Signore, se sei tu⦠Vieni!! - Diocesi di Parma
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24 La barca intanto <strong>di</strong>stava già molte miglia da terra ed era agitata dalle<br />
onde: il vento infatti era contrario. 25 Sul finire della notte egli andò verso<br />
<strong>di</strong> loro camminando sul mare. 26 Vedendolo camminare sul mare, i<br />
<strong>di</strong>scepoli furono sconvolti e <strong>di</strong>s<strong>se</strong>ro: "È un fantasma!" e gridarono dalla<br />
paura. 27 Ma subito Gesù parlò loro <strong>di</strong>cendo: "Coraggio, sono io, non<br />
abbiate paura!". 28 Pietro allora gli rispo<strong>se</strong>: "<strong>Signore</strong>, <strong>se</strong> <strong>se</strong>i tu,<br />
comandami <strong>di</strong> venire verso <strong>di</strong> te sulle acque". 29 Ed egli <strong>di</strong>s<strong>se</strong>: "<strong>Vieni</strong>!".<br />
Pietro sce<strong>se</strong> dalla barca, si mi<strong>se</strong> a camminare sulle acque e andò verso<br />
Gesù. 30 Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad<br />
affondare, gridò: "<strong>Signore</strong>, salvami!". 31 E subito Gesù te<strong>se</strong> la mano, lo<br />
afferrò e gli <strong>di</strong>s<strong>se</strong>: "Uomo <strong>di</strong> poca fede, perché hai dubitato". 32 Appena<br />
saliti sulla barca, il vento cessò. 33 Quelli che erano sulla barca si<br />
prostrarono davanti a lui, <strong>di</strong>cendo: "Davvero tu <strong>se</strong>i Figlio <strong>di</strong> Dio!".<br />
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. 35 E la gente del<br />
luogo, riconosciuto Gesù, <strong>di</strong>ffu<strong>se</strong> la notizia in tutta la regione; gli<br />
portarono tutti i malati 36 e lo pregavano <strong>di</strong> poter toccare almeno il lembo<br />
del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.<br />
Commento:<br />
Quando si fa <strong>se</strong>ra, e Gesù sta ancora raccolto in preghiera, i <strong>di</strong>scepoli sulla barca, già lontani<br />
dalla riva, si imbattono in un vento contrario. Matteo vede già nella “barca” un simbolismo<br />
ecclesiale. Il cammino sul mare ricorda certo alcuni passi dell’AT che pre<strong>se</strong>ntano il <strong>Signore</strong> mentre<br />
passa sul mare con orme invisibili (Sal 77,20; Is 43,16). Ma questi testi non sono isolati, sono<br />
anzitutto riconducibili all’evento pasquale, al passaggio del mare (Es 14–15). E la “quarta veglia<br />
della notte” non può non es<strong>se</strong>re eco della “veglia del mattino” (Es 14,24) quando il <strong>Signore</strong> mi<strong>se</strong> in<br />
rotta i carri degli egiziani. Quin<strong>di</strong> la cristofania è pasquale; pertanto andrebbe letto tutto in questa<br />
luce (anche la paura dei <strong>di</strong>scepoli: Es 14,13; il forte vento: Es 14,21; il “coraggio, Io sono” <strong>di</strong> Gesù,<br />
che rimanda al Nome <strong>di</strong>vino rivelato nell’esodo, e così via).<br />
Alla cristofania vera e propria, che riprende da Marco, Matteo aggiunge però un’appen<strong>di</strong>ce<br />
che ha per oggetto Pietro: è il primo dei tre testi petrini che sono propri a Matteo (a questo si<br />
aggiunga 16,17-19 e 17,24-27). Pietro interviene, chiedendo <strong>di</strong> poter camminare anche lui sulle<br />
acque incontro a Gesù. I motivi <strong>di</strong> questa richiesta <strong>se</strong>mbrano due, e cadono entrambi sotto quella<br />
categoria <strong>di</strong> “fede piccola” (oligopistía) che Gesù appunto rimprovera, subito dopo, a Pietro.<br />
a) Pietro è dubbioso circa la reale pre<strong>se</strong>nza <strong>di</strong> Gesù (“<strong>se</strong> <strong>se</strong>i davvero tu”): perciò l’iniziativa<br />
riflette una volontà <strong>di</strong> mettere alla prova il <strong>Signore</strong>, <strong>di</strong> svelarne la pre<strong>se</strong>nza, <strong>di</strong> costringerlo a<br />
scoprirsi. Questo atteggiamento non manca <strong>di</strong> una sua grandezza (cf. Gv 21,7), però è anche un<br />
agire intempestivo, che in qualche modo vuole imporsi sul modo <strong>di</strong> agire del <strong>Signore</strong>, e quin<strong>di</strong> in<br />
definitiva non sa accettare proprio quello che vorrebbe provare, cioè che sia davvero lui il <strong>Signore</strong>.<br />
b) Il <strong>se</strong>condo motivo <strong>se</strong>mbra ancora più importante nella catechesi ecclesiale che Matteo<br />
sta facendo attraverso la figura petrina: noi non siamo capaci <strong>di</strong> “imitare” Gesù, o per lo meno non<br />
possiamo mai avere questa pretesa. È vero che Gesù accon<strong>di</strong>scende alla richiesta <strong>di</strong> Pietro,<br />
<strong>di</strong>cendogli: “vieni!”, vieni a me! Ma quell’andare a Gesù è una <strong>se</strong>quela, non un’imitazione. La<br />
<strong>di</strong>fferenza tra queste due parole è inscritta nello stesso racconto. Finché Pietro presume <strong>di</strong> poter<br />
camminare sulle acque come Gesù, e quin<strong>di</strong> es<strong>se</strong>re capace <strong>di</strong> “imitarlo”, <strong>di</strong> poter es<strong>se</strong>re o fare<br />
come lui, va incontro al fallimento: basta un colpo <strong>di</strong> vento e lui va a fondo. Quand’è, invece, che<br />
comincia a “<strong>se</strong>guire” Gesù Quando gli grida: “<strong>Signore</strong> salvami”! In altre parole, la <strong>di</strong>fferenza tra<br />
imitazione e <strong>se</strong>quela non consiste tanto nel tipo <strong>di</strong> “prestazione”, ma nel suo spirito: <strong>se</strong>