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Progetto - Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

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Abete bianco Settembre 2012 UNIVPM - CNR - PNGSML<br />

4<br />

provenienza alloctona, con conseguenti<br />

problemi di rimescolamento genetico (Fig. 1).<br />

L’abete bianco appenninico è attualmente<br />

presente sia in popolamenti puri, monospecifici,<br />

di origine prevalentemente artificiale sia misti e<br />

naturaliformi, prevalentemente in cerrete e<br />

faggete.<br />

I caratteri strutturali e compositivi dei boschi<br />

con abete bianco sono spesso il risultato dei<br />

pregressi interventi selvicolturali eseguiti a<br />

carico direttamente <strong>del</strong>l’abete o <strong>del</strong>le altre<br />

specie (es. ceduazioni nella faggeta) e, più<br />

recentemente, <strong>del</strong>l’abbandono gestionale che<br />

caratterizza molti popolamenti forestali,<br />

soprattutto all’interno di aree protette o Rete<br />

Natura2000. La mancanza o carenza <strong>del</strong>le<br />

tradizionali attività selvicolturali che spesso<br />

hanno garantito la sopravvivenza <strong>del</strong>l’abete<br />

bianco, sta determinando importanti<br />

problematiche relative soprattutto alla<br />

rinnovazione <strong>del</strong>la specie e quindi alla<br />

conservazione dei boschi con abete bianco,<br />

obiettivo prioritario da garantire, così come determinato dalla Direttiva europea 92/43 “Habitat”, che<br />

considera prioritari gli habitat di faggeta appenninica con abete bianco (9210* – Faggeti degli Appennini<br />

con Taxus e Ilex; 9220* – Faggeti degli Appennini con Abies alba; 9510* – Foreste sud-appenniniche di<br />

Abies alba). Inoltre gli habitat con abete bianco risultano di rilevante importanza anche ai fini <strong>del</strong>la<br />

salvaguardia di alcune specie prioritarie di rapaci diurni tutelati ai sensi <strong>del</strong>la Direttiva europea 79/409<br />

“Uccelli” che prediligono le abetine come habitat di nidificazione (Bartolucci et al. 2007).<br />

7.2 Contestualizzazione <strong>del</strong> progetto<br />

Fig. 1. Areale <strong>del</strong>l’abete bianco<br />

e fitonimi specifici nel settore<br />

appenninico (Urbinati et al.<br />

2012, in prep.)<br />

Attualmente in Abruzzo vi sono tre principali ambiti in cui si annovera la presenza di popolazioni<br />

autoctone di abete bianco (Rovelli 1986, 1994, 1997, Gallucci et al., 2012):<br />

1) nei <strong>Monti</strong> <strong>del</strong>la <strong>Laga</strong>, in provincia di Teramo;<br />

2) nel gruppo <strong>del</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Sasso</strong>, sempre in provincia di Teramo;<br />

3) nei <strong>Monti</strong> Frentani (Abetina di Rosello, Selva <strong>Gran</strong>de, Monte Montaldo e Cascate <strong>del</strong> Verde), in<br />

provincia di Chieti.<br />

A questi si possono aggiungere alcuni popolamenti di origine artificiale: Fonte Vetica (AQ) e Bosco <strong>del</strong><br />

Pelinca (PE) nel <strong>Gran</strong> <strong>Sasso</strong>, Carsoli e Fosso Fioio sui <strong>Monti</strong> Carseolani, Monte Rotondo, Aremogna,<br />

Alfedena (AQ), nei pressi di Roccaraso, Monte Porrara e Bocca di Valle nella Majella (CH).<br />

Il <strong>Parco</strong> <strong>Nazionale</strong> <strong>del</strong> <strong>Gran</strong> <strong>Sasso</strong> e <strong>Monti</strong> <strong>del</strong>la <strong>Laga</strong> ospita pertanto gran parte <strong>del</strong> contigente di abete<br />

bianco regionale, soprattutto all’interno di faggete seminaturali lungo un gradiente altitudinale compreso<br />

fra 1200 e 1700 m slm (Fig. 2, Tab.1). Le analisi palinologiche evidenziano una maggiore diffusione<br />

pregressa <strong>del</strong>la specie in Abruzzo (Marchetti 1936, Marchesoni 1957, 1959), ma non consentono di<br />

attribuire con certezza ai nuclei di abete attuali il carattere residuale <strong>del</strong>le cenosi originarie. Essi si<br />

presentano sia con struttura verticale e distribuzione spaziale naturaliformi, sia con caratteri di più<br />

evidente artificialità.<br />

Numerose cenosi forestali, soprattutto faggete, sono caratterizzate da una prolungata fase postcolturale,<br />

condizione che ha determinato strutture spaziali e dinamismi di accrescimento non<br />

propriamente idonee alla conservazione <strong>del</strong>l’abete bianco (Gallucci & Urbinati 2011). E’ il caso dei nuclei<br />

con abete bianco nelle faggete <strong>del</strong>la Macera <strong>del</strong>la Morte, nel settore marchigiano <strong>del</strong> PNGSML in località<br />

Colle <strong>del</strong>l’Abete (comune di Acquasanta Terme, AP), dove il rapido accrescimento dei polloni di faggio <strong>del</strong>

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