br />

di tre parti principali: il nucleo interno,<br />

i solai e il tubo esterno. Il nucleo interno,<br />

di 24 × 42 m di lato, contiene le scale e gli<br />

ascensori; è realizzato con 44 colonne a<br />

cassone di 1 m di lato. La gabbia tubolare<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 55


Fig. 16 - John Hancock Building, Boston, 1973 Fig. 17 - Citicorp Buiding, New York, 1977<br />

esterna, a pianta quadrata di 63,5 m di lato, re un aspetto formale che accomuna questi<br />

consta di 59 pilastri vuoti per facciata, di 45 grattacieli: l’embrione dell’allontanamento<br />

cm di lato, collegati rigidamente a flessione dalla scatola di vetro razionalista della quarta<br />

generazione verso forme diversificate.<br />

con traversi orizzontali di piano; l’insieme<br />

delle colonne e dei traversi crea una parete John Hancock Center pone in atto per la<br />

Vierendel. I solai, in struttura mista acciaiocalcestruzzo,<br />

poggiano all’interno sulle co-<br />

variabile con l’altezza in virtù della rastre-<br />

prima volta una sezione uniformemente<br />

lonne di acciaio del nucleo, verso l’esterno mazione tronco-piramidale. Sears Tower<br />

sulla gabbia tubolare di facciata; sono realizzati<br />

mediante travi reticolari metalliche della sezione attraverso l’arretramento a<br />

realizza lo stesso principio della variabilità<br />

alte 90 cm, con passo di 2,04 m.<br />

gradoni della facciata. World Trade Center<br />

Il World Trade Center è il primo edificio alto utilizza per la prima volta angoli smussati<br />

della storia progettato sulla scorta di prove<br />

in galleria del vento. Esse dimostrano spigolo vivo. Sono tre dettagli che, incon-<br />

a 45° che sovvertono la concezione dello<br />

che il progetto iniziale, quantunque sicuro sapevolmente, collaborano in termini aerodinamici<br />

al successo del sistema strutturale<br />

nei riguardi degli stati limite ultimi, avrebbe<br />

comportato livelli di accelerazione ai adottato.<br />

piani alti non compatibili con la tollerabilità<br />

fisiologica degli occupanti. A questo si e l’ingegnere perseverano nella realizza-<br />

Accade per contro che, quando l’architetto<br />

pone rimedio distribuendo nell’organismo zione di spigoli vivi e diritti per realizzare<br />

strutturale di ogni torre 10.000 dissipatori strutture di altezza e soprattutto snellezza<br />

visco-elastici, 100 per piano, posti all’estremità<br />

dei controventi reticolari di piano. Essi vibratori macroscopici che inficiano la fun-<br />

elevate, essi vadano incontro a fenomeni<br />

danno luogo a un incremento medio dello zionalità delle loro opere.<br />

smorzamento pari a circa il 2 %.<br />

Il caso più eclatante riguarda la realizzazione<br />

di John Hancock Building (fig. 16) a<br />

Orbene, quasi abbagliati dalla bellezza e<br />

dalle innovazioni strutturali introdotte da Boston nel 1973, una costruzione di 241 m<br />

John Hancock Center, Sears Tower e World di altezza dotata di una pianta trapezoidale<br />

Trade Center, si corre il rischio di non rileva- allungata. Nel 1976, nel corso di una tempesta<br />

di vento, l’edificio subisce vibrazioni<br />

tanto elevate da causare il panico degli<br />

abitanti degli ultimi piani. Le cronache,<br />

evidentemente suggestionate dall’entità<br />

di un fenomeno comunque clamoroso,<br />

narrano addirittura di porte spalancate e di<br />

acqua traboccante dai sanitari. La struttura<br />

è evacuata e chiusa per due anni nel corso<br />

dei quali è sacrificato il 58° piano dell’edificio<br />

per alloggiarvi un enorme congegno<br />

passivo (tuned mass damper, TMD) costituito<br />

da due masse accordate di piombo,<br />

ciascuna di 300 tonnellate. Grazie alla loro<br />

disposizione, esse sono in grado di mitigare<br />

tanto le vibrazioni ortogonali al lato<br />

lungo quanto quelle torsionali. E’ la prima<br />

volta che il controllo passivo è applicato a<br />

un grattacielo, e ciò avviene per sanare una<br />

carenza progettuale. Il costo dell’operazione<br />

è pari a 15 milioni di dollari, circa 1/10<br />

del costo totale dell’opera. E’ molto grave,<br />

oltre al danno economico, la perdita di immagine.<br />

La situazione muta profondamente verso<br />

la fine degli anni ’70, quando i grattacieli<br />

simbolici della quinta generazione [16]<br />

rimpiazzano i grattacieli razionalisti della<br />

quarta generazione ispirandosi a due nuove<br />

tendenze: il formalismo geometrico,<br />

dove l’immagine del grattacielo è legata<br />

alla sua forma volumetrica, e il formalismo<br />

storico, dove si impone la citazione agli stili<br />

architettonici del passato, soprattutto quelli<br />

classici.<br />

Nel processo di transizione dalla quarta alla<br />

quinta generazione le scatole di vetro prismatiche<br />

sono quindi sostituite da simboli<br />

geometrici e storici di forma necessariamente<br />

irregolare (figg. 17-19). L’ingegnere<br />

affronta la transizione verso forme più<br />

complesse, avvalendosi degli strumenti<br />

resi disponibili dall’evoluzione tecnologica,<br />

primi fra tutti il calcolatore elettronico e la<br />

galleria del vento. Si consola inoltre con la<br />

circostanza che l’altezza di questa nuova<br />

generazione di grattacieli inevitabilmente<br />

diminuisce. Mentre un tempo i campanili e<br />

le scatole di vetro potevano affermarsi solo<br />

attraverso l’altezza, i grattacieli simbolici si<br />

56<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


impongono attraverso il ruolo prorompente<br />

della forma.<br />

Peraltro va detto che la riduzione dell’altezza<br />

non necessariamente comporta vantaggi<br />

nei riguardi della concezione e della<br />

realizzazione dell’organismo resistente.<br />

L’evoluzione dei grattacieli verso opere in<br />

alcuni casi dotate di elevata snellezza compensa<br />

e talvolta ribalta la situazione dando<br />

luogo a problemi strutturali anche molti<br />

complessi.<br />

Citicorp Building (fig. 17), realizzato a New<br />

York nel 1977, presenta una gamma quasi<br />

completa degli aspetti peculiari di questo<br />

periodo. Da un punto di vista architettonico<br />

introduce tre novità che lo collocano fra<br />

i precursori delle opere della quinta generazione:<br />

il coronamento ha il carattere del<br />

simbolo e, attraverso una sagoma autonoma,<br />

ripropone la cuspide come protagonista<br />

dello skyline cittadino; grazie agli<br />

angoli svuotati il basamento dà origine a<br />

un ampio spazio pubblico dove il tessuto<br />

cittadino si compenetra con il volume del<br />

grattacielo; il fusto è rivestito di alluminio<br />

brillante in sostituzione del modello per<br />

anni intoccabile della pelle di vetro. Da un<br />

punto di vista strutturale Citicorp Building<br />

possiede un’altezza contenuta, 278 m, controbilanciata<br />

da una snellezza molto pronunciata.<br />

Essa dà luogo a una nuova svolta<br />

epocale: per la prima volta il progetto di un<br />

grattacielo si avvale, sino dalla sua genesi,<br />

di un sistema di controllo passivo, o meglio<br />

semi-attivo, delle vibrazioni. Esso consiste<br />

in un gigantesco TMD realizzato mediante<br />

un blocco in cemento armato di 400 tonnellate,<br />

sorretto da 12 appoggi idrostatici<br />

ad attrito ridotto. L’accordo è realizzato<br />

mediante molle pneumatiche caricate ad<br />

azoto; la rigidezza e la frequenza sono regolabili<br />

meccanicamente.<br />

4. FORMA STRUTTURALE E<br />

CONTROLLO AERODINAMICO<br />

L’avvento di forme strutturali tanto complesse<br />

e articolate crea una sorta di disagio<br />

nell’ingegnere strutturale ma suggerisce<br />

al ricercatore di ingegneria del<br />

Fig. 18 - Allied Bank Tower, Dallas, 1986<br />

Fig. 20 - Schemi di modifica della forma degli spigoli degli edifici<br />

vento, nell’ultimo decennio del secondo<br />

millennio, un quesito che spalanca nuove<br />

prospettive dapprima allo studio poi alla<br />

realizzazione dei grattacieli: “è possibile<br />

che la forma degli edifici non abbia fini<br />

puramente estetici ma sia usata per mitigare<br />

le azioni aerodinamiche del vento”<br />

Nei riguardi di questo quesito si sviluppano<br />

dieci linee di ricerca in gran parte<br />

indipendenti che riguardano: a) la forma<br />

planimetrica; b) la forma degli spigoli; c)<br />

la forma della sommità; d) la variazione<br />

della sezione in elevazione; e) l’introduzione<br />

di porosità e aperture; f ) l’applicazione<br />

di eliche e costole; g) l’accoppiamento di<br />

edifici affiancati; h) il controllo attivo della<br />

forma; i) la protezione della pelle strutturale;<br />

l) la progettazione sostenibile e la<br />

produzione di energie rinnovabili. I primi<br />

otto temi si distinguono dagli ultimi due<br />

in quanto sono strettamente legati a problemi<br />

strutturali.<br />

Fig. 19 - Hong Kong and Shanghai Banking<br />

Corporation Headquarter, Hong Kong, 1986<br />

a) Forma planimetrica<br />

All’inizio degli anni ’90 è ormai evidente che<br />

l’azione aerodinamica prevalente sugli edifici<br />

alti è la forza indotta dalla scia vorticosa<br />

ortogonalmente alla direzione del vento.<br />

In prima approssimazione essa può essere<br />

espressa mediante una legge armonica la<br />

cui ampiezza e la cui frequenza dipendono<br />

dalla forma planimetrica dell’edificio.<br />

Le prove in galleria del vento evidenziano<br />

una complessa correlazione fra i parametri<br />

di forma e i parametri meccanici. Si osserva<br />

ad esempio che nell’ambito delle strutture<br />

dotate di elevata rigidezza, quindi in regime<br />

di comportamento quasi-statico, le costruzioni<br />

a pianta quadrata subiscono cimenti<br />

maggiori di quelli propri degli edifici a pianta<br />

circolare. La situazione tende a rovesciarsi<br />

nel campo delle strutture flessibili, a causa<br />

della componente risonante della risposta.<br />

Simili considerazioni non bastano però a indirizzare<br />

la scelta architettonica della forma;<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 57


Fig. 21 - One Canada Square, Isle of Dog, London,<br />

U.K., 1991<br />

Fig. 22 - Central Plaza, Hong Kong, 1992 Fig. 23 - Worldwide Plaza, New York, 1989<br />

Fig. 24 - Southeast Financial Center, Miami, 1993<br />

favoriscono comunque la comprensione<br />

del comportamento strutturale all’azione<br />

del vento in funzione della forma prescelta.<br />

b) Forma degli spigoli<br />

Preso atto che l’azione aerodinamica prevalente<br />

sugli edifici alti è quella indotta dalla<br />

scia vorticosa ortogonalmente alla direzione<br />

del vento, e che la separazione di scia si realizza<br />

presso gli spigoli dell’edificio, è immediato<br />

dedurre che qualunque alterazione<br />

della forma degli spigoli è in grado di modificare<br />

il comportamento aerodinamico degli<br />

edifici. Sulla scorta di questo principio numerosi<br />

laboratori sperimentali di varie parti<br />

del mondo conducono campagne di prove<br />

in galleria del vento finalizzate a definire le<br />

forme degli spigoli più adatte a mitigare le<br />

azioni aerodinamiche. Da un lato sono svolti<br />

studi parametrici su forme ideali (fig. 20);<br />

dall’altro sono sottoposti a misure modelli di<br />

edifici reali dove l’architetto, in perfetto spirito<br />

simbolico, ha conferito agli spigoli forme<br />

disparate (figg. 21 e 22). I risultati sono chiari<br />

e promettenti: smussare, arrotondare, scolpire<br />

o più in generale sagomare gli spigoli<br />

può dare luogo a riduzioni anche molto elevate<br />

delle reazioni vincolari alla base e delle<br />

accelerazioni ai piani alti [18, 19, 20].<br />

c) Forma della sommità<br />

Partendo dall’osservazione che una delle<br />

prerogative più tipiche dei grattacieli<br />

simbolici è la forma della parte sommitale<br />

(figg. 17-19, 21 e 22), e che le azioni aerodinamiche<br />

più rilevanti per le reazioni vincolari<br />

alla base e le accelerazioni in sommità<br />

sono quelle applicate dal vento in questa<br />

zona dell’edificio, parallelamente allo studio<br />

della forma degli spigoli si sviluppa un<br />

filone di ricerche inerenti la forma del coronamento.<br />

Sono quindi condotte varie campagne<br />

di prove in galleria del vento, volte<br />

a definire le forme sommitali più adatte a<br />

mitigare le azioni aerodinamiche. Da un<br />

lato sono svolte indagini parametriche su<br />

forme ideali; dall’altro sono sottoposti a misure<br />

modelli di edifici reali dove l’architetto,<br />

in perfetto spirito simbolico, ha conferito<br />

alla parte sommitale forme disparate (fig.<br />

17-19 e 21-24). I risultati dimostrano che<br />

rastremare o scolpire la sommità può dare<br />

luogo a decurtazioni molto elevate delle<br />

azioni e degli effetti del vento.<br />

d) Variazione della sezione in elevazione<br />

Alla luce delle considerazioni svolte in precedenza,<br />

l’eccitazione dovuta alla scia vorticosa<br />

assume prerogative di particolare<br />

58<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Fig. 26 - Grollo Tower, Miglin-Beitler Tower e<br />

Millenium Tower, progetti<br />

Fig. 27 - Colonna Senza Fine, Targu Jiù, Romania,<br />

1938<br />

Fig. 25 - Bank of China, Hong Kong, 1989<br />

intensità in corrispondenza di spigoli vivi<br />

o comunque diritti dalla base alla sommità<br />

della struttura. Appare quindi evidente che<br />

qualunque intervento finalizzato a variare<br />

la sezione dell’edificio in elevazione sia di<br />

grande efficacia per mitigare le azioni e gli<br />

effetti del vento. Questo tipo di intervento<br />

distrugge infatti la regolarità del distacco<br />

alternato dei vortici, rende caotica la scia<br />

vorticosa e distribuisce il contenuto in potenza<br />

dell’eccitazione su un’ampia banda di<br />

componenti armoniche. Nascono quattro<br />

diverse strategie di intervento corrispondenti<br />

ad altrettante linee di ricerca: la rastremazione<br />

o l’arretramento della sezione,<br />

la variazione delle dimensioni della sezione,<br />

la variazione della forma della sezione e<br />

la rotazione della sezione.<br />

La rastremazione e l’arretramento della sezione<br />

compaiono, rispettivamente, con John<br />

Hancock Center (fig. 13) e Sears Tower (fig.<br />

14). Lo stesso principio è evidente, in pieno<br />

stile simbolico, nella Bank of China (fig. 25),<br />

un grattacielo di 314 m realizzato mediante<br />

una mega-travatura reticolare spaziale la<br />

cui base quadrata è suddivisa lungo le diagonali<br />

in quattro triangoli; questi si sviluppano<br />

in altezza secondo una progressione<br />

geometrica ispirata a una crescita spiraliforme.<br />

Nessuna di queste strutture nasce sul-<br />

Fig. 28 - Republic Plaza, Singapore, 1995<br />

la base di concezioni aerodinamiche; esse<br />

sono il frutto di pure scelte architettoniche<br />

il cui studio dimostra, a posteriori, l’efficienza<br />

della variazione della sezione. La situazione<br />

è diversa per alcuni progetti sviluppati negli<br />

anni ’90 con l’obiettivo di realizzare la costruzione<br />

più alta del mondo. Grollo Tower (560<br />

m), Miglin-Beitler Tower (610 m) e Millenium<br />

Tower (800 m) (Figura 26) sono chiari esempi<br />

di grattacieli dove un’equipe di ingegneri,<br />

architetti ed esperti di aerodinamica collaborano,<br />

forse per la prima volta, dalla fase<br />

progettuale dell’opera. Nessuno di questi<br />

edifici sarà realizzato, ma la loro concezione<br />

resterà rivoluzionaria: volendo eccedere i limiti<br />

del proprio tempo, essi tentano di farlo<br />

Fig. 29 - Twisted shaft di Harry Weese<br />

attraverso la ricerca di una forma in grado di<br />

mitigare le azioni aerodinamiche.<br />

La variazione delle dimensioni della sezione<br />

ha un illustre capostipite, forse unico sino al<br />

2000, nella Colonna Senza Fine (fig. 27) realizzata<br />

da Costantin Brancusi a Targu Jiù, in<br />

Romania, nel 1938. Essa riprende l’idea dell’axis<br />

mundi che sostiene la volta celeste e<br />

collega la terra con il cielo. Attraverso la colonna,<br />

simbolo di ascensione e trascendenza,<br />

l’uomo eleva il proprio spirito, raggiunge<br />

l’assoluta libertà e la beatitudine, respinge<br />

ogni condizionamento. Alta 29,35 m, essa<br />

consiste in una spina di ferro rivestita da 15<br />

elementi di ferro, coperti di ottone, che soddisfano<br />

l’idea di Brancusi dell’armonia delle<br />

dimensioni: l’altezza di ciascun elemento<br />

(180 cm) è due volte il lato maggiore (90 cm)<br />

e quattro volte il lato minore (45 cm); la colonna<br />

possiede quindi, rispetto alla dimensione<br />

minore della sezione, un rapporto di<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 59


Fig. 30 - Hyde Park Monument, Londra, progetto<br />

Fig. 31 - Azioni aerodinamiche del vento su<br />

cilindri circolari dotati di eliche e costolature<br />

(Zdravkovich, 1980)<br />

snellezza sbalorditivo, pari a 66. Indipendentemente<br />

dalle concezioni ideologiche,<br />

architettoniche e scultoree dell’artista, la<br />

Colonna Senza Fine rappresenta tuttora<br />

uno degli esempi più fulgidi di costruzione<br />

aerodinamicamente efficiente [21].<br />

La variazione della forma della sezione si<br />

manifesta nel 1995 a Singapore con Republic<br />

Plaza, un grattacielo di 280 m; in questo<br />

caso il cambio di forma si accompagna con<br />

un graduale arretramento della sezione (fig.<br />

28). Le prove in galleria del vento svolte sul<br />

modello del grattacielo mettono in luce,<br />

ancora una volta, una riduzione essenziale<br />

delle azioni e degli effetti del vento.<br />

La rotazione della sezione è senza dubbio<br />

la soluzione più dirompente e spettacolare.<br />

Essa nasce per merito di Harry Weese nel<br />

progetto di World Trade Center a Chicago,<br />

un edificio di 762 m di altezza mai realizzato.<br />

Si ispira alla concezione di Weese del twisted<br />

shaft: la sezione dell’edificio si mantiene quadrata<br />

lungo tutta l’altezza, ma ruota di 45°<br />

fra la base e la sommità (fig. 29). In questo<br />

modo le colonne di spigolo agiscono come<br />

stralli che contrastano l’inflessione della torre.<br />

Ricerche successive evidenziano come<br />

le prospettive di questa concezione siano<br />

soprattutto di tipo aerodinamico. In primo<br />

luogo gli spigoli non sono più diritti e la scia<br />

vorticosa è altamente irregolare. A questo si<br />

aggiunga che le azioni aerodinamiche del<br />

vento lungo l’asse della torre variano con<br />

continuità in funzione della rotazione della<br />

sezione; quale che sia la direzione del vento,<br />

le massime azioni non si manifestano quindi<br />

simultaneamente a tutte le quote. L’insieme<br />

di questi due effetti abbatte drasticamente i<br />

cimenti di natura aerodinamica [22].<br />

e) Introduzione di porosità e aperture<br />

L’introduzione di porosità e aperture nell’organismo<br />

strutturale si ispira allo shroud<br />

(fig. 10) ideato in Inghilterra negli anni ’50.<br />

L’impulso maggiore a questa concezione<br />

proviene però da Fazlur Khan che, alla sua<br />

morte avvenuta nel 1982, stava scrivendo un<br />

libro rimasto incompiuto dal quale si evince<br />

la sua convinzione che sarebbe stato possibile<br />

realizzare in futuro strutture di qualunque<br />

altezza, adottando opportune miscele<br />

di sistemi resistenti e forme aerodinamiche.<br />

Fra le tecniche proposte, ancora una volta<br />

innovative, spiccano il super-telaio, il telaio<br />

telescopico e soprattutto i portali passanti;<br />

questi ultimi sono aperture o fessure disseminate<br />

lungo l’altezza della costruzione,<br />

attraverso le quali il vento si insinua dando<br />

luogo a un elevato smorzamento di natura<br />

aerodinamica. Attratti da questa proposta,<br />

molti laboratori di varie parti del mondo studiano<br />

i portali passanti in galleria del vento,<br />

confermandone la straordinaria efficienza<br />

[20]. Peraltro, sino al 2000, l’unica costruzione<br />

che preveda l’impiego di questa tecnica<br />

é Hyde Park Monument (fig. 30), una torre<br />

inclinata progettata per Londra e mai realizzata,<br />

costituita da tre telai spaziali metallici<br />

in posizione angolare, collegati con solai a<br />

grigliato metallico che realizzano una trave<br />

Vierendel. La torre è irrigidita per mezzo di<br />

una serie di pannelli post-tesi di alluminio,<br />

e una batteria di cavi in trazione ancorati al<br />

terreno dal vertice opposto al lato inclinato.<br />

f) Applicazione di eliche e costole<br />

L’applicazione di eliche e costole sulla pelle<br />

dei grattacieli si ispira al principio ideato<br />

in Inghilterra negli anni ‘50 (fig. 11). Questa<br />

idea è sviluppata e generalizzata da Zdravkovich<br />

nel 1980 [23], in un articolo dove è<br />

descritta una campagna di prove in galleria<br />

del vento durante la quale sono esaminati<br />

gli effetti di costolature di varia forma e<br />

dimensione (fig. 31). I risultati dimostrano<br />

come tali elementi, opportunamente disposti,<br />

contrastino con efficacia il distacco<br />

regolare dei vortici, mitigando le azioni<br />

trasversali del vento ma esaltando le azioni<br />

longitudinali. L’autore non è a conoscenza<br />

di alcun grattacielo, antecedente al 2000,<br />

che faccia uso di questa tecnica.<br />

g) Accoppiamento di edifici affiancati<br />

L’accoppiamento di edifici affiancati ha origine<br />

nel 1973 con le Torri Gemelle di New<br />

York (fig. 15). Questa realizzazione dà luogo<br />

a una vasta letteratura volta a studiare gli effetti<br />

aerodinamici dell’interferenza fra edifici<br />

contigui. Essa dimostra che, variando la posizione<br />

reciproca di due corpi affiancati nei<br />

riguardi della direzione del vento, possono<br />

insorgere tanto effetti schermanti quanto<br />

amplificazioni dei carichi. I laboratori di varie<br />

parti del mondo danno quindi vita a vaste<br />

campagne di misure volte a definire le strategie<br />

più efficaci per mitigare le azioni aerodinamiche<br />

in presenza di edifici affiancati. I<br />

risultati dimostrano che l’accoppiamento di<br />

corpi di stessa forma e dimensione, come le<br />

Torri Gemelle, spesso dà luogo ad amplificazioni<br />

significative causate dall’interferenza.<br />

Esse sono mitigate tramite due criteri alter-<br />

60<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


nativi. Il primo consiste nell’affiancare corpi<br />

di forma diversa (fig. 32); il secondo prevede<br />

il collegamento dei corpi affiancati (fig. 33)<br />

con il duplice scopo di eliminare o ridurre<br />

taluni gradi di libertà delle costruzioni e<br />

aumentare la dissipazione energetica. Va<br />

detto peraltro che tutti gli edifici che adottano<br />

questi principi prima del 2000 lo fanno<br />

su basi puramente architettoniche; le prove<br />

sperimentali e le simulazioni numeriche,<br />

svolte a posteriori, confermano o rivelano i<br />

vantaggi di queste scelte.<br />

h) Controllo attivo della forma<br />

Il controllo attivo della forma trae spunto da<br />

uno studio pionieristico, svolto alla fine degli<br />

anni ’80, dove uno schermo è ubicato alla<br />

sommità di un edificio e incernierato intorno<br />

a un suo lato. Questa sorta di ventaglio<br />

adatta la propria inclinazione, sotto il controllo<br />

di un elaboratore, ai regimi di vento e<br />

di vibrazione rilevati da appositi sensori; in<br />

questo modo mitiga le oscillazioni indotte<br />

dal vento sulla struttura. Un gruppo di ricercatori<br />

giapponesi riprende questo concetto<br />

alla metà degli anni ‘90, realizzando una serie<br />

di modelli in galleria del vento dotati di cilindri<br />

rotanti lungo gli spigoli [24]. In funzione<br />

dell’intensità e della direzione del vento, i<br />

cilindri mutano verso e velocità di rotazione<br />

alterando la separazione di scia sino al punto<br />

di annichilirne gli effetti. Anche in questo<br />

caso le applicazioni sono però confinate alla<br />

ricerca scientifica.<br />

Fig. 32 - Two Liberty Place, Philadelphia, 1987 e<br />

1990<br />

Fig. 33 - Chicago Title and Trust Center, Chicago,<br />

1993<br />

i) Protezione della pelle strutturale<br />

Con l’avvento dei grattacieli simbolici il<br />

valore della pelle strutturale conferisce<br />

un ruolo strategico alla sua protezione.<br />

In questo spirito, all’inizio degli anni ’90,<br />

sono svolti numerosi esperimenti per definire<br />

le strategie più efficaci a conseguire<br />

tale obiettivo. I risultati dimostrano che la<br />

presenza di costolature tanto orizzontali<br />

quanto verticali comporta una riduzione<br />

sostanziale dei picchi di pressione sugli<br />

elementi delle facciate [25]. Gli esempi di<br />

edifici che usano questo principio sono numerosi<br />

(figg. 34 e 35), ma sempre ispirati a<br />

Fig. 34 - Oversea Chinese Banking Corporation<br />

Center, Singapore, 1976<br />

motivazioni architettoniche. L’ingegnere e<br />

lo sperimentatore prendono atto con soddisfazione<br />

che l’uso di tali soluzioni risulta<br />

vantaggioso anche sotto l’aspetto della mitigazione<br />

delle azioni aerodinamiche.<br />

l) Progettazione sostenibile e produzione<br />

di energie rinnovabili<br />

La progettazione sostenibile e la produzione<br />

di energie rinnovabili assurgono a un ruolo<br />

strategico verso la fine del secondo millen-<br />

Fig. 35 - Malayan Bank, Kuala Lumpur, 1988<br />

nio. In questo spirito si colloca WEB (Wind<br />

Energy for the Built Environment), un progetto<br />

finanziato dalla Comunità Europea, fra<br />

il 1998 e il 2000, per sviluppare nuove concezioni<br />

di edifici in grado di sfruttare il vento<br />

per produrre energia. Nel corso del progetto<br />

sono provate in galleria numerose soluzioni<br />

alternative la più efficiente delle quali, Dual<br />

Tower Building, è riprodotta mediante un<br />

modello alto 15 m (fig. 36). La costruzione<br />

consiste in una coppia di torri sagomate<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 61


in maniera tale da favorire l’incanalamento<br />

centrale del vento. Il vento, accelerato dall’effetto<br />

Venturi, aziona tre turbine eoliche<br />

sostenute da altrettanti elementi orizzontali<br />

che collegano strutturalmente le torri.<br />

5. ALCUNE CONCLUSIONI<br />

PRELIMINARI<br />

La presente memoria pone in risalto talune<br />

peculiarità della realizzazione degli edifici<br />

nei riguardi di numerosi altri settori della<br />

tecnica e dell’ingegneria. Mentre l’evoluzione<br />

degli aeroplani, delle imbarcazioni, delle<br />

automobili, dei treni, dei mulini a vento e di<br />

vari altri prodotti della tecnologia evidenzia<br />

un processo continuo di ottimizzazione<br />

della forma, finalizzato a prestazioni ed esigenze<br />

stilistiche che raramente hanno il sopravvento<br />

sugli obiettivi della sicurezza, della<br />

funzionalità e dell’economicità, sino alla<br />

fine del ‘900 l’edificio civile rimane avulso da<br />

questa visione: dapprima un architetto concepisce<br />

la forma su basi prevalentemente<br />

stilistiche; successivamente un ingegnere<br />

rende strutturalmente sicura ed efficiente<br />

una forma predefinita e immutabile.<br />

Fig. 36 - Dual Tower Building, Progetto WEB,<br />

1998-2000<br />

Questa tendenza mostra chiari sintomi di<br />

mutamento nell’ultima decade del ‘900,<br />

quando nascono numerose ricerche, riconducibili<br />

a dieci filoni distinti, finalizzate<br />

a ottimizzare la forma degli edifici su basi<br />

aerodinamiche. Nella maggior parte dei<br />

casi queste ricerche sono svolte presso laboratori<br />

accademici, oppure si riferiscono<br />

a interpretazioni sperimentali successive a<br />

concezioni architettoniche ispirate a motivi<br />

strettamente simbolici. Le rare esperienze<br />

di progetti concepiti congiuntamente da<br />

architetti, ingegneri e aerodinamici portano<br />

a proposte non realizzate.<br />

Una successiva memoria [1] dimostra che,<br />

con l’avvento del terzo millennio, i dieci filoni<br />

sopra citati convergono in una nuova filosofia<br />

progettuale dove l’architetto e l’ingegnere<br />

strutturista trovano un punto di incontro<br />

e simbiosi nel ruolo della forma intesa come<br />

interfaccia fra le esigenze stilistiche e un processo<br />

di ottimizzazione rivolto a garantire<br />

delle prestazioni. Ne scaturisce una visione<br />

rinnovata, la progettazione aerodinamica integrata,<br />

dalla quale emerge una moltitudine<br />

di opere che manifestano segni e tendenze<br />

in parte propri di altri settori abituati da tempo<br />

a questa visione, in parte innovativi e già<br />

peculiari degli edifici moderni.<br />

Prof. dr. ing. Giovanni Solari<br />

Dipartimento di Ingegneria delle Costruzioni,<br />

dell’Ambiente e del Territorio (DICAT)<br />

Università degli Studi di Genova<br />

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI<br />

[1] G. Solari: Forma e aerodinamica nell’evoluzione<br />

strutturale e aerodinamica dei grattacieli. Parte II:<br />

Tendenze attuali e prospettive future, Costruzioni<br />

Metalliche, n° 5/2009.<br />

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2002.<br />

[10] W.H. Hucho (Ed.): Aerodynamics of road vehicles,<br />

Society of Automative Engineers, Warrendale,<br />

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York, 1948.<br />

[12] M. Schafer, J. Welsh: Streamliners: history of<br />

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Fuller, Reinhold Publishing Corporation, New<br />

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1030, ASCE, Vol. 82, N. EM3, 1956.<br />

[15] C. Scruton, D.E.J. Walshe: A means for avoiding<br />

wind excited oscillations of structures with circular<br />

or nearly circular cross sections, NPL Aero Report<br />

N. 335, 1957.<br />

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1988.<br />

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of high-rise buildings: effects of corner cuts<br />

or openings in square buildings, Journal of Wind<br />

Engineering and Industrial Aerodynamics, Vol. 61,<br />

1996.<br />

[21] G. Solari, D. Lungu, G. Bartoli, M. Righi, R. Vacareanu,<br />

A. Villa: Brancusi Endless Column, Romania:<br />

dynamic response and reliability under wind loading,<br />

Proceedings of the 2nd International Symposium<br />

on Advances in Wind & Structures, Busan,<br />

2002.<br />

[22] G. Diana, F. Resta, A. Zasso, D. Rocchi, S. Giappino,<br />

L. Rosa: Wind forces on high-rise buildings:<br />

the effects of a “twisted section” design, C.D. Proceedings<br />

of the 12th International Conference on<br />

Wind Engineering, Cairns, 2007.<br />

[23] M.M. Zdravkovich: Review and classification of<br />

various aerodynamic and hydrodynamic means for<br />

suppressing vortex shedding, Vol. 7, 1981.<br />

[24] Y. Kubo, V.J. Modi, C. Kotsubo, K.Hayashida,<br />

K.Kato: Suppression of wind-induced vibrations of<br />

tall structures through moving surface boundarylayer<br />

control, Journal of Wind Engineering and Industrial<br />

Aerodynamics, Vol. 61, 1996.<br />

[25] A.W. Rofail, K.C.S. Kwok: The effect of facade<br />

features on the wind pressure distribution on buildings,<br />

Proceedings of the 4th World Congress on<br />

Tall Buildings: 2000 and beyond, Council on Tall<br />

Buildings and Urban Habitat, Hong Kong, 1990.<br />

62<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


Da un professionista dalla lunga esperienza sull’acciaio un monito:<br />

bisogna valutare l’acciaio sul ciclo di vita della costruzione<br />

e parametrizzare queste valutazioni per tutti gli operatori del<br />

settore.<br />

1. Da direttore operativo della Claudio Salini spa e, nel recente<br />

passato, manager di imprese come Astaldi e Lamaro , come<br />

vede l’impiego dell’acciaio in edilizia oggi, quale il percorso storico<br />

Per la mia esperienza l’acciaio ha avuto in questi anni un impiego<br />

sinusoidale, legato al prezzo sul mercato della materia prima, passando<br />

da fasi di largo uso a fasi nelle quali è stato negletto, aldilà delle<br />

prerogative e dei suoi indubbi vantaggi.<br />

La mia formazione di fatto si è strutturata iniziando la carriera in una<br />

azienda metallurgica dove ho svolto il compito di preparare le distinte<br />

di taglio, esperienza che consiglierei oggi a qualsiasi giovane<br />

progettista o figura che voglia avvicinarsi al mondo delle costruzioni<br />

dell’acciaio.<br />

In questi ormai ventisette anni di lavoro in imprese di costruzioni<br />

posso dire che l’impiego dell’acciaio ha oggi grandi potenzialità legate<br />

non soltanto alla materia prima, di per sé più costosa rispetto al<br />

calcestruzzo, ma soprattutto in relazione a una puntuale analisi del<br />

valore (ciclo di vita, velocità di montaggio, utilizzo) e in relazione al<br />

tema della sostenibilità ambientale, considerando che il materiale<br />

può essere riciclato moltissime volte e contribuire con altri sistemi<br />

alla autoefficienza energetica.<br />

2. Lavorate con varie dimensioni di progetti, dalle infrastrutture<br />

all’edilizia. In quali tipologie di progetti ritiene ci sia il maggior<br />

vantaggio nell’impiego di questo materiale<br />

Sicuramente nei progetti con destinazioni funzionali come grandi<br />

impianti, capannoni industriali, grande distribuzione, parcheggi che<br />

presentano caratteristiche di ripetitività della struttura portante, modularità<br />

e rapidità di montaggio. In questi progetti il cls non è un’alternativa<br />

economicamente e tecnicamente vantaggiosa.<br />

Bisogna tuttavia considerare che questi progetti vanno “ingegnerizzati”<br />

preventivamente alla fase di appalto, trasferendo a monte le<br />

specifiche necessarie per la produzione degli elementi costruttivi.<br />

Ciò può essere fatto sia da grandi aziende produttrici di carpenterie<br />

metalliche che sono ormai formate su questo fronte, sia da studi professionali<br />

esperti in queste soluzioni costruttive.<br />

Sarebbe opportuno che anche i progettisti si costituissero un bagaglio<br />

più approfondito di conoscenze sull’acciaio, in modo da poter<br />

valutare già in fase di progetto preliminare quale tipo di profilati<br />

metallici impiegare (scatolare, a profilo aperto, a tubo,…) evitando<br />

inutili polemiche e faticosi confronti con le imprese costruttrici durante<br />

lo sviluppo del progetto costruttivo nel quale tutti i problemi<br />

di ordine tecnologico, economico e costruttivo debbono trovare un<br />

equilibrio.<br />

Acciaio. La testimonianza<br />

di un costruttore<br />

Intervista all’arch. Massimo Peresso<br />

Claudio Salini S.p.A.<br />

Ingrid Paoletti<br />

3. Può fare un esempio concreto evidenziandone le specificità<br />

nel progetto<br />

Ho lavorato in progetti di grandi dimensioni come la Fiera di Milano e<br />

la Fiera di Roma dove l’impiego dell’acciaio non presentava possibili<br />

concorrenti per diversi fattori, prima fra tutti la velocità di costruzione,<br />

che in progetti complessi risulta una variabile determinante, mentre<br />

per l’acciaio non è necessario attendere i tempi di produzione o essiccazione,<br />

infine ma non per ultimo, la drastica riduzione delle tolleranze<br />

che rende il progetto un perfetto meccano da montare in opera. Le<br />

tecnologie dell’acciaio sono d’altro canto molto mature per rispondere<br />

a progetti complessi, a volte trasferendo anche conoscenze da altri<br />

settori, come quello navale.<br />

4. In un contesto come quello italiano, caratterizzato dall’impiego<br />

privilegiato del calcestruzzo, come vede il confronto tra strutture<br />

metalliche e strutture in cls<br />

Fiera Milano Rho-Pero<br />

I PROTAGONISTI<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 63


Polo fieristico di Roma<br />

Il confronto diretto esclusivamente sui costi<br />

è sicuramente penalizzante per l’acciaio, tuttavia<br />

una valutazione complessiva, basata sul<br />

ciclo di vita dell’edificio lo renderebbero molto<br />

più competitivo.<br />

Sarebbe importante riuscire a “parametrizzare”<br />

questi vantaggi sul ciclo di vita, dando<br />

degli strumenti ai player, come investitori e<br />

imprese di costruzioni che ormai si occupano<br />

anche della parte finanziaria, per valutare<br />

e motivare più compiutamente le scelte al<br />

committente a favore dell’uso di questo materiale.<br />

Sempre più spesso infatti il costruttore viene<br />

obbligato a gestire la realizzazione del manufatto<br />

per un certo numero di anni, a una tariffa<br />

fissa, diventando a tutti gli effetti responsabile<br />

per la sua corretta manutenzione.<br />

Questo implica chiaramente che l’analisi<br />

economica non viene più fatta solo sull’appalto<br />

di costruzione ma anche sul ciclo di<br />

vita e sulla gestione, includendo nel piano<br />

finanziario anche i costi relativi al piano di<br />

manutenzione. Nel progetto della Fiera di<br />

Milano, ad esempio. Il Committente in maniera<br />

intelligente ha stanziato per una scelta<br />

precisa già in fase di gara, una somma<br />

cospicua a copertura dei costi di gestione<br />

e manutenzione per il primo quinquennio,<br />

imponendo al General Contractor che ha<br />

realizzato l’opera di eseguirne la manutenzione.<br />

In questo modo il General Contratctor,<br />

non solo ha potuto programmare<br />

esattamente gli interventi di manutenzione<br />

sulla base di una disponibilità economica<br />

già configurata nel quadro economico della<br />

commessa, ma si è preoccupato a monte,<br />

già nella fase di sviluppo della progettazione<br />

esecutiva posta a suo carico, di adottare<br />

tutte le soluzioni tecnologiche più convenienti<br />

dal punto di vista della durabilità e<br />

della manutenzione.<br />

5. L’uso di questo materiale presenta ancora<br />

alcuni ostacoli a livello normativo<br />

(antincendio per esempio) come è possibile<br />

impiegarlo vantaggiosamente ottemperando<br />

allo stesso tempo la cogenza<br />

normativa Ha già avuto esperienze a<br />

riguardo<br />

Con l’entrata in vigore dell’approccio ingegneristico<br />

alla normativa antincendio un<br />

ostacolo è sicuramente stato rimosso rispetto<br />

a una delle debolezze dell’acciaio.<br />

Nello specifico tale approccio , già da tempo<br />

adottato negli altri paesi della comunità<br />

europea, consente attraverso una simulazione<br />

di calcolo e programmi specializzati<br />

che tengono conto dei carichi di incendio<br />

e della masse strutturali, di valutare la resistenza<br />

intrinseca delle strutture in acciaio<br />

all’esposizione al fuoco, secondo le classi di<br />

resistenza previste dalla norma (REI 30’, 60’,<br />

120’). Così facendo, a seconda della tipologia<br />

e destinazione d’uso dell’edificio, mediante<br />

l’adozione di masse volumetriche e spessori<br />

differenziati delle varie membrature, nonché<br />

sulla base delle risultanze del calcolo, si<br />

può evitare l’uso dei tradizionali materiali di<br />

rivestimento quali intonaci ignifughi, vernici<br />

intumescenti e pannellature varie che tanto<br />

incidono sul costo complessivo del manufatto,<br />

evitando difficoltà di applicazione in<br />

opera e costi di manutenzione.<br />

6. Ritiene che alcuni vantaggi dell’acciaio,<br />

come la flessibilità costruttiva, riguardino<br />

anche le relazioni con gli altri sistemi e<br />

componenti Come vede l’impiego di tecnologie<br />

miste acciaio/calcestruzzo Ha<br />

qualche esempio a riguardo<br />

L’ibridazione delle tecniche e l’interfaccia<br />

tra sistemi costruttivi è la chiave di volta per<br />

ottimizzare l’impiego dell’acciaio in una costruzione.<br />

Le strutture in acciaio possiedono<br />

infatti delle tolleranze molto ridotte rispetto<br />

al cls il che le annovera tra i sistemi costruttivi<br />

vantaggiosi laddove anche le facciate o altri<br />

sistemi di chiusura del fabbricato risultano<br />

quali componenti progettati al millimetro e<br />

vengono assemblati a secco consentendo la<br />

prosecuzione vantaggiosa del clico di installazione<br />

in opera sul principio del meccano.<br />

In un’ottica anche di efficienza energetica e<br />

autosufficienza rispetto ai consumi, la migliore<br />

integrazione facciata/struttura/impianti<br />

consentirebbe il veloce raggiungimento di<br />

risparmi energetici.<br />

7. Molto spesso le valutazioni economiche<br />

penalizzano l’acciaio, anche se valutando<br />

l’edificio nel suo complesso, si<br />

potrebbero conteggiare molti vantaggi<br />

(minor peso sulle fondazioni, tempi abbreviati<br />

di montaggio, velocizzazione del<br />

cantiere e sua ‘pulizia’ etc ...) Come vede<br />

questo tipo di valutazione Esistono dunque<br />

dei vantaggi per il committente o per<br />

il progettista da evidenziare nella scelta<br />

delle alternative<br />

Sicuramente questi vantaggi sono notevoli,<br />

rilevanti e conosciuti, aggiungerei la possibilità<br />

di contemplare anche le green utility, ossia<br />

la riciclabilità del prodotto più volte nella sua<br />

esistenza e la ricerca che viene fatta presso i<br />

grandi produttori di acciaio su leghe speciali,<br />

acciai ad alta residenza, che consentono con<br />

una leggera spesa aggiuntiva delle prestazioni<br />

elevatissime.<br />

Il rapporto tra prestazioni e utilities è di fatto<br />

importantissimo per la valutazione dell’acciaio<br />

nella sua globalità.<br />

8. Lo scenario architettonico contempo-<br />

64<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


aneo delle forme complesse potrebbe<br />

favorire l’impiego dell’acciaio Su quale<br />

versante specifico (soluzione costruttiva,<br />

grandi luci, …)<br />

Su questo argomento concordo con il professore<br />

e amico Massimo Majowiecki che<br />

sostiene motivatamente, a mio giudizio, che<br />

alla estrema libertà espressiva delle forme<br />

di molti progetti contemporanei non deve<br />

necessariamente seguire una irrazionalità<br />

della struttura: la ricerca che da tempo esiste<br />

sulle strutture portanti in acciaio consente di<br />

attingere ad un patrimonio di esperienze e<br />

studi che attestano come la razionalità della<br />

forma strutturale non risulta mai banale e<br />

anzi spesso dimostra come si possa giungere<br />

ad un proficuo connubio di sapere tecnico<br />

ed economicità.<br />

Senza entrare nel merito di progetti specifici<br />

posso affermare che i casi unici, caratterizzati<br />

da una ricercata eccentricità, non mi appassionano<br />

e molto spesso non sono pensati per<br />

la durata, cosa che, a mio parere, soprattutto<br />

in una terra dove l’architettura nasce e si sviluppa<br />

per durare nel tempo, li rende deboli e<br />

autocelebrativi.<br />

9. Quali modalità di contratto trovate più<br />

appropriate per sviluppare soluzioni di<br />

qualità in acciaio<br />

Solitamente noi stipuliamo dei contratti separati<br />

per le carpenterie in acciaio, con sub<br />

contratti a misura, in modo tale da poter verificare<br />

il costo dell’acciaio reso. Molto spesso<br />

le ferriere richiedono il pagamento anticipato<br />

visto il peso finanziario dell’acciaio sulla<br />

costruzione nel suo complesso. Per fare solo<br />

alcuni esempio per la Fiera di Milano sono<br />

state impiegate 80.000 t di acciaio, per la Stazione<br />

di Termini 20.000 t, per il progetto di<br />

Morbegno 22.000 t e via di seguito.<br />

Le carpenterie oggi hanno uffici tecnici molto<br />

competenti capaci di ottimizzare le soluzioni<br />

in vista di una riduzione della materia prima<br />

grazie a soluzioni appropriate e dettagli tecnici<br />

studiati ad hoc. Si tratta poi di utilizzare<br />

anche manodopera più specializzata che sappia<br />

leggere un disegno tecnico complesso e<br />

abbia conoscenza di attrezzature di montaggio<br />

specifiche e di sistemi di sicurezza per la<br />

protezione individuale maggiormente sicuri<br />

visti i pesi e le dimensioni degli elementi in<br />

acciaio. Nel complesso quindi, in ogni caso, la<br />

filiera dell’acciaio è sicuramente più precisa e<br />

controllata, e consente di valutare più precisamente,<br />

già in fase di progettazione, aspetti<br />

di dettaglio assai importanti durante l’esercizio<br />

della struttura quali le deformazioni e le<br />

dilatazioni e permette inoltre di verificare in<br />

cantiere le saldature, i serraggi e l’eventuale<br />

scostamento dalle indicazioni di norma e<br />

dalle specifiche del progetto.<br />

10. Una sua visione del futuro<br />

Penso che se tutti gli operatori potessero valutare<br />

in maniera esatta, grazie a dati parametrici<br />

messi a sistema, il valore e le potenzialità<br />

dell’acciaio, ci sarebbero nuove nicchie di<br />

mercato oggi esclusive del calcestruzzo. Servirebbe<br />

sicuramente l’appoggio delle università<br />

nella formazione di professionisti esperti<br />

in queste materie, e l’aggiornamento di costruttori<br />

di piccole e medie dimensioni che<br />

oggi non sempre possiedono il know-how.<br />

Sarebbe anche molto utile per il comparto<br />

avere una trattazione più chiara che permet-<br />

Massimo Peresso, architetto, si è formato<br />

come consulente di cantiere per i lavori<br />

delle acciaierie ITALSIDER di Taranto e Bagnoli,<br />

creandosi un’esperienza notevole<br />

nel settore della Progettazione costruttiva<br />

di dettaglio spinta sino all’elaborazione<br />

della “distinta di Taglio”, nonché alla verifica<br />

strutturale di costruzioni prefabbricate<br />

a struttura metallica e leghe leggere. Di<br />

seguito è passato a lavorare per la Icla, impresa<br />

di costruzioni, per la quale ha curato<br />

tra gli altri il cantiere per Nuova Sede della<br />

Facoltà di Giurisprudenza di Teramo. La<br />

carriera prosegue con la cura di prestigiosi<br />

lavori per la Astaldi (1997-2005), come direttore<br />

di cantiere prima, project manager<br />

poi e construction manager in lavori come<br />

il Nuovo Polo Fieristico di Rho-Pero – Milano<br />

dell’ Arch. M. Fuksas per un importo di<br />

lavori di quasi 700 milioni di euro.<br />

ta di valutare in modo esatto e ponderato diversi<br />

fattori, dalle incidenze di costo al metro<br />

quadro per una struttura in acciaio a quelle<br />

di posa in opera, a seconda che la struttura<br />

sia leggera, media o pesante, in termini chili/<br />

uomo ora che possono essere posati, grazie<br />

alle tecnologie di assemblaggio a secco. Valutando<br />

sull’intero ciclo produttivo il risparmio<br />

di tempo, dall’energia spesa e dissipata per<br />

realizzare il prodotto in officina e montaggio<br />

sino alle dimensioni ottimali necessarie per<br />

la scelta più congrua dei mezzi di trasporto<br />

con i quali raggiungere il sito di installazione.<br />

Su queste basi penso che l’uso dell’acciaio si<br />

svilupperebbe anche in comparti come la residenza,<br />

oggi negletti in Italia rispetto ad altri<br />

paesi come quelli anglosassoni, dimostrando<br />

la competitività della sua applicazione e la<br />

versatilità delle soluzioni, che per un appassionato<br />

dell’acciaio quale sono, sarebbe sicuramente<br />

un passo avanti verso lo sviluppo<br />

di un linguaggio comune tra architettura e<br />

costruzione.<br />

Dr. arch. Ingrid Paoletti<br />

Ricercatore di Tecnologie di Architettura,<br />

Politecnico di Milano<br />

Per la Lamaro Appalti ha seguito il cantiere<br />

del nuovo polo Fieristico di Roma dell’architetto<br />

Valle e le Torri Alfiere di Roma.<br />

Dal 2007 è Direttore Operativo del settore<br />

opere civili ed impiantistiche della Claudio<br />

Salini spa.<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 65


ATTUALITÀ<br />

Norma UNI 11262:<br />

un primato italiano per le<br />

scaffalature commerciali<br />

in acciaio di qualità<br />

Isabella Doniselli<br />

La Norma UNI 11262-1 per la progettazione e la costruzione<br />

di scaffalature commerciali in acciaio e il Marchio ACAI-SCQ,<br />

Scaffalature Commerciali di Qualità: utili strumenti di difesa<br />

e di qualificazione del mercato italiano del settore. Incontro<br />

di approfondimento con l’ing. Barbara Orsatti, responsabile<br />

dello sviluppo dell’attività del gruppo di lavoro<br />

Le aziende che costituiscono il Raggruppamento “ACAI Scaffalature<br />

Commerciali” hanno realizzato un importante obiettivo: la creazione<br />

di una guida pratica di progettazione, che sintetizza le più innovative<br />

metodologie di calcolo per il settore delle costruzioni delle scaffalature<br />

commerciali in acciaio, secondo gli standard previsti dalla<br />

norma UNI 11262-1.<br />

L’ambizioso progetto è stato realizzato con la competenza delle<br />

Aziende iscritte ad ACAI e del mondo universitario. Infatti, da tempo<br />

ACAI aveva sentito l’esigenza di disporre di uno strumento normativo<br />

tecnico che fornisse regole chiare per lo specifico prodotto realizzato<br />

in acciaio, dato che in Italia esisteva una sola norma di riferimento<br />

più generica, emessa dalla Commissione Mobili dell’Uni e valida<br />

appunto anche per i mobili. ACAI ha ritenuto che la specificità del<br />

prodotto realizzato in acciaio secondo regole ben definite meritasse<br />

una norma più puntuale. Sentita la Commissione Mobili dell’Uni al<br />

fine di evitare sovrapposizioni, con il coordinamento dell’ing. Stefano<br />

Calzolari, i tecnici ACAI hanno iniziato e portato avanti un lungo<br />

ed impegnativo iter di studio e sperimentazione, in collaborazione<br />

con l’Università di Trento e con il fattivo apporto di tutte le aziende<br />

associate.<br />

L’Università di Trento – in particolare il prof. Riccardo Zandonini e<br />

la prof.ssa Nadia Baldassino – ha fornito un contributo sostanziale,<br />

poiché si è fatta carico della concezione di tutta la parte sperimentale<br />

della norma, che è assolutamente indispensabile ai fini della<br />

determinazione dei parametri utili al calcolo e della validazione del<br />

prodotto. Il risultato finale è una perfetta sintesi mediata tra le diverse<br />

istanze scientifiche e industriali – osservano i protagonisti – benché<br />

l’interazione università/aziende non sia sempre stata facile poiché i due<br />

mondi hanno linguaggi diversi”. Grazie alla determinazione e al forte<br />

e costante impegno delle aziende, è stata concepita una norma che<br />

contiene metodi di progettazione, metodi di verifica e validazione<br />

della procedura, regole precise sui materiali e sperimentazione. Il<br />

<strong>documento</strong> è stato approvato dal Gruppo di lavoro UNI “Scaffalature<br />

metalliche”, è stato inviato ad inchiesta pubblica, ha subito correzioni<br />

e modifiche anche di tipo editoriale, è passato al vaglio della Commissione<br />

Acciaio SC3 che è garante della correttezza tecnica del<br />

contenuto delle norme e infine è stato pubblicato.<br />

Oggi, quindi, esiste una norma Uni di riferimento per le scaffalature<br />

commerciali in acciaio, la Norma UNI 11262-1. Ne approfondiamo<br />

la genesi e i contenuti insieme ai rappresentanti delle aziende associate<br />

e, col contributo dell’ing. Barbara Orsatti che ha seguito da<br />

vicino i lavori della commissione per la stesura della norma e che si<br />

occupa in prima persona del coordinamento del gruppo di lavoro<br />

finalizzato alla messa a punto e al “varo” del marchio SCQ, Scaffalature<br />

Commerciali di Qualità.<br />

“Si è iniziato – ricorda l’ing. Orsatti, ripercorrendo il cammino normativo<br />

– con la messa a punto di una sorta di ‘testo unico’, cioè un insieme<br />

di regolamenti tecnici per la progettazione e la gestione delle scaffalature<br />

commerciali, facendo tesoro dell’esperienza già maturata in ACAI nel<br />

comparto delle scaffalature industriali, che da anni ormai si è dotato di<br />

norme specifiche e di un Marchio di Qualità e Sicurezza, il Marchio CISI”.<br />

E’ stato evidenziato che per le scaffalature commerciali (a differenza<br />

di quanto avvenuto in passato per altre tipologie) si è scelto di puntare<br />

fin dall’inizio a scrivere una norma Uni, invece di passare dalla<br />

fase del “regolamento ACAI” da trasformare, eventualmente in un<br />

secondo tempo, in norma tecnica. Così si è costituito in seno all’Uni<br />

un Gruppo di Lavoro UNI/ACAI, dedicato alla stesura di una norma<br />

tecnica di progettazione specifica per le scaffalature commerciali di<br />

acciaio.<br />

“L’obiettivo si è rivelato ambizioso e ardito – commentano le aziende<br />

stesse – ed ha richiesto molto impegno da parte delle aziende. Infatti,<br />

66<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


così facendo, non ci si è limitati a ‘regolamentare’<br />

per così dire lo ‘status quo’ delle capacità<br />

e delle potenzialità delle singole imprese, ma<br />

si sono voluti fissare dei parametri ottimali,<br />

richiedendo così un ulteriore miglioramento<br />

delle attività produttive per garantire il rispetto<br />

dei criteri imposti dalla norma”.<br />

I CONTENUTI DELLA NORMA<br />

La norma UNI 11262-1, come si legge nella<br />

prima pagina del <strong>documento</strong>, fornisce istruzioni<br />

per la progettazione e la costruzione<br />

delle scaffalature commerciali di acciaio delle<br />

tipologie “centrali” (a gondola) e “a parete”<br />

(murali) specificamente destinate ad essere<br />

installate e utilizzate in supermercati di qualsiasi<br />

estensione o in qualsiasi altro esercizio<br />

commerciale, qualora esse siano progettate<br />

per portare su ciascuno dei propri ripiani un<br />

carico maggiore di 2,5 daN/dm 2 . (negli altri<br />

casi si applica la norma UNI 10988:2002).<br />

Per tali scaffalature la norma stabilisce:<br />

a) le caratteristiche meccaniche degli acciai<br />

da impiegare nella fabbricazione;<br />

b) i metodi di calcolo e verifica;<br />

c) le prove per la caratterizzazione degli elementi<br />

strutturali principali, al fine di ricavare<br />

conoscenze utili per il calcolo e per la validazione<br />

dei progetti.<br />

Tolleranze, requisiti per il corretto montaggio,<br />

prescrizioni per la manutenzione, criteri<br />

di sicurezza nell’utilizzo saranno trattati nella<br />

parte 2 della norma, di prossima pubblicazione.<br />

Nonostante riguardi esclusivamente scaf-<br />

falature in acciaio destinate all’impiego in<br />

strutture della grande distribuzione, “la norma<br />

UNI 11262 – commenta Orsatti – eredita<br />

l’impostazione che le aziende produttrici<br />

hanno maturato facendo parte del settore<br />

delle scaffalature industriali, vale a dire una<br />

consuetudine ed una spiccata attenzione per<br />

le problematiche strutturali”.<br />

Va sottolineato il fatto che vi è un intero capitolo<br />

che riguarda i materiali e che impone<br />

l’impiego di acciai strutturali con particolari<br />

caratteristiche (vedi box 1 e 2) per la realizzazione<br />

delle parti portanti della scaffalatura.<br />

Inoltre focalizza l’attenzione sulla gestione<br />

dei materiali, rendendo obbligatorio che<br />

l’azienda costruttrice dimostri di possedere<br />

un sistema certificato di gestione dei materiali<br />

che ne garantisca la qualità.<br />

Nella sezione del <strong>documento</strong> che riguarda il<br />

calcolo vengono stabilite le regole, vengono<br />

fornite indicazioni per evidenziare quelli che<br />

sono i punti critici di questo tipo di strutture,<br />

riferendosi sempre alle norme tecniche nazionali<br />

e agli Eurocodici, vengono indicati i<br />

punti che preferibilmente andrebbero testati<br />

sperimentalmente.<br />

Un intero capitolo è dedicato alle prove sperimentali<br />

che devono comprendere:<br />

• prove sulle connessioni mensola-montante<br />

• prove sulle connessioni base di appoggiomontante<br />

• prove di flessione sui montanti<br />

• prove descritte nella norma UNI 10988:<br />

2002<br />

• prove su configurazioni a dimensione reale<br />

di validazione del calcolo.<br />

Le aziende tengono ad evidenziare l’importanza<br />

del collaudo finale previsto dalla norma<br />

UNI 11262 e consistente in una serie di<br />

prove al vero su un prodotto a campione.<br />

La seconda parte della Norma UNI 11262<br />

- che, come si è detto, è attualmente allo<br />

stato di progetto - riguarda fornitura, uso e<br />

manutenzione. Contiene una serie di indicazioni<br />

che danno valore aggiunto al prodotto<br />

finale, poiché quando sarà operativa anche<br />

questa parte della norma, il marchio potrà<br />

riferirsi sia alla parte progettazione e calcolo,<br />

sia agli aspetti più di taglio aziendale, che<br />

impegnano il fabbricante a fornire elementi<br />

aggiuntivi inerenti alla qualità e alla sicurezza<br />

della scaffalatura, anche in ottemperanza<br />

agli obblighi previsti dalla legislazione italiana<br />

in materia di sicurezza.<br />

Attualmente anche in ambito internazionale<br />

è in atto un vivace risveglio di interesse<br />

per una normativa di qualità e sicurezza nel<br />

campo delle scaffalature commerciali. Soprattutto<br />

in Francia l’esigenza è particolarmente<br />

sentita e se ne sono fatti portavoce<br />

proprio gli utilizzatori, cioè le maggiori catene<br />

della grande distribuzione, che hanno<br />

chiesto di poter disporre di una normativa<br />

in materia.<br />

È evidente che i tempi sarebbero maturi per<br />

l’avvio dell’iter per l’elaborazione di una norma<br />

europea in materia, ma occorre attivare<br />

un coordinamento tra le diverse istanze e le<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 67


diverse esigenze dei produttori e degli utilizzatori<br />

dei vari paesi, ponendosi come obiettivo<br />

ultimo la messa a punto di una norma<br />

CEN.<br />

DALLA NORMA AL MARCHIO<br />

Alle aziende ACAI del Raggruppamento<br />

Scaffalature Commerciali va riconosciuto<br />

senza dubbio il merito di aver per prime<br />

non solo in Italia, ma a livello europeo, sentito<br />

l’esigenza di individuare e di ufficializzare<br />

delle regole di progettazione e di fabbricazione<br />

che fossero chiare e condivise, a vantaggio<br />

della qualità e della sicurezza dei loro<br />

prodotti.<br />

“L’iniziativa è meritoria e va sottolineata l’entità<br />

dell’impegno che ha richiesto e degli sforzi<br />

che le aziende hanno compiuto volontariamente<br />

per arrivare al risultato – sottolinea<br />

l’ing. Orsatti – Hanno messo a disposizione il<br />

loro know-how, la loro esperienza maturata<br />

in anni e anni di attività nel settore. Si sono<br />

sottoposte ad autocritica e si sono impegnate<br />

in modifiche e miglioramenti del loro stesso<br />

‘modus operandi’ ogni volta che la sperimentazione<br />

e la conseguente implementazione<br />

delle conoscenze suggeriva di farlo. E infine<br />

hanno sposato l’idea moderna e lungimirante<br />

di rendere i risultati raggiunti disponibili<br />

per tutti, ufficializzandoli in una norma che è<br />

risultata essere la prima in assoluto in ambito<br />

europeo per il comparto delle scaffalature<br />

commerciali e che ora è presa a modello da<br />

altri”.<br />

Per promuovere e valorizzare sul mercato<br />

la valenza della norma UNI 11262 come<br />

strumento di qualificazione e di difesa del<br />

mercato italiano delle scaffalature commerciali,<br />

facilitando anche il riconoscimento di<br />

quelle aziende che tanto si sono impegnate<br />

per raggiungere l’importante obiettivo e<br />

che sono in grado di produrre con elevato<br />

grado di qualità e sicurezza, le Aziende associate<br />

ad ACAI hanno deliberato di istituire<br />

il marchio di prodotto SCQ, Scaffalature<br />

Commerciali di Qualità; il marchio verrà<br />

RIFERIMENTI NORMATIVI<br />

• UNI 10988:2002 Arredamento per esercizi commerciali<br />

Scaffalature Terminologia, requisiti di sicurezza e<br />

metodi di prova<br />

• UNI EN 1993-1-1 Eurocodice 3 - Progettazione delle<br />

strutture di acciaio - Parte 1-1: Regole generali e regole<br />

per gli edifici<br />

• UNI EN 1993-1-3 Eurocodice 3 - Progettazione delle<br />

strutture di acciaio - Parte 1-3: Regole generali - Regole<br />

supplementari per l’impiego dei profilati e delle<br />

lamiere sottili piegati a freddo<br />

• UNI EN 10025-2 Prodotti laminati a caldo di acciai<br />

per impieghi strutturali - Parte 2: Condizioni tecniche<br />

di fornitura di acciai non legati per impieghi strutturali<br />

• UNI EN 10025-3 Prodotti laminati a caldo di acciai<br />

per impieghi strutturali - Parte 3: Condizioni tecniche<br />

di fornitura di acciai per impieghi strutturali saldabili<br />

a grano fine allo stato normalizzato/normalizzato<br />

laminato<br />

• UNI EN 10025-4 Prodotti laminati a caldo di acciai<br />

per impieghi strutturali - Parte 4: Condizioni tecniche<br />

di fornitura di acciai per impieghi strutturali saldabili<br />

a grano fine ottenuti mediante laminazione termomeccanica<br />

• UNI EN 10051 Lamiere e nastri laminati a caldo in<br />

continuo, non rivestiti, di acciai non legati e legati -<br />

Tolleranze dimensionali e di forma<br />

• UNI EN 10130 Prodotti piani laminati a freddo, di<br />

acciaio a basso tenore di carbonio per imbutitura o<br />

piegamento a freddo - Condizioni tecniche di fornitura<br />

• UNI EN 10131 Prodotti piani laminati a freddo, non<br />

rivestiti e rivestiti con zinco o con zinco-nichel per<br />

via elettrolitica, di acciaio a basso tenore di carboni<br />

e ad alto limite di snervamento, per imbutitura e<br />

piegamento a freddo - Tolleranze sulla dimensione<br />

e sulla forma<br />

• UNI EN 10142 Lamiere e nastri di acciaio a basso<br />

tenore di carbonio, zincati per immersione a caldo<br />

in continuo, per formatura a freddo Condizioni tecniche<br />

di fornitura<br />

• UNI EN 10143 Lamiere sottili e nastri di acciaio con<br />

rivestimento applicato per immersione a caldo in<br />

continuo - Tolleranze sulla dimensione e sulla forma<br />

• UNI EN 10149-2 Prodotti piani laminati a caldo di<br />

acciai ad alto limite di snervamento per formatura a<br />

freddo - Condizioni di fornitura degli acciai ottenuti<br />

mediante laminazione termomeccanica<br />

• UNI EN 10149-3 Prodotti piani laminati a caldo di<br />

acciai ad alto limite di snervamento per formatura a<br />

freddo - Condizioni di fornitura degli acciai normalizzati<br />

o laminati normalizzati<br />

• UNI EN 10204 Prodotti metallici - Tipi di documenti<br />

di controllo<br />

• UNI EN 10210-1 Profilati cavi finiti a caldo di acciai<br />

non legati e a grano fine per impieghi strutturali -<br />

Parte 1: Condizioni tecniche di fornitura<br />

• UNI EN 10210-2 Profilati cavi finiti a caldo di acciai<br />

non legati e a grano fine per impieghi strutturali -<br />

Parte 2: Tolleranze, dimensioni e caratteristiche del<br />

profilo<br />

• UNI EN 10219-1 Profilati cavi formati a freddo di<br />

acciai non legati e a grano fine per strutture saldate<br />

- Parte 1: Condizioni tecniche di fornitura<br />

• UNI EN 10219-2 Profilati cavi formati a freddo di<br />

acciai non legati e a grano fine per strutture saldate<br />

- Parte 2: Tolleranze, dimensioni e caratteristiche del<br />

profilo<br />

• UNI EN 10268 Prodotti piani laminati a freddo di acciaio<br />

ad alto limite di snervamento per formatura a<br />

freddo - Condizioni tecniche di fornitura<br />

• UNI EN 10326 Nastri e lamiere di acciaio per impieghi<br />

strutturali rivestiti per immersione a caldo in<br />

continuo - Condizioni tecniche di fornitura<br />

68<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


concesso esclusivamente alle aziende operanti<br />

con sistema di gestione della qualità<br />

certificato ISO 9001:2000 che, dopo verifica,<br />

abbiano dimostrato di soddisfare completamente<br />

i requisiti imposti dalla norma<br />

UNI 11262-1.<br />

La decisione di proporre la nascita di un vero<br />

e proprio Marchio di prodotto, attestato da<br />

una certificazione di parte terza, rilasciata da<br />

un Ente di certificazione riconosciuto è stata<br />

approvata all’unanimità nell’ultima Assemblea<br />

della Sezione Scaffalature.<br />

Ciò significa che a breve verrà varato un<br />

idoneo schema certificativo, sviluppato dall’Ente<br />

di certificazione sulla base dei requisiti<br />

della Norma UNI 11262, secondo il quale<br />

verranno svolte le ispezioni annuali delle<br />

aziende. Le verifiche ispettive saranno volte<br />

ad accertare il rispetto dei requisiti della norma<br />

in tutte le fasi di concezione, progettazione<br />

e fabbricazione del prodotto.<br />

Se le verifiche daranno esito positivo, verrà<br />

rilasciato un certificato che consentirà all’Azienda<br />

di vendere i prodotti certificati con<br />

il Marchio SCQ.<br />

UNI 11262 – I MATERIALI<br />

Prospetto 1<br />

Acciai strutturali per formatura a freddo<br />

Norme di prodotto<br />

Prodotto<br />

Condizioni tecniche Tolleranze<br />

di fornitura<br />

Acciai non legati strutturali UNI EN 10025-2 UNI EN 10051<br />

Acciaio a grano fine strutturale UNI EN 10025-3<br />

UNI EN 10051<br />

UNI EN 10025-4<br />

UNI EN 10210-1<br />

UNI EN 10219-1<br />

UNI EN 10210·2<br />

UNI EN 10219-2<br />

Acciai strutturali ad alto limite di UNI EN 10149-2<br />

UNI EN 10051<br />

snervamento per formatura a freddo UNI EN10149-3<br />

Acciai per impieghi strutturali rivestiti UNI EN 10326 UNI EN 10143<br />

per immersione a caldo in continuo<br />

Prospetto 2<br />

Acciai non strutturali per formatura a freddo<br />

Norme di prodotto<br />

Prodotto<br />

Condizioni tecniche<br />

di fornitura<br />

Tolleranze<br />

Acciai microlegati laminati a freddo ad UNI EN 10268 UNI EN 10131<br />

alto limite di snervamento per formatura<br />

a freddo<br />

Acciai a basso tenore di carbonio laminati<br />

a freddo per formatura a freddo<br />

Acciai a basso tenore di carbonio zincati<br />

a caldo in continuo per deformazione a<br />

freddo<br />

UNIEN10130 UNIEN 10131<br />

UNI EN 10142 UNI EN 10143<br />

LE AZIENDE DEL RAGGRUPPAMENTO ACAI “SCAFFALATURE COMMERCIALI”<br />

Il Raggruppamento ACAI Scaffalature Commerciali<br />

è ora pertanto impegnato a tutto<br />

campo nell’azione di promozione del marchio<br />

e delle sue ricadute in termini di qualificazione<br />

dei prodotti italiani, nella consapevolezza<br />

che i contenuti della norma UNI<br />

11262-1 e del marchio SCQ costituiscono un<br />

vero fiore all’occhiello dell’industria italiana e<br />

un valido strumento di difesa e di qualificazione<br />

del mercato.<br />

• Armes S.p.A., Vicenza<br />

armes@armes.it - www.armes.it<br />

• Caem Magrini S.p.A., Subbiano (Ar)<br />

info@caem.it - www.caem.it<br />

• Cefla S.C., Imola (Bo)<br />

Ceflaarr@cefla.it<br />

www.ceflaarredamenti.com<br />

• Euroduto S.p.A., Sona (Vr)<br />

euroduto@euroduto.it - www.euroduto.it<br />

• Intrac S.p.A., Rovigo<br />

info@intrac.it - www.intrac.it<br />

• La Fortezza S.p.A., Scarperia (Fi)<br />

marketing@lafortezza.com<br />

www.lafortezza.com<br />

• Rosss S.p.A., Scarperia (Fi)<br />

rosss@rosss.it - www.rosss.it<br />

• Metalsistem S.p.A., Rovereto (TN)<br />

info@metalsistem.com - www.metalsistem.com<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 69


TESI DI LAUREA<br />

Proprietà meccaniche<br />

e resistenza alla<br />

corrosione di componenti<br />

protetti mediante<br />

zincatura a caldo<br />

Lorenzo Redolfi<br />

Fig. 1 - Rivestimento prodotto con il trattamento di zincatura<br />

Fig. 2 - Particolare della superficie di frattura nel campione zincato<br />

Per proteggere dalla corrosione strutture e manufatti d’acciaio di<br />

medie e grandi dimensioni l’uomo ha a sua disposizione un ampio<br />

ventaglio di opportunità, che vanno dalla verniciatura ai rivestimenti<br />

metallici. Tra questi, la zincatura a caldo è, attualmente, uno dei<br />

rivestimenti metallici più diffusi. Il suo impiego è in costante incremento<br />

grazie ai ridotti tempi di applicazione, al costo limitato e alle<br />

elevate prestazioni garantite.<br />

Il rivestimento di zinco viene depositato mediante immersione del<br />

componente in un bagno contenente zinco fuso e piccole percentuali<br />

di altri elementi. I rivestimenti così prodotti aderiscono in<br />

modo ottimale al substrato grazie alla formazione di diversi strati di<br />

leghe ferro-zinco. La grande capacità protettiva di tali rivestimenti è<br />

dovuta sia all’effetto barriera sia al fatto che, qualora lo strato protettivo<br />

sia difettoso oppure venga danneggiato, lo zinco, fungendo da<br />

anodo sacrificale, protegga il substrato d’acciaio [1].<br />

Nel bagno vengono aggiunte piccole quantità di elementi allo<br />

scopo di migliorare la bagnabilità e le caratteristiche estetiche del<br />

rivestimento[2-3]. Il piombo agevola la fluidificazione dello zinco<br />

fuso e consente di ottenere un risultato ottimale sia dal punto di<br />

vista estetico che di protezione ma, purtroppo, il suo impiego impone<br />

grande attenzione per la tutela della salute e dell’ambiente;<br />

per questo motivo, la percentuale di tale elemento pesante deve<br />

essere ridotta.<br />

In questa direzione si inseriscono le recenti normative europee in<br />

termini di controllo degli elementi inquinanti. Per questa ragione<br />

molte zincherie si sono trovate di fronte alla necessità di dover variare<br />

la composizione del bagno per adempiere alle disposizioni<br />

comunitarie.<br />

Sono state proposte diverse soluzioni legate, in particolare, all’impiego<br />

di stagno o bismuto [4,5]. Le conseguenze della sostituzione<br />

del piombo con altri elementi non sono state ancora indagate in<br />

modo approfondito. Sebbene lavori e sperimentazioni dedicate siano<br />

molto rare, alcuni esperti di zincatura unitamente a costruttori<br />

di strutture di acciaio paventano che la scelta del bagno di deposizione<br />

possa influenzare negativamente le proprietà meccaniche<br />

del substrato, diminuendo in particolare la tenacità a frattura e la<br />

resistenza a fatica di componenti zincati [6-7].<br />

Il lavoro presentato vuole indagare se effettivamente vi sia un decremento<br />

nelle proprietà meccaniche e se vi siano delle variazioni<br />

nella resistenza alla corrosione.<br />

Sono stati confrontati due bagni: il primo è un bagno di zincatura<br />

tradizionale (contenente piombo), il secondo è innovativo (esente<br />

da piombo e con una percentuale molto ridotta di bismuto).<br />

L’attività sperimentale è stata condotta su campioni di acciaio S 275J<br />

(secondo lo standard EN 10025), un tipico acciaio da costruzione,<br />

che si presta ad essere zincato a caldo. Sono stati impiegati campioni<br />

di 3 geometrie differenti: campioni a clessidra per la determinazione<br />

delle proprietà meccaniche a trazione, campioni intagliati<br />

per valutare l’effetto di concentrazione delle tensioni e campioni<br />

70<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


C(T) compact tension per prove di tenacità<br />

a frattura.<br />

Le metallografie condotte sui campioni zincati<br />

hanno mostrato dei rivestimenti molto<br />

simili e confrontabili con quanto presente<br />

in letteratura. In entrambi i casi sono stati<br />

rilevati spessori di circa 100 μm. Sono evidenti<br />

le fasi ferro-zinco (più ricche in ferro in<br />

prossimità del substrato), tipiche di questi<br />

componenti. Sono inoltre presenti cricche,<br />

soprattutto nelle fasi Γ e δ che, in certi casi,<br />

possono essere riscontrate anche nella fase<br />

ζ. La presenza di questi difetti nel ricoprimento<br />

è frequentemente riscontrata nella<br />

pratica ed è riconducibile alla contrazione<br />

volumetrica differenziale tra lo zinco ed il<br />

substrato durante il raffreddamento.<br />

Le superfici dei campioni sono state ulteriormente<br />

esaminate al microscopio elettronico<br />

a scansione per acquisire anche<br />

informazioni sulla presenza di elementi chimici<br />

in prossimità degli apici delle cricche.<br />

Tali verifiche sono state motivate dai timori<br />

riportati in letteratura in merito all’accumulo<br />

anomalo all’apice della cricca di elementi<br />

chimici provenienti dal bagno di zincatura.<br />

In tutti i C(T), sia zincati con bagno tradizionale<br />

che innovativo, è stata verificata la<br />

penetrazione dello zinco all’interno della<br />

fessura. Nelle vicinanze dell’apice della fessura<br />

sono state rilevate fasi intermetalliche<br />

molto ricche in ferro (probabilmente a causa<br />

della limitata presenza dello zinco), che<br />

favorisce la creazione di composti ricchi di<br />

questo elemento. Lo zinco è sempre riuscito<br />

a colmare la fessura. Non è mai stato osservato<br />

un accrescimento della fessura causato<br />

dal trattamento di deposizione. L’analisi<br />

chimica ha inoltre rilevato la presenza solo<br />

di zinco, ferro e manganese (questo ultimo<br />

derivante dal substrato d’acciaio) all’apice<br />

della fessura. Solamente alla radice dell’intaglio<br />

ed in corrispondenza del rivestimento<br />

di zinco sul percorso superficiale della fessura<br />

sono state rinvenute tracce di bismuto<br />

e piombo. Questo ultimo, presente solo nel<br />

bagno tradizionale, è chiaramente visibile<br />

sotto forma di piccoli precipitati chiari.<br />

Le prove di trazione eseguite su campioni<br />

ad “osso di cane”, hanno consentito di rilevare<br />

le proprietà meccaniche sia di elementi<br />

grezzi che zincati. Tra questi ultimi non sono<br />

state riscontrate variazioni significative nella<br />

resistenza statica del materiale. Pertanto si<br />

può asserire che la deposizione non vada<br />

ad affliggere né la resistenza a trazione né<br />

l’allungamento a rottura. I risultati ottenuti<br />

sui campioni con intaglio a V non hanno<br />

fornito dati contrastanti. Anche in presenza<br />

di uno stato triassiale di sforzo non viene<br />

osservato nessun effetto di infragilimento<br />

introdotto con il processo di deposizione.<br />

I campioni C(T) di meccanica della frattura<br />

hanno permesso di rilevare dati inattesi.<br />

L’analisi di tali campioni ha fornito valori del<br />

fattore di intensità degli sforzi KQ che mostrano<br />

un effetto benefico sulla resistenza a<br />

frattura. Quindi è lecito dire che nessuno dei<br />

due bagni induca un qualche fenomeno di<br />

infragilimento, ma l’esatto contrario, con un<br />

lieve incremento nella resistenza a frattura.<br />

L’aumento di K Q<br />

è maggiore della deviazione<br />

standard dei risultati sperimentali, fatto<br />

che porta ad escludere una fluttuazione<br />

statistica dei dati. Infine i campioni sottoposti<br />

solamente ai trattamenti di decapaggio<br />

e di pre-riscaldamento propedeutici alla<br />

zincatura non hanno evidenziato il medesimo<br />

miglioramento manifestato dai campioni<br />

zincati rispetto a quelli tal quali. Tale<br />

miglioramento sembra quindi attribuibile<br />

solo alla deposizione dello zinco.<br />

Gli ultimi due provini della campionatura<br />

sono stati impiegati per ricavare un parametro<br />

valido di meccanica della frattura atto a<br />

quantificare l’entità dell’aumento di tenacità<br />

a frattura indotto dal processo di zincatura a<br />

caldo. Sono state condotte prove di meccanica<br />

della frattura in campo elasto-plastico,<br />

in modo da esprimere la tenacità a frattura<br />

in termini di J IC<br />

(parametro valido in campo<br />

sia elastico che elasto-plastico). Si osserva<br />

in particolare come il processo di zincatura<br />

porti ad un incremento del valore di tenacità<br />

a frattura da quasi 70 kPa•m a 150 kPa•m.<br />

Tale incremento indica ad ogni modo un effetto<br />

benefico della zincatura sulla tenacità<br />

a frattura.<br />

Le prove di corrosione hanno confermato<br />

quanto era ragionevole attendersi; in<br />

nessun caso sono state rilevate differenze<br />

significative tra il comportamento del rivestimento<br />

ottenuto mediante zincatura con<br />

bagno tradizionale e innovativo. Pertanto<br />

non vi sono ragioni che inducano a sconsigliare<br />

l’uso di quello esente da piombo.<br />

Lorenzo Redolfi<br />

Università degli Studi di Trento<br />

Relatori: dr. ing. Stefano Rossi,<br />

prof. ing. Virgilio Montanari<br />

Correlatore: ing. Matteo Benedetti.<br />

Tesi premiata nell’ambito del concorso<br />

indetto da Acai/Collegio degli Ingegneri di<br />

Padova, Comitato “costruire con l’Acciaio”,<br />

C.T.A. (Collegio dei Tecnici dell’Acciaio), rivista<br />

“Costruzioni Metalliche”, a.a 2007-2008<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

[1] – S. Rossi: I rivestimenti metallici per la protezione<br />

contro la corrosione, ASSIM, Amorth, Trento,<br />

2003.<br />

[2] – G. Vourlias, N. Pistofidis, G. Stergioudis, E. Pavlidou,<br />

D. Tsipas: Influence of alloying elements on the<br />

structure and corrosion resistance of galvanized<br />

coatings, Phys. Stat. Sol., 201, 1518 (2004).<br />

[3] – R. Fratesi, N. Ruffini, M. Malavolta, T. Bellezze:<br />

Contemporary use of Ni and Bi in hot-dip galvanizing,<br />

Surface and Coatings Technology, vol. 157, 34<br />

(2002).<br />

[4] – P.C. Camurri, G.R. Benavente, S.I. Roa, C.C. Carrasco:<br />

Deformation and fatigue behaviour of hot<br />

dip galvanized coatings, Materials Characterization<br />

55, 203 (2005).<br />

[5] – N. Katiforis, G. Papadimitriou: Influence of<br />

copper, cadmium and tin addition in the galvanizing<br />

bath on the structure, thickness and cracking<br />

behaviour of the galvanized coatings, Surface and<br />

Coatings Technology, 78, 185 (1996).<br />

[6] – E. Tzimas, G. Papadimitriou: Cracking mechanisms<br />

in high temperature hot-dip galvanized coatings,<br />

Surface and Coatings Technology, 145, 176<br />

(2001).<br />

[7] – G. Reumont, J.B. Vogta, A. Iost, J. Foct: The effects<br />

of an Fe_Zn intermetallic-containing coating<br />

on the stress corrosion cracking behaviour of a hotdip<br />

galvanized steel, Surface and Coatings Technology,<br />

139, 265 (2001).<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 71


2008 ECCS AWARD FOR STEEL BRIDGES<br />

1 o Premio ECCS<br />

per i ponti in acciaio 2008<br />

Il primo Premio europeo riguardante i ponti in acciaio ci dà<br />

modo di presentare, mediante fotografie eccellenti, i ponti<br />

in acciaio ed a struttura composta acciaio-calcestruzzo che si<br />

sono distinti in occasione del concorso promosso nel 2008 dalla<br />

Eccs (European Convention for Constructional Steelwork) in<br />

concomitanza con la “7ª Conferenza internazionale dei ponti<br />

metallici” svoltasi a Guimarães in Portogallo dal 4 al 6 giugno<br />

2008.<br />

Completiamo la presentazione dei ponti metallici considerevoli,<br />

iniziata col n° 1/2009, con l’illustrazione dei viadotti “Arroyo<br />

Las Piedras”, costruito in Spagna, e St: Kilian, costruito in<br />

Germania.<br />

Entrambe le opere rientrano nella categoria ponti stradali,<br />

autostradali e ferroviari.<br />

ROAD, HIGHWAY AND RAILWAYS BRIDGES<br />

Certificate of excellence: Gustave Flaubert lifting bridge (Francia)<br />

Certificate of merit: Extending the lifespan of the Luis I bridge<br />

(Portogallo)<br />

Certificate of merit: Fabian way bridge (Gran Bretagna)<br />

Certificate of merit: Viaduct of Monestier de Clermont (Francia)<br />

Certificate of merit: “Arroyo Las Piedras” viaduct (Spagna)<br />

Certificate of nomination: Viaduct St. Lilian (Germania)<br />

PEDESTRIAN AND CYCLES BRIDGES<br />

Certificate of excellence: Tri-countries bridge(Francia e Germania)<br />

Certificate of merit: Nescioburg cycle bridge (Olanda)<br />

Certificate of nomination: Footbridge Ypsilon (Norvegia)<br />

ECCS AWARD FOR STEEL BRIDGES<br />

2008<br />

ECCS<br />

CECM<br />

EKS<br />

72<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


CERTIFICATE OF NOMINATION<br />

CATEGORIA PONTI STRADALI, AUTOSTRADALI E FERROVIARI<br />

«ARROYO LAS PIEDRAS»<br />

VIADUCT<br />

HSRL Cordoba-Malaga,<br />

Spain<br />

Category:<br />

Road, highway and railway bridges<br />

Owner<br />

Adif<br />

Engineers<br />

Ideam SA<br />

General contractor<br />

Altec<br />

Steelwork Contractor<br />

Megusa<br />

Completion date<br />

March 2006<br />

Total length: 1 208,90 m<br />

Main span: 63,50 m<br />

Height of piers between 10 m and 92 m<br />

Cross section: strict box girder 4,26 m<br />

deep<br />

No intermediate expansion joints between<br />

abutments<br />

Typology: continuous steel-concrete<br />

composite beam. Double composite steelconcrete<br />

action<br />

Erection by incremental launching<br />

method<br />

268 kg/m2 of S355J2W weathering steel<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 73


CERTIFICATE OF NOMINATION<br />

CATEGORIA PONTI STRADALI, AUTOSTRADALI E FERROVIARI<br />

VIADUCT ST. KILIAN<br />

Schleusingen, Germany<br />

Category:<br />

Road, highway and railway bridges<br />

Owner<br />

Deges GmbH<br />

Engineers<br />

Weyer Beratende Ingenieure GmbH<br />

Steelwork Contractor<br />

MCE Stahl und Maschinebau GmbH & Co<br />

Completion date<br />

December 2006<br />

Spans: 55,35 - 5 x 61,5 - 49,2 - 36,9 = 448,95 m<br />

Total tonnage: 2 890 t<br />

Supporting structure: three-chord truss<br />

system below each carriageway with one<br />

bottom chord and steel tube diagonals<br />

being combined with the carriageway<br />

slab into a composite section.<br />

The Carriageway slab: thickness of 1,06 m<br />

near the top chords and the diagonals, of<br />

32 cm at the centre of the slab and of 23<br />

cm at the sides.<br />

Visible bottom chords and diagonals: hotfinished<br />

seamless tubes (material S355 J2H<br />

Ø 610 mm or Ø 298,5 mm).<br />

Top steel chords encased in concrete<br />

(material S355 J2G3).<br />

Bottom chord truss joints are cast joints<br />

(material GS°20Mn5v).<br />

Truss geometry required production of<br />

210 cast joints, eight basic types of joints.<br />

The Carriageway slab: concrete quality<br />

C45/55) pre-stressed longitudinally.<br />

74<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


La questione degli interessi dovuti dalla P.A. nel caso di ritardo nel<br />

pagamento del prezzo convenuto per l’esecuzione di un appalto di<br />

opere pubbliche è spesso trascurata dalle imprese appaltatrici che,<br />

sapendo di aver a che fare con un interlocutore forte, si accontentano<br />

di percepire, anche in ritardo, il compenso dell’opera contrattualmente<br />

pattuito, rinunziando ad un loro diritto effettivamente<br />

e concretamente tutelabile. Una rinunzia spesso molto costosa in<br />

termini economici visto la rilevanza degli importi contrattuali. Per<br />

“entrare” nella materia è opportuna una breve introduzione.<br />

L’obbligazione del committente di corrispondere all’impresa il<br />

prezzo contrattualmente convenuto, in virtù della sua natura di<br />

debito di valuta, è sottoposta al principio nominalistico sancito<br />

dall’art. 1277 del c.c. 1 , secondo il quale per il pagamento di un’obbligazione<br />

pecuniaria si deve avere riguardo alla sola equivalenza<br />

numerica del debito in danaro. In parole povere, ciò significa che<br />

contratto un debito per un certo importo in un dato momento<br />

storico, a distanza di anni dovrò corrispondere al mio creditore la<br />

stessa somma di denaro e ciò anche se quell’importo avrà, di fatto,<br />

un potere d’acquisto molto inferiore.<br />

Tuttavia il danaro è un bene produttivo di frutti (civili) denominati<br />

interessi che il debitore deve corrispondere a vario titolo.<br />

Tradizionalmente, in ragione della loro natura, si distinguono due<br />

grandi categorie di interessi: gli interessi corrispettivi e gli interessi<br />

moratori.<br />

Gli interessi corrispettivi (art. 1282 c.c.) 2 rappresentano il compenso<br />

che il debitore deve corrispondere per l’uso del danaro, ossia<br />

per il vantaggio che esso ritrae dal trattenere presso di sé somme<br />

spettanti al creditore. L’unico presupposto per la produzione di tali<br />

interessi è che il credito da cui originano sia liquido (vale a dire<br />

determinato o facilmente determinabile nel suo ammontare) ed<br />

esigibile (vale a dire scaduto), non essendo necessaria alcuna preventiva<br />

specifica richiesta né alcuna colpa nel ritardo attribuibile<br />

al debitore.<br />

Gli interessi moratori (art. 1224 c.c.) 3 , invece, sono quelli dovuti dal<br />

debitore a seguito della sua messa in mora da parte del creditore<br />

e valgono a coprire il danno subito da esso a causa della comportamento<br />

colposo del primo, salva la risarcibilità del danno ulteriore<br />

che sia specificamente dimostrato.<br />

Circa la loro misura, sia per gli interessi corrispettivi che per i moratori,<br />

essa può essere determinata dalla legge (e si parlerà allora<br />

di interessi legali) o dall’accordo scritto ad substantiam intervenuto<br />

tra le parti (e si avranno così interessi convenzionali), le quali saranno<br />

libere di determinarne il saggio entro il limite della soglia c.d.<br />

usuraria.<br />

Il tema degli interessi per il ritardato pagamento dovuti dalla stazione<br />

appaltante all’impresa esecutrice dei lavori pubblici è disciplinato<br />

dal Codice degli appalti (D.Lgs 12.04.06 n. 163) in modo<br />

sostanzialmente analogo alla previgente normativa disposta dalle<br />

Legge Quadro (L.109/1994) e dalle relative norme regolamentari<br />

Gli interessi per<br />

ritardato pagamento<br />

Tommaso Pellegrini, Massimo Viviani<br />

(D.P.R. 554/1999 regolamento d’attuazione; D.M. 145/2000 regolamento<br />

recante il capitolato generale d’appalto).<br />

L’art. 133 del D.Lgs. 163/06 recita: “In caso di ritardo nella emissione<br />

dei certificati di pagamento o dei titoli di spesa relativi agli acconti<br />

e alla rata del saldo rispetto alle condizioni e ai termini stabiliti dal<br />

contratto, che non devono comunque superare quelli fissati dal regolamento<br />

generale di cui all’art. 5, spettano all’esecutore dei lavori gli<br />

interessi legali e moratori, questi ultimi nella misura accertata annualmente<br />

con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di<br />

concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze…”.<br />

L’unica importante novità di rilievo riguarda l’estensione dell’obbligo<br />

della amministrazione appaltante di corrispondere gli interessi<br />

dal solo caso, originariamente previsto, del ritardo nell’emissione<br />

dei certificati e/o mandati di pagamento degli acconti a quello relativo<br />

al ritardo concernente la rata di saldo, precedentemente non<br />

menzionata dall’art. 26 della L.109/1994.<br />

Dalla lettura dell’articolo in commento si evince che il legislatore<br />

ha inteso riprendere la tradizionale distinzione tra interessi corrispettivi<br />

e moratori, sulla quale ci siamo in precedenza soffermati,<br />

e che assume rilevanza rispetto alle indicazioni integrative contenute<br />

negli artt. 29 e 30 del D.M. 145/2000 e ripresi dallo schema di<br />

regolamento di esecuzione ed attuazione del recente codice degli<br />

appalti. (artt. 143 e 144).<br />

Tali disposizioni indicano i termini massimi - da cui il contratto di<br />

appalto ed il capitolato speciale possono discostarsi fissandone<br />

di minori - entro i quali la P:A. deve provvedere alle attività di sua<br />

competenza, relative alla regolazione del corrispettivo dovuto all’impresa<br />

appaltatrice.<br />

In particolare:<br />

- l’emissione dei certificati di pagamento relativi agli acconti deve<br />

avvenire entro e non oltre quarantacinque giorni dalla maturazione<br />

di ogni S.A.L.;<br />

- il pagamento dell’acconto deve avvenire non oltre i trenta giorni<br />

decorrenti dalla data di emissione del certificato;<br />

- il pagamento del saldo deve avvenire non oltre il novantesimo<br />

giorno dall’emissione del certificato provvisorio di collaudo o del<br />

certificato di regolare esecuzione dell’opera.<br />

L’inutile decorrenza dei termini così indicati, per causa imputabile<br />

L’OPINIONE<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 75


alla stazione appaltante, determina a suo<br />

carico:<br />

a) per il caso di mancata emissione del certificato<br />

di pagamento nel termine suindicato,<br />

l’obbligo di corrispondere all’esecutore<br />

gli interessi corrispettivi al tasso legale sulle<br />

somme dovute sino al momento di emissione<br />

del certificato. Se tale ritardo supera i<br />

sessanta giorni, dal giorno successivo sono<br />

dovuti gli interessi moratori, nella misura<br />

specificamente determinata dal Ministero<br />

delle infrastrutture di concerto con quello<br />

dell’economia e delle finanze.<br />

b) per il caso di mancato pagamento della<br />

rata di acconto nei termini suddetti, l’obbligo<br />

di corrispondere all’esecutore gli interessi<br />

corrispettivi al tasso legale sulle somme<br />

dovute sino al momento dell’adempimento.<br />

Se tale ritardo supera i sessanta giorni,<br />

dal giorno successivo sono dovuti gli interessi<br />

moratori, nella misura ministeriale.<br />

c) per il caso di mancato pagamento della<br />

rata di saldo nel termine suddetto, l’obbligo<br />

di corrispondere all’esecutore gli interessi<br />

corrispettivi al tasso legale sulle somme<br />

dovute sino al momento dell’adempimento.<br />

Se tale ritardo supera i sessanta giorni,<br />

dal giorno successivo sono dovuti gli interessi<br />

moratori, nella misura ministeriale.<br />

Si può, allora, affermare che la natura corrispettiva<br />

o moratoria degli interessi è correlata<br />

alla “quantità” del ritardo in cui la P.A.<br />

incorre: invero, al di sopra del sessantesimo<br />

giorno, la legge, qualifica l’interesse come<br />

moratorio, facendo discendere dalla gravità<br />

del ritardo una ipotesi di mora ex re, con<br />

presunzione di colpa in capo alla Amministrazione.<br />

L’art. 116 del d.p.r. 554/1999 (ricalcato dall’art.<br />

142 dello schema di regolamento di<br />

esecuzione ed attuazione del codice degli<br />

appalti.) stabilisce che “l’importo degli interessi<br />

per ritardato pagamento viene computato<br />

e corrisposto in occasione del pagamento,<br />

in conto e a saldo, immediatamente<br />

successivo a quello eseguito in ritardo, senza<br />

necessità di apposite riserve”.<br />

Norma che anche la giurisprudenza di<br />

legittimità ha interpretato senza tentennamenti:<br />

quindi, in ogni caso, il diritto<br />

dell’appaltatore agli interessi (corrispettivi<br />

e moratori) – con la conseguente legittimazione<br />

all’esperimento dell’azione per il<br />

relativo pagamento – sorge per il semplice<br />

ritardo, senza necessità di un preventivo<br />

atto di messa in mora (Cass. 1043/99).<br />

Ed ancora, al fine del sorgere del diritto agli<br />

interessi, non è richiesta all’appaltatore la<br />

iscrizione di riserve né la fatturazione - la<br />

quale costituisce un adempimento fiscale<br />

dell’appaltatore la cui mancanza non legittima<br />

il ritardo nel pagamento - conseguendone<br />

che il termine prescrizionale decorre<br />

dal momento in cui il diritto al pagamento<br />

degli interessi può essere fatto valere e non<br />

dal momento dell’eventuale iscrizione della<br />

relativa riserva da parte dell’avente diritto<br />

(Cass. 2482/92; Cass. 26.05.2005 n.11215).<br />

La normativa che sanziona i ritardi della<br />

pubblica amministrazione, addossandole<br />

l’obbligo di corresponsione degli interessi,<br />

può essere considerata imperativa e quindi<br />

inderogabile ad opera delle parti.<br />

Invero la sua ratio legis può essere ravvisata,<br />

oltrechè nel fine normativo di sottrarre<br />

la parte più debole a possibili abusi dell’amministrazione,<br />

anche nella volontà di<br />

tutelare l’interesse pubblico alla tempestività<br />

della realizzazione dell’opera.<br />

Così - nonostante l’abrogazione dell’art.<br />

4 comma 10 della L. 10.12.1981 n. 741 ad<br />

opera dell’art. 231 del D.P.R. 554/1999 - può<br />

considerarsi nulla ogni clausola contrattuale<br />

di rinunzia preventiva da parte dell’impresa<br />

appaltatrice al percepimento degli<br />

interessi per il ritardato pagamento. Diversamente<br />

invece deve concludersi per l’accordo<br />

di rinunzia raggiunto, in sede transattiva,<br />

in un momento successivo a quello<br />

di maturazione degli interessi.<br />

Altrettanto nulli dovrebbero ritenersi quelli<br />

accordi che sostituiscano al termine certo<br />

individuato dalla legge, un termine incerto<br />

dipendente dalla volontà dell’amministrazione:<br />

così nel caso in cui la clausola pattizia<br />

faccia decorrere il termine del pagamento<br />

del saldo anziché dal collaudo dalla generica<br />

disponibilità della relativa provvista da<br />

parte del committente.<br />

Alla particolare severità normativa, ora esaminata,<br />

corrispondono anche precisi obblighi<br />

contabili dell’amministrazione nella<br />

redazione del proprio bilancio pubblico,<br />

anche con specifico riferimento all’inserimento<br />

in esso dell’importo degli interessi<br />

maturati per previsione di legge in favore<br />

dell’impresa.<br />

Circa il tasso degli interessi, giova solo ricordare<br />

che quelli corrispettivi devono essere<br />

pagati dalla P.A. al tasso legale così come<br />

fissato ogni anno con decreto del Ministero<br />

del tesoro pubblicato entro il 15 dicembre,<br />

mentre la misura di quelli moratori è<br />

appositamente determinata dal Ministero<br />

della infrastrutture e dei trasporti, di concerto<br />

con il Ministero dell’economia e delle<br />

finanze.<br />

Questi tassi degli ultimi 5 anni:<br />

01.01/31.12-2004 7,125%<br />

01.01/31.12-2005 7,125%<br />

01.01/31.12-2006 5,350%<br />

01.01/31.12-2007 5,950%<br />

01.01/31.12-2008 6,830%<br />

Con riguardo agli interessi moratori, a<br />

meno che il capitolato speciale non dichiari<br />

che essi devono ritenersi a copertura<br />

anche del maggior danno (art. 30 d.m.<br />

145/200), va detto che la loro percezione<br />

da parte dell’appaltatore non esclude che<br />

lo stesso possa provare l’esistenza di un suo<br />

un ulteriore pregiudizio, pretendendone il<br />

risarcimento.<br />

La Cassazione ha in proposito affermato<br />

che il creditore esercente un’attività imprenditoriale<br />

può provare il maggior danno,<br />

non coperto dall’incameramento degli<br />

interessi moratori, attraverso presunzioni<br />

connesse con il normale impiego del denaro<br />

nel ciclo produttivo, prima tra tutte<br />

quella che deriva dal costo del denaro,<br />

corrispondendo quindi il danno alla differenza<br />

tra interessi legali ed interessi attivi<br />

praticati dalle banche alla migliore clientela<br />

per il credito a breve (cd. prime rate) ovvero,<br />

in caso di impresa che si autofinanzia, al<br />

danno conseguente al mancato guadagno<br />

76<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


isultante dalla redditività (marginale) media<br />

dell’investimento operato nell’azienda<br />

(Cass. 3160/01; Cass. 4846/99; cass. 7215/98).<br />

Una questione di interesse è quella relativa<br />

alle regole che disciplinano l’imputazione<br />

del pagamento effettuato dalla P.A. quando<br />

insieme al capitale sia anche maturato<br />

a favore dell’impresa il diritto agli interessi<br />

per il ritardo: in sostanza il problema è quello<br />

di verificare se possa applicarsi al ns caso<br />

la regola di cui all’art. 1194 c.c. 4 .<br />

Se così fosse – come sostenibile e sostenuto<br />

da molti – una parte delle somme<br />

pagate dalla P.A. al maturare di ciascun SAL<br />

dovrebbe essere imputata primariamente<br />

agli interessi dovuti e non al capitale residuo,<br />

con la conseguenza che mancherebbe<br />

l’integrale pagamento dei lavori, scaturendone<br />

l’ulteriore onere del pagamento<br />

di nuovi interessi. In altre parole, secondo il<br />

meccanismo dell’art. 1194 c.c., gli interessi<br />

non corrisposti finirebbero per trasformarsi<br />

in capitale capace a sua volta di produrre<br />

ulteriori interessi.<br />

In questa direzione si è avviata l’Autorità di<br />

Vigilanza sui lavori Pubblici (A.V.L.P.) con la<br />

determina n.5/02 secondo la quale sono<br />

applicabili alla materia in esame la regola<br />

dell’anatocismo (art. 1283 c.c.) 5 ed i principi<br />

dell’art. 1194 c.c in tema di imputazione del<br />

pagamento agli interessi, secondo il quale<br />

qualora l’Amministrazione provveda a<br />

quanto da essa dovuto in ritardo rispetto al<br />

termine contrattuale e comunque a quello<br />

massimo stabilito dalla legge, il pagamento<br />

non può essere imputato al capitale senza<br />

il consenso del creditore e quello effettuato<br />

in conto capitale ed interessi deve essere<br />

prima imputato a questi ultimi<br />

Dibattuto è il tema del termine prescrizione<br />

del diritto agli interessi per ritardato pagamento:<br />

si discute se esso sia quinquennale<br />

– come molti sostengono – oppure<br />

decennale.<br />

A sostegno di quest’ultima tesi – che consentirebbe<br />

a molte imprese di recuperare<br />

ingenti somme ormai considerate perse<br />

– va citato quell’orientamento giurisprudenziale<br />

(vd. Cass. 6.11.2006 n.23760 – Cass.<br />

16.11.2007 n.23746) secondo il quale “anche<br />

gli interessi previsti all’art. 2948 n.4 c.c., devono<br />

rivestire il connotato della periodicità: esso<br />

non è quindi applicabile agli interessi moratori<br />

di fonte legale dovuti a causa del ritardo<br />

nel pagamento del corrispettivo dell’appalto<br />

né dell’anticipazione che vanno corrisposti in<br />

unica soluzione”.<br />

La concreta possibilità dell’impresa di recuperare<br />

degli interessi – in caso di diniego<br />

della P.A. alle richieste rivoltegli in via “bonaria”<br />

– passa attraverso la proposizione<br />

di una domanda giudiziale per la quale si<br />

afferma la giurisdizione del Giudice Ordinario;<br />

invero, trattandosi di controversia relativa<br />

all’esecuzione del contratto di appalto<br />

è ormai consolidata la Giurisprudenza che<br />

afferma in modo chiaro la giurisdizione del<br />

G.O. (ex multis Cons. St. 4455/08; Cons. St.<br />

628/03; Cass. 5619/03).<br />

La domanda può esser proposta in via ordinaria,<br />

mediante citazione a comparire<br />

ad un udienza fissa (art. 163 c.p.c. e segg.),<br />

oppure nella forma del ricorso per decreto<br />

ingiuntivo di pagamento (art. 633 c.p.c. e<br />

segg.), essendo il credito pecuniario dell’impresa<br />

per gli interessi liquido (nel senso di<br />

facilmente liquidabile tramite un semplice<br />

calcolo matematico) ed esigibile (a seguito<br />

della scadenza dei termini di legge o di<br />

quelli minori di contratto).<br />

Naturalmente, in aderenza a quanto disposto<br />

dall’art. 241 del codice degli appalti,<br />

che prevede la facoltà di deferire in arbitri<br />

le controversie sui diritti soggettivi derivanti<br />

dall’esecuzione di contratti in ipotesi<br />

di clausola compromissoria, si può anche<br />

scegliere la via arbitrale.<br />

Tuttavia la norma citata non trova applicazione<br />

alle pubbliche amministrazioni<br />

indicate all’art. 3 comma 19 della legge<br />

24.12.2007 n. 244, che rinvia ai fini della<br />

loro identificazione all’art. 1 del d.l.<br />

30.03.2001 n.165; tra le pubbliche amministrazioni,<br />

alle quali è fatto divieto di inserire<br />

clausole compromissorie in ogni loro<br />

contratto aventi ad oggetto lavori, forniture<br />

e servizi, pena la loro nullità, vanno<br />

citate tutte le amministrazioni dello Stato,<br />

ivi compresi gli istituti e scuole di ogni<br />

ordine e grado e le istituzioni educative,<br />

le aziende ed amministrazioni dello Stato<br />

ad ordinamento autonomo, le Regioni, le<br />

Province, i Comuni.<br />

Avv. Tommaso Pellegrini,<br />

ing. Marino Viviani.<br />

Liberi professionisti, Lucca<br />

NOTE<br />

1) Art. 1277. c.c.: ”Debito di somme di danaro. – I<br />

debiti pecuniari si estinguono con moneta avente<br />

corso legale nello Stato al tempo del pagamento e<br />

per il suo valore nominale” .<br />

2) Art. 1282 c.c.: “Interessi nelle obbligazioni pecuniarie.<br />

– I crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro<br />

producono interessi di pieno diritto, salvo che la<br />

legge o titolo stabiliscono diversamente”.<br />

3) Art. 1224 c.c.. ”Danni nelle obbligazioni pecuniarie.<br />

– Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una<br />

somma di danaro, sono dovuti dal giorno della<br />

mora gli interessi legali, anche se non erano dovuti<br />

precedentemente e anche se il creditore non<br />

prova di aver sofferto alcun danno. Se prima della<br />

mora erano dovuti interessi in misura superiore a<br />

quella legale gli interessi moratori sono dovuti nella<br />

stessa misura. Al creditore che dimostra di aver<br />

subito un danno maggiore spetta l’ulteriore risarcimento.<br />

Questo non è dovuto se è stata convenuta<br />

la misura degli interessi moratori”<br />

4) Art. 1194 c.c.: “Imputazione del pagamento agli interessi.<br />

– Il debitore non può imputare il pagamento<br />

al capitale piuttosto che agli interessi e ale spese<br />

senza il consenso del creditore. Il pagamento fatto<br />

in conto di capitale e di interessi deve essere imputato<br />

prima agli interessi”<br />

5) Art. 1283 c.c.: “Anatoscimo. - In mancanza di usi<br />

contrari gli interessi scaduti possono produrre interessi<br />

sono dal giorno della domanda giudiziale<br />

o per effetto di convenzione posteriore alla loro<br />

scadenza e sempre che di tratti di interessi dovuti<br />

per almeno sei mesi.”<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 77


RILEVAZIONI DI MERCATO<br />

Valori di riferimento per strutture<br />

e opere in acciaio<br />

Valori indicativi dei prezzi correnti sul mercato relativi ad alcuni<br />

prodotti, servizi ed opere presenti nell’ambito del settore delle<br />

costruzioni in acciaio.<br />

I valori sotto riportati, formulati dalla Commissione Tecnica attivata<br />

presso la redazione, sono emersi a seguito di una indagine<br />

informativa presso alcune azienda che operano nel settore.<br />

I lettori sono invitati a fornire eventuali suggerimenti critici al fine<br />

di consentire in futuro di elaborare più precise e concrete indicazioni<br />

sui valori espressi nella rubrica.<br />

CARPENTERIE IN ACCIAIO<br />

I valori dei manufatti e delle opere in acciaio sono ricavati in base<br />

a riferimenti, caratteristiche generali e tecniche indicati per ogni<br />

singolo prodotto citato.<br />

Caratteristiche principali<br />

Data la notevole varietà delle tipologie realizzative sotto richiamate,<br />

i valori riportati sono da intendersi orientativi in quanto<br />

espressione di aziende produttrici diverse.<br />

Caratteristiche tecniche<br />

1. Le strutture sono realizzate in stretto accordo con quanto previsto<br />

dalle norme tecniche per le costruzioni vigenti.<br />

2. I carichi e i sovraccarichi sono conformi a quanto previsto dalla<br />

vigente normativa.<br />

3. Tutti i materiali impiegati sono del tipo S275 di cui alla EN<br />

10025, salvo diversa espressa indicazione.<br />

1. Strutture lavorate, esclusi i trattamenti superficiali, rese franco partenza, per:<br />

- fabbricati monopiano, serie leggera 40 ÷ 50 kg/m 2 €/t 1.550 ÷ 1.650<br />

serie media 50 ÷ 60 kg/m 2 €/t 1.500 ÷ 1.600<br />

serie pesante oltre 75 kg/m 2 €/t 1.450 ÷ 1.550<br />

- fabbricati multipiano, serie leggera 15 kg/m 3 €/t 1.625 ÷ 1.750<br />

serie media 20 kg/m 3 €/t 1.575 ÷ 1.725<br />

serie pesante 25 kg/m 3 €/t 1.525 ÷ 1.700<br />

- viadotti stradali: a travi parallele anima piena €/t 1.525 ÷ 1.600<br />

a travi reticolari €/t 1.810 ÷ 2.150<br />

a cassone €/t 1.750 ÷ 1.950<br />

- elementi complementari (scale, passerelle) €/t 2.575÷ 2.900<br />

2. Strutture rese in opera, esclusi i trattamenti superficiali, entro una distanza di 100 km dal sito produttivo con sollevamento fatto utilizzando normali<br />

mezzi d’opera.<br />

- fabbricati monopiano, serie leggera 40 ÷ 50 kg/m 2 €/t 1.850 ÷ 1.950<br />

serie media 50 ÷ 60 kg/m 2 €/t 1.800 ÷ 1.900<br />

serie pesante oltre 70 kg/m 2 €/t 1.750 ÷ 1.850<br />

- fabbricati multipiano, serie leggera 15 kg/m 3 €/t 1.900 ÷ 2.025<br />

serie media 20 kg/m 3 €/t 1.850 ÷ 2.000<br />

serie pesante 25 kg/m 3 €/t 1.800 ÷ 1.975<br />

- viadotti stradali: a travi parallele anima piena €/t 1.875 ÷ 2.150<br />

a travi reticolari €/t 2.100 ÷ 2.400<br />

a cassone €/t 2.150 ÷ 2.500<br />

- elementi complementari (scale, passerelle) €/t 3.075 ÷ 3.400<br />

78<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


MATERIALI PER LE COSTRUZIONI IN ACCIAIO<br />

Valori indicativi dei prezzi di alcuni materiali siderurgici di<br />

riferimento utilizzati nell’ambito delle costruzioni in acciaio<br />

rilevati dalla Commissione Tecnica operante nell’ambito della<br />

redazione.<br />

I valori sotto richiamati, per i prezzi base, sono stati ricavati dalle<br />

rilevazioni del 29 luglio 2009, come segue:<br />

1. I prodotti sotto richiamati sono in acciaio di qualità S235<br />

secondo la norma UNI 10025.<br />

1) Prezzi base ricavati dai Bollettini della CCIAA di Milano<br />

2) Prezzi di mercato, praticati dai produttori, comprensivi dei seguenti<br />

extra:<br />

- qualitativo<br />

- dimensionale (profilo – dimensioni – spessore)<br />

- resa – parità<br />

- rottame<br />

Cod. Prezzi base CCIAA/Milano Prezzi finiti compresi extra<br />

1.1 Prodotti lunghi<br />

1.1.1 Laminati mercantili da 60 a 150 mm 412 €/t 175 ÷ 185 €/t 480 ÷ 580<br />

1.1.2 Travi ad ali larghe da 240 a 320 mm 510 €/t 250 ÷ 261 €/t 625 ÷ 675<br />

1.1.3 Travi IPE da 240 a 300 mm 438 €/t 221 ÷ 241 €/t 600 ÷ 660<br />

RILEVAZIONI DI MERCATO<br />

1.2 Prodotti piani<br />

1.2.1 Lamiere da treno da 4,76 mm e oltre 870 €/t 410 ÷ 430 €/t 540 ÷ 565<br />

1.2.2 Coils a caldo larghi da 600 mm e oltre 850 €/t 400 ÷ 440 €/t 450 ÷ 510<br />

1.2.3 Lamiere da treno in acciaio autopatinabile tipo Corten 875 €/t 600 ÷ 620 €/t 650 ÷ 825<br />

2. I prodotti sotto richiamati sono in acciaio di qualità<br />

S555JOH secondo la norma EN 12219-1.<br />

2.1 Tubi saldati formati a freddo (diametro 168,3/10) 1285 €/m 850 ÷ 870 €/t 1.200 ÷ 1.350<br />

3. Lamiere zincate qualità Fe E 250 rivestimento S220 GD – Z<br />

3.1 Coils zincati 920 €/t 450 ÷ 540 €/t 675 ÷ 750<br />

3.2 Lamiere zincate grecate / ---- €/t 725 ÷ 875<br />

4. Lamiere derivate da coils in “formato commerciale”<br />

quotazione da commerciante 860 €/t 490 ÷ 520 ----<br />

PONTS EN ACIER<br />

Conception et dimensionnement<br />

des ponts métalliques et mixtes<br />

acier-béton<br />

Jean-Paul Lebet, Manfred A. Hirt<br />

Presses Polytechniques et Universitaires<br />

Romandes 2009<br />

19x24 cm, rilegato, 608 pagine,<br />

380 figure e tabelle, € 80,55<br />

ISBN 978-2-88074-765-7<br />

www.ppur.org<br />

L’opera affronta in maniera generale la<br />

concezione dei ponti in acciaio, a partire<br />

dai ponti a travata fino ai ponti strallati<br />

e sospesi, ponendo in evidenza i principi<br />

fondamentali delle diverse alternative esistenti.<br />

Tratta in particolare la progettazione e il<br />

calcolo dei ponti a travata formati da travi<br />

metalliche composte saldate e ponti a<br />

struttura mista acciaio-calcestruzzo, vale a<br />

dire le tipologie più frequentemente utilizzate<br />

in questo settore.<br />

Più specificamente l’accento viene posto<br />

sui ponti stradali e le passerelle pedonali,<br />

ma vengono ugualmente trattate le peculiarità<br />

dei ponti ferroviari.<br />

Per queste strutture vengono analizzati<br />

nel dettaglio gli aspetti riguardanti la sicurezza<br />

strutturale con la resistenza a fatica e<br />

le caratteristiche prestazionali ivi compreso<br />

il comportamento dinamico.<br />

Vengono inoltre esaminati il montaggio<br />

della carpenteria metallica e la posa in<br />

opera dell’impalcato in cemento armato<br />

o precompresso ponendo in evidenza la<br />

loro influenza sul calcolo e il dimensionamento.<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 79


RUBRICA LEGALE<br />

Consorzi e consorziate<br />

insieme in gara<br />

IL C.D. “COLLEGATO SEMPLIFICAZIONE”<br />

Il 19 giugno 2009 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della<br />

Repubblica Italiana la legge 18 giugno 2009 n. 69, recante “Disposizioni<br />

per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività<br />

nonché in materia di processo civile”. Tante le novità.<br />

In particolare il provvedimento prevede una delega al Governo per<br />

l’adozione di norme istitutive della mediazione e della conciliazione<br />

in materia civile e commerciale, misure a favore della diffusione<br />

della banda larga, un piano industria per la pubblica amministrazione<br />

(norme per favorire efficienza dell’azione amministrativa e<br />

trasparenza, trasferimento di risorse e funzioni agli enti territoriali,<br />

eliminazione degli sprechi, delega al Governo per la modifica del<br />

codice dell’amministrazione digitale, diffusione del Voip e del Sistema<br />

pubblico di connettività, pubblicità delle retribuzioni dei dirigenti<br />

e dei tassi di assenza e di maggiore presenza del personale),<br />

una delega al governo per l’individuazione di nuovi servizi erogati<br />

dalle farmacie nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, la modifica<br />

di diversi articoli del codice di procedura civile.<br />

In questa sede, si segnalano i cambiamenti in materia di disciplina<br />

dei consorzi nel codice dei contratti pubblici (decreto legislativo n.<br />

163/2006 e s.m.i.).<br />

LA MODIFICA<br />

L’articolo 17 della legge 69/2009 prevede l’’abrogazione, con decorrenza<br />

1º luglio 2009, delle disposizioni di cui all’articolo 36,<br />

comma 5, terzo periodo, nonché all’articolo 37, comma 7, terzo<br />

periodo, del codice dei contratti pubblici.<br />

Si tratta delle norme del D.lgs. 163/2006 che, con riferimento ai<br />

consorzi stabili, ai consorzi fra società cooperative di produzione<br />

e lavoro e ai consorzi tra imprese artigiane, estendevano il divieto<br />

di contestuale partecipazione ad una gara del consorzio e delle<br />

proprie consorziate, anche in relazione alle consorziate diverse da<br />

quelle indicate come esecutrici dell’appalto.<br />

Tale divieto era applicabile nel caso in cui le stazioni appaltanti si<br />

avvalevano del sistema di esclusione automatica delle offerte anomale,<br />

possibile per i soli lavori di importo non superiore a 1 milione<br />

di euro (articolo 122, comma 9) ovvero per i servizi d’importo non<br />

superiore a 100 mila euro (articolo 124, comma 8).<br />

Le predette disposizioni sono dunque oggi soppresse.<br />

Come può evincersi dalla stessa disposizione normativa, la scelta<br />

legislativa è frutto della straordinaria situazione di crisi economica<br />

in atto ed è volta ad incentivare l’accesso alle commesse pubbliche<br />

da parte delle piccole e medie imprese.<br />

In buona sostanza, il legislatore auspica che la rimozione del divieto<br />

contribuisca al rilancio del mercato, ampliando le prospettive delle<br />

piccole e medie imprese in relazione a gare di importo contenuto<br />

e assoggettate all’esclusione automatica delle offerte anomale;<br />

tali imprese, ancorché facenti parte di una compagine consortile,<br />

possono oggi decidere di partecipare in vesta autonoma alla gara,<br />

anche se alla stessa prenderà parte il consorzio.<br />

Resta ovviamente il divieto di partecipazione contestuale in capo a<br />

quelle imprese che vengono indicate dal consorzio quali esecutrici<br />

dell’appalto in caso di esito positivo della gara..<br />

IL RISCHIO<br />

Il rischio è che la facoltà concessa oggi dalla legge possa essere<br />

utilizzata in maniera distorta, all’esclusivo fine di influenzare negativamente<br />

l’esito delle gare.<br />

Lo scopo insito nelle disposizioni di legge oggi abrogate era infatti<br />

sostanzialmente quello di evitare, nel caso di utilizzo del sistema<br />

di esclusione automatica delle offerte anomale, che la contestuale<br />

partecipazione del consorzio e delle consorziate fosse suscettibile<br />

di influenzare, attraverso la formulazione di ribassi artificiosi, l’individuazione<br />

della soglia di anomalia - e dunque di esclusione - delle<br />

offerte.<br />

A tal proposito, occorre comunque ricordare che sussistono nell’ordinamento<br />

giuridico alcune previsioni atte a contrastare il rischio<br />

del verificarsi del fenomeno sopra descritto.<br />

Ci si riferisce, innanzitutto, alla previsioni di cui all’articolo 34, comma<br />

2, ultimo periodo del Codice, il quale impone alle stazioni appaltanti<br />

di escludere dalla gara i concorrenti le cui offerte sono<br />

ritenute imputabili ad un unico centro decisionale, sulla base di<br />

univoci elementi.<br />

Pertanto, laddove ricorra tale ipotesi in relazione ad offerte provenienti<br />

da un consorzio e da una sua consorziata, le stazioni appaltanti,<br />

a prescindere dalla modifica normativa introdotta dalla<br />

disposizione di legge in commento, non potranno che escludere<br />

dalla gara entrambi detti soggetti.<br />

In secondo luogo, laddove la contestuale partecipazione consorzio-consorziata<br />

determini la presentazione di offerte che influenzano<br />

l’esito della gara, verrebbe a delinearsi la fattispecie di cui<br />

all’articolo 353 c.p. afferente la turbativa d’asta.<br />

Il costante insegnamento della giurisprudenza penale sul punto è<br />

pacifico nell’affermare che tra gli «altri mezzi fraudolenti» mediante<br />

i quali può commettersi il reato - in alternativa alle condotte<br />

tipiche ipotizzate dalla norma (violenza, minaccia, doni, promesse,<br />

collusioni) - rientrano tutti quegli altri mezzi, quali artifici, inganni o<br />

menzogne, che alterino il regolare funzionamento e la libera partecipazione<br />

alla gara, il che può dirsi anche di un’offerta in ribasso<br />

assolutamente anomala ed economicamente del tutto ingiustificata,<br />

effettuata nella consapevolezza che essa concorre in modo<br />

80<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


del tutto prevalente a determinare a livello minimo la c.d. offerta<br />

media, idonea ad identificare l’aggiudicatario della gara, previa reciproca<br />

conoscenza della condotta altrui da parte degli offerenti<br />

coinvolti (ex multis Cass., sez. VI, 29 aprile 1999).<br />

In conclusione, la novità legislativa non può e non deve essere intesa<br />

come un via libera ai consorzi per delineare la “strategia d’assalto”<br />

alle gare, utilizzando in modo distorto la facoltà di legge; in casi<br />

di tal genere, come evidenziato, al di là dell’assenza del divieto di<br />

partecipazione contestuale sopra illustrato, la stazione appaltante<br />

è tenuta comunque ad applicare gli ulteriori strumenti di controllo<br />

e le relative conseguenze sanzionatorie previste dall’ordinamento<br />

vigente.<br />

Avv. Massimo Gentile<br />

Rubrica affidata alla cura dello Studio Legale Associato Gentile Varlaro Sinisi di<br />

Roma, specializzato nel diritto degli appalti e nella contrattualistica, consulente di<br />

ACAI (Associazione fra i Costruttori in Acciaio Italiani), per tutte le problematiche<br />

connesse con lo sviluppo e l’applicazione della normativa nel settore delle<br />

costruzioni.<br />

www.studiogvs.it.<br />

LA NORMATIVA<br />

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E SALUTE SUL LUOGO DI<br />

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tutte le leggi e gli articoli di<br />

leggi non abrogati espressamente<br />

e da non considerarsi<br />

abrogati tacitamente. Nel testo<br />

anche tutti i regolamenti,<br />

i provvedimenti, i decreti<br />

ministeriali, le circolari e le linee<br />

guida da ritenersi ancora<br />

applicabili rispetto alla nuova<br />

normativa.Sono riportate,<br />

infine, le sentenze relative a<br />

principi normativi da ritenersi<br />

ancora applicabili. La ricerca<br />

di provvedimenti particolari<br />

è facilitata da un puntuale<br />

indice analitico che permette<br />

di individuare rapidamente<br />

tutte le norme, anche di leggi<br />

diverse, relative ad uno stesso<br />

argomento.<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 81


SPAZIO IMPRESE A CURA DI E20<br />

IGQ: novità<br />

per le costruzioni<br />

metalliche<br />

Isabella Doniselli<br />

Nuove iniziative e nuovi ambiti di attività nel quadro dell’oramai<br />

tradizionale cooperazione di IGQ con ACAI.<br />

Incontro con il direttore ing. Dario Agalbato.<br />

Il panorama normativo nazionale ed europeo si conferma in continua<br />

evoluzione, soggetto a costante arricchimento di nuove<br />

norme o di adeguamenti di norme esistenti al mutare della realtà<br />

tecnologica e produttiva.<br />

Da parte del mondo della certificazione, ne consegue una continua<br />

tensione all’aggiornamento e all’apertura di nuovi campi di<br />

intervento.<br />

La tendenza si riflette anche - e in misura significativa – nell’ambito<br />

della consolidata cooperazione di IGQ con ACAI, coinvolgendo diverse<br />

sezioni dell’associazione.<br />

CM ha incontrato il direttore di IGQ, ing. Dario Agalbato, per fare<br />

il punto delle novità e delle trasformazioni che investono i diversi<br />

ambiti di collaborazione e di intervento da parte dell’ente di certificazione<br />

nei confronti delle Aziende associate all’ACAI.<br />

BARRIERE STRADALI<br />

Una prima significativa novità si registra nel settore delle barriere<br />

stradali di sicurezza. Infatti, spiega l’ing. Agalbato “cambia in modo<br />

significativo il regime di gestione della barriera, perché finora la barriera<br />

di sicurezza era soggetta a autorizzazione ministeriale. Quindi il<br />

produttore doveva fabbricare la sua barriera e sottoporla a prove presso<br />

un laboratorio autorizzato dal Ministero; successivamente il Ministero<br />

emetteva l’autorizzazione sulla base del progetto e dei risultati<br />

delle prove di laboratorio. La Direttiva Prodotti da Costruzione ha incluso<br />

le barriere stradali di sicurezza tra gli elementi che costituiscono<br />

sicurezza nell’uso del costruito e che, quindi, rientrano nel regime della<br />

marcatura CE. La modalità di certificazione è il cosiddetto “Sistema 1”.<br />

Questo comporta come già in passato una prova di tipo, una qualifica<br />

del processo produttivo e il rilascio della certificazione del prodotto.<br />

Poiché il referente non è più il Ministero nazionale, la certificazione ha<br />

valore in tutta l’Unione Europea.”.<br />

Va precisato che l’Organismo Notificato (cioè dotato di specifico<br />

riconoscimento da parte del Governo nazionale) riassume in sé le<br />

tre funzioni di prova, ispezione in fabbrica e certificazione; quest’ultima<br />

fase analizza e sintetizza i risultati di prova e ispezione e<br />

stabilisce se il prodotto e il produttore dispongono dei requisiti necessari<br />

per la qualificazione.<br />

Attualmente in Italia sono operativi tre Organismi notificati: IGQ,<br />

CSI e Aisico.<br />

IGQ ha sottoscritto una convenzione con il laboratorio LIER di Lione<br />

e ciò gli consente di essere Organismo notificato anche per le<br />

prove: pertanto IGQ sta già fornendo servizi completi di certificazione<br />

per tutti i produttori di barriere di sicurezza stradali che ne<br />

fanno richiesta e in particolare per gli associati ACAI.<br />

“La novità importante – commenta l’ing. Agalbato – riguarda la qualifica<br />

dello stabilimento e del processo produttivo. In sostanza un sistema<br />

di gestione per la qualità applicato alla fabbricazione della barriera e dei<br />

suoi componenti. Sul piano operativo si ottimizzano sicuramente i tempi,<br />

in quanto non è più richiesta l’autorizzazione ministeriale”.<br />

Tuttavia la norma non stabilisce quali parti o componenti della<br />

barriera debbano essere prodotti all’interno dello stabilimento; è<br />

pertanto responsabilità del produttore e dell’organismo di certificazione<br />

tenere conto dei complessi processi di “outsourcing” che<br />

caratterizzano l’attuale gestione della produzione nei moderni stabilimenti.<br />

Il produttore - che si assume la responsabilità del prodotto - deve<br />

avere la competenza tecnica per garantire che il prodotto risponda<br />

alle normative, cioè deve avere uno studio di progettazione ed essere<br />

in grado di esercitare un adeguato controllo sulla produzione<br />

di tutte le parti che compongono la barriera.<br />

“Un’attenzione particolare - sottolinea l’ing. Agalbato - deve essere<br />

posta alla realizzazione di tutti quegli elementi non di serie che compongono<br />

la globalità della barriera; mi riferisco, per esempio, ai punti<br />

di giunzione per i tratti di passaggio da una carreggiata all’altra, dove<br />

82<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


è previsto l’utilizzo di speciali dispositivi di ammortizzamento<br />

dell’urto del veicolo; si tratta di<br />

elementi che sono vere e proprie “macchine”,<br />

sui quali si concentra il maggior lavoro di progettazione<br />

(tanto che sovente sono soggetti a<br />

brevetto) e che vengono normalmente fabbricati<br />

interamente ‘in prima persona’ dal costruttore,<br />

proprio perché sono elementi delicati, che<br />

hanno caratteristiche di deformabilità e di resistenza<br />

particolari e sono caratterizzati da una<br />

progettazione complessa in quanto debbono<br />

comportarsi secondo schemi strutturali di tipo<br />

dinamico”.<br />

Viceversa, per gli elementi più semplici<br />

(correnti, paletti, bulloni), prevale tendenzialmente<br />

l’orientamento ad approvvigionarsene<br />

presso fornitori qualificati nell’ambito<br />

del proprio sistema di gestione per<br />

la qualità privilegiando quelli con le performance<br />

migliori e possibilmente vicini<br />

ai cantieri di installazione per ottimizzare i<br />

costi di trasporto. Resta comunque responsabilità<br />

del costruttore garantire la qualità<br />

dei singoli componenti, fornendo adeguate<br />

assicurazioni circa la rintracciabilità dei<br />

materiali e dei singoli elementi, secondo<br />

la logica introdotta dalla marcatura CE. I<br />

prodotti forniti al cantiere sono accompagnati<br />

da una dichiarazione di conformità<br />

alla norma rilasciata dal fabbricante e sono<br />

marcati CE.<br />

“È la marcatura CE che deve essere sempre<br />

presente. Il certificato infatti – commenta<br />

l’ing. Agalbato – secondo le regole europee<br />

non è più fornito al cantiere, ma può essere<br />

richiesto dalle autorità nazionali proposte ai<br />

controlli sul mercato”.<br />

Al fine di assicurare un’adeguata uniformità<br />

di comportamento in materia di certificazioni,<br />

ispezioni e prove è in corso un<br />

dibattito tra gli organismi di certificazione,<br />

a livello europeo. È infatti difficile conciliare<br />

la mentalità della prova che garantisce il<br />

prodotto con quella del controllo continuo<br />

della produzione nella fabbrica. Nell’ambito<br />

del dibattito si confrontano due diverse<br />

filosofie: la prima tende ad attribuire un<br />

maggior peso alle prove di laboratorio sui<br />

prototipi, ritenendole fondamentali per accertare<br />

la rispondenza dei diversi elementi<br />

ai requisiti richiesti. L’altra fa prevalere<br />

l’orientamento, condiviso da IGQ, di assegnare<br />

grande importanza alla qualificazione<br />

del sistema di produzione che implica<br />

la garanzia di rintracciabilità dei materiali<br />

impiegati, effettuazione di controlli seri e<br />

attenta e costante qualifica dei fornitori sia<br />

di materiali che di parti.<br />

“Nell’intento di porre le basi per un’adeguata<br />

uniformità di comportamento da parte<br />

degli Organismi di Certificazione Notificati<br />

- aggiunge l’ing. Agalbato - nell’ambito<br />

del vasto gruppo di organismi notificati per<br />

la direttiva prodotti per le costruzioni è stato<br />

costituito il Gruppo Settoriale 4 (Gruppo<br />

di Lavoro Attrezzature Fisse per la Sicurezza<br />

Stradale di cui IGQ ha il coordinamento) che,<br />

entro fine anno, dovrebbe portare all’approvazione<br />

definitiva un <strong>documento</strong>, nel quale è<br />

formalizzata una serie di decisioni assunte di<br />

comune accordo sull’interpretazione di punti<br />

non chiari della norma. Il <strong>documento</strong> dovrà<br />

quindi essere adottato da tutti gli enti europei<br />

notificati per la certificazione delle barriere .”.<br />

SCAFFALATURE METALLICHE<br />

Nel settore delle scaffalature metalliche, da<br />

parte di IGQ si sottolineano due importanti<br />

fattori di novità: una rafforzamento dello<br />

storico Marchio CISI per le scaffalature industriali<br />

e l’introduzione di uno specifico<br />

marchio di qualità per le scaffalature commerciali.<br />

Le scaffalature industriali sono da anni costruite<br />

ed utilizzate in accordo alla specifica<br />

normativa sviluppata in ambito ACAI sotto<br />

il ben noto marchio di Qualità e Sicurezza<br />

CISI.<br />

Nel corso del 2009 sono state pubblicate<br />

una serie di norme europee, alla cui definizione<br />

ha contribuito proprio ACAI tramite<br />

la presidenza del relativo Comitato Tecnico<br />

CEN. Tali norme riguardano in particolare le<br />

scaffalature porta-pallet (UNI EN 15512, UNI<br />

EN 15620, UNI EN 15629 e UNI EN 15635).<br />

“La scaffalatura - spiega l’ing Agalbato - è<br />

da considerarsi a tutti gli effetti una struttura,<br />

Quindi si dovranno impiegare esclusivamente<br />

prodotti e semilavorati qualificati (dotati di<br />

marchio CE ove previsto) e, inoltre, l’approvvigionamento<br />

di elementi prelavorati da centri<br />

di trasformazione o da centri di prelavorazione<br />

dovrà essere regolamentato in accordo<br />

alle prescrizioni che regolano la fornitura di<br />

elementi strutturali per le costruzioni. In particolare<br />

l’attenzione è posta su aspetti quali<br />

la certezza del mantenimento delle caratteristiche<br />

meccaniche e soprattutto le garanzie<br />

sulla geometria nel rispetto delle tolleranze<br />

previste dal progetto”.<br />

Contestualmente il marchio CISI è stato<br />

arricchito delle indicazioni necessarie per<br />

la progettazione di scaffalature industriali<br />

in zona sismica, facendo tesoro dei risultati<br />

emersi dal lungo e accurato lavoro di<br />

sperimentazione condotto negli anni scorsi<br />

da ACAI, Sezione Scaffalature Industriali.<br />

In particolare , è degno di nota il progetto<br />

di ricerca SEISRACKS, che ACAI ha coordinato<br />

in collaborazione con il Politecnico di<br />

Milano (direzione scientifica del prof. Carlo<br />

Castiglioni) e molte prestigiose Università e<br />

Centri di Ricerca Europei.<br />

Attualmente il marchio CISI è un marchio<br />

ACAI, riservato quindi a tutti i produttori<br />

che, oltre a rispondere ai criteri previsti dal<br />

regolamento ACAI-CISI, sono associati alla<br />

Sezione Scaffalature Metalliche ACAI. ”Il<br />

passo successivo – aggiunge l’ing. Agalbato<br />

– è l’affiancamento al marchio ACAI CISI di<br />

una certificazione di parte terza di conformità<br />

alla norme UNI EN citate. Tale certificazione<br />

verrà affidata ad IGQ che già ora gestisce<br />

l’attività di ispezione nell’ambito della valutazione<br />

di conformità al regolamento CISI.<br />

Questo nuovo marchio potrebbe addirittura<br />

diventare un marchio UNI , stante il fatto che<br />

le norme di riferimento sono norma UNI EN.<br />

In questa situazione esso sarebbe comunque<br />

aperto a tutti i produttori in grado di rispettare<br />

gli standard prescritti. In proposito vale<br />

la pena di ricordare che gli standard previsti<br />

dal regolamento CISI sono molto elevati e rigorosi,<br />

in grado di costituire un forte fattore di<br />

selezione tra gli operatori del comparto.<br />

Per le scaffalature commerciali ACAI ha<br />

contribuito in modo determinante alla<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 83


elaborazione della norma UNI<br />

11262-1.<br />

Tale norma fornisce istruzioni<br />

per la progettazione e la<br />

costruzione delle scaffalature<br />

commerciali di acciaio delle tipologie<br />

“a gondola” e “a parete”<br />

destinate ad essere installate in<br />

supermercati ed esercizi commerciali<br />

di vario tipo. La norma<br />

nella prima parte stabilisce le<br />

caratteristiche meccaniche degli<br />

acciai da impiegare, i metodi<br />

di calcolo e verifica, le prove<br />

per la caratterizzazione degli<br />

elementi strutturali principali.<br />

Anche per questo prodotto<br />

l’ACAI ha richiesto ad IGQ di definire<br />

uno schema certificativo<br />

per il rilascio di uno specifico<br />

marchio di qualità e sicurezza,<br />

il marchio “SCQ, Scaffalature<br />

Commerciali di Qualità” associato<br />

al marchio UNI. Ciò in modo<br />

da rendere al contempo possibile<br />

il riconoscimento di quelle<br />

aziende che hanno profuso<br />

impegno e risorse nella fase<br />

di sperimentazione finalizzata<br />

alla messa a punto della norma<br />

e che ora sono in grado di<br />

produrre scaffalature di elevato<br />

grado di qualità e sicurezza. Lo<br />

schema del marchio prescrive<br />

che l’attestato possa essere<br />

concesso esclusivamente alle<br />

aziende che operano con sistema<br />

di gestione della qualità<br />

certificato ISO 9001:2000 e che,<br />

dopo accurata verifica, dimostrino<br />

di soddisfare completamente<br />

i requisiti imposti dalla<br />

norma UNI 11262-1.<br />

NUOVE NORME TECNICHE<br />

PER LE COSTRUZIONI<br />

L’ing. Agalbato ricorda anche<br />

che con l’entrata in vigore delle<br />

Nuove Norme Tecniche per le<br />

Costruzioni (entrate in vigore<br />

il 30/6/09), è stato introdotto<br />

l’obbligo per le officine di carpenteria,<br />

così come per i centri<br />

di servizio, di dotarsi di uno specifico<br />

sistema di controllo della<br />

produzione, ben calibrato sui<br />

processi che governano la fabbricazione<br />

di quegli elementi<br />

specifici destinati alla realizzazione<br />

delle costruzioni in acciaio.<br />

Dunque non si richiede<br />

una generica certificazione di<br />

sistema qualità secondo ISO<br />

9000, ma un più specifico Sistema<br />

Qualità per così dire “su<br />

misura” per le carpenterie, comunque<br />

certificato ISO 9000.<br />

È la “condicio sine qua non” per<br />

le imprese di carpenteria per<br />

poter accedere alla qualificazione<br />

necessaria per l’iscrizione<br />

all’Albo del Ministero delle Infrastrutture.<br />

I tecnici di IGQ da tempo sono<br />

al lavoro anche su questo “fronte”<br />

di attività e IGQ è in grado<br />

di proporre uno schema di<br />

certificazione calibrato sulle<br />

reali esigenze e prerogative del<br />

comparto della carpenteria.<br />

Campi di attività<br />

di IGQ<br />

• Certificazioni di sistema<br />

ISO 9001<br />

• Certificazioni ambientali<br />

ISO 14001<br />

• Certificazioni di sicurezza<br />

e salute del lavoro BS OH-<br />

SAS 18001<br />

• Certificazione di prodotto<br />

• Prove, ispezioni e certificazioni<br />

ai fini della marcatura<br />

CE<br />

84<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09


ACAI informa<br />

Ricordo dell’ing.<br />

Edoardo Nova<br />

Agenda<br />

SAIE 2009<br />

Bologna Fiere, 28-31 ottobre 2009<br />

Il prossimo appuntamento con<br />

la quarantacinquesima edizione<br />

della Fiera internazionale del-<br />

RESTRUCTURA<br />

Torino/Lingotto Fiere,<br />

26-29 novembre 2009<br />

Restructura 2009, arrivata alla<br />

ventiduesima edizione si propone<br />

come il punto di incontro<br />

delle novità dell’intera filiera edi-<br />

NOTIZIARIO<br />

titone” di Genova. Con Leo<br />

l’edilizia vedrà focalizzare l’atten-<br />

lizia. Dal progetto alla sua realiz-<br />

Finzi aveva scritto l’indimen-<br />

zione su temi di estrema attuali-<br />

zazione, passando per il cantiere,<br />

ticabile testo dal titolo “Ele-<br />

tà, fra i quali:<br />

è obiettivo costante offrire una<br />

menti strutturali” che ebbe<br />

• Focus on Terremoto: l’argo-<br />

panoramica completa sul mon-<br />

due edizioni ed una diffusio-<br />

mento sulle “Tecnologie per la<br />

do delle costruzioni attraverso<br />

ne capillare tra gli ingegneri<br />

protezione dal rischio sismico:<br />

materiali, tecnologie e know-<br />

strutturisti dell’acciaio.<br />

strategie e prospettive”, verrà<br />

how coinvolgendo tutti gli attori<br />

Edoardo Nova è stato Pre-<br />

approfondito attraverso una<br />

del settore. Il confronto fra ope-<br />

sidente del Collegio dei<br />

mostra al Centro Servizi organiz-<br />

ratori professionali da un lato e<br />

Tecnici dell’Acciaio negli<br />

zata con l’Università di Bologna<br />

i momenti di approfondimento<br />

anni 1976/1978. Coloro che<br />

(Dipartimento DISTART Facoltà<br />

per i potenziali utenti dall’altro,<br />

scrivono hanno condiviso<br />

di Ingegneria).<br />

fanno da cornice al ricco calen-<br />

parecchi decenni di lavoro<br />

• Saie Selection: concorso arti-<br />

dario di eventi in programma. Il<br />

insieme, dapprima come gio-<br />

colato in due sezioni dedicato<br />

layout espositivo comprende le<br />

Il 27 luglio scorso è mancato<br />

vani ingegneri di studio, poi<br />

al Social housing e efficienza<br />

seguenti aree tematiche omoge-<br />

l’ing.Edoardo Nova, figura tra<br />

come collaboratori e amici.<br />

energetica; da queste priorità<br />

nee: cantiere e macchine, edilizia<br />

le più rappresentative dell’in-<br />

E’ difficile separare, in questo<br />

ha preso il via il concorso di Saie<br />

e finiture, energia e ambiente,<br />

gegneria strutturale italiana<br />

momento, i ricordi professio-<br />

dedicato alle “Soluzioni abita-<br />

impianti e sicurezza, servizi e ge-<br />

del dopoguerra. Era nato nel<br />

nali (è stato un vero maestro<br />

tive sostenibili a basso costo e<br />

stione. Per informazioni:<br />

1921. Con il prof. Leo Finzi<br />

per generazioni di ingegneri)<br />

a basso consumo energetico”,<br />

www.restructura.com<br />

(1924 – 2002) ha fondato nel<br />

da quelli personali. Vogliamo<br />

riservato a studenti e giovani<br />

1953 lo studio Finzi e Nova di<br />

ricordare la sua integrità mo-<br />

progettisti.<br />

BATIMAT 2009<br />

Milano, che ha realizzato mol-<br />

rale e la serietà nell’affrontare<br />

• Cuore Mostra: focalizza i temi di<br />

Parigi, 2-7 novembre 2009<br />

te strutture di alto livello: si ri-<br />

ogni problema che nasceva<br />

maggiore attualità nel dibattito<br />

L’edilizia si rinnova è il tema con-<br />

cordano tra gli altri: la struttu-<br />

dal quotidiano lavoro, la sua<br />

architettonico contemporaneo<br />

duttore del 27° Salone interna-<br />

ra del complesso fieristico di<br />

straordinaria memoria nel<br />

con l’intento di approfondire le<br />

zionale delle costruzioni che si<br />

Genova con la bellissima ten-<br />

ricordare i dettagli dei lavo-<br />

tematiche della sostenibilità e<br />

terrà a Parigi dal 2 al 7 novem-<br />

sostruttura, il padiglione della<br />

ri che aveva seguito anche<br />

del risparmio energetico.<br />

bre 2009. Dedicata al tema del<br />

Russia per l’Expo di Montreal,<br />

dopo parecchi anni.<br />

Questi argomenti verranno af-<br />

restauro sostenibile degli edifici<br />

i palazzi della Snam a San Do-<br />

Ha lavorato fino all’età di 75<br />

frontati in un convegno inter-<br />

e dell’efficacia energetica que-<br />

nato ed il palazzo ENI a Roma,<br />

anni, ma è sempre stato, al-<br />

nazionale, in una mostra e nel<br />

sta edizione illustrerà un anno<br />

molti complessi industriali in<br />

meno fin quando le forze lo<br />

volume di approfondimento<br />

di impegno e di realizzazioni<br />

acciaio, l’ampliamento dello<br />

hanno sorretto, prodigo di<br />

secondo la tradizionale articola-<br />

dei professionisti del settore per<br />

stadio Giuseppe Meazza di<br />

consigli per le nostre attività.<br />

zione dell’iniziativa.<br />

progettare l’edificio di domani,<br />

Milano in occasione del cam-<br />

E’ stato, per noi, un punto ri-<br />

L’ente fieristico ha voluto im-<br />

in particolar modo per quanto<br />

pionato mondiale di calcio<br />

ferimento ed un esempio da<br />

primere una nuova caratteriz-<br />

riguarda le dispersioni energe-<br />

del 1990, le strutture princi-<br />

seguire.<br />

zazione logistica alla stampa<br />

tiche, lo sviluppo delle energie<br />

pali delle centrali nucleari di<br />

Ci mancherà moltissimo.<br />

tecnica. Pertanto Costruzioni<br />

rinnovabili, l’isolamento acusti-<br />

Latina, Caorso e Montalto di<br />

Metalliche sarà ospitata nel pa-<br />

co, l’accessibilità per le persone<br />

Castro, le strutture dell’aero-<br />

Riccardo De Col, Bruno Finzi,<br />

diglione 18 stand C39.<br />

con mobilità ridotta, sicurezza,<br />

porto Malpensa 2000 e il “Ma-<br />

Alberto Vintani<br />

Per informazioni:<br />

comfort. Per informazioni:<br />

www.saie.bolognafiere.it<br />

info@salonifrancesi.it<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09 85


86<br />

4 COSTRUZIONI METALLICHE LUG AGO 09

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