Progettazione ed installazione degli elementi fermaneve
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<strong>Progettazione</strong> <strong>ed</strong> <strong>installazione</strong><br />
<strong>degli</strong> <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong><br />
Tra i requisiti essenziali richiesti ad una copertura vi è la protezione dalla neve<br />
e dal ghiaccio. La corretta analisi delle specifiche condizioni ambientali e dei<br />
carichi in funzione della zona climatica costituisce un elemento essenziale per<br />
progettazione <strong>ed</strong> <strong>installazione</strong>. Si illustrano le considerazioni utili alla scelta del<br />
numero e del relativo posizionamento <strong>degli</strong> eventuali <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong>.<br />
1<br />
Posa in opera di <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong>: a sinistra, nel caso di tegole portoghesi; a<br />
destra, nel caso di coppi. Gli <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong> in laterizio, al di là del rilievo<br />
superficiale, sono del tutto simili agli <strong>elementi</strong> del manto standard.<br />
Tra i primi requisiti meccanici, a cui deve assolvere la copertura, e di cui ci si<br />
preoccupa nella corretta progettazione ci sono certamente i carichi da neve e<br />
ghiaccio. La loro entità è attualmente normata dal D.M. 14 gennaio 2008. I valori<br />
dei carichi agenti su coperture discontinue dipendono dalle previste precipitazioni<br />
nevose e prendono in considerazione la zona climatica, l’inclinazione e forma<br />
della copertura, l’altitudine sul livello del mare, le condizioni locali.<br />
Riprendendo la UNI 9460 (Coperture discontinue: Istruzioni per la progettazione,<br />
l’esecuzione e la manutenzione di coperture realizzate con tegole di laterizio o<br />
calcestruzzo), in generale, la copertura discontinua e la sua struttura di supporto<br />
devono resistere ai carichi previsti: bisogna assicurare un sistema sicuro di trasferimento<br />
dei carichi gravanti sul tetto, dalla copertura alla struttura.<br />
Il progettista deve, dunque, proc<strong>ed</strong>ere ad una attenta valutazione della possibile<br />
formazione di ghiaccio o di depositi di neve, in quanto, i carichi stimati per<br />
condizioni normali possono essere superati in modo considerevole. L’argomento<br />
è stato affrontato in termini generali nell’articolo “I requisiti esenziali di un buon<br />
tetto” nella Newsletter delle Coperture n. 40 del maggio 2012.<br />
Per stabilire se occorre installare <strong>degli</strong> <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong> o quale è il numero<br />
adeguato e la loro collocazione, appare opportuno, fare prima delle considera-<br />
NEWSLETTER DELLE COPERTURE<br />
Mensile di informazione tecnica sulle Coperture in Laterizio<br />
Febbraio 2013 - Numero 47
zioni generali sulla possibilità di accumulo della neve in funzione della pendenza.<br />
Per pendenze inferiori al 36% (20°), la neve si accumula in strati stabili; per pendenze<br />
maggiori del 176% (60°), la neve non si accumula; per pendenze comprese<br />
tra il 36 e il 176% si accumula in strati che possono scivolare verso il basso.<br />
Queste valutazioni spiegano perché, ai fini del calcolo dei sovraccarichi accidentali,<br />
la normativa stabilisce, per pendenze superiori al 176%, il carico della neve sul<br />
tetto pari a zero; allo stesso tempo, evidenziano, per i tetti di pendenza compresa<br />
tra il 36 e il 176%, la necessità di ricorrere a speciali dispositivi, quali <strong>elementi</strong><br />
<strong>fermaneve</strong> o staccionate d’arresto, per imp<strong>ed</strong>ire la caduta rovinosa di cumuli di<br />
neve ghiacciata.<br />
A causa delle sollecitazioni cui sono soggetti, tutti gli <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong>, indipendentemente<br />
dalla loro posizione, devono essere fissati, m<strong>ed</strong>iante viti o altri sistemi<br />
meccanici, alla listellatura di supporto. Il foro va opportunamente sigillato.<br />
Gli <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong> si dispongono per file parallele alla linea di gronda. Gli interassi<br />
tra le tegole <strong>fermaneve</strong> e la distanza tra le file parallele dipendono dalla<br />
2<br />
<strong>Progettazione</strong> <strong>ed</strong> <strong>installazione</strong> <strong>degli</strong> <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong><br />
verso la linea di colmo<br />
linea di gronda<br />
Esempi di schemi di disposizione <strong>degli</strong> <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong> in caso di falde con pendenza<br />
tra il 30-35% e lunghezza intorno ai 6 m. A sinistra, per siti di altitudine inferiore a 750<br />
m slm (un elemento <strong>fermaneve</strong> ogni 5 <strong>elementi</strong> standard su tre file sfalsate in prossimità<br />
della linea di gronda); a destra, per siti di altitudine tra 750 e 1200 m slm (un elemento<br />
ogni due <strong>elementi</strong> standard, sempre su tre file).<br />
verso la linea di colmo<br />
linea di gronda<br />
verso la linea di colmo<br />
linea di gronda<br />
Esempio di disposizione delle tegole <strong>fermaneve</strong> a protezione di soluzioni<br />
di continuità e di corpi emergenti.
verso la linea di colmo<br />
verso la linea di gronda<br />
linea di gronda<br />
verso la linea di colmo<br />
Collocazione schematica dei <strong>fermaneve</strong> metallici.<br />
criticità della situazione (pendenza di falda, lunghezza di falda, finitura superficiale<br />
<strong>degli</strong> <strong>elementi</strong> di manto - se liscia o scabra -, zona climatica, altitudine, esposizione,<br />
…). Un ulteriore elemento di valutazione è dato dall’eventuale presenza sulla falda<br />
di soluzioni di continuità o di corpi emergenti: in questo caso le tegole <strong>fermaneve</strong><br />
andranno posizionate a monte <strong>degli</strong> stessi.<br />
3<br />
In alternativa agli <strong>elementi</strong> <strong>fermaneve</strong> in laterizio, possono usarsi speciali dispositivi di<br />
arresto i quali, per essere stabili, devono essere fissati, m<strong>ed</strong>iante staffe, direttamente<br />
ai listelli di sostegno del manto. Ai fini del calcolo del carico della neve occorre prestare<br />
particolare attenzione ai compluvi e alle zone in cui la neve può formare accumuli<br />
pericolosi.<br />
In merito, un utile riferimento per gli operatori del settore è costituito dalla UNI 9460:<br />
2008, in particolare, nel paragrafo 9.5 “paraneve”.<br />
In corrispondenza dei compluvi (in particolare in caso di falde di pendenza rilevante)<br />
si può verificare un aumento localizzato dei carichi dovuti alla neve.<br />
Per maggiori approfondimenti, consultare “I manti di copertura in laterizio”, di A. Laurìa, Edizioni Laterservice.<br />
Febbraio 2013 - Numero 47